la campana · ancora il bacio del gesù bambino con l'arrivo dei re magi. a voi i ricordi...

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Bollettino di informazione della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo Mezzate – Peschiera Borromeo (MI) Pro-manoscripto N°56 – Febbraio 2017 La Campana La Campana La Campana SOCIAL NETWORK SOCIAL NETWORK

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Page 1: La Campana · ancora il bacio del Gesù bambino con l'arrivo dei Re Magi. A voi i ricordi speciali di alcuni momen˝ in a%esa del Natale. A cura di Carla Paola Arcaini AVVENTO 2016

Bollettino di informazione della Parrocchia S.S. Pietro e Paolo Mezzate – Peschiera Borromeo (MI) Pro-manoscripto

N°56 – Febbraio 2017

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Alcuni giorni fa, in occasione della finale del campionato di football statunitense, il Papa ha inviato un suo messaggio registrato: «I grandi even� spor�vi come il Super Bowl sono altamente simbolici dimostrando che è possibile costruire una cultura di incontro e un mondo di pace. Prendere parte ad a"vità spor�ve ci fa andare oltre la nostra visione per-sonale della vita - e in modo sano - ci fa impa-rare il significato del sacrificio, crescere nel ri-spe%o e fedeltà alle regole. Possa il Super Bowl di quest’anno essere un segno di pace, amicizia e solidarietà per il mondo. Grazie!». Perché questa decisione? Di sicuro per riuscire a raggiungere più persone possibile, là dove vivono e dove si trovano, per portare il mes-saggio del Vangelo a tu". E noi? Ci aiu� il Si-gnore ad essere suoi tes�moni entusias�, in-stancabili, proposi�vi, fantasiosi, vinca le no-stre finte �midezze e ci aiu� ad uscire incontro a tu"! Il Papa verrà tra noi, il 25 marzo, ad incontrare il popolo numeroso che abita la nostra diocesi: non solo siamo invita� a partecipare, numero-si, ma dobbiamo essere noi ad invitare gli altri: dobbiamo essere apostoli così! La visita del Papa si salda con la visita pastorale che abbiamo ricevuto lo scorso anno: la sua presenza ci invita a con�nuare con gioia il no-stro cammino comunitario verso una corre-

sponsabilità sempre più vissuta. Corresponsabilità non significa, dal punto di vista dei laici dei “discepoli” (per usare la ter-minologia di Luca), semplicemente “dare una mano”, collaborare nei servizi più vari, né dal punto di vista dei sacerdo� semplicemente de-legare compi� e mansioni, “poter contare su” collaboratori prepara� e volenterosi…

Significa invece: 1. Sen�rsi interpella� insieme: percepire cioè come rivolte a tu" e a ciascuno le “domande”, i bisogni e gli s�moli che nascono a diversi livel-li: innanzitu%o all’interno della Comunità stes-sa, intesa sia in senso stre%o (parrocchia/decanato) che anche in senso più ampio (Diocesi/Chiesa); quelle di cui sono portatori coloro che vi si av-vicinano “saltuariamente” (ad esempio per la catechesi dei ragazzi, in occasione dei Sacra-men� o per fruire delle a"vità spor�ve, ricrea-�ve, carita�ve…), dunque più come uten� che come membri a tu" gli effe"; quelle che emergono dal confronto, cercato, con altre realtà “esterne” del territorio 2. Essere convin� che ciascuno può portare un pezzo della “risposta”, nei limi� delle proprie competenze e a seconda del proprio carisma e del proprio ruolo all’interno della Comunità. 3. Essere convin� che non contano solo le sin-gole risposte “se%oriali” (es. una catechesi dell’iniziazione cris�ana fa%a bene, una società spor�va educa�vamente valido, un gruppo li-turgico efficace, una Caritas a%enta e ben rela-zionata con gli altri servizi sociali del territo-rio…) ma che quello che dà tes�monianza è l’insieme di queste risposte, la “coralità” che deriva dalla somma armonica delle diverse pro-poste. Con Papa Francesco camminiamo con gioia verso l’incontro con Gesù risorto, per far corre-re la Sua voce, fino ai confini del mondo!

Con affe%o Don Luca

2 EDITORIALE

Il Papa il Super Bowl… e noi “In questa città io ho un popolo numeroso” dice il Signore (At 18,10)

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DOMENICA 18 DICEMBRE

Domenica sembrava di entrare in un mondo “magico” varcando la soglia dell’oratorio. Tante persone (bello), voci concitate, i bimbi in festa, la musica della banda, i volontari che si prodigavano affinché filasse tu%o liscio. L’oratorio era in festa! I banche" natalizi con libri, gioca%oli, usato, lavore" natalizi, cibo e chi più ne ha più ne me%a, hanno dato un toc-co di allegria e di pura magia all’oratorio.

Nel salone il mago intra%eneva i più piccoli ma anche i genitori e i nonni. Faceva davvero freddo e i volontari questo lo sanno molto bene, il loro impegno però ha portato i suoi fru" donando dei momen� uni-ci a tu%a la comunità!

Per sintonizzarci sullo spirito appropriato in a%esa del Santo Natale mol� sono sta� i passi propo-s� quali la novena, il presepe vivente, la condivisione di momen� di festa come il sabato con APO e la domenica con l'allegria delle bancarelle natalizie e il mago per i più piccoli (ma non solo) e ancora il bacio del Gesù bambino con l'arrivo dei Re Magi. A voi i ricordi speciali di alcuni momen� in a%esa del Natale.

A cura di Carla Paola Arcaini

AVVENTO 2016 3

Il presepe vivente

Aspettando Natale... Dal presepe vivente all’arrivo dei Magi: i ricordi dei momenti passati insieme

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I RE MAGI ARRIVANO A MEZZATE Come di consueto il 6 gennaio i re magi appro-dano nella nostra Mezzate ad adorare il Gesù Bambino. Il ritrovo in Chiesa verso le 16.00 ha radunato i più piccoli ma non solo. Un momento di pre-ghiera, di can�, di gioia condivisa e di tanto stupore quando le porte della Chiesa si sono aperte e i tre magi hanno fa%o capolino in chiesa, una processione tanto a%esa dai picci-ni. I magi addobba� con cura hanno fa%o il loro ingresso trionfale portandoci una ventata dei loro paesi d’origine. Hanno spiegato ai bimbi il mo�vo del loro lungo viaggio e tu" erano con-ten� e incuriosi� delle loro storie. La gioia dei bimbi nel cantare insieme, la loro contentezza nel baciare il Gesù Bambino… Sono sta� a"mi belli. Alla fine della preghiera siamo anda� tu" in corteo dietro ai magi per arrivare ad adorare ed omaggiare il Bambin Gesù nella mangiatoia posta in cor�le. Un momento di tradizione da non perdere.

BUON NATALE INSIEME AD APO Sabato 17 dicembre 2016 Timidamente i bimbi fanno capolino nel salo-ne, a%ra" dalle cibarie esposte sontuosamen-te sui tavoli, riescono a stare fermi solo per po-co tempo. Appena possibile colgono l’a"mo e tu" i programmi vanno all’aria. Una scale%a precisa riportava orario delle foto di gruppo ma poi la veemenza dei bimbi nell’avvicinarsi ai ta-voli ha portato a un piccolo sli%amento sulle foto. Un susseguirsi di squadre, gli allievi ben compos� con i loro allenatori, in posa per lo sca%o tanto a%eso. Gioiosi i loro vol�, belli a vedersi con le loro fel-pe, nuove di zecche, tu" ves�� uguali, segno di aggregazione, di appartenenza ad un grup-po.

Un momento di convivialità che APO ha voluto offrire ai suoi allievi e alle famiglie, come di consueto, occasione per scambiarsi gli auguri e passare dei bei momen� insieme. Alle 18 tu" in Chiesa, i bimbi davan� con gli allenatori. Al termine della S. Messa, Don Luca ha ringraziato APO per tu%o quello fa quo�dianamente, pic-coli ma%oni nel grande proge%o educa�vo che vede coinvol� sempre più bimbi e genitori oltre che agli allenatori e ai dirigen�. Al prossimo ritrovo e buone feste a tu"!

4 AVVENTO 2016

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Quando si parla di vacanze natalizie, l’adole-scente medio intende perlopiù un periodo piu%osto lungo in cui può finalmente riposarsi dalle dure fa�che di qua%ro mesi di scuola. Pe-riodo in cui, solitamente, vaga per casa in pigia-ma e vede passarsi davan� agli occhi ogni gior-nata come se fosse uguale a quella precedente, perdendo il senso del tempo e, sopra%u%o, perdendo tempo. Quest’anno, noi ragazzi del gruppo adolescen� di Mezzate e San Bovio ab-biamo invece rivoluzionato il nostro conce%o di vacanze, rendendoci conto che, con le persone giuste, basta davvero poco per trascorrere gior-ni speciali. Ancora non ci aspe%avamo tu%o ciò quando, una ma"na di fine dicembre, siamo sta� ac-compagna� dai nostri educatori nella ci%adina di Valles, in Tren�no-Alto Adige, per trascorrere un Capodanno un po’ fuori dagli schemi. Insie-me a noi, i ragazzi degli oratori di Be%ola e Me-diglia, nostri compagni di viaggio per quei qua%ro giorni di soggiorno. Chi si immaginava una tranquilla gita in montagna è rimasto deci-samente deluso: i momen� di tempo libero erano ben pochi, completamente sopraffa" dalle numerose a"vità che ci venivano propo-ste, sempre s�molan� e coinvolgen�. So%o l’egida di quella allegria colle"va, le gior-nate sono trascorse veloci ed il clima, all’inter-no del gruppo, delineava il legame che andava creandosi fra noi: molte amicizie si sono rinfor-zate, qualcuno ha incontrato persone che non frequentava da tempo, ma sopra%u%o si è pre-sentata l’occasione di conoscere gente nuova. Che fosse una gita sui pa"ni, una discesa con gli sci oppure una passeggiata nella pi%oresca Bressanone, il senso di unione era sempre piu%osto palpabile.

Il primo gennaio, giorno del rientro a casa, ci sono sta� fa" i complimen� per la splendida atmosfera che eravamo riusci� a creare fra noi. Elemento non scontato, se si pensa che oggi-giorno i ragazzi tendono ad essere poco inclini all’accoglienza di nuove persone all’interno del proprio gruppo. Inoltre, nei giorni successivi alla vacanza abbiamo avuto spesso occasione di rivedere mol� dei ragazzi lì conosciu� e, sen-za dubbio, in ciò risiede l’eredità di questa esperienza: l’importanza di intessere nuovi rap-por�, allargare il proprio gruppo abituale e creare una base solida per ulteriori proge" fu-turi. E’ il senso dell’amicizia, dopotu%o. Perché la vita va vissuta a cuore aperto.

Giulia Braghieri P.S: ho perso il conto delle volte che mi sia ca-pitato di sen�r dire dai ragazzi, nei giorni suc-cessivi al rientro: “Quanto mi manca Valles!”.

6 VACANZE ADOLESCENTI

Valles: crocevia di emozioni Amicizia e giorni speciali nel cuore del Trentino-Alto Adige

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Nella foto, il gruppo degli adolescenti e anche il gruppo dei pre-adolescenti, che hanno soggiornato a Valles nei giorni precedenti il nostro arrivo.

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Venerdì 27 gennaio scorso presso la nostra parrocchia si è tenuto un incontro per com-memorare Don Savino Gaudio (parroco di Mezzate dal 2010 al 2012) e presentare il libro «Don Savino Gaudio – Abbracciato da Cristo». Il libro è curato dal fratello Luigi, da Giuliana Sala e Manuela Dacomo. Il libro si divide prin-cipalmente in tre par�: la prima dove sono rappresentate le omelie, la seconda dove ci sono gli ar�coli parrocchiali e le meditazioni e una terza dove sono riportate le fiabe che Don Savino amava raccontare. Don Savino Gaudio nasce a Bari il 5 aprile del 1944. Diventa Sacerdote nel 1972 (fondamentale è stata l’amicizia con Don Luigi Giussani per il suo percorso vocazionale). Nella sua vita sono state tante le parrocchie e le persone che ha incontrato: «Dal primo e travolgente amore a Baranzate, all’euforia mis-sionaria tra i giovani di Cesano Boscone, alla prima e lunga esperienza di parroco a Moli-nazzo di Cormano, alla appassionata missione tra il grande popolo di Dergano, al guizzo di fraternità e bellezza a Brugherio, fino ad arri-vare all’abbraccio del popolo di Mezza-te» (tra%o dall’omelia del quarantesimo anni-versario di Sacerdozio, 24 giugno 2012). Per non dimen�care l’ul�ma tappa terrena nella parrocchia di Corsico dove ha sperimentato in modo tangibile l’a%accamento a Cristo nella mala"a che poi l’8 febbraio 2016 l’ha riconse-gnato nella casa del Padre. Durante l’incontro, dopo aver proie%ato molte foto dell’esperienza mezzatese, è intervenuto il fratello Luigi, che ha raccontato di come Don Savino si sia messo completamente in gioco con i bambini sopra%u%o rispolverando mol� tes� teatrali come «Il leone, la strega e l’arma-

dio» nel 2011 e «La compagnia dell’anello» l’anno successivo. Poi ha ricordato le ma"ne quando incontrava i ragazzi delle medie per pregare insieme e fare colazione con loro pri-ma della scuola. Successivamente ha so%oli-neato il periodo della mala"a, due anni di cal-vari, nei quali non sono manca� esperienze di fede e di vita cris�ana, ma anzi dai quali ha imparato ancora di più cosa voglia dire essere cris�ano, ossia fare la volontà del Padre.

«Se siete amici, dovete esserlo fino alla mor-te», inizia così don Edoardo Cane%a, grande amico di Don Savino, nel ricordarlo. Ci ram-menta che Gesù vale di più di tu%e le parole

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Don Savino – «Abbracciato da Cristo» La serata in ricordo del parroco e la presentazione del libro

RICORDANDO DON SAVINO

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del mondo e l’esperienza della mala"a, della sofferenza e della morte gli ha spalancato pro-prio questa grande verità. «Il cris�anesimo non è fare le cose giuste o dire le cose giuste, ma dirle con quella tenerezza che è il fru%o di quel bene che non è un discor-so» con�nua don Edoardo, parlando dell’amici-zia con Savino. Successivamente Carla, una parrocchiana di Mezzate, ha le%o una le%era dedicata al parro-co e di come sia stato ed è tu%ora, un faro nei momen� di sofferenza e dolore e dell’insegna-mento di non abba%ersi mai e di trovare forza nel Signore, perché lui può donare il vero con-forto. «Ha lasciato un segno grande che mi porto nel cuore, mi ha insegnato a non fermarmi al mio senso di insoddisfazione, ma di con�nuare a cercare il tesoro che è il Signore. Nel periodo della mala"a diceva di sen�rsi uno straccio, ma che nonostante il suo stato di salute, il Si-

gnore poteva «”usarlo” come suo straccio» ri-corda Mariangela. Caro Don � voglio ricordare con una tua pre-ghiera e � abbraccio con amore. «La vita nasce da un abbraccio umano con la scin�lla del divino. La morte è vinta dall’ab-braccio della Madre divina che non abbonda un istante il figlio che vuole rigenerare: cioè me e te! Gesù fammi trovare pronto, come Te, sul-la croce a dire il mio sì come l’hai de%o Tu, affinché non la mia, ma la Tua volontà si com-pia o Padre, per la Gloria umana del Tuo Nome e il compiersi del Des�no di ogni uomo!» Don Savino Gaudio, 3 febbraio 2016. Per chi volesse condividere ricordi o pensieri su Don Savino è stato creato un blog in suo nome donsavino.blog.it

Fabio Scandamarre

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Ho avuto occasione di assistere ad un paio di

rappresentazioni del musical, ho intravisto il

pathos sul tuo volto. Come riesci ad entrare

nella parte in modo così empa4co?

Daniela: Quando mi è stato proposto di inter-pretare questo ruolo ho avuto mille dubbi per-ché da subito ho avver�to la responsabilità che comportava essere Santa Madre Teresa seppure sulla scena. Non sono un’a%rice ho solo provato a calarmi nel ruolo. Sono sta� preziosi i suggerimen� del regista Paolo Salta-rella. La difficoltà maggiore è stata sicuramen-te il lavoro di introspezione per far emergere il personaggio, senza fare in modo che uscisse la mia personalità. Ho dovuto leggere e studiare gli scri" di madre Teresa, conoscere la sua vi-ta, entrare davvero nel personaggio, pensare, sen�re, emozionarmi come forse Madre Tere-sa faceva. Non mi vergogno a raccontare che anche in

prova a volte mi commuovevo nell’interpreta-re alcune scene emo�vamente difficili, alme-no per me (la scena del bambino morto tra le mie braccia o quella finale della morte di Ma-dre Teresa). Come si è evoluta Madre Teresa in te? D.: Dalla prima rappresentazione all’ul�ma si-curamente è cambiato qualcosa in me anche nel modo di interpretare Madre Teresa. In realtà credo sia cresciuta in tu" quelli del cast, spe%acolo dopo spe%acolo, la consape-volezza che non stavamo solo recitando ma avevamo il compito di portare una tes�mo-nianza, dei messaggi di speranza, di misericor-dia, di amore per il prossimo, per la vita stes-sa. Quale è stata la rappresentazione che più 4 è

rimasta nel cuore o nella quale hai avuto più

difficoltà? D.: Mah, per quello che ho potuto vedere ogni spe%acolo ha qualcosa di nuovo, è nuovo il pubblico, è nuovo il teatro, nuovo l’ambiente circostante; ogni spe%acolo non è mai uguale all’altro pur partendo dallo stesso copione. Indubbiamente però lo spe%acolo andato in scena al Carcere di Opera è stato per me quel-lo che ricordo come una esplosione di emozio-ni anche contrastan� tra loro. Quello spe%aco-lo a parte le molteplici rilu%anze iniziali de%a-te anche dal fa%o che significava introdurre i bambini del cast all’interno del Carcere e che ci sembrava non potesse interessare a dei de-tenu� un Musical su Madre Teresa, è stato, invece, una sorpresa dietro l’altra. Noi siamo cambia� durante e dopo quello spe%acolo. Le parole di Madre Teresa lì prendevano dav-vero forma. Difficilissimo è stato per me man-tenere la concentrazione... Alla fine ho visto ergastolani commuoversi, stringerci le mani ed

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La matita di Dio - Madre Teresa il Musical Intervista a Daniela Sanna interprete di Madre Teresa

MUSICAL

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abbracciarci fraternamente, alcuni di loro han-no anche voluto scriverci dal carcere per rac-contarci le loro emozioni. Ricordo un detenuto che ha chiesto di avere il rosario di scena di Suor Be"na per pregare. Ti sen4 anche tu una ma4ta nel mondo? D.: Beh si ho sempre pensato che ognuno di noi può cambiare un pezze%o di mondo con la propria vita, col proprio modo di essere. Ognu-no di noi può essere la ma�ta di Dio, sta a noi avere la disponibilità di lasciarsi condurre. Come il ruolo di Madre Teresa… D.: Sicuramente interpretare Madre Teresa mi ha dato modo di conoscere altre realtà, ad esempio quella carceraria ed è vero che questo ha cambiato alcune prospe"ve in me. Per il resto gli insegnamen� di Madre Teresa li porto sempre con me. Il musical ha creato sinergia tra voi? D.: Indubbiamente si. Devo dire c’è stato fee-ling da subito anche se non ci conoscevamo tu". Per alcuni il musical è stata l’occasione per in-tegrarsi nella nostra parrocchia. Sono na� nuo-vi amori, abbiamo avuto anche una nascita! In ogni caso, devi pensare che per quanto pic-cola sia la nostra realtà, la macchina organizza-

�va che ad ogni spe%acolo si me%eva in moto ci ha sempre coinvolto tu" seppure con ruoli diversi. Credo che lo spe%acolo in Sardegna oltre ad essere stata una bella esperienza ha dato mo-do di rinforzare il legame che si è creato spe%a-colo dopo spe%acolo. Sai il viaggio insieme, la convivenza, lo spe%acolo hanno arricchito il gruppo che ha avuto modo di conoscersi viven-do per diversi giorni e trascorrendo anche del tempo libero insieme. Durante ques� anni ab-biamo avuto la necessità di coprire dei ruoli ri-mas� vacan� e si sono aggiunte al cast origina-rio altri bambini ed adul� anche non residen� nella nostra frazione, regista compreso che vie-ne dalla provincia di Lodi. Al teatro De Sica avete debu?ato con il nono

spe?acolo: progeA per il futuro della compa-

gnia? D.: Sì il 12 gennaio abbiamo concluso per ora le repliche di Madre Teresa, volevamo cambiare copione, alcuni poi hanno deciso di fermarsi e quindi per il momento abbiamo deciso di ac-cantonare Madre Teresa e cercare un altro co-pione.

A cura di Carla Paola Arcaini

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12 ADOZIONI A DISTANZA

Missionary Sisters of the Immaculate

L’associazione Amici Missionarie Immacolata Onlus con sede a Milano è l’associazione a cui fac-ciamo riferimento per le adozioni a distanza che sono una realtà consolidata nella nostra parroc-chia da ormai 15 anni, con circa 90 famiglie aderiscono a tale inizia�va. Le adozioni a distanza sono un modo concreto per farsi prossimo dei bimbi della missione di suor Lorenza, e grazie al nostro aiuto possiamo perme%ere loro di studiare, un diri%o per noi ovvio ma non per loro. Chi fosse interessato ad aiutare la missione può rivolgersi a Lidia Orizio (tel. 339/4924520—email: [email protected]). E’ inoltre possibile donare il 5x1000 u�lizzando il codice beneficiario n. 97208720157. A seguire la tes�monianza di Suor Lorenza che vorremmo condividere con tu" voi.

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“Tu� siamo figli. E questo ci riporta sempre

al fa�o che la vita non ce la siamo data noi

ma l’abbiamo ricevuta. Il grande dono della

vita è il primo regalo che abbiamo ricevuto”. (Amoris lae�zia 188)

Accogliere la vita, chinarsi sul più debole a%ra-versando le diverse stagioni della vita. Una sfida che ha quasi dell’impossibile in que-s� tempi: come mantenere fede nel tempo a una promessa, quando inevitabilmente si cambia, quando le circostanze ci me%ono alla prova, quando si sperimentano disillusione e solitudine?

Domenica 29 gennaio abbiamo celebrato la festa della famiglia, coppie di sposi, dai 5 ai 50 anni di anniversario, hanno rinnovato le pro-messe nuziali tes�moniando che, grazie anche all’aiuto di Dio, è bello e possibile trascorrere insieme una vita. Il pranzo in oratorio ha arricchito la festa con la gioia dello stare insieme intorno alla buona tavola e la preghiera in chiesa per ricordarci che non siamo soli, ma abbiamo un Padre a cui affidarci in ogni momento della vita. Il gruppo famiglie, presente in parrocchia, offre un luogo in cui l’amicizia possa sostenere e approfondire la coscienza della vocazione matrimoniale, come don Luca ha so%olineato,

nel sacramento del matrimonio i protagonis� sono tre, gli sposi e Cristo. Permesso, grazie, scusa… Papa Francesco più volte ha ricordato queste semplici parole, che indicano un cammino sicuro. Permesso - perché l’altro è un dono di Dio, va rispe%ato così com’è, ascoltato, s�mato. Grazie - per non dimen�care che l’amore è gratuito, occorre essere sempre riconoscen� e non pretenziosi o lamentosi. Scusa - è la chiave di volta, riconoscersi biso-gnosi di perdono e saper perdonare. Solo così è possibile non farsi schiacciare dagli errori inevitabili. La parabola del figliuol prodigo esprime in modo mirabile come un abbraccio misericordioso possa cambiare la vita.

Mariangela Mosconi

LA NOSTRA PARROCCHIA 13

Festa della Famiglia Domenica 29 gennaio 2017

“Gesù, Maria e Giuseppe,

in voi contempliamo

lo splendore del vero amore,

a voi, fiduciosi, ci affidiamo”

Preghiera di Papa Francesco

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“Tu� possono sapere quello che io so…

ma il mio cuore, lo possiedo solo io” Questa frase, un inno all’in�ma sogge"vità e dramma�cità dell’amore, viene pronunciata da uno dei massimi eroi pensa� dal genio Goethe: il giovane Werther. La scelta di inizia-re questo ar�colo con una citazione così do%a non è mia. Essa è in realtà il lascito di una del-le serate dedicate al TeenSTAR – proge%o di educazione all’affe"vità e alla sessualità – che vede protagonis� gli adolescen� delle parroc-chie di tu%o il comune di Peschiera. Come de%o, la frase è una tes�monianza dei ragazzi. Mi sembra perfe%a per res�tuire lo scopo e il presupposto da cui nasce il percorso proposto. Seguendo la struggente dichiarazio-ne di Werther – il giovane Werther – l’amore e l’a%razione sembrano essere ambi� di vita re-lega� alla sfera dell’inesprimibile, dell’irrazio-nale, del sogge"vo. Si può capire tu%o dell’al-tro, ma il suo amore, quello no. Questo acqui-sisce ancora più peso se de%o in prima perso-na: di me comprenderete e scorgerete tu%o, non ciò per cui ba%e il mio cuore. L’amore goethiano è così. Così è l’amore roman�co; quello della follia, dello struggimento, dell’e-stasi. Di nuovo, a parlare non è soltanto il Werther, è il giovane Werther. Ritengo affasci-nante che una delle citazioni rilanciate e te-

ma�zzate nell’arco del TeenSTAR da parte dei ragazzi provenga dalle labbra di questo perso-naggio: i giovani hanno scelto un giovane! Questo è stato per me come un segnale vivido della grande opportunità che un cammino di questo �po può cos�tuire. La prima ba%eria di incontri è ormai termina-ta. Dedicata alla corporeità, nei suoi aspe" anche tecnici, essa ha cos�tuito la parte pro-pedeu�ca alla tra%azione dell’aspe%o relazio-nale ed emo�vo delle relazioni affe"ve. Gui-da� da un gruppo di professionis�, i ragazzi hanno potuto rifle%ere ed interloquire sulle �picità delle interazioni fra adolescen�. Questo ha permesso loro di constatare i diffe-ren� linguaggi con cui maschi e femmine tes-sono i propri rappor�. L’immediatezza di esempi e giochi che ci sono sta� propos� ha supportato un discorso stru%urato da riscontri scien�fici, psicologici e spirituali. Un piccolo esempio: sapevate che nella ricezione del pia-cere e dell’a%enzione la vista gioca un ruolo predominate nel maschio, mentre la donna è guidata in maniera più equilibrata a%raverso tu" i sensi? Le tema�che delle nostre serate assumono però anche un raggio più ampio. Ricordo il “compito” che gli psicologi hanno lasciato ai ragazzi per le vacanze di Natale: si tra%ava di una domanda assolutamente �ranna nel ta-

gliar fuori ogni �po di superficia-lità. Esiste – chiesero – un nesso fra il bello e il vero? Il riferimento è naturalmente al bello amoroso. Ciò che è causa di palpitazione, può venir connesso a quello che il nostro essere sente e crede ve-

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Leggere cuori Diario del progetto educativo TeenSTAR

TEMA DEL MESE Adolescen� e social

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ro? Non è facile cavarsi da un impiccio del ge-nere. Vorrei concludere non tanto con una ri-sposta, ma con una sugges�one; quella che ci ha spinto a cominciare il percorso con i ragazzi. L’immagine scelta per il programma educa�vo del TeenSTAR è – l’inglese aiuta – una stella. Ognuna delle cinque punte della stella indica un “fuoco” della nostra personalità: un fuoco fisico, un fuoco emozionale, un fuoco sociale, un fuoco intelle%uale e un fuoco spirituale. È dunque difficile trovare un criterio con cui sco-prire se un amore è vero. Lo è un po’ meno se il possibile criterio non è uno, ma sono cinque. “Tu" possono sapere quello che io so… Ma il mio cuore, lo possiedo solo io”. Il giovane Wer-ther pensava questo. Lo pensava e lo credeva con tu%o se stesso. I nostri giovani stanno fa-cendo un’esperienza differente. L’esperienza semplice ed elementare che i nostri cuori usa-no lo stesso alfabeto. Beninteso, è impossibile diventare un le%ore dei cuori altrui. L’analfabe-�smo sembra però ormai essere – carissimo Werther – un po’ passato di moda!

Paolo Bodini

Si scrive oggi di adolescenza, di disagio degli adolescen�, di mancanza di valori, di assenza di modelli. I figli sono lo specchio di noi adul�. Non voglia-mo rifare gli errori che hanno commesso i no-stri genitori, siamo sempre presen�, an�cipia-mo le loro mosse, i loro pensieri, le loro paure. Gli evi�amo in tu" i modi la sofferenza perché vogliamo che siano sempre felici. Il dialogo con loro è rio%oso, spesso fuggevole, la fre%a che impera nella nostra vita la riversiamo su di loro. Apparentemente ci ascoltano, in realtà seguo-no il loro pensieri a%en� all’ul�mo messaggio arrivato sul display dei loro one-touch. Un mondo di liquidità, di benessere apparente, parvenza di star bene che nasconde un males-sere soffuso sempre più diffuso. Negli occhi dei giovani spesso ci sono tracce di solitudine, di incomprensione, di inadeguatezza, di speranze disa%ese, di cocen� delusioni, di mancanza di a%enzione, di mancanza di tempo a loro dedi-cato col cuore. Tu%o deve entrare perfe%a-mente nel suo incastro: il lavoro, la casa, i figli, lo spazio per sé… davan� al loro diri%o di es-serci, al loro egocentrismo ci poniamo con i no-stri egoismi, con i nostri diri" di genitori che rivendicano i loro spazi… una lo%a interna, una lo%a impari già in partenza, una lo%a che a vol-te fa male… cozziamo con i nostri limi�, di fon-do noi non siamo perfe", di fondo loro non sono perfe". Le aspe%a�ve sono molto alte e davan� alle nostre richieste pretenziose ci tro-viamo di fronte a un disagio adolescenziale cre-scente. Equilibri delica� in un rapporto così importan-te come quello tra genitori e figli per cui vale la pena me%ersi in gioco ogni giorno, nonostante gli ostacoli, le provocazioni, i limi� da ambo le par�.

Carla Paola Arcaini

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Adolescenza Equilibri delicati

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Social network pro-contro... una realtà sem-pre più presente in rete e nella vita di mol� di noi. Una pia%aforma virtuale dove individui di tu%e le età ogni giorno condividono informa-zioni, pensieri, sta� d’animo, ma non solo. Una realtà dalle mille sfacce%ature. Noi, come individui, amiamo in genere parlare di noi stessi e questo perché parlare di sé è gra�ficante. Nella nostra società scarseggiano persone disposte e capaci di ascoltare, mentre tu" vogliono parlare e sfogarsi. Le distanze tra le persone che si vengono a creare per mo-�vi diversi (troppi impegni, figli, lavoro, ecc...) hanno favorito il prendere piede di nuove mo-dalità di socializzazione virtuale, come le chat le community, i social network. I social net-work hanno o%enuto tanta popolarità in quanto in qualche modo fanno da tramite alla soddisfazione di bisogni fondamentali dell’in-dividuo tra cui: • parlare di sè e dei proprio sta� d’animo • parlare della propria vita • esprimere le proprie idee e preferenze • esprimere la propria iden�tà. In tu%o ciò non è importante che dall’altra parte ci sia una persona fisica, ma qualcuno che legge o guarda ciò che faccio. Che darà un riscontro lasciando un proprio commento, o approvando ciò che posto. E’ chiaro, e così de-ve essere, che s�amo parlando di un mondo virtuale, quindi se u�lizziamo questo strumen-to per soddisfare un bisogno scavalcando la realtà ci troviamo di fronte a qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe e in questo caso entriamo in un ambito problema�co. Ad essere so%o esame non è quindi l’u�lizzo dei social, ma occorre essere consapevoli di come u�lizzare questo strumento, quanto tempo della mia giornata ci trascorro, cosa faccio, con quale scopo lo uso e così via.

I social si propongono di soddisfare anche de-gli altri bisogni, quali per esempio la socialità, la necessità cioè di uno scambio con altre per-sone. Avere mol� amici all’interno dei social network che interagiscono e partecipano alle mie a"vità, può darmi per un a"mo l’illusio-ne di avere rappor� interpersonali interessan-�. Se questo avviene però più in forma virtua-le che nella vita reale anche qui c’è qualcosa da rivedere. I social inoltre consentono di nascondersi al di là di uno schermo; questo ci dà anche la possi-bilità di sen�rci più prote". Mostrarci in mo-do diverso da quello che siamo e di dare un immagine apparentemente migliore; cela� dietro questo schermo, possiamo mostrare quello che vogliamo, o ancora smorzare paure che ci impediscono di dire come la pensiamo nella vita reale. I social sono anche uno strumento per riempi-re del tempo che magari non sappiamo come u�lizzare, ma a volte è facile perdersi e farsi prendere la mano e senza rendersene conto trascurare altre a"vità nella vita reale con tu%e le ripercussioni che ne conseguono. I social vengono anche u�lizza� per esprimere sen�men� come la rabbia, la tristezza, la delu-sione, la propria insoddisfazione, sen�men� “nega�vi” che molto spesso la società reale preferisce non “ascoltare”. Tu%o ciò fa%o in modo non eccessivo può funzionare come val-vola di sfogo. Ma anche in questo caso, non è tanto l’uso di questa modalità ma il suo “abuso”. E’ importante che i social network vengano u�lizza� per quello che sono e non come so-s�tuto di altro; la soddisfazione ul�ma dei no-stri bisogni va sempre cercata nella vita reale.

Vittoria Culo’

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Cosa sono i Social Network? “Socializzazione virtuale” e condivisione, ma non solo...

TEMA DEL MESE Adolescen� e social

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SUGGERIMENTI DI LETTURA

I nuovi adolescen4 e la fuga nel virtuale Genitori, educatori e insegnan4 di fronte alle nuove tecnologie di Chiara Bille, Giovanni Tagliaferro, Marco Volante

«I nuovi media, in par!colare Internet e il cellula-re, svolgono un ruolo importante nella vita dei giovani e aprono a un mondo di relazioni che offre opportunità di crescita senza preceden!. Un territorio affascinante, sconfinato e facilmente accessibile dove, tu)avia, possono trovare spazio anche contenu! e comportamen! potenzialmente dannosi. Se da un lato la rete dà spazio allo scam-bio, dall'altro rischia di divenire luogo della solitu-dine che relega in secondo piano la dimensione fisica, il dialogo verbale e non verbale, la trasmis-sione delle emozioni !pica dei veri rappor! inter-personali. Nascono al contempo nuovi fenomeni come il cyber bullismo, le moles!e, le «droghe so-nore», che sono frequenze scaricabili da Internet a basso costo capaci di agire sul cervello solleci-tando l'a/vità cerebrale in modo simile alle so-stanze stupefacen!. Oppure la diffusione di si!, blog e forum di persone accomunate dalla stessa ossessione per il cibo e colpite da anoressia o bulimia. Siamo di fronte a nuovi modi di apprendere: più per immagini che per conce/, più a)en! al concreto che a ciò che sembra astra)o, più per logiche binarie che razionali».

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Un uomo molto giovane aveva appena avuto un figlio e viveva per la prima vol-ta l'esperienza della paternità. Nel suo cuore regnavano la gioia e l'amore, che scorrevano a fiumi dentro di lui. Un giorno gli venne voglia di entrare in contatto con la natura perché, da quando era nato il suo bimbo, vedeva tutto bello e perfino il rumore di una fo-glia che cadeva gli sembrava musica. Decise quindi di andare nel bosco per goderne tutta la bellezza e sentire il canto degli uccelli. Camminava placida-mente respirando l’umidità che c’è in quei posti quando, improvvisamente, vi-de un’aquila su un ramo, e fu sorpreso dalla sua bellezza. Anche l’aquila aveva avuto la gioia di avere dei piccoli, ed aveva intenzione di arrivare fino al fiume

più vicino, catturare un pesce, e portar-lo nel suo nido come cibo per i suoi aquilotti. Era una responsabilità molto grande allevare e formare i suoi piccoli, affrontando le sfide che la vita offre. Nel notare la presenza dell’uomo, l’a-quila lo guardò e gli chiese: “Dove vai buon uomo? Vedo nei tuoi occhi la gioia “l’uomo le rispose: “Sai mi è nato un figlio e sono venuto nel bosco per-ché sono felice. D'ora in poi lo proteg-gerò sempre, gli darò da mangiare, e non permetterò mai che soffra il freddo. Giorno dopo giorno lo difenderò dai nemici che avrà e non lascerò mai af-frontare situazioni difficili. Non permetterò che mio figlio abbia le stesse difficoltà che ho avuto io, non dovrà mai sforzarsi per nessuna cosa.

Come padre, sarò forte come un orso, e con la po-tenza delle mie braccia lo circonderò, l’abbraccerò e non permetterò mai che niente e nessuno possa turbarlo." L’aquila lo ascoltava atto-nita, senza riuscire a crede-re a ciò che udiva. Poi lo

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L’abbraccio dell’orso Tratto da "Guida per genitori - PNL con i bambini" di Eric de la Parra Paz

L’ANGOLO DEI PICCOLI

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guardò e gli disse: ”Ascoltami bene. Quando la natura mi ha dato l’ordine di covare le mie uova, di co-struirmi un nido, conforte-vole, sicuro, protetto dai predatori, mi ha detto an-che di mettere dei rami con molte spine, e sai perché? Perché quando i miei picco-li saranno forti per volare, farò sparire tutta la comodità delle piume. Non re-sistendo sulle spine, si vedranno co-stretti a costruirsi il proprio nido. Tut-ta la valle sarà per loro, a patto che realizzino con i loro sforzi l’aspirazione di conquistarla. Se li abbracciassi, la loro aspirazione verrebbe frenata, e questo distrugge-rebbe in maniera irreversibile la loro in-dividualità, ne farebbe degli individui indolenti senza coraggio di lottare, né gioia di vivere. Prima o poi piangerei per il mio errore, perché vedrei i miei aquilotti trasformati in ridicoli rappre-sentanti della loro specie, e mi riempirei di rimorso e gran vergogna nel vedere l’impossibilità di gioire per i loro trionfi. "Io, amico mio" disse l’aquila, "amo i miei figli più d’ogni altra cosa, però non sarò mai complice della loro superficialità e immaturità”.

L’aquila tacque, poi, con maestosità si alzò in volo per perdersi all’orizzonte. L’uomo tornandosene a casa, meditò sul terribile errore che avrebbe com-messo dando a suo figlio l’abbraccio dell’orso. Giunto a casa abbracciò il suo bimbo per alcuni secondi, poi si rese conto che il piccolo cominciava a muovere le gambe e braccia come per dimostrare il suo bisogno di libertà, senza che nes-sun orso protettivo lo ostacolasse. Da quel giorno l'uomo cominciò a pre-pararsi per diventare il migliore dei pa-dri.

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20 PROGRAMMA QUARESIMA

QUARESIMA 2017

Esercizi Spirituali Ci?adini

Mercoledì 8 – Robbiano, Madonna aiuto dei Cris�ani ore 21.00 Giovedì 9 – Mezzate ore 21.00 Venerdì 10 – San Bovio ore 21.00

Visita del Papa a Milano

Sabato 25 MARZO (sospesa la S. Messa delle 18.00)

Celebrazione Penitenziale

Giovedì 6 aprile ore 21.00

Lodi Ma?u4ne

Ore 6.15 dal lunedì al venerdì insieme al Cammino neocatecumenale Alle 8.30 dal lunedì al giovedì, prima della S. Messa

Ogni martedì per ragazzi

Ore 7.15 preghiera ragazzi medie e colazione in oratorio (il pullmino dell’oratorio è a disposizione per andare a scuola) Ore 7.45 preghiera ragazzi elementari e colazione in oratorio

Ogni venerdì

Ore 8.30 Via Crucis - Mezzate Ore 17.30 Via Crucis per ragazzi - Mezzate Ore 20.30 Via Crucis per tu" - Bellingera

Quaresima di Carità TuA

Prima domenica Distribuzione sussidio per la Quaresima: domenica della Parola Seconda domenica Raccogliamo il corrispe"vo del digiuno del I venerdì, per i terremota� Terza domenica Raccolta pasta, riso, scatolame des�nato alla Caritas ci%adina Quarta domenica Raccolta pasta, riso, scatolame des�nato alla Caritas ci%adina Quinta domenica Raccolta pasta, riso, scatolame des�nato alla Caritas ci%adina Domenica delle Palme Banco vendita gruppo missionario parrocchiale

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«“In questa ci�à io ho un popolo numeroso” dice il Signore (At 18,10)» è il �tolo della vista del Santo Padre, che rappresenta per la Diocesi di Milano e per tu%a la Lom-bardia un evento straordinario. Saranno previs� even� culturali di accompagnamento e di pre-sentazione della visita del Papa. Che vuol essere quanto più possibile universale. Come ha ricor-dato l’arcivescovo di Milano Angelo Scola, «è desiderio del Papa che nessuno si senta escluso. Es-sendo una Visita pastorale, è rivolta in modo dire%o a tu" i fedeli, cioè a tu" i ba%ezza�, quindi alla stragrande maggioranza dei 5 milioni di abitan� della diocesi, anche magari a quelli che sono meno fedeli alla Messa». Ecco perché, per organizzare al meglio le iscrizioni, la Diocesi ha deciso, con l’aiuto dei parroci, di cercare dei Responsabili Organizza�vi Locali (Rol), oltre a Tremila volontari richies� per ges�re le fasi dell’evento. Una «giornata intensissima», con al cuore la Santa Messa delle ore 15 al parco di Monza, cui tu" sono invita�.

Programma

Papa Francesco arriverà all'aeroporto di Linate sabato 25 marzo: lì sarà accolto dalle autorità per poi spostarsi, alle ore 8.30, alle Case bianche di via Salomone-via Zama, dove incontrerà alcuni residen� (incontro riservato) Ore 10: il Pontefice si recherà in Duomo, dove incontrerà i Ministri ordina� e la Vita Consacrata. Al termine dell'incontro, Papa Francesco si sposterà in piazza Duomo per recitare l'Angelus, salu-tare e benedire i presen�. È un brevissimo momento di preghiera. Ore 11.30: Papa Francesco si recherà al carcere milanese di San Vi?ore dove incontrerà i detenu-� e pranzerà con loro. È un momento solo per i detenu! e il personale. Ore 15: Papa Francesco celebrerà la messa al parco di Monza. È l'incontro cuore della visita. Tu" sono a%esi qui da Papa Francesco: partecipare è facile, gratuito e libero. Ore 17.30: allo stadio Meazza di San Siro, Papa Francesco incontrerà i ragazzi cresimandi e cresi-ma�, i loro educatori, genitori, padrini e madrine.

Referente per la nostra Parrocchia Daniela Sanna

LA VISITA DEL PAPA

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22 GIORNATA DELLA VITA Domenica 5 febbraio

In occasione della Giornata della Vita, con la vendita delle primule la nostra parrocchia ha raccolto 450 euro da donare al CAV di San Donato.

Grazie a tu/!

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Chirico Alba

Corbelli Valeria

Degol Andrea

Di Cristo Lorenzo Salvatore

Girace Raffaele

Gulti Alessandro

Millesi Giorgia

Morana Chiara

Parmigiani Leonardo

Paticchio Leonardo Vincenzo

Piccoli Alma

Raimondi Ian

Righini Matteo

Ruggeri Giorgio Giovanni

Sabatino Luca

Sisillo Altea

Trio Marta

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Bisanzio Rocco Alfredo & Casolati Benedetta Virginia

Ruscigno Giuseppe & Vasile Monica

Anagrafe parrocchiale

Matrimoni

Nati in Cristo

Barbieri Natale

Dotti Pierino

Fini Silvio

Gatto Maria

Giovinetti Franca

Gobbi Giovanna

Gulti Angelo

Lamperti Carla

Losito Leonarda

Lucca Alessandro

Lucchini Giulia

Lumaca Vito

Manfredi Renzo

Rossi Elia

Rubino Tommaso

Sorteni Margherita

Stefanoni Andrea

Suardi Felice

Vailati Processo

Zanella Bruno

Tornati alla casa del Padre

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