la coccinella anno 1 numero 1
DESCRIPTION
il mensile di legambiente basilicata onlus, dedicato nel mese di febbraio alla mobilitàTRANSCRIPT
FUTURENERGY TUTTI A SCUOLA CON IL PEDIBUS
Dossier
Il progetto che educa alla mobilità sostenibile. Il nostro contributo
Sommario
2 La coccinella / FEBRAIO 2013
DIRETTORE RESPONSABILE:
Anna Martino ([email protected])
GRAFICA E IMPAGINAZIONE:
Lena Pepe ([email protected]);
Gabriele Masi ([email protected])
REDAZIONE:
Marco De Biasi ([email protected])
Valeria Tempone ([email protected])
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Alessandro Ferri, Gabriele Santagata, Michele Catalano
EDITORE: Legambiente Basilicata Onlus
PRESIDENTE: Marco De Biasi
SEDE LEGALE E REDAZIONE:
Viale Firenze 60C - 85100 Potenza Tel. 0971441541
Fax 097146699 - [email protected]
Spedizione in abbonamento postale :
D. L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB Potenza
Stampa: Tipografia Sagittario Franchi Paolo snc di Fanchi Giuseppe & C.
Via Malignani, 7 Bibione (Ve) Cap 30020 Testata reg. al Tribunale di Potenza al n. 475/2012 in data 20/06/2012 Abbonamento 11 numeri 12 euro. Pagamento su ccp 7862556 intestato a Legambiente Potenza. Altre modalità sul sito www.legambientebasilicata.it. L’iscrizione ad un circolo lucano della Legambiente comprende l’abbonamento annuale. Garanzia di riservatezza per gli abbonati. L’Editore garantisce la massima riservatezza nel trattamento dei dati forniti dagli abbonati. Ai sensi degli articoli 7, 8, 9 del Dlgs 196/2003 gli interessati possono in ogni momento esercitare i loro diritti rivolgendosi a: Legambiente Basilicata Onlus, Viale Firenze 60C, 85100 Potenza, tel. 0971441541, fax 097146699, [email protected]. Il responsabile del trattamento dei dati stessi ad uso redazionale è il direttore responsabile.
L’editoriale
Verso una nuova direzione
P arliamo di città. Più della metà della popolazione mon-
diale vive ormai in ambienti urbani con un aumento del
consumo di suolo e della già enorme pressione antropica
sulle risorse. Il metabolismo urbano, infatti, saccheggia sempre
più risorse dal resto dei sistemi naturali, influenzando profonda-
mente il complessivo funzionamento dell’intero ecosistema. In
questo momento di particolare attenzione agli effetti dei cambia-
menti climatici, le città rappresentano al tempo stesso il proble-
ma e la soluzione. Dalle città, infatti, viene il maggior contributo
alle emissioni di CO2 ed esse sono nel contempo il luogo privile-
giato in cui sperimentare innovazione e nuovi strumenti di pro-
grammazione in chiave più sostenibile. Mobilità, riqualificazione
degli edifici, risparmio energetico, raccolta differenziata e recu-
pero di materia dai rifiuti, sono i principali campi su cui si gioca
la sfida delle sostenibilità per le città italiane. Questi i temi di cui
vogliamo parlare nel secondo numero del nostro giornale, segna-
lando buone pratiche ed esempi virtuosi. Circa un terzo delle
emissioni di CO2 è causato dal sistema dei trasporti, tra il 52% e
il 59% degli spostamenti si svolge su percorsi inferiori a 5 km ed
il 74% rimane al di sotto dei 10 km. Cioè circa 4/5 degli sposta-
menti avviene in ambito urbano o periurbano: ogni giorno si
muovono tra i 13 e i 14 milioni di persone tra comuni limitrofi,
ma solo il 15% utilizza il treno. A questo dobbiamo aggiungere
che l’Italia è tra i paesi europei con il più alto tasso di motorizza-
zione, con una densità di automobili di 63,8 auto ogni 100 abi-
tanti (media nazionale). Si disegna così un quadro ben definito: il
traffico è la variabile strategica su cui si gioca in buona misura la
sostenibilità dei sistemi urbani. Anche l’UE ha riconosciuto que-
sta situazione come problema di importanza fondamentale, lan-
ciando una strategia comune per il cui successo si richiede l'im-
pegno di tutti i Paesi membri e del complesso degli enti locali.
Per affrontare nel giusto modo e governare efficacemente il feno-
meno della mobilità urbana è necessario superare le modalità
d’intervento “emergenziale” che non sono in grado di dare le
risposte auspicate. Ancor prima di singoli provvedimenti, serve
una strategia d’intervento di medio e lungo periodo, che sappia
integrare le politiche settoriali dei trasporti con quelle più gene-
rali relative alle modalità d’uso del territorio, che mostri una ca-
pacità politica di immaginare un tipo di mobilità a basso tasso di
motorizzazione ed alti livelli di efficienza, un modo diverso di
consumare l’energia, spazi pubblici più sicuri e più silenziosi. E’
una sfida che riguarda da vicino anche le città lucane, una sfida
che guarda alla qualità della vita, alla vivibilità delle città, al be-
nessere delle persone. I vantaggi di una mobilità più sostenibile
sarebbero enormi e diversi: aria più pulita, meno incidentalità,
meno tempo buttato nel traffico, un notevole contributo alla
riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Molto si può fare
su scala locale come dimostrano le pratiche virtuose di alcune
città italiane ed europee, con interventi a costi spesso contenuti,
esempi a cui dobbiamo guardare per invertire la tendenza e ren-
dere le nostre città efficienti e belle da vivere.
di Valeria Tempone
Anno I - n. 1 - Febbraio 2013
3 Dossier
A scuola di buone abitudini.
Pedalando si impara
L’Accento
Sommersi da
una montagna di rifiuti
16 Gae (Gruppo di acquisto ecologico)
Il futuro non si acquista a scatola chiusa.
Soprattutto a tavola
14
Piantala
Il fico
“schiavone” 18
Zaino in spalla
Diario
di una bicicletta
17 Il cigno
risponde 19
Dossier
La coccinella / FEBBRAIO 2013 3
A scuola di buone abitudini
R isparmia, cammina, pedala, rispetta. È questa la ricetta per mantenersi in salute e rispettare l’ambiente correggendo catti-ve abitudini e stili di vita sbagliati. Da questi presupposti nasce il progetto “Futurenergy: risparmia, cammina, peda-la, rispetta” candidato dalla Provincia di
Potenza al bando Azione Province Giovani e ammesso a fi-nanziamento dalla Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della gioventù – Upi.
Il progetto, di cui è capofila proprio la Provincia di Potenza, prevede la partecipazione di altri partner tra cui il diparti-mento di Scienze geologiche dell’Università della Basilicata, l’istituto superiore “E. Battaglini” di Venosa e il Parco nazio-nale dell’Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese e degli associati (Legambiente Basilicata onlus, Federazione italiana di atletica leggera, Cr Basilicata, Asd Nucleo Gioventù Poten-za, Asd Olimpia di Potenza) ed è strettamente in relazione con il programma “Scuole ecologiche in scuole sicure” della provincia di Potenza, riconosciuto da Le-gambiente nazionale come miglior buona prassi 2011. Gli obiettivi principali sono di-vulgare al massimo il binomio sostenibilità e pratica sportiva, favorire la diffusione di abitudini e comportamenti responsabili e rispettosi dell’ambiente e, non ultimo, pro-muovere l’incremento dell’efficientamento energetico, dell’utilizzo di fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni di CO2.
Al centro dell’azione divulgativa l’utilizzo di nuove pratiche come parte integrante della formazione delle nuove generazioni e come veicolo di collegamento tra la scuola, l’asso-ciazionismo e il mondo produttivo, tra co-noscenza dei problemi e azioni finalizzate al
ripristino di equilibri perduti: un modo per “educare” al ri-sparmio energetico e a un corretto equilibrio tra consumi, ambiente e rispetto della natura.
Ecco che allora diventa indispensabile creare un diverso am-biente scolastico. La scuola ecologica è una scuola che vuole favorire l’incremento della mobilità a piedi e con biciclette (manbus e ciclobus, sperimentati presso l’istituto Battaglini di Venosa e da diffondere presso le altre scuole); il migliora-mento dello stato di salute dei giovani, l’incremento delle conoscenze sulla biodiversità. Dagli interventi strutturali su-gli edifici a un’inversione totale delle abitudini degli studenti e degli operatori delle scuole, la “Scuola ecologica” desidera recuperare risorse utili per esportare, con una formazione non formale, il ripristino di stili di vita più salubri generando nelle nuove generazioni una diversa e più matura consapevo-lezza del rapporto indissolubile con l’ambiente, con lo sport e l’alimentazione attraverso semplici ma importanti gesti quo-tidiani. Dal risparmio dell’acqua calda, facendo una doccia piuttosto che il bagno, a quello dell’energia elettrica finalizza-
to al contenimento delle spese di gestio-ne e al miglioramento dell’efficienza energetica. Maggiore rispetto dell’am-biente riutilizzando gli involucri di pla-stica, riducendo l’acquisto di prodotti “usa e getta”, usando meno carta e con-sumando cibi di stagione e prodotti lo-cali. E ancora cercando di spostarsi a piedi o in bici, laddove la morfologia della città lo consente, limitando l’uso di scooter e automobili. L’auspicio è che la pratica sportiva si sposi perfettamente con la sostenibilità e possa giocare il ruolo di apripista ad altre iniziative simi-li che vedono protagoniste le scuole e non solo.
Pedalando si impara
S trade bloccate dalle automobili, soprattutto nelle ore di
punta. Parcheggi selvaggi, rari spazi urbani completamen-
te sgombri da vetture e lasciati a disposizione dei pedoni. Que-
sto è lo scenario che si prospetta quotidianamente nelle nostre
città. Una percezione che ben corrisponde alla fotografia scat-
tata dal dato che vede l’Italia con il più alto tasso di motorizza-
zione tra i paesi europei. Ogni giorno nel nostro paese si muo-
vono 13/14 milioni di persone tra comuni limitrofi, ma solo il
15% utilizza il treno. Si disegna così un quadro ben definito: il
traffico urbano (che per l’82% avviene su mezzi privati) è un
grande protagonista nelle emissioni di anidride carbonica e le
proiezioni ci dicono che le emissio-
ni del trasporto cresceranno ulte-
riormente, del 13 % entro la prima
decade di questo secolo e del 16%
nella seconda decade.
I numeri emergenti dal rapporto
Ecosistema Urbano, l’annuale ri-
cerca di Legambiente e dell’Istituto
di ricerche Ambiente Italia su 125
parametri ambientali nei 103 capo-
luoghi di provincia italiani, mo-
strano un sistema di mobilità poco
“sostenibile”. Restano al palo le
isole pedonali, le zone a traffico
limitato e il verde. Si conferma
scarsamente utilizzato il trasporto pubblico, calano le imma-
tricolazioni di nuove autovetture ma il parco auto circolante
continua a crescere anche se di poco. Nota positiva, crescono
le vendite di biciclette che per il primo anno superano quelle
delle quattro ruote. Permane l’emergenza smog anche se le
medie del PM10 si abbassano lievemente, mentre crescono
quelle dell’ozono.
Potenza si posiziona al 25esimo posto, ma analizzando gli in-
dicatori su cui si basa il rapporto e in particolare i parametri
che in qualche modo dipendono dall’attuazione di politiche e
di strategie per il miglioramento della qualità dell’ambiente
emerge un quadro certamente non positivo, segno evidente di
una chiara difficoltà in tal senso.
Difficile la situazione del trasporto pubblico nel capoluogo
lucano con il triste dato di 13 viaggi annui per abitante, che
indica chiaramente come gli autobus in città siano sconosciuti
alla gran parte dei cittadini. In generale, per il capoluogo di
regione l’indice di mobilità sostenibile, che va da 0 a 100 e che
misura la capacità delle amministrazioni comunali di attivare
un ventaglio di strumenti volti a favorire la mobilità sostenibi-
le, risulta solo di 26,7. Dato drammatico in una città assediata
dalle auto, con 71 auto ogni 100 abitanti. L’analisi della compo-
sizione del parco autovetture risulta interessante poiché la
quantità dei veicoli conformi ai vari standard di emissione,
stabiliti dalle Direttive europee, permette di valutare indiretta-
mente quanto, e con quale velocità, si stia rinnovando il parco
veicolare circolante nelle città italiane. Le emissioni di sostan-
ze nocive in atmosfera sono, infatti, decisamente minori con
l’impiego delle tecnologie più recenti. Come si osserva dalla
tabella, le città che presentano il maggior numero di immatri-
colazioni di veicoli Euro 0, le più inquinanti, sono al sud, in
particolare Napoli e a seguire Potenza.
Questo scenario ci fa capire quanto siano urgenti interventi
nei trasporti, che dovranno interessare sia il potenziamento
Mobilità Lo stato di salute delle nostre città
Copertina XIX rapporto
Ecosistema Urbano
Dossier
4 La coccinella / FEBBRAIO 2013
Viale Firenze a Potenza alle ore 13.30
Dossier
La coccinella / FEBBRAIO 2013 5
delle infrastrutture, soprattutto ferroviarie, sia l’adozione di
nuove tecnologie per ridurre le emissioni delle auto, sia misure
concrete per migliorare la mobilità urbana. Si tratta di un pac-
chetto di interventi che, se attuato con efficienza e lungimiran-
za, potrebbe portare, solo in Italia, ad un taglio di 22 milioni di
tonnellate nelle emissioni di Co2 da qui al 2020.t
nosciuto come buona prassi nell’ambito dell’iniziativa Azione ProvincE giovani, ci ha consentito di recuperare risorse prezio-se da investire per rafforzare il binomio tra le politiche di effi-cientamento energetico, concretizzatesi nel programma “Scuole ecologiche in scuole sicure”, e quelle di promozione di una cultura green che alimenti la creatività, anche attraverso l’utilizzo di pratiche sportive come strumento di sensibilizza-zione, con il coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali, del mondo della scuola, dell’Università e di tutti gli attori che a vario titolo si occupano di sport.
Concretamente quali sono state le azioni qualificanti del progetto?
I grandi cambiamenti non possono che passare attraverso un nuovo modo di pensare, nuove abitudini e nuovi comporta-menti. Per fare questo abbiamo coinvolto molte scuole e tan-tissimi studenti in una serie di attività, dalla sperimentazione del ciclobus e del pedibus, per raggiungere gli istituti (sensibilizzando i comuni a strutturare laddove possibile tale pratica), al Trofeo Futurenergy (gara ciclistica interregionale), dalle staffette su cyclette riciclate tra gli studenti, con misura-zione dell’energia prodotta, alla piantumazione ed adozione di alberi fino alla realizzazione della segnaletica sostenibile, lun-go i percorsi interessati (con misurazione di passi, calorie e di riduzione di Co2), senza dimenticare i momenti di studio ed approfondimento dedicati agli obiettivi europei di efficienza energetica, incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di C02.
I ragazzi, in pratica, hanno cominciato a sperimentare un nuovo modo di vivere?
L’idea è stata quella di far toccare con mano agli adulti di do-mani la possibilità concreta di un nuovo e più sostenibile ap-proccio ai temi dell’energia e dell’ambiente. Un bambino che studia in strutture “energeticamente efficienti”, che sperimenta una mobilità sostenibile e comportamenti responsabili sarà un adulto più rispettoso dell’ambiente circostante e consapevole della necessità di mantenere un corretto equilibrio tra consu-mi, ambiente, rispetto della natura e tutela della salute. I mes-saggi che ci sono arrivati ci convincono sempre più che i ra-gazzi sono già pronti.
Futurenergy non è l’unico progetto della Provincia che va in questa direzione?
Proprio in questi giorni è stato approvato per oltre 1,5 Meuro il progetto Remida, “smaRt Energy chains and coMmunIties in the meD Area” (“filiere energetiche e comunità intelligenti nell’Area MED”), per migliorare l'efficienza energetica e l’uso di fonti rinnovabili nelle città del Mediterraneo. Vi è poi, oltre al programma sulle scuole da oltre 70 Meuro, il progetto Re-nergy - Strategie Regionali per le Comunità energeticamente consapevoli di cui siamo capofila e l’importante impegno co-me struttura di supporto al Patto con i sindaci, che ha visto l’Ente fornire assistenza ai comuni nell’elaborazione dei Piani di azione per l’energia sostenibile, i Paes (ad oggi sono 28 i comuni che hanno aderito al Patto e 10 i Paes approvati, grazie all’azione congiunta dell’Ente, della Società energetica lucana e dei comuni). Non vanno dimenticate infine due importanti iniziative divulgative: “Abitare il futuro” con Jeremy Rifkin e il Green Culture Awards con la collaborazione di Armando Mas-sarenti (direttore Sole 24 Ore Cultura).
“Rivoluzione energetica” Ecco da dove partire Intervista all'assessore
alle Politiche comunitarie
della Provincia di Potenza Francesco Pietrantuono
Assessore, la Provincia di Potenza in coerenza con gli obiettivi della strategia Europa 2020 si è caratterizzata per il suo impegno nel campo della sostenibilità e dell’ efficienza energetica. Futurenergy, il progetto che avete coordinato con il coinvolgimento di tanti altri partner e che si è da poco concluso, rientra a pieno titolo in tale impegno
Per cogliere tutte le potenzialità della rivoluzione energetica in atto è necessario cominciare a pensare sostenibile, partendo proprio dalle nuove generazioni e dalle scuole dove è necessario fertilizzare un approccio green. In tale ottica Futurenergy, rico-
Dossier
6 La coccinella / FEBBRAIO 2013
L avorare
per un
nuovo siste-
ma di mobi-
lità, anche
nelle città
lucane, è sì
una priorità
ma anche
una sfida.
Migliora-
mento della
qualità della
vita, mag-
giore vivibi-
lità delle
città, più
elevato be-
nessere del-
le persone.
Questi gli
obiettivi che possono essere raggiunti.
Non mancano i buoni esempi a cui rifarsi,
a livello europeo.
Ad Amsterdam il 38% degli spostamenti
complessivi (e il 57% dei viaggi effettuati
in centro) viene realizzato in bicicletta,
anche grazie ad una rete di 400 km di
piste ciclabili. Tutto questo, se realizzato
nelle nostre città porterebbe vantaggi
immediatamente percepiti dalle popola-
zioni locali. Quanto spazio occupa un’au-
tomobile? A meno che non si tratti
dell’ultima mania, i suv, un’automobile
occupa uno spazio di circa 8 m2. Una bi-
cicletta, invece, occupa appena 0,5 m2 (72
bici, con relativi 72 ciclisti occupano circa
90 m2di spazio). Un pedone addirittura
solo 0,25 m2. L’automobile non solo sfibra
il nostro fisico, ma anche i nostri nervi
quando siamo alla ricerca estenuante di
un parcheggio. Con una bicicletta sareb-
be più facile, perché in un parcheggio
destinato ad un’automobile troverebbero
comodamente posto ben 10 biciclette (di
quelle pieghevoli ne entrano addirittura
42!). Con 500 calorie, che corrispondono
a 100 gr di zucchero o 55 grammi di gras-
so o benzina, un ciclista percorre 37 km.
Con 55 gr di benzina
una macchina si spe-
gne dopo appena 700
metri.
Le ultime notizie
vogliono il petrolio a quasi 100 dollari e la
benzina sopra 1,90 euro al litro. In dieci
anni il costo di un singolo pieno è au-
mentato di circa 46 euro (media calcolata
fra il costo della benzina e quello del ga-
solio).
Percorrendo in bicicletta anziché in auto
una distanza di 5 km al giorno, si posso-
no risparmiare ben 150 euro annui solo di
carburante ed evitare l’emissione in at-
mosfera di 170 kg di Co2
Formare ed educare il cittadino ad
un uso responsabile del mezzo pri-
vato in ambito urbano, ridurre la cosid-
detta mobilità superflua e agire attraver-
so un “gioco” sui comportamenti dei ra-
gazzi: sono questi i presupposti e i princi-
pi ispiratori della sperimentazione del
Manbus. Una pratica che, concentrandosi
sulla mobilità casa-scuola dei ragazzi,
mira a un cambiamento culturale nel
cittadino, inteso come attore di mobilità,
e a influenzare, attraverso una proposta
concreta e praticabile, le scelte della pub-
blica amministrazione sul tema. I metodi
che posso-
no essere
adottati
sono diver-
si. Da un
lato la ri-
cerca
scientifica
e gli inve-
stimenti
sulle infra-
strutture,
ad appan-
naggio
quindi del-
le istituzio-
ni, che
vanno sen-
sibilizzate.
Queste
azioni sono
generalmente di lunga durata. Dall’altro,
azioni che abbiano un’incidenza sul
comportamento dei singoli cittadini che
vanno condotti, “portati per mano” verso
il cambiamento. Serve infatti il contribu-
to di tutti per ridurre l'inquinamento
atmosferico e aumentare così la qualità
della vita nelle nostre città.
L’idea alla base è che l’azione educativa
sia fortemente influenzata dai comporta-
menti familiari e si ritiene, pertanto, che
la “cattiva abitudine” di accompagnare i
figli a scuola in auto debba essere ridi-
scussa insieme ai ragazzi, ai genitori, alle
scuole, alla città. L'azione principale su
cui si basa il progetto è la sperimentazio-
ne di un Manbus, ossia di un autobus
immaginario con tanto di capolinea e
fermate, che “raccoglie” i ragazzi che van-
no a scuola. Lo spirito di questo progetto
è inoltre quello di andare incontro alle
esigenze delle famiglie che si sentono
costrette ad accompagnare i figli a scuola
per le più svariate ragioni (fretta, sposta-
menti accessori, uso dell'auto, altre ne-
cessità) per offrirgli una valida alternativa
fatta di movimento, di socialità e di so-
stenibilità.
Tanti gli obiettivi che possono essere rag-
giunti con questo tipo di attività: cambia-
re le abitudini delle famiglie per ridurre il
numero di genitori che accompagnano i
figli in auto a scuola, riducendo gli inqui-
nanti at-
mosferici;
coinvolge-
re attiva-
mente i
ragazzi,
educan-
doli e sti-
molandoli
alla mobi-
lità soste-
nibile;
promuo-
vere l’au-
tonomia
dei bam-
bini nei
loro spo-
stamenti
quotidiani
e nei pro-
A caccia di buone pratiche
Studenti del Battaglini di Venosa
Il percorso che dal capolinea, la rotonda di via Accademia dei Rinascenti,
consente di arrivare a scuola in tutta sicurezza, ha una lunghezza com-
plessiva di circa 1 km e si percorre in circa 10 minuti. Proprio per tener
conto dei tempi di percorrenza e per consentire ai ragazzi di arrivare in
orario a scuola si è stabilito di partire alle ore 7.45 di ogni mattina. Natu-
ralmente, percorso inverso al ritorno da scuola.
Prendiamoci per mano
Dossier
La coccinella / FEBBRAIO 2013 7
cessi di socializzazione tra i coetanei; fa-
vorire l’inclusione di ragazzi disabili, che
accompagnati dai loro compagni su que-
sto speciale autobus, possano appropriar-
si di spazi di condivisione e socializzazio-
ne, migliorare la qualità degli spazi della
scuola e del quartiere, in
un'ottica più attenta alle
esigenze dei ragazzi e me-
no a quelle degli automo-
bilisti; intervenire sui
comportamenti e sulle
attitudini dei ragazzi, uti-
lizzando il divertimento come chiave di
accesso. La prima città ad aver sperimen-
tato il Manbus è stata Venosa, città picco-
la ma con una forte propensione all’utiliz-
zo dei mezzi privati anche tra i ragazzi e
nella mobilità casa-scuola. Partendo
dall’istituto superiore “E. Battaglini”,
scuola fortemente improntata alla soste-
nibilità e al risparmio energetico, per cir-
ca un mese i ragazzi hanno eseguito il
percorso casa-scuola e viceversa a piedi,
secondo un percorso stabilito e rispettan-
do precisi orari di partenza da ciascuna
fermata intermedia. Trattandosi di un
gruppo di ragazzi di un istituto superiore,
il Manbus non ha necessitato di “autisti”
ed accompagnatori.
Importanti le implicazioni sociali di que-
sta sperimentazione. Nel corso di incontri
preliminari con gli insegnanti della scuo-
la, è stata evidenziata la necessità da par-
te di alcuni alunni disabili di trovare o
ritrovare spazi di socializzazione con i
propri compagni. Il percor-
so è stato strutturato anche
per tener conto di queste
peculiarità dell’istituto e
per poter consentire ai ra-
gazzi disabili di prendere
parte a quello che per loro
è stato anche molto più di un “gioco” per
imparare a rispettare l’ambiente e ridurre
le emissioni di gas climalteranti in atmo-
sfera. È bastato individuare il tragitto
effettuato da ognuno e la definizione de-
gli orari, tenendo conto dei luoghi di par-
tenza dei ragazzi coinvolti, ovvero la pro-
pria abitazione.
E’ un mezzo di trasporto agile,
non ingombra, non inquina,
non fa rumore, non produce emissioni di
alcun tipo e risulta quindi compatibile
con l'ambiente. Stiamo parlando della
bicicletta, un mezzo dalle grandi poten-
zialità e particolarmente economico, sia
in termini di risparmio che di efficienza
energetica. Sulle brevi e medie distanze,
fino ai 6-7 km. (la maggioranza di quelle
relative agli spostamenti quotidiani indi-
viduali), la bici è competitiva rispetto ai
mezzi motorizzati ed è inoltre facilmente
integrabile con i mezzi di trasporto pub-
blici e privati, che permettono di molti-
plicare le possibilità di spostamento della
bici anche sulle distanze maggiori. L’uso
quotidiano della bicicletta migliora signi-
ficativamente la salute di chi la utilizza
(in particolare riduce il rischio di malattie
cardiache), consente di respirare meno
inquinanti (un automobilista inala più
ossido di carbonio, ossido d'azoto e ben-
zene di un ciclista), e la sua diffusione, se
adeguatamente sostenuta, incide anche
sul livello complessivo della sicurezza
stradale, riducendo i costi sociali correlati
al traffico e all'incidentalità. Infine, in
un'ottica complessiva, la bicicletta per-
mette il ridimensionamento della dipen-
denza dalle fonti non rinnovabili. Tutte
queste considerazioni hanno spinto la
Commissione Europea a promuovere da
un po’ di anni la Settimana Europea della
Mobilità Sostenibile “In città senza la mia
auto”, appuntamento internazionale che
Metti in circolo la sostenibilità
La prima
sperimentazione
del Manbus
al Battaglini
di Venosa
Il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza con gli studenti di Venosa
Dossier
8 La coccinella / FEBBRAIO 2013
ha l’obiettivo di incoraggiare i cittadini
all’utilizzo di mezzi di trasporto alterna-
tivi all’auto privata per gli spostamenti
quotidiani: a piedi, in bicicletta, o con
mezzi pubblici. Muovendosi in questa
direzione e partendo dalla considerazio-
ne che il contesto urbano rappresenta
una grande sfida per la sostenibilità,
nell’ambito del progetto “Futurenergy,
risparmia, pedala, cammina, rispetta” è
stata realizzata la prima sperimentazio-
ne di ciclobus in Basilicata con gli stu-
denti dell’Istituto d’istruzione superiore
“Battaglini” di Venosa. Una sperimenta-
zione che ha inteso promuovere il bino-
mio pratica sportiva e sostenibilità, inne-
stando nelle nuove generazioni una di-
versa e più matura consapevolezza del
rapporto con l’ambiente, con lo sport e
con l’alimentazione. D'intesa con la
scuola e dopo una verifica dello stato dei
luoghi, sono stati forniti dall'Asd Nucleo
Gioventù Potenza all'Istituto Battiglini
delle biciclette, a disposizione di un
gruppo composto da circa 30 studenti
che possono decidere di rientrare a casa
con la bicicletta, tenerla a casa e tornare
a scuola il giorno seguente con la bici.
Bicicletta che nella mattinata resta a di-
sposizione del personale della scuola per
il disbrigo di servizi d'ufficio. Inoltre, per
poter dimostrare ai giovani che pedalan-
do si produce energia si è stabilito di
noleggiare delle bici appositamente mo-
dificate, ovvero collegate a degli ampero-
metri, in grado di misurare l’energia pro-
dotta ad ogni pedalata. Un modo simpa-
tico e divertente per far capire a tutti,
grandi e piccoli, che la bici è davvero un
mezzo di trasporto sostenibile ed econo-
mico, oltre che un modo per mantenersi
in forma.
U n’allegra carovana
di bambini e ra-
gazzi delle scuole ele-
mentari e medie che,
guidati da uno o più
adulti (volontari di Le-
gambiente, genitori o
nonni) secondo un per-
corso le fermate ben pre-
cise, effettua il tragitto
casa-scuola e
ritorno in tutta
sicurezza. Si
chiama Pedibus,
ed è l’originale e
quanto più natu-
rale mezzo di
locomozione
sperimentato da
due anni ormai dal Circolo Legambiente di
Potenza. A oggi complessivamente il Pedi-
bus ha coinvolto 2 istituti scolastici dei quar-
tieri di rione Cocuzzo e rione Poggio Tre
Galli, 80 “piccoli passeggeri”, 20 genitori
“accompagnatori”, 15 volontari di Legam-
biente, 3 nonni del Centro Auser Laboratorio
Tirreno e un “maestro”. Punto di forza di questa nuova
pratica è stata la formazione di circa 30 studentesse del
liceo delle Scienze umane “E. Gianturco” di Potenza che,
per due mesi (aprile-maggio 2012), hanno accompagnato a
scuola i ragazzi più piccoli
mettendosi alla guida del
Pedibus. Un incontro fra
due generazioni di studenti
che ha consentito da un
lato di svolgere un’azione
educativa rivolta tanto ai
ragazzi quanto alle loro
famiglie, dall’altro di mo-
strare, con esperienza diret-
ta, quanto e come i nostri
comportamenti quotidiani possano incidere in maniera
significativa sull’ambiente e sulla qualità della vita.
Questa sperimentazione si inserisce nella più ampia
famiglia di iniziative volte a migliorare la qualità della
vita nelle città partendo dalla convinzione secondo cui,
per ridurre l’inquinamento at-
mosferico e rendere la città più
vivibile, siano importanti sì mi-
sure di lungo periodo (ricerca
scientifica, investimenti su in-
frastrutture) ma siano indispen-
sabili azioni che agiscano sul
comportamento dei singoli e li
supportino nel cambiamento improntato alla sostenibili-
tà. Il Pedibus, quest’anno, si allarga.
Nel mese di marzo, infatti, partirà anche nel quartiere di
Bucaletto.
Quel “millepiedi” in giro per il quartiere L’esperienza del Pedibus
nel capoluogo di regione
Dossier
La coccinella / FEBBRAIO 2013 9
CONCORSO FOTOGOCCIA
ll Pedibus è un proget-
to che, concentrandosi
sulla mobilità casa-
scuola dei bambini da-
gli 8 ai 10 anni , mira a
un cambiamento culturale nel citta-
dino, inteso come attore di mobilità.
Come avviene questo cambiamento?
I bambini sono loro stessi portatori di
cambiamento, innovazione. Sono il vero
motore che fa camminare il Pedibus,
spingendo i genitori a partecipare atti-
vamente. Sono pochi gli adulti, infatti,
che con piacere rinunciano a muoversi
con l’automobile, per via del freddo,
delle cattive condizioni atmosferiche,
della fretta. Il bambino invece no, più
propenso ad acquisire nuove abitudini
soprattutto se presentate come un gioco
divertente. E per i bambini del Pedibus
non c’è nulla di più divertente che anda-
re a scuola con gli amichetti a piedi,
tanto con il sole tanto con l’ombrello. Ci
sono poi vere e proprie capacità che
acquisiscono nell’immediato, come
orientarsi negli spazi della propria città,
dal momento che si spostano molto con
l’automobile e poco a piedi.
Qual è lo spirito del Pedibus?
Oltre all’educazione alla mobilità c’è
anche quello di andare incontro alle
esigenze delle famiglie che si sentono
costrette ad accompagnare i figli a scuo-
la per le più svariate ragioni: senso d’in-
sicurezza nel lasciare i figli da soli per
strada, fretta, spostamenti accessori, uso
dell'auto per altre necessità e per offrir-
gli una valida alternativa fatta di movi-
mento, socialità e sostenibilità.
Quali gli obiettivi che si prefigge di
raggiungere?
Intervenire sulle abitudini delle famiglie
per ridurre il numero di genitori che
accompagnano i figli in auto a scuola,
riducendo gli inquinanti atmosferici;
coinvolgere attivamente i bambini, edu-
candoli e stimolandoli alla mobilità so-
stenibile; promuovere l’autonomia dei
bambini nei loro spostamenti quotidiani
e nei processi di socializzazione tra i
coetanei; favorire il ricorso al lavoro
socialmente utile di persone anziane
come i nonni e del mondo del volonta-
riato per vigilare e accompagnare i bam-
bini durante il percorso casa-scuola. Ma
anche migliorare la qualità degli spazi
della scuola e del quartiere, in un'ottica
più attenta alle esigenze dei ragazzi e
meno a quelle degli automobilisti; forni-
re ai bambini delle scuole coinvolte le
basi dell’educazione stradale, attraverso
l’esperienza e il contributo del comando
di polizia municipale di Potenza.
In cammino verso il cambiamento Intervista al presidente del circolo di Potenza
I numeri del Pedibus
2 istituti scolastici coinvolti:
le classi III – IV e V della scuola primaria
dell’Istituto Comprensivo “Don Lorenzo
Milani”
le classi IV e V della scuola primaria
dell’Istituto Comprensivo “L. Sinisgalli”
2 quartieri:
Rione Cocuzzo con due linee di Pedibus
attivate (Linea Tirreno, Linea Ionio-
Torrette)
Rione Poggio Tre Galli con una linea di
Pedibus attivate (Linea Adriatico)
80 “piccoli passeggeri”
20 genitori “accompagnatori”
15 volontari di Legambiente
3 nonni del centro Auser laboratorio
tirreno
1 “maestro”
2859 questionari distribuiti nelle scuo-
le cittadine
2 agenti del comando di polizia muni-
cipale della città di Potenza per il fo-
cus sull’educazione stradale
Dossier
10 La coccinella / FEBBRAIO 2013
*LINEA PEDIBUS TIRRENO
LUNGHEZZA 800 m
TEMPO DI PERCORRENZA 20 minuti circa
*LINEA PEDIBUS POGGIO TRE GALLI
LUNGHEZZA 900 m
TEMPO DI PERCORRENZA 20 minuti circa
Il percorso si snoda lungo il seguente itinerario:
andata
Capolinea (I Palazzo via Tirreno – lato “Serpentone”)
partenza ore 8:05;
1° fermata (di fronte parco giochi) passaggio ore 8:10;
2° fermata (di fronte coop Sirio) passaggio ore 8:13;
3° fermata (incrocio Serpentino) passaggio ore 8:15;
Arrivo previsto a scuola alle ore 8:20
ritorno
il ritorno percorre lo stesso itinerario al contrario ed ha indicativa-
mente il seguente orario:
Partenza scuola partenza ore 13:25
1° fermata (incrocio Serpentino) passaggio ore 13:30;
2° fermata (di fronte coop. Sirio) passaggio ore 13:32;
3° fermata (di fronte parco giochi) passaggio ore 13:35;
Capolinea (I Palazzo via Tirreno – lato “Serpentone”)
arrivo ore 13.40
Il percorso si snoda lungo il seguente itinerario:
andata
Capolinea (via Adriatico – ingresso Auditorium Santa Cecilia)
Partenza ore 08:00;
1° fermata (scalette Piazza Adriatico) passaggio ore 08:01;
2° fermata (ingresso Parco Europa Unita) passaggio ore 08:03;
3° fermata (piazza della Costituzione Italiana) passaggio ore 08:06;
4° fermata (via Anzio – incrocio con Via Tammone) passaggio ore
08:13;
Arrivo previsto a scuola alle ore 08:20
ritorno
il ritorno percorre lo stesso itinerario al contrario ed ha indicativa-
mente il seguente orario:
Partenza scuola partenza ore 13:25
1° fermata (via Anzio – incrocio con Via Tammone) passaggio ore
13:32;
2° fermata (piazza della Costituzione Italiana) passaggio ore 13:39;
3° fermata (ingresso parco Europa Unita) passaggio ore 13:42;
4° fermata (scalette Piazza Adriatico) passaggio ore 13:44
Capolinea (via Adriatico – ingresso Auditorium Santa Cecilia)
Arrivo ore 13:45
Dossier
La coccinella / FEBBRAIO 2013 11
Di solito con che mezzo va suo/a figlio/a a scuola ?
Il dato raccolto è stato analizzato nel Totale (numero complessivo di risposte), per fasce di età
e per distanza casa-scuola. Lo stesso criterio si è utilizzato di seguito.
Dal grafico si evince che il 67% degli studenti si recano a scuola utilizzando l’automobile;
il restante 33% si suddivide quasi in parti uguali tra mezzo pubblico e a
piedi.
La situazione cambia leggermente suddividendo il dato in base all’età, poiché
probabilmente entra in gioco il fattore dell’autonomia dei ragazzi. Assistiamo
infatti, ad un aumento della percentuale di coloro che vanno a scuola in mac-
china per la fascia 8 – 10 anni; di contro un 22% di ragazzi più grandi (10 – 12)
che vanno a piedi.
Significativa la suddivisione in base alla distanza casa-scuola. Se per distanze superiori ad 1 km è prevedibile un “crollo” della
mobilità a piedi, molto grave è la situazione nella fascia 0-1 km (facilmente percorribile a piedi) dove ancora il 47% dei ragazzi
è accompagnato in automobile.
Di solito come va a scuola suo figlio/a ?
Il quesito cerca di indagare sul grado di autonomia dei ragazzi della città di Potenza nello svolgimento di un’azione quotidiana
come l’andare a scuola. Aspetto quest’ultimo tenuto in grande considerazione nella formulazione delle domande sottoposte.
Dal grafico emerge che il 72% dei bambini è accompagnato a scuola da un
adulto, nella maggior parte dei casi in automobile. Un crollo dell’autonomia
negli spostamenti di cui, nei successivi grafici, se ne analizzeranno le cause.
Come vado a scuola? Gli spostamenti degli studenti in città. Il risultato dei questionari
All’interno del progetto Pedibus sono
stati somministrati dei questionari
agli studenti dagli 8 ai 12 anni di tutte
le scuole elementari e medie di Po-
tenza, al fine di indagare sulla mobi-
lità casa-scuola e sull’autonomia dei
bambini.
Tre sono gli aspetti prevalenti che
emergono dall’analisi dei dati.
A condizionare la mobilità casa-
scuola è soprattutto l’organizzazione
familiare. Molto spesso i genitori de-
cidono di accompagnare i figli a scuo-
la con l’automobile per permettere ai
ragazzi di posticipare l’orario della
sveglia, per esempio. O perché, do-
vendo utilizzare le quattro ruote per
recarsi al lavoro, ne approfittano per
accompagnare i figli con lo stesso
mezzo, anche se l’istituto scolastico
dista appena un chilometro dalla pro-
pria abitazione.
L’automobile, dunque, è il mezzo di
locomozione privilegiato dalle fami-
glie. Tra i motivi dell’accompagna-
mento che spingono all’uso dell’auto,
inoltre, c’è la preoccupazione dei ge-
nitori rispetto alla sicurezza della
città, sebbene, sia Potenza che Mate-
ra in termini di sicurezza, secondo
l’ultimo rapporto del Sole 24 ore rea-
lizzato in collaborazione con l’Asso-
ciazione nazionale dei funzionari di
polizia, sono ai primi posti della clas-
sifica in Italia.
Questo fa sì che i ragazzi vengano
seguiti passo passo nei loro sposta-
menti, limitando la possibilità di ac-
crescere la propria autonomia e capa-
cità di socializzare. Di seguito ripor-
tiamo, i risultati più importanti
emersi dai questionari.
11/12 anni 8/10 anni
totale
Dossier
12 La coccinella / FEBBRAIO 2013
Se e quando suo figlio/a viene accompagnato a scuola da un adulto, perché ?
La domanda cerca di capire i motivi che spingono un genitore ad accompagnare il figlio a scuola: è stata data infatti la possi-
bilità di una risposta multipla. Il dato “inquinamento” è stato tralasciato in quanto non rilevante statisticamente. Si è ritenuto
di leggere il grafico sottostante raggruppando il dato in tre macrovoci: l’età e l’inesperienza, la scarsa sicurezza delle strade e
il traffico, la distanza casa-scuola.
La XV edizione della giornata nazionale di volontariato dedicata alla qualità e alla vivibilità degli
edifici scolastici, rivolta a tutte le scuole di ogni ordine e grado è dedicata quest'anno al tema “La
scuola come laboratorio di bellezza”.
La bellezza degli spazi scolastici attraverso azioni di riqualificazione di aule, corridoi e cortili; la
bellezza dei gesti che ogni giorno studenti ed insegnanti promuovono nel costruire una comunità
scolastica coesa e sensibile ai bisogni del proprio territorio; la bellezza degli oggetti che la scuola
all'interno della sua attività di ricerca, e di produzione didattica genera ogni giorno valorizzando il
talento e la creatività dei ragazzi. Alle classi verranno forniti strumenti per analizzare alcune criti-
cità dell’edificio scolastico su cui magari svolgere l’azione della giornata di volontariato.
L'adesione alla campagna Nontiscordardimé può essere effettuata fino al 16 febbraio sul sito www.legambientescuolaformazione.it
Nontiscordardimé Operazione Scuole pulite
16 marzo 2013
Dossier
La coccinella / FEBBRAIO 2013 13
Smart grid, ovvero reti intelligenti. Cosa sono, a cosa servono e
quali i risvolti ambientali ed economici? Domande a cui si è
cercato di dare risposta in un incontro che si è svolto presso la
sala consiliare della Provincia di Potenza e promosso da Le-
gambiente Basilicata e DeMepa dal titolo “Comunità dell’ener-
gia: fonti rinnovabili e smart grid per un’energia pulita, distri-
buita, efficiente”, nell’ambito del progetto Futurenergy. Un
modo per riflettere proprio sulle microreti di distribuzione di
energia da fonti rinnovabili, inquadrandole nell’attuale conte-
sto economico ed energetico attraverso una panoramica di
quanto avviene a livello internazionale e fornendo alcune con-
crete esemplificazioni basate sulle realtà della regione Basilica-
ta, grazie al contributo di Massimo Scuderi, direttore tecnico
della Società Energetica Lucana, Ferruccio Giornelli e Pasquale
Motta rispettivamente partner e amministratore delegato di
DeMepa, Edoardo Zanchini, vice presidente nazionale di Le-
gambiente, Monica Salvia ricercatrice dell’Imaa-Cnr Basilicata
e Marco De Biasi Presidente di Legambiente Basilicata. Dall’ul-
timo rapporto “Comuni Rinnovabili” di Legambiente, emerge
quanto la crescente offerta di energia elettrica da fonti rinno-
vabili abbia non trascurabili riflessi sull’assetto e sulla gestione
delle reti elettriche che devono essere in grado di assorbire
una produzione diffusa e discontinua e al tempo stesso, in as-
senza di produzione da fonte fotovoltaica, devono fare ricorso
all’energia elettrica prodotta da fonti tradizionali. Investire
nelle reti energetiche è oggi una condizione indispensabile per
dare un futuro al modello della generazione distribuita. La
rete elettrica è, infatti, la spina dorsale e la condizione per il
funzionamento di un sistema che deve essere capace di gestire
flussi di energia discontinui e bidirezionali. Per questo diventa
oggi strategico governare l’equilibrio del sistema, consideran-
do i cicli di produzione dal vento e dal sole nelle diverse parti
del paese. Gli investimenti per il potenziamento della rete e lo
stoccaggio dell’energia elettrica risultano indispensabili per
superare gli attuali problemi di sovraccarico delle reti in alcu-
ne parti del paese, anche perché avvicinando domanda e pro-
duzione, si possono sensibilmente ridurre le perdite (nel 2010
pari a 20 terawatt). Ma sono necessari anche gli investimenti
che consentono di modernizzare le reti di distribuzione elet-
trica e termica, creando le condizioni per realizzare moderni
sistemi di teleriscaldamento nelle aree urbane, in prospettiva
di una più efficiente gestione, che aiuti la generazione distri-
buita, l’interscambio con la rete e l’accumulo per utenze e atti-
vità nella prospettiva della smart grid. Dal punto di vista degli
impianti, occorre investire sulle produzioni da fonti rinnovabi-
li capaci di garantire la domanda di picco (quindi non legati a
oscillazioni nella produzione) e flessibili nella gestione in fun-
zione della richiesta della rete (quindi biomasse e biogas,
pompaggi idroelettrici, sistemi ad aria compressa, altre tecno-
logie sperimentali).
Il convegno
Investire nelle reti e diffondere le smart grid
Da destra: Ferruccio Giornelli, Pasquale Motta, Piero Lacorazza, Marco De Biasi, Edoardo Zanchini, Massimo Scuderi.
Zaino in spalla
14 La coccinella / FEBBRAIO 2013
Il mio primo contatto, da
adulto, con la bicicletta, è
avvenuto così. In maniera
del tutto istintiva e forse un po’ azzar-
data decido di fare un viaggio in soli-
taria in Basilicata (che vuoi che sia,
mi dico, tanto le strade della regione
le conosco come le mie tasche). E che
sia azzardato me lo dicono tutti gli
amici a cui ne parlo e anche Michele
e Maurizio, due perfetti sconosciuti
fino ad allora, ai quali mi affido per la
scelta della mia prima bicicletta e
dell’equipaggiamento necessario per
affrontare questa avventura. Così do-
po un mese di allenamento carico le
borse e parto. “Non so quanti chilo-
metri e in quanti giorni”, questo mi
dico partendo. Poi con il passare dei
chilometri comincia a prendere forma
il viaggio, da solo. Le strade che pen-
savo di conoscere bene in realtà non
le conosco perché in bicicletta le lun-
ghe gallerie non posso farle e così
anche il tragitto che nella mia mente
era così breve, si allunga. Meglio, non
ho fretta e soprattutto ho vo-
glia di mettermi in gioco
e provare a scoprire fino a
dove posso spingermi. La
prima sosta è in Val d’A-
gri, fin qui tutto bene. Il
giorno successivo inco-
mincio a sentire il caldo
ma ciò nonostante il viaggio prende a
farsi più interessante,
riesco finalmente a
godere della vista di
ciò che mi circonda
grazie al lento e co-
stante pedalare e così
dalla diga del Pertusil-
lo passando per i caldissimi calanchi
tra Aliano e Sant’Arcangelo arrivo a
Senise dove decido di fare la seconda
sosta. Il terzo giorno si va sul Pollino,
a San Severino Lucano. Prima vera
tappa tutta in salita, breve ma un po'
dura e con 10 chili di borse di cui al-
meno la metà risultati inutili. Fin qui,
forse anche se non deciso a tavolino,
un’idea di ciò che voglio fare e vedere
ce l’ho, da lì in poi invece mi dico:
perché fare la stessa strada? Vado
verso il mare e poi torno da Matera.
E’ questo il giorno in cui avverto l’im-
portanza di ciò che sto facendo per-
ché entro realmente in contatto con
la natura che mi ospita in questo an-
dare un po’ incerto senza sapere se la
strada porta davvero lì dove credo,
di Gabriele Santagata
Diario di una bicicletta
Mettersi in gioco
per scoprire
il mondo
e sfidare se stessi
Zaino in spalla
La coccinella / FEBBRAIO 2013 15
frana. Ora sì che fa caldo, non faccio
in tempo a bagnarmi la testa sotto
una fontana che l’aria calda soffiata
dal vento subito la asciuga, perdo un
po' di lucidità e a tratti mi assale lo
sconforto, paura di non farcela ad
arrivare, di avere un guasto meccani-
co e non saperlo riparare.
Quella è stata la giornata più lunga
sul sellino (oltre 100 chilometri) quin-
di l’arrivo a Policoro significa
proprio una bella soddisfazio-
ne e la felicità di un semplice
tuffo nel mare!
Domani si arriva a Matera e
sono costretto a fare un po’ di
strada statale (non è proprio
simpatico sentire auto e ca-
mion che ti spostano al loro
passaggio) ma stringo i denti e
vado avanti fino a Montesca-
glioso e finalmente Matera
dove arrivo intorno alle ore 15
e dove incontro altri due viaggiatori
in bici appena arrivati anche loro.
Scambiamo due parole e poi ognuno
a cercare un posto dove pernottare. Si
avvicina il giorno del rientro e come
al solito sono combattuto tra il desi-
derio del ritorno e la voglia di conti-
nuare a scoprire dettagli di questo
viaggio.
E così, come se anche la mia bici non
volesse tornare, ci pensa la camera
d’aria a risolvere il dubbio. Foro per
ben due volte e non avendo più la
possibilità di sostituirla a Miglionico,
dove mi trovo, chiamo in soccorso
mio fratello che verso le ore 17, dopo
circa 400 chilometri percorsi per le
strade della Basilicata con la mia bici-
cletta, mi riporta a casa.
Soltanto un mese dopo mi si presenta
un’opportunità: chiudere il cerchio,
come si dice, completare l’anello, fini-
re ciò che il mese pre-
cedente ero stato co-
stretto a interrompere.
Michele e Maurizio mi
propongono di unirmi
a loro per una gita a
Matera, andata e ritor-
no. 200 chilometri in
due giorni per me mol-
to impegnativi visto il
mio livello da cicloturi-
sta molto turista e po-
co ciclo.
Incoraggiato dai nuovi amici e attrat-
to dalla sfida li precedo nella parten-
za per conquistare minuti e chilome-
tri preziosi. Infatti, dopo una trentina
di chilometri, mi raggiungono sfrec-
ciando in discesa piegati in posizione
aerodinamica sui telai delle loro bici-
clette e così proseguia-
mo il viaggio in gruppo
(siamo una decina) per-
correndo tutta la via
Appia tra saliscendi con-
tinui attraversando tratti
di bosco e zone in cui lo
spazio si apre fino a per-
metterci di vedere la
diga della Camastra e le
Dolomiti Lucane.
Una prospettiva del
viaggio diversa per me,
nuova.
La possibilità di confrontarmi con chi
in bici ci va da “un po'” più di me, a
cui chiedere il miglior rapporto da
usare per affrontare le salite dure.
A quante atmosfere gonfiare la came-
ra d’aria, ma anche ascoltare espe-
rienze di viaggio di ognuno, strade
proibitive, percorsi facilmente peda-
labili, paesaggi da ricordare oppure
cosa mangiare prima o durante le
uscite: condivisione del viaggio dun-
que! Presto però mi accorgo che non
ho più tanto fiato per fare domande.
Cavolo! “Tirano” questi ciclisti, com-
presa Loredana, l’unica donna del
gruppo!
E così dopo circa 60 chilometri mi
trovo una mano sulla schiena a spin-
germi, non chiesta ma assolutamente
gradita, necessaria. Di Michele prima
e di Roberto poi.
Da lì in poi per me è tutta fatica pura!
Ma che ci faccio con questi che
manco li conosco! Finalmente
arriva una sosta, guarda un po’
proprio lì dove un mese prima
avevo dovuto arrendermi. Il tem-
po di riempire la borraccia e via
di nuovo a pedalare per cercare
di riprendere il gruppo.
Ci sono quasi quindi, manca poco
a Matera. Solo l’ultima, lunga
spinta (grazie Donato!) sulla sali-
ta che porta, guarda un po’, pro-
prio all’ospedale di Matera ed è fatta.
Un’altra maniera di affrontare il viag-
gio pedalando - dicevo - ma sempre
pedalando.
Policoro
Montescaglioso
Matera
Cultura / rubriche
16 La coccinella / FEBBRAIO 2013
I l Dess è il Decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibi-
le, istituito per sensibilizzare governi e società civili verso un
futuro rispettoso delle risorse del pianeta. L’Unesco coordi-
na e promuove le attività del Dess organizzando ogni anno
la Settimana Unesco di educazione allo sviluppo sostenibile. Que-
st’anno i temi della Settimana (19-25 novembre 2012) sono stati
alimentazione, agricoltura ed ecosistema. In occasione della setti-
mana Unesco di Educazione allo Sviluppo Sostenibile la rete dei
Centri di educazione ambientale di Legambiente Basilicata, ha
messo in campo “BioAlimenta il domani”. Il progetto, sostenuto
dal programma Epos-Programma Strategico 2010-2013 finanziato
dal Po Fesr 2007-2013, ha avuto l’obiettivo di promuovere modelli
di sviluppo sostenibile, salvaguardando il nostro patrimonio cultu-
rale e naturale, accrescendo la consapevolezza sull’importanza di
individuare nuove scelte di acquisto e nuovi stili di vita. Per con-
cretizzare questi obiettivi è stata organizzata la cena “Io faccio la
cena giusta – Basilicata in tavola”, al ristorante Mozart di Potenza,
con un menù di
ricette tipicamente
lucane, a base di
prodotti locali da
agricoltura biologi-
ca e di qualità. Nel
menù, oltre ad es-
sere indicato il piat-
to tipico, è stata
riportata la chiara
indicazione della
provenienza della
materia prima e dei
metodi di produzio-
ne adottati. L’inizia-
tiva – che ha visto la
partecipazione di
un numero consi-
stente di cittadini e
utenti del Gruppo d’acquisto ecologico del Circolo Legambiente di
Potenza, insieme ai suoi produttori - ha mirato alla riscoperta dei
sapori della tradizione lucana, abbracciando una visione di più
ampio respiro: far comprendere che puntare su prodotti certificati,
biologici e a “chilometro zero”, costituisce un’attrattiva per il
cliente e un punto di forza per il ristoratore e può rappresentare,
al tempo stesso, un nuovo canale di sbocco per un’agricoltura lu-
cana che, sebbene sempre più indirizzata verso la qualità e il ri-
spetto per l’ambiente, non riesce ad accedere alla rete commercia-
le. Con la campagna d’informazione “Occhio agli acquisti per una
spesa sostenibile”, in piazza Prefettura a Potenza, si è cercato di
promuovere forme di acquisto alternative a quelle tradizionali,
come quella dell’acquisito in gruppo (GAS), con lo scopo di infor-
mare i cittadini sulla possibilità di agire con consapevolezza e di
operare delle scelte eque e sostenibili al momento della spesa. La
giornata è stata animata da laboratori ludico didattici per grandi e
piccoli con l’intento di promuovere il cibo di qualità come identità
culturale che influenza lo stile di vita delle persone e per eviden-
ziare lo stretto rapporto fra il cibo e i cicli stagionali. Se attraverso
gli assaggi al buio il cittadino è stati invitato a provare e poi distin-
guere la marmellata di ciliegie del supermercato da quella biologi-
ca, con il gioco sulla frutta e gli ortaggi di stagione è stato messo
alla prova sulle proprie conoscenze sulla stagionalità dei prodotti
(abituati ad avere sulle nostre tavole tutti i prodotti tutto l’anno),
mentre l’illustrazione del carrello “della spesa giusta” è servito a
spiegare quanto quella che si effettua generalmente nei supermer-
cati non tiene conto della provenienza geografica dei prodotti,
degli imballaggi e delle certificazioni a differenza del carrello
“giusto”, ovvero quello che predilige il biologico, i prodotti sfusi,
poco imballati e a chilometro zero. Infine, un percorso di educa-
zione ambientale nelle scuole: “BioAlimentazione” il percorso che
propone un approccio didattico nuovo, creativo e, soprattutto,
interdisciplinare, capace di scoprire la tematica “cibo” dalle più
diverse angolature e di creare interessanti connessioni tra le varie
materie curricolari per avvicinare i ragazzi a nuovi e più sorpren-
denti modi di considerare l’atto di nutrirsi.
IL GRUPPO DI ACQUISTO ECOLOGICO (Gae) Il futuro non si acquista a scatola chiusa. Soprattutto a tavola
Per la settimana Unesco la campagna “BioAlimenta il domani”
I carrelli della spesa “giusta” e “sbagliata” esposti in piazza Prefettura
Il menu di “Io faccio la cena giusta”
Un momento delle lezioni alla scuola elementare di Sasso di Castalda
Cultura /rubriche
La coccinella / FEBBRAIO 2013 17
L’accento di Marco De Biasi
S tiamo assistendo in questi giorni all’ennesima crisi nella gestione dei rifiuti a Potenza, nonostante il piano di gestione e raccolta dei rifiuti predisposto
per il Comune dal Conai, che prevede il passaggio ad un sistema di raccolta differenziata spinta, sia stato approva-to nel novembre 2011. Purtroppo però Potenza è solo la punta dell’iceberg. In Basilicata non riusciamo a liberarci dagli schemi del passato, rimanendo saldamente ancorati al ricorso alla discarica, che interessa ancora quasi l’80% dei rifiuti pro-dotti, e a dotarci dell’impiantistica necessaria alla gestio-ne di un sistema di Raccolta Differenziata spinta. In Basilicata vengono magnificati gli impianti di Sant’Ar-cangelo e di Lauria come punta di efficienza del sistema: impianti che producono rifiuti stabilizzati per la discarica e materiali secchi per l’inceneritore Fenice, contribuendo per lo 0% all’incremento della percentuale di raccolta differenziata. Cosa ci possiamo inventare per far capire ai nostri ammi-nistratori che quegli impianti non sono la soluzione del problema ma sono una delle cause del problema? Come possiamo fare per spiegare ai nostri amministratori che la soglia per il 2013 del 65% di raccolta differenziata non è un optional ma è legge dello stato? Come mai la Regione fa ordinanze su ordinanze per orga-nizzare il valzer della monnezza fra una discarica e l’altra e non fa un’ordinanza per realizzare, in tempi rapidi, gli impianti di compostaggio, assolutamente necessari e già previsti dalle programmazioni vigenti? Per quale motivo ci dobbiamo attardare su una nuova pianificazione regionale che ci farà solo perdere altri mesi in discussioni inutili? Non è più semplice fare quello che è già previsto nelle pianificazioni integrato con il lavoro che, su richiesta delle amministrazioni provinciali e della stessa regione, gratuitamente, il Conai ha già realizzato? Abbiamo ascoltato lamentele anche sul ricorso all’aiuto del Conai, gli “esterni”, giustificate dal fatto che saremmo in grado, da soli, di risolvere i nostri problemi. Peccato che in 10 anni di pianificazioni, programmazioni, progetti speciali, consulenti blasonati ed esperti di ogni tipo, siamo in coda alle classifiche nazio-nali di raccolta differenziata e lontanissimi dagli obiettivi fissati dalla legge. L’ultima regione d’Italia per produzione di rifiuti procapite, una delle più piccole per nu-mero di abitanti, insomma una bassa quantità di rifiuti da gestire eppure rimaniamo som-mersi, prima che dai rifiuti, dalla nostra inca-pacità di affrontare e risolvere il problema. Senza la programmazione regionale e, in molti casi, senza il sostegno economico della Regio-
ne, molti nostri amministratori locali, come nel caso dei comuni di Rotondella, Montalbano Jonico, Montescaglio-so, Irsina e dei comuni dell’Alto Bradano che, coordinati dalla Comunità Montana, sono riusciti ad ottenere per-centuali di raccolta differenziata stabilmente oltre il 60%, a dimostrazione che questo stesso processo si può attuare ovunque, anche in Basilicata, in tempi brevi, con una grande partecipazione dei cittadini e con risultati “europei”. Perché è ormai chiaro a tutti, che solo con la raccolta differenziata si possono ridurre i volumi e le quantità in smaltimento: i dati sono in evidenza e sotto i nostri occhi, tranne a chi continua ad ispirare pianificazioni e soluzio-ni impiantistiche in Basilicata continuando a puntare su discariche e inceneritori. Chi l’ha capito per tempo ed ha programmato una gestio-ne diversa, basata sulla separazione domestica dei rifiuti e sulla raccolta differenziata dei materiali, oggi non solo non vede crescere i costi di gestione del servizio, ma vede in bilancio i risparmi reali di una gestione più efficace ed efficiente. Non si può continuare a buttare ingenti risorse economiche nel “fosso” che genera bassa intensità di la-voro, crea enormi danni ambientali e tanti problemi ai bilanci comunali. Il sistema va radicalmente trasformato superando la logi-ca dello “smaltimento” per passare ai sistemi basati sul recupero di materia, che comporta, fra l’altro, oltre agli indubbi vantaggi ambientali, anche una maggiore intensi-tà di occupazione con la creazione di centinaia di posti di lavoro. Facciamo fatica ad uscire dalla preistoria, rappresentata dalle discariche, per avviarci verso la modernità fatta di cittadini che separano i rifiuti a casa e di imprese che re-cuperano e riutilizzano tutti questi preziosi materiali. L’attivazione della raccolta differenziata consentirebbe ad ogni Comune lucano di raggiungere in pochi mesi per-centuali altissime anche con risparmi in termini econo-mici, dando certezza e stabilità al servizio di gestione dei rifiuti ed alla tenuta finanziaria dello stesso, soprattutto se si guarda al certo lievitare dei costi in prospettiva futu-ra, con lo smaltimento sempre più oneroso e con un “peso” sui bilanci comunali sempre maggiore. È questa la strada che vogliamo percorrere o è già pronta dietro l’angolo l’ennesima sciagurata scorciatoia?
Sommersi da
una montagna di rifiuti
Cassonetti stracolmi di rifiuti a Potenza il 19 febbraio
Cultura / rubriche
18 La coccinella / FEBBRAIO 2013
di Michele Catalano Agronomo esperto paesaggista
IL FICO “SCHIAVONE”
Il fico (Ficus carica L.) da millenni ha contribuito a caratterizzare il nostro paesaggio diventando, assieme all’oli-vo, al castagno e alla vite, l’icona della locale civiltà contadina, e largamente coltivato in Italia nelle regioni meri-dionali col passare del tempo è stato progressivamente trascurato per la perdita di importanza economica. Ciò ha causato la scomparsa di molte va-rietà, tanto che solo alcune di esse so-no presenti in ambito familiare o su mercati locali. Tuttavia una ripresa dell’interesse per questa specie sarebbe quanto mai opportuna non solo per motivi socio-culturali, ma anche per la conservazione della biodiversità e per l’importanza che essa riveste nella sta-bilità degli agro-ecosistemi e nella so-stenibilità ambientale.
ORIGINE E DIFFUSIONE La pianta di fico si vuole sia originaria della Grecia, e più precisamente della città di Sparta, fu detta dai latini ficus a faecunditate, e da Linneo ficus carica. Gallesio, pomologo vissuto tra fine settecento e inizio ottocento, nel suo famoso trattato “Pomona italiana, de-scrive 450 varietà di fico”. Tra queste, “il fico Schiavone”. Oggi a occhi esperti non sfugge la presenza di qualche esemplare di questa varietà nelle cam-pagne lucane, e in modo particolare in quelle del circondario di Tolve, proprio grazie alla sua rusticità e alla facilità con cui si propaga.
CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E’ un albero che può raggiungere 7-8 metri d’altezza e 10 metri di diametro, con un tronco grigio e rami dell’anno marroni, con corteccia lucida e liscia. Le foglie sono alterne, ricordano la palma di una mano, sono più o meno intagliate, più o meno scabre secondo le varietà. L’ampiezza delle foglie è sostenuta da cinque nervi massimi, compresa la rachide, e da molti nervic-cioli, che in vari ordini si diramano. Il frutto è una varietà bifera, cioè produ-ce a luglio i fichi “fioroni” o fiori o pri-maticci, cioè frutti portati dai rami degli anni precedenti, più grossi e me-no saporiti; e i fichi “forniti” o veri o
tardivi in settembre, maturati sui rami dell’anno, più piccoli e dolci perché esposti al sole estivo. I limiti climatici di coltivazione di questa varietà di fico dipendono dalle temperature rigide dell’inverno, in posizione ben esposta si va dai 500 ai 900 metri di altitudine, anche se tra le sue caratteristiche vi è quella di non temere, né i geli, né le nebbie, né i freddi di primavera. Ama sempre le esposizioni soleggiate ed è buona norma collocarlo in posizione riparata dai venti freddi e pienamente esposte al sole.
LA COLTIVAZIONE Nella messa a dimora della pianta biso-gna porre attenzione che il suolo sia ben drenato, possibilmente calcareo. Nella buca d’impianto è importante assicurare una buona concimazione: è consigliabile porre sul fondo della fos-sa una palata di concime organico, meglio se stallatico maturo, da ricopri-re con uno strato di terra. Nei primi anni dopo il trapianto necessita d’irri-gazioni frequenti e regolari, che contri-buiranno a rendere vigorosa la pianta. Successivamente potrà resistere senza problemi alla siccità con una semplice dose di concime organico a base di cornunghia apportato in autunno. La distanza, che si deve mantenere tra le file nella pian-tagione di una ficaia può essere varia, ma è bene porre le piante a una distan-za di 1,5 metri tra e sulla fila: Negli orti si può de-stinare una maggiore distanza, come an-che nelle vigne, per non rende-re troppo ombreg-giato il suolo. Circa il tempo di piantare una ficaia si deve considerare il clima, e il suolo, nonché se si mettono a dimora i rami o i polloni. Si propaga normal-mente per talea di ramo perché radica
facilmente, oppure si tagliano i polloni che crescono dalla ceppaia. I rami, in-fatti, vogliono essere piantati a feb-braio nei climi caldi e nei suoli asciutti, e in marzo nei luoghi freddi, o anche ai principi di aprile, quando il terreno si mostrasse alquanto umido. I polloni invece, e le margotte, si possono pian-tare tutto l’inverno, purché il suolo sia ben drenato e non presenti ristagni d’acqua. Altro vantaggio di questa va-rietà di fico è che crescendo bene nei climi freddi del potentino produce un’abbondanza di fioroni ove invece le altre varietà di fico poco o niente van-no a maturazione. In tal modo si ha il vantaggio di gustare i fioroni quando nei paesi caldi si gustano i secondi fi-chi senza temere il fenomeno della “colatura”, come avviene per altre raz-ze fioronifere. Questa è una malattia del frutto che avviene o per difetto di fecondazione, o per siccità, o per la nebbia. In questi casi i frutti s’ingialli-scono, si distaccano e cadono prima di maturare.
CARATTERISTICHE MERCEOLOGICHE DI PREGIO Il frutto si presenta di forma grossa, allungata, e conica verso il peduncolo che è corto. La buccia è delicata, di
color bruno-scuro, rosso smunto nell’interno, si fende quando è maturo, e piega il capo. Il sapore è gra-devole e lascia al gusto qual-che piccolo senso di capri-fico, la qual cosa lo rende apprezzabile nella pasticce-ria tipica luca-na per la pro-duzione di fichi caramel-lati al forno o secchi. Altri usi alimentari, di questa va-rietà di fico, sono in erbori-steria per la
preparazione di decotti per il mal di gola o di lassativo, e non da ultimi nel-la preparazione di unguenti per alle-viare su punture da insetti come vespe o zanzare.
La coccinella / FEBBRAIO 2013 19
Telefono:
0971/480044
Fax:
0971/1900105
Email:
Lavatrici, ridurre i consumi si può!
Salve, vorrei alcuni consigli per l’acquisto di elettrodo-
mestici a basso consumo. In particolare sono in procinto
di comprare una lavatrice e mi piacerebbe fare un acqui-
sto oculato, che tenga conto delle giuste caratteristiche.
Quali inoltre i consigli utili per il suo utilizzo?
Teresa
Meglio acquistare una lavatrice ad elevata efficienza (A++),
del carico adatto ai tuoi bisogni: 5/6 kg vanno più che bene
per una famiglia di 3/4 persone. Costo indicativo: a partire da
400 euro. Detto ciò, ecco alcuni consigli utili. Utilizzare la
lavatrice solo a pieno carico, altrimenti servirsi del tasto
“mezzo carico”. Separare il bucato in base al tipo di tessuto e
di sporco e scegliere correttamente il programma. Per la
biancheria non molto sporca, evitare il prelavaggio: in questo
modo si risparmiano energia, acqua e detersivo. Preferire
programmi di lavaggio a temperature non elevate (40 °C – 60
°C). Lavare a 90° solo biancheria veramente molto sporca e
molto resistente: questa temperatura comporta elevati con-
sumi di acqua, di detersivo e di energia elettrica (per alzare la
temperatura dell’acqua). Un ciclo a 90° fa consumare il dop-
pio di uno a 40°. Una famiglia che lavi a questa temperatura
quattro volte alla settimana può risparmiare circa 40 euro in
un anno. Fai funzionare la lavatrice di notte, sempre che non
disturbi il sonno: con la tariffa bioraria, consente di rispar-
miare e di alleggerire il già alto carico elettrico diurno. Se
l'acqua di casa è troppo dura, effettua di tanto in tanto un
lavaggio a vuoto con aceto. Se non basta, installa anche un
“addolcitore” nelle tubature di adduzione alla lavatrice (e alla
lavastoviglie): allunga la vita dell'apparecchio e riduce gli
sprechi di detersivo. Costo indicativo per un addolcitore:
1.500 euro (con manodopera). Preferisci i modelli che offrono
la possibilità di essere collegati direttamente all'acqua calda,
meglio se alimentata da pannelli solari: si arriva così a spen-
dere per ogni lavaggio circa un terzo di quel che ci costa ri-
scaldare l'acqua con una resistenza elettrica.
an