la gazzetta dello sport (03-10-2015)
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The Italian daily sport magazineTRANSCRIPT
www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 martedì 10 marzo 2015 anno 119 - numero 58 euro 1,409
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SI INFIAMMA LA LOTTA CHAMPIONS
Lazio, suonata alla Viola Preso il Napoli: è terzaBattuta la Fiorentina (4-0): Pioli a quattro punti dalla Roma
BERARDINO, BIANCHI, IMPARATO, LONGHI, PUGLIESE DA PAG. 8 A PAG. 11
LA JUVE VOLA VERSO LO SCUDETTO
POGBAI bianconeri contro il Sassuolo soffrono. Poi una botta del francese all’83’ avvicina sempre piùil 4° titolo di fila
CENITI, D’ANGELO, DELLA VALLE, GRAZIANO, LICARI, TOSI DA PAGINA 2 A PAGINA 7
BREGA, DALLA VITE ALLE PAGINE 12-13
MANCINI: «ECCOPERCHÉ TOURÈPUÒ ARRIVAREICARDI? BENE»
GOZZINI A PAGINA 15
MILAN, BERLUSCONITELEFONA A INZAGHIE GLI ALLUNGA LA VITA
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L’allenatore dell’Inter nostro ospitea «Senza Appello»: «La difesa ballatroppo perché siamo un po’ naif»
Galliani dà alla squadra il nuovo obbiettivo«Settimo posto per arrivare in Europa»
IL PERSONAGGIO Cagliari, Zeman ci riprova
«Sono ritornato per i tifosi»
19
ELEFANTE, FRONGIA A PAGINA 19
Emissari russi hanno spiato gli schemi di Sarri. Poi, per farsi due risate, hanno
dato un’occhiata a quelli di Inzaghi.
IL ROMPIPALLONE di Gene Gnocchiw
L’INFORTUNIO SHOCKMattiello:«Il mio dramma ha unito tutta la Serie A»
17
SCHIRA A PAGINA 17
L’ANALISIdi Nicola Cecere
23
LA GRANDE SFIDADIETRO LA SIGNORA
L’abbraccio trionfante tra Agnelli, Marotta e Nedved, al fischio finale, dice chiaro che la Juve ha voluto fortemente questo +11 che blinda il quarto scudetto consecutivo in modo da potersi concentrare sulla primavera di Coppa. Però ci sono voluti 82’ per piegare il Sassuolo, in casa, con la formazione che per nove, dieci o anche undici undicesimi vedremo a Dortmund...L'ARTICOLO A PAGINA 23
RISULTATI & CLASSIFICA26a GIORNATA
JUVENTUS 61ROMA 50LAZIO 46NAPOLI 46FIORENTINA 42SAMPDORIA 42GENOA* 37INTER 36TORINO 36MILAN 35
PALERMO 35UDINESE* 31EMPOLI 29SASSUOLO 29VERONA 29CHIEVO 26ATALANTA 24CAGLIARI 20CESENA 20PARMA** (-1) 11
CESENA-PALERMO 0-0CHIEVO-ROMA 0-0EMPOLI-GENOA 1-1MILAN-VERONA 2-2NAPOLI-INTER 2-2PARMA-ATALANTA 0-0SAMPDORIA-CAGLIARI 2-0UDINESE-TORINO 3-2IERILAZIO-FIORENTINA 4-0JUVE-SASSUOLO 1-0
*Una partita in meno **Due partite in meno
RICCI A PAGINA 25
ANCELOTTIE LA «BBC»MISSIONEANTICRISI
Torna la Champions: contro lo Schalkeil Real Madrid si affidaa Bale-Benzema-CR7 C’è Porto-Basilea
DA NONPERDERE
1 Una tendenza di rigore:Toni, Icardi e i cucchiaiazzardo lungo 11 metriVERNAZZA A PAGINA 14
Messi, Ronaldo, IniestaCon ET alla scopertadegli assi imprenditoriIANDIORIO ALL’INTERNO
F.1: sfogo di papà Bianchi«Jules ancora in comaE’ inumano vivere così»IANIERI A PAGINA 29
2
3
Carlo Ancelotti, 55 anni AFP
25
su
Miro Klose ha segnato una doppietta LAPRESSE
SEGNA...E CHIUDE
CONTE PUNGE:«CON ME VANTAGGIODI 20 PUNTI»
+11
2
Pogboomda scudettoJuventus,titolo vicino1I bianconeri soffrono per 82 minuti,poi una botta del francese risolvela questione Sassuolo e regalaad Allegri l’allungo decisivo sulla Roma.I giallorossi sono a -11 dalla capolista
Fabio LicariINVIATO A TORINO
C on Pogba la grande pau-ra se ne va e, molto pro-
babilmente, arriva lo scudetto,il quarto di fila, il primo dell’eraAllegri. La Juve vola a +11, di-stacco che pare incolmabile peruna Roma così malridotta e co-stretta a guardare il retroviso-re, altro che inseguimento. Manon è stato lo stesso un bellospettacolo, anche se dipendedai punti di vista: perché il Sas-suolo il suo show dignitosissi-mo l’ha mostrato. Poi, al 38’ delsecondo tempo, il francese s’èfinalmente ricordato d’esserevalutato quanto Van Gogh e,nel silenzio di una curva insciopero (protesta contro la po-lizia…), ha scaraventato in retedi collo esterno, da fuori area,da tanti milioni insomma. Al-trimenti sarebbe stata la male-dizione del tre. Tre come i ma-tch-ball sprecati, dopo Udinesee Cesena. E tre come le garesenza successi, dopo Roma eFiorentina (in coppa). Il sensoè che da oggi si può pensare alBorussia e programmare un po’di turnover, ma i cattivi pensie-ri non sono allontanati. Il con-trario.
SOTTO RITMO Perché c’è alme-
no una domanda alla quale laJuve dovrà presto dare rispo-sta: il ritmo basso, così bassocome non si vedeva da tempo,è scelta tattica (per aprire ilSassuolo), tecnica (il gioco diAllegri è fatto di pazienza e hameno «furore» di quello diConte) o, cosa più preoccupan-te, fisica? Non è incoraggianteritrovarsi sul tabellino un solotiro in porta in 52’, natural-mente di Tevez. Naturalmenteperché l’argentino è l’unico a lottare davvero, arrabbiarsi,
dribblare e inseguire i rivali alpunto da beccare lui il primo«giallo» dei suoi. Come? Danon crederci: per fallo da die-tro su Zaza, lanciato in rete, allimite dell’area bianconera.Ma anche in Tevez lucidità eprecisione non sono all’altez-za. D’altra parte tutta la mano-vra Juve fatica da morire: lineedi passaggio più banali del soli-to, poco movimento in attaccocon Morata che va a cercarsipalla ma non può aprire inmezzo, fasce dalle quali nonparte un cross pericoloso e pal-
la che gira in orizzontale.
CI VORREBBE UN «10» Messogià bene di suo, e con l’umiltàdi non osare l’impossibile, ilSassuolo si trova alla grande inquesta situazione: il sacrificiodelle tre punte affolla la tre-quarti, dove gli infaticabili Mis-siroli e Brighi chiudono tutti glispifferi. E quando la Juve ag-gredisce, si fa per dire, eccocomporsi due linee compatte, con un esterno che arretra eZaza sempre in disturbo. Aves-se un «10» vero la Juve, dicia-mo Vazquez o Pastore, potreb-be bastare un triangolo, o undribbling riuscito, per crearesuperiorità e trovarsi sottorete.Pereyra è un «10» arrangiato,una mezzala con accelerazionida trequartista, non i colpi: equindi al centro il gioco sbattesempre contro il «muro» e suilati nessuno trova la diagonalegiusta. Anzi c’è quasi da preoc-cuparsi, per Allegri, quando ilSassuolo prova a ripartire, per-ché Chiellini incappa in un’al-tra serata «scivolosa» e Vidalné affonda né copre: quello ve-ro avrebbe sradicato mille pal-loni e tirato, questo soffre e ne-anche fa fallo.
CAMBI DECISIVI Si rende con-to anche Allegri che il matchsta scivolando verso uno 0-0 es’inventa qualcosa: fuori Pe-
20’ Prima occasione I 20 minuti iniziali sono soporiferi. Poi sisveglia Tevez che, servito da Pereyra, conclude di poco altosopra la traversa.
24’ Berardi alle stelle Il Sassuolo cerca di allentare la blandapressione juventina: Berardi ci prova da lontano ma il suo tirofinisce in curva.
29’ Solito Chiello Juve pericolosa alla mezzora: azione dacalcio d’angolo e Chiellini di testa alza di poco sopra la traversa.
33’ Consigli c’è Destro da fuori di Tevez: tiro potente ma centrale, Consigli respinge con i pugni.
37’ Tevez anche in difesa L’argentino si traveste anche dadifensore: fallo su Zaza lanciato verso Storari. Il giallo è giusto.
PRIMO TEMPO
PRIMO TEMPO 0-0MARCATORE Pogba al 38’ s.t.
JUVENTUS (4-3-1-2) Storari; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Vidal, Marchisio, Pogba; Pereyra (dal 18’ s.t. Pepe); Morata (dal 18’ s.t. Llorente), Tevez (dal 42’ s.t. Barzagli)PANCHINA Rubinho, Audero, Ogbonna, De Ceglie, Padoin, Sturaro, Matri. ALLENATORE AllegriBARICENTRO MEDIO 53,6 MCAMBI DI SISTEMA 4-3-3 dal 18’ s.t.; 3-5-2 dal 42’ s.t.AMMONITI Tevez per gioco scorretto; Pogba per proteste.
SASSUOLO (4-3-3) Consigli; Vrsaljko, Acerbi, Peluso, Longhi; Brighi (dal 33’ s.t. Chibsah), Magnanelli, Missiroli (dal 40’ s.t. Lazarevic); Berardi, Zaza, N. Sansone (dal 27’ s.t. Taider).PANCHINA Pomini, Polito, Bianco, Natali, Fontanesi, Biondini, Floccari, Floro Flores, Donis. ALLENATORE Di FrancescoCAMBI DI SISTEMA nessunoBARIC. MOLTO BASSO 43,8 MAMMONITI Missiroli e Zaza per c.n.r.; Sansone e Magnanelli per gioco scorretto.
ARBITRO Peruzzo di Schio.NOTE paganti 12.181, incasso di 393.275 euro; abbonati 25.325, quota di 924.867 euro. Tiri in porta 4-1. Tiri fuori 10-2. Angoli 12-1. Fuorigioco 1-0. Recuperi: p.t. 0, s.t. 4’
SASSUOLO
1JUVENTUS
0
7’ Miracolo di Consigli Gran tiro di Pogba dal limite dell’area,Consigli si salva in angolo.
13’ La Juve preme Tevez ci prova ancora da dentro l’area: la suaconclusione finisce fuori di poco.
28’ Bonucci da 30 metri La Juventus non riesce a sfondare eallora ci prova anche da lontano: gran tiro di Bonucci, Consiglidevia ancora in angolo.
31’ Llorente spreca Buon assist di Tevez per lo spagnolo checontrolla nell’area piccola e tira in girata ma troppo debolmente.In pratica è un passaggio a Consigli.
38’ Risolve Pogba Queste partite di solito si sbloccano solo conl’invenzione di un campione e Pogba appartiene alla categoria:gran destro dal limite, Consigli non può fare nulla. E la Juve va a +11 sulla Roma.
SECONDO TEMPO
RI campioni d’Italia, apparsi sottotono,hanno sofferto il pressing alto dellasquadra emiliana
Serie ARPosticipi 26a giornata
3MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
reyra e Morata, dentro Pepe eLlorente, passaggio al 4-3-3.Detto in tutta sincerità: Mora-ta, uno che «gioca» sempre,l’avremmo lasciato sulla fascia,a inventare dribbling, senzapreoccuparsi poi di entrare inarea dove un «centravantone»serviva, eccome, vista la seriedi cross tutti buoni per Consi-gli. Ma alla fine ha ragione iltecnico perché la palla a Pogbaarriva proprio da Pepe, ed è laprima volta che il Sassuolo si fatrovare scoperto concedendouna linea di tiro. Poi il franceseci mette il talento per il 7° gol incampionato, secondo marcato-re dopo Tevez (15), e la difesanon prende gol dopo 4 partite(6 con Borussia e Fiorentina).
PALERMO E BORUSSIA A Pa-lermo Conte sorpassò il Milanvincendo di fatto il suo primoscudetto, a Palermo Allegri puògestire il vantaggio pensando aDortmund: dove, con Pirlo omeno, forse un 3-5-2 potrebberestituire naturalezza nei mec-canismi e più responsabilità aBonucci, al quale l’intelligentepressing alto di Di Francesco hachiuso spesso l’impostazione.Poi, certo, hai Pogba e tutto filaliscio, ma il Sassuolo era redu-ce da 3 k.o. di fila e subiva golda 13: qualcosa di più convin-cente andava fatto, su.
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LA MOVIOLAdi FRANCESCOCENITI
FURIA ZAZAPER IL GIALLO:OKAY PERUZZO
Peruzzo porta a casa la sfida senza troppe sofferenze. Il veleno dopo il fischio finale con Zaza che cerca un confronto (esempio opposto di fair play) non proprio amichevole con l’arbitro: allontanato da Di Francesco e soprattutto da Bonucci. Il motivo? L’ammonizione data nel recupero all’attaccante per il controllo di braccio nell’area juventina: giallo da regolamento perché potenzialmente Zaza poteva trarre un vantaggio importante dalla irregolarità. Per il resto, timide proteste Juve quando nella ripresa Bonucci prova a sfondare nell’area avversaria: gomito di Acerbi involontario. Ok i gialli a Missiroli, Tevez, Sansone, Pogba (era diffidato,salterà Palermo) ed Evra.
LA PARTITA AI RAGGI X
Berardi, sacrificio da big: 10 palle recuperate1Il pressing delle punte di Di Francesco imbriglia a lungo la Juve. I bianconeri perdono 172 palloni: 11 Marchisio e 17 Pogba
Vincenzo D’Angelo
N essun catenaccio. Nétantomeno stoiche barri-cate. Il Sassuolo imbri-
glia la Juventus per 82 minutigrazie a un’ottima organizza-zione tattica e la voglia — mistaa coraggio — di aggredire altol’avversario. Il colpo mortale —forse anche sul campionato —arriva con una magia da fuori diPogba. Insomma, scena già vi-sta e rivista. Il rammarico sem-mai per Di Francesco può essereil come è arrivato il gol: perdereallo Stadium ci sta, ma è diffici-
le digerire un gol preso in ripar-tenza in casa della Juve a setteminuti dal 90’, dopo esser riu-sciti a non concedere quasi nul-la ai campioni d’Italia.
SACRIFICIO Di Francesco haun tridente che potrebbe ambi-re alla corsa per un posto in Eu-ropa per qualità, ma che ieri hadimostrato di saper lottare esoffrire con l’umiltà che il co-pione impone a chi ha comeobiettivo primario centrare lasalvezza con meno patemi pos-sibili. Berardi, Zaza e Sansonesono stati istruiti bene. Sono lo-ro i primi a dover togliere fiato
alla manovra bianconera: sispiegano anche così le 172 palleperse dalla Juve, di cui 64 recu-perate dal Sassuolo (addirittu-ra 10 da Berardi), che intercetta21 passaggi — contro i 19 deibianconeri — e vince 5 contra-sti in più (18-13).
CHIAVE L’assenza di Pirlo pro-babilmente ha spinto Di France-sco a osare di più col pressingalto. Marchisio come direttore d’orchestra è stato tante volteimpeccabile in questa stagione,ogni volta che Allegri gli ha affi-dato le chiavi della mediananon ha mai fatto rimpiangere
l’assenza del 21 bianconero. Male sue qualità sono piuttosto dif-ferenti da quelle di Pirlo, capacedi trovare corridoi accessibili apochi, e profondità dietro la li-nea difensiva con un solo toccoin verticale. Marchisio effettuaappena 54 passaggi (pochi peril faro di centrocampo di unagrande squadra), perdendo 11palle in mezzo al campo:un’enormità, e Pogba e Moratariescono a fare peggio (17). Co-sì il Sassuolo capisce presto chela chiave è nel recupero alto delpallone. Chiellini e Bonucci nontrovano mai l’appoggio facile inprofondità, limitandosi a un gi-
ro palla prevedibile e poco pro-duttivo. Bonucci tocca quota 59passaggi utili, ma anche 19 ne-gativi. In più è spesso costrettoal lancio (7) facilmente leggibi-le dagli avversari. In mediana,Magnanelli, Brighi e Missiroliraddoppiato su ogni zona delcampo, aiutati sempre dal sacri-ficio delle punte. La Juve a finepartita conta 188 verticalizza-zioni, ma solto un passaggio fil-trante, che porta al gol di Pog-ba. Sì, con organizzazione e sa-crificio l’impresa di uscire in-denne dallo Stadium alSassuolo poteva anche riuscire.
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LA MOSSASASSUOLOJUVENTUS
LICHTSTEINER BONUCCI
MARCHISIO
ZAZA
CHIELLINI EVRA
SANSONE BERARDI
MAGNANELLIMISSIROLIMOVIMENTOPASSAGGIO
GDS
La sassata di Paul Pogba, 21 anni, che ha deciso la partita. Per il francese è il settimo gol in campionato AFP
38’ S.T. fIL PROTAGONISTA
UN’ALTRA RETE PESANTEL’ultima invenzione di Paul «Era una palla per Tevezma era buona, lo sentivo»1Il francese: «Io l’uomo scudetto? No, sono un giovane. Ma dico la mia a chiunque, anche ai tifosi: devono starci vicino»
SETTIMO GOLDEL FRANCESE
1Paul Pogba, 21 anni, centrocampista francese, terza stagione alla Juventus, ha eguagliato il record di gol dello scorso campionato arrivando a quota 7. Nella prima stagione furono 5
TOCCHI PER ZONAIl colore è più intenso nelle zone in cuici sono stati più tocchi di palla
MINUTI GIOCATI
4’
ATTACCO
TIRI IN PORTA
7’ ST38’ ST
DA DOVE HA TIRATO Gol Tiro paratoGol Tiro parato
Recupero
90’
7I suoi gol in campionatoPaul Pogba finora ha segnato 7 gol in campionato con una doppietta realizzata contro la Lazio
PALLE PERSE
17
DRIBBLING POSITIVI3
PALLE RECUPERATE9
SPONDE2
FALLI SUBITI4
LANCI POSITIVI2
PASSAGGI POSITIVI
46
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2
2
2
1
5
4
3
3
2
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2
1
ne allanato
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toato 7 gol ppietta
Fabiana Della ValleINVIATA A TORINO
I l fischio finale viene accol-to dallo Stadium come unaliberazione. In tribuna
Agnelli, Marotta e Nedveds’abbracciano come se stesserofesteggiando lo scudetto. PaulPogba invece resta in mezzo alcampo, stringe le mani agli av-versari e i suoi compagni, a unoa uno, corrono ad abbracciar-lo. Il primo è Evra, francese co-me lui, poi tutti gli altri. È lui ilre nella notte della festa antici-pata, è lui l’eroe del quasi quar-to scudetto bianconero conse-cutivo. Paul ha segnato la rete
del +11 sulla Roma, un van-taggio sufficientemente ampioper considerare chiuso il di-scorso tricolore (anche se Alle-gri non lo ammetterà mai).L’ha fatto quando mancavanosolo 7 minuti alla fine dellapartita, quando il pareggio pa-reva il risultato più scontato.
COLPI DA CAMPIONI Pogba èun fuoriclasse e a quelli comelui basta un guizzo, un’intui-zione, per trasformare unasquadra spenta in una vincen-te. Ha visto il pallone calciatoforte da Pepe, ha capito chenon era indirizzato a lui manon ha esitato un secondo:stop bellissimo, forse ancora
più del tiro, di esterno destro, egol di collo. Ha fatto reti piùbelle, ma meno preziose. L’an-no scorso col Bologna segnònella stessa porta e più o menodalla stessa distanza, ma conun rasoterra. Fu una vittoriaancora più importante in chia-ve scudetto. A molti tifosi inve-ce sarà tornata in mente Juve-Catania 1-0 del 10 marzo2013: assist di Paul e gol diGiaccherini. Anche quel gior-no fu fuga per il titolo. Pogbanon segnava dal 25 gennaio,quando con il Chievo aveva il-luminato lo Stadium con unarete da urlo. È a quota sette incampionato, solo Tevez tra ibianconeri ne ha fatti più di lui.
Anche all’andata aveva fattogol al Sassuolo, nell’1-1 di Reg-gio Emilia. Reti banali mai, ilfrancese sa lasciare il segnoquando serve. Per questo i tifo-si lo adorano e gli perdonanoanche il fatto di accendersi aintermittenza.
INTUITO E PASSIONE Paul èandato da loro a fine partita,per regalare la maglia alla cur-va. Però non pensa di essere uneroe: «Non mi sento l’uomoscudetto - dice - l’importante èla squadra, oggi è stata dura esappiamo tutti che è una vitto-ria importante per il tricolore.Il pallone di Pepe non era perme, era per Tevez, però io me lasentivo e l’ho preso. Non miconsidero leader, tutti abbiamobisogno di tutti ma, anche sesono giovane, se posso direqualcosa a un mio compagno lofaccio. Dove voglio arrivare?Voglio essere un grande gioca-tore e fare sempre di più, incampo e in allenamento». Infi-ne un appello ai tifosi: «Abbia-mo bisogno della loro passione,anche quando giochiamo male.Ci devono trascinare perché sivince tutti insieme». Prima delgol Pogba aveva preso un gialloche gli costerà la squalifica con-tro il Palermo: mai ammonizio-ne fu così gradita, perché ilfrancese potrà riposarsi per laChampions. A Dortmund servi-rà la miglior Juve e soprattuttoil miglior Paul, che con un’in-tuizione sa fare la differenza.
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CLASSIFICASQUADRE PT PARTITE RETI
G V N P F S
JUVENTUS 61 26 18 7 1 53 14
ROMA 50 26 13 11 2 38 19
LAZIO 46 26 14 4 8 47 27
NAPOLI 46 26 13 7 6 46 33
FIORENTINA 42 26 11 9 6 37 28
SAMPDORIA 42 26 10 12 4 34 28
GENOA 37 25 9 10 6 37 30
INTER 36 26 9 9 8 41 34
TORINO 36 26 9 9 8 30 28
MILAN 35 26 8 11 7 37 32
PALERMO 35 26 8 11 7 38 39
UDINESE 31 25 8 7 10 29 34
EMPOLI 29 26 5 14 7 26 28
SASSUOLO 29 26 6 11 9 29 39
VERONA 29 26 7 8 11 31 46
CHIEVO 26 26 6 8 12 18 30
ATALANTA 24 26 5 9 12 22 37
CAGLIARI 20 26 4 8 14 32 49
CESENA 20 26 4 8 14 24 47
PARMA (-1) 11 24 3 3 18 20 47
* 1 PUNTO DI PENALIZZAZIONE
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS
EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
SABATO 14 MARZO
PALERMO-JUVENTUS ore 18 (0-2)
CAGLIARI-EMPOLI ore 20.45 (4-0)
DOMENICA 15 MARZO, ore 15ATALANTA-UDINESE (0-2)
GENOA-CHIEVO (2-1)
SASSUOLO-PARMA (3-1)
VERONA-NAPOLI (2-6)
INTER-CESENA ore 20.45 (1-0)
LUNEDÌ 16 MARZOFIORENTINA-MILAN ore 19 (1-1)
TORINO-LAZIO ore 19 (1-2)
ROMA-SAMPDORIA ore 21 (0-0)
PROSSIMO TURNO
4 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
5MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Squadra molle, addormentata e priva di idee. La speranza è che la prestazione sia figlia del pensiero-Champions e non di una condizione fisica in calando. Buona la doppia mossa Pepe-Llorente.
STORARIFebbre alta: Buffon a casa. E allora Marco gioca la 2a gara in campionato. Controlla una punizione molle di Sansone, poi normale amministrazione.
6
6
IL TECNICOALLEGRI
JUVENTUS
6
� PARATE 1� RINVII 5� PRESE ALTE 1
EVRANon si fa intimorire da Berardi. Magari nonè troppo pericoloso coi cross, è però uno dei più presenti nel forcing finale.
6,5
� CROSS 4� RECUPERI 4� PASSAGGI 29
LICHTSTEINERSpinge fin dall’inizio, punta e salta Longo, ma difetta in precisione in molte occasioni. Nuovo cambio di marcia nella ripresa, zero sofferenze dietro.
6
� CROSS 5� RECUPERI 8� PASSAGGI 29
VIDALAllegri ha ragione, il cileno fisicamente dà buoni segnali, ma ora serve ben più di un compitino portato a termine senza strafalcioni.
5,5
� TIRI 1� RECUPERI 7� PASSAGGI 56
MORATAServito poco e male, arretra spesso per cercare fortuna. Stop ai venti metri, violento scatto e sinistro di poco a lato. Non gli basta per evitare il cambio.
6
� TIRI 2� DRIBBLING 2� SPONDE 2
BONUCCILo stakanovista mette una pezza sul pericoloso contropiede lanciato e sprecato da Sansone, poi rimedia alla goffa scivolata di Chiellini.
6
� LANCI 7� RECUPERI 4� PASSAGGI 59
MARCHISIOProprio come Bonucci, fa gli straordinari da inizio stagione. Stanco, va fatto riposare. Ma la prestazione è abbastanza solida, utile,intelligente.
6
� TIRI 1� RECUPERI 9� PASSAGGI 54
TEVEZTira tre volte. La Juve dorme, l’Apache no. Si sbatte in ogni zona, si becca pure un gialloper rincorrere Zaza fino all’area di Storari. Leader vero.
6,5
� TIRI 3� DRIBBLING 2� SPONDE 1
CHIELLINIAltra scivolata che getta nel panico lo stadio e risveglia ricordi di Champions. Molte sbavature con la palla fra i piedi. Va su bene di testa: palla non troppo alta.
5,5
� LANCI 5� RECUPERI 13� PASSAGGI 60
LLORENTESi piazza nel cuore dell’area avversaria. Fa da boa in un paio di occasioni non sfruttate da Bonucci e Tevez. Pescato a due passi da Consigli, gira debolmente.
6
� TIRI 1� RECUPERI 2� PASSAGGI 7
TEVEZ SI SBATTE VIDAL FA SOLO IL COMPITINO MARCHISIO STANCO
PERUZZO Pogba protesta in maniera vistosa: giusto il giallo che costerà al francese una giornata di squalifica (forse cercata). In generale, conduzione di gara sicura, senza sbavature negli episodi che contano.
� TIRI 0� RECUPERI 2� PASSAGGI 28
A livello di quantità il jolly argentino c’è sempre: lotta, picchia e insegue un po’ tutti. Il problema è che a ridosso degli attaccanti servirebbe ogni tanto la giocata di qualità pura, che però non arriva mai.
5,5
IL PEGGIOREPEREYRA
� TIRI 2 � RECUPERI 9� PASSAGGI 46
Inizia giochicchiando, lontano dalla porta. Il primo lampo lo regala al 7’ s.t.: bravo Consigli. Lo Stadium inizia a mugugnare, lui sale in cattedrae pesca la giocata che vale quasi certamente lo scudetto.
7
IL MIGLIOREPOGBA
LE PAGELLE di MIRKO GRAZIANO
Ha la difesa a pezzi, è costrettoa schierare Peluso centrale, ma non rinuncia alla qualità dei suoi attaccanti. Tiri pochi, ma addormenta a lungo la gara, e solo il lampo di Pogba manda all’aria ogni piano.
6,5
IL TECNICODI FRANCESCO
SASSUOLO
6LONGHIDalla sua parte è più facile trovare la linea di fondo: ci riesce spesso Lichtsteiner, ci va pure Tevez, poi Pepe: per fortuna del Sassuolo c’è poca precisione.
6
� CROSS 1� RECUPERI 8� PASSAGGI 25
BERARDIPiedi buoni, mente veloce, utile anche nella propria metà campo. Lavora tanto, riparte e pressa alto. Cerca poi Storari da fuori: palla alta.
6
� TIRI 1� DRIBBLING 0� SPONDE 0
VRSALJKOAbbottonatissi-mo, sconfina raramente in territorio nemico, ma in fase di copertura è un muro e non dà spazio a cross pericolosi. Gara in totale controllo.
6,5
� CROSS 2� RECUPERI 3� PASSAGGI 23
BRIGHIE’ la metà di Pogba, e infatti nel corpo a corpo soffre. L’ex bianconero però regge e si rende utile a ridosso dell’area amica sporcando parecchi palloni.
6
� TIRI 0� RECUPERI 4� PASSAGGI 19
ZAZAUn gladiatore là davanti. Fa a sportellate sia con Chiellini sia con Bonucci, e ne esce spesso vincitore. Mette ansia ai centrali di Allegri ma non trova la porta.
6
� TIRI 0� DRIBBLING 1� SPONDE 1
PELUSOFuori ruolo, ma solido. Un paio di buone chiusure in piena area, quindi un gran recupero su Pereyra. Contiene Llorente sotto misura.
6
� LANCI 0� RECUPERI 4� PASSAGGI 15
MAGNANELLISerata in cui serve la vanga. Un buon lavoro quello del capitano, poi però è nella sua zona chei bianconeri trovano il corridoio giusto.
6
� TIRI 0� RECUPERI 6� PASSAGGI 38
ACERBIPrestazione giudiziosa, giocate semplici, zero fronzoli. Bene di testa, sempre piazzato, un po’ di appren-sione quando Tevez tenta lo sfondamento.
6,5
� LANCI 3� RECUPERI 2� PASSAGGI 18
MISSIROLIChiude bene le linee di passaggiodegli avversari e non sfigura nei confronti di un Vidal non certo arrembante, ma comunque non così giù sotto l’aspetto fisico.
6
� TIRI 0� DRIBBLING 1� PASSAGGI 17
TAIDEREntra al posto di Sansone e va a piazzarsi a sua volta largo a sinistra. Poco propositivo in fase di ripartenza e la Juve prende ulteriore campo.
5,5
� TIRI 0� DRIBBLING 0� SPONDE 0
VRSALJKO OK:E’ COME UN MURO ZAZA GLADIATOREACERBI BENE
� TIRI 1 � RECUPERI 5� PASSAGGI 13
E’ suo l’unico tiro in porta del Sassuolo: troppo molle la punizione calciata da buona posizione. Era forse meglio lasciarla al dolce sinistro di Berardi. Senza palla garantisce invece un lavoro sufficiente.
5,5
IL PEGGIORESANSONE
� PARATE 3 � RINVII 11� PRESE ALTE 1
Controlla coi pugni un forte destro di Tevez. Molto bene a inizio ripresa sulla rasoiata di Pogba, nulla da fare invece quando il gigante francese trova la mazzata che apre e chiude la gara.
6,5
IL MIGLIORECONSIGLI
DI FIORE 6POSADO 6
CALVARESE 6GHERSINI 6
6
� TORINO (f.d.v.) Doppia operazione per Martin Caceres: il difensore ieri è stato sottoposto a osteosintesi della frattura del malleolo mediale e artroscopia della caviglia sinistra, in più è stata eseguita una capsuloplastica artroscopica per la stabilizzazione della spalla destra. L’uruguaiano si è infortunato alla caviglia nell’allenamento della vigilia, la spalla invece gli faceva male già da un po’, ma con un tutore riusciva a giocare lo stesso. Visto il lungo stop, si è decisodi procedere anche alla stabilizzazione. Stagione finita per lui: dovrà stare fermo per dieci settimane.
CAVIGLIA E SPALLA K.O.
Caceres operatoStagione finita
� TORINO (a.to.) La quarta sconfitta di fila era la più prevedibile per il Sassuolo ma è anche la più beffarda. Per 82 minuti Di Francesco ha cullato la speranza di uscire imbattuto dallo Stadium ma la doccia fredda di Pogba lo ha gelato e adesso la crisi di risultati si fa sentire. «Sono contento per l’atteggiamento che ha mostrato la squadra — dice il tecnico — Abbiamo fatto un grande primo tempo sotto l’aspetto tattico, andando a prendere la Juve molto alti. Per un’ora siamo stati perfetti poi ci hanno sorpreso con una giocata in contropiede di un campione, siamo stati ingenui a non dare copertura sulla loro ripartenza dopo esserci sbilanciati troppo in avanti. Mi spiace ma sono contento della prova del Sassuolo, peccato che davanti non siamo stati concreti. Zaza? L’ho ripreso perché perdeva tempo a protestare anziché pensare a giocare. Però nel finale si perdeva solo tempo, è tipico del calcio italiano, io ai miei non chiedo mai di perdere tempo».
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IL TECNICO DEL SASSUOLO
Di Francesco:«Zaza stia calmoma alla fine troppiminuti persi...»
Eusebio Di Francesco, 45 anni
Serie ARPosticipi 26a giornata
� E’ sempre più vicino l’esordio della «goal line technology»: «Cerchiamo di stringere i tempi, il nostro obiettivo sarà di debuttare nella finale di coppa Italia a Roma il 7 giugno». Lo ha annunciato il presidente della Lega di A, Maurizio Beretta, intervenuto a «La politica nel pallone» su Gr Parlamento. «Puntiamo a definire i dettagli con la tecnologia più rispondente alle nostre necessità, cioè quella dell’occhio di falco, utilizzata nel tennis, dalla Premier inglese, e dal prossimo anno anche dalla Bundesliga. Il problema del gol non gol dovrebbe essere così definitivamente risolto», ha sottolineato il numero unodi via Rosellini.
BERETTA: «OK PER LA FINALE»
Goal line technologyVia in Coppa Italia
PEPECol suo ingresso, la Juve passa al 4-3-3. Largo a destra, «Pepinho» sforna un cross dietro l’altro senza fortuna. Ha il merito di innescare Pogba-gol.
6
� CROSS 5� RECUPERI 0� PASSAGGI 7
BARZAGLISpazio nel finale, il popolo bianconero lo accoglie con un boato. Va portato al top al più presto, ma forse è tardi per vederlo titolare a Dortmund.
s.v.
� LANCI 0� RECUPERI 0� PASSAGGI 2
LAZAREVICSpiccioli di gara, e la Juve ha ormai trovato la via del vantaggio.
s.v.
� CROSS 0� RECUPERI 0� PASSAGGI 1
CHIBSAHDentro quando la Juve produce l’ultimo sforzo. Non è l’unico colpevole, ma avrebbe dovuto dare un occhio particolare a Pogba in occasione del gol
s.v.
� TIRI 0� PALLE PERSE 2� PASSAGGI 4
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6 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
7MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Conte: «La Juve?Con me il vantaggio sarebbe di 20 punti»1Il c.t. vince la terza Panchina d’oro consecutiva: «Un onore, però vorrei più italiani nelle squadre di A»
Matteo Dalla Vite INVIATO A FIRENZE
I l Triplete di Antonio Con-te. Terza Panchina d’oro difila, come Fabio Capello:
«Ed è un onore» dice il c.t. dellaNazionale. Conte ha un sorrisogrande. Saluta tutti e sale sulpalco ringraziando il propriostaff col quale, nel tardo pome-riggio, si riunisce a parlare diItalia nelle stanze di Covercia-no e col presidente Figc CarloTavecchio come invitato piùche speciale. «La Juventus? Laclassifica dice la verità». E se suquella panchina ci fossero an-cora la grinta e la cattiveria diConte? «Beh, figurarsi: se cifossero quelle, allora avrebbeventi punti di vantaggio...». Equi Massimiliano Allegri sorri-derà poco, ma trattasi più dibattuta che no. Oppure no,chissà. «Rimpianti miei di Ju-ve? No no...» fa il c.t.
MACCHÈ DIAVOLO AntonioConte prende 18 voti su 52 vo-tanti. Dietro di lui Montella (8voti) e Garcia (7). Panchinad’argento a Maurizio Sarri che
si prende il 70% dei voti e conla solita genuinità fa: «Un gra-zie ai miei giocatori, perchésenza loro noi allenatori i pre-mi ce li sogniamo e basta...». Ilc.t. dell’Italia stringe moltemani. E nessun patto col Dia-volo. «Se ho sentito Berlusconiper un futuro al Milan — ri-prende Conte —? È una bugia.Inzaghi? A Pippo faccio ungrande in bocca al lupo e gli di-
co di tener duro perché da mo-menti così ci siamo passati tut-ti». Si torna alla Juventus. «Laclassifica dice la verità: la Juvesta meritando il primo postoper l’abitudine a lottare, lamentalità, l’atteggiamento tat-tico. Il campionato? Sincera-mente mi aspettavo una SerieA più combattuta».
SOGNO AZZURRO Si ferma a
parlare con tanti, Conte. «Ilmio sogno? Fare bene con laNazionale, costruire entusia-smo e passione da trasmettereal pubblico che ci segue. Quan-to alle prestazioni sarà impor-tante crescere per diventarecompetitivi e giocarcela allapari con alcune nazionali chein questo momento ci sovrasta-no. Come ritroverò i ragazzidopo 4 mesi che non li vedo?Spero non si siano dimenticaticiò su cui abbiamo lavoratol’ultima volta, le varie nozio-ni...».
PIÙ ITALIANI La Nazionalegiocherà il 28 marzo a Sofiacontro la Bulgaria: sarà la ri-partenza italiana di Conte.«Cosa mi manca facendo il tec-nico della Nazionale? Il lavoroquotidiano: ci si deve accon-tentare degli spazi riservati al-la Nazionale e dentro a quellilavorare per poter costruire nelmodo migliore ciò che ti seiprefissato. Quanto alle diffi-coltà del mio ruolo, beh, arri-vano nel momento in cui ci so-no da fare le selezioni: perchéci sono rose zeppe di stranieri emi piacerebbe che il nostro cal-cio puntasse più sul vivaio e suigiocatori italiani». Detto che lealtre Panchine sono state asse-gnate a Roberto Stellone (Fro-sinone, panca d’oro per la LegaPro Prima divisione), MarioPetrone (Bassano, panca d’ar-gento per la Lega Pro Secondadivisione) e a Milena Bertolini(tecnico del Brescia, pancad’oro femminile), eccoci anco-ra al vincitore. «Quella dei 102punti è stata un’annata specia-le, per cui ringrazio veramentetutti, calciatori compresi. LaJuventus di oggi ha più di unqualcosa in... più degli altri:oggi come oggi in Italia non èfacile trovarle avversari». E seavesse anche la sua grinta chis-sà.
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Antonio Conte (a destra) riceve da Renzo Ulivieri la Panchina d’oro ANSA
IL TECNICO BIANCONERO
Allegri è prudente«Scudetto in tasca?No, ci vuole calma»Andrea TosiINVIATO A TORINO
M ax Allegri si gode il+11 sulla Roma enon risponde a to-
no alla frecciata di Conte.Meglio concentrarsi sulquarto scudetto di fila in ar-rivo. «Conte? Non ho nullada commentare. Parlo dellaJuve di quest’anno Fare pa-ragoni non ha alcun senso.Ma non mi sento il titolo intasca, perché ci sono anco-ra tante partite. Dobbiamogiocare una gara alla voltae puntare su tutti gli obiet-tivi». Non pronuncia il no-me del ct glissando sulla ri-sposta. «Guardo al presen-te, a questa Juve. Non mipiace fare paragoni col pas-sato, non li ho mai fatti.Siamo in corsa su tutti ifronti, il campionato è ilprimo obiettivo, la Cham-pions un sogno e poi c’è an-cora la coppa Italia. Diquello che pensa la gentenon mi preoccupo, per mecontano solo i risultati. Sa-pevamo che col Sassuolonon sarebbe stato facile an-che perché nel girone di ri-torno tutte le partite sonopiù difficili». Gli chiedonose un ct non dovrebbe esse-re super partes. «Questo lodovreste dire voi» replicaAllegri chiamando in causala stampa.
BRAVO PEPE «Nel primo temposiamo stati troppo frettolosi etestardi ad attaccare troppoper via centrali. Poi con l’inne-sto di Pepe abbiamo apertomeglio il campo. Sono conten-to per la sua prova, può diven-tare una soluzione in più. In-tanto si è rivisto Barzagli. Pia-no piano tornano tutti. Il risul-tato va bene, mi piace vincere1-0, aiuta a mantenere la giu-sta tensione e ci allena a soffri-re fino alla fine. Davanti abbia-mo faticato perché Morata hagiocato sull’esterno attaccan-do poco l’area». La chiosa sullacondizione atletica. «Non mipare che siamo stanchi come sidice. I nostri dati dicono chenell’ultimo quarto d’ora venia-mo sempre fuori». Da segnala-re che nel finale di gara i tifosidella curva Scirea hanno ritira-to gli striscioni abbandonandola loro posizione per protestacontro la Digos che ha vietatodi sporgersi dalle balaustre.
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Massimiliano Allegri, 47 LAPRESSE
Serie ARPosticipi 26a giornata
8
LAZIO 8
Regista e giustiziere. Manovra da principe la squadra e da fuori area, sulle seconde palle, è un pericolo costante. Gol e deliziosa stangata sul palo.
8
IL MIGLIOREBIGLIA
MARCHETTI 6 Mai avrebbe immaginato una serata così riposante. Si guadagna lo stipendio con due buone uscite.BASTA 6,5 Stantuffo dai piedi buoni, è tornato in forma. Delizioso taglio per Candreva.DE VRIJ 7 Guardiano dell’area, non sbaglia un intervento.MAURICIO 6,5 Ilicic gli fa un baffo. Esce per infortunio.NOVARETTI 6 Subito uno svarione in difesa. Ma si riprende.RADU 6,5 Blinda la fascia e sale col misurino.CATALDI 6,5 Lavoro oscuro per il baby talento. Copre le spalle a un formidabile Biglia.CANDREVA 7,5 Primo round devastante: sforna cross e palle velenose. Firma il rigore e va a riposarsi. Ma perché toglie la maglietta se è diffidato?KEITA 6,5 Irrompe nella sfida col suo sprint, mette lo zampino sul 4° gol.MAURI 6,5 Si alterna al centro dell’attacco con Klose. Conferma di esser prezioso (Onazi s.v.)FELIPE ANDERSON 7 Poco cattivo sotto porta nel primo round. Ma quando parte è devastante (vero Tomovic?). Procura il rigore sicurezza.KLOSE 7,5 Non solo la doppietta. Mole di lavoro impressionante. Da chiedersi cosa mangia per mantenersi così giovane.ALL. PIOLI 7,5 Azzecca tutto, modulo e uomini. Il terzo posto è il premio al suo lavoro.
BASTA RITROVA LA FORMASALAH STAVOLTAE’ INSUFFICIENTE
TAGLIAVENTOIl rigore èsacrosanto. I
cartellini sono tutti o.k. In generale una buona gestione della partita, comunque non complicata.DI LUCA 6,5 – STEFANI 6,5 ORSATO 6 -GUIDA 6
LE PAGELLE di FA.BI
FIORENTINA 4
Conferma il super momento, tiene la Viola in partita nel primo round. Si supera quando devia sul palo la sassata di Biglia. Para ancora, ma la difesa lo tradisce.
7
IL MIGLIORENETO
TOMOVIC 4 Asfaltato sulla fascia, causa uno sciagurato rigore a gara ancora, tutto sommato, aperta.SAVIC 4,5 Irriconoscibile: il centrocampo non copre ma lui fa acqua dappertutto.BASANTA 4,5 Idem come sopra. Klose è un bruttissimo cliente, lo soffre come il mal di denti.PASQUAL 5 Sale poco, molto poco, troppo impegnato a cercare di frenare l’orda avversaria.KURTIC 5 Un altro che sembra aver mandato il fratello scarso. Sovrastato.BADELJ 5,5 L’unico che prova a dare geometrie e a far interdizione (Joaquin s.v.)MATI FERNANDEZ 5 Disastroso in mezzo, un po’ meglio quando si sposta avanti.DIAMANTI 5,5 Impreciso, poco efficace. Ma almeno ci mette la corsa. Non l’avremmo cambiato.PIZARRO 5,5 Si piazza davanti alla difesa a dirigere. Ma c’è poco da dirigere.SALAH 5,5 Perde di brutto il confronto con Felipe Anderson. Ma prova a combinare qualcosa a differenza dei compagni.ILICIC 4,5 Appunto. Ritorno al passato. Svogliato e lento, non riesce mai a tenere palla.GILARDINO 5,5 Almeno lui è una presenza pesante davanti.ALL. MONTELLA 4,5 Al dunque, brutto passo indietro. Ci capisce poco sin dall’inizio.
7
Lazio, pokerda ChampionsChe lezioneper Montella!1Biglia, Candreva e due volte Klose:Fiorentina distrutta, i biancocelestiagganciano il Napoli al terzo posto
Fabio BianchiROMA
@fabiowhites
L o spettacolo annunciato c’èstato, ma in un sola dire-
zione. Bastano pochi minuti percapire quale squadra conferme-rà l’estetica del successo. Laziosuper, Fiorentina non pervenu-ta. Missione aggancio al 3° po-sto riuscita per Pioli. Nel pac-chetto, anche la soddisfazionedi sorpassare il Napoli nella classifica dei migliori attacchidel campionato: ora la Lazio da-vanti ha solo la Juve. Montellatravolto dalla velocità dei rivali,dalla miglior precisione e catti-veria. La Lazio si conferma unrivale indigesto, ma era moltodifficile ipotizzare una superio-rità così schiacciante. L’aeropla-nino ha forse l’alibi di avere unasquadra che ha speso più dellaLazio negli ultimi tempi. Ma èun piccolo alibi. La verità è chein questa sfida ci ha capito pocoo nulla. La Lazio invece vola davvero e fossimo nel Napoli,ma anche nella Roma a questopunto, cominceremmo a preoc-cuparci. Meglio per il campiona-to: almeno la rincorsa Cham-pions sarà elettrizzante fino allafine. Se la Lazio tiene questo rit-
mo e questo gioco, e l’impressio-ne è che li terrà, avrà due matchpoint nelle ultime due giornate:il derby e la sfida col Napoli alSan Paolo.
LA CHIAVE La Fiorentina ha ce-duto centrocampo e fasce. Bi-glia è stato un marziano, Can-dreva e Felipe Anderson ai latihanno asfaltato tutti. Gli uomi-ni hanno fatto la differenza, maanche la scelta di Pioli di torna-re al 4-2-3-1. Repetita iuvant.Con questo sistema, utilizzatol’ultima volta in gennaio nelderby, aveva vinto a Firenze. Al-l’Olimpico ha stravinto. Azzec-cata la scelta di recuperareMauri, che si alternava al cen-tro dell’attacco con Klose. Kloseche deve avere l’elisir dell’eter-na giovinezza. Oltre alla dop-pietta, non ha mai smesso di correre, tener su la squadra erecuperare palloni. Il tedescoeterno è a quota 7 reti nel 2015,coppa Italia compresa. Ed è en-trato nella top 10 dei cannonie-ri di tutti i tempi della Lazio incampionato. Chapeau. L’assen-za di Gonzalo Rodriguez si èsentita ma non giustifica la pes-sima prestazione della difesaviola che può solo lamentarsidella scarsa copertura.
TEMPESTA E IMPETO La sfida
poteva già essere messa in ar-chivio dopo mezzora. La Lazio èstata subito tempesta e impeto.Ha trovato il gol col tiro da fuoridi Biglia e non si è fermata, anziha accelerato. Ha preso a palla-te la Fiorentina e poteva fare al-meno altri tre gol. Candrevaavrà sfornato almeno 5-6 cross einviti velenosi. Soltanto la superforma di Neto e l’imprecisionedegli attaccanti (Felipe morbidosotto porta) ha fatto sì che laFiorentina fosse ancora in parti-ta nella ripresa. Neto che si è su-perato quando con un dito hasfiorato quel tanto che basta laseconda sassata di Biglia permandarla sul palo.
AI RIPARI Montella nel secon-do round ha cercato di correre
ai ripari spendendo subito Pi-zarro, per mettere cerotti a cen-trocampo. Solo che ha tolto Dia-manti, uno dei più attivi, per al-zare sulla linea dei trequartistiMati Fernandez, che a centro-campo non è mai riuscito a stop-pare Candreva e proteggere Pa-squal. Per qualche minuto peròsembrava che la Viola potessereggere l’urto e provare a rimet-tersi in carreggiata. Invece è sta-ta un’illusione. Una delle tantebuone notizie per questa Lazio èil fatto che, come gli accadespesso, non si siede nel secondoround. E’ stata meno ossessiva,ha lasciato un po’ di iniziativaper sfruttare la velocità nelle ri-partenze. Ed è stata micidiale.Felipe Anderson si è procurato ilrigore ai danni dello sciaguratoTomovic. Poi Klose ha approfit-tato degli svenimenti della dife-sa per affibbiare i colpi del k.o. Ilpovero Neto ha provato a re-spingere gli assalti ma non c’èmai stato un compagno ad aiu-tarlo nelle deviazioni sui tiri pri-ma di Candreva e poi di Keita,entrato nella ripresa proprio perl’azzurro. Alla fine il conto deitiri in porta è stato 14-1. Impres-sionante. Questa viola appassi-ta non può essere vera. Di certola Lazio è la squadra più in for-ma del momento.
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PIOLI«DECISIVO IL 4-2-3-1
UNA GARA OTTIMANON PERFETTA...»
fAREA TECNICAL’ALLENATORE DELLA LAZIO
Gaetano ImparatoROMA
G ongola, abbraccia, salu-ta, stringe mani e mitra-glia sorrisi: il presidente
Lotito passa da una gioia all’al-tra. Dalla Salernitana che - sa-bato - è schizzata in vetta in Le-ga Pro battendo l’ex capoli-sta (il Benevento) all’aggan-cio al Napoli al terzo posto.
GARA PERFETTA Pioli si diver-te un po’ quando gli parlano diuna gara perfetta. «Ottima sì,non perfetta perché all’inter-vallo non saremmo arrivati so-lo 1-0». Già, effettivamente haragione, visto come nella pri-ma mezz’ora la Fiorentina èstata presa a pallonate. Modu-li, scelte, ballottaggi e viratetattiche vengono in ballo: il 4-2-3-1 sa tanto di scacco matto.
«Assetto già usato con Sassuo-lo, Palermo e nel derby, anchelì ci ha dato frutti. Ma non di-pende da come ci si mette incampo, anche perché oggimancavano due centrali di me-diana importanti, bensì dalla capacità di lottare, sacrificar-si». Il 4-2-3-1 iniziale Pioli lospiega così: «Non ho volutoconcedere il possesso palla allaFiorentina, cosa in cui eccelle,e fare più pressione alta, nellaloro area. La posizione di Mau-ri, dietro Klose e comunqueavanzata, serviva anche per-ché il capitano è bravo a fare ledue fasi, cioè costruzione e fi-nalizzazione. E’ stata una mos-sa che ci ha dato ottime rispo-ste»
AVANTI TORINO Si guarda laclassifica, in casa Roma, i la-menti e balbettii dei giallorossie la voglia di secondo postoscatta in un amen. «Io guar-dando alla classifica - dice Pioli- penso che a Torino sarà dura.Non ci sarà Candreva squalifi-cato per l’ammonizione dopo ilrigore: meglio sfilarsi la magliache correre sotto la curva e ri-schiare di spaccarsi il ginoc-chio come è successo contro ilPalermo....».
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saLe---
ver-o dia sì,ter-so- hapri-a èdu-
ratel 4-tto.
sast
AVclme scda- pNcarichscchPa
Stefano Pioli, 49 anni, tecnico della Lazio
MONTELLA«SIAMO STANCHI
LORO NON HANNOL’EUROPA LEAGUE»
fAREA TECNICAL’ALLENATORE DELLA FIORENTINA
ROMA
«I l passivo più pesan-te da quando alle-no, se non ricordo
male». Vincenzo Montellafa buon viso a cattivo gioco:e pensare che ha innescatola debacle un argentino - Bi-glia - con nonni fiorentini epassaporto italiano. «La La-zio ha meritato di vincere,forse il passivo è troppo pe-sante, ma la loro vittoria cista tutta. Fisicamente ementalmente ha mostratopiù freschezza di noi edhanno una rosa equilibrataoltre a non giocare in Euro-pa. Uno scivolone, pesante,può capitare e poi non è det-to che prendere qualcheschiaffetto non possa che fa-re bene, in certe fasi dell’an-nata».
CALENDARIO Il primo tempoda dimenticare, l’assalto mas-siccio a Neto, la Fiorentina sul-le corde. Montella riflette: «Seproprio una sfortuna dobbia-mo riconoscerci è quella diavere trovato - dopo Tot-tenham, Inter e Juventus -, unasquadra in palla come la Lazio.E noi abbiamo giocatori che so-no state spremuti. Ha influito,contro un’altra squadra avrem-mo vinto».
AVANTI ROMA Montella non sidanna («Sono solo realista,non eravamo imbattibili ieri, non siamo brocchi oggi»), pesala squadra di Pioli («Non credosiamo inferiori alla Lazio, han-no una buona rosa), e pensan-do al calendario che giovedì glirifila la Roma in Euroleague,un po’ s’infastidisce. «Se fossestato possibile avrei preferitoriposare un po’, io e la squadra.Ma ai ragazzi non posso impu-tare nulla». I problemi in attac-co restano («Cercheremo di ri-solverli, oggi Ilicic è stato unadattamento»). Resta un buoninizio di ripresa: «Stavamo cre-scendo». E resta il 4-0 della La-zio, come i suoi 4 gol che gli ri-filò con la maglia della Roma.
g.im.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Vincenzo Montella, 40 anni, tecnico della Fiorentina
LAZIO 4
FIORENTINA 0PRIMO TEMPO 1-0MARCATORI Biglia al 6’ p.t.; Candreva su rigore al 20’, Klose al 30’ e al 40’ s.t.
LAZIO (4-2-3-1) Marchetti; Basta, De Vrij, Mauricio (dal 1’ s.t. Novaretti), Radu; Biglia, Cataldi; Candreva (dal 31’s.t. Keita), Mauri (dal 36’ s.t. Onazi), Felipe Anderson; Klose. PANCHINA Berisha, Strakosha, Cana, Ciani, Cavanda, Braahfeid, Ledesma, Ederson, Perea. ALL. PioliESPULSI nessuno AMMONITI Mauricio per g. scorretto, Candreva per cnrCAMBI DI SISTEMA 36’ s.t. 4-3-3BARICENTRO Molto basso 44,8 m
FIORENTINA (4-3-2-1) Neto; Tomovic, Savic, Basanta, Pasqual; Kurtic, Badelj (dal 32’ s.t. Joaquin), Mati Fernandez; Diamanti (dal 1’ s.t. Pizarro), Salah; Ilicic (dal 10’ s.t. Gilardino). PANCHINA Rosati, Lezzerini, Rodriguez, Richards, Alonso, Rosi, Lazzari, Borja Valero, Vargas.ALL. MontellaESPULSI nessunoAMMONITI Basanta, Kurtic, Tomovic per gioco scorrettoCAMBI DI SISTEMA 32’ s.t. 4-1-4-1BARICENTRO Medio 51,9 m.
ARBITRO Tagliavento di TerniNOTE paganti 15.647, abb. 17.378, incasso e quota non comunicati. Tiri in porta 14 (con 1 palo)-1. Tiri fuori 3-3. In fuorigioco 4-3. Angoli 5-3. Rec. 0’ p.t., 0’ s.t.
Serie ARPosticipi 26ª giornata
Pullman di tifosi violapreso a sassate
� ROMA Lancio di sassi contro due pullman di tifosi viola vicino allo stadio Flaminio prima dell’inizio della partiti. Sono stati rotti un finestrino e un paraurti. Non ci sarebbero feriti.Sulla vicenda indaga la polizia. Si ipotizza che gli autoridella sassaiola possano essere tifosi della Lazio.
9MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LA MOVIOLAdi GUGLIELMO LONGHI
NETTO IL RIGORE SU ANDERSON
Ritmo veloce, ma gara abbastanza facile da comandare per Tagliavento che lascia correre molto. La prima ammonizione (giusta) arriva al 28’: spinta di Basanta a Klose. Ineccepibile anche quella a Kurtic per un fallo da dietro su Biglia. Netto il rigore fischiato a favore
della Lazio: Tomovic, in evidente ritardo, butta giù Felipe Anderson entrato in area. Inevitabile il giallo a Tomovic e pochi secondi dopo anche a Candreva che si toglie la maglia dopo aver segnato:è diffidato, dovrà saltare la prossima partita in trasferta contro il Torino.
fIL PERSONAGGIO
KLOSEDoppietta che contaC’è Miro nella top tendei goleador laziali1Un titolo in più per il primo bomber della storia dei Mondiali: «Così si gioca al calcio». Dimenticate le panchine di inizio stagione
Nicola BerardinoROMA
C’ è sempre qualcosa ol-tre un gol di Miro Klo-se, figuriamoci dopo
una doppietta. I due gol che in-fiocchettano il successo sullaFiorentina spingono il bomberdi Opole a quota 43, che vuoldire decimo posto nella gra-duatoria dei goleador della La-zio in A, al fianco di «Filò» Gua-risi, il brasiliano campione delmondo con l’Italia di Pozzo nel1934. Klose nella top ten degliattaccanti biancocelesti: un ti-tolo in più per il bomber dellastoria dei Mondiali (16 reti in 4edizioni).
A TUTTO MIRO Nella seratache riporta la Lazio al terzo po-sto, i due gol di Klose sono im-magini per i libri di storia. Nonsolo nei colpi che trafiggonoNeto. Anche nel carattere e ne-gli occhi che raccontano quan-to sia bello far gol, anche o for-se soprattutto a 36 anni chestanno per diventare 37 (il 9
giugno). C’è quel pallone chepotrebbe dare subito il rad-doppio se non finisse nei ten-tacoli di Neto. Klose diventauna maschera di rabbia. Poi, al30’ della ripresa, il fiuto del go-leador doc è in agguato sul pal-lone toccato da Neto dopo lafrecciata di Candreva. Di testa,in tuffo: gol da rapinatored’area. E dieci minuti dopo, hala tenacia di chi deve raggiun-gere ancora tutto nella vita. Ir-rompe Keita, il pallone passadavanti al tedesco, bisogna in-sistere, credere nel rimpallofavorevole che arriva e l’Olim-pico può esplodere. E sono 8gol in campionato più 3 inCoppa Italia (ora capocanno-niere della Lazio al fianco diMauri). Ed un poker in 8 gior-ni: il gol col Sassuolo e poiquello al Napoli in Coppa Italiaprima della doppietta alla Fio-rentina. La pensione può at-tendere. Lo sguardo di Klosefesteggiato dai compagni svelauna domanda che forse si stafacendo in quegli attimi: per-ché mi dovevo perdere questabella Lazio?
AL TOP «Così si gioca al calcio»dice appena finita la partitacontro la Fiorentina. Paroleche svelano l’incanto di una se-rata fantastica. «Abbiamo ve-ramente giocato benissimo.Non ho visto male la Fiorenti-na, ma la squadra che volevadi più la vittoria alla fine l’haottenuta». Alza lo sguardo ver-so la Roma a 4 punti. «Secondoposto? Guardiamo partita perpartita, questo è l’importan-te». Una storia da prolungarecol contratto ormai arrivato alrinnovo (manca solo il sì deltedesco).
INIZIO FATICOSO «Futuro? -dice ancora l’attaccante - Perme adesso conta finire bene lastagione. Se così sarà, la deci-sione verrà spontanea, ma an-cora non lo so, non posso dirloin questo momento». La suastagione è stata in salita. L’arri-vo di Djordjevic infatti lo avevarelegato al part-time. Ma era ti-tolare contro il Milan (24 gen-naio) quando il serbo si è infor-tunato. Poi ha preso tutto l’at-tacco sulle sue larghe spalle.Così quelle tante panchine so-no state dimenticate in fretta.«Pioli non ha sbagliato perchéne abbiamo parlato molte voltee dopo il Mondiale mi sentivostanco, non riuscivo ad alle-narmi bene e a recuperare laforma migliore. Ora sono informa, per questo devo ringra-ziare la squadra». Campionedel mondo anche di schiettez-za. E’ Miro Klose, cuore e golper una Lazio da Champions
© RIPRODUZIONE RISERVATAMiroslav Klose, 36 anni LAPRESSE
4� Le vittorie consecutive ottenute dalla Lazio: 1-0 all’Udinese, 2-1 al Palermo, 3-0 al Sassuolo, 4-0 ieri alla Fiorentina con 10 gol segnati e uno solo subito. I viola hanno invece interrotto la serie positiva arrivata a 8 partite: il bilancio è di 18 punti (5 vittorie e 3 pareggi). L’ultima sconfitta risaliva al 6 gennaio in casa del Parma
L’abbracciotra i giocatori
laziali: per ibiancocelesti
è la quartavittoria di fila
FOTOPRESS
10 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
11MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
POSSESSO PALLA
42,8% 57,2%
FIORENTINALAZIO
3 5118
136
PALLEPERSE
12 10
FALLICOMMESSI
6670
PALLERECUPERATE
0
13
TIRI NELLO SPECCHIO
PASSAGGI RIUSCITI
383 513ANGOLI PASSAGGI EFFETTUATImolto basso 44,8 metriBARICENTRO medio 51,9 metriBARICENTRO
82% 85%
223
3320
326 11
726
8 87
1
4015
1923
14
74516
1872
fL’ANALISI TECNICA
È Mauri l’apriscatoleFinto centravantie centrocampista in più1Il capitano abile a sfruttare gli spazi creati da Klose e poi rientrare Lazio bassa per sfruttare le progressioni di Candreva e Anderson
La posizione di Mauri permette alla Lazio di giocare in fase offensiva spesso e volentieri 4 contro 4. Pioli chiede a Klose di abbassarsi, portando fuori posizione Basanta e creando di fatto un 3 contro 3, con Biglia che può giocare la palla corta sul tedesco, la verticalizzazione per l’inserimento centrale di Mauri o lanciare sui tagli dei due esterni, Candreva a destra e Felipe Anderson a sinistra
4 CONTRO 4BIGLIA: passaggi positivi 52%
ANDERSON: tiri nello specchio 4KLOSE: dribbling positivi 80%
LA MOSSA TATTICA
PASSAGGIO
MOVIMENTO
BIGLIA
CANDREVA
KLOSE
PasqualBasanta
Savic
Tomovic
MAURI
FELIPE ANDERSON
Andrea PuglieseROMA
P alla corta e palla lunga, contromovimenti,spaziature, sponde e smarcamenti alle spal-le dell’avversario diretto. La fase offensiva
della Lazio di ieri sera sembrava un manuale diquelli che girano a Coverciano, dal corso Master ascendere. Con una variabile, la posizione di capi-tan Mauri che ha finito col marcare la differenza,facendo saltare ogni equilibrio in casa viola. Unpo’ attaccante e un po’ centrocampista, bravo adandare dentro negli spazi creati da Klose e a crea-re densità in fase difensiva in mez-zo al campo, Mauri paradossal-mente è quello apparso di menonell’arcobaleno biancoceleste, mala sua posizione ha fatto saltare ilpiano-partita di Montella.
CHIAVE OFFENSIVA In fase offen-siva la Lazio ha giocato voluta-mente bassa, arretrando il bari-centro (44,8 metri) e creando qua-si sempre davanti situazioni di 4contro 4, allargando molto in am-piezza i due esterni (Candreva e Felipe Anderson) in modo da au-mentare le spaziature nella difesa avversaria epermettere a Klose e Mauri di giocare a campolibero su sponde ed inserimenti. Già, perché difatto il capitano della Lazio ha fatto la secondapunta, giocando in appoggio al centravanti tede-sco, a volte anche in linea con lo stesso. Una posi-zione che Pioli gli aveva già disegnato addossoaltre volte, ma che ieri ha scardinato tutti i mec-canismi difensivi della Fiorentina. Klose, infatti,si è abbassato spesso verso i centrocampisti cen-trali in possesso di palla (Cataldi, ma soprattuttoBiglia, che con 82 palloni giocati è stato il fulcrodel gioco biancoceleste), portando così fuori po-sizione Basanta e creando lo spazio in cui si è an-
dato ad infilare proprio Mauri. A quel punto lostesso Biglia (52 passaggi positivi, 7 contrasti vin-ti, il 100% di dribbling positivi e tre lancia positi-vi) aveva a disposizione 3-4 soluzioni: o la pallacorta su Klose, o quella dentro per l’inserimentodi Mauri o l’apertura su uno dei due esterni, piùfacile quello di riferimento sulla fascia di compe-tenza. Ecco perché alla fine la Lazio tocca 592palloni contro i 710 della Fiorentina: la manovraè risultata meno compassata e più diretta, fatta diverticalizzazioni e spunti personali. Con il movi-mento di Klose ad abbassarsi, tra l’altro, Pioli difatto è passato dal 4 contro 4 al 3 contro 3, au-mentando la pericolosità di giocatori forti nel-
l’uno contro uno come Candreva eFelipe Anderson, che più campohanno per giocare meglio è. E nonè un caso che, paradossalmente,proprio il brasiliano (18 palle per-se) e l’azzurro (14) siano statiquelli più «fallosi», quando giochiin situazioni di parità numerica evivi di accelerazioni e dribblingpuoi anche incappare in numerifalsi (per l’andamento della gara).
DENSITÀ DIFENSIVA Ma Maurinon è stato importante solo peraprire la difesa viola e sfiancarla,
ma anche per non permettere al centrocampodella Fiorentina di prendere in mano il pallinodel gioco. In fase difensiva, infatti, si è diviso trala pressione sui primi portatori di palla (più Savicdi Basanta) e la superiorità numerica che la Lazioha creato quando non era in possesso della palla,con Felipe Anderson e Candreva sulla linea di Ca-taldi, Mauri a scalare e Biglia che «scivolava»quasi davanti alla difesa. Di fatto, così la Lazio inmezzo al campo ha giocato sempre 5 contro 3,non permettendo a Montella di sviluppare giocoed idee per innescare le folate di Salah. Quasi uncapolavoro tattico quello di Pioli.
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6I cross di Candreva, l’uomo della Lazio che ha messo più palloni in mezzo all’area di rigore
LA CIFRA
GDS
GDS
Serie ARPosticipi 26a giornata
12
Mancini aprele porte a Tourè«Vuole l’Italia,verrà da noi»1Il tecnico dell’Inter nostro ospite a «Senza Appello»: «Perin mi ricorda Zenga. La difesa balla troppo? Siamo un po’ naif»
Matteo BregaMatteo Dalla Vite
«A spettateci, il pros-simo anno ci sare-mo anche noi per
lo scudetto». Roberto Mancinisi diverte a immaginare la pri-ma pagina della Gazzetta indiretta televisiva. A Torino laJuve ha appena battuto il Sas-suolo aumentando il vantag-gio sulla Roma a 11 punti. Elui, ospite di GazzettaTv guar-da già oltre. «La squadra èprogredita e stiamo gettandole basi su cui inserire nuovigiocatori che porterannoesperienza. Così lotteremoper lo scudetto». Grazie anchea Yaya Tourè.
YAYA? JA, JA «Ha giocato intutti i campionati - spiega - e glimanca solo la Germania e l’Ita-lia. Se, come sembra, vuole farel’esperienza da noi, ci sarà lapossibilità di vederlo qui. Nonsarà semplice, vero, ma se verràin Italia, verrà all’Inter. Yaya hapersonalità e qualità tecnicheincredibili». Obiettivo pesante.E in regime di Financial FairPlay bisognerà vendere, percomprare. Perin al posto diHandanovic? «Mattia mi ricor-da Zenga» se la cava il Mancio.Toulalan (praticamente preso,costo zero dal Monaco)? «Puògiocare con Medel, Guarin e an-che Yaya» è una parziale am-missione del tecnico sullo statodi avanzamento della trattati-va. E tra un nome sfumato («Ri-
chards lo volevamo») e uno se-gnato per il futuro, il Manciotrova il tempo di scherzare sulleparole dell’a.d. Bolingbroke(«Roberto avrà carta bianca sulmercato»). «Ah sì? Forse si sonodimenticati la penna - sorridedivertito -. Se è veramente illi-mitato allora è un problema. Disicuro cercheremo di fare unasquadra competitiva, e il restosi vedrà in questi mesi restanti».Ma chi gliel’ha fatto fare di tor-nare all’Inter? «Affetto e ricono-scenza» risponde. La difesa ma-gari non lo lascia tranquillo pe-rò: «Siamo un po’ naif dietro,ma non è sempre e solo colpadei 4 difensori». Qualche rim-pianto o rimorso per esserseneandato poco prima del Triple-te? «No, credo nel destino. Do-
HA DETTO
ROBERTO MANCINISUL FUTURO
ASPETTATECI,L’ANNO PROSSIMO
CI SAREMOANCHE NOI
PER LO SCUDETTO
ROBERTO MANCINISUL PASSATO
NON HO RIMPIANTIO RIMORSI
SE RIPENSOAL TRIPLETE
CREDO NEL DESTINO
ROBERTO MANCINISUI PIANI DI MERCATO
AVRÒ CARTA BIANCA SUL MERCATO
FUTURO? FORSESI SONO DIMENTICATI
LA PENNA
IL TECNICO ARGENTINO
Dai 28 moduli alla psicologia Le 50 sfumature... di Bielsa1El Loco in cattedraa Coverciano: un’ora e mezzo di «lezione»per spiegare i metodidi un calcio maniacale
INVIATO A FIRENZE
V estito con una tuta e unat-shirt: quando tutti, oquasi, hanno una giacca,
magari anche una cravatta e in-somma non sono esattamente inmaglietta. Moglie e mamma inprima fila: perché è troppo bella,unica e intensa l’emozione di ri-cevere un premio dalla scuolacalcio italiana. Il tutto perché luiè lui, Marcelo Bielsa, uno dei ma-estri del calcio moderno, unoche parla solo nelle conferenze eche se gli chiedi due chiacchiereti guarda, sorride e fa: «No, gra-zie: del resto sono vent’anni chenon faccio interviste...».
28 MODULI TOTALI In un’ora emezza di lezione, El Loco raccon-ta mille cose. Una su tutte, oltrealla due fasi di gioco, gli sposta-menti sul campo, l’aggressioneragionata alle difese chiuse: nelcalcio, dopo aver visto 50.000partite di calcio, esistono 28 mo-duli diversi e non di più. Parolasua. È il calcio codificato: mania-calmente. E chissà, chissà, se lovedremo (presto o tardi) in Italia.
TRASCINANTE Il tecnico delMarsiglia era arrivato a Firenze
sabato sera in macchina: due oredopo lo avevano raggiunto lamamma e la moglie fatte arriva-re addirittura dall’Argentina e ri-gorosamente a sue spese. El Lo-co, in un’ora e passa di lezione,ha conquistato Coverciano. Tuttiaffascinati. Tutti ne parlano. Tut-ti vorrebbero il bis. «Se non fosse
scaduto il tempo sarebbe andatoavanti altre tre ore: trasmetteuna passione trascinante e unamore per il calcio pazzesco» cidice un tecnico fra le linee dellasala grande. «Ne ha dette due il-luminanti, quelle sugli sposta-menti dei giocatori...» chiacchie-rano altri due. «Si vede che hapassato la vita a studiare calcio»,dice un altro.
50 VIDEO Questa lezione Mar-celo l’ha preparata da mesi: in-viando un programma e poicambiandolo, assicurandosi chela traduzione fosse perfetta e so-prattutto con allegate diapositi-ve create proprio da lui che rac-contavano la sua metodologia, isuoi studi di calcio. Perché stu-
dioso, Bielsa, lo è da sempre: 50video di esercitazione e di situa-zioni di gioco, uno via l’altro, gi-rando per la sala, stando mai fer-mo e raccontando, spiegando,mostrando la gioia di un archeo-logo che ha scoperto il SacroGraal. La traduttrice fatica astargli dietro: esonda di infor-mazioni, El Loco. La platea è en-tusiasta: quando El Loco riceve ilpremio con motivazione letta daGianni Rivera, tutti gli allenatorisi mettono ad applaudire conconvinzione. Alzandosi in piedi.
50 SFUMATURE DI CALCIO Marcelo ha 50 fogli in mano: lesfumature del suo calcio. Haespresso le proprie tematiche inogni direzione e piega della tatti-ca: la fase difensiva sull’anticipodei centrali (fase fondamenta-le), ma soprattutto si è sofferma-to sul come attaccare, central-mente e sugli esterni, i movi-menti, la profondità, lo sguardoverticale e tutto quanto fa offesaalla porta avversaria. Le suesquadre giocano all’attacco e sifiondano con otto uomini nellafase offensiva. Modulo preferito4-3-3: da lì si parte per i 28 mo-duli differenti che aprono il ven-taglio-calcio. Poi, si soffermaleggermente anche sul ruolo deltecnico, che deve capire prima sei giocatori hanno un problema.Psicologia. Poi dice: «Esiste lasconfitta che serve e la vittoriache non serve a nulla». E portatutti a ragionare su questo. Pau-sa pranzo, due tartine al pro-sciutto e un amico con cui fa ilterzo tempo: Rafa Benitez. «Ciconosciamo dai tempi in cui alle-navo il Valencia - fa Rafa -. Di co-sa abbiamo parlato? Di calcio:lui è veramente un grande stu-dioso». E il Loco se ne va. Silen-ziosamente. Con mamma e mo-glie. E un’ondata tellurica-tatticadietro a sé.
m.d.v.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Marcelo Bielsa, 59 anni, allenatore del Marsiglia,alle presecon la lezionedi tattica di ieria Coverciano GETTY
MARCELO BIELSAALLENATORE DEL MARSIGLIA
ESISTE LA SCONFITTACHE SERVE
E LA VITTORIACHE NON SERVE
A NULLA
IL FORUM
Allarme Ulivieri:«Difensori italianiScuola in crisi»
Davide StoppiniINVIATO A FIRENZE
C hissà se Rafa Benitez, seduto in terza fi-la vicino a Fabio Pecchia, si sarà un po’consolato nell’ascoltare che non è solo il
Napoli ad avere problemi là dietro. Che «intutta Italia non riusciamo più a trovare difen-sori bravi, la nostra scuola è in crisi»: parola diRenzo Ulivieri, che ha aperto così i 75’ di fo-rum del pomeriggio riservato agli allenatori ea qualche orecchio indiscreto. Perché è anda-ta così: la mattina ad ascoltare le lezioni ditattica offensiva di Marcelo Bielsa. Dopo pran-zo, i tecnici si sono guardati le spalle: la scuolaitalica non si rinnega mica, figurarsi a Cover-ciano. «Dieci-quindici anni fa non avrei maipreso come esempio una linea difensiva stra-niera - ha spiegato ai colleghi dal palco l’alle-natore dell’Empoli Maurizio Sarri -. Oggi, co-me minimo gli stranieri sono alla nostra altez-za. In prima squadra arrivano ragazzi chehanno carenze tecnico-tattiche sulla marcatu-ra. La colpa è anche di noi allenatori, che chie-diamo di marcare in un caso a uomo e in unaltro a zona: così possiamo sempre prenderce-la con i difensori se subiamo gol...». Risate.
«DEFICIT COGNITIVO» Poi ecco Mimmo DiCarlo, con un’analisi video del suo Cesena: «Iopreferisco la marcatura a uomo. Ma ho difen-sori con più di 150 partite in Serie A che fannoerrori grossolani, così mi tocca tornare spessoa spiegare concetti base: mai gambe divarica-te, mai le spalle all’attaccante...». Il c.t. Contesarà d’accordo. Gian Piero Gasperini no:«Questi errori i difensori li hanno sempre fatti.La verità è che oggi c’è un deficit dal punto divista cognitivo: manca la testa, la furbizia, icalciatori sono più bravi a fare altro. E poi leregole ora avvantaggiano gli attaccanti: i di-fensori vengono ammoniti quasi subito. E lesimulazioni sono eccessive». Bielsa non c’era,in aula. Chissà cosa avrebbe pensato.
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Serie AR
IL TALK DEL LUNEDÌ Lo studio di «Senza Appello», il talk del lunedì sera di GazzettaTv: ieri, nella prima puntata, insieme a Mancini e Perin c’era anche Carlo Freccero, ex direttore di Rai 2 BOZZANI
13MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
veva essere così».
IL DOMANI Saranno decisive leprossime giornate. Come perMancini stesso, forse. «Se reste-rò anche il prossimo anno e sedipende tutto dalla qualifica-zione alla prossima Europa -racconta nei corridoi di Cover-ciano -? Non credo sia questol’importante; penso piuttostoche si debba arrivare in Cham-pions. Quanto al resto, beh, nonci sono problemi, c’è un con-tratto, ma nel calcio ne ho vistetante, di tutte, cose che cambia-no da un minuto all’altro, quin-di al momento pensiamo a cre-scere e migliorare, ci vuole tem-po ma la strada è quella giusta».Pausa: ma allora, Mancini ci sa-rà anche... domani all’Inter?
«Oggi e domani sì... - sorride -.Dopodomani non lo so».
FILOSOFIA E MILANO RobertoMancini, nell’Aula gigantesca eluminosissima, siede al fiancodi Sinisa Mihajlovic. I due pran-zano anche insieme al buffet.Fratelli. Robi riceve tante stret-te di mano: il pareggio di Napo-li lo fa sorridere ma anche sa-cramentare un po’. «Ho fatto icomplimenti ai ragazzi perchéhanno saputo interpretare be-ne la partita - dice -, ma al con-tempo sono solo parzialmentecontento perché negli ultimiminuti avremmo potuto cerca-re di più la vittoria. La mia filo-sofia di gioco? Da quando sonoarrivato, la squadra non aspet-ta, attacca, cerca di creare oc-casioni, anche nei momenti didifficoltà può lasciare sì spazioagli avversari ma cerca di faregioco. E questo, per me, è fon-damentale». Un punto sopra ilMilan, che invece si interrogasulla panchina. «Dico solo cheMilano deve tornare a guarda-re più in alto, quindi sia noi cheil Milan».
4 DECISIVE Mancio, per la Pan-china d’Oro, ha votato per Vin-cenzo Montella: «Mi piace il suocalcio». Per l’Europa del prossi-mo anno, sarà basilare il giudi-zio delle urne nelle 4 prossimevotazioni. «Saranno decisive leprossime 4 gare in campionato»fa il Mancio.
IL WOLFSBURG E L’1-1 Il Manciogiustifica la leadership-Juve(«È la più forte, ma credevo cheRoma e Napoli potessero lotta-re fino alla fine») ed è pronto aguardare in faccia il Wolfsburg.«Due gare molto difficili, la loroè una squadra compatta, bravatecnicamente, solida. Ci vorràun’Inter di grande carattere». Ilsuo risultato perfetto sarebbe1-1: gol fatto e danni limitati.
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CORAGGIOSOE SFRONTATO
� MAURO E MAXIIcardi incrocia per la prima volta Maxi dopo la questione Wanda. Maxi rifiuta il saluto pre-gara.
� MAURO E OSVALDOA Torino, sull’1-1 con la Juvenon passa palla a Osvaldo, meglio piazzato. I due vengono quasi alle mani.
� MAURO E I TIFOSIPrimo febbraio 2015, l’Inter perde 3-1 a Reggio Emilia contro il Sassuolo. La curvacontesta, lui la zittisce.
Icardi, campione controche litiga con il mondoma segna sempre e firma1Rigore da killer e annuncio spiazza dirigenza: «Il rinnovo? Manca molto». Ma a giorni si chiude. Mancini: «Che crescita in due mesi!»
Luca Taidelli
T oglietegli tutto, ma non lafamiglia e uno stimolo perfare un gol. Mauro Icardi si
conferma giorno dopo giorno per-sonaggio fuori dagli schemi. A 22anni, in superficie può sembrareun bambino che ama le «macchi-nine» (Hammer e Rolls comprese)i vestiti kitch - vedi le scarpe pail-lettate oro con cui domenica notteha lasciato il San Paolo. Sotto pe-rò c’è un uomo che fa da padre aquattro figli. I tre maschi Wanda liha avuti da Maxi Lopez, ma li cre-sce Icardi, impeccabile anche conla «sua» Francesca, nata il 19 gen-naio.
NUOVI COLPI Moderno e anticoanche in campo, Maurito. Centra-vanti d’altri tempi che non amauscire dalla tana, leggi area, segnaperò con entrambi i piedi e in tuttii modi: potenza, tecnica, opportu-nismo, i gol impossibili e quelli ba-nali. Al repertorio adesso ha ag-giunto il «cucchiaio zidanesco»,con parabola a solleticare la tra-versa e a paralizzare il cuore deitifosi. Come Zizou nella trionfale(per noi) finale di Germania 2006.
MARTINO E MANCIO In quel ge-sto c’è la sensibilità e l’intelligenzadel bomber vero. Che rischia di at-
tendere la chiamata dell’Argenti-na («Non mi piace il suo compor-tamento, vorrei si parlasse di lui solo per la cose calcistiche» ha det-to ieri il c.t. Martino), ma sta con-quistando Mancini: «Da due mesisi impegna in modo diverso, ha ca-pito come lavorare anche fuoridall’area. E’ fondamentale, segnae segnerà sempre. Icardi comeVialli? Sono diversi, Vialli distrug-geva fisicamente gli avversari».
CONTRATTO E LIMA Se inveceprovi a distruggere Icardi, finiscimalissimo. «Non me ne frega nul-la» è il suo moto. Che questo ra-gazzo «contro» applica sia che siparli di contratto sia che ci sia dalitigare con la propria Curva (aReggio Emilia, embolo partito an-
che perché qualcuno gli ha «toc-cato» la famiglia) sia che ci sia dazittire uno stadio contro. Quel«manca molto» sibilato a Napolisul rinnovo ha spiazzato la diri-genza. La tavola è ormai apparec-chiata per un prolungamento sinoal 2019, con ingaggio triplicato. Sistanno però limando una miriadedi dettagli e non è da escludereche l’annuncio arrivi entro la set-timana.
BIG CONTRO LE BIG Così come,a prescindere dalla firma, resta dacapire cosa succederà la prossimaestate. La certezza è che più Mau-ro segna e più servirà una megaofferta per portarlo via da Milano.Perché lui ha dimostrato di nonfare gol solo alle piccole. Anzi. Incasa Juve ha bussato due volte efatto tre centri, a Napoli hannopure cercato di accecarlo col laser,mentre undici mesi fa a Marassigli hanno urlato e fatto di tutto,osannando Maxi, che gli nega lamano nel pre gara. Risultato?Biondo non pervenuto (compresoun rigore fallito), Maurito che se-gna una doppietta e fa le orecchieagli ex tifosi. Tanto lui va per lasua strada. Anche se ha capito cheavere incrociato il Mancio è unafortuna da non sprecare. Perché ilmister con i giocatori parla poco,ma sa farsi capire fin troppo bene.
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Icardi disturbato dal laser a Napoli
Roberto Mancini e MattiaPerin negli studi diGazzettaTv BOZZANI
14 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
FOCUS TECNICO CONTENUTOPREMIUM
FOTOGALLERY TUTTO È INIZIATO QUASI QUARANT’ANNI FA
EUROPEO ‘76, L’INVENZIONE DI PANENKAFinale Cecoslovacchia-Germania Ovest: ai calci di rigore decide il ceco Panenka col cucchiaio
LO SBERLEFFO DI TOTTI ALL’OLANDAEuropeo del 2000, semifinale Olanda-Italia: ai rigori Totti fa lo «scavo», gli azzurri in finale
PIRLO FA AMMATTIRE GLI INGLESIEuropeo del 2012, Italia-Inghilterra a Kiev: Pirlo ai rigori batte Hart con un cucchiaio. Inglesi beffati
MAICOSUEL E I MILIONI SVANITIUdinese-Braga preliminare Champions 2012: Maicosuel sbaglia il cucchiaio, addio a 15 milioni
Cucchiai d’oroTONI E ICARDI,
IL RITORNO DELLO SCAVETTO:
AZZARDO PURO
IN PRINCIPIO FU PANENKA, POI VENNERO TOTTI, ZIDANE, PIRLO E TANTI ALTRI, INCLUSO «O MAGO» MAICOSUEL...
IL RACCONTO di SEBASTIANO VERNAZZA@GazzaVernazza
E’ ritornato d’attualità il cucchiaio, o scavet-to-scavino secondo altre accezioni. Il ri-gore calciato col colpo «sotto», a inganna-
re il portiere. Nell’ultima giornata hanno scuc-chiaiato Luca Toni e Mauro Icardi. Due scavettiun po’ «sporchi», non perfetti per esecuzione, maefficaci. «Soltanto un pazzo o un genio può bat-tere un rigore così», disse un giorno Pelé. Vero.Se il cucchiaio riesce, il tiratore viene celebratocome un artista d’avanguardia. Se il portiere nonabbocca, il rigorista fa la figura del pirla, e non diPirlo specialista del genere. Gloria o derisione,non c’è altra via di uscita.
LE ORIGINI Il cucchiaio ha una data di nascita,20 giugno 1976, la sera in cui Antonin Panenka,trequartista coi baffi dell’allora Cecoslovacchia,con un pallonetto dal dischetto mise a sedere Sepp Maier, mitico portiere dell’allora GermaniaOvest. Mezzo mondo fece «ooohhh». Era la fina-le dell’Europeo nella ex Jugoslavia e i ceki s’im-posero ai rigori proprio con lo «scavo» di Pa-nenka. Gli storici dicono che quella fu la primavolta del cucchiaio, ma il calcio esiste da più dicent’anni e chi può sapere se prima, in qualchepartita dimenticata, non sia stata eseguita una«cavadinha», così come è chiamato il gesto in
Brasile.Del resto, nelle stagioni precedenti, lostesso Panenka di rigori così ne aveva calciati di-versi in Cecoslovacchia col Bohemians, soltantoche all’epoca il mondo era diviso dalla cortina diferro, e a Ovest non si conosceva quasi nulla diquel che accadeva a Est, calcio incluso. Nessunoa Occidente vedeva le immagini del campionatoceco, nessuno si era accorto dei cucchiai di queltipo coi baffi . «Se avessi sbagliato quel rigore aBelgrado - ha raccontato Panenka -, il governo(all’epoca Praga e dintorni erano nell’orbita del-l’Urss comunista, ndr) mi avrebbe rispedito nellafabbrica delle locomotive, dove avevo lavoratocome operaio fresatore, prima di diventare cal-ciatore a tempo pieno».
«MO JE FACCIO...» In quel lontano 1976 stava pernascere Francesco Totti, che in un altro Europeo,l’edizione del Duemila in Olanda e Belgio, avreb-be tirato uno storico penalty alla Panenka. Am-sterdam, 29 giugno 2000, semifinale Olanda-Italia, si va ai rigori e Totti, nell’attesa, conversacoi compagni. Questa la ricostruzione passataagli atti. Di Biagio: «A Francé, io c’ho na paura».Totti: «A chi lo dici, hai visto quant’è grosso quel-lo (con riferimento a Van der Sar, portiere del-l’Olanda, ndr)?. Ma nun te preoccupà, mo je fac-cio er cucchiaio». Paolo Maldini è in ascolto e siinserisce nel dialogo: «Ma che? Sei pazzo? Sia-mo a una semifinale degli Europei!». Totti: «Sese, je faccio er cucchiaio». E cucchiaio fu, Italia infinale.
ALL’ULTIMO ISTANTE Di cucchiai è piena la sto-ria. Zidane, ad esempio, nella finale del Mondia-le 2006 superò Buffon con uno «scavo» fortuna-to, palla a colpire la traversa e a rimbalzare al dilà della linea, ma qui vi parleremo dello sberleffodi Andrea Pirlo agli inglesi, nell’Europeo del2012. «Io ho deciso all’ultimo - ha scritto Pirlonella sua autobiografia «Penso quindi gioco» -,quando ho visto il portiere inglese Hart fare unsacco di sceneggiate sulla linea di porta. Ho pre-so la rincorsa e ancora non avevo ben chiaro co-me mi sarei comportato, lui si è mosso e quello èstato il momento della decisione». I compagni sicomplimentarono così: «Andrea, ma sei sce-mo?». Non tutti i cucchiaini luccicano. Pirlo stes-so ne fallì uno, col Milan al trofeo Gamper di Bar-cellona nel 2010, errore accettabile perché incompetizione amichevole.
«O MAGO... E IO PAGO!» Uno dei cucchiai più co-stosi è stato quello di Maicosuel, brasiliano estro-so, conosciuto in patria come «o Mago». Udine,28 agosto 2012, ritorno del preliminare di Cham-pions tra Udinese Sporting Braga. Si va ai ai rigo-ri e Maicosuel, oggi all’Atletico Mineiro, opta perlo «scavo», che non gli riesce: la palla plana condolcezza tra le braccia del portiere Beto, rimastoimmobile tra i pali. L’errore costa all’Udinesel’accesso alla Champions e patron Pozzo vede sfumare 15 milioni di euro, tanto avrebbe ricava-to il club dalla partecipazione alla fase a gironi.«O Mago... E io pago!», viene da dire con unabattuta alla Totò. L’allenatore Guidolin non laprende bene e per un po’ tiene fuori il reprobo, loesclude dalla lista per l’Europa League. «Il mistermi ha messo in castigo - racconterà O Mago -, perun mese non mi ha fatto giocare, ma io tirereiancora quel rigore allo stesso modo». E qui sta ilpunto. Il cucchiaio è azzardo puro e se cominci,ci sei dentro per sempre. Non c’è «cucchiaista»che non ci abbia riprovato.
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Serie ARRigori col brivido
ISTRUZIONI PER L’USOIl rigore a cucchiaio o a «scavetto» si calcia colpendo il pallone «sotto», con le dita del piede (ma c’è chi usa il collo)
La rincorsaè importante per ingannareil portiere: bisogna fingere la preparazione di un tiro forte e/o angolato
GDS
15MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Silvio chiama, Pippo restaMilan: rivoluzione rinviata1Berlusconi telefona a Inzaghi e gli conferma la fiducia. Galliani pranza col tecnicoe arringa la squadra: «Cancellate Verona, anche il settimo posto può darci l’Europa»
IL CLUB ORDINA
1� COMPATTEZZA La società vuole il massimo sforzo. Aveva già fatto appello all’impegno della squadra ma ora più che mai il messaggio va recepito
2� POSITIVITÀ Il club chiedeai giocatori di rimuovere definitivamente il gol subito nei secondi finali di Milan-Verona da Nico Lopez
3� FEDE Dai vertici arriva l’invito a continuare a credere all’Europa: anche il 7°posto potrebbe regalarla. Le ultime 12 gare saranno 12 scontri diretti Silvio Berlusconi, 78 anni, in compagnia di Filippo Inzaghi, 41, in una delle recenti visite del presidente a Milanello BUZZI
Alessandra GozziniINVIATA A MILANELLO (VARESE)
U na telefonata gli ha allun-gato la vita rossonera, edall’altro capo della cor-
netta non poteva che esserci Sil-vio Berlusconi: Pippo ha rispo-sto e incassato parole di confor-to nella mattinata di ieri, moltoprima che si presentasse a Mila-nello in anticipo sugli altri di al-meno un’ora e già in tuta da la-voro. Quando l’allenatore è en-trato al centro sportivo del cluberano le 11 e 50, un’ora primadell’a.d. Galliani, due ore primadi qualche giocatore (il pranzodi gruppo non era obbligatorio)e tre ore prima dell’inizio pro-grammato per la ripresa dei la-vori. La voce del padrone, nonavvertita nel day-after di Milan-Verona, è arrivata ieri all’orec-chio di Pippo con toni che espri-mevano la vicinanza presiden-ziale (dopo il pari in extremisl’umore era completamente di-verso). La solidarietà dei gioca-
tori l’aveva invece subito otte-nuta.
DIMENTICARE Inzaghi ha pran-zato a Milanello, banchettocondiviso con Galliani: è statoquello il momento in cui l’a.d.ha parlato a lungo e riservata-mente con Pippo per esporgli iconcetti poi ribaditi al gruppo,quando l’orologio segnava le 14e 25 e la riunione si era spostatanegli spogliatoi. La linea dellasocietà trasmessa all’allenatoree alla squadra (Montolivo, capi-tano infortunato, era comun-que in prima linea) è nella sin-tesi delle parole del dirigenterossonero: «Pur senza un giocobrillante, sabato sera il Milanstava vincendo in rimonta con-tro il Verona, evento che avreb-be trascinato con sé una criticafavorevole. Conseguenza chenon si è poi verificata per gli ul-timi quaranta secondi di parti-ta. Fossero stati quattro e noncinque i minuti di recupero,eventualità che consideratoquanto successo in campo pote-
va starci, le conclusioni sareb-bero state differenti. E con queidue punti in più saremmo statia 37, settimi e in corsa. Per que-sto vi chiedo di rimuovere com-pletamente quegli ultimi secon-di. Ora mancano dodici partitealla fine, dodici scontri diretti.L’obiettivo in ballo è il settimoposto, che può garantire un po-tenziale accesso all’Europa». Inpratica: trionfasse una dellequattro italiane ora in corsa, lastessa che poi non riuscisse acentrare un piazzamentoChampions in campionato maarrivasse tra il quarto e il sestoposto (allo stato attuale: una traFiorentina, Inter e Torino), l’Eu-ropa League aprirebbe le porteanche alla settima in classifica.Premio che spetterebbe pure al-la vincente della coppa Italia,non fosse che le quattro semifi-naliste (Juve, Fiorentina, Lazioe Napoli) siano già quasi sicuredel posto in Europa per piazza-mento in graduatoria. AncoraGalliani: «Per questo la societàvi chiede davvero il massimo
dello sforzo e di rimuovere ognipaura, noi confermiamo la fidu-cia a Inzaghi. La mazzata c’èstata ma ora dobbiamo saper ri-partire». Conclusa l’argomenta-zione Galliani ha lasciato Mila-nello qualche minuto dopo lequindici, senza seguire la ripre-sa degli allenamenti e senza concedere altre virgolette allastampa e ai (pochi) tifosi in at-tesa fuori dai cancelli.
DOZZINA L’appello dell’a.d. algruppo era infatti già completodi ogni elemento, tra le infor-mazioni concesse e quelle rica-vabili dall’interpretazione delpensiero. È, per esempio, defi-nitivamente sparita una pro-grammazione a lungo termineche coinvolga la guida attuale:lo sguardo arriva (al massimo)fino alle prossime dodici uscite,senza che l’orizzonte si estendaoltre. E pure la terminologianon sembra casuale: chi fallisceuno scontro diretto, di solito,viene eliminato. Non che suPippo gravi la necessità di vin-cere la prossima dozzina di par-tite, certo (e già dal viaggio a Fi-renze di lunedì prossimo) saràobbligatorio un atteggiamentosolido e propositivo, unico mez-zo per dare dimostrazione di uncambiamento in atto.
FIDUCIA A TEMPO Altrimenti lamodifica riguarderà diretta-mente il vertice dello staff tec-nico, anche se al momento le al-ternative, con Brocchi in testa,non convincono a pieno. L’at-tuale allenatore della Primave-ra è si noto per il temperamentoma manca nello stesso tratto diInzaghi: l’esperienza. Finorapoi ha avuto ragione Pippo: nel-la notte di sabato, a chi nutrivafondatissimi dubbi sulla suapermanenza in rossonero, davaappuntamento al lunedì pome-riggio al centro sportivo. Oraperò servono altri tipi di con-senso, un seguito che sia basatosu risultati, gioco, atteggiamen-to e gestione della squadra (agara in corso e nelle scelte ini-ziali). La fiducia a Inzaghi saràcosì confermata di scontro di-retto in scontro diretto. O di te-lefonata in telefonata.
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ADRIANO GALLIANIA.D. MILAN
«DIAMO TUTTI IL MASSIMO IN VISTA DEL
FINALE DI CAMPIONATO. DIMENTICHIAMOCI
DI NICO LOPEZ»
IERI A MILANELLO
Vota il tifo:«Per noi si va avanti con Inzaghi»
INVIATA A MILANELLO
P ippo aveva lanciatol’appuntamento: «Civediamo lunedì a Mi-
lanello», ma non è che all’in-vito abbiano risposto nume-rosi. Ieri, fuori dai cancellidel centro sportivo rossone-ro, in un primo pomeriggiodi sole, erano pochi i tifosipresenti. Chi c’era era divisoin due gruppi: gli under 25 egli over 60. In mezzo ancheun paio di sostenitori giap-ponesi, che con spirito sa-murai attendevano Hondaper uno scatto ricordo.
AVANTI CON PIPPO Rap-presentanti del primo grup-po Fabio, Pietro e Veronica:«Pippo continua ad aver ilnostro sostegno, quello nonscadrà mai. Vero che quan-do è stato promosso allena-tore della prima squadranon aspettavamo altro e cheora le cose siano cambiate,ma non è il responsabile,non l’unico almeno, e fosseper noi andremmo avanticon lui». Parola al secondogruppo, che qui si manifestacon continuità e che ha, permotivi d’anagrafe, chiaral’immagine di un Milan pas-sato e glorioso. Parlano Ser-gio e Giovanni: «Quello dioggi è un doloroso mistero.Ma non è tutta colpa di In-zaghi. Lui manca d’espe-rienza e le possibili alterna-tive che si fanno pure. Quin-di pure per noi avanti conPippo, anche perché si cam-bierebbe per non cambiareniente». Che sia la saggezzadi chi ne ha già viste tante?
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L’OPINIONE DELL’EX
Gattuso: «Galliani sa più di BerlusconiComandi uno solo»
Rino Gattuso, 37 anni LAPRESSE
R ino Gattuso è uno dellavecchia guarda rossone-ra che è sempre stato
molto ascoltato, anche oggiche l’ex centrocampista e alle-natore parla a Radio 24. Rinoinizia dalla propria vicendapersonale, con il suo nome av-vicinato al calcioscommesse:«Certe volte volevo parlare conmia moglie in quei tre-quattrogiorni, e uscivo fuori. Avevo pa-ura che ci fossero delle spie, deimicrofoni, anche in macchina.L’ho vissuta veramente male, diuna roba che non sapevo nem-
meno io come mi ci sono trova-to dentro». Poi Gattuso entra intema Milan dando la sua opi-nione sul momento societario:«Chi ne capisce più di calcio traGalliani e Berlusconi? Secondome più Galliani. Lui e BarbaraBerlusconi insieme? Io sonostato abituato che c’era sempreuna testa che comandava. E inun’azienda ci vuole sempreuna testa che comanda». Su al-tri temi, dal Palermo, club dalquale è stato esonerato comeallenatore, fino alla Figc:«Zamparini è un uomo moltoastuto, quando parla non dicefregnacce, dal lunedì al vener-dì è una persona veramenteperfetta, dal venerdì…Dottor Jekyll e Mr Hyde? Sì, diventaun mostro. In Federazione c’èstata la possibilità di cambiare,con gente nuova, fresca, comeAlbertini. Abbiamo perso unagrande occasione».
L’ESTERNO OK A FIRENZE?
Abate è prontoPoli squalificato,sos centrocampo
Ignazio Abate, 28 GETTY IMAGES
MILANO
L a buona notizia di iniziosettimana riguarda Igna-zio Abate: il terzino non
gioca dal 27 gennaio (Milan-Lazio 0-1, quarti di finale diCoppa Italia), è pienamente re-cuperato e lunedì prossimo aFirenze potrebbe riprendere ilsuo posto in campo. E’ ancorapresto per pensare alla garacon la Fiorentina, ma Inzaghinei prossimi giorni cominceràle prove tattiche soprattutto a
centrocampo, il reparto che giàera in emergenza e che dovràaffrontare la pesante assenzadello squalificato Poli. Da veri-ficare le condizioni di Essien,che contro il Verona non eraandato nemmeno in panchinaa causa di un’infiammazione alpolpaccio. In attacco, invece,sembra che tutti stiano bene,quindi Inzaghi potrà scegliereliberamente. L’impressione èche il tecnico decida di affidar-si nuovamente a Destro. Menezdovrebbe essere confermato edè probabile un ballottaggio traCerci e Honda, con il giappone-se che oggi sembra leggermen-te favorito anche perché quelladi Firenze sarà una gara moltotattica. Honda non segna da ungirone intero e da troppo tem-po è protagonista di prestazio-ni negative. Il Milan spera cheil momento negativo sia finito.
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Serie ARLa lunga crisi
16 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
FinalmenteMarekiaroIl Napolisi consola1 Gol e personalità: il recuperodi Hamsik la nota lieta di Benitez
Mimmo MalfitanoNAPOLI
A bocce ferme, prevale ladelusione. Ritrovarsisenza il conforto del ri-
sultato, non è stato il massi-mo. Sul piano personale, pe-rò, potrà sentirsi soddisfattoMarek Hamsik, anche se gol erendimento non sono bastatiad aggiungere tre punti allaclassifica. Il rigore di Icardi a2’ dalla fine ha coronato la ri-monta dell’Inter e spento l’en-tusiasmo, non solo tra i tifosi,ma anche tra gli stessi gioca-tori del Napoli, convinti diaver già recuperato due puntialla Roma e di essere ad unpasso dal secondo posto.
RIECCO MAREK L’analisi delgiorno dopo apre ad alcuneconsiderazioni. Una riguardail ritorno di Marek. Al di là delgol che ha sbloccato la partita,lo slovacco ha avuto un rendi-mento continuo, è stato cen-trale nell’organizzazione delgioco e si sono rivisti sprazzidi quel talento dai più dimen-ticato. Dal suo destro sonostate avviate quasi tutte le ri-partenze e, specialmente nelprimo tempo, ha provato ripe-tutamente la conclusione tro-vando l’opposizione di Han-danovic. Un atteggiamentodiverso il suo, in ogni modo.Probabilmente, gli ampi spaziconcessi dall’Inter gli sono stati congeniali per muoversiin ogni direzione e ragionaresu ogni pallone. Quella libertàche spesso gli è negata dal tat-ticismo di Benitez in quel mo-
dulo (4-2-3-1) nel quale Ham-sik si è sempre adattato, mache non ha mai esaltato in pie-no le sue qualità.
INVOLUZIONE Non è un casoche con l’avvento del tecnicospagnolo l’involuzione del cen-trocampista è stata una costan-te. E i numeri sono lì a dimo-strare il disagio degli ultimidue anni: nella passata stagio-ne, la peggiore da quando Ma-rekiaro è a Napoli, ha sommato41 presenze e 7 reti, il minimopersonale; in quella attuale èfermo a 8 gol in 35 presenze.L’aspetto tattico potrebbe esse-re un’attenuante valida, ma ungiocatore della sua importan-za, con delle potenzialità indi-scusse, non può perdersi perun cambio di posizione in unmodulo che, comunque, glipermette di agire alle spalledella prima punta, Higuain, enon da interno sinistro, doveha sempre giocato.
FINALE IN RIPRESA Chissà chenon possa essere il gol di dome-nica sera ad averlo sbloccatodel tutto. Da qui a fine stagio-ne, infatti, il Napoli sarà impe-gnato su tre fronti e l’apportodello slovacco potrebbe essereessenziale per centrare qualcu-no degli obbiettivi a disposizio-ne. Il secondo posto, ovviamen-te, e l’Europa League restanoalla portata della squadra diRafa Benitez, come la stessaCoppa Italia, mentre sul pianopersonale, il futuro napoletanodi Hamsik non dovrebbe esserein discussione: qui vuole re-starci per sempre.
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IL PROBLEMA DI RAFA
Troppe rimonte,già 13 gol presinell’ultima mezzora1 Paura di vincere, limiti in difesa e certe scelte tattichesbagliate: vanificatol’assalto al 2° posto
Gianluca MontiNAPOLI
D a inizio campionato,sono tredici i gol subitinegli ultimi trenta mi-
nuti dal Napoli. Nessunasquadra ha fatto peggio. Pro-babilmente basterebbe que-sto dato per spiegare come lastagione in corso rischi dipassare alla storia come l’an-nata delle occasioni perse daparte degli azzurri.
MALEDETTA BILBAO Certo,non era plausibile tener fedeai programmi estivi di scu-detto, dei quali per altro DeLaurentiis si è scusato, macon una migliore gestionedei finali di gara oggi il Na-poli sarebbe davanti alla Ro-ma ed all’inseguimento dellaJuve. E forse, sarebbe anco-ra in corsa in Champions vi-sto che la prima rimonta sta-gionale risale a Bilbao quan-do il Napoli fino al quartod’ora della ripresa era invantaggio e con la qualifica-zione in tasca. Da allora, lasquadra di Benitez è entratain un lungo tunnel in virtùdel quale nelle prime quat-tro gare di campionato ha ra-cimolato appena quattropunti. Proprio alla quartagiornata è arrivata la primaclamorosa rimonta, operadel Palermo che sotto 2-0 e3-2 è uscito imbattuto dalSan Paolo.
AMNESIE Troppo spesso alNapoli è venuto il «braccino»del tennista. Palacio ed Icar-di nel finale di gara di dome-nica hanno approfittato, an-che, della paura di vinceredel Napoli, sommata ovvia-mente alle solite amnesie di-
fensive. Le stesse che avevanopenalizzato gli azzurri all’anda-ta a San Siro, ma anche con ilCagliari in casa. Altro pareggio,altri rimpianti. Le occasioni, pe-rò, le ha sciupate anche l’attac-co: Higuain a Bergamo ha falli-to il rigore della vittoria in pie-no recupero.
MENTALITÀ La sensazione èche il Napoli ogni volta che staper spiccare il volo non riesce adischiudere le ali. Per Benitez lamentalità «costa» nel senso chesi acquista anche grazie a cal-ciatori di livello internazionale.Però, il valore aggiunto dovreb-be essere rappresentato propriodall’esperienza di Rafa. Invece,la gestione dei cambi da partesua spesso non ha convinto.Contro l’Inter poteva servire unmediano in più (oppure Henri-que a centrocampo con Mestoterzino), a Palermo e Torino gliingressi di Gabbiadini e Zapatasono parsi tardivi. Con un pizzi-co di attenzione in più da partedi tutti, Benitez compreso, ilNapoli poteva avere meno rim-pianti e decisamente più punti.
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LA STRATEGIA
L’Europa viene prima di tuttoTorino, i piani cambiano così1Eliminare lo Zenit garantirebbe altri introiti, ecco perché ora il turnover si fa solo in A Ventura, intanto, scuote i granata: «Se giochiamo come a Udine nessuna speranza»
Francesco BramardoTORINO
C i sono 7,5 milioni di mo-tivi (o di euro) per spie-gare la trasformazione
del Torino, dal debutto nei gi-roni di Europa League allo Ze-nit, passando per il campiona-to, per spiegare il turnover chea Udine non ha dato i fruttisperati. La sconfitta contro ifriulani può essere letta comefiglia dell’approccio sbagliatoalla gara ma è anche figlia diuna rosa risicata per gli obiet-tivi di stagione, di una copertacorta a centrocampo e con unpaio di giocatori senza cambi,come Emiliano Moretti in dife-sa, o chiamati agli straordinari
come Molinaro e Darmian(con Bruno Peres fuori dalla li-sta Uefa), o Alessandro Gazzi,senza un clone nel ruolo. Do-vendo scegliere, il Toro ha de-ciso di invertire il turnover ri-spetto all’inizio della stagione.Partito con le «riserve» controil Bruges in Europa League e ititolari in campo in campiona-to, strada facendo è accadutol’esatto contrario: in Serie A,nei 3-4 cambi programmati,gioca chi non è indispensabilein Europa.
UN AFFARE Un esempio? Con-tro lo Zenit, giovedì a San Pie-troburgo, scenderanno incampo solo sei giocatori degliundici di Bruges. Nonostantepresidente e allenatore si af-
frettino a ricordare che la filo-sofia del club è quella di pen-sare a una gara dopo l’altra,tutte della stessa importanza,l’appetito vien mangiando, el’Europa League oggi fa gola. Eaiuta il bilancio. Ad oggi nellecasse del club granata sonoentrati 7,5 milioni di euro tracontributi Uefa, biglietteria ebonus degli sponsor, più im-portanti di una posizione in
più o in meno campionato (an-che perché non è facile entrarequest’anno nelle Coppe vistala concorrenza agguerrita).Meglio soldi freschi subito, dadestinare al prossimo calciomercato. Il presidente UrbanoCairo è oculato nei conti. Conun bilancio di gestione di 50milioni di euro, portarne a ca-sa una decina con l’approdo aiquarti vorrebbe dire ingaggia-re per la nuova stagione 3 gio-catori con le caratteristiche dafair play finanziario granata.
EUROPA BIS Esiste ancheun’altra faccia della medaglia:senza un posto in Europa, nonsarà facile trattenere giocatoricome Darmian (nel mirino delNapoli), Quagliarella (Udine-
se), Bruno Peres (Roma) e at-tirare giocatori di qualità e conun allenatore all’ultimo annodi contratto. A proposito di Eu-ropa League, Giampiero Ven-tura da Coverciano lancia unmessaggio ai suoi giocatori:«Se contro lo Zenit scenderà incampo il Toro di Udine meglio
che restiamo a casa, se sarà ilTorino degli ultimi venti gior-ni nulla è precluso». Sul mo-mento degli ex Immobile eCerci. «Non basta avere le fi-gurine in mano – dice –, contachi hai alle spalle, società,staff, gruppo».
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Giampiero Ventura, 67 anni, al Torino dalla stagione 2011-12 PLPRESS
36� i punti che il Torino avevaalla 26a giornata dello scorso torneo: gli stessi di adesso. Uguale anche il piazzamento: nono posto in classifica
Rafa Benitez, 54 anni ACTION IMAGES
Serie ARIl personaggio
Marek Hamsik, 27 anni, è al Napoli dalla stagione 2007-08 GETTY
IL VELENO DELL’EX
Cavani, schiaffo a De Laurentiis«Tornerei ma non finché c’è lui»� NAPOLI (g.m.) Napoli nel cuore, ma un ritorno in azzurro fin quando ci sarà Aurelio De Laurentiis alla guida del club non è nei programmi di Edinson Cavani. L’attaccante uruguaiano entra duro sul suo ex presidente in una intervista all’emittente radiofonica Sport 890: «Non mi sono piaciute alcune delle cose che sono state dette sul mio addio, credevo di non meritarle. Sarò per sempre riconoscente al Napoli, il club che mi ha reso famoso. Ho
difeso i colori di quella squadra con tutto il mio cuore. I tifosi napoletani mi hanno dato tantissimo amore e io penso di aver ricambiato quel grande amore con 104 gol». Poi la stilettata finale: «Quando sono andato via, il Napoli ha guadagnato dei soldi. Mi piacerebbe tornare un giorno, ne ho parlato anche con la mia famiglia e non ci penserei due volte. Mai con l’attuale presidente, però. Per me questa è una condizione imprescindibile».
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17MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Garcia si riprende la squadra«Io con voi, ma voglio di più»1Faccia a faccia tra il tecnico e i giallorossi perplessi su preparazione, tatticae mercato. «Niente alibi. Rimarrò a lungo e dalla crisi ne usciremo insieme»
Massimo CecchiniDavide Stoppini
V erità pubbliche, veritàprivate ed entrambe, pro-babilmente, lontano da
quella che potrebbe essere la cu-ra della malattia Roma. Ieri era ilgiorno di Rudi Garcia, atteso daitifosi come un angelo vendicato-re dopo la prima, esplicita presadi posizione «contro» la squadrareduce dal modestissimo paricol Chievo. In realtà, poi, le cosenon sono andate proprio in que-sto modo, ma lo si era già capitonel corso della mattinata quan-do – partecipando a Covercianoalla Panchina d’Oro – aveva unpo’ ammorbidito le posizioni delgiorno prima.
SUL PODIO Detto che il 3° postodietro Montella lo ha un po’ sor-preso, Garcia ha socializzato pa-recchio. Una chiacchierata conBertelli – ex preparatore dellaRoma, ora in Nazionale con Con-te –, poi un saluto con Benitez eun altro con Guidolin. Ma il con-fronto più lungo l’ha avuto conMarcelo Bielsa: risate e voce bas-sa. «Abbiamo parlato di calciofrancese», ha raccontato Rudi.Ma ovviamente è la Roma a tene-re banco. «Arrabbiato per dome-nica? No, più che altro delusoper la prestazione. Ma ora sonomotivato e carico. Pretendo tan-to dalla mia squadra. Devo esse-re esigente con i miei giocatori,non è vero che li ho accusati, maso che la mia Roma può daremolto di più. Il nostro obiettivoprimario è la difesa del 2° posto eil passaggio del turno in EuropaLeague. Io voglio restare alla Ro-ma, qui mi trovo bene. La miaidea è allenare la squadra nel nuovo stadio: credo che mi do-vranno sopportare ancora a lun-go, anche perché non credo chelo stadio sarà pronto già il prossi-mo anno...».
LE RAGIONI DI GARCIA Unavolta a Trigoria, poi, Garcia si èriunito per venti minuti col
gruppo, sottolineando alcuniconcetti non nuovi, che riassu-miamo così: «Sono deluso dalmodo in cui avete interpretato leultime partite. Pretendo di più.Non fate quello che proviamo,se continuiamo così buttiamo lastagione. Invece possiamo anco-ra andare avanti in Europa e so-prattutto centrare l’accesso inChampions. Per farlo dobbiamodare tutti di più. ne possiamouscire solo tutti insieme». In ge-nerale, ciò che rimprovera èquesto: 1) Poca concentrazione.Durante la settimana si provanodelle soluzioni tattiche che i gio-catori poi non mettono in prati-ca. 2) Poca personalità. Vero chela squadra ha perso dei leadercome Benatia, Bradley e poi Ca-stan e Balzaretti, però il resto del
gruppo – ad eccezione dei solitiDe Sanctis, Totti, De Rossi e Kei-ta – sembra non avere caratterenei momenti difficili. 3) Poco«mutuo soccorso» (copyrightSabatini). Quando sono in diffi-coltà i giallorossi non si aiutanocome lo scorso anno e quinditutto diventa fragile.
LE RAGIONI DEL GRUPPO I gio-catori, per parte loro, non hanno
quasi parlato, ma le perplessitàfiltrano lo stesso, anche se a onordel vero le posizioni sono diversi-ficate. 1) Preparazione sbaglia-ta. La scelta di appesantire i cari-chi non ha pagato soprattutto inbrillantezza. 2) Tatticamentemonocordi. Nelle difficoltà nonvengono studiate soluzioni nuo-ve che aiutino la squadra, quan-do gli avversari prendono le mi-sure. 3) Assenso ad un mercatoinvernale quanto meno discuti-bile. In realtà però l’adesione sa-rebbe pubblica, perché in realtàGarcia da Sabatini avrebbe volu-to scelte differenti. Ma anchequeste sono «verità» parziali. Esoprattutto del giorno dopo.Quelle che forse non servono a(quasi) nulla.
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RIl francese: «Non sono arrabbiato, però deluso sì. Se continuiamo così buttiamo la stagione»
� 1 Rudi Garcia, 51 anni, alla seconda stagione in giallorosso ANSA � 2 Paolo Rongoni (al centro), preparatore atletico della squadra, sceltoper espressa volontà del tecnico � 3 Walter Sabatini, direttore sportivo ANSA
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IL CASO
Juve e Romalasciano Infronte vanno da Sky1Disdetti i contratti per i diritti d’archivio in scadenza nel 2018Firma vicina pure con Mediaset
Pruzzo in Roma-Dundee, Coppa Campioni 1984
Marco Iariatwitter@marcoiaria1
N ella guerra infinita dei diritti tv questapuntata non passerà di certo inosser-vata: Juventus e Roma hanno disdetto
il contratto con Infront per lo sfruttamentodell’archivio e stanno per firmare con Sky(anche Mediaset è interessata). Sarà solo uncaso se bianconeri e giallorossi stanno all’op-posizione in Lega e hanno spesso contestato imetodi adottati per la gestione dei diritti me-dia? Sarà solo un caso se Infront e Sky, chepure fanno mestieri differenti, non si amanoalla follia? Questi sono i retropensieri politici.Ma conta il grano e se Sky (con l’aggiunta diMediaset) ha convinto i due club a cambiaremaglia, evidentemente avrà offerto di più.
COS’È L’ARCHIVIO? Nell’era della venditacentralizzata dei diritti tv della A, l’archivio èun asset pregiato rimasto nella disponibilitàdei club. Le immagini sono d’archivio dopo 8giorni dall’evento-partita. Presente e passatorecente valgono di più perché sono le imma-gini più utilizzate, ma archivio è tutto ciò pro-dotto dal 1954. Infront gestiva l’archivio di 19club su 20: tutti tranne il Sassuolo. E proprioil Sassuolo, oltre a Juve e Roma, ha appenatrovato l’intesa con Sky. Pare che pure Atalan-ta e Fiorentina ci stiano facendo un pensieri-no. I contratti di Juve e Roma scatteranno daluglio: l’archivio della Juve vale circa 10 mi-lioni annui, più o meno sul livello di Inter eMilan. La Roma sta attorno ai 3,5 milioni. Ilclub bianconero aveva firmato con Infrontnel 2012: accordo fino al 30 giugno 2018 con«ricavi addizionali netti per circa 4,5 milioniall’anno». Stessa durata e stessa scadenza peri giallorossi, che con Infront avevano firmatopure un contratto di «media package» da 600mila euro a stagione. Agnelli e Pallottahanno detto basta con tre anni di anticipo.
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DOPO LA FRATTURA
Carica Mattiello: «Il mio dramma ha unito l’Italia»1Il difensore di Chievo e Juve: «Mi hanno scritto tifosi di tante squadre, è già un grande traguardo. Nainggolan? Si è scusato, tutto ok»
Nicolò Schira
«R ingrazio di cuoretutti per i pensieriche mi hanno rivol-
to. Rappresentano uno stimoloin più. Non capita spesso diunire i tifosi». Federico Mat-tiello è ancora dolorante, ma ilgrande affetto del mondo delpallone lo sta rincuorando inqueste ore difficili. Il movi-mento della gamba destra che,nel contrasto con Nainggolan,gli ha causato la frattura espo-sta di tibia e perone ha sconvol-to le tifoserie di tutta la peniso-la. Immagini da brividi chehanno fatto il giro d’Italia.Operato d’urgenza domenicasera, il difensore del Chievo,ma di proprietà della Juve, èbloccato sul letto all’OspedaleSacro Cuore di Negrar, vicino aVerona. Il club bianconero hainviato il medico sociale, Fabri-zio Tencone, per seguire da vi-
cino il decorso operatorio delproprio gioiellino. «Mi sonostati vicini in moltissimi colle-ghi in queste ore – racconta Fe-derico –. Per rispetto di tuttinon posso scegliere un messag-gio in particolare, sono statispeciali. Non mi va di dimenti-care nessuno».
LE SCUSE Un terribile scontrodi gioco con il romanista RadjaNainggolan (senza cattiveria,come ribadito anche dal suoagente Andrea Pastorello, ndr)rischia di frenarne l’ascesa, male parole di Mattiello non sonopolemiche: «Ho sentito le scu-se di Radja – dice –. È tuttochiarito». Alla 19enne promes-sa del Chievo sono arrivati tan-tissimi messaggi di conforto.«Gli incoraggiamenti dei tantitifosi ricevuti tramite i socialnetwork non possono che far-mi piacere. Il loro sostegno miinfonde grande carica». La dot-toressa che lo sta seguendo fa
irruzione nella stanza in cuiFederico è ricoverato: «È ora difare altri controlli». Adessonon c’è tempo da perdere. Inu-tile stare a rimuginare. Uncrack che frena l’ascesa del di-fensore toscano, cresciuto nelsettore giovanile del Foligno.Mattiello non vuole perdereistanti preziosi e punta a rien-trare il prima possibile.
DAL TENNIS AL CALCIO «Tem-pistiche? Non ci sono ancoracertezze in merito. Vedre-mo...». Potrebbero servire sei-sette mesi per recuperare dalladoppia lesione. La Juventuscrede molto nelle potenzialitàdel 19enne, nato nel piccolocomune lucchese di Borgo aMozzano e arrivato in bianco-nero nel 2012. Quest’anno lo
sbarco in prima squadra dopoil brillante precampionato: conAllegri totalizza due presenzein Serie A nel girone d’andata ela dirigenza di Corso GalileoFerraris decide, a fine gennaio,di dirottarlo in prestito in Ve-neto per farlo giocare con con-tinuità. Impatto ottimale, tan-to da imporlo immediatamentecome un titolare nella squadradi Maran. Un talento precoce,che nel 2007, all’età di dodicianni, si laurea campione tosca-no di tennis, vince a livello in-ternazionale e arriva anche al-la maglia azzurra. Un campio-ne anche con la racchetta,quindi, prima che la passioneper il calcio prendesse, total-mente, il sopravvento. Ora c’èuna nuova sfida da vincere: Fe-derico è pronto a sfrecciare, co-me fa sulla fascia, dall’ospeda-le al rettangolo verde per ri-prendere la propria corsa versol’Olimpo del calcio italiano.
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Federico Mattiello, 19 anni, ha postato su twitter la foto dopo l’operazione per la frattura di domenica (a destra) IPP
Serie ARIl processo
FEDERICO MATTIELLODIFENSORE CHIEVO
LA SOLIDARIETÀ DELLE PERSONE MI STA
DANDO UNA GRANDE SPINTA. PORTO TUTTI
I MESSAGGI NEL CUORE
18 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Telenovela Parmatra Manenti e UsaGame over dai pm?1Il presidente: «Presto i soldi». La Figc: «C’è un fondo americano». Ma prosegue l’inchiesta della Procura
La curva dei tifosi del Parma con gli striscioni contro Federcalcio, Lega di A e il presidente Manenti ANSA
Andrea SchianchiINVIATO A PARMA
G li ultimi giorni di notorie-tà Giampietro Manentiha deciso di giocarseli al-
la grande. Si muove come se gliinteressasse soltanto apparire.Di sostanza, cioè di soldi, nes-suna traccia. Ieri mattina era aMilano, all’Hotel Principe di Sa-voia, in Piazza della Repubbli-ca: salotti ovattati, camerieriossequiosi, massima discrezio-ne. Qui ha incontrato l’immobi-liarista e finanziere AlessandroProto che nei giorni scorsi ave-va manifestato molto interesseper le vicende del Parma Foot-ball Club: «Abbiamo discusso diaffari - ha dichiarato Manentisubito dopo - C’è una strategiaper fare business attraverso lasocietà di calcio». Manenti, chea Parma hanno soprannomina-to Mister Tomorrow (il SignorDomani) vista la sua capacità didilazionare le promesse econo-miche, non ha i soldi per farfronte a una drammatica situa-zione debitoria (circa 200 mi-lioni lordi di euro) e Proto hatentato senza successo impro-babili scalate a grandi gruppiindustriali, ha patteggiato unacondanna di 3 anni e 10 mesi eha avuto una sanzione dallaConsob per 4,5 milioni per falseinformazioni e manipolazionedel mercato. Viene da chieder-si: di che cosa stiamo parlando?Oppure: quali colpe devonoespiare i tifosi del Parma?
ALTRE PROMESSE Manenti hatempo fino a giovedì 12 marzoper presentare al tribunale uncredibile piano di risanamentofinanziario. Altrimenti si arri-verà all’udienza del 19 marzoper la richiesta di fallimentoavanzata dalla Procura. «Stia-mo ultimando i dettagli sotto ilpiano legale - ha spiegato - Ciavessero fatto lavorare con piùcalma le cose sarebbero andatediversamente. Il progetto verràpoi portato in tribunale che de-ve garantire la continuità. I sol-di? Saprete da dove arriveran-no. Pagheremo due mensilitàarretrate ai dipendenti neiprossimi giorni. Non capiscol’atteggiamento dei tifosi neimiei confronti, è un mese chestiamo lavorando. Magari ri-partire dalla Serie B sarà unvantaggio». L’uomo che lo haaiutato nella scalata al Parma,cioè il manager bergamascoFiorenzo Alborghetti, si è datempo smarcato: «Se Manentinon porta i soldi è un personag-gio da trattamento sanitarioobbligatorio. Non si può pren-dere in giro una città civile co-me Parma. La mia impressioneè che lui, i soldi, non li abbia eche chi lo poteva aiutare si siatirato indietro per il clamore su-scitato dalla vicenda». Nel frat-tempo il Parma di Donadoniperde un altro pezzo: Cristian«Cebolla» Rodriguez ha saluta-
to tutti, ha rescisso il contratto ese n’è andato in Brasile, al Gre-mio. E il Comune di Parma harevocato l’uso dello stadio Tar-dini al Parma Football Club afronte di un «protratto compor-tamento inadempiente». Siconsentirà comunque di com-pletare la stagione in campio-nato.
SOLDI DAGLI USA? Ai tifosi delParma, sballottati tra parole,promesse e pochi fatti, non re-sta che aggrapparsi al presiden-te della Federcalcio Carlo Ta-vecchio. Ieri, a Coverciano, hadichiarato: «Non è facile tra-ghettare una società blasonatacome questa in Serie B. ConManenti non ho parlato e nonvoglio parlarci. Ora vediamo seil Tribunale accoglierà il con-cordato che potrebbe permette-re una gestione fino a fine sta-gione. Il futuro? Uno studio le-gale di Roma mi ha informatodell’interesse di un fondo ame-
ricano. Ma la strada è percorri-bile solo se si capisce la funzio-ne sociale del club. Il Parma ha50 milioni di euro di debiti fe-derali: è necessaria una transa-zione, solo così il titolo sportivopotrebbe rimanere in vita. Poistarà a noi come federazione, abreve, ridiscutere le regole diiscrizione delle società nei varicampionati: se si dovessero ri-spettare le regole del 2007, oggimolti club sarebbero in difficol-tà». Così, mentre l’ex presiden-te Ghirardi dà mandato ai suoilegali di smentire un eventuale«drenaggio» di soldi (ipotizzatodai magistrati) dal Parma allasocietà controllante (la EventiSportivi) e un suo legame conGiampietro Manenti, gli uominidella Guardia di Finanza e i pmsono al lavoro per capire qualistrani meccanismi finanziarihanno portato all’attuale disse-sto. L’impressione è che prestoci saranno sviluppi clamorosi.
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RA Milano il numero uno del club vede Proto, discusso immobiliarista: «Strategia comune»
RLa Finanza al lavoro per capire imotivi del dissestoNon sono esclusisviluppi clamorosi
IL SINDACATO
Aic: «Nuove normee controlli severiBasta casi Ghirardi»
Damiano Tommasi, 40 anni IPP
Marco Iariatwitter@marcoiaria1
N on c’è solo il Parma,caso eclatante e sen-za precedenti nella
ricca Serie A. Ci sono ilMonza, il Barletta, il Savoia,l’Aversa Normanna, in diffi-coltà più o meno grandi. E cisono 900 giocatori di LegaPro che, vittime dei falli-menti degli anni scorsi, an-cora aspettano gli arretratiper un ammontare di 15 mi-lioni. Insomma, c’è un cal-cio professionistico chespesso e volentieri vive al disopra dei propri mezzi, si di-letta in gestioni spregiudi-cate tradendo la fiducia diuna comunità. Di tutto que-sto si è occupato il consigliodirettivo dell’Aic, tenutosiieri a Milano e aperto allapresenza dei rappresentantidel Parma Lucarelli e Gobbi.
CONTROLLI E NORME Il ca-pitano gialloblù ha avverti-to i colleghi: «Vigilate sullevostre società, quelle chestanno bene si contano sulle
dita di una mano». L’elemento-chiave per evitare altri casiParma sta nelle norme e neicontrolli: norme che dal 2007sono state alleggerite nell’am-bito delle valutazioni patrimo-niali di una società, controlliche dovrebbero essere più se-veri e concreti per bollare certepratiche spavalde. «Com’è sta-to possibile - si domanda Da-miano Tommasi, presidenteAic - che al Parma si stato con-cesso di fare mercato a gennaiopur non pagando da mesi glistipendi?».
RICHIESTE Ma i «buchi» del si-stema stanno soprattutto nellefondamenta. Ed ecco l’elencodelle richieste del sindacato,che in consiglio federale siedeall’opposizione: ripristinare ivecchi parametri sull’indebita-mento, prevedere il blocco delmercato per le società con pen-denze nei confronti dei tesse-rati, divieto di pagare dipen-denti e acquisti facendosi anti-cipare gli introiti futuri dei di-ritti tv. «Si parla tanto diriforme - dice Tommasi - ma sesi vuole riformare il sistema sideve farlo anche per favorire lastabilità economico-finanzia-ria dei club». L’Aic chiede inol-tre l’attivazione del Fondo disolidarietà per la Serie A, con ilprelievo dello 0,5% sugli sti-pendi come avviene da tre anniin Serie B e Lega Pro. «Se ci fos-se stato pure in A - spiegano ilvicepresidente Umberto Calca-gno e il direttore generaleGianni Grazioli - in questi treanni avremmo accantonato 12milioni, che sarebbero potutiservire per esempio per il Par-ma».
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LA TRAGEDIA
Arbitra Spal-Prato: muore tornando a casa1Incidente stradale a Torino per Luca Colosimo, 29 anni, dopo una partita di Lega Pro. Il designatore Rosetti: «Era un predestinato»
Francesco Ceniti
L e nozze a giugno con la suaamata Stefania e come regalodi nozze la possibile (proba-
bile) promozione in B. Speranze,progetti, paure, gioie e sogni (sicontinua a sognare pure a 29 anni,30 da compiere il 5 aprile) cancel-lati in un assurdo incidente strada-le alle porte di Torino, nella nottetra domenica e ieri. E’ morto cosìLuca Colosimo, professione fisiote-rapista (era laureato in Scienzemotorie), passione della vita: farel’arbitro. Il tragico impatto è avve-nuto proprio di ritorno da quella
che resterà la sua ultima gara:Spal-Prato 0-0, Lega Pro girone B.
PREDESTINATO Colosimo avevalasciato lo stadio poco prima delle21, in tasca i complimenti dell’os-servatore Brighi (ex fischietto diA). Aveva deciso di rientrare a To-rino, nonostante i 400 chilometrida percorrere con una Fiat Punto.Si prendeva cura della nonna: vi-vevano insieme e non voleva la-sciarla da sola tutta la notte. E poic’era il lavoro di fisioterapista, per-dere una intera mattinata gli sem-brava troppo. E’ la dura vita degliarbitri che ogni settimana permet-tono lo svolgimento di tutti i cam-
pionati. Sacrifici e impegno daprofessionisti, ma entrate da dilet-tanti: in Lega Pro il guadagno me-dio è meno di 400 euro netti al me-se (più i rimborsi spese, pagati do-po 60 giorni). Colosimo era al de-butto nella vecchia C,aveva diretto12 gare con medie altissime, daprimo della classe. Il designatoreRoberto Rosetti non trattiene le la-crime per il «suo» ragazzo: «Luca?Un predestinato. Senza questo ma-ledetto incidente avrebbe fattograndi cose. Non riesco a crederci,si è allenato con me anche quandoero in ritiro con gli arbitri russi.Ora che ci penso, si allenava conme da oltre 15 anni...».
MINUTO DI SILENZIO La trage-dia si è consumata sulla tangenzia-le Nord di Torino, tra gli svincoli diBorgaro e Venaria. Colosimo (ori-ginario di Catanzaro) era pratica-mente arrivato a casa quando, for-se per un colpo di sonno, ha persoil controllo dell’auto che si èschiantata contro il guard-rail. Ur-to violentissimo (il motore si èstaccato dalla carrozzeria finendosull’asfalto e urtato da un’altramacchina: ferite non gravi per ilconducente) e per l’arbitro, sbal-zato fuori dalla Punto, ogni soc-corso è stato vano. La notizia è sta-ta come un cazzotto in faccia per ilmondo del calcio. La Figc ha di-
sposto, accogliendo la richiestadell’Aia, un minuto di silenzio neimatch disputati in settimana. Ierile squadre arbitrali scese in campoin A (Lazio-Fiorentina e Juve-Sas-suolo) in B (Entella-Cittadella) eLega Pro (L’Aquila-Reggiana) ave-vano il lutto al braccio. E tante la-crime nel cuore in nome di Luca.
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Luca Colosimo prima di Spal-Prato, l’ultima gara diretta GALASSO
Serie ARIl caso
1Riflettori su episodi «minori» di Lega Proe sui 900 giocatorisenza stipendioper vecchi fallimenti
� FIRENZE (stop) «Optì Poba? La mia vita è sempre stata per il terzo mondo»: parola di Carlo Tavecchio, a margine della giornata di Coverciano. «Ma resto dell’idea che il sistema calcio vada ringiovanito, così da limitare l’utilizzo devastante degli stranieri - ancora il presidente federale - Nonè vero che il nostro calcio è di seconda linea: in Italia ci sono 15 milioni di appassionati. Se gli stranieri investono poco è perché noi siamo protettivi dei nostri sistemi fiscali».
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IL PRESIDENTE FIGC
Tavecchio:«Stranieri? Meglio meno»
La Lega Pro con il Presidente Mario Macalli, i VicePresidenti Archimede Pitrolo e Antonio Rizzo, il Di-rettore Renato Cipollini, il Consiglio Direttivo, ilpersonale di Lega Pro, esprime il cordoglio per laprematura e improvvisa scomparsa di
Luca ColosimoLa Lega Pro si stringe all�immenso dolore della fa-miglia Colosimo. - Firenze, 10 marzo 2015.
19MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Provaci ancora Zeman«Cagliari, io qui per i tifosi»1A pranzo l’ufficialità: via Zola, riecco il boemo. Alle 10.30 guiderà il primo allenamento. Il club: «Per salvarci puntiamo su chi conosce la squadra»
Mario FrongiaCAGLIARI
Z denek Zeman, ciak si ri-parte. Il vate del 4-3-3 ve-ste di nuovo il rossoblù.
Era stato esonerato il 23 dicem-bre scorso: cinque giorni primala squadra con un assetto inu-suale si era inabissata in casacon la Juve. Acqua passata. Ieriil Cagliari ha rotto gli indugi erichiamato il tecnico che loscorso giugno ha approvato ilprogetto e il restyling, dopo 22anni di impero celliniano, fir-mato da Tommaso Giulini. Ilboemo ha condiviso con la diri-genza gli obiettivi e ha contri-buito alla creazione della squa-dra, mettendo nel conto ancheforze e criticità di un’avventurache si è aperta con giocatorigiovani, motivati ma digiuni diSerie A. Poi, le cose si sono in-garbugliate. Ma questa è storiavecchia. Adesso, si deve cam-biare marcia. Zeman, da ierinotte in città, è stato onesto:«Sono ritornato per i tifosi – hadetto appena atterrato –. Lacampagna acquisti? Sì, qualco-sa è stato fatto». Contattato findalle sconfitte con Inter e Vero-na, il boemo ha detto sì. Legatofino a giugno al club rossoblùda un contratto con opzione dirinnovo annuale unilaterale afavore del Cagliari in caso disalvezza e decimo posto, sa dinon avere tempo per esperi-menti, né integralismi da difen-dere. «Il bene primario è solo ecomunque la difesa della cate-goria. Ci proviamo tutti assie-me e con tutte le nostre forzeaffidandoci alla persona chemeglio di qualsiasi altra cono-sce pregi e difetti della rosa» ilsunto del pensiero che trapeladalla sede di viale La Playa. Ze-man avrebbe espresso parerepositivo sulle qualità dei nuovi.Ma anche questo è un capitoloche non può essere modificato.
RETROSCENA Nel dopo Sampla crepa in casa Cagliari, con ilCesena che ha raggiunto i ros-soblù a quota 20, diventa vora-gine. Da penultimi, con un pun-to nelle ultime sei gare a -5 dal-la zona salvezza (l’Atalanta, a24, è in vantaggio negli scontridiretti), la A è in bilico. La so-cietà si preoccupa. Si decide divoltare pagina e cercare la scos-sa risolutrice. Un primo sum-
mit a Marassi tra Giulini, il viceFilucchi e il d.s. Marroccu va avuoto. Esonerare Zola non è ro-ba da tutti i giorni. Si valutanovarie ipotesi. Poi, il tavolo salta.Domenica, annullati i permes-si, la squadra rientra a Cagliarida Milano. Ieri, l’accelerata.L’ex campione del Chelsea è instand by. Le chiamate con Ze-man si chiudono a metà matti-
no. Il congedo di Zola arriva al-le 12.40. Il boemo torna con il«secondo» Cangelosi, il prepa-ratore atletico Ferola e il colla-boratore tecnico Modica. A bre-ve si saprà del futuro di Faccio-lo, preparatore portieri, ed Er-riu, assistente tecnico, nellostaff da inizio stagione. Ancheil preparatore Rapetti, volutoda Giulini e giunto dall’Inter daex di Mou, è in altalena. Intan-to, oggi alle 10.30 Zeman gui-derà il primo allenamento.
DA ZOLA A ZEMAN In casa Ca-gliari la rottura con Zola suonacome una doppia sconfitta. Enon solo per la stima e il reci-proco rispetto tra Giulini e l’excampione del Chelsea. Zemantorna dopo dieci partite. Ha la-sciato i rossoblù terzultimi inclassifica con 12 punti, frutto didue vittorie (in trasferta, conInter ed Empoli) e sei pareggi.Nel bilancio anche sei sconfittee il passaggio agli ottavi dellaCoppa Italia. Li ritrova un pas-settino indietro. Ma adesso,cinture allacciate per un per-corso senza appello. «A Zemane al suo gruppo di lavoro i mi-gliori auspici - scrive il Cagliarisull’home page del proprio sito- per il raggiungimento degliobiettivi che Società e tifosi siaspettano».
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clic CACCIATO E RIPRESO COSÌ PAPÀ ZDENEK IMITA IL FIGLIO KAREL
� Papà Zdenek come il figlio Karel. Prima del «reintegro» di Zeman senior al Cagliari, la stessa sorte, a pochi chilometri di distanza, era toccata al figlio, allenatore del Selargius, in Serie D. Karel Zeman, infatti, era stato esonerato dal club della cittadina sarda (attaccata a Cagliari) a fine febbraio, dopo 5 sconfitte consecutive e una classifica deficitaria. La separazione, però, era durata appena tre giorni, con Karel richiamato in fretta e furia. Il Selargius oggi è terzultimo con 23 punti (con il Palestrina) e domenica ha perso in casa (0-2) contro il Cynthia.
fQUELLI CHE RITORNANO
Lui, Sacchi, LippiLa stessa minestrama da riscaldare
Andrea Elefante
L’ esempio di RobertoMancini può già faregiurisprudenza: più
che di scaldare minestre, or-mai si tratta di riscaldare cuo-ri depressi di investitori, gio-catori, tifosi. Oppure di nonraffreddare troppo le casse so-cietarie. Se Zamparini è unaspecie di cattedratico in mate-ria, Zeman è l’allenatore più«riproposto» del calcio italia-no: un mondo che non cono-sce porte sbattute così forte danon poter essere varcate dinuovo. Quella di Foggia il boe-mo la riaprì addirittura duevolte, a distanza di due e poidi sedici anni. E poi Lecce, Ro-ma, adesso Cagliari.
CARTELLI DA RILUCIDARETornare non è mai facile, so-prattutto a stagione già inizia-ta. O a prescindere, se la sfidaè rilucidare un’immagine chepiù che altro è un’icona, madel tempo che fu: è dura met-tere un cartello con la scrittaZemanlandia all’ingresso del-lo stesso paese per due volte; èdura far godere uno stadio co-me l’Olimpico nello stesso mo-do a distanza di tanti anni. An-che a Lecce non gli andò be-nissimo (esonero alla vigilia di Natale) e potremo capire Giulini se incrocerà le dita. Mail suo è un rischio calcolato: èla storia a dire quanto può es-sere un azzardo il «ti esonero epoi ti richiamo». O il «ti richia-mo» e basta.
I BIG POCO BIG E’ successo aclub più titolati del Cagliari,
anche a quello che sulla magliaportava la scritta «il più titolato almondo»: il Capello bis arrivò pro-prio perché il Sacchi bis (al postodi Tabarez) non aveva funziona-to, ma anche Don Fabio vide lasua media punti abbassarsi ri-spetto ai tempi dei quattro scu-detti in cinque anni, il numerodelle sconfitte in campionato im-pennarsi (12, erano state 16 intutti le cinque stagioni preceden-ti) e il 10° posto in campionatocertificò il fallimento dell’idea. Come quella di Trapattoni di tor-nare alla Juve: dai 13 trofei deldecennio d’oro a una misera Cop-pa Uefa nel triennio post Inter. Ocome quelle di Ottavio Bianchi eBoskov, da uno scudetto «storico»con Napoli e Samp a subentri fati-cosi, chiusi all’11° e all’8° posto.Si potrebbe dire anche comequella di Lippi in Nazionale, dallagloria di un Mondiale vinto allafrustrazione dell’uscita al primoturno in quello successivo; ma al-l’ex c.t. era già capitato di guar-darsi alle spalle prima di sceglie-re di tornare e a lui la secondavolta con la Juve aveva detto be-ne (due scudetti e una finale diChampions persa solo ai rigori).
L’ALLIEVO E IL MAESTRO Ze-man non è tipo da fare certi cal-coli, e figuriamoci da guardare incasa d’altri: in questi anni, chissà,l’avrà fatto forse una volta, la sta-gione scorsa, godendosi la rivin-cita di Di Francesco al Sassuolo.Dal 1998 al 2014, la regola diceche la squadra di allenatori cac-ciati e richiamati nella stessa sta-gione, 10 volte su 14 è comunqueretrocessa: il suo allievo fu l’ecce-zione, vediamo cosa combina ilmaestro stavolta.
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Da sinistra Arrigo Sacchi, 68 anni, e Marcello Lippi, 66 ANSA/REUTERS
Serie ARIl ritorno
Zdenek Zeman, 67 anni, era stato esonerato il 23 dicembre 2014 dopo il k.o. contro la Juve GETTY
6Zola è il sesto allenatoredi Serie A esonerato in questa stagione dopo Corini, Mazzarri, Bisoli, Zeman e Colantuono
Gianfranco Zola, 48 anni ANSA
IL NUMERO
20 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
IL PROTAGONISTA
Guerriero RinconIl «tuttocampista»che carica il Genoa Alessio Da RonchGENOVA
A ggressività. E’ una pa-rola magica per To-mas Rincon. E’ la pri-
ma cosa che Gasperini gli hachiesto al suo arrivo a Geno-va, la più semplice per lui,che ne ha fatto una sorta ditalismano, insieme a un al-tro vocabolo: sacrificio. InGermania, dove ha giocatocon l’Amburgo, esaltò tutticon un salvataggio prodigio-so, compiuto grazie alla vo-glia di non demordere mai:Tomas respinse un tiro a por-ta vuota di Kuranyi, attac-cante dello Schalke, gettan-dosi in scivolata, toccò con iltacco e la coscia mandandola palla contro il palo, poi,mentre la sfera stava roto-lando in porta, da sdraiato,contorcendosi all’indietro,riuscì a bloccarla sulla lineacon la testa e a respingerlafuori. Una sorta di miracolo.
GUERRIERO GENTILUOMOLui in Venezuela è «El gene-ral», dell’aggressività ha fat-to un’arte. Qualche volta gliè costata cara, soprattutto innazionale, visto che spessocon la «Vinotinto», (dellaquale è appena diventato ilcapitano), si è visto svento-lare il cartellino rosso. Gio-cando nell’Amburgo, però,ha imparato a gestire la sua
irruenza e quest’anno, con ilGenoa, è stato ammonito solotre volte, su 17 gare ricche dicontrasti e duelli infuocati.
FLESSIBILITA’ Rincon, che hada poco compiuto 27 anni, si èsubito adattato al Genoa, al gio-co di Gasperini, alla flessibilitàtattica. Con i rossoblù ha gioca-to sempre a centrocampo, inuna mediana a tre o a quattro, avolte per necessità sulla corsiadi destra. Per lui fa poca diffe-renza: in Germania ha giocatopure terzino destro, agli inizidella carriera, in Venezuela, erasoprattutto un fantasista, ruoloche gli ha lasciato in ereditàuna finta di corpo letale.
GOL Contro l’Empoli è stato ilmigliore in campo, portando lasua media voto a 6,11, sul podioideale come rendimento tra irossoblù più presenti tra i tito-lari. Proprio nella sfida di anda-ta contro i toscani aveva subitoun infortunio muscolare piutto-sto grave, che gli ha fatto perde-re sette partite e, soprattutto, loha costretto a inseguire la mi-glior forma fino qualche setti-mana fa. Rincon ha conquistatosubito Gasperini e i compagni,poi, in fretta, pure i tifosi delGrifone. Ora non gli resta cheinfrangere un vero e proprio ta-bù: fare gol. In Europa ha gioca-to 128 sfide di campionato conl’Amburgo e 17 con il Genoa,senza mai andare a segno.
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Ecco Wague, l’uomo Mollalanciato da Stramaccioni1Il gigante dell’Udinese ha segnato il primo gol italiano Il tecnico: «A settembre non valeva la A, il lavoro paga»
Francesco VelluzziINVIATO A UDINE
L’ ennesima scommessavinta dai Pozzo? È trop-po presto per dirlo. Per-
ché Molla Wague, difensoremaliano che ha appena com-piuto 24 anni, ha giocato sol-tanto quattro partite in SerieA, peraltro tutte da titolare.Ma lo stacco di testa imperiosocol quale ha battuto Padelli sa-lendo sopra Glik lo ha subitomesso al centro dell’attenzio-ne. E ogni giocatore stranieroche spunta dall’Udinese fa uncerto effetto. Perché subito sipensa al mercato. La vetrinabianconera viene cambiata incontinuazione. E se entri nellaboutique non c’è il rischio ditrovare lo stesso pezzo a lun-go. E, quindi, neppure in saldocon la scritta sales o rebajas.Tutti hanno un prezzo piutto-sto alto e non si svendono.
SERBATOIO CAEN Molla Wa-gue arriva dalla segnalazionedel solito osservatore franceseche ha portato in Friuli primaBenatia e poi Heurtaux. Wa-gue, arrivato la scorsa estate,giocava proprio nel Caen, ilclub che ha consacrato Tho-mas che, col suo infortunio, haregalato il gettone più impor-tante a Molla. Nato a Vernon,nel nord della Francia, dopodue presenze nella NazionaleUnder 19 ha deciso di giocarecol Mali. Scelta per lui azzec-cata perché nel 2013 ha vintoil bronzo in Coppa d’Africa,torneo che ha appena rigioca-to, non con le stesse fortune.Da qualche settimana si è ri-consegnato all’Udinese e allostaff di Andrea Stramaccioni,che sta compiendo un mezzomiracolo. Quando la scorsaestate giocò in Austria in ami-chevole contro la Dinamo Mo-sca, Wague non sembrava pro-prio un calciatore adatto allaSerie A. Lo conferma Stramac-cioni: «In settembre Molla nonpoteva allenarsi con i primi 20della prima squadra. E, inve-ce, il lavoro paga. Wague è mi-gliorato allenamento dopo al-
lenamento. Ha un fisico paz-zesco (è alto 1,91) e tanta per-sonalità. Il colpo di testa è lasua qualità migliore e mi sem-bra che si sia visto... Sia in di-fesa sia in attacco. Infatti conlui ho scelto di fare una cosache facevo anche all’Inter conRanocchia. Sul lancio dal fon-do va a colpire e spizzare lapalla».
KILLER Domenica il difensoremaliano è stato killer nell’areadel Toro: prima Padelli conuna vera prodezza ha tolto ilsuo colpo di testa dalla porta,poi è crollato nella ripresa su-bendo la rete del 3-1 che ha steso il Toro. Prima rete in se-rie A per Molla, che ha tenutoil basso profilo. «Sono moltofelice perché fare gol in A nonè cosa da poco. Se poi corri-
sponde a una vittoria è ancorameglio. Avevamo bisogno dipunti e per fortuna li abbiamofatti. Ci voleva». Il primo gol inA ha dato una nuova dimen-sione a Molla, che aveva de-buttato a Genova contro laSamp prima di Natale (poi al-tri gettoni con Lazio e Cese-na): Stramaccioni stupì tutti equella fu una delle miglioripartite in trasferta dell’Udine-se. Wague ha scalzato Bubnijcnelle gerarchie della difesa.Ma la sua vita continua tran-quilla. A Udine abita con labellissima compagna e unabambina di due anni e mezzo.Ha legato soprattutto conCyril Thereau che parla fran-cese come lui. Anche perchéMolla l’italiano non l’ha anco-ra imparato.
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6,10� La media voto di Molla Wague nel primo campionato con l’Udinese. Il difensore ha giocato cinque partite, con un gol e un cartellino giallo
5� Le reti in campionati professionistici di Wague: uno in Ligue 1, tre in Ligue 2 e uno in Serie A. A questi si aggiunge un gol in Coppa di Lega francese
L’abbraccio tra Molla Wague, 24 anni e Andrea Stramaccioni, 39, dopo il gol del difensore al Torino: il franco-maliano è in Friuli dalla scorsa estate, acquistato dal Caen come l’altro bianconero Heurtaux ANSA
ATALANTA
Addio all’ex Larsson� (ma.sp.) L’Atalanta piange Lars Larsson. Lo svedese si è spento pochi giorni prima del 50o
compleanno, per un male fulminante: punta dell’Atalanta nel 1984-85, Larsson (che sposò una bergamasca) in Italia giocò poco per un infortunio al ginocchio.
UNDER 17
Fase Elite con i prof� Si avvicina la Fase Elite dell’Europeo per l’Under 17 (21-26 marzo in Germania). Giovedì raduno a Cecchini di Pasiano (PN)per i 24 convocati, aiutati da due professori per evitare che restino indietro nei programmi scolastici.
PRIMAVERA, FINAL 8
A giugno a Genova,Chiavari e Savona� Saranno Chiavari, Genova e Savona a ospitare la Final 8 del
campionato Primavera a giugno.
CALCIO A 5
Nazionale a Genzano� (m.cal.) Da oggi a Genzano raduno dell’Italia, impegnata dal 18 al 21 marzo a Krosno (Polonia) nel Main Round di qualificazione a Euro 2016 contro i padroni di casa, la Bielorussia e la Finlandia.
DONNE, CYPRUS CUP
Italia, primo stop Battuta dal Canada� (m.cal.) In Cyprus Cup, dopo le vittorie con Sud Corea e Scozia, per la Nazionale femminile k.o. con il Canada a Nicosia (1-0).
UNDER 19 FEMMINILE
K.o. 2-1 con la Svizzera � Terzo k.o. al «10 Nations Tournament» per la Nazionale Femminile U19, battuta 2-1 dalla Svizzera a La Manga (Spagna).
TACCUINO
Magic +3RCampionato
ETO’O RICEVE A LONDRAUN PREMIO CONTRO IL RAZZISMO� Samuel Eto’o ha ricevuto a Londra la «Medal of tolerance»,
premio assegnato per la lotta al razzismo dal Consiglio europeo
per la tolleranza (nella foto, il presidente Moshe Kantor con
Eto’o). Nel 2011 il premio era andato a Re Juan Carlos di Spagna
21MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
� 1. Da sinistra Stephan El Shaarawy (Milan), George Puscas (Inter) e Daniele Baselli (Atalanta) ieri alla presentazione della settima edizione del torneo di calcio giovanile Gazzetta Cup con Ringo, che si è tenuta in via Solferino a Milano � 2. Il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, in un momento della conferenza stampa � 3. La sala Montanelli gremita: nelle prime file alcuni dei 40mila ragazzini che parteciperanno quest’anno al torneo rosa: in palio il Premio Ringo Fair Play e il Premio Ringo al Miglior giocatore BOZZANI
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TORNA GAZZETTA CUP El Shaarawy: «Io al derby»1Il milanista fissa la data del rientro alla presentazione del nostro torneoper ragazzi. C’era anche Baselli: «Il Milan? Mi sento pronto per una big»
QUANDO SI GIOCA
Il 10 giugnola finaleall’Olimpicoa 24 squadre
S iamo partiti nel 2009con 7000 partecipan-ti, siamo arrivati a 40
mila! La settima edizione diGazzetta Cup con Ringo ègià da record. Il più grandetorneo di calcio d’Italia, perragazzi dagli 8 ai 12 anni, hanumeri importanti: 3.800squadre iscritte, 7.300 parti-te da disputare, 1.800 pallo-ni Macron da prendere acalci, 80 i comitati Csi chepartecipano al progetto, 80anche le città coinvolte solonelle Fasi Interne, 20 invecele regioni: praticamente sigioca in tutta Italia. E si par-te il 3 maggio con le fasi cit-tadine, da Cagliari e Mila-no. Si chiude alla grande,mercoledì 10 giugno al-l’Olimpico di Roma, con lafinale nazionale a 24 squa-dre (ovvero le prime 12 del-le Fasi cittadine nelle duecategorie). Sì, perché il Tor-neo è strutturato in due ca-tegorie: Junior (nati nel2005-2006) e Young (2003-2004). E in tre fasi: Interne(in 500 sedi di gioco), Citta-dine (in 12 città che sonoBari, Bolzano, Cagliari, Ca-tania, Como, Macerata, Mi-lano, Napoli, Padova, Reg-gio Emilia, Roma e Torino) ela Finale Nazionale. Ah, lapartecipazione è gratuita!
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I NUMERI
3800� le squadre iscritte a questa edizione della Gazzetta Cup con Ringo, nel 2009 erano appena 700, nel 2014 erano 3.400
40� mila i ragazzi che parteciperanno quest’anno al torneo rosa. Sono 142mila quelli coinvolti sinora, dal 2009 al 2014
240� i completi da gara già pronti per chi arriverà a giocarela Fase Finale; 1800 i palloni per le 7.300 partite da disputare
STEPHAN EL SHAARAWYATTACCANTE DEL MILAN
«L’ARSENAL? PENSOAL MILAN: È FATTO
DI UOMINI VERI CHE POSSONO ANCORA
SALVARE LA STAGIONE»
GEORGE PUSCASATTACCANTE DELL’INTER
«SONO FELICE CHE MANCINI MI DIA
FIDUCIA. LAVORO PER POTER GIOCARESEMPRE DI PIÙ»
Marco PasottoMILANO
T re modi di essere ragazzi di talento. C’èquello che ormai è il guru dei baby-prodi-gio, emblema perfetto della qualità made in
Italy che il Milan esibisce con orgoglio: StephanEl Shaarawy. Poi c’è il giovane in rampa di lancio,destinato a lasciare l’Atalanta per vestire una ma-glia prestigiosa: Daniele Baselli. E infine c’è il pic-colo già grande, che a 18 anni (ne farà 19 fra unmese) può raccontare di aver giocato la prima datitolare nell’Inter in un quarto di Coppa Italia alSan Paolo di Napoli: George Puscas. Milan, Ata-lanta e Inter li hanno prestati volentieri per unpomeriggio alla Gazzetta, perché Gazzetta Cup èrivolta ai giovani e loro sono personaggi perfettiper raccontare il calcio – il loro calcio – a una pla-tea di cento ragazzini adoranti fra gli 8 e 12 anni.
UOMINI VERI Il più popolare ovviamente è ElShaarawy: quando entra lui si spengono le chiac-chiere e si accendono le fotocamere dei cellulari.Stephan ha la gamba destra fasciata dal tutore,ma non ha più le stampelle già da diversi giorni.Il recupero procede bene: «Mercoledì (domani,ndr) ho una visita di controllo: se andrà bene gio-vedì vedrò il professor Van Dijk e lo toglierò.Quando potrei tornare? Il mio obiettivo è il derbydel 19 aprile. Mi spiace osservare da fuori i pro-
blemi del Milan: responsabilità e colpe sono ditutti, ma il nostro è un gruppo di uomini veri chepossono ancora salvare la stagione. L’Arsenal èinteressato a me? La cosa è gratificante, ma il mioobiettivo è tornare a far bene nel Milan».
NIENTE MAGLIA Poi ElSha sale sul palco con Ba-selli e Puscas, e la giovanissima platea si scatenacon le domande. «A chi vuole fare questo mestie-re consiglio umiltà e determinazione – dice Ste-phan –. Non mollare mai, e io ne so qualcosa. Ilmio sogno è diventare un top mondiale». AnchePuscas, che è romeno, parla di «grandi sacrifici»per arrivare ad alti livelli e Baselli consiglia di«non fare come me a scuola, non sono un grandeesempio». Risate. Poi la domanda immancabile: ivostri modelli? El Shaarawy nomina Kakà, Basel-li cita Pirlo e Puscas racconta divertito: «Il mioidolo è Ibra. Una volta gli ho chiesto la maglia manon me l’ha data perché l’aveva già promessa aun altro. Ci sono rimasto male». C’è spazio persorridere, e anche per questioni più serie. Baselliad esempio racconta che «col Milan non c’è statonessun contatto, ma il loro interesse mi ha fattoun piacere enorme. A giugno vedremo. Comun-que il progetto di una squadra giovane e italianami piace molto, per me sarebbe un vantaggio...Se sono pronto per una big? Mi manca continui-tà, ma sono cresciuto molto: credo di sì». Già, cre-scere: proprio ciò che si chiede a un ragazzo.
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CalcioRL’iniziativa
22 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GazzettaTv, è tempo di calciomercato1Sul canale 59 spazio alla crisi del Milan, ai numeri e alle curiosità della Serie A con «Fantanews»
Gabriella Mancini
U na settimana ricca di ap-puntamenti su Gazzetta-Tv, sul Canale 59. Oggi,
a Calciomarket spazio alla pan-china bollente di Pippo Inzaghicon il procuratore Oscar Da-miani, domani la rubrica Bom-ber sarà con Luca Toni, già aquota 11 gol, giovedì RacheleGiuliano sarà la regina dellarubrica del volley, e venerdì,oltre all’appuntamento con ilbasket, il tecnico del Real CarloAncelotti si confesserà a CondòConfidential. Weekend a tuttadiretta con basket e volley: sa-bato alle 20 la A con Pistoia-Ve-nezia, e domenica il debuttodel campionato di pallavolofemminile con LiuJo Modena-Imoco Conegliano alle 19.
EMOZIONI Ma veniamo ai pro-grammi di oggi. Nel pomerig-gio, alle 14.15, le grandi emo-zioni dei gol della 26esimagiornata. Sempre all’internodel Tg di GazzettaTv, alle 14.45e alle 20.45 calcio e ironia conil trio comico Autogol che siscatena nelle imitazioni deipersonaggi: oggi è la volta diClarence Seedorf che sdottore-rà sulla crisi del Milan, e di Au-relio De Laurentiis che com-menterà la rimonta dell’Intercontro il Napoli. Alle 15.05 po-meriggio all’insegna dell’av-ventura con Explorers, alle15.30 la rubrica Campioni aconfronto con i duelli tra glispagnoli Raul e David Villa etra gli olandesi Clarence See-dorf e Wesley Sneijder mentrela squadra sotto la lente d’in-grandimento sarà l’Inghilterra.
Alle 16.05 Sport Science, lascienza nello sport, e alle 18.30largo a +3 Fantanews, che sve-la i trucchi del fantacalcio conDeborah Schirru, FrancescoLetizia e il nostro G.B. Olivero,che commenterà le pagelle del-la sfida di sabato sera tra Mi-lan-Verona.
MERCATO Alle 19, come detto,Calciomarket, con aggiorna-menti di calciomercato di Car-lo Laudisa e Federica Miglia-vacca: l’ospite di oggi è OscarDamiani, concentrato sul futu-ro della panchina del Milan.Poi i motori con Coulthard inprimo piano e alle 23 GazzettaNews focalizzato su Cham-pions League ed Europa Lea-gue, partendo da Real-Schalke04 e Porto-Basilea.
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� 1 Lo studio di Calciomarket con Carlo Laudisa, Federica Migliavacca e il direttore generale della Juventus ospite della scorsa puntata 2 Oscar Damiani, ospite a Calciomarket 3 Clarence Seedorf è il bersaglio del trio Autogol e protagonista di Campioni a confronto BOZZANI OMEGA ANSA
21
3
19Stasera, Calciomarket punta l’obiettivo sulla panchina di Filippo Inzaghi, con Oscar Damiani ospite in studio
L’ORARIO
IL PALINSESTO
Questa è la programmazione di GazzettaTv per la giornata di oggi
MATTINALe notizie con il caffèil primo tg è alle 77. Gazzetta News7.15 Gazzetta News7.30Gazzetta News 7.45 Gazzetta News8 Gazzetta News8.45 Gazzetta News9.05 Sport Science10.05 Condò Confidential10.30 Campioni a confronto 11.05 The Speedgang 13.00 Gazzetta News13.30 Gazzetta News
POMERIGGIOIn compagnia con i CampioniFantanews e Calciomarket 14.Gazzetta News 14.15 Tuttogol14.45 Gli autogol15.05 Explores15.30 Campioni a confronto16.05 Sport Science18.30 +Fantanews19 Calciomarket20.00 Gazzetta news20.30 Gazzetta News
SERASerata con Gazzetta Newssulle coppe europee21.05 The SpeedGang23 Gazzetta News
Le emozioni dei golPoi Fantacalcioe novità sugli affari
Siamo in onda!R
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Se possiedi una Sky Digital Key1. Premere il tasto Menu del telecomando SKY e premere OK per accedere al digitale terrestre2. Premere il tasto rosso (Ricerca) e lasciar inviata la configurazione3. Premere due volte il tasto rosso (Avvia ricerca)4. Attendere il completamento dei canali e quindi premere OK
23MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
L’AVVENTUROSOdi REINHOLDMESSNER
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DIRETTORE RESPONSABILEANDREA MONTI
VICEDIRETTORE VICARIOGianni Valenti
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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
PRESIDENTE Angelo Provasoli
VICE PRESIDENTE Roland Berger
AMMINISTRATORE DELEGATOPietro Scott Jovane
CONSIGLIERI Fulvio Conti,Teresa Cremisi,Luca Garavoglia,Attilio Guarneri,Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni
DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri
OPINIONI
Caro Cerruti, finalmente ci presentiamo in Europa League con cinque squadre e in Champions la Juventus potrebbe mettere la ciliegina sulla torta. Il ranking Uefa ci premia. Questo potrebbe essere l’inizio per un nuovo ciclo?
Fabio Giacomo Cobianchi, Pieve PortoMorone (Pavia)
Vorrei rispondere subito sì a questa domanda, ma siamo soltanto alla vigilia degli ottavi di Europa League e quindi preferisco aspettare le semifinali, quando emergeranno i veri valori delle squadre, a cominciare dalle nostre. In attesa di sapere che cosa succederà da giovedì in avanti, è bello però sottolineare il record di cinque italiane negli ottavi, perché a questo punto della competizione al massimo ne avevamo presentato 4, in ben quattro edizioni, quando l’Europa League si chiamava coppa Uefa. Già, lavecchia coppa Uefa che fa ammalare tutti di nostalgia, in particolare il triste Parma di questi giorni perché proprio il Parma guidato da Malesani, con i futuri campioni del mondo Buffon e Cannavaro in campo, è stata l’ultima squadra italiana a vincere la coppa Uefa, sotto la neve di Mosca, battendo 3-0 il Marsiglia nel 1999. Cose dell’altro secolo, appunto, quando era normale, non eccezionale, dominare in Europa e le finali tra italiane in coppa Uefa furono quattro, con i successi della Juventus sulla Fiorentina nel 1990, dell’Inter sulla Roma nel 1991, del Parma sulla Juventus nel 1995 e dell’Inter sulla Lazio nel 1998. Rivedere una finale italiana non è impossibile, ma la strada è lunga. Prima bisogna pensare di portare quattro squadre ai quarti, perché una purtroppo salterà nella
doppia sfida Roma-Fiorentina. E al di là di questo derby bisogna fare attenzione al livello degli avversari. Il Wolfsburg, che affronterà l’Inter, non è il Celtic, perché ha ottimi giocatori non soltanto in attacco ma anche in difesa, come l’esterno sinistro Rodriguez della nazionale svizzera. La Dinamo Mosca impegnerà il Napoli, non come i morbidi turchi del Trabzonspor. E soprattutto lo Zenit San Pietroburgo, molto più abituato alle coppe del Torino grazie alla sua esperienza in Champions, sarà uno scoglio durissimo. Per questi motivi, presentare quattro squadre ai quarti sarebbe un successo clamoroso, ma se si vuole ragionare in grande bisogna pensare alla finale perché l’anno scorso la Juventus, che sembrava favoritissima, si arrese al Benfica, poi battuto dal Siviglia a Torino. E visto che parliamo di Juventus, in assoluto proprio la sua impresa, martedì prossimo a Dortmund, è la più difficile, sia per il valore dei tedeschi, sia perché il 2-1 dell’andata è un cuscino insufficiente per dormire sonni tranquilli. Ma anche nel caso di una sua beneaugurante qualificazione, è quantomeno improbabile sognare il ritorno della Juventus in finale, 12 anni dopo l’ultima sfida persa ai rigori col Milan. Meglio puntare allora sul quintetto italiano in Europa League, competizione che tra l’altro produce più punti per il ranking Uefa e garantisce alla vincitrice il rientro in Champions. Con un’avvertenza finale da non sottovalutare. Non si confonda il calcio italiano con le squadre italiane, perché Fiorentina, Inter, Napoli, Roma e Torino si sono meritatamente qualificate agli ottavi con altrettanti successi al ritorno segnando 9 gol, soltanto 2 dei quali però (Quagliarella su rigore e Darmian) con giocatori italiani. Discorso da allargare alle due reti straniere della Juve col Borussia. Per la serie: ecco perché Conte ha poco da festeggiare.
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Le nostre squadre protagoniste
IN EUROPA LEAGUEMANITA ITALIANACON POCHI ITALIANI
FEDERICA PELLEGRINIOlimpionica di nuoto� La prima PASTA con la P maiuscola da un mese e mezzo a questa parte!!! #verona@mafaldina88
www.gazzetta.it
TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO
La vignettadi Stefano Frosini
MAX BIAGGIEx pilota MotoGP � Arrivo a @Vallelunga e in albergo mi danno la stanza 58... Ciao Sic!@maxbiaggi
KELIA MONIZCampionessa di surf� Tenersi per mano, ti fa sentire molto meglio @keliamoniz
TEMPI SUPPLEMENTARIdi ALBERTO CERRUTIemail: [email protected]
IRUTI
L’ abbraccio trionfante traAgnelli, Marotta e Nedved,colto dalle telecameredello Stadium al fischiofinale, dice chiaro che la
Juve ha voluto fortemente questo +11 che per il momento blinda il quarto scudetto consecutivo in modo da potersi concentrare sulla primavera di coppa. Però ci sono voluti ottantadue minuti per piegare il Sassuolo, in casa, con la formazione che per nove, dieci o anche undici undicesimi vedremo in campo a Dortmund... Non si può certo parlare di una Juve stratosferica. Quella si spera di poterla ammirare in Champions. Era solo un allenamento? No, si è giocato sul serio e la squadra ha onorato l’impegno assecondando la profezia del suo allenatore: «Mi basta l’1-0». Accontentato con un secondo tempo in rialzo. Però la testa dei titolari di Allegri era già al Borussia lo si è capito chiaro in quei 60 e più minuti di vuoto agonistico. La Roma? Beh, quella è la rivale di ieri, giusto e inevitabile concentrarsi sull’immediato futuro. E il ritorno di Paul Pogba nei panni del gran protagonista è un fatto che rincuora il popolo bianconero.
Alle spalle della Juve ormai tricolore, la Lazio agganciando il Napoli a spese della Fiorentina ha ufficializzato che la corsa al secondo e terzo posto Champions non ha un pronostico. E bisogna fare i complimenti al computer della Figc che magari istruito da un Alfred Hitchcock assai competente di calcio ha preparato il seguente finale di campionato: penultima giornata, derby di Roma più Juve-Napoli; ultima giornata con lo scontro
diretto Napoli-Lazio possibilissimo spareggio per il secondo/terzo posto utile. Se la Roma non si sfascia. Già perché da qui a Pasqua (4 aprile) i giallorossi devono risolvere la loro conclamata crisi vedendosela con una formazione granitica qual è la Sampdoria di Mihajlovic nel contesto di un lunedì che prevede anche Fiorentina-Milan e Torino-Lazio: affascinante programmino notturno. Dopo di che la Roma andrà a trovare il sempre combattivo Cesena e quindiriceverà il Napoli in un faccia a faccia che speriamo tutti non travalichi il campo da gioco. Garcia deve riuscire in fretta a spazzare i veleni dallo spogliatoio ricompattando i suoi uomini attorno alle idee, ai movimenti e alle soluzioni che nella prima parte del torneo gli avevano permesso di staccare la muta di cani Champions e di pressare la capolista. Chiaro che lo sfogo a caldo nel dopo Chievo non è stato dettato dalla delusione contingente, la serie nerissima affonda le sue radici in quel pari casalingo col Parma in contemporanea col 2-2 della Juve a Cesena. Certo, si parla tanto di fatal Verona per il Milan ma se consideriamo che lo 0-0 di domenica fa il paio con l’1-1 contro l’Hellas, ecco che il Bentegodi non può essere considerato uno stadio amico dei romanisti.
Per giunta, la Lazio vista ieri sera fa impressione: è una oliatissima macchina da gol, ormai. Il primo tempo si sarebbe potuto chiudere sul 6-0 senza i piccoli errori di mira (Felipe Anderson, lo spettacolare bis di Biglia con parata sul palo di Neto) e maggiore determinazione (Klose) una volta giunti davanti a Neto. La prestazione fa ancora più scalpore e diventa un sinistro sms per la Roma, che ha visto il suo margine sui cugini ridursi di otto lunghezze in appena quattro turni. La Lazio alla 22a era sesta a quota 34, col Napoli a 42! Applausi.
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il campionato
JUVE, VOLO SCUDETTO DIETRO UNA CORSAMERAVIGLIOSA IL COMMENTOdi NICOLA CECEREemail: [email protected]
twitter: @nicecere
TOECEREcs.it
e
I n Patagonia e anche sul Cerro Torre lenuove generazioni stanno compiendoimprese a ripetizione. Ma continua a far
discutere quel che sulla famosa montagna
Protagonisti Maestri e Egger
IL PASTICCIACCIO DELLA SCALATA DEL 1959 SUL CERRO TORRE avvenne o non avvenne 56 anni fa. È una storia importante. Non può essere racchiusa qui in una sola volta. Vi chiedo quindi pazienza. Rolando Garibotti è un forte alpinista e un grande esperto del Cerro Torre. Mi ha scritto, e lo ringrazio, per spiegarmi perché ritiene di avere trovato la prova definitiva che la più famosa delle bellissime montagne della Patagonia non fu salita per la prima volta nel 1959 da Cesare Maestri e da Toni Egger, poi morto nella discesa. Ne ho già
scritto sulla Gazzetta. Rolando ha fatto una grande indagine partendo da una foto che compare nel libro «Arrampicare è il mio mestiere» dello stesso Maestri. Ha dimostrato che la didascalia è sbagliata: la parte di montagna inquadrata non appartiene al Cerro Torre, come indicato, e soprattutto è sul versante Ovest, dove mai Maestri ha detto d’essere stato. Rolando però accetta che l’alpinista ripreso sia proprio Egger, come indicato nella didascalia sbagliata.
Maestri ha confermato alla Gazzetta il grave errore contenuto nella didascalia e ha dichiarato che la foto è della spedizione dell’anno prima. Ma, come sottolinea Garibotti, nella accurata relazione di colui che era il capo di quella prima spedizione al Cerro Torre, Bruno Detassis, non c’è un giorno in cui qualche cordata sia andata fino al Colle Standhardt, da dove la foto è stata scattata. Maestri dice che ci andò in una non significativa uscita con Luciano Eccher. Sul versante Ovest del Torre in quei giorni c’erano Walter Bonatti e Carlo Mauri.
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24 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
25MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ancelotti se la ride«Toglietemi tuttoma non la Bbc»1Real Madrid-Schalke per spegnere le critiche «Bale, Benzema e Cristiano? Sempre insieme»
CHELSEA (4-2-3-1)
PSG (4-3-3)
COURTOIS13
IVANOVIC2
CAHILL24
TERRY26
AZPILICUETA28
MATIC19
FABREGAS4
WILLIAN22
OSCAR11
HAZARD10
COSTA19
SIRIGU30
MARQUINHOS5
DAVID LUIZ32
THIAGO SILVA2
MAXWELL17
VERRATTI24
MOTTA8
MATUIDI14
CAVANI9
IBRAHIMOVIC10
PASTORE27
DOMANI Ore 20.45
CHELSEA PANCHINA 1 Cech, 5 Zouma, 6 Aké, 7 Ramires, 23 Cuadrado, 18 Remy, 11 Drogba.ALLENATORE Mourinho.SQUALIFICATI nessuno.DIFFIDATI Ivanovic, Filipe Luis, Fabregas.INDISPONIBILI Mikel.
PSGPANCHINA 1 Douchez, 6 Camara, 21 Digne, 23 Van Der Wiel, 4 Cabaye, 25 Rabiot, 22 Lavezzi.ALLENATORE BlancSQUALIFICATI nessunoDIFFIDATI Van Der Wiel, Verratti.INDISPONIBILI Aurier, Lucas.
ARBITRO Kuipers (Ola)TV Italia 1, Sport Mediaset
BAYERN (4-2-3-1)
SHAKHTAR (4-4-2)
NEUER1
LEWANDOWSKI9
RAFINHA13
J.BOATENG17
BADSTUBER28
SCHWEINSTEIGER31
ALABA27
ROBBEN10
MULLER25
RIBERY7
BERNAT18
PYATOV30
SHEVCHUK13
STEPANENKO6
KUCHER5
SRNA33
TAISON28
ILSINHO77
FRED8
D. COSTA20
A. TEXEIRA29
L. ADRIANO9
DOMANI Ore 20.45
BAYERNPANCHINA 23 Reina, 4 Dante, 5 Benatia, 30 Weiser, 20 Rode, 19 Götze, 14 PizarroALLENATORE GuardiolaSQUALIFICATI X. AlonsoDIFFIDATI nessunoINDISPONIBILI J.Martinez, T. Alcantara, Lahm
SHAKHTARPANCHINA 32 Kanibolotskiy, 44 Rakitskiy, 18 Ordets, 17 Fernando, 32 Kryvtsov, 11 Marlos, 21 GladkiyALLENATORE LucescuSQUALIFICATI nessunoDIFFIDATI SrnaINDISPONIBILI Bernard
ARBITRO Collum (Sco)TV Sky Sport 1, Plus, Calcio 1
PORTO (4-3-3)
BASILEA (4-2-3-1)
FABIANO12
DANILO2
MAICON4
MARCANO5
TELLO11
BRAHIMI8
ABOUBAKAR99
CASEMIRO6
HERRERA16
EVANDRO15
ALEX SANDRO26
VACLIK1
SAFARI19
SAMUEL6
SCHAR16
XHAKA34
ZUFFI7
GASHI11
STRELLER9
GONZÁLEZ25
ELNENY33
FREI20
OGGI Ore 20.45
PORTOPANCHINA 1 Helton, 3 Martins Indi, 36 Rúben Neves, 30 Óliver, 7 Quaresma, 10 Quintero, 39 PaciênciaALLENATORE LopeteguiSQUALIFICATI nessunoDIFFIDATI Marcano, Maicon, Danilo Alex Sandro, Torres, INDISPONIBILI Martinez
BASILEAPANCHINA 18 Vailati, 4 Degen, 5 Ajeti, 39 Callà, 24 Hamoudi, 14 Kakitani, 36 EmboloALLENATORE P. SousaSQUALIFICATI Suchy DIFFIDATI Gonzalez, Xhaka, Elneny, Samuel, FreiINDISPONIBILI Delgado, Ivanov
ARBITRO Eriksson (Sve) TV Sky Sport Plus, Calcio 2
REAL MADRID (4-3-3)
SCHALKE (3-5-2)
CASILLAS1
ARBELOA17
PEPE3
VARANE2
LUCAS SILVA16
KROOS8
ISCO23
BALE11
BENZEMA9
CRISTIANO RONALDO7
MARCELO12
WELLENREUTHER40
AOGO15
NASTASIC31
MATIP32
HOWEDES4
GORETZKA8
UCHIDA22
HOGER12
FUCHS23
HUNTELAAR25
CHOUPO MOTING13
OGGI Ore 20.45
REAL MADRIDPANCHINA 13 Keylor Navas, 15 Carvajal, 24 Illarramendi, 19 Modric, 6 Khedira, 20 Jesé, 14 Hernandez.ALLENATORE Ancelotti SQUALIFICATI nessunoDIFFIDATI Marcelo, KroosINDISPONIBILI James Rodriguez, Sergio Ramos, Coentrao
SCHALKE PANCHINA 28 Wetko, 27 Barnetta, 24 Kaan Ayhan, 33 Neustädter, 3 Kirchhoff, 7 Meyer, 33 Platte.ALLENATORE Di MatteoSQUALIFICATI K.P. BoatengDIFFIDATI Hoger, HuntelaarINDISPONIBILI Obasi, Draxler, Farfán, Fährmann, Giefer
ARBITRO Skomina (Slv)TV Sky Sport 1, Calcio 1,
DOMANI IN CAMPO
Costa e David Luiz: paure inglesiQuanti grattacapi per Mourinho1Il centravanti del Chelsea non ha ancora segnato in Champions, il brasiliano torna a Stamford Bridge con il Psg dopo aver attaccato il tecnico: «Non è speciale»
COMPAGNI MANCATI IN NAZIONALE� David Luiz, a sinistra, ha disputato il Mondiale con il Brasile. Il suo connazionale Diego Costa, a destra, lo ha giocato invece con la Spagna, naturalizzato dopo una gara con la Seleçao
Stefano BoldriniCORRISPONDENTE DA LONDRA
A due giorni dalla sfidaChelsea-Psg, tra i mediainglesi tiene banco il ri-
torno di David Luiz alloStamford Bridge: è la primavolta che il brasiliano si presen-ta da avversario e una frase pro-nunciata sul conto di Mourinho(«non è speciale per me») bastae avanza per fare del giocatorevenduto a peso d’oro la scorsaestate il personaggio da spolpa-re. Che Luiz non sia un adorato-re dell’allenatore portogheserientra nella logica delle cose eche l’ex Chelsea non si inchinidi fronte alla sua grandezza ap-pare persino scontato. La que-stione-Luiz riesce ad oscurare ilritorno di Matic dopo la squali-fica – ma il serbo non sta benis-simo perché si è fatto male, purnon giocando, durante i festeg-giamenti di Wembley dopo laconquista della Coppa di Lega –e gli ultimi aggiornamenti sulnuovo contratto di Ivanovic, adun passo dalla firma. Il difenso-re serbo dovrebbe strappare po-co meno di 100 mila sterlinelorde la settimana. Salute.
COSTA A DIGIUNO L’1-1 delParco dei Principi impone peròaltre riflessioni. E’ un risultatoche dà un leggero vantaggio al
Chelsea, ma giustamente Mou-rinho tiene sulla corda l’am-biente: «Per ora, abbiamo supe-rato solo il primo tempo. Miaspetto una gara difficile, in cuisarà importante non sbagliarele occasioni che riusciremo acreare». Il discorso chiama incausa il bomber principe deiBlues: Diego Costa. Ha segnato17 gol in campionato e zero inChampions: un contrasto trop-po netto. Il confronto con Cava-ni – 6 reti – e Ibrahimovic – 2 – èimpietoso. Il vecchio Drogba –l’ivoriano festeggia proprio do-
mani i 37 anni, auguri - è a quo-ta 2. Persino Remy ha infilato ilpallone in porta.
ATTESE Lo spagnolo ha orgo-glio – talvolta anche troppo – emezzi tecnici per reggere il pal-coscenico nel giorno in cui alloStamford si esibiranno Ibrahi-movic – il campione mai avuto –e Cavani – il sogno che potrebbetornare d’attualità -. Mourinho,che ha speso non poche paroleper difendere il suo bomber agennaio durante la fase caldadei cosiddetti Costa’s crime - le
famose accuse di essere un pic-chiatore - , si aspetta ora di esse-re ricambiato. Il portoghese dàsempre qualcosa di speciale aisuoi calciatori, ma è esigenteanche al contrario. Del resto,non pretende nulla di straordi-nario dal centravanti: fare il suodovere, quindi segnare.
ESAME La prestazione con ilWest Ham non appare tropporassicurante: Costa ha fallito unpaio di occasioni, mostrandouna lentezza insolita. Un calo diforma ci può stare, soprattuttoin una stagione logorante comequella inglese, ma i campionidevono essere grandi anche inquesto: superare in fretta i mo-menti di appannamento e riu-scire ad essere decisivi nelle ga-re che contano. Questo Chel-sea-Psg appartiene alla catego-ria dei match importanti. Conl’Arsenal praticamente elimina-to e il Manchester City quasifuori, toccherà ai Blues svento-lare ancora la bandiera inglesein Champions. Uscire agli ottavirappresenterebbe un colpo bas-so, nonostante Mourinho abbiala Premier in pugno. Lo SpecialOne conosce bene le regole diquesto mondo «volatile», comedicono da queste parti: eccoperché sta preparando la sfidacon i francesi come se fosse unafinale.
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Filippo Maria RicciCORRISPONDENTE DA MADRID
S arà perché sono entrambiitaliani. O perché vedonoil calcio in maniera simile.
O perché vengono da famiglieche hanno insegnato loro ad ap-prezzare le cose buone e valo-rizzare il denaro. Certo è cheCarlo Ancelotti e Roberto DiMatteo sono d’accordo: la Bbcnon si spegne.
BBC STONATA Bale, Benzema e
Cristiano Ronaldo non attraver-sano un gran momento di for-ma. Il gallese non segna da 8partite, i 3 insieme nelle 14 garedel nuovo anno hanno fatto 15gol quando Messi da solo è già a18, e con gli amici Neymar eSuarez arriva a 40. «Però io noncambio idea, né filosofia, né si-stema: se Bale, Benzema e Ro-naldo stanno bene giocano.Sempre. E sempre nella stessaposizione, perché così rendonodi più e così abbiamo vinto 4trofei in un anno», dice Ancelot-ti. Sinceramente è una costosa
pena vedere il gallese contor-cersi per crossare con l’esternosinistro da destra, o provaresenza grande esito col piedemeno buono. Però Ronaldo nonmolla la fascia sinistra, ed evi-dentemente non gradisce nem-meno l’idea di andare a fare il 9con relativo cambio di sistema:un 4-4-2 che stampa e tifosi quia Madrid chiedono a gran voce.
BBC INARRESTABILE «Io nonvedo in crisi il Madrid, e nem-meno la Bbc – dice Di Matteo –sinceramente considero queitre inarrestabili». Roberto è aldebutto al Bernabeu («Sonostato qui una sola volta, da spet-tatore, per la finale di Cham-pions Inter-Bayern del 2010») enon sembra credere granchénemmeno nella remontada:«Spero che i giornalisti abbianoragione ma io non vedo il Ma-drid in difficoltà. E poi Carlo èun allenatore al top, uno che haallenato grandi campioni e vin-to: al mondo non ce ne sonomolti al suo livello». EppureCarlo è sulla graticola: «In que-sti giorni complessi si è sentitoappoggiato dal club e dal presi-dente?», Ancelotti ha sorriso alungo… «In questi giorni ho ri-cevuto tante telefonate dal pre-sidente, c’è grande affetto». Etutti a ridere con lui. A rassere-nare l’animo di Carlo la notiziache Modric stasera tornerà incampo dopo quasi 4 mesi e cheRamos lo farà domenica. Inquesto momento di appanna-mento del Madrid si è parlatopoco delle grandi assenze: il Re-al sta recuperando pezzi fonda-mentali, e occhio: all’andata deiquarti di Champions mancanoaddirittura 5 settimane. Il Ma-drid recupererà anche JamesRodriguez, e l’assalto alla «Un-décima» potrà continuare. Ameno che stasera lo Schalkenon faccia il miracolo e rovescilo 0-2 di Gelsenkirchen. In quelcaso, per Ancelotti saranno guaiseri.
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IL TABELLONE
Paris S.G. (Fra) Chelsea (Eng)
Shakhtar Donetsk (Ucr) Bayern Monaco (Ger)
RITORNO domani
RITORNO oggi
RITORNO 18 marzo
QUARTIA: 14-15 APRILER: 21-22 APRILE
1-1
0-0
Manchester City (Ing) Barcellona (Spa)
JUVENTUS Borussia Dortmund (Ger)
1-2
2-1
Schalke (Ger) Real Madrid (Spa)
Basilea (Svi) Porto (Por)
0-2
1-1
RITORNO 17 marzo
B. Leverkusen (Ger) Atletico Madrid (Spa)
Arsenal (Ing) Monaco (Fra)
SEMIFINALI FINALEA: 5-6 MAGGIOR: 12-13 MAGGIO
1-0
1-3
6 GIUGNO A BERLINO,OLYMPIASTADION
GDS
ChampionsRRitorno ottavi
� (a.v.) Paulo Sousa torna in Portogallo alla guida del Basilea per tentare l’impresa dopo l’1-1 in Svizzera. «Potremo fare meglio dell’andata, abbiamo ottimismo e speranza», ha detto l’ex giocatore di Juve e Inter. Il Porto di Lopetegui sta facendo però una Champions molto interessante. Non ha ancora perso, è una delle realtà più efficaci e presenta una proposta di gioco difficile da contrastare. All’allenatore spagnolo stasera mancherà il capitano Jackson Martinez, infortunatosi la settimana scorsa e che dovrà restare fuori per circa un mese. Al suo posto ci sarà Aboubakar, attaccante del Camerun che nel dicembre scorso ha impressionato contro lo Shakhtar.
L’ALTRA GARA
Paulo Sousasfida il Portocon il Basilea
Carlo Ancelotti, 55 anni, con il capellino parla con Ronaldo e Bale A.IM
26 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
27MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Il Modena nel destinoL’atteso ex Marcolinora si gioca il Catania1L’esonero due anni fa, poi un k.o. fatale con il PadovaIn tre trasferte di fila gli serve la prima vittoria esterna
IL POSTICIPO DELLA 30a
Entella, tre puntiper il sorpassoCade il Cittadella1Staiti realizza il primo gol in BIl raddoppio è di Costa FerreiraCoralli non basta: playout vicini
Italo VallebellaCHIAVARI (GENOVA)
M odi differenti di interpretare una par-tita. Ma la riflessione finale è che nelcalcio ha sempre ragione chi la butta
dentro più volte. Al Cittadella non basta tene-re il pallino del gioco per la maggior parte deltempo. Perché l’Entella lascia l’iniziativa agliavversari, ma nei momenti giusti è chirurgicaa colpire. Lo fa Staiti con il suo primo gol in Bnel primo tempo (mezza dormita della difesaveneta), lo imita Costa Ferreira, opportuna-mente mandato in campo nel finale. In mezzomolto Cittadella. Ma alla squadra veneta man-ca lo spunto importante e non gli basta Sgri-gna che, finché non viene relegato largo a sini-stra, mette in difficoltà più volte la difesa av-versaria. A volte la mira è imprecisa, a volte cipensa Paroni a sventare le minacce. Decisive leparate su Sgrigna su punizione nel primo tem-po e Stanco a inizio ripresa, ma anche quellasu Gerardi subito dopo il 2-0 di Costa Ferreira.Il gol, comunque, il Cittadella riesce a segnar-lo con il solito Coralli (ma che errore Paroni).I simboli dell’incontro diventano, per i modi diinterpretare il match, i centrali di centrocam-po. Rigoni da una parte smista palloni cercan-do di dare ordine alla squadra, Di Tacchio dal-l’altra si erge a muro davanti alla difesa. Me-glio la concretezza dell’Entella alle geometriedel Cittadella, insomma. Sorpasso e tre puntipesanti per l’Entella: la doppia vittoria all’an-data e al ritorno potrebbe avere un peso in unaclassifica ingarbugliata nella parte calda.
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ENTELLA-CITTADELLA 2-1
PRIMO TEMPO 1-0MARCATORI Staiti (E) al 20’ p.t.; Costa Ferreira (E) al 35’,Coralli (C) al 42’ s.t.ENTELLA (4-3-3) Paroni 6,5; Belli 6 (dal 38’ s.t. Russo s.v.), Cesar 7, Ligi 6,5, Iacoponi 5,5; Staiti 6 (dal 15’ s.t. Botta 6), Di Tacchio 7, Volpe 6; Cutolo 6 (dal 29’ s.t. Costa Ferreira 7), Sforzini 6, Masucci 6,5. (Ayoub, Troia-no, Mazzarani, E. Lanini, Lewandowski, Battocchio). All. Prina 6,5.CITTADELLA (4-4-2) Pierobon 6,5; Cappelletti 6, Scaglia 6, Camigliano 6,5, Barreca 6; Kupisz 6,5, Rigoni 7, Busel-lato 6, Minesso 6 (dal 13’ s.t. Gerardi 6); Stanco 5 (dal 31’ Coralli 6,5), Sgrigna 7 (dal 39’ s.t. Schenetti s.v.). (Valenti-ni, Pecorini, De Leidi, Benedetti, Donazzan, Bazzoffia). All. Foscarini 5,5.ARBITRO Mariani di Aprilia 6,5.GUARDALINEE Carbone 6,5-Pentangelo 6,5.AMMONITI Masucci (E), Gerardi (C) e Kupisz (C) per gioco scorretto; Di Tacchio (E) e Rigoni (C) per proteste.NOTE paganti 582, incasso di 9.815,90 euro; abbonati 1.120, quota di 9.166,74 euro. Tiri in porta 4-8. Tiri fuori 3-5. In fuorigioco 1-1. Angoli 1-6. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 4’.
Francesco CarusoCATANIA
U n mese fa nevicava e lapartita fu rinviata, oggiil meteo promette sere-
no, ma a fine gara potrebberoesserci lampi e tuoni nello spo-gliatoio del Catania in caso disconfitta. La gara di Modenadovrebbe segnare uno spar-tiacque per la squadra sicilianache non vince da più di un me-se (31 gennaio, 2-0 contro ilPerugia). Strani incroci quellifra la squadra emiliana e DarioMarcolin. Il 44enne brescianoè un ex e in quella città ci harimesso le penne già duevolte. Marcolin arrivò sullapanchina gialloblù dopo unpaio di esperienze da vicedi Mihajlovic, la prima pro-prio a Catania dove il tecnicoserbo subentrò ad Atzori nel2009-10 e portò con sé Mar-colin che aveva fatto l’assi-stente di Mancini (grandeamico di Sinisa) all’Inter.
IN PROPRIO Dopo la salvez-za ottenuta quasi miracolo-samente, il duo si spostò inToscana per allenare la Fio-rentina, ma quando Mihajlo-vic nel campionato successivovenne esonerato, andò via pu-re Marcolin, era il novembredel 2011. Là finisce il sodaliziodei due tecnici. L’anno seguen-te Marcolin accetta di allenarein B il Modena, chiamato dal-la nuova proprietà che fa capoa Caliendo. La partenza èbuona e i canarini concludo-no il girone d’andata con labella cifra di 32 punti. Qual-cosa s’inceppa però nel ritor-no: dopo la lunga sosta in-vernale e un ritiro a Ischia,la squadra non riesce a ri-trovare il ritmo della pri-
ma parte del torneo e dopo 2sconfitte di fila contro Grosse-to ed Empoli (3 in realtà in 4partite compresa quella di Bre-scia) salta Marcolin. Al suo po-sto arriva Novellino.
FATAL MODENA In estate l’exd.g. del Modena, Alessio Seccosi trasferisce a Padova e chia-ma l’allenatore bresciano. Mail connubio non è fortunato e lapanchina salta quasi subito.Appena un punto nelle prime 6giornate: fatale l’ultima rime-diata proprio a Modena (3-1).Oggi Marcolin, per la primavolta dopo quel brutto pome-riggio, torna al Braglia. Ci ar-
riva col Catania in crisi dirisultati e di classifica.
La scelta di allontana-re il preparatore
Ventrone una deci-na di giorni addie-tro, doverosa an-
corché tardiva, nonha ancora prodotto gli ef-fetti sperati. In 8 gare il tec-nico che ha sostituito San-nino ha centrato solo 2 vit-torie, nel doppio turno ca-salingo contro Pro Vercellie Perugia, accompagnateda 3 pareggi e altrettantesconfitte. Il Catania e Mar-
colin aprono a Modena uno«chemin de fer» che potrebberisultare decisivo per entram-bi. Dopo l’Emilia ci saranno al-tre 2 gare esterne contro Vi-cenza ed Entella. I siciliani inquesta stagione non hanno an-cora vinto in trasferta, c’eranoandati vicini una settimana fa aBari, raggiunti nel finale (1-1). Ora hanno 3 tentativi di filaper colmare la lacuna, parten-do proprio dal Braglia, da quel-la fatal Modena che Marcolinspera ci cancellare con il primosuccesso esterno.
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Dario Marcolin,44 anni, in otto partite con il Catania ha conquistato solo 9 punti, frutto di 2 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte GETTY IMAGES
Lega ProR
IL CASO
� MILANO (ni.bin) In questi mesi di alta tensione attorno a Mario Macalli, torna a galla il caso Pergocrema, per il quale il presidente della Lega Pro ieri è stato deferito alla Disciplinare. La questione risale a tre anni fa, quando Macalli registrò a suo nome i marchi Us Pergocrema, Us Pergocrema 1932, Us Pergolettese e Us Pergolettese 1932. Sembrava un gesto d’affetto verso la squadra della sua città, della quale è stato dirigente per tanti anni, invece a Macalli ha portato soltanto guai; la vicenda è anche finita in Tribunale a Firenze e si è conclusa con il proscioglimento.Tuttavia la Procura Figc ha ritenuto adesso di deferire Macalli perché avrebbe violato l’articolo 1, quello dei principi di lealtà, correttezza e probità. Oltre alla registrazione dei marchi, a Macalli viene imputata anche la cessione a titolo gratuito di uno di questi al Pizzighettone, che con il nuovo nome si è poi trasferito a Crema. In questo modo Macalli, in quanto presidente della Lega Pro e vice-presidente federale, è venuto meno «al suo ruolo di imparzialità e in conflitto d’interessi».
Ma non solo. Macalli è stato deferito (sempre per l’art.1 del Codice di giustizia sportiva) anche per aver bloccato un bonifico di circa 257mila euro al Pergocrema (cifra spettante dai diritti tv) senza giustificazione giuridica, con ciò aggravando la crisi economica del club che infatti poche settimane dopo è fallito. E da quel fallimento ha preso vita la nuova società con il marchio di Macalli.
LA CRISIMonza, oggi c’è il fallimento?� MONZA (m.del) Si deciderà oggi il futuro del Monza. Nel pomeriggio il Collegio giudicante del Tribunale fallimentare cittadino dovrebbe infatti emettere la propria sentenza sul futuro del club. L’attuale governance, rappresentata dall’amministratore unico Pietro Montaquila, è ottimista sulla possibilità di evitare il fallimento: sarebbero state consegnate le desistenze dei creditori che hanno presentato istanza e, per convincere la Procura della Repubblica, sarebbe già pronto un piano di ristrutturazionedei debiti. In caso contrario si va verso il fallimento, undici anni dopo quello del 2004, con l’ipotesi più probabile dell’esercizio provvisorio, garantito da uno o più curatori, così da poter eventualmente salvare, in caso di successiva aggiudicazione all’asta, il titolo sportivo.
Macalli, altri guaiC’è il deferimentoper il Pergocrema
IL POSTICIPO
L’AQUILA-REGGIANA 0-1MARCATORE Ruopolo al 10’ p.t.L’AQUILA (3-4-3) Zandrini 6; Pomante 5,5 (dal 4’ s.t. De Francesco 5), Maccarrone 5,5, Zaffagnini 5,5; Pedrelli 4,5, Djuric 5 (dal 4’ s.t. Corapi 5), Del Pinto 5,5, Karkalis 5; Pacilli 5,5, Perna 5,5, Sandomenico 5 (dal 18’ s.t. Gotti 5). (Cacchioli, Carini, Pozzebon, Virdis). All. Zavettieri 5.REGGIANA (4-3-3) Feola 6; Andreoni 6, Spanò 6,5, De Giosa 6, Mignanelli 6; Parola 6, Vacca 6,5, Angiulli 6; Giannone 6 (dal 40’ s.t. Rampi s.v.), Ruopolo 6,5 (35’ s.t. Petkovic), Siega 6. (Messina, Bianciardi, Tremolada, Sabotic, Messetti). All. Colombo 6,5.ARBITRO Morreale di Roma 6.NOTE paganti 939, abbonati 340, incasso non comunicato. Espulso Karkalis al 17’ s.t.; ammoniti Djuric, Mignanelli, Karkalis, Vacca, Andreoni e Maccarrone. Angoli 7-2.
� L’AQUILA La Reggiana sbanca L’Aquila col minimo sforzo e si riporta solitaria in terza posizione. Decisivo al 10’ il regalo che Pedrelli confeziona per Ruopolo, bravo a sfruttarlo con freddezza. Per il resto, il tema diventa
quasi banale, con i granata che controllano fin troppo agevolmente senza mai affondare il colpo. L’Aquila non reagisce neanche dopo i cambi con i quali Zavettieri (adesso tornato in bilico) prova a dare un senso alla serata e, anzi, si scioglie come neve al sole all’ espulsione di Karkalis. I fischi finali salutano la squadra di casa, che è sempre più lontana dai playoff.
Alessandro Fallocco
CLASSIFICA Questa la situazione nel girone B dopo 28 giornate: Ascoli p. 56; Teramo 52; Reggiana* 48; Pisa* 47; Pontedera 40; L’Aquila* e Ancona* 39; Tuttocuoio* 37; Carrarese 36; Gubbio 35; Lucchese e Spal 34; Pistoiese* e Grosseto (-1) 33; Prato e Santarcangelo 30; Forlì 29; Pro Piacenza (-8) 28; Savona 27; San Marino 23. (* una partita in meno).
PANCHINEForlì, è in arrivo Firicano� Il Forlì, dopo l’esonero di Vanigli, ha scelto il terzo tecnico stagionale (aveva iniziato Roberto Rossi): si tratta di Aldo Firicano, che oggi firma fino a giugno dopo aver vinto il ballottaggio con Osio (s’è anche parlato di un ritorno di Rossi). Il Grosseto ha valutato la posizione di Stringara e ha deciso di dargli fiducia, mentre la Reggina decide domani, dopo la gara con la Vigor Lamezia, su Alberti.
L’Aquila fa un regaloe Ruopolo lo sfruttaColpo della Reggiana
IL GIUDICE SPORTIVO
� FIRENZE Il giudice ha squalificato 41 giocatori. Non omologata Arezzo-Pavia (1-1) per reclamo del Pavia dopo la presunta doppia ammonizione a Carcione (Arezzo) senza espulsione.Giocatori espulsi: tre giornate a Pichlmann (Grosseto) per gravi offese a un guardalinee; una a Vivan (San Marino), Pepe (Messina), Guglielmotti (Pro Patria), Priola (Bassano), Recino (Giana) e Simoncelli (Pordenone). Non espulsi: una giornata a Moscardelli e Lopez (Lecce), Silva (Piacenza), Cortellini (Barletta), Catacchini e Docente (Forlì), Marchi (Cremonese), Luciani (Gubbio), Cascone (Lupa), Pederzoli (Pavia), Lisuzzo (Pisa), Cavagna (Prato), Balde (Tuttocuoio), Nigro e Orlando (Messina), Baclet (Pro Patria), Magliocchetti (Aversa), Cassetti (Como), Massoni (Carrarese), De Marco (Casertana), Ilari (Catanzaro), Minotti (Foggia), Polenghi (Giana), Ripa (Juve Stabia), Baldassin (Lumezzane), Blaze e Paro (Mantova), Freddi (Novara), Viola (Reggina), Foglia (Torres), Cruz (San Marino), Rossi (Santarcangelo), Carta e Demartis (Savona). Ammende: 2.000 euro Lecce.
GIRONE CDomani il clou è Lecce-Salernitana� Questa settimana è il girone C a fare il turno infrasettimanale: ecco le partite di domani (29a giornata):Ore 14.30 Messina-Melfi (andata 0-0) e Reggina-Vigor Lamezia (0-4). Ore 15 Benevento-Aversa Normanna (2-0), Catanzaro-Foggia (1-1) e Juve Stabia-Cosenza (1-0). Ore 20.30 Casertana-Lupa Roma (1-1), Lecce-Salernitana (3-1), Martina-Savoia (2-1) e Paganese-Ischia (2-0). Ore 20.45 Matera-Barletta (1-0, su Raisport 1).� Il prossimo turno dei gironi A e B:VENERDìOre 19.30 Real Vicenza-Giana (A, 1-1). Ore 20.45 Sudtirol-Novara (A, 0-1; diretta su Raisport 1).SABATO Ore 14.30 Lucchese-Forlì (0-1), Savona-Pro Piacenza (1-0) e Teramo-Pistoiese (B, 1-4). Ore 15 Prato-Ponte- dera (3-4) e Santarcangelo-Carrarese (B, 2-2). Ore 16 Alessandria-AlbinoL. (0-2) e Pavia-Pordenone (A, 1-0). Ore 17 Venezia-Cremonese (A, 1-2); Gubbio-Ascoli (2-2) e Spal-Grosseto (B, 3-2). Ore 19.30 Monza-Mantova (A, 0-0); Ancona-San Marino (B, 1-0).DOMENICAOre 14 F. Salò-Arezzo (A, 0-0). Ore 14.30 Torres-Bassano (A, 0-0); Pisa-L’Aquila (B, 4-1). Ore 16 Renate-Como (A, 0-0); Tuttocuoio-Reggiana (B, 0-2). Ore 18 Pro Patria-Lumezzane (A, 2-2).
Il Pavia fa reclamo:gara non omologataMessina, stop per 3
MODENA (4-3-3)
CATANIA (3-5-2)
OGGI ore 18.30 ANDATA 0-0
MANFREDINI 1
CALAPAI2
GOZZI13
CIONEK15
RUBIN33
SIGNORI26
SALIFU20
NIZZETTO8
FEDATO39
FERRARI9
GARRITANO38
GILLET1
SCHIAVI5
CECCARELLI45
SAURO15
SCIAUDONE44
DEL PRETE18
RINAUDO21
ROSINA10
CASTRO19
MANIERO7
MAZZOTTA43
MODENA Modena a caccia della terza vittoria consecutiva. Mancherà Granoche per un problema fisico, sarà sostituito da Ferrari. Non recuperano Schiavone e il portiere Pinsoglio. Rispetto a sabato Nizzetto al posto di Martinelli, con Salifu spostato al centro. PANCHINA 22 Chiriac, 28 Zoboli, 6 Marzorati, 16 Zucchini, 11 Sakaj, 7 Acosty, 24 Marsura, 19 Beltrame, 37 Guidiala. ALLENATORI Melotti-Pavan.SQUALIFICATI Martinelli. DIFFIDATI Calapai, Fedato, Nizzetto e Signori.
CATANIA Castro al posto dello squalificato Calaiò, Sciaudone in mediana torna titolare al posto di Escalante. Il Catania ripresenta Sauro nella difesa a tre per Capuano (acciaccato) e punta al primo successo esterno della stagione.PANCHINA 22 Terracciano, 24 Capuano, 28 Parisi, 8 Escalante, 27 Jankovic, 20 Chrapek, 39 Odjer, 14 Barisic, 34 Rossetti. ALLENATORE Marcolin. SQUALIFICATI Calaiò. DIFFIDATI Del Prete, Gyomber, Odjer, Rinaudo, Rosina e Sciaudone.
ARBITRO Chiffi di Padova.GUARDALINEE Di Vuolo-De Meo.TV Sky Calcio 3 HD. PREZZI 12-75 euro.
GIUDICE SPORTIVO Il giudice ha preso provvedimenti soltanto su Catania-Spezia e Modena-Frosinone in virtù del recupero di oggi: una giornata a Calaiò (Catania), Martinelli (Modena) e Piccolo (Spezia).
VENERDÌ 13 MARZO (ore 20.30)SPEZIA-LIVORNO (1-0)SABATO 14 MARZO (ore 15)BARI-VARESE (1-2)BRESCIA-LATINA (1-1)CARPI-PESCARA (5-0)CITTADELLA-CROTONE (2-2)FROSINONE-ENTELLA (0-1)LANCIANO-AVELLINO (1-1)PERUGIA-PRO VERCELLI (0-0)TRAPANI-TERNANA (2-1)DOMENICA 15 MARZO (ore 15)BOLOGNA-MODENA (0-0)LUNEDÌ 16 MARZO (ore 15)VICENZA-CATANIA (1-3)
PROSSIMO TURNO
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
CLASSIFICASQUADRE PT PARTITE RETI
G V N P F S
CARPI 59 30 16 11 3 46 21
BOLOGNA (-1) 51 30 14 10 6 39 26
AVELLINO 49 30 13 10 7 31 26
VICENZA 48 30 13 9 8 34 28
LIVORNO 47 30 13 8 9 47 33
FROSINONE 47 30 13 8 9 42 36
PESCARA 43 30 11 10 9 51 40
SPEZIA 43 30 11 10 9 39 32
LANCIANO 40 30 8 16 6 43 37
PERUGIA 40 30 9 13 8 32 34
BARI 37 30 10 7 13 32 39
MODENA 36 29 8 12 9 26 25
TERNANA 36 30 9 9 12 26 36
ENTELLA 36 30 8 12 10 28 40
PRO VERCELLI 35 30 9 8 13 31 41
CITTADELLA 34 30 7 13 10 39 42
LATINA 34 30 7 13 10 24 27
TRAPANI 34 30 8 10 12 39 52
BRESCIA 33 30 8 9 13 34 41
CROTONE 31 30 8 7 15 30 40
CATANIA 30 29 7 9 13 42 46
VARESE (-3) 28 30 7 10 13 33 46
� Il Varese ha cambiato, il Trapani forse. A rischio la panchina di Boscaglia? Dopo il k.o. di Crotone il tecnico è in discussione: il d.s. Faggiano smentisce, ma circola il nome di Bergodi, visto che la squadra non vince da 10 giornate (6 sconfitte e 4 pari). Invece a Varese è tornato Bettinelli dopo l’esonero di 9 giorni fa e le due sconfitte con Dionigi, che paga soltanto la difficile situazione ambientale; intanto torna il d.s. Ambrosetti, licenziato a ottobre, e il team manager Silvio Papini diventa vicepresidente al posto del dimissionario Ninni Imborgia, mentre Claudio Milanese, ex presidente dal 1988al 2002, non è convinto del progetto di ristrutturazione finanziaria presentato dal club al sindaco, che sta cercando di coinvolgere altri imprenditori.
PANCHINE
Trapani valuta:arriva Bergodi?Varese cambia
Serie BRIl recupero della 25a giornata (ore 18.30)
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28 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
S ono stati autori di duelliverbali quando Ferrari eRenault lottavano per il
Mondiale, poi alleati durante ilregno di Alonso a Maranello eieri a distanza di poche ore sonostati protagonisti in tv: FlavioBriatore con una intervista aSky, Luca di Montezemolo gra-zie a un intervento a «Porta aPorta», il programma di Rai1.Dalla sua casa di Montecarlo,dove ad un certo punto compa-re davanti alle telecamere pureil figlio Nathan Falco, Briatoreaffronta i temi caldi della sta-gione. Campo centrale ovvia-mente l’incidente del «suo» Fer-nando Alonso, che sarà costret-to a disertare la prima del Mon-
diale in Australia. «Con lamacchina che abbiamo, se laperdiamo non è che sia unagrande tragedia», scherza. An-che Montezemolo parla di Fer-nando: «Mai nelle corse è suc-cesso una cosa così strana. Spe-riamo che la Fia, che giusta-mente ha aperto una inchiesta,o la McLaren quando avrà tutti idati ci dia una risposta. Lo co-nosco, Alonso sarà al massimoin Malesia e se posso fare unabattuta, beh se ha dimenticato il2014 non è male, lo vorrei fareanch’io». Fernando, per Monte-zemolo, «tornerà presto in for-ma. E’ fisicamente tra i più forti,su questo mi ricorda Schumi, edè il migliore in circolazione per
come interpreta le gare». Mon-tezemolo ha definito «tragica»invece la situazione di Michael,i cui progressi sono «lenti».
CONDIZIONI Fernando, confer-ma Flavio, sta bene. «È rimastodue giorni in più in ospedaleperché volevamo degli accerta-menti specifici, se Fernandoavesse avuto un problema alcuore, un piccolo ictus, un em-bolo. Può capire anche a ungrande sportivo. Ma tutte leanalisi sono risultate negative».Briatore ammette che c’è statoun momento in cui «lo spagnoloha perso un po’ di memoria, maè durato 2-3 giorni con una bot-ta così!» e rilancia l’ipotesi del
guasto: «Bisogna vedere se è unproblema allo sterzo». Perché«quello che è successo è una co-sa strana e Ron Dennis non l’hachiarita. C’è una indagine Fia.Se ci fosse un problema elettri-co, bisogna dirlo perché puòsuccedere ad altri piloti».
FERRARI Alonso ha fatto bene alasciare Maranello? «Credo siastato un bene per tutti e due conFernando che diventava un po’ingombrante e veniva critica-to». La rivoluzione? «Io avreifatto la stessa cosa. C’eranotroppe sovrapposizioni, moltoconfusione. La F.1 è una cosasemplice, è come un esercito, civuole un comandante e gli altridevono eseguire». Ma Briatorericorda anche come la SF15-T«non è che l’abbiano fatta ieri» ese fosse una buona F.1, il meritoandrebbe pure a «Montezemoloe Domenicali». Vettel? «Un bra-vo pilota» ma «quando aveva lemacchine che andavano moltobene, era imbattibile e quandosi è trovato un “carciofo” è an-dato in difficoltà». Per questoFlavio non se la sente di parago-narlo a «Schumacher (ogni vol-ta che lo vedo mi viene la pelled’oca, preferisco ricordarlo co-m’era) e Senna». E che se fossestato lui al timone della rossa,più che Vettel avrebbe presoRicciardo «perché credo che oraabbia qualcosa in più degli al-tri». Sul fatto che la Ferrari pos-sa essere la seconda forza, èmolto prudente: «Lo spero. UnaFerrari che finisce seconda sa-rebbe super competitiva, biso-gna vedere con quale divario».
FAVORITO Il suo candidato al ti-tolo? «Hamilton. «Quest’anno èmaturato parecchio, tutti dice-vano che il campionato era diRosberg e io continuavo a direche avrebbe vinto Lewis perchéera superiore. A parità di mac-china, questo conta».
r.m.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fernando Alonso e Flavio Briatore festeggiano la vittoria nel GP di Cina 2005 e la conquista del titolo ANSA
Liberty e Discoverynuovi azionisti della F.E� Colpo grosso per la Formula E, alla vigilia della gara di Miami (Stati Uniti): Liberty Global e Discovery Communications, che già avevano tentato la scalata alla F.1, hanno deciso di investire nella nuova serie ecologica gestita dallo spagnolo Alejandro Agag, diventandone azionisti. Per capirci Liberty è la principale azienda mondiale del cavo, si occupa di servizi di telefonia mobile e internet, opera in 14
Paesi e ha tra i suoi marchi Virgin Media. Discovery è la prima pay tv mondiale con circa tre miliardi di abbonati e oltre 220 Paesi e controlla il canale Eurosport: tutte e due le società sono quotate al Nasdaq, la borsa di New York dedicata alle aziende high tech.«E’ un significato passo avanti per la Formula E — ha commentato Agag — ottenere il sostegno di due aziende leader mondiali del settore dei global media».
FORWARD (RI)PUNTA ALLA OPEN� (g.f.) Essere i migliori degli altri. È l’obiettivo 2015 fissato dal presidente Giovanni Cuzari del Team Forward Racing, presentato ieri sera a Milano tra sponsor e amici (tra i quali Loris Capirossi). Si punta ad aggiudicarsi ancora il titolo Open in MotoGP (Stefan Bradl e Loris Baz i piloti, sostenuti da Yamaha) e finire tra i primi 5 in Moto2 dove corrono Simone Corsi (di nuovo in forma dopo i 6 mesi di inattività) e Lorenzo Baldassarri il giovane della VR46 Academy. Nella foto Bradl, il d.g. Marco Curioni, Baz, Cuzari, Corsi e Baldassarri
Formula 1RDomenica il via a Melbourne
«Alonso? Botto stranoLa McLaren spieghi»1Briatore: «Io alla Ferrari avrei preso Ricciardo non Vettel»Montezemolo: «Se Fernando ha dimenticato il 2014 è...meglio»
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29MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
I DRAMMI DELLO SPORT CONTENUTOPREMIUM
«JULES ANCORA IN COMAVIVERE COSÌ È INUMANO»IL COLLOQUIO di PAOLO IANIERIINVIATO A MELBOURNE (AUSTRALIA)
L a sabbia nella clessidra del Mondiale nu-mero 66 è giunta agli ultimi granelli.Tempo tre giorni e le monoposto si accen-
deranno nel paddock dell’Albert Park di Mel-bourne per le prime prove libere. Altri due etutti capiremo se il vantaggio grazie al quale laMercedes lo scorso anno ha travolto le avver-sarie è stato mantenuto, diminuito, oppure se,come molti temono, è addirittura cresciuto. Rispetto allo scorso Mondiale, sulla grigliamanca la Caterham, travolta dal dissesto fi-nanziario, mentre all’ultimo istante si è iscrittala Marussia, che ha cambiato il nome in Manore della quale, finora, si conosce soltanto il no-me di un pilota, Will Stevens. Chissà se scende-rà in pista in questo weekend? Ma, soprattut-to, sulla griglia manca anche un pilota che do-po una lunga trafila, quest’anno era atteso datutti nell’ambiente al salto di qualità: JulesBianchi, passaporto francese e cuore italiano,la cui carriera si è maledettamente interrottacinque mesi fa contro un trattore al calar diuna domenica di pioggia sulla pista di Suzuka.
CINQUE MESI Da quella domenica del 5 otto-bre 2014, Jules dorme di un sonno profondo,benché dalla metà di novembre, pocoprima di essere trasferito dall’ospedalegiapponese di Yokkaichi al centro ospe-daliero universitario di Nizza, non siapiù in coma farmacologico. «Serve pa-zienza, tanta pazienza. Ci sono piccoliprogressi, ma Jules resta sempre in co-
ma. E finché non lui si sveglierà, l’unica cosache noi possiamo fare è aspettare». A parlarecosì è papà Philippe, la cui vita ormai da mesiruota attorno al letto di Jules, nella speranzache possa succedere un miracolo: «I dottorinon si pronunciano, finché resta in questo sta-to non possono dire niente. Potrebbe svegliarsioppure non farlo mai, di sicuro Jules sta com-battendo, il suo fisico è sempre buono e moltoforte. Lui non molla, e neppure noi lo faccia-mo, proviamo a essere duri come lui. Però nonè certo facile. Per me, per Christine, la mia exmoglie, per Tom e Mélanie, i suoi fratelli. Vive-re così è inumano, non sapere come andranno
a finire le cose è davvero difficile, sapereche in ogni momento può arrivare unaspiacevolissima chiamata dall’ospeda-
le... Ma dobbiamo essere forti per Jules,bisogna farlo per lui».
GIORNO PER GIORNO Tornato alla realtà
I BIANCHIPAPÀ PHILIPPE,IL FRATELLO TOM, MAMMA CHRISTINE E LA SORELLA MELANIE AFP
L'IDENTIKIT
JULES BIANCHINATO IL 3 AGOSTO 1989DOVE: NIZZA (FRANCIA)PILOTA FERRARI DRIVER ACADEMYHA CORSO PER LA MARUSSIA
2004Nipote di Lucien e Mauro Bianchi, debutta nei kart 2004. Nel 2006 il titolo nazionale.
2009 Dopo essere diventato campione di Francia di F. Renault 2.0, vince la F3 Euro Series con la Art.
2013Dopo la GP2 debutta in F.1 con la Marussia, a Monaco ‘14 chiude 9°, conquistando i primi punti iridati. E’ in coma dal 5 ottobre.
di casa dopo le lunghe settimane trascorse inGiappone, Philippe ha provato a ricominciare:«Vado di nuovo alle gare di kart con due giova-ni piloti di cui mi occupo, ma emozionalmenteè davvero molto difficile. Quelle sono le pistedove andavo sempre con Jules, in testa mi sipresentano sempre mille ricordi. E poi c’è tan-ta gente che viene sempre a trovarmi, a chie-dermi di come sta lui, di come sto io…».
DIMENTICATO? I tifosi non si sono affatto di-menticati di Jules. Come non se ne sono di-menticati diversi piloti o qualche squadra, mentre lo stesso non si può dire per gran partedell’ambiente della Formula 1. Fernando Alonso di sicuro, nonostante la sua recenteamnesia dovuta all’incidente nei test al Mont-melò, non si mai è scordato di quello che eramolto più di un compagno quando vestiva ilrosso Ferrari della Academy e proprio in questigiorni ha twittato diverse volte il suo nome.«Anche Felipe (Massa; n.d.r.) è uno sempremolto presente, così come Raffaele Marciello,il piccolo Antonio Fuoco è venuto a trovarlo eJean Eric Vergne si fa sentire spesso, ma do-po… Del resto, come si dice? The show must goon, bisogna accettarlo. La vita è così». Quellanormale, sicuramente, non quella di una fami-glia che in pochi minuti ha visto stravolta lasua per un incidente assurdo, incomprensibile,idiota per la sua dinamica, con quel trattoreche, nonostante l’inchiesta e le mille assolu-zioni arrivate in seguito dalla Federazione in-ternazionale, non avrebbe in nessun modo do-vuto trovarsi in quella via di fuga a gara ancorain corso.
CARTE BOLLATE? «Io ho deciso una cosa —continua Philippe —: il mio compito al mo-mento resta soltanto quello di occuparmi diJules. Per quello che è successo in Giappone,invece, mi sono preso un ottimo avvocato: è luiche sta studiando tutto quello che è successoquel giorno e, fino a quando il mio legale nonsarà arrivato a una conclusione, io non posso enon voglio dire niente. Non so ancora che stra-da prenderemo, cosa succederà in futuro, disicuro quello che è accaduto a Suzuka non èstata una situazione normale di gara. L’inchie-sta ha detto che in pista non è successo nientedi sbagliato, però poi hanno cambiato tutto.Ripeto, in questo momento non mi voglio met-tere in mezzo, penso solo a Jules. Io penso chesi sveglierà, non è rimasto con noi tutto questotempo per niente, sta facendo sicuramente lagara più bella della sua vita e sono sicuro chealla fine lui la vincerà. Basta vedere quello chesta succedendo con Michael (Schumacher;n.d.r.): sono passati 14 mesi dall’incidente sul-la pista di sci e i suoi progressi non sono gran-di. Dalla parte di Jules c’è soprattutto l’età.Speriamo che qualcosa accada». Solo allora, losguardo di Philippe Bianchi potrà cambiareobiettivo. Perché, dietro la voce pacata e genti-le di quest’uomo disperato c’è una determina-zione davvero di ferro: «Se c’è qualcuno che haavuto delle responsabilità in quanto accaduto,dovrà senz’altro pagare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
PAPÀ PHILIPPE: «SPERO ACCADA QUALCOSA. LA F.1 DIMENTICA, A PARTE ALONSO, MASSA E... I GIOVANI. HO UN LEGALE: QUALCUNO PAGHERÀ»
Formula 1RA 5 mesi da Suzuka
Bianchi
GP del Giappone, 5 ottobre 2014: Jules Bianchi viene soccorso dopo essersi schiantato al 43° giro contro una gru che stava spostando la Sauber di Adrian Sutil (a sinistra) COLOMBO
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30 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Basile: «Il mio segreto? La pesca»1A 40 anni verso la salvezza con Capo d’Orlando: «Il mare mi aiuta. E vorrei continuare...»
Mario Canfora
T rentaquattro minuti sulparquet Gianluca Basilenon li faceva dalla stagio-
ne 2007-08, quando giocava inSpagna a Barcellona. Domenicasera, dopo il successo della suaCapo d’Orlando a Caserta cheha praticamente significato lasalvezza per i siciliani, in salastampa gliel’hanno fatto notare.«Dai, non me lo ricordate altri-menti svengo...». Trentaquattrominuti, dicevamo, con 3/4 nelletriple e ben sette assist. Se som-miamo anche la precedente ga-ra (anche questa vinta), in tra-sferta ad Avellino, fanno 6/7sempre dai 6,75. Non male, peruno che il 24 gennaio ha com-piuto 40 anni. «Se gli togliete letrasferte in treno rende ancoradi più», scherza il tecnico del-l’Upea, Giulio Griccioli.
TRASFERTE Già, il treno. Uscitadal Palamaggiò, la squadra si èdiretta alla stazione di Napoli Centrale, dove alle 23.53l’aspettava un bell’Intercitynot-te che sarebbe arrivato a Capod’Orlando alle 7.39. Che tradot-to meglio significa quasi ottoore di viaggio. «Sono arrivatotroppo stanco — racconta il Ba-so — purtroppo con le trasferteè sempre così, se siamo lontanoda tutto non ci possiamo far nul-la. Sarei uscito a pesca, era lagiornata ideale». La pesca, lasua passione. Qui non sbagliaun colpo, tipo come quando siesibisce coi tiri ignoranti il cuisignificato viene perfino spiega-to da Wikipedia nella sua sche-da («con tale termine si identifi-ca un particolare tiro da tre pun-ti della pallacanestro preso in si-tuazioni di emergenza,estremamente forzato, in preca-rio equilibro e con più avversariaddosso. O, più generalmente,un tiro “senza coscienza”»).Sentitelo come è acculturato.«Mi diverto come un pazzo a pe-scare — spiega —, col mio gom-mone vado alla grande. Il 21gennaio ho tirato su due lampu-
ghe, una di 5 chili e l’altra di 4:che soddisfazione. Il mare diCapo d’Orlando è fantastico, itotani si prendono tutto l’anno,per i calamari bisogna spingersiun po’ oltre. A inizio maggio in-vece è il turno dei tonni, anchese c’è il divieto. Dopo l’ultimaesperienza di Milano mi sonodetto: “Basta, ora vivo come di-co io”, e qui a Capo d’Orlando èun sogno. È la mia seconda sta-gione in Sicilia, la famiglia mi haseguito: mia moglie Nunzia, e letre figlie Alessia, Federica e Ma-nuela, di 15, 11 e 9 anni». In cit-tà in effetti è un re, il sindaco En-zo Sindoni è anche il proprieta-rio-presidente della squadra. Esi sussurra che dopo aver trova-to casa in centro, a 50 metri dalmare, il Baso si sia lamentato (amò di battuta) perché la ferma-ta del bus per accompagnare le
figlie a scuola alla mattina si tro-vava abbastanza distante. Det-to, fatto e la fermata è stata ma-gicamente spostata sotto casa.
ANGOLINO L’inizio di questastagione, però, non è stato deimigliori. «Sì, l’avevo presa male,il basket che si giocava non mipiaceva proprio più, troppi ame-ricani che ti condizionano e ge-stirli non è affatto facile. Hannouna diversa mentalità, capire ilgioco europeo è complesso e al-la fine loro se ne approfittano.Così, mi capitava di trovarmi inun angolino del campo in attesadi un pallone che non arrivavamai. Freeman è un talento in-credibile, ma giocava solo unocontro uno. Andato via lui, saràun caso ma abbiamo trovato su-bito due successi, oggi siamotutti dei punti di riferimento. E
io posso tornare a divertirmi eoffrire quella conoscenza delbasket che ho acquisito nellamia carriera. Alla mia età nonposso competere con gli altri fi-sicamente, devo far viaggiare lamente. Comunque, la salvezzase arriverà sarà un capolavoro:tutti ci davano spacciati».
FARE IL TECNICO? MAI Primadell’inizio di questo campiona-to, Basile proprio alla Gazzettaaveva detto che per i suoi 40 an-ni si sarebbe aspettato «La con-ferma che sono bollito e che èora di andare in pensione». Do-po sei mesi, sembra proprio chenessuna delle due si siano verifi-cate. E quindi? Un altro pensie-rino per andare avanti lo faccia-mo? «Avrei voluto smettere sulserio — ride — ora quest’ultimomese mi ha rivitalizzato. Sì, mi
piacerebbe continuare un altroanno, però non posso imporrenulla alla società. Se si potrà fa-re compatibilmente con le loroidee, bene. Altrimenti me ne fa-rò una ragione. Di sicuro, nonfarò mai l’allenatore. Troppostress, troppi incasinamenti. Avete visto Pozzecco? Magariresto qui solo per pescare, o mene torno in Sardegna o nella miaPuglia». Per chiudere, due paro-le sulla Nazionale: è stato tra iprotagonisti dell’ultima meda-glia azzurra, l’argento all’Olim-piade di Atene 2004. «Se all’Eu-ropeo vengono tutti e quattro gliNba sarà una grande squadra —conclude —. E su Datome credoproprio che lo vedremo tornarein Europa, lui non è tipo da gio-care così poco: scommettia-mo?».
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La classifica di AComanda MilanoSassari resta terza� Il PalaCarrara di Pistoia, danneggiato dal forte vento, è tornato agibile e potrà ospitare l’anticipo di sabato contro Venezia in diretta su Gazzetta Tv (e Gazzetta.it). Classifica (6a ritorno): Milano* 36; Venezia 32; Sassari, Reggio Emilia 30; Brindisi 24; Trento* 22; Cremona, Bologna (pen. -2) 20; Pistoia*, Cantù* 18; Avellino, Capo d’Orlando 16; Roma, Varese 14; Pesaro 12; Caserta (pen. -1) 7.* una gara in meno
� (a.r.) Operazione riuscita per Marco Cusin, sotto i ferri ieri mattina per la riduzione della frattura del secondo metacarpo della mano destra. Per il pivot di Cremona si parla di uno stop di almeno quaranta giorni.
� Quarti di finale di Eurochallenge. Stasera gara-1 Nanterre-Brindisi. Giovedì gara-2 a Brindisi; martedì 17 eventuale gara-3 a Nanterre
34� I minuti giocati domenica contro Caserta: non gli accadeva dalla stagione 2007-2008, quando erain Spagna, a Barcellona
GIANLUCA BASILE GUARDIA CAPO D’ORLANDO
ALLA MIA ETÀ PER RESTARE AL PASSO
DEVE VIAGGIARE SOLO LA MENTE
LE ULTIME GAREMI HANNO
RIVITALIZZATO: PRIMA MI PESAVA
IL POSTICIPO
Sassari, errori e vittoriaPesaro alla pari per 39’
Camilla CataldoPESARO
I l Banco di Sardegna puntapiù sulla difesa che sull’at-tacco per avere ragione di
una Consultinvest mai doma.Sassari torna a vincere in tra-sferta dopo due mesi, ma lo facombattendo fino al 40’ con unLawal stratosferico e un Logan– insufficiente per 38’ – che tro-va la tripla decisiva. Pesaro cer-cava la terza vittoria consecuti-va e per poco non ha compiutol’impresa. Si decide sugli episo-di in un’ultima frazione in cui iritmi si alzano e i cecchini ospitiritrovano la mira. «Per come siera messa, è una bella vittoria –ha tirato un sospiro di sollievo ilcoach sassarese Meo Sacchetti–. Nessuno segnava dalla lun-ghissima, ma nell’ultimo quar-to ci siamo messi a fare a cane-stro e abbiamo difeso bene, re-cuperando qualche pallone. Pe-saro è un’altra squadra rispettoa quella dell’ andata». La parti-ta è stata all’insegna dell’equili-
brio, con piccoli strappi semprericuciti.
MAI CANESTRO Lawal ha infi-lato 12 punti nei primi 10’ dan-do vita a un confronto di alto li-vello con un Judge dominante.Al 21’ è 30-38, mentre non si se-gna mai da tre punti (0/16complessivo all’intervallo lun-go). La prima tripla dell’incon-tro la firma Myles al 22’ (35-38). Gli esterni delle due squa-dre crescono con l’avanzare deiminuti, il migliore resta Wright.Al 34’ è 59-54; Ross conduceavanti la Vuelle: 69-68 a 1’38”dalla fine, poi ci pensa Logan afirmare il trepunti più impor-tante con Dyson che completadalla lunetta: 69-73 a 26” dallafine. Ross perde palla e la Con-sultinvest saluta una gara dallatensione altissima. «Dobbiamoessere ancora più aggressivi apartire dalla testa, perché atle-ticamente non ci manca niente.Sassari non è solo forte in attac-co, ha anche una grande orga-nizzazione difensiva», ricono-sce l’allenatore di casa RiccardoPaolini, ex di turno. Pesaro hagiocato con carattere, ma haperso 19 palloni e in alcuni mo-menti chiave ha concesso trop-po a rimbalzo offensivo. Il Ban-co di Sardegna vince con il 21%nelle conclusioni pesanti (però4/6 negli ultimi 10’).
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NBA: BRAVO DATOME, 10 PUNTI IN 10’� Gigi Datome ha finalmente vissuto i primi 10’ minuti da vero Celtic. Nella gara vinta da Orlando, ha segnato 10 punti con 4/5 al tiro e 2 stoppate. Gigi è entrato a 2’20” dalla fine del terzo quarto sul 66-61 per i Magic e con una stoppata e una tripla ha subito ribaltato l’inerzia della gara. Quando al 42’ è
uscito, aveva collezionato 8 punti con Boston avanti 80-77. Alla sua uscita, Orlando ha piazzato il 13-4 decisivo. Risultati: Oklahoma City-Toronto 108-104 (Westbrook 7a tripla doppia: 30 punti, 17 assist, 11 rimbalzi); LA Lakers-Dallas 93-100; Brooklyn- Utah 88-95; Detroit-Charlotte 101-108; Orlando-Boston 103-98.Shane Lawal, 28 anni: top stagionale
i 23 p. con 16 rimbalzi, 10/12 da 2 CIAM
BasketRSerie A: il personaggio
Gianluca Basile, 40 anni, è all’Upea per la seconda stagione di fila LAPRESSE
PESARO 71
SASSARI 75
(19-18, 30-36; 49-52)
CONSULTINVEST PESARO: Wright 18 (7/18, 0/1), Myles 17 (3/10, 3/5), Ross 9 (2/6, 0/3), Lorant 4 (2/3, 0/2), Judge 19 (9/11);Musso 2 (0/3, 0/3), Basile (0/1), Raspino 2 (1/1). N.e. Crow, Tortù. All.: Paolini.
BANCO DI SARDEGNA SASSARI: Dyson 17 (5/12, 1/5), Logan 6 (1/4, 1/5), Sanders 11 (2/4, 2/6), Brooks 8 (1/3, 0/1), Lawal 23 (10/12); Sacchetti (0/2 da 3), Sosa 4 (0/4, 1/4) Devecchi (0/1 da 3), Formenti (0/1), Mbodji 6 (2/5). N.e. Chessa, Vanuzzo . All.: R.Sacchetti.
ARBITRI: Martolini, Rossi, Weidmann.NOTE - T.l.: Pes 14/18, Sas 18/28. Rim.: Pes 42 (Judge 13), Sas 40 (Lawal 16). Ass.: Pes 9 (Musso e Wright 3), Sas 7 (Logan 3). Progr.: 5’ 9-8, 15’ 24-23, 25’ 41-45, 35’ 59-59. F. tec.: Myles 27’30” (44-50). Usc. 5f.: Lorant 35’31” (60-59), Musso 39’ 34” (69-71). Spett. 4010 per 30.353 euro.
31MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
7 GIORNI, FINALE A SAN BENEDETTO
L A Z I O
T O S C A N A
U M B R I A
M A R C H E
A B R U Z Z O
E M I L I AR O M A G N A
C A M
M O L I S E
M a r A d r i a t i c o
Napo
ROMA
PortoSant’Elpidio
Castelraimondo
Esanatoglia
Arezzo
Indicatore (Arezzo)
Cascina
Camaiore
Terminillo
Rieti
San Benedettodel Tronto
Lido di CamaiorePARTENZA
Domani12/313/314/315/316/317/3
5,4
153
203
226
197
210
10
Totale 1.004,4
1ª2ª3ª4ª5ª6ª7ª
Lido di Camaiore (crono individuale)
Camaiore-Cascina
Cascina-Arezzo
Indicatore (Arezzo)-Castelraimondo
Esanatoglia-Terminillo
Rieti-Porto Sant’Elpidio
San Benedetto del Tronto (crono individuale)
Data kmTappa Partenza/Arrivo
GDS
I CASI: OUT PURE KITTEL
Froome malato, quarta rinuncia«last minute»1«Infezione polmonare»: quanti precedenti dal Lombardia 2013Vegni protesta con Brailsford
Chris Froome, 29 anni, si rilassa a casa col gatto
U na rinuncia dell'ultima ora. Esattamentecome lo scorso anno. Niente Tirreno-Adriatico per Chris Froome, che alla
Corsa dei Due Mari fu 2° nel 2013 alle spalle diNibali: l’anno scorso non fu al via per un’in-fiammazione nella zona lombare. Stavolta si ètrattato di una «chest infection», la cui tradu-zione letterale — «infezione polmonare» — fasembrare il problema più serio in realtà di quel-lo che dovrebbe essere, visto che lo stesso Froo-me ha per ora confermato la partecipazione al-la Volta Catalunya (23-29/3). «È frustrante, so-no stato malato alcuni giorni e non ho avutotempo per recuperare. Così con i medici abbia-mo deciso per questa misura precauzionale»,ha spiegato Froome. Non è la prima volta che ilbritannico di Sky, 29 anni, rinuncia all'ultimaora ad appuntamenti importanti a causa di pro-blemi fisici: oltre alla Tirreno-Adriatico 2014,ricordata sopra, successe anche al Lombardia2013 e alla Liegi-Bastogne-Liegi 2014. «Hoscritto a Dave Brailsford, il team manager diSky — spiega Mauro Vegni, direttore ciclismodi Rcs Sport —. Non mi è piaciuto aver appresodella rinuncia di Froome dai siti. Almeno unatelefonata poteva farmela. Verso Sky abbiamosicuramente mostrato in questi anni più consi-derazione rispetto a quella che loro mostranonei nostri confronti. Purtroppo il nostro rap-porto non è in linea con quanto pensavo».
VIRUS Anche il tedesco Marcel Kittel (Giant-Alpecin), a sorpresa, non prenderà il via. «Nonho ancora recuperato da un virus contratto do-po il Down Under», ha spiegato Kittel, che peròa febbraio aveva disputato regolarmente ilTour of Qatar. In Italia non corre dalla Tirreno2014: al Giro dello scorso anno infatti vinse duetappe in Irlanda ma si ritirò improvvisamenteper febbre appena la corsa rosa sbarcò a Bari.
ci. sco.© RIPRODUZIONE RISERVATA
� La (seconda) verità sulla morte di Marco Pantani, avvenuta il 14 febbraio 2004, non arriverà prima di 2 mesi. Lunedì scorso, è stata depositata alla Procura di Rimini la perizia del professor Tagliaro, secondo il quale la morte sarebbe stata provocata non da overdose di cocaina, ma da «un’overdose di psicofarmaci. Viene ridimensionata la questione cocaina, che rimane concausa». Un lavoro che alimenta i dubbi sulla prima indagine. La perizia era stata anticipata dalla Gazzetta il 14 febbraio: «Pantani è stato ucciso dagli antidepressivi, presi sotto la prescrizione di un dottore che conosceva bene le abitudini del paziente. Letale sarebbe stata l’interazione con la cocaina». Ilpm Giovagnoli si prenderà un mese di tempo per scrivere la richiesta di archiviazione. Poi la palla passerà al Gip.
INCHIESTA DI RIMINIPantani, sarà archiviazione? Verità in 2 mesi
L’INCHIESTA DOPING
Armstrong, Uci, Contador: tutto vero, tutto già noto1Nessuna nuova confessione. Cookson chiede a Verbruggen di farsi da parte
Luca Gialanella
I l medico Ferrari si serve diintermediari per parlarecon i corridori? Tra «se, ma
e forse» Eufemiano Fuentes(Operacion Puerto) è in Suda-merica? Armstrong ha avuto untrattamento privilegiato dal-l’Uci di Verbruggen? Contadorha incontrato i dirigenti dell’Uciper discutere il caso clenbutero-lo? I corridori fanno microdosidi sangue ed Epo? Il passaportobiologico ha messo un freno de-cisivo al doping?Non erano queste, sinceramen-te, le verità che ci aspettavamodalla Commissione di riformadel ciclismo (Circ), voluta dal-
l’Uci e dalla Wada per far lucesugli anni più bui. Perché le pre-messe erano altre. I tre membri scelti per guidarela Circ meritavano ben altro,perché abituati a indagare eportare a casa risultati di gran-de prestigio. Il presidente Mar-ty, ticinese, ha messo sotto in-chiesta i voli segreti della Cia(sì, il servizio segreto america-no) in Europa e il traffico di or-gani in Kosovo; il generale au-straliano Nicholson ha indaga-to sul genocidio di Srebrenica,in Bosnia-Erzegovina; il tede-sco Haas è stato uno degli auto-ri del codice mondiale antido-ping Wada. Eravamo presentiall’insediamento della commis-sione a Ginevra: poteri speciali,
unici, poteri di inchiesta, «pote-ri straordinari per un tempostraordinario, un po’ come av-venuto in Italia con la legge suipentiti. Chi ha a cuore il cicli-smo venga da noi. Deve vera-mente venir fuori tutta la veri-tà, chi non parlerà adesso nonavrà più alcun beneficio in futu-ro», ci disse il presidente Marty.
VERMI Ma non ci sono stateconfessioni o ammissioni dinuovo doping. Brian Cookson,presidente Uci, aveva avvisato:«Sarà un vaso di vermi, perònon mi aspetto rivelazioni stra-ordinarie». Le 227 pagine delrapporto sono un romanzo noirsugli anni bui, ma queste pagi-ne le avevamo già lette. E poi legiudichiamo con gli occhi del-l’uomo della strada o da esper-ti? Siamo al certificato retroda-tato di Armstrong al Tour 1999,che l’Uci accettò per coprire una
positività ai corticosteroidi? Eche cosa disse la massaggiatricedel texano, O’Reilly, all’Usadatre anni fa? E’ un esempio. Il rapporto Armstrong-Uci èstata una pagina nera, lo spre-gio delle regole uguali per tuttiLo sapevamo. L’Uci di Verbrug-gen scelse il texano per il saltodi qualità. Ed è giusto che Cook-son chieda all’olandese di farsida parte, lui che è presidenteonorario. Ma nel rapporto man-cano le prove della corruzioneche tutti chiedevano, per esem-pio. Importanti, invece, le rac-comandazioni per il futuro: itest notturni, che toglierannol’ultima privacy ai ciclisti, i pri-mi a compilare un sistema di re-peribilità che altri (come Na-dal) hanno ferocemente critica-to; gli esami a tappeto, con nuo-ve metodologie, sulle provetteconservate da anni. Onestamente, ci preoccupa dipiù la presenza di pseudo-alle-natori/preparatori che salgonoanche in ammiraglia e orienta-no i ciclisti. Senza patentino,senza preparazione. Ecco, suquesto bisogna indagare. E col-pire. Per un futuro diverso.
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CiclismoRDa domani la 50a edizione
Nibali, ma come stai?Più ore e chilometri,il Terminillo per capire1Arriva alla Tirreno-Adriatico con il 30% di allenamento in più, però mai nei primi 10. Contador invece è già da Tour
Ciro [email protected]
@cirogazzetta
N el 2012 vinse. Nel 2013pure. Nel 2014 non c’era,«dirottato» su una Parigi-
Nizza che non gli diede moltagloria. E adesso? Che VincenzoNibali vedremo alla Tirreno-Adriatico? Che risultati sarà ca-pace di raggiungere? Ecco il no-stro punto, in tre aspetti fonda-mentali, sull’ultimo re del Tourde France.
1LA CONDIZIONENibali ha corso 11 giorninel 2015: 4 Dubai, 6 in
Oman (1 tappa annullata), 1Strade Bianche. Un po’ menodel solito: rispetto al 2014,per esempio, mancano i 7giorni del San Luis. Non haottenuto piazzamenti nei10 e questo non gli era maisuccesso, a questo puntodella stagione, da quandoè professionista. I dati chel’allenatore Paolo Slongorivela alla Gazzetta eviden-ziano come «facendo ilparagone con il 2014, Ni-bali abbia pedalato intutto per 8.521 chilo-metri contro 6.712
(+21,3%). In termini di ore, ilr a p p o r t o è 2 6 9 a 18 4(+31,6%)». «Abbiamo voluto— continua Slongo — costruireuna buona base, puntando sullavoro aerobico, senza peresempio già andare in altura co-me hanno fatto tanti. Senza cer-care il risultato. Il programma èessere al massimo per il Tour».
2LA CORSAPer la Tirreno-Adriatico,Vincenzo non parte favo-
rito. Alla Strade Bianche è finito40° a 7’35”. «Ma anche nel2012, arrivai a 4 minuti e poivinsi la Tirreno», ha fatto notareil siciliano. «Il riferimento saràContador — spiega Slongo —,mentre Quintana è una incogni-ta. Alla Ruta del Sol, lo spagno-lo ha mostrato già condizione evalori da Tour. Non so quantopossa migliorare ulteriormen-te. Il nostro approccio è diverso,non dico che sia migliore, inten-diamoci, ma vogliamo cresceregradualmente. Più che unobiettivo, la Tirreno diventa unbanco di prova importante perfarci capire a che punto siamo.Se mancherà qualcosa, niente drammi. Io sono contento dellavoro fatto finora».
3LE PROSPETTIVEDetto che la questione li-cenza dell’Astana è «con-
gelata» (tempo fino al 20 per lamemoria difensiva, giudizio ainizio aprile), il programma diNibali del dopo Tirreno è con-fermato. Sanremo, ritiro al Tei-de dal 28 marzo all’11 aprile,Classiche delle Ardenne (fino alla Liegi del 26/4), punto didomanda sul Romandia, altura,Delfinato e Tricolore prima delTour. Si vanno definendo anchei gruppi di compagni sia per luiche per Aru: più «italiano» quel-lo di Fabio per il Giro (Malacar-ne, Rosa, Vanotti, Cataldo, Tira-longo...), più «internazionale»quello di Nibali al Tour (Fugl-sang, Westra, Boom, Taaramae,Gruzdev... più Scarponi, che fa-rà solo il Tour, mentre Vanottiper ora non è sicuro). Ma ora c’èuna Tirreno-Adriatico da af-
frontare: la prima corsa a tap-pe che Nibali disputa in Italiadal vittorioso Giro 2013.Brutte figure non sono am-messe. Contador, re dell'ul-tima edizione, è già arriva-to in zona: «Non conoscoil Terminillo, non so se sa-rà duro a sufficienza perfare grandi differenze».
Appuntamento a domeni-ca: è il giorno a cui anche
Vincenzo Nibali chiededelle risposte.
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MALTEMPO IN VERSILIA, CAMBIA LA PRIMA TAPPANIENTE CRONOSQUADRE: PROLOGO DI 5,4 KM La 50a Tirreno-Adriatico non scatterà più con la cronosquadre di 22,7 km a Lido di Camaiore. Durante la riunione alla Questura di Lucca, il comune di Pietrasanta ha negato il transito per mantenere libero il lungomare e agevolare le operazioni di ripristino del territorio, flagellato dal maltempo. Domani si partirà quindi con una crono individuale di 5,4 km (5 curve), sempre con partenza e arrivo a Lido di Camaiore.Il primo ciclista salirà in pedana intorno alle 13
Due volte reIn alto, gli alberi della Versilia in mezzo alla strada.Sotto VincenzoNibali, 30 anni: ha vinto la Tirreno-Adriatico nel 2012 e 2013BETTINI
� Ha ribadito una volta di più di essere il favorito per la Milano-Sanremo, già sua nel 2014. Il norvegese Alexander Kristoff (Katusha) ha vinto allo sprint a Contres la 1a tappa della Parigi-Nizza: 5° centro 2015 sui francesi Bouhanni e Coquard, 5° Nizzolo, 8° Bonifazio, Aru in gruppo. Da segnalare la caduta (a 17 km dalla fine) e il ritiro di Tom Boonen: per il 34enne belga della Etixx-Quick Step 3-6 settimane di stop e niente Classiche.
PARIGI-NIZZAKristoff-sprintNizzolo è quintoBoonen k.o.
Alexander Kristoff, 27 BETTINI
32 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GRESSONEY E’ LA CAPITALE
V A L L E D ’ A O S T A
Aosta
GressoneyGressoney
BrussonBrusson
CourmayeurCourmayeur
CogneCogne
Superficie: 3.260,9 km2
Abitanti: 128.412
Da qui provengono i quattro sciatori
Bronzo mondialea coppie (con Noeckler, anche un podio in Coppa)
3 vittorie in stagione nella sprint di Coppa del Mondo
Federico Pellegrino24 anni
Domenica a Lahti è diventato il più giovane azzurro del fondo a vincere in Coppa del Mondo
In stagione anche 2 settimi posti, in gara ai Mondiali e ai Giochi
Francesco De Fabiani21 anni
Campionessa mondiale under 23 della sprint tc, la più giovane della spedizione azzurra ai Mondiali assoluti
Qualificata nei quarti della sprint, ha gareggiato anche in staffetta e nella 30 km
Francesca Baudin21 anni
Sprinter già presente ai Giochi di Sochi e ai Mondiali 2011 e 2013, sesta ai Mondiali u.23 di Almaty
In Coppa del Mondo ha già un 11° e un 17° posto
Greta Laurent22 anni
LE 31 VITTORIE AZZURREMASCHILI DIVISE PER REGIONI
6321
12 VenetoPietro Piller Cottrer
Silvio Fauner
Fulvio Valbusa
Maurilio De Zolt
22
4 LombardiaFabjo Maj
Renato Pasini
11 Friuli Venezia Giulia
Giorgio Di Centa
11 Lazio
Valerio Checchi 511
7 Trentino/Alto AdigeCristian Zorzi
Freddy Schwienbacher
Roland Clara
321
6 Val D’AostaFederico Pellegrino
Marco Albarello
Francesco De Fabiani
La Valle d’oro del fondo1Val d’Aosta al potere: dal podio mondiale di Pellegrino al successo in Coppa di De Fabiani, una piccola regione rilancia lo sci della fatica. E una nuova generazione fa grande l’Italia
Stefano Arcobelli
L a nostra Norvegia è in Vald’Aosta. La nuova minieradel fondo, l’avamposto del-
la riscossa. L’orgoglio di chi sciasui binari, o pattina con gli sci.Quattro vittorie su quattro inCoppa del Mondo, un oro mon-diale giovanile, un bronzo mon-diale assoluto (condiviso conl’altoatesino Noeckler): la new generation evocata a Falun dalmedagliato Federico Pellegrino,dopo essersi lanciata, non inten-de fermarsi più sulla neve. Daipiccoli numeri di una regionestanno uscendo grandi storie.Da molta fantasia e pochi mezzista nascendo il nuovo miracolo(vero, effettivo) dello sport d’in-verno azzurro. Abnegazione farima con organizzazione. Pas-sione. Un comitato gestito comeuna nazionale.
TALENTI PRECOCI Non arriva a25 anni Pellegrino, a 22 France-sco De Fabiani, reduce dal trion-fo di domenica a Lahti nella 15km classica, la specialità dei nor-vegesi padroni del fondo, i mo-schettieri della nuova silenziosarivoluzione in una disciplina chegià prima della seconda guerramondiale ebbe pionieri comeVincenzo Perruchon e Innocen-zo Chatrian capaci di battere gliscandinavi nella mitica Coppa Kurikkala, e negli anni di FrancoNones (oro a Grenoble ‘68) cam-pioni come Attilio Lombard edElviro Blanc, che furono i prede-cessori di una precedente rico-struzione quando negli anni 90arrivarono Albarello, Filippa,Godioz. Il testimone di ieri e di
oggi è Marco Brocard, zio del-l’azzurra Elisa, che nel centro diGressan tra Aosta e Pila, ha ere-ditato il timone ed insieme ad Andrè Fragno e agli altri tecnicidei centro fondo segue da vicinol’attività dei 22 sci club. «E’un’attività che parte 18 anni fa— racconta Brocard —. Nel co-mitato valdostano troviamo i ta-lenti e facciamo da tramite per lesquadre nazionali giovanili. Ilnostro lavoro avviene a fondovalle, da giugno a fine marzonelle piste tra Gressoney, Brus-son, Courmayeur e Cogne». Co-me si trova un De Fabiani che
persino la Norvegia ci invidia?«Trovare un talento assolutonon è facile a livello di allievi,perché c’è tutta una scala tra di-ventare bravi e vincere in Coppadel Mondo. Nel caso di France-sco, lo vedemmo nella squadraaggregati a 14 anni: sciava conquelli di 19, ad un certo puntodella camminata tirò dritto e sa-lutò tutti. Questo ragazzo ha ungran motore, è il più dotato perle gare distance, così come Pelle-grino è dotatissimo per lesprint».
SEGRETO Selezionare, forgiare,
lanciare potenziali campioni: unlavoro cruciale che «senza l’aiu-to delle famiglie non sarebbepossibile, sì bisogna saper fareanche i genitori, e quelli di deFabiani, Pellegrino e Baudin losanno fare. Senza una gestioneintelligente nelle squadre giova-nili non sarebbe possibile. Nonabbiamo altri segreti, se non chequesto è un momento d’oro e cifa piacere, a questo punto bastanon fare danni dopo averli aiu-tati a crescere». Oggi in naziona-le l’assistente di Sepp Chenetti èPaolo Riva, valdostano; fino aun anno fa c’era Steo Saracco,
mentore di Pellegrino e di GretaLaurent, altra talentuosa diGressoney, cresciuta dietroArianna Follis. E tra le donne,Francesca Baudin è l’unica me-dagliata mondiale giovanile(con Debora Agreiter e GiuliaStuerz): Buba era la più piccoladella spedizione mondiale di Fa-lun, ed ha voluto esserci anchenella durissima 30 km ,lei che èuna sprinter. Fa fondo, segue lafattoria di famiglia. E’ tenace.
NUOVA CONSAPEVOLEZZA DeFabiani l’aveva promesso dopole 3 vittorie in Coppa del Mondodi Pellegrino: «Federico ci hafatto capire che non dobbiamoaccontentarci, che possiamocompetere con il resto del mon-do. Ora non abbiamo più pau-ra». DeFa non ha solo tempo dicoltivare la passione per l’infor-matica: nel suo futuro ci saràl’ingegneria elettronica «ma inquesto momento il fondo mi as-sorbe totalmente». Abbiamotrovato un Northug a Gresso-ney? Intanto domani in Norve-gia, a Drammen, il vicino di casaPellegrino va all’assalto del nor-vegese Krogh per contenderglila Coppa del Mondo sprint: cisono 33 punti di differenze traFederico ed il vichingo, tra ilneo medagliato mondiale cheha ridato l’orgoglio ad un am-biente uscito mortificato da an-ni senza raccolto e che adessotorna a fare concorrenza ai pa-droni del fondo. Si gareggia inclassico, la specialità di De Fa-biani che ora vuole crescere pervincere a tecnica libera. Vald’Aosta: la locomotiva di un’Ita-lia ritrovata.
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Francesco De Fabiani, 21 anni di Gressoney, domenica a Lahti ha trionfato nella 15 km a tecnica classica AFP
� (g.v.) In questa stagione, uno dei protagonisti del fondo valdostano è Mark Chanloung (Monte Rosa), talento di origini thailandesi a podio nel tricolore, protagonista anche ai Mondiali di Almaty e avviato al fondo, assieme alla sorella Karen, dal papà Boonchan, fisioterapista con la passione della cucina. Da registrare anche i titoli italiani di Jeanluc Perron (Valtournenche, aspiranti) e di Mikael Abram (Gran Paradiso, juniores) uno dei talenti più importanti e attesi, seguito da Nicolas Berard e Katia Cavagnet. E nel prossimo fine settimana, tra Sappada (Bl) e Forni Avoltri (Ud), l’Asiva cercherà il bottino allievi col terzetto rosa di Cogne: Jeantet, Glarey e Borettaz.
IN VALLE BOOM GIOVANILEC’è un talento di originithailandesi
RBrocard racconta: «Scoviamo gli atletie li cresciamo conl’aiuto delle famiglieDe Fabiani era un asso già a 14 anni»
Sci nordicoRIl fenomeno
33MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
azzurro tra il 1963 e il 1973 (44anni fa, agli Euroindoor di Sofia1971, esattamente come lei, fubronzo nei 1500...), mammaRossella Gramola, sua coach, loè stata tra il 1976 e il 1984.
PRECOCE La carriera delle due,peraltro, si è sviluppata in mo-do diverso. Su Alessia («Sononell’atletica da sempre con unaparentesi di un paio d’anni nelbiathlon»), si scommette dalungo tempo. Federica è esplo-sa solo la stagione scorsa. MissTrost, nelle cate-gorie giovanili,ha vinto tutto.Nel 2009, peresempio, a 16 an-ni, i Mondiali al-lievi di Bressano-ne, il Festivalolimpico dellagioventù euro-pea di Tampere ela Gymnasiade diDoha, per poi nel2010 arrivare al-l’argento ai Trialseuropei di Mosca e all’Olimpia-de giovanile di Singapore, nel2012 all’oro dei Mondiali junio-res di Barcellona e nel 2013, do-po il due metri al coperto di Tri-nec (come in Italia solo Sara Si-meoni e Antonietta Di Marti-no), a quello degli Europeiunder 23, ancora a Tampere.
TARDIVA Miss Del Buono, inve-ce, ha preso a correre solo nel2011 («dopo essermi data al
nuoto, al basket e alla danzamoderna, hip hop in primis») eprima del 2014 aveva combina-to poco. Per dirne una: ai Mon-diali junior 2012, dove Alessiavolava al titolo, lei con un mo-desto 4’28”66, veniva mesta-mente eliminata nella batteriadei 1500. All’epoca si allenavauna volta al giorno e non sem-pre... Poi, l’improvvisa escala-tion. L’anno scorso, all’aperto, ha corso cinque volte gli 800 edodici i 1500: nel primo caso hamigliorato il personale in quat-
tro occasioni,portandolo da2 ’ 0 7 ” 2 3 a2’00”58, nel se-condo in sei,scendendo da4 ’ 1 9 ” 6 1 a4’05”32. Nem-meno GabriellaDorio, alla suaetà, andava cosìforte. Curiosa-mente sia Trostsia Del Buono,nonostante la
giovane età, hanno già vissutouna stagione difficile: il 2014 laprima, il 2013 la seconda.
IN PARALLELO Entrambe han-no fatto il liceo scientifico, en-trambe sono studentesse uni-versitarie. Alessia, che parla escrive in inglese, tedesco e spa-gnolo. è al secondo anno di lin-gue a Udine («Quest’inverno hodato tre esami, l’ultimo in storiad’Europa e a maggio spero di
I FENOMENI CONTENUTOPREMIUM
Ragazze terribiliL'IDENTIKIT
ALESSIA TROSTNATA A: PORDENONEIL: 8/3/1993SPECIALITÀ: ALTOALTEZZA: 1.88 PESO: 68
Un personale di 2.00 indoor e di 1.98 all’aperto (2013), è stata campionessa del mondo allieve (Bressanone 2009) e junior (Barcellona 2012). Nella categoria assoluta vanta un 7° posto mondiale e un 9° europeo e al coperto un 4° e, adesso, un 2° continentale COLOMBO
T O
F R I U L IV E N E Z I A
G I U L I A
TPordenone
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L'IDENTIKIT
FEDERICADEL BUONONATA A: VICENZAIL: 12/12/1994SPECIALITÀ: 800/1500ALTEZZA: 1.64 PESO: 48
Vanta personali di 2’00”58 negli 800 e di 4’05”32 nei 1500 (2014). Figlia d’arte, papà Gianni e mamma Rossella Gramola sono stati entrambi mezzofondisti azzurri. Arrivata ad alti livelli solo la scorsa stagione, prima del bronzo di domenica a Praga, sempre sui 1500, era stata quinta agli Europei all’aperto di Zurigo dell’agosto scorso. Quest’inverno ha centrato le migliori prestazioni italiane under 23 indoor di 1500 (4’08”87) e 3000 (9’01”19) oltre un 2’05”64 negli 800 COLOMBO
V E N E T O
Vicenza
3Le medaglie azzurre a Praga: con quelle di Trost e Del Buono, l’argento di Silvano Chesani nell’alto
IL NUMERO
AtleticaRLe medagliate agli Euroindoor di Praga
LA STORIAdi ANDREA
BUONGIOVANNI
A dividerle ci sono 21 me-si di età e 24 centimetridi altezza. Ad accomu-
narle un talento sconfinato, laprovenienza dal Nord Est d’Ita-lia e l’entusiasmo col quale af-frontano lo sport e la vita. Lapordenonese Alessia Trost e lavicentina Federica Del Buonosono il presente e il futuro del-l’atletica azzurra. Ventidue an-ni festeggiati domenica la pri-ma, venti compiuti in dicembrela seconda. Spilungona di 188centimetri la saltatrice, scric-ciola di 164 la mezzofondista.Se l’Italia, agli Europei indoordi Praga, ha centrato un botti-no superiore alle attese, è gra-zie a loro (argento nell’alto ebronzo nei 1500) e a SilvanoChesani, stessa medaglia e stes-sa specialità di Alessia. Mamentre il trentino, a 26 anni,può considerarsi un atleta con-solidato, la strada di Trost e DelBuono è per certi versi tutta dadelinearsi.
LA FAMIGLIA Entrambe arriva-no da una famiglia di sportivi.Alessia, prima di passare sottole cure di Gianfranco Chessa, èstata allenata da papà Rudi, po-dista amatoriale (e mamma Su-sy è la prima tifosa). Federica èsuper figlia d’arte (di mezzo-fondisti): papà Gianni è stato
proseguire»). Federicaha appena cambiato fa-coltà («Ripartendo da ze-ro, sono passata da scienzedella comunicazione a Vero-na, a scienze motorie a Ro-ma, così è più facile conci-liare»). Entrambe, gestitedal medesimo manager, ilbresciano Federico Rosa,gareggiano per un grupposportivo militare: le Fiam-me Gialle (dal 2011) e laForestale (dal 2013). Lafriulana ha in Anna Chi-cherova un modello tec-nico, la veneta ammiral’etiope Genzebe Dibaba e,guardando al passato, lo sta-tunitense Steve Profontaine,non a caso due che in garavanno o andavano all’attac-co come lei. Ad accomunarlela passione per il sushi e i so-cial network. Alessia è fidan-zata con Alberto Gasparin, co-etaneo da 2.15 in alto tre annifa, Federica è single.
LA STORIA L’Italia, nella storiadegli Europei indoor, nelle ri-spettive specialità al femminile,aveva già vinto. Nell’alto la Si-meoni è stata quattro volted’oro (1977, 1978, 1980, 1981)e la Di Martino una volta d’oro(2011) e una volta d’argento(2007). Nei 1500 si conta untrionfo di Agnese Possamai(1981) e uno della stessa Dorio(1982). Sono precedenti pesan-ti. A cui guardare con fiducia.
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TROST E DEL BUONOLE GEMELLE DIVERSE
RILANCIANO L’ITALIA
DUE TALENTI PURI SBOCCIATI IN TEMPI DIVERSI, UNITI DAL NORD EST, DAL MANAGER E DALLA
PASSIONE PER IL... SUSHI, DIVISE DA 24 CM D’ALTEZZA
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La rinascitadi Dustin«Dipendo soloda mia figlia»1Johnson vince a Miami e cancella il caso cocaina: «Affari personali»
Federica Cocchi
L a miglior riscossa possibi-le dopo mesi di «si dice»,di pettegolezzi sulla sua
vita privata e insinuazioni sul-la dipendenza da cocaina. IlDustin Johnson che ha trionfa-to ieri al Trump National Doraldi Miami, dove si è giocato ilCadillac Championship, primoWgc della stagione, è un altro.Ora è padre felice della piccolaTatum, avuta appena sette set-timane fa dalla compagna Pau-lina Gretzky, figlia del grandeWayne, leggenda dell’hockeyghiaccio.
STOP Ad agosto dell’anno scor-so, il giocatore aveva annun-ciato il forfeit nella Ryder Cupperché si sarebbe fermato seimesi «per affrontare una sfidapersonale». A quell’epoca i ri-sultati di Dustin Johnson eranopiù spesso immortalati su In-
stagram che sul campo: feste edivertimenti con la sua amataPaulina, la più conosciuta wagdel golf lo avevano distolto dallavoro sui green e DJ apparivasempre più ombroso. Così, unavolta annunciato lo stop, il col-legamento con una sospensio-ne per doping era stato imme-diato. Siti specializzati Usaavevano raccontato che Dustinera stato fermato per aver falli-to due volte consecutivamenteun test antidroga, per la preci-sione sarebbe risultato positivoalla cocaina.
LA GARA Johnson era partitoper l’ultimo giro con cinque
colpi di distacco da J.B. Hol-mes, e aveva un colpo di van-taggio quando si è presentatosul tee della 18. È stato impec-cabile col driver per tutta lasettimana, non ha mai fattopeggio di un bogey, mai fattotre putt. «Se ha vinto nove titoli— è stato il commento dellosconfitto Holmes, secondo con-8 — vuol dire che se la cavabene…». Una brutta giornataquella di Holmes, ma classe edesperienza degli avversari han-no fatto la differenza. BubbaWatson è finito al terzo posto(281, -7) mentre l’australianoAdam Scott e lo svedese Hen-rik Stenson hanno chiuso quar-ti. Con questa vittoria Johnsonraggiunge quota nove successiin carriera. Grazie all’assegnodi 1.570.000 dollari papà Du-stin è anche tornato nella topten mondiale, al numero sette.
RISERVATO Il vincitore al Do-ral non vuole più tornare sullastoria della sua sospensione:«Perché è una questione perso-nale — spiega dopo la gara — esoprattutto perché non deveessere affare di nessun al-tro…». E alla domanda, diret-ta, se avesse mai fallito un testantidroga, la risposta è stataaltrettanto secca e diretta «No.Grazie». Oggi, per DustinJohnson è un nuovo inizio, inquesti mesi ha avuto accanto lasua Paulina e la piccola Tatum.«Sapere che mi aspettavanodopo la gara è stata sicuramen-te la parte migliore della gior-nata. Ho cercato di vivere lagravidanza insieme a Paulina,giorno dopo giorno. L’ho aiuta-ta per quanto fosse possibile, ele sono stato vicino fino allanascita di Tatum». E adesso ilsuo gioco e la sua vita sono mi-gliorati: «Il mio gioco è in otti-ma forma, mi sento sicuro delmio swing am anche del putt edel gioco corto. Adesso non vo-glio fermarmi…». Prossimafermata, Augusta.
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7°� Il piazzamento di Dustin Johnson nel ranking mondiale dopo Miami: prima era 16°. Il leader è Rory McIlroy, il miglior azzurro Francesco Molinari, 65°
Dustin Johnson, 30 anni: vanta 9 vittorie nei tornei del Pga Tour AFP
DA GIOVEDÌ A PRETORIA
Manassero riparteBinaghi: «Torneràcon più motivazioni»
Matteo Manassero, 21 anni EPA
«B atterie ricaricate,è il momento ditornare a essere
competitivi». Matteo Manas-sero affida a Twitter i suoipropositi di riscatto per que-sto 2015 cominciato malissi-mo. Il veronese, vincitore diquattro titoli sullo EuropeanTour, compreso il Pga a Wen-tworth, è partito per questanuova stagione col piedesbagliato collezionandoquattro tagli in altrettantepresenze. Matteo si è presoun mesetto per staccare laspina e da giovedì sarà incampo a Pretoria per loTshwane Open, ultimo degliappuntamenti del circuitoeuropeo in Sudafrica. Insie-me a lui altri tre italiani:Edoardo Molinari, MaroCrespi e il giovanissimo Re-nato Paratore.
TECNICA Secondo l’anticatradizione italica dei coachda divano, i commenti sullacrisi del giovane campionesono molteplici, ma l’unicoche lo conosce bene è il suotecnico Alberto Binaghi, chelo allena fin da bambino. «Ilnostro obiettivo ora è torna-re competitivi, riprendere unbuon ritmo e presentarci almomento clou della stagio-ne e al British al meglio dellaforma». Binaghi non vuoleparlare di questioni tecni-che: «A volte sento parlare
persone che nemmeno maihanno frequentato il Tour daregiudizi insensati. Dicono chedovrebbe andare in America: ioci sono stato, ho studiato e misono perfezionato e non ho vi-sto cose straordinariamente di-verse da qui. Matteo ha avutouna crisi più personale che tec-nica». Fin da ragazzino in giroper il mondo con risultati im-portanti e tanta pressione su dise: «Non è facile, a 18 anni farela vita da professionista di altolivello con tutti gli impegni e leresponsabilità che ne conse-guono. Prima o poi il conto arri-va, ma ho fiducia che torneràpiù motivato». Il problema nonsono i risultati: «No, ho bisognorivedere gli occhi del vecchio Matteo, non credo che in Suda-frica farà un grande risultato ma ho fiducia che il suo atteg-giamento sia più positivo, am-metto che ero un po’ preoccupa-to a vederlo così abbattuto». Siriparte: a noi gli occhi, Matteo.
f.co.© RIPRODUZIONE RISERVATA
TRUMP RENDE IL FERRO A MCILROY� Rory McIlroy nel secondo giro del Cadillac, dopo un approccio sbagliato ha scagliato il ferro 3 nel laghetto della buca 8. Donald Trump, padrone del Doral, ha fatto immergere un sommozzatore. Il bastone è stato ritrovato e riconsegnato dallo stesso Trump
Donne, Park vince scommessae torneo: papà le paga 7500 $� Inbee Park è tornata. La sudcoreana numero 2 al mondo ha concluso con 273 colpi (66 69 68 70, -15) l’HSBC Women’s Champions e ha portato a tredici, compresi ben cinque Major, i titoli conquistati sul tour femminile americano. Sul percorso del Sentosa Golf Club (Serapong Course, par 72) a Singapore, dove nel field non c’erano giocatrici italiane, la 27enne in un giro finale di altissimo livello ha battuto il nuovo fenomeno del golf femminile, la neozelandese Lydia Ko, leader del Rolex Ranking, seconda classificata con 275 (68 79 67 70, -13), e di Stacy Lewis, numero tre, in terza posizione con 277 (69 69 67
72, -11). Malgrado la vittoria, la Park non è riuscita a risalire sul trono mondiale che era suo fino a gennaio scorso, ma si è avvicinata alla Ko per una lotta al vertice che si prevede molto serrata.La Park ha avuto anche un ottimo stimolo per giocare al meglio. Lei, che non ama molto ilSerapong Course ha fatto una scommessa col padre: «Se faccio bogey ti devo pagare 1000 dollari per ognuno, se invece segno un birdie allora me ne paghi 500 tu». E’ andata male a papà Park che grazie allo score senza bogey della figlioletta non ha incassato il becco di un quattrino, in compenso grazie al -15 consegnato domenica ha dovuto sborsare 7500 dollari.
GolfRIl personaggio
35MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Italia, quanti dubbiMa Barazzutti«Io non mollo»1 Dopo i k.o. in Davis e Fed Cup, il c.t ha la fiducia della squadra. Nargiso o Pennetta dopo Rio 2016?
Vincenzo Martucci @VinceMartucci
D ue batoste in un mese. E da favoriti. Ledue nazionali maggiori del tennis, quelladi Fed Cup, 4 volte campione (in 5 finali)
dal 2006, e quella di Davis, semifinalista uscen-te, deludono gli appassionati, dopo averli in-fiammati con spirito battagliero e vincente. Sta-volta azzurre ed azzurri hanno perso contro no-mi non altisonanti, facendosi rimontare e finen-do tutt’e due agli spareggi per non retrocederedalla serie A. L’accoppiata non si verificava dal2008 (donne k.o. a Napoli con la Spagna, uomi-ni in Croazia), anche se i playoff in sé non sonoun disonore, se pensiamo che le azzurre sfidanogli Stati Uniti delle sorelle Williams (vincitricidel Gruppo II) e che gli azzurri siritrovano con nazioni come laSpagna. Del resto, queste duesconfitte, in casa con la Francia ein Kazakistan, stridono col discre-to inizio di stagione, soprattutto degli uomini, nei tornei.
1.Azzurre ed azzurri hannoperso per demeriti propri oper meriti degli avversari?
Sara Errani non era in un gran momento di forma, la «gemella»,Roberta Vinci, ha problemi allaspalla, Camila Giorgi è in crescita,tecnico-tattica e alterna fiammate clamorose acali eclatanti, e Karin Knapp sta stentando. Cosìsono state travolte dalle giovani ed atletiche francesi, Garcia e Mladenovic, facendosi riman-giare il 2-0 e subendo lo sconvolgente cappottodelle «Cichi» in nemmeno un’ora. I ragazzi era-no in condizioni molto migliori, soprattutto An-dreas Seppi e Simone Bolelli, ma hanno denun-ciato limiti tecnico-tattici-caratteriali controMikhail Kukushin, cagnaccio che batti solo se loattacchi. Mentre Fabio Fognini, non ha chiuso ilmatch all’inizio del quarto set contro il picchia-tore «Sasha» Nedovyesov. Ed è stato travolto.
Purtroppo succede, ma ha dato tutto se stesso suun campo violato una sola volta in 8 partite (nel2013 dai cechi). Memorandum: l’ultima vittoriadell’Italia fuori casa nel quinto e decisivo matchrisale al Seul 1987, con l’eroico Paolo Cané.
2. I capitani di Francia e Kazakistan hannotrovato il jolly, perché Corrado Barazzuttinon ne ha tirato fuori qualcuno anche lui?
«Barazza» non è un attaccante alla Adriano Pa-natta, non lo era da atleta e non lo è nella vita.Attenzione, sembra dimesso e anonimo, ma hapersonalità ed è uomo onesto e stimato dai ra-gazzi. Come capitano, di Davis dal 2001 e di FedCup dal 2006, ha esperienza specifica in un ruo-lo delicato ed agognato. E’ stato accusato di farela formazione seguendo solo la classifica mon-diale, ma nel caso specifico non aveva alternati-
ve. Anche col senno di poi, a Ge-nova, come poteva sostituire, sul-la terra, la Errani, finalista del Ro-land Garros 2012 e già numero 5del mondo? Come rinunciare aldoppio numero 1 del mondo ecampione di tutti gli Slam? Comeescludere la Giorgi per lanciareuna Knapp oggi opaca? E, adAstana, con Fognini che è arrivatodalla terra sudamericana al ce-mento solo mercoledì (per la visi-ta medica annuale), ha fatto benead allenarlo un po’, evitandogli ilprimo singolare a favore di chi
aveva appena battuto Raonic (Bolelli), affidan-dogli il doppio e quindi il singolare decisivo, sul2-2. Non ha avuto la freddezza di mascherare lecarte e far riscaldare anche Bolelli - titolare sullacarta -, ha svelato subito le sue mosse, ma lescelte sono incontestabili.
3.Magari Barazzutti non trasmette, o non tra-smette più, quella carica extra, che AmelieMauresmo ha dato a Garcia e Mladenovic.
Corrado non è un istrione. Ma - non dimenti-chiamolo -, come persona seria, posata, silen-ziosa, affidabile e non appariscente -, insieme a
Abbiamo pagato i limiti tecnico-tattici e caratteriali di Seppi e Bolelli
Le ragazze avevanoproblemi fisici, ma il k.o. in doppio resta sconcertante
LA CHIAVECorrado Barazzutti, 62 anni: è capitano della squadra di Davis dal 2001e di quella di Fed Cup dal 2006 ITALY
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Renzo Furlan, ha accompagnato FrancescaSchiavone alla conquista del primo Slam deltennis donne italiano al Roland Garros 2010, edha aiutato l’altro purosangue, Fabio Fognini,l’anno scorso, in delicatissime tappe di Davis.Come domenica ad Astana davanti a una quin-dicina di chiamate sbagliate - ad arte? - dei giu-dici di linea. Ha esaurito tutta la carica e ancheun po’ del carisma? E’ l’ora di tecnici più giovanie moderni? Forse Diego Nargiso e Flavia Pennet-ta sono già pronti. Ma Barazzutti non ha persol’affetto e la stima del gruppo. Come gli ha pub-blicamente detto Fognini.
4. Eppure Barazzutti è sembrato stanco esconsolato: si dimette?Conoscendolo da tanto, sapevamo già la
risposta. «Dopo giornate così sono certamentestanco, ma noi sportivi perdiamo, e siamo subito dinuovo pronti alla prossima sfida. E’ la nostra men-talità. Io in particolare se perdo non scappo di sicu-ro, sono stato così tutta la vita. Anzi, mi rimettosubito al lavoro con più forza ed attenzione, per laprossima battaglia, il 18-19 aprile a Brindisi. Alledimissioni ci penseremo quando scade il contratto,dopo l’Olimpiade di Rio 2016».
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LA GUIDA
L’Italia giocherà i play off per restare nel World Group e lo farà da testa di serie (12-14 settembre). Per conoscerel’avversaria si dovrà attendere metà luglio (17-19), quando si completeranno i tabelloni della varie zone mondiali del Gruppo I. Intanto Canada e Argentina (singolare decisivo rinviato per oscurità) sono le ultime qualificate. A Vancouver (veloce indoor) Canada-Giappone 3-2: Nishikori (Giap) b. Raonic (Can) 3-6 6-3 6-4 2-6 6-4; Pospisil (Can) b. Soeda (Giap) 7-5 6-3 6-4; a Buenos Aires (terra) Argentina-Brasile 3-2: Delbonis (Arg) b. Bellucci (Bra) 6-3 3-6 6-2 7-5 CLASSIFICHE Uomini: 1. Djokovic (Ser) 13.205; 2. Federer (Svi) 9.205; 3. Nadal (Spa) 5.675; 4. (5) Murray (Gb) 5.425; 5. (4) Nishikori (Giap) 5.415; 6. Raonic (Can) 4980; 7. Wawrinka (Svi) 4595; 8. Ferrer (Spa) 4535; 9. Berdych (Cec) 4340; 10. Cilic (Cro) 3450. Gli italiani: 22. Fognini 1540; 33. (35) Seppi 1185; 49. Bolelli 919; 79. Lorenzi 632. Donne: 1. S.Williams (Usa) 9.592; 2. Sharapova (Rus) 8.215; 3. Halep (Rom) 6.571; 4. Kvitova (Cec) 6.395; 5. Wozniacki (Dan) 4730; 6. Ivanovic (Ser) 4425; 7. Bouchard (Can) 4306; 8. A. Radwanska (Pol) 4065; 9. Makarova (Rus) 3420; 10. Petkovic (Ger) 3190. Le italiane: 12. Errani 2750; 16. Pennetta 2560; 33. Giorgi 1485; 40. (39) Vinci 1226; 56. (55) Knapp 900; 70. Schiavone 787.
Nishikori superma passa il CanadaL’Argentina c’è
«I grandi ai raggi x»In edicola trovateSchiavone e Pennetta
� Il 21° volume della collana «I grandi del tennis ai raggi X» da ieri in edicola ha come protagoniste Francesca Schiavone, la prima italiana a vincere uno Slam in singolare, e Flavia Pennetta. Il prezzo del volume è di 4,99 euro più il prezzo del giornale.
PallavoloRLa squadra del momento
TennisRAzzurri in crisi
Dottoressa Tirozzi, la cura di Casalmaggiore 1Sfrontatezza e tanta fantasia (in attacco), così le cremonesi sognano il secondo posto: «Sappiamo solo aggredire»
Giovanni Gardani CASALMAGGIORE (CREMONA)
S pendersi fino in fondoper agganciare il secondoposto, oppure gestire le
forze con il podio già in cassa-forte e sparare tutto nei playoff? Per informazioni chie-dere alla dottoressa ValentinaTirozzi. «La ricetta è semplice –spiega la numero 16 del Casal-maggiore – e sta proprio nelnon risparmiarsi: se infatti vin-ciamo le partite quando vannochiuse, come accaduto controUrbino, e senza tirarla per lelunghe, allora possiamo tenererisorse per le gare a venire. Nelnostro caso pigiare sull’accele-ratore è il modo migliore pernon consumare benzina». Se lo dice Valentina, una laureain Economia a settembre allaPartenope di Napoli – raro casodi convivenza tra sport profes-sionistico e studi accademici –allora coach Mazzanti farà be-ne a fidarsi. «Del resto siamosempre rimaste noi stesse: sia-mo una squadra che aggredisceogni gara perché non sa, nonpuò fare diversamente. Siamo
state brave, se escludiamo unpaio di occasioni, a dare conti-nuità al nostro piano partita:abbiamo un marchio di fabbri-ca, che abbiamo sempre inse-guito. Aggredire sin dalla bat-tuta e variare molto il gioco,sorprendendo anche con attac-chi dalla seconda linea e confast delle centrali. Una mano-vra che coinvolge tutti, grazie aSkorupa, l’alzatrice ideale».
DOPPIA CIFRA Non a caso laPomì Casalmaggiore ha man-dato in doppia cifra quattrogiocatrici in ben otto occasionisu diciannove, col record di cin-que atlete sopra i 9 punti rag-giunto contro Firenze e Bustoall’andata. «Anche questo è unmodo per distribuire compiti eforze – spiega Valentina – e unsistema per non dare punti diriferimento. In questo caso misento un po’ privilegiata: ho giàgiocato con Skorupa a Urbino econoscere determinati mecca-nismi ti aiuta a entrare subitonell’ottica giusta. Lo stesso di-scorso vale per Imma Sirressi: aCasalmaggiore non ho dovutoperdere tempo con l’ambienta-mento».
Laurea e campo, due imprese.Anche se il vero alloro sportivosarebbe il secondo posto. «Nonso dire quale sia il compito piùdifficile. Per il successo accade-mico devo dire grazie a mam-ma Franca e papà Vincenzo,che spesso mi procuravano i li-bri di testo, essendo io una nonfrequentante. Mi sono laureatain Management delle Imprese Internazionali. Una semifinale
scudetto sarebbe un’impresaancora più grande per Casal-maggiore, club in crescita an-che se con poca tradizione».
CASA DOLCE CASA A tal propo-sito, il secondo posto peserebbemolto di più. «Considerando ilnostro cammino interno – spe-cifica Valentina – poter giocarequarti ed eventuale semifinalein casa sarebbe un vantaggio
importante, che però possiamodare per certo solo col secondoposto. Certo, al contempo vo-gliamo arrivare al top per iplayoff: ecco perché, come giàs’è visto contro Urbino, anchela panchina, per quanto corta(la Pomì conta solo undici gio-catrici, ndr), avrà un ruolo di ri-lievo». Il tabellino del capitano Pomì,intanto, è quello di un rullocompressore. Sempre in dop-pia cifra, ad eccezione di Cone-gliano all’andata e Novara al ri-torno, col picco di 24 punti a Fi-renze. «E’ merito di una squa-dra che gioca sempre allostesso modo. Ci siamo perse so-lo in Coppa Italia, ed è un veropeccato, a Novara e nel primoset contro Forlì, quando però ilcrollo del palazzetto di Viadanaci aveva destabilizzate. Cremo-na ci ha accolte benissimo: e separliamo di cifre, i 3mila spet-tatori del PalaRadi sono stati laspinta giusta con Conegliano eUrbino. Sarà così anche per leprossime sfide interne». Primaperò c’è Scandicci, un «forno»:guai a risparmiarsi, garantiscela dottoressa Tirozzi.
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� Domani mattina (ore 9.30) viene trasmessa in differita la prima telecronaca del volley femminile su GazzettaTv, Pomì Casalmaggiore contro Zeta System Urbino. � NOVARA (a.a.) L’Igor Novara è impegnata (19) a Schweriner (Ger) dove deve riscattare la sconfitta dell’andata (1-3) in Challenge Cup.� POLACCHI (an.me.) La Sir Safety ha raggiunto la Polonia dalla Lombardia dopo aver giocato a Desio. Al seguito anche una ventina di tifosi che partiranno oggi da Perugia.� CONFERMATO (al. fr.) Vincenzo Nacci confermato sulla panchina del Venezuela.� TROFEO GAZZETTA Uomini (22) 82: Atanasijevic, 75: Lanza, 69: Bruno, 66: Starovic, 64: Petric, 60: Kaziyski, 59: Sander. Donne (19) 81: Fabris, 78: Barun, 73: Ozsoy, 64: Van Ecke, 60: Nikolova, 59: Tomsia, Tirozzi, 56: Klinemann, 51: Plak, 49: Diouf.
DOMANI ORE 9.30
Su GazzettaTv prima cronaca
Valentina Tirozzi, 28 anni: con 27 ace è la migliore battitrice della A-1 TARANTINI
36 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
1 GHIACCIO-Pista lunga, Kramer 7° oro iridato Ai Mondiali allround in pista lunga di Calgary(Can) trionfo di Sven Kramer (Ola) 7° titolo in 9 anni. Uomini. 10.000: 1.Kramer (Ola) 12’56”69. Finale: 1. Kramer (Ola) 146.509; 2.Yuskov (Rus) 146.934; 3. Lunde Pedersen (Nor) 147.182; 15. Giovannini 110.858.TUTTENOTIZIE
ATLETICAMARCIA: RUBINO NONO(si.g.) Nono posto (miglior europeo), in 1h24’45”, di Giorgio Rubino nella 20 km di marcia su strada di Chihuahua (Mes), 2a tappa Challenge Iaaf. Uomini. 20 km: Sanchez 1h23’00”; Barrondo (Gua) 1h23’01”; Palma 1h23’11”.� CADETTI RECORD (si.g.) Elisabetta Vandi, figlia d’arte, ha migliorato la sua miglior prestazione italiana cadette indoor 200 ad Ancona con 25”09. Altri primati u16 i 600 1’34”51 Abel Campeol e la 4x200 1’36”91 del Lazio maschile.� CHE PERKOVIC (si.g.) A Spalato (Cro), esordio stagionale super di Sandra Perkovic: 70.08 nel disco.
� MEZZA PRIMATO (d.m.) Al keniano Stanley Biwott la mezza de L’Aia (Ola) in 59’20”, m.p.m. 2014. Uomini: 1. Biwott (Ken) 59’20”; 2. Kotut (Ken) 59’28”; 3. E. Kiptoo (Ken) 59’35”; 4. E. Tarus (Ken) 1h00’04”; 5. Kimani (Ken) 1h00’05”. Donne: 1.Neuenschwander (Svi) 1h11’04”
� YANIT ALLUNGA (si.g.) La Iaaf ha vinto il ricorso alla Corte d’arbitrato per il caso doping della turca Nevin Yanit, campionessa europea 2010 e 2012 dei 100 hs: la squalifica passa da due a tre anni e si concluderà il 6 marzo 2016.
BOXE� ITALIANI (r.g.) Il superleggero Bovi (10-1-1) a Zurigo batte Ivkovic (Bos, 1-3) ko 6. A Roma, il medio Lecca (11-1-1) si impone su Haaz (Ung, 9-16-1) kot 4. A Vittoria (Rg) il leggero Invernizio (6-2-1) b. Pastarini (3-6) p. 6. A Madrid (Spa), Giuseppe Laganà (25-11-1), ex tricolore (2002), 44 anni, fermo dal 2012, perde p. 6 da Olteanu (Rom, 14-7-1).
� BLANDAMURA (r.g.) Joe Saunders (Ing. 21) ha lasciato vacante l’Europeo medi per puntare il Mondiale Wbo.L’Ebu deve indicare il cosfidante del francese Michel Soro (25-1-1), in lizza Bursak (Ucr, 30-3) ed Emy Blandamura (23-1).
� DONNE GIOVANI (m.moro.) A Calambrone (Pi) torneo nazionale femminile junior/youth con 17 match in finale (5 junior e 12 youth). Risultati: Junior 46 Cavallo b. Di Marco 3-0; 50 Marchese b Chaarabi 2-1; 66 De Carlo b. Sprecacenere 3-0; Youth 48 Bonatti b. Ferlick 2-1; 51 Gioia b. Rovetto 2-0; 54 Pierri b. Baruzzi 3-0; 57/A Marchese b. Esposito 3-0, 57/B Secci b. Casella 3-0; 64 Albini b. Nosenzo 2-1; 69/A Carini b. Salerno 2-0, 69/B Mazzucca b. Zaimi Tko-I r3; 81 Paoletti b. Dal Sie WO.
� RUSSO E VALENTINO (i.m.) L’Aiba annuncia le date del ciclo di Apb che qualificherà il 2° pugile all’Olimpiade: 29-30 maggio e 5-6 giugno 1° match; 10-11 e 17-18 luglio 2°match (valido per la qualificazione); 11-12 e 18-19 settembre finali. Per l’Italia in lizza Clemente Russo (91) e Domenico Valentino (60).
HOCKEY GHIACCIOSEMIFINALI PLAYOFF AL VIA(m.l.) Oggi ad Asiago (Vi) e Brunico (Bz) si gioca gara-1 (su 7) delle semifinali scudetto del campionato di serie A numero 81. Programma. Ore 20.30: Asiago-Milano; Val Pusteria-Renon.� BOLZANO (m.l.) Il Bolzano gioca oggi a Linz gara-3 (su 7) dei quarti con la serie in parità 1-1. Altre: Salisburgo-Villach (serie 1-1); Znojmo-Klagenfurt (serie 1-1); Fehervar-Vienna (serie 2-0).
HOCKEY PISTA� FORTE RINVIA (m.nan) Il maltempo della scorsa settimana sulla Versilia ha reso inagibile il palasport di Forte dei Marmi: rinviato a data da destinarsi il big match di A-1 di oggi con Breganze. Alle 20,45 Valdagno-Trissino, posticipo della 21a giornata. Classifica: Forte dei Marmi* 54, Breganze* 47, Cgc Viareggio 44, Valdagno* 43, Bassano 38, Trissino* 36, Follonica 27, Lodi 26, Pieve 25, Matera 23, Giovinazzo 21, Sarzana 19, Prato 8, Correggio 6. (*= una in meno)
HOCKEY PRATO� PARI AZZURRO (g.l.g.) Gli azzurri chiudono la 2a fase della World League a San Diego (Usa) pareggiando 1-1 col Cile, poi sconfitti agli shoot out (0-3): finiscono così sesti la competizione. Rete italiana di Tommy Keenan (35’) e risposta cilena di Nicolas Renz (41’), entrambe su corto. Torneo onorevole, ma addio alla qualificazione olimpica.
IPPICA� IERI 11-3-9-10-6 A Follonica (m 2200): 1 Lex Wise (E. Moni) 1.15.4; 2 Luster Sf; 3 Ruben Grif; 4 Rampichino Jet; 5 No Tiengo Miedo; Tot.: 5,63; 2,68, 7,37, 2,34 (115,98). Quinté: 5.499,64. Quarté: 2.871,78. Tris: 355,56.� OGGI QUINTÉ A TRIESTE Al Montebello (inizio convegno alle 15.25) scegliamo Pipino Baggins (12), Rain del
Brenta (9), Ramira Cof (10), Pitter Starlight (5), Runa Horse (11) e Ollowin Rl (4). � ANCHE Trotto: Albenga (15.50) e San Giovanni T.(15.15).Galoppo: Roma(14.30).
NUOTO� FARFALLA CIELO (al.f.) Cesar Cielo, che ha rinunciato alla trasferta marsigliese con la nazionale, sigla la migliore prestazione mondiale dell’anno dei 50 farfalla a Belo Horizonte (Bra), 23”28, e vince i 50 sl in 22”07.� DOPPIETTA FISSNEIDER (al.f.) Al debutto nelle gare in vasca da 25 yard, Lisa Fissneider vince 100-200 rana a Grensboro (Usa) in 1’00”88 e 2’09”32.� ESIBIZIONE PHELPS (al.f.) Michael Phelps nei 200 misti fuori classifica ai campionati americani in vasca da 25 yard di Austin fa 1’40”84,7aperformance Usa all-time. Nei 100 fa chiude con il personale di 44”91, nei 100 sl fa 42”17.� HACKETT (al.f.) Grant Hackett torna alle gare il 14-15 marzo a Brisbane(Aus) al via di 100, 200 e 400 sl. Il 16enne australiano Kyle Chalmers migliora il primato nazionale di categoria in 49”40.
PALLANUOTO� ARBITRI A Roma ieri incontro tra rappresentanti federali, arbitrali e tecnici di A-1 dopo le recenti polemiche sulle direzioni di gara. Gli allenatori (Bovo, Bettini e Posterivo; De Crescenzo ha rinunciato) hanno chiesto maggiore uniformità di giudizio. Seguiranno altre riunioni in previsione dei playoff.� EUROPEI Barcellona, sede anche quest’anno della Final Six di Champions League (per le successive due edizioni possibile Budapest), ospiterà gli Europei 2018. Nel 2016 saranno a Belgrado.
SCHERMA� COPPA A UDINE Nell’ultima di Coppa del Mondo under 20 ad Udine, l’Italia è 2a nella spada donne con Roberta Marzani, Nicol Foietta, Eleonora De Marchi ed Alice Clerici, k.o. 30-25 con l’Ungheria 30-25, e nella spada uomini con Davide Amodio Maisto, Federico Vismara, Enrico Bergamini e Cosimo Martini, battuta dalla Svizzera 45-34.
SPORT INVERNALI� VASALOPPET (g.v.) La 91a Vasaloppet (15.800 partecipanti, 2000 le donne nel giorno della loro festa), la «gara» di fondo, 90 km a tc da Salen a Mora (Swe), è stata l’edizione degli esordienti: successi di Petter Eliassen (Nor) sul connazionale Aukland e Rezack (RCeca) e di Justyna Kowalczyk (Pol) su Johansson Norgren (Sve) e Boner (Svi). Italiani: Riccardo Mich (32°) e Simone Bosin (33°) e Giorgio Di Centa (49°).� SALTO DI COPPA Stefan Kraft vince dal grande trampolino di Lahti (Fin) in 284.5: battuti Freund (Ger) 273.2 e Fannemel (Nor) 268. L’austriaco, che ama l’Italia e Predazzo, ora è a 7 punti dal leader di Coppa, lo sloveno Prevc (1315). Oggi si gareggia a Kuopio. A squadre: 1. Norvegia 1069.1; 2. Germania 1040.2; 3. Giappone 1031.7.
TIRO A VOLO� RHODE SUPER Mentre nel maschile, dopo 4 serie Valerio Luchini era ancora «pieno» con 100/100, con Hancock(Usa) e Lodde che ha chiuso a 123, Kimberly Rhode è qualificata per la 6a Olimpiade (già 5 medaglie, 3 ori, tra skeet e double trap) vincendo lo skeet alla Coppa del Mondo di Acapulco. Italiane fuori dalla semifinale: Skeet: 1. Rhode (Usa) 72/75 –16/16–15/16; 2.Connor (Usa) 72 – 14 (+2) – 13; 3.Meng Wei (Cina) 71 – 13(+14); 16; 10.Bacosi 69; 11. Cainero 68;17.Spada 67.
Riccardo Crivelli
G emelli, sempre. Nemi-ci, mai. Così, quando ilsorteggio delle semifi-
nali del torneo dilettanti di Ki-rkdale, nella zona di Liverpo-ol, li ha messi di fronte, Patri-ck e Paul Birkenhead, mono-zigoti nati 15 anni fa a unminuto di distanza l’uno dal-l’altro, si sono comportati co-me hanno sempre fatto fin da
bambini: non si combatte tra fra-telli, lo abbiamo promesso amamma Alice e papà Paul sr. CosìPatrick, formalmente il più gio-vane, ha rinunciato per presuntiproblemi di peso (la categoria èquella dei 66 kg) lasciando stra-da libera a Paul per la finale.
PRECEDENTI La storia dunque siripete: proprio in Gran Bretagna,negli anni 50, George ed HenryCooper (questi sfidò pure Ali, daprofessionista), gemelli pure lo-
ro, si accordarono per non af-frontarsi mai. Più di recente, Jer-mall e Jermell Charlo, monozigo-ti come i Birkenhead, sceglieva-no di volta in volta chi di lorodovesse vincere e l’altro si rim-pinzava d’acqua minerale fino afallire il peso. Il caso più famoso èovviamente quello degli ucrainiKlitschko, divisi da cinque annima campioni del mondo dei mas-simi in contemporanea e mai ri-vali sul ring per non scontentarela madre.
LA SCELTA Patrick, che è manci-no, ha giustificato la scelta dicen-do che in fondo lui non appartie-ne naturalmente alla categoria eche dunque Paul avrebbe vintofacilmente, «perché è un pugilemigliore». Ma Paul, che invececombatte in guardia normale, hareplicato piuttosto seccato: «Dicecosì solo per il record: entrambiabbiamo 20 incontri alla spalle, eio ne ho vinto uno di più, 13 a 12.Sarebbe stata una sfida al 50 percento. Il fatto è che non siamo so-lo fratelli, ma grandi amici. Nonpossiamo affrontarci, tutto qui».I Birkenhead si allenano quattrovolte alla settimana al RotundaClub, una delle palestre più rino-mate della regione di Liverpool equelle pareti sono ormai parteintegrante della loro vita e dellaloro famiglia, visto che la sorellamaggiore Daisy, 16 anni, lì fa ilcoach e la sorella minore Peggy,9 anni, è già una piccola promes-sa con i guantoni. Sognano ilprofessionismo, pur con modellidiversi: «Il mio idolo è Pac-quiao», confessa Patrick. Paul,invece, ammira Saul Alvarez:«Che guerriero! E poi, soprattut-to, ha i capelli rossi come imiei...».
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Patrick (sin.) e Paul Birkenhead, 15 anni, sono gemelli monozigoti
� Anche la Wada scende in campo per chiedere una squalifica più severa per Carolina Kostner. Ieri è arrivata infatti la notizia della costituzione dell’Agenzia Mondiale Antidoping presso il Tas, il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna. Una decisione che era stata preceduta dall’intervento della procura antidoping del Coni, che aveva deciso di ricorrere in appello giudicando non sufficientemente dura la squalifica di un anno e quattro mesi decisa dal Tribunale Nazionale Antidoping lo scorso 16 gennaio. Ancora prima, naturalmente per ragioni opposte, c’era stato il ricorso di Carolina. Che non ci sta, non vuole che la sua storia sportiva sia macchiata da una condanna che sente profondamente ingiusta.Ricordiamo la vicenda: nella sentenza, i giudici sportivi scelsero di applicare l’articolo 2.9 delle Norme Sportive Antidoping che puniscono una sorta di complicità di secondo livello, con un minimo di 2 anni. Era la sanzione per la famosa bugia di Carolina, il «non c’è» pronunciato all’ispettore antidoping che voleva controllare il suo fidanzato di allora, Alex Schwazer, il 30 luglio del 2012 (in serata il controllo fu invece effettuato svelando l’assunzione di eritropoietina). C’era stato però anche lo sconto perché la complicità non era stata giudicata frutto di «colpa o
negligenza significativa» (articolo 4.5.2.1), senza però arrivare il massimo della riduzione. Insomma, un anno e quattro mesi di squalifica e non un anno e basta (che avrebbe permesso a Carolina di rientrare già a inizio 2016 e non il 15 maggio del prossimo anno).Almeno su una cosa, però, le tre parti sono d’accordo. Hanno infatti scelto lo stesso «arbitro» (in genere il collegio ne prevede tre, ma stavolta potrebbe dunque bastarne uno solo) presso il Tas: l’avvocato anglo-belga Romano Subiotto, che aveva firmato una delle decisioni più celebri del Tas, la conferma della condanna del ciclista spagnolo Alejandro Valverde pronunciata dal Tribunale del Coni. Subiotto parla cinque lingue, fra queste l’italiano, che potrebbe essere dunque la lingua della discussione dei ricorsi.
Valerio Piccioni
BOXE: IN INGHILTERRA
Gemelli, non rivaliE i Birkenheadnon si affrontano1Patrick accusa finti problemi di peso e così Paul va in finale: «Una promessa a mamma»
DOPO IL RICORSO DELLA PROCURA CONI
Kostner, ora pure la Wada al Tasper chiedere più mesi di squalificaScelto l’«arbitro» del caso Valverde
� (ro.pa.) C’è una piccola incertezza sulle condizioni del capitano Sergio Parisse in vista di Italia-Francia di domenica, quarta giornata del Sei Nazioni. Il numero 8 azzurro ha saltato la partita del Top 14 francese di sabato (vinto dal suo Stade Francais per 23-22 a Bordeaux) per un problema al polpaccio destro e ieri, nella prima giornata all’Acqua Acetosa (Roma), si è allenato a parte. Lo staff azzurro non vuole rischiare e solo domani scioglierà i dubbi. È sotto controllo la situazione di Francesco Minto (coscia) e Edoardo Gori (polpaccio). Il coach degli avanti Giampiero De Carli è tornato sull’esclusione di Martin Castrogiovanni, che aveva saltato la sfida con la Scozia per il morso del cane e i 14 punti rimediati al viso, al cui posto è stato confermato Lorenzo Cittadini: «Non c’è nulla di disciplinare, sarebbe folle solo pensarlo. Si è scelto di confermare i 23 di Murrayfield. Comprendiamo che per lui può essere stato difficile accettarla. E per fortuna che non è contento di non giocare».
RUGBY
Italia, De Carli:«Castro? Nulla di disciplinare»
Giampiero De Carli, 44 anni FAMA
� Da oggi a venerdì il festival dei salti di Cheltenham, uno degli eventi più attesi dagli inglesi, con 27 corse, l’equivalente di 5,4 milioni di premi in pista, e tantissima gente: nei quattro giorni attesi almeno 230.000 spettatori. Anche per le scommesse previsioni gigantesche: più o meno sul festival verranno giocate circa 600 milioni sterline, pari a oltre 800 milioni di euro. E oggi nella prima giornata uno spicchio italiano nel Champion Hurdle (ore 16.20, siepi, 3300), con il fenomenale Hurricane Fly (P. Townend), allevato da GiovanniCaiani, che cerca la terza vittoria in questa corsa già disputata cinque volte: 1° nel 2011, 3° nel 2012, 1° nel 2013 e 4° nel 2014, tutte in coppia con Ruby Walsh che però oggi salirà sul favorito (11/10) Faugheen, compagno di allenamento (Willie Mullins) di Hurricane Fly che è a 8/1. L’evento clou sarà la Gold Cup (siepi, m 5300) di venerdì, quando l’ultima corsa sarà intitolata a Tony McCoy, uno dei migliori fantini d’ostacoli di sempre all’ultima partecipazione al festival: a fine anno chiuderà la carriera.
IPPICA
Cheltenham Parte il festivalcon Hurricane
L’«italiano» Hurricane Fly
� (m.c.) Si disputano oggi alle 10 italiane (diretta su Eurosport 2) e domani le storiche sfide tra Giappone e All Star Europa, guidata dal manager Steve Janssen e dal bench coach Marco Mazzieri. Nel primo duello al Tokyo Dome i pro’ nipponici (19 di loro hanno già piegato le stelle di Major league) proporranno sul monte di lancio Daichi Osera di Hiroshima, mentre l’Europa si affida al veterano olandese Rob Cordemans, 40 anni. Tra i rilievi Alessandro Maestri, in Giappone con Orix Buffaloes. Nel roster dei 28 altri 5 azzurri: il lanciatore Josè Escalona (Rimini); gli interni del Bologna AlessandroVaglio e J.C.Infante; gli esterni Mario Chiarini (S.Marino) e Stefano Desimoni (Rimini).Le selezione europea. Lanciatori: Sommer, Stoecklin (Ger), Markwell, Cordemans, Stuifbergen, Martis, Van Mil, Bolsenbroek, Yintema, Heijstek (Ola), Escalona, Maestri (Italia), Ozanich (Fra), Nacar (Spa). Ricevitori: Ochoa (Spa), Daschenko, Boekhoudt (Ola). Interni: C. Smith (Ola), Vaglio, Infante (Ita), Angulo (Spa), Duursma (Ola, Sladek (R.Cec). Esterni: Desimoni, Chiarini (Ita), F.Martinez (Spa), Sams (Ola). Utility: De Caster (Ola).
BASEBALL / 6 AZZURRI
L’Europa a Tokyo e in Tv sfida le stellegiapponesi
Carolina Kostner, 28 anni EPA
Addio a LazzariGià voce da Bolognaper la Gazzetta� Si è spento a Bologna dopo una breve malattia, il collega Michael John Lazzari. Esperto di calcio inglese, tennis e motori, tra le tante attività Lazzari era stato anche collaboratore della Gazzetta dello Sport. Apprezzato scrittore, aveva pubblicato libri sul Bologna calcio (finalista al premio Bancarella Sport) e sull’automobilismo, l’ultimo in uscita s’intitola «Donne da corsa». Aveva 44 anni. Alla famiglia di Michael, la Gazzetta porge le più sentite condoglianze.
37MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Dopo il no di Berlusconiche cosa rischia Renzise continua ad avere la sinistra Pd contro? 1Oggi la resa dei conti in Aula per la legge sul Senato: la minoranza dem vota sì ma lo scontro è solo rinviato. Centrodestra frantumato
di GIORGIO DELL’[email protected]
Oggi la Camera vota la riformacostituzionale (in pratica: lariforma del Senato) e, plastica-mente, si potrebbero rappre-sentare gli schieramenti divi-dendoli nei seguenti blocchi(da destra verso sinistra): le-ghisti che votano contro, forzi-sti che votano contro, forzistiche non votano contro, grilliniche abbandonano l’aula, ex
grillini che aprono al governo,centristi che votano a favore(Ncd), democratici che votanoa favore, democratici e affiniche votano contro.
1 La legge passa o non pas-sa?La legge passa, perché
Renzi alla Camera ha troppinumeri a suo favore. C’è poi illavoro fatto da Verdini negliultimi giorni: ha avvicinato isuoi e mostrato che, se perun’ipotesi remota la riforma
del Senato non dovesse essereapprovata, Renzi porterebbetutti a votare e quanti degli at-tuali onorevoli sarebberonuovamente candidati? Il ra-gionamento ha spinto moltiberlusconiani o ex berlusco-niani a optare per la disobbe-dienza. Oggi questi voterannosì alla riforma del Senato, conla giustificazione, abbastanzaforte, che finora Forza Italiaha approvato e ha anzi contri-buito a scrivere la legge cosìcom’è. Dunque «gli elettori
non capirebbero». Secondocalcoli non so quanto esatti,Verdini disporrebbe di unapattuglia autonoma di depu-tati e senatori, 28 a Monteci-torio e 15 a Palazzo Madama,pronti al limite a costituirsi ingruppo a sé («Responsabili» o«Nuovi Responsabili»). Sa-rebbe sulle posizioni di Verdi-ni anche Gianfranco Rotondi.
2Come mai Berlusconi hadeciso di votare contro?È un tentativo di rendere
possibile un’intesa con la Legache porti un centrodestra uni-to alle Regionali. Ma è unastrada tutta in salita: Salvinifa di testa sua, ha scelto i can-didati senza consultarsi congli ipotetici alleati, non vuolesentir parlare di intese conNcd, insomma forse potrebbeaccettare un’alleanza con Ber-lusconi ma alle condizionisue. Quindi è improbabile chequando si adopera la parola«centrodestra» si possa inclu-dere a questo punto la Lega(che oltre tutto, essendosimessa con Casa Pound, haben poco di «centro»). Il cen-trodestra, in realtà, è frantu-mato come non mai: ancheguardando il gruppo che oggivoterà contro la riforma, sidovrà ammettere che tra i se-guaci di Fitto e i forzisti puri eduri passa un abisso.
3Quanto può durare la fac-cia feroce di Berlusconi,visti gli interessi delle sue
aziende?Fino alle elezioni. Poi comin-cerà il riavvicinamento. Comedimostra la tranquillità concui è stata accolta la notizia ditutta quella dissidenza. IeriGiovanni Toti ha annunciatoil «no» di Forza Italia, aggiun-gendo però: «Dopo, se c’èqualche sensibilità diversa neigruppi parlamentari, è legitti-mo un voto diverso».
4 E la sinistra del Pd?La sinistra del Pd fa que-sto ragionamento (lo ha
ribadito ieri Miguel Gotor inun’intervista al Corriere dellaSera): combinando insieme ilnuovo Senato o, meglio, il nuo-vo sistema monocamerale conuna legge elettorale come l’Ita-licum, che manderà alla Came-ra soprattutto dei nominati, siimbocca la strada di una de-mocrazia dimezzata, con lacreazione di un grande centropigliatutto e due ali rumorosee ininfluenti, a destra e a sini-stra. Quindi, se oggi la riformadel Senato passa così com’è,noi voteremo contro l’Italicum.
5Nonostante la forza del Pda Montecitorio, mi pareche il premier-segretario
cammini su un campo di mine.La tattica prossima ventura delpremier è stata raccontata inun passaggio dell’intervista che Renzi ha dato all’Espresso:«Un partito che punta al pre-mio di lista — dice — deve es-sere meno leggero di quanto ioimmaginassi in origine. Serveuna strada nuova rispetto alvecchio modello di partito or-mai superato, ma anche rispet-to al partito all’americana cheera il mio sogno iniziale. Unpartito che non sia solo un co-mitato elettorale. Se nel Pd sivuole discutere di questo sonopronto. Anche se so che unaparte dice di no a tutto perprincipio». Lettura di questafrase: se voi, sinistra del Pd,bersaniani e quant’altro, nonvi mettete di traverso su leggeelettorale e nuovo Senato, ioriorganizzerò il partito in mo-do da darvi più voce in capitolonelle scelte-chiave e soprattut-to nelle scelte che riguardanola formazione delle liste eletto-rali. Uno degli spauracchi del-l’opposizione a Renzi, infatti, èdi contare troppo poco per im-porre al premier la ricandida-tura dei suoi. Parliamoci chia-ro: la maggior parte degli op-positori interni di Renzi rischiaseriamente di non essere piùcandidato. Renzi lo sa e mostrauna via d’uscita. D’altra parte ilpremier — che ieri ha deciso dispostare al Cdm di giovedì ilvia libera alla riforma dellascuola annunciato per oggi —non potrebbe fare altrimenti:tramontato il Patto del Nazare-no con Berlusconi, rischia, seha contro anche quell’angolodel Pd.
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IL FATTODEL GIORNOIL CAMPOMINATO
DISCORSO AL QUIRINALE
Mattarellaai nuovi giudici«La riforma va valutata»
C oraggio e umiltà. Sono ledue parole che il presi-dente della Repubblica
Sergio Mattarella ha usato perincitare al Quirinale i 346 magi-strati in tirocinio nominati condecreto ministeriale del 20 feb-braio 2014. «L’impegno che viaspetta è vasto e arduo. Profes-sionalità, dedizione, credibili-tà, autorevolezza, senso di re-sponsabilità, sono le doti che icittadini si aspettano di trovarenei magistrati — ha proseguitoil capo dello Stato, che ha chie-sto anche un impegno per lottaa corruzione che «porta altera-zione grave a Paese». Il discorsodi Mattarella ha riguardato an-che la nuova legge sulla respon-sabilità civile delle toghe: «An-dranno valutati gli effetti con-creti, ma non abbiate paura». Ilcapo dello Stato ha poi aggiun-to che il Consiglio superioredella magistratura è «organo digaranzia dell’autonomia e del-l’indipendenza della funzionegiudiziaria» e che lui, «nella du-plice veste di presidente dellaRepubblica e di presidente delCsm, sarà sempre attento custo-de di questi valori». I cittadinichiedono alla magistratura «direndere concreto, in tempi rapi-di, il fondamentale diritto costi-tuzionale alla giustizia, ossia alriconoscimento dei propri dirit-ti», ha sottolineato Mattarella.A intervenire è stato anche il vi-ce presidente del Csm, Giovan-ni Legnin: «Serve una nuovacultura della giurisdizione cheva affermata coltivando sensi-bilità verso l’apertura culturalee mediante il dialogo, scevro darigidità anche con scienze di-verse da quella giuridica».
Gianni Cuperlo, 53 anni, esponente della minoranza Dem, con il segretario Pd e premier, Matteo Renzi, 40 ANSA
IL VERTICE A BRUXELLES
L’Ue striglia Atene«Adesso bastaperdere tempo»1Promesse grecheall’esame europeo:«Sono troppo vaghe». E domanisi torna a trattare
«N ei negoziati con laGrecia si sono persedue settimane in di-
scussioni sostanzialmente inuti-li». Le parole decise del presiden-te dell’Eurogruppo, Jeroen Dijs-selbloem, indicano che la pa-zienza sta finendo dalle parti diBruxelles. Ieri, infatti, sono pro-seguite a oltranza le trattative, con la possibilità che Atene deb-ba davvero tornare sotto la su-pervisione della ex Troika (Ue,Bce e Fmi). Stavolta, però, vigile-rebbe da Bruxelles. In ogni caso,è attesa la ripresa dei negoziatiper domani e dal governo di Tsi-pras pare filtrare la disponibilitàa rivedere le riforme: dopo lapresentazione del piano in settepunti, giudicato troppo «vago» inEuropa, il leader di Syriza dovràspecificare meglio le sue inten-zioni. E sull’attuazione del pro-gramma di sostegno finanziario
alla Grecia ha parlato anche ilministro dell’Economia italiano,Pier Carlo Padoan, al terminedella riunione dell’Eurogruppo: «Siamo sulla strada giusta, mabisogna iniziare a correre perchéil tempo è poco».
DI FUOCO L’ennesima giornata difuoco per la Grecia e l’Europa haresto nervosi i listini del Vecchiocontinente, con la Borsa di Atenea farne le spese maggiori (ieri un-4,2% finale). Tra l’altro, si sonoriuniti anche i ministri delle Fi-nanze dell’Eurozona per ascolta-re i dettagli dei sette punti inviatidal ministro greco, Yanis Varou-fakis, ma per il momento non c’ètraccia della tranche di liquiditàdi salvataggio per Atene. «La no-stra politica è che la Grecia restinell’Eurozona. Ma una cosa è lasolidarietà, un’altra la determi-nazione a spingere sulle riforme;se la via è questa c’è ancora mol-ta strada da fare», ha fatto sapereAngela Merkel. E la cancellieratedesca ha pure ricevuto una biz-zarra minaccia dal ministro dellaDifesa greco: «Se ci abbandone-ranno, i migranti riceveranno idocumenti e andranno a Berlino.E se fra loro ci saranno jihadisti,l’Europa sarà responsabile», hadetto Panos Kammenos, il popu-lista di destra alleato di Tsipras.Il ministro greco Yanis Varoufakis
QUANTITATIVE EASING
La Bce acquista titoli italianiper 150 miliardi1Al via il piano Draghi. Frenano le Borse, solo Milano ai massimida quattro anni
È partito ufficialmente ilpiano Quantitative Easingvoluto dalla Banca centra-
le europea di Mario Draghi.Francoforte ha iniziato ieri a ra-strellare titoli di Stato, parten-do dalla Germania, passandodalla Francia, fino ad arrivarein Italia (mentre per quelli gre-ci dovrà attendere l’accordo).Continuerà a farlo al ritmo di60 miliardi di euro al mese al-meno fino a settembre 2016 perfar risalire l’inflazione nell’Eu-rozona al 2%. Per l’Italia, l’at-tuazione del piano si tradurràin acquisti di titoli per 150 mi-liardi di euro: di questi 130 mi-liardi arriveranno direttamen-te da Bankitalia e gli altri 20dalla Bce. Nell’operazione sa-ranno inclusi anche Abs e cove-red bonds. Mario Draghi ha co-munque sempre avvertito del-l’esistenza di rischi, a partire
dalle mancate riforme da partedei diversi governi coinvolti.Come dire, la Bce ce la metteràtutta ma da sola non può basta-re, ognuno dovrà metterci delsuo. Da qui le proteste arrivateanche ieri dal M5S: «Il Quanti-tative Easing non fa altro chemantenere in vita un morto checammina: l’euro. Draghi — hadetto il capogruppo al SenatoAndrea Cioffi — prosegue sullavia della liquidità alle banche,quando servirebbero investi-menti nell’economia reale. Lamanovra non solo non raggiun-gerà gli obiettivi dichiarati, marischia di rappresentare perl’Italia una vera fregatura, vistoche la Banca d’Italia su manda-to della Bce potrà comprare ti-toli di stato italiani anche dallebanche estere».
I MERCATI Intanto la reazionedelle Borse europee all’avviodel QE è stata piuttosto cauta,complici anche le nuove tensio-ni tra Bruxelles e Atene. Lon-dra, Parigi e Madrid hannochiuso in calo di mezzo punto eFrancoforte e Milano sopra laparità. In particolare Piazza Af-fari ha concluso la giornata inrialzo, con il Ftse Mib che toccala soglia dei 22.564 punti, aimassimi da quattro anni. Mario Draghi, presidente Bce
AltriMondiR
Sergio Mattarella, 73 anni ANSA
La scelta di Forza Italia è un tentativo di renderepossibile un’intesa con la Lega alle Regionali
Mentre l’M5S annunciache lascerà l’Aula, dagli ex grillini arriva un’apertura al governo
LA CHIAVE
38 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Elisabetta Esposito
Q ualcosa di più sui drammatici giorni delrapimento Moro adesso si sa. Soprattuttosi conosce il ruolo che ha avuto il Vaticanoe in particolare Paolo VI. Monsignor Anto-
nio Mennini, nunzio apostolico in Gran Breta-gna, è stato ascoltato ieri per poco meno di treore dalla commissione parla-mentare d’inchiesta sul caso delleader della Democrazia Cri-stiana, rapito dalle Br il 16 mar-zo 1978. Era stato Papa France-sco a invitare Mennini a parlare,per fare chiarezza su uno dei piùtragici omicidi politici del seco-lo scorso. In ballo soprattutto lapresenza del prete nel rifugiodel Br, per confessare per l’ulti-ma volta Moro: «Non è mai ac-caduto, non sono mai stato inquella prigione», ha detto ieri. «Purtroppo nonho avuto questa possibilità, ma sarei stato moltocontento di farlo. Non avrei difficoltà ad ammet-tere di essere andato nel covo delle Br. Ma seavessi avuto un’opportunità del genere credeteche non avrei tentato di fare niente? Mi sarei of-ferto di prendere il suo posto, avrei provato a in-tavolare un discorso o ricordare il tragitto fatto.Se qualcuno lo ha confessato, come sembra, saràstato un prete amico dei terroristi». I contatti con
i brigatisti comunque ci sono stati: «Il 20 aprilericevetti una telefonata in cui mi si chiedeva diprendere un plico e di consegnarlo alla signoraMoro: fu il mio primo contatto con loro (nellapersona del professor Nicolai, ndr)». Seguironoaltre tre chiamate: nell’ultima, il 5 maggio, si par-lava anche di un «canale di ritorno» tra famiglia ebrigatisti, la più «importante novità emersa dal-l’audizione» secondo il presidente della commis-
sione Giuseppe Fioroni.
RISCATTO Ma non è la sola. «Pa-pa Paolo VI voleva che Moro fos-se liberato, che si trattasse, ma ilclima non era favorevole: c’era-no adunanze dei sindacati pernon cedere, le trasmissioni ra-dio di Selva sbilanciate per il“no”, La Malfa che parlava di pe-na di morte, il governo e il Pciattestati sulla linea della fer-mezza. Che avrebbe potuto fare
il povero Papa? Venni a sapere due o tre anni do-po che Paolo VI aveva chiesto di mettere a dispo-sizione 10 miliardi di lire perché non so qualefonte aveva fatto balenare le possibilità che le Brpotessero accontentarsi di un riscatto. Certo, ioavrei trattato, ma non contavo: si sarebbe potutoconvocare le Camere, prendere tempo... Perchési è detto no a tutto? Se Fanfani avesse detto “trat-tiamo” si sarebbero fermati».
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DIVERSAMENTE AFFABILEdi FIAMMA SATTA
SENZA PAURALA MALATTIA CI FA VEDERE TERRE IGNOTE
L a Sclerosi MultiplaSecondariamenteProgressiva è una
brutta bestia. L’ho accettata, l’affronto, la contrasto ma non c’è niente da fare,la paura che dorme dentro di me ogni tanto esce fuori a prendere una boccata d’aria. Conviene confrontarsi con lei. Che fare? Il celebre neurologo scienziato Oliver Sacks è stato colpito da un tumore e recentemente ha affermato: «Non riesco a fingere di non avere paura, ma il sentimento predominante è gratitudine: sono stato un essere senziente su questo splendido pianeta, e ciò è stato un privilegio e un’avventura». Bevo a garganella le sue parole che gettano luce sul buio. E “luce”, per esempio, è considerare che da quando ho perso definitivamente la salute ci “vedo” meglio poiché ogni malattia è strumento di conoscenza e la sua progressione una buona palestra per riuscire ad apprezzare ogni singolo momento di questo viaggio nella bellissima, appassionan-te e sia pur breve vita, in barba a paura, solitudini, ignoranza e abilioni. Sacks stesso aveva definito i malati “viaggiatori diretti verso terre inimmaginabili, terre di cui altrimenti non avremmo idea, che non potremmo raffigurarci”. Comprenderete bene, quindi, la voglia matta che ho di abbracciarlo e ringraziarlo.
Parla il Monsignore«Mai visto Moronel covo delle Br»1Depone Don Mennini, contattato dai terroristi nel ‘78«Paolo VI voleva pagare dieci miliardi per il riscatto»
Il Nunzio Apostolico nel Regno Unito Antonio Mennini nell’audizione di ieri in commissione d’inchiesta ANSA
NOTIZIE TASCABILI
� «L’annullamento delle trascrizioni di nozze gay celebrate all’estero può arrivare solo dal tribunale civile». Lo ha deciso il Tar del Lazio. I giudici hanno accoltoil ricorso di alcune coppie contro l’annullamento dispostodal prefetto della trascrizione della loro unione contratta all’estero nel registro dell’Unioni Civili di Roma.
IL TAR DEL LAZIO
Matrimoni gay«Decidono solo i tribunali»
� È morto, a 86 anni, Peppino Fumagalli, il fondatore del gruppo Candy, con sede a Brugherio, provincia di Monza e della Brianza. L’imprenditore è stato l’inventore nel 1946 della prima lavabiancheria italiana insieme al padre Eden e ai fratelli Niso ed Enzo. Ha lasciato alla guida dell’azienda i figli Beppe e Aldo. Il gruppo ha 5.300 addetti e un fatturato pari a 860 milioni.
AVEVA 86 ANNI
È morto FumagalliMister Candyinventò la lavatrice
� È morto ieri nella sua casa di Los Angeles Sam Simon, l’uomo che nel 1989, assieme a Matt Groening e James L. Brooks, ha dato vita a una delle più importanti, amate e longeve saghe familiari della tv: quella dei «Simpson». Simon, vincitore di 9 Emmy, si è spento a soli 59 anni per un cancro al colon che lo affligeva da tempo. Animalista e filantropo, una volta saputo della malattia aveva donato tutte le sue ricchezze in beneficenza.
AVEVA DATO LA SUA FORTUNA IN BENEFICENZA
Il creatore dei Simpson Sam Simon è morto a Los Angeles a 59 anni AP
Los Angeles, addio a SimonUno dei papà dei Simpson
� Uno è stato liberato ieri, l’altro potrebbe esserlo a breve, appena l’armatore del peschereccio salderà l’ammenda. Dovrebbe così avviarsi alla conclusione la vicenda dei due pescatori italiani della «Idra Q», arrestati in Gambia il 2 marzo scorso dopo 10 giorni di sequestro della loro imbarcazione con l’accusa di uso di reti da pesca con maglie non conformi alla
regolamentazione del paese africano. La Farnesina ha annunciato la scarcerazione di Massimo Liberati, il direttore di macchina dell’imbarcazione dopo l’impegno dell’armatore a pagare l’ammenda. Ora si attende lo stesso lieto fine anche per il comandante Sandro De Simone.
ARRESTI IN GAMBIA
Peschereccio sequestrato: un italiano libero
Massimo Liberati è stato scarcerato
AEREO SOLARE, PRIMA TAPPA OKFARÀ IL GIRO DEL MONDO IN 5 MESI� Arriverà anche sopra le nostre teste il «Solar Impulse 2» (foto Getty Image), decollato ieri da Abu Dhabi e atterrato a Mascate, in Oman, per la prima tappa del giro del mondo che compirà in cinque mesi: percorrerà 35.000 chilometri facendo 11 soste. La cosa particolare è che si tratta di un aereo alimentato esclusivamente ad energia solare e che viaggia appena tra i 50 e i 100 chilometri orari. «Vogliamo condividere la nostra visione di un futuro pulito», ha detto Bertrand Piccard, uno dei due piloti.
LA NOVITÀ PIÙ ATTESA
Apple Watch: bello e costosoAl polso porteremo un iPhone 1Arriva il 24 aprile, ma non in Italia. Tantefunzioni e un neo: serve un melafonino per funzionare
Massimo Arcidiacono
C osterà tanto, dai 349 dol-lari della versione base ai1100 del modello top e
sarà venduto dal 24 aprile, manon in Italia (dove arriverà do-po). Eppure si stima che la casadella Mela il primo anno po-trebbe venderne 15 milioni.L’Apple Watch è stato presenta-to ieri a San Francisco. L’a.d.Tim Cook ha esordito illustran-
do le funzioni “orologio”. Sì,perché l’Apple Watch è soprat-tutto un orologio, ma in quantilo compreranno per questo? È il«dispositivo più personale cheabbiamo mai creato. Non è solocon te ma su di te». Enfasi dovu-ta, quella di Cook, anche se i
primi commenti non dannol’idea di qualcosa di così sor-prendente. Sarà offerto in duetaglie e tre varianti di design.Lo schermo è Retina come quel-lo dell’iPhone, in cristallo zaffi-ro e con la cassa in alluminio,acciaio o persino in leghe d’oro
a seconda del costo. Può trac-ciare i nostri movimenti giorna-lieri, analizzare le attività spor-tive, e avvisare se stiamo sedutida troppo. Dispone di microfo-no e altoparlante integrati daiquali fare e ricevere telefonate.Si potranno leggere le email,aggiungere note all’agenda,guardare le foto. A fare la diffe-renza ancora una volta potreb-bero essere le tante app a dispo-sizione (su cui gli sviluppatorilavorano da mesi) e la forza deldesign Apple, mentre l’innova-zione più tosta sembra essere laCorona Digitale, grazie allaquale scorrere o zoomare senzacoprire il quadrante con le dita.Apple Watch potrà essere usatoal posto della credit card o peraprire la porta del garage o co-me carta d’imbarco sull’aereo.Restano le criticità: per moltefunzioni avrà bisogno di uniPhone in sincrono e la batteriadurerà “solo” 18 ore. Potrebbeessere un cult o un tonfo. MaApple non sbaglia quasi mai.
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ANTONIO MENNINI NUNZIO APOSTOLICO
SE FOSSI ENTRATOIN QUELLA PRIGIONE
AVREI CHIESTODI PRENDERE IL POSTO
DEL PRESIDENTE
39MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
LA SERIETHE FLASH
DUE SUPEREROIINCROCIANOI LORO DESTINI
Su Italia 1 l’episodio speciale della prima stagione di «The Flash», dal titolo «Flash vs Arrow». È molto atteso dagli amanti del genere perché in questa ottava puntata ecco il «crossover» tra fortunate serie-tv. I due supereroi si incrociano e combattono fianco a fianco: hanno uno stile completamente diverso e i nodi verranno al pettine con conseguenze davvero imprevedibili... DA VEDERE STASERASU ITALIA 1 ALLE 21.10
Siete forse piacevoli come una foruncolosi doppia sugli zebedei, oggi. Nel lavoro e in amore. Non siate cupi! Anche perché le fortune suine aleggiano.
21/3 - 20/4ARIETE
6
Lucidità e pragmatismo vi fanno gioco. Anche sul fronte economico. Niente pigrizie prolungate, però. Reazioni scarse o scompostea sud dell’ombelico.
23/9 - 22/10BILANCIA
7
Qualche incaglio c’è. E i rapporti con gli altri sono tesi, pesi e scoscesi. Mediate, senza strangolare nessuno, possibly. Lavoro ni, ormone pressante.
21/4 - 20/5TORO
5,5
Luna intuitiva e creativa che vi aiuta nel lavoro e pacifica la vita intima. Start up e debutti riescono bene, ma l’ormone è stranamente per i mezzi toni.
23/10 - 22/11SCORPIONE
7,5
Rigoree e volontà vi fan creare capolavori. Anche se incidete un po’ troppo gli zebedei altrui col punteruo-lo della pedanteria. Sudombelico ipercinetico.
21/5 - 21/6GEMELLI
7
Lavoro e persone potrebbero causar-vi prurito alle mani e licantropia. Occorrerà che sfoderiate autono-mia e un certo distacco. L’attività suina aiuta.
23/11 - 21/12SAGITTARIO
5,5
Nel lavoro trionfate, la fortunavi fa regaloni, anche amorosie finanziari. C’è pure una bella fornicazione nostrana e creativa a farvi più contenti.
22/6 - 22/7CANCRO
8
Il morale sale, il lavoro di squadra produce bene. Ma la fornicazione vi rammenta che one rondin doesn’t do spring. E che non prelude al grande amore.
22/12 - 20/1CAPRICORNO
7+
Potreste rendere poco. Ma non necessariamente per colpa vostra, bensì per causa dei familiari e dei colle-ghi. La fornicazione è comunque riconciliatoria.
23/7 - 23/8LEONE
6-
Lavoro e obblighi potrebbero rendere faticosa la giornata e indurvi a cibarvi delle carni di capi e colleghi. Desistete, amate voi stessi, fate i suini.
21/1 - 19/2ACQUARIO
5,5
La Luna vi ricarica e promette sia news, sia risultati felici a ogni livello. L’amore è (quasi) un’opera d’arte, brillantezze suine confortano enough.
24/8 - 22/9VERGINE
7+
Lavoro, affetti e forma psicofisica traggono vantaggio dalla bella Luna odierna E la fortuna vi gira intorno fino a toccarvi. Pure sul sudombelico. Uau.
20/2 - 20/3PESCI
7,5
LO SPORT IN TVCONSIGLI
AltriMondiR
IL SUPERCASTI CINQUE ASSI
L’ASTRO NASCENTE
Fenomeno Smith«Ho il coraggiodi essere triste»1Il cantante ingleseha vinto 4 Grammye venduto milionidi dischi. Il segreto:la voce e la malinconia
Daniele VairaMILANO
@danvaira
«C on la voce d’ange-lo che ti ritrovinon hai bisogno
di nessun consiglio, sei per-fetto». Se la frase arriva daLady Gaga vuol dire che ilcantante britannico SamSmith deve essere speciale. Ein effetti, un ragazzone che a22 anni, ha vinto quattroGrammy Awards, riempie iconcerti anche nelle Filippi-ne e in Giappone e che, con ilsingolo Stay with me ha ven-duto 4,3 milioni di tracce,potrebbe esserlo. Poi loascolti parlare e te ne convin-ci. E se lo ascolti cantare nonhai più dubbi. Il pubblico ita-liano lo potrà seguire il 20 giugno ad Assago (Milano) eil 21 giugno a Rock in Roma.È, invece, saltato il concertodi ieri all’Alcaltraz di Milanoper un’infezione ai polmoni.
Definisca la sua musica«Triste. Sono un ragazzo chefa musica triste e per gente
triste. Perfino la mia casa disco-grafica mi aveva sconsigliato dititolare l’album ln the lonelyhour (Nell’ora di solitudine). Al-la fine credo che l’importante sia dare delle emozioni. La miamusica è anche onesta e corag-giosa».
Coraggiosa?«È più facile vivere come un per-sonaggio. Ed essere te stesso so-lo quando sei a casa. Ci vuoledel coraggio, invece, ad accetta-re di vedere la tua faccia asso-ciata in tutto il mondo alla paro-la “solitudine”. Io voglio cresce-re, ma rimanere lo stesso ragaz-zo della scuola, che a 11 hascoperto di essere gay e lo haraccontato».
Lei è stato definito la versionemaschile di Adele.«Essere paragonato a una dellepiù grandi cantanti mondiali èun onore, ma ho dimostrato dipoter essere Sam Smith».
Ora duetterà con John Legend«Registreremo una nuova ver-sione di Lay me down . I proventisaranno devoluti all’associazio-ne Comic Relief».
Sta lavorando al nuovo album?«Ho scritto due canzoni. Saran-no ancora più deprimenti (ride,ndr). Manterrò il mio sguardocrudo. Non mi piace quando do-po il successo di una popstar sisente che sono arrivati i soldi».
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Sam Smith, 22 anni. Ha svoltato con l’album «In the lonely hour»
Filippo ConticelloMILANO
C he fegato ha lo strambo fa-chiro capace di «limonare»col suo iguana: è più co-
raggioso delle ragazze che balla-no appese a testa in giù. Due ba-by rapper calabresi sfidano in ri-ma i pregiudizi, poi ecco l’adde-stratrice slovacca di cane ceco:sul palco quasi un inno alla riuni-ficazione. In questo spettacolo diarte varia c’è ogni sfumatura ditalento, dal più bislacco e cialtro-ne a quello vero e raffinato, ma lanovità è tutto il contorno: la nuo-va edizione di Italia’s Got Talent,show che Sky ha strappato a Ca-nale 5 e cucito su misura al suogiovedì sera, ha tagliato il cordo-ne ombelicale con la vecchia caraCorrida. Nel bancone della giu-ria troneggiano Claudio Bisio,Luciana Littizzetto, Frank Mata-
no e Nina Zilli, conduce VanessaIncontrada e, alla fine, il pro-gramma sembra nuovo di zecca.È lontano dagli strepiti del passa-to anche davanti a certi concor-renti grossolani. Nella lunga an-teprima data in pasto alla stampaieri, il talent è diventato «un rac-conto»: «Una storia fatta di storieper mostrare l’Italia», secondo ilproduttore Lorenzo Mieli. Obiet-tivo dichiarato è toccare al cuorele famiglie, raggiungere un pub-blico più largo dei soliti affezio-nati Sky, ma con «taglio innovati-vo e contemporaneo».
DI TUTTO DI PIÙ Sette puntateregistrate durante le audizioni ingiro per l’Italia, prima dei tre livefinali a Milano, e uno schemache si ripete: montaggio serratoper raccontare l’umanità prima edopo l’esibizione, scrittura az-zeccata per scavare nei perso-naggi e, poi, palla ai giudici che
mai si prendono sul serio. A par-tire da quel mattacchione di Ma-tano, che ha un vantaggio rispet-to al resto della brigata: «Venen-do da Internet sono a mio agio,dietro al bancone mi sento comesul divano di casa». In centinaiadi ore di girato, la Zilli ha esami-nato di tutto e di più: acrobati,danzatori, trampolieri, imitato-ri. E poi ancora comici, addestra-tori di animali, atleti, contorsio-nisti, prestigiatori, attori, musi-cisti: «Avevano cento secondi perconvincerci e passare alla fasesuccessiva — racconta la cantan-te –. Per questo è un varietà Ogm,geneticamente modificato: sonoi concorrenti a far spettacolo». Siparte dopodomani, nel giornoprediletto che fu di X Factor e Ma-sterChef, e Bisio si abituerà pre-sto a dar le spalle al pubblico:«Avere la gente dietro alla pelataè una novità ed è strano non sta-
re accanto a Vanessa», dice. Lacoppia vorrebbe rilucidare i fastidi Zelig, ma qui la Incontrada di-rige il traffico, è un Caronte cheraccoglie le emozioni e le tra-ghetta sul palco: «Parlando coiconcorrenti, ho imparato qualco-sa di me, di quanto sia importan-te custodire i sogni». A stupirla,pure la Littizzetto, assente allapresentazione perché l’influenzapare averla ridotta a un comodo«straccetto da benzinaio»: «Ve-drete una Luciana diversa. Fameno battute ed è protettiva neiconfronti delle persone». Ecco:pescando il talento di cui l’Italiaè (o pensa di essere) piena, il castvuole far vincere proprio la gen-te. Autentica, determinata, a vol-te pure qualcosa in più: una setti-mana fa un caporale dell’esercitosi è beccato cinque mesi perchénel 2012 si era finto malato purdi imitare gli uccelli in tv.
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E NINA È HOTNEL SUO VIDEO� Non solo giudice, Nina Zilli fa parlare di sé anche per il video ufficialedel singolo «Solo» (foto).Lì inizia a spogliarsi e a toc-carsi: carezze e sospiri per celebrare l’autoerotismo.
Sky va a caccia di talenti«È un racconto del Paese»1 Giovedì parte un nuovo Italia’s Got Talent: Bisio-Zilli-Matano-Littizzettosono i giudici. E la conduttrice Incontrada: «Con noi la gente può sognare»
Da sin. la conduttriceVanessa Incontrada
e i giudici, ClaudioBisio, Nina Zilli, Frank
Matano e LucianaLittizzetto
40 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
EXTRA TIME Settimanale di calcio [email protected] - @etgazzetta
Martedì 10 Marzo 2015
Numero - 169
Gli imprenditori1In principio fu Iniesta e i suoi vigneti. Poi Messi, Ronaldo e tanti altri si sono buttati sul mattone 1Ma c’è pure chi ha scelto la ristorazione, come Dani Alves, e chi il commercio di carni, come Piqué 1 Poi c’è l’ala tecnologica: quelli, come Van Persie che investono su computer, app e telefonia. Ecco come i giocatori si sono trasformati nei nuovi capitani d’industria
SPAGNASuarez adesso
si è preso il Barcellona
5
GERMANIAIl meccanico
del Mainz ha fatto strada
5
PORTOGALLOAl Porto è l’ora di Cristian TelloLo manda il Pep
6
VENEZUELAIl governatore scende in campoMa davvero
7
INGHILTERRAL’ex Welbeck fa fuorilo United in FA Cup
4Nell’illustrazione di Denis Medri da sinistra: Cristiano Ronaldo in versione muratore, Iniesta agricoltore, Robin Van Persie re dei computer e Gerard Piqué, macellaio.
CALCIATORI IN AFFARI
2 EXTRATIME
cietà, al quale Casillas ha liqui-dato circa il 40% del valore (5milioni di euro) per tornare agestire in prima persona la Iker-ca. Dicevamo che l’altro settoremerceologico più sfruttato daicalciatori è la ristorazione edintorni. Nota la Bodega Inie-sta, a Fuentealbilla, Albacete,città natale di don Andrés nellaMancia: 10 anni fa Iniesta com-prò i primi 10 ettari (ora sono120) ma solo da 3 stagioni pro-duce e commercializza ottimivini e da poco ha investito altri5 milioni per la produzione del-l’olio d’oliva. Dà lavoro a oltreuna ventina di persone e pensaad espandersi. La Bodega è en-trata a far parte della rete Air-bnb, offrendo la possibilità dipernottare nella struttura, chedispone di servizi di ristorazio-ne. Anche Messi ha messo qual-che soldino nei vini: con la Bo-dega Valentin Bianchi ha creatoi vini «Leo, esencia creador».
Piqué il macellaioUn altro compagno blaugrana,Gerard Piqué, ha investito in-vece nel campo del commerciodi carne: comprando il 27%della Bas Alimentaria di PuigPardines, Catalogna, che pro-duce e vende hamburger perCarrefour. Nel frattempo Piquéha fondato anche una compa-gnia di videogame, sua grandepassione, la Kerad Games, allaquale ha versato 2 milioni perpartire. Investimenti diffusi (egestiti dalla ex moglie Dinorah)anche per il brasiliano Dani Al-ves: ha attività immobiliari,nella moda (come il negozioDM3 in calle Casals a Barcello-na) e nella ristorazione. Alqui-mia Fogo, società di catering,che offre cene brasiliane a do-micilio, preparate dai due socichef del blaugrana, il brasilianoJoao Alcantara e il catalanoAlejandro Punet. Previsti anchecorsi di alta cucina. Anche l’al-tro terzino brasiliano del Barça,Adriano, ha un negozio di mo-da: è per bambini, lo gestiscesua moglie ed è di fronte a quel-lo di Dani Alves. Il madridistaJames Rodriguez punta invecea far concorrenza a Red Bull. Ilboom della Colombia al Mon-
PRIMO PIANO
Leo, CR7 & codove e comeinvestonoi loro soldi?1C’è chi finanzia resort di lusso in patria. E chi crea aziende vinicole 1Chi si butta nel commercio delle carni e chi in quello delle fisarmoniche 1I calciatori di oggi hanno diversificato le loro attività. E non si limitano più solo a gestioni finanziarie
1Lo fanno per riconoscenza verso il loro paese natio e perché credono nel futuro
Iacopo Iandiorio
210201
136105103
96878583
80
I 10 PIU‘ RICCHI IN ASSOLUTO
IL FRANCESE PIU’ PAGATO
123456789
10Fonte: Goal.com
Cristiano RonaldoLionel Messi
Neymar
Ibrahimovic
Rooney
Kakà
Eto'o
Raul
Ronaldinho
Lampard
dati in milioni di euro
PLATINI NEL 1980
5.000
ARGENTINALIONEL MESSI
1.160
ECUADORANTONIO VALENCIA
1.030
BRASILENEYMAR
2.370
PORTOGALLOCRISTIANO RONALDO
circa 1 mln di franchi
1.000 concittadini
152.000 euroIl reddito medio francese (9.500 euro)16 VOLTE
810
URUGUAYLUIS SUAREZ
ILREDDITO MEDIO DEI CALCIATORIRISPETTO aI loro concIttadInI
20� i milioni di euro investiti da Messi in Argentina ad Azahares del Paraná, residenze esclusive sul fiume, col vice governatore della provincia di Santa Fe
«Come vanno le tue vigne?«. «Be-ne. E la tua impresa di hambur-ger?». «Non mi lamento, pur sei videogame fruttano di più».«Ah, sì, ma mai quanto gli im-mobili…». Dialogo immagina-rio in uno spogliatoio di uno deitop club d’Europa. Ma, scom-mettiamo, non si allontana tan-to da uno vero. Perché oggi icalciatori hanno imparato a in-vestire i loro ricchi patrimoni. Enon si fidano più solo di specu-lazioni finanziarie: hanno co-struito il futuro su qualcosa disolido. Se infatti c’è ancora chi,come Luis Suarez del Barça,Cazorla e Arteta dell’Arsenal eLeiva del Liverpool, crea fondi(Capital & Centric Investmen-ts) per acquistare e costruireedifici a Manchester, Birmin-gham e Liverpool, i più diversi-ficano le attività.
Leo, Rosario e il ParanàMolti investono nella terra na-tia: perché conoscono megliocome funzionano le cose a casae un po’ per arricchire e dar la-voro alla propria gente. I settorimerceologici sono i più vari, maprevalgono l’immobiliare e laristorazione. Gli ultimi due Pal-loni d’oro vanno sicuri sul mat-tone. Leo Messi è tornato nellasua Rosario per acquisire con laLimecu 2010 SA (capitale so-ciale di famiglia sui 10 milionidi euro) appartamenti di lussonella Torre Aqualina, grattacie-lo da 125 metri e 40 piani, co-struito nel 2009. Ha investitopure molti milioni (si parla di 20, in società col vice governa-tore della provincia di Santa FeMarcelo Muniagurria) nella co-struzione dell’Azahares del Pa-raná, comune di Fighiera, 80ettari di residenze esclusive inmezzo al verde, con eliporto,piscine, 600 metri di spiaggesul fiume, sale massaggi e cam-pi da golf. Anche il suo rivalenel Pallone d’oro, Cristiano
� Il 30enne centrocampista del Barcellona 10 anni fa circa comprò i primi 10 ettari (ora sono 120…) nelle campagne limitrofe a Fuentealbilla, vicino ad Albacete, sua città natale. Ma solo da 3 stagioni produce e commercializza ottimi vini e da poco ha investito altri 5 milioni di euro per la produzione dell’olio d’oliva. La Bodega Iniesta da poco offre ai clienti la possibilità di pernottare all’interno della struttura.
Andrés Iniesta,agricoltura
� Il portoghese, 30 anni, nella su Funchal, isola di Madeira, ha inaugurato da poco più di un anno un Museo a lui dedicato, gestito dal fratello Hugo. Sull’isola di Porto Santo, 50 km di fronte, invece vuole costruire un resort di lusso da decine di milioni di euro, per 500 persone. Intanto ha comprato quote della Mobitto, un app per telefonia mobile creata con imprenditori portoghesi.
Cristiano Ronaldo, edilizia e telefonia
� L’attaccante olandese del Manchester United con altri due ex compagni dell’Arsenal quali Thierry Henry e Cesc Fabregas, adesso al Chelsea, oltre al cestista Tony Parker, ha investito circa 2 milioni di euro nella Grabyo, una start-up londinese che consente ad emittenti, titolari di diritti e terzi la condivisione social di video in diretta. I quattro sportivi raccolgono circa il 10% delle azioni.
Robin Van Persie, tecnologie
Ronaldo, ha puntato sull’im-mobiliare di lusso. Al di là dellalinea CR7, di intimo, vestiti ecalzature, infatti, il portogheseè tornato nelle sue Madeira,sull’isoletta di Porto Santo, 50km di fronte alla natia Funchal,dove ha in mente di costruireun resort di lusso da decine dimilioni di euro, per 500 perso-ne. Fra i soci il suo manager Jor-ge Mendes e il presidente delBraga, Antonio Salvador: han-no già comprato i 10 ettari ne-cessari. Poi ha speso 1,5 milioniper il museo a lui dedicato, ge-stito dal fratello Hugo, e hacomprato quote della Mobitto,un app per telefonia mobile cre-ata con imprenditori portoghe-si. Sempre nell’immobile inve-stono i brasiliani ex milanistiRobinho e Kakà (Ricky soprat-tutto a Natal, nel Rio Grande doNorte, e a New York), l’ex udi-nese Alexis Sanchez e il tedescoPer Mertesacker.
Iker ora fa da sèRicorda il colosso svedese deimobili ma in Spagna l’acronimoIkerca sta per Iker Casillas. Ilportierone del Real ha creatoun’azienda che acquista, gesti-sce e affitta terreni, apparta-menti, garage nella provinciamadrilena, con un patrimoniodi 13 milioni di euro (dati ElPais). Poi si è occupata anched’altro, come i diritti d’immagi-ne di Iker. E nell’ottobre 2013 èfinita nelle cronache per il di-vorzio economico fra Iker e suopadre, allora gestore della so-
IMPRENDITORI IN CARRIERA
3MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
nei Gunners, ha acquisito il50% della Billards Toulet, fab-brica di biliardi e calciobalilla.L’ex Marsiglia Mathieu Valbue-na, ora alla Dinamo Mosca, erapartito con una fabbrica di cal-zini (la Kahmo Sutra) nel 2010per finire 2 anni dopo a finan-ziare un camping, a Pyla, Arca-chon, sull’Atlantico, gestito dasua sorella Aurélie. Il difensoredel Siviglia Benoit Trémouli-nas ha aperto nel 2012 una pa-sticceria, Madison, a Bordeaux(dove ha giocato a lungo): èspecializzata in «pie», torte ma-de in Usa. Sull’avenue Tourny,in centro, ha fatto faville. I cavalli piacciono a ThomasMuller del Bayern e signora. Idue hanno un allevamento. Co-
LA SVOLTADEI BECKHAMVENDITORIDI SOGNI
Sono giovani, belli, ricchi, famosi, devono stare attenti a non buttarsi via. I calciatori top hanno in mano un capitale, conviene trovare il modo di farlo rendere. In sostanza, si tratta di costruire qualcosa di concreto facendo leva sulla propria celebrità, che magari è enorme, o lo è stata. Sembra semplice, un giochetto da due soldi, ma pochi ci riescono. Servono testa, applicazione, serietà, talento. Ultimamente, Victoria Beckham, già Spice Girl e poi semplice moglie di David, è diventata una tycoon della moda. Nell’ultimo quinquennio il fatturato della sua azienda è cresciuto daun milione a 30 milioni di sterline (quasi 42 milioni di euro), mentre i dipendenti sono passati da tre a più di un centinaio. Fenomenale.
I Beckham sono un punto di svolta nel rapporto tra calcio, vecchi e nuovi media, show biz, imprenditoria, sfruttamento in termini economici del proprio essere glamour. David, ex capitano della nazionale inglese e centrocampista di Manchester United, Real Madrid, Milan, Psg e Galaxy è stato per anni, all’inizio del nuovo millennio, il calciatore più popolare al mondo – in sostanza il numero uno – senza essere il più bravo. Non era mai successo prima: bravura e notorietà coincidevano necessariamente determinando la gerarchia. Pensiamo a Pelé, a Maradona, al Ronaldo brasiliano, finché non s’è rotto. Era così. Poi è arrivato Beckham, bello, bravo, terribilmente trendy, oggetto di desideri da raccontare anche al cinemae tutto è cambiato. I Cristiano Ronaldo, i Messi ele altre star entrate in scenadopo di lui hanno fatto i conti con la nuova
situazione. È successo anche in Italia, con le debite proporzioni. Nonostante la crisi, la gente ha bisogno di sognare e sappiamo che
c’è sempre qualcuno disposto a trasformare isogni in affari. È l’ora
che i calciatori imparinodavvero a farlo da soli.
DECATREND
di Alessandro de Calò
Quelli che ci hanno rimesso i risparmiIacopo Iandiorio
MMichael McIndoe fino a qual-che mese fa aveva una suite alMayfair Hotel (5 stelle) e unappartamento a Belgravia,quartiere chic di Londra, da150 mila euro di affitto all’an-no. Ex centrocampista di Bri-stol e Wolverhampton, anche 2presenze nella Scozia B, si erabuttato in investimenti e spe-culazioni finanziarie, coinvol-gendo circa 300 persone fra cuitanti suoi ex colleghi calciato-ri. Prometteva benefici del20%, ha accumulato oltre 40milioni di euro dagli sprovve-duti investitori, poi alla fine del2014 è finito in bancarottacoinvolgendo in perdite milio-narie Jimmy Bullard, exFulham, e Robbie Keane, l’exinterista finito ora a Los Ange-les in Mls.
Quei maledetti filmÈ solo l’ultimo degli scandali fi-nanziari che spesso coinvolgo-no ex calciatori. Per uno studiotedesco della Schips Finanz del2013 quasi la metà dei giocato-ri a fine carriera finisce in rovi-na. Per l’associazione britanni-ca Xpro sarebbero addiritturail 60% quelli a ritrovarsi in dif-ficoltà dopo soli 5 anni dal riti-ro. In Inghilterra, per esempio,molti si sono fatti male inve-stendo nei finanziamenti per ilcinema. Siccome, ha racconta-to il Financial Times, questo èun settore che gode di agevola-zioni fiscali in tanti, come l’exAston Villa Lee Hendrie o Ce-lestine Babayaro (Newcastle) eDjemba-Djemba (Manchester
United), vi hanno riversato i lo-ro risparmi. Senza certezze. Inprimis perché non tutti i filmfanno attivo e poi perché inmolti non sapevano che co-munque delle tasse andavanopagate. L’ex nazionale DavidJames, portiere di City e WestHam ha dilapidato circa 20 mi-lioni di guadagni e a 44 anni èfinito a giocare in India per so-pravvivere. L’ex romanista nor-vegese John Arne Riise e l’exChelsea Chris Sutton hannoperso qualche centinaio di mi-gliaia di euro in speculazionibalzane. Di recente si è parlatodi Andreas Brehme: l’ex interi-sta si è dovuto ipotecare la casaper tasse non versate al fisco.In Francia si ricordano i casi diJosé Touré e Bruno Bellone, alMonaco negli anni 80, che di-lapidarono i guadagni.
Robi e la minieraE in passato da George Best aGarrincha, da Gascoigne a Bo-bo Vieri e Brocchi sono tanti icalciatori che hanno sprecato omale investito. Famosa la truf-fa ai danni di Robi Baggio,Alessandro Costacurta, Massi-mo Carrera, Sebastiano Rossi ealtri che misero miliardi di vec-chie lire nella Imisa, societàche aveva acquistato i dirittiper l’estrazione del marmo ne-ro in una fantomatica minieradi Los Dos Paisanos, in Perù.Non andò meglio a RobertoMancini, che perse parecchimilioni di lire nel crac della Co-firi, finanziaria di Tarquiniache un giorno si dissolse. Comela Safimi, la finanziaria chesoffiò fra i 300 e i 500milioni ai rossoneriTassotti, Donadoni eGiovanni Galli.
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Fonte France Football, dati 2013
4139,5
292423,5
21,219,7
1716,816,5
123456789
10
MessiRonaldo
Neymar
Rooney
Ibrahimovic
Falcao
Agüero
Thiago Silva
Hazard
Ribery
I TOP 10 REDDITI ANNUALI Compresi stipendi,
premi e contratti pubblicitari
MATUIDI NEL 2014
2.600
NIGERIAJOHN OBI MIKEL
2.200
GHANAKEVIN P. BOATENG
1.640
BOSNIA ERZEGOVINAEDIZ DZEKO
5.130
CAMERUNSAMUEL ETO’O
14.750
MEZ
COSTA D’AVORIOYAYA TOURE’
Il reddito medio francese
(32.050 euro)
12.900.000 euro 402 volte
L’irlandese Robbie Keane, 34 anni, ex Inter, ora in Mls (AFP)
Victoria e David Beckham
5� i milioni di euro versati da Iker Casillas al padre nel 2013 per separarsi dalla gestione economica della Ikerca, un’azienda che acquista, gestisce e affitta terreni, appartamenti, garage nella provincia madrilena (dati El Pais)
me i peruviani Paolo Guerrero(ex Bayern ora al Corinthians)e Claudio Pizarro (ancora aMonaco), che ne possiedonoanche da corsa. «Ne ho vendutia Hong Kong e quasi per centomila euro», ha detto Pizarro. Ilbrasiliano Nilmar dell’Interna-cional (ex Villarreal) ha apertocoi suoi risparmi un’officina euna decina di stazioni di benzi-na. Recoba, oltre all’edilizia,ha messo su un’impresa di taxi.Anche Drogba del Chelsea haavuto un’idea originale: investi-re in una miniera d’oro in Costad’Avorio. E che dire dei preser-vativi di Tino Asprilla?
hanno collaborato Adriano Seued Elmar Bergonzini
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diale l’ha spinto al businessenergetico con «10 Gold», a ba-se di guaranà, taurina e caffei-na. Ma a prezzi popolari, però.Il portiere messicano Guiller-mo Ochoa, al Malaga, ha inve-ce trasformato un vecchio risto-rante dello zio, il Don Polo, fon-dato nel 1956, in una catena dicatering e take away, la TortasDon Polo.
Il domani è il webC’è poi chi crede nel futuro tec-nologico. Specie in Inghilterra.Tutti insieme appassionati TitiHenry (ex Arsenal), Van Per-sie, Cesc Fabregas e il cestistaTony Parker hanno messo i lorocapitali nella Grabyo, start-uplondinese che consente a emit-tenti, titolari di diritti e terzi lacondivisione social di video indiretta. Ci hanno messo circa 2milioni di euro, Parker ha confi-dato che i 4 raccolgono il 10%delle azioni. Anche Juan Mata,spagnolo del Manchester Uni-ted, ha creduto ai prodotti per ilweb: ha fondato Perso.na, sortadi Flipboard, aggregatore di so-cial quali Facebook e Twitter edi siti di notizie. Ma dopo 2 anniha mollato il web per creare De-pormata 88 SL, società di pre-stazione di servizi per sport,spettacolo, tv e arte. Questodelle società di servizi è un altrocampo in voga. Neymar ha fon-dato quasi 10 anni fa, intestataal padre, la NR Sports che hainiziato curando i suoi interessie diritti d’immagine per far poilo stesso con altri protagonisti,specie sportivi e cantanti. Co-me ha fatto Ronaldo il Fenome-no con la sua 9ine. O il brasilia-no Brandão, ora al Bastia, chein patria fa l’agente di musicisti,come Henrique Lemes, staremergente verdeoro nel 2011.
I più originali, i francesiI francesi sono sempre i più ori-ginali. Laurent Koscielny, di-fensore dell’Arsenal, un anno faha rilevato la Maugein, nellanatia Tulle, nel Limousin, sul-l’orlo del fallimento, aziendache fabbrica fisarmoniche, lapiù antica di Francia, salvandoil posto di lavoro a 11 operai.Mathieu Debuchy, compagno
Sotto, il portiere David James, 44 anni, è finito in India a giocare (AFP)
Fine carriera
1Secondo vari studi europei sono almeno la metà i calciatori che dopo 5 anni dal ritiro perdono tutto 1 A causa di cattivi consiglieri,
speculazioni sbagliate e una vita dissoluta
4 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIMEINGHILTERRA
Wel (come) beck1L’ex centravanti del Manchester United castiga la squadra di Van Gaal che l’aveva mandato via in estate 1L’Arsenal di Wenger, in vantaggio con Monreal e raggiunto da Rooney, merita la semifinale 1In gran spolvero Cazorla e Oxlade-Chamberlain, Di Maria espulso per 2 gialli in un minuto in difficoltà. Ora i Gunners aspettano il replay di Reading-Bradford
Stefano Boldrini Inviato a Manchester
Se le rivincite sono un piatto freddo, quella diWenger e dell’intero Arsenal è una cena gelata: il2-1 sul campo del Manchester United arriva a 9anni di distanza dall’ultimo successo dei Gunnersall’Old Trafford - 1-0 firmato da Adebayor - echiude ai quarti l’avventura dei Red Devils inCoppa d’Inghilterra. Con 11 FA a testa in bache-ca, chi salutava il torneo era una vittima eccellen-te: l’eliminazione condanna giustamente la squa-dra di Van Gaal. Il santone olandese si avvia atimbrare la prima stagione Oltremanica senza trofei e per uno abituato a sentirsi tre spanne so-pra il resto del mondo è una brutta botta. «Anda-re in Champions è più importante che vincere laFA Cup», aveva detto alla vigilia. L’Arsenal gli hafatto la festa e lo United deve ringraziare De Gease è uscito dal campo evitando una batosta pesan-te. La banda di Wenger va in semifinale perchégioca meglio e non ha i problemi ambientali delloUnited. L’ennesima panchina di Falcao può esse-re considerata l’ultima spinta all’addio del colom-biano. A dare torto al mercato di Van Gaal c’è an-che la firma di Welbeck sul 2-1 dell’Arsenal: per ilcentravanti inglese, liquidato come una scarpavecchia dallo United, la migliore delle rivincite.
Atmosfera e grande pubblicoLiverpool a parte, questa è una finale anticipata.L’atmosfera da grande evento è nella cornice delpubblico - i soliti 75 mila dell’Old Trafford - e nelgigantesco tappeto rosso che accoglie i giocatoriall’ingresso in campo. Gara vera dal primo minu-to ed è subito evidente la strategia delle due squa-dre. Il Manchester United cerca d’imporre il pres-sing e la maggiore forza fisica. Van Gaal ordina ilmodulo 4-2-3-1, con Fellaini trequartista centra-le. L’Arsenal cerca di sfruttare le ripartenze e la
velocità della coppia Oxlade-Chamberlain e Sanchez. L’in-glese e l’esterno mettono a nu-do i limiti del duo Shaw-Valen-cia: nel primo tempo i Gunnersmandano più volte in tilt i RedDevils aggredendoli ai fianchi,con Oxlade-Chamberlain prota-gonista di un paio di slalom da
applausi. Uno spettacolo.
Botta e rispostaIl più a disagio è Valencia e infatti l’1-0 nasce dal-le sue parti. Ozil avvia l’azione, Oxlade-Chamber-lain la rifinisce e Monreal, nella zona che dovreb-be essere protetta dall’ecuadoriano, infila DeGea. Lo United reagisce con il solito carattere e DiMaria illumina la testa di Rooney con un crossperfetto: zuccata del centravanti, 1-1 e grappolodi giocatori ad abbracciare l’argentino, finito ne-gli ultimi tempi nel tritacarne dei media inglesi.Paragonano il suo rendimento a quello fallimen-tare, da queste parti, di un altro argentino: Veron.Considerazione a margine del gol di Rooney: dormita colossale della coppia difensiva Kosciel-ny – soprattutto – e Mertesacker. Le parate di Szc-zesny su Di Maria e di De Gea su Cazorla dimo-strano che l’1-1 del primo tempo è giusto. VanGaal capisce che deve intervenire e piazza duecambi nell’intervallo: dentro Jones e Carrick,fuori Shaw e Herrera. Jones si accomoda al cen-tro per aiutare Valencia, mentre Rojo scala a sini-stra. La contromossa si rivela inutile perché Va-lencia vanifica il sostegno con un retropassaggio
sciagurato: l’ex Welbeck si avventa sul pallone,scarta De Gea e affonda il suo vecchio United. Ilcentravanti inglese esulta: ci risparmia l’ipocrisiadi non festeggiare il gol contro la vecchia squa-dra.
Trenta secondi di folliaL’argentino Rojo divora il 2-2 liberato davanti aSzczesny da un tacco di Carrick, ma il gesto tecni-co più bello della serata è la parata di De Gea sullacapocciata di Cazorla. Al 76’, i trenta secondi difollia di Di Maria. Cade a terra, simulando un fal-lo inesistente e quando Oliver estrae il cartellinogiallo, l’argentino strattona l’arbitro. Seconda ammonizione, cartellino rosso, doccia anticipa-ta, United in ginocchio. L’Arsenal gestisce e DeGea evita il 3-1 al 93’. Ma ormai è finita, lo Unitedsaluta la FA Cup. I Red Devils contestano l’arbi-tro, mentre Wenger gode: «Vittoria meritata. So-no contento per Welbeck: è felice per il gol». Programma: 18-19 aprile, semifinali Reading/Bradford (il 16-3)-Arsenal, Aston Villa-Black-burn/Liverpool (il 7 aprile)
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� 1) Il gol del 2-1 di Welbeck su retropassaggio di Jones 2) Monreal dell’Arsenal, autore dell’1-0 3) Rooney in gol per lo United, 1-1 (Getty, Ap, Reuters)
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L’obiettivo Premiersi insegue a suon di gol
1Quattro squadre a pari punti in vetta alla Championship: Bournemouth, Derby, il Watford dei Pozzo e il Middlesbrough
1 Messe in fila solo dalla differenza reti
Bold da Londra Troy Deeney, 26 anni, punta del Watford, 16 gol in stagione (AFP)
Una lotta all’ultimo gol. Nella vettadella Championship, la B inglese,sgomitano infatti quattro squa-dre, tutte a quota 66 dopo 36 garee messe in fila solo in virtù delladifferenza reti, decisiva per i piaz-zamenti Oltremanica. Nell’ordi-ne: Bournemouth (+35), Derby
(+29), Watford (+28) e Middle-sbrough (+28, ma meno reti se-gnate). Oggi salirebbero Bourne-mouth e Derby, Watford e Middle-sbrough andrebbero ai playoff,dal 3° al 6° posto, con Norwich(65 punti) e Brentford (62).
Bournemouth russoÈ il parente povero della corsa:non ha mai giocato nella massimaserie, ha uno stadio da 10.700 po-sti e 6 anni fa rischiò il fallimento.L’imprenditore russo Maxim De-
min è la chiave dell’ascesa: si è in-namorato di questa città sul mare,150 km a Sud-Ovest di Londra.Nel 2013 il salto in Championship,ora il sogno Premier. L’allenatoreè l’inglese Eddie Howe, 37 anni. Ilbomber è Callum Wilson: 15 gol.In porta il polacco Boruc, ex Fio-rentina. Le maglie rossonere sonoispirate a quelle del Milan: colorie taglio furono adottati nel 1972.
Il nobile Derby È la più nobile della compagnia: 2
titoli inglesi, 1 F.A. Cup e 1 Com-munity Shield. La città, di origineromana, decollò con la rivoluzio-ne industriale: qui nacque nel 1906 la Rolls Royce. Lo stadio è da33.500 posti. Retrocesso nel2008, il Derby ha perso nel 2014 lafinale playoff con il QPR. L’allena-tore è Steve McClaren, 53 anni, exc.t., mentre il proprietario è lo sta-tunitense Andrew Appleby, im-prenditore sportivo, ex campionedi wrestling. Il bomber è lo scoz-zese Chris Martin: 16 gol.
Watford italiano Il club dei Pozzo salutò la Pre-mier nel 2007 e, sfiorato il ritor-no nel 2013, ha trovato il passogiusto col serbo Slavisa Jokano-vic, 46 anni, 4° tecnico della sta-gione. La colonia italiana è rap-presentata da Motta, Forestieri,Munari e Angella. Il responsabiletecnico è Filippo Giraldi. Il puntodi forza è l’attacco, con il nigeria-no Odion Ighalo a quota 17 gol eil capitano Troy Deeney a 16.
Il Boro dell’ex vice Mou Nella bacheca della ex squadra diRavanelli e Maccarone, c’è laCoppa di Lega 2004. La città si af-faccia sul Mare del Nord: le rivedel fiume Tees ospitano una colo-nia di foche. L’allenatore è AitorKaranka, spagnolo, ex assistentedi Mourinho al Real Madrid. Ilproprietario è l’inglese Steve Gib-son, politico laburista. Il bomberè il centrocampista Leadbitter:12 gol.
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4� i gol di Welbeck in carriera in FA Cup
con quello di ieri sera in 15 gare. Col ManchesterUnited ne ha fatti 3: al Derby e al Southampton
nel 2009, al Manchester City nel 2012
Le parole di Wenger «Una vittoria meritata. Sono contento per Welbeck:
è felice per il gol, ne aveva proprio bisogno»
MANCHESTER UNITED 1
ARSENAL 2MARCATORI Monreal (A) al 25’, Rooney (MU) al 29’ p.t.; Welbeck (A) 16’ s.t.MANCHESTER UNITED (4-2-3-1)De Gea 7,5; Valencia 4, Smalling 5,5 , Rojo 6 (dal 28’ s.t. Januzaj 5), Shaw 5 (dal 1’ s.t. Jones 6); Herrera 5,5 (dal 1’ s.t. Carrick 5,5), Blind 6; Di Maria 5, Fellaini 5, Young 5; Rooney 6PANCHINA Valdés, Rafael, Mata, FalcaoALLENATORE Van Gaal 4ARSENAL (4-2-3-1)Szczesny 6,5; Bellerin 5,5 (dal 21’ s.t. Chambers 5,5), Mertesacker 6, Koscielny 5,5, Monreal 6,5; Coquelin 6,5, Oxlade-Chamberlain 7 (dal 6’ s.t. Ramsey 6); Sanchez 6, Özil5,5, Cazorla 7; Welbeck 7 (dal 29’ s.t. Giroud 6)PANCHINA Martinez, Gibbs, Walcott, AkpomALLENATORE Wenger 7
ARBITRO Oliver 6,5 AMMONITI Bellerin e Ramsey (A), Herrera, Fellaini, Rojo, Young, Januzaj (MU) ESPULSI Di Maria (MU) NOTE Spettatori 74.285. Tiri in porta 5-8. Tiri fuori 5-2. Fuorigioco 2-1. Angoli 3-3. Recuperi 2’ p.t.; 5’ s.t.
INGMANCHESTER
5MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIME
Luis Enrique ne era certo, e se lo sentiva anche ilCamp Nou: prima o poi Luis Suarez si sarebbemesso in moto e da quel momento sarebbe di-ventato inarrestabile. Quattro mesi senza unapartita vera, squalificato per il morso a Chiellinial Mondiale brasiliano, poi una sola rete (al-l’Apoel Nicosia in Champions League) nelle pri-me 8 apparizioni col Barça. Ruggine fisica ementale, cattivi pensieri e tossine da vendere. Il«Pistolero» ha passato l’estate e l’autunno adasciugare polveri allagate da lacrime e sudore.
Gli hanno dato del criminale,poi del ciccione, e quindi han-no messo in dubbio le sue ca-pacità balistiche. Lui si è tenu-to tutto dentro, ma intanto trail Camp Nou e il centro tecnicodi San Joan Despì succedeva-no diverse cose. I compagniscoprivano un bravo ragazzo,simpatico e generoso. Messitrovava qualcosa di più di uncompagno con cui bere il ma-te: Leo e Luis hanno iniziatoun’amicizia che non sarà pro-fonda e famigliare come quellache c’era tra Messi, Fabregas ele rispettive compagne, ma èautentica e si sta facendo pro-fonda. Luis Enrique covava,nutriva e alimentava la sua fi-ducia in Luis con sensazionimolto positive. E il Camp Nouperdonava a Suarez i ripetuti
grossolani errori sotto porta.
Un 2015 esplosivoLui studiava, si applicava, osservava il mondoblaugrana, calcisticamente un pianeta a parte.Suarez sinora ha giocato 26 partite col Barça:13 gol e 13 assist. I numeri si trasformano dabuoni a eccezionali se si guarda al 2015: 15 par-tite, 10 reti e 7 assist. Nelle ultime 4 gare, con-tro City, Granada, Villarreal e Rayo Vallecano,Luis ha segnato sempre, 6 reti in tutto. E la dop-pietta all’Etihad in Champions è pesantissima.«La chimica tra Messi e Suarez è in continuacrescita, e col Rayo abbiamo visto cosa que-
SPAGNA
Sorrisi e tranquillitàE Suarez s’è preso il Barça1L’amicizia di Messi ha aiutato il Pistoleroa scrollarsi di dosso la fama di cattivo e la pressione del gol a tutti i costi
1Sono già 10 in 15 partite (con 7 assist) nel 2015 e ben 6 reti nelle ultime 4 gare
Filippo Maria Ricci corrispondente da Madrid
NOTIZIE DALL’EUROPA
SPAGNACORDOBA
Il Getafe vincenel recupero
in rimonta: 2-1
� Nel posticipo del 26° turno di Liga il Getafe vince in rimonta 2-1 a Cordoba. Prima in vantaggio i padroni di casa col romeno Andone, al terzo gol in Liga, al 32° del secondo tempo. Dieci minuti dopo il club madrileno ha pareggiato con un’autorete di Vico su una sfortunata carambola. E poi al 2° minuto di recupero Juan Rodriguez. In campo solo 8 minuti Fausto Rossi. In classifica Cordoba ultimo a 18 punti, Getafe a 29.
SCOZIAEDIMBURGO
No a un team britannico
per Rio 2016
� (n.s.) Dopo il Galles anche la Scozia ha ribadito il suo no alla creazione di una squadra di calcio unica della Gran Bretagna in vista delle Olimpiadi 2016. La British Olympic Association (Boa) ha annunciato l’intenzione della FA inglese di inviare una squadra unica in Brasile come era avvenuto nel 2012 per Londra, dove la Gran Bretagna aveva preso parte al torneo di calcio con una unica formazione per la prima volta dopo 52 anni.
ROMANIAPLOIESTI
Lo Iasi di Napoli batte il Petrolul,
secondo, fuori casa
� (g.safta) Terza vittoria consecutiva per Nicolò Napoli sulla panchina del Csms Iasi: ieri ha vinto 2-0 a Ploiesti contro il Petrolul, secondo in classifica (non perdeva in casa da settembre), con gol di Ciucur e del brasiliano Fábio Braga. Ora lo Iasi ha 21 punti in classifica, è undicesimo e a più 2 dalla retrocessione (sestultimo posto), un miracolo fino all’arrivo di Napoli, nell’ottobre 2014, che ha portato a casa il suo 5° successo.
Il meccanico di Mainz fa strada
1In officina nella Dtm, poi tecnico delle giovanili
1Adesso al debutto in Bundesliga: è Martin Schmidt, modi focosi e una compagna modella
Gianluca Spessot da Monaco di Baviera
� I gol in stagione di Luis Suarez col Barcellona in 26 gare: 7 in Liga, 2 in coppa del re e 4 in Champions. Nelle ultime 6 partite soltanto con il Malaga (il 21 febbraio) non è andato a segno; a doppietta col Rayo e contro il Manchester City.
st’unione può portare allasquadra». Doppietta di Sua-rez, tripletta di Messi, e Luische due volte con altruismoquasi sfacciato ha cercato di-speratamente di offrire un as-sist al reuccio argentino quan-do avrebbe fatto meglio a con-cludere lui.
Libero da pressioniPerché il Barça sta scoprendo un nuovo Suarez,e Luis sembra godere della sua nuova posizio-ne: non parliamo di tattica, ma di psicologia.L’uruguayano è cresciuto giocando nel ruolo di«risolvi-problemi»: la pressione del gol e delsuccesso generale era quasi sempre solo sullesue (larghe ma fragili) spalle. Ha raccontato molto bene nella sua autobiografia che i tremorsi che hanno segnato la sua carriera (al-l’Ajax, al Liverpool e in nazionale) sono semprearrivati quando la pressione è diventata incon-trollabile. Il Liverpool giocava per Suarez e alui era aggrappato (un anno fa i Reds dopo28 giornate avevano 8 punti in più e Luisaveva fatto 24 gol, oggi i migliori can-nonieri del Liverpool sono Gerrard eSterling con 6). Nel Barça Luis giocaper Messi e per la squadra. Non è la primadon-na, non deve fare tutto lui, attorno ha un mani-polo di campioni dai quali si esige quanto o piùdi ciò che si chiede a lui. Una situazione nuovache Luis sembra apprezzare: gli garantiscetranquillità, sicurezza, e non gli ha tolto l’abi-tuale aggressività né il senso del gol. Leggero ditesta, Suarez non perdona.
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AMagonza amano i tipi focosi,alla Jürgen Klopp e alla Tho-mas Tuchel. Allenatori chemettono l’anima in allena-mento e a bordo campo, dovepotrebbero mangiarsi il quar-to uomo per una qualche ba-nale svista dell’arbitro. Il nuo-vo vate del Mainz si chiamaMartin Schmidt, ha 47 anni,svizzero di Naters, e si è trova-to catapultato in Bundesligadalla terza divisione dove haallenato la seconda squadradel Mainz (penultima in clas-sifica), con la quale aveva con-quistato la promozione l’annoprima. Come Klopp e Tuchel(che ha lasciato amaggio al settimo po-sto e con una qualifi-cazione all’Europa Le-ague) non ha unagrande carriera allespalle. Anzi, a rovista-re nel suo curriculum,si scoprono aneddotibizzarri. Da ragazzo siguadagnava la paghetta por-tando al pascolo pecore emucche sulle montagne delsuo Cantone Vallese. La pas-sione per il calcio lo ha portatofino alla serie B del campiona-to svizzero nel 1995 ma bensette lesioni ai legamenti cro-ciati gli impedirono di diven-tare pro.
Calendari lato B Anche nello sci non andò me-glio: si fratturò due vertebrecervicali arrivando in ospeda-le con sintomi di paralisi ma,come ricorda lo stesso prota-gonista: «Guarisco da infortu-ni come altri dai raffreddori».Un tipo tosto, instancabile che
ha fondato una ditta di tuning(modifica veicoli) e fino a 33anni è stato meccanico nelCampionato tedesco turismo(Dtm). Poi ha costituitoun’azienda tessile che realiz-za, fra gli altri, le uniformi deidipendenti della funivia delCervino. Quando gli affari ini-ziarono a girare, decise di ce-dere l’attività a due delle 5 so-relle e a una cognata. Eppureha trovato il tempo di fare l’al-lenatore. Prima al Raron, fra idilettanti, dove posò nudo mo-strando il lato B su un calenda-rio fatto per aiutare ragazzi di-sabili. E dove conquistò ancheuna promozione.
Jana taglie fortiPoi la panchina delle giovanilidel Thun con cui batté i pariquota del Mainz, allenati da
Tuchel, che rimasefolgorato dal suo cal-cio offensivo e lo vollea tutti i costi in Ger-mania. Nel luglio2010 inizia così l’av-ventura che lo porteràal posto che fu diKlopp e dello stessoTuchel. Ai primi alle-
namenti ha urlato talmentetanto da perdere la voce (in-fiammazione alle corde voca-li) ma è servito, perché al-l’esordio, due settimane fa, ilMainz ha sconfitto l’Eintracht.In tribuna c’erano la fidanzataJana Azizi (una studentessa25enne che si finanzia gli stu-di lavorando da modella taglieforti) e la famiglia munita dicampanacci. C’era anche papàBeat, un 82enne che guida an-cora la macchina e va sugli sci.Era la sua prima volta allo sta-dio ed alla fine c’è stato unlungo abbraccio col figlio. AMagonza storie così sono dicasa.
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Luis Suarez, 28 anni, in gol (2 volte) contro il Rayo domenica (AFP)
SPABARCELLONA
GERMAINZ
GERMANIA
Martin Schmidt, 47 anni, svizzero, tecnico del Mainz (DPA)
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6 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIMEPORTOGALLO AUSTRIA
Addio Martinprima punta con la protesi
1Sabato scorso è morto per un tumore Hofbauer a soli 22 anni 1Il primo giocatore a scendere in campo in una gara ufficiale con un arto artificiale
Christian Reichel
Martin Hofbauer qui nell’aprile 2013, a 20 anni, con la protesi (EPA)
Aveva vinto la gara per giocare,ma ha perso la lotta contro ilcancro. È morto nel weekend,all’età di 22 anni, Martin Hof-bauer, il primo giocatore incampo con una protesi. Il suodestino ha commosso tutto ilmondo calcistico e ha dispostoanche la FIFA a cambiare le sueregole. Il 18 maggio 2013 Mar-tin Hofbauer è stato il primogiocatore a poter disputare unapartita di campionato con unaprotesi. Un passo gigantescoper il 22enne che cosìha anche aperto il cam-po ai compagni disventura colpiti da undestino simile. Per piùdi tre anni Hofbauer,attaccante del UFCMiesenbach (societàstiriana nella penulti-ma lega locale), ha lot-tato contro il cancro. Il fine set-timana scorso ha perso questaterribile e drammatica batta-glia.
13 centimetri di tumoreNel novembre 2011 i medici gliavevano diagnosticato un tu-more maligno di 13 centimetrialla pianta del piede destro.Quattro cicli di chemioterapianon sono bastati a eliminarlo, i5 centimetri restanti hanno co-stretto i medici a togliere a Hof-bauer la gamba destra. «Certol’amputazione ha stravolto lamia vita, ma d’altra parte i do-lori erano così insopportabiliche l’ho sentita quasi come unaliberazione», ha raccontato l’at-taccante dopo l´intervento.Due mesi dopo l’apprendista
meccanico ha indossato la suaprima protesi scherzando. «Hoanche avuto un po’ di fortuna,perché sono mancino. Con laprotesi destra posso stoppare,passare o alzare il pallone. Manon tirare in porta». Nel no-vembre 2011 è tornato in cam-po per un’amichevole del suoclub. Ma non gli è bastato:«Vorrei essere il primo giocato-re con una protesi in un torneoufficiale», ha detto a ExtraTime.
Quel gol di speranzaIl 18 maggio 2013 il suo sogno èdiventato realtà grazie all’okaydella FIFA. Hofbauer è entratoin campo contro il Naintsch al15’ del secondo tempo; tre set-
timane dopo è andatoa segno per la primavolta contro l’Hirns-dorf. Era la sua terzapartita, e anche l’ulti-ma. Perché il cancro ètornato. Il maledettonemico lo ha costrettoad altri interventi, pri-ma ai polmoni, poi si è
esteso su tutto il corpo. «Martinnon si è mai rassegnato, hasempre creduto in un lieto fine.La sua morte ci ha scosso pro-fondamente, anche se non è ar-rivata in modo inaspettato», haraccontato Karl Maderbacher,funzionario della società delMiesenbach. Tre settimane faMartin si è fatto vedere per l’ul-tima volta, ha assistito aun’amichevole dei compagni disquadra: «Ci siamo parlati, eradi buon umore ma anche se-gnato dalla malattia». Sabatoscorso, a soli 22 anni, Hofbauerha chiuso gli occhi per sempre.I funerali avranno luogo questamattina nella sua natia Bi-rkfeld. Il mondo del calcio salu-ta un lottatore.
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NOTIZIE DALL’EUROPA
BIELORUSSIAMINSK
Partite fantasma Bookies pagano Aperta indagine
� (falcini) È terminata 2-1 la sfida mai disputata tra Slutsk e Shakhtyor Soligorsk. Il match della Premier bielorussa rappresenta il 4° caso di «Ghost game» certificato negli ultimi anni. Le agenzie di scommesse internazionali, ricevuta comunicazione ufficiale del risultato, hanno provveduto al pagamento delle quote, salvo poi scoprire l’inganno. Ora sulla vicenda è stata aperta un’indagine dalla polizia locale, i due club e la federazione negano ogni tipo di coinvolgimento.
ROMANIAGIURGIU
All’Astra arriva Munteanu e
vince al debutto
� L’Astra ha un nuovo allenatore: Dorinel Munteanu, 46 anni, 134 gare in nazionale (16 gol), ex tecnico di Kuban Krasnodar, Dinamo e Steaua Bucarest, Cfr e Universitatea Cluj, Otelul. Prende il posto di Oleg Protasov, 51 anni, ucraino, che era 5° in classifica, in carica solo 4 mesi e mezzo, e che ha chiuso in 9 gare in campionato con 2 successi e 7 pari, ma con l’eliminazione in Europa League e in coppa di Lega dove all’andata ha perso 3-0 dalla Steaua (ritorno domani). Munteanu ha esordito col 2-0 a Botosani.
IRLANDADUBLINO
Ok tornei al viaSalvi ora 3 club
tra cui il Bray
� (falcini) Il torneo irlandese è iniziato: il Bray Wanderers, tra i club più popolari della Premier, ha ricevuto dalla federazione l’ok per l’iscrizione al campionato. Semaforo verde anche per Athlone Town e Cobh Ramblers di First Division. Le garanzie economiche dei tre club sono state incerte fino all’ultimo, ma i vertici del pallone hanno deciso di fidarsi. Il calcio in Irlanda vive da tempo una feroce crisi, la federazione vaglia la possibilità di ridurre i formati delle prime due leghe, ora a 12 e 8 squadre.
AUTVIENNA
Cristian Tello, 23 anni, attaccante di Sabadell, vivaio Barcellona, da quest’anno al Porto di Lopetegui: già 6 reti in campionato (IPP)
Al Porto è l’ora di TelloLo manda Guardiola1L’ala di Sabadell, cresciuto nel Barça, ha risolto le ultime gare dei Dragoni 1Merito pure del tecnico Lopetegui, che l’ha avuto nell’Under 21
André Viana da Porto
Quando, a maggio scorso, il nuovo tecnico delPorto lo ha chiamato per proporgli il trasferi-mento in Portogallo, Cristian Tello, 23 anni, èrimasto a lungo in dubbio. Era chiaro che fosse ilmomento giusto per lasciare Barcellona dopo anni all’ombra di Messi, Villa, Pedro, Neymar epresto anche di Luis Suarez. Ma perché proprioPorto, visto che il suo agente (Josep Maria Oro-bitg, amico di Pep Guardiola) aveva già parlatocon Everton, Valencia e Milan e le trattative sembravano a buon punto? Perché scommetteretutto in un campionato meno noto come il por-toghese? La risposta ha un nome e cognome: Ju-len Lopetegui, il tecnico del Porto, appunto, 48anni, spagnolo, ex c.t. delle giovanili della Rojae in particolare dell’Under 21, campione d’Euro-pa nel 2013 in Israele in finale contro l’Italia diMangia, quella di Immobile, Verratti, Insigne eBorini. Ebbene Tello era nel tridente offensivoiberico con lo juventino Morata e il madrilenoIsco, preferito a Muniain e Rodrigo. Lopetegui,quando è stato nominato allenatore del Porto,ha iniziato a utilizzare l’elenco dei contatti. Hachiamato i suoi ragazzi: prima Oliver Torres, prodigio dell’Atletico Madrid (ex Under 20 colc.t. assieme a Deulofeu e Jesé ai Mondiali di ca-tegoria 2013), che gli ha dato un «sì» immedia-to. Poi ha sentito Tello, che a sua volta si è con-
sultato con Oliver e si è convinto che il passoindietro apparente avrebbe potuto significareun salto in avanti.
Solo 8 milioni per il riscattoE ha fatto bene. Perché l’ala di Sabadell (cittàcatalana, nota anche per la banca cui Guardiolafa da testimonial) nell’ultima settimana ha deci-so con 4 gol due gare fondamentali per il Porto,le sfide contro lo Sporting e il Braga, che per-mettono ai Dragões di restare a 4 punti dal Benfi-ca capolista. Certo, Tello ha vissuto momenti,specie all’inizio, difficili. Lui, che due stagioni fanel Barça di Vilanova aveva firmato 7 reti in Ligae una in Champions League con i grandi, e nelBarça B vinceva per scommessa sempre pranzigratis su chi fosse il più veloce, non ha trovatosubito più spazio. Sì, era sempre lo spinter, il piùveloce. Ma a Porto, nonostante Lopetegui, è par-tito all’ombra dell’algerino Brahimi (che venivadal Granada) e di Quaresma, il favorito dei tifo-si. Arrivando poi lui dalla cantera del Barça ci si
aspettava di più, e quindi si èbeccato i fischi più forti. Ma hareagito bene: «Voglio essere ungiocatore fondamentale, no-vanta minuti in campo e nonsoltanto 20», ha detto a ottobreTello. Ed ecco dopo oltre quat-tro mesi la tripletta di una setti-mana fa allo Sporting (erano37 anni che un portista non ne
faceva una ai biancoverdi di Lisbona), per nonpassare inosservato, lui che pure finora è stato ilmiglior assist man del club del Dragão. Poi nelweekend scorso ecco il gol nella vittoria sul Bra-ga (quarto in classifica) e il suo zampino negliultimi sei centri del Porto. «Sono stato trattatobene qui fin dal primo giorno - ha detto Cristianche vanta anche una gara con la Spagna, nel-l’agosto 2013 -, spero di finire anche meglio lastagione e stare qui a lungo». Preso in prestitoper due anni, il Porto ha l’opzione di acquistoper 8 milioni di euro e sta già pensando di usar-la. Ha già sentito il manager Orobitg. Da lonta-no, ma neanche tanto, visto che il Porto vuoleandare avanti in Champions, Guardiola è torna-to a riconoscere il ragazzo che ha lanciato nel2012 a Barcellona.
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PORPORTO
IDENTIKIT
Venti gol, 3 titoli in blaugrana 7 reti col Porto
� Cristian Tello è nato a Sabadell (Spagna) l’11-8-1991. A 11 anni è nel vivaio del Barça, ma a 17 va all’Espanyol. Nel 2010 torna al Barça con cui esordisce in Liga il 28-1-2012 (0-0 con il Villarreal). Fino al maggio 2014 disputa 59 gare di Liga (11 gol), 16 (5 reti) in coppa del Re, 9 in Champions (4 gol). Ha vinto 1 Liga, 1 coppa e 1 supercoppa di Spagna. Al Porto 22 gare (6 reti) in campionato, 7 (1) in Europa.
7MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIME
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NOTIZIE DAL MONDO
BRASILEBRASILIA
Il Corinthians passa ancora
a San Paolo
� (m.c.) Continua a vincere il Santos nel paulista anche senza Robinho, col tecnico a interim Marcelo Fernandes, dopo che è stato fatto fuori Moreira: 3-0 al Botafogo SP con doppietta di un altro ex milanista Ricardo Oliveira. Il San Paolo di Pato (non in campo) ha perso il derby col Corinthians 1-0 con gol di Danilo. Rogeri Ceni si è fatto parare un rigore dal collega Cassio e il San Paolo non vince in casa col Timao dal 2007. Nel Carioca vittorie di Flamengo, Fluminense (3-1 sul Botafogo) e Vasco.
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ARGENTINABUENOS AIRES
Ruben dà il primato al Rosario Central
Rallenta il Boca
� (seu) Una tripletta di Marco Ruben, 28 anni, ex Dinamo Kiev e Villarreal, porta il Rosario Central in testa alla classifica dopo 4 turni da solo: 3-1 all’Olimpo. Rallenta il Boca, 1-1 col Colon e 10 punti, e anche il River che si fa rimontare dal 2-0 al 2-2 dall’Union Santa Fe: ora i Millonarios hanno 8 punti. Maxi Rodriguez con una doppietta firma il successo del Newell’s sul Crucero, e il Racing di Milito (non in campo) si blocca 1-1 con l’Atletico Rafaela. Stanotte hanno giocato Estudiantes-San Lorenzo.
USAORLANDO
Kakà in gol al 90’al debutto davanti a 62 mila persone
� Kakà al 90’ salva Orlando e bagna col gol il debutto in Mls: fa pari con i NY City con una punizione deviata dalla barriera, davanti a 62.510 spettatori, il secondo dato di sempre per una partita inaugurale della Major League. Buono il debutto anche per Giovinco a Toronto che manda in gol Altidore (autore poi di una doppietta) nel 3-1 ai Vancouver Whitecaps nel derby canadese. Altra doppietta, quella di Clint Dempsey dei Seattle Sounders che con Oba Martins ha siglato il 3-0 a New England.
MONDO
Tareck El Aissami, 40 anni, governatore dello Stato di Aragua dal 2012 ed ex ministro degli Interni
Il governatore scende in campo1 La squadra di Maracay ha tesserato il presidente della Regione di Aragua
1 Politico controverso, e i «colleghi» si ribellano
Adriano Seu
IInteressi politici ed economici, sospette relazio-ni internazionali, oscuri legami con il fonda-mentalismo e il terrorismo islamico e, da buonsudamericano, un’immancabile passione per ilcalcio. Sono questi i molteplici ingredienti checondiscono la strana storia del venezuelano Ta-reck El-Aissami, attuale governatore dello Statodi Aragua e nuovo «rinforzo» dell’omonimo clubche milita in prima divisione. Un ingaggio, quel-lo del 40enne politico senza la minima esperien-za da calciatore, che ha fatto gridare allo scanda-lo i tifosi e i suoi futuri «colleghi», rilanciandol’offensiva della stampa indipendente e dell’op-posizione anti-chavista. Proprio nei giorni in cuiil governo Maduro è tornato nell’occhio del ci-clone per l’arresto del sindaco di Caracas conl’accusa di ordire un colpo di Stato.
L’ascesa del CaudilloFiglio di emigrati siriani, Tareck iniziò prestissi-mo a interessarsi di politica. Sin da quando, stu-dente di Giurisprudenza e criminologia all’Uni-versidad de Los Andes, divenne amico di AdánChavez, fratello del futuro presidente Hugo. Unavolta terminati gli studi, le strade della rivolu-zione bolivariana gli aprirono le porte di una ful-gida carriera politica: prima a capo dell’UfficioImmigrazione (quando secondo il Dipartimentodi Stato statunitense circa 200 islamici ricercatiper terrorismo e traffico di droga ottennero rifu-
gio in Venezuela), poi vice ministro alla Sicurez-za Pubblica a soli 33 anni e, dodici mesi dopo,addirittura alla guida del ministero degli Interni.Quindi, nel dicembre del 2012, l’allora presiden-te Hugo Chavez lo fece candidato e quindi gover-natore dello Stato di Aragua, dove oggi Tareckmuove i fili di ogni interesse socio-economico.
In passato fan di Bin Laden I servizi segreti statunitensi sostengono che Ta-reck sia il responsabile dell’infiltrazione di centi-naia di Hezbollah in territorio venezuelano, ol-tre che della costituzione di un esteso sistemalegato al narcotraffico e al riciclaggio di denaro.La stampa indipendente sostiene inoltre che El-Aissami sia addirittura a capo di una ramificataorganizzazione che fornisce rifugio e addestra-mento militare a esuli iracheni affiliati ad Al-Qa-eda. D’altra parte le origini di Tareck parlano chiaro: il padre Carlos fu a capo della sezionevenezuelana del partito Baath, mentre lo zioShibli fu una figura di spicco del regime di Sad-dam Hussein. Non a caso, prima dell’invasioneirachena Tareck si dichiarò «Talebano», espri-mendo «ammirazione e fedeltà al grandeMujaheddin Osama Bin Laden». Secondo il pre-
sidente Nicolas Maduro si trat-ta solo di «menzogne volte ascreditare la sua immagine»,ma Tareck preferisce tacere sulproprio passato anziché pren-derne le distanze. Nel frattem-po, dopo aver annunciato la co-struzione di un moderno cen-tro sportivo e aver promesso un«nuovo, imponente stadio Me-
tropolitano per l’Aragua FC», Tareck si è fatto in-gaggiare dal club, con la promessa di poter colle-zionare almeno una presenza simbolica primadella fine del campionato. «Una vergogna», se-condo tanti tifosi venezuelani. Addirittura«un’umiliazione per l’intera categoria», ha tuo-nato qualche giocatore avversario. Ma Tareck faspallucce e, tra comizi e atti ufficiali, partecipaagli allenamenti con il sorriso sulle labbra. In findei conti, lui si diverte e nessun compagno haosato battere ciglio.
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VENMARACAY
El Aissami punta giallorossa
Un sorriso a Kabul «Per i giovani»
1Skeledzic, ex tecnico delle giovanili all’Eintracht, è il nuovo c.t.: «Voglio portare questa nazionale fra le prime 10 d’Asia» 1«Il Mondiale? Un sogno»
Emanuele Giulianelli
Slaven Skeledzic, 43 anni, bosniaco-tedesco, nuovo c.t.
Ai primi di febbraio Slaven Skele-dzic da Vares, Bosnia, cresciutoin Germania, a Francoforte, 43anni, è diventato c.t. dell’Afgha-nistan, al n.144 del ranking Fi-fa. Mai qualificato a una coppad’Asia, ma l’anno scorso ha datosegni di risveglio: una semifina-le di Challenge Cup, la secondamanifestazione continentale,per Paesi emergenti, e nel 2013la vittoria nella Saff Cup, per lenazionali del sud dell’Asia.
«Ho scoperto Marin»«La Federazione mi ha contat-tato perché conosceva-no - dice a ET - la miastoria di allenatore inGermania con i giova-ni a Francoforte, al-l’Hansa Rostock e al-l’Hannover; molti poison finiti in Bundes oin B in 10 anni; una set-tantina, per un valoredi circa 80 milioni di euro. Fracui Kirchhoff dello Schalke eMarin (ex viola, ndr) del Chel-sea. La Federazione ha guarda-to alla mia filosofia di gioco, al-le metodologie di allenamento,all’esperienza coi giovani». Dimateria prima ce n’è tanta a Ka-bul e dintorni: su 31 milioni diabitanti i due terzi sono sotto i25 anni (di cui 10 milioni di ma-schi) e sotto i 15 anni sono 6,8 imilioni di ragazzini. Ma dopo35 anni di guerre (non ancoraconcluse) è dura finanche orga-nizzare un campionato: ora è a8 squadre. «Mi piacerebbe ave-re l’occasione di sviluppare tut-to il potenziale che c’è nel calcio
afghano. Voglio portare la na-zionale ai più alti livelli, almenotra le prime 10 nazionali d’Asia(ora è al 23° posto, ndr), voglioessere in grado di qualificarciper i più importanti tornei». Agiugno si parte con le gare perRussia 2018. «È un obiettivo al-to, ma mai smettere di sognare.Voglio portare la filosofia euro-pea sul piano dell’allenamento,del gioco e dell’organizzazione.Amo il gioco di squadra e speroche tutti mi supportino: svilup-pare il calcio qui non riguardasolo lo sport ma ha effetti anchesulla società. Ma non voglio in-fluenzare la loro cultura. Voglioche ogni aspetto però sia pro-fessionale, in campo e fuori: co-struire strutture e fare buoni al-lenamenti, con un’idea di base
e un progetto». Gli toc-cherà anche girare peril mondo in cerca di af-ghani da nazionale, colvice Ali Askar Lali, 25gare in nazionale neglianni 70 e oltre 30 annivissuti in Germania,che gli farà da interpre-te: «Per me l’obiettivo è
solo vincere, sempre. Nell’Ein-tracht ho cresciuto Milad Salemora all’Osnabruck (in C), Abas-sin Alikhil e Zamir Daudi delViktoria Aschaffenburg (quintaserie). Sono contento di ritro-varli. Devo conoscere gli altri ecostruire una strategia e un gio-co». Paura della situazione nelPaese? «Non sono spaventato:sono stato a Kabul qualche gior-no, la gente è stata calda e affet-tuosa, tutti felici di incontrar-mi. L’atmosfera era la stessa cheavrei potuto trovare in Germa-nia. Voglio restituire il sorriso aquesta gente». In bocca al lupoallora Slaven, ne avrà bisogno.
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AFGKABUL
� I punti conquistati dall’Aragua nell’Apertura 2014 in 17 turni: a dicembre è arrivato 3°, alla pari col Caracas, miglior punteggio e piazzamento (nei tornei corti) della sua giovane storia. Il club di Maracay, infatti, è stato fondato solo nel 2002, in prima divisione dal 2005-06, ha vinto la coppa nazionale del 2007.
IDENTIKIT
Deputato Psuv a soli 32 anni, per 4 ministro
� Tareck El Aissami è nato a El Vigia il 12 novembre 1974. Deputato del Psuv di Hugo Chavez dal 2006, vice ministro nel 2007-08 e ministro degli Interni dal 2008 al 2012, governatore dello Stato di Aragua da fine 2012 (e in quanto tale sponsor dell’Aragua Fc di Maracay), vice presidente del partito Psuv per le regioni centro-occidentali dal 2013.
8 MARTEDÌ 10 MARZO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIME
Jerome Boateng difensore del Bayern Monaco
La frase della settimana«Oggi non c’è bisogno di andare
dal Bayern al Barcellona se si vuole vincere
la Champions League» EXTRA FUN
SMS � (sm) Di Maria cambia casa: dopo la rapina, ha deciso di lasciare la villa del Cheshire e di trasferirsi nell’appartamento di Phil Neville al 45° piano in città.
Di Maria cambia casa� (seu) Dopo la gavetta al Twente Nec e nell’Olanda con Van Gaal, Patrick Kluivert accetta la carica di consulente ma rifiuta di fare il c.t. di Curaçao, nelle Antille.
Kluivert: no Curaçao� (sm) L’ex interista Roberto Carlos è nella cordata che ha rilevato il club Leixoes, seconda divisione portoghese; farà pure da ambasciatore e testimonial.
R. Carlos col Leixoes� (sm) 5 calciatori dei Kano Pillars, campioni nigeriani, sono stati feriti con colpi da arma da fuoco giovedì scorso da ladri che poi li hanno pure derubati.
5 feriti in Nigeria
TVOGGI E DOMANIREAL E CHELSEA IN CHAMPIONSPer il ritorno degli ottavi oggi: Real Madrid-Schalke (Sky Sport 1 HD, 20.45) e Porto-Basilea (SS Plus HD). Domani Bayern M.-Shakhtar (Sky Sport 1) e Chelsea-Psg (Italia 1, 20.45)
NEL WEEKENDBUNDES: VENERDÌ STOCCARDAVenerdì: Stoccarda-Hertha (Sky Sport 1 HD, 20.30); sabato Hannover-Bayern (SS Plus, 15.30), Mainz-Borus- sia M. (SSP, 18.30). Domenica Pader- born-B. Leverkusen (SS Plus, 17.30).
DOMENICA 15 MARZOFINALE DI COPPA IN SCOZIALiga: Real M.-Levante (FS, 21). Premier:Chelsea-Southampton (FS, 14.30), Man. United-Tottenham (FS, 17). Ligue 1: Marsiglia-Lione (FS 2, 21); finale c. di Lega Dundee United-Celtic (FS 2, 16).
VENERDì 13 E SABATO 14 MARZOIL BARÇA DI POMERIGGIO, IL CITY A CHIUDEREVenerdì 13: Valencia-Deportivo (Fox Sports 1, 20.45) e in differita Monaco-Bastia (FS, 22.45), sabato Eibar-Barcellona (FS 2, 18) e in differita Espanyol-Atletico M. (FS, 21). In Premier sabato: Crystal P.-Qpr (FS, 13.45), Arsenal-West Ham (FS, 16) e Burnley-Manchester City (FS, 18.30).
André Breitenreiter, 41 anni
BRASILEBRASILIA
Lo stadio Garrincha deposito per bus
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GGRREESSSOOO
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� È costato quasi 500 milioni di euro ma al massimo lo utilizzano come deposito improvvisato di autobus cittadini. Succede allo stadio Mané Garrincha di Brasilia, la capitale federale del Paese, che soltanto a giugno scorso ha ospitato alcune partite del Mondiale brasiliano, fra cui una della Seleção (quella contro il Camerun) e della Colombia, Svizzera, Portogallo, Francia, Argentina fino al match per il terzo posto (vinto dall’Olanda). Con i suoi costi (per 72 mila spettatori di capienza) è il secondo stadio più caro al mondo dopo quello rifatto di Wembley. Ma non avendo Brasilia squadre da prima divisione ha ospitato finora e solo saltuariamente partite minori con al massimo circa 10 mila spettatori. Però ci sono i costi di manutenzione che si aggirano sui 180 mila euro al
mese. Così il governo locale ha pensato di utilizzare almeno il largo parcheggio intorno al Garrincha per gli autobus di linea cittadini, risparmiando sui costi dei garage. Circa ben 400 mezzi vengono quindi depositati ogni sera introno allo stadio. E inoltre sempre le autorità cittadine hanno pensato bene di utilizzare gli uffici e le sale riunioni e convegni interni allo stadio per le sue necessità amministrative. Che dirà il governo? E il parlamento? Dove intanto l’ex stella della Seleção Romario, oggi senatore, è stato eletto come nuovo presidente della Commissione educazione, cultura e sport per il 2015-16. Lui ha dichiarato i suoi obiettivi subito: il recupero «morale» dello sport, l’imposizione di una maggiore «disciplina» finanziaria ai club di calcio e la diminuzione dei poteri della Federcalcio.
INGHILTERRALIVERPOOL
Il Gesù di Anfield porta bene:
13 risultati utili
� (sm) Scrivono sul Telegraphche da quando questo «similGesù» è apparso ad Anfield,
inneggiando al tecnico BrendanRodgers, il Liverpool non perda
più. E ha infilato una seriepositiva in casa di ben 13 gare
WEBIN 8 LINGUE
Nasce hinch.as, il FB del pallone
Lo lancia Iniesta
� (falcini) Si definisce «lo spazioideale per interagire con amici,
fanatici e protagonisti del calcio»o solo il nuovo Facebook delpallone. È stata lanciata in 8
lingue la piattaforma hinch.as,non manca la versione italiana.
Il progetto nasce in Argentina e sipone l’obiettivo di ridurre la
distanza tra gli appassionati dicalcio e i loro idoli. Su hinch.as èpossibile condividere immagini e
commenti, sondaggi o opinioni.Testimonial: Iniesta, Pato e Forlan,
GERMANIABUNDESLIGA
Paderborn, la Fischer come premio salvezza
� (el.ber) Per il Paderborn, quest’anno per la prima volta in Bundesliga (è terzultimo) e per distacco il club più povero del campionato, sarebbe un’impresa salvarsi. Per questo vogliono ingaggiare Helene Fischer e la sua band per un concerto privato. Helene, 30 anni, nata a Krasnoyarsk, in Russia, è una delle star più famose in Germania, ha venduto oltre 10 milioni di dischi. L’allenatore,
André Breitenreiter, 41 anni, è un suo grande fan e ha dichiarato: «Helene sarebbe un premio sensazionale per tutti noi». Unico problema: costa almeno 300 mila euro per un concerto-festa, troppi per il club della Renania Settentrionale che ha speso appena 2 milioni di euro sul mercato. Il direttore sportivo Michael Born, 47 anni, ha ammesso: «Abbiamo bisogno dell’aiuto di uno sponsor...».
EXTRATIME Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola
LA MISS DELLA SETTIMANA
Fellaini, Red Devilsper capello:
bye bye Jeffers
ROXANNE
� Povero Fellaini. Perché ilcentrocampista coi capelli allaNapo Orso Capo in campo non
se la cava poi così male (20partite, 4 gol e tanta legna nelle
vorticose di Van Gaal), ma i tifosidello United continueranno per
sempre a indicarlo come ilsimbolo del flop dell’era Moyes,
cioè quello che lo fece compraredall’Everton per 33 milioni
l’ultimo giorno di mercato. E igossipari non gliene perdonano
una: l’ultima è che la sua fiammaRoxanne Jeffers, presentatrice
in un canale tv per adulti, loavrebbe mollato. «Adoro i suoi
capelli», diceva tempo fa. Orainvece su Facebook figurerebbe
single...
partitvortico
dello
simbcioè qu
l’ultgossi
una: l’uRoxa
inavre
capinvece
Helene Fischer, 30 anni (AFP)
BRASILERECIFEIn 2 mesi sono già 53 i tecnici cacciati9 nel Pernambuco
� (seu) Nei primi due mesi del 2015 e dopo nemmeno un mese dall’inizio dei tornei statali, sono addirittura 53 i tecnici già esonerati. Secondo Globoesporte, solo in 9 campionati (su un totale di 27) non si sono ancora registrati esoneri. A guidare la classifica è il torneo Pernambucano (lo Stato di Recife), dove sono già stati licenziati ben 9 allenatori con sole 12 squadre iscritte al torneo. Segue il campionato del Mato Grosso con cinque esoneri.
O DR EM P OR GRESSO EO DRDDEM P OR GRESSO EO DRDDEM
PARAGUAYASUNCIONEx difensore Baez ora capo ultrà: denuncia per rissa
� (seu) L’ex difensore paraguaiano Carlos Baez pare sia uno dei «cacique», dei capi, della barrabrava del Cerro Porteño. Il 32enne, ex anche dell’Independiente argentino, dell’Arsenal Sarandi (in prestito) e del Cucuta Deportivo colombiano, ritiratosi nel luglio 2011 all’O’Higgins cileno, è stato denunciato la settimana scorsa per la terza volta: accusato di aggressione e incitamento alla violenza per i disordini provocati durante una rissa tra gli ultrà del Cerro Porteño (dei quali fa parte da quando si è ritirato) e quelli dell’Olimpia. In passato Baez, soprannominato Aquiles (Achille) si era già beccato una denuncia per minacce sempre contro tifosi dell’Olimpia e un’altra per aggressione a un tifoso del Nacional, anche se Baez sostenne in quell’occasione che si trattava soltanto di «legittima difesa»,
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