la contraddizione assoluta

12
LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE A CURA CURA DI DI S STEFANO TEFANO U ULLIANA LLIANA "E poiché uguali parti sono del grande e del piccolo, anche così in ogni cosa ci potranno essere tutte: non è possibile che esista separatamente, ma tutte partecipano a tutto." Anassagora (DK 59 B 6). "Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale" G.W.F. Hegel (Lineamenti di filosofia del diritto, Prefazione). a forma e la sostanza dell'egemonia (ideologica e pratica) sostenuta dal Capitale (finanziario, speculativo e produttivo) attuale sono date, offerte e rese stabili dal modo e dalla struttura della contraddizione assoluta. La contraddizione assoluta è infatti la determinazione e la definizione della struttura e del modo propri del dominio e del potere esercitati dall'ideologia capitalistica presente. L La ricerca e le volontà comuni all'ideologia capitalistica, tese alla massimizzazione del profitto – nelle opere d'ingegno, nelle produzioni artistiche in senso lato, nelle produzioni tecnico-pratiche – hanno infatti stabilito la necessità irremovibile ed ineliminabile di un forma sintetica a priori, che raccolga interamente, completamente e totalmente il pensiero, l'arte e la prassi dell' infinito (umanamente inteso e rappresentato). Come nel caso della prima filosofia idealistica tedesca – J.G. Fichte – il pensiero, l'arte e la prassi della reazione – il Congresso di Vienna è del 1815 - pretende di bloccare, di negare ed annientare in anticipo qualsiasi apertura di relazione che ricordi l'abissale profondità dell'infinito liberamente creativo, viva ed espressa attraverso la relazione doppiamente dialettica sussistente fra libertà ed eguaglianza. Nello sviluppo successivo del pensiero idealistico tedesco la posizione fichtiana venne in tal modo superata dalla ripresa schellinghiana dell'infinito creativo e doppiamente dialettico di origine bruniana – Giordano Bruno da Nola – prima di venire di nuovo piegata e trasferita su un piano esistenziale di tipo tradizionalmente neo- assolutistico. Il riorientamento poi operato 1

Upload: stefano-ulliana

Post on 19-Mar-2016

227 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Il Capitalismo attuale è diventato una contraddizione assoluta. L'orizzonte dell'assoluto viene infatti preteso a soluzione della sua contraddizione interna (capitale-lavoro).

TRANSCRIPT

Page 1: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

"E poiché uguali parti sono del grande e

del piccolo, anche così in ogni cosa ci

potranno essere tutte: non è possibile che

esista separatamente, ma tutte partecipano a

tutto." Anassagora (DK 59 B 6).

"Ciò che è razionale è reale; e ciò che è

reale è razionale" G.W.F. Hegel

(Lineamenti di filosofia del diritto,

Prefazione).

a forma e la sostanza dell'egemonia

(ideologica e pratica) sostenuta dal

Capitale (finanziario, speculativo e

produttivo) attuale sono date, offerte e rese

stabili dal modo e dalla struttura della

contraddizione assoluta. La contraddizione

assoluta è infatti la determinazione e la

definizione della struttura e del modo propri

del dominio e del potere esercitati

dall'ideologia capitalistica presente.

L

La ricerca e le volontà comuni

all'ideologia capitalistica, tese alla

massimizzazione del profitto – nelle opere

d'ingegno, nelle produzioni artistiche in

senso lato, nelle produzioni tecnico-pratiche

– hanno infatti stabilito la necessità

irremovibile ed ineliminabile di un forma

sintetica a priori, che raccolga interamente,

completamente e totalmente il pensiero, l'arte

e la prassi dell'infinito (umanamente inteso e

rappresentato). Come nel caso della prima

filosofia idealistica tedesca – J.G. Fichte – il

pensiero, l'arte e la prassi della reazione – il

Congresso di Vienna è del 1815 - pretende di

bloccare, di negare ed annientare in anticipo

qualsiasi apertura di relazione che ricordi

l'abissale profondità dell'infinito liberamente

creativo, viva ed espressa attraverso la

relazione doppiamente dialettica sussistente

fra libertà ed eguaglianza.

Nello sviluppo successivo del pensiero

idealistico tedesco la posizione fichtiana

venne in tal modo superata dalla ripresa

schellinghiana dell'infinito creativo e

doppiamente dialettico di origine bruniana –

Giordano Bruno da Nola – prima di venire di

nuovo piegata e trasferita su un piano

esistenziale di tipo tradizionalmente neo-

assolutistico. Il riorientamento poi operato

1

Page 2: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

dalla filosofia hegeliana doveva conservare

l'astrazione e la separazione operata dai due

precedessori, rafforzandone la carica e la

volontà di alienazione. Solamente la

speculazione critica di L. Feuerbach e quella

dialettica di K. Marx sarebbero poi riuscite a

rovesciare il rovesciamento inizialmente

attuato da quella astrazione, separazione ed

alienazione, ripristinando il concetto, l'arte e

la prassi dell'infinito creativo e doppiamente

dialettico.

Come allora, oggi la reazione attuata dal

Capitale - nella sua forma e sostanza

dittatoriale – pretende di bloccare, negare ed

annientare in anticipo qualsiasi apertura di

relazione che ripristini questo concetto,

quest'arte e questa prassi. Per farlo blocca,

nega ed annienta - in anticipo

nell'immaginario collettivo o a posteriori con

la propria attività repressiva - qualsiasi

riferimento all'idea e all'ideale d'eguaglianza.

In ciò pretende infatti di arrestare insieme

alla relazione dialettica fondamentale –

quella tra libertà ed eguaglianza – quella

relazione verticale, che si riferisce così

all'abisso creativo come all'orizzonte aperto

d'infinito. L'inscindibilità di libertà ed

eguaglianza apportata da questo orizzonte

viene infatti ora capovolta e rovesciata nella

loro divisione, separazione e subordinazione.

Il concetto e la prassi di una libertà identica

ed individuale conquista per sé la categoria

superiore della qualità, lasciando in

posizione subordinata ed inferiore il concetto

e la prassi di un'eguaglianza quantitativa e di

massa. In questo contesto – il contesto del

cosiddetto glocale – la libertà di poter

diversificare - attività, finalità, produzioni,

investimenti materiali o speculativi, lavori

specialistici - ordina quella di dover al

contrario uniformare determinazioni e

definizioni di soggezione, legate al territorio.

Nelle situazioni che in tal modo vengono a

costituirsi – dove l'operaio ed il tecnico

mediamente od altamente specializzato sono

liberi di essere assunti (e vengono ricercati)

unicamente in relazione alle proprie capacità

e competenze, mentre il precario-massa

(dequalificato dalle proprie mansioni

segmentate) viene costretto alla pura e

semplice schiavitù strumentale - l'orizzonte

puramente formale della libertà – di

movimento dei capitali e delle merci e di

qualificazione degli ideali e dei soggetti

operanti – stabilisce una nuova servitù del e

nel territorio – una rivisitazione della feudale

servitù della gleba – come espressione

negativa della libertà ed eguaglianza

2

Page 3: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

originarie.

Con questa divisione, separazione e

subordinazione della libertà e

dell'eguaglianza tramite le due categorie

della qualità e della quantità il Capitale

instaura la propria dittatura a metà.

Attraverso quella negazione – la negazione

del creativo e doppiamente dialettico

dell'infinito (naturale e razionale) – il

Capitale afferma se stesso come infinito

immediatamente, completamente e

totalmente positivo. Il Capitale fa dunque di

se stesso un assoluto. L'Assoluto o l'Essere

rispetto al quale il divenire temporale deve

essere considerato come una forma già

precompresa ed organizzata.

Separando ed astraendo il tempo reale e

concreto il Capitale fonda ed erige la radice,

la causa ed il principio della violenza.

L'annichilimento - preteso e voluto -

della radice creativa e libera della natura

razionale, infinita ed universale, si trasferisce

e converte (capovolge) allora nella

legittimazione per diritto separato della

violenza (il potere dello Stato), come difesa

dall'offesa naturale e razionale. In questo

modo il Capitale – portando a termine il

processo iniziato dalle prime forme di

civilizzazione occidentale e poi proseguito

con l'affermarsi dell'ideologia classica

(orfico-pitagorica, platonica od aristotelica) -

attua il distacco definitivo dall'originario.

In questo modo la pace e la giustizia

naturale e razionale si tramutano e

capovolgono nella guerra e nella

sopraffazione umana, nella preistoria della

lotta fra le classi. Separare il diritto all'uso

della forza e renderlo monopolio del potere

statuale ha quindi significato nella storia

dell'uomo isolare l'esistenza secondo l'ordine

e la gerarchia delle classi sociali, stratificate

e coordinate secondo la convergenza delle

funzioni sacrali e politiche e la

subordinazione di quelle produttive e

conservative.

Il Capitale porta ora finalmente a termine

e a compimento lo sviluppo e l'evoluzione

3

Page 4: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

della storia umana, nell'illusione fantastica e

fantasmatica della medesima, creata e

sostenuta dalla missione civilizzatrice

iniziata con la classicità greca (la

sostituzione dell'immagine ordinata alla

realtà caotica). Mentre dunque vita, esistenza

e libertà entravano ad abitare lo spazio ed il

tempo ordinato della polis, a prezzo di

separazioni e discriminazioni, vita, esistenza

e libertà attuali paiono ingigantire e

globalizzare quelle separazioni e

discriminazioni, costituendo il termine finale

della volontà di potenza dell'intera civiltà

occidentale.

Con la separazione e l'astrazione del

tempo reale e concreto il Capitale

fonda dunque ed erige la radice, la causa ed

il principio della violenza legalizzata ed

istituzionalizzata. È questa l'origine della

volontà di potenza che ha animato

l'evoluzione della civiltà ideologica

occidentale. Nello stesso tempo con questa

medesima separazione ed astrazione il

Capitale instaura il modo e la struttura della

contraddizione assoluta.

2

Negando la radice creativa e

doppiamente dialettica dell'infinito, la forma

reazionaria e dittatoriale del Capitale annulla

l'idea e l'ideale d'eguaglianza, abbattendo nel

contempo l'orizzonte comune e collettivo

della libertà. In questo modo l'ideologia

capitalistica odierna nega non solo tutte le

forme di democrazia radicale e totale (la

democrazia sic et simpliciter), ma anche la

stessa idealità teorica presente nel principio

liberale proposto da A.Smith (l'equilibrio del

e nel commercio planetario), recuperando

tutta la propria dimensione categoriale

storicamente realizzatesi nei secoli XIX e

XX. Economia che si fa progressivamente e

sempre più Stato, ne assume via via i poteri e

la potenza generale, espropriandone il

fondamento di diritto, di legittimazione, di

orientamento ed ordinamento. Si assiste così

alla scomparsa dello Stato, non per mano

della vittoria delle rivoluzioni socialiste od

anarchiche, ma in virtù della reazione indotta

dai procedimenti di crisi causati dalla stessa

modalità produttiva capitalistica

(svalorizzazione dei beni, dei diritti e dei

salari dei lavoratori; iper-valorizzazione delle

merci, soprattutto finanziarie; potenziamento

assoluto del comando d'impresa). In tal modo

il comitato d'affari della borghesia ha

consentito in ogni Stato ed

internazionalmente la propria sostituzione

con il comando diretto ed imperiale del

4

Page 5: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

Capitale (WTO, FMI, BM), piegando e

coartando vieppiù le stesse istituzioni del

diritto internazionale (ONU) alla difesa dei

suoi particolari interessi (guerre

imperialistiche come operazioni di

pacificazione).

Per tale ragione al modo ed alla struttura

della contraddizione assoluta si congiunge e

si fonde la relazione stabilita dalla

strumentalizzazione assoluta.

Si è dunque già compresa la

completa coincidenza fra volontà di

potenza e contraddizione assoluta.

L'immagine dell'una rende la realtà e la

struttura dell'altra: nata dall'opposizione

all'azione naturale e razionale della realtà

(potenza autentica e spontanea), essa si tende

e si concentra attorno alla costruzione di una

polarità assoluta, posta a difesa del proprio

diritto separato all'esistenza, alla vita ed alla

libertà. Soggetto infinito che si pone, si apre

nella relazione ed agisce, esso vale per la

libertà che è capace di conservare, ampliare e

moltiplicare (in modo ordinato e per se

stesso) nel proprio mondo. Ogni finalità e

scopo dell'azione umana viene così distolto

dalla radice, dall'orizzonte e dall'ideale che

danno espressione, ordine e composizione

3

alla natura ed alla razionalità, per essere

coinvolto in una sorta di rovesciamento e di

contrapposizione dialettica, dove la causalità

naturale si rende artificiale, per sottomettersi

ai principi stabiliti da un'istituzione

oggettiva, un potere umano che chiede per se

stesso un riconoscimento ed un'obbedienza

assoluti. In questo luogo metafisico la

signoria del pensiero astratto occidentale

costituisce la realtà della propria alienazione,

sottoponendo prima ciò che è libero,

spontaneo e creativo a strumento per

l'acquisizione di scopi eterodeterminati,

eterodefiniti ed eterodiretti; poi

assogettandolo a tutte quelle nature in

seconda (nature seconde) che l'orizzonte e

l'ordine di composizione ideologico

capitalista crea come strumenti privilegiati e

primi dell'organizzazione di valorizzazione

del Capitale stesso.

In questo modo il lavoratore-precario-

massa si vede prima rovesciato nel suo

contrario ed opposto – libero, creativo e

spontaneo diviene coartato e costretto

secondo mansioni e segmenti d'azione

predeterminati dall'economia degli sforzi e

dei costi – poi ulteriormente schiavizzato a

tutto ciò che per definizione si costituisce

come strumento eterodeterminato,

5

Page 6: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

eterodefinito ed eterodiretto (prima

l'organizzazione di fabbrica, poi la

dislocazione delle medesime, infine la

valorizzazione data alle merci ed alla

speculazione finanziaria).

È in questo modo dunque che il

lavoratore-precario-massa subisce una

duplice violenza, una violenza che pare

sdoppiarsi. E che attualmente pare

accentuarsi sono all'estremo della negazione

della stessa libertà vitale (per se stesso e per

l'ambiente nel quale è chiamato a vivere).

Al capo opposto del lavoratore-precario-

massa stanno i prestatori d'opera

specializzati, organizzati ed ordinati secondo

le loro specifiche mansioni e finalità,

integrati nel sistema, e gli elementi direttivi

ed amministrativi. Con la finanziarizzazione

estrema dell'economia la catena di comando

del Capitale si è però allungata ed è entrata

in crisi: alla difesa ed alla reazione –

soprattutto preventiva (si noti l'estrema

analogia fra gli anni '20/'30 del secolo XX e

quelli '80/'90) – alla reazione duplice del

naturale-e-razionale ridotto a schiavo in

prima e seconda battuta è dovuta subentrare

una difesa ed una reazione allo squilibrio

sussistente fra Capitale speculativo e

Capitale investito e produttivo. Il recupero di

questo squilibrio viene così attualmente

pagato da un ulteriore incremento nel livello

dell'alienazione imposta e nella grandezza

della violenza economica, sociale, politica e

giuridica impiegata. L'interconnessione fra

gruppi bancari e aziende multinazionali

dimostra l'alto livello di questa necessaria

composizione (necessaria per e nel sistema),

capace di stabilire infine la stessa definitiva

strumentalità al Capitale della medesima

organizzazione e potere statuale ed

internazionale.

Diventa quindi evidente come vi sia

stato un incremento assoluto del

potenziale di violenza e come si sia passati

dalla consapevolezza della violenza-

sfruttamento all'interno del sistema

organizzato di fabbrica o di impresa

4

6

Page 7: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

capitalistica, alla presa di coscienza dell'atto

di violenza radicale, antropica e naturale

(bene compreso e fronteggiato dai

movimenti del '77/'78), quando la

contrapposizione di classe è diventata

contrapposizione di genere e di orientamento

ideologico generale. Ora pare di assistere ad

un terzo e definitivo livello di violenza: alla

contrapposizione dialettica di classe ed alla

contrapposizione ideologica generale, capace

di recuperare la radice creativa e

doppiamente dialettica dell'infinito, si è

aggiunta infatti una violenza che pretende di

piegare a se stessa la stessa libertà vitale.

Prima meccanizzata ed ordinata, ora essa

dovrebbe essere totalmente negata e

capovolta – una volta e per sempre – nel e

dal meccanismo speculativo di unificazione

mondiale del Capitale (globalizzazione).

Per questo la serie duplice delle

contrapposizioni dialettiche si sta ora

ampliando e potenziando in modo assoluto in

una sorta di contraddizione assoluta del

Capitale, dove l'iper-astratto della

speculazione borsistica pompa

inesauribilmente ed inesorabilmente la

necessità ed il fato della violenza totale,

dell'espropriazione naturale ed antropica,

ridisegnando territori, riorganizzando inter-

comunità umane con lo strumento degli

spostamenti di massa ed i genocidi

mascherati, pianificando la separazione e la

contrapposizione fra un livello superiore di

movimento e d'ordine ed uno inferiore e

territoriale di immobilità, immodificabilità e

feroce subordinazione ai progetti di continua

trasformazione che piovono dall'alto,

secondo le decisioni interessate e complici

degli investitori economici mondiali e dei

rappresentanti politici locali (nazionali,

regionali, provinciali).

La contraddizione assoluta del

Capitale si conserva attraverso una

spinta intrinseca, che introflette ogni

espressione vitale e libera della natura, così

come ogni espressione sensibile ed

immaginativa della ragione. Per essa il

creativo e dialettico originario – l'unità

oppositiva e di movimento, di trasformazione

5

7

Page 8: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

e rivoluzione della natura e della ragione –

viene piegato e coartato secondo una logica

completamente opposta ed astrattamente

metafisicizzante. La divisione, la separazione

e la scissione che costituisce la potenza

alienata ed astratta del potere umano

(religiosa, d'ordine o di classe) cerca il

sostegno ed il consenso – la propria

alimentazione - in uno spirito reazionario e

di massa, sollecitato ed evocato, organizzato,

istituito e compartito, comunicato e

contagiato socialmente attraverso il possesso,

il controllo e l'indirizzo dei mezzi

comunicativi e formativi di massa (radio,

televisioni, scuole ed università). In questo

modo ogni positiva estroflessione viene

ripiegata e chiusa in una logica del negativo

e della negazione (della distinzione e

discriminazione).

L'immediatamente e spontaneamente

positivo viene allora incanalato, piegato e

capovolto da una logica reale (astratta), nella

quale e per la quale il principio della

selezione per affinità negatrice – della libertà

spontanea e vitale degli impulsi naturali e

razionali – diviene criterio operativo della

comunità ordinata ed organizzata dei soggetti

comunitari. In tal modo l'orizzonte e la realtà

apertamente comune e collettiva dei soggetti

vitalmente in azione (creativa e

reciprocamente dialettica), per la ricerca e

l'attuazione di un bene ideale, si rovescia e

capovolge nella determinazione identitaria e

definitiva di quello stesso bene,

assolutamente, interamente, completamente e

totalmente deprivato dell'originaria azione

creativa e reciprocamente dialettica

(territorialismo indotto dalla

globalizzazione).

Con questa filosofia sociologica reattiva

e reazionaria il Capitale si mette quindi al

riparo, in modo tendenzialmente perenne, da

ogni possibile impulso rivoluzionario,

deviandone la sensibilità, l'immaginazione ed

il ragionamento verso forme opposte di

determinazione individuale e collettiva.

Edificando una nuova natura ed un nuova

ragione, che possano insieme confortare e

dare rassicurazione, offrendo benessere e

soddisfazione, combattendo quelle

determinazioni di paura e pericolo, che

vengono innestate dal sistema in crisi per

cause proprie nei soggetti oggettivamente o

soggettivamente indisponibili a questa presa

reazionaria. Con questo distacco e

separazione di massa il sistema riesce

pertanto a rendere la propria comunità di

soggetti (effettivamente e disumanamente)

8

Page 9: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

inaffettiva ed anaffettiva, così

organizzandola e governandola come vera e

propria massa preventivamente

(inconsapevolmente e/o consapevolmente)

contro-rivoluzionaria e reazionaria. I

sentimenti umani di reciproco

riconoscimento, di mutuo aiuto e di

vicendevole costruzione delle proprie

esistenze vengono allora autonomamente

repressi, perché immediatamente e

progressivamente (sino alla loro totalità)

sostituiti da un'educazione autoritaria alla

distinzione, discriminazione e selezione

ordinata (nuovo razzismo istituzionale,

rivolto ai comportamenti di etnie, nazioni o

parti politiche della società).

Il risultato evidente di questo

rovesciamento e capovolgimento è la

considerazione e valutazione della violenza

come normalità dell'esercizio della forza e

dell'autorità civile e della normalità

dell'originario creativo e doppiamente

dialettico come violenza consapevolmente

esercitata contro l'ordine naturale e razionale

delle cose. In questa volontà di sradicamento

dell'originario – della sua realtà, del suo

movimento e della sua idealità - il sistema

retorico, pedagogico e culturale (ideologico)

del Capitale pretende di colpire ed affossare

per prima l'affettività generale e particolare

dei soggetti, nella loro umanità, individuale e

collettiva. Così – soprattutto per chi lavori

con le giovani generazioni, nelle scuole

pubbliche di ogni ordine e grado – diventa

facile vedere come questa negazione annulli

la sensibilità dei e nei rapporti individuali ed

il suo senso razionale (la produttività creativa

e dialetticamente immaginifica). Di qui il

drammatico e generalizzato impoverimento

delle abilità e delle capacità operative e

conoscitive dei discenti, con l'instaurazione

di schemi di comportamento e di

apprendimento autoreferenziali e idiomatici.

L'affermazione identitaria sorregge poi

l'impossibile annullamento dell'affettività

stessa, trasferendone il portato in una sorta di

distacco e repulsione anaffettiva, presente ed

operante soprattutto nelle generazioni dei

giovani e dei giovani adulti. L'inaffettività e

l'anaffettività si trasformano poi nel motore

principale del progressivo smantellamento

9

Page 10: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

(piuttosto inconsapevole) delle sensibilità

operative degli adulti, destinato ad

incrementare progressivamente tutti gli errori

vitali, definiti dal reciproco rispetto delle

relazioni esistenziali (in ogni ambito della

sicurezza, individuale e collettiva).

Questa sorta di fenomenologia

patologica indotta dal Capitale trova

la propria spiegazione strutturale in una serie

di scelte ideologiche fondamentali, che

hanno a che vedere con le dimensioni umane

dello spazio e del tempo.

6

Lo spazio può infatti essere determinato e

definito come il sorgere ed emergere della

dimensione creativa (all'interno

dell'orizzonte della comune molteplicità

potenziale), che si specifica e sviluppa

successivamente secondo la logica ideal-

reale dell'apertura finalizzata di relazione (in

congiunzione con la tensione temporale, da

essa stessa evolutivamente predisposta);

oppure può essere al contrario considerato

come un principio di inertizzazione e di

omogeneizzazione, dove la radice creativa e

dialettica viene preventivamente annichilita e

l'apertura di relazione negata e capovolta

nella prioritaria e gerarchica disposizione

d'ordine. È qui che la dimensione umana del

tempo viene raccorciata ed infine alienata in

una disposizione concentrativa, di

concentrazione (tramite un'integrazione

continua e successiva, che vale nient'altro

che la stessa trasmissione del potere e della

potenza alienata nella storia di lunghissima

durata della civiltà occidentale). Oppure, al

contrario, la dimensione umana del tempo

può accompagnare il sorgere, l'emergere e

l'aprirsi di quella spaziale, come sua tensione

realizzativa ideale. Capace di protendere una

molteplicità inesauribile ed infinita di scopi e

di finalità, insieme naturali e razionali. Dove

il tempo può – al contrario dell'esempio

precedente – essere dilatato, per ridivenire il

tempo dell'umano reimpossessamento,

dell'umana autonomia e libertà

(predisposizione d'eternità o conservazione

eterna dell'ideale).

Nel contesto stabilito dalla

premessa che congiunge, combina

ed esprime le due dimensioni umane ed

originarie del tempo e dello spazio

addivengono quindi a ricalibrazione anche le

differenti ed ordinate categorie teoriche e

pratiche della quantità, qualità, relazione e

modalità.

7

Mentre nell'ipotesi voluta fortemente

10

Page 11: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

dalla concentrazione polare del Capitale

finanziario la quantità è soggetta, come

massa informe (corpo sociale) alla realtà

negativa e limitante – alla qualità – delle

predisposizioni tecniche ed accademiche

orientate alla valorizzazione delle merci e del

Capitale stesso, nell'ipotesi che tiene insieme

in modo radicale ed ideale libertà ed

eguaglianza la quantità ridiviene il modo

infinitamente aperto della qualità, la continua

produzione e trasformazione (rivoluzione)

dei modi liberi e democratici di posizione

creativa e relazione dialettica.

Allo stesso modo mentre nell'ipotesi

capitalistica questa posizione creativa e

relazione dialettica vengono rovesciate e

capovolte nella sostanza di una relazione

produttiva (causale) che assorbe sul lato del

principio dell'accumulazione e della

massimizzazione dei profitti la totalità

integrale dell'umanità su questo pianeta,

garantendo attraverso la predisposizone

ideologica lo sfruttamento e l'alienazione

della potenza non solo umana, ma bensì

universalmente naturale e razionale (crisi

ambientale, sociale e politica globale),

nell'ipotesi opposta possibilità reale e

necessità ideale si ricompongono e si

ordinano di nuovo, per riprodurre ancora

quella tensione spazio-temporale, che è la

disposizione e l'immagine umana viva

dell'unità fra Natura e Ragione. Così

l'infinito creativo e doppiamente dialettico

riapre finalmente la dimensione della

democrazia assoluta (esistenziale,

economico-sociale, politico-ambientale)

planetaria.

Data questa opposizione irriducibile, che

sarà il luogo e il motivo di scontro fra

l'ideologico e l'ideale in questo nuovo secolo

(il XXI), è conseguentemente facile

osservare la contrapposizione insanabile che

sussisterà fra le due opposte mentalità (e

direi quasi le due opposte nature

antropologiche).

La mentalità capitalistica nella sua fase

finale infatti accumula su di sé tutto il portato

11

Page 12: La contraddizione assoluta

LA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALELA CONTRADDIZIONE ASSOLUTA DEL CAPITALE

AA CURACURA DIDI S STEFANOTEFANO U ULLIANALLIANA

ideologico delle tradizioni egemoni e

separate del potere presenti nell'intera storia

della civiltà occidentale (secondo il criterio

dell'Uno necessario e d'ordine): essa assorbe,

affina e seleziona, potenzia e diffonde

sensibilità, sentimenti e passioni adatti ad i

propri scopi di alienazione e negazione (del

creativo e dialettico originario). Valorizza gli

atteggiamenti aggressivi, distruttivi ed

autoritariamente ricompositivi (perché

comunque funzionali ad una ricomposizione

autoritaria).

Al contrario la mentalità democratica

radicale ed ideale riapre il respiro dello

spirito dello spazio e del tempo, della

posizione creativa e dell'espressione

dialettica, del movimento ideale continuo.

Tanto la prima estrinseca, estende e

controlla, uno spazio di alienazione dal

potere effettivo e dallo stesso, progressivo,

godimento dei diritti umani essenziali,

quanto all'opposto la seconda include

immediatamente e totalmente l'intera

umanità e naturalità all'interno del godimento

dei propri diritti razionali.

È e sarà dunque questo il vero e proprio

scontro di civiltà al quale assisteremo in

questo secolo e che ci dirà se questo pianeta

si sbarazzerà della specie umana o se, al

contrario, umanità, natura e razionalità

potranno ritrovarsi ed insieme godere della

comune, universale ed infinita, felicità.

12