istat, aula magna 13 settembre 2013 - l’economia non osservata nei conti nazionali: innovazioni...
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L’economia non osservata nei Conti Nazionali:
gli approcci metodologici e i principali risultati
Istat – Istituto Nazionale di Statistica Dipartimento per la Produzione Statistica Direzione Centrale per la Contabilità Nazionale
A. Agostinelli, A. Puggioni
Seminario: «L’economia non osservata nei conti nazionali: innovazioni nei metodi di misurazione ed elementi di analisi del fenomeno» Istat, Aula Magna - 13 Settembre 2016
L’economia non osservata (Non Observed Economy, NOE) è la parte di attività economica di mercato
che sfugge alla osservazione diretta e pone problemi particolari nella misurazione statistica.
L’economia non osservata nei CN dell’Italia: lo schema di riferimento
L’economia non osservata nei CN dell’Italia: la misura
48,2%
35,0%
8,8% 8,0%
Sottodichiarazione
Utilizzo di lavoro irregolare
Altro
Illegale
Ammontare (mil. euro) e incidenza percentuale delle componenti
dell'economia non osservata sul valore aggiunto e sul Pil.
Anni 2011-2013
187.053 12,7% 189.190 13,1% 189.854 13,1%
da Sottodichiarazione 93.517 6,4% 99.080 6,8% 99.399 6,9%
da Lavoro irregolare 71.171 4,8% 71.509 4,9% 72.260 5,0%
Altro 22.365 1,5% 18.601 1,3% 18.196 1,3%
15.486 1,1% 16.430 1,1% 16.548 1,1%
1.470.334 13,8% 1.448.021 14,2% 1.443.985 14,3%
PIL 1.637.463 12,4% 1.613.265 12,7% 1.604.478 12,9%
Attiv ità illegali
Valore aggiunto
Anni
2011 2012 2013
Economia sommersa
L’economia non osservata nei CN dell’Italia: alcuni elementi chiave
• Scopo inclusione della NOE nei CN → esaustività del Pil, non individuazione e
quantificazione dell’evasione fiscale.
• Il sommerso economico è incluso nei conti nazionali dell’Italia dal 1987. Il modello di
stima sviluppato in Istat è stato preso a riferimento in ambito comunitario e di fatto
adottato nelle grandi linee dai manuali internazionali.
• L’adozione del SEC2010 e la revisione dei CN sono stati l’occasione per introdurre
innovazioni importanti nelle stime del sommerso e per includere le attività illegali.
• Contesto caratterizzato da una importante evoluzione dei processi di produzione
dell’Istat: ri-orientamento delle metodologie guidato dal netto miglioramento e
potenziamento delle basi informative, associato agli avanzamenti nell’utilizzo a fini
statistici dei dati di fonte amministrativa e fiscale.
Nuove e più esaustive fonti informative
Sistemi informativi integrati Istat:
Frame-SBS: base dati annuale di tipo censuario che contiene informazioni individuali sui
risultati economici per tutto l’universo delle imprese attive (4,4 milioni di unità).
Uso massivo di dati amministrativi (Bilanci delle società di capitali, Studi di Settore,
Modello Unico, IRAP) trattati a fini statistici con metodologie innovative e integrati con
quelli delle due principali indagini dirette sulle imprese (PMI: campionaria sulle imprese
con meno di 100 addetti; SCI: totale su quelle con 100+ addetti).
Registro statistico di tipo LEED (Linked Employer-Employees Database ), che collega
le imprese a tutti gli individui che, a vario titolo, partecipano alla loro attività. Alimentato
da una serie di archivi amministrativi ( Archivio soci e archivio persone di impresa delle
CCIAA, Archivio artigiani e commercianti e Parasubordinati INPS, archivio delle partite
IVA, dichiarazioni UNICO…)
Fonti amministrative utilizzate in modo diretto:
1. Archivio bilanci delle società di capitale (InfoCamere)
2. E-Mens INPS
Gli obiettivi:
ampliare la platea di imprese analizzate;
tenere conto dell’eterogeneità comportamentale degli imprenditori;
separare l’individuazione delle imprese sotto-dichiaranti dalla correzione della
sotto-dichiarazione;
superare la scarsa sensibilità del metodo all’andamento del ciclo economico ed
alle caratteristiche del contesto produttivo delle imprese;
aumentare il grado di attendibilità delle stime a livello settoriale e territoriale.
L’organizzazione delle attività:
Comitato di esperti (studiosi e rappresentanti istituzionali) che ha avuto il ruolo
di verificare e sottoporre a discussione le nuove tecniche di misurazione;
Task force per affrontare i due aspetti centrali della stima dell’economia
sommersa: la quantificazione dell’input di lavoro irregolare e la stima della sotto-
dichiarazione del reddito degli imprenditori.
Da Marzo 2013 a Giugno 2014
La sottodichiarazione del valore aggiunto: il ridisegno metodologico (1/2)
La procedura:
Approccio metodologico di natura essenzialmente data driven: modelli di
profiling delle imprese finalizzati a consentire una migliore corrispondenza fra
tipologia d’impresa, modalità di comportamento e variabili esplicative e una più
fine individuazione e valutazione del fenomeno.
Metodi statistici che garantiscono una stima a livello aggregato, non di singola
osservazione.
3 fasi:
1. Individuazione della popolazione di imprese da sottoporre all’analisi
2. Ripartizione della popolazione in gruppi omogenei
3. Definizione, per ciascun gruppo, di un metodo di individuazione dei soggetti
sotto-dichiaranti e di correzione dei relativi risultati economici.
La sottodichiarazione del valore aggiunto: il ridisegno metodologico (2/2)
Unità economiche attive con un numero di addetti inferiore a 100, i cui valori economici
sono rappresentati nel Frame-SBS (circa 4,4 milioni di imprese nel 2013).
Escluse:
le imprese con 100 addetti ed oltre, perché:
- adottano comportamenti evasivi complessi, non limitati alla registrazione delle poste
del conto economico;
- le metodologie statistiche individuate per le imprese di minori dimensioni non
sarebbero applicabili
le imprese del settore primario: il sistema fiscale cui sono sottoposte le imprese
agricole è, infatti, basato su dati catastali (reddito dominicale e reddito agrario) e
caratterizzato dalla presenza di regimi forfettari, riduzioni dell’imponibile, applicazione di
aliquote ridotte, che rendono difficilmente configurabile la presenza di una dichiarazione
mendace del reddito d’impresa
La popolazione di riferimento
La stratificazione della popolazione di imprese da sottoporre all’analisi
La nuova procedura per la correzione della sotto-dichiarazione del valore aggiunto
prevede una stratificazione della popolazione di riferimento allo scopo di individuare
tipologie di imprese omogenee per:
caratteristiche strutturali ed economiche;
tipologia di comportamento relativamente all’underreporting
alle quali applicare metodi specifici :
di identificazione delle imprese sotto dichiaranti
di rivalutazione della sotto dichiarazione
Cinque gruppi :
Gruppo 1 Unità di dimensione minima (21,5% del Frame-SBS 2013)
Gruppo 2 Unità micro (59,5% del Frame-SBS 2013)
Gruppo 3 Unità organizzate (5,0% del Frame-SBS 2013)
Gruppo 4 Unità appartenenti a gruppi di imprese nazionali (2,2% del Frame-SBS
2013)
Gruppo 5 Unità non trattabili (11,8% del Frame-SBS 2013)
La stratificazione della popolazione: Anno 2013
numero peso numero peso ammontare peso
GRUPPO 1 939 21,5% 938 7,9% 10.341 2,5%
GRUPPO 2 2.603 59,5% 5.210 44,1% 144.828 35,3%
GRUPPO 3 217 5,0% 2.944 24,9% 116.766 28,4%
GRUPPO 4 98 2,2% 694 5,9% 38.513 9,4%
Non trattabili 515 11,8% 2.016 17,1% 100.015 24,4%
Totale 4.371 100,0% 11.802 100,0% 410.463 100,0%
Imprese
(migliaia)
Addetti
(migliaia)
Valore aggiunto
(mil. euro)Tipologia
Gruppo 1: le unità di dimensione minima (circa 940.000 unità - 21,5% del FRAME-SBS 2013)
Piccoli imprenditori il lavoro dell’imprenditore è potenzialmente “sostituibile” con quello di un
dipendente a parità di specializzazione, orario di lavoro e attività economica.
Per ipotesi questa condizione è soddisfatta quando l’imprenditore:
non impiega fattori produttivi diversi dal proprio lavoro
non ha una dotazione di attrezzature per svolgere l’attività o essa è limitatissima
Le unità del G1:
non sono società di capitale o controllate da società di capitale;
non hanno soci che non lavorano nell’impresa
aderiscono a regimi fiscali semplificati ( ex Contribuenti minimi), oppure
presentano:
- Fatturato < 30.000 euro
- Numero dipendenti virtualmente nullo (< 0,5 )
- Un solo indipendente
La valutazione della possibile sotto dichiarazione è basata sul confronto del reddito dichiarato (utile
al netto dell’IRAP) con un “reddito ombra”, definito come la soglia di indifferenza nella decisione fra
lavoro imprenditoriale e lavoro dipendente (costo-opportunità dell'attività imprenditoriale).
Il Gruppo 1: una ulteriore partizione
* agenti di commercio, promotori finanziari, tutte le attività professionali.
La definizione del «reddito-ombra»
Reddito ombra = soglia di indifferenza nella decisione fra lavoro imprenditoriale e lavoro dipendente che
rappresenta il costo-opportunità dell'attività imprenditoriale.
Costo del lavoro standardizzato sulla base di una stratificazione molto fine, definita sulla base di un
modello statistico (albero di regressione). Algoritmo CART (Classification And Regression Trees)
che permette di stratificare le imprese in sottoinsiemi omogenei rispetto al valore della variabile-
obiettivo (il costo del lavoro)
Fonte: Inps-EMENS
Calcolo del “reddito di riferimento” (valore soglia) all’interno di ogni strato: valore massimo tra i
valori medi per addetto di costo del lavoro per le qualifiche di impiegati/quadri e operai, con contratto full-
time.
GRUPPO1B il valore soglia è rettificato per tenere conto del diverso numero di ore
lavorate dall’indipendente rispetto al dipendente;
GRUPPO1C il valore soglia è modulato tramite una funzione di profitto che tiene conto del
contesto economico in cui opera l’impresa. Sei fattori di contesto: indice di concentrazione di
Herfindal; intensità di capitale; demografia di impresa; tasso di irregolarità; tasso di variazione
dell’occupazione; ripartizione geografica.
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Gruppo 2: Unità micro
(circa 2,6 mln. – 59,5% del Frame-SBS 2013)
Imprese operanti in attività economica dell’industria con un numero di addetti < 10
Imprese operanti in attività economica dei servizi di mercato con un numero di addetti
< 6
presentano una struttura aziendale e una organizzazione dell’attività produttiva ridotta
impiegano anche fattori produttivi diversi dal lavoro dell’imprenditore
possono possedere minime immobilizzazioni tecniche specializzate
Selezione delle sottodichiaranti indicatori elementari desunti dai dati di bilancio, sintetizzati in un
indicatore composito tramite analisi fattoriale. Individuazione della soglia discriminante (cut-off) con
modello logistico.
Rivalutazione del reddito stima di un modello econometrico di redditività che si basa sulla relazione tra
valore della produzione, costi fissi e costi variabili. Ipotesi l’imprenditore si assicura un margine sui costi
variabili (modello di mark-up). Si stima sulle non-sottodichiaranti un livello di profitto “normale”.
Reddito stimato sotto-dichiaranti= profitto + costo del lavoro unitario (remunerazione della prestazione
lavorativa dell’indipendente).Rivalutazione pari alla distanza tra reddito osservato e stimato.
Gruppo 3: Unità organizzate
(circa 220.000 – 5,0% del Frame-SBS 2013)
Include le piccole e medie imprese con una organizzazione più articolata sia dal punto di
vista aziendale che nell’attività produttiva:
Imprese operanti nell’industria con un numero di addetti uguale o superiore a 10
Imprese operanti nei servizi di mercato con un numero di addetti uguale o
superiore a 6
Selezione delle sottodichiaranti indicatori elementari desunti dai dati di bilancio, sintetizzati
in un indicatore composito tramite un modello di tipo fattoriale. Individuazione della soglia discriminante (cut-off)
Correzione della sotto-dichiarazione il valore aggiunto per addetto viene rivalutato
in modo da rendere coerente il valore dell’indicatore composito con il suo livello di cut-off definito nella fase di individuazione delle imprese sotto-dichiaranti.
Gruppo 4: Unità di gruppi domestici
(circa 100.000 – 2,2% del Frame-SBS 2013)
Include le unità che fanno parte di gruppi di imprese residenti sul territorio nazionale, con
numero di addetti inferiore a 100, senza collegamenti con imprese estere.
Fonte: Registro statistico dei gruppi di imprese (ASIA gruppi)
Criterio di esclusione dei gruppi: collegamenti con unità estere (con capogruppo
estera o che includono unità a controllo estero) o che hanno all’interno unità di grandi
dimensioni (con più di 100 addetti)
Procedura analoga a quella del Gruppo 3. Unità di analisi gruppo di impresa nel suo complesso. Valore aggiunto ottenuto «consolidando» i conti economici delle imprese appartenenti al gruppo. Rivalutazione ridistribuita tra le imprese appartenenti al gruppo sulla base del peso del valore aggiunto di ogni singola unità sul totale gruppo.
La stratificazione: le unità non trattabili (circa 500.000 nel 2013)
Sono così definite le unità:
in cui si ipotizza che non esista underreporting:
imprese controllate da unità istituzionali che fanno parte del settore delle Amministrazioni
pubbliche;
imprese operanti in particolari attività economiche, caratterizzate prevalentemente da mercati
regolamentati in cui la sottodichiarazione risulta poco praticabile.
per le quali non c’è adeguata disponibilità di fonti informative:
appartengono a gruppi di imprese per i quali non si dispone di fonti esaustive e/o omogenee
(gruppi di impresa non domestici).
per le quali i metodi di rivalutazione individuati risultano non applicabili:
imprese con eventi di trasformazione societaria e in particolari condizioni (procedure fallimentari,
amministrazione controllata);
imprese nate nell’anno, i cui risultati economici sono fortemente condizionati dall’avviamento
aziendale.
in cui si ipotizza che i valori economici siano legati a particolari condizioni:
società cooperative e consorzi di diritto privato e forme assimilabili; compravendita immobili per uso
proprio
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Distribuzione del valore aggiunto dichiarato e rivalutato
per gruppo di imprese
( Frame-SBS fino a 99 addetti)
GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3 GRUPPO 4NON
TRATTABILITOTALE
A1 - industria in s.s. 0,4% 19,0% 36,0% 12,0% 32,7% 100,0%
A2 - costruzioni 3,4% 50,7% 23,4% 8,0% 14,5% 100,0%
A3 - commercio, trasporti e pubbl.eserc. 1,3% 34,9% 35,9% 9,3% 18,6% 100,0%
A4 - servizi 5,3% 45,3% 16,2% 7,5% 25,6% 100,0%
TOTALE 2,5% 35,3% 28,4% 9,4% 24,4% 100,0%
GRUPPO 1 GRUPPO 2 GRUPPO 3 GRUPPO 4NON
TRATTABILITOTALE
A1 - industria in s.s. 1,2% 21,1% 36,1% 11,6% 30,1% 100,0%
A2 - costruzioni 7,3% 51,7% 21,9% 7,2% 11,9% 100,0%
A3 - commercio, trasporti e pubbl.eserc. 5,3% 39,0% 33,2% 8,0% 14,4% 100,0%
A4 - servizi 11,5% 46,3% 15,3% 6,6% 20,4% 100,0%
TOTALE 6,5% 38,2% 26,9% 8,4% 20,1% 100,0%
VALORE AGGIUNTO DICHIARATO - ANNO 2013
VALORE AGGIUNTO RIVALUTATO - ANNO 2013
L’ammontare del valore aggiunto sotto-dichiarato nel 2013
11,0%
10,8%
40,1%
14,2%
12,8%
5,1% 6,1%
Industria in s.s
Costruzioni
Commercio, trasporti e magazzinaggio,attività di alloggio e ristorazione
Servizi professionali
Altri servizi alle imprese
Istruzione, sanità e assistenza sociale
Altri servizi alle persone
Il valore aggiunto generato da input di lavoro irregolare: la stima
Due fasi :
si determina l’input di lavoro irregolare, in termini di occupati, posizioni lavorative, unità di lavoro
equivalenti a tempo pieno ed ore effettivamente lavorate;
si definisce il contributo in termini di valore aggiunto generato da ciascuna posizione lavorativa
irregolare .
La nuova procedura è stata sviluppata in modo di assicurare l’additività della stima tra la componente
generata dal lavoro irregolare e la componente di rivalutazione dell’utile dell’imprenditore regolare.
Sulla base di ipotesi semplificatrici, le due componenti sono state valutate separatamente, cercando
di individuare la parte di reddito che l’imprenditore occulta per remunerare il lavoro irregolare
impiegato nel processo produttivo
Le informazioni disponibili nelle fonti non consentono di definire i profili d’impresa che
utilizza il lavoro irregolare e la caratterizzazione degli input effettivamente impiegati nel processo
produttivo. L’analisi è dunque effettuata per dominio e non a livello di unità produttiva, e i risultati non
sono dunque riconducibili all’attività della singola unità.
72,3 miliardi
nel 2013 4,5% del Pil
L’ammontare del valore aggiunto generato da input di lavoro
irregolare nel 2013
7,0%
8,1%
9,6%
31,9% 6,7%
10,7%
8,3%
17,7%
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria
Costruzioni
Commercio, trasporti e magazzinaggio,attività di alloggio e ristorazione
Servizi professionali
Altri servizi alle imprese
Istruzione, sanità e assistenza sociale
Altri servizi alle persone
• Affitti in nero: famiglie proprietarie di immobili che li concedono in affitto (ad uso residenziale e
non residenziale) senza un regolare contratto di locazione. Si confronta il livello complessivo degli
affitti (residenziali e non), stimato in modo esaustivo secondo le procedure di contabilità
nazionale, con la parte emersa, ossia gli affitti riscossi sia dalle imprese (come rilevati dalle
indagini sui conti delle imprese), sia dalle persone fisiche (come rilevati dall’Agenzia delle
Entrate).
• Mance al personale: per alcuni settori (alberghi, ristoranti, servizi alla persona) devono essere
incluse nel valore aggiunto del datore di lavoro e nella fase distributiva vengono trasferite ai
dipendenti sotto forma di redditi da lavoro. Il valore viene stimato come percentuale del valore dei
consumi dei relativi servizi.
• Mis-reporting del valore aggiunto evidenziato dall’integrazione domanda-offerta: ulteriore
integrazione alla stima del valore aggiunto che emerge al momento della riconciliazione fra le
stime indipendenti degli aggregati dell’offerta e della domanda che porta alla definizione del livello
del Prodotto interno lordo. Tale integrazione include, in proporzione non identificabile, sia effetti di
carattere puramente statistico, sia componenti ascrivibili all’esistenza di una quota di economia
sommersa non colta attraverso le altre procedure di correzione.
Le altre componenti del sommerso economico
18,2 miliardi nel
2013
1,1% del Pil
proibite dalla legge
legali ma svolte da operatori non autorizzati
incluse nei conti soltanto le attività illegali che presentano la caratteristica di scambio
volontario tra soggetti: per queste si presuppone l’esistenza di un mutuo accordo tra i diversi
soggetti che operano sul mercato
Poiché il concetto di attività illegale può prestarsi a interpretazioni diverse, considerate anche le
specificità delle diverse legislazioni, nell’ambito del Comitato europeo sul Reddito Nazionale
Lordo si sono concordate le tipologie di attività da prendere in considerazione.
Decisione Comitato GNI:
produzione e commercio di droga
attività di prostituzione
contrabbando di alcol e sigarette ( in Italia alcol no)
16,5 miliardi nel
2013 1% del Pil
Le attività illegali (1/2)
I problemi connessi all’inserimento nei conti nazionali delle attività illegali sono :
• disponibilità di fonti e problemi di misura
• definizione dei metodi e verifica dell’affidabilità delle stime
• rischio di duplicazioni
Linee guida ( semplificatrici) definite dall’Eurostat.
I metodi di stima sono differenziati in base al tipo di attività illegale:
• metodi che partono dalla stima della domanda, considerano prevalentemente informazioni
relative agli utilizzatori finali del bene e servizio illegale, nonché i loro comportamenti di consumo.
Tale approccio è usato per la stima del consumo di sostanze stupefacenti;
• metodi di stima dal lato dell’offerta, utilizzano indicatori che consentono di stimare il valore della
produzione a partire dalle informazioni sulle merci sequestrate o sulle unità produttive coinvolte.
Tale approccio è usato per stimare gli aggregati economici relativi al contrabbando di sigarette e
ai servizi di prostituzione .
Le fonti utilizzate sono di natura pubblica ma non provengono da rilevazioni della statistica ufficiale.
Esiste, in particolare, un variegato insieme di informazioni, dirette e indirette, di enti pubblici,
organizzazioni internazionali, associazioni private e di ricerca.
Le attività illegali (2/2)
La composizione del valore aggiunto generato dalle attività illegali
Anno 2013
69,3%
21,1%
1,8% 7,8%
Droga
Prostituzione
Contrabbando di sigarette
Indotto
Il valore aggiunto non osservato nei settori economici: peso e composizione -
Anno 2013
84,9% 93,7%
76,3% 82,1% 84,2%
15,1% 6,3%
23,7% 17,9% 15,8%
Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria in s.s Costruzioni Servizi Totale economia
Valore aggiuntonon osservato
Valore aggiuntoregolare
65,0% 60,7% 46,6% 48,2%
100,0%
35,0% 39,3%
32,6% 35,0%
9,9% 8,0%
10,9% 8,8%
Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria in s.s Costruzioni Servizi Totale economia
Altrosommerso
Illegale
Lavoroirregolare
Sottodichiarazione
N:B: : Il valore aggiunto dei Servizi è al netto dei fitti imputati .
Rispetto al
valore
aggiunto totale
Il valore aggiunto non osservato nei servizi: il peso – Anno 2013
69,8% 76,4%
89,5% 92,6%
60,8%
30,2% 23,6%
10,5% 7,4%
39,2%
Commercio, trasporti emagazzinaggio, attività di
alloggio e ristorazione
Servizi professionali Altri servizi alle imprese Istruzione, sanità eassistenza sociale
Altri servizi alle persone
Valore aggiuntonon osservato
Valore aggiuntoregolare
69,2% 76,3% 89,1%
78,4%
56,2%
30,8% 23,7% 10,9%
21,6%
43,8%
Commercio, trasportie magazzinaggio,
attività di alloggio eristorazione
Servizi professionali Altri servizi alleimprese
Istruzione, sanità eassistenza sociale
Altri servizi allepersone
Valore aggiuntonon osservato
Valore aggiuntoregolare
Rispetto al
valore
aggiunto
market
N:B: : Il valore aggiunto dei Servizi è al netto dei fitti
imputati .
Il valore aggiunto non osservato nei servizi: la composizione – Anno 2013
45,6%
74,4%
47,4% 45,9%
26,6%
26,4%
25,6%
28,6%
54,1%
56,2%
13,0%
24,0% 1,8%
14,9% 15,4%
Commercio, trasporti emagazzinaggio, attività di alloggio
e ristorazione
Servizi professionali Altri servizi alle imprese Istruzione, sanità e assistenzasociale
Altri servizi alle persone
Illegale
Altro sommerso
Lavoro irregolare
Sottodichiarazione
N:B: : Il valore aggiunto dei Servizi è al netto dei fitti imputati .
Incidenza delle componenti dell'economia non osservata (NOE) sul valore aggiunto* dei settori economici e sul Pil (Valori %). Anno 2013
Settore Sotto-dichiarazione
Utilizzo di
lavoro
irregolare
Altro (fitti in
nero,
mance,
integrazione
offerta
Totale
sommerso Illegale Totale Noe
Agricoltura, silvicoltura e pesca - 15,1 - 15,1 - 15,1
Industria in s.s. 4,1 2,2 - 6,3 - 6,3
Costruzioni 14,4 9,3 - 23,7 - 23,7
Commercio, trasporti e magazzinaggio,
attività di alloggio e ristorazione 13,8 8,0 3,9 25,7 4,5 30,2
Servizi professionali 17,6 6,0 - 23,6 - 23,6
Altri servizi alle imprese * 5,0 3,0 2,5 10,5 - 10,5
Istruzione, sanità e assistenza sociale 3,4 4,0 - 7,4 - 7,4
Altri servizi alle persone 10,4 22,0 0,7 33,1 6,0 39,1
Totale* 7,6 5,5 1,4 14,5 1,3 15,8
Incidenza sul Pil 6,2 4,5 1,1 11,8 1,0 12,9
* Al netto dei fitti imputati