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Milo , Renato Natale Chiesa, Tiziana Vanetti , Diego Racconi , Gian Pietro Arzuffi nel progetto ITALIAN ARTISTS by Showroom d'arte Milo.

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Il progetto ITALIAN ARTISTS nasce dal desiderio di

unire il talento e l’estro creativo di diversi artisti, attraverso

la costituzione di un ‘contenitore creativo’ dove ciascuno

apporta il proprio contributo, conoscenza ed esperienza.

Un “club artistico” dove unire le sinergie e gli intenti per

riuscire a perseguire obiettivi sempre più ambiziosi ed im-

pegnativi, in un clima di collaborazione, cooperazione e ri-

spetto reciproco.

L’organizzazione di esposizioni collettive ispirate a parti-

colari temi o collegati a specifiche manifestazioni, rendono

stimolanti e unici i singoli eventi attraverso una costante

ricerca stilistica personale.

Artisti dalla professione consolidata affiancati a giovani

proposte che potrebbero rappresentare il panorama futuro

dell’arte contemporanea . Maestri ed esordienti : due gene-

razioni a confronto con un diverso modo di operare e di in-

tendere la professione dell’Artista nella società contempo-

ranea.

ITALIAN ARTISTS si configura quindi come un brand

esclusivamente Made in Italy, con opere di qualità e una

valida possibilità di investimento.

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Italian Artists

Qualità e innovazione nell'arte Italiana contemporanea.

Dal Rinascimento ad oggi l'arte, la cultura e l'estetica ita-

liana hanno raggiunto vette di riconoscimento ineguaglia-

bili. Nel mondo l'Italia è conosciuta ed apprezzata per la

propria millenaria storia, per lo sconfinato patrimonio arti-

stico e per la straordinaria capacità di promuovere il bello a

tutti i livelli. A partire dal secondo dopoguerra l'Italia ha

saputo conquistare i primi posti mondiali anche per quanto

riguarda il design e la moda.

Si è sviluppato un made in Italy, che, in termini di elevatis-

simi standard qualitativi, detta legge a livello planetario.

Oggi il nostro Paese si fa conoscere ed apprezzare per lo

straordinario patrimonio di prodotti eno-gastronomici e la

ricercatezza della propria cucina. Non a caso Milano ospi-

terà nel 2015, proprio sul tema cibo-alimenti, un' Expo'

mondiale. Ma non possiamo nascondere che, a partire dal

Novecento, l'Italia non è più il centro di riferimento mon-

diale per l'arte contemporanea. Sono finiti i tempi nei quali

Mario Schifano, Mimmo Rotella e altri pochi venivano ri-

conosciuti dal mercato mondiale dell'arte.

Oggi il centro vitale, pulsante e dominante dell'arte sono

New York ed in seconda battuta Londra. Ebbene come

riaffermare, anche nella pittura e nella scultura, un posto

degno della nostra tradizione? Diversi artisti, di differente

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estrazione e formazione, con un paziente lavoro di ricerca

e tanta passione hanno creato il marchio Italian Artists.

Artisti che hanno unito le loro forze, pur mantenendo le

personali cifre stilistiche, per costituire un gruppo, una

scuola, un brand che torni a fare emergere l'arte italiana nel

mondo.

Un marchio che sappia esprimere nell'arte contemporanea,

dalla pittura figurativa, all'informale, passando attraverso

scultura e fotografia, l'eccellenza e il senso di un percorso.

Italian Artists è, in definitiva, un progetto artistico che ri-

mette al centro l'uomo e la sua espressione vitale, puntando

sulla bellezza del colore e la variabilità delle forme. Italian

Artists realizza opere nelle quali si possono leggere la sto-

ria e il futuro della pittura italiana.

Italian Artists, nuovi artisti in continua aggregazione, si-

gnificativi, non convenzionali, in grado di progredire e fare

avanzare la pittura italiana nel complesso panorama inter-

nazionale. Questa la sfida lanciata da un gruppo che si pre-

senta storico e innovativo al tempo stesso.

Dottor Enrico Englaro

Storico e Critico d’Arte

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MILO

Milo Lombardo, nato nel Midi, il 15 Agosto del 1941 a Barletta, città

della disfida e dalle architetture medievali, dove il sole baciando il ma-

re, da forma all’incredibile natura chiamata Puglia. Aveva iniziato sin

da ragazzo come figurativo classico, memore della frequentazione dell’

Accademia del Nudo e dell'Accademia del Castello Sforzesco di Mila-

no.Milo ha contatti con pittori, con gruppi e tendenze attivi a Milano

dove nonostante le influenze possibili e direi inevitabili, nonostante le

molteplici e ghiotte occasioni di “momento didattico”, Milo percorre

una sua strada, sua “parte per se stesso”. Non rinuncia a fondere nel

crogiolo di una potente personalità le varie “lezioni” con le doti native

ed è quindi artista a pieno titolo. Milo tiene occhi e orecchie aperti, e in

tutte le direzioni, recepisce, assimila, riflette, medita, rimastica, interio-

rizza personalizzando. E suole definirsi ”Figurativo Moderno Individua-

lista”, o "Astrattista Figurativo Moderno". Oggi trovo nella sua pittura

forme riconoscibili e colori un poco astratti, moderni. Essendo un Arti-

sta a tutto tondo il passo nella scultura da collezione e monumentale fu

breve tanto che ad oggi il Maestro ha nel suo curriculum oltre 200 per-

sonali in Italia ed all'estero e ben 18 monumenti pubblici in Italia. In-

numerevoli sono i Musei che hanno voluto nelle loro collezioni perma-

nenti le sue opere pittoriche e sultoree. Milo con il nuovo progetto dal

titolo “Il vecchio e Il Giovane”, In collaborazione con l' Associazione

Nazionale Le Mappe dei Tesori d’Italia , gode del Patrocinio del Mini-

stero per i Beni e le Attività Culturali Italiane, di Presidenza del Consi-

glio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri e di Expo 2015, rea-

lizza cosi una nuova sfida dalla grandezza nazionale e istituzionale che

lo porterà al padiglione Italia di Expò 2015.

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RENATO NATALE CHIESA

Renato Chiesa è una figura di pittore e scultore con una sua inconfon-

dibile identità nel panorama dell’arte contemporanea. Nato a Lecco nel

1947, ha studiato arti applicate in Francia dove ha anche esposto per di-

versi anni. Dal 1971 vive e lavora a Milano. La sua carriera cinquanten-

nale è costellata di innumerevoli riconoscimenti a livello internazionale.

Le sue opere battute nelle più prestigiose case d’asta sono, finora, oltre

360. Si tratta insomma di una personalità di tutto rilievo destinata perdu-

rare anche nei prossimi decenni, accanto a nomi oggi ben più famosi.

Renato Chiesa è un personaggio che vive di luce propria; non ha in-

somma debiti verso figure storiche di riferimento, né esistono filoni arti-

stici che possano chiaramente classificarlo. Figurativo o astratto per lui

possono essere pure etichette o convenzioni. Ciò che fa testo è l’energia

e la spregiudicatezza che l’artista mette in campo. Una caratteristica che

colpisce di Chiesa è proprio la sua esuberanza, il dinamismo che spri-

gionano le sue tele a livello plastico e spaziale. Un turbinio di variazioni

cromatiche, come un susseguirsi di onde fantasmagoriche, che fa da

sfondo ai temi che campeggiano in modo quasi irriverente. La sfera è

forse il leit-motiv, quasi un marchio di riconoscimento per questo arti-

sta. E in effetti di sfere, colte in tutte le più disparate prospettive, ab-

bondano le sue opere. Con un rilievo, nel vero senso della parola, del

tutto particolare. E’ come un consumato giocatore di biliardo che ad

ogni tentativo, attraverso impensabili traiettorie, partendo anche dai

punti più scomodi riesca a mandare sempre in buca. Se non è uno sfon-

do straripante di vitalità a sostenere, ovvero a mantenere meravigliosa-

mente a galla, la sfera, è la sua precisa, assolutamente nitida ombra. Ed

è proprio in un gioco d’ombre in cui si ripiega l’energia dell’artista

quando, per una mossa un po’ sorniona, si rifiuta di uscire allo scoperto.

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A Renato Chiesa, dicevamo, piace sorprendere, non per partito preso,

ma per una intuizione che sa andare oltre le aspettative dell’osservatore.

La serie dei ritratti di donne e uomini famosi, così come quello dei pac-

chetti di sigarette, è il corrispettivo, a livello figurativo, delle sue rap-

presentazioni sferico-astratte. Ma anche in questo “doppio salto morta-

le” l’artista, riesce ad atterrare con scioltezza come un perfetto equilibri-

sta. Ed è l’ennesima dimostrazione della propria onesta intellettuale:

uno spirito che riesce ad imporsi, riemergendo dal caos tempestoso delle

proprie emozioni e mantenendo la propria rotta lungo una direttrice de-

stinata a durare. Il Maestro Renato Natale Chiesa non necessita di gran-

di presentazioni, perché gode di ampia notorietà. Nasce a Lecco nel

1947 e, giovanissimo, si interessa alla pittura ed alla musica. Dopo una

temporanea frequenza dei corsi dell‘istituto d‘Arte di Parigi viene attrat-

to dall‘affascinante scoperta dello sconvolgimento strutturale dei cubi-

smo, il che gli permette di trascendere il dato reale della rappresentazio-

ne. Dopo la Biennale dei 1970 si riapre a Parigi l‘Archivio Storico delle

Arti Contemporanee e questo fatto offre a Renato Natale Chiesa la pos-

sibilità di dedicarsi allo studio dei maestri delle avanguardie storiche.

L‘incontro con Atanasio Soldati, che soggiornò a Parigi per qualche

tempo. generò uno stimolo che probabilmente influenzò le opere suc-

cessive con accesi cromatismi e rigorosi equilibri formali. Nascono così

le prime "invenzioni" in cui il ritmo, il colore, la luce, il timbro assumo-

no il ruolo di elementi portanti e diverranno una costante basilare di tut-

ta la sua ricerca. Notevole influenza in quegli anni sarà esercitata su Re-

nato Natale Chiesa da Virgilio Guidi per la forza ideologica dei pensiero

creativo e da Emilio Vedova per l‘impeto del gesto che aggredisce la

superficie. La scoperta della musica dodecafonica io porta ad appro-

priarsi del principio della "dissonanza". improvvisamente, in tal modo,

la prassi di un colore sciolto da ogni relazione di tono e che si assumeva

l‘esclusiva funzione di timbro. apriva nuovi e vasti orizzonti, tanto che

da quel momento e fino al termine degli anni ‘60 il suo lavoro risulterà

una ossessiva ricerca sulla semantica del gesto, della luce, dei timbro. li

rapporto suono-colore, un colore che Renato Natale Chiesa, più che

"vedere", ama "ascoltare" nelle sue risonanze più intime, gli permette di

esprimersi secondo altre regole del tutto aleatorie in svincolata autono-

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mia. Sul finire degli anni ‘60, segnati dalle sconvolgenti intuizioni di

Lucio Fontana, che Renato Natale Chiesa conobbe a Milano in occasio-

ne di una sua mostra alla galleria Apollinaire, la turbolenza gestuale e

l‘urgenza espressiva si placano e subentra una dimensione più riflessiva

nella direzione di un superamento della pittura stesso, con

l‘avvicinamento alle teorie gestaltiche sulla fenomenologia della perce-

zione. i principi della optical art informarono le sue ricerche sulla sug-

gestione ottica, dovuta ai fenomeno della conservazione retinica delle

immagini, fino al 1978. Dopo una breve crisi seguita all‘esaurimento

dell‘interesse per i principi della visualità strutturata, nel 1980 Renato

Natale Chiesa si abbandona, con rinnovata energia ed entusiasmo, alla

ritrovata immediatezza della pittura scandagliando nuovamente le fasci-

nose trame del colore, che si eleva oltre le dissonanze degli anni ‘60. La

pittura riconquista lo spazio dominante con un successivo alternarsi di

colore e non colore, di luce ed oscurità che si contendono la superficie

dell‘opera, li nero viene posto come la luce dei buio, dei vuoto dei si-

lenzio, e io conduce a sondare le risonanze più segrete dell‘inesistente

sull‘invisibilità della pittura stessa. Nella continua dialettica della ricer-

ca, Renato Natale Chiesa i procede per stadi successivi di evoluzione

caratterizzati da espansioni di sontuosità cromatiche e da improvvisi az-

zeramenti di ogni luminosità in cui concentra allo stato potenziale ogni

emissione energetica. Questo incessante porre in discussione i propri

modi operativi. io rende estraneo ad ogni precostituita forma stilistica e

gli fa assumere il "Luminescenza " ad etica professionale. Attraverso il

succedersi delle esperienze Renato Natale Chiesa insegue continuamen-

te il sogno della pittura con una tensione sempre rivolta alla rigenera-

zione, alla catarsi e negli anni più recenti si riappropria delle connota-

zioni insite nella pittura e nel colore non più inibiti da regimi ideologi-

camente chiusi, bensì con un abbandono totalmente aperto e disponibile

alla sfera globale dei sentimento. con un abbandono totalmente aperto e

disponibile alla sfera globale dei sentimento.

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TIZIANA VANETTI

Tiziana Vanetti è nata a Bengasi (Libia) il 02.04.1968, si è di-

plomata come stilista di moda e nell’anno 2008 ha conseguito il

diploma di laurea con lode in pittura, con specializzazione in arti

visive presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. La

sua esperienza, oltre a quella di pittrice, comprende quella di in-

segnante di pittura e storia dell’arte sia in ambito privato che

presso centri socio-educativi per l’insegnamento di materie arti-

stiche a ragazzi disabili. Insegna inoltre presso l’Universiter di

Castellanza e l’Università di Fagnano Olona, per le quali orga-

nizza anche visite guidate in occasione di mostre Museali. Vive e

lavora in provincia di Milano. L' Artista ha nel suo curriculum

oltre 50 mostre personali in Italia ed all'estero. Attualmente è

impegnata nel progetto d'arte Wild Italia dove porta nei più pre-

stigiosi musei Italiani 30 opere d'arte certificate made in Italy

sulla natura dei boschi del nostro paese. Musei Italiani ed inter-

nazionali hanno accolto nelle loro collezioni permanenti suoi la-

vori.

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DIEGO RACCONI

Diego Racconi classe 1968 e rimane attratto fin da giovane dalle

arti e dalla pittura. Dopo un esordio da autodidatta, affina nel

corso del tempo le proprie capacità tecniche e stilistiche, grazie

valenti insegnanti appartenenti a diversi gruppi artistici. Parteci-

pa attivamente a numerose collettive e concorsi, riscuotendo

consensi di critica e di pubblico. L'accostamento cromatico risul-

ta da chiave di lettura del mondo interiore, re interpretato attra-

verso complesse trame geometriche, spesso composte da campi-

ture di colore fluido. Le emozioni sono rielaborate attraverso un

linguaggio codificato d¹armonie e contrasti, dove il colore è l'as-

soluto protagonista.

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GIAN PIETRO ARZUFFI

Nato a Garbagnate Milanese (MI) il 03/05/1979 residente a Ce-

sate (MI) diplomato alla Scuola per geometri nel 1998. Affasci-

nato dal mondo dell’arte sin da bambino si avvicina ad essa co-

me autodidatta, osservando ed imparando da pittori e scultori

conosciuti negli anni ed appartenenti a varie correnti artistiche.

Sperimenta quindi successivamente e indipendentemente le pro-

prie tecniche di pittura e del collage per arrivare nel tempo a svi-

luppare il proprio concetto di arte.

Amante della sperimentazione nell’accostamento di svariati ma-

teriali e di nuove tecniche nella costante ricerca di una tridimen-

sionalità delle proprie opere per sfuggire dalle due dimensioni

canoniche a cui le opere su tela appartengono.

Vive e lavora a Cesate.

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www.dearmagazine.it

www.fratturascomposta.it

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ART DIRECTOR : VALERIO LOMBARDO

INFO :

Showroom Arte MILO

Via Reali 82

20037 Paderno Dugnano (Mi)

Tel: 02.99.04.39.89

Mail: [email protected]

www.italianartists.jimdo.com

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