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Guida all’area protetta lombarda: il fiume, la fauna, la flora, i progetti e le iniziative, gli indirizzi utili e gli itinerari PARCO DEL Parco Ticino LA RIVISTA DELLA TICINO

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Page 1: LA DELLA - Parco Ticino · alla conservazione, ma creare una realtà più dinamica e flessibile, a stretto contatto con le realtà sociali locali. Non era pensabile, infat-ti, trasformare

Guida all’area protetta lombarda: il fiume, la fauna, la flora, i progetti

e le iniziative, gli indirizzi utili e gli itinerari

PARCODEL

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Parco Ticino

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�����LARIVISTADELLA

TICINO

Page 2: LA DELLA - Parco Ticino · alla conservazione, ma creare una realtà più dinamica e flessibile, a stretto contatto con le realtà sociali locali. Non era pensabile, infat-ti, trasformare

Valle del Ticino riserva

della biosfera

La Valle del Ticino dal 2002 fa parte della rete mondiale delle riserve dellabiosfera, designate dall’Unesco attraverso il programma MAB (Man andBiosphere). Le riserve della biosfera sono aree di ecosistemi terrestri, costali,marini il cui obiettivo è quello di promuovere e dimostrare una relazioneequilibrata tra la popolazione, lo sviluppo economico e l’ambiente. La Rete mondiale delle riserve MAB, avviata nel 1976, oggi conta 631 siti sparsiin 119 Paesi. La nomina a riserva MAB rafforza e perfeziona il modello disalvaguardia e di sviluppo già perseguito dai due Parchi del Ticino, il lombardo eil piemontese. Scopo della designazione, per l’impegno e il prestigio che nederivano, è quello di coinvolgere maggiormente i gestori, gli amministratori e lepopolazioni dei Parchi a calibrare un sistema economico bilanciato con la tuteladegli ecosistemi, da quelli naturali a quelli semi-naturali di origine antropica, e lavalorizzazione dei paesaggi ricchi di elementi storici e culturali.

Since 2002 the Ticino Valley is included among the global biosphere reserves network, that Unesco recognizedunder the MAB Programme (Man and Biosphere). Biosphere reserves are land, costal and marine ecosystems, whoseaim is to support and show a balanced connection between population, economic development and environment. The MAB World Network of Reserves, launched in 1976, currently counts 631 biosphere reserves in 119 countries.The designation as MAB reserve improves the protection and development model, already pursued by both TicinoParks (Lombard and Piedmontese). Thanks to the commitment and the prestige resulting from the designation, the aimis to involve managers, administrators and the local population of the Parks in the calculation of an economic systembalanced with the protection of the ecosystems, from natural to semi-natural of anthropic origin, and the promotion ofthose landscapes, rich in historical and cultural elements.

Si potrebbe scrivere a lungo sul Parco Lombardodella Valle del Ticino, raccontando la sua storia,le sue caratteristiche, tutte le attività che svolge e iprogetti che sta cercando di attuare tra milledifficoltà. Nelle pagine seguenti abbiamo cercatodi mettere in evidenza gli aspetti salienti di unterritorio ricchissimo non solo di bellezze naturalie paesistiche, ma anche di presenze umane etestimonianze storiche e artistiche.Vogliamo condurvi in un viaggio alla scoperta delParco. Ogni sezione rappresenta una tappa delpercorso e il nostro obiettivo è che, al termine, voipossiate condividere l’idea che è all’originedell’area protetta: la difesa del Ticino e degliambienti naturali presenti nella sua valle,disegnata dal fiume scendendo dal LagoMaggiore verso il Po. Questo territoriorappresenta un tesoro inestimabile, anche dalpunto di vista sociale, di cui siamo allo stessotempo proprietari e custodi e che, tutti insieme,siamo chiamati ad amare e proteggere.

Il Parco Lombardo della Valle del TicinoLa Rivista della Natura

GLI SPECIALI DE LA RIVISTA DELLA NATURA

“PARCO DEL TICINO - GUIDA ALL’AREA PROTETTA LOMBARDA“© EDINAT, EDIZIONI DI NATURANUMERO UNICO - LUGLIO 2014

DIRETTORE RESPONSABILE: PIETRO GREPPICONDIRETTORE: LAURA FLORISPROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE: SILVIA ZOLIAA CURA DI: LAURA FLORIS, MICHELE MAURI (TESTI), DUNIA RAHWANFRANCESCA SCARAFIA (TRADUZIONE)HANNO COLLABORATO ALLA 1° E 2° EDIZIONE: CLAUDIA BARZAGHI, ADRIANO BELLANI, MICHELE BOVE,MAURIZIO BOZZI PIETRA, FULVIO CARONNI, FABIO CASALE,MARIO COMINCINI, ROBERTA GIOVANNINI, SILVIAGOMARASCHI, FRANCESCO MAGNA, MATTEO MAGNANI,ALESSANDRA PANDOLFI, VALENTINA PARCO, LORENZOPOMA, ALESSIA SPADA, FRANCESCA TROTTI.FOTO: NORINO CANOVI E ARCHIVIO PARCO.STAMPA: STARCOM EVENTS SRL, NOVA MILANESE (MB)LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DI ARTICOLI E IMMAGINI ÈPERMESSA SOLO PREVIA AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA DIREZIONE.

SOMMARIOUN PARCO CHE GUARDA AL FUTURO

Obiettivo sostenibilità 6A tu per tu con il Presidente 9L’importanza della pianificazione 10Progetti per il futuro 12La Rete Natura 2000 13

UN PARCO RICCO DI VITA

Un corridoio verde 16Le acque 17La fauna 18Guardia Parco e Volontari 20Flora e vegetazione 21Il paesaggio agricolo 22

UN PARCO PER TUTTI

Il Germoglio del Ticino 26Mangia e bevi 27Come muoversi 28Itinerari 30Educazione ambientale 32Sede e Centri Parco 33

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PREMESSA

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IL TICINO FRA IERI, OGGI E DOMANI

Il Parco lombardo del Ticino – primo parco regiona-le in Italia – nasce nel 1974 per difendere il fiume ei numerosi ambienti naturali della Valle del Ticinodagli attacchi dell’industrializzazione e di un’urba-nizzazione sempre più invasiva. L’Ente che gestisceil Parco, di cui fanno parte 3 Province e 47 Comuni,governa un territorio di oltre 92 mila ettari, appli-cando un sistema di protezione differenziata alle areenaturali, agricole e urbane. L’obiettivo è conciliare leesigenze della protezione ambientale con quellesociali ed economiche delle numerose comunitàpresenti nell’area, una delle più densamente popo-late d’Italia. Una sfida difficile, ma possibile, la cuiparola d’ordine è “sviluppo sì, ma sostenibile”.

ABSTRACT The Ticino Park in Lombardy - the first regional park in Italy - wasestabilished in 1974 to protect the river and the many natural environments of theTicino valley from the encroachment by increasingly pervasive industrialization andurban development. The consortium that runs the Park, which includes 47 Towncouncils and 3 Provincial authorities, manages an area of over 92,000 hectaresand applies a system of different protection levels to natural, agricultural andurban areas. The objective is to combine the needs of environmental protection withsocial and economic requirements of many communities that live in the area, one ofthe most densely populated in Italy. A difficult, yet possible challenge, whose mottois “development, but sustainable”.

un parcocheguarda al

futuro

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Nella foto grande, uno scorcio del fiumeTicino delle sponde del Comune diGolasecca. Foto piccole, da sinistra adestra in senso orario: la Piazza Ducale di Vigevano; il ponte coperto di Pavia; uno dei tanti mulini recuperati che oggicaratterizzano il paesaggio nel Parco.

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LA MISSIONE E LE ATTIVITÀ DEL PARCO

Obiettivo sostenibilitàIl Parco comprende oltre 92 mila ettari di aree naturali, agricole eurbane e opera attraverso un sistema differenziato di “protezioneattiva” del territorio, per uno sviluppo sostenibile

G razie a una legge della RegioneLombardia, atto finale di una lungabattaglia portata avanti da un

agguerrito gruppo di ambientalisti dalla finedegli anni Sessanta, nel 1974 è stato istituito ilParco Lombardo della Valle del Ticino. In quelperiodo, all’orizzonte del “fiume azzurro” sidelineava un futuro assai fosco, fatto di abusi-vismo edilizio e trasformazioni radicali del patri-monio naturale. Un movimento d’opinionescese in campo contro la minaccia di cambia-menti irreversibili del territorio, provocati daldegrado progressivo della qualità delle acquedel Ticino e dalla cementificazione dei suoli. Inbreve, queste preoccupazioni catalizzaronol’attenzione di buona parte dell’opinione pubbli-ca regionale. Si organizzarono tavole rotondee convegni, coinvolgendo associazioni e forzepolitiche. Nel 1974, finalmente, la legge istitu-tiva: nasceva così il primo parco regionale

italiano, che riuniva in un consorzio 3 Province(Milano, Varese e Pavia) e 46 Comuni riviera-schi (ai quali nel 2002 si è aggiunto Buscate,ndr), coprendo complessivamente una superfi-cie di circa 92.200 ettari. Il Parco del Ticinoattuava una forma di protezione territorialemolto diversa da quella dei parchi nazionalistorici sino ad allora istituiti in Italia (Abruzzo,Gran Paradiso, Stelvio, Circeo, Calabria). Nelcaso del Ticino, l’obiettivo non era dar vita aun santuario ambientale mirato esclusivamentealla conservazione, ma creare una realtà piùdinamica e flessibile, a stretto contatto con lerealtà sociali locali. Non era pensabile, infat-ti, trasformare l’area del Ticino in un’isola diprotezione a sé stante: troppe le attività umanepresenti sul territorio, e troppo fitto il loro intrec-cio. Per questo motivo si optò per un sistema di“protezione attiva” divisa per zone: per ognitipologia di area fu prevista una normativa

Sopra, un pratofiorito dipapaveri.Sotto, unmartin

pescatore,indicatore

di un habitat in buone

condizioni.

Sopra, le torridi Pavia.

Le zone del ParcoLa Variante al Piano territoriale di coordinamento (PTC), approvata nel 2001 (D.G.R. 5983 del 02/08/2001),individua negli oltre 92.000 ettari di territorio di competenza le seguenti zone: Zona A (“Zone naturalistiche inte-grali”), Zona B (suddivisa in B1, B2 e B3, le diverse aree naturalistiche perifluviali e le relative fasce di rispetto), Zona

C (“Ambito di protezione delle Zone naturalistiche perifluviali” suddiviso in C1 e C2), Zona G (“Ambi-to agricolo e forestale” suddiviso in G1 e G2), Zona IC (“Zone di iniziativa comunale orientata”)

e le Aree D (“Aree di promozione economica e sociale”) e R (“Aree degradate da recuperare”).Di questi, oltre 24.000 ettari sono a spiccata vocazione naturale (foreste e acque), circa

42.000 sono dedicati ad attività agricole e forestali, e più di 26.000 costituiscono gliambiti urbani. Il Parco naturale della Valle del Ticino, individuato ai sensi della Legge394/91 e disciplinato dal relativo PTC (D.C.R. 7/919 del 26/11/2003), ricomprendele aree A, B e C1 (in pratica, il fiume Ticino e la sua Valle, dove predomina la tuteladell’ambiente naturale), mentre le zone C2, G e IC (corrispondenti, principalmente, ad

ambiti a destinazione agricola, forestale e alle aree urbanizzate) costituiscono il Parco regio-nale, ai sensi della Legge Regionale 86/83 e s.m.i.

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3 Province e 47 ComuniIl Parco del Ticino è gestito da un Ente di diritto pubblico che comprende 3 Province e 47 Comuni:VARESE Sesto Calende, Vergiate, Golasecca, Arsago Seprio, Besnate, Somma Lombardo, Casorate Sempione, Galla-rate, Cardano al Campo, Vizzola Ticino, Ferno, Lonate Pozzolo e Samarate.MILANO Vanzaghello, Nosate, Castano Primo, Turbigo, Robecchetto con Induno, Cuggiono, Bernate Tici-no, Boffalora Ticino, Buscate, Magenta, Robecco sul Naviglio, Cassinetta di Lugagna-no, Abbiategrasso, Ozzero, Morimondo, Besate, Motta Visconti.PAVIA Cassolnovo, Vigevano, Gambolò, Bereguardo, Borgo S. Siro, Zerbolò,Torre d’Isola, Garlasco, S.Martino Siccomario, Pavia, Gropello Cairoli, Villa-nova d’Ardenghi, Carbonara al Ticino, Valle Salimbene, Travacò Siccoma-rio, Linarolo e Mezzanino.

La Comunità del Parco (composta dai sindaci e dai presidenti delle Province) ha il compito di eleggere il presidente del Parco e i quattro membridel Consiglio di Gestione.

Milano

Pavia

Varese

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ad hoc. Così è ancora oggi: nelle aree natu-rali (il corso del Ticino e la sua Valle) è attuato ilgrado massimo di protezione, nelle aree agri-cole e forestali sono consentite le coltivazioni giàpresenti prima dell’istituzione del Parco, e neicentri abitati sono esercitati controlli sui pianiregolatori e sugli strumenti di espansione comu-nale. Il Piano Territoriale di Coordinamento – lostrumento di gestione adottato dal Parco – hadimostrato negli ultimi trent’anni di saper regge-re il confronto con una realtà sociale ed econo-mica complessa: posto all’interno del triangoloindustriale più sviluppato d’Italia, il territorio delParco ospita un aeroporto intercontinentale, unacentrale termoelettrica, numerose autostrade,linee ferroviarie e una miriade di strade statalie locali. Il Parco si è trovato, quindi, stretto frale esigenze dello sviluppo sociale e quelle dellaprotezione ambientale, in un costante rapportodialettico, che spesso è divenuto confronto serra-to con gli Enti che gestiscono la pianificazioneterritoriale. L’ultima sfida lanciata dal Parco, ispi-rata dalla Variante Generale al Piano Territorialeapprovata nel 2001, è quella di attuare un

modello di sviluppo sostenibile, che affronti inmaniera attiva il problema della protezioneambientale calandosi nelle realtà economichee culturali esistenti. Uffici e servizi del Parcohanno acquisito la conoscenza dei datiambientali di base che consente l’avvio di nuoviprogetti di recupero e conservazione (rimbo-schimenti, mitigazioni, compensazioni e rein-troduzioni animali e vegetali) che spesso siintrecciano con il tessuto attivo della popola-zione. In questa visione di sviluppo compati-bile è fondamentale il ruolo degli agricoltori,chiamati a difendere e a valorizzare, più chea sfruttare, la terra che coltivano.

Il Ticino: un fiume, due parchiLe sponde del Ticino segnano il confine fra due parchi che gestiscono congiuntamente laRiserva della Biosfera – Valle Ticino: il Parco Lombardo della Valle del Ticino e l’Ente di gestio-ne delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore piemontese. Il primo è formato da47 Comuni e 3 Province, con un territorio di oltre 92.000 ettari, mentre il secondo si esten-de per 6.561 ettari e raggruppa 19 Comuni e 2 Province (Novara e Verbano-Cusio-Ossola).I due parchi sono frutto di una diversa concezione di pianificazione territoriale: mentre quellolombardo comprende l’intero territorio dei comuni soci, suddiviso in zone a protezione differen-ziata, quello piemontese racchiude solo le aree classificate come riserva naturale, escludendo le zoneagricole e urbanizzate. I due enti sostengono un progetto di Parco Interregionale e già da oramolte indagini territoriali si estendono su entrambe le aree, con un unico coordinamento scientifico.

La Lombardia e le sue aree protetteLa Regione Lombardia protegge quasi il 19% del suo territorio (il doppio della media nazionale). Tenendo contoanche dell’unico parco nazionale presente, lo Stelvio, si arriva a una superficie protetta pari al 21,2%. Benprima dell’entrata in vigore del D.P.R. 616/1977, che trasferiva alle regioni buona parte dei poteri legislativiin tema di parchi, la Lombardia aveva già dato vita, con la Legge Regionale 2/1974, al primo parco regio-nale d’Italia, il Parco del Ticino. Al 1983 risale la prima legge quadro sui parchi lombardi (Legge Regionale86/1983), uno strumento innovativo che abbinava alla protezione ambientale l’utilizzo sociale e la valoriz-zazione degli aspetti agroambientali e silvicolturali delle aree protette.

ABSTRACT The Ticino Park was established in1974 at the end of a long battle waged by adetermined group of enviromentalist from the late1960s.The Ticino Park implemented a from of landprotection very different from of traditional natio-nal parks existing Italy to that time. The objectivewas not to establish an envrionmental sanctuarysimply aimed at preservation, but to create a moredynamic and flexible organization, in closecontact with the social players in the area.

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Gian Pietro Beltra-mi, 66 anni, unpassato da diretto-re alla Bancapopolare di Abbia-tegrasso, è il presi-dente del ParcoLombardo dellaValle del Ticino.«La nascita delParco ha coinciso

con l’avvio della mia carriera professio-nale – spiega Beltrami, che è ancheresponsabile del coordinamento dei parchifluviali italiani. – Arrivai in banca alla finedel 1973 e si era da poco conclusa laraccolta di firme con cui migliaia di citta-dini chiedevano il riconoscimento di un’a-rea protetta». Fu così che il 9 gennaio1974 la Regione Lombardia istituì il Parco,prima area protetta regionale d’Italia.

Presidente, come fu possibile?Fu importante la volontà popolare, maanche il sostegno di personaggi di unacerta caratura, come i senatori AchilleCutrera e Ambrogio Colombo, gli onore-voli Giovanni Andreoni e Nino Pisoni, cheall’epoca era anche presidente della Coldi-retti, e Giulia Maria Crespi, ex proprieta-ria del Corriere della Sera e poi fondatri-ce del Fondo Ambiente Italiano. Tutti eranoconcordi nel porre un vincolo di salva-guardia per difendere il territorio da un’ur-banizzazione accanita.

Sul Ticino soffiò un vento favorevole…Sul piano politico non ci furono forticontrapposizioni, anche gli amministra-tori locali accolsero con entusiasmo l’ini-ziativa. Del resto chi nasce in campagnanon accetta di buon grado l’idea didistruggerla. Ma per vedere decollare ilsogno che tanti di noi avevano concorsoa far nascere, dovemmo aspettare altrisei anni: solo nel 1980 fu approvato ilprimo Piano territoriale.

Quando si è compreso che la salvaguar-dia del territorio poteva favorire anchelo sviluppo?Al principio prevalse l’idea di un salva-guardia assoluta, ma col tempo sicomprese che il Parco poteva esercitareanche altri ruoli. Sono sempre convissutedue anime, una più conservatrice e l’al-tra innovatrice. Fortunatamente non sisono mai scontrate, bensì confrontate.Una volta che la protezione fu garantitaattraverso l’approvazione di norme speci-fiche, fu più facile guardare con la dovu-ta attenzione anche alle esigenze dellosviluppo locale.

Oggi qual è la situazione?Oggi non veniamo meno alla nostraragione di essere, che è quella di preser-vare uno degli angoli più belli diLombardia. Per questo, ad esempio,abbiamo osteggiato, osteggiamo eosteggeremo Sea nella sua volontà direalizzare la terza pista di Malpensasull’area della brughiera del Gaggio.Ma nello stesso tempo stiamo lavorandoperché vogliamo che il Parco sia vissu-to e goduto e stiamo sperimentandonuove forme di marketing territoriale. Efacciamo tutto questo senza chiedere uncentesimo alle casse pubbliche e senzaintaccare il bilancio del Parco, ma solograzie alle sponsorizzazioni che riuscia-mo a ottenere perché siamo una realtàaffermata e credibile.

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimianni?Vogliamo sviluppare l’offerta turistica edi educazione ambientale. Oggi abbia-mo tre ostelli, ma potremmo attivarnemolti altri recuperando le cascine in disu-so. Così offriremo soggiorni a prezziadeguati per esplorare gli oltre 700chilometri di sentieri che toccano ambien-ti naturali e realtà storiche e architetto-niche di grande bellezza. �

Gian Pietro Beltrami,Presidente del Parco LombardoValle del Ticino.

ABSTRACT “The Ticino Parkhad been createdmostly because ofthe willing of thelocal population –asserts thePresident PietroBeltrami –Everybodyagreed on theidea of defendingthe territory froman heavyurbanization. The Park hasalways had twosouls, aconservative oneand a second onemore innovative.So, for example,if on one side wewere against Sea,we still are andwe always willbe, in its desire torealize the thirdMalpensa runwayon the Gaggiomoor area, at thesame time we areworking becausewe want the Parkto be relished andenjoyed and weare experimentingnew local forms ofmarketing. Not tomention the factthat we do all thiswithout asking thepublic purse acent. We want toenlarge the offerfor tourists anddevelopenvironmentaleducation. At themoment we runthree hostels, butwe could set upmany otherhostels recoveringthe abandonedfarmsteads”.

A TU PER TU CON IL PRESIDENTE

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L’importanza della pianificazionePer salvaguardare gli habitat e migliorare la qualità della vita di tutti

«La forza del nostro Parco èrappresentata dallo spiritounitario che anima da semprechi lo governa – afferma Clau-dio Peja, direttore dal 2012 ecollaboratore storico del ParcoLombardo della Valle del Tici-no. – Dal 1974 i componentidel consiglio di gestione lavo-rano con un obiettivo comu-ne». I risultati sono evidenti.

L’area protetta è un modello di riferimento per più aspet-ti, fra i quali primeggia una pianificazione territorialeintelligente e adeguata alle molteplici esigenze presen-ti. «Questi territori sono stati messi in salvaguardia40 anni fa ed è stata una vera fortuna» spiega il diret-tore. Difatti, secondo alcuni, senza la nascita del Parcola metropoli milanese si sarebbe spinta fin verso lesponde del Ticino. Un’analisi fosca, che però sembratrovare conferme nell’assalto rivolto in quel periodo allacampagna e alle aree naturali prossime ai confini urba-ni. «Fino agli anni Sessanta si è costruito soprattutto incittà, dove c’era il lavoro; ma, a partire dalla secondametà del decennio seguente, la gente ha cominciatoad allontanarsi dalle aree più congestionate e tutto ciòha favorito un ulteriore consumo di suolo. Quando ilfenomeno è diventato aggressivo, noi ci eravamo giàdotati di un Piano Territoriale».

Anche il Parco, però, ha dovuto affrontare numerosiproblemi, a cominciare dalle cave. Buona parte diMilano è stata edificata con la sabbia che venivaprelevata dal Ticino e portata in città sui barconi chediscendevano il Naviglio Grande. La Darsena diPorta Ticinese è stata per lungo tempo il maggioreporto fluviale in Italia per le tonnellate di merci movi-mentate. «L’attività ricevette un forte impulso neglianni della ricostruzione postbellica – ricorda Peja. –Prima dell’approvazione del Piano territoriale di coor-dinamento non si sapeva neppure con esattezza

quante fossero le cave attive. Durante gli studi preli-minari furono contati 53 scavi fuori alveo, tutti avvia-ti senza un progetto e un piano di recupero». Il Parcochiese alla Regione Lombardia di istituire un tavolotecnico per studiare non solo come si doveva scava-re, ma anche come si doveva recuperare. «È statoun lavoro lungo e paziente. Ora ospitiamo sei poliestrattivi, collocati in modo logico rispetto alle esigen-ze del territorio; ma soprattutto abbiamo recuperatotutti i buchi aperti in maniera selvaggia nei decenniprecedenti». Il dialogo con gli operatori, seppureimprontato alla fermezza, ha sortito effetti beneficiper tutti. «La sabbia e la ghiaia del Ticino sono ricer-cate dal mercato e nessuno intendeva uccidere leimprese – chiarisce Peja. – Miravamo a governarel’attività in modo che non fossero deturpati gli ango-li più pregiati». A questa esperienza si ispiraronole nuove norme regionali, che privilegiarono i poliestrattivi e imposero ai cavatori i piani di recupero.«Per le cave in alveo, responsabili della distruzionedi habitat importanti, fu invece imposto il divieto asso-luto – ricorda il direttore. – Ci appellammo alle dispo-sizioni di un Regio Decreto del 1904, che fino a quelmomento era stato disatteso. In sei mesi furono chiu-se tutte le 18. L’effetto più evidente di questa deci-sione è offerto dal tratto di fiume che attraversaPavia. Lì il letto si era abbassato di 5 metri rispettoal suo livello naturale, perché da decenni il Ticino siriprendeva dall’alveo e dalle sponde tutto il materialedi cui veniva depredato. Dopo 30 anni la situazionesi sta gradualmente stabilizzando. Ma se non fossestato vietato di scavare nel fiume, oggi assisteremmoa gravi dissesti e in molti si interrogherebbero suimotivi che le hanno scatenate».

Nessuna società civile può vivere al meglio senzaun’attenta programmazione delle attività che il terri-torio può o non può ospitare. Una corretta pianifica-zione, attuata nel rispetto degli elementi naturali e deibisogni dei cittadini, restituisce un paesaggio miglio-re, ma offre anche benefici economici e un migliora-

40 ANNI DI GESTIONE TERRITORIALE

Claudio Peja,Direttore del ParcoLombardo Valle del Ticino.

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mento della qualità della vita di tutti. «Le catastrofi cheinvestono buona parte dell’Italia non sono da ricon-durre solo ai capricci del clima, come spesso sentia-mo ripetere; sono piuttosto le inevitabili conseguenzedi un uso scriteriato del territorio – afferma Peja. – Nelnostro Parco il rispetto dell’alveo, la difesa delle spon-de e delle aree naturali, ma anche una pianificazio-ne attenta anche delle zone più lontane dal corso d’ac-qua, hanno favorito la stabilità del territorio: il fiumenon inonda e le scarpate non crollano. Il risultato èche in tutti questi anni il Ticino non ha mai provocatodanni, facendo risparmiare alla collettività decine dimilioni di Euro, “non spese” in interventi di preven-zione, di urgenza e di ricostruzione».

I piani delle aree protette sono anche un’occasionestraordinaria per sperimentare una rispettosa convi-venza. «Nessuna industria ha dovuto spostarsi acausa del Parco – chiarisce il direttore. – Le nostre

norme riconoscono la preesistenza, quindi gli sfor-zi sono stati indirizzati a rendere compatibili le atti-vità. Abbiamo contrastato l’insediamento di indu-strie e attività incompatibili, ma abbiamo anchefavorito l’apertura di altre attività nelle aree che offri-vano condizioni idonee». C’è una regola aurea che guida le scelte del Parco erifugge le soluzioni di comodo. «Non ci consideria-mo un’area privilegiata, un’isola felice – conclude ildirettore. – All’interno del Parco vivono 500milapersone che lavorano e producono, ad esempio, rifiu-ti. Non abbiamo mai pensato di risolvere i problemispostando fuori dei nostri confini le attività o servizifastidiosi, come una discarica, una strada o le azien-de, e di tenerci all’interno solo le bellezze naturali.Il Parco del Ticino ha sempre scelto di risolvere iproblemi anche al proprio interno. Questa era lacondizione essenziale per fare parte comune con lapopolazione che ”vive” il territorio».

ABSTRACT “Disasters affecting a large part of the Italian territory are certainly not due only to the waving weather, aswe often hear; they are instead the inevitable consequences of the irresponsible use of the territory – asserts the DirectorClaudio Peja.- In our Park the respect of the riverbed, the defence of banks and natural areas, as well as a carefulplanning also of the farthest areas from the river, helped the stability of the territory: the river hasn’t been flooding andthe escarpments haven’t been collapsing. As a result, the Ticino river has never caused damage in all these years, with asaving to the community of tens of millions of euro, "unspent" in preventive, emergency and reconstructioninterventions.”500 thousand people live inside the Park, working and producing, for example, waste. We have neverthought of solving those issues by moving out of our fences activities that might cause problems, such as a dump, a streetor companies, and keeping inside only natural beauties. The Ticino Park has always kept and solved its problems withinits borders. This was the essential condition to join the population who lives the territory.

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Progetti per il futuroLa conservazione degli agroecosistemi a sostegno della biodiversità

Il Parco promuove da anni la conservazione degli agroe-cosistemi (ecosistemi secondari caratterizzati dall’interven-to umano diretto alla produzione agricola e zootecnica),riconoscendone l’inestimabile valore ecologico. Le areeagricole, infatti, se diversificate e condotte in modo tradi-zionale, rappresentano habitat di grande importanza perla fauna. Questa azione è iniziata più di vent’anni fa conil mantenimento delle marcite, che costituiscono aree disosta e svernamento per molti uccelli, ma hanno ancheun alto valore botanico, paesaggistico e storico. Si è poi proseguito con un progetto innovativo, che ha coin-volto aree protette, enti e associazioni di ricerca e no profititaliane e svizzere, finalizzato allo scambio di dati, infor-mazioni e buone pratiche, ma soprattutto al coinvolgimentodegli agricoltori – italiani e svizzeri – riconoscendo a questacategoria un ruolo strategico nelle azioni di tutela e miglio-ramento della qualità ambientale della Valle del Ticino, uncorridoio ecologico fondamentale per il mantenimento dellabiodiversità a livello europeo. Nel 2012 è partito il progetto quadriennale “Gestione econservazione di agroecosistemi e di ambienti forestali afavore dell’avifauna di interesse conservazionistico nel Parcodel Ticino”, promosso da Fondazione Lombardia per l’Am-biente (FLA) e Parco Lombardo della Valle del Ticino, ecofinanziato da Fondazione Cariplo. Il “cuore” del proget-to consiste in una serie di interventi di mantenimento emiglioramento di ambienti agricoli e forestali aventi dueobiettivi prioritari: la riqualificazione di habitat tutelati a livel-lo europeo (praterie planiziali, querceti di farnia o rovere,foreste alluvionali di ontano e frassino, foreste miste ripariedi grandi fiumi) e la creazione o il ripristino di habitat impor-tanti per l’avifauna degli ambienti agricoli (radure prative,siepi e marcite). Anche in questo caso sono state coinvoltele aziende agricole che operano nell’area protetta. Il proget-to, inoltre, è accompagnato da un’intensa attività di moni-toraggio volta a verificare l’efficacia degli interventi. I risultati incoraggianti che stanno emergendo hanno stimo-lato il Parco e la FLA ad avviare un secondo progetto deno-minato “Verso la Nuova PAC”, attraverso il quale si voglio-

no sperimentare alcune pratiche agricole che si sono dimo-strate utili all’incremento della biodiversità degli agroeco-sistemi, in accordo con gli indirizzi della nuova Politica Agri-cola Comunitaria. Le colture che sembrano maggiormentepromettenti sono: le marcite che nei mesi più freddi ospitano specie di inte-resse conservazionistico (albanella reale, smeriglio, garzet-ta, airone bianco maggiore, gheppio, tottavilla, allodola,pavoncella, beccaccino, frullino, fanello, cesena, tordela,spioncello e pispola), spesso concentrate anche in stormimolto numerosi poiché altrove il terreno, gelato e/o inne-vato, impedisce agli uccelli di nutrirsi; le coltivazioni di erba medica frequentate nel periodo ripro-duttivo da numerose specie in declino a livello europeo eregionale, quali quaglia, cutrettola, upupa, strillozzo,saltimpalo, tortora selvatica e allodola; le risaie che offrono un habitat ospitale durante la migra-zione a migliaia di limicoli di varie specie, quali totano moro,pettegola, piro piro boschereccio, piro piro culbianco, piropiro piccolo, combattente, avocetta, chiurlo maggiore, chiur-lo piccolo, mignattaio e spatola, e riparo ad altre durante ilperiodo riproduttivo (per esempio, al tarabuso, una dellespecie più rare nidificanti in Lombardia, e a colonie nume-rose di pavoncelle e cavalieri d’Italia); le fasce prative non falciate, utilizzate da numerosi Passe-riformi durante la migrazione e/o la nidificazione, fra cuiaverla piccola, cutrettola, stiaccino e saltimpalo.Questo quadro preliminare conferma l’importanza di svol-gere simili ricerche in un’area privilegiata come il ParcoLombardo della valle del Ticino, che racchiude (esempio uniconel sistema di aree protette regionale) tutte le tipologie diambienti agricoli di alto valore naturalistico presenti nellapianura lombarda. Questa attività di ricerca consente diapprofondire il fondamentale ruolo che tali ambienti hannoper specie di elevato valore conservazionistico e di compren-dere le loro esigenze ecologiche, in vista della definizione difuturi contributi del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) nell’am-bito della nuova Politica Agricola Comunitaria. Per maggio-ri informazioni consultare il sito www.mosaicirurali.it

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INIZIATIVE LUNGO IL CORSO DEL TICINO

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IL PARCO DEL TICINO E LA TUTELA DELLA NATURA EUROPEA

Un patrimonio faunistico che si evolveA 40 anni dalla sua istituzione, nel settembre 2013 il Parco del Ticino ha organizzato a Milano unconvegno per presentare l’evoluzione del suo patrimonio faunistico nell’arco di questi quattrodecenni. Ne è emerso un quadro ricco di specie che non erano presenti alla sua nascita, inmolti casi dei graditi ritorni dopo una lunga assenza, grazie alla tutela accordata agli ambienti

naturali e ai molti interventi di miglioramento del loro stato di conservazione. Tra le notizie più inte-ressanti emerse si segnalano la colonizzazione spontanea dell’elusiva martora e del maestoso picchio nero – fino apochi anni fa presenti solo in ambienti montani – ma anche dell’istrice, che fino a non molto tempo fa era segnala-to solo a Sud del Po. Di rilievo internazionale sono, poi, le recenti scoperte a Bereguardo della più grande coloniaeuropea di vespertilio smarginato, tra i chirotteri più minacciati del nostro continente e, ad Arsago Seprio, della piùimportante popolazione conosciuta di pelobate fosco insubrico, un piccolo anfibio dichiarato “prioritario” dallaCommissione Europea. I risultati del convegno sono stati riuniti in un volume dal titolo “Il patrimonio faunistico delParco del Ticino negli anni 2000”, scaricabile dal sito web del Parco. Il prossimo prodotto editoriale a tema fauni-stico sarà l’ “Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti del Parco del Ticino”.

Rete Natura2000Natura 2000 è larete ecologicaindividuata sututto il territoriodell’UnioneEuropea,destinata allaconservazionedella biodiversitàattraverso latutela dellespecie e deglihabitat piùminacciati.Rete Natura2000 nasce dadue normecomunitariedenominateDirettiva “Uccelli”(1979) e Direttiva“Habitat” (1992),che prevedonoche gli Statimembriindividuino sulproprio territoriodelle aree dipregioambientaledenominate Sitidi ImportanzaComunitaria (SIC)e Zone diProtezioneSpeciale (ZPS).

In Lombardia sono presenti 194 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e 66 Zonedi Protezione Speciale per l’Avifauna (ZPS), istituite ai sensi delle Direttive comu-nitarie Habitat e Uccelli. Nel Parco del Ticino sono stati individuati 14 SIC, checoprono complessivamente circa 17.000 ettari, e 1 ZPS, che interessa le areepiù naturali e coincide con il Parco Naturale, istituito con L.R. 31/2002.Da quando, nel 2003, la Regione Lombardia ha individuato il Parco del Tici-

no quale gestore di questi siti, l’ente si è adoperato per garantire un adeguato livello di tutela e acqui-sire una sempre maggior consapevolezza del proprio patrimonio. Grazie alla predisposizione deiPiani di Gestione, il Parco ha potuto attivare, ove le risorse lo hanno consentito, alcune azioni chehanno permesso di intervenire su varie criticità. Per esempio, nel SIC “Lago di Comabbio” è statorealizzato, grazie a un contributo regionale, un progetto che ha consentito il ripristino delle fasce divegetazione perilacuale, il risanamento delle acque del lago e il contrasto alla diffusione di speciefloristiche e faunistiche esotiche particolarmente invasive. In particolare sono stati eseguiti rilasci digiovani esemplari di luccio allevati in due strutture gestite dal Parco del Ticino, e sono stati realizzatiinterventi di consolidamento di alcune fasce a canneto. Avvalendosi della stessa linea di finanziamentoregionale, il Parco, nel 2012, ha avviato un programma di riproduzione ex situ di alcune specie vege-tali molto rare, fra cui Nimphea alba subsp. minoriflora, ponendo le basi per la costituzione di unostock da utilizzarsi per la sua reintroduzione in questa e in altre aree umide del SIC. Nello stesso SIC è stato realizzato un piano di monitoraggio del raro rospo endemico Pelobate fuscusinsubricus, che ha permesso di censire una popolazione naturale di questa specie sorprendentementenumerosa (caso praticamente unico in Italia). Questo risultato eccezionale ha portato il Parco apromuovere altri due progetti strategici: uno finalizzato alla regolazione dei livelli idrici di alcune zoneumide, con l’obiettivo di garantire il successo riproduttivo delle specie di anfibi presenti, mentre l’altroambito di intervento riguarderà le sorgenti del Rio Capricciosa, nel Comune di Sesto Calende. Quest’a-rea è ricompresa nell’omonimo SIC ed è tutelata in virtù della presenza di habitat di interesse comunita-rio, in particolare boschi di ontano nero (Alnus glutinosa), di grande pregio anche perché posti a note-vole altitudine rispetto agli altri ontaneti del parco. È prevista la riapertura di un’ampia zona prativa,attualmente colonizzata da specie erbacee infestanti e dal progressivo avanzamento del bosco, che saràcosì in grado di ospitare una fauna caratteristica di questi ambienti. Lungo il perimetro delle aree a pratosaranno poi messe a dimora specie arbustive autoctone per aumentare gli habitat favorevoli alla fauna.Si provvederà, infine, anche alla pulizia e alla riapertura della rete sentieristica.

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ACQUE, FLORA, FAUNA E PAESAGGIO

un parcoricco di vita

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Il territorio del Parco vive in profonda simbiosi con il fiume,le cui acque costituiscono l’elemento fondamentale di tutti gliecosistemi locali. Acque ancora azzurre che danno vita anchea una rete di canali artificiali lungo cui, nel corso dei secoli,l’azione dell’uomo ha lasciato tracce di grande rilevanzastorica e artistica. Ma a farla da padrone è ancora la natu-ra. Il Parco ospita più di 20mila ettari di boschi e brughiere,popolati da alberi e fiori spesso rari o altrove scomparsi. Quisono presenti 449 specie di vertebrati e, grazie a campagnedi ripopolamento e assistenza, nei boschi abita di nuovo ilcapriolo e nei cieli vola la cicogna bianca. Recenti arrivi sonoquelli della martora, dell’istrice e del picchio nero. E il futu-ro è all’insegna della qualità anche nell’agricoltura, apertaad ogni pratica sostenibile in azienda.

ABSTRACT The territory of the Park lives in deep symbiosis with the river, whose watersare the main element of all local ecosystems. These waters are still blue and they alsocreate a network of canals along which human intervention has left extremely signi-ficant historical and artistic traces over the centuries. But the real master is still natu-re. In the Park, there are more than 20,000 hectares of woodlands and heath, withplants and flowers that are often rare, or have disappeared elsewhere. There are 449species of vertebrates and, thanks to repopulation and support campaigns, roebuckshave come back to the woods, and white storks to the skies. Recently arrived marten,porcupine and black woodpecker. Also the future of agriculture heralds quality, opento every sustainable practice in the farm.

Nella fotogrande, un cavaliered’Italia insiemeal suo pulcinonel nido, dovesi scorge unuovo che sideve ancoraschiudere.

In basso, da sinistra: larana di Lataste,un anfibioendemico della PianuraPadana; i bucaneve nel sottobosco;una cascina in mezzo allerisaie allagate.

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Grazie alla creazione dell’area protetta, la Valle del Ticino hamantenuto il ruolo di importante crocevia per la migrazione di uccellie pesci, favorendo la proliferazione di specie altrove minacciate

In alto, uncercatored’oro sul

greto. Sotto,un’immagineaerea del

fiume Ticinoall’altezza di MottaVisconti.

DALLA SVIZZERA FINO AL PO

Un corridoio verde

Uno dei fondamenti della strategia euro-pea per la conservazione della naturaè la rete ecologica, che sta trovando

concrete realizzazioni nel Parco del Ticino.Gli ecosistemi che punteggiano l’area protet-ta, unici nel quadro di generale impoveri-mento che offre oggi la Pianura Padana, nonsono solo serbatoi di vita, ma anche corri-doi e aree di sosta per facilitare la dispersio-ne e la migrazione delle specie. Per questaragione il fiume riveste il ruolo di corridoioprimario nella Rete Ecologica Regionale dellaLombardia. Il Parco del Ticino è attraversato da rotte migra-torie importanti a livello europeo (Valle del Tici-no, fiume Po, fascia pedemontana delle Alpi)che ogni anno vengono percorse dagli uccelliin volo dall’Africa al Nord Europa e viceversa.L'area protetta è inoltre una delle più importantizone umide interne italiane per lo svernamen-to di molte specie di avifauna acquatica, quali

garzetta (44% della popolazione svernante inLombardia), airone bianco maggiore (37%),alzavola (42%), germano reale (30%) e fischio-ne (22%). Negli ultimi anni si sono infine regi-strate le nidificazioni di nuove specie di gran-de interesse conservazionistico quali il picchionero, il più grande e maestoso dei picchi euro-pei, e la moretta tabaccata,una piccola anatraminacciata a livello mondiale.Tra gli interventi attuati per favorire la conti-nuità degli ambienti naturali assume un ruoloinnovativo la realizzazione di passaggi arti-ficiali per i pesci presso i due sbarramenti diPanperduto e di Porto della Torre, creati rispet-tivamente nel 2009 e 2010. Grazie a essil’intera asta fluviale, dal Lago Maggiore al Po,è nuovamente percorribile e la comunità itti-ca fluviale può raggiungere aree di riprodu-zione o cercare zone di svernamento, esti-vazione o accrescimento, in funzione delleesigenze ecologiche delle singole specie,

segue a pag. 23

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Lungo i navigliIl naviglio Grande, quello di Bereguardo e il canale Villoresi sono i principali corsi artificiali che prendono acqua dal Tici-no. Queste opere idrauliche, create dalla perizia dell’uomo, hanno modificato il paesaggio e contribuito nel corso deisecoli allo sviluppo dell’economia della zona. L’irrigazione ha reso fertili i terreni, permettendo il raggiungimento di eleva-te produzioni di mais, riso e altri cereali, e il naviglio Grande, costruito nel XII secolo, sino al Novecento è stato utilizzato

come via di trasporto e comunicazione traMilano e il lago Maggiore. Sfruttando lacorrente, i barconi che trasportavano mercie materiali da costruzione (come il marmodi Candoglia, utilizzato per l’edificazione delDuomo di Milano) scendevano lenti verso lacittà. Il naviglio Grande conserva ancheun ricco patrimonio storico e architettonico,come le ville settecentesche edificate lungoil tratto Cassinetta di Lugagnano-Castellettodi Cuggiono (vedi box a pag. 30).

Fresche sorgentiL’area tra Castano Primo e Besate fa parte della “fascia dei fontanili”, unterritorio caratterizzato da risorgive di acqua pulita che sgorga dal sotto-suolo, originata dalle Alpi e filtrata tra ghiaia e argille. Queste sorgentialimentano il sistema irriguo del Parco, rendendo fertili le vallate di Mori-mondo, Casterno di Robecco, Magenta, Cuggiono, Bernate, Boffalorae Abbiategrasso. I fontanili, inoltre, creano microambienti ricchi di biodi-versità, dove ancora vive il gambero di fiume.

le acque

La portata del fiumeAll’uscita del lago Maggiore, il Ticino raccoglie le acque di un bacino imbrifero di 6.599 kmq (di cui 3.369 in Sviz-zera). Dal lago al Po, gli unici apporti significativi sono quelli del torrente Strona e della Roggia Vernavola. Le porta-te del Ticino, pur regolate in funzione delle disponibilità e degli importanti e consolidati usi in essere, dipendono dagliapporti e, in buona parte, dalla possibilità di regolazione effettuata dal Consorzio di Ticino, che gestisce la Diga dellaMiorina in Comune di Golasecca. Tale regolazione, in particolare nel periodo primaverile ed estivo, risulta di capi-tale importanza poiché consente di “immagazzinare” risorsa idrica nel lago da utilizzare nei mesi estivi, abitual-mente critici e assicura una regolarità di rilascio che mantiene in vita gli ecosistemi acquatici e permette di garanti-re gli altri usi (agricoli, civili, produttivi). Nel passato si sono verificati periodi di forte siccità che hanno determinatolivelli di portata pari a zero in alcuni tratti del fiume; solo in questi ultimi anni, il Consorzio del Ticino ha attivato unprogramma di sperimentazione del Deflusso Minimo Vitale, approvato dalle Regioni Lombardia e Piemonte e concor-dato con i due Parchi che garantisce, incrementandole, le portate rilasciate a fini ambientali.

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Una corsia preferenziale nel cieloLa quasi totalità delle specie ornitologiche reagisce al mutare delle condizioniclimatiche intraprendendo lunghi viaggi di migrazione dai luoghi di nidifica-zione del Nord a quelli più caldi delle regioni africane del Sud. Il flusso deglistormi dislocati lungo il fronte di migrazione si convoglia in prossimità delle areepiù favorevoli all’orientamento, alla sosta e all’alimentazione degli animali. IlTicino e i canali naturali e artificiali che fanno parte del suo sistema idraulicocostituiscono tradizionalmente una “corsia preferenziale” per gli uccelli migra-tori in viaggio verso l’Africa. Milioni di volatili di passopercorrono ogni anno il Parco, che assume quindila funzione di grande corridoiobiologico naturale, unico inuna zona quasi completa-mente compromessa dalle attivitàumane. Il valore ambientale diquesta area, quindi, va ben oltre iconfini nazionali e si inserisce in uncomplesso mosaico che collega duediversi continenti. Nella foto, unacoppia di gruccioni, noti migratori.

Il caprioloPasseggiando tra le querce e icarpini della riserva della Fagia-na, facendo attenzione a non farerumore, si può incontrare il caprio-lo. Da una ventina d’anni la speciesi è ristabilita in questi luoghi, dacui era scomparsa più di 150 annifa. Un gradito ritorno, frutto delprogramma di reintroduzioneavviato dal settore faunistico delParco, in collaborazione con ilParco dei Boschi di Carrega diParma. Proprio dall’Appenninosono arrivati gli esemplari chehanno dato vita alla nuova popo-lazione del Ticino, che oggi conta500 capi. Gli animali sono statirilasciati nella parte centrale delParco, ma stanno progressiva-mente ampliando il loro areale.

Gli invasoriL’attività di monitoraggio realiz-zata negli ultimi anni dal Parcoha permesso di mantenere e, permolti aspetti, migliorare la biodi-versità dell’area, che però puòessere minacciata dalla presenzadi specie esotiche, le cui ormaistabili popolazioni arrecano seridanni alla fauna autoctona. Leesperienze maturate in questocampo negli ultimi decenni sonola testimonianza di quanto siadifficile – per lo più impossibile senon a costi insostenibili – eradi-care completamente una specieesotica invasiva naturalizzata. Nel Parco gli “alieni” sono lanutria, che ha colonizzato i corsid’acqua generando ancheconflitti con le attività umane, ilsilvilago e lo scoiattolo grigio,che compromette l’esistenzadello scoiattolo rosso, mentrerimane controversa la compati-bilità del cinghiale (nella fotosopra). Ma è nel campo dellafauna ittica che troviamo lasituazione più difficile: delle oltre50 specie presenti, la metà nonè originaria del Ticino. È eviden-te come una tale percentualesignificativa di specie esotichestabilisca nuove dinamicheecologiche modificando anche lecaratteristiche morfologiche egenetiche delle popolazioni.

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la fauna

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La terra degli aironiGli uccelli acquatici sono gli animali simbolo del Parco del Ticino. Fra questi, gli aironi sono quelli più facilmenteindividuabili dai visitatori per le inconfondibili sagome che spiccano nel verde delle risaie mentre cacciano le ranee altri piccoli anfibi. La specie di maggiori dimensioni è l’airone cenerino (foto 2), che può superare il metro di altez-za e i 170 cm di apertura alare, mentre l’airone rosso (foto 3) è di taglia più piccola e ha un piumaggio bruno-rossic-cio. Ancora più minuti sono la nitticora (foto 4) e la garzetta (foto 5): la prima si distingue per il colore nero del capoe per la corporatura piuttosto tozza, la seconda per la silhouette snella e la sua candida livrea. Più difficile è l’in-contro con l’airone bianco maggiore (foto 1). La specie che si mimetizza meglio fra la vegetazione è il tarabuso(foto 6), il cui maschio, nei periodi di riproduzione, emette richiami simili a muggiti. Da qualche anno, infine, il Parcoè frequentato anche dall’airone guardabuoi. A eccezione del cenerino, prevalentemente stanziale, gli aironi migra-no durante il periodo invernale. Per nidificare preferiscono raggrupparsi in colonie (dette “garzaie”) sui rami più altidi salici e pioppi; nel Parco ne esistono una decina, alcune d’interesse internazionale.

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Nel 1979 il Parco del Ticino ha organizzato Il Corpo Volon-tari attualmente composto da 290 persone che operano inbase alle proprie attitudini e aspettative in uno o più dei treservizi istituzionali: Antincendi Boschivi (AIB), Vigilanza Ecolo-gica (GEV), Protezione Civile (PC), nati rispettivamente nel1979, 1981 e 1996. I volontari sono suddivisi in 11 Distac-camenti operativi (Casermette) presenti nei comuni di: SestoCalende, Vergiate, Golasecca, Arsago Seprio, SommaLombardo e Gallarate (in provincia di Varese), Turbigo eMagenta (in provincia di Milano), Vigevano, Parasacco ePavia (in provincia di Pavia).Nel campo dell’antincendio boschivo (AIB) i volontari sonoparticolarmente attivi in quanto gli incendi rappresentano unavera sciagura per i boschi del Ticino. Il risultato? Una nettadiminuzione della superficie devastata grazie alla tempesti-vità degli interventi e all’attività di prevenzione svolta nei perio-di più a rischio.Le Guardie Ecologiche Volontarie (GEV), in qualità di Pubbli-ci Ufficiali, svolgono attività di sorveglianza del territorio preva-lentemente nei giorni festivi, in corrispondenza del maggiorafflusso di visitatori; collaborano in modo particolare con iGuardia Parco, dipendenti in ruolo, nelle attività istituzionalinonché per attività quali censimenti, recupero fauna selvati-ca, controllo acque, educazione ambientale.Per quanto riguarda le attività di Protezione Civile (PC), ilCorpo Volontari oltre ad intervenire a livello locale in caso dicalamità naturali è anche una componente attiva della Colon-na Mobile Regionale Lombarda e, con essa ha maturato unavasta esperienza nel campo delle attività d’emergenza, parte-cipando a numerose missioni in Italia e all’estero, come il terre-moto in Irpinia, l’alluvione in Valtellina, la missione umanita-ria a Sarajevo e i terremoti in Abruzzo e ad Haiti.Il Servizio Antincendi Boschivi, effettuato dal Corpo Volonta-ri può essere attivato tramite il Corpo Forestale dello Stato (tel1515) oppure direttamente al numero telefonico333.4320874.

L’importanza dei volontari

Chi vigila sul ParcoIl Parco del Ticino garantisce la tutela dell’am-biente e del territorio non solo attraverso l’educa-zione ambientale e il rispetto le norme e le leggivigenti a livello nazionale e regionale, ma anchetramite un’azione repressiva quando i divietiesistenti non vengono rispettati. In veste di “tutore” del territorio, quindi, il Parco devegestire i contrasti con gli interlocutori – cittadini, frui-tori – che arrecano danno all'area protetta. Per vigi-lare sull’integrità dei luoghi e per accertare le infra-zioni, l'Ente si avvale dei Guardia Parco, secondoquanto previsto dal Piano Territoriale di Coordina-mento, dalla Legge Regionale 86/83 s.m.i. e sullaLegge quadro n. 394/91 sulle Aree Protette. I Guar-dia Parco, che fanno parte della Polizia Locale e rive-stono anche la qualifica di Agente di Pubblica Sicu-rezza e di Polizia Giudiziaria, prestano servizio trami-te pattugliamento su tutto il territorio del Parco, sia informa ordinaria, sia a seguito di specifici esposti erichieste di intervento, anche in collaborazione con leGuardie Ecologiche Volontarie e con il personale Antin-cendio Boschivo, nonché con le Forze di Polizia delloStato e con altri componenti della Polizia Locale. OgniGuardia Parco controlla in media una superficie di7.000 ettari e la maggior parte delle violazioni cheaccerta riguardano la circolazione dei mezzi moto-rizzati all'interno del Parco, l’abbandono dei rifiuti, idisboscamenti, l’attività pubblicitaria stradale abusi-va, l’inquinamento dell’acqua, il bracconaggio, l’abu-sivismo edilizio e il sorvolo areo a bassa quota. Oltreall’attività di controllo del territorio e repressione degliabusi, i Guardia Parco svolgono un’azione di suppor-to agli uffici tecnici del’Ente, in particolare ai Settori:acque e assetto idrogeologico; legale; agricoltura;boschi; urbanistico e, infine, faunistico.

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Il paesaggio forestaleNel Parco del Ticino si trovano le più ampie superfici forestali della Pianura Pada-na, con querceti misti tra i meglio conservati dal punto di vista naturalistico. Nellecolline moreniche a Nord prevalgono i boschi di querce e castagni, talvoltaalterati dall’ingresso di piante esotiche (robinia, quercia rossa e prugnolo tardi-vo). L’elemento tipico dell’alta pianura è la brughiera (brugo e ginestra), con grup-pi di pino silvestre. I boschi del fondovalle, invece, sono divisibili in tre fasce: laprima, ricca di salici e pioppi, è a ridosso delle acque; la seconda, alle sue spal-le, è formata da pioppi bianchi, neri e tremuli, ontani neri e salici bianchi; l’ulti-ma comprende la foresta planiziale stratificata posta al limite massimo delle pienedel fiume, dominata dalla farnia insieme all’olmo minore e al carpino bianco.

Un tesoro di brughieraL’acqua abbonda in alcuni ambienti del Parco, ma è assai scarsa in altri, comenelle brughiere. Queste, concentrate tra Somma Lombardo e Castano Primo, racchiu-dono una ricca biodiversità e costituiscono un habitat di importanza naturalistica rico-nosciuto anche a livello comunitario. Quelle del Parco ricordano le ben più estesebrughiere delle regioni dell’Europa nord-occidentale (lowland heatlands), ma hannodelle caratteristiche del tutto peculiari: ospitano una ricchissima fauna, fra cui 228specie di uccelli, come il succiacapre e l’averla piccola, e Coenonympha oedippus, lafarfalla europea a maggiore rischio di estinzione, e offrono in autunno le fioriture delbrugo (foto sotto) e in primavera quelle della ginestra dei carbonai, che dipingono lelande di indaco e di giallo. Compresse dallo sviluppo di Malpensa, le brughiere sonopassate da una superficie storica di 6.395 ettari agli attuali 239. Per questo motivonel 2011 il Parco del Ticino ha proposto l’istituzione di un nuovo sito della Rete Natu-ra 2000 denominato “Brughiere di Malpensa e Lonate” per tutelare gli ultimi lembidi questo raro habitat di interesse conservazionistico.

flora e vegetazione

Gli invasoriI boschi del Parco del Ticinorappresentano un patrimo-nio ad altissimo contenutodi biodiversità. Tuttaviapresentano anche numerosiproblemi dovuti all’inter-vento umano, alla fram-mentazione del territorio ealle gestione forestale. Ilforte sfruttamento delpassato, seguito spessodall’abbandono della terra,ha aperto la strada all’inva-sione di specie esotiche, inparticolare robinia e ciliegiotardivo, ma anche ailantoe quercia rossa. A questoquadro già complesso,nell’ultimo decennio si èaggiunto il deperimentodella farnia, che sta colpen-do il 95% di tutte le stazio-ni dove è presente questaspecie originaria.

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Mondo biologicoQuando si parla di coltivazioni “integrate”, “biologiche” o “biodinamiche” si fa riferi-mento a una nuova filosofia di produzione e consumo dei prodotti agricoli. Nel primocaso, l’agricoltore si impegna a ridurre drasticamente l’utilizzo di concimi chimici,pesticidi e altri ammendanti, mentre nel secondo questi composti vengono totalmenteeliminati, così come gli ormoni e gli additivi utilizzati nel cibo per il bestiame. Al contra-rio, i punti cardine di questi sistemi sono la rotazione agraria delle colture e l’impiego diconcimi organici e letame. Le aziende sono condotte in armonia con l’ambiente circo-stante e vengono mantenuti e valorizzati i filari, le siepi e gli altri elementi di pregio tipi-ci del paesaggio agrario lombardo. Nel caso del biologico, inoltre, i prodotti sono garan-titi da un organismo ufficiale che, su scala nazionale, ne certifica la qualità.

il paesaggio agricolo

SOS marciteLa marcita è stata per secoli un elemento caratterizzante del paesaggio agrario lombardo.Si tratta di una tecnica coltu-rale che prevede l’allagamento dei campi durante l’inverno con acqua di risorgiva, la cui temperatura – costantementesopra lo zero – permette alla superficie di non gelare e, conseguentemente, di poter effettuare ripetuti tagli di forag-gio anche nella stagione fredda. Oggi le marcite rischiano di scomparire per le elevate spese di manutenzione e ladiminuzione del numero delle aziende zootecniche. Una perdita rilevante, anche perché questi ambienti costituisco-no una preziosa fonte di sostentamento per molte specie di uccelli stanziali. Durante l’inverno, infatti, pavoncelle,beccaccini, aironi, pispole, allodole, spioncelli e svariate altre specie pasturano sui prati verdi protetti dal gelo grazieal filo sottile di acqua che li ricopre. Da tempo il Parco ha avviato un programma per salvare le marcite più impor-tanti, come quelle della Sforzesca, le cui strutture idrauliche pare siano state progettate da Leonardo. Negli ultimi anni,con il “Progetto Abbazie” finanziato dalla Regione Lombardia, il Parco ha sostenuto le aziende agricole in unprezioso lavoro di recupero delle marcite più degradate. Con un altro progetto, cofinanziato da Fondazione Cariplo,è in corso un monitoraggio dell’avifauna che frequenta questi luoghi e finora sono state individuate più di 40 specie.Inoltre, nel 2012 e 2013 un’azione di educazione ambientale che ha coinvolto agricoltori e guide del Parco, ha accom-pagnato 40 classi e quasi 1000 studenti alla scoperta delle marcite nei diversi periodi dell’anno.

Cascine lombardeTra gli insediamenti rurali, la cascina è quella che maggiormente ha caratterizzatoil paesaggio agrario della pianura lombarda fino a cinquant’anni fa. Collocata alcentro del fondo aziendale, fatta di mattoni d’argilla, pietra e legno, e con una gran-de corte, la cascina diventava un piccolo borgo rurale, circoscritto e autosufficien-te, al cui interno i tempi di vita erano scanditi dai cicli di produzione delle coltiva-zioni. Nonostante i rimaneggiamenti edilizi, all’interno del Parco si riconosconoancora parecchi nuclei che conservano queste caratteristiche.

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comprese molte di particolare importanzaconservazionistica, come trota marmorata,vairone, barbo comune, pigo, anguilla etemolo, oltre a quelle più comuni, comecavedano, tinca, pesce persico e carpa. Un altro importante progetto, coordinatodalla Regione Lombardia, è finalizzato allaconservazione dello storione cobice (Acipen-ser naccarii), specie migratrice endemica dei

bacini fluviali che si affacciano nell’AltoAdriatico. Presso la diga di Isola Serafinisul Po sarà realizzato un passaggio artificialedove, oltre a una specifica cabina di moni-toraggio, sarà sperimentato un sistema dicattura temporanea dei pesci in transito, utilealla gestione ittica, al controllo delle specieesotiche invasive e alla ricerca scientifica. IlParco del Ticino, in particolare, si occuperàdelle operazioni volte all’incremento direttodella popolazione di Acipenser naccariiattraverso la semina di materiale ittico prodot-to con un sistema a ciclo chiuso.Altri progetti riguardano la tutela degli albe-ri senescenti cavi, che assumono impor-tanza in un ecosistema complesso poichéoffrono substrato, nutrimento e rifugio amolte specie animali. Gli insetti saproxili-ci, cioè quelli la cui esistenza è legata allapresenza di legno deperiente o morto, costi-tuiscono circa il 20% degli invertebratipresenti nelle foreste di latifoglie europee.

Oggi la loro sopravvivenza è compromes-sa a causa della scomparsa delle forestevetuste e del continuo prelievo di legnomorto. Recentemente nel Parco della Valledel Ticino sono stati condotti due progettiper garantire la conservazione di questipreziosi biotopi e favorire la sopravvivenzadei coleotteri saproxilici a essi associati. Ilprimo ha avuto come obiettivo la realizza-zione dei piani di gestione dei SIC “Bosco

Siro Negri e Moriano” e “Boschi di Vacca-rizza”. Il secondo progetto, attualmente incorso, si propone di garantire la continuitàforestale e la disponibilità di legno mortosufficiente per la sopravvivenza di duespecie saproxiliche altamente minacciate:il cervo volante (Lucanus cervus) e lo scara-beo eremita (Osmoderma eremita).

Da sapere� Tronchi, massi e isoledi ghiaia rappresentanofondamentali zone dirifugio, alimentazione eriproduzione per lafauna acquatica. Perquesto, tranne che inprossimità dei ponti, il letto del fiume nonviene pulito.

� Nel Parco le opere didifesa spondale e diregimazione idraulicasono realizzate dove assolutamentenecessario, evitando diimbrigliare il Ticino,come accaduto, invece,a molti altri fiumiitaliani, con le note edrammaticheconseguenze.

� Il ritorno del cinghialenella Valle del Ticinorisale al 1975 con lafuga da un recintoprivato di sette individui.La sua presenzacomporta fortiproblematicheambientali e pesantiimpatti sociali. Perquesto il Parco èimpegnato da anni inoperazioni dicontenimento dellapopolazione e didissuasione.

� Nel Parco i boschisono ancora moltoutilizzati. Le denunce ditaglio vengonoverificate e, quandostabilito dalla legge,seguite dal sopralluogodi un tecnico a caricodel Parco che,applicando le normeforestali, stabilisce qualipiante vadano tagliate equali conservate,rilasciando poi lanecessariaautorizzazione.

ABSTRACT The Ticino Valley represents themain passage in the Ecological Regional Netof Lombardy. It is located at the crossroads ofa great number of routes gone through everyyear by migratory birds, moving from Afri-ca to Northern Europe.Furthermore, it affirmsitself as one of the most important Italian wetareas for the overwintering of many aquaticavifauna species.Within the undertaken inter-ventions must be mentioned the artificialpassage for fishes, the one for the Adriaticsturgeon preservation and, eventually, theefforts for preserving the precious biotopes,connected to the saproxylic species.

segue da pag. 16

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A piedi, in barca o in bicicletta, tanti sono i modi per andare allascoperta dei tesori naturali e della ricca biodiversità del territorio delTicino. Il Parco è visitato ogni anno da più di 800mila persone, atti-rate dalla facilità dell’accesso e, soprattutto, dalla possibilità ditrascorrere qualche ora in mezzo alla natura a pochi chilometri daMilano. Per favorire e diversificare la fruizione dell’area, nel corsodegli anni sono state realizzate numerose infrastrutture: parcheggie aree di sosta per liberare il greto del fiume dalle automobili, unarete di percorsi riservati al transito ciclo-pedonale e più di 50 itine-rari – 799 chilometri in totale – per il trekking e il mountain biking,che toccano gli angoli più belli e selvaggi del territorio. Cinque CentriParco attrezzati e uno in realizzazione, collocati in punti strategici,offrono ai visitatori informazioni, percorsi a tema, mostre e musei,osservatori naturali e spazi attrezzati per la sosta, per vivere l’espe-rienza di un’immersione a 360 gradi nella natura.

PROPOSTE E ITINERARI DI TURISMO NATURALISTICO

un parcoper

tutti

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Il Parco può esserevisitato in totalesicurezza anche con la canoa, unmezzo che permette di addentrarsi nelle zone piùincontaminate e

selvagge del Ticino. Sotto, da sinistra, lacanonica di BernateTicino; una delle tantespiagge lungo il corsodel fiume; il famosoPonte delle Barche di Bereguardo.

ABSTRACT On foot, by boat or riding abicycle, there are many ways to discover thenatural treasuries and the rich biodiversity ofthe Ticino area. Every year, over 800,000people come to the Park who are attracted bythe ease of access and, especially, by theopportunity to spend a few hours in the middleof Nature a few miles away from Milan. Toenhance and diversify the use of the area,various infrastructures have been created overthe years: parking lots and rest areas to keepcars away from the river, a network of pathsreserved to pedestrians and bicycles, and over50 itineraries - 799 kilometres on the whole -for trekking and mountain biking, which touchthe most beautiful and untamed corners of thearea. Five equipped park centres, placed instrategic points, offer information, themeitineraries, exhibitions and museums, naturalobservatories and places to stop, while it ispossible to completely plunge into nature in themany Nature Oases and Preserves.

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UN SISTEMA TURISTICO SOSTENIBILE

Il Germoglio del TicinoPer valorizzare il territorio e le sue attività economiche, il Parco ha dato vita a un sistema turistico dolce che coinvolge agricoltori,commercianti, artigiani e le strutture ricettive dell’area protetta

N el 2013, grazie alla collaborazio-ne delle Camere di Commerciodelle Province di Varese, Milano e

Pavia e al supporto della Società e Guidemultiservizi Srl, il Parco Lombardo della Valledel Ticino ha avviato un’importante azionedi valorizzazione del territorio e delle attivitàeconomiche che vi operano, denominato “IlGermoglio del Ticino”. Il progetto si propo-ne di incrementare le forme di turismo dolceattraverso un sistema che coinvolge agricol-tori, commercianti, artigiani e chi si occu-pa di ricezione e ospitalità e di protezionedella natura. L’obiettivo è quello di arrivarepreparati a Expo 2015, un’occasione imper-dibile per radicarsi e svilupparsi in manieracostante e definitiva. Il Parco è promotore e coordinatore, maanche attore principale di un “sistema turisti-co” che intende valorizzare le potenzialitàimprenditoriali esistenti superando le fram-mentazioni e offrendo un’immagine unica:quella del territorio e delle genti del Parco delTicino. Fra le azioni e gli strumenti messi incampo nel progetto, troviamo un portalededicato alla promozione turistica del Parcodel Ticino; app e programmi per smartphonee tablet; la promozione del lavoro degli agri-coltori e dei prodotti di qualità che fanno capoal marchio “Parco Ticino – ProduzioneControllata”; la commercializzazione direttae innovativa di questi prodotti; e, infine, larealizzazione di percorsi di visita per colle-gare le attrazioni naturalistiche del Parco e,al contempo, promuovere le strutture aderen-ti al progetto “Il Germoglio del Ticino” comePunti sosta e ristoro individuati mediante l’ade-

sione alla “Carta di Valori per il Rilancio delTerritorio (CvRT) del Parco Lombardo dellaValle del Ticino e delle aree circostanti”. La CvRT, che promuove il territorio nel suocomplesso, prevede l’adesione volontaria daparte delle attività economiche che si svolgo-no all’interno o all’esterno dell’area protetta,purché commercializzino e promuovano iprodotti a marchio “Parco Ticino – Produzio-ne Controllata”. Aderendo alla CvRT si valo-rizza la propria attività, si incrementa la visi-bilità nei mercati locali e internazionali e sipartecipa a un circuito attivo di promozioneterritoriale grazie all’appartenenza al Parcodel Ticino, un’area che è stata eletta “Riservadella Biosfera” dall’Unesco.Tutto ciò sarà realizzato per merito della colla-borazione fra il Parco, la Regione Lombardiae gli altri enti territoriali presenti, ma soprat-tutto dell’adesione volontaria di centinaia direaltà commerciali, agricole, artigiane e difigure professionali che lavorano nel campodel turismo e della promozione sociale. Per aderire al “Germoglio del Ticino” bastacompilare il modulo online presente al linkwww.ilgermogliodelticino.it. Le strutture cheentreranno a far parte del circuito riceverannogratuitamente una scheda dedicata sul portale.

Sopra, un battelloturistico in

navigazionelungo ilnaviglioGrande.

ABSTRACT In 2013 the Ticino Valley Park inLombardy has launched an important action topromote the territory and the economic activitiesoperating there, called the “Sprout of Ticino”.Theproject aims at increasing all forms of soft tourism,thanks to a network that involves farmers, traders,craftsmen and all those dealing with reception,hospitality and nature protection.

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Agriturismi e fattorie didatticheIn questi anni, un numero crescente di agricoltori del Parco ha diversificato la propria attività avviando un agri-turismo e aprendo le porte della propria azienda a turisti e visitatori. Queste realtà, quindi, si affiancano alParco nella promozione del territorio e dei suoi prodotti agricoli. Con alcune di loro il Parco ha stretto dei rappor-ti di collaborazione su specifiche iniziative o progetti, attivando così delle sinergie che permettono di qualifi-care l’offerta turistica. Altre aziende sono poi diventate Fattorie Didattiche che propongono percorsi e attivitàdi carattere agroambientale a scuole e gruppi di studio. Dodici di queste costituiscono dal 2007 le Rete delleFattorie Didattiche del Parco Ticino. Si tratta di strutture agricole che rappresentano un valore aggiunto per ilParco poiché sono in grado di descrivere ai visitatori i sistemi di coltivazione e le interazioni tra agricoltura ed

elementi naturali, e quindi l’importante ruolo dell’agricoltura perla conservazione delle risorse naturali e del paesag-

gio. Il Parco del Ticino si affianca a queste azien-de, supportandole, sia dal punto di vistatecnico, sia turistico, e promuovendole ascolaresche e visitatori affinché conoscanoda vicino la realtà dell’agricoltura lombar-da e la bontà dei prodotti tipici e dei piat-ti realizzati con le ricette locali.

A fianco, la Cascina Caremma, una delle Fattorie Didattiche presenti nel Parco Lombardo Valle del Ticino.

mangia e bevi

In tavola con i prodotti del ParcoIl marchio “Parco Ticino – Produzione Controllata” viene concesso alleaziende agricole operanti nel Parco che adottano buone tecniche di gestio-ne sotto il profilo agronomico e ambientale. Il metodo di valutazione da parte del Parco si basa su parametri connes-si alla diversificazione di colture e allevamenti, all’utilizzo di concimi e diserbanti, alla gestione di boschi, siepi,filari, prati e altri elementi di pregio agroambientale. Il marchio, inoltre, viene concesso anche a trasformatori e altriesercizi alimentari che lavorano le materie prime provenienti dalle aziende certificate. Aderiscono oggi al Marchiocirca 50 realtà produttrici di salumi, carne, latte, formaggio, yogurt, miele, riso, cereali, ortaggi e frutta. Buona partedi queste aziende trasformano e commercializzano diret-tamente in azienda, e alcune hanno costituito il Consor-zio produttori agricoli Parco Ticino che ha sede, puntovendita e degustazione presso il Centro Parco “Ex Doga-na Austroungarica” a Lonate Pozzolo (VA). Il consuma-tore che acquista un prodotto a marchio contribuisce asalvaguardare e rispettare l’ambiente perché sostiene gliagricoltori che hanno scelto di coltivare e curare i prodot-ti nel pieno rispetto del suolo e del paesaggio.

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In biciLa bicicletta è il mezzo di trasporto più“gettonato” dai visitatori del Parco. Ognigiorno, un serpentone colorato di ciclisti sisnoda lungo la pista che va da SommaLombardo a Motta Visconti, costeggiandoil canale industriale, il naviglio Grande equello di Bereguardo. Un itinerario di 80chilometri tra storia e natura, fra il verdedei boschi, il nastro blu dei canali e lesplendide architetture delle ville del Sette-cento, pedalando all’ombra dei filari dialberi che bordano gran parte del tragit-to. Divertimento e relax sono assicurati, apatto di rispettare scrupolosamente leregole indicate sui cartelli affissi all’iniziodi ogni tratto. Nei prossimi anni è previstoil miglioramento dei percorsi riservati allebiciclette: l’obiettivo finale è realizzare unarete di “autostrade verdi” che consenta dispostarsi su due ruote dal comune più aNord del Parco, Sesto Calende, fino aquello più a Sud, Linarolo Po. Alcunipercorsi trasversali collegheranno poi icentri urbani limitrofi ai percorsi ciclabili.

A piedi Per immergersi totalmente nell’ambien-te naturale circostante, niente è megliodi una passeggiata a piedi lungo unodei 50 sentieri del Parco, studiati ad hocper far conoscere ogni faccia del suoricco patrimonio. In circa 800 chilometridi percorsi, infatti, sono racchiusi tutti gliambienti tipici del Ticino: zone umide,ghiaioni, foreste, prati e oasi faunistiche.Camminando si riesce a cogliere appie-no ogni singola bellezza naturalistica: aquesto scopo, numerosi sono i percorsiattrezzati con aree di sosta e indicazio-ni lungo il cammino. Luogo di piacevolipasseggiate è anche il naviglio Grandeda Abbiategrasso a Castelletto diCuggiono. Sul sito www.vieverditcicino.itè possibile consultare l’intera rete escur-sionistica del Parco.

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In canoaCon il suo incedere nervoso verso il Po, il Ticino costituisce un ottimo banco di prova per gli amanti della canoa.Dall’uscita del lago Maggiore al ponte della Becca, il percorso del fiume si snoda per circa 112 chilometri, con undislivello di quasi 130 metri. Le difficoltà per i canoisti non superano il secondo grado di livello e il corpo principa-le, in condizioni di piena ottimale, può essere percorso in circa 10 ore. Fra una pagaiata e l’altra, si scopre un ambien-te naturale inesplorato e affascinante. Varie specie di uccelli, tra cui ardeidi e anatidi, accompagnano costante-mente le discese lungo la corrente. Risalendo il corso alla ricerca delle “morte” (rami sperati del fiume che si ricon-giungono a esso solo durante le piene), si attraversano tratti di acque ferme (lanche, rogge e canali) ricche di vege-tazione lussureggiante. Presso il Centro Parco “Geraci” a Motta Visconti è possibile prenotare escursioni naturali-stiche in canoa, mentre consultando il sito del Parco alla sezione dedicata ai Punti Parco Sport si scopre quali strut-ture organizzano escursioni in canoa sul Ticino.

come muoversi

Nella foto asinistra, unodei pannellitematicipresenti lungotutti i percorsidel Parco con leinformazionisulleparticolaritànaturalistiche.In questa foto,uno deipercorsipresentinell’areaprotetta.

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Due passi nella storia

Sin dall’antichità il Ticino ha rappresentato un’importante via di comunica-zione ed è stato assiduamente frequentato. Dopo le prime civiltà pre-romanedi Golasecca e Castelletto Ticino (Età del Ferro, X-IV sec. a.C.), la cui scom-parsa è ancora avvolta dal mistero, si irradiarono le presenze celtiche, acui seguì la più stabile dominazione romana. Importanti reperti di quel perio-do sono custoditi nei musei di Sesto Calende, Arsago Seprio e Gambolò.Nell’alto e basso Medioevo, i grandi complessi monastici e le pievi, oltre aesercitare una forte azione di aggregazione territoriale, introdussero, attra-verso le grandi bonifiche agrarie, le forme di coltiva-zione che segnarono il paesaggio della pianu-

ra irrigua. Preziosa testimonianza è l’abbazia di Morimondo,edificata dai monaci Cistercensi nel XII secolo e ancora oggiimmersa in un’atmosfera di profonda spiritualità. Sono numerose le fortificazioni presenti. Spiccano tra tutti i manie-ri di Vigevano, Pavia, Somma Lombardo e Bereguardo. Di alcuni,

invece, si salvano solo pochiresti, è il caso di Ozzero, Besate o Vergiate; altri sonostati rimaneggiati a tal punto che il loro aspetto è pocoriconoscibile. Il castello di Vigevano, sorto probabilmentenell’alto Medioevo, ma ampliato e abbellito in epocaviscontea e sforzesca, è una delle opere fortificate piùrilevanti d’Italia. Il castello di Pavia, edificato da Galeaz-zo II nel 1360 e rimaneggiato poi da Gian Galeazzo,costituisce un esempio quasi perfetto di castello viscon-teo, poi ingentilito dagli Sforza.

Altro elemento caratterizzante sono i navigli Grande e di Bereguardo e il canale Villoresi. Parti-colarmente affascinante è il percorso del naviglio Grande, nel tratto compreso tra Turbigo eAbbiategrasso, dove è possibile osservare un paesaggio culturale creato da un antico e, permolto tempo, equilibrato rapporto tra l’ambiente e l’azione dell’uomo. In questo ricco patrimo-nio storico e architettonico, emergono le “ville di delizia”, ovvero di villeggiatura (villa ViscontiMaineri, villa Gaia Gandini, palazzo Archinto, villa Clerici). Un’altra sontuosa dimora di campa-gna è Villa Annoni di Cuggiono, coronata da un ampio parco che per estensione (23 ettari) èsecondo in Lombardia solo a quello della Villa Reale di Monza. Nel corso dei restauri promos-si dal Parco del Ticino e dal Comune di Cuggiono, è stato introdotto un vigneto dedicato allevarietà di uva tradizionalmente coltivate in questo territorio.

ABSTRACTSince ancient

times, the Ticinohas been an

important routeof communication

and a widely-known track.

It has been likethis since the first

pre-romancivilizations ofGolasecca and

Castelletto Ticinoto the Celtics, until

the Romandomination. The

great monasteries,such as theMorimondo

abbey, date backto the Middle Age.There are quite afew fortificationsas well, among

which the manorhouses of

Vigevano, Pavia,Somma Lombardoand Bereguardo.Typical examplesare the Grandenaviglio and the

naviglio ofBereguardo, as

well as theVilloresi canal anda great number ofvillas (villa ViscontiMaineri, villa GaiaGandini, Archintopalace, villa Clericiand the splendidvilla Annoni di

Cuggiono).

Dall’alto in basso:il simbolo araldicodei Visconti; il calendarioceltico presso la Lanca diBernate; Villa Annoni,dimoraottocentesca sita a Cuggiono;un’immaginenotturnadell’Abbazia di Morimondo.

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Le Vie VerdiLa rete escursionistica denominata “Vie Verdi” si snoda da

Sesto Calende a Pavia, fino alla confluenza del Po. Le dorsali,ossia i percorsi principali, si sviluppano per 180 km; da

queste si diramano 32 sentieri per circa 300 km nella parteNord e altri 22 sentieri per altrettanti km nella parte Sud, perun totale di quasi 800 Km. Sono stati individuati anche 9

collegamenti tra i sentieri e diverse connessioni al sistema “VieVerdi”. I percorsi ciclo-pedonali lungo le alzaie dei naviglicoprono altri 120 km. Ogni sentiero è identificato da una

sigla, segnalata lungo i percorsi. Sul sitowww.vieverditicino.it è possibile costruire itinerari

personalizzati sulla base di diversi criteri (lunghezza,difficoltà, mezzo di trasporto) e visualizzare i percorsiconsigliati suddivisi per escursionisti esperti, famiglie,scolaresche, disabili. Tramite il portale, si possonoraccogliere anche informazioni su musei, punti

vendita dei prodotti del Parco, agriturismi,ospedali e stazioni ferroviarie dell’area.

Il Parco Ticino, per più di 100 km da SestoCalende (Varese) fino al ponte di MezzanaCorti (Pavia), è attraversato dal Sentiero E1,che da Capo Nord giunge a Capo Passero,attraverso Norvegia, Svezia, Danimarca,

Germania, Svizzera e Italia per unosviluppo di 6.000 km.

itinerari

NEL PARCO CON RISPETTO� Rispetta i divieti segnalati sugliappositi cartelli � Indossa sempre abiti e scarpecomode � Porta con te binocolo e macchinafotografica�Riporta a casa i rifiuti e raccogli quellidegli altri � Rispetta il silenzio e l’integrità dellanatura�Non uscire dai sentieri

�Documentati sull’itinerario che intendipercorrere � Parcheggia l’auto solo nelle aree aessa destinate� Se avvisti un incendio contatta subitoil Corpo Forestale (tel. 1515) o il Parcodel Ticino (tel. 333 4320874)�Non disturbare gli animali� Tieni il tuo cane al guinzaglio� Indossa maniche e pantaloni lunghicontro le punture d’insetti anche d’estate

2 Oriano10 Monte Diviso16 La Dogana17 Mulino di

Bellinzago (centro parco piemontese)

20 Villa Picchetta (sede parco piemontese)

26 Sede Parco lombardo Valle del Ticino

27 La Fagiana33 La Sforzesca36 Geraci

CENTRI PARCO

6 Basilica di San Vittore, Arsago Seprio (IX-XII sec.)

7 Castello di Somma L. (XII sec.)28 Castello di Abbiategrasso (XIII sec.)31 Abbazia di Morimondo (XII sec.)32 Vigevano (XV-XVII sec.)42 Pavia

SITI DI INTERESSE STORICO

PUNTI PANORAMICI

3 Spiaggia di Golasecca8 Spiaggia di Somma9 Spiaggia di Fogador 12 Spiaggia del porto 14 Ponte di Oleggio 18 Casa delle Barche19 Tre salti 21 Ponte di Turbigo 22 Da Bruno 25 Spiaggia di Bernate 29 Cabana30 Spiagge di Vigevano34 Ex metanodotto 35 Lido di Motta37 Ponte di Barche - Boscaccio40 Spiaggia di Canarazzo41 Lido di Pavia

AREE SOSTA

11 Loc. Castelnovate15 Loc. Tornavento

1 Riserva Monte San Giacomo4 Boschi e paludi di Arsago e Besnate5 Oasi Parco dei Fontanili13 Riserva ansa di Castelnovate23 Parco di Villa Annoni24 Osservatorio faunistico lanca

di Bernate38 Riserva boschi del Vignolo39 Riserva San Massimo

AREE NATURALISTICHE

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Esiste un legame tra le rondini e le cascine con allevamenti dibestiame. Studi nazionali ed gente di orleansssssssss a me vieni a europei concordanosssss di Roberto Ambrosini

EDUCAZIONE AMBIENTALE E ALLA SOSTENIBILITÀ

Per un futuro miglioreIl Parco da vent’anni progetta e sperimenta progetti educativi edidattici che ruotano intorno al tema del vivere sostenibile,coinvolgendo educatori, scuole, associazioni e singoli cittadini

Se è vero che non si può raccogliere unfiore senza disturbare una stella, èvero anche che ogni cosa vicina o

lontana è intimamente connessa, indipen-dentemente dal fatto che se ne vedano omeno le fitte reti di interazione. Non si esisteda soli. Si esiste solo in relazione e farcomprendere questo è una tra le principalifinalità delle proposte educative e didatticheche l’Ufficio Educazione Ambientale delParco del Ticino ricerca, caldeggia e sostie-ne. I sempre più evidenti problemi locali che

si affiancano ed alimentano i più noti proble-mi globali normalmente gestiti o, più vero-similmente, arginati grazie a soluzioni basa-te su conoscenze tecnico-scientifiche, spessotrascurano un dettaglio affatto irrilevante: lecompetenze specifiche di pochi, per esserevincenti, devono esigere un cambiamentoculturale, di molti, che modifichino stili di vitae di pensiero diffusi e consolidati e, ormai,incompatibili con un avvenire sostenibile.L’educazione ambientale e alla sostenibilità,in questo senso, assume un ruolo importan-te nel veicolare le competenze ed i valorinecessari per innescare un circolo virtuosodi trasformazione degli atteggiamenti erappresenta una potenziale strategia per laprevenzione di problemi futuri. Per questo,agli inizi degli anni ’90, è stato creato l’Uf-ficio Educazione Ambientale che, costituitoda personale interno all’Ente Parco, haavviato la progettazione e la sperimenta-zione di percorsi educativi-didattici volti allaricerca di modelli di azione in grado di avvi-cinare e coinvolgere operatori specializ-zati (formatori, educatori, facilitatori, …) edutenti (scuole, associazioni, singoli cittadini,…) alle tematiche proprie della sostenibilità.Dopo i primi anni di operatività diretta, oggile attività di educazione ambientale ed allasostenibilità sono state affidate ad una verae propria rosa di operatori specializzati el’Ufficio Educazione Ambientale, all’internodi questa rinnovata struttura organizzativa(visionabile, con tutte le proposte educativo-didattiche, sul sito internet dell’Entewww.parcoticino.it), ha assunto un ruolo dicoordinamento e di supervisione.

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sede e centri parcoVilla Castiglioni, la sede del Parco

Villa Castiglioni, situata aPontevecchio di Magenta,ha una lunga storia. Unprimo nucleo, ravvisabileda alcune tracce nellecantine e nelle muraturesotterranee in mattoni esasso, risale all’epocamedioevale. Fu erettoprobabilmente in forma diun castelletto fortificato, aguardia della valle fluvia-

le. La villa venne edificata su queste preesistenze allafine del ‘500 dai marchesi Crivelli, da generazioniproprietari del fondo, ai quali venne concessa «la costru-zione di un torchio e di una cassina». Come ha scrittoFelice Sgarella, autore di pubblicazioni sulla storia loca-le, «non può considerarsi come una “villa di delizia”,quindi di villeggiatura, come altre edificate lungo il corsodel Naviglio, ma piuttosto come l’espressione dell’a-spetto più propriamente legato agli interessi agricoli».Nel 1637, l’edificio fu ceduto alla Curia Arcivescovile diMilano, che ne fece una residenza di campagna. Circaun secolo più tardi, passò all’ordine dei Frati Gerolimi-ni di Rho. Dopo l’incameramento dei beni ecclesiasticivoluto da Napoleone, ne divenne proprietario il marche-se Biglia. Nel 1802 giunse ad Ambrogio Clerichetti. Fuil figlio Luigi, architetto apprezzato a quei tempi, arealizzare la sopraelevazione dell’ala nobile e alcuneopere di abbellimento, quali i soffitti neoclassici delpiano terreno e le facciate a finto bugnato delle costru-zioni che chiudono il cortile principale. Acquistata nel1876 da Gaetano Castiglioni, la villa conobbe poi unlento declino fin quando fu rilevata dal Comune diMagenta. Dopo importanti opere di ristrutturazione, èdivenuta sede del Parco Lombardo della Valle del Tici-no. Oggi appare come un complesso di fabbricatiraccolti attorno a due cortili e dominati da una torretta;si tratta di una ricostruzione, quella antica fu distruttadurante la battaglia di Magenta del 1859. Al pianoterreno, due saloni mostrano pregiate tappezzerie atempera: l’una a motivi naturalistici di tipo orientale,l’altra con vedute delle città e dei costumi italici.

Immerso nel verde di una delle più belle RiserveNaturali Orientate (R.N.O.) del Parco, offre interessantiescursioni a piedi e in bicicletta. Il corpo principale delCentro Parco “La Fagiana” è stato completamenteristrutturato grazie al progetto “L’acqua, la foresta e lafauna. Scrigno di biodiversità: Centro Parco R.N.O. LaFagiana”, cofinanziato dalla Regione Lombardia con lerisorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale2007/2013. Oggi si presenta ai visitatori come uninsieme di laboratori e spazi polifunzionali in grado diospitare scolaresche, gruppi in visita e turisti. Offre• Punto di promozione dei prodotti a “Marchio ParcoTicino – Produzione Controllata”• Punto informazioni con annesso book shop e salalettura con biblioteca di sola consultazione• Piccola sala conferenze/aula didattica dotata dilavagna interattiva multimediale (LIM)• Laboratorio/aula didattica “H2O”• Percorso museale degli habitat e della faunaterrestre del Parco del Ticino• Laboratorio percettivo-sensoriale dedicato aglihabitat acquatici e alla fauna ittica• Sala conferenze • Museo del Bracconaggio• Osservatorio degli scoiattoli• Giardino dei frutti antichi• L’arboreto• Area pic-nic coperta e servizi igienici anche perdiversamente abili• Ampio parcheggio esterno alla Riserva• Centro di Recupero della Fauna Selvatica (C.R.F.S)gestito dalla LIPU che si occupa del recupero deglianimali selvatici in difficoltà (per segnalazioni einformazioni: 338 3148603, [email protected])Attività• Eventi culturali e ricreativi, progetti di educazioneambientale e visite guidate su prenotazione. Si ricordache i gruppi superiori alle 20 persone posso accederealla R.N.O “La Fagiana” solo accompagnati dalleguide naturalistiche del Parco o dal personaleautorizzato dalla Direzione dell’Ente.

CENTRO PARCO “LA FAGIANA” (PONTEVECCHIO DI MAGENTA)

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EX DOGANAAUSTROUNGARICATornavento, LonatePozzolo - VAA Nord del Parco,in un puntopanoramico da cuisi domina la Valledel Ticino e ilmassiccio delMonte Rosa.Offre• Percorsoespositivo emuseale • Puntoinformazioni conbook shop• Punto vendita edegustazioneprodotti a marchio“Parco Ticino –ProduzioneControllata”• Sala conferenze • Sala video• Area pic-nic eservizi igienici• Percorsosensoriale e dinordic walking• ParcheggioAttività• Eventi culturali ericreativi • Educazioneambientale • Visite guidate

LA SFORZESCASforzesca,Vigevano - PVNella frazioneSforzesca diVigevano, sipropone comepunto diriferimento perattività didatticheed escursioninaturalistichenell’area forestalepiù importante delParco. Offre• Puntoinformazioni conbook shop • Area pic-nicdotata di serviziigienici • Sala conferenzee sala videoAttività• Eventi culturali ericreativi • Progetti dieducazioneambientale • Visite guidate suprenotazione

ORIANOOriano, Sesto Calende - VANella parte più aNord del Parco,fra le collinemoreniche esull’itinerarioeuropeo E1,rappresentaun’area diinteresseescursionistico,didattico-scientificoe naturalistico.Offre• Puntoinformazioni conbook shop • Area pic-nic eservizi igienici • Sala conferenzee sala video • MuseoNaturalistico• Laboratoriodidattico• Bosco didatticoAttività• Eventi culturali ericreativi• Progetti dieducazioneambientale • Visite guidate suprenotazione • Attività sportive

GERACIGuado dellaSignora, MottaVisconti - MIVicino al fiume, in un’area diinteresse botanico-forestale, offreattività in canoa egommone.Offre• Puntoinformazioni ebook shop • Area pic-nic eservizi igienici • Sala conferenzee sala video • Aula didattica• Areaparcheggio acirca 1 km dallastrutturaAttività• Eventi culturali ericreativi • Progetti dieducazioneambientale • Visite guidate suprenotazione • Attività sportivein canoa egommone• Centroformazione canoacanadese UISP• Campi estivi

MONTE DIVISO(operativo dal 2015)Gallarate - VASituato in cima alMonte Diviso, laprima collinamorenica che siincontra risalendola pianura dalgallaratese, saràun Centro Parcomultifunzionale,tecnologicamenteavanzato edenergeticamentesostenibile. Offrirà• Puntoinformazioni conbook shop • Area pic-nic eservizi igienici • Sala conferenzee sala video • Ostello• Punto ristorocon prodotti amarchio “ParcoTicino –ProduzioneControllata”• Spazi per leattività didattiche• Areaparcheggio

CONTATTI E INFO UTILI SUL PARCOLa Sede e i Centri Parco sono contattabili a questi recapiti:tel. 02.972101 - fax 02.97950607 [email protected], www.parcoticino.itwww.ilgermogliodelticino.it, www.vieverditicino.it

App scaricabili da Apple Store o Google Play:- Vivi il Parco del Ticino (di eGuide Multiservizi)- La Fagiana e dintorni (di Jeco Guides) - T-Jones sulle tracce di MISTER X (di Geo4Map s.r.l. Appscaricabile solo da Google Play a partire da fine settembre 2014)

centri parco

Verso Expo 2015Con il Progetto Integrato d’Area (PIA) “Terre Slow ad un passo da Milano -EXPO 2015 lungo le vie d’acqua”, cofinanziato dalla Regione Lombardiacon le risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007/2013, il Parco Lombardo della Valle del Ticino ha realizzato le seguenti azioni:

L’acqua, la foresta e la fauna. Scrigno di biodiversità: Centro Parco “La Fagiana”.L’operazione ha permesso la ristrutturazione e la riqualificazione del Centro Parco “La Fagiana” situato a Magenta (MI) – loc. Pontevecchio, il primo Centro Parcorealizzato e considerato il cuore del Parco del Ticino.

Parco del Ticino: invito al viaggio.L’operazione ha avuto come obiettivo la ristrutturazione e la riqualificazione di una struttura dipertinenza della storica Villa Castiglioni, sede del Parco del Ticino a Pontevecchio diMagenta. L’edificio, acquisito dal Parco nell’anno 2010, sarà a tutti gli effetti il nuovoingresso della sede istituzionale dell’Ente e svolgerà la funzione di Porta di accesso del Parco:uno spazio espositivo/informativo specificatamente dedicato all’accoglienza del visitatore.

A spasso tra le foglie alla scoperta della biodiversità. L’operazione ha permesso il recupero e la riqualificazione dell’arboreto didatticopresente in prossimità dell’ingresso alla Riserva Orientata “La Fagiana”.

Display Garden: leggiamo i cambiamenti climatici attraverso le piante rare.L’intervento è stato realizzato a Motta Visconti (MI), in prossimità del Centro Parco “Geraci”.L’operazione ha permesso di relizzare un Display Garden, un’area didattica dedicata allostudio delle modificazioni ecosistemiche determinate dai cambiamenti climatici sullavegetazione con l’obiettivo di eliminare gli effetti negativi delle essenze alloctone. Il DisplayGarden consiste nella ridefinizione di un ipotetico giardino caratterizzato da nuovetipologie vegetali, necessarie a ricreare l’ambiente tipico del fontanile, insieme allaricostruzione dei boschi tipici di quelle zone.

Unione EuropeaFondo Europeo di Sviluppo Regionale

Page 19: LA DELLA - Parco Ticino · alla conservazione, ma creare una realtà più dinamica e flessibile, a stretto contatto con le realtà sociali locali. Non era pensabile, infat-ti, trasformare

via Isonzo 1, 20013 Pontevecchio di Magenta (MI), tel. 02 972101 - fax 02 97950607 - www. parcoticino.it

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