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Cinquecento opere d’arte come preziosa aula didattica.
La Collezione Ingrao della Galleria Comunale d'Arte di Cagliari
A cura di Cristina Pittau
La genesi e la natura della collezione appartenuta a Francesco Paolo Ingrao
sono complesse e riflettono la cultura e la sensibilità del collezionista laziale.
Gli acquisti succedutisi tra il 1946 e il 1999 possono essere letti in chiave di
dialettica domanda-offerta, ma anche quale testimonianza dell'aspirazione di
Ingrao alla continuità della vita post mortem.
Ingrao nasce a Lenola, presso Latina, nel 1909. La sua formazione
comprende la maturità classica e la laurea in Giurisprudenza, conseguite tra
Roma e Napoli. Fine intenditore d'arte, egli vive a Roma, ove si spegne il 2
marzo 1999.
Dopo un complesso allestimento durato un anno e mezzo, il Comune di
Cagliari inaugura la Collezione Ingrao il 27 gennaio 2001. Il personale gusto
estetico ha guidato Ingrao verso scelte precise e non prevedibili, non radicate
in un percorso di studi storico-artistici o critico-artistici: laureatosi appena
ventitreenne in Giurisprudenza, inizia la carriera presso il Ministero dei Lavori
Pubblici a Roma nei primi anni Trenta, per raggiungere rapidamente i vertici
dell'Istituzione statale quale Direttore Generale del Ministero. "Innamorato
d'Arte", Ingrao avvia nel 1946 l'acquisizione delle opere che oggi
compongono la Collezione, per ultimarla nel 1999. Sono circa 500 i pezzi da
lui selezionati, cui è opportuno sommare un corpus librario di circa 3500 testi.
Il nucleo della raccolta è composto da pittura, scultura, grafica e incisione,
espressione dell'arte figurativa italiana tardo-ottocentesca e novecentesca,
cui si accostano opere di soggetto religioso e d'arte sacra, oggetti d'arte
africana, ceramiche invetriate, suppellettili liturgiche e, infine, un consistente
gruppo di mortai e pestelli. Ingrao acquistava le opere attraverso canali
differenti: mercanti d'arte e galleristi, che vendevano sovente le opere d'arte
in stock, aste, mostre, artisti ai quali lo univano rapporti di amicizia, talvolta
intimi e profondi. Inoltre, Ingrao selezionava le opere rivolgendo particolare
attenzione alla loro storia e alle vicende espositive che le avevano coinvolte.
La motivazione della presenza della Collezione presso la Galleria Comunale
d'Arte in Cagliari (Fig. 1) affonda le proprie radici nel testamento di Francesco
Paolo Ingrao, il quale vi nomina, quale erede universale, Elisa Mulas, la
propria collaboratrice e assistente. Lasciata la Sardegna giovanissima, Elisa
Mulas si reca a Roma e lavora quale braccio destro di Ingrao fino al 1999.
Ingrao definisce clausole e condizioni del passaggio dei propri beni a Elisa
Mulas: ella dovrà donare a un museo pubblico l'intera collezione di opere e di
libri, che dovranno essere esposti entro due anni dalla redazione degli atti
notarili; inoltre, i pezzi della collezione, così come i libri, non potranno per
alcun motivo lasciare la Galleria. Il 28 luglio 1999 gli atti notarili sanciscono
l'ingresso della Collezione nel patrimonio comunale. I nomi eccellenti dell'arte
italiana del '900 fiorirono, così, all'interno degli spazi della Galleria Comunale,
già polveriera sabauda, mutata in museo e inaugurata come tale nel 1933. Le
opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà, Giorgio
Morandi, Fortunato Depero, Massimo Campigli, Mario Mafai, Mario Sironi e
Felice Casorati, per citare solo alcuni artisti, comparvero nelle sale della
Galleria, ad essa inscindibilmente vincolate.
Figura 1. Museo Comunale di Cagliari. Foto di N. Vidalonga
La collezione articola il proprio percorso in quindici sale, quotidianamente
visitate da numerose scuole di ogni ordine e grado, cui si somma il pubblico
dei residenti, dei turisti italiani e internazionali ai quali, naturalmente, così
come alle scuole che la richiedano, è rivolta la visita guidata e l'attività
didattica nelle lingue Francese e Inglese.
I Servizi Educativi hanno formulato le proposte didattiche, delle quali si tratta
in questa sede, nell'anno 2007, rinnovandole costantemente in base alle
variazioni e agli arricchimenti consentiti dalle numerose esposizioni
temporanee e dalle forme di interazione fra i media espressivi di cui l'arte
dispone. Danza, musica, teatro, cinema, performance, installazioni site-
specific si fondono in esperienze proposte, opportunamente declinate, alle
scuole così come, naturalmente, al pubblico adulto. La fortunata
ambientazione della Galleria in fondo al viale che costituisce l'asse del
Giardino Pubblico (Fig. 1), inoltre, rende possibili le interazioni con lo spazio
naturale, estensione delle sale espositive del Museo e punteggiato di
numerose opere d'arte (Fig. 2).
Figura 2. Museo Comunale di Cagliari. Foto di N. Vidalonga
Percorsi e proposte didattiche.
I temi elaborati dalle storiche dell'arte della Associazione Culturale Orientare
impegnate nella progettazione delle attività didattiche sono molteplici, così
come le opere ispiratrici. Trattandosi, pressoché esclusivamente, di opere
d'arte figurativa realizzate a partire dal 1840 e fino agli anni '80 del
Novecento, lo spazio riservato all'arte astratta è decisamente esiguo.
Tuttavia, le avanguardie storiche sono trattate approfonditamente durante i
percorsi didattici. La chiave cronologica costituisce il leitmotiv
dell'allestimento, che si chiude con le due Stanze del Collezionista, deposito
aperto e visitabile ove le opere si articolano sulle griglie metalliche mediante
zanche di ancoraggio secondo un ordine iconografico, che abbandona il
criterio cronologico.
Le storiche dell'arte lavorano con i piccoli dell'Infanzia, così come con i
bambini della Primaria oppure con i ragazzi della Secondaria di Primo e di
Secondo Grado. L'interazione è, evidentemente, una caratteristica specifica
dell'attività didattica, che non può prescindere dall'adozione della modalità
della "lezione partecipata" (Fig. 3), adatta tanto alle classi del liceo quanto,
opportunamente declinata, alla Scuola dell'Infanzia o alla Primaria. Momento
fondamentale e caratteristica costante della didattica della Galleria è la fase
dell'accoglienza: le storiche dell'arte accolgono i piccoli o i giovani visitatori
nello spazio del Giardino Pubblico antistante il pronao di ingresso al Museo.
L'accoglienza è determinante ed è conseguenza dell'impostazione della
didattica: la storica dell'arte entra immediatamente in empatia con i bambini
e con i ragazzi, presentandosi e domandando il loro nome, per proseguire
con la storia del giardino e del Museo ed arrivare, infine, al concetto di opera
d'arte e di collezione, alla nascita dei musei e alla nascita della Collezione
Ingrao, al suo arrivo in città e alle scelte di allestimento della stessa.
Figura 3
Il primo passo dell'attività didattica è la lettura dell'opera d'arte, cui i bambini
e i ragazzi giungono guidati dalle storiche dell'arte (Fig. 4). Per quanto
concerne la pittura, la lettura è rivolta ai seguenti indicatori: l'attestarsi o
meno del segno di contorno, l'articolarsi della linea nello spazio del campo
pittorico nel declinarsi delle forme, l'adozione del chiaroscuro o delle
campiture piatte di colore, la strutturazione dello spazio nella scatola
prospettica, l'indicazione delle fonti della luce che avvolge le forme, l'adozione
di un referente oggettivo naturalistico, realistico o travisato in base alle
distorsioni avanguardistiche. L'attenzione si sposta poi sul materiale che
compone l'opera: carta, cartone, tela, masonite, compensato, legno.
Figura 4
Soltanto la frequentazione di un museo permette di analizzare le opere dal
vero, consentendo ai visitatori di comprendere pienamente trama e ordito di
una tela, grana di un supporto cartaceo, direzione delle fibre del legno nel
caso di supporti lignei e loro derivati. Infine, la tecnica esecutiva viene
analizzata sulla base delle differenze tra i materiali costitutivi e della tipologia
di segno consentita da ogni medium: grafite, sanguigna, carboncino, pastello
a olio o a cera, gessetti, acrilico, pittura a olio, incisione diretta o indiretta,
collage.
Si tratta poi l'immagine che l'opera presenta, nella sua lettura iconografica e
iconologica, contemplando anche l'aspetto simbolico e il significato. Si giunge
all'inquadramento storico e geografico dell'artista e dell'opera oggetto di
lettura, in relazione alle informazioni presenti in didascalia e agli stilemi
leggibili nell'opera. Un accurato lavoro non può prescindere dalle indicazioni
sullo stato di conservazione dell'opera, sulla quale i ragazzi e i bambini
possono ammirare le eventuali tracce di intervento integrativo oppure le
criticità, che possono manifestarsi sia nel supporto sia nella superficie
pittorica.
Se la pittura attrae in virtù del colore, della dialettica luce-ombra e delle
forme rappresentate, è altrettanto attraente la scultura, che ammalia i
giovani con la sua, talvolta prepotente, "presa di possesso" dello spazio nelle
tre dimensioni in cui essa si esprime (Fig. 5). La corretta definizione della
differenza tra pittura e scultura è imprescindibile quando si lavora con la
Scuola della Infanzia o con la Primaria, mentre è dato acquisito nelle scuole
medie e superiori. La scultura è oggetto di lettura analogamente all'opera
pittorica o grafica: il dato di partenza è costituito dall'analisi del materiale e
della tecnica adottati dall'artista. La traccia della gradina o della bocciarda sul
marmo diventa, pertanto, immediatamente comprensibile per i ragazzi, così
come la tecnica della fusione bronzea a cera persa. La lettura dell'immagine,
con la sua simbologia e il suo significato, è seguita da attente considerazioni
su determinati indicatori: il rapporto luce-ombra e il cromatismo connessi alla
resa della superficie dell'opera, il dettaglio dei particolari oppure la rapidità
esecutiva, l'articolarsi del corpo scultoreo nello spazio, le eventuali linee di
rotazione, l'aspetto chiuso o aperto della forma. È semplice nella scultura
rivelare ai ragazzi la presenza di restauri integrativi, che hanno apportato un
contributo di materia al fine di rendere leggibile l'unità dell'opera. Alla grafica
è dedicata pari attenzione: dal segno di battitura sul foglio che ha ricevuto
l'impressione xilografica o calcografica, al segno morbido del pastello a olio o
del gessetto.
Figura 5. Collezione F. P. Ingrao. Foto di N. Vidalonga
Prima chiave di lettura di una collezione d'arte figurativa è certamente quella
dedicata alla conoscenza degli elementi costitutivi dell'opera d'arte. Il
progetto "Conoscere l'Arte" si articola in quattro incontri che trattano,
rispettivamente, il punto, la linea, le forme nello spazio, il colore e la luce.
Tale articolazione mira a fornire ai bambini tutti gli strumenti utili alla lettura
dell'opera d'arte. Parimenti interessante è il progetto "I generi artistici",
basato sull'interpretazione iconografica delle opere che, nel caso della Ingrao,
porta alla loro tripartizione in base ai generi artistici maggiori, pienamente
attestati nelle opere del Museo: la natura morta, il paesaggio e il ritratto
(quale ritratto di volti, nudo e autoritratto), generi che si declinano in progetti
differenziati in base all'età dei giovani utenti. La natura morta diventa, così,
per i piccoli della Infanzia "Che cosa ci comunicano gli oggetti?",
progetto nel quale vengono coinvolti i cinque sensi del bambino, oppure "I
quadri fioriti", progetto dedicato alla natura morta di soggetto floreale,
mentre il paesaggio cambia in "Luci e colori nei paesaggi" e il ritratto
muta in "Come mi vedono gli artisti?"
Il progetto "I grandi artisti che dipinsero il silenzio", così come il
progetto pendant "I grandi artisti che dipinsero il rumore", attira
prevalentemente i primi tre ordini di scuola poiché i generi artistici vengono
letti, in questo caso, avvalendosi del leitmotiv del silenzio, del suono e del
rumore. La visita è seguita dall'ascolto di brani musicali e dalla conseguente
percezione delle sensazioni che i compositori hanno saputo esprimere e
veicolare mediante gli strumenti musicali. Ad essi succede il laboratorio, ove
ad ogni bambino e ragazzo è proposta, estratta a sorte mediante una serie di
bigliettini, una situazione rumorosa o silenziosa, che egli deve esprimere con
la pittura o con la grafica.
Ai piccoli interessa particolarmente la ricerca degli animali, oggetto di
"Animali nell'Arte", percorso che parte dalla identificazione, non sempre
scontata (si pensi, a titolo di esempio, alla difficoltà di comprendere le
macchie scure che, nei lavori dei Macchiaioli, spesso rappresentano un bue o
un cavallo!!!) delle specie animali, per poi trattarla in relazione alla
quotidianità del bambino e proseguire con i significati simbolici, dopo averne
identificato tecnica e maestro.
Ingrao ha acquistato un corpus imponente di opere d'arte sacra e di soggetto
religioso, che compongono la base di "Arte Sacra", progetto ad esse
dedicato e spesso richiesto dalle scuole di matrice cattolica. Per lo
svolgimento di questo progetto, naturalmente, sono presenti storiche
dell'arte provviste di apposita formazione.
Ricordo, inoltre, la serie di progetti, validi ciascuno per un anno, dedicati al
centenario delle avanguardie storiche: "Buon Comple-secolo Futurismo!"
e "Buon Comple-secolo Astrattismo!". Altro esempio della didattica
relativa a particolari circostanze storiche è costituito dal progetto "La Storia
nell'Arte", presente in catalogo dal 2007, ma particolarmente apprezzato in
occasione del centocinquantesimo della Unità di Italia.
Ai giovani utenti interessati, insieme ai rispettivi docenti, alle innumerevoli
tecniche e materiali è rivolto "Tecniche e materiali dell'Arte", progetto
che analizza in modo dettagliato la storia delle tecniche artistiche e dei relativi
strumenti, mostrandone esempi concreti, che rendono la comprensione
efficacemente mediata dall'analisi delle opere esposte. Nel successivo
laboratorio i ragazzi sperimentano le tecniche, usando la sanguigna, la
grafite, il carboncino, il gessetto, la gouache, l'inchiostro di china, l'argilla, la
tempera, l'acquarello, la xilografia (per la quale ci si avvale, però, di una
matrice costituita da materiale di facile reperimento e usabilità come un
ortaggio!).
Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo Grado scelgono sovente "Dipingi il
tuo giardino": il progetto analizza i paesaggi nelle opere della Galleria, per
poi narrare, all'aperto, la storia del Giardino Pubblico che la ospita, così come
dello spazio dei Grottoni, luogo che affascina i giovani utenti in quanto cava
medioevale, trasformata in rifugio antiaereo durante la seconda guerra
mondiale e, dal dicembre 2015, suggestivo spazio espositivo, definito
C.ARTE.C. e dedicato all'arte contemporanea non storicizzata. La visita è
seguita dall'analisi di una serie di foto storiche risalenti al secolo XIX, che
testimoniano le modifiche succedutesi negli anni nello spazio architettonico e
naturale del Giardino; si conclude, infine, con il laboratorio di pittura svolto
all'aperto avvalendosi della tempera o dell'acquarello e dei cavalletti (Fig. 6).
Figura 6
La modalità della pittura en plein air coinvolge anche la Secondaria di
Secondo Grado (Fig. 7), prevalentemente quando i docenti richiedono alle
storiche dell'arte la trattazione dell'Impressionismo, corredata di una
selezione di immagini dei nomi eccellenti della pittura francese degli anni
Sessanta e Settanta dell'Ottocento e seguita dal laboratorio di pittura in
giardino, difronte alle fronde degli alberi mosse dal vento e agli effetti di luce
colorata che smaterializzano le forme.
Nel progetto "Galleria di moda" la storia del costume, disciplina insegnata
negli Istituti comprendenti l'indirizzo di Moda e Design, è la chiave di lettura
delle opere basata sull'indicatore storico costituito dalle mille fogge e dai mille
colori degli abiti e dei copricapi.
Figura 7
La Collezione Ingrao ospita un nucleo monografico di opere grafiche e
pittoriche realizzate da Giorgio Morandi, corredate di una corposa parte del
carteggio intercorso tra il pittore bolognese e il Collezionista, frutto
dell'amicizia ventennale che li legò dal secondo dopoguerra in poi. "Giorgio
Morandi, pittore di nature morte" è il progetto che analizza il significato
delle opere morandiane e che, soprattutto, ne svela la consonanza con gli
stati d'animo del raffinato pittore lungo l'intero arco della sua esistenza.
Evidentemente, il progetto coinvolge bambini della Primaria e ragazzi dei due
ordini di Scuola Secondaria.
Alcuni docenti nutrono, invece, uno spiccato interesse per percorsi
monografici riguardanti artisti quali Umberto Boccioni, del quale la Collezione
ospita ben trentadue opere. Si tratta prevalentemente, in questi casi, di classi
di Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado.
"I miti nell'Arte" è un progetto che narra le vicende, i sentimenti e
caratteristiche degli antichi dei greci e romani, con i quali l'antichità pagana
identificava comportamenti e emozioni umane. Il progetto è prevalentemente
apprezzato dalla Scuola Secondaria.
Anche al ciclo dell'acqua, alle attività di pesca, caccia e raccolta, nel Neolitico
affiancate dall'allevamento e dall'agricoltura, è dedicato un lavoro tematico:
"I sapori nell'Arte" analizza opere utili a ripercorrere le tappe
dell'evoluzione umana, narrando il ciclo del grano e le nuove modalità di
reperimento del cibo, accostate a quelle in uso nell'Ottocento e nel
Novecento. L'Infanzia e la Primaria sono gli ordini che maggiormente
concordano con le storiche dell'arte la trattazione di questo argomento. Sono
invece tutti gli ordini e gradi scolastici ad apprezzare particolarmente "I
sentimenti nell'Arte", lavoro che analizza il sentire umano leggendo tratti,
segni, colori, forme e tecniche delle opere artistiche (Fig. 8).
Figura 8
"La Storia nell'Arte" e "L'Arte specchio della società" indagano le
vicende storiche e politiche, le condizioni sociali, economiche e culturali che
hanno caratterizzato l'Italia dal Risorgimento al secondo dopoguerra. Nella
Collezione Ingrao sono frequenti le rappresentazioni sia di personaggi storici
o politici sia di luoghi teatro di guerra, così come compaiono prevalentemente
opere di artisti fortemente schierati, come evidente, durante gli anni
tormentati del secondo quarto e della metà dell'Ottocento, ma anche
dell'intero corso del Novecento.
Se la possibilità di appurare lo stato conservativo delle opere e il loro
eventuale restauro sensibilizza i ragazzi sulla questione della conservazione, il
progetto "L'identikit" insegna loro quali modalità adottare nella redazione
simulata, mediante adozione di schede cartacee, di una vera e propria scheda
di catalogo dell'opera, una carta di identità della stessa, che la identifichi
inequivocabilmente e che la renda, conseguentemente, facilmente
rintracciabile nel patrimonio culturale nazionale.
Infine, la natura della Collezione porge l'opportunità di trattare
approfonditamente le "Correnti artistiche", titolo di un progetto che,
traendo avvio dall'arte accademica, analizza le "impressioni del vero"1 dei
Macchiaioli e dell'Impressionismo, per poi procedere con il Post-
impressionismo nelle declinazioni del Puntinismo e del Divisionismo, coeve al
Simbolismo. Si trattano tutte le avanguardie storiche, a partire
dall'Espressionismo della Brücke (la prima avanguardia artistica attestata
nella Collezione Ingrao, che ospita anche alcune maschere africane e alcune
sculture, parimenti africane, di piccole dimensioni, preziosissime per
l'introduzione del concetto di avanguardia) e dai Fauves fino all'Astrattismo,
per concludere con il Ritorno all'Ordine. Capita sovente che alcuni docenti
della Secondaria di Secondo Grado domandino di trattare un arco cronologico
più ampio, che abbracci il Neoclassicismo e il Romanticismo, per trattare,
successivamente, tutti i nomi importanti dell'arte nazionale e internazionale
dei secoli XIX e XX.
"Le Stagioni dell'Arte" è un progetto che unisce la lettura delle opere
pittoriche alle sensazioni veicolate dai cinque sensi. Dopo la visita viene
proposto ai bambini l'ascolto guidato di quattro tempi tratti dai quattro
concerti dedicati al tema da Antonio Vivaldi. I giovani vengono educati alla
comprensione del concetto di sinestesia e abituati ad ascoltare, in modo
attento e consapevole, i virtuosismi con i quali Vivaldi riesce a riprodurre il
cinguettio di volatili di varie specie oppure il suono battente e ritmico della
pioggia sui vetri di una casa, così come la pesantezza e l'affaticamento della
passeggiata del pastorello in un pomeriggio di mezza estate.
Alla drammatizzazione delle opere d'arte è invece dedicato "Mimare l'Arte",
progetto che, dopo una visita guidata alla Collezione, propone ad ogni
partecipante la scelta di un'opera che il giovane visitatore deve
adeguatamente mimare, affinché gli altri partecipanti possano riconoscerla.
Chiuderei questa presentazione delle proposte didattiche studiate per la
Collezione Ingrao raccontando un'esperienza realizzata intorno al 2009 con il
pubblico adulto. Il progetto si intitolava "Parlando di lei. Impressioni
visive sul tema della figura femminile". Le storiche dell'arte lo avevano
concepito come scambio di impressioni visive con i visitatori, che seguivano
1 L'espressione appartiene a Giovanni Fattori, il maestro dei Macchiaioli.
l'itinerario articolato nelle quindici sale del Museo. Dopo la discussione sulle
impressioni visive si procedeva alla lettura condivisa dell'opera e si fornivano
approfondimenti sull'artista. Una volta concluso l'itinerario, ai visitatori veniva
proposto il laboratorio artistico. Questo ha mostrato quanto le convenzioni
sociali e i condizionamenti si traducessero in inibizione, nel momento in cui si
è chiamati ad esprimere sé stessi con la pittura, così come con la musica o
con il teatro. Come prevedibile, solo alcuni hanno preso parte al laboratorio,
mentre la maggior parte di essi preferiva esserne esentata, in quanto si
sentiva inadeguata. Qualora vi fossero perplessità, abbiamo compreso quanto
la didattica svolta con i giovani o i bambini sia differente dalle modalità che
possiamo adottare con il pubblico adulto: lo stupore e la meraviglia, che sono
tratti distintivi dell'arte contemporanea, appartengono prevalentemente ai
giovani e ai bambini, i quali hanno intatta la curiosità per la sperimentazione
e non avvertono alcuna inibizione nei confronti dell'espressione delle proprie
impressioni o emozioni (Fig. 9).
Figura 9
L'esperienza dimostra come un'educazione al bello, all'immagine e alla
conoscenza del mondo attraverso i cinque sensi debba essere un percorso da
iniziare sin dall'età più giovane. A tale educazione la scuola, unitamente ad
ogni istituto e luogo della cultura, ivi compreso il museo, è impegnata a
finalizzare ogni percorso didattico in un'ottica di sviluppo di una comunità di
"cittadini del mondo", attivi e consapevoli della poliedrica e ricca complessità
della realtà contemporanea.
poliedrica e ricca complessità della realtà contemporanea.