introduzione all’analisi transizionale · l’analisi transazionale è l’analisi degli scambi...

21
INTRODUZIONE ALL’ANALISI TRANSIZIONALE .

Upload: ngominh

Post on 20-Feb-2019

222 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

INTRODUZIONE ALL’ANALISI TRANSIZIONALE

.

PREMESSA “Padre” dell’Analisi Transazionale (A.T.) è Eric Berne, psichiatra e psicoanalista americano, morto nel 1970. Scopo della teorizzazione è la trasposizione in termini di facile comprensione dei concetti psicoanalitici freudiani e la possibilità di applicare una metodologia di analisi, accessibile a tutti, alle situazioni nelle quali quotidianamente veniamo a trovarci. Freud parla di istanze psichiche, di inconscio, di profondo, di rimozione. Berne usa il linguaggio mutato della moderna tecnologia e “traduce” la terminologia psicoanalitica classica con termini come “registrazioni”, “stimolazioni”, “computer”, “banca dati”,; oppure ricorre ad espressioni del lessico familiare e infantile come “giochi”, “raccolta di bollini”, “passatempi”, etc.; oppure a termini socialmente noti come “racket”, “transazioni”, “copione”, etc. Ovviamente non si tratta solo della banalizzazione lessicale di una teoria così complessa come quella psicoanalitica; alcuni concetti vengono abbandonati, altri rielaborati, altri ancora sono proposti “ex novo”. I divari più significativi tra psicoanalisi e Analisi Transazionale possono essere riassunti e schematizzati come segue:

PSICOANALISI

Lo schema base di riferimento è l’inconscio individuale, i suoi contenuti, la sua dinamica L’aggressività, l’istinto di morte e i relativi sensi di colpa vissuti dal bambino sono “endogeni, innati o filogenetici L’analisi delle disfunzioni della personalità, che determinano disfunzioni comportamentali, può essere fatta solo con l’aiuto di un agente esterno, il terapeuta

ANALISI TRANSIZIONALE

Lo schema base di riferimento è il comportamento nella relazione interpersonale Il sentimento di “non essere all’altezza”, di “non essere ok” proprio del bambino è APPRESO nel corso delle transazioni con i genitori e la realtà circostante L’analisi delle disfunzioni e delle funzioni del comportamento può essere fatta dal diretto interessato

1

Le modificazioni successive sono anch’esse dell’interrelazione tra individuo e terapeuta (transfert) Al momento attuale la psicoanalisi è una tecnica di introspezione individuale, di difficile applicazione alle situazioni contingenti della vita sociale dell’uomo

Le modificazioni del comportamento, in termini di maggiore adeguatezza alla realtà, è il frutto di un contratto stipulato dall’individuo con sé stesso L’A.T. si propone come tecnica di facile applicazione a tutte le situazioni sociali, sia come strumento di analisi che di cambiamento

Il punto fondamentale di congiunzione tra queste due teorie consiste invece nel primario che entrambe assegnano alle funzioni dell’Io (Psicoanalisi - ADULTO (A.T.) come equilibratore degli stimoli provenienti dal SUPER – IO (Psicoanalisi) – GENITORE (A.T.) e dall’’ES (Psicoanalisi) – BAMBINO (A.T.). Freud ha detto che “là dov’è l’ES e il SUPER – IO ci sia l’IO”. Berne sicuramente non avrebbe rifiutato la definizione analoga “la dov’è il BAMBINO e il GENITORE ci sia il controllo dell’ADULTO”. 1.INTRODUZIONE 1.1 . IL SUO NOME Il termine Analisi Transazionale deriva dalla constatazione che ogni azione, ogni nostra relazione con uno o più individui si esplica attraverso uno scambio di parole , di segni, di gesti, di opinioni, di idee, di sentimenti. Tale scambio, inoltre, ha delle sue regole e la prima fra queste è che ciascuno dà all’altro in funzione di ciò che ha ricevuto e del modo in cui lo ha ricevuto. Gli scambi relazionali possono quindi essere considerati come delle negoziazioni, delle TRANSAZIONI tra individui. 1.2. LA SUA DEFINIZIONE L’Analisi Transazionale è l’analisi degli scambi di parole, di gesti, di idee e di sentimenti che caratterizzano le relazioni umane. E’ l’analisi cioè delle transazioni che avvengono tra due o più individui che entrano in rapporto tra di loro.

2

1.2. LA SUA METODOLOGIA L’A.T. è una teoria globale della personalità e delle modalità attraverso le quali essa entra in rapporto con altre personalità. La metodologia che l’A.T. propone consiste nell’analisi dei nostri comportamenti, dei nostri atteggiamenti mentali, del nostro linguaggio e delle nostre reazioni fisiche ed emozionali mediante l’uso di una serie di griglie (ad es.: gli stati dell’Io, le Posizioni di vita, la strutturazione del tempo, etc.) 1.3. I SUOI SCOPI

a) consentire l’analisi e la comprensione delle proprie scelte di comportamento nelle diverse situazioni di vita (famiglia, azienda, rapporti con gli amici, etc.)

b) affidare a ciascuno la responsabilità relativamente al mantenimento o alla

modificazione dei propri comportamenti per renderli più adeguati ai propri desideri (benessere interiore) e alla realtà esterna.

1.5. I SUOI PREGI L’A.T. può essere utilmente applicata alle situazioni formative e alle situazioni aziendali. Inoltre non offre ricette prefabbricate, ma solo strumenti per decodificare i propri comportamenti, diagnosticare i propri problemi e ricercare le soluzioni più funzionali. 2. GLI STATI DELL’IO Tutti noi abbiamo potuto constatare, nella vita quotidiana, che le persone – e quindi noi stessi – di fronte a situazioni differenti, o anche nel breve tempo di una conversazione, subiscono cambiamenti talora radicali. Muta il loro atteggiamento, l’espressione del viso, il tono della voce, il lessico usato così come mutano le loro funzioni fisiche: rossore in viso, tachicardia, tremori alle mani, aumento del ritmo respiratorio, etc. L’impressione che ne riceviamo è quella di trovarci improvvisamente di fronte a personalità diverse, che evocano, con i loro comportamenti, la fragilità o la testardaggine dei bambini, la rigidità o la condiscendenza dei genitori, la ragionevolezza e la logica degli adulti.

3

Le indagini cliniche hanno consentito di appurare che non si tratta di tre personalità diverse ma che, al contrario, la personalità è un insieme di tre differenti STATI DELL’IO. Ciascuno di noi, cioè, indipendentemente dall’età anagrafica, ha in sé delle realtà psicologiche corrispondenti

a) a ciò che vedeva e udiva dai suoi genitori b) ai dati di realtà raccolti con l’esperienza ed elaborati razionalmente c) a ciò che “sentiva” emotivamente da bambino.

Queste tre realtà psicologiche, corrispondenti ad una serie di comportamenti, costituiscono gli STATI DELL’IO e sono denominate

a) GENITORE (G) b) ADULTO (A) c) BAMBINO (B)

Il comportamento di una persona, perciò, varia a seconda del prevalere di uno di questi tre stati dell’io.

4

GLI STATI DELL’IO

G\ \

G

> PERSONALITA’ /

A

B

G: GENITORE

A: ADULTO

B: BAMBINO “GLI STATI DELL’IO SONO UN ISIEME SPECIFICO DI COMPORTAMENTI OSSERVABILI CHE CORRISPONDONO AD UN INSIEME SPECIFICO INTERNO DI IDEE, OPINIONI, EMOZIONI”

E. BERNE

5

A) IL GENITORE Lo stato dell’io genitore viene formandosi - dagli 0 ai 5 anni di vita del bambino – mediante la registrazione, a livello cerebrale, dei comportamenti e delle parole dei genitori, o comunque delle persone più significative che accudiscono il bambino in questo periodo della sua vita. A differenza di ogni altra specie animale, il “cucciolo d’uomo” ha un’evoluzione fisiologica, neurologica e psicomotoria molto lenta, che determina uno stato di dipendenza dai genitori reale (la sua sopravvivenza dipende da loro) e psicologica (sono di più, sono più alti, sono più forti, sono più bravi), molto protratta nel tempo. L’inadeguatezza e l’incapacità di elaborare i significati dei diversi eventi attraverso il linguaggio, non consentono al bambino di modificare, di correggere o “spiegarsi” i diversi simboli (visivi, uditivi ed emotivi) che gli provengono dai genitori. Tali stimoli vengono perciò “registrati in diretta” e comprendono le norme, le regole, i rimproveri, le proibizioni, i segnali di pericolo, gli eventuali conflitti esistenti tra padre e madre, ma anche le cure, le carezza, l’amore e l’orgoglio provato dai genitori per il proprio figlio. Questi insiemi di dati – buoni o cattivi, coerenti o incoerenti che siano – vengono registrati come VERITA’, in quanto provengono da chi il bambino, totalmente dipendente, considera “onnipotenti e onniscienti”. a1) RUOLI GENITORIALI E LORO INTROIEZIONE I ruoli esercitati nei confronti del bambino sono essenzialmente 2:

1) RUOLO PROTETTIVO: proprio per il naturale e anomalo prolungarsi dello stato infantile, la prima funzione dei genitori è quella di accudire i figli, nutrirli, proteggerli, mantenerli in vita e aiutarli a crescere finché non abbiano raggiunto un sufficiente livello di autonomia (psicomotorio, fisiologico e psicologico).

2) RUOLO NORMATIVO: è compito dei genitori educare i figli, cioè insegnare

loro quell’insieme di norme e di regole che presiedono alla vita sociale e che rendono possibile la civile convivenza sia all’interno che all’esterno della famiglia.

6

Entrambi questi ruoli possono essere gestiti in modo adeguato alle esigenze e alle finalità loro proprie, oppure essere strumentalizzati per scopi particolari e personali di uno o di entrambi i genitori. Così, ad esempio, il RUOLO PROTETTIVO può degenerare in comportamenti IPERPROTETTIVI finalizzati non più al raggiungimento dell’autonomia, ma al mantenimento del figlio nell’originario stato di dipendenza. A sua volta, il RUOLO NORMATIVO può trasformarsi in uno schema RIGIDO, PUNITIVO, che mortifica ogni espressione libera, creativa e spontanea del bambino e che lo fa sentire “cattivo”, “inaccettabile”, meritevole solo di drastiche punizioni. Entrambi questi aspetti (positivo e negativo) dei due ruoli vengono registrati nello stato dell’io genitore e determinano una differenziazione al suo interno. Il ruolo normativo positivo sarà introiettato come GENITORE NORMATIVO (G N), mentre il ruolo normativo negativo come GENITORE PERSECUTORE (G Pe); il ruolo protettivo positivo come GENITORE PROTETTIVO (G Pr) e il ruolo protettivo negativo come GENITORE SALVATORE (G S).

7

IL GENITORE

registrazione di eventi esterni, imposti, indiscussi (dalla nascita ai 5 anni)

G

Il padre e la madre vengono interiorizzati nel genitore (G) sottoforma di registrazioni di ciò che il bambino li osserva dire e fare. (concetto inculcato della vita)

G Pe (-) G S (-)

G N 8(+) G P(+)

G Pe : GENITORE PERSECUTORE (-) G N : GENITORE NORMATIVO (+) G S : GENITORE SALVATORE (-)

8

G Pr : GENITORE PROTETTIVO (+)

B) IL BAMBINO Lo stato dell’io BAMBINO è stato dell’io originario, il primo presente nel bambino, già funzionante, con molta probabilità, fin dall’epoca della vita intrauterina. Contiene tutte le registrazioni dei “sentimenti”, piacevoli o spiacevoli, provati dal bambino nel periodo che va fino ai 5 anni. Tali registrazioni, come quelle del Genitore, sono in “presa diretta”. Esse hanno cioè la forza, la coloritura e la carica originale, non mediata o temperata da considerazioni di ordine razionale o morale. Sono così compresenti l’amore e l’odio, il sentimento di impotenza e quello di onnipotenza, la gratitudine e l’invidia, il desiderio smodato e il rifiuto totale, la fantasia creativa e quella distruttiva, la vita e la morte, la gioia e l’angoscia – provate nelle diverse situazioni infantili.

b1) IL PROCESSO DI ADATTAMENTO DEL BAMBINO ALL’AMBIENTE Il bambino, nel suo processo di sviluppo psicomotorio, attraversa varie fasi contraddistinte da stimoli interni (registrazioni generiche) che lo spingono ad esplorare se stesso e il mondo circostante, a manifestare apertamente i violenti sentimenti provati (amore, odio, gioia, rabbia), trarre piacere dalle funzioni fisiologiche elementari (succhiare, evacuare) e a cercare incondizionatamente l’aiuto e la protezione dei genitori. Queste sue esigenze, tuttavia, si scontrano presto con l’ambiente circostante (rappresentato essenzialmente da padre e madre) che gli chiede, con sempre maggior forza, di rinunciare a questi piaceri primari in cambio dell’approvazione dei genitori – e, quindi, della loro protezione. Lo scontro tra queste opposte esigenze crea, nel bambino, la percezione di essere pieno di cose “cattive”, “negative”, ”non approvate”. Egli, così, registra nel suo stato Bambino il sentimento “io non sono ok” e la relativa infelicità che ne deriva.

9

Al termine del processo educativo “familiare (5 anni), il bambino ha effettuato una serie di registrazioni che possono essere così riassunte: 1- registrazioni relative

a) alla gioia delle scoperte, della “prima volta”, dell’amore, del piacere, del benessere;

b) alla rabbia, all’odio, all’invidia, alla paura provata quando il piacere o il benessere desiderato tardava a venire.

2- registrazioni relative ai “sacrifici” richiesti dal mondo esterno e all’adattamento a tali richieste in vista di un beneficio più importante (l’amore, l’approvazione, la protezione dei genitori) 3- registrazioni relative ai “sacrifici” richiesti dal mondo esterno e al sentimento di “ribellione” o di “accettazione forzata” di tali richieste, vissute come prevaricazione, minaccia, attacco da parte del mondo esterno. Questi tre differenti tipi di registrazione danno luogo ad una differenziazione interna dello STATO DELL’IO BAMBINO: - le registrazioni del tipo 1 vengono a costituire il BAMBINO LIBERO (B L) - le registrazioni del tipo 2 e 3 danno luogo, rispettivamente, al BAMBINO ADATTATO (B A) e al BAMBINO RIBELLE (B R) e SOTTOMESSO (B S).

10

IL BAMBINO registrazione di eventi interni (sentimenti)

B

Il bambino contiene le registrazioni di eventi interni, e cioè dei sentimenti provati per reazione ad eventi esterni, provenienti prevalentemente dal padre e dalla madre, nel periodo che va dalla nascita ai 5 anni (concetto sentito della vita)

B A (+) B L (-)

B S (-) B R (-)

B A : BAMBINO ADATTATO (+) B S : BAMBINO SOTTOMESSO (-) B L : BAMBINO LIBERO (+) BR : BAMBINO RIBELLE (-)

11

C) L’ADULTO Verso i 10 mesi di vita, il bambino raggiunge uno sviluppo psicomotorio che modifica radicalmente il suo stato. La facoltà di prensione si è perfezionata consentendogli la manipolazione degli oggetti; la capacità di movimento autonomo (prima carponi, poi eretto) gli consente un rapporto diretto con lo spazio e quindi la possibilità di esplorarlo. Il bambino, cioè, è in grado di “compiere qualcosa frutto della sua coscienza e di un pensiero originale” (T.H. Harris). E’ l’inizio della auto – realizzazione e cioè dell’ADULTO. Per quanto fragile, inizialmente, l’ADULTO consente al bambino di sperimentare direttamente la realtà e di farsene un’immagine personale. L’acquisizione del linguaggio, il progressivo sviluppo psicofisico del bambino e lo sviluppo intellettivo sfociante nella capacità di astrazione e di concettualizzazione (che compare verso i 12 anni) rafforzano l’adulto e ne affinano le funzioni. c1) LE FUNZIONI DELL’ADULTO L’ADULTO ha compito di vagliare, verificare, confrontare, convalidare o inficiare tutte le informazioni di cui dispone e che gli provengono: - dal Genitore - dal Bambino - dalla realtà esterna Per quanto sgradevole possa risultare tale definizione, possiamo dire che: L’ADULTO (A) E’ UN COMPUTER ELABORATORE DI DATI, CHE ELABORA E VERIFICA LE INFORMAZIONI PROVENIENTI DAL GANITORE (G), DAL BAMBINO (B) E DAI DATI CHE ESSO STESSO HA RACCOLTO E RACCOGLIE – DALLA REALTA’ – AL FINE DI VALUTARE LE PROBABILITA’ E PRENDERE DECISIONI. Sinteticamente:

1. ESAMINA I DATI DEL GENITORE 2. ESAMINA I SENTIMENTI DEL BAMBINO

3. VERIFICA LA VERIDICITA’ E LA VALIDITA’ DEI DATI TRASMESSI DAL

GENITORE

12

4. VERIFICA L’ADEGUATEZZA ATTUALE DEI SENTIMENTI REGISTRATI NEL BAMBINO

5. LI ACCETTA, LI RIFIUTA OPPURE LI AGGIORNA E LI RENDE APPROPPRIATI ALLA REALTA’ PRESENTE

6. VALUTA LE PROBABILITA’ DI SIUCCESSO

7. PRENDE DECISIONI

L’ADULTO registrazione di eventi esterni registrazione di dati esaminati tramite esplorazione e verifica registrazione di eventi interni

B

A

G

L’adulto (A) è interessato soprattutto a trasformare gli stimoli in informazioni e a elaborare e immagazzinare le informazioni sulla base dell’esperienza precedente

E. BERNE

A

NON E’ DIFFERENZIATO AL SUO INTERNO

13

3. COMPORTAMENTI E STATI DELL’IO A. GENITORE NORMATIVO (G N +):

dà luogo a comportamenti che si esplicano nel rispetto o nella enunciazione di diritti e doveri. “Bisogna”, “dobbiamo”, “non è corretto”, “è disonesto…”.

B. GENITORE PERSECUTORE (G Pe -):

si manifesta in comportamenti rigidi, di svalorizzazione e limitazione. “Non vali niente”, “sei un buono a nulla “, “guai a te se…”, “non tollero che…”, “si limiti a…”.

C. GENITORE PROTETTIVO (G Or +):

genera comportamenti supportivi: di consiglio, di protezione, di aiuto. “Secondo me faresti bene a…”, “ti aiuto io a…”, “non te la prendere…vieni qui che ti consolo io…”.

D. GENITORE SALVATORE (G S -):

si manifesta in comportamenti intrusivi, iperprotettivi, svalorizzanti e atti a controllare meglio l’altro (sul piano della dipendenza affettiva). “Se non ci fossi tu…”, “non devi nascondermi niente, devi dirmi tutto…”, “lo sai che tutto quello che faccio è per il tuo bene!”, “sarebbe una cattiveria affidargli questo incarico così superiore alle sue forze”.

E. BAMBINO LIBERO (B L +):

si manifesta con comportamenti spontanei, manifestazione aperta dei propri sentimenti con idee e proposte creative, con intenzioni brillanti.

F. BAMBINO ADATTATO:

si traduce in comportamenti “assennati”: autoprotezione, rispetto di certe regole, apprendimento, “non cercar grane”. “Non devo tradire le loro aspettative…”, “è mio dovere lavorare con impegno”, “prima di fare devo imparare”, “lascio perdere e…vivo tranquillo…”.

G. BAMBINO SOTTOMESSO (B S -):

si manifesta con comportamenti del tipo: “non ho capito niente…”, “sì, signore!”, “non posso farne a meno…”.

H. BAMBINO RIBELLE (B R -):

14

“prima o poi me la paghi”, “credi di essere furbo, ma te la farò vedere io!”, “ma un giorno anch’io sarò…(ricco, potente, grande, etc.).

I. ADULTO (A):

l’adulto può essere considerato negativo solo quando cade sotto il dominio di un altro stato dell’io esplicando così le sue funzioni in modo inadeguato (non valuta sufficientemente le variabili di un problema e prende una decisione sbagliata; lascia che un pregiudizio inquini un’opinione; emette un giudizio sotto la spinta di un sentimento, etc.).

L’ADULTO FUNZIONI

Dati del genitore Aggiornati e convalidati Dati dell’adulto Sempre aggiornati REALTA’ Dati del bambino Sempre aggiornati

(computer) A (banca dati)

B

G

15

LA CONTAMINAZIONE GLI STATI DELL’IO FUNZIONANO A TURNO (MAI CONTEMPORANEAMENTE) TALORA, PERO’, L’ADULTO VIENE CONTAMINATO DAL GENITORE E DAL BAMBINO

B

A

G

L’adulto viene contaminato con dati antiquati e non controllati dal genitore, assunti come se fossero verità. Il risultato è il PREGIUDIZIO

B

G

A

L’adulto viene contaminato da sentimenti o esperienze arcaiche del bambino che si esplicano in modo inopportuno e inadeguato rispetto al momento presente. Il risultato sono le ILLUSIONI (e le allucinazioni)

16

LA CONTAMINAZIONE è’ SEMPRE DUPLICE E COMPRESENTE: L’ADULTO, cioè, subisce SIA la contaminazione del GENITORE, SIA la contaminazione del BAMBINO

CONTAMINAZIONE DEL GENITORE CONTAMINAZIONE DEL BAMBINO

G

A

B

L’ovvia conseguenza è che l’adulto ha difficoltà ad analizzare “oggettivamente” la realtà e pertanto i suoi giudizi, le sue valutazioni e le sue decisioni presentano un margine di errore notevolmente maggiore.

17

L’ESCLUSIONE SI HA UN ESCLUSIONE DI UNO O PIU’ STATI DELL’IO QUANDO QUESTI NON VENGONO MAI O QUASI UTILIZZATI. La risultante è che l’individuo mantiene un comportamento stereotipato e costante nel tempo, indipendentemente dalle differenti situazioni nelle quali viene a trovarsi. Si può avere:

G

1. ESCLUSIONE DEL BAMBINO: l’individuo si comporta come una macchina, priva di sentimenti, di gioia di vivere, di curiosità. La sue esistenza è dominata dal “senso del dovere, dal rispetto ossessivo delle leggi o dal bisogno compulsivo di “sacrificarsi”, ad es. per i figli.

B

A

2. ESCLUSIONE DEL GENITORE: l’individuo

ha comportamenti amorali: non conosce né riconosce leggi, vincolo o doveri.

G

Può usare gli altri per i propri fini con l’unica preoccupazione di non essere preso “con le mani nel sacco”.

A Può esser violento, fino ai limiti estremi del

sadismo e della delinquenza. Può essere morbosamente possessivo e avido di attenzioni e di affetto “esclusivi”. Si butta in imprese senza valutarne le conseguenze.

B

Può essere l’artista tutto genio e sregolatezza.

18

G

A

B

L’INTEGRAZIONE DEGLI STAT Si è visto che nella scelta dei coall’Adulto; ciò non significa che si ddell’io. Ognuno di essi svolge una propria suoi diversi aspetti. L’importante è integrare i tre sarmonicamente e in modo differenzobbiettivi che desideriamo raggiunge

G

A

B

3. ESCLUSIONE DELL’ADULTO: è lo stato

caratteristico della psicosi. Manca ilcontatto con la realtà. Le registrazioni del Genitore e quelle delBambino si manifestano accavallandosi, inun continuum incoerente e spesso grottescoagi occhi di un osservatore esterno. Il comportamento è conflittuale e dàl’impressione di una lotta incessante traBambino e Genitore. Lo stato d’animo prevalente è l’angoscia.

I DELL’IO

mportamenti il primato deve essere attribuito ebba negare validità e importanza agli altri stati

funzione, essenziale all’esplicarsi della vita nei

tati dell’io consentendo loro di esprimersi iato a seconda delle diverse circostanze e degli re.

REALTA’

19

BIBLIOGRAFIA Berne E., Analisi Transazionale e psicoterapia, Roma, Astrolabio Berne E., Ciao… e poi?, Bompiani Berne E., A che gioco giochiamo, Bompiani Harris T.A., Io sono ok – tu sei ok, Milano, Rizzoli

20