l ’ a s s e m b l ld e c ol l a i n d e c ol la i n ea d ... · l ’ a s s e m b l ea di t o r i...

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L A s s e m b l ea d i T o r i n o d e c ol l a i n Mo ng o l fi e r a giugno-luglio 2009 - n. 264 confederata in Direzione: Torino - via San Francesco da Paola, 20 - Sped. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Torino - N. 5/2009 - Torino - giugno-luglio 2009 - n. 264 - Anno XXXI - Abbonamento annuale 20 - (contiene I.P.) Biella. Analisi della crisi tessile d e c ol l a i n Mo ng o l fi e r a L A s s e m b l ea d i T o r i n o Aosta. Forte di Bard incontro proficuo con autorità locali Biella. Analisi della crisi tessile Aosta. Forte di Bard incontro proficuo con autorità locali

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L’Assemblea di Torino

decolla in Mongolfiera

giugno-luglio 2009 - n. 264

confederata in

Direzione: Torino - via San Francesco da Paola, 20 - Sped. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Torino - N. 5/2009 - Torino - giugno-luglio 2009 - n. 264 - Anno XXXI - Abbonamento annuale € 20 - (contiene I.P.)

Biella.Analisi della crisi

tessile

decolla in MongolfieraL’Assemblea di Torino

Aosta.Forte di Bard

incontro proficuo

con autoritàlocali

Biella.Analisi della crisi

tessile

Aosta.Forte di Bard

incontro proficuo

con autoritàlocali

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3giugno-luglio 2009

giugno-luglio 2009 n. 264

Sommario

Riunione deipensionati con il

presidente delcoordinamento

nazionale, Zeme.

11

Biella. Economia ed energia

a confronto.Crisi e fabbisogno

energetico.

14

Don Sciortinodirettore di uno dei più influentisettimanali cattolici.Al centrodell’attenzionemediatica attuale.

28

COPERTINA4 Air World Game Turin Giochi mondiali

dell’aria ■ ONU L’anno dell’astronomia

VITA ASSOCIATIVA5-19 Torino. Assemblea annuale degli associati.

Relazione del consiglio all’assemblea –Iniziative e bilancio di un anno – Interventodel presidente federale GiorgioAmbrogioni ■ Lettera aperta delpresidente nazionale del coordinamentopensionati Sergio Zeme ■ I manager per l’Abruzzo (donazione tramiteVISESONLUS) ■ Assemblea Biella. La crisi e le sue conseguenze SandroBecchia ■ Dirigenti in politica (Biella, Asti)■ Ricordo di Cavalleri (Biella) ■ Alessandria.La riforma dei contratti (1993-2009) ■ Leadership decisioni e stress ■ Associazione dirigenti azienda no profit(ADONP) ■ Transizione di carriera Mario Sulprizio

CIDA20 Contratto pubblico impiego. Accordo analogo al privato

ATTUALITÀ21 Il Cnel non è un ente inutile Giuseppe Taddei

FORMAZIONE22-23 AMC. Che cos’è? Associazione Management Club ■ Virtual tutor

per informazione e formazione a distanza

ECONOMIA24 Valle d’Aosta. Forte di Bard. Un futuro imprevedibile

OPINIONI25 Occasioni perdute Gianni Silvestri

SINDACALE-PREVIDENZA26-27 Ricollocazione dei dirigenti (art. 20 legge 266/1997) ■ Gli ante ‘88

TERRITORIO28-29 Alba. Editrice Paoline di Famiglia Cristiana Gianni Formagnana

■ Mirabilia. Teatro di strada C. F.

VARIE30 Panorama letterario torinese Gianni Borgo, Piero Femore

LETTERE31-33 Un evento paranormale Mario Benedetti, Graziano Grua, Caio Mario

Visconti ■ Dal Corriere della Sera, un giudizio rassicurante ■ DirClubCronache e programmi Lina Del Core ■ Lettera di Roberto Fincaticon risposta

5Il presidente Cusellipresental’Assemblea aTorino.

Questo numero è disponibile sul sito: www.ildirigente.it

In copertina: La Mongolfiera protagonista dei giochi mondiali dell’aria a Torino.

Questo numero è stato chiuso in tipografia il 24 giugno 2009.

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giugno-luglio 2009

Copertina

DIRIGENTE D’AZIENDAwww.ildirigente.it

Periodico di Federmanager Piemontein collaborazione con:Federmanager Aosta

CIDA e Federazioni aderentiFondato da

Antonio ColettiDirettore responsabile

Carlo BarzanCondirettori

Andrea Rossi, Roberto GranatelliSegretaria di Redazione

Daniela ParisiImpaginazione e iconografia

Enza GonellaRassegna stampa

Augusto BotComitato di redazione

Mario Benedetti, Arturo Bertolotti (Collaboratore),Edoardo Benedicenti, Marcello Carucci,

Claudio Cavone, Sergio Favero, Andrea Freni,Gianfranco Guazzone, Antonino Lo Biondo,

Stefano Moscarelli, Pier Giorgio Prato,Ezechiele Saccone, Giuseppe Scoffone

Corrispondenti dalle ProvinceLuigi Caprioglio (Alessandria),

Ezio Mosso (Asti), Sandro Becchia (Biella), Gianni Formagnana (Cuneo), Giovanni Silvestri (Novara),

Pierluigi Lanza de Cristoforis (VCO),Renzo Michelini (Vercelli)

Dirigente d’azienda viene inviato agli iscritti,in abbonamento compreso nella quota as-sociativa. Anche a: Parlamentari, SegreteriePartiti Politici, Autorità regionali e locali, Uffi-ci Stampa, Ministeri, Istituzioni varie,Finanziarie, Camere di Commercio, Univer-sità, Aziende a PP.SS. e Private, Rappresen-tanti Enti e Associazioni, Stampa ordinaria especializzata e TV locali, Organizzazioni Sin-dacali dei Lavoratori e degli Imprenditori,Consiglieri Federmanager, Unioni RegionaliCIDA, Presidenti CIDA - FASI - Consed

Pubblicitàc/o Federmanager Piemonte [email protected]

tel. 011.562.55.88Direzione, redazione e amministrazione

c/o Federmanager TorinoVia S. Francesco da Paola, 20 - 10123 Torino

Tel. 011.562.55.88 - Fax [email protected]

[email protected]@federpiemonte.it

EDITOREFEDERMANAGER PIEMONTE

Presidente Angelo LuvisonVice Presidente Andrea FreniTesoriere Vittorio Ambrosioc/o Federmanager Torino

[email protected] e Stampa

G. Canale & C. S.p.A. - Borgaro T.se (TO)Spediz. in abb. post. Pubblicità 45% art. 2 c. 20/bLegge 662/96 filiale di Torino. Autorizzazione delTribunale di Torino N. 2894 del 13 settembre 1979- Iscrizione al ROC. numero 15699

Associato all’USPI(Unione Stampa Periodica Italiana)

Lettere e articoli firmati impegnano tuttae solo la responsabilità degli autori.

La tiratura di questo numero è stata di 9.500 copie

Copertina2009-1969 - Quarantesimo anniversario dello sbarco sulla LunaTorino 2008 - World Air Games - Acrobazie nell’area torinese2009. ONU - Anno Internazionale dell’Astronomia

Alla mongolfiera dedichiamo lacopertina di questo numero esti-vo, perché di tutti gli eventi che

ricorrono quest’anno, la mongolfiera èquello più prossimo alla dimensioneumana ed in virtù dei colori, la più pitto-resca e rappresentativa.

I torinesi più curiosi hanno potutoassistere ai virtuosismi e alle acrobazienell’aria, che hanno visto cimentarsinelle aree torinesi e limitrofe temerariche hanno sfidato con tutti i mezzi, leleggi della gravità su deltaplano, para-pendio, paracadutismo, elicotteri, aero-

modellismo. Spettacolare l’atterraggiodi venti paracadutisti di precisione chesi sono lanciati da un aereo a 1500 metrinel cielo di Torino per portare a terra lequaranta bandiere delle nazioni parteci-panti.

Ma il cielo – quello sopra di noi, visi-bile ad occhio nudo – dall’eternità celauno dei misteri inviolati dal nostro pen-siero: l’infinito.

Qualche passo avanti è stato fatto inventi secoli, sino a portarci a due grandiconquiste: l’astronomia e l’ardimentososbarco sulla Luna. ❑

Il 2009 è stato proclamato dall’ONU Anno Internazionaledell’Astronomia, IYA2009

Cos’è l’anno dell’astronomia

L’Anno Internazionale dell’Astrono-mia rappresenta un’ottima opportu-nità per dare visibilità e ritorno di

immagine all’Italia, che ha svolto unruolo determinante in tutte le sedi inter-nazionali e che è inoltre, la patria di Gali-leo Galilei che nel 1609, giusto 400 annifa, a Padova alzò per la prima volta alcielo il suo cannocchiale.

Per l’Italia il referente, a livello globa-le, per il coordinamento delle iniziativedi IYA2009 è INAF, incaricato formal-mente ad “agire per conto del Ministerodell’Università e Ricerca in questo speci-fico ambito, continuando a rappresenta-re l’Italia presso la comunità astrofisicainternazionale e svolgendo un ruolo dicoordinamento nei confronti di quellanazionale”.

IYA2009, a cui partecipano più di 100Paesi, riveste grande importanza sulpiano culturale e si pone, con i progettidi eventi e manifestazioni per il pubbli-co, degli obiettivi “alti” che toccano, tragli altri, temi come il ruolo della scienzae il suo contributo alla società e alla cul-tura, la crescita dei Paesi in via di svilup-po, l’avvicinamento dei giovani all’Astro-nomia, ed alla scienza in generale, lariscoperta del cielo come eredità univer-sale dell’uomo, lo sviluppo sostenibile.

Attraverso l’osservazione del cielo, siinvitano i cittadini di tutto il mondo, esoprattutto i giovani, a riscoprire il proprioposto nell’Universo, il senso profondo dellostupore e della scoperta, le ricadute e l’im-portanza della scienza sulla vita quotidia-na e sugli equilibri globali della società. ❑

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Vita associativa

5giugno-luglio 2009

L’Assemblea si apre su uno scenario affol-lato di hostess, quattro impiegate albanco della registrazione per le presen-

ze e consegna delle deleghe, gadget di rico-noscimento, le altre ciascuna ai banchi chefanno da cornice all’improvvisato bar che for-nisce un ricarico di caffeina per chi ne avessenecessità. È un anticamera consueta di rico-noscimenti, saluti o ricerca di colleganze lon-tane.

Ci siamo soffermati su questa parte margi-nale ma non estranea di questa assemblea poi-ché lo svolgimento della serata non deve delu-dere le attese. Si compie un evento dovuto chetalvolta si riduce a una mera successione diatti formali, ma di questi tempi così grami civuole qualcosa di più per scuotere gli ignavi,soddisfare le attese, accendere gli entusiasmi.

Vedremo come. I giovani dirigenti sarannoi protagonisti assenti di questa assemblea.

Protagonisti perché chiamati in causa piùvolte, come depositari di speranze, oggetto diattenzioni fiduciosi nei loro talenti.

Ed a un giovane il compito di aprire la riu-nione. È Marco Bertolina il designato chedimostra di essere all’altezza della nostra fidu-cia ricordando le numerose iniziative realiz-zate nell’anno dal gruppo torinese che siaffianca al nutrito numero di colleghi che sonoinseriti nei vari Enti e Fondazioni che garanti-scono la compattezza della categoria.

In particolare annota, non senza orgoglio,che al nostro Presidente provinciale RenatoCuselli è stata affidata la responsabilità delfondo più qualificato per rilanciare la catego-ria: Fondirigenti in fatti insieme alla consorel-la AMC (Associazione Management Club) – dicui è ancora Cuselli il Presidente – hanno iprogrammi più impegnativi al fine di mostra-re che il mutamento di rotta – da tutti gli esper-ti invocato come necessario della ripresa – ènelle mani di quelli che sono alla barra deltimone.

La cultura d’impresa non si improvvisa maè il risultato di un lavoro che chiede la parte-cipazione di tutti, dentro e fuori delle offici-ne. È una scuola permanente che non si indos-sa come un abito ma è l’abito stesso il qualeda solo non basta se non è tutt’uno con la per-sona.

Assemblea Torino 2009

Non solo un bilancioma un’occasione per la ripresa“Vogliamo, una volta di più, ribadire l’impegno assoluto di tutelare e garantire ai nostri associati che tuttociò che abbiamo conquistato sul campo in anni di lavoro e sacrificio sarà sempre al centro di ogni nostraattività-iniziativa-proposizione, ma ricordando a tutti che solamente uniti e sempre più numerosi e partecipiriusciremo a contare e farci ascoltare”*

*Dalla Redazione di Renato Cuselli

Ci sia permessa una digressione: giorni orsono si commentava con favore il progetto del-l’Amministratore Delegato della Fiat Mar-chionne che ha osato sfidare le più affermatemarche americane. Abbiamo ritenuto che solocon la consapevolezza di avere un tessuto dialtissimo pregio e qualità, poteva confeziona-re un capo così allettante. Marchionne è ilsarto, ma il materiale da lui usato è dato dallagenialità di quelle maestranze, operai comedirigenti, che giorno per giorno creano il pro-dotto di eccellenza riconosciutoci in tutto ilmondo.

Saranno poi i due Presidente Cuselli eAmbrogioni a toccare le corde più sensibili perfar scattare la platea in un applauso dove ilconsenso era palpabile per l’intensità e ladurata.

Nelle pagine seguenti daremo in dettaglioi loro interventi. Qui giova sottolineare i puntidi maggior efficacia quando ad esempioCuselli scandendo le parole ha esclamato “chetutto ciò che abbiamo conquistato sul campoin anni di lavoro e sacrifici sarà sempre al cen-tro di ogni nostra attività, iniziativa, proposi-zione”.

Così Giorgio Ambrogioni ha saputo com-muovere l’uditorio quando parlando del con-tratto ha affermato che “noi daremo la prioritàai disoccupati ai quali, con il sostegno econo-mico offriamo la possibilità di rinnovare le pro-prie competenze per rientrare sul campo dellavoro”.

Questa non è assistenza nell’accezione abi-tuale di un aiuto esterno, bensì una dichiara-zione solidale di partecipazione al dramma dichi ha sofferto un ingiustificata esclusione e ditrovarsi a fianco una categoria intera prontaad aiutarlo per risalire la china.

Il principio di solidarietà – parola, conve-niamo, logora abusata e demodè – è statarichiamata da Ambrogioni anche nel puntocontroverso del Fasi (tariffe più alte per i pen-sionati) quando citando il Fasi ne ha rivendi-cato il valore positivo di un patto generazio-nale. Questo è stato il contatto che ha com-pletato il suo intervento di integrazione e con-duzione di un disegno che tutti raccoglie inun bozzolo impenetrabile.

La forza in questa ritrovata compattezza,

dove tutti, giovani e vecchi in servizio o disoc-cupati al top della carriera o neo assunti, sonochiamati a condividere gioie e dolori di per-sone chiamate a grandi responsabilità consa-pevoli che solo il Sindacato può sancire condelle regole valori e doveri diversi.

Solo così sarà una forza e avremo il confor-to di protezione e sicurezza.

I lavori proseguono – tocca al Tesoriere –l’immane fatica di un bilancio esauriente eperfetto aggravato da un incidente che l’hacostretta alla poltrona per due o tre mesi, tant’èche i vari movimenti contabili sono stati age-volati dall’utilizzo del computer.

Ma le approvazioni statutarie di rito guida-te dal Presidente Cuselli, sono state interrotteda un fuori programma, che rientra nel piùampio disegno di fare dell’Assemblea unmomento di coesione più aperto di un meroambiente di lavoro.

Chiamata sotto i riflettori della notorietà èla signora Franca Bardi. Da lontano si vede ungruppo di persone attorno a una signora cheforse rifiuta di mettersi in mostra, accade a unacerta età. Ora che l’interessata è in piedi quasinon si vede. Piccola, minuta è la classicasignora senza età, potrebbe avere 60 o 90 anniè sorpresa e imbarazzata. Una ragazza conse-gna al Presidente un grande mazzo di fiori chel’interessata non può neanche trattenere,intanto la platea viene informata che la Signo-ra Franca Bardi è la più anziana dei nostriiscritti, vive a Bordighera, legge accuratamen-te il nostro periodico non solo, telefona setti-manalmente al Presidente per sapere le novitàdell’ufficio.

Ormai conosce tutte le impiegate e dichia-ra che vorrebbe in qualche modo collabora-rare, aiutare, essere vicina a noi. Commozio-ne, curiosità, compiacimento, il tutto conden-sato in un grande convincente affettuosoapplauso.

La prima parte dell’assemblea sta per con-cludersi, l’atteso intervento del PresidenteFederale zittisce la platea con una compuntaattenzione.

Non saremo delusi. ❑

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6 giugno-luglio 2009

Vita associativa

Relazione del Consiglio per l’Assemblea del 16 giugno 2009

Care Colleghe e Colleghi,anche nell’anno trascorso è proseguito il nostro impegno teso a

garantire sempre più il soddisfacimento delle Vostre aspettative cer-cando altresì miglioramenti e innovazioni.

Al proposito un ringraziamento al nostro Direttore Roberto Gra-natelli, a tutto lo staff di struttura ed ai soci che “volontariamente”hanno prestato la loro gradita collaborazione.

La nostra struttura sempre più deve essere vicina agli associati conreattività e flessibilità per adattarsi sollecitamente ai bisogni e alleaspettative dei nostri iscritti, siano essi in servizio che in quiescenza.

Il 2008, con prosecuzione anche nel corrente anno 2009, è statocaratterizzato dalle debolezze generalizzate di tutti i settori econo-mici, ma soprattutto di quello industriale con forti ricadute sullanostra categoria, che non gode di ammortizzatori sociali.

Il clima di fiducia nel futuro è deteriorato, assistiamo alla costan-te riduzione del numero dei dirigenti, ed in particolare degli over 50,nei luoghi di lavoro e nella qualifica di occupati; un bilancio ama-rissimo, che vedrà proprio negli ultracinquantenni le principali vit-time designate. Già oggi rileviamo che un numero molto elevato di50enni in salute e a caccia di lavoro, ma il mercato sembra respin-gerli. Troppo giovani per la pensione, troppo vecchi per lavorare.

Si tratta di miope efficienza, che produce danni alle stesse azien-de, poiché si vanifica un know-how costruito negli anni. Un’illuso-ria stabilità lavorativa raggiunta intorno ai 35 anni e una soglia dipotenziali esuberi a 45/50 anni. Ma i cinquantenni sono una risorsa,sicuramente da riformare, riqualificare, sostenere, motivare, ai qualici pare delittuoso e dispersivo imporre un futuro da pensionati pre-coci, ai limiti della sussistenza, da disoccupati per forza e per pro-fessione. Al contrario, possono essere rilanciati con profitto, valen-dosi della loro esperienza, non più dipendenti ma intraprendenti condelle nuove formule di lavoro creative e innovative.

Siamo alla stagione dei nuovi inizi che, nasce dalla situazioneattuale elaborando un trauma, lavorando sui talenti, sulle nostre intel-ligenze, sulle nostre qualità; dobbiamo individuare nuovi modelli dibusiness e attraverso la formazione aiutare a sviluppare uno spiritoimprenditoriale. Ora più che mai c’è bisogno di persone che abbia-no il coraggio di osare, osare a pensare al proprio successo per tra-sformare l’attuale momento difficile in un’opportunità.

A livello di rinnovo di contratto chiederemo sostegno al dirigen-te in difficoltà, perché abbiamo la consapevolezza che gli strumen-ti bilaterali introdotti (sostegno al reddito e agenzia del lavoro diri-genziale) hanno prodotto risultati molto inferiori alle attese; diamoquindi forza a elementi correttivi, definiti anche dal confronto eapprofondimento tra FASI e FONDIRIGENTI, nella logica anchedi un sostegno più ampio e integrato con l’intervento pubblico.

Noi dirigenti auspichiamo un modello di management europeo epuntiamo ad un ruolo sociale in cui assumere più responsabilità e piùpeso professionale. Siamo l’asse portante dello sviluppo e dell’inno-vazione, non solo tecnologica; il nostro ruolo deve essere incentratoal massimo sulla selettività e sulla meritocrazia, per partecipare atti-vamente alla costituzione della “nuova classe dirigente” che gover-nerà il futuro, non solo del nostro paese, ma dell’Europa tutta.

Finora si sono fatte tante, troppe parole, è ora di passar concretamen-te ai fatti e da questi ne potrà discendere come logica conseguenza sia l’ar-monizzazione della legislazione del lavoro che di quella previdenziale.

Spesso si attribuisce la qualifica di manager a figure che con i diri-genti industriali non c’entrano per nulla; non si deve ignorare chele aziende italiane di maggior successo sono quelle che dispongonodi una struttura manageriale.

La nostra categoria è quella che concretamente manda avanti leimprese in modo oscuro; non andiamo sui giornali e non percepia-mo quelle retribuzioni che invece i mass-media assegnano generi-camente ai manager, questi “happy few”, appunto pochi. La loro feli-cità non è la nostra, anzi noi siamo pesantemente toccati dalla crisie con facilità estromessi dalle imprese; si stima, infatti, che entro lafine del 2009 circa 9.000 dirigenti (l’8% di quelli in servizio), per-deranno il posto di lavoro.

La nostra categoria, composta di persone formate nel tempo, ric-che di conoscenze ed esperienze, abituate al sacrificio del propriotempo e delle proprie energie, pronte nel prendere decisioni ed assu-mersi dei rischi, si offre come interlocutrice propositiva sui proble-mi d’interesse nazionale ai quali ritiene di poter dare proposte diconcrete soluzioni.

Con il lavoro ci siamo conquistati il diritto di proporre, alle forzesociali ed imprenditoriali l’opportunità di servirsi di noi. Questi ipunti fondamentali delle proposte della classe dirigente italiana.

Attività 2008Abbiamo, anche nel passato anno, consolidato i rapporti con le

rappresentanze Regionali, Provinciali, Comunali, Confindustria,Unione Industriale, Confservizi, Api, con le aziende presenti sul ter-ritorio e con primarie società di formazione ed outplacement sia periniziative promozionali che per essere, sempre, al fianco di colleghiin caso di necessità.

Rilevante è stato l’impegno per l’assistenza individuale e collettiva,sia con coinvolgimento delle RSA esistenti che di colleghi operanti inaziende coinvolte in processi di ristrutturazione e crisi aziendali.

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Vita associativa

7giugno-luglio 2009

La forte crisi di liquidità delle aziende ha altresì pesato sulla concre-ta possibilità di erogare, nei tempi dovuti, le liquidazioni e gli incenti-vi all’esodo dei colleghi. Il fenomeno della dilazione dei pagamenti èstato preoccupante e ci sono state punte di 30 mesi solo per TFR e preav-viso; in difetto di accettazione da parte dei colleghi interessati, il rischioper l’azienda coinvolta era quello di portare i libri in tribunale... lascioa Voi i commenti sull’accettare o meno le dilazioni richieste.

Le aziende più “serie” hanno continuato la loro politica di incen-tivazione all’esodo con il rispetto dei pagamenti, ma in ogni casoquello che ha preoccupato maggiormente è il numero sempre altodegli esodi.

Se in generale, nel senso del numero complessivo, si è denotatauna flessione delle uscite nella seconda metà del 2008, ciò è dovu-to all’opera della nostra Associazione che si è sforzata a “dilazio-narle” negli effetti concreti, nel senso che trattative serrate e nonsemplici hanno condotto all’effettuazione del preavviso in servizio(in luogo del pagamento immediato dell’indennità sostitutiva) evi-tando così, con soddisfazione del dirigente, il trauma della repenti-na uscita dall’azienda sfruttando, in certi casi, anche l’opportunitàdi un servizio di out-placement.

I dati comunque parlano chiaro. Su 497 risoluzioni, oltre 50 coneffetto posticipato per permettere una ricerca di lavoro… ancora instato di “servizio” aspetto che, secondo la nostra esperienza, facili-ta la ricollocazione.

L’impegno di Federmanager APDAI si è anche canalizzato nellaassistenza contabile e tecnica delle varie procedure concorsuali conassistenza presso il Tribunale fallimentare.

La situazione di sofferenza descritta sembrerebbe destinata amigliorare secondo gli esperti e gli economisti più accreditati eFedermanager APDAI, pur auspicando tale miglioramento, ma senzaillusioni di sorta, ha fatto un passo avanti ponendo le basi, con l’U-nione Industriale e l’API per l’istituzione di un tavolo di monitorag-gio della criticità industriale al fine di capire e verificare puntual-mente se e come questi miglioramenti avverranno.

Alcuni dati numerici sulle attività di assistenza/consulenza ainostri soci:

● Servizio legale/contrattuale: n. 1200 colleghi assistiti, di cui497 per risoluzioni del rapporto di lavoro; 703 per problematicherelative all’attività lavorativa e consulenze a vario titolo;

● Servizio di previdenza: n. 1260 colleghi assistiti, di cui 310pratiche di pensione concluse e 950 pratiche di consulenze pensio-nistiche esplorative;

● Servizio di assistenza sanitaria (convenzioneFASI/FEDERMANAGER): oltre 2500 colleghi e familiari assisti-ti per pratiche relative a rimborsi FASI e ASSIDAI e altri istituti,convenzioni dirette/indirette con le strutture sanitarie, inoltre oltre200 colleghi assistiti per consulenze di rilevante complessità e gra-vità;

● Servizio di ricollocazione Manager at Work: 56 colleghiiscritti hanno usufruito del servizio, mentre l’attività di out-place-ment, attraverso le convenzioni, stipulate con primarie società delsettore, ha prodotto risultati soddisfacenti con 120 colleghi rientra-ti nel circuito lavorativo su 180 che hanno usufruito del servizio, conun tempo medio di ricollocazione di 8 mesi;

● Servizio di assistenza fiscale: ha svolto le seguenti attività:1991 dichiarazioni dei redditi; 175 elaborazioni RED/INPS-INP-DAP; 11 dichiarazioni ISEE; 200 dichiarazioni bollettini ICI. Incomplesso 2377 iscritti hanno usufruito del servizio;

● Gruppo Giovani: anche nel 2008 il Gruppo si è particolar-mente distinto nel proporre momenti di incontri formativi ed infor-mativi con l’obiettivo principale di fare proselitismo e svilupparel’aggregazione anche con altri gruppi giovani.

Nel gruppo confluiscono attualmente 450 colleghi under 45, dicui 34 donne.

Unione Regionale Piemonte - FE.PIAnche nel 2008 sono continuati i cordiali rapporti con Federma-

nager Piemonte, sia con il Presidente Angelo Luvison che con i Pre-sidenti dei Sindacati Provinciali Piemontesi; con soddisfazionesegnaliamo che Torino ed il Piemonte hanno consolidato ed imple-mentato dignità di ruolo e rappresentatività a livello nazionale.

L’occasione mi è altresì gradita per segnalare una rinnovata e piùforte sinergia con Federmanager Aosta, con la quale stiamo costruen-do rapporti di stretta collaborazione.

Unione Regionale Piemonte - CIDAIl Presidente CIDA Piemonte Edoardo Benedicenti ha svolto un

rilevante e proficuo ruolo nelle riunioni dei Comitati INAILed INPS,nelle Commissioni costituite per le problematiche del rapporto dilavoro dei dirigenti Enti Locali e nelle Commissioni dell’AgenziaRegionale del lavoro per la ricollocazione sul territorio dei dirigen-ti delle PMI.

Periodico Dirigente d’aziendaDoveroso il ringraziamento al “creatore” e “vero motore” del

periodico Andrea Rossi, che con il supporto del Direttore Carlo Bar-zan ed il ruolo fondamentale e determinante di Enza Gonella e Artu-ro Bertolotti, hanno consentito che il Periodico risultasse sempre inlinea con le aspettative dei lettori fornendo informazioni e notizieparticolarmente apprezzate anche da parte di “non soci” che hannovisitato il nostro periodico sul sito internet con oltre 2000 contattinel corso dell’anno 2008.

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8 giugno-luglio 2009

Eventi promossi

Come si può rilevare, qui di seguito, nelcorso dell’anno, abbiamo organizzato 24 con-vegni/seminari che hanno visto la partecipa-zione di oltre 2400 colleghi. Ecco i titoli:

– Manager: come sono valutati dai loro col-laboratori;

– Valorizzare l’esperienza - il cambiamen-to demografico sul mercato del lavoro;

– Internazionalizzazione: non più sceltabensì necessità;

– Il comportamento assertivo;– Project poatfolio management - un’idea

che si fa realtà;– Credere in sé stessi;– Tematiche FASI - Colloqui con il presiden-

te FASI;– Comunicare in modo efficace;– Definire gli obiettivi con la tecnica Smart;– Stile d’azione; tipi psicologici - nuovi stru-

menti per il management;– Project management - Chi ha paura del

rischio progetto;– Sicurezza sul lavoro - Nuova riforma del

testo unico DL 81/08;– La gestione dei servizi - Come collegare

strategia all’operatività;– Definire gli obiettivi con la tecnica Smart;– Six Sigma - Identificare e ridurre la varia-

bilità nei processi;– L’arte della negoziazione;– Il ponte della comunicazione;– Strategie di negoziazione - La negoziazio-

ne nel contesto lavorativo;– La psicologia del consumatore per diven-

tare più consapevoli.

Progetto integrazione sistema gestionale al sistema amministrativo

L’obiettivo fissato da APDAI, la prima asso-ciazione in Italia, è stato quello di utilizzaretutte le funzionalità offerte dal sistema già esi-stente ed in uso per il modulo gestionale-ana-grafico per:● l’ottimizzazione dei processi gestionali ed

amministrativi dell’Associazione mediantel’integrazione dei servizi anagrafici con lacontabilità generale;

● creare maggiore sinergie tra le persone dellastruttura con conseguente risparmio di costied affidabilità dei dati consuntivati.

● APDAI ha attivato tutte le funzionalità auto-matiche offerte dal sistema approcciandoalla registrazione dei documenti con cau-sali predefinite che ora alimentano diretta-mente i report della gestione soci, la con-tabilità, il modulo di controllo gestionale-contabile ed infine le tabelle di bilancio.

In sintesi la definizione di questo progettoci permetterà:● Efficienza

● Sicurezza dei dati● Riduzione dei costi di gestione

L’obiettivo è stato raggiunto sotto la guidadeterminante ed operativa della nostraTesoriera Anita Marina Cima con il suppor-to competente ed entusiasta della nostrastruttura interna.

Rappresentanza a livello nazionale di APDAI – Torino

Con soddisfazione ed orgoglio Federmana-ger APDAI – Torino acquista un ruolo di gran-de visibilità e partecipazione a livello nazio-nale raccogliendo una rilevante serie di con-sensi per i propri rappresentanti.

In dettaglio la partecipazione dei nostriiscritti riguarda:

● GIUNTA NAZIONALE FEDERMANAGERMassimo RUSCONI

● COMMISSIONE LAVORO E WELFAREVittorio AMBROSIO

● DELEGAZIONE CONTRATTAZIONICOLLETTIVE

Valter CUCCIATTI● COORDINAMENTO NAZIONALE

PENSIONATIArturo BERTOLOTTI

● COORDINAMENTO NAZIONALE GIOVANI DIRIGENTI

Riccardo GIOLITTI ● COORDINAMENTO NAZIONALE

GIOVANI DIRIGENTIValter CUCCIATTI

● COLLEGIO PROBIVIRI NAZIONALERinaldo STRAZZARINO

● COLLEGIO REVISORI CONTI NAZIONALEAnita Marina CIMA

● COLLEGIO SINDACI FASIEzechiele SACCONE

● CONSIGLIO AMMINISTRAZIONEFONDAZIONE IDI

Angelo LUVISON● CONSIGLIO AMMINISTRAZIONE

PROGETTI MANAGERIALIAntonino LO BIONDO

● CONSIGLIO AMMINISTRAZIONEPREVINDAI

Silvano PASCHERO● PRESIDENTE FASDAPI

Adriano CASTELLA● PRESIDENTE ASSOCIAZIONE

MANAGEMENT CLUBRenato CUSELLI

● PRESIDENTE FONDIRIGENTIRenato CUSELLI

Prospettive 2009

Nel 2007 erano state poste le basi per unaserie di attività da concretizzare nel biennio2008/2009:

● Gruppo Giovani: è in corso di attivazionela programmazione di una serie di incon-tri su temi specifici d’attualità per realizza-re occasioni di scambi relazionali ed espe-rienze comuni;

● Gruppo Proselitismo: prosecuzione attivitàdi marketing associativo per attrarre nuoviassociati.

● Gruppo Comunicazione: miglioramentodel sito informatico, interventi volti a farmeglio conoscere la nostra Associazioneattraverso gli organi di stampa e con unacomunicazione diretta a tutti gli iscritti (e-mail, sms, sito, data base iscritti, face book,etc.).;

● Commissione Sindacale: in stretta sinergiaoperativa con il Presidente della Commis-sione Sindacale Gabriele Sorli, la Presiden-za e la Direzione di Torino hanno parteci-pato a diversi tavoli di confronto e consul-tazione sindacale, sia a fronte di conclama-te situazioni di crisi aziendale, sia per l’art.47 legge 428/1990 (previa consultazionesindacale per i casi di trasferimento diaziende e/o rami d’azienda). Per quest’ul-tima fattispecie Federmanager Torino haeffettuato oltre 60 esami congiunti conAziende del territorio appartenenti all’U-nione Industriale di Torino ed Ivrea, AMMATorino e API Torino. ❑

Vita associativa

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Vita associativa

9giugno-luglio 2009

Discorso, quello del presidentefederale, condotto in modo esem-plare, con voce chiara e senza

incertezze di esposizione, con senso diorgoglio dell’appartenenza; onesto peral-tro, nella ricerca studiata di non creareillusioni sulle difficoltà presenti dellacategoria, e sulle reali prospettive dimolte ambizioni.

L’esposizione tocca tutti gli argomentiche coinvolgono l’azione di rappresen-tanza della Federazione: il quadro eco-nomico-sociale in cui, al presente, laFedermanager si trova ad operare; lo statodelle trattative per il rinnovo del Contrat-to Collettivo di categoria; le azioni di dife-sa dei colleghi in quiescenza; lo statodegli organi collateraterali.

Sul primo argomento, quello dellacrisi in atto: prescindendo dalle causeo dalle responsabilità della stessa,occorre comunque prendere coscienzache la stessa colpirà pesantemente lacategoria dei dirigenti in servizio. Tantoper quantizzare, l’8% dei dirigenti inservizio è a rischio di perdita del postodi lavoro.

I dirigenti che verranno allontanaticostituiscono una risorsa preziosa, inso-stituibile per il mondo imprenditoriale eproduttivo; sono i veri “motori” delleaziende. Ma tutte le azioni in atto perfronteggiare la crisi sembrano avere comepresupposto quello della loro espulsionedal sistema. Il nostro paese non disponedi risorse naturali particolari, né di rendi-te di posizione o di benefici di sorta; leimprese sono molte, innumerevoli”, circa180.00 complessivamente nella nazione.Ma quelle con almeno un dirigente inorganico sono soltanto il 10% delleaziende complessive; siamo in presenzadi un capitalismo di stampo familiare. Sein queste aziende non c’è lo sviluppo,cioè non si percepisce la necessità diriconsiderare e dare peso alla culturadella “governance”, il ruolo del dirigen-te si riduce a limiti familiari o, peggio,“familistici”.

Questa politica pervicace di riduzioneindiscriminata delle risorse managerialiimpedirà alle aziende di cogliere e svi-luppare le opportunità di crescita e affer-mazione quando la crisi sarà passata.Dice con scelta efficace il presidentefederale: “Occorre avere oggi l’occhiolungo se domani non vorremo avere legambe molli…”.

Ma ce n’è anche per i dirigenti: se noiper primi non sapremo cogliere le occa-sioni della ripresa ci ridurremo ad essereuna “categoria autoreferenziale”. Dun-que sin da oggi doppia attenzione degliorgani federali,nei confronti della “poli-tica” poichè sarebbe illusorio ritenere chesenza l’attenzione e l’appoggio della rap-presentanza politica si riesca, da soli, amantenere la sopravvivenza e il necessa-rio sviluppo dei contratti di lavoro e degliistituti complementari al contratto dilavoro, siano essi di natura assistenzialeoppure previdenziale.

Occorre inoltre che, dopo tante dichia-razioni di disponibilità e buona volontà,allarghiamo nei fatti e nelle proposte lanostra rappresentanza alle altre risorsemanageriali: consulenti, co.co.pro, qua-dri apicali.

Passando ad altro punto, cioè al rinno-vo in corso del Contratto di Lavoro, l’at-tenzione della Federazione è estesa a tuttii contenuti dello stesso, non solamente aquelli di tipo normativo o retributivo. Inoccasione dell’esame anche gli istituti diwelfare verranno “revisionati”: a questoproposito le recenti nomine dei respon-sabili rispettivamente del FASI e di Fon-dirigenti nelle persone dei presidentiCUZILLA e CUSELLI, costituiscono unasicura premessa per la vigilanza e lo svi-luppo di queste due realizzazioni. ( Par-lando ancora del FASI Ambrogioni lo qua-lifica come “punto prezioso di sintesi tramutualità e solidarietà categoriale, esem-plare ed emblematico in Italia”).

Ma occorre anche pensare ai giovani eper questi incrementare e migliorare ilservizio di consulenza occupazionaleper garantirne la verifica continua delleposizioni nei confronti del mercato.

Ancora sul contratto: l’accordo del2004 ha posizionato “a macchia di leo-pardo” la applicazione effettiva dellacontrattazione di secondo livello. Scarsaapplicazione nelle piccole aziende,incerta in quelle di medie dimensioni,estesa ma routinaria nelle grandi azien-de. L’istituto e la sua applicazionedovranno essere ridefiniti con la partedatoriale, ma anche i livelli retributivi dibase dovranno subire una opportunarevisione. Ancora a proposito del rinno-vo di contratto, il presidente Ambrogionidà comunicazione di un incontro con laConfindustria programmato tra pochigiorni che darà finalmente l’occasione

per verificare la disponibilità e le effetti-ve intenzioni della controparte datoriale.

Infine, ma non meno importante, latematica previdenziale; parliamo dellerealizzazioni di questi ultimi anni, rag-giunte grazie all’azione di Federmanagerma delle quali la memoria comune fasovente dimenticanza. Anzitutto la con-fluenza dell’INPDAI nell’INPS realizzatocon il mantenimento dei diritti acquisiti.(Ancora oggi pochi dirigenti si sono resiconto del reale valore di questo accor-do!).

Poi la soppressione del divieto dicumulo tra pensione e redditi da lavoro;ancora, il blocco del “contributo di soli-darietà” da applicare alle nostre pensio-ni, tentato dalle precedenti autorità digoverno per ben due volte.

Ma quali le azioni di prossimo impe-gno da parte di Federmanager? Anzituttoil ricupero di quanto trattenuto sulle pen-sioni medio alte nel corso del 2008 sottoforma di blocco della perequazione. Infi-ne la modifica degli attuali criteri di cal-colo e attribuzione della perequazionesempre riferita alle nostre pensioni diimporto medio-alto.

I dirigenti in quiescenza sono una risor-sa per il paese e come tali vanno consi-derati e valorizzati; emblematico il caso,apparso sulla stampa nazionale, di undirigente in quiescenza che desidera fareattività di volontariato ma gli viene impe-dita in forza delle norme vigenti.

Sempre sul riutilizzo di queste compe-tenze, manca un’azione, un indirizzo alivello categoriale: “Quella dei dirigentiè una categoria individualistica e conti-nua a mantenere questa connotazioneanche quando ha raggiunto la quiescen-za…”,lamenta testualmente il presidentefederale.

In chiusura un riferimento precisoall’evoluzione e moltiplicazione deiruoli che hanno recentemente caratteriz-zato la categoria: da lavoratore dipen-dente a co.co.pro., consulente, associa-to, ecc.. Il convegno tenuto recentemen-te a Vicenza si è chiuso con queste“guidelines”conclusive: ”Il dirigentenon è in estinzione, ma in profondamutazione. Occorre intercettarlo e inter-pretarlo”.

Come detto in apertura, l’intervento diGiorgio Ambrogioni, che mantienelungo tutto il percorso un alto profilo,senza cadere in banalità, ripetizioni oanche semplicemente cadute di voce, ègradito dall’assemblea che gratifica ilpresidente di Federmanager con unlungo applauso. ❑

Intervento del Presidente Federale Giorgio Ambrogioni

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10 giugno-luglio 2009

Vita associativa

Considerazioni finaliVoglio concludere con un cenno sui recenti fatti che hanno sconvol-

to e stanno sconvolgendo il mondo industriale a livello mondiale. Èprematura una previsione sugli esiti di questi movimenti, siamo di fron-te all’internazionalizzazione della FIAT, non già di Torino che conqui-sta Detroit o Russelsheim, come in tanti semplicisticamente hanno pen-sato.

A fronte della crisi di domanda, che ha investito l’industria automo-bilistica mondiale, il numero dei protagonisti dovrà necessariamentediminuire; pochi resteranno in campo e i punti di forza saranno quellidell’innovazione tecnologica e delle economie di scala, la nazionalitàcederà il posto alla multinazionalità, la competizione avrà come campodi gara l’intero pianeta.

L’accordo Fiat-Chrysler è stato reso possibile dalla complementarietàtra le due case automobilistiche, gli italiani offrono tecnologie, gli ame-ricani i circuiti di vendita; denaro pubblico americano contro manage-ment e tecnologie italiane, questo è lo scambio.

La rilevante novità sta nel fatto che il Presidente Obama non ha, asso-lutamente, dato peso al tema della nazionalità, ha badato solo alla sostan-za dell’operazione ed alla sua riuscita.

Un’altra rilevante novità, finora ignota al capitalismo americano, èdata dall’ingresso dei Sindacati nella Governance dell’azienda: la mag-gioranza assoluta del capitale azionario (ma non del consiglio di ammi-nistrazione) compensata da una decurtazione e congelamento salarialeper quattro anni e dalla rinuncia al rimborso degli accantonamenti sani-tari di pertinenza dei fondi pensione, polverizzati dal dissesto azienda-le; sacrifici durissimi che il sindacato ha offerto per salvaguardare i postidi lavoro a fronte della caduta verticale della domanda.

Il capitalismo classico cacciato in nome della cogestione potrebbeprendersi la sua vendetta mettendo i sindacati in competizione fra di loro

Avremmo voluto intitolare questa crona-ca “In Mongolfiera con l’Assemblea diTorino” per legare l’iniziativa torinese

con i giochi mondiali dell’aria, ma poi la reda-zione ha cassato un’insegna non sufficiente-mente austera per un evento istituzionalecome l’Assemblea.

Perciò abbiamo ripiegato su “Torino inAssemblea riconferma il suo impegno nell’as-sistere i dirigenti iscritti sotto ogni aspetto: con-trattuale, previdenziale, giuridico, fiscale,sanitario, ecc.”.

Ringraziamo i numerosi sponsor che hannoreso più accogliente ed elegante questo nostroappuntamento annuale.

In altri tempi si poteva pensare all’Assem-blea – e l’avevamo anche scritto – come aduna festa, adesso si lega ad una difficile crisisia pur con la volontà di salpare verso nuovipiù sicuri lidi.

Quindi non è stato solo il bilancio di unanno, ma la premessa di un lavoro più inten-so perché più grave è il malanno che ciaffligge.

su chi offrirà di lavorare a minor costo; la storia dei conflitti fra capitale elavoro conosce armistizi, mai paci durature.

La domanda spontanea ora è:“come sarà la reazione del mercato ame-ricano di fronte ad un mutamento così drastico nell’offerta del prodotto?”

L’offerta di auto di piccola e media cilindrata, con motori studiati perdiminuire il consumo di carburante, l’inquinamento, e per snellire l’impo-nente volume di traffico specie nei grandi centri urbani. La minore velocitàdel nuovo parco macchine non sarà un problema: i limiti di velocità sonoperfettamente compatibili con il modello utilitario Fiat, infatti le auto pro-dotte, finora a Detroit, lasciavano in gran parte inutilizzata la loro potenzia-le capacità.

Avremo entro due anni la risposta a questa sfida.La Fiat sta aprendo la strada, ma dovrà essere imitata da altre aziende di

analoghe caratteristiche, potenzialmente adatte ad imboccare la medesimavia ma ancora ferme a schemi tradizionali, e qui penso a TELECOM –FININVEST-GENERALI/MEDIOBANCA.

Bisognerebbe fare rete e sistema anche nel settore delle piccole aziende,molto c’è da fare per raggruppare i piccoli, razionalizzandone l’accesso alcredito, la commercializzazione consorziata dei prodotti e gli acquisti comu-ni delle materie prime e dei semi-lavorati.

In questa prospettiva e speranza la classe dirigente italiana può svolgereun ruolo determinante e decisivo ed in quest’ottica auspichiamo un rilanciodella nostra categoria.

* * * * *

Vogliamo, una volta di più, ribadire l’impegno assoluto di tutelare egarantire ai nostri associati che tutto ciò che abbiamo conquistato sul campoin anni di lavoro e sacrificio sarà sempre al centro di ogni nostra attività-iniziativa-proposizione , ma ricordando a tutti che solamente uniti e sem-pre più numerosi e partecipi riusciremo a contare e farci ascoltare. ❑

La crisi non si è ancora risolta, anzi si evol-ve in forme nuove, ingannevoli, proponendosoluzioni fittizie ed effimere: precariato,ristrutturazioni, accorpamenti sono altrettan-te minacce da cui possiamo difenderci solocon contratti aggiornati alla bisogna. Questofuturo ambiguo sarà pure ricco di occasionifavorevoli ma come tali, con maggiori insidie.

Per questo è stata messa a disposizione unaéquipe di avvocati, ciascuno con una specia-

Per ragioni di spazio la seconda partedell’assemblea – con le interessanti relazioni di Renzo Noceti, Dan Peterson, Sergio Borra –sarà riportata sul prossimo numero.

lizzazione diversa per rispondere ad ogni cir-costanza. Vale anche per chi è costretto a ten-tare altre strade, all’estero o in forme diversedi collaborazione con altri colleghi.

Anche per questo ci occorrerebbe una legi-slatura che possa favorire un rilancio con piùampi obiettivi di autonomia imprenditoriale.

Dicevamo gli sponsor: essi sono la testimo-nianza del prestigio che si è guadagnata neltempo la categoria, alla quale si accostano confiducia, abbinando il loro marchio ad una Asso-ciazione che da sempre si pone come prota-gonista nel mondo economico del paese. ❑

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Vita associativa

11giugno-luglio 2009

Lettera ai pensionati di Sergio ZemePresidente del Comitato Nazionale

dei Dirigenti Pensionati

Come è noto il Consiglio NazionaleFedermanager mi ha eletto, lo scorsofebbraio, Presidente del Comitato

Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Diri-genti Pensionati: in questo ruolo, di cui nonmi sfuggono delicatezza e responsabilità, èmia precisa intenzione occuparmi delle pro-blematiche previdenziali e sanitarie dei colle-ghi con maggiore impegno rispetto al passatonon ricoprendo più incarichi in ambito terri-toriale.

Il momento è particolarmente difficile edata la crisi economica è evidente che la mag-giore preoccupazione del Governo è favorirela crescita, lo sviluppo del Paese e aiutare tutticoloro, non pochi, che hanno perso il postodi lavoro.

A noi quindi spetta il compito di mante-nere centrale, nel quadro del programmaproposto dalla Presidenza ed approvato dalCongresso, quello che è il problema di fondoper i dirigenti in pensione e cioè la difesa delpotere d’acquisto dei loro trattamenti diquiescenza sottoposti da molto tempo esclu-sivamente a provvedimenti limitativi, ridut-tivi quale il blocco della perequazioneperiodica delle pensioni attuato nell’anno2008 con conseguenze dannose non certo

limitate al solo anno 2008. Attraverso lanostra Federazione dobbiamo esercitare unaforte pressione su Governo e Parlamento peruna revisione del meccanismo di perequa-zione, assolutamente inadeguato, in funzio-ne di una efficace difesa del citato potered’acquisto delle nostre pensioni. La Federa-zione si sta già attivando e sta cercando difare massa critica coinvolgendo altre cate-gorie interessate: dobbiamo sostenere l’a-zione federale promuovendo coesione e for-nendo indicazioni utili.

Mi riservo di tenervi al corrente circa levarie iniziative attraverso comunicazioni viae-mail, una rubrica fissa su Progetto Managere contatti pianificati con le varie Associazioniterritoriali.

Sono come sempre a vostra disposizione eall’uopo rendo noto il mio nuovo indirizzo diposta elettronica:

[email protected] mio numero telefonico presso l’ALDAI

resta immutato: tel. 02-58376209

Sergio Zeme

I manager per l’Abruzzo

I l Consiglio Direttivo di Federmanager ApdaiTorino ha sempre seguito con profondacommozione il drammatico evento che ha

colpito l’Abruzzo.Per questo è lieto di rendere noto di aver

disposto una donazione di 10.000 Euro a favo-re del progetto di ricostruzione promosso dallanostra Federazione in intesa con VISESONLUS.

Coloro che volessero prendere parte indi-vidualmente alla iniziativa possono inviare illoro contributo direttamente alla VISESONLUS, a questo indirizzo:

I MANAGER PER L’ABRUZZOa

VISES ONLUSpresso la Banca Popolare

di Sondrioc/c: 03444

IBAN: IT 90I 05696 03221 00000344X00

L’importo potrà essere dedatto dal redditocomplessivo nella denuncia dei redditi delprossimo anno.

Sarà nostra cura dare puntuale notizia del-l’opera di ricostruzione che ci auguriamoimmediata e adeguata alla entità della cata-strofe provocata dal sisma. ❑

Centro Odontostomatologico San Giorgio ( adulti ) di Carezzana dr. Giorgio

Corso Stati Uniti, 61/A – Tel 011/547114 – 011/548605

Centro di riferimento del FASI e del FASDAC per la Prevenzione Dentale durante tutto

l’arco dell’anno.

Dà la sua disponibilità per il periodo estivo 2009 come già negli anni precedenti:

Dal 03 Agosto al 14 Agosto 2009 il Centro sarà operante dal lunedì al venerdì con orario

continuato dalle ore 9 alle ore 18.

Nel mese di Luglio e dal 17 Agosto il Centro rispetterà i soliti orari dalle ore 8 alle ore 20

con orario continuato dal lunedì al venerdì e dalle ore 8.30 alle ore 14 il sabato.

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14 giugno-luglio 2009

Dopo essersi complimentato con ilTesoriere ABDAI, Giorgio Righini,per la recente nomina a Consigliere

Nazionale, presenta relatori ed ospiti: in par-ticolare la dott.sa Mariella Enoc, presidentedi Confindustria Piemonte, il dott. LucianoDonatelli, presidente dell’Unione Industria-le Biellese e vicepresidente regionale per l’in-ternazionalizzazione, il presidente FEPIAngelo Luvison, il presidente APDAI (Feder-manager Torino) Renato Cuselli, recente-mente nominato presidente di Fondirigenti,l’ente paritetico che cura la formazione deidirigenti.

Apre quindi la sua relazione: “Dobbiamopurtroppo prendere atto che, nel tempo, molteaziende hanno proceduto ad accumulare pro-fitti utilizzando anche sistemi al di fuori dellaloro “mission” e che la crisi finanziaria mon-diale le ha colte assolutamente impreparate.Le prospettive per il 2009 sono in parte con-centrate sul rinnovo contrattuale, ma un gros-so punto interrogativo pende sulla nostra cate-goria: per una incomprensibile “corsa al rispar-mio” alcune aziende pensano di poter fare ameno della nostra professionalità, tanto che sistima che entro la fine dell’anno 9.000 mana-ger italiani resteranno senza lavoro, per unvalore pari all’8% della forza lavoro dirigen-ziale. Si dimenticano – queste aziende – che,per sua vocazione il dirigente non può e nondeve rinunciare al suo ruolo primario in Azien-da: insegnare, gestire, innovare”. In merito alblocco delle pensioni – prosegue Penna – èstato accolto il ricorso di incostituzionalità pre-sentato da due dirigenti al Giudice del Lavorodel Tribunale di Vicenza. La Consulta dovreb-be esprimersi nell’arco di 5/6 mesi.

Un accenno al Previndai: l’ente, con isuoi 77.000 iscritti, di cui 55.000 attivi e22.000 silenti, con un accantonamentototale consolidato di 4,5 miliardi di euro,costituisce uno dei fondi a capitalizzazio-ne più importanti del paese. Non dimenti-chiamo che, pur in presenza della recentecrisi finanziaria, ha ottenuto eccellenti risul-tati operativi nell’ultimo anno sia in termi-ni di conservazione di capitale accantona-to che di redditività: i rendimenti vanno dal4,56% del comparto obbligazionario, al3,04% del comparto bilanciato, fino al2,5% del comparto prevalentemente azio-nario. (Non dimentichiamo che dal bench-mark con fondi analoghi emergono minusvalenze oscillanti tra il -10% e il -24%).

In crescita anche l’utilizzo di FONDIRI-GENTI: sul nostro territorio sono già cinquei piani di formazione attivati. In chiusura unaccenno al rinnovo contrattuale in corso, che

sperabilmente consuntiverà una “adeguatamanutenzione” delle “voci retributive”.

Di seguito, Luciano Donatelli, presenzaormai abituale delle nostre Assemblee, pre-senta un’ospite di eccezione, la Presidentedi Confindustria Piemonte, dott.sa Mariel-la Enoc: “Senza abbandonarsi a inutile pes-simismo, bisogna fare i conti con la realtà– ha esordito la dott.sa Enoc – in quanto idati congiunturali piemontesi del 2009sono peggiori di quelli nazionali e di moltealtre regioni, in particolare per quanto attie-ne l’andamento della produzione e dell’e-sportazione, né si percepiscono segnali diripresa o quanto meno di inversione di ten-denza. Analogamente continua il peggiora-mento della disoccupazione e dell’uscita diquadri e dirigenti; occorre, a suo giudizio,fare rapidamente chiarezza sulla cattivaimmagine che pochi manager, appartenen-ti in prevalenza al settore finanziario, hannoriverberato su tutta la categoria.

In passato anche recente, “darsi alla finan-za” era una strada praticata, ma ora si deve tor-nare a “fare impresa”, a innovare, a patrimo-nializzare nell’ambito delle singole aziende.Occorre rivisitare e ridefinire i concetti di inter-nazionalizzazione e di globalizzazione chenegli ultimi dieci anni hanno caratterizzatol’andamento dell’economia: il mondo è oggitalmente interconnesso che è sufficiente unfatto negativo a carico di un solo paese perchéle conseguenze si diffondano in modo impre-visto ed imprevedibile su tutti gli altri paesi.

Occorre tornare prepotentemente ai con-cetti e agli obiettivi della nostra “vecchia” clas-se imprenditrice; ritornare a “fare impresa enon finanza”; gli imprenditori devono esseremaggiormente legati al territorio, per non fini-re nell’anonimato e i dirigenti tornare a senti-re il giusto orgoglio dell’appartenenza: perprimi l’obbligo dell’investimento e dell’inno-vazione, per i secondi quelli di mantenere leproprie radici in azienda e trasmettere aidipendenti la passione per il loro lavoro.

Vita associativa

Assemblea ABDAI - 16 maggio 2009

La crisi e le sue conseguenzeLa formazione dei dirigenti, le energie alternativeDalla ricerca delle cause della crisi, condotta senza pregiudizi, il discorso si allarga all’apertura al mondodel lavoro e alla opportuna formazione da dare ai nostri giovani

Sandro Becchia

Al tavolo della presidenza:Renzo Penna, Angelo Luvison,Gianfranco Borgini, EdoardoLazzati, Luciano Donatelli,Mariella Enoc, Renato Cuselli.In apertura di assemblea, ilpresidente ABDAI, RenzoPenna, rivolge il pensiero aiterremotati dell’Abruzzo ericorda che il Consiglio diBiella, nella seduta del 20aprile u.s., ha devoluto a favoredei terremotati, un contributostraordinario di 2500 euroattraverso un versamento allaVISES (la ONLUS diFedermanager). I fondi raccoltiserviranno ad “adottare” unpiccolo paese realizzandoun’iniziativa utile sia per igiovani che per gli anziani.

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Vita associativa

15giugno-luglio 2009

del territorio è legato strettamente alla soprav-vivenza del “manifatturiero”, supportato da“teste pesanti”, e da “mani operative”.

Media, successi, ambiente, anche familia-re, spingono i giovani verso carriere facili eabbondano gli studi e le carriere universitariedi orientamento non tecnico (Lettere, Giuri-sprudenza, Sociologia, Scienze Politiche,ecc.), a scapito degli indirizzi tecnici: “è comeci fosse una città piena di bar dove nessunopensa ad approvvigionare acqua e caffè…”.Per questo motivo il “CLUB dei 15” ha messoa punto un progetto informativo e di promo-zione che coinvolge gli studenti delle scuolemedie perché imparino presto che il mondodel lavoro passa per le aziende manifatturie-re; ma soprattutto lo imparino anche le fami-glie. Non occorre dire che nel progetto sonocoinvolti anche gli Istituti Tecnici di eccellen-za, tra i quali il nostro “Quintino Sella”.

Il presidente Penna ha prontamente aderi-to al progetto mettendo a disposizione dell’i-niziativa la professionalità e l’esperienza deiSoci di Federmanager Biella.

Prende la parola Renato Cuselli che, nellasua qualità di presidente di FONDIRIGENTIdà informazioni essenziali di inquadramentodell’attività di questo ente: è un ente pariteti-co, gestito congiuntamente da Federmanagere da Confindustria e si avvale, come risorsa,del contributo versato dalle aziende all’INPS,con la retribuzione dei dirigenti. FONDIRI-GENTI persegue la cultura d’impresa che pro-muove attraverso iniziative di ricerca, semina-ri, convegni e approfondimenti rivolti allo svi-luppo della cultura manageriale. L’Ente ha fon-dato recentemente, nell’ambito delle iniziati-ve di ricerca, l’ASSOCIAZIONE MANAGE-MENT CLUB (AMC). Ha inoltre costituitoun’Agenzia del Lavoro, predisposta per svol-gere attività di intermediazione tra domandae offerta di lavoro per i dirigenti disoccupati odipendenti di aziende in liquidazione.

“Nel 2008 sono stati attivati 390 piani diformazione e nei primi tre mesi del 2009abbiamo già contribuito ad altri 490 – diceCuselli; approfitto dell’occasione di trovarmial cospetto di due personaggi di Confindustriaper trasmettere loro le mie ‘preoccupazioniper il futuro’ della nostra categoria. Io vivo larealtà di Torino ma so per certo che in tutte lenostre sedi territoriali si sta verificando la stes-sa situazione.

Ogni giorno, da un po’ di tempo, 10-15manager vengono a chiederci aiuto perchésono “stati licenziati”: chiedo agli imprendito-ri di “pensarci due volte” prima di prenderedecisioni del genere. L’Italia è certamente pienadi mediocri, raggruppati in caste, ma noi diri-genti siamo l’asse portante della vita e dello svi-luppo aziendale. Oggi è in corso una guerramediatica su “stipendi eccessivi e bonus strato-sferici” goduti da un numero ristretto di perso-naggi che si identificano con il nostro status…

Ma voi lo sapete che con questi “non abbia-mo nulla da spartire”: siamo persone che lavo-rano e mandano avanti le aziende, nella mag-

gior parte dei casi in modo oscuro. È in discus-sione il nuovo Contratto di lavoro: dateci alme-no la possibilità di aiutare i nostri colleghi in dif-ficoltà prolungando il periodo di indennità sosti-tutiva del preavviso e aumentando l’indennitàsupplementare al trattamento di fine rapporto”.

Chiude l’assemblea l’intervento dell’ing.Gianfranco Borgini, già Direttore Enel, e rela-tivo alla situazione attuale ed i possibili svi-luppi della produzione e disponibilità di ener-gia elettrica nel nostro paese.

L’intervento è supportato da una serie cospi-cua di tabelle che analizzano con estremo det-taglio i dati di ripartizione per fonte dei fabbi-sogni attuali: fonti rinnovabili (energia idroe-lettrica), gas e petrolio, sorgente eolica, sola-re e nucleare, importazione di energia. Le con-siderazioni sono alquanto sconfortanti. Ilnostro paese dipende in larga misura daimportazioni di energia o di prodotti e gaspetroliferi. Ci sarebbe ancora spazio per ulte-riori incrementi del settore idroelettrico, maoccorre agire sui dispositivi di legge che nelimitano ulteriori sviluppi.

Il settore nucleare vede irrisolto il problemadello smaltimento delle scorie e solo recente-mente sono riprese le attività nazionali nel set-tore: ma attenzione, il ritardo accumulato è enor-me e solo tra parecchi anni potrà essere conclu-sa la costruzione delle prime centrali italiane.Occorre comunque non demordere né lasciarsitrascinare da pessimismi immobilizzanti. ❑

“Usciremo dalla crisi con le

imprese che sarannomaggiormente attente

alle responsabilitàsociali”

Innovare per non essere superati dunque, maciò presuppone che gli investimenti siano defi-scalizzati, con una corretta partecipazione diresponsabilità – non assunzione di costi e oneri– da parte del soggetto pubblico; con la dove-rosa partecipazione da parte delle banche loca-li, “teoricamente” disponibili ad assumere irischi dell’impresa, di fatto latitanti nel concre-to. (D’altro canto ci sono imprese prima salva-te e poi mantenute in vita dal credito, ma ancheciò non è corretto se in effetti mancano in molticasi i presupposti e le capacità imprenditoriali).

Non si deve perdere il gusto della formazio-ne e, soprattutto, spingere i giovani a intrapren-dere nuovamente studi tecnici e a progettarecammini formativi con certa o frequente col-locazione finale in azienda: molti corsi di lau-rea non sono appetibili per le aziende ed è undoppio inganno, per i giovani e per le famiglie,nonché un costo pesantissimo per il paese, insi-stere su certi itinerari formativi. Nelle aziendemancano apprendisti, tecnici ed operai e noirispondiamo con le lauree in Scienze Politiche,Lettere e Scienze della Comunicazione…Ritorniamo a far frequentare ai nostri figli i vec-chi, solidi Istituti Tecnici e Professionali a tortopassati di moda negli ultimi tempi.

Come usciremo dalla crisi? Sicuramente conle “ossa fiaccate” e anche con dei morti tra leaziende, i dipendenti, i fornitori. Ma sicura-mente con una maggiore attenzione ai prodot-ti e al sociale, a tutto il “mondo” che circondal’azienda; scompariranno molte aziende eanche molti prodotti. Molti di questi sono sicu-ramente “maturi”, oggi tenuti in vita con ope-razioni di tipo “politico-strategico” oppure conoperazioni di pura ingegneria finanziaria.

Non facciamoci illusioni, sono destinati ascomparire; si salveranno i prodotti e le azien-de innovative, quelle disponibili all’impiegodelle nuove tecnologie, quelle che maggior-mente avranno investito in ricerca, in un giocovirtuoso con le Facoltà Universitarie che neavranno supportato la ricerca.

Ma gli attori, i registi di questo cambiamen-to saranno ancora i dirigenti che se ne sarannoassunto il carico durante tutta la transizione!

Riprendendo parte dei temi sviluppati daMariella Enoc, Luciano Donatelli riferisce diuna iniziativa di Confindustria: martedì scor-so, ad Ancona, abbiamo preso parte all’incon-tro del “CLUB dei 15”, che raggruppa i 15Distretti italiani più industrializzati, desidero-si di rimarcare l’importanza dell’educazionecome asset di primario utilizzo nel territorio.È necessario tornare alle origini e il divenire

2009 New York -TorinoNuove proposte

La Fusion Art Gallery conclude la sua sestastagione espositiva proponendo al pubblico unastimolante collettiva che pone a confronto diecigiovani artisti, cinque maturatisi nel clima dellaSchool of Visual Arts di New York ed egualenumero proveniente da quel fertile vivaio di talen-ti che è l’Accademia Albertina di Belle Arti. Sitratta di Cinzia Ceccarelli, David Del BocaFlinn, Francesca Ferreri, Isabel Halley, MarkKokopeli, Francesca Renolfi, Jon-Paul Rodri-guez, Francesca Sibona, Massimo Spada, Ste-ven Vega.

Luogo: Fusion Art Gallery - piazza Peyron, 9g- Torino.

Durata: fino al 15 settembre martedì, giovedìe venerdì 16,30-19,30 o su appuntamento.

Curatori: Edoardo Di Mauro, Walter Vallini.❑

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16 giugno-luglio 2009

Vita associativa

BiellaFederico Cavalleri

Era un uomo di numeri. Sul lavoro eanche nel privato. Per questo aveva accet-tato più di venti anni orsono, di occupar-si anche dei conti di Federmanager Biel-la. È stato per tutto questo tempo il nostroTesoriere per antonomasia. Ma nello stes-so tempo è stato l’amico di tutti, sempredisponibile, determinato, preparato,entusiasta del proprio lavoro.

Prima dell’ultima Assemblea avevavoluto mettersi da parte forse presagen-do la malattia che l’avrebbe colpito. Maancora una volta ci aveva stupito: Lui,uomo di numeri, aveva dato alle stampeun romanzo (“Gobba a Ponente” che èstato recensito su questa pubblicazione afebbraio) mettendo in luce anche la suaanima lirica e poetica. Non aveva grandi

AstiUn nostro associato sindaco di Nizza Monferrato

I l giorno 14 marzo u.s., partecipandoalla nostra Assemblea, il PresidenteNazionale Giorgio Ambrogioni auspi-

cava una presenza attiva di Federmana-ger nella vita e nel mondo sociale per por-tare cultura e preparazione.

Ebbene, il nostro associato Pietro Lovi-solo è stato eletto sindaco della Città diNizza Monferrato.

A lui l’augurio che possa portare nelsuo nuovo ruolo il realismo e le compe-tenze del dirigente attento e partecipeall’evoluzione e all’innovazione chesempre lo hanno animato nel suo percor-so di lavoro. ❑

aspettative di vendita ma era soddisfattoper essere riuscito a dimostrare, a se stes-so prima che agli altri, che la passione èl’arma in più nella battaglia della vita.

Ora non c’è più e tutti noi sentiamo ilvuoto che ci ha lasciato.

Elezioni AmministrativeObbedendo allo “spirito di servizio” che

più volte Federmanager Nazionale ha con-sigliato ai suoi iscritti, il presidente RenzoPenna e il consigliere Enrico Gremmo sisono candidati alla recente consultazioneper la costituzione del nuovo ConsiglioComunale. Entrambi sono stati eletti ed orapotranno far sentire la voce dei dirigenti inseno all’Amministrazione cittadina. Ci feli-citiamo per il traguardo raggiunto e augu-riamo loro un buon lavoro. ❑

Mario Sulprizio*

Un primo aspetto del tema in discussio-ne è riferito alla dimensione ampiadello scenario: non si può separare la

sfera lavorativa da quella familiare e relazio-nale del soggetto colpito dalla perdita delposto di lavoro.

È chiaro che stiamo in questo caso esami-nando la problematica riferita a soggetti di cul-tura medio-alta, parliamo infatti di alte profes-sionalità.

È quindi ancora più complesso mettere afuoco tutti quegli elementi che costituisconoe sostengono i livelli di autostima della perso-na, siamo cioè sui livelli alti della scala deibisogni di Maslow.

Per essere più concreti, i bisogni di autorea-lizzazione e di riconoscimento sociale nel

proprio contesto di riferimento, vengono, conla perdita del posto di lavoro, drasticamentefrustrati.

Scatta quindi un meccanismo perverso di“messa alla prova” per il soggetto che devemisurarsi in questi contesti dovendo offrire ilmeglio di sé, spesso sentendosi inadeguato.

Questo meccanismo agisce come una spi-rale negativa che, in una sorta di loop, depri-me il soggetto, abbassando i suoi livelli di“capacità sociali”.

Più passa il tempo, più la situazione peg-giora.

Come dicevamo, questo ragionamento variferito sia alla sfera lavorativa, sia alla sferafamiliare, dove la persona rischia di non tro-vare più adeguate coperture psicologiche.

Ricordiamo poi che oggi il mercato dellavoro è estremamente selettivo e richiedecompetenze molto sofisticate, che un temposarebbero state impensabili. Mi riferisco allecosiddette “competenze trasversali”, il “saperfare”.

Oggi nell'attività lavorativa non si scambia-no solo conoscenze e capacità, ma vengonorichiesti comportamenti organizzativi che, uti-lizzando al meglio le conoscenze e le capa-cità professionali del singolo, siano congruen-ti con gli obiettivi e le esigenze aziendali.

Quindi gli elementi vincenti che entrano ingioco sono: impegno, conoscenze, capacità,comportamenti.

L'elemento coagulante di questa grandefrittata sono appunto le competenze.

Il problema attuale che riguarda soprattut-to gli “over quaranta” è che sono cambiati ipatti di scambio tra azienda ed individuo.

Un tempo alle persone si chiedeva di svol-gere la propria mansione, secondo modalitàgià prescritte.

Oggi le aziende per essere vitali e compe-titive richiedono flessibilità, efficienza, inno-vazione, spirito di iniziativa, capacità perso-nale di intraprendere, capacità di esposizioneal rischio. Ecco quindi che il patto di scambiotra le parti si è modificato, mettendo al primoposto l'elemento competenze.

È quindi indispensabile capire bene lamolla che ci attiva nel nostro progetto profes-sionale. È un vero e proprio approccio di marke-ting che ci deve far operare secondo questi pas-saggi:

– identificare il bisogno: che cosa mi moti-va;

– identificare l'obiettivo professionale:caratteristiche del lavoro, a quali condizioni;

– identificare il prodotto: i punti di forza edi debolezza individuali;

– identificare il target: a quali aziende mirivolgo;

– identificare le strategie di vendita: tecni-che di ricerca;

– definire gli argomenti di vendita: qualecurriculum sono in grado di compilare;

– gestire la vendita: come sostengo i collo-qui di selezione;

– gestire il post-vendita: sono soddisfatto openso di avere sbagliato tutto?

Solo a questo punto si è pronti per il con-fronto con la realtà.

La sfida è aperta! ❑

*Consulente di coaching e transizione di carriera BPI Italia.

Per un approccio efficace

Transizione di carriera degli “over quaranta”Perché oggi un tema cosìimportante e dibattuto continuaad essere un problema in granparte irrisolto? Che cosacaratterizza un approcciovincente? Cercheremo di offrirealcuni spunti che possanocontribuire a trasformare unasituazione critica in unaopportunità di cambiamento

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18 giugno-luglio 2009

Ne hanno discusso: (da sinistranella foto) l’avv. Toti Musumeciesperto di diritto del lavoro, Giu-

seppe Gherzi, direttore dell’UnioneIndustriale di Torino, il moderatoreMichele Bramardi già Direttore di Con-findustria Alessandria, Michele Pesce,Vicedirettore di Confindustria Alessan-dria e il dr. Gianluca Goretta consulentedel lavoro.

Michele Bramardi introduce il temadel dibattito delineando il quadro difondo, da cui emerge il bisogno di rifor-ma degli assetti contrattuali, sottolinean-do le analogie tra il 1993 e il 2009.

La svolta significativa nell’accordo del2009 è che il Governo, nella sua qualitàdi datore di lavoro pubblico, ha formaliz-zato la propria adesione ai principi diriforma, ma la CGIL si è defilata e questopone parecchi interrogativi...

Per Giuseppe Gherzi l’accordo del1993 è stato una buona medicina per ilpaese, ma vi era l’esigenza di riformaregli assetti contrattuali, resa più urgentedall’irrompere della crisi.

L’accordo di oggi è essenzialmentepolitico e la CGIL, non firmando, ha fattoesclusivamente scelte politiche, poichènon vi erano valutazioni negative.

L’accordo prevede un nuovo indicato-re che valuti il costo della vita e questo èun punto contestato dalla CGIL, inoltrecambia il “valore punto” da inserire neicalcoli retributivi.

Per il futuro sono possibili alcuni sce-nari a seconda se CISL e UIL riuscirannoa far rispettare o meno gli impegni presie i prossimi sei mesi saranno la cartina ditornasole, anche perchè le aziende nonpossono farsi carico della litigiosità tra leconfederazioni sindacali.

Michele Pesce dopo aver ricordato leprofonde trasformazioni del mondo dellavoro ha posto l’accento sul fatto che lerelazioni industriali si muovono lenta-mente, getta uno sguardo sulla realtàlocale della contrattazione di secondo

livello e sulle prospettive del premio dirisultato: poco noto e poco amato. I cri-teri utilizzati sono costituiti dal binomioproduttività-qualità.

Il Prof. Toti Musumeci, partendo dallaconstatazione che le organizzazioni sin-dacali hanno perso rappresentatività, fauna lucida riflessione sulle conseguenzelegali se un sindacato non firma un accor-do, delineando nel contempo alcune pre-rogative sindacali viste su due piani, quel-lo istituzionale e quello associativo,anche alla luce degli articoli della CartaCostituzionale.

Si possono ipotizzare quattro diverseipotesi:il datore di lavoro è iscritto al sin-dacato firmatario ed allo stesso modo èiscritto il lavoratore; il datore di lavoro èiscritto ma il lavoratore non è iscritto alsindacato firmatario; il datore di lavoronon è iscritto mentre il lavoratore è iscrit-to; né il datore di lavoro né il lavoratoresono iscritti ai sindacati che hanno firma-to l’accordo.

Quali potranno essere le conseguenzedi una trattativa a tre soggetti anziché a

quattro? C’è il rischio che l’azienda siaaccusata di comportamento antisindaca-le? Questo rischio è remoto se le propo-ste aziendali sono le stesse nei confrontidelle diverse sigle. I tavoli separatidovranno essere tempestivi, ravvicinati enon capziosi e i lavoratori possono poiaderire personalmente pur non essendoiscritti alla sigla firmataria.

È quindi possibile un contratto separa-to, anche se le conseguenze dipenderan-no dalla maggiore o minore rappresenta-tività delle sigle non firmatarie e sottolineache chi opera sul terreno dei contratti deveessere portatore di interessi collettivi.

Gianluca Goretta si sofferma sui con-tenuti del recente accordo e approfondi-sce alcuni aspetti dell’accordo quadro, inparticolare i pro e i contro : il nuovo indi-ce IPCA armonizzato a livello europeo; il“valore punto” legato alla retribuzionecontrattuale e non a quella reale; la pos-sibilità di sgravi contributivi, a favoredelle imprese, e fiscali a favore dei lavo-ratori.

La detassazione è molto generosa,estesa a tutte le aziende, mentre la decon-tribuzione sul premio di risultato è insuf-ficiente ed è concreto, in generale, ilrischio di abusi.

Bramardi conclude con una nota diottimismo sottolineando che la contratta-zione è sempre stata, nel bene e nel male,l’anima delle relazioni industriali che hapermesso di innestare la ripresa che èseguita all’accordo del 1993. ❑

Vita associativa

Federmanager Alessandria

“La riforma degli assetticontrattuali dal ‘93 al 2009”Sono le nuove esigenze del mondo del lavoro che hanno aiutato le modifiche dei contratti o viceversa?

Compie 50 anni

Il primo PC italianoLa Calcolatrice Elettronica Pisana fu il primo esemplare di computer interamente progettato e realizzato in Italia. Suggerita da Enrico Fermi, è alla base dei calcolatori Olivetti

Negli ultimi mesi stiamo assistendo a tuttauna serie di anniversari: lo scorso set-tembre il circuito integrato ha compiuto

50 anni; a meno di un anno di distanza il Cobolha raggiunto lo stesso traguardo e recentementeTetris, il famoso gioco, ne ha compiuti 25.

Ora è il momento di festeggiare una realizza-zione italiana: 50 anni fa, a Pisa, veniva costrui-ta la Cep, la Calcolatrice Elettronica Pisananata su suggerimento di Enrico Fermi.

Il primo esempio di computer progettato e rea-lizzato interamente in Italia, era grande press’apoco come un campo da tennis, disponeva di una

capacità di memoria pari a 36 Kbyte e aveva unapotenza di calcolo pari a circa 7,7 kiloflop (nonproprio paragonabili al petaflop superato dall’IbmRoadrunner).

In occasione del compleanno, l’Università di Pisaha organizzato il convegno Pisa, culla dell’infor-matica: mezzo secolo dopo la Cep e l’Olivetti di Bar-baricina, che ha luogo tra l’11 e il 12 giugno.

La creazione della Cep - un esempio di calco-latrice ibrida, costruita usando transistor e valvo-le - servì come base per lo sviluppo dei calcola-tori Olivetti Elea, creati a Barbaricina, un sob-borgo di Pisa. ❑

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Vita associativa

19giugno-luglio 2009

Federmanager Alessandria ha orga-nizzato l’1/4 u.s. presso la Cameradi Commercio I.A.A. di Alessandria

un incontro preserale con una psicologaFiammetta Bollero, un direttore risorseumane Gabriella Carello e uno sportivo,istruttore di sci alpinismo e del CentroVelico di Caprera, Roberto Mandirolamoderatore dell’incontro Pinuccia Gattiesperta del mondo della formazione.

Il Presidente Favero nell’introduzioneha evidenziato come manager e sportivisiano a volte legati da un comune deno-minatore: dover prendere decisioni sottostress.

Lo Zingarelli definisce “leadership”come egemonia, guida carismatica eser-citata da una persona (e soprattutto esse-re riconosciuto come capo), ma alla basevi è l’eterno quesito: qual è l’essenza delcomando? Quale il profilo del managerpiù adatto a sostenere sfide competitive?

Con la regia di Pinuccia Gatti, i relato-ri accendono i riflettori sulla figura delleader: una guida carismatica, senza dub-

bio, ma che sa servirsi di qualità acquisi-te con l’allenamento, sottolinea Fiam-metta Bollero. Leader in azienda è coluiche riesce a spezzare il ciclo dell’ineffi-cienza, che sa assumersi le responsabi-lità valorizzando nel contempo i propricollaboratori e andando incontro alleloro aspettative. In definitiva sa creare unclima aziendale ottimale che promuova icambiamenti per ottenere i risultati desi-gnati.

E quanto i collaboratori siano difficilida motivare lo ritroviamo nelle simpati-che immagini di animali che richiamanovizi e virtù...

Ma si è manager o leader? Sintetizzan-do l’intervento di Gabriella Carello, ilmanagement è concretezza, chiarezza;la leadership è una percezione propriadel leader e di chi lo circonda, si ha unistinto naturale per un ruolo piuttosto cheper l’altro. E non è sempre vero che unmanager sia anche un leader. Infine uti-lizza una citazione di Julio Velasco(famoso allenatore sportivo) “avere

talento è un dono, ma il merito è saper-lo utilizzare”.

Per Roberto Mandirola l’attività dellosportivo comporta scelte fatte in situazio-ni di stress e con scenari che cambianorapidamente.

Il comandante di una barca, piccola ogrande, è responsabile di tutto e di tuttima, proprio partendo da questo assunto,si è chiesto se sia logico mettere in giocola vita del proprio equipaggio in una atti-vità ludica, per dimostrare di essere capa-ce o bravo a superare situazioni meteodifficili.

Occorre coraggio, freddezza, autono-mia sulla base di una notevole indipen-denza di pensiero, per insegnare, peresempio, a preparare escursioni in mon-tagna che siano alla portata delle capa-cità dei singoli componenti della corda-ta, ovvero come trasformare lo stress inenergia positiva.

Ciò che rende possibile la leadership èuna visione strategica che identificanuove opportunità di business, abbinataalla capacità di saper prendere decisioniad alto rischio. Il senso del tempo nelduplice significato di tempestività (esse-re nel posto giusto al momento giusto) ela rapidità di esecuzione è infine un ulti-mo requisito fondamentale.

Le risposte dei relatori ad alcuni viva-ci interventi del pubblico, segno di sicu-ro interesse, hanno chiuso l’incontro. ❑

Federmanager Alessandria

Leadership, decisioni e stressCome trasformare lo stress in energia positiva

I compiti dell’Adonp e le sue prerogative statutarie per i soci

L’associazione dirigenti degli enti non profit

L’Adonp è l’Associazione dei dirigenti del-l’Ospedalità non profit e ha il mandatostatutario di rappresentatività dei dirigen-

ti dell’Area Sanitaria (medici, biologi e farma-cisti), dell’Area Tecnica-Amministrativa, ope-ranti nella Sanità non profit e negli Irccs.

Le varie categorie assumono un ruolo cen-trale in un sistema nel quale il raggiungimen-to degli obiettivi è garantito da una decisionecomune sugli aspetti procedurali, sulla deter-minazione dei budget, sulla scelta di una stra-tegia politica unitaria finalizzata alla salvaguar-dia dello stato giuridico, del ruolo e della dife-sa delle strutture, bandendo astratte diffidenzenel rispetto di una nuova filosofia associativa.

La costituzione della figura dirigenziale insanità ha portato una rivoluzione delle relazio-ni e degli impegni: trasformazione del medicoe del laureato dell’Area sanitaria e amministra-tiva in un vero e proprio dirigente-manager, ilcui compito è quello di saper leggere i proble-

mi e quanto evolve, con attenzione nuova allecondizioni emergenti ivi compresi i rapporticon le Istituzioni centrali e periferiche.

A fianco dell’Adonp è stata costituita unaseconda iniziativa, la Fedonp, Fondazioneeuropea medici e dirigenti Ospedalità non pro-fit, che è una onlus ed ha un mandato statuta-rio, di natura sociale e missionario a caratteredi mutualità e di sostegno per i bisognosi.

Insieme alle sopradescritte due si è svilup-pata infine la terza iniziativa, che ha finalitàdi Associazione scientifica, la Sims, Societàitaliana di scienze mediche e sanitarie dell’O-spedalità e delle istituzioni non profit, creatanel pieno rispetto di quanto definito dallaCommissione nazionale Ecm.

L’indirizzo di Adonp è: Piazza di Villa Car-pegna 42/C - 00165 Roma, tel. 06/66019407- fax 06/66042930

cell. professor Chinni 335.317072; e-mail:[email protected] - sito: www.adonp.it. ❑

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20 giugno-luglio 2009

I l 30 aprile è stata firmata dalla CIDA edalle altre maggiori Parti Sociali, conesclusione della Cgil, l’intesa per l’ap-

plicazione ai comparti contrattuali delsettore pubblico dell’accordo quadrosulla riforma degli assetti contrattuali del22 gennaio 2009. L’intesa segue a brevedistanza di tempo un analogo accordoapplicativo per il settore privato, raggiun-to ad aprile tra Confindustria, Cisl e Uil.L’intesa applicativa prevede:

– il collegamento tra la crescita retri-butiva degli stipendi dei dipendenti pub-blici e la previsione dell’indice Ipca, alnetto dei beni energetici importati;

– due livelli contrattuali: il contrattonazionale e quello decentrato di ammi-nistrazione o, in alternativa, territoriale;

– la durata triennale dei contratti,tanto per la parte economica che perquella normativa;

– una sessione di concentrazione traGoverno e Sindacati nella quale valuta-re gli aumenti retributivi nel rispettodegli obiettivi e dei vincoli di finanzapubblica;

– il ruolo fondamentale della valuta-zione, della trasparenza e della premia-lità del merito di amministrazioni, diri-genti e dipendenti nella contrattazioneintegrativa;

– la validità dell’Intesa a partire dallatornata contrattuale 2010-2012;

– il rafforzamento dell’Aran;– l’anticipo della presentazione delle

piattaforme sindacali per il rinnovo deicontratti nazionali a sei mesi prima dellascadenza;

– procedure di tregua sindacale du-rante la contrattazione dei rinnovi;

– la costituzione di un Comitato pari-tetico Governo-Sindacati per il monito-

raggio del buon funzionamento e la ge-stione dell’intesa stessa.

La CIDA considera fondamentale aquesto punto, l’individuazione di un enteterzo al quale verrà demandato il compi-to di fissare il nuovo indice di rivalutazio-ne (Ipca), al netto dei beni energetici im-portati. ❑

(da Italia Oggi, giugno 2009)

CIDA

La riforma dei contratti del pubblico impiego

Accordo applicativo analogo al privato

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Attualità

21giugno-luglio 2009

all’approvazione dell’Assemblea Documentidi Osservazioni e Proposte, Rapporti, Studi,Pareri ecc.

D. Quali sono i gruppi o commissioni chelei ritiene maggiormente significativi?

R. Tutte le commissioni e gruppi di lavorodel Cnel sono importanti, perché focalizzanola loro attenzione su tematiche tutte rilevantia livello economico e sociale. Le commissio-ni poi non operano come compartimenti sta-gni, anzi molto spesso agiscono in collabora-zione anche attraverso la costituzione di grup-pi di lavoro intercommissione quando vengo-no trattate problematiche che hanno aspetti incomune. Credo, anche per questo, che sia piùcorretto parlare non tanto di Commissioni piùsignificative di altre quanto all’importanza deitemi trattati nei diversi contesti temporali. Peresempio per l’ultima parte di questa VIII Con-siliatura il Cnel sta indirizzando la propriaattenzione e la propria attività prioritariamen-te su tre macro aree, impegnando su questel’azione sinergica di un po’ tutte le commis-sioni, attraverso un qualificato lavoro si squa-dra, e precisamente: il monitoraggio periodi-co della crisi e del suo impatto sul sistema eco-nomico-sociale del nostro Paese, le trasforma-zioni delle imprese e del lavoro, il Mezzogior-no.

D. Quali sono state, fra le iniziative delCnel, quelle che lei ha ritenuto più importan-ti?

R. Ce ne sono state tante, per cui non è asso-lutamente facile, e forse non è neanche il caso,farne una graduatoria. E allora mi sia permes-sa solo una citazione, invero un po’ di parte,e cioè che ricordo con particolare interessequella relativa al Convegno sul ruolo delmanagement per il rafforzamento competitivodelle pmi nel mercato globale. In quell’occa-sione si è posto l’accento sulla necessità divalorizzare maggiormente la cultura manage-riale quale indispensabile contributo percogliere l’opportunità del mercato globale eper provare ad uscire dal ristagno economicoproprio del nostro paese. Inoltre, sempre inquell’occasione, si è dato grande rilievo all’art.20 della legge 266/97, che stabilisce uno sgra-vio contributivo, pari al 50% della contribu-zione complessiva dovuta, alle imprese cheoccupano meno di 250 dipendenti e ai con-sorzi fra di esse che assumono dirigenti prividi occupazione; una opportunità che spesso

resta inapplicata perché non adeguatamentepubblicizzata e la cui importanza è oggi piùche mai attuale.

D. Come si svolge la sua attività al Cnel?R. Quale consigliere Cida faccio parte di

diverse Commissioni: per la politica economi-ca, per le politiche del lavoro, per le infrastrut-ture e le reti, per il federalismo e le politicheregionali; di quest’ultima sono vicepresiden-te. Partecipo anche a numerosi gruppi di lavo-ro ed in particolare sono coordinatore delgruppo che si occupa del tema della Program-mazione Regionale riferita al nuovo program-ma comunitario 2007-2013. Infine sono com-ponente della Consulta per il Mezzogiorno,della Consulta per la sicurezza stradale e delComitato di sorveglianza del Pon Gorvernan-ce e assistenza tecnica 2007-2013.

D. Allora il Cnel va bene così e le criticheche talora si levano sono fuori luogo?

R. Mentre confermo la validità dell’averenel nostro ordinamento una Istituzione di que-sta natura, da notare che nel mondo ci sono60 Consigli Economici e Sociali, non possonon rilevarne alcuni limiti di fondo, che pos-sono essere sintetizzati e ricondotti alla limi-tata attenzione e considerazione che il lavorosvolto dal Cnel riceve al suo esterno. I possi-bili correttivi dovrebbero consistere, da un latonel privilegiare studi e proposte di natura stra-tegica sui grandi temi di interesse del Paese,per evitare i frequenti condizionamenti delcontingente e le sovrapposizioni con l’attivitàautonoma, diretta, delle singole parti socialial di fuori del Cnel, dall’altro nel progettare econcretizzare canali informativi migliori chefavoriscano la visibilità, la considerazione e lafruizione del lavoro svolto. ❑

Intervista a Giuseppe Taddei, consigliere CIDA e membro delle più importanti commissioni

Ma il Cnel non è un ente inutileIl ruolo dell’organo di consulenza su economia e lavoro

In una società complessa come la nostra unorgano costituzionale, non esercizio delpotere statale ma di collegamento fra tale

potere e gli interessi ed i bisogni dei cittadinie delle parti sociali che li rappresentano, èquanto mai necessario. Il Cnel è proprio que-sto, un autorevole punto d’incontro fra i gran-di soggetti collettivi (sindacati, organizzazio-ni imprenditoriali, associazioni professionali)e il Governo.

Negli anni 50, quando non esisteva la con-certazione, il Cnel seppe portare in Parlamen-to le istanze sociali; oggi, il suo ruolo è menovistoso, ma non per questo meno importante:gli studi, i rapporti, i seminari ed i forum delCnel sono un valido strumento capace di in-fluenzare accordi politici e sindacali. Per capi-re meglio come funziona questo organo, ab-biamo intervistato il Consigliere Cida presso ilCnel, l’ingegnere Giuseppe Taddei.

Domanda. Ingegnere, alcuni affermano cheil Cnel non serva più. Lei che cosa ne pensa?

Risposta. Il ruolo del Cnel non è assoluta-mente secondario; è anzi assai rilevante. Lasua mediazione fra mondo politico e mondoproduttivo è sempre attuale e importante. IlCnel, dal suo osservatorio privilegiato, deriva-to da un’articolazione partecipativa assaicomposita e pressoché completa, oltre chealtamente qualificata, media e compone lediverse posizioni delle parti sociali, contri-buendo a definire una visione di insieme, ingrado di anticipare i problemi emergenti.Tutt’altro che un ente inutile.

D. Come funziona il Cnel?R. Il Cnel è previsto dalla costituzione come

organo di consulenza delle Camere e delGoverno (e in seguito anche delle Regioni) inmaterie relative all'economia e al lavoro. Ècomposto da 121 consiglieri che rappresenta-no le maggiori parti sociali (lavoratori dipen-denti, autonomi, imprese, associazioni di pro-mozione sociale e volontariato). I vari consi-glieri si suddividono in Commissioni, che siriuniscono in un’Assemblea che è deputata adesprimere la volontà del Cnel. Le commissio-ni rappresentano il fulcro dell’attività del Cnel,il suo cuore pulsante; costituiscono soventegruppi di lavoro tematici con funzione istrut-toria. La Cida, per esempio, è presente in piùcommissioni e gruppi di lavoro. In esito allaloro attività le Commissioni sottopongono

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22 giugno-luglio 2009

L’Associazione Management Club (AMC) è un centro di studi e ricer-che nato dalla volontà di Fondirigenti e Luiss, nonché dei loro rispet-tivi soci promotori, Confindustria e Federmanager, di promuovere una

sede stabile di analisi, confronto, approfondimento e comunicazione sullecompetenze manageriali e la cultura d’impresa

Con AMC si è inteso mettere a fattor comune le metodologie di indagi-ne dei due soci fondatori, per dare vita ad un impianto di ricerca innova-tivo per il nostro Paese che, mettendo al centro l’impresa e il management,aiuti a sostenerne lo sviluppo. AMC è perciò un’iniziativa non episodicache realizza “prodotti” di immediata fruibilità operativa, un’occasione diconfronto tra pubblico e privato per favorire l’ammodernamento della clas-se dirigente, per sviluppare fiducia, attraverso responsabilità e rispetto, inrisposta ad una crisi generalizzata.

In tal senso tutte le attività promosse dall’Associazione prevedono ildiretto coinvolgimento di tutti gli attori principali del sistema sociale edeconomico. Pertanto nella programmazione delle varie iniziative, a parti-re dal Rapporto 2009 sulla classe dirigente, si valorizzano gli elementi posi-tivi e caratterizzanti delle precedenti esperienze, facendo ampio ricorso afocus group e workshop rivolti ai membri della business community, rea-lizzati su tutto il territorio nazionale, in stretta collaborazione con i sistemiassociativi di Confindustria e Federmanager.

Non un Club esclusivo, quindi, bensì un club di eccellenze, un puntoda cui partire per allargare a macchia d’olio, estendendola a tutti, una nuovamentalità di classe dirigente attore dell’innovazione, anziché meno gesto-re dell’esistente.

Per realizzare questi obiettivi, AMC effettuerà analisi dello scenario diriferimento, dell’evoluzione delle competenze manageriali e delle esigen-ze di sviluppo e aggiornamento, avvalendosi della partecipazione per “cer-

Formazione

Che cos’è l’AMCAssociazione Management Club

chi concentrici” di attori pubblici e privati. Si tratta di coinvolgere la poten-ziale intera classe dirigente del Paese, per la quale produrre materiale scien-tifico e strumenti di crescita attraverso poli di eccellenza specializzati.

Si rivolgerà naturalmente verso i giovani talenti visti come attori e pro-tagonisti delle attività. In tutte le iniziative si darà loro spazio, ascolto, par-tecipazione, autonomia e responsabilità, per metterli finalmente al centrodel processo di innovazione culturale del Paese.

Infine AMC, intende proporre una costante focalizzazione sull’autoa-nalisi in senso critico e propositivo, per orientarsi costantemente al miglio-ramento. Non possiamo permetterci arroccamenti a fronte di cambiamen-ti che sono un chiaro invito ad uscire incontro al nuovo. Confrontarsi coni propri limiti farà riscoprire la dimensione etica e valoriale dell’agire, dellaresponsabilità verso la collettività e del solidarismo, ritrovando legittima-zione sociale e tornando ad essere valore aggiunto per lo sviluppo.

In questa fase delicata della nostra storia, l’Associazione si propone difar sì che le cose accadano, di facilitare e rendere operativi i processi intempi certi e brevi, agendo come polo di attrazione, attraversato dai con-tributi di talenti e intelligenze di diversa estrazione, motivati a migliorare epotenziare rendimenti e qualità della macchina produttiva.

Con il 3° Rapporto della Classe Dirigente si è iniziato un cammino checonduce fuori dal laboratorio, per sperimentare e mettere in pratica ciò chegli studiosi hanno ricercato e individuato nel momento dell’analisi e, nonultimo, per attrezzarsi ad affrontare le nuove sfide, ripartendo dal merito.Per il prossimo futuro, AMC ha già in campo un nutrito bouquet di inizia-tive, dai focus group e seminari, alle “palestre formative” in cui giovaniricercatori, manager ed imprenditori integrano attività accademica ed agiremanageriale, al forum telematico, destinato a creare un panel stabile dioperatori, la collana editoriale, il benchmark internazionale. ❑

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Comunicazione e formazione

23giugno-luglio 2009

necessario, questi ultimi possono infatti continuare a svolgere la loroazione formativa struttando le potenzialità di supporto del sistemacon grandi risultati in termini di efficacia della comunicazione egrande risparmio di tempo nel controllo risultati.

L’insegnante, assistito dal sistema, può gestire la lezione con piùfacilità ottenendo al contempo un risultato medio più elevato in ter-mini di livello di attenzione e memorizzazione da parte dei discen-ti. Questi ultimi inoltre avendo la piena disponibilità del “Lectron”sono in grado di rivedere le lezioni tutte le volte che vogliono, a casao comunque fuori aula, potenziando l’apprendimento e la memoria.

Perché è economico:Facciamo un unico esempio: la “Soluzione Base 100” (100 uten-

ti) ha un costo di € 8.000,00 per la formula di avvio (solo delprimo anno) e di € 4.000,00 per la formula di mantenimento del2° anno e successivi. Considerato che tutte le Soluzioni compren-dono sempre due comparti per altrettanti corsi, il costo di ciascunutente per un corso, sarà di € 40,00 per il primo anno e di € 20,00per il secondo anno e successivi.

I costi delle altre Soluzioni (200-400-800 utenti, ecc.), non sonoproporzionali al numero dei partecipanti, ma vanno a diminui-re con le soluzioni più alte.

Il sistema è riconosciuto e protetto da Brevetto Europeo.

Inoltre è di pochi giorni fà l’assegnazione all’Azienda Produt-trice del premio “Scouting ITC” realizzato da fondazione Alin-tec, Politecnico di Milano unitamente al Comune di Milano(Assessorato di Ricerca, Innovazione e Capitale Umano). ❑

Informazione e formazione a distanza

Virtual tutor portable platform

Ci è pervenuta la presentazione di un sistema di comunicazio-ne definito innovativo, flessibile, accattivante, potente edeconomico. Si chiama “VIRTUAL TUTOR PORTABLE

PLATFORM”.Il sistema è nato per la comunicazione ma viene perfettamente

applicato alla formazione sia in aula che a distanza (Fad).

Perché è innovativo:è costituito da un Server remoto e da un hardware removibile di

dimensioni tascabili denominato Lectron. È il Server che ammini-stra tutto il sistema, che dialoga con il Lectron, che gli trasmette icontenuti, le innovazioni, le modifiche, gli aggiornamenti e che prov-vede ai tracciamenti e alle valutazioni dei risultati dopo aver rice-vuto da Lectron tutti i dati necessari per le elaborazioni.

Anche Lectron che viene assegnato ad ogni singolo utente, con-sente di acquisire, gestire e proteggere i contenuti della formazionee di collegarsi immediatamente a qualunque computer e svolgerela formazione ovunque senza bisogno di alcun collegamento allarete Internet e senza necessità di banda larga.

Un utilizzo on-line della piattaforna è limitato alle sole fasi diaggiornamento dei contenuti e tracciamento dei risultati, che avven-gono in pochi secondi.

Perché è flessibile:il sistema è impostato in diverse soluzioni progressive. Dalla

“Soluzione 50” (ovvero 50 utenti) si va alle Soluzioni 100-200-400-800 fino ad ed altre maggiori.

Ciò dà alle Aziende la possibilità di scegliere la soluzione più con-veniente e più aderente alle sue necessità. I Lectron sono forniti alleAziende in comodato gratuito.

Perché è accattivante:L’Amministratore, nell’impostazione organizzativa, è colui che

imposta i corsi, che li segue, che deve sapere come vanno le cose.Il sistema permette di tracciare i risultati di ogni singolo uten-

te organizzandoli in modo da consentire agli Amministratori unopportuno controllo dei risultati (eventualmente necessario ancheper il rilascio dell’attestato di frequenza).

Il sistema fornisce anche agli Amministratori un potente metododi visione grafica dei risultati di avanzamento degli utenti nell’am-bito del piano di formazione per permettere anche rapide analisimacro.

Perché è potente:Per quanto riguarda l’ambito della formazione a distanza, Vir-

tual Tutor riduce fortemente l’onere economico non solo in termi-ni di costo, ma anche in termini di organizzazione, dato che questamodalità operativa elimina la necessità di riunire tutte le perso-ne interessate in uno stesso luogo nelle stesso tempo. Basta quin-di che la persona interessata disponga di un qualsiasi computer e, inqualunque luogo (casa, ufficio, treno, aereo, ecc.), collegando il pro-prio “Lectron” al computer, potrà accedere ai propri corsi.

Ma Virtual Tutor è valido anche nella formazione in aula, inquanto può integrarsi perfettamente con uno o più docenti. Dove

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24 giugno-luglio 2009

Si è svolto il 19 giugno, a Bard il con-vegno organizzato da Federmana-ger, sindacato dei dirigenti delle

aziende industriali e di servizi e patroci-nato dall’Assessorato alle Attività Produt-tive della Regione Valle d’Aosta, sul temaLA CRISI DEI MERCATI E L’IMPATTOSULL’ECONOMIA REALE: EVOLUZIO-NE E PROSPETTIVE.

L’incontro, che vedeva quale ospite erelatore principale il Prof. VincenzinoCaramelli, economista dell’Università diTorino, e incentrato sulle ripercussionilocali della crisi nelle aree della Valled’Aosta e del Canavese, si è avvalso delcontributo degli interventi dell’AssessoreEnnio Pastoret, del Presidente di Confin-dustria Valle d’Aosta, Monica Pirovano edel Vice Presidente di ConfindustriaCanavese, Gianmarco Marconi.

Alla presenza di circa 100 invitati, laserata è stata aperta con la presentazionedei relatori e dello scopo dell’incontro daparte del Presidente di Federmanager diAosta, Marco Farinet e del Presidente diFedermanager di Torino, Renato Cuselli,i quali hanno sottolineato quanto in unmomento di particolare difficoltà econo-mica quale l’attuale sia importante unavisione strategica comune e una sinergiadi azioni tra la categoria dei dirigenti diazienda, gli imprenditori e gli ammini-stratori pubblici, che ponga particolareattenzione anche a non depauperare ilsistema produttivo delle risorse umane edelle capacità manageriali fondamentaliper guidare le aziende sul cammino dellaripresa.

Caramelli ha brillantemente illustrato imeccanismi per i quali una pesante crisifinanziaria, dovuta ad uno svilupporepentino e non altrettanto velocementeregolamentato di strumenti di gestionedel risparmio e dei flussi di denaro, daparte di molti grandi operatori del setto-re, abbia creato una diffusa restrizione dirisorse disponibili, con una conseguenzadepressiva nei confronti dei mercati edelle aziende produttive.

Ricordando altresì che queste più omeno pesanti fluttuazioni dell’economiasono storicamente presenti da sempre eche è importante adottare velocemente

straordinarie contromisure per combatter-le, quali il ricorso alle risorse economichepubbliche, anche a costo dell’indebita-mento, Caramelli ha sottolineato che l’u-scita dalla crisi, che certamente avverrà,si porta però dietro l’incognita di qualeassetto ci attenderà all’uscita, soprattuttonell’ambito delle diverse realtà locali checompongono i sistemi economici dellenazioni e dei continenti.

Pirovano, soffermandosi sull’analisidella realtà Valdostana, ha posto l’accen-to sul tema della ricerca della competiti-vità attraverso l’innovazione e la ristrut-turazione delle aziende e sull’importan-za della ricerca di mercati non tradizio-nalmente raggiunti, azioni tanto più effi-caci quanto più supportate dagli interven-ti pubblici atti ad alleviare le difficoltàfinanziarie oggi presenti, che l’Ammini-strazione regionale della Valle d’Aosta stamettendo in atto.

Marconi, evidenziando come il Cana-vese sia un territorio geograficamentenon ben definito, appartenente alla pro-vincia di Torino, in cui non è facile quin-di avere analisi e dati sugli andamenti ele varie situazioni particolari, ha chiara-mente enunciato le difficoltà che l’indu-stria del Canavese oggi affronta, dopo unperiodo di profonda trasformazione,seguita al declino del gruppo Olivetti cheha visto nascere molte piccole realtà chesoffrono oggi particolarmente la restrizio-

ne e il difficile rapporto conil mondo del credito.

Pastoret ha infine portatoall’attenzione dell’uditoriola visione delle amministra-zioni pubbliche in questaparticolare situazione, chesi trovano, in Valle d’Aostacome nelle altre regioni Ita-liane, a dover fronteggiaresituazioni di malessere eco-nomico che possono diven-tare tanto più drammatichequanto più piccolo è il ter-ritorio e, di conseguenza,limitato il sistema produtti-vo locale.

Le regole recentementeadottate a livello Europeo, atte al conte-nimento della spesa pubblica e del debi-to, certamente non facilitano gli ammini-stratori a mettere in atto azioni di suppor-to all’economia. La Regione Valle d’Aostaha comunque avviato diversi interventi edè tuttora impegnata a sostegno della ricer-ca e dell’innovazione, nonché nell’age-volare le imprese sul fronte fiscale, del cre-dito e della restituzione del debito.

La serata si è conclusa con l’apprezza-mento di Caramelli per la molteplicitàdelle azioni messe in campo dalle Impre-se e dagli Amministratori e con l’auspicioche il mondo dell’impresa, nel rispettodelle regole e dell’etica ovviamente, sipossa sviluppare per soddisfare l’esigen-za primaria a cui è volto: generare profit-to. Questa semplice regola a volte dimen-ticata o posta in secondo piano, unita-mente alle azioni di cui si è discusso nelcorso della serata, possono costituire ilpercorso per favorire una rapida uscitadalla crisi.

Al termine dei lavori, durante il buffetofferto dagli organizzatori, numerosisono stati gli apprezzamenti, soprattuttodegli invitati Piemontesi che per la primavolta la scoprivano, alla bellezza e allafunzionalità della sede prescelta, che nel-l’attuale configurazione: capiente e sug-gestivo centro congressi, nonché storicacostruzione ospitante mostre di alto inte-resse culturale, la rende tra le più attraen-ti nell’area del Nord Ovest. ❑

Economia

Valle d’Aosta: Forte di BardFedermanager Torino e Valle d’Aosta a convegno sulla crisi dei mercati

Un futuro imprevedibile

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25giugno-luglio 2009

Tutti abbiamo perso delle occasionianche importanti. Alcune le abbiamocolte al volo e sfruttate, altre si sono

anche ripresentate ma invano, altre ancoranon dobbiamo assolutamente perdere.

Il nostro paese ha saputo nel quarto di seco-lo dopo la seconda guerra mondiale sfruttaremolte occasioni favorevoli ma a poco a pocoha cominciato a perderle inesorabilmentesoprattutto per colpa di una classe politicaspesso improvvisata ed impreparata.

Una classe politica che, che per difendereinnanzitutto i propri interessi anziché quellidel paese, ha per 50 anni retto le sorti dell’I-talia con governi della durata media di 11 mesicon tante occasioni perdute e poche azioniefficaci.

Da molto tempo si parla di ridurre il nume-ro dei parlamentari, dei ministeri, del deficitpubblico, dello spreco statale e così via. Alcu-ni validi uomini politici hanno tentato nel pas-sato qualche tentativo, cogliendo l’occasione,ma purtroppo le cose sono più o meno rima-ste come prima.

Mi auguro che il ministro Brunetta, decisoe tenace, porti a buon punto le sue riforme perridurre gli sprechi ed aumentare l’efficienzadella pubblica amministrazione. È un occasio-ne che non deve assolutamente perdere.

Un’altra occasione, che abbiamo, è il fede-ralismo fiscale. In due anni bisogna perfezio-narlo e renderlo operativo. E’ il decentramen-to dal potere centrale più rilevante della sto-ria italiana.

Attenzione però che fin quando si tratta ditrasferire competenze, responsabilità e con-trolli al territorio più o meno l’accordo tra leparti si trova, ma quando si tratta di distribui-re una montagna di soldi le cose si complica-no e di molto.

Fino ad ora il decentramento dal potere cen-trale non ha dato i risultati sperati. Le regioni,i comuni e le stesse province sono cresciutenotevolmente in termini di personale e dimezzi senza una corrispettiva riduzione a

livello centrale, anzi ad esempio i dipendentidei ministeri sono aumentati.

Attenzione quindi che il federalismo fisca-le con il decentramento continuo di ingentirisorse non crei un ulteriore aumento dellaspesa pubblica, considerando che i centri dipotere periferici diventeranno particolarmen-te appetibili per il fiume di soldi che riceve-ranno e che dovranno distribuire.

A mio avviso la prima cosa da fare è rive-dere questi centri di potere. L’eliminazione oalmeno il ridimensionamento delle provincienon avviene nonostante le promesse, l’impe-gno e le occasioni per farlo da parte dei poli-tici, al contrario si potenziano e si aumenta-no. L’esigenza del passato di avere comunivicini per difficoltà di comunicazione e di tra-sporto non esiste più, eppure tutto rimanecome prima. Avendo casa, conosco una realtà,quasi incredibile, in Valsesia, dove in un trat-to di strada di 7-8 km. esistono 4 comuni ognu-no con tanto di sindaco, vice-sindaco, asses-sori, consiglieri, servizi e mezzi vari. Unosarebbe più che sufficiente. E il polverone sulleComunità Montane, che dovevano essereridotte in modo drastico? E i Comitati di Quar-tiere che in alcune regioni hanno dei costispropositati e denunciano spesso la loro inu-tilità.

Il nostro paese merita una giustizia miglio-re di quella attuale. Quasi tutti i governi ave-vano nei loro programmi la riforma della giu-stizia, ma fino ad oggi c’è stato solo qualcheritocco estetico.

Clamorose scarcerazioni, frequenti edopportune prescrizioni di reato, processidecennali, milioni di cause in lista d’attesa daanni, sentenze che, anche per reati minori,arrivano dopo anni ed anni di rinvii, pongonol’Italia all’ultimo posto in Europa per l’efficien-za della sua giustizia.

Vista l’impossibilità di trovare un pur mini-mo accordo di riforma tra le parti interessate,si è deciso di procedere con la modernizza-zione del sistema, modernizzazione che si èsubito ammalata del virus ambientale dellalentezza, per cui si vedranno ancora per moltotempo gli storici ‘faldoni’ ingombrare i tavoli

dei magistrati. Basterebbe copiare quantoviene fatto in altri paesi occidentali come i pro-cessi a due soli gradi di giudizio, proceduresemplificate per i reati minori, eliminazioneprogressiva di migliaia di vecchie, ripetitive espesso inutili leggi che servono solo a compli-care e a ritardare l’opera dei giudici. Il citta-dino non deve più temere la giustizia comefonte di procedure con tempi e costi senzalimiti, ma apprezzarla se rapida ed equa. Soloallora sarà ristabilito uno dei cardini fonda-mentali di una vera democrazia.

In Europa abbiamo perso delle occasioniuniche per l’utilizzo di finanziamenti a fondoperduto dell’UE per lo sviluppo agricolo, turi-stico, infrastrutturale ed ambientale di alcunearee del nostro paese.

Si tratta di diversi miliardi di Euro inutiliz-zati e quindi dirottati ad altri paesi soprattut-to per l’incapacità dei nostri parlamentarieuropei, i più pagati ed i più assenteisti tra iloro colleghi. In molti casi i progetti necessa-ri per ottenere i finanziamenti o non venivanopresentati in tempo o se presentati eranoincompleti o raffazzonati per essere subitoscartati. Una delle aree più interessate a que-sti finanziamenti era il nostro Mezzogiorno,dove si è preferito per decenni convogliare unafiumana di soldi dei contribuenti italiani percreare il più delle volte delle ‘cattedrali neldeserto’ o industrie fantasma o infrastruttureinutili. Il contrario di quanto si faceva e si fanel Sud della Francia, Spagna e Portogallo,paesi che utilizzando i fondi UE sfruttanoinnanzitutto le condizioni naturali e climati-che locali per coltivazioni mirate ed industriecollegate, per un turismo anche culturale esportivo praticabile tutto l’anno. Come golfi-sta sono amareggiato nel vedere i pochi campipresenti e poco frequentati dai turisti nelnostro Mezzogiorno, al contrario dei numero-sissimi e ben frequentati nel Sud della Fran-cia, Spagna e Portogallo.

Tante occasioni perdute stanno causando ildeclino del turismo italiano, declassandoci alquarto o quinto posto in Europa, quando conil nostro immenso e stupendo patrimonio arti-stico, culturale, enogastronomico e naturale,dovremmo essere al primo posto nel mondocon un’industria turistica che potrebbe tran-quillamente coprire un terzo del Pil. Ma pochine parlano anche in questo drammatico perio-do di crisi dove bisogna sfruttare al massimoquello che si ha con un serio programma dimiglioramento ai pochi e cari alberghi cheabbiamo, ad una rete ferroviaria ed autostra-dale insufficienti, a treni in maggioranza obso-leti e mal tenuti, a pochi porti turistici ed aaeroporti mal serviti e così via. ❑

Opinioni

Le amare verità

Le occasioni perdute

In un excursus davvero impietoso sui mali che affliggono il nostro paese, l’autore denuncia i più vistosi errori

dell’amministrazione dello stato (troppi parlamentari,federalismo fiscale, centri di potere, giustizia, turismo e così via) proponendo soluzioni e modelli in vigore

presso le nazioni limitrofe

Gianni Silvestri

RETTIFICA

Nell’articolo dedicato all’Assemblea diNovara-VCO, pubblicato alle pagine 14,15 e16 del n. 262, il nome del Dottor Canazza èstato erroneamente riportato come Canizza.Ci scusiamo con l’interessato e con i lettori.

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26 giugno-luglio 2009

le nazionale. Il provvedimento del Ministerodel Lavoro viene sottoposto all’approvazionedella Corte dei Conti (solitamente una picco-la parte del finanziamento complessivo vienetrattenuto come Fondo di Garanzia).

Una volta pervenuta l’approvazione dellaCorte dei Conti, i finanziamenti diventanodisponibili sulla base delle convenzioni a suotempo stipulate tra le disciolte Agenzie perl’Impiego e le Confederazioni sindacali deidirigenti in ambito regionale.

Più esattamente, le cd. convenzioni di tipoA, firmate anche dalle Organizzazioni dato-riali, prevedono le modalità di concessionedel beneficio attraverso la costituzione di unaapposita Commissione trilaterale (DirezioneRegionale del Lavoro, Associazioni delleimprese e Confederazioni dei Dirigenti).

Le convenzioni di tipo B, invece, vedono ilcoinvolgimento soltanto delle Regioni e dellaCida (Confederazione Italiana Dirigenti e AlteProfessionalità). Esse prevede la costituzione diun’altra Commissione regionale a cui è deman-dato il compito di proporre le cd. “attività utili”a favorire la ricollocazione dei dirigenti.

Il finanziamento per la ricollocazione nonprevede flussi di denaro tra il Ministero e leRegioni, in quanto il beneficio avviene

mediante conguaglio contributivo, per cui leAziende autorizzate detraggono l’ammontaredell’incentivo direttamente dai periodici ver-samenti all’Inps. Al termine di ogni anno gliIstituti di previdenza chiedono il rimborsodegli oneri sostenuti al Ministero del Lavoro.

Non è così invece per le attività utili, chevengono vagliate dal Ministero del Lavoroorientativamente entro la prima decade didicembre di ogni anno, sulla base delle pro-poste avanzate dalle Regioni a seguito delleipotesi progettuali avanzate dalla Cida. I pro-getti non devono essere realizzati necessaria-mente nell’anno della richiesta, ma anche inanni successivi, dopo l’arrivo dei finanzia-menti.

Da questo punto di vista, il bilancio appli-cativo della legge in esame può considerarsipositivo, in quanto ha portato al finanziamen-to per diverse attività utili, tra cui le più diffu-se, in particolare, si sono rilevate quelle incorsi di formazione, iniziative di outplace-ment, attività promozionali, ecc.

L’introduzione del meccanismo eccessiva-mente complesso e ferraginoso di finanzia-mento della legge, sopra descritto, ha contri-buito, invece, di fatto, a limitare i positivi effet-ti finora prodotti dalla norma. ❑

Sindacale

Procedura di finanziamento

Art. 20 Legge n. 266/1997

Per non dimenticarli

Gli ante ‘88CHI SONO

Sono i dirigenti andati in pensione nelperiodo precedente il 31 dicembre 1988 e pre-cisamente nell’intervallo compreso tra il 1981e tutto il 1988 (INPDAI).

QUANTI SONO?Il Presidente Ambrogioni in una intervista

rilasciata di recente a questo giornale indicauna stima di 16.000 soggetti interessati com-plessivamente.

SPEREQUAZIONELa differenza di importo nelle pensioni oggi

percepite tra due soggetti che hanno avutoaccesso alla pensione rispettivamente alla finedel periodo indicato (ad esempio a dicembre1987) e immediatamente dopo (gennaio1988), complice anche la rivalutazione suc-cessiva delle pensioni, due soggetti che pre-

sentano gli stessi requisiti di età, anzianità con-tributiva e retribuzione percepita, è rilevante,nell’ordine del 15-20% della pensione lorda.

PERCHÈ GLI ANTE ‘88Vigente l’INPDAI, la pensione era calcola-

ta con il sistema retributivo, cioè avendo comebase di calcolo la media della retribuzionedegli ultimi 5 anni di lavoro. Allo scopo eranovigenti limiti minimi e massimi della parte diretribuzione assoggettata a contribuzione pre-videnziale, definiti rispettivamente “Minima-le” e “Massimale contributivo”: di norma leretribuzioni medie dei dirigenti erano compre-se entro questi limiti, quindi totalmente assog-gettate a contribuzione previdenziale e di con-seguenza integralmente considerate comeelemento di calcolo della pensione. È ovvio,anche allora le retribuzioni rilevanti di alcuneposizioni aziendali superavano sensibilmente

il massimale contributivo e come tali nondavano luogo, per la parte eccedente, a costi-tuzione di rendita previdenziale, dando perscontato che in questi casi, il soggetto avreb-be provveduto direttamente a costituire le op-portune iniziative integrative. Ad esempio, nel1954, in anni non critici della gestione INP-DAI, in presenza di un “Minimale contributi-vo” annuo di 1.261.000 lire, il “Massimalecontributivo” era di 3.289.000 lire, con un rap-porto tra i due termini pari a 2,60 in presenzadi una retribuzione medio-alta di 2.500.000-3.000.000 anno. Negli anni compresi tra il1981 e il 1987, il rapporto tra il “Minimale” eil “Massimale” diminuiva dal 2,6 a 1,36 (1981)e poi addirittura a 1,008 nel 1983: i dirigentiandati in quiescenza nel 1978, contro unaretribuzione lorda media di 15 milioni perce-pivano una pensione di 12 milioni (pariall’80%). Viceversa quelli andati in quiescen-

Lart. 20 della Legge n. 266/1997 prevedeun sistema di incentivi a favore delle pic-cole e medie imprese al di sotto di 250

dipendenti che assumono personale con qua-lifica dirigenziale in stato di disoccupazione.Le aziende che assumono un dirigente disoc-cupato, infatti, possono beneficiare d un con-tributo pari al 50% degli oneri previdenzialicomplessivi dovuti per un periodo massimo di12 mesi.

Ai fini della concessione dei benefici, lamisura delle agevolazioni viene definita ognianno nei capitoli di bilancio del Ministero delLavoro, il quale provvede con decreto al finan-ziamento complessivo previsto per dare attua-zione all’articolo di legge in oggetto. Negliultimi anni, peraltro, tale finanziamento si èprogressivamente ridotto fino a risultare pari acirca la metà rispetto a quello iniziale (porta-to da 5 milioni a circa 2,1 milioni di euroannui).

I fondi disponibili a livello nazionale, perciascun esercizio finanziario, vengono ripar-titi a livello regionale con decreto direttorialesulla base dei dati Istat riferiti alla densità delleimprese che occupano meno di 250 dipen-denti per ogni Regione, mettendo in rapportole imprese presenti nella Regione con il tota-

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Sindacale

27giugno-luglio 2009

za nel 1987 percepivano una pensione di 41milioni, pari grosso modo al 50% dell’ultimaretribuzione!

A chi ha giovato, a suo tempo, lo stacco traretribuzione effettiva e Massimale contributi-vo? Sicuramente alla parte datoriale che havisto ridursi le contribuzioni previdenzialirispetto alle retribuzioni erogate e anche ai diri-genti allora in servizio che hanno intascatosotto forma di retribuzione la minor contribu-zione previdenziale e, forse, qualche maggiorgenerosità nei rinnovi contrattuali del periodo.

EVOLUZIONECon legge 20/5/1988 n. 160, per porre rime-

dio allo scollamento tra pensioni e retribuzio-ni in atto, veniva deciso che per coloro cheavevano accesso alla pensione successiva-mente al 1988, nel calcolo della retribuzionemedia utile per la determinazione della pen-sione veniva assunto come elemento di calco-lo, non la retribuzione effettiva o il massima-le contributivo, ma anno per anno (per gli ulti-mi cinque anni di contribuzione), l’importominore tra retribuzione totale effettiva e il dop-pio del massimale contributivo del periodo.

Il soggetto andato in pensione prima del1988, anche a dicembre 1987, sia pure con ilmassimo dei requisiti di anzianità ma con retri-

buzioni medie pari al doppio del Massimale,cosa normale, percepiva una pensione massi-ma di 41 milioni pari, grosso modo al 50%dell’ultima retribuzione. Se fosse andato ilmese successivo la sua pensione sarebbe statapari all’80% della stessa. Ripetiamo, mentre idirigenti collocati in pensione fino al dicem-bre 1987 hanno avuto il trattamento di quie-scenza calcolato con riferimento ai massima-li presi in considerazione per il calcolo dellepensioni, quelli in quiescenza dal 1° gennaio1988 si sono giovati di un importo raddoppia-to dei medesimi massimali, ripristinando lasituazione antecedente agli anni ‘70.

SENTENZELa Corte Costituzionale con sentenza n. 72

del 1990 interveniva sull’argomento e sottoli-neava il carattere “illogico” e “ingiustificato”di quanto disposto dal decreto-legge n. 86 del1988; evidenziava la necessità per il Legisla-tore, di procedere “ad un intervento di razio-nalizzazione complessiva della materia” edinoltre a razionalizzare l’andamento dei trat-tamenti pensionistici in questione.

RIALLINEAMENTINel 1989, 1991 e 1999 con tre diversi prov-

vedimenti legislativi la sperequazione è in

parte attenuata. Ma sono provvedimenti com-plessi e parziali che riconoscono soltanto inparte la differenza di trattamento ed eroganogli arretrati in misura ridotta, inferiore alla dif-ferenza di trattamento delle due “famiglie” dipensioni.

CONCLUSIONECome rilevato, permane tuttora la differen-

za di trattamento pensionistico tra i pensiona-ti ante ‘88 e gli altri pensionati di epoca suc-cessiva. Permane quindi da parte di costoro,il confronto e quindi, se non il diritto, certa-mente l’aspettativa per il riallineamento. Vainoltre messo in conto l’età avanzata dei sog-getti cui fa riscontro un incremento significa-tivo delle necessità di carattere personale efamiliare, e la intima convinzione degli stessiche questa battaglia vada combattuta e vintamentre sono ancora in vita. È appropriato fareriferimento alle vicende dei Cavalieri di Vitto-rio Veneto?

Dove termini la linea del diritto e inizi quel-la della solidarietà non è ben chiaro: sicura-mente una risposta più concreta ed incisiva daparte di Federmanager, la messa a punto di unaqualche proposta concreta nei loro confrontisarebbe opportuna. NON SONO POI COSÌPOCHI… ❑

Legge n. 266/1997art. 20Ripartizione a livello regionaledegli incentivi al reimpiego dei dirigenti nelle PMI per l’anno 2009

Si comunica che con decreto del 13 feb-braio 2009 il Ministero del Lavoro haassegnato gli stanziamenti su base regio-

nale dei fondi destinati alla copertura deglioneri previsti dalla normativa in oggetto perl’esercizio finanziario 2009, pari ad €

2.141.787,00, come da tabella di ripartizioneche si unisce in allegato.

Tale decreto, ha ottenuto la registrazionedella Corte dei Conti in data 21 aprile 2009 edovrebbe già essere stato trasmesso alle Regio-ni ed alle corrispondenti Agenzie Regionalidel Lavoro per dare attuazione alla normativain esame, con la ripartizione a livello regiona-le degli incentivi al reimpiego di personale conqualifica dirigenziale e sostegno alla piccolaimpresa per l’anno 2009.

Con l’occasione, riteniamo di rendere unutile servizio per la maggiore diffusione dellasuddetta normativa, trasmettendo altresì unanota tecnica sulla procedura di finanziamen-to dell’art. 20 della Legge n. 266/1997, elabo-rata dall’Area Lavoro e Welfare di Federmana-ger, in accordo con la Cida. ❑

Regioni Imprese fino % Stanziamentoa 249

dipendenti

Piemonte 329.591 8,08 173,056,39

Valle d’Aosta 11.094 0,27 5.782,82

Lombardia 750.596 18,39 393.874,64

Prov. Bolzano 39.902 0,98 20.989,51

Prev. Trento 37.161 0,91 19.490,26

Veneto 375.971 9,21 197.258,58

Friuli Venezia Giulia 86.567 2,12 45.405,88

Liguria 124.718 3,06 65.538,68

Emilia Romagna 359.942 8,82 188.905,62

Toscana 312.879 7,67 164.275,06

Umbria 64.327 1,58 33.840,23

Marche 123.553 3,03 64.896,15

Lazio 358.441 8,78 188.048,90

Abruzzo 89.165 2,18 46.690,96

Molise 19.459 0,48 10.280,58

Campania 298.243 7,31 156.564,63

Puglia 224.805 5,51 118.012,46

Basilicata 33.072 0,81 17.348,47

Calabria 98.780 2,42 51.831,25

Sicilia 246.641 6,04 129.363,93

Sardegna 95.787 2,35 50.332,00

TOTALE 4.080,694 100,00 2.141.787,00

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28 giugno-luglio 2009

“Famiglia Cristiana si presentatimidamente in casa vostra …..i sacerdoti che la curano hanno

la sola intenzione che le famiglie siano lesane cellule della società e della Chiesa.”

Così, don Alberione la propagandavanel 1951 con le sue circolari. Don Albe-rione un uomo che, fermissimo com’eranell’obbedienza alla dottrina della Chie-sa, passava invece per turbolento agliocchi dei gestori romani della disciplinacanonica. Diceva “sì” don Alberione, mapoi andava avanti con la sua idea, con-vinto che fosse la migliore, quella cioè diseguire la sua intuizione, in forte antici-po sui tempi, di diffondere il Vangelo conquesto nuovo mezzo di comunicazione:la stampa.

Un piano che gli era balenato nellanotte tra i due secoli: servire la Chiesa egli uomini del nuovo secolo e operare congli altri. Già, ma con chi? Ecco l’ideageniale; creare un’organizzazione, unsodalizio che unisse scrittori, tipografi,librai e rivenditori cattolici, operanti nelmondo della stampa, ma aperta a tuttoquanto la tecnologia andava via via pro-ponendo. Era una scommessa! e, con14.000 lire lasciategli dallo zio, comperòmacchine tipografiche, affittò una casa daadibire a laboratorio, tutto con i suoisoldi, solo i suoi soldi, per non rischiarei soldi della comunità ecclesiale.

A quel tempo giravano ancora per ipaesi, i cascinali, i “camminanti“, a por-tare notizie di luoghi lontani, a racconta-re antiche storie. Si leggevano ancora “IReali di Francia“ e “I tre moschettieri“ ma,a spadroneggiare, era ormai un’altra nar-rativa, quella che parlava dei fatti reali,quelli di ogni giorno, dei personaggi suiquali si infervoravano i discorsi dellagente. Il “sufrin”, che in piemontese vuoldire fiammifero, così veniva soprannomi-nato perchè pronto ad accendersi in ognimomento, si è rivelato dotato di una chia-roveggenza ed energia profetiche, è riu-

scito a coniugare contemplazione edazione, amore di Cristo e dedizione alservizio dell’uomo.Il suo è stato un rivol-gimento radicale di mentalità e di meto-do nella evangelizzazione, una forma ori-ginale di predicazione.

La testata originale era: “famiglia cri-stiana, settimanale per le donne e lefiglie“; prezzo 20 centesimi, 8 lire l’ab-bonamento annuale. In quel primo gior-nale c’era già tutto lo schema che sarà poimantenuto negli anni successivi; restau-razione morale e religiosa della società,formazione evangelica e liturgica, noti-zie dall’Italia e dall’estero, consigli medi-ci, cucina ed abbigliamento, rubrica dicucito e una di Diritto, consigli igienici,notizie agricole, giochi e storielle e poi,del tutto in sintonia, la pubblicità, presen-te già nel primo numero: macchine percucire Necchi e piante Sgaravatti. Ciò chefece colpo sui lettori, non fu però la vesteeditoriale e forse, neppure i contenuti, mail modo in cui il settimanale veniva reca-pitato a destinazione: una specie di ven-dita porta a porta. Curiosa anche la formadi pagamento, in linea con gli usi e costu-mi di una società ancora agricola epatriarcale che ricorreva perfino al barat-to: 2 uova, kg di patate ecc. tutto servivaper fare il cambio con la rivista. Siamonegli anni 30/40. Paradossalmente ilprimo grande incremento si ebbe duran-te il periodo bellico, quando tutte le giànumerose difficoltà furono ingigantite

dalla situazione contingente. Difficoltà diapprovvigionamento della carta, diffi-coltà di reperire il personale, perché moltiuomini erano al fronte. C’era di che sco-raggiarsi, ma, nonostante tutto, dalle18.000 copie iniziali, si passò a 27.000.

Famiglia Cristiana è don Alberione!certo i suoi successori hanno portatonuove idee, hanno dato nuovo impulso,hanno utilizzato le nuove tecnologie, ma,senza sminuire nessuno, chi ha avuto l’i-dea geniale di iniziare questa impresa“impossibile “ e portarla avanti concoraggio, anche contro ostilità non indif-ferenti incontrate anche in ambito eccle-siale, è stato lui! Alla guida si sono suc-ceduti don Luigi Occelli, don PierinoMarano, don Luigi Zanoni, don Giusep-pe Zilli, don Leonardo Zega, don FrancoPierini e, ora don Antonio Sciortino, ma,su tutti, aleggia sempre la sua ombra.

“Si nasce piccoli, ma si può morire pic-coli“ soleva ricordare don Alberione aisuoi collaboratori che hanno capito e rac-colto il messaggio, buttandosi a capofit-to in tutte le occasioni che la tecnologiaoffriva loro la linotype, la radio, la televi-sione, i DVD, la fotocomposizione, icomputers, sono diventati via via stru-menti utili per l’evangelizzazione dellasocietà, di cui la famiglia è la cellula ele-mentare e fondamentale. Intanto nel1944 si riuscì a raggiungere le fatidiche100.000 copie e poi, sempre in crescen-do: 1948 - 120.000, 1951 - 155.000, nel’53 200.000 e nel ’54 - 300.000.

Con l’avvento di don Zilli alla direzio-ne si ammodernarono i contenuti, adat-tandoli ai tempi, usi e costumi che stava-no mutando radicalmente, si migliorò laveste tipografica ed anche il sistema didiffusione. 750.000 copie nel ’56,900.000 nel ’59, 1.000.000 nel ’61 giu-sto a trenta anni dalla fondazione. Sevolessimo tracciare un diagramma, trove-remmo per qualche anno un tratto di lineaorizzontale, un assestamento tecnico, sipotrebbe dire, posizionato su 1.400.000copie settimanali.

Per i primi 40 anni di vita, si stampò un

Territorio

Il settimanale più venduto in Italia

Famiglia CristianaIniziamo con questo articolo la storia delle imprese della “Provincia Granda”, che sono diventatepunto di riferimento per l’eccellenza raggiunta, per la dimensione internazionale, ma, soprattutto,per la genialità che ha ispirato i loro fondatori

Gianni Formagnana

Don Alberione.

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Territorio

29giugno-luglio 2009

numero speciale con 2.000.000 copie.Dall’80, Famiglia Cristiana uscì dall’am-bito esclusivamente parrocchiale e perabbonamento per acquistare visibilitàanche attraverso le edicole. Quasi ottan-ta anni sempre con lo stesso impegno,affrontando i problemi vecchi e nuovi cheriguardano la famiglia e la società, lettied interpretati alla luce del Vangelo.

Don Alberione aveva intuito la neces-sità di portare il Vangelo attraverso i nuovimezzi di comunicazione di massa perraggiungere anche coloro che non fre-quentano la Chiesa.

Famiglia Cristiana ha avuto, dopo tantediffidenze, conferma ufficiale dal Conci-lio con il Decreto Inter Mirifica del 1963.

Punto di forza della rivista è l’innova-zione, nel segno della continuità, con unocchio attento ai cambiamenti avvenutinella famiglia e nella società. Una infor-mazione onesta, coraggiosa, libera erispettosa di tutto e di tutti, basata sullaprofessionalità, l’autonomia e l’indipen-denza.

Soprattutto mira ad essere credibile,capace di dire sempre la verità e, anchequando la verità scotta, dirla sempre inmodo chiaro e garbato. Mira a raggiun-gere tutti, coloro che credono, quelli chedubitano, quelli che sono alla ricerca equelli che non credono, perché fa partedel suo codice genetico, la parola cristia-na, che significa mettere al centro di tuttola persona, con i suoi diritti e la suadignità: l’uomo viene prima della noti-zia.

Lontani i tempi in cui la rivista si pre-sentava con un’immagine più paesanache provinciale, ora ha acquisito lo stile,da tutti riconosciuto, di grande, afferma-to settimanale. È l’immagine di questagente di “Provincia Granda” che, con illoro genio, l’inventiva, la tenacia e lacaparbietà di chi ha conosciuto la faticadel lavoro nei campi, ha saputo, nono-stante la cronica carenza dei collegamen-ti, diffondersi in tutto il mondo ed impor-si all’attenzione ed all’ammirazione ditutti... ❑

A Fossano teatro di strada

Mirabilia

Tre giorni, tre giorni in cui Fossano è stataletteralmente invasa da schiere di artistiprovenienti da ogni parte del mondo per

dare luogo ad una insolita folcloristica Ker-messe. Da venerdì strade chiuse, piazze occu-pate, parcheggi inagibili; chi, entrando in cittàvolesse attraversarla, dovrà probabilmenteaccamparsi in periferia e attendere lunedì, mane vale la pena !

Dopo essersi “ ritirato“ in luoghi chiusi perpiù di due secoli, il teatro è tornato nelle viee nelle piazze delle città che lo hanno origi-nato, rivendicando lo spazio pubblico comeuno spazio aperto e luogo d’incontro con tuttii cittadini. Fossano diventa così un luogo diemozioni diverse, suscitate dagli artisti in ununico grande palcoscenico.

Il teatro, che affonda le sue radici nell’albadella storia umana, prima ancora che nei tea-tri, fu vissuto negli spazi aperti; la strada diven-ta dunque un’occasione per abitare la bellez-za della propria città, per valorizzarne gli scor-ci, per ammirarne gli spazi pubblici. Dovemettere, altrimenti le grandi compagnie, lastreet-dance, le influenze apportate dal nuovocirco e dalle moderne tecnologie? In fondosentiamo tutti che sono la stessa forma artisti-ca che si appropria dello spazio urbano e lotrasforma. Impossibile citare tutti gli artisti,ovunque ti giri, come in un caleidoscopio,ammiri nuove scene, nuovi modi di fare tea-tro, senza limiti alla fantasia. In una societàdove il computer ha preso un posto nella vita

animali e personaggi. Nello spazio per i piùpiccini i “trucca bimbi“, con il loro estro e latecnica pittorica trasformano i loro visi in quel-li di tigrotti, micini, fatine, Pierrot e delicatis-sime falci di luna.

Mirabilia a Fossano; qualcuno forse si chie-derà perché. L’auspicio è quello di trasmette-re il gusto per la bellezza e per l’arte, ancheal visitatore più sprovveduto; un auspicioproiettato anche alla costruzione di una citta-dinanza consapevole, perché chi sa leggere illinguaggio della bellezza, ha propensioneanche a comportamenti di rispetto e di svilup-po del bene pubblico.

Gianni Formagnana

di ciascuno, nemmeno l’arte di strada potevarestarne immune. Ed ecco, qui, chi proponespettacoli multimediali che sfruttano le poten-zialità offerte dalle nuove tecnologie; là, untendone che, allestito in una piazza, porta consé la storia antichissima dell’uomo che si rac-conta e si cimenta con la propria ricchezzainteriore.

Giocolieri, comici, acrobati vengono dalleprofondità della storia umana, dalla sua capa-cità di autorappresentarsi e continuano a ricor-darci chi siamo. Poi c’è la comicità che è unlinguaggio semplice e antichissimo, da sem-pre usato per raccontare storie comiche edrammatiche allo stesso tempo, attraversospettacoli che riescono a unire adulti e picci-ni. Colonna portante dei vari spettacoli è sem-pre la musica che accompagna evoluzioni,scandisce passaggi di giocolieri, ritma ognimovimento e ogni azione e non si interrompenemmeno durante le acrobazie più impensa-bili, grazie alla bravura degli artisti. Potevanomancare i burattini? Costruiti e manipolati allamaniera dei “ buraku“ giapponesi, diventanopiccoli attori geniali che sviluppano un lin-guaggio tutto basato su immagini e sensazio-ni; le marionette raccontano la solitudine, iltempo che passa, i rapporti umani e la frivo-lezza della vita, conservando un distacco checonsente un’amara denuncia., altre imitano,in brevi scenette, noti personaggi del mondomusicale.

C’è ancora chi propone “ dal vivo “ le comi-che del cinema muto; gli stessi effetti, le stes-se idee, gli stessi colori, le stesse pazze corsee incredibili invenzioni. Il trasformismo sutrampoli, fiabesco e impalpabile come unsogno, presenta una ricchissima galleria di

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30 giugno-luglio 2009

Piero Femore è nato ad Asti. La vita l’ha subi-to posto di fronte ad un handicap che avrebbestroncato e distrutto un animo debole. Lui neha fatto uno strumento per un sovraccarico dienergie e di entusiasmo. Mentre ne scrivo lovedo muoversi con quel suo modo particolareche alla fine era diventata una caratteristica gra-devole che riscuoteva affetto e simpatia.

Non per nulla il suo carisma personale diven-tava fascino con l’altro sesso, attratto certodalla piacevole e dotta conversazione, masoprattutto dal calore umano che sprigionavala sua persona.

Poi cercò di allargarsi mettendo se stesso adisposizione e a contatto del pubblico, apren-do una libreria nel centro di Torino, la Cam-pus, in piazza Carlo Felice, di fronte al giardi-no di Porta Nuova, poi trasferitosi in via Urba-no Rattazzi, dalla parte opposta, portandosiappresso i suoi affezionati clienti.

Il libro di ricordi che la moglie Franca havoluto offrire a Piero è una costellazione dinomi protagonisti della vita culturale e cittadi-na che con lui ebbero motivi d’incontri e lavo-ri comuni.

Un libro che ci restituisce, con il personag-gio, una Torino che non c’è più: Piero è il pro-tagonista testimone, anche lui soggetto d’altritempi, svagato e malinconico con quell’ombradi sofferenza nello sguardo, di quelli che hannouna pena che non si può cancellare.

L’ho visto sorridente solo un giorno, insie-me con la moglie, Franca Cardenti, radiosa ebellissima con lui al suo fianco, devoto ed orgo-glioso.

Varie

Piero Femore e Gianni Borgo

Due personaggi d’eccezione nel panorama letterario torinese

■ Legalmente

riconosciuto

dall’Irish

Department of

Education.

■ Corsi durante tutto

l’anno.

■ Programmi estivi

speciali per adulti.

■ Programmi di

attività/studio per i

più giovani (Giugno

- Agosto).

■ Sistemazione presso

famiglia.

■ Sconto ai membri di

Federmanager

Piemonte. (Si prega

di allegare

l’inserzione quando

si effettua

l’iscrizione).

■ Preparazione per

l’esame: FCE, CAE,

CPE.

Mentre Piero ha espresso se stesso mostran-do libri ai suoi clienti e amici, Gianni Borgoha cercato nell’arte del produrre la ragione diessere. Ero amico, molto amico di suoi padreche mi raccontava i prodigi di questo figlioun po’ timido, silenzioso, che divorava libri esuccessi nel periodo dell’apprendimento. Perpreparare la tesi di laurea (mi scuso se lamemoria non mi aiuta nel ricordare l’argo-mento) si procurò dei testi da tutte le parti delmondo tanto da colmare una stanza completadi libri.

La sua fame di sapere, conoscere, approfon-dire non aveva limiti. Figlio di un noto avvo-cato torinesi, nipote di un industriale afferma-to, crebbe in un ambiente dell’alta borghesia,in mezzo agli agi e con mezzi che egli impiegòprima per sé stesso poi nei pochi libri che gliriuscì di stampare, perché a Londra, mentre eraalla ricerca di nuovi autori, fu stroncato da uninfarto ad appena quarant’anni.

Poiché realizzava i suoi libri nella stessatipografia che stampa questo nostro giornale,potevo seguire da vicino il suo lavoro con l’am-mirazione e l’apprezzamento dei tipografi chelui seguiva passo a passo nella composizionedell’opera: dalla scelta della carta, ai caratteri,all’impaginazione, insomma di tutte le opera-zioni sino alla revisione delle bozze, già cor-rette in sede redazionale, che poi lui rivedevacon passione come se accarezzasse manual-mente la sua opera che alla fine mi mostravacon fierezza, consapevole di aver fatto una cosabella ed utile.

Se non passeranno alla storia queste duefigure originali, cariche di entusiasmo e capa-ci di grande umanità, i pochi o i molti che conloro hanno vissuto qualche tempo dal lorogenio – perché di questo si tratta quando l’uo-mo supera la sua opera – hanno tratto ispira-zione e conforto anche se breve è stato il pas-saggio su questa terra. ❑

Il successo, la notorietà?Niente di più menzognero. Sono sufficienti

due passaggi in tv, magari in una di quelle tantoreclamizzate ed ambite reality, che subitodiventi un personaggio. Invece vorrei parlaredi due sconosciuti o quasi, perché nei loroambiti hanno avuto dei giusti riconoscimentidi stima ed affetto.

Parlo di Piero Femore e di Gianni Borgo.Penso che non si siano mai incontrati, anche

se entrambi avevano una comune passione: lacarta stampata, la carta quando passa dal gior-nale al libro.

Piero Femore è stato prima editore, conAlfredo Cattabiani e Vittorio Viarengo, di unapiccola editrice che pure si era distinta per alcu-ni titoli di pregio, la Dell’Albero.

Il secondo, Gianni Borgo, compiuto il cicloscolastico, con una laurea in lettere in tasca(110 lode naturalmente) fondò una casa editri-ce d’élite, Instar Libri che poté mostrarsi conpochi titoli per la prematura scomparsa del gio-vane editore.

Geoff Dyer - Natura morta con custodia di saxMorris Mitchell Waldrop - ComplessitàKarl Taro Greenfeld - BaburuEvan Eiseberg - L’angelo con il fonografo

Tuttavia se la loro opera è stata effimera, cosìlegata alle vicende temporali, la loro presenza,il loro esserci nelle cose che hanno fatto, il loroporgersi, hanno lasciato il segno e dei modellivirtuosi nei rispettivi campi d’azione.

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Lettere

31giugno-luglio 2009

Gentile Collega Mario,

Ho letto attentamente il Tuointeressante articolo dell’espe-rienza paranormale.

Fortunatamente le inquietu-dini da Te manifestate non cisono, la realtà è molto più bella.Nell’articolo emergono dueargomenti importanti.

1. “Tutto era già scritto e pre-stabilito!”. È l’argomento dellapredestinazione e del liberoarbitrio.

Dante risolve molto bene ilproblema, egli dice che unapersona a bordo del mare vedeuna nave che si dirige verso ilporto. Lui sa benissimo il per-corso che la nave farà, ma ilcapitano che è sulla nave puòcambiare il percorso a suo pia-cere e raggiungere ugualmenteil porto. Certamente può sce-gliere un percorso più rapido,più facile, oppure imprudente-mente finire su uno scoglioaffiorante e affondare.

È facile applicare agli uomi-ni questa immagine. Ciascuno

di noi ha un percorso di vita. IlSignore sa benissimo la stradache noi percorreremo e dovearriveremo, ma noi possiamoscegliere, abbiamo il liberoarbitrio che è il potere di deci-dere tra il bene e il male. Ce nesiamo appropriati con il pecca-to originale. Dio rispetta lenostre scelte, perché l’abbiamovolute noi, ma interviene sem-pre e comunque con infiniteispirazioni, combinazioni, aiutiper impedirci il fallimento. Ciha dato delle regole, i 10Comandamenti, ci ha dato deimezzi, i Sacramenti, ci ha datodelle testimonianze, tutta lastoria della salvezza, ci ha datoaddirittura una Sua fotografiadi quando era sulla terra, la Sin-done.

Noi però, abbiamo il liberoarbitrio, il potere di decidere seseguirLo o abbandonarLo, sepossederLo o combatterLo. Èun potere di scelta del qualedovremo rendere conto al ter-mine della nostra vita. Dipendetutto da noi.

Se guardiamo intorno vedia-mo che gli uomini si stannodividendo in due schiere: quel-li che Lo seguono, quelli che Lorifiutano e Lo odiano. È spa-ventoso questo e noi abbiamoancora un mezzo a disposizio-ne per aiutarli, la preghiera.

2. Il secondo argomento del-l’articolo sono le letture e l’e-sperienza paranormale. Ti sug-gerisco vivamente di leggeretutta l’opera di Maria Valtorta,mistica di Viareggio che offren-dosi vittima volontaria per l’e-spiazione dei peccati, ha avutoil dono di avere visto e descrit-to gli ultimi tre anni della vitasulla terra di Gesù, riportando-ne fedelmente le scene, idiscorsi esatti, le situazioni.Pare di essere sul posto. Sono15.000 pagine scritte a manocon cinque malattie gravi che lacostringevano a letto.

L’opera denominata “L’E-vangelo come mi è stato rivela-to” è stampata dalle edizioni delCentro Editoriale Valtortiano diIsola del Liri (Frosinone). Sono

Tutto era già scritto 10 volumi e 5 altri di dettati spi-rituali. Io li ho letti tutti più volte,Ti assicuro che Ti incendiano dientusiasmo per la vita attuale,per la futura, per la conoscenzadelle situazioni e degli uomini.Tutte le Tue preoccupazioni sva-niscono come brina al sole.

L’Opera si sta diffondendo amacchia d’olio senza alcunapubblicità, è già stata tradottain 15 lingue, se non di più. Essarientra nelle rivelazioni priva-te, perciò ci si può credereoppure no, senza difficoltà. Mail Pontefice Pio XII nella spe-ciale udienza del 26 febbraio1948 disse: “Pubblicate que-st’opera così come sta, chi leg-gerà capirà”. Possiamo dunqueleggerla liberamente e con van-taggi immediati.

Ti auguro Caro Collega cheanche Tu ricavi l’entusiasmo divivere e le certezze che ho rica-vato io. Puoi intanto consulta-re sul Web, batti “Maria Valtor-ta” ed escono molti link. ATori-no la puoi trovare presso ilnegozio Edizioni Paoline, macredo anche in altre librerie.

Graziano Grua

…A volte bastano pochi millimetri

Ho letto con viva atten-zione la testimonianzadel collega Mario

Benedetti (Il Dirigente d’Azien-da, febb. 2009, pag. 27). Ciò cheracconta è senz’altro un’espe-rienza limite. Talmente signifi-cativa che a distanza di così tantianni, ricorda date ed avveni-menti come se fossero presenti.

La questione che viene solle-vata è di primaria importanza:tutto il nostro fare – ed un Diri-gente sa bene cosa ciò signifi-chi nella sua vita – può incide-re sulla realtà circostante, oppu-re è già tutto scritto, predeter-minato? Noi operiamo, ma unaltro (o forse un Altro) ha giàdeciso come andrà a finire?

Torna alla mente una notacanzone di Roberto Vecchioni,

“Samarcanda”, dove la morte èpreoccupata di vedere la vittimadesignata e attesa lontana dalluogo dell’appuntamento. Ed ilprotagonista che si impegna allospasimo pur di arrivare puntua-le all’appuntamento, proprio aquell’appuntamento…

Senza entrare nel merito diquestioni filosofiche o teologi-che, che non rappresentanocerto un mio punto di forza, fac-cio un parallelo con il famoso“Terzo segreto di Fatima.”Durante le apparizioni marianedi inizio secolo, la Madonnaconsegnò ai veggenti tre segre-ti; i primi due vennero svelatiassai celermente, mentre ilterzo rimase avvolto per decen-ni in un’aura di mistero. Profe-zia millenarista, guerre atomi-

che, invasioni di alieni? Alungo se ne discusse, con tesi avolte bizzarre e spesso frutto dipura immaginazione.

Poi il Papa di allora, Giovan-ni Paolo II, in visita al Santua-rio di Fatima, dopo aver incon-trato suor Lucia, l’ultima veg-gente superstite, svelò il miste-ro. La terza profezia diceva cheil Papa sarebbe stato ucciso!

Tutti ricordiamo quel dram-matico 13 di maggio di moltianni fa (giorno delle apparizionidi Fatima), in cui il Papa venivacolpito da un colpo di pistola inPiazza San Pietro. Un colpo cer-tamente mortale nelle intenzio-ni, diretto al basso ventre. Maquel colpo sfiorò soltanto unorgano vitale, deviato di pochimillimetri dall’anello che il Pon-tefice portava ad un dito (ditoche si fratturò e rimase rigido peril resto dei suoi anni). La letturache il Papa diede di tutti questiavvenimenti, del terzo segreto di

Fatima e della sua mancata ucci-sione, sono di estremo interesseper il tema che stiamo trattando:il fiume incessante di preghiereche il popolo cristiano e l’interaumanità hanno rivolto a Dio perla salute del Papa, sono state ingrado di cambiare il flusso dellastoria. Ma se pregando si riescea far “cambiare idea a Dio”, allo-ra il futuro non è già predetermi-nato, ma viene modificato edinfluenzato dal nostro compor-tamento, individuale e colletti-vo.

Visto così, il futuro apparepiù sereno, più corrispondenteal desiderio dell’uomo ed allasua esperienza sensibile: ilnostro agire in qualche modoincide sulla realtà, è in gradomagari di spostare solo “pochimillimetri”, ma è ciò che bastaa dare senso e significato alnostro operare quotidiano.

Carlo Maria Visconti

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32 giugno-luglio 2009

Ho letto con vivo inte-resse la lettura che ilcollega Carlo Maria

Visconti ha scritto a commen-to del mio articolo “Ho vissu-to un’esperienza paranorma-le”, collega, che ringrazio perl’attenzione così viva da indur-lo a scrivere un lungo commen-to sul mio caso. Ma casualmen-te il collega, con il titolo datoal suo commento, ha risveglia-to in me il ricordo di una miasituazione particolare, cosìtanto dimenticata, che né miamoglie, né i miei figli la cono-scono. Infatti io ho piantatanell’osso zigomatico a tre mil-limetri sotto il bordo dell’oc-chio destro una piccola scheg-gia di piombo. Evidentementese la scheggia fosse arrivataalcuni millimetri più in altoavrei perso l’occhio destro e la

mia vita sarebbe stata diversa,e sicuramente più triste…

Ma non voglio più parlare ditristezza, ma anzi ricordo, conun sorriso, quegli anni lontanidel secolo scorso “45 ÷ 50”,quando studente del Politecni-co di Torino, negli occasionalie rari incontri con le ragazze,(la severità degli studi e lanecessità di non perdere alcunesame non mi concedevanomolto tempo libero) immanca-bilmente, con il riprovevoleintento di catturare la loro tene-rezza, che è presente nell’in-conscio di tutte le donne, face-vo loro toccare la scheggiapiantata nello zigomo, e alladomanda come era accaduto,quella che era una sventagliatadi mitragliatrice di un aereo“Spitfire” verso la tolda di unanave, si trasformava nel mio

Lettere

Pochi millimetriracconto in una grande batta-glia aero-navale con decine diaerei e di navi, nella quale il sot-toscritto con il viso insanguina-to non abbandonava il suoposto di combattimento.

Immagino che alcuni austerie severi colleghi disaproveran-no questo mio comportamentogiovanile, io stesso lo disappro-vo, ma con qualche giustifica-zione, quando penso a quel gio-vane studente povero, costret-to, per avere la disponibilità diqualche lira, a fare il docente dimatematica e fisica in scuoleserali a lavoratori anziani, tesialla conquista di un diploma, ealla continua ricerca di qualcheoccasionale supplenza come lealtre due in tutte le scuole delCanavese…

Mario Benedetti

Da un articolo di Francesco Alberoni del Corriere della Sera

Le doti dei manager“Trovare un bravo manager è la cosa più importante per il successo

di una impresa”

L’articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” dell’8 Giugno2009 nella rubrica “Pubblico e Privato”, a firma FrancescoAlberoni, apporta finalmente molte verità ed anche un poco

di serenità ed equilibrio nel giudizio che i mass media e la pubblicaopinione hanno ultimamente acquisito nei confronti della nostra cate-goria; giudizio che potrebbe essere condensato in queste poche paro-le: la crisi c’è ed è anche grave, la responsabilità è dei manager che nonl’hanno prevista né hanno saputo gestirla. La loro retribuzione è ele-vatissima e dunque presuppone la loro capacità e copre ogni rischio equindi cacciamoli tutti!

Ma torniamo all’articolo: constata Alberoni in apertura: “Negli ulti-mi tempi l’immagine del manager è peggiorata. Tutto è cominciato conla crisi finanziaria americana quando si è saputo che i dirigenti dellegrandi banche che hanno portato alla rovina i loro clienti avevano sti-pendi da milioni di dollari e nel fallimento si erano assegnati buonu-scite incredibili… (Lehman Brother, Aig). Ma anche in Europa e in Ita-lia si è visto che, durante la crisi, di solito le retribuzioni e i premi deitop manager delle grandi imprese non sono stati toccati mentre gli altrilavoratori, insegnanti, impiegati, operai, artigiani, precari che già gua-dagnavano poco, si sono impoveriti o hanno perso il lavoro.

Di qui una impressione di ingiustizia: i grandi manager sono soprav-valutati e non pagano per gli errori che hanno fatto. A poco a poco, lastampa e le chiacchiere hanno esteso questa immagine di profittatoristrapagati a tutti i manager, anche a quelli che non operano nella finan-za, che guadagnano poco e che hanno sempre agito bene”.

E a questo punto è imperativo procedere nelle considerazioni diAlberoni: “Mi sembra giusto ricordare al pubblico che bisogna

distinguere fra la minoranza di top manager che guadagnano milio-ni di euro all’anno e la stragrande maggioranza dei manager cheinvece hanno retribuzioni modeste. Lo stipendio lordo medio deidirigenti italiani si aggira sui 120.000 euro all’anno che, tolte le tasse,significa la metà. Inoltre essi sono stati falcidiati, più di altre cate-gorie, dalla disoccupazione”.

Ma è la chiusa dell’articolo che, dopo le dovute distinzioni per quan-to concerne le retribuzioni normali dei dirigenti, affronta il discorso delloro ruolo e delle loro effettive responsabilità: “Ho lavorato con mol-tissimi dirigenti – dice Alberoni – di imprese pubbliche e private in tuttii settori e mi sono reso conto che il loro mestiere è veramente diffici-le e impegnativo. Ti occupa la mente tutto il tempo, anche quando tornia casa la sera. Sei responsabile giorno per giorno del successo o del-l’insuccesso del tuo settore o del tuo prodotto. Devi identificare e risol-vere tutti i problemi: dalla ricerca, alla produzione, alla distribuzione,al profitto. Devi cercare di prevedere e fronteggiare le mosse della con-correnza, le variazioni del mercato e perfino evenienze fortuite comeuna nevicata. E devi essere un leader, saper motivare i tuoi dipenden-ti, convincerli, guidarli, formarli. Sono qualità che richiedono intelli-genza, sensibilità, obiettività, rigore. Trovare un bravo manager è per-ciò la cosa più difficile e importante per il successo di una impresa”.

Neppure uno di noi, manager o ex manager, potrebbe dire meglio.L’autore, Francesco Alberoni, sociologo, giornalista e docente, è diassoluto valore. Il giornale sul quale l’articolo è stato pubblicato, il Cor-riere della Sera, è di quelli che fanno opinione. Di più non si può richie-dere; che sia l’inizio di una giusta riconsiderazione dei valori della cate-goria? ❑

Del “paranormale”

Qualche precisazione in meritoalle lettere dei colleghi GrazianoGrua (TUTTO ERA GIÀ SCRIT-TO), Carlo Maria Visconti (…AVOLTE BASTANO POCHI MILLI-METRI), di pag. 31, e alla lettera“POCHI MILLIMETRI” di MarioBenedetti, di pag. 32.

Le argomentazioni delle tre let-tere traggono spunto dall’articolo“HO VISSUTO UNA ESPERIEN-ZA PARANORMALE” di MarioBenedetti pubblicata sul n. 261-febbraio 2009.

A questa lettera rispondono, suquesto numero, sia Graziano Gruache Carlo Maria Visconti e ancorail collega Mario Benedetti al quale,privatamente avevamo inviato inanticipo sulla pubblicazione la let-tara di Visconti. ❑

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DirClub

33giugno-luglio 2009

Il Club è in rinnovamento! Nel prossimonumero pubblicheremo il programma delGruppo dei più giovani che rinforza, rin-

giovanisce e lavora per la continuità del Club.Le proposte sono dinamiche e interessanti,quali ad esempio: Accademia nazionale delcomico (valore importante di un’arte che èanche un metodo efficace per affrontare inmodo differente le difficoltà della vita); con-certi, attività sportive, stage di diverso interes-se, nuovi soci, nuovi sponsor, ecc.

Le loro competenze professionali compren-dono le categorie dei dirigenti, funzionari, qua-dri e professionals in molteplici settori e campi(editoriale - stampa - grafica - bancario e finan-ziario - legale e medico - industriale, commer-ciale e imprenditoriale).

È sicuramente nuova linfa, entrata con slan-cio e voglia di amicizia che arricchisce tutti noi;i colleghi interessati a farne parte possono con-tattare la segreteria del Dirclub oppure diret-tamente la porta-voce Antonella Di Lullo cell.3355700793.

Le prossime manifestazioni:26/09/09 - Ricevimento in onore dei soci checompiono 80 anni nel 2009 e dei soci over80. È un’iniziativa augurale con belle sor-prese e con debutto “particolare” che si terràpresso i Ronchi Verdi alle ore 12,30.28/09/09 h. 18,30- Santa Messa annualecompartecipata da Federmanager APDAITorino, da Manageritalia Torino e dal Con-siglio Seniores Città di Torino. Celebrazionec/o il Santuario Sant’Antonio da Padova inricordo dei colleghi e dei familiari scompar-si. All’organo il Maestro Luca Ronzitti.2-3-4/10/09 - Viaggio con visite guidate aFerrara, Delta del Po con navigazione,Ravenna. Richiedere il programma e le con-dizioni in segreteria.Dal 15 al 20/10/09 - (dati da precisare)“Concerto swing italiano” con il gruppoVOCI DI CORRIDOIO, repertorio anni30-60, di effetto e bravura straordinaria. Èun’iniziativa della squadra più giovane delClub a cui siete invitati a partecipare. Si terràpresso il Salone Mollino del Turin Palacealle ore 21.

Seguiranno stage e appuntamenti di diver-so interesse. In particolare:14/11/09 - Bagna Caoda annuale “Antica tra-dizione e nuovo turismo”. Luogo e program-ma di visita da partecipare.12/12/09 - Galà Dirclub Piemonte per lacena degli auguri annuale. Luogo e orarioda precisare.

Viaggi Dirclub Piemonte2010 (cultura e turismo diqualità)

– Berlino. Fine marzo. 4 o 5 giorni in aereo.– Sardegna (fine marzo). 7 giorni via mare.– Instanbul (primi ottobre). 7 giorni in aereo.

Le informazioni saranno pronte in segre-teria a partire dal 1/10/2009.

I colleghi e colleghe Federmanager sonoinvitati a partecipare a tutte le manifestazio-ni. Informarsi in segreteria.

Buona estate a tutti.Il Presidente

Lina Del Core

Lettera di un pensionato

Spettabile Direzione,sono rimasto letteralmente sbalordito nel

leggere a pagina 5 del vostro numero 262 larisposta data dal nuovo presidente Ambrogio-ni alla Vostra domanda sul problema dei pen-sionati ante ‘88.

La risposta, che viene indubbiamente dapersona proba ed onesta, si addice forse ad unbuon padre di famiglia che deve tentare di farquadrare il bilancio familiare, ma non alresponsabile di una associazione operante inuno Stato di diritto. Il problema infatti è se dettipensionati hanno o no il diritto di avere la pere-quazione e quindi non ci si deve rivolgere alGoverno, che ovviamente farà gli orecchi damercante, ma agli organi preposti a fare rispet-tare la legge, la Costituzione o le regole euro-pee. Innumerevoli casi precedenti dimostranoche i soldi sono stati per forza trovati, una voltastabilito il diritto. Questa era la strada seguitadai Colleghi che si occuparono del problema,ora scomparsi.

Forse sarebbe bene che i 16.000 rimastiinondassero di lettere la segreteria del neo pre-sidente, scuotendolo dal suo torpore che sem-bra volersi affidare alla “soluzione naturale delproblema”, cavandosela con quella classicafrase che chiude la sua risposta. Ringraziando-vi per l’ospitalità, invio i miei cordiali saluti.

Roberto FincatiIscritto a Torino

Pensionato ante ‘88

È probabile che la questione degli ante ‘88sia venuta a noia. Questa lettera la pubblichia-mo non solo per dovere di cronaca e per ilrispetto che dobbiamo ai colleghi che corret-tamente espongono il loro parere. L’articolo suquesto scottante argomento – posto a pagina26-27 di questo numero – ci è stato chiesto dacoloro, magari fra quelli che si sono stufati disentirne parlare, coinvolti dal dispositivo inquestione, e intende esporre i meccanismi chehanno causato il malcontento di parecchiemigliaia di pensionati iscritti.

La Federazione a più riprese ha dichiaratodi voler intervenire sulla mancata e inadegua-ta perequazione delle pensioni e sulla neces-sità di modificare il meccanismo di calcolo eattribuzione della rivalutazione.

Tuttavia anche se le nostre richieste fosseroaccolte non ne avrebbero comunque benefi-cio le categorie dei ben più numerosi colleghidegli anni 70-80, quando il tetto massimo dicalcolo della retribuzione pensionabile eralontano dalle retribuzioni effettive ed hannosofferto oltre 20 anni di perequazione inade-guata: questi colleghi – se ancora in vita – per-cepiscono pensioni inferiori a 1500 euro nettial mese. Anche con una perequazione ade-guata, quanti spiccioli in più ci vorranno perraggiungere una pensione decente? ❑

DirClub Piemonte

Per valorizzare il tempo liberoPer creare contatti interpersonali

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10128 TORINO - Corso Re Umberto, 138Tel./Fax 011.318.64.42 - Cell. 338.938.71.34

Segreteria: mart. - merc. - giov. ore 9-12e-mail: [email protected]

www.dirclubpiemonte.it

Programmasecondo

semestre 2009

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