“inquinamento, contenimento e prevenzione” · sulla base della natura delle forze che impegnano...
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TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
Obbiettivi:
Conoscere i principali impatti delle attività
produttive e le relative tecniche di
prevenzione, riduzione e contenimento
finalizzate alla gestione sistematica degli
aspetti ambientali a sostegno delle politiche
di Sviluppo Sostenibile.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
IMPATTO SUL TERRITORIO E VISIVO
Le strutture produttive, la viabilità di servizio, il
traffico indotto, con i relativi incidenti, causano le
prime tipologie di impatto delle attività antropiche,
ovvero:
•l’impatto sul TERRITORIO
•l’impatto VISIVO
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
IMPATTO SUL TERRITORIO E
VISIVO
Esistono diverse tipologie di sistemi che
possono migliorare l’impatto visivo di una
struttura produttiva e contribuire alla sua
integrazione nel territorio, come la
piantumazione di RECINZIONI
ALBERATE o l’installazione di
BARRIERE VERDI che, oltre a migliorare
l’impatto visivo, contribuiscono al
contenimento di polveri e rumori prodotti
all’interno del polo produttivo.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE NATURALI
Tutte le attività produttive, anche le più piccole o semplici, sfruttano risorse naturali,
andando a diminuire la disponibilità di ARIA, ACQUA, MATERIE PRIME ed
ENERGIA, allo stato naturale.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
La migliore scelta produttiva è spostare l’attenzione dalle risorse NON-RINNOVABILI verso quelle
RINNOVABILI ovvero in grado di rigenerarsi attraverso un processo naturale che possiede
tempistiche paragonabili a quelle di utilizzo da parte dell'uomo.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
INQUINAMENTO AMBIENTALE:
Tutte le emissioni che avvengono a valle o
durante il ciclo produttivo producono
inquinamento ambientale; in questo caso
parliamo di emissioni atmosferiche,
scarichi idrici, emissioni sul suolo,
rumore, radiazioni e rifiuti in senso lato.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE
I sistemi di abbattimento degli Inquinanti Aerodispersi, praticamente indispensabili nel settore
industriale, permettono di ridurre la quantità di sostanze inquinanti al di sotto dei valori limite
previsti dalla legge (Parte V° D. Lgs. 152/06).
Le emissioni gassose industriali seguono un preciso percorso:
1. Raccolta
2. Raffreddamento
3. Trattamento
4. Dispersione
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE
1. Raccolta: permette di convogliare le emissioni atmosferiche verso i sistemi di
trattamento previsti dal ciclo produttivo evitando dispersioni di gas non trattati.
2. Raffreddamento
3. Trattamento
4. Dispersione
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE
1. Raccolta
2. Raffreddamento: permette di riportare la temperatura dell’aria nei limiti
previsti dalla legge al fine di non interferire con l’ambiente esterno ed anche con
i sistemi di abbattimento successivi
3. Trattamento
4. Dispersione
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE
1. Raccolta
2. Raffreddamento
3. Trattamento: consiste nel separare le sostanze inquinanti al fine di permettere
il loro recupero e riciclo, l’incenerimento con eventuale recupero di energia
termica o lo smaltimento.
4. Dispersione
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMOSFERICHE
1. Raccolta
2. Raffreddamento
3. Trattamento
4. Dispersione: fase in cui le emissioni depurate, rispondenti ai limiti previsti dalla
normativa vigente, vengono liberate in atmosfera
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
SISTEMI A SECCO: CICLONI
Il ciclone è un sistema di abbattimento di forma cilindrica che
permette di raccogliere le particelle aerodisperse
sfruttando la loro forza di inerzia. Il flusso contaminato
viene fatto entrare dall’alto e tangenzialmente in modo da
assumere un moto a spirale verso il basso. Per effetto della
forza centrifuga, il particolato di dimensioni maggiori
fuoriesce dal flusso e, per inerzia, va a contatto con le pareti
interne del ciclone; per la gravità scivola poi sul fondo del
dispositivo dove viene raccolto in un’apposita tramoggia che
viene periodicamente svuotata.
La parte inferiore del ciclone è di forma conica ed in questa
zona il flusso d’aria inverte il senso del suo moto, così il
flusso d’aria risale in una stretta spirale verso l’alto e
fuoriesce dal tubo di scarico che ha l’asse coincidente con
quello del ciclone. All’uscita la corrente si presenta depurata
dal materiale più grossolano.
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
SISTEMI A SECCO: FILTRI A MANICHE
Nei Filtri a Maniche l’abbattimento del particolato solido
si realizza facendo passare il flusso d’aria contaminato
attraverso dei filtri costituiti da fibre tessili di varia natura. Il
principio su cui si basa è il seguente: i gas carichi di polvere
entrano nel filtro, dove incontrano una serie di sacchi
cilindrici (maniche). Il materiale di cui sono costituite le
maniche è trattato in maniera da avere una permeabilità tale
da far passare il gas, ma non la polvere, che vi aderisce. Sul
tessuto si deposita velocemente uno strato di particolato,
che costituisce di fatto la parte più efficace del filtro. Un
sistema di scuotimento, generalmente ad aria compressa,
permette la rimozione periodica di parte di tale materiale,
che viene poi trasportato ed eventualmente stoccato
attraverso sistemi di convogliamento.
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
SISTEMI A SECCO: FILTRI ELETTROSTATICI
Un filtro elettrostatico o elettrofiltro è un sistema di
depurazione che permette la separazione del flusso di
gas in ingresso dalle particelle inquinanti.
Le particelle possono essere sia solide
(ELETTROFLITI A SECCO) che liquide
(ELETTROFILTRI UMIDI). Il sistema, attraverso una
differenza di potenziale indotta tra degli elettrodi di
emissione e quelli di raccolta, realizza la separazione
delle particelle contaminanti, che assumendo una
carica elettrica si muoveranno verso le piastre di
raccolta depositandosi sulla loro superficie. In uscita si
ha quindi un flusso d’aria privo di contaminanti
mentre gli elettrodi verranno puliti periodicamente,
con sistemi a secco o ad umido, dal materiale
accumulato, che potrà essere anche riutilizzato.
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
I SISTEMI AD UMIDO O DI LAVAGGIO
I sistemi di abbattimento ad umido (Torri a Spray,
Torri a Piatti Forati, Torri con Corpi di Riempimento e
Sistemi Venturi), prevedono la rimozione degli
inquinanti presenti in un flusso gassoso contaminato
mediante l’azione di un liquido, solitamente l’acqua.
Per le particelle di diametro superiore il meccanismo
che entra in gioco nella depurazione è l’impatto dei
contaminanti con le gocce del liquido, al contrario, per
il particolato di diametro inferiore e per i gas la
depurazione avviene essenzialmente perché i
contaminanti vengono assorbiti nella sostanza liquida.
Questo passaggio selettivo di uno o più componenti
da una fase gassosa ad una liquida viene
detto absorbimento.
L’absorbente più utilizzato è, appunto, l’acqua. Torre a spray
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
I SISTEMI A COMBUSTIONE
La combustione viene utilizzata per eliminare i contaminanti
organici (COV) presenti nelle emissioni gassose industriali, quando
non è possibile recuperarli. Il processo è molto utilizzato per
rimuovere aerosol, vapori e gas provenienti da sfiati di impianti
chimici o da forni di verniciatura e consiste nell’ossidazione,
sostenuta da fiamma, delle sostanze organiche aerodisperse.
Se i composti inquinanti sono costituiti solamente da carbonio ed
idrogeno allora i prodotti dell’ossidazione sono il biossido di
carbonio ed il vapor d’acqua ma i sistemi a combustione possono
portare anche alla formazione degli ossidi di azoto, di particolato
inorganico e di altri inquinanti derivati. Così, per eliminare la
presenza di tutti questi inquinanti secondari, vi è spesso la necessità
di associare, alla camera di combustione, anche un sistema di
abbattimento dei fumi acidi mediante lavaggio oppure una seconda
camera di combustione, in grado di ossidare i composti
idrocarburici residui.
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
I SISTEMI A COMBUSTIONE: LE TORCE
Le Torce vengono comunemente utilizzate per depurare i flussi
d’aria che presentano elevate concentrazioni di COV.
I gas derivati dai processi industriali vengono convogliati in una
zona di combustione dove un bruciatore provvede ad ossidare gli
inquinanti; i prodotti dell’ossidazione vengono eliminati tramite il
camino di emissione che può raggiungere i 50 metri di altezza.
Spesso i composti organici da eliminare non hanno un sufficiente
potere calorifico e da soli non brucerebbero, per cui a questi deve
essere addizionato del combustibile (torce endotermiche).
Sulla base della struttura si distinguono due tipi di torce: quelle
elevate e quelle a terra. Nelle torce elevate il bruciatore si trova in
cima al camino, dove i gas di scarico vengono infiammati da fiamme
perennemente accese e che fungono da innesco. Nelle torce a
terra la fiamma è posizionata a livello del suolo e sono costituite
da bruciatori multipli raccolti in un’area di combustione schermata
da un materiale refrattario al calore.
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
I SISTEMI A COMBUSTIONE: I COMBUSTORI TERMICI
I combustori termici vengono utilizzati per trattare l’aria contaminata da concentrazioni di vapori
organici che sono generalmente inferiori al 25-50% . Concentrazioni superiori sono molto
pericolose perché vi può essere il pericolo di esplosione, dovuto al fatto che la combustione
avviene in ambienti chiusi.
Il combustore termico consiste in una camera di combustione di forma tubolare, rivestita da
materiale refrattario e con uno o più bruciatori a gas o a olio combustibile posizionati ad una
estremità. I bruciatori vengono utilizzati per scaldare il flusso d’aria da depurare alla temperatura
necessaria all’ossidazione dei contaminanti organici, in genere 650-900°C; i gas esausti prodotti
nella combustione vengono poi dispersi in atmosfera assieme al calore prodotto. Questo sistema
è energicamente ed economicamente molto dispendioso per cui non viene poco utilizzato.
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EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
I SISTEMI A COMBUSTIONE: I COMBUSTORI CATALITICI
I Combustori Catalitici operano l’ossidazione degli inquinanti
sfruttando la presenza di un catalizzatore (sostanza che
accelera le reazioni chimiche senza subire modifiche). I tipici
catalizzatori utilizzati sono gli ossidi dei metalli nobili come il
platino, il palladio od il rodio, ma gli ossidi basici di altri
metalli, come il vanadio pentossido, il biossido di titanio o il
biossido di manganese. All’interno del combustore queste
sostanze sono depositate in uno strato sottile su un’ampia
superficie di un materiale di supporto. Nell’ossidazione
catalitica il flusso d’aria contaminato viene riscaldato alla
temperatura richiesta tramite un bruciatore a gas e poi viene
fatto passare attraverso il supporto col catalizzatore (cioè il
letto). Il catalizzatore fa sì che la reazione di ossidazione dei
composti organici avvenga ad una temperatura di 300° -
450°C, ovvero notevolmente più bassa di quella richiesta per
l’ossidazione termica non catalizzata (700° C).
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
L’adsorbimento è un fenomeno che consiste nell’adesione e
concentramento di sostanze disciolte o aerodisperse sulla superficie di
un corpo. Nei sistemi di bonifica delle emissioni si sfrutta questo
processo facendo fluire l’aria da trattare attraverso un materiale
poroso (adsorbente) che è in grado di trattenere gli inquinanti
(adsorbato) sulla sua superficie e permette così di ripulire il flusso dai
contaminanti volatili. L’adsorbimento, viene generalmente utilizzato
quando l’aria è contaminata da composti pregiati che devono essere
riutilizzati. Sulla base della natura delle forze che impegnano il materiale
adsorbente e l’inquinante (la sostanza adsorbita) si possono distinguere
l’adsorbimento chimico e quello fisico. L’adsorbimento chimico non
viene molto utilizzato in quanto i legami chimici che si instaurano
pregiudicano l’utilizzo continuativo del sistema; nell’adsorbimento fisico,
invece, la molecola contaminante viene trattenuta sulla superficie del
materiale adsorbente da deboli forze elettrostatiche. In questo caso, il
materiale adsorbente può essere facilmente riutilizzato dopo un
processo di rigenerazione.
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
I SISTEMI DI ABBATTIMENTO PER ADSORBIMENTO
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I carboni attivi sono materiali di origine vegetale o minerale caratterizzati
da una porosità estremamente elevata. I pori si sviluppano in
profondità diminuendo man mano la loro sezione con uno sviluppo
superficiale anche di 1.700 m2 per grammo di materiale. I carboni attivi
sono costituiti per la gran parte da atomi di carbonio e si presentano
sempre di color nero. Le loro capacità adsorbenti sono particolarmente
indicate per l’abbattimento dei composti organici con un peso molecolare
che varia da 50 a circa 200 Angstrom. Nelle varie applicazioni si possono
distinguere due tipi di sistemi basati sul carbone attivo: quelli che
rigenerano sul sito e quelli che non lo fanno. Se non è prevista la
rigenerazione della sostanza adsorbente, allora si utilizzano i cosiddetti
“impianti a perdere”. I “sistemi a rigenerazione” prevedono, invece, la
riattivazione del carbone attivo direttamente sul luogo di utilizzo, facendo
passare attraverso il letto di carbonio un gas inerte, scaldando il letto,
utilizzando un flusso di vapor d’acqua che vada a sostituire le sostanze
adsorbite oppure sfruttando una diminuzione della pressione dell’aria.
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
ADSORBITORI A CARBONI ATTIVI
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
La struttura di base delle zeoliti sintetiche è data da un cristallo costituito da
tetraedri di alluminio o di silicio legati a quattro atomi di ossigeno. Questa
macromolecola è estremamente stabile ed è caratterizzata dal possedere
degli spazi di diametro uniforme che formano un reticolo di pori e di
canali interni di dimensioni ben definite.
Ciò permette di operare con selettività scegliendo la zeolite sintetica che
presenta i pori delle dimensioni più adatte all’adsorbimento di un
determinato composto chimico. Se, al contrario, il sistema deve abbattere un
insieme di inquinanti aerodispersi aventi dimensioni differenti, allora è
opportuno utilizzare delle miscele di zeoliti diverse.
Le zeoliti sintetiche sono in grado di abbattere i contaminanti anche in
presenza di umidità, sono chimicamente inerti, ignifughe e resistenti alla
maggior parte degli acidi. Proprietà che le rendono adatte nell’abbattimento
dei composti presenti in bassa concentrazione o caratterizzati da un’alta
reattività od infiammabilità.
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
ADSORBITORI A ZEOLITI SINTETICHE
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
La biofiltrazione è un processo di abbattimento degli inquinanti
aerodispersi che sfrutta l’ossidazione biologica: l’aria contaminata viene
fatta passare attraverso un mezzo nel quale sono presenti dei
microrganismi in grado di decomporre gli inquinanti utilizzandoli come
fonte di nutrimento.
La maggior parte dei filtri a biossidazione opera essenzialmente con
batteri mesofilici, fra i 20 e i 40°C circa, per questo è necessario
condizionare le emissioni da trattare sia per quanto riguarda la
temperatura che per il grado di umidità. Una volta effettuato il
condizionamento, l’aria viene immessa nel biofiltro vero e proprio il cui
corpo filtrante è costituito da un materiale di supporto composto da
materiale organico per fornire ai microrganismi il necessario apporto di
sostanze nutritive nei periodi non operativi. Il flusso d’aria da trattare
viene convogliato nel corpo filtrante dal basso verso l’alto e, dopo un
adeguato tempo di contatto, viene immesso direttamente in atmosfera,
attraverso il camino di scarico.
EMISSIONI ATMISFERICHE: le principali Tecniche di Trattamento
SISTEMI BIOLOGICI: I BIOFILTRI
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI DI GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA
I gas serra possono essere di origine sia
naturale che antropica, e assorbono ed
emettono a specifiche lunghezze
d'onda nello spettro della radiazione
infrarossa. Questa loro proprietà causa il
fenomeno noto come effetto serra.
Il Global Warming Potential (GWP, potenziale di riscaldamento globale), è una misura
di quanto un dato gas serra contribuisca al riscaldamento globale rispetto al CO2.
Gas presenti nell'atmosfera, che sono trasparenti alla radiazione solare in entrata
sulla Terra, ma riescono a trattenere, in maniera consistente, la radiazione
infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dalle nuvole.
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI DI GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA
Tra il 2006 ed il 2008 la Commissione Europea, con l’intento di proseguire nell’impegno a
contrastare i cambiamenti climatici, ha emanato dei regolamenti con lo scopo di normare
l’utilizzo dei gas fluorurati ad effetto serra contemplati dal Protocollo di Kyoto ed elencati
nell’Allegato I del Regolamento (CE) n. 842/06, i quali hanno un potenziale di
riscaldamento globale (GWP) pari, in media, a oltre 1.000 volte quello della CO2.
Esafluoruro di Zolfo (SF6) Idrofluorocarburi (HFC) Perfluorocarburi (PFC)
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EMISSIONI DI GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA
Normativa di riferimento attuale Contenuto
Il Regolamento (UE) N. 517/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014 sui gas fluorurati a effetto serra (abroga il Regolamento (CE) n. 842/2006)
Riguarda il contenimento, l'uso, il recupero e la distruzione dei gas fluorurati ad effetto serra elencati nell'allegato I, l'etichettatura e lo smaltimento di prodotti e apparecchiature contenenti tali gas, la comunicazione di informazioni su questi gas, Nell’Art. 19 prevede che entro il 31 marzo di ogni anno siano comunicate le quantità di sostanze elencate negli Allegati I e II, del Regolamento, per l’anno civile in questione, prodotte, importate, inclusi i gas contenuti nella apparecchiature, esportate, utilizzate come materia prima e distrutte.
D.Lgs. 5 marzo 2013, n. 26 Il decreto contiene la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra.
Regolamento (CE) N. 303/2008 della Commissione Regolamento (CE) n. 304/2008 della Commissione Regolamento (CE) n. 305/2008 della Commissione. Regolamento (CE) n. 306/2008 della Commissione Regolamento (CE) n. 307/2008 della Commissione
Regolamenti contenenti i requisiti minimi e le condizioni per il riconoscimento della certificazione delle imprese e del personale per quanto concerne specifiche attività che comportano la manipolazione di F gas.
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EMISSIONI DI GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA
L’obiettivo finale di questi regolamenti è:
• Prevenire le perdite di tali gas;
• Riparare tempestivamente le perdite rilevate;
• Evitare la manipolazione di alcune
apparecchiature da parte di personale non
qualificato ed inesperto;
• Tracciare la quantità e la tipologia di gas
prodotto, esportato, importato, utilizzato e
recuperato nei paesi della comunità europea;
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
EMISSIONI DI GAS FLUORURATI AD EFFETTO SERRA
La normativa prevede l’obbligo di certificazione (ed attestazione) per le
persone e le imprese che operano con taluni gas fluorurati ad effetto serra.
Ogni regolamento coinvolge uno specifico settore di attività. Tutti i regolamenti
confermano che in mancanza della certificazione, il personale e le imprese non potranno
più svolgere le loro attività, vedendo compromesso in questo modo il proprio lavoro.
SCARICHI IDRICI
L’Acqua rappresenta un input fondamentale della maggior parte
dei processi produttivi, dove viene utilizzata per:
1. Esigenze all’interno ciclo produttivo con grave
impatto per la presenza di sostanze e materiali NON
biodegradabili
2. Produzione di energia elettrica con grave impatto
sulla geomorfologia fluviale
l’industria è il TERZO utente dell’acqua in termini di
consumi
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: DEFINIZIONE (D. Lgs. 152/06 art 47 comma 1 lettera ff)
Qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento
che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo
recettore, acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria,
indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo
trattamento di depurazione.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI:
I sistemi di trattamento degli scarichi idrici, i DEPURATORI, praticamente indispensabili nel
settore industriale, permettono di riportare i parametri chimici, fisici e biologici delle acque nei
valori limite previsti dalla legge (all. 5 alla Parte III° D. Lgs. 152/06).
I sistemi di trattamento degli scarichi comprendono:
1. Trattamenti fisico-meccanici – Primari
2. Trattamenti biologici – Secondari
3. Trattamenti chimici – Terziari
…ma vediamoli uno ad uno…
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
TRATTAMENTI FISICO-MECCANICI - PRIMARI
Sono trattamenti primari, ovvero svolti prima di
sottoporre i liquami ai veri e propri processi di
depurazione, aventi lo scopo di eliminare parti
grossolane abrasive, oleose, etc…, che non possono
essere ammesse nei trattamenti successivi.
Rientrano in questo gruppo i trattamenti di:
GRIGLIATURA: rimuove e riduce la quantità di
materiali sospesi e galleggianti, al fine di evitare
danneggiamenti alle sezioni di impianto successive
DISSABBIATURA-DISOLEATURA: Rimuove i
solidi inerti (più pesanti e grossolani degli organici),
che darebbero inconvenienti (es. usura parti
meccaniche), gli oli e grassi, che diminuiscono
l’efficienza di ossigenazione del liquame e che
causano l’accumulo di schiume.
GRAGLIATURA
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
TRATTAMENTI BIOLOGICI - SECONDARI
Sono trattamenti che si basano su processi biologici
ad opera di microorganismi presenti nell'acqua; a
tale categoria appartengono i trattamenti per la
separazione dei solidi disciolti in acqua, ad es.:
IMPIANTO A FANGHI ATTIVI: La vasca di
aerazione è la vasca deputata alla depurazione
biologica, qui i microorganismi che ossidano e
degradano la sostanza organica sono presenti nei
fiocchi di fango i quali sono sospesi in questa
soluzione fangosa continuamente ossigenata e
mescolata dal flusso di aria proveniente da
erogatori posti sul fondo della vasca. Dopo un
certo tempo di permanenza, il fango viene inviato a
un sedimentatore secondario che separa il fango
attivo (contenente i microorganismi attuanti la
depurazione biologica) dal refluo chiarificato.
IMPIANTO A FANGHI ATTIVI
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
TRATTAMENTI CHIMICI - TREZIARI
Sono trattamenti che si basano sull'aggiunta di
specifiche sostanze per lo svolgimento di
particolari reazioni chimiche; a tale categoria
appartengono le reazioni di:
NEUTRALIZZAZIONE: utilizzate per regolare
il pH dell'acqua.
FLOCCULAZIONE: ottenuta grazie all'aggiunta
di sostanze aggreganti che facilitano l’aggregazione
chimica e quindi la precipitazione delle particelle.
CLORAZIONE: procedimento utilizzato per la
depurazione microbiologica e per la disinfezione
delle acque. Il cloro aggiunto, reagisce ossidando le
sostanze organiche e inorganiche e inattivando i
microrganismi.
FLOCCULAZIONE
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
IL TRATTAMENTO DEI FANGHI
Il fango di risulta di un impianto di depurazione,
segue una serie di operazioni dette trattamento
dei fanghi. In questa fase i fanghi, che contengono
quasi tutto la BOD residua e che, data l’elevata
presenza di materiale batterico, sono altamente
putrescibili, vengono stabilizzati in modo da
renderli idonei al successivo essiccamento e
smaltimento o riutilizzo (se rispettano determinati
requisiti) in agricoltura.
FANGHI IMPIANTO DEPURAZIONE
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
La richiesta biochimica di ossigeno, nota anche come BOD o BOD5 (acronimo
dell'inglese Biochemical Oxygen Demand) si definisce come la quantità di O2 che viene
utilizzata in 5 giorni dai microorganismi aerobi (inoculati o già presenti in soluzione da
analizzare) per decomporre (ovvero ossidare), al buio e alla temperatura di 20 °C, le
sostanze organiche presenti in un litro d'acqua o di soluzione acquosa.
Viene normalmente espresso in mg di O2/l consumati in 5 giorni (120 ore).
Il BOD è quindi una MISURA INDIRETTA DEL CONTENUTO DI MATERIA
ORGANICA BIODEGRADABILE presente in un campione d'acqua o soluzione
acquosa ed è uno dei parametri più in uso per stimare il
carico inquinante delle acque reflue
MA CHE COSA E’ LA BOD (Biochemical Oxygen Demand) ?
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
IL TRATTAMENTO DEI FANGHI
Le principali operazioni sequenziali di trattamento dei
fanghi sono:
1) ISPESSIMENTO: Con l'ispessimento si ha una
riduzione dell'umidità modesta, infatti, dopo il
trattamento il fango possiede ancora un contenuto di
acqua di circa il 95%. La riduzione di umidità, anche se
piccola, comporta una riduzione del volume di materiale
da trattare e pertanto un consistente risparmio nel
dimensionamento nelle fasi successive.
Questo trattamento sfrutta le differenze di peso
specifico dei materiali costituenti i fanghi.
Questa differenza di peso specifico può essere naturale o
indotta.
Nel primo caso si parla di ispessimento per gravità
mentre nel secondo caso di parla di ispessimento per
flottazione.
ISPESSITORE
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
IL TRATTAMENTO DEI FANGHI
Le principali operazioni sequenziali di trattamento dei fanghi
sono:
2) STABILIZZAZIONE BIOLOGICA: ha la funzione di
mineralizzare parte delle sostanze organiche putrescibili ed
eliminare i batteri patogeni e i parassiti normalmente
presenti nel fango sfruttando l'azione di
adatti microrganismi. La digestione può essere:
ANAEROBICA - ovvero ad opera di microrganismi in
condizioni di anaerobiosi. Nella digestione anaerobica, le
sostanze presenti nel fango, in mancanza di ossigeno, sono
ridotte per mezzo di processi anaerobici (fermentazione)
che portano ad una progressiva stabilizzazione fino alla
produzione di metano e anidride carbonica.
AEROBICA - ottenuta sottoponendo il fango ad
un'aerazione prolungata in bacini aperti con insufflazione
di aria compressa o mediante l'uso di aeratori meccanici. DIGESTORE ANAEROBICO
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“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
IL TRATTAMENTO DEI FANGHI
Le principali operazioni sequenziali di trattamento dei
fanghi sono:
3) CONDIZIONAMENTO - ha la funzione di
indebolire i legami dell’acqua con le particelle solide
per facilitarne la sua fuoriuscita.
I metodi di condizionamento possono essere:
- CHIMICO: utilizzano sostanze organiche o
inorganiche capaci di determinare la neutralizzazione
delle cariche superficiali dei colloidi, favorendone
l'aggregazione. I più utilizzati sono coagulanti inorganici
(derivati del Al, derivati del Fe, calce viva/ spenta).
- FISICO (termico): cottura del fango ad elevata
temperatura (200°C), in recipienti riscaldati sotto
pressione, dove le sostanze colloidali coagulano e si
agglomerano separandosi dall'acqua, mentre buona
parte delle sostanze organiche passano in soluzione.
DRENAGGIO FANGHI
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
IL TRATTAMENTO DEI FANGHI
Le principali operazioni sequenziali di trattamento
dei fanghi sono:
4) DISIDRATAZIONE E ESSICCAMENTO
serve ad eliminare una buona parte dell’acqua
presente nei fanghi stabilizzati e rendere più
economiche e facili le successive operazioni di
trattamento e smaltimento o incenerimento.
Dopo il trattamento il fango si presenta come un
materiale di consistenza semisolida.
Nel caso in cui è previsto l'incenerimento del fango,
la disidratazione ha lo scopo anche di aumentare
il potere calorifico del fango stesso.
I letti di essiccamento rappresentano il metodo
più comune per la disidratazione dei fanghi e
rappresentano il trattamento finale della linea fanghi
di un impianto di depurazione.
FANGHI DISIDRATATI
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
SCARICHI IDRICI: le principali Tecniche di Trattamento
IL TRATTAMENTO DEI FANGHI
Le principali operazioni sequenziali di trattamento
dei fanghi sono:
5) INCENERIMENTO O
COMPATTAZIONE trattamenti di disidratazione
spinta dei fanghi che forniscono materiali inerti
facilmente smaltibili e talvolta riutilizzabili.
L'incenerimento ha il vantaggio di produrre la
completa ossidazione delle sostanze organiche
con la massima riduzione del volume (residuo
inerte 10-20% del valore iniziale). I problemi
principali sono legati ai costi dovuti principalmente
al combustibile ausiliario e all'emissione di gas di
scarico inquinanti (necessitano di camere di post
combustione per ridurre le emissioni in atmosfera).
INCENERITORE
“FORNO A VORTICE”
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
PARTICOLARI TIPI DI INQUINAMENTO DELLE ACQUE
L’INQUINAMENTO TERMICO: COS’È ?
Una tipologia di inquinamento di cui non si parla
frequentemente è l'inquinamento di tipo fisico
rappresentato dalle variazioni termiche associate
all'immissione di acque, le cosiddette "acque calde",
nei corpi idrici naturali. Questo è legato essenzialmente
ai processi che coinvolgono la produzione di energia
elettrica. Le centrali termoelettriche tradizionali,
infatti, scaricano il calore residuo nei corpi idrici
naturali sotto forma di acqua riscaldata.
Il processo avviene prelevando acqua a temperatura ambiente, che viene utilizzata nei circuiti di
raffreddamento per assorbire il calore sviluppato, reimmessa nel corpo idrico a temperatura più
elevata. Per attenuare gli effetti di questa variazione termica, i corpi idrici recettori devono avere
una grande capacità termica o, per i fiumi, una grande portata. Se, invece, nel sito di installazione
della centrale c'è penuria d'acqua, lo smaltimento del calore in eccesso avviene per mezzo di torri
ad umido che permettono la dissipazione del calore per conduzione ed evaporazione.
CENTRALE TERMOELETTRICA
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
PARTICOLARI TIPI DI INQUINAMENTO DELLE ACQUE
L’INQUINAMENTO TERMICO: GLI EFFETTI
L’inquinamento termico, ha pesanti effetti sugli
ecosistemi acquatici. I principali danni sono:
• la diminuzione della solubilità dell’ossigeno,
che associata alla presenza di inquinamento organico,
può provocare la perdita di alcune specie più deboli.
passando da 15 a 30 °C la solubilità diminuisce circa
del 30%.
• la morte della flora batterica, fondamentale nei
processi di autodepurazione dell’acqua.
• l’allontanamento o la moria delle specie
acquatiche, intolleranti al calore.
• la proliferazione delle specie acquatiche che
resistono meglio al calore (come le alghe).
• proliferazione di batteri.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
PARTICOLARI TIPI DI INQUINAMENTO DELLE ACQUE
L’EUTROFIZZAZIONE: COS’È ?
Il termine eutrofizzazione, indica una condizione
di ricchezza di sostanze nutritive in un dato
ambiente, in particolare di nitrati e fosfati in
ambiente acquatico.
Il termine viene usato anche per indicare l'eccessivo
accrescimento degli organismi vegetali, che si
ha per effetto della presenza nell'ecosistema
acquatico di dosi troppo elevate di sostanze
nutritive come azoto, fosforo o zolfo, provenienti da
fonti naturali o antropiche e il conseguente degrado
dell'ambiente divenuto asfittico.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
PARTICOLARI TIPI DI INQUINAMENTO DELLE ACQUE
L’EUTROFIZZAZIONE: GLI EFFETTI
L'accumulo di nutrienti (azoto e fosforo) causa la
proliferazione di alghe microscopiche che, a loro
volta, non essendo smaltite dai consumatori primari,
determinano una maggiore attività batterica;
aumenta così il consumo globale di ossigeno, e la
mancanza di quest'ultimo provoca alla lunga la
morte degli organismi acquatici.
Negli ambienti acquatici si nota un notevole
sviluppo della vegetazione e del fitoplancton.
Il loro aumento numerico presso la superficie dello specchio d'acqua comporta una limitazione
degli scambi gassosi. Inoltre, quando le alghe muoiono, vi è una conseguente forte diminuzione
di ossigeno a causa della loro decomposizione; processi di putrefazione e fermentazione associati
liberano grandi quantità di ammoniaca, metano e acido solfidrico, rendendo l'ambiente inospitale
anche per altre forme di vita. Al posto dei microrganismi aerobici subentrano quelli anaerobici
che sviluppano sostanze tossiche e maleodoranti.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: CHE COSA SONO?
I rifiuti sono materiali di scarto o avanzo delle attività umane.
Esempi tipici ne sono i rifiuti solidi urbani, le acque reflue (contenenti rifiuti corporei), il deflusso
superficiale della pioggia in idrologia e in particolare nei sistemi di drenaggio urbano,
i rifiuti radioattivi ecc…
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: COSA FARE?
I rifiuti devono essere recuperati e smaltiti senza determinare rischi per
l’acqua,l’aria, il suolo, la flora, la fauna,
senza causare inconvenienti da rumore o da odori
e senza danneggiare il paesaggio.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: COSA FARE?
Secondo il D Lgs. 152/2006 art.179 i "Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti"
seguono la seguente gerarchia:
1. Prevenzione
2. Preparazione per il riutilizzo
3. Riciclaggio
4. Recupero di altro tipo
5. Smaltimento
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: COSA FARE?
Secondo il D Lgs. 152/2006 art.179 i "Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti" seguono la
seguente gerarchia:
1. Prevenzione: attuazione di misure, realizzate prima che una sostanza, un materiale o un
prodotto diventino un rifiuto, con lo scopo di ridurre: la quantità dei rifiuti, gli impatti
negativi sull’ambiente e la salute umana; il contenuto di sostanze pericolose in materiali
e prodotti.
2. Preparazione per il riutilizzo
3. Riciclaggio
4. Recupero di altro tipo
5. Smaltimento
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: COSA FARE?
Secondo il D Lgs. 152/2006 art.179 i "Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti" seguono la
seguente gerarchia:
1. Prevenzione
2. Preparazione per il riutilizzo: definito nel D.Lgs 205 come:
“qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono
reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti”, il che permette
un’estensione della vita dei beni con la conseguente riduzione della quantità dei rifiuti
circolanti.
3. Riciclaggio
4. Recupero di altro tipo
5. Smaltimento
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: COSA FARE?
Secondo il D Lgs. 152/2006 art.179 i "Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti" seguono la
seguente gerarchia:
1. Prevenzione
2. Preparazione per il riutilizzo
3. Riciclaggio o riciclo, dei rifiuti è l’insieme delle operazioni che consentono il riutilizzo di
specifici materiali contenuti negli scarti urbani o industriali.
4. Recupero di altro tipo
5. Smaltimento
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: COSA FARE?
Secondo il D Lgs. 152/2006 art.179 i "Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti" seguono la
seguente gerarchia:
1. Prevenzione
2. Preparazione per il riutilizzo
3. Riciclaggio
4. Recupero di altro tipo: Secondo la definizione comunitaria di cui all’art. 3 punto 15)
della Direttiva Rifiuti n. 98/2008, per recupero
deve intendersi “qualsiasi operazione il cui
principale risultato sia di permettere ai rifiuti
di svolgere un ruolo utile sostituendo altri
materiali che sarebbero stati altrimenti utilizzati
per assolvere una particolare funzione”
5. Smaltimento
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I RIFIUTI: COSA FARE?
Secondo il D Lgs. 152/2006 art.179 i "Criteri di priorità nella gestione dei rifiuti" seguono la
seguente gerarchia:
1. Prevenzione
2. Preparazione per il riutilizzo
3. Riciclaggio
4. Recupero di altro tipo
5. Smaltimento: è la fase residuale della gestione
dei rifiuti, diversa dal Recupero, che può avere come
conseguenza anche il recupero di energia o di sostanze.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
LO SMALTIMENTO
IL TERMOVALORIZZATORE e L’INCENERITORE
TERMOVALORIZZATORE Silla 2 a Figino (MI)
Inceneritore: impianto per lo smaltimento
dei rifiuti (urbani o speciali), che utilizzano
processi di combustione in eccesso di
ossigeno, senza recupero energetico. I
prodotti della combustione sono
essenzialmente anidride carbonica e acqua.
Tali processi vengono utilizzati come una
alternativa alla collocazione dei rifiuti in
discarica.
Termovalorizzatore: inceneritore dotato di sistema di recupero energetico.
Sono impianti che utilizzano rifiuti (generalmente solidi urbani, che trattati adeguatamente vengono
definiti CDR, ovvero combustibile derivato dai rifiuti) come combustibile per produrre calore
o energia. Si tratta quindi di vere e proprie centrali elettriche.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
LO SMALTIMENTO
LA DISCARICA CONTROLLATA
Una discarica contollata è, nel ciclo
della gestione dei rifiuti, quel luogo dove,
in ultima istanza, vengono depositati in
strati sovrapposti e fatti marcire
(fermentazione della materia organica), in
modo non selezionato e
permanente, i rifiuti solidi urbani e tutti
gli altri rifiuti derivanti dalle attività umane
che, in seguito alla loro raccolta, non è
stato possibile riciclare o recuperare in
altro modo, anche per
produrre energia negli inceneritori.
DISCARICA CONTROLLATA IN ESERCIZIO
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
LO SMALTIMENTO
LA DISCARICA CONTROLLATA
In una discarica contollata , realizzata, in
avvallamento (per riempimento di cave dismesse), in
pendio (a ridosso di pendii, per riempimento di squarci
aperti) o in rilevato (che poggiano sul piano campagna
e si sviluppano in altezza), è necessaria la presenza di
determinate condizioni idrogeologiche, che non
favoriscano l’assorbimento di sostanze inquinanti nel
sottosuolo (ad es. presenza di terreni argillosi e assenza
di falde acquifere sottostanti) e lo sviluppo di una
opportuna rete di captazione e drenaggio del percolato
e del biogas (per prevenire o ridurre il più possibile le
ripercussioni negative sull'ambiente). A chiusura della
discarica sarà necessario un piano di ripristino
ambientale del sito in relazione alla destinazione d'uso
prevista dell'area ed una gestione post-operativa per un
periodo di almeno trenta anni .
EX DISCARICA DI CARZAGO (BS)
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
TRASPORTO DI RIFIUTI PERICOLOSI IN REGIME ADR
Il Regolamento ADR è una normativa internazionale che disciplina il
trasporto di merci pericolose SU STRADA
Se il rifiuto è classificato pericoloso
anche ai fini della normativa ADR, si
applicano in aggiunta, tutte le
prescrizioni tecniche dell’ADR,
esattamente come per le merci
pericolose. (oltre che quelle relative al
D. Lgs. 152/2006 e s.m.i.)
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
DEFINIZIONE
«Materie, soluzioni, miscele o oggetti che non possono
essere utilizzati come tali, ma che sono trasportati per
essere ritrattati, smaltiti in una discarica o eliminati per
incenerimento o con altro metodo»
COSA SI INTENDE PER RIFIUTO PERICOLOSO?
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
ADR 2017
Metodi di classificazione
«PERICOLO EFFETTIVO»
Non si tiene conto della probabilità/esposizione
prolungata
D. Lgs. 152/2006 s.m.i.
Metodi di classificazione
«RISCHIO AMBIENTALE»
CLASSIFICAZIONE ADR vs CLASSIFICAZIONE TUA
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
Iscrizione dell’impresa all’Albo
Gestori Ambientali
Ha una durata di 5 anni, è rinnovabile ed aggiornabile (a seguito delle
variazioni del parco veicoli oppure delle tipologie di rifiuti autorizzati,
identificati con i codici CER)
I mezzi di trasporto riportati nel provvedimento di iscrizione devono essere
oggetto di specifiche perizie tecniche
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
Obblighi di sicurezza per gli operatori Cap. 1.4 ADR 2017 • Speditore
• Trasportatore
• Destinatario
• Caricatore
• Imballatore
• Riempitore
• Gestore di un contenitore cisterna o di una cisterna mobile
• Scaricatore
Lo speditore dovrà attenersi ai metodi di
classificazione del rifiuto secondi i criteri dell’ADR, in
considerazione del fatto che il rifiuto è equiparato alle
miscele e soluzioni ADR.
Codice CER
+
Classe di pericolo (ADR) e Numero ONU
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
A bordo del veicolo devono essere sempre presenti:
1. Formulario di identificazione del rifiuto
2. Istruzioni di sicurezza
3. Copia dell’autorizzazione al trasporto dei rifiuti
Il FIR può sostituire il «documento di trasporto ADR» solo se è
correttamente integrato con tutti i dati previsti anche dalla
normativa ADR per tutte le merci pericolose trasportate.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
Sui veicoli e sui colli che trasportano rifiuti pericolosi, anche in
contenitori, oltre che etichettature previste dalle norme ADR,
deve essere in ogni caso apposto un pannello a fondo giallo,
recante la lettera R di colore nero.
40x40 cm a fondo giallo con
lettera R nera alta 20 cm, larga
15 e con uno spessore del
segno di 3 cm.
15x15 cm a fondo giallo con
lettera R nera alta 10 cm, larga 8
cm e con uno spessore del segno
di 1,5 cm.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
Sui colli che trasportano rifiuti pericolosi, anche in contenitori,
oltre che etichettature previste dalle norme ADR, deve essere
in ogni caso apposto un pannello a fondo giallo, recante la lettera
R di colore nero.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ACUSTICO: DEFINIZIONE
Secondo la legge quadro sull'inquinamento
acustico (art.2 c.1 Legge Quadro n. 445/95)
l’inquinamento acustico è “l'introduzione di
rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente
esterno tale da provocare: fastidio o disturbo al
riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute
umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni
materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o
dell'ambiente esterno tale da interferire con le
legittime fruizioni degli ambienti stessi.”
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ACUSTICO: LA NORMATIVA
• Legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95
(come da ultimo modificata da L. 31/7/2002 n. 179 art. 7 )
• D.P.C.M. 14 novembre 1997 - Determinazione dei
valori limite delle sorgenti sonore
• D.M 16 marzo 1998 - Tecniche di rilevamento e di
misurazione dell’inquinamento acustico
• D.P.C.M. 31marzo 98 - Esercizio dell'attività del tecnico
competente in acustica - criteri generali
• D.P.C.M. 01 marzo 1991 - Limiti massimi di esposizione
al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ACUSTICO: LA NORMATIVA
La Legge quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95
individua le competenze delle varie istituzioni,
ovvero:
1. ai Ministeri spetta il compito di fissare i limiti massimi di
esposizione al rumore;
2. le Regioni devono fornire opportune linee guida ai
Comuni;
3. alle Provincie spettano le funzioni amministrative, di
controllo e vigilanza
4. i Comuni devono predisporre ed adottare i Piani
comunali di zonizzazione acustica e di bonifica acustica
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
Il D.P.C.M. 14 novembre 1997 “Determinazione
dei valori limite delle sorgenti sonore”
riporta la classificazione del territorio comunale:
•Classe I - Aree particolarmente protette: aree ospedaliere,
scolastiche, residenziali rurali, parchi pubblici ecc.;
•Classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente
residenziale: aree urbane interessate da traffico veicolare
locale con bassa densità di popolazione;
•Classe III - Aree di tipo misto: aree urbane interessate
da traffico veicolare locale con media densità di popolazione;
•Classe IV - Aree di intensa attività umana: aree urbane interessate da traffico veicolare locale con alta densità di popolazione;
•Classe V - Aree prevalentemente industriali: aree interessate da insediamenti industriali, con scarse abitazioni;
•Classe VI - Aree esclusivamente industriali: aree interessate da insediamenti industriali e prive di abitazioni;
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ACUSTICO: LA NORMATIVA
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
Ogni organizzazione dovrà: 1) Verificare la presenza del Piano di Zonizzazione Acustica
redatto dal comune di residenza o, in alternativa, individuare
la Classe di destinazione del territorio in cui ricade il proprio
Stabilimento;
2) Incaricare un Tecnico Competente in Materia di Acustica
Ambientale (iscritto nell’albo regionale dei tecnici competenti
In acustica) per effettuare i Rilievi delle emissioni acustiche
verso l'esterno;
3) Assicurarsi che gli strumenti utilizzati dal tecnico
(fonometro, calibratore) siano di classe I
(ovvero con limite massimo di errore +/- 1%) e possiedano
le caratteristiche previste dalla normativa vigente
(tarati almeno ogni 2 anni da laboratori accreditati);
4) Verificare il rispetto dei limiti e in caso contrario attuare i necessari e idonei piani di risanamento.
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ACUSTICO: COSA FARE?
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
L’ampio sviluppo delle tecnologie di
telecomunicazione ha determinato una massiva
installazione di strumenti per il potenziamento
delle reti, destando una sempre più crescente
preoccupazione sulle possibili conseguenze sulla
salute dell’uomo e sull’ambiente in generale. Anche
se i dati epidemiologici potranno avere una valenza
scientifica tra qualche decina d’anni e la scienza
non è giunta ancora a conclusioni certe sulle
conseguenze dell’esposizioni ad onde
elettromagnetiche, sono state emanate delle
specifiche normative di sicurezza sia nazionali che
internazionali per evitare possibili pericoli.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: LA NORMATIVA
A livello Europeo, la normativa a cui fare
riferimento è la Raccomandazione 199/512/CE
del 12/07/’99, che definisce i principi e i metodi
generali per la protezione dei cittadini,
demandando agli Stati membri l’emanazione di
specifiche norme.
In ottemperanza a tale Raccomandazione, in Italia
è stata emanata la Legge n. 36 del 22/02/2001
“Legge Quadro sulla protezione dalle
esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici”, con finalità di tutela
dell’ambiente, del paesaggio e della salute
dell’uomo dai rischi derivanti dall’inquinamento
elettromagnetico.
TECNOLOGIE AMBIENTALI
“Inquinamento, contenimento e prevenzione”
I PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
L’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO: LA NORMATIVA
La Legge Quadro n. 36 del 22/02/2001 ha per
oggetto i principi di tutela per la salute e
dell’ambiente in merito all’esposizione a campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici, con
frequenza tra 0 Hz e 300GHz, prodotti da impianti,
sistemi e apparecchiature.
Tali principi sono stati attuati con l’emanazione di
due D.P.C.M. del 8 luglio 2003 con cui vengono
stabiliti:
•I Limiti di Esposizione
•I Valori di Attenzione
•Gli Obiettivi di Qualità, da perseguire per la
prevenzione degli effetti da esposizione ai campi
elettromagnetici.