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Interpretazioni del territorio e scenari di tutela e valorizzazione Alberto Ziparo Presentazione La costruzione del quadro conoscitivo del Piano Territoriale Paesistico dell’Ambito dei Rilievi del Trapanese ha costituito una sorta laboratorio di ricerca territoriale ap- plicata all’affermazione dei valori ambien- tali e culturali del contesto. Tale risultato corrisponde tuttavia ad una necessità di innovazione presente nel la- voro – e segnatamente nei modi di inda- gare l’ambiente - non dettata tanto dalle propensioni all’approfondimento scienti- fico presenti nel gruppo di lavoro, quanto piuttosto dal ruolo e dal momento in cui lo strumento si è sviluppato: di fronte ad una forte ed intensa evoluzione, sia per quanto riguarda gli aspetti politico-programmatici sia per quel che concerne gli apparati tec- nico-scientifici e normativi del piano. Il testo affronta questi aspetti nella prima sezione in cui viene ricordato come il ca- rattere innovativo del piano, anche nella sua veste istituzionale, fosse in qualche modo scontato e determinato dal proces- so istitutivo dello strumento stesso, che costituisce la prima applicazione sistematizzata delle Linee Guida del PTPR siciliano, al dì là dei piani per gli ambiti in qualche modo “specialistici” costituiti dalle isole minori. Le innovazioni politico-programmatiche comportate dall’evoluzione del quadro normativo e istituzionale di riferimento e dei relativi nuovi ruoli attribuiti al piano stesso hanno investito decisamente anche gli stessi modi di guardare ed interagire con il territorio. Proprio su questi punti si è registrato il fecondo incontro tra elaborazioni di pia- no e studi scientifici del filone disciplina- re “territorialista” che tramite la riflessio- ne su esperienze di progettazione di area vasta recenti e già riferite al nuovo qua- dro normativo, comunitario e nazionale, nonché su istanze di partecipazione sociale, simili a quelle presenti anche in Sicilia e nello stesso territorio dell’ambito, avevano potuto indicare alcuni criteri strutturanti per le modalità di analisi territoriale tesa al- l’affermazione dei valori paesistici. In questo quadro vanno collocati: la pro- spettiva locale che informa le azioni di tutela e valorizzazione; il carattere for- temente interattivo delle modalità di co- noscenza e azione rispetto al contesto socio – ambientale; la continuità del pro- cesso “permanentemente oscillatorio” fra indagini e progetto; la necessità di relazionare fenomeni emergenti e motivi strutturanti le dinamiche in atto, nonché di interrelare le diverse e molteplici dimen- sioni ( morfologiche, ecologiche, percet- tive, storico – culturali, sociali, insediati- ve, infrastrutturali) presenti sul territorio. Per quest’ultimo punto ancora la ricerca disciplinare aveva individuato nelle “sin- tesi” interpretative, uno degli strumenti metodologici in grado di affrontare i temi citati; non trattabili soltanto con i mate- riali già consolidata nella strumentazione del campo (v. sezz. 3-4). Il piano ha assunto proprio la costruzione delle sintesi interpretative come elemento centrale della propria articolazione: la loro

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Interpretazioni del territorio escenari di tutela e valorizzazioneAlberto Ziparo

PresentazioneLa costruzione del quadro conoscitivo delPiano Territoriale Paesistico dell’Ambitodei Rilievi del Trapanese ha costituito unasorta laboratorio di ricerca territoriale ap-plicata all’affermazione dei valori ambien-tali e culturali del contesto.Tale risultato corrisponde tuttavia ad unanecessità di innovazione presente nel la-voro – e segnatamente nei modi di inda-gare l’ambiente - non dettata tanto dallepropensioni all’approfondimento scienti-fico presenti nel gruppo di lavoro, quantopiuttosto dal ruolo e dal momento in cui lostrumento si è sviluppato: di fronte ad unaforte ed intensa evoluzione, sia per quantoriguarda gli aspetti politico-programmaticisia per quel che concerne gli apparati tec-nico-scientifici e normativi del piano.Il testo affronta questi aspetti nella primasezione in cui viene ricordato come il ca-rattere innovativo del piano, anche nellasua veste istituzionale, fosse in qualchemodo scontato e determinato dal proces-so istitutivo dello strumento stesso, checostituisce la prima applicazionesistematizzata delle Linee Guida del PTPRsiciliano, al dì là dei piani per gli ambitiin qualche modo “specialistici” costituitidalle isole minori.Le innovazioni politico-programmatichecomportate dall’evoluzione del quadronormativo e istituzionale di riferimento edei relativi nuovi ruoli attribuiti al pianostesso hanno investito decisamente anchegli stessi modi di guardare ed interagirecon il territorio.

Proprio su questi punti si è registrato ilfecondo incontro tra elaborazioni di pia-no e studi scientifici del filone disciplina-re “territorialista” che tramite la riflessio-ne su esperienze di progettazione di areavasta recenti e già riferite al nuovo qua-dro normativo, comunitario e nazionale,nonché su istanze di partecipazione sociale,simili a quelle presenti anche in Sicilia enello stesso territorio dell’ambito, avevanopotuto indicare alcuni criteri strutturanti perle modalità di analisi territoriale tesa al-l’affermazione dei valori paesistici.In questo quadro vanno collocati: la pro-spettiva locale che informa le azioni ditutela e valorizzazione; il carattere for-temente interattivo delle modalità di co-noscenza e azione rispetto al contestosocio – ambientale; la continuità del pro-cesso “permanentemente oscillatorio”fra indagini e progetto; la necessità direlazionare fenomeni emergenti e motivistrutturanti le dinamiche in atto, nonchédi interrelare le diverse e molteplici dimen-sioni ( morfologiche, ecologiche, percet-tive, storico – culturali, sociali, insediati-ve, infrastrutturali) presenti sul territorio.Per quest’ultimo punto ancora la ricercadisciplinare aveva individuato nelle “sin-tesi” interpretative, uno degli strumentimetodologici in grado di affrontare i temicitati; non trattabili soltanto con i mate-riali già consolidata nella strumentazionedel campo (v. sezz. 3-4).Il piano ha assunto proprio la costruzionedelle sintesi interpretative come elementocentrale della propria articolazione: la loro

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costruzione organizza, prospetta e defini-sce un contesto di senso per le indaginitematiche; costituendo nello stesso tem-po la cerniera tra modalità di lettura delterritorio e azioni di tutela e valorizzazio-ne del patrimonio (sezz. 5-6-7).L’uso del termine “costruzione” per l’ap-parato delle “sintesi” non appare impro-prio: la propensione multidimensionale delpiano significa ricerca di interrelazione tracampi tematici (e quindi statuti teoretico-gnoseologici) spesso irriducibilmente di-stinti: la razionalità meccanicistica dellemorfologie, quella biologica dell’ecologia, quella figurativo – letteraria degli aspettidel paesaggio percettivo, quella culturaledel patrimonio storico, quella sociale del-l’insediamento o il funzionalismo infra-strutturale possono stare insieme soltantoin una rappresentazione costruita conmolta propensione interpretativa. Con laconsapevolezza di essere di fronte ad equi-libri precari e paradigmi incerti: la pro-spettiva e l’orizzonte sono elementi deci-sivi per un quadro sensato e richiamanoin gioco le modalità di riconoscimento,individuazione e restituzione sistematicadello spazio d’ambito. I luoghi – quirinominati “paesaggi locali” – assumonofunzione centrale in tale prospettiva e, tra-mite il riconoscimento di valori identitarie strutture profonde, diventano elementochiave per la sintesi interpretative (sez. 8)e le prospezioni di scenario (sez. 9).Il lavoro ha costituito anche occasione diverifica dell’applicabilità dell’approccio ter-ritorialista in un contesto particolare, carat-terizzato da tre ordini di problematiche.Le prime particolarità attengono a ruoli efunzioni degli attori sociali e politici locali:il piano d’ambito è infatti promosso e gesti-to da soggetti istituzionali, quali la RegioneSicilia e la Sovrintendenza di Trapani, siapure in interazione intensa e continua conabitanti e associazioni ambientaliste esocioculturali, al di là della concertazioneufficiale e formalizzata, con enti territorialie operatori dei diversi settori.

Il secondo aspetto peculiare del contestoè rapportabile alla “drammatica” neces-sità di sviluppo, sia pure locale autoso-stenibile, che segna il territorio interessa-to come altre parti della Sicilia e del Mez-zogiorno; comportando un’enfasi partico-lare sui meccanismi di “fruizione e valo-rizzazione” delle risorse, da calibrare tut-tavia sui caratteri del patrimonio, oltre chesull’intero apparato programmatico.Il terzo punto riguarda la formazione de-gli operatori tecnici operanti nel gruppodi pianificazione: dotati di esperienza,anche lunga e vasta, nelle rappresentazio-ni “consuetudinarie e di routine” del ter-ritorio e dell’ambiente e pertanto non sem-pre propensi ad assumere le metodichespecifiche di rappresentazione che conno-tano il progetto territorialista.

1. Interpretazioni del territorio e del pa-esaggio1.1 Il Piano dell’Ambito dei rilievi delTrapanese persegue l’affermazione del-l’enorme patrimonio di valori paesistici,che le Linee Guida hanno individuato esistematizzato nel ripercorrere la “ricchez-za depositata” che connota il territorio si-ciliano. Tale intenzione significa, oltre chela costruzione di un programma di azionidi tutela e salvaguardia delle risorse –mirate sia alle componenti naturali che suquelle antropiche, sia al profilo ambientaleche a quello culturale, come peraltro indica-to nell’allegato normativo alle Linee Guida– anche la predisposizione di misure, chia-ramente indirizzate verso la loro valoriz-zazione, interpretabili come opzioni di svi-luppo locale sostenibile (Clementi [2002]).“Tali tendenze hanno peraltro acquisitomaggiore spessore nelle fasi più recenti,per nuove posizioni ‘istituzionali’, nelcampo della progettazione e gestione delpaesaggio, ma anche per evoluzioni scien-tifico-disciplinari che hanno portato ad unaddensarsi delle relazioni tra i concetti equindi degli studi su territorio, ambientee paesaggio” (Gambino [2001]).

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Un ulteriore motivo di rivisitazione, maanche di rimescolamento di concetti por-tanti per le diverse versioni – e accentua-zioni – della pianificazione a scala ampia èstato segnato dalla ricerca di una nuovaproduzione di “senso dei luoghi” attribui-ta al progetto. (Maciocco [1995]).“Tale posizione, originariamente consi-stente forse soltanto nella architettura delpaesaggio, si va affermando ora anchenella pianificazione territoriale e ambien-tale, contribuendo non poco alla ricerca -ove utile e possibile- di sintesi e conver-genze che conducono verso concezioni diindagine e azione assai diverse dal passa-to, anche recente, quando la pianificazio-ne paesistico-ambientale sembrava carat-terizzata dai determinismi organicisticipropri delle scienze econaturalistiche, ilprogetto territoriale dalle tematiche soprat-tutto socio-insediative, mentre era soprat-tutto l’architettura del paesaggio a svilup-pare i motivi estetico-percettivi dello spa-zio”. (PTP d’A.1, rel. cit.)Il concetto di sostenibilità ha favorito ul-teriori combinazioni di relazioni e di si-gnificati tra i concetti di ambiente, terri-torio e paesaggio; che possono addiritturaevidenziare modi e prospettive diverse diguardare allo stesso oggetto: tuttavia è lacategoria “locale” che fornisce il topos,permette di individuare il senso delle mu-tue interrelazioni tra di essi.

2. La Pianificazione Paesistica in Sici-lia dalle Linee Guida al progetto diambitoLa pianificazione paesistica territoriale inSicilia è organizzata secondo i criteri defi-niti dalle Linee Guida: esse individuano nei18 Piani di Ambito gli strumenti attuatividegli indirizzi e delle strategie formulateper la tutela e la valorizzazione del patri-monio ambientale e culturale regionale.L’ambito viene considerato in questa sedeanche quale area di applicazione di unametodologia per lo sviluppo a livello lo-cale, sovracomunale e infraprovinciale, e

1.2 Nell’originaria fase costitutiva dei ri-spettivi campi di studi si affermano ne-cessariamente le differenze, teoretiche econcettuali, utili al riconoscimento, allareidentificazione dei diversi ambiti: il pa-esaggio “fuoriuscito dall’ambiente socia-le” si lega sostanzialmente a motivi este-tico – morfologico – percettivi, laddovel’urbanistica è prevalentemente socio-fun-zionalista e l’ecologia il portato di studibionaturalistici (Ritter [1994]; VenturiFerriolo [2002]).“Nelle fasi più recenti soprattutto i proble-mi dello sviluppo e la questione ambientalehanno utilmente rimescolato il campo.Ambiente, paesaggio, territorio ridiventa-no “aspetti diversi” di uno stesso “ogget-to”: ciò che muta è forse solo la prospettivaed il modo di osservare o addirittura unica-mente l’enfasi; gli accenti che marcano illinguaggio del testo (Caravaggi [2002]).Il contesto diventa il topos che può sostan-ziare la ricerca di regole comuni tra cate-gorie concettuali “naturalmente” diverse.“All’interno delle discipline biologiche edecologiche il termine contesto perde defini-tivamente i caratteri dello sfondo per acqui-stare quelli del campo di relazione, popo-lato dalle figure della coevoluzione (....).L’interpretazione del contesto implica in-vece una posizione prevalentemente inter-na al paesaggio, che permette di leggere einterpretare i rapporti di reciprocità edinterdipendenza che regolano (dall’inter-no) il contesto stesso, e soprattutto di co-gliere le diverse immagini e le differentiattribuzioni di senso connesse a punti divista soggettivi e molteplici “(Idem).

1.3 La ricerca di relazioni con l’ecologiae la sostenibilità oggi segna fortemente lapianificazione territoriale; sia quella ine-rente direttamente il campo paesistico/ambientale e della progettazione del pae-saggio, sia la strumentazione indirizzatasull’assetto delle componenti morfofun-zionali e socio-insediative del territorio(Gambino [1996]).

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quindi a scala di maggior dettaglio e conmaggior pregnanza normativa e program-matica, delle Linee Guida del PTPR. I re-lativi profili metodologici devono peròtener conto del più complessivo quadropianificatorio in cui lo strumento di ambi-to si inserisce, a partire dall’eventuale pa-rallela formazione del Piano TerritorialeRegionale e della esigenza riconosciuta diassicurarne la massima “contestualità” conla pianificazione paesistica, fino alla pro-grammazione provinciale e alla pianifica-zione locale, ordinaria e complessa.“Il Piano di Ambito nell’insieme della stru-mentazione pianificatoria deve assicurare:a. la conoscenza dell’intero territorio, nellesue caratteristiche specifiche e nei valorida tutelare, valorizzare e recuperare;b. l’analisi delle dinamiche di trasforma-zione e dei fattori di rischio;c. l’individuazione degli ambiti da assog-gettare a forme diversificate di tutela evalorizzazione;d. la definizione degli obiettivi di qualità am-bientale da perseguire nei diversi ambiti;e. la determinazione degli interventi ditutela e valorizzazione paesistica da rea-lizzarsi coerentemente con le azioni e gliinterventi finalizzati allo sviluppo econo-mico e produttivo delle aree interessate;f. la definizione di norme prescrittive per latutela e l’uso del territorio” (PTP d’A.1, rel.).

3. Caratteri del contesto, struttura delPiano ed efficacia dell’approccio terri-torialista3.1 Il quadro scientifico e politico citatoin precedenza assegna ruoli e funzionialla pianificazione territoriale paesisti-ca, ed intende assicurarne maggiore con-sistenza attuativa.Questo, insieme con i lineamenti diaggiornamento degli studi afferenti lediscipline territoriali, dall’urbanisticaall’ecologia al paesaggio, comporta-va anche nel caso in esame la ricercadi una impostazione metodologica chenon poteva più riproporre semplice-

mente le fasi di approfondimento co-noscitivo delle caratteristiche del pa-trimonio e di inquadramento norma-tivo delle regole per il loro uso.Le nuove valenze semantiche e politicheattribuite al piano significano una nuovaattenzione nel trattamento di una serie diaspetti strutturanti per il piano: emerge unapropensione decisamente interattiva del-lo strumento rispetto al quadro sociale edambientale di riferimento: si risostanzia-no categorie strutturanti per le relazionitra le dimensioni ambientale, territoriale,paesaggistica; la visione del contesto èsintetica, ma non riduttiva. Tutto ciò, tut-tavia, non può avvenire in astratto, sem-pre e comunque: ha bisogno di un “luo-go”, un topos logico e spaziale, in cui pos-sano trovare specifica composizione glielementi distintivi per le relazioni in que-stione: il “locale” assume valenze non soloconcettuali, ma anche epistemologiche(Giusti [1995]).

3.2 Le elaborazioni del piano di ambitohanno assunto, per l’intenzionalità inno-vativa e per la collocazione disciplinareche le connotavano, la prospettiva dellosviluppo locale autosostenibile fondatosull’affermazione dei valori partrimonialidel contesto interessato.L’approccio territorialista, proprio per icaratteri strutturali che lo denotano, ne-cessita di assumere e interagire con con-tenuti e peculiarità ecologici e sociali deiluoghi coinvolti , per prospettare non solotecniche e metodiche, ma anche le istanzeteoretiche che definiscono le regole di as-sunzione e d’uso delle risorse naturali eculturali dell’area.La declinazione locale dell’approccio, nelcaso del piano dei rilievi del trapanese, è statasegnata dai vincoli di natura diversa indicatin precedenza. Essi hanno finito per assu-mere funzione sostantiva per una maggiorecontestualizzazione e quindi specificazio-ne del progetto di autosostenibilità.La connotazione prioritariamente istitu-

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zionale dell’azione di costruzione delprocesso pianificatorio ha assunto evi-dentemente l’intensa e continua propen-sione alla partecipazione di abitanti e at-tori sociali. Non si registrano infatti“scarti evidenti” di contenuti valoriali ostrategici tra questa ed altre significati-ve esperienze del filone. Le differenzesi possono cogliere piuttosto in una mag-giore formalizzazione delle procedure se-guite per le interrelazioni tra i diversi sog-getti, con un ruolo distinto , anche se for-temente determinante, dell’istanza socio-culturale rispetto al coordinamento istitu-zionale del programma.La “domanda di sviluppo”, sia pure loca-le autosostenibile , forte nel contesto, hacostituito una motivazione evidente per ildispiegarsi del processo elaborativo. Latendenza ad una sua esuberante pervasi-vità, pure possibile è stata contenuta in unametrica addotta dall’inquadramento strut-turale di valori e risorse patrimoniali cheforniva misura e forma delle azioni di frui-zione. La composizione, non sempre sem-plice e armonica, di azioni a gradienti as-sai diversi d impatto sociale e di trasfor-mabilità spaziale, ha comportato una pro-pensione, tendenzialmente elevata, allavariabilità di tipologie e caratteri delleistanze strategiche proposte. Da ciò è de-rivata forse, un’organizzazione dello sce-nario molto frammentata nelle differentiazioni relative ai diversi paesaggi locali,piuttosto che mirato a grandi immaginiorientative, disegni di rappresentazioneunitaria dei futuri possibili.In tali passaggi sono coglibili differen-ze marcate, di merito e di linguaggio,rispetto ad alcune delle principali espe-rienze del filone.Altre distinzioni, incidenti maggiormentesui caratteri rappresentazionali, si posso-no rapportare alla formazione dei tecnicicomponenti del gruppo di elaborazione delpiano. La loro esperienza di rappresenta-zione dei fenomeni territoriali ha teso spes-so a riproporre metodiche e pratiche con-

solidate, ma nettamente segnate dalla con-suetudine professionale e dall’attitudine aimodi più tradizionali di lettura e restitu-zione delle figure ambientali, pure nel sol-co delle tecniche di progettazione.Un certo scarto tra intenzione interpretativadichiarata e stile e organizzazione struttura-le della rappresentazione emerge forse piùnettamente nelle elaborazioni di sintesi; forseproprio per il loro ruolo di definizione e qua-lificazione degli snodi tra interpretazionedel paesaggio e costruzione delle strate-gie di affermazione dei valori identitari.

4. Il Metodo, le Fasi e i Contenuti delprocesso elaborativo4.1 L’elaborazione del Piano TerritorialePaesistico dell’Ambito 1 consiste in un pro-cesso di produzione di elaborati conosciti-vi, progettuali e normativi tali da costituireapparato coerente agli scopi e alle funzionidel piano, ricordati nelle pagine precedenti.Il percorso elaborativo consta di diversimomenti tesi alla definizione dei differentimateriali che formano l’organizzazione ela documentazione del piano. Le LineeGuida del PTPR già approvate costituisco-no quadro di riferimento continuo per ilPiano di Ambito, oltre che prospettarne icriteri e gli indirizzi generali.Il quadro conoscitivo si è costruito attor-no a due momenti sostantivi: le analisi te-matiche e la sintesi interpretative.L’Ambito in questione è stato indagatosecondo i due sistemi naturale e antropi-co. Il quadro delle analisi tematiche favo-risce una determinazione delle caratteri-stiche e delle suscettività presenti sul ter-ritorio dell’Ambito e assume il ruolo dibase conoscitiva costitutiva per l’intera ar-ticolazione del piano.Le sintesi interpretative consistono in let-ture “incrociate e sovrapposte” degli ele-menti di indagine definiti al punto prece-dente, tese a costruire immagini euristichedei caratteri del patrimonio territoriale del-l’ambito e ad individuare le peculiarità ele suscettività delle sue diverse parti, ver-

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so la definizione dello schema strutturale.Gli elementi di interpretazione derivantidalle descrizioni del campo contenute nel-le analisi tematiche già svolte vengonoampliati anche da una lettura socio-eco-nomica del contesto, necessaria alla defini-zione dello schema strutturale e alle nuovefunzioni del piano anche in termini di orien-tamenti per lo sviluppo locale. Le rappre-sentazioni finali sintetizzano studi siste-matizzati riferiti a sistema morfologico, si-stema ecologico, paesaggio percettivo ebeni culturali, assetto socio-insediativo.Tale fase consiste anche nella costruzio-ne di una rappresentazione di scenario,un prospetto dei caratteri strutturali e do-minanti dei diversi paesaggi (i diversiluoghi) dell’ambito, nonché delle rela-zioni tra di essi, coglibili dalle sintesiinterpretative di cui sopra, fino alla pro-spezione delle strutture profonde e deitratti ecologicamente identitari dei luo-ghi nonché del ruolo che gli stessi pos-sono assumere nelle nuove configurazio-ni dell’assetto anche in restituzioni ascala di maggiore dettaglio.Il piano si conclude poi con le azioniprogrammatiche: strategie e apparatonormativo.

5. L’articolazione del quadro conoscitivoLa prima parte di analisi è consistita nelleletture tematiche. In questa parte del la-voro si è operata la ricostruzione del qua-dro conoscitivo dell’ambito attraversooperazioni di rilevamento, acquisizione,compilazione, descrizione e interpretazio-ne dei diversi tematismi presenti.“Ne è scaturito un quadro sufficientementeampio ruotante prevalentemente attornoalle rappresentazioni di tipo grafico, sia asupporto cartaceo che video.La rappresentazione per “tematismi” di unterritorio risponde infatti a criteri distintiper concettualizzazioni culturali e approc-ci gnoseologici: le visioni “scientifiche” dellemorfologie e della naturalità, la storicizza-zione della produzione degli elementi del pa-

trimonio culturale, gli aspetti estetico-per-cettivi del paesaggio, l’organizzazione“strutturale” dell’uso del suolo.L’articolazione dei temi suggerisce già leprospezioni della seconda fase del lavoro,quella delle sintesi interpretative, fornen-done le basi informative, tramite cui è pos-sibile proporre incroci e interazioni cheavvengono tuttavia tra tematismi affini econcettualizzazioni contigue nella rappre-sentazione del territorio. Questa permettedi “sollevare lo sguardo” verso le astra-zioni necessarie all’interpretazione, sen-za immediatamente scontare i possibiliconflitti derivanti da portati di paradigmitroppo distanti. Il processo si avvia cosìverso le fasi progettuali e normative ap-prossimando i necessari paesaggi, senzaeccessivi salti e discontinuità concettuali.Il patrimonio territoriale e paesistico, cul-turale e ambientale, è infatti “portato elatore” di un sistema di valori, di “ricchez-za materiale e simbolica”, depositata estratificata. Tale sistema di valori, tutta-via, non è immediatamente, deduttivamen-te, traducibile in scelte di piano. Il pas-saggio dai valori alle decisioni, alle azio-ni necessita di momenti di descrizione einterpretazione, un processo di elaborazio-ne continua che conduce alle scelte.

6. Le sintesi interpretative del territorio6.1 Interpretazioni e rappresentazioni delterritorioQuesta fase del lavoro ha assunto sostan-tiva centralità rispetto a tutta l’elaborazio-ne di piano. E’ al suo interno infatti chetendono a trovare esito e forma lericonfigurazioni dell’apparato metodolo-gico e quindi strumentale, assumendo lecitate istanze “innovative” provenienti siadalla ricerca che dalle pratiche.I termini “inquadramento strutturale e sin-tesi interpretative” significano infatti ilpassaggio dalla lettura “analitica” delterritorio, effettuata dapprima per com-ponenti e quindi per sistemi ad una visio-ne unitaria e complessa dello stesso. In

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tale rappresentazione si tende ad eviden-ziare i caratteri strutturali che ne determi-nano i profili ecomorfologici, ma anchesocio-culturali ed insediativi. Abbiamo giàsottolineato come questa posizione pro-ponga interazioni tra categorie epistemi-che e concettuali talora troppo differenti esegnate da irriducibili discontinuità, an-che allorché sembrano riferiti a campi distudio contigui. Le relazioni possono es-sere interpretate, cioè addotte dalla rifles-sione sulle evoluzioni dei fenomeni e suirapporti con eventuali motivi organizzati-vi, non dedotte meccanicamente o deter-minate da alcuna regola certa.Questo segna lo scarto dell’”ambientecomplesso” dalle leggi che invece ne re-golano le componenti tematiche, dettateda statuti scientifici e gnoseologici dotatidi maggiore coerenza interna e spesso rap-presentati con strumenti a maggiore gra-do di tecnicismo. Vedremo al punto suc-cessivo cosa tutto ciò ha comportato intermini di costruzione metodologica.Visione unitaria e complessa non signifi-ca tuttavia riduzione della ricchezza deivalori patrimoniali. Le sintesi interpreta-tive restituiscono allora un territorio co-stituito da luoghi (“sistemi aperti di valorisocio-culturalmente cospicui, spessocoglibili da profili ecomorfologici armo-nici e gradevoli”) e reti (ecologiche, in-frastrutturali, insediative) che rappresen-tano la restituzione locale della visione delmondo per valori “verticali” (ecologici,morfologici, storici, culturali) che conno-tano i singoli luoghi e relazioni “orizzon-tali” (non soltanto di tipo socio-economi-co) che legano i vari luoghi.Tale visione ha bisogno di una base loca-le, una prospettiva in qualche modo coin-cidente con quella del territorio “agito” equindi dei suoi abitanti per realizzarne l’in-terpretazione strutturale ed anche le rela-zioni con l’esterno.La ricerca di tale prospettiva “locale” diindagine ripropone anche nel nostro lavo-ro, l’elaborazione disciplinare tesa a su-perare le categorie di analisi del territorio

“parziali”, per giungere ad una rappresen-tazione “complessa” dell’ambiente loca-le” (Gambino [2001]).

6.2 La costruzione delle rappresentazioniinterpretativeL’inquadramento strutturale individua ap-punto le categorie e gli elementi “struttu-ranti” per il territorio dell’ambito, le “in-varianti” che costituiranno una sorta di“armatura portante” per il nuovo assetto.A tale proposito è utile individuare, nellacostruzione di tali elaborati, una serie difattori e criteri con cui procedere a valu-tazioni e comparazione dei differenti ele-menti costituenti i caratteri dell’ambito.L’inquadramento strutturale è prefigura-bile a partire da una rappresentazione sin-tetica, ma non riduttiva del territorio del-l’ambito denominata “sintesi interpretativa”.La sintesi complessa che prospetta un pos-sibile inquadramento dell’ambito è l’esi-to finale di un processo di costruzionedelle elaborazioni sintetiche, che inizia daisingoli tematismi.Al termine di tale fase si dispone quindidi una serie di nuovi studi, che approfon-discono i sistemi geomorfologici, gli ap-parati paesistici e le relazioni ecologiche,i beni storici e culturali, l’assetto socialee percettivo, la trama socio–insediativa ele reti infrastrutturali.A tali inquadramenti si perviene attraver-so la predisposizione di una serie di rap-presentazioni sintetiche dei tematismi af-fini. I sistemi “idrogeomorfologici” rap-presentano morfologie naturali, caratterigeopedologici e reticolo idrografico. Il se-condo studio (“apparati paesistici e relazioniecologiche”) legge il paesaggio come “si-stema di ecosistemi”: una siffatta inter-pretazione del territorio permette l’indi-viduazione delle strutture paesistiche e deidiversi gradi di naturalità presenti nelle com-ponenti del paesaggio. Esso favorisce altre-sì una lettura “organismica” dello stesso, cioèimprontata dalle sue caratteristiche bioeco-funzionali. Il tema riguardante il “paesag-

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gio storico e culturale” costituisce la sin-tesi delle indagini su nuclei e centri stori-ci, beni isolati, viabilità storica, risorseetno-antropologiche, archeologia.Tale rappresentazione talora può integrarsicon il “paesaggio socio-percettivo” chetiene conto del peso sociale attribuito da-gli abitanti ai diversi elementi presenti neiluoghi dell’ambito.Le trame socio-insediative e le reti infra-strutturali si ottengono dalle rappresenta-zioni storicizzate dell’uso del suolo e del-le attrezzature.Ciascuna delle elaborazioni citate costi-tuisce già una lettura complessa, un’inter-pretazione del territorio. La “sintesi” fi-nale rappresenta l’esito dell’ulteriore pos-sibile integrazione di tali studi: un passag-gio elaborativo né facile, né scontato, vi-ste anche le matrici epistemiche affattodiverse degli elementi in gioco. L’elabo-razione possibile è allora una sorta di rap-presentazione costruita dalla composizio-ne dei diversi temi indicati, così come vie-ne configurata dalla presenza dei valoriterritoriali presenti, nonché dal peso loroattribuito dal quadro sociale locale.

6.3 I fattori di valutazione della strutturae della qualità del patrimonioPer consolidare la determinazione dellestrutture profonde e delle regole d’uso deivalori statutari del patrimonio appare uti-le adottare uno schema comune di cate-gorie e criteri di valutazione compatibili.Tale griglia valutativa potrebbe incrocia-re i diversi profili di analisi tematica conquattro tipologie di fattori corrispondentiad altrettanti step di una scala ordinale divalori e criticità: strutturanti, caratterizzan-ti, qualificanti, critici (Gambino [2001]).

7. Luoghi e paesaggi locali negli studidel PianoLe sintesi interpretative costituiscono unpassaggio importante verso il riconosci-mento di identità e specificità che conno-tano i diversi passaggi in cui un’ambito

può’ articolarsi.L’articolazione territoriale acquista in si-gnificatività se si considerano congiunta-mente le caratteristiche morfologiche, ge-ologiche ed idrologiche od anche quelleclimatiche, rilevanti in particolare per learee costiere. Il confronto coi dati dellabiosfera consente l’individuazione delle“unità ambientali” (ecosistemiche), pas-saggio decisivo per cogliere le differen-ziazioni del territorio interessanti ai finidel Piano. Ma il riconoscimento delle iden-tità locali deve tener conto altresì di uni-tarietà e solidarietà prodottasi nel corsodella storia o che comunque attengono allapercezione e alla semiologia del paesag-gio, investendo i rapporti di identificazio-ne ed appartenenza dei luoghi coi loroabitanti e coi potenziali visitatori. Si trat-ta cioè di riconoscere, sulla base di valu-tazioni multidimensionali che ricompren-dano le unità ambientali ed ogni altra scan-sione significativa, delle “unità di paesag-gio” che possano articolare utilmente ilrapporto della gente coi luoghi e perciòanche ospitare quelle soggettività territo-riali su cui poggiare le nuove strategie disviluppo sostenibile. Le unità di paesag-gio, così rivisitate, possono dunque rap-presentare la trama di riferimento perle politiche di gestione del territorio. Ciòpremesso, è necessario tentare di chiarireil significato operativo delle categorie dianalisi del contesto ed il loro rapporto conle diverse articolazioni territoriali utiliz-zabili dalle diverse discipline, per i diver-si profili di lettura del territorio in esame.A queste articolazioni, che corrispondo-no ai profili di lettura già considerati nel-la griglia valutativa sopra descritta, occorrealmeno aggiungere i “sistemi locali”, og-getto delle analisi economiche e geogra-fiche previste dal programma di lavoro,nonché l’articolazione istituzionale-ammi-nistrativa del territorio (Province, Comu-ni, Comunità Montane...), nella quale sisviluppano i processi di regolazione pub-blica delle dinamiche territoriali ed am-

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bientali. “Ed è importante notare che tuttequeste articolazioni, ad eccezione dell’ul-tima, appaiono, di per sé, fondate su dif-ferenti categorie analitico-interpretative,consolidate nell’ambito dei diversi statutidisciplinari; e, perciò, mutuamente irridu-cibili. Inoltre, esse assumono il loro piùpieno significato a scale diverse (è eviden-te che i distretti visivi, ossia gli spazi vir-tualmente abbracciabili con lo sguardo, siestendono in generale assai meno deglispazi corrispondenti ai “sistemi locali”).Il loro confronto non può quindi tenderead una improponibile “collimazione”: madeve piuttosto tendere a porre in evidenzale diverse solidarietà che si manifestanonel territorio (e che possono talora tradur-si in vere e proprie “indivisibilità” qualiquelle da tempo frequentate dall’analisieconomica) e le interazioni che possonotra loro determinarsi, condizionando leprospettive evolutive ed i modelli di ge-stione proponibili per le diverse parti delterritorio. In altri termini, sono i diversi“tessuti relazionali” a dover essere messiin evidenza al fine di riconoscere le iden-tità che si riflettono nelle unità di paesag-gio. E’ su tali momenti e durante tali fasielaborative, dunque, che intervengono iprocessi di partecipazione degli abitanti edi concertazione con soggettività istituzio-nali e sociali” (PTP, d’A.1, cit.).Basti ricordare l’evoluzione di talune cate-gorie “locali” di indagine, derivate dall’ana-lisi socioeconomica “da distretto a milieu”.L’esito “della comparazione tra le diverseunità di analisi non può’ essere una ri-partizione del territorio dell’ambito inaree chiuse, ma piuttosto l’individuazio-ne di sistemi relazionali relativamentecomplessi, più o meno interconnessi, oradiradantisi, ora in addensamento che co-stituiscono figure decisive per il piano”.Questa notazione assume ancora maggiorrilievo se la si situa in quella prospettiva“progettuale” che è stata ricordata in pre-messa. Se, cioè, si tiene conto della di-stinzione ed interdipendenza tra il “ri-

conoscimento” delle unità di paesaggioe le ipotesi progettuali che le possonoriguardare. Tali ipotesi, infatti (bastereb-be pensare ad alcuni progetti d’iniziativalocale, tendenti a valorizzare determinaterisorse) non soltanto non sono pensabilicome la conseguenza obbligata dei rico-noscimenti operati, ma possono anzi re-troagire sugli stessi riconoscimenti, solle-citando un diverso apprezzamento dellerisorse in atto e delle loro relazioni attualie potenziali. In questa logica “relaziona-le”, il riconoscimento delle identità loca-li (luoghi e paesaggi) non può disgiun-gersi da quello delle interconnessioniche li legano tra loro. L’evoluzione di-sciplinare ricordata si riflette sullo stru-mento di Piano e soprattutto sui modi dirappresentare le caratteristiche del con-testo interessato: può allora derivare daquesti passaggi l’interpretazione dellestrutture territoriali secondo una maglia di“paesaggi locali”: aree di sub-ambito esi-to dell’addensarsi di relazioni e risorse, ri-conoscibili quali “luoghi notevoli per lasua immagine identitaria”.

8. L’interpretazione dei sistemi locali el’individuazione dei paesaggiNel grande disegno del paesaggio sici-liano i “ Rilievi del Trapanese” occupa-no l’ultimo lembo nordoccidentale pre-figurando una sorta di triangolo isosce-le irregolare. Le Linee Guida offronoun’illustrazione del territorio di ambi-to: “L’ambito è caratterizzato dalla pe-nisola montuosa di San Vito, estremapropaggine del Golfo di Castellamma-re, da strette e piccole valli, da rilievicalcarei rigidi e compatti, irregolarmentedistribuiti, emergenti bruscamente dalmare e da distese ondulazioni argilloseche degradano dolcemente verso l’en-troterra con altitudini comprese tra i 600e 1100 metri s.l.m. I rilievi si orientanosecondo due crinali principali: quello delMonte Inici e quello dei monti Scardinae Monaco.

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Il paesaggio offre numerosi e mutevoliquadri naturali esaltati dalla notevole vi-sibilità complessiva del massiccio mon-tuoso che costituisce il fondale scenogra-fico del Golfo di Castellammare. La mor-fologia della costa è articolata dalla pre-senza di numerose insenature, punte e pro-montori, falesie, scarpate rocciose, pianoricalcarei e spiagge strette limitate da scar-pate di terrazzo. Di notevole importanza èil complesso coralligeno sui versanti orien-tali particolarmente in corrispondenza del-la costa di Scopello che è bordata dallacaratteristica formazione del “ Marciapie-de di Vermeti”.Il complesso dei rilievi calcarei, spessodestinati o coperti da praterie e garighemediterranee, ospita formazioni di mac-chia a palma nana, anche di grande rile-vanza paesaggistica, e numerose entitàfloristiche di grande interesse; le forma-zioni forestali sono ridotte a frammenti dibosco climatico e stenti popolamenti fo-restali artificiali a conifere e latifoglie eso-tiche, che si sovrappongono alle origina-rie formazioni autoctone.Le condizioni di scarsa produttività deiterreni, che hanno nel tempo orientato leattività in prevalenza verso il pascolo,l’arboricoltura e localmente versoun’agricoltura a carattere familiare, recen-temente hanno lasciato ampie superficiincolte ed esposte sempre più al pascolo ealle aspettative di carattere essenzialmen-te edificatorio.Il paesaggio agrario delle colline argillo-se e delle zone sub-pianeggianti è con-notato da coltivazioni arboree, vignetoda vino, seminativi associati a vigneto ada rari frammenti di coltivazioni legnose(oliveti sporadicamente associai al man-dorleto).La presenza dell’uomo è testimoniata sindall’età preistorica (paleolitico-neolitico)ed è stata influenzata dalla complessa si-tuazione orografica. Le caratteristichecarsiche degli anfratti, ripari, grotte pre-senti nelle pendici dell’Erice, del Cofano

e di Capo S. Vito, hanno favorito l’inse-diamento sin dal paleolitico superiorecome testimoniano graffiti di notevoleimportanza. In epoca storica l’area si tro-va al centro delle principali correnti di ci-vilizzazione del mediterraneo: gli Elimiche fondano Erice, i fenicio-punici, i ro-mani che costruiscono insediamenti pro-duttivi e abitativi. I processi di moderniz-zazione che si manifestano a valle alla finedell’800 e nel 900 determinano la deca-denza della città di Erice e la nascita diuna serie di borghi (Paparella, S. Marco,Custonaci, S. Vito, Buseto Palizzolo) chenel secondo dopoguerra acquistano la loroautonomia amministrativa. I recenti pro-cessi di urbanizzazione legati all’espan-sione della città di Trapani ed alla diffu-sione della seconda casa lungo la costa enelle aree pianeggianti e l’intensa attivitàcostruttiva hanno cambiato profondamenteil paesaggio costiero agricolo. Il centro diCastellammare diviene punto di riferimen-to per l’entroterra alcamese e per l’inse-diamento turistico costiero che si svilup-pa linearmente lungo il Golfo omonimo.L’ambito è caratterizzato dall’alto valoredel paesaggio vegetale di tipo naturale cheè presente nella parte settentrionale e suimaggiori rilievi isolati, da elementi digrande interesse storico, archeologico edartistico, nonché da manufatti legati alleattività produttive ed alla difesa della co-sta che testimoniano una qualità diffusanei caratteri dell’architettura tradizionale(tonnare, torri costiere, bagli, etc.…).La qualità del paesaggio si mantiene ele-vata ed interessa ambienti emersi e som-mersi, gli uni in prevalenza caratterizzatidagli aspetti naturali e seminaturali dellacopertura vegetale –sia pure spesso dan-neggiati dal disboscamento, dal pascolo edagli incendi- gli altri in generale non ec-cessivamente compromessi dall’azioneantropica che si manifesta con azioni lo-calizzate di inquinamento derivanti dagliscarichi urbani, dalle lavorazioni del mar-mo e dalle trasformazioni dei prodotti agri-

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coli” (L. G. pag. 114).L’ambito è compreso tutto nella provin-cia di Trapani: di esso fanno parte i terri-tori comunali di Buseto Palizzolo,Castellammare del Golfo, Custonaci, SanVito Lo Capo, Valderice ed in parte quel-lo di Erice. Gli abitanti residenti nel 2001erano circa 65.000, mentre i presenti su-peravano le 70.000 unità, con presenzeextracomunitarie anche rilevanti nelle areea maggiore tensione turistico-insediativa.“La struttura socio-economica dell’Am-bito registra una trasformazione rilevanteanche se non troppo repentina, con cre-scita del terziario urbano legato al com-mercio ed alla pubblica amministrazionee dell’attività turistica, a fronte di una con-trazione delle attività primarie, sia ruraliche ittiche. Le matrici morfopaesistichegià descritte continuano a determinareanche le configurazioni delle trame socio-insediative, con livelli diversi di afferma-zione delle permanenze ecomorfologiche,cui l’insediamento però nelle ultime fasiha preso a contrapporre capacità pervasivetalora anche notevoli.Le macchie insediative che con maggioreevidenza rompono la continuità degli ap-parati morfo-paesistici sono costituite dalsistema urbano di Castellammare del Gol-fo ad Est, divenuto polo di riferimento perl’insediamento turistico-costiero di rela-zione con il palermitano e l’alcamese eduna certa propensione alla conurbazio-ne del sistema Erice-Valderice, ad Ovest,che tende a saldarsi alla diffusione in-sediativa trapanese. Tali crescite sonofavorite sia dal consolidarsi dei compartipiù tradizionalmente presenti nelle ar-mature urbane (commercio, pubblica am-ministrazione) sia dagli effetti spazialidell’attività turistica stagionale di costa, ein misura minore, da una certa propensio-ne turistico-culturale.Nell’ambito sono individuabili altre ma-crosituazioni socio-territoriali, questa vol-ta a forte connotazione ecomorfologica.Il sistema agricolo interno, delle Alte Val-

li, continua a presentare i tratti tipici delpaesaggio rurale. Nonostante l’evidentecontrazione produttiva, restano notevoli lecitate coltivazioni arboree, di vigneto e diseminativo, mentre si sono talora ridottil’ulivo ed altre produzioni legnose (casta-gno, noce). Ancora rilevante invece la pre-senza di pascoli.Il quadrante settentrionale dell’ambito èinvece connotato dall’incombenza dei ri-lievi sulla costa, con perdurante netta pre-valenza di paesaggi naturali, interrotti dal-la urbanizzazione ridotta di piane e cimosalitoranea. Come su altri ambiti siciliani,anche nell’ambito dei rilievi del Trapane-se è importante il ruolo del reticolo idro-grafico anche in funzione socio-insediati-va, come si può notare dai paesaggi loca-li” (PTP, d’A.1, cit.).Il processo metodologico descritto in pre-cedenza ha permesso di leggere il territo-rio secondo un’evoluzione conoscitiva chedalle analisi tematiche ha portato alle sin-tesi interpretative complesse, e quindi adindividuare nell’ambito dieci “paesaggilocali”, ovvero luoghi “dell’addensamentodella presenza e delle relazioni tra gli ele-menti rilevanti” del patrimonio territoria-le-paesistico: Erice-Pizzolungo; Bonagia-Custonaci; Bacino fiume Forgia; San Vitolo Capo-Castelluzzo; Lo Zingaro; bacinofiume Guidaloca; Castellammare del Gol-fo; Alta Valle fiume Caldo e san Bartolo-meo; Alta valle fiume Fittasi e Monte Sco-race; Alta valle torrente Lenzi.Tali ambienti costituiscono la base locale dilettura, interpretazione e rappresentazionecomplessa e multitematica del territorio.

9. Dall’analisi alle strategie di tutela evalorizzazione del patrimonio9.1 I motivi generali della PianificazioneTerritoriale Paesistica Siciliana si erano giàprospettati in sede di Linee Guida. Lo stru-mento di ambito dettaglia e contestualizzal’azione strategica prospettata in quellasede, consolidandola ulteriormente, siacon acquisizioni tecniche provenienti dalle

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esperienze più recenti sia tramite l’incro-cio con i contenuti emersi dall’interpreta-zione dei diversi paesaggi locali sostanti-vi per la lettura “complessa e sistemica”del territorio di ambito.“Già in sede di Linee Guida si sottolinea-va come il perseguimento degli obiettivigenerali di stabilizzazione ecologica, tu-tela e conservazione del patrimonio, va-lorizzazione dell’identità, promozione diazioni di sviluppo sostenibile con il mi-glioramento della fruibilità sociale, “com-portasse il superamento di alcune tradi-zionali opposizioni:a) quella in primo luogo che, staccando ibeni culturali ed ambientali dal loro con-testo, porterebbe ad accettare una spar-tizione del territorio tra poche “isole”di pregio soggette a tutela rigorosa e lapiù ben vasta parte restante, sostanzial-mente sottratta ad ogni salvaguardia am-bientale e culturale;b) quella, in secondo luogo, che staccan-do le strategie di tutela da quelle di svi-luppo (o limitandosi a verificare “la com-patibilità” delle seconde rispetto alle pri-me) ridurrebbe la salvaguardia ambienta-le e culturale ad un mero elenco di “vin-coli”, svuotandola di ogni contenuto pro-grammatico e propositivo;c) quella, in terzo luogo, che, separandola salvaguardia del patrimonio “cultura-le” da quella del patrimonio “naturale”,porterebbe ad ignorare o sottovalutare leinterazioni storiche ed attuali tra processisociali e processi naturali ed impedirebbedi cogliere molti aspetti essenziali e le stes-se regole costitutive della identità paesi-stica ed ambientale regionale.Di conseguenza, una più efficace strate-gia di tutela paesistico-ambientale, orien-tata sugli obiettivi assunti, non può di-sgiungersi da una nuova strategia di svi-luppo regionale, estesa all’intero territo-rio e fondata sulla valorizzazione conser-vativa ed integrata dell’eccezionale patri-monio di risorse naturali e culturali. Talevalorizzazione è infatti la condizione non

soltanto per il consolidamento dell’imma-gine e della capacità competitiva della re-gione nel contesto europeo e mediterra-neo, ma anche per l’innesco di processi disviluppo endogeno dei sistemi locali, checonsentano di uscire dalle logiche assisten-zialistiche del passato.Se tuttavia, si accetta l’idea che la valo-rizzazione conservativa del patrimonioambientale regionale debba costituire l’op-zione di base della nuova strategia di svi-luppo, è possibile individuare un dupliceprioritario riferimento per tutte le politi-che settoriali:a) la necessità di valorizzare e consolida-re l’armatura storica del territorio, ed inprimo luogo il suo articolato sistema dicentri storici, come trama di base per glisviluppi insediativi, supporto culturaleed ancoraggio spaziale dei processi in-novativi, colmando le carenze di servizie di qualità urbana, riassorbendo il piùpossibile gli effetti distorsivi del recen-te passato e contrastando i processi d’ab-bandono delle aree interne,b) la necessità di valorizzare e consolida-re la “rete ecologica di base, formata es-senzialmente dal sistema idrografico in-terno, dalla fascia costiera e dalla coper-tura arborea ed arbustiva, come rete di con-nessione tra i parchi, le riserve, l grandiformazioni forestali e le altre aree di pre-gio naturalistico e come vera e propria“infrastruttura” di riequilibrio biologi-co, salvaguardando, ripristinando e, ovepossibile, ricostruendo i corridoi e lefasce di connessione aggredite dai pro-cessi di urbanizzazione, di infrastruttu-razione e di trasformazione agricola.”(LL.GG., pag. 14)Il metodo individuato per muovere del-le opzioni verso le strategie da proporrenell‘ambito e più specificatamente neidiversi contesti che lo compongono pos-sono ottenersi dalla risistematizzazionedegli scopi generali del piano in una se-rie di obiettivi generali da declinare poiin una serie di motivi specifici per la

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realizzazione dei primi. “Tale sistema diobiettivi, generali e specifici, viene in-terrelato al sistema delle strategie gene-rali e specifiche (declinazione delle pri-me tramite azioni più dettagliate). Il suc-cessivo incrocio con i temi emergenti,dall’ambito a dai suoi paesaggi locali (te-matizzazioni di valori e problemi), portaalle “azioni nei paesaggi locali” (v. abacoe tabella).Gli obiettivi generali si articolano in tregrandi capitoli, Il primo di essi riguardala “Stabilizzazione ecologica del contestoambientale, difesa del suolo e della biodi-versità, con particolare attenzione per lesituazioni di rischio e di criticità”: essoconcerne quindi aspetti prettamente eco-logico-naturalistici. Il secondo obietti-vo generale intende perseguire la “Va-lorizzazione dell’identità e della pecu-liarità del paesaggio, sia nel suo insie-me unitario, che nelle sue specificheconfigurazioni”: esso richiama quindi laconcezione di paesaggio quale sistemacomplesso, in cui anche risorse cultura-li, percettive, storiche contribuiscono de-cisamente alla formazione del quadroidentitario complessivo. L’ultimo obiet-tivo generale attiene al “Miglioramentodella fruibilità sociale del paesaggio, delpatrimonio storico-culturale ed ambientale,con processi di sviluppo sostenibile miratisia alle attuali che alle future generazio-ni”: esso già nelle enunciazioni contieneuna concezione di piano che dalla tutelaevolve verso forme di sostenibilità”. (PTP,d’A.1, cit.) Da questi obiettivi si prospet-ta lo scenario descritto nel seguito.

9.2 Nelle elaborazioni conclusive il pianopropone uno scenario strategico generaleche rappresenta una possibile configura-zione futura dell’assetto.“In linea con l’approccio seguito fin dalleLinee Guida, il combinato strategie-nor-me prefigura un assetto futuro incentratosul recupero ed l rilancio del vasto patri-monio culturale ed ambientale presente,

anche quale struttura economica sosteni-bile. Si prevede quindi sia di tutelare chedi valorizzare le risorse ed i valori paesi-stici con le politiche opportune che signi-ficano disciplina d’uso del territorio ov-vero indicazioni programmatiche e proget-tuali da completare ed attuare anche construmenti diversi dal presente piano.La costruzione dello scenario in questio-ne muove dalla reinterpretazione dei va-lori e dei problemi dell’ambito indagatoanche nei paesaggi locali che lo compon-gono, in temi strutturanti per le azioni stra-tegiche proposte in precedenza.L’incrocio tra tali temi emergenti e le stra-tegie prospettate dà luogo alle azioni neipaesaggi locali. Lo scenario che ne scatu-risce può dare luogo a due livelli program-matici corrispondenti a due scale di rap-presentazione. Il primo di essi riguarda lelinee principali, dominanti, nelle diversesituazioni territoriali. Esso significa imacroelementi del futuro assetto possibi-le per l’ambito ed è costruito sull’inter-pretazione delle grandi situazioni territo-riali individuate.Lo scenario generale è costruito anchedall’addensarsi di strategie simili neiclusters di risorse e temi che si riscontra-no nelle diverse situazioni territoriali.In questo senso la strategia del primo tipo(“Consolidamento e qualificazione del pa-trimonio di interesse naturalistico in fun-zione del riequilibrio ecologico e di valo-rizzazione fruitiva”) prevalgono nel qua-drante nord-ovest dell’ambito a dominan-ti econaturalistiche, cioè nel “triangolo”foce Guidaloca-Bonagia-Capo San Vito.Peraltro tali azioni prevedono presenze si-gnificative anche nelle altre aree in corri-spondenza degli ecosistemi notevoli di ri-lievo, per esempio, o nelle fasce costierein degrado, per dissesti e per eccessivoimpatto dell’antropizzazione. La strategiadel secondo tipo (“Consolidamento delpatrimonio e delle attività agroforestali infunzione economica, socio culturale e pae-sistica”) prevalgono certamente nei pae-

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saggi di alta valle e nel bacino del Forgianel quadrante sud dell’ambito. Esse tutta-via segnano presenze frequenti e signifi-cative anche negli altri sub ambiti. In par-ticolare quattro azioni strategiche (“pro-muovere la conservazione e la riqualifi-cazione del paesaggio agrario e dei pasco-li”; sostenere le aziende medio piccole egli interventi diffusi nel territorio rurale;indirizzare la produzione agricola versotecniche colturali ecocompatibili e biolo-giche; valorizzare le tipicità storiche epaesistiche del territorio) sono presenti intutti i paesaggi locali.Le strategie del terzo tipo (“conservazio-ne e qualificazione del patrimonio di in-teresse storico archeologico, artistico,culturale e documentario”) investonol’ampio patrimonio di beni e nuclei sto-rici che caratterizzano l’ambito. Essisono particolarmente rilevanti laddovela presenza di risorse patrimoniali è taleda configurare un “sistema di valori stori-co-culturali”.L’ultimo gruppo di strategie (“Riorganiz-zazione urbanistica e territoriale in funzio-ne dell’uso e della valorizzazione del patri-monio paesistico-ambientale”) riguarda so-prattutto le diffusioni insediative in fasceod intorni adiacenti ai centri urbanizza-ti, soprattutto quelli cresciuti in aree co-stiere, quali Castellamare del Golfo, SanVito lo Capo, Bonagia, o in prossimitàdi comprensorii ecomorfologici di pre-gio (idem).Le strategie descritte diventano quindiazioni specifiche per ciascun paesaggiolocale.

10. ConclusioniIl quadro analitico del piano prospetta unprocesso di conoscenza e descrizione del-l’ambito che va oltre l’individuazione e lasistematizzazione del rilevante patrimonioambientale e culturale su cui promuoverele azioni di tutela e valorizzazione .L’interpretazione del territorio d’ambito èstata effettuata attraverso una articolazio-

ne delle analisi che dapprima ha teso araggruppare i singoli temi in “sistemi”individuando poi una serie di luoghi del-l’ambito: i paesaggi locali, contesti carat-terizzati da addensamenti di fattori paesi-stici e di relazioni, tali da prefigurare iden-tità socio-morfologiche ed ecopaesaggi-stiche in qualche modo riconoscibili e de-terminanti per ciascun intorno.Il “paesaggio locale” diviene in qualchemodo l’elemento complesso secondo cuisi organizza la lettura del paesaggio chedetermina quindi lo “statuto” dei conte-sti, le regole di uso sociale del patrimonioche diverranno nel seguito motivi per gliscenari evolutivi relativi alle macrositua-zioni territoriali e strategiche per i singoliambienti locali.Attraverso la “ griglia delle componenticomplesse” presenti in ciascun paesaggiosarà possibile quindi prefigurare le azionidel piano: il quadro di indicazioni, solle-citazioni e prescrizioni che andranno acostituire l’apparato normativo – pure so-cialmente concertato - dello strumento ter-ritoriale paesistico.L’attitudine interpretativa che permea tut-to il quadro di analisi permette di indivi-duare le relazioni tra fenomeni ecomorfo-logici e dinamiche sociali oltre che paesi-stiche, ma anche quelle tra singola com-ponente, intorno, sistema tematico e am-biente complesso, multidimensionale, chesegna i paesaggi locali.E’ un processo continuo di interazione/osservazione dell’ambito “dall’alto e dalbasso” ed è anche una circolazione conti-nua di elementi di conoscenza e di rap-presentazione tra il singolo elemento ed ilquadro complessivo.La continuità del processo e la centralità,analitica e programmatica, delle catego-rie di tipo locale, consolidalo la prospetti-va territorialista del lavoro. La stessa tut-tavia assume una forte caratterizzazionecontestuale, forse più marcata che in altreoccasioni, a causa delle condizioni ricor-date nelle sezioni di apertura.

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Presentiamo nel seguito alcuni estratti commen-tati della produzione cartografica connessa alPTP oggetto del contributo; la versione integra-le delle carte riprodotte può essere consultatasul CD-ROM allegato

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408Alberto Ziparo

Tavola 1 - Morfosintesi. La tavola evidenzia la struttura geomorfologica dell’ambito in cui sonorappresentate le emergenze costituite dai rilievi, posti per lo più sulle fasce costiere e interrotti dapiccole conche che connotano il paesaggio, completato da plateaux tendenzialmente pianeggiantiche caratterizzano l’area centrale e le alte valli poste nel quadrante di Sud-Ovest. Le situazioniterritoriali del contesto sono fortemente condizionate dalla struttura descritta.

Tavola 2 - Morfologia degli insediamenti. La struttura morfologica si conferma elemento sostantivonella rappresentazione degli elementi complessi del territorio dell’Ambito. In particolare, nel Tra-panese come in molte aree siciliane e più in generale mediterranee, la struttura geomorfologica èfattore distintivo rispetto all’andamento del gradiente insediativo.

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409 Interpretazioni del territorio

Tavola 3 - Componenti del paesaggio.Le componenti del paesaggio sono costituite da elementi comples-si che strutturano e connotano il territorio dell’ambito. La loro individuazione e rappresentazione avven-gono tramite la costruzione delle sintesi interpretative, studi che giustappongono, interpretandole, leanalisi conclusive delle indagini sui vari filoni tematici: geomorfologia, ambiente, paesaggio percettivo ebeni culturali, sistemi socio-insediativi. La determinazione di tali elementi complessi permette la costru-zione dei paesaggi locali (v. tav. “D”) ed il passaggio dagli elementi di lettura alla fase progettuale.

Tavola 4 - Paesaggi locali. I paesaggi locali, modo di rappresentare i luoghi allargati dell’Ambitocogliendo le indicazioni della Conferenza Europea sul Paesaggio (che parlava di “paesaggi cultura-li”), costituiscono ambienti in cui si registra l’addensarsi di valori verticali del territorio, ma anchedi relazioni tra le diverse componenti strutturanti per il contesto. Il paesaggio locale costituisce baseinterpretativa e programmatica per una lettura, con prospettiva dal basso, dei caratteri del territorio.

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Tavola 5 - Valori e criticità. Lo studio rappresenta le relazioni territorializzate tra la componenteambientale e i vari strati insediativi: esse spesso assumono contorni problematici, fino a diventareimpatti degradanti. Nello studio si sono evidenziate le interazioni del paesaggio con l’insedia-mento, la produzione agricola, le cave e il pascolo.