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La casa isolata TRE TIPOLOGIE DELL’ABITARE Carlo Pisano LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE I ILMURO E LA CASA - Presupposti teorici - Caratteristiche - Progetti urbani - Progetti di case - Una casa per tutti - Bibliografia I materiali inclusi nella dispensa hanno scopo esclusivamente esemplificativo e didattico. Non è possibile la loro divulgazione, riproduzione o pubblicazione se non espressamente autorizzata dall’autore. Si rimanda alla bibliografia per riferimenti e approfondimenti. martedì 20 novembre 2012

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Lezione La casa isolata

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La casa isolataTRE TIPOLOGIE DELL’ABITARE

Carlo Pisano

LABORATORIO INTEGRATO DI PROGETTO E COSTRUZIONE I

ILMURO E LA CASA

- Presupposti teorici- Caratteristiche- Progetti urbani- Progetti di case- Una casa per tutti- Bibliografia

I  materiali  inclusi  nella  dispensa  hanno  scopo  esclusivamente  esemplificativo  e  didattico.Non è possibile la loro divulgazione, riproduzione o pubblicazione se non espressamente autorizzata dall’autore.

Si rimanda alla bibliografia per riferimenti e approfondimenti.

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VILLA CASA ISOLATA

- Presupposti teorici- Il tipo- Morfologia urbana- Tracciati- Città storica- Rivoluzione industriale

- Caratteristiche- Progetti urbani- Progetti di case- Una casa per tutti- Bibliografia

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La definizione più generale di tipo, al di là della sua utilizzazione nel campo dell’architettura, rimanda alla volontà di “ordinare l’esperienza secondo schemi che ne permettano l’operabilità(conoscitiva e costruttiva) riducendo ad un numero finito di casi (in quanto schemi più o meno ampi) l’infinità dei fenomeni possibili” (Gregotti, 1993)

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La morfologia urbana, in senso letterale, è lo studio della forma della città: “la parola «morfologia» è stata utilizzata per indicare quasi sempre un livello di descrizione e progettazione ad una scala dimensionale e di complessità di relazioni più alta del singolo elemento edilizio e della sua forma in quanto progetto” (Gregotti, 1995)

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Le città, in base a un fenomeno che è stato definito di “inerzia”, tendono a crescere lungo dei tracciati o assi direttori che mantengono immutata la loro giacitura nel tempo. A questo proposito geografi francesi come Poéte e Lavedan, parlano di teoria della persistenza. Esempi di questa dinamica sono riscontrabili in ogni insediamento. I tracciati sono generalmente delle strade o dei segni derivanti dalla divisione proprietaria del suolo.

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Nella città storica l’unità morfologica minima è una sorta di proto-isolato che chiameremo “insula”.L’insula è la più piccola parte della città definita dal tracciato viario

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Aggregazioni di uno stesso tipo edilizio e aggregazioni tra tipi edilizi differenti realizzano in base ai rapporti che stabiliscono con il tracciato viario, tessuti urbani differenti che risolvono in diversi modi la relazione tra la residenza e gli spazi pubblici e si offrono come parti di città con caratteristiche specifiche: in questo modo si stabilisce un legame tra la forma della casa e la forma della città, ed è possibile parlare di relazioni tra tipologia edilizia e morfologia urbana. (Enrico Formato)

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Rispetto ai processi di strutturazione urbana lo spartiacque storico é stato individuato nella Rivoluzione industriale.E’ proprio nel periodo successivo alla Rivoluzione industriale che entra in crisi il modello tradizionale di formazione della città, e nasce la moderna urbanistica.La mutazione non riguarda solo l’aspetto esteriore della città e la sua dimensione: anche il processo di strutturazione urbana tende a capovolgere la logica tradizionale di costruzione della città e il rapporto tra tipo edilizio e morfologia.

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Con i processi di urbanizzazione che hanno avuto luogo in seguito alla Rivoluzione industriale si verifica un progressivo spostamento d’interesse dal tipo edilizio all’unità morfologica minima, con un salto logico che non è solo relativo alla scala dimensionale, e che porterà alla costruzione di isolati concepiti come unico manufatto, e al superamento stesso dell’isolato come più piccola parte del processo di costruzione della aree residenziali: a questo fenomeno vanno riferite sia la costruzione pianificata delle “unità residenziali”, sia episodi della periferia urbana e della cosiddetta “città diffusa”, in cui l’unità morfologica minima rimanda al semplice atto della lottizzazione, senza una ulteriore riflessione in merito al rapporto tra parti residenziali e città.

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È possibile riscontrare in queste tensioni un passaggio graduale dalla forma tradizionale dell’isolato circondato da strade a forme di edifici che stabiliscono relazioni complesse con il paesaggio che contribuiscono a definire.

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L’unità edilizia viene collocata all’interno di un lotto con tutti i lati liberi: questi spazi aperti diventano il luogo con il quale la casa stabilisce una relazione preferenziale

Il rapporto tra la strada e l’edificio è spesso mediato da un recinto che delimita il perimetro del lotto

Lotti confinanti edificati con case a blocco circondate da spazio libero danno luogo a tessuti urbani omogenei caratterizzati da edifici residenziali spesso estremamente diversi l’uno dall’altro.

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Città giardinoEbenezer Howard (1850-1928)

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Il movimento delle “città giardino” nasce alla fine dell’800 con l’obiettivo di decongestionare le grandi città attraverso il decentramento della popolazione in città satelliti immerse nel verde della campagnaAttraverso il suo libro “Garden cities of Tomorrow” (1898)Ebenezer Howard teorizza la città futura raffigurandola attraverso alcuni schemi orientativi che si sarebbero poi adattati ai vari contesti territoriali

La città giardino si basa sul concetto della casa unifamiliare immersa nel verde con l’accento posto sulla privacy anziché sui rapporti sociali.Un tentativo di realizzare il massimo di ruralità compatibile con la vita cittadina.

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- Garden city- Broadacre city- Tokyo

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Le città giardino si fondano su unequilibrio armonico tra residenza,industria e agricolturaA scala territoriale un sistema dicittà satelliti immerse nel verde ,sufficientemente distanziate perevitare di saldarsi, si dispongono acorona di una città centraleLe città giardino sono pensate peressere autosufficienti, con unapopolazione di 32.000 ab.Hanno struttura radiocentrica esono collegate tra loro da unsistema viario principale, da unarete di canali e dalla ferrovia

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Al centro della città è posto un giardino di 2,25 ha circondato dalle principali attrezzature pubbliche (teatro, biblioteca, municipio, ospedale, etc.)A corona circolare si sviluppa un parco di 58 ha delimitato da un crystal palace che accoglie il mercato permanente dei prodotti della cittàAllʼesterno lungo la linea ferroviaria si trovano le industrie mentre le abitazioni si dispongono su due fasce attestate su un grand avenue circolareNella corona verde esterna (greenbelt) che stabilisce i limiti della città sono localizzati gli edifici speciali come i sanatori per i malati e le fattorie

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Nel 1902 Howard fonda la prima Società per la realizzazione di una garden city e l’anno successivo incarica Unwyn di progettare Letchworth, una cittadina distante circa 50 km da LondraLa struttura è radiocentrica deformata dalle preesistenze ed è attraversata, anziché lambita dalla ferrovia.La tipologia prevalente è la casa unibifamiliare e la schiera

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Così la Città giardino si dimostra vitale rispetto alle altre utopie, ma mostra i suoi limiti riducendosi ad un città satellite come altre, soggetta alle attrazioni della metropoli.Resta l’impronta gradevole del progetto originario nella eleganza dei tracciati stradali, nella diffusione del verde e nell’uniformità delle tipologie edilizie e dei materiali utilizzati

Il movimento di Howard ha una larga influenza in Europa. Dopo il 1900 un gran numero di sobborghi assumono la forma di città giardino.

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Broadacre cityF.L. Wright (1867-1959)

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Nel 1932 F.L. Wright esprime nel suo libro “The Desappearing City” la sua sfiducia nella sopravivenza delle attuali cittàNel 1934 espone il suo progetto di città ideale “Broadacre City” dove ogni cittadino ha a disposizione un acro (ca. 4.000 mq)La città tradizionale dovrebbe ridursi ad un luogo di lavoro utilizzato solo negli orari lavorativi mentre la vita associativa si svolge in appositi centri sparsi nel territorio (modello di città americana, downtown)Gli spostamenti sono affidati alle automobili mentre la maggior parte delle interrelazioni avviene servendosi delle moderne tecnologie di telecomunicazione

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Wright immagina una città estesa dagli ampi spazi servita da un efficace sistema viabilisticoIl sistema di strade definisce un griglia che accoglie al suo interno residenze, fabbriche ed attrezzature urbane

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Nel progetto di Wright si riconoscono due tipologie edilizie residenziali: case unifamiliari e torri verticali Ciascun lotto di casa unifamiliare è dotato di un giardino ed un parcheggioLe torri residenziali di 15-20 piani sono disposte a grande distanza l’una dall’altra e poggiano su piastre attrezzate per il parcheggio ed i serviziL’espressione formale degli edifici non è legata ad alcun vincolo di omogeneità.

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TokyoMetabolismo del vuoto

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Kazuyo SejimaCasa nel giardino di pruniTokyo, Japan (2003)

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- Casa nel giardino di pruni- Richmond place house- Denmark 4 all- Case autocostruite- Case binate- Una casa per tutti

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BOYD CODY ArchiectsRichmond place houseDublin, Ireland (2005)

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Powerhouse companyDenmark 4 allDenmark (2006)

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Valimana RiveraCase autocostruiteCadiz, Spain (2002)

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Ernesto Nathan Rogers su invito di Pagano presenta le sue idee nelle "Confessioni dell'Anonimo del XX secolo", testimoniando l'annullamento dell'individuo nella società moderna. Egli scrive ne "La casa dell'anonimo": "L'uomo non ha ancora imparato a costruire una casa per sé: una casa per ciascuno, per te, per me, per l'Anonimo" ed anche nei successivi editoriali a sua firma sulla prefabbricazione non smette di evidenziare come l'architettura moderna e le sue teorie siano distanti dalla complessità della vita umana e dai suoi contesti.E’ molto interessante vedere come la sua proposta, pur in un contesto di necessità, di numeri, rispetto al problema nella casa per tutti, si pongono invece il problema della casa per il singolo. Seppur esiste ed esisterà ancora un sistema di standardizzazione edilizia, questo deve divenire strumento per assicurare la qualità individuale alla casa.

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Antonio MonestiroliCase binateMilano (1982)

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"Una casa non è casa se non è calda d'inverno, fresca d'estate, serena in ogni stagione per accogliere in armoniosi spazi la famiglia.Una casa non è casa se non racchiude un angolo per leggere poesie, un'alcova, una vasca da bagno, una cucina.Questa è la casa dell'uomo.E un uomo non è veramente uomo finché non possiede una simile casa."

Ernesto Nathan Rogers 1946

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L. Benevolo, La casa dell'uomo, Laterza, Roma-Bari (1976)F. Purini, La casa dell’uomo in Franco Purini: le opere, gli scritti, la critica, Electa, Milano (2000)G. Fraziano, La casa isolata: dalla tautologia alla banalità, CLUVA, Venezia (1989)A. Sowa, Maisons individuelles, L’ARCHITECTURE D’AUJOURD’HUI, 357 (2005)Y. Tsukamoto, Void metabolism, LOTUS, 148 (2011)Ernesto N. Rogers, La casa dell’uomo, DOMUS, 205 (1946)Ernesto N. Rogers, La casa ideale e la casa reale, DOMUS, 209 (1946)G. Crespi, Made in SANAA, CASABELLA, 749 (2006)A. Monestiroli, Opere, progetti e studi di architettura, Electa, Milano (2000)L.  Fatigati,  E.Formato,  P.  Gallucci,  Tipi edilizi e forma della città, Fiorentino  NT,  Napoli (2001)E. Formato, Dispense per il Corso di analisi e tecniche di pianificazione urbanistica, Dipartimento di Progettazione urbana ed urbanistica della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di NapoliS. Rossetti, Tesi di dottorato: La casa isolata questioni aperte sull'architettura e l'abitare contemporaneo, Facoltà di Architettura, Università degli Studi di TriesteP. Fusero, La Garden city di Howard, Dispense del Corso di Fondamenti di Urbanistica, Facoltà di Architettura, Università degli Studi G. D’Annunzio PescaraP. Fusero, Broadacre City di F. L. Wright, Dispense del Corso di Fondamenti di Urbanistica, Facoltà di Architettura, Università degli Studi G. D’Annunzio Pescara

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