introduce e coordina - cepsucosenza.it convegno... · nella cartografia del 1954 (igm) a cura della...
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Introduce e coordina
Piero MINUTOLO – Presidente Associazione “Io partecipiamo”
Relatori
Piero FANTOZZI – Professore di Sociologia Università della Calabria
Massimo CRISTIANO – Commissione Urbanistica Ordine Ingegneri di Cosenza
Silvano CORNO – Presidente Ordine Architetti di Cosenza
Francesco DE FILIPPIS – Presidente Centro Provinciale Studi Urbanistici
Domenico PASSARELLI – Associazione “Io partecipiamo”
Professore di Urbanistica Università Mediterranea di Reggio Calabria
Interventi programmati
Giuseppe ANTONIOTTI – Sindaco di Rossano
Il cammino verso la fusione dei Comuni di Rossano e Corigliano Calabro
Giovanni GRECO – Sindaco di Castrolibero
Marcello MANNA – Sindaco di Rende
Mario OCCHIUTO – Sindaco di Cosenza
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Contributo al dibattito
Francesco DE FILIPPIS – Presidente CePSU
Grazie dell’invito e grazie dell’attenzione che è stata rivolta al Centro Provinciale
Studi Urbanistici, del quale mi onora molto esserne Presidente. Il tema di oggi è
di scottante attualità. Non è facile. Spererei di centrare quanto più possibile
l’argomento. Spero di non perdermi perché appunto come ho detto l’argomento
dà molti spunti.
« … il Centro Studi, in quanto articolazione territoriale del CeNSU nazionale, ha
l’ambizione, ma anche il dovere di concorrere a rinnovare ed approfondire il
ruolo dell’ingegnere come figura centrale nella pianificazione, nello specifico
quadro della nostra Regione, nella quale si è sempre accettato di adattare modelli
e procedure, norme di legge e criteri di analisi importati da altri contesti. Oggetto
di studio deve essere la ricerca di modelli che siano elaborati per il territorio e le
comunità calabresi, e forse anche, per questa ragione, originali »
FONDATORE CePSU
Ing. EM.CARRAVETTA
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L’URBANISTICA
« … l’urbanistica va inquadrata nel più ampio contesto culturale del Governo del
territorio1 che consiste nell’insieme delle attività conoscitive, valutative,
regolative, di programmazione, di localizzazione ed attuazione degli interventi,
nonché di vigilanza e di controllo, volti a perseguire la tutela e la valorizzazione
del territorio, la disciplina degli usi e delle trasformazioni dello stesso e la
mobilità in relazione ad obiettivi di sviluppo. Il governo del territorio comprende
altresì l’urbanistica, l’edilizia, l’insieme dei programmi infrastrutturali, la difesa
del suolo, la tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, nonché la cura degli
interessi pubblici funzionalmente collegati a tale materia »
E quindi occorre sempre più considerare « … la sicurezza dai rischi territoriali,
relativi all’azione dei terremoti e degli eventi atmosferici, in stretta relazione con
la geografia e la geologia, senza dimenticare la sicurezza dai rischi prodotti
dall’uomo2, come agente delle più varie forme di inquinamento ambientale »
« Nella molteplicità dei soggetti che concorrono a decidere, a determinare, a
rendere possibile o ad opporsi al detto continuo e consapevole modificare dello
stato del territorio, l’urbanistica, rectius il Governo del Territorio, si colloca in
una posizione intermedia tra il potere politico-amministrativo e la sua etica e la
ricerca di una verità consensuale. L’urbanista è portatore di un sapere tecnico
indispensabile per attuare consapevolmente le trasformazioni, ma non gli può
mancare una cultura storico-umanistica, una capacità di lettura dei diversi
segmenti che concorrono a costituire la storia, il presente e le linee, per quanto
contraddittorie, delle trasformazioni possibili e/o auspicabili ».
1 Governo del territorio una disciplina delle discipline che possiamo immaginare come un grande
contenitore dove troviamo tutte insieme discipline come l’urbanistica, l’edilizia, la difesa del suolo, la
tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, l’archeologia e la storia, nonché la cura degli interessi
pubblici funzionalmente collegati a tale materia.
2 Rischi prodotti dall’uomo … ricordiamo ultimo in ordine di tempo il caso della frana di Maierato … in
realtà sembra che la causa sia da ricercare nell’uomo … e cioè sembra che per lungo tempo siano stati
immessi nel terreno sostanze inquinanti che hanno intaccato la struttura del terreno fino a renderlo
praticamente inconsistente e incoerente a livello strutturale.
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I CARATTERI DOMINANTI DI UN TERRITORIO
LE INVARIANTI TERRITORIALI
« La riqualificazione e la sostituzione edilizia, destinate a diventare i temi
fondamentali e costitutivi del futuro Piano per il Governo del Territorio,
dovranno sempre più essere declinate sulle invarianti territoriali rappresentative
delle caratteristiche del territorio, immutabili o comunque soggette ad evoluzioni
estremamente lente, riconducibili a quegli elementi naturali ed antropici che si
connotano alla stregua di caratteri fondativi che hanno accompagnato nel lungo
tempo le trasformazioni e le evoluzioni del territorio e che sono destinate a
mantenere il loro ruolo. In tal senso, pertanto, e con questi scopi, deve intendersi
l’applicazione del principio di tutela e salvaguardia delle invarianti, ed è sulla
base del ruolo che queste hanno avuto nella storia delle trasformazioni del
territorio che va impostato e valutato il qualificante criterio dei processi di
conservazione e di trasformazione sempre più rispondenti alla logica della
riqualificazione ».
Nella cartografia del 1954 (IGM) a cura della Cassa per il Mezzogiorno, il
“problema” dell’area urbana unica non esisteva. Cosenza, Castrolibero e Rende
erano sufficientemente lontani. Solo Cosenza a partire dal proprio nucleo storico,
in parte su Colle Pancrazio e in parte su Colle Triglio, rispettivamente sinistra e
destra Crati, si stava espandendo verso nord, confinata ad est dal fiume Crati.
N
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Tra le invariati territoriali che si mettono in evidenza, oltre ai centri storici che
evidentemente sono essi stessi delle invarianti, si evidenziano gli assi viari e
ferroviari. In particolare la strada delle Calabrie (la SS 19), la Silana-Crotonese
(la SS 107) e Via Degli Stadi. Poi si evidenzia anche l’asse ferroviario rettilineo
che collegava i due caselli ferrroviari di Castiglione Scalo e quello di Cosenza.
Quest’ultimo non esiste più come scalo ferroviario. Sappiamo tutti che è rimasto
solo l’edificio. L’asse appena mostrato misura esattamente 6,44 km. Se questi
vengono divisi per il miglio che è circa 1,6 km, si ottiene un numero: 4 miglia.
Cioè la distanza tra i caselli nominati era (su quell’asse rettilineo) esattamente 4
miglia. Da qui la denominazione del abitato che col tempo sarebbe sorto attorno
al casello ferroviario di Castiglione Scalo, ossia Quattromiglia.
Un'altra invariante territoriale che, a giusta ragione, si pone in evidenza è il
reticolo fluviale. Esso – tranne qualche eccezione – ha condizionato ed orientato
l’espansione urbana. Cosenza per ragioni morfologiche ed orografiche si è estesa
a partire dal nucleo storico in direzione sud-nord, condizionata dall’asta
principale del fiume Crati, ma anche dal Busento. Ed infatti è molto interessante
il contenuto di un libro scritto dal Prof. Giannattasio – che purtroppo non è più
con noi – dal titolo “Cosenza al di là dei fiumi”, in cui Egli vede e descrive
attraverso foto, disegni, schizzi ed i primi piani regolatori della città, l’espansione
urbanistica che si prevedeva e quella che poi è stata … al di là appunto dei fiumi,
che Egli individuava sostanzialmente nel Crati e nel Busento. Nelle prossime
slide c’è traccia di quanto appena detto. Ritornando al Fiume come invariante
N
Iassa
Busento
Caronte
Liguori Campagnano
Surdo
Emoli
Settimo
CRATI FS
SS107
SS19
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territoriale, è da dire che per esempio il torrente Liguori (che si vede in figura)
non è riuscito evidentemente ad essere una invariante territoriale. Infatti come
vedremo nella prossima slide, su di esso si è sviluppata tranquillamente la città
senza alcuna discontinuità. Il torrente Liguori è oggi un corso d’acqua tombinato,
ossia esso esiste nel sottosuolo come collettore circolare di notevoli dimensioni.
Il punto di colore giallo segnato in figura sul torrente Liguori, che come detto
oggi è sistemato nel sottosuolo, coincide con l’attuale piazza Europa a Cosenza
centro. Mentre l’altro punto in giallo segnato sull’Emoli individua la zona a
valle del parco fluviale sull’Emoli dove è presente una notevole strozzatura di
tipo antropico prodotta da una recente edificazione assentita dal Comune di
Rende.
Come è evidente dalla figura, l’espansione delle città è avvenuta secondo le
invarianti territoriali individuate. In particolare Cosenza si estesa verso
Castiglione scalo di Rende, quest’ultima verso Cosenza ma anche verso Montalto
e lungo i fiumi Emoli e Surdo. Ed ancora Cosenza non h mancato di espandersi
verso Castrolibero secondo Via degli Stadi. Castrolibero si è invece ampliato sia
verso Cosenza ma anche verso l’abitato vallivo di Rende. Nella figura pappare
anche l’autostrada SA-RC che ovviamente non era presente nelle carte del 1954.
A3 SA-RC
Liguori Emoli
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Si mostra di seguito un’animazione dell’espansione dell’area urbana Cosenza-
Castrolibero-Rende dal 1954 ad oggi
Come già accennato, l’espansione è stata studiata dal prof. Giannattasio nel suo
libro “Cosenza al di là dei fiumi”. In esso sono riportati documenti torici
importanti. Ma anche schizzi, foto storiche, i primi piani regolatori e urbanistici
della città di Cosenza.
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Piano Regolatore Generale: Zone di espansione aggregato urbano - Caratteri e
vincoli di zona. (scala 1:5.000 - Ing. Tavolaro, 1949)
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E così discorrendo fino ad arrivare ai giorni nostri, qui siamo allo studio di quella
che è stata l’espansione urbanistica, attraverso i cosiddetti sistemi complessi. Qui
si fa riferimento ad una collana del “sole 24 ore” che rimanda anche a studi fatti
nella “città accessibile” di Lentini ed Occhiuto.
Spazi urbani e reti - AA.VV.: Wallach R., Guarnello R., Lentini B., Occhiuto M.
E allora, un sistema complesso è Regent Street, Regent’s Park a Londra; un
sistema complesso è Viale Parco a Cosenza, nello specifico, il sistema Piazza
Matteotti, Viale Mancini, Parco N. Green. Vi è tutta una nomenclatura precisa e
circostanziata: sul tipo di arredo urbano, ma ancor prima sulla struttura portante
del sistema complesso (materiali costitutivi delle strade, delle piazze).
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Ecco, è da augurarsi sicuramente una estensione della nomenclatura ai sistemi
ambientali limitrofi alla città ma oserei dire in un’ottica di gestione unitaria, non
più limitrofi ma interni al territorio.
L’accostamento mi sarà consentito, a breve nelle slide successive, tra (per
esempio) alcuni torrenti della Gran Bretagna e ed i nostri torrenti, quindi tra due
sistemi ambientali molto lontani ma che possono essere indicativi di un modus
operandi comune, né più né meno dei sistemi urbani complessi sopra illustrati.
«La programmazione territoriale, peraltro, non può prescindere dai principi sui
quali si fonda il diritto comunitario in ordine al tema ambientale, inteso nella sua
qualificazione come “oggetto di tutela giuridica“ alla quale è strettamente
connessa l’individuazione delle caratteristiche delle azioni di tutela. Inoltre, non
può essere tralasciata una competenza normativa dell’UE in tema ambientale,
ancorché siffatta competenza non sia prevista nei trattati istitutivi. Tuttavia l’art.
2 del trattato CEE presuppone “uno sviluppo armonioso delle attività
economiche nell’insieme della comunità, nonché una espansione continua ed
equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento più rapido del tenore di
vita“ ma anche (ex artt. 100, 101 e 102 ) la previsione della tutela dagli
inquinamenti. Con il “quinto programma d’azione“ del 1993 si cerca di delineare
un contemperamento sistematico tra le esigenze ambientali e lo sviluppo
economico e sociale.»
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Nella figura si vede la città di Cosenza al confine con la città di Rende. Confine
rappresentato fisicamente dal Torrente Campagnano. Beh! È evidente che gli
elementi di discontinuità sono pesanti! Il tratteggio di colore rosso evidenzia il
mancato collegamento in linea retta tra il viale parco di Cosenza e il viale
parco di Rende. Sul Campagnano, proprio su tale tratteggiata vi è un Ponte in
ferro (che serviva la vecchia linea ferroviaria) ormai abbandonato da anni. È
senza dubbio un indicatore di forte divisione tra i territori comunali di Rende e di
Cosenza. Ma quello che più stride è la sistemazione delle aree latistanti il corso
d’acqua! Non è possibile che il Parco Nicolas Green e il Parco Robinson non si
colleghino funzionalmente e ambientalmente con il corso d’acqua mancando in
questo modo di integrare la città nel suo complesso con le parti naturali (o che
dovrebbero essere tali) e di cui i cittadini hanno bisogno in termini di fruizione,
svago, sport, ecc..
A proposito di componenti ambientali, il CePSU nel suo documento
programmatico-costitutivo pone in luce l’importanza del tema ambientale, inteso
nella sua qualificazione come “oggetto di tutela giuridica” richiamando l’art. 2
del trattato CEE che presuppone “uno sviluppo armonioso delle attività
economiche nell’insieme della comunità, nonché una espansione continua ed
equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento più rapido del tenore di
vita“ ma anche (ex artt. 100, 101 e 102 ) la previsione della tutela dagli
inquinamenti.
D’altra parte le due direttive europee 2000/60/CE e 2007/60/CE ormai
abbondantemente recepite dalla legislazione italiana (testo unico sull’ambiente
D.Lgs. 152/2006 e ss. mm. ii.) indicano la strada da seguire in materia di tutela
ambientale e difesa del suolo: la prima introduce il concetto di distretti
idrografici, la seconda la gestione dei piani di emergenza in materia di protezione
civile.
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I FIUMI COME ELEMENTI DI UNIONE
E NON DI DIVISIONE
L’argine sinistro del Crati aspetta di essere valorizzato e restituito alla città
come valore ambientale ma direi anche storico-paesaggistico!
Il fiume Campagnano ha bisogno di essere integrato nelle sue parti. Manca la
continuità trasversale. Il Parco Robinson, il Parco Nicolas Green erano delle aree
ab origine del Campagnano, cosiddette aree golenali, oggi totalmente staccate
dal fiume!
PONTE A 4 ARCHI Strada delle Calabrie
SS 19
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ESEMPI DI RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE
RIVER RESTORATION
Le esperienze pioniere della rinaturalizzazione in Europa
Il Cole e lo Skerne: due fiumi della Gran Bretagna fortemente compromessi
dall’azione dell’uomo
1) Restituzione della sinuosità alvei rettificati 2) Riqualificazione bracci d’alveo residui 3) Dispositivi di miglioramento alvei rettificati 4) Consolidamenti spondali 5) Controllo pendenze, profondità e portate 6) Controllo delle esondazioni 7) Creazione di zone umide planiziali 8) Accessi per il pubblico, i privati, il bestiame 9) Miglioramento immissioni nei torrenti
10) Riutilizzo materiali di scavo
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UN INCISO SULLE CRITICITÀ IDRAULICHE
Le “aree di attenzione” fluviali e loro “riclassificazione consona” per evitare
l’abbandono e il degrado dei fiumi e delle aree ad essi collegate.
Se, come è vero in senso assoluto, che le fasce fluviali del Crati sono delle zone
potenzialmente molto belle con un valore paesaggistico e storico notevole, è
evidente che il vincolo imposto dall’Autorità di Bacino Regionale deve avere una
chiave di lettura diversa rispetto agli attuali indirizzamenti urbanistici e
pianificatori. Il modus operandi che si può prefigurare deve necessariamente
essere filtrato da una azione incisiva di indagine territoriale attraverso cui
l’amministrazione comunale raccolga pareri e opinioni sullo status quo nunc
dell’uso di tali porzioni di territorio.
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CONCLUSIONI
Ogni idea, iniziativa protesa a dare unitarietà al territorio è positiva perché va
nella direzione di cambio di modello, da “urbanistica” si transita verso il
“Governo del Territorio” … La “difesa del suolo”, l’“ambiente”, i fiumi in
particolare, l’”archeologia e storia” non devono essere più corollari
dell’urbanistica, nell’accezione limitata del termine, ma piuttosto le fondamenta
della “casa”, della “rigenerazione urbanistica”, dell’edilizia, magari del “social
housing”, degli spazi sociali, del turismo e di tutto ciò di cui l’uomo per sua
natura ha bisogno.
« … il riconoscimento <che il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante
della qualità della vita delle popolazioni nelle aree urbane e nelle campagne, nei
territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate
eccezionali, come in quelle della vita quotidiana>, l’osservazione che <le
evoluzioni delle tecniche di produzione agricola, forestale, industriale e mineraria
e delle prassi in materia di pianificazione territoriale, urbanistica, trasporti, reti,
turismo e svago e, più generalmente, i cambiamenti economici mondiali
continuano, in molti casi, ad accelerare le trasformazioni dei paesaggi >, il
desiderio di <soddisfare gli auspici delle popolazioni di godere di un paesaggio
di qualità e di svolgere un ruolo attivo nella sua trasformazione>, la persuasione
che <il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e
sociale, e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione
comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo>.