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43° CORSO I.A.
INTERVENTION ENGINEERING AND P.O.S. (Standard operative procedures)
43° CORSO ISPETTORI ANTINCENDI INTERNATIONAL FIRE-FIGTHERS’ WORKSHOP
FIRE SERVICE COLLEGE Moreton in Marsh-UK
30th September – 2th October 2003
I.A. Armando De Rosa
43° CORSO I.A.
43° CORSO ISPETTORI ANTINCENDI
INTERNATIONAL FIRE-FIGTHERS’ WORKSHOP FIRE SERVICE COLLEGE
ATTI DEL CONVEGNO
30 Settembre – 2 Ottobre 2003
INGEGNERIZZAZIONE DELL’INTERVENTO E PROCEDURE OPERATIVE STANDARD
I.A. Armando De Rosa
43° CORSO I.A. Armando De Rosa
INDICE
1. INTRODUZIONE.......................................................................................................................2
2. I FATTORI PRESENTI SULLA SCENA DELL’INTERVENTO ............................................4
3. LE COMUNICAZIONI ..............................................................................................................7
4. INDIVIDUAZIONE DELLA STRATEGIA ..............................................................................8
5. IL PIANO D’ATTACCO............................................................................................................9
6. L’ORGANIZZAZIONE SULLA SCENA DELL’INTERVENTO..........................................11
7. RIESAME, VALUTAZIONE E REVISIONE .........................................................................13
8. LE PROCEDURE OPERATIVE STANDARD (P.O.S.) .........................................................13
9. CONCLUSIONI........................................................................................................................16
10. BIBLIOGRAFIA.....................................................................................................................21
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43° CORSO I.A. Armando De Rosa
1. INTRODUZIONE
Un’efficace operazione di soccorso non nasce in maniera casuale, piuttosto, questa è determinata
da un’attenta pianificazione dell’intervento.
Parlare d’ingegnerizzazione dell’intervento, significa far sì, che una logica dell’operare in
emergenza faccia sempre più spazio ad una più ragionata, basata appunto sulla pianificazione.
Occorre, in altre parole, che in ogni intervento sia sempre presente un Responsabile delle
Operazioni di Soccorso (R.O.S.) con il compito di predisporre un piano d’attacco.
Senza un piano d’azione complessivo e dunque senza un ROS, è difficile che gli operatori di
soccorso possano ricoprire i ruoli giusti o che le diverse squadre intervenute, diano vita ad azioni
coordinate ed integrate in un unico piano.
Normalmente il primo capo squadra che arriva sull’intervento è responsabile della prima
assunzione di comando. Questi, mantiene le sue responsabilità, fino a quando non è rilevato da
una figura di livello superiore o comunque fino a quando l’incidente è terminato.
Gli obiettivi primari che devono essere perseguiti attraverso la stesura del piano d’attacco,
possono essere così elencati:
1. Sicurezza dei vigili
2. Proteggere, portare in salvo ed occuparsi delle persone in pericolo
3. Estinguere gli incendi ed eliminare le cause di pericolo
4. Curare la conservazione dei beni durante e dopo le operazioni di soccorso
L’efficacia di un buon piano d’attacco è legata essenzialmente, alle capacità del ROS di
anticipare e prevedere gli sviluppi degli scenari incidentali. A tal fine risulta indispensabile tutta
una serie d’attività, quali la raccolta, la registrazione e l’organizzazione delle informazioni.
Queste, infatti, tanto nella fase iniziale, quanto durante le operazioni di soccorso, consentono al
ROS di fare le giuste valutazioni e di apportare lì dove necessario, delle variazioni al piano
durante lo svolgimento delle operazioni.
In molte circostanze, l’intervento viene iniziato prima di analizzare i fattori essenziali presenti
sul campo, poiché, alcuni operatori, ritengono che queste riflessioni abbiano quale unico effetto
quello di ritardare l’azione. La valutazione iniziale (SIZE-UP), consente invece, di capire i
confini del problema e deve sempre essere preferita rispetto ad un attacco istintivo, poiché
attraverso di essa si struttura l’intervento in maniera più efficace.
Queste valutazioni cominciano già dalla fase d’allarme, durante la quale possono essere reperite
informazioni quali ad esempio il tipo di chiamata alla sala operativa, il numero di persone
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43° CORSO I.A. Armando De Rosa coinvolte, e si completano poi una volta giunti sul luogo dell’intervento attraverso un’analisi di
tipo puramente visivo. Proprio quest’ultimo aspetto, riveste un ruolo di fondamentale
importanza, poiché da esso dipende la scelta di una buona postazione di comando dalla quale
avere una visione generale del campo d’intervento e da esso è possibile reperire informazioni
quali quelle sulle dimensioni dell’edificio in fiamme, sulle condizioni dell’incendio,
sull’efficacia delle operazioni di soccorso, sull’accessibilità dei luoghi ai mezzi VV.F., ed altri
ancora.
Uno strumento di sostegno ulteriore alla fase delle valutazioni è quello della prepianificazione.
Si tratta in sostanza di realizzare una banca dati depositata ad esempio presso la sala operativa
del Comando Provinciale, compiendo un vero e proprio censimento delle attività soggette ai
controlli, degli edifici di pregio storico-artistico, delle tipologie strutturali dei fabbricati ed in
generale di tutti quegli elementi che possono da subito fornire una descrizione dei luoghi più
dettagliata. La raccolta di tutte queste informazioni, è finalizzata, come dicevamo, alla
pianificazione dell’intervento. Una volta effettuate le valutazioni, il ROS potrà abbinare a queste
le giuste azioni, secondo una scala di correlazione come ad esempio quella riportata di seguito:
I DIVERSI STADI DELL’INCENDIO E LE AZIONI CORRISPONDENTI
1. Non si vede niente 1. Indagare
2. Si vede fumo 2. Rapido ed energico attacco all’interno
3. Si vede fumo e piccole fiamme 3. Rapido ed energico attacco all’interno
4. Incendio in atto 4. Attacco interno di contenimento
5. L’incendio divampa 5. Cauto attacco all’interno
6. L’incendio dilaga 6. Cauto attacco all’interno con preparativi per un operazione difensiva all’esterno
7. Edificio avvolto dalle fiamme 7. Operazione difensiva esterna
8. Inizio di crollo 8. Operazioni esterne volte a prevenire il collasso delle strutture
9. Crollo 9. Operazioni esterne volte a prevenire il collasso delle strutture
10. Terreno edificabile… 10. ….rimuovere dall’archivio il piano d’intervento e riscriverne un altro.
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2. I FATTORI PRESENTI SULLA SCENA DELL’INTERVENTO
L’importanza di una buona valutazione iniziale, la si comprende dal fatto che “le decisioni prese
non possono essere in nessun caso migliori delle informazioni sulle quali si basano”.
Il ROS deve pertanto esaminare i fattori significativi presenti sulla scena dell’intervento e per far
questo, può avvalersi di una lista di controllo che li elenchi tutti. Ovviamente secondo un ordine
di priorità che lui reputerà adatto alla situazione, verranno estrapolati quelli sui quali è necessario
ottenere maggiori informazioni. In particolare questi fattori riguardano:
L’edificio
L’incendio
La destinazione del fabbricato
I pericoli di vita
La disposizione dei fabbricati
Le risorse
L’azione
Le circostanze specifiche
Chiaramente detti fattori con le relative specifiche, non devono essere rilevati tutti
contemporaneamente, poiché ciò comporterebbe soltanto un sovraccarico d’informazioni sul
ROS. Viceversa, in relazione al tipo d’intervento, solo alcuni di essi saranno ritenuti cruciali. Si
riportano di seguito le schede relative a ciascuno dei fattori sopraelencati con le relative
specifiche.
EDIFICIO DESTINAZIONE DEL FABBRICATO
• Dimensione – superficie ed altezza
• Disposizione interna/accesso (scale,
corridoi, ascensori)
• Tipo di costruzione – capacità di resistenza
al fuoco
• Età
• Condizioni – difetti/debolezze
• Valore
• Compartimentazione/suddivisione
• Aperture verso l’esterno – porte e finestre /
• Destinazione specifica
• Categoria (uffici, esercizi commerciali, di
pubblico raduno, istituti, pericolosi, industrie,
magazzini, scuole)
• Valore in rapporto alla destinazione
• Carico d’incendio (dimensione, natura)
• Condizioni (aperto, chiuso, occupato,
vuoto, disabitato, in costruzione)
• Destinazione e relative caratteristiche/
rischi
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EDIFICIO DESTINAZIONE DEL FABBRICATO
livello di sicurezza
• Caratteristiche dei servizi (rischi/comandi)
• Spazi nascosti/caratteristiche di attacco
• Accesso esterno
• Effetto del fuoco sulla struttura
• Proiezione nel tempo dell’effetto continuato
del fuoco sull’edificio
• Quanta parte dell’edificio non è ancora
bruciata?
• Tipo di contenuto (secondo la destinazione
del fabbricato)
• Conservazione dei beni, possibili
danneggiamenti, necessità di recupero
• Rischi morali
INCENDIO PERICOLO DI VITA
• Dimensione
• Estensione (percentuale di struttura
interessata)
• Ubicazione
• Stadio (inizio……….spegnimento)
• Direzione di spostamento
• Percorso di spostamento
• Tempo di sviluppo
• Tipo e quantità di materiale coinvolto –
struttura/ interni/ finiture
• Contenuto/qualsiasi cosa
• Tipo e quantità di materiale che non è
ancora bruciato
• Prodotto liberato dalla combustione (fumo,
calore, fiamme, gas, ecc.)
• Qual è il perimetro dell’incendio?
• Quanto è estesa l’area dell’incendio?
• Posizione degli occupanti (in rapporto
all’incendio)
• Numero degli occupanti
• Condizione degli occupanti (in seguito
all’esposizione all’incendio)
• Incapacità degli occupanti
• Impegno richiesto per il soccorso (uomini,
attrezzature, e gestione)
• Operazioni di controllo antincendi richieste
per la ricerca ed il soccorso
• Necessità personale medico e paramedico
• Tempo previsto perché il fuoco abbia
effetto sulle vittime
• Esposizione/controllo degli spettatori
• Rischi per il personale antincendi
• Accessi a disposizione del personale di
soccorso per raggiungere le vittime
• Caratteristiche delle vie di fuga (tipo,
sicurezza, condizioni d’incendio, ecc.)
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DISPOSIZIONE EDIFICI AZIONE
• Accesso, disposizione e distanza delle
strutture esposte esterne
• Combustibilità delle strutture esposte
• Accesso, disposizione e natura delle
strutture esposte interne
• Gravità degli effetti del fuoco sulle strutture
esposte e conseguente urgenza d’intervento
• Valore delle strutture esposte
• Direzione più pericolosa – percorso di
diffusione
• Tempo previsto perché il fuoco agisca sulle
strutture esposte (interne ed esterne)
• Barriere ed ostacoli alle operazioni
• Possibilità/limiti per la movimentazione e
l’uso delle attrezzature
• Complessi di edifici
• Effetti sortiti dalle azioni in atto
• Cose da farsi
• Stadio delle operazioni (soccorso, controllo
antincendi, conservazione dei beni)
• Effetto del comando (è efficace?)
• Esiste un’organizzazione efficace?
• Il ROS ha fatto delle previsioni corrette?
• Esiste un piano valido?
• Problemi di priorità tattica: le vittime
stanno bene? L’incendio è stato spento? Sono
stati limitati i danni?
• Qual è la cosa peggiore che può accadere?
• Le posizioni operative sono efficaci?
• Ci sono abbastanza risorse? (personale,
attrezzature, supporti logistici, acqua,
autorespiratori)
• Le squadre stanno operando in modo
sicuro? C’è pericolo per la loro incolumità?
• Stato della situazione: in programmazione –
sotto controllo – fuori controllo
RISORSE CIRCOSTANZE SPECIFICHE
• Uomini e mezzi sul posto
• Uomini e mezzi in arrivo
• Uomini e mezzi disponibili in appoggio
• Condizioni di uomini e mezzi
• Numero ed ubicazione degli idranti
• Risorse d’acqua supplementari
• Adeguatezza dei rifornimenti idrici
• Protezione antinc. Interna di tipo privato
• Ora del giorno/della notte
• Giorno della settimana
• Stagione
• Rischi particolari legati a festività ed eventi
speciali
• Condizioni metereologiche (vento, pioggia,
calore, freddo, umidità, visibilità)
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3. LE COMUNICAZIONI
La funzione di comando non può essere attivata e con essa la pianificazione dell’intervento senza
la presenza di un efficace collegamento tra il ROS, la sala operativa del Comando Provinciale e
le squadre di soccorso.
Questo mette in risalto l’importanza delle comunicazioni radio. Senza di esse infatti, il ROS non
potrebbe mettere in atto alcuna azione strategica ne tantomeno coordinare l’intervento degli
operatori presenti. Occorre pertanto impiantare sin dalle fasi iniziali una “postazione di
comando” dalla quale mantenere sotto controllo tutto il traffico radio. Così facendo, il ROS, è in
grado di ricevere un massiccio feedback sull’efficacia del piano, tramite i vari rapporti che
giungono dal personale operativo presente sulla scena d’intervento e dunque di avere
continuamente informazioni sull’evoluzione dello scenario incidentale.
Tuttavia esistono delle difficoltà inerenti le comunicazioni sul campo, che dipendono da una
serie di fattori quali: uso improprio delle tecniche di comunicazione, carenza nell’addestramento,
problemi organizzativi legati alle attrezzature e soprattutto, mancanza di procedure operative
standard. L’uso di tecniche di base che definiscano una linea guida di condotta nelle
comunicazioni, potrebbe in parte risolvere le difficoltà sopraelencate ed in ogni caso apportare
dei miglioramenti. Si riportano perciò di seguito, i concetti fondamentali da seguire per mettere
in atto un sistema di comunicazioni che risulti chiaro ed efficiente:
ESSERE BREVI, CHIARI E PRECISI
Sapere cosa dire prima di iniziare la conversazione. Scegliere dei termini stringati e precisi,
evitando di usare parole difficili o poco usate. Il linguaggio comune e la terminologia antincendi
standard sono quelli meglio compresi. Gli ordini operativi devono essere specifici.
EVITARE PARTICOLARI FUORVIANTI
Usare un tono naturale evitando rigorosamente di bisbigliare od urlare. Parlare con un tono
chiaro ad un ritmo normale.
SEGUIRE UN ORDINE PRIORITARIO NEI MESSAGGI
Inviare per primi i messaggi fondamentali. Mantenere la disciplina radio, evitando di essere
informali e di interrompere le comunicazioni a meno che non vi siano delle emergenze.
(ascoltare prima di trasmettere)
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43° CORSO I.A. Armando De Rosa LIMITARSI A MESSAGGI STRETTAMENTE INERENTI I COMPITI
Dettare specificatamente assegnazioni o compiti, limitando a dire cosa fare e non come fare. Chi
riceve il messaggio deve sapere dove andare, a chi fare rapporto, cosa fare e quali sono i risultati
sperati.
ATTENERSI AD UN MODELLO PER GLI ORDINI
Assicurarsi, prima di trasmettere l’ordine, che chi lo riceve sia pronto ad eseguirlo e verificare
che il messaggio sia stato recepito. Una breve riformulazione del messaggio da parte di chi
riceve è molto più efficace che non una sigla tipo “kappa”.
4. INDIVIDUAZIONE DELLA STRATEGIA
Eseguita la valutazione della situazione e la previsione degli sviluppi, il ROS stabilisce il tipo
d’azione ovvero la strategia. Questa essenzialmente si divide in due grandi categorie che sono:
Strategia offensiva con operazioni che vengono condotte dall’interno dell’edificio in fiamme;
Strategia difensiva dove le condizioni dell’incendio non permettono di effettuare un attacco
dall’interno;
In realtà esiste anche una strategia intermedia, dove le precedenti due si combinano senza però
mai sovrapporsi. Ciò avviene tutte quelle volte che intervengono dei cambiamenti
nell’evoluzione dell’incendio.
In questo caso è abilità del ROS, saper leggere tali cambiamenti e mettere in atto una strategia
flessibile in grado di affrontarli. I fattori principali e le domande da porsi per individuare la
strategia più idonea da mettere in atto, possono essere così elencati:
Estensione ed ubicazione dell’incendio: quanta e quale parte dell’edificio è coinvolta?
Effetto dell’incendio: quali sono le condizioni della struttura?
Occupanti salvabili: c’è qualcuno in vita da salvare?
Beni recuperabili: c’è qualcosa rimasto da salvare?
Possibilità d’accesso e difendibilità della posizione: le squadre possono entrarvi e rimanervi?
Risorse: sono disponibili risorse sufficienti per l’attacco?
Bisogna inoltre tener presente che, il potenziamento della sicurezza sul campo si consegue
attraverso una rapida, chiara e concisa decisione di agire in modo offensivo o difensivo. Infatti
ciò che determina fortemente la sicurezza sull’intervento è la posizione degli uomini in rapporto
all’incendio e all’edificio in fiamme.
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43° CORSO I.A. Armando De Rosa
5. IL PIANO D’ATTACCO
Definita la strategia (offensiva/difensiva), il ROS deve sviluppare un piano d’attacco ovvero
determinare gli incarichi tattici per raggiungere l’obiettivo strategico.
Il piano d’attacco è basato su tre priorità tattiche che rappresentano le principali attività richieste
per svolgere un operazione completa.
Queste in ordine d’importanza sono:
1. Soccorso e salvataggio;
2. Controllo dell’incendio;
3. Conservazione dei beni;
Le priorità tattiche, devono essere affrontate nell’ordine con cui sono state elencate e
rappresentano in pratica dei piani d’attacco, messi nell’ordine appropriato per poter risolvere i
problemi posti dall’intervento.
Il ROS, tuttavia, deve anche essere preparato a sovrapporre e miscelare le attività, come in quelle
situazioni dove è necessario iniziare un attacco all’incendio per poter effettuare una ricerca
primaria degli occupanti.
Il piano d’attacco fornisce un procedimento standard che si articola nei seguenti cinque passaggi
necessari affinché le operazioni si svolgano in modo efficace:
1. Valutare le condizioni;
2. Sviluppare l’approccio tattico;
3. Individuare le esigenze tattiche;
4. Individuare le risorse disponibili;
5. Assegnare i compiti;
Ancora una volta l’uso di check-list di riferimento, costituiscono un utile strumento di lavoro per
completare la pianificazione.
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43° CORSO I.A. Armando De Rosa [1] – CHECK-LIST DI REVISIONE
Stadio dell’incendio
1
2
3
4
5
Gravità
Leggera
Media
Pesante
Extra
6
7
8
9
10
Fattori presenti
Incendio
Tipo di edificio
Persone presenti
Pericoli di vita
Dispos. Dell’edificio
Risorse
Circostanze speciali
Sicurezza
Sicurezza
Indumenti protettivi
Autorespiratore
Possibilità di
collasso strutture
Squadre intatte
Vie di fuga
Posizioni efficaci
Squadre ricambio
Settore sicurezza
Strategia generale
Offensiva
Intermedia
Difensiva
Priorità tattiche
1. Salvataggio
2. Spegnimento
3. Protezione
beni
[2] – APPROCCIO TATTICO
1____________________________________________________________________________
2____________________________________________________________________________
3____________________________________________________________________________
4____________________________________________________________________________
[3] – NECESSITA’ TATTICHE
1____________________________________________________________________________
2____________________________________________________________________________
3____________________________________________________________________________
4____________________________________________________________________________
[4] – RISORSE DISPONIBILI INCARICO OBIETTIVO
APS
APS
ABP
ABP
AS
AS
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43° CORSO I.A. Armando De Rosa
6. L’ORGANIZZAZIONE SULLA SCENA DELL’INTERVENTO
In interventi dove è richiesta dal ROS la partecipazione di più squadre di soccorso, c’è il rischio
concreto che questo venga sopraffatto dagli impegni. Per questo motivo, la gestione delle
operazioni deve sempre essere supportata da una efficiente organizzazione.
Questa può ottenersi, attraverso la realizzazione di una struttura di collegamento tra il livello di
comando del ROS (livello tattico-strategico) ed il livello d’azione delle squadre (livello
operativo).
In termini pratici ciò che realizza tale collegamento, sono i responsabili di settore, ovvero dei
responsabili di unità più piccole e meglio gestibili, nelle quali si suddivide la struttura di
comando. Questi sono responsabili della messa in campo tattica delle risorse a propria
disposizione, ed hanno il compito di mantenersi in collegamento continuo con il ROS sia per
comunicare eventuali fabbisogni ma anche per comunicare i progressi fatti.
Tra i compiti del ROS, c’è quindi anche quello di suddividere l’area d’intervento nel giusto
numero di settori, al fine di bilanciare sempre la dimensione dell’organizzazione con il numero
di squadre presenti. Teoricamente, un incidente di una certa complessità prevedrà tre livelli
operativi fondamentali, ovvero:
Livello strategico: attuato dal ROS, comprende tutte le attività necessarie per il controllo
operativo globale, stabilisce gli obiettivi, fissa le priorità e disloca le risorse;
Livello tattico: attuato dai responsabili di settore, assegnati dal ROS ad aree e compiti
specifici al fine di raggiungere gli obiettivi operativi. Essi sono responsabili del
dispiegamento tattico delle risorse loro assegnate, della valutazione e della comunicazione
con il ROS;
Livello operativo: attuato dalle squadre, comprende lo svolgimento delle manovre necessarie
per ottenere i risultati previsti a livello tattico. I capi squadra sono in contatto diretto con il
ROS o con i responsabili di settore di cui fanno parte.
In definitiva i responsabili di settore hanno l’incarico e le responsabilità delle seguenti funzioni
fondamentali:
Supervisionare direttamente il lavoro nel settore;
Monitorare la sicurezza e le condizioni del personale;
Reindirizzare le attività del settore secondo quanto richiesto;
Richiedere al ROS risorse aggiuntive quando necessitano;
Integrare e coordinare le azioni con altri settori secondo necessità;
PAG.11
43° CORSO I.A. Armando De Rosa Informare il ROS sulla situazione in atto, sul modificarsi delle condizioni, sui progressi fatti
e su eventuali fatti particolari;
Liberare le squadre man mano che le operazioni vengano completate.
Possiamo concludere dicendo che, i vantaggi legati alla settorizzazione delle aree d’intervento,
sono:
1. Riduzione del campo di controllo diretto del ROS;
2. Comunicazioni più efficienti;
3. Sistema standard per dividere grandi aree in unità di dimensioni più gestibili;
4. Possibilità di gestire meglio le funzioni di supporto;
5. Incremento della sicurezza degli operatori.
CLASSIFICAZIONE DEI SETTORI
Settori Geografici
Settori funzionali di supporto
• Nord, sud, est, ovest,
• Sicurezza
• Area di attesa
• Lato dell’edificio
• Informazione pubblica
• Copertura edificio
• Settore medico:
- Estricazione
- Trattamento
- Trasporto
• Piano dell’edificio
• Controllo degli accessi
• Risorse idriche
• Nome della strada
• Collegamento con polizia
• Riabilitazione
• Pericoli particolari:
- Sostanze pericolose
- Esplosivi
• Incrocio tra vie
• Assistenza
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43° CORSO I.A. Armando De Rosa
7. RIESAME, VALUTAZIONE E REVISIONE
Quando il ROS ha sviluppato sul campo un’organizzazione che supporti il piano e gestisce il
personale, deve iniziare un processo di valutazione degli effetti conseguenti alle decisioni iniziali
prese. Deve cioè iniziare, un processo di valutazione continuo, che consenta di mettere a punto il
piano d’attacco in funzione dei progressi fatti e quando necessario, avviare i significativi
cambiamenti nella strategia globale e nelle tattiche.
Le domande fondamentali da porsi, per fare una valutazione efficace, possono così riassumersi:
E’ stato fatto tutto il necessario per garantire la sicurezza e l’assistenza al personale?
La strategia globale del piano d’attacco (offensiva/difensiva) corrisponde allo stadio corrente
dell’incendio?
L’operazione sta seguendo l’ordine fondamentale delle tre priorità:
- Soccorso e salvataggio
- Controllo dell’incendio
- Conservazione dei beni
Le squadre stanno applicando il corretto insieme di tecniche, valutazioni e procedure sia a
livello tattico che operativo?
Le postazioni chiave sono coperte?
L’attacco è abbastanza ampio da contenere l’incendio?
Vi sono risorse disponibili per sostenere e rinforzare le operazioni in corso?
Il ROS ha l’effettivo comando delle operazioni?
Il ROS ha saputo bilanciare le risorse con i problemi tattici?
8. LE PROCEDURE OPERATIVE STANDARD (P.O.S.)
Tutte le funzioni di comando descritte possono e devono essere supportate dalla presenza di
Procedure Operative Standard (P.O.S.), che vadano a coprire l’intero campo delle attività, dalla
pianificazione iniziale, allo svolgimento vero e proprio dell’intervento.
Non bisogna sottovalutare, la portata di uno strumento simile, pensando in maniera semplicistica
che ogni intervento è diverso da un altro e come tale non può essere pianificato.
Contrariamente a ciò che si può pensare, interventi dello stesso tipo contengono molti più aspetti
comuni tra di loro di quanti non ve ne siano di differenti.
Le Procedure Operative Standard sono un insieme di direttive che stabiliscono un “iter
abituale” dell’azione sul campo, per ottimizzare le prestazioni della squadra. Queste, permettono PAG.13
43° CORSO I.A. Armando De Rosa all’organizzazione di sviluppare un piano d’attacco prima dell’intervento, con una conseguente
riduzione dei tempi d’azione.
Gli obiettivi principali del lavoro di strutturazione delle POS sono:
Assemblare un corpo di procedure operative per gli interventi di soccorso tecnico urgente che
rappresentino il “distillato” dell’esperienza operativa delle diverse strutture del Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco e pertanto costituiscono lo stato dell’arte della tecnica di
gestione ed esecuzione degli interventi ordinari e di protezione civile.
Uniformare i livelli di qualità nell’erogazione dei servizi su tutto il territorio nazionale,
consentendo nel contempo il giusto adattamento delle procedure sulla base delle particolari
esigenze locali.
Garantire omogenei livelli standard di sicurezza e salute per gli operatori VV.F., per la
Cittadinanza e per gli altri Enti coinvolti.
Costituire un sistema di riferimento per l’attività informativa, formativa ed addestrativi.
Attivare un sistema di scambio di informazioni tra gli apparteneti al C.N.VV.F.
Condividere delle esperienze attraverso uno strumento snello, rapido ed efficace.
Mantenere aggiornate le tecniche di intervento.
Ed i vantaggi che ne conseguono dalla loro applicazione sono:
Disposizioni operative chiare, esaurienti, autorizzate ed ufficiali.
Uniformità del comportamento dei vari turni nella risposta alla medesima richiesta
d’intervento.
Condivisione delle conoscenze e delle esperienze di tutti i componenti del Comando, tramite
la partecipazione nel processo di stesura delle procedure e la revisione dopo la
sperimentazione sul campo.
In particolare con riferimento a quest’ultimo punto, si vuole far osservare, come soltanto la
partecipazione di tutto il personale nelle diverse fasi delle attività di strutturazione delle POS,
possa determinare il successo e la condivisione delle stesse. Solo in questo modo infatti, ciascun
utilizzatore riuscirà a sentire la procedura come un proprio prodotto.
PAG.14
43° CORSO I.A. Armando De Rosa Risultati migliori, potranno poi ottenersi, lì dove verrà strutturato un sistema in continua
evoluzione che personalizzerà, affinerà e terrà aggiornate le procedure con periodiche e
sistematiche revisioni, secondo uno schema organizzativo di tipo ciclico.
Stabilire
Procedure
Standard
Correzione Addestramento
Revisione e Applicazione
critica
1. Per avviare il processo, bisogna scrivere anche se in maniera approssimata la procedura,
raccogliendo tutto ciò che si è fatto fino a quel momento relativamente ad una tipologia
d’intervento.
2. Dopo aver scritto la procedura, bisogna passare alla fase successiva dell’addestramento per
iniziare l’applicazione e la sperimentazione della stessa fin dal primo momento.
3. La fase dell’applicazione, è quella nella quale la procedura viene messa alla prova poiché
applicata nelle operazioni di soccorso.
4. La fase di revisione critica, ha l’obiettivo di mettere in risalto tutti gli aspetti della procedura
che non hanno funzionato durante l’intervento e che vanno dunque rivisti.
5. Nella fase di correzione si apportano dunque tutti i miglioramenti e le integrazioni che si è
visto essere necessari durante la revisione. In questa fase la procedura viene corretta e riemanata
ufficialmente.
PAG.15
43° CORSO I.A. Armando De Rosa Allo scopo di rendere uniformi per tutto il Corpo Nazionale, la struttura di un sistema di
pianificazione e di gestione degli interventi di soccorso tramite l’adozione di procedure operative
standard, sono state emanate a livello centrale le “linee guida per la redazione di procedure
operative standard”. E’ possibile dunque seguire uno schema generale per la strutturazione di
una POS, che tenga conto dei seguenti aspetti:
Scenario di riferimento (tipologia d’intervento);
Aspetti cogenti;
Condizioni operative di ciascuna sede di servizio;
Mezzi ed attrezzature disponibili;
Risultati ed obiettivi operativi di fondo;
Stato dell’arte nelle tecniche di soccorso;
Modalità d’intervento principali e alternative;
Standard minimi di sicurezza e salute per gli operatori e per le persone presenti sulla scena;
Rimessa in servizio dei mezzi e delle attrezzature;
Adempimenti amministrativi e di Polizia Giudiziaria;
9. CONCLUSIONI Possiamo senz’altro concludere dicendo che, operare secondo una logica basata sulla
pianificazione degli interventi, porta una indubbia serie di vantaggi, quali: una riduzione dei
tempi d’intervento, massima ottimizzazione e sinergia delle risorse a disposizione, maggior
livello d’efficacia, accuratezza e professionalità, nonché la massima salvaguardia della sicurezza
per tutti gli operatori presenti sulla scena delle operazioni di soccorso.
Lavorare alla stesura di procedure operative standard, consente dunque di mettere in atto un
sistema in grado di realizzare quella trasformazione di una logica basata sull’emergenza in quella
fondata sulla pianificazione. Nel contempo, oltre al conseguimento degli obiettivi principali quali
quelli della sicurezza degli operatori e della salvaguardia di persone e beni, si realizza un sistema
fondato sulla condivisione dell’esperienza dal momento che alla redazione delle POS collabora
tutto il personale.
Si riporta di seguito uno schema generale dei possibili contenuti di una POS.
PAG.16
43° CORSO I.A. Armando De Rosa
PROCEDURA OPERATIVA D’INTERVENTO N. 0000/000
(Tipologia d’intervento)
Pagina
1/4
Vigili del fuoco
(Città)
Approvato: il Comandante Provinciale (firma) Data 00-00-2003
PREMESSA – QUANDO UN INTERVENTO SI CLASSIFICA IN QUESTA CATEGORIA
In questa parte viene elencata una breve casistica dei tipi d’intervento che possono essere
classificati ed accomunati in questa procedura.
DISPOSIZIONI DI RIFERIMENTO .
In questa sezione si elencano le disposizioni normative cogenti e le disposizioni dalle quali sono stati tratti particolari aspetti obbligatori della procedura. Questo breve elenco è un comodo riferimento dato che per ulteriori revisioni e/o approfondimenti della procedura occorre sempre tenere conto delle disposizioni esistenti. GESTIONE DELLA SALA OPERATIVA . In questa sezione si inseriscono le informazioni necessarie che l’operatore 115 deve ottenere ponendo alcune “domande chiave” a coloro che richiedono l’intervento. (Questo aspetto consisterà prevalentemente nel riscrivere qui alcune delle indicazioni principali che saranno contenute nel “Manuale per la gestione delle chiamate di soccorso”). Si possono descrivere anche i compiti del Capo Servizio e del Funzionario di Guardia per interventi particolarmente complessi. Vengono inoltre elencate le operazioni principali che vanno eseguite per l’attivazione delle squadre di soccorso VV.F. e/o di altri enti. MEZZI IDONEI PER L’INTERVENTO . In questa parte si può schematizzare una tabella con i mezzi e le eventuali attrezzature particolari da inviare subito e quelli da inviare in un secondo momento, se necessari, a seconda della gravità e/o di situazioni specifiche particolari.
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PROCEDURA OPERATIVA D’INTERVENTO N. 0000/000
(Tipologia d’intervento)
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(Città)
Approvato: il Comandante Provinciale (firma) Data 00-00-2003
PROCEDURA GENERALE D’INTERVENTO .
La procedura generale contiene le indicazioni comuni a tutti gli interventi di questo tipo,
necessarie per iniziare l’intervento, per condurlo durante le fasi operative e per concluderlo.
Questa sezione è il “cuore” della procedura in quanto si elencano gli obiettivi dell’attività di
soccorso con le relative strategie e le tattiche.
Vengono elencate, in linea di massima, le operazioni da svolgere nella sequenza ritenuta più
corretta con le attrezzature più idonee tenendo conto dell’ottimizzazione delle risorse umane e
materiali disponibili sulla scena.
In questa sezione, nelle procedure più raffinate, si troverà anche scritta “la filosofia” che governa
l’atteggiamento del Comando Provinciale (od anche dell’intero Corpo Nazionale) in relazione a
quella determinata tipologia d’intervento.
TECNICHE D’INTERVENTO .
In questa sezione si descrivono le tecniche specifiche da impiegarsi per la risoluzione degli aspetti prettamente operativi dell’inetervento. Quando necessario si può spingere a prevedere una serie di tecniche anche diverse tra loro per particolari variazioni di scenario. SICUREZZA .
Sicurezza generale: in questa sezione si evidenziano tutti gli aspetti di sicurezza generale della scena (anche se parte di essi saranno già stati descritti nella procedura generale d’intervento). Ciò comprende la sicurezza delle persone presenti nonché la continua valutazione sulla sicurezza del sito. Sicurezza degli operatori VV.F.: in questa sezione si evidenziano tutti gli aspetti di sicurezza inerenti agli operatori VV.F. /anche se parte di essi saranno già stati descritti nella procedura generale d’intervento).
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AL TERMINE DELL’INTERVENTO .
In questa sezione si elencano tutte quelle operazioni necessarie per mettere in sicurezza la scena,
raccogliere i dati necessari e predisporre l’eventuale passaggio di consegne ad altri Enti.
Vengono elencati inoltre i principali controlli da effettuare sulla scena prima di togliere il
servizio e partire per il rientro. Si precisano, quando necessario, tutti gli adempimenti di natura
amministrativa e di polizia giudiziaria da svolgere in loco.
COMUNICAZIONI, ADEMPIMENTI AMMINISTRATIVI E DI POLIZIA GIUDIZIARIA .
In questa sezione vengono inserite tutte le operazioni amministrative, gli adempimenti burocratici e di polizia giudiziaria che vengono effettuati dopo che le squadre sono rientrate in sede. MANUTENZIONE MEZZI, ATTREZZATURE .
In questa sezione viene previsto quanto necessario per la completa rimessa in servizio dei mezzi e delle attrezzature. IGIENE E SALUTE DEL PERSONALE OPERATIVO . In questa sezione, quando necessario, vengono elencati gli eventuali controlli sanitari ai quali va sottoposto il personale in caso di esposizione a prodotti chimici e/o di combustione o qualunque altro aspetto correlato con l’intervento che possa mettere a repentaglio la salute degli operatori. Quando necessario, può essere prevista la raccolta dei dati per l’aggiornamento del libretto sanitario. Possono venire inoltre evidenziati aspetti di igiene generale come quelli relativi alla pulizia degli indumenti protettivi.
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REVISIONE CRITICA DELL’INTERVENTO e NOTE PER L’ADDESTRAMENTO
In questa parte si indicano alcuni punti chiave dello svolgimento dell’intervento di soccorso che
vanno rielaborati e rivisti, seguendo schemi e/o moduli appositamente predisposti.
Lo scopo dell’attività di revisione critica è quello di consentire il successivo perfezionamento (e
riscrittura) delle procedure sulla base degli interventi che vengono svolti.
È uno dei passaggi chiave di tutta l’attività di produzione delle procedure operative.
L’addestramento che consegue alla revisione critica è un altro importante risultato.
Nelle note per l’addestramento si inserisce anche tutto quanto non può essere inserito nel testo
della procedura per motivi di snellezza del documento. Molte indicazioni importanti possono
essere adeguatamente evidenziate soltanto in fase di addestramento (che è una delle cinque fasi
del processo di redazione delle procedure) e in questa sezione trovano tutto lo spazio necessario
per essere raccolte ed organizzate.
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10. BIBLIOGRAFIA
- Alan V. Brunacini, “FIRE COMMAND”, National Fire Protection Association, 1988,
Quinncy, MA-USA;
- National Fire Service Incident Management System Consortium – Model Procedures
Committee, “MODEL PROCEDURES GUIDE FOR STRUCTURAL FIREFIGHTING”,
Fire Protection Publications, 1993, Stillwater, OK – USA;
- NFPA 1561 “STANDARD ON FIRE DEPARTMENT INCIDENT MANAGEMENT
SYSTEM – 1990 Edition”, National Fire Protection Association, Quincy, MA – USA;
- Aa. Vv. “THE INCIDENT COMMAND SYSTEM Student Manual”, National Emergency
Training Center – Federal Emergency Management Academy, 1989, Emmitsburgh, MD –
USA;
- Aa. Vv., “INCIDENT COMMAND SYSTEM”, Fire Protection Pubblications, 1983,
Stillwater, OK – USA;
- Aa. Vv., “ICS – FIELD OPERATIONS GUIDE”, Fire Protection Publications, 1983,
Stillwater, OK – USA.
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