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Evangelizare— BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO DTI ALIA

DIRETTA DALLA FAMIGLIA DEI DISCEPOLI Direzione - Redazione - Amministraz.: Via dei Pianellari, 7 - Tel. 06/68801409 - Fax 06/6861025 - C.c.p. .1.187(1007

00186 R O M A

Sommario

// seme delta parola E Dio stesso che rivela Pag. I

Alia sorgente Un'opera per Thalia Meridionale » 4

Religione, arte, cultura e vita I libri della Bibbia » 6 La Madonna della Corona a Spiazzi di Monte Baldo » H Pasqua, primavera di Dio e dell'uomo » l() Cammino di resurrezione » 12 Pensieri eon distaeeo » 14

Dalle case nostre "Onde moras" dove abiti? » 15 Visita del nuovo veseovo all'Istituto "Prineipe di

Piemonte*' » 17 II "buon Natale" ai nonni/e » 19 Per la giornata del malato » 20

Pensiero mariano Eceo la madre Tua » 22

La sveglia Pasqua, testa di resurrezione » 23 Mandorlo in fiore » 25 E morto Remo Di Giannantonio » 26 Testimonianza di fede » 28 Rieordo del Maestro Rino Pasturenti » 31 Spizzicando » 32

Copertina. Grazie alia bonta misericordiosa dal nostra Dio, dall'alto e venuto a visitarei Gesii C'rislo. unico Salvatore degli uomini, sole che rischiara quelli che eamminano nelle tenebre e ne dirige i passi sulla via della elevazione e della pace. (Visualizzazione di Franco Pelruzzi).

Direltore Responsabile: Don Romeo Panzone Segretario di Amministrazione: Angela Masciotta

Autorizz. Trib. Roma N. 8504 del 20 lebbraio l%2 - Sped, in Abb. postale Gruppo III - 70';

Stampato dalla Tipolitografia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. 10776) 4299HX - S. Elia Piumerapido liRl

IN UN CLIMA

DIINDIDUALISMO RELIGIOSO

ALCUNI SI ARROGANOIL DIRITTO

DI DECIDERE ESSISTESSI,

ANCHE IN IMPORTANT! QUESTIONI DI FEDE,

QUALI SONO GLINSEGNAMENTI DA ACCETTARE

E IGNORANO QUELLI CHE RITENGONO INACCETTABIU,

LA SELETCTVITA NELL'ADERIRE

ALL'AUTOREVOLE INSEGNAMENTO DELLA CHIESA

E INCOMPATIBILE

CON L'ESSERE «BUON CATTOLICO».

Giovanni Paolo II

EVANGELIZARE pauperibus misit me

Ordinario Sostenitore d'Amicizia Una copia

L. 15.000 L. 20.000 L. 30.000 L. 1.500

l

Abbonamenti e rinnovi

LIRE 5.000

Ventrone Anna, Roma.

LIRE 10.000

Ciotti Morganti, Roma; Giuliano Vittorio, Potenza.

LIRE 15.000

P. Felice Sala, Genova; Paternoster Armando, Barile; Longo Vito, Potenza; Berti Candida, S. Sofia; Scuola Materna "P.G. Minozzi", Civitacampomarano; Diacono Quinto Matricardi, Francavilla al Mare; Gaudio Mario, San Giorgio Lucano; Istituto Suore Missionarie Sacro Costato e di Maria SS. Addolorata, Roma; Lobelio Gerardo, Ascoli Satriano; Darario Girolamo, Grassano.

LIRE 20.000

Monaco Bruno, Albano Laziale; Acciaccaferro D. Gaetano, Ofena; Masulli Ignazio, Calvello; Brambilla M. Luisa ved. Spina, Pavia; Superiora Istituto Sa­cra Famiglia, Bologna; Felicolo Pierpaolo, Roma; Tonel Libera, Montebelluna; Superiora Provinciale Suore d'lvrea, Napoli; Lafiosca Diodato, Grassano; Gaudenzi Enrico, Anticoli Corrado; Buonvino Giacomo, Palazzo San Gervasio; Paradiso Teodoro Pompeo, San Mango sul Calore; Mattolese Azelia, Rionero in Vulture; Papi Marcella, Roma; Nebiolo Pasquale, Cantu; D'Alcamo Luigi, Milano; Battistella Emilia, Castel Vecchio Calvisio; Pensini Fernando, Treviso.

LIRE 25.000

Acciavatti Rodolfo, Loreto Aprutino; D'Alessandro Nicola, Marconia; Pace Zoni Vittoria, Domodossola; Filosini Antonietta, Roma; Balzamo Elio, Castel di Sangro; Parella Franco, Roccaraso; Lo Martire Franco, Matera.

LIRE 30.000

Pelliccia Francesco, Amatrice; Garruti Francesco, Salerno; De Renzis Gustavo, Roma; Cornacchia Mimma, Roma; Letta Maria, Avezzano.

LIRE 50.000

Sestili Virgilio, Rignano Flaminio; Andriani Marco, Milano; Borriello Isidoro, Milano; Modugno di Benedetto Felicita, Roma; Angelini Giovanna, Comunan-za; Marcucci Antonio, Nocciano; Notari Mario, Roma; Minozzi Giuseppina, Roma; Lista Rocco, Policoro; Nunno Maria, ved. Volpe, Monteleone di Puglla; Staino Salvatore, Sondrio; Mancaniello Giuseppe, Salerno; De Vito Franco, Siena.

LIRE 100.000

NN., Roma; Olivieri Alberto, Roccaraso.

Lire 200.000

Famiglia Carcani, Roma; Wais Viti, Roma.

E DIO STESSO CHE RIVELA

La ragione nostra naturale, prendendo argomenti dalla realta nella quale viviamo immersi, puo arrivare a riconoscere con certezza che al-l'inizio e alia fine di tutto c'e un Essere Supremo, che universalmente viene chiamato Dio.

Ma di conoscere come sia questo Dio la ragione non e capace. E allora?

II suo Mistero Dio ce lo rivela lui stesso. Egli porta a nostra cono-scenza Se stesso e il suo disegno di benevolenza verso gli uomini, da lui predestinati a partecipare alia natura divina mediante l'adozione a figli. Tale disegno viene compiuto dal suo Figlio unigenito, mandato espressa-mente tra gli uomini per rivelarlo e per realizzarlo.

La Rivelazione si e svolta a tappe, gradatamente. Dio ha cominciato col manifestarsi ai progenitori Adamo ed Eva,

rivestiti di grazia e di giustizia aH'origine e invitati alia comunione intima con Se.

La Rivelazione non fu interrotta dopo la caduta dei progenitori nel peccato. Dio l'ha continuata, promettendo la Redenzione, stipulando TA1-leanza "per dare la vita eterna a tutti coloro i quali cercano la salvezza con la perseveranza nella pratica del bene".

In seguito ha rinnovato l'Alleanza con Noe, dopo il diluvio; quindi ha scelto Abramo per divenire padre di una moltitudine di popoli: da lui discendera il popolo depositario della promessa della Redenzione.

Dio quindi si forma il popolo di Israele e fonda con lui l'Alleanza del Sinai, dandogli la legge per mezzo di Mose. I profeti, nel seno di questo popolo, comunicano il futuro avvento dell'Alleanza Nuova e definitiva, con la prospettiva della Redenzione, che purifichera il popolo da tutte le infedelta e ammettera tutte le nazioni alia salvezza.

La Rivelazione divina viene completata da Gesu Cristo: "Dio aveva gia parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio" (Lettera agli Ebrei).

I

Dopo Gesu non ci sara alcuna nuova rivelazione pubblica. La Rivela-zione, lungo i secoli che seguono, verra solo esplicitata.

Dopo quanto abbiamo riassunto, una convinzione perentoria deve radicarsi nella mente dei credenti: Dio "vuole che tutti gli uomini siano salvi e arrivino alia conoscenza della verita" (1 Tim 2,4). La verita intera e definitiva e Gesu Cristo, che tutti gli uomini devono conoscere. "Io sono la verita" — affermd egli. La vita eterna, cioe la redenzione, la salvezza, la partecipazione alia vita divina, la visione beatifica di Dio, il compimento del disegno di benevolenza ideato da Dio fin dalla eternita, consiste nel riconoscere 'Tunico vero Dio e colui che ha mandato Gesu Cristo".

Vedremo successivamente dove sono depositate le verita che Dio ha rivelate.

Intanto vediamo come sono arrivate fino a noi. Gesu ha affidato agli Apostoli il compito di trasmettere la Rivelazio­

ne completa e definitiva di Dio e del suo disegno di salvezza. Essi quindi la comunicarono oralmente e anche per iscritto; poi uomini della loro cerchia, per ispirazione dello Spirito Santo, la fissarono nella scrittura. Continuando gli Apostoli, sono i Vescovi, per successione, a trasmetterla nella Chiesa. Si stabilisce cosi la Tradizione, per la quale, lungo i secoli. "la Chiesa — come afferma il Concilio (DV 8) — nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto cio che essa e, tutto cio che essa crede".

Don Romeo Panzone, d.I).

• • •

IL FIGLIO, RIVELAZIONE COMPLETA E DEFINITIVA

Dal momenta in cui ci ha donato il Figlio suo, che e la sua unica e definitiva Parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa Parola. Infatti quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l'ha detto tutto nel suo Figlio, donandoci questo tutto che e il suo Figlio. Percio chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stolte/.za, ma offende-rebbe Dio, perche non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novita. (S. Giovanni della Croce).

2

CRISTO IERI, OGGI E SEMPRE

"Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore, vivra; chiunque vive e crede in me, non morra in eterno" (Vangelo).

3

UN'OPERA PER L'lTALIA MERIDIONALE

Direzione e amministrazione

L'Opera trova in se stessa la ragione di essere e di operare. L'orga-nizzazione e i programmi sono elaborati dai propri organismi a norma di legge e del proprio Statuto.

Essa e retta da un Consiglio di amministrazione, nel quale risiedono tutti i poteri, assistito da un'Assemblea sociale.

II Consiglio nomina nel suo seno il Presidents che ha la rappresen-tanza legale, e il Consigliere delegato, che lo coadiuva e, aH'occorrenza, lo sostituisce a tutti gli effetti.

All'Amministrazione centrale dell'ente e preposto il Segretario gene-rale, sempre nominato tra i sacerdoti della Famiglia dei Discepoli.

Tutte le cariche del Consiglio e dell'Assemblea sociale sono gratuite.

Personale

Un'Opera mirata, anche strutturalmente, a fare del bene a chi versa nel bisogno entro Regioni a basso reddito, senza scopo di lucro, mantiene la possibility e la efficienza operativa perche le sue istituzioni sono affida-te a personale religioso, costituito da Suore appartenenti a varie Congre-gazioni e ai Discepoli per gli istituti maschili. II personale religioso, man-cando, viene supplito o integrato da laici.

Questa forma di collaborazione e conseguenza logica della ispirazio-ne religiosa che sta all'origine dell'Opera. La carita evangelica e for/a di elevazione e di salvezza e attinge Tuomo con riguardo alia persona la cui dignita proviene da Dio. Prediletti da Dio sono i poveri e, tra i poveri, i fanciulli, gli orfani, che sono poveri in assoluto.

4

L'Opera e sorta per impulso di cristianesimo. L'anima del cristianesi-mo e la carita, che si rivolge prioritariamente ai poveri.

Garanti di questo spirito evangelico sono i Discepoli, implicati dal Fondatore nel governo dell'Opera, la quale, pertanto, risulta strumento operativo nel sociale con spirito assolutamente religioso mirato appunto alia elevazione morale civile delle popolazioni in mezzo alle quali si trova ad operare.

Consistenza

II personale in servizio nell'Opera complessivamente oscilla attorno alle 418 unita. Le Suore in collaborazione di apostolato caritativo appar-tengono a 26 congregazioni femminili. Gli assistiti raggiungono le 5.000 unita.

(continua)

AMATRICE (RI). La cripta dov'e la Tomba di P. Giovanni Minozzi.

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Ti spiego la Bibbia

I LIBRI DELLA BIBBIA

Dopo aver visto che la Bibbia e distinta in due grandi sezioni, ineguali per estensione (Antico e Nuovo Testamento) ma tenute insieme da Cristo. protagonista indiscusso di tutta la Bibbia, ci softermiamo ora ad analizzare quali sono i libri della Bibbia e le lingue in cui furono scritti.

I libri dell'Antico Testamento

I libri dell'Antico Testamento sono distinti in tre gruppi: a) Libri storici: (il contenuto di questi libri abbraccia fatti ed avvenimenti

del popolo eletto ed i prodigiosi interventi di Dio nelle sue vicende). Sono complessivamente 21 cosi nominati: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deute-ronomio, Giosue, Rut, due Libri di Samuele, due Libri dei Re, due Libri delle Cronache, Esdra, Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, due Libri dei Maccabei.

b) Libri Didattia o sapienzali (perche hanno un contenuto di insegna-mento e scritti quasi tutti in forma poetica). Sono cosi nominati: Giobbe, Salmi, Proverbi, Qoelet, Cantico dei Cantici, Sapienza, Siracide. Totale: 7 libri.

c) Libri Profetici (contenenti profezie circa il futuro del popolo e l'avve-nire messianico o comunque scritti dai profeti). Sono cosi suddivisi: 4 Profeti detti Maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, 14 di Profeti detti Minori: Baruc, Lamentazioni, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea. Nahum, Habacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.

Libri del Nuovo Testamento

Anche i Libri del Nuovo Testamento sono distinti in tre gruppi:

a) Libri storici: n. 5 Comprendono i Vangeli di S. Matteo, S. Marco, S. Luca, S. Giovanni e

gli Atti degli Apostoli.

6

b) Libri didattici: n. 21 Comprendono le Lettere di S. Paolo: ai Romani, due ai Corinzi, ai Galati,

agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, due ai Tessalonicesi, due a Timoteo, a Tito, a Filemone. C'e la Lettera agli Ebrei e 7 Lettere dette 'Cattoliche': due Lettere di S. Pietro, tre di S. Giovanni, una di S. Giacomo e una di S. Giuda.

c) Libri profetici: n. 1 "L'Apocalisse" di S. Giovanni Apostolo.

Le Lingue della Bibbia

Tre sono le lingue originarie in cui e stata scritta la Bibbia: ebraico, aramaico e greco.

La quasi totalita dei libri dell'AT e stata scritta in ebraico, una lingua che appartiene al gruppo occidentale delle lingue semitiche. Caratteristica di que­sta lingua (e della mentalita ad essa collegata) e che e assai inadatta ad espri-mere trattazioni astratte, e invece efficacissima a comunicare Fardore di un pensiero concreto e vivo. Come lingua parlata fu sostituita, a partire dal V° sec. a.C, dall'aramaico, la lingua commerciale del tempo.

Anche Faramaico e una lingua del gruppo semitico-occidentale. Origina-riamente parlato in Siria, si diffonde in tutta la Palestina, al tempo di Gesu era Funica lingua parlata e compresa in Palestina, tanto che nelle sinagoghe si dovette tradurre il testo della Bibbia prima letti in ebraico. Da qui i famosi Targumin (= le traduzioni), parafrasi della Bibbia in aramaico.

In lingua greca sono stati scritti molti libri (qualcuno dell'AT e quasi tutti quelli del NT); la medesima lingua e servita per tradurre tutti quelli composti in ebraico o aramaico. Questo lavoro di traduzione inizio nel 111° sec. a.C. per opera di un gruppo di ebrei chiamati "i Settanta". II greco di cui parliamo non e pero quello classico ma quello ellenistico, detto 'lingua comune' (Koine) risultante dalla lingua parlata e scritta mescolata con vari dialetti, specie attico e ionico. Di questa lingua si servi Alessandro Magno per unificare Fimmenso impero che egli aveva conquistato. Per vari secoli (dal 300 a.C. al 600 d.C. cioe al tempo di Giustiniano) continuo ad essere universalmente nota e parlata. Caratteristica dei Libri Sacri, scritti o tradotti in greco, e la presenza di modi di dire, costruzioni grammaticali e sintattiche, vocaboli ecc. derivanti dall'ebrai-co e dall'aramaico.

Ecco perche la Bibbia e cosi concreta, vivace, piena di mordente, ma anche cosi lontana dal modo sistematico tipico dei manuali e dei saggi scritti per la nostra "scuola". Tutti gli autori infatti della Bibbia, anche se scrissero in greco, erano "ebrei", quindi semiti.

(continual Carlo Verrecchia

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Itinerari mariani

LA MADONNA DELLA CORONA A SPIAZZI DI MONTE BALDO

Tutti sappiamo come la Chiesa sia stata da sempre paragonata a una barca che, con la guida di Pietro e degli altri apostoli, per comando di Cristo deve veleggiare nel tempo e nello spazio, lungo i sentieri della storia, spesso fra alti marosi.

Gesii e il capo e il Signore della Chiesa, gli apostoli sono i continua-tori della sua opera redentrice destinata a raggiungere tutti gli uomini e le rive di tutta la terra. Maria e presente attivamente e costantemente in questo quotidiano cammino e in questo pellegrinaggio di fede, col suo esempio e la sua materna mediazione.

Questa singolare presenza e dimostrata anche attraverso i suoi tanti santuari, definiti dal compianto Paolo VI con felice espressione "cliniche dello spirito".

Su di uno di questi centri della pieta mariana ora vogliamo fermare la nostra devota attenzione, cioe sul santuario veneto della Madonna della Corona a Spiazzi, in provincia di Verona. Dalla citta scaligera il santuario dista quarantaquattro chilometri, mentre soltanto venti lo separano dalla cittadina rivierasca di Riva del Garda.

Chi si addentra nella Val d'Adige incontra tra Dolce e Peri il santua­rio della Madonna della Corona: sta lassu, in alto, come protetto dalla roccia che scende nuda a perpendicolo al suo fianco, quasi per settecento metri.

Piti su e la cima del Monte Baldo, che incorona di verdi boschi il centro mariano, come sospeso in un paesaggio di fiaba tra cielo e terra e come incastonato quale vivida gemma nella roccia bruna, raggiunto da numerosissimi pellegrini soprattutto nei mesi caldi del periodo estivo.

La conformazione del monte e la difficolta del sito del santuario fanno si che a un dato punto la strada s'interrompa e si debba percorrere a piedi una scalinata di ben 556 gradini. Questo sito, cosi impervio e solita-rio, fu luogo di culto nel periodo pagano per poi diventare sede di eremiti sin dal 1193.

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II Santuario della Madonna della Corona.

La tradizione vuole che un simulacro della Pieta, sparito dall'isola di Rodi durante la conquista turca del 1532, sia comparso su questi monti; nel 1625 percio vi fu edificato il santuario, meta di continui pellegrinaggi.

La chiesa e le opere annesse, rifatte piu volte, furono costruite calan-do i materiali con un argano dal piano sovrastante; 1'ultimo radicale rifa-cimento e di questi ultimi anni.

II 15 agosto e il 15 settembre sono le date in cui la Madonna della Corona, a Spiazzi di Verona, viene particolarmente onorata da tanti figli che qua salgono per sciogliere un voto o per implorare la rugiada di una particolare benedizione.

La nostra vita cristiana e come una salita alia santa montagna, che e lo stesso Cristo Signore: la Madonna, quale Madre tenera e amorosa, sempre aiuta i suoi figli a raggiungere la santa vetta della bonta e della virtu, stando in ogni istante accanto a ciascuno di noi nella difficile ascesa verso la perfezione a cui tutti chiama il Vangelo.

D. Fernando Di Stasio

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PASQUA, PRIMAVERA DI DIO E DELL'UOMO

Sembrava tutto finito per Gesu di Nazaret! Lo avevano visto in tanti, il pomeriggio di quel fatale venerdi, morire inchiodato ad una croce: pochi intimi, con Maria sua Madre, erano rimasti a raccoglierne le ultimo parole, a vegliarne gli estremi attimi della vita.

Poi queste persone lo avevano pietosamente staccato daH'infamante patibolo e lo avevano deposto nel sepolcro. E sul Calvario era sceso il silenzio, era calato il buio.

La vicenda di Gesu di Nazaret, il maestro e il profeta "potente in parole e in opere" che aveva acceso tanta speranza e aveva operato strepi-tosi prodigi, sembrava ormai finita, come sigillata dalla fredda pietra del sepolcro, spenta come il livore del cielo ottenebrato di quel pomeriggio.

Ma, nel radioso mattino di quel giorno memorabile, "il primo dopo il sabato", per le donne che avevano aiutato Gesu nel suo apostolato e che erano accorse al sepolcro per completare i riti della sepoltura, ecco la sorpresa della tomba vuota, la visione dell'angelo annunziante il mirabile evento pasquale, l'apparizione di Gesu stesso.

Egli era realmente risorto: la morte, l'incontrastata padrona del desti­no delTuomo, nulla aveva potuto sul destino di questo Uomo, che era anche Dio, e aveva dovuto arrendersi sconfitta.

E da allora in poi su nessun uomo avrebbe avuto la stessa presa e la stessa valenza, perche Cristo, morendo e risorgendo, ha reso tutti partecipi di un nuovo destino di resurrezione e di speranza. La sua resurrezione e la nostra resurrezione.

Finalmente la notte, che gravava con le sue tenebre sull'uomo e sul mondo, e squarciata dalla luce del Cristo risorto. L'avventura dell'uomo. ferito dal peccato e schiavo di una condanna, si conclude felicemente. E finito il tempo dell'esilio, e in vista la terra promessa.

II cristiano col sacramento del Battesimo ha celebrato anch'egli la sua Pasqua, entrando nel clima della resurrezione del suo Capo; ora percio deve camminare dietro di lui, ogni giorno, in santita di vita.

Pasqua, cioe passaggio dalla schiavitu alia liberazione, dalle tenebre alia luce, dal peccato alia grazia. Pasqua, cioe primavera di Dio e dell'uo­mo, perche il Crocifisso risorto ha cacciato il peccato da noi, ci ha posti nella sua famiglia, ci ha donato il suo Spirito.

Pasqua, cioe Gesu e il Signore, il Dio con noi e per noi. Pasqua, cioe una novella linfa che da quell'evento mirabile si spri-

giona per vivificare tutti gli uomini.

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Pasqua, cioe festa perche ogni esistenza e stata resa preziosa dalla resurrezione di Gesu, che e il primogenito fra tanti fratelli.

Al centro della nostra fede sta dunque un avvenimento di pieno gaudio: il Padre ha fatto risorgere Gesu. II Padre, facendolo risorgere, ha messo il sigillo di autenticita su tutta la sua storia: ha detto nei fatti che Gesu era veramente suo Figlio, il suo Cristo, la sua Parola viva.

Risorgendo, Cristo ha sconfitto la morte e il peccato e ha dato all'uo-mo la capacita e i mezzi per far si che la loro incidenza sia il male minore.

La celebrazione pasquale percio ci ritempra spiritualmente: per la speranza che la realta della resurrezione infonde, per la gioia che ci ricor-da che oramai l'amore ha vinto per sempre, per la certezza che, se ci lasceremo trasformare dalla conversione e daH'amore di Cristo, diventere-mo uomini nuovi, capaci di trasformare il mondo e le cose. Per tutte queste meraviglie si riprende a cantare il "Gloria a Dio nell'alto dei cieli", si sciolgono le campane i cui festosi rintocchi si fondono coi primi baglio-ri dell'aurora pasquale, gli altari si riempiono di luci e di fiori.

Alleluja! E la gioiosa ed entusiastica esclamazione che risuona do-vunque, che tutti coinvolge, che comunica il gusto della vita, il bisogno di ricominciare daccapo, la sicurezza che da sempre siamo stati pensati e progettati in Gesu, da Dio Padre.

D. Fernando Di Stasio

CRISTO E RISORTO! A L L E L U J A .

CAMMINO DI RESURREZIONE

• Fedelta, anzitutto a Cristo: Egli, e soltanto Egli, deve essere Passe portante della vita del cristiano, del sa-cerdote, del religioso; Pamico autentico; il fratello; colui per il quale vale la pena di abbandonare tutto e seguirlo. Questo comporta fedelta alia sua persona, al suo insegna-mento, al suo messaggio, senza individualistiche manipo-lazioni o correzioni, anzi con la prospettiva concreta di rinunce e di sacrifici (Paolo VI).

• Ma la fedelta a Cristo "non puo essere separata dalla fedelta alia sua Chiesa". Come si puo, infatti, scinde-re Cristo Sposo dalla Sposa sua immacolata, il Capo dal suo Corpo? "Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei". Amore e fedelta non a una Chiesa astratta o utopistica, ma alia Chiesa che cammina pellegrina tra le vicende della storia, la Chiesa comunita di persone con le loro ricchezze interiori, con la loro santita, ma anche con il peso dei loro limiti e con il carico rischioso della loro liberta (Paolo VI).

• Gesu chiama quindi la folia, assieme ai suoi disce-poli: vuole un uditorio universale, gerarchicamente costi-tuito. E dinanzi a quest'assemblea plenaria, Gesu enunzia Passioma: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, si carichi della sua croce e mi segua: chi vuole infatti salvare la propria vita la perdera, ma chi perde la propria vita a causa mia e del Vangelo la salvera. A che serve alPuomo guadagnare il mondo intero, se rovina la propria vita? Poiche colui che avra arrossito di me e delle mie parole in questa generazione adultera e perversa, il Figlio dell'uomo, a sua volta, arrossira di lui quando ver-ra nella gloria del Padre con gli angeli santi".

Questo passaggio e simile a una vetta inaccessible e ghiacciata, dalla quale si scopre tutto, dalla quale si po-trebbe giudicare tutto. Ai nostri giorni e il Vangelo meno popolare, meno conosciuto, meno predicato. (Jean Guitton).

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CRISTO CROCIFISSO RISORTO

Cristo crocifisso risorto! Cristo Crocifisso Risorto! Ecco il fatto che condiziona

tutti i fatti del cosmo e degli uomini (dei singoli e delle nazio-ni): da questo fatto dipendono davvero il cielo e la terra: da questo fatto dipende la storia intiera del cosmo e degli uomi­ni: questo e il fatto che a se attrae — come universale, irresi­stible centro di gravita — la creazione intiera cosmica e storica... Quando la Chiesa si mise in movimento, a Penteco-ste, fu questo il fatto che da Pietro, a nome degli undici, fu annunziato a Israele: questo annunzio — il grande salto qualitativo della storia (pienezza dei tempi!) — venne ripe-tuto in tutte le citta piu significative, autentici centri della vita culturale sociale e politica del mondo: ad Antiochia, come ad Alessandria; ad Atene (si ricordi il discorso di San Paolo!), come a Roma (nel centro del mondo)... Ecco dunque cosa bisogna, oggi, ancora vigorosamente annunziare a que-sta eta novissima della storia del mondo: Cristo e Risorto! Egli e 1'alfa e l'omega, il principio e la fine, la stella irresisti-bile, attrattiva — alia quale non si sfugge — della storia del mondo.

G. La Pira

PENSIERI CON DISTACCO

* In questo modello occidentale di scristianizzazione non si auspica una rivoluzione violenta contro i cattolici o la reli-gione. Si agisce invece attraverso la diffusione di giudizi che, cominciando ordinariamente dall'etica sessuale, porterebbe alia cancellazione pacifica, quale perdita di memoria, del-Paspirazione religiosa. Augusto Del Noce.

* A noi, Dio chiede soltanto di 'essere' suo popolo: che si flda di lui quando parla; che si afflda a lui quando opera; che confida in lui quando, quanto e come gli chiede di operare. Virginio Rotondi.

* E un periodo in cui quasi non riesco a pensare ad altro se non al degrado sempre piu grave e irriversibile del nostro teatro. Certe volte ho 1'impressione di assistere alia fine di un'epoca, alia fine delPumanesimo che aveva caratterizzato la formazione della mia generazione. Mi pare che tutto oggi si sfilacci. Vittorio Gassman.

* II tempo e un gran galantuomo, che ha il solo dif'etto di camminar talvolta lentamente. Ma alia fine arriva. Giulio Andreotti.

* Essere sobri, attuare cio che e possibile e non reclama-re col cuore in fiamma l'impossibile e stato sempre difficile: la voce della ragione non e mai cosi forte come il grido irra-zionale. Joseph Ratzinger.

* II segno musicale e la piccola chiave di una porta che si apre suirinfinito, che mette l'uomo in contatto con I'universo e, al di la dell'universo, con Dio. Riccardo Muti.

* E finita la modernita nel momento in cui abbiamo rico-nosciuto che il nuovo non e sempre meglio, che conservare e spesso meglio che cambiare. L'ansia della modernizzazione e dell'aggiornamento spazza come un vento potente ormai sol­tanto i corridoi di istituzioni in ritardo. Gianni Vattimo.

* Non e necessario ne utile che i vecchi se ne vadano a casa. Accettino di tramandare ai giovani la loro esperienza. Mino Martinazzoli.

DALLE CASE NOSTRE

Dal Brasile

"ONDE MORAS?" DOVE ABITI?

Quando i due Discepoli di Giovanni Battista domandarono a Gesu: «Mae-stro, "onde moras", dove abiti?», Lui rispose con un invito: «Vieni e vedi (Gv 1,38-39), le volpi hanno una tana e gli uccelli hanno un nido, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo» (Lc 9,58).

"Onde moras", dove abiti? e il tema della Campagna di Fraternita di que-st'anno, e come tutti gli anni, la Campagna di Fraternita, iniziata per la prima volta nel 1964, e un mezzo pastorale efficace che la Chiesa del Brasile usa per riunire i cristiani cattolici, praticanti e non, nelle loro case o nelle piccole Cap-pelle, per riflettere sopra argomenti di fede o sopra problemi umani e sociali della vita.

* 1 * * ^ •

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ITAQUA. II nostro missionario P. Aldo Di Girolamo celebra la s. Messa nel Bairro Jardin da Pax.

15

Come Gesii che si commosse nel vedere una folia che non aveva da man-giare e che era come pecore senza pastore, la Chiesa del Brasile, nella sua dimensione profetica e di sensibilita pastorale, vuole esprimere il suo dolore e la sua solidarieta per questo popolo che non ha una abitazione decente e umana.

II nostra Brasile ha il 77% della popolazione, circa 120 milioni di persone, che vivono o sopravvivono nei centri urbani; soltanto 35 milioni vivono in zone rurali. Nelle periferie delle grandi citta, (Itaquaquecetuba ne e una di 170 mila abitanti alia periferia di San Paolo) la casa e soltanto un semplice e angusto dormitorio. La casa e piccola, non superando i 40 metri quadrati, divisa in due piccole stanze: cucina-sala, la prima; camera da... letti, spesso a castello e condi-visi da piu persone, la seconda. Non ha fogne. E umida e fredda d"inverno, caldissima e irrespirabile d'estate a causa del pavimento di terra e del tetto di eternit. L'acqua e scarsa e per lo piu e del pozzo.

Un proverbio locale dice: "Pobre nao mora, se esconde", il povero non abita, si nasconde. Questa dura realta ha una storia antica, quando gli schiavi indios o negri vivevano assieme in un'unica stanza, e che continua attualizzandosi nei nostri giorni.

Oggi, la concentrazione di terra e di ricchezze nelle mani di appena il 5% della popolazione, costringe il piccolo proprietario terrierio a lasciare il suo campicello e la sua famiglia, per cercare migliori condizioni di vita nei grandi centri urbani. E il problema della migrazione interna.

Ogni giorno San Paolo riceve migliaia di persone provenienti dalle terre secche del Nord-Est, sognando una vita migliore e piu umana e, al contrario, incontra miseria e vita disumana nelle "favelas", adattandosi a sopravvivere sotto i ponti o al margine dei fiumi...

Anche la nostra Parrocchia, con la sua estensione di circa 50 Km quadrati e una popolazione di circa 85 mila abitanti, vive in questa realta.

Abbiamo "Bairros-favelas" (Paesi-favelas) che nascono e crescono nel giro di un anno. Quando venni, tre anni fa, nessuno parlava del "Bairro di Jardin da Pax", oggi, l'agglomerato di casette e baracche supera 4 mila abitanti.

11 "Bairro di Parque Piratininga", era un paese di alcune migliaia di anime e aveva la sua Cappella quasi al centra. Oggi, calcoliamo che la sua popolazione si sia almeno triplicata e la Cappella improvvisamente si e ritrovata quasi isolata in area periferica.

La Chiesa del Brasile, di fronte a questa realta sociale, invita tutti i cristiani a "oferecer a voz como amplificador", anche se riconosce che non e sufficiente essere solo portavoce del grido dei sofferenti.

L'invito, lanciato dalla Campagna della Fraternita, va oltre ed e esigente: richiama ognuno di noi a un cammino di conversione del cuore, amando di piu. facendo gesti concreti di solidarieta e di ospitalita, attuando con la vita e le opere "la predilezione assoluta per i frate 11 i piu poveri delle regioni piu abbandonate..." (Padre Minozzi). "L'uomo contemporaneo crede piu nei testimoni della Parola di Dio che nei maestri, piu nell'esperienza che nella dottrina, piu nella vita e nei fatti che nelle teorie" (Ev. Nuntiandi n. 41 di Paolo VI).

Padre Aldo Di (lirolamo

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Da Potenza

VISITA DEL NUOVO VESCOVO ALL'ISTITUTO "PRINCIPE DI PIEMONTE"

Giorno 18 marzo abbiamo commemorato la grandiosa figura di Padre Giovanni Semeria nella chiesa Gesu Maestro dell'Istituto "Principe di Piemonte".

E venuto a presiedere la solenne funzione religiosa Monsignor Ennio Appignanesi, che e il nuovo arcivescovo della diocesi di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo dal 13 marzo.

La Santa Messa e stata quella della solennita di San Giuseppe. All'inizio della celebrazione il direttore, a nome della comunita, ha

indirizzato il saluto di benvenuto al nostro presule.

POTKNZA. L'Arcivescovo Mons. Lnnio Appignanesi tra gli alunni dell'Istituto "Principe di Piemonte".

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Nell'omelia l'arcivescovo ha parlato di San Giuseppe come I'uomo nuovo che, all'inizio della redenzione, presenta Gesu all'umanita, come I'uomo obbediente a Dio che gli parlava anche per mezzo dei sogni. Monsignor Appignanesi ci ha ricordato con entusiasmo padre Giovanni Semeria: questi, gia da giovane sacerdote, ha svolto il suo apostolato nel quartiere San Lorenzo a Roma.

Durante la prima guerra mondiale e stato Cappellano militare al Co-mando Supremo, infiammando I'animo dei soldati con i suoi alti discorsi ed incoraggiandoli al conseguimento della vittoria.

II programma dei vescovi italiani, affermato dieci anni fa, di Evangelizzazione e Testimonianza della carita, era stato gia seguito accu-ratamente da padre Semeria, avendo creato, insieme a padre Minozzi, degli istituti per assistere gli orfani di guerra nell'Italia centro-meridiona-le.^

Unico rammarico, che ha espresso il vescovo, che ha ascoltato atten-tamente la presentazione di tutte le attivita formative che la nostra casa segue con impegno grande e costante, che ha fatto il nostro direttore, e la mancanza di giovani che amino gli ideali di padre Minozzi e di padre Semeria e che si consacrino al sacerdozio ed alia vita religiosa. I fedeli della chiesa, i giovani, interni ed esterni dell'Istituto, gli universitarii ed il gruppo dei Masci, hanno partecipato alia S. Messa molto attivamente e, con i canti, diretti magistralmente da don Michele Celiberti, e la parteci-pazione alia Comunione eucaristica, hanno edificato i presenti.

La presenza del nuovo vescovo che, nella prima visita della diocesi, e venuto da noi, ci ha fatto provare la gioia che i primi cristiani sentivano durante le visite degli Apostoli e la commozione dovuta all'invito evange-lico: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore".

Don Giuseppe Marrone

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Da Amatrice. Casa per anziani "P.G. Minozzi

IL "BUON NATALE" AI NONNINI/E

Quest'anno i primi a fare gli auguri di Buon Natale ai nostri anziani sono stati proprio loro, i bambini e le bambine della scuola parificata P. Minozzi, che funziona presso l'lstituto Femminile di Amatrice. II 19 Dicembre mattina, infat-ti, hanno preso d'assalto la sala mensa completamente rinnovata, che per l'occa-sione e diventata un vero teatrino, e l'hanno letteralmente invasa di striscioni, cartelloni, bandierine, scene natalizie disegnate su quinte mobili, oggetti vari... Ed e iniziato subito il debutto con un canto natalizio, alia presenza della comuni-ta anzianile al completo, della Direttrice didattica, Dott.ssa Di Loreto Andreina. delle insegnanti e di alcuni genitori degli alunni.

E stato tutto un susseguirsi di scenette, canti, messaggi di auguri e di pace che i piccoli attori, opportunamente preparati e guidati dalle loro maestre, Sr. Cecilia e Sr. Paola, hanno saputo esprimere ai nonni con prontezza e disinvol-tura.

AMATRICE. Gruppo di anziani ospiti della Casa "P.G. Minozzi".

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L'attenzione e la commozione dei presenti era evidente e alcune lacrime furtive imperlavano il volto rugoso e venerando di qualche novantenne... Al termine, dopo il saluto di ringraziamento da parte del Direttore della Casa, anche la Direttrice della scuola ha voluto esprimere un saluto augurale, elogiando l'iniziativa e la bravura dei piccoli attori.

In tal modo 1'attesa per il S. Natale, gia sollecitata dalla novena di prepara-zione, ha raggiunto il suo punto culminante ed e sfociata qualche giorno dopo nella solenne celebrazione del rito liturgico, da tutti sentito e partecipato.

II messaggio di fraternita, di speranza e di pace, che da duemila anni viene proclamato dalla grotta di Betlemme, e diventato per noi piu immediato ed eloquente, perche a ripeterlo, in nome e per conto del Bambino Gesu, sono state le persone piu qualificate, ossia i bambini!

f.d.

AM ATRICK. (ili alunni della scuola "P.G. Minozzi", diretta dalle Ancelle del Signore.

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Da Bonefro

PER LA GIORNATA DEL MALATO

L' 11 Febbraio scorso, giorno della Beata Vergine di Lourdes, acco-gliendo l'invito di Sua Santita Giovanni Paolo II, anche nella Casa di Riposo per Anziani di Bonefro e stata celebrata la Ia Giornata Mondiale del Malato.

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CJruppo di an/iani della nostra Casa di Bonefro, accompagnati a Termoli per la giornata del malato, presieduta dal Vescovo di Termoli-Larino mons. Domenico D'Ambrosio.

La peculiarity dell'occasione ha fatto si che la meditazione, in una con la preghiera e la riconciliazione, sia stata il momento forte per tutti nel riconoscere, attraverso il dolore e la sofferenza, il volto di Cristo.

E infatti la malattia che, con il dolore fisico, porta al cospetto di Dio e ne rende visibile, in ogni credente, Topera salvifica che, con la resurre-zione conclude il suo difficile cammino verso il trionfo.

L'impegno quotidiano di chi e addetto alTassistenza agli anziani ed ai malati, ospiti della nostra Casa, e stato messo in risalto dal pensiero sull'argomento che, a conclusione dell'ora di Adorazione a Gesu Sacra-mentato, con parole semplici, ma cariche di significato, ha pronunciato Padre Gaetano Iacobucci, dell'O.M.F.

L'augurio che ognuno formula in queste occasioni di particolare si­gnificato cristiano e che ogni credente ed in special modo le Autorita, gli uomini della scienza e chiunque operi nel sociale, ponga la sua vigile attenzione affinche saggezza ed equita non perdano mai di vista i gravi problemi che, purtroppo, malattia e vecchiaia inesorabilmente creano.

Sr. Michelina

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PENSIERO MARIANO

ECCO LA MADRE TCIA

"Stavano presso la Croce di Gesu sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesu allora, vedendo sua madre e li accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alia madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi rivolto al discepolo, disse: Ecco la tua madre!" (Gv. 19, 25-27) . ,

E il testamento della Croce, con cui Gesu mette in rilievo la dimensione nuova della maternita di Maria nell'ordine del­la grazia: dimensione che si e venuta a maturare man mano che si compiva il mistero pasquale di Crista. Maria, trovan-dosi nel raggio diretto di questo mistero riguardante ogni uomo, viene data come madre a ciascuno di noi. Ai piedi della Croce c'e Giovanni, il discepolo prediletto: in lui pero ci siamo tutti noi a ricevere il 'testamento della Croce'. Per cui, seguendo la Tradizione, il Concilio non esita a chiamare Ma­ria: Madre di Crista e madre degli uomini: ella, infatti, e "congiunta nella stirpe di Adamo con tutti gli uomini..., anzi e veramente madre delle membra di Crista..., perche coopero con la carita alia nascita dei fedeli nella Chiesa" (LG 54 e 53).

Appare chiaro dunque che la 'nuova maternita di Maria', generata nella fede, e frutto dell'amore che maturo in lei definitivamente ai piedi della Croce, partecipando all'amore redentivo del Figlio. II che vuol dire che le parole, pronuncia-te da Gesu dall'alta della Croce, significano per Maria una maternita da prolungare nella Chiesa e mediante la Chiesa. Colei che, come 'piena di grazia', e stata prescelta ad essere la Madre di Dio, effonde questa sua maternita divina sulla Chiesa, mediante la sollecitudine premurosa del suo cuore verso tutti gli uomini.

Michele Perriello

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LA SV1G1LIIA NOTIZIARIO DELLA ASSOCIAZIONE EX - ALUNNI

II chicco di grano muore nel solco, rinasce moltiplicato nella spiga.

PASQUA, FESTA DI RESURREZIONE Fra le celebrazioni liturgiche piu significative e piu vicine alia natura del-

l'uomo, nella sua qualita di Essere Redento, la festa della Pasqua e sicuramente il momento piu alto e piu partecipato di tutto l'anno.

Noi, uomini peccatori, veniamo riscattati e riportati al rango di FIGLI. Colui che ci riscatta e FIGLIO per eccellenza, che si e fatto simile a noi in

tutto, fuorche nel peccato. Con la sua passione, la sua morte ci ha salvato e purificato dalla colpa primigenia; con la sua Resurrezione ci ha ridato la speran-za per la salvezza eterna.

La Pasqua, per noi, caro Amico EX, deve essere, quindi, momento di riscatto e di rinascita.

Fare l'Augurio di BUONA PASQUA deve, percio, significare: Risuscita con Cristo e con Lui purificati, riscattati delle manchevolezze e mira ogni giorno di piu verso la perfezione umana, ma in special modo in quella cristiana.

II massimo comandamento e quello dell'AMORE. Ricordati che ci sono tante persone che soffrono e che hanno bisogno anche del tuo aiuto.

La nostra Associazione ha deciso di farsi carico di qualcuno di questi problemi; ha scelto di aiutare i Discepoli che lavorano in Brasile per la costru-zione dei luoghi di culto. Non dimenticarti di questo e partecipa come meglio puoi al raggiungimento di questi traguardi.

AUGURI, quindi, di BUONA PASQUA a te ed ai tuoi cari tutti.

Michele Leone Presidente

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II AQUA. La Cappella intitolata a S. Giovanni Battista, che viene custruita a Jardin Itaqua col concorso delle offerte degli Ex alunni.

Itaqua 24-3-93

Carissimi Ex-alunni, abbiamo ricevuto riconoscenti la vostra generosa offerta di L.

1.071.000 per la Cappella "San Giovanni Battista" di Jardin Itaqua. I fedeli della medesima hanno ringraziato e pregano per voi perche il Si-gnore vi benedica insieme alle vostre famiglie. Le condizioni attuali della Cappella sono ancora in stato grezzo: senza intonaci, senza pavimento, senza altare, senza vetri, senza impianto di luci, senza soffitto... Di lavoro ancora ce n'e tanto! Col vostro aiuto si cerchera di fare quello che e piu urgente.

Che il Signore vi faccia sentire la gioia di poter aiutare i fratelli piu bisognosi, come questi buoni fedeli delle nostre Cappelle, che costruisco-no le proprie Chiese con i propri sacrifici, senza alcun aiuto dei governi locali: essi devono comprare il terreno, il materiale e lavorare "em mutiao" cioe tutti insieme!

Buona Pasqua a tutti con tanto affetto! Grazie di cuore!

Padre Giorgio

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Mm(pO%£0 I9i ?I0%£

ftntica strada di tante passeggiate solitariel 9deraviglioso sfondo di verde di lucel Costrettafra le case sei diventata ungrigio nastro di asjaito. Vedo come in sogno, riverso sui tuo ciglio, un vecchio mandorlo infiore. Lo avevano reciso, ricordo. 'Ma per quale capriccio di natura era tutto fioritoF... Testimoniava... che la vita continua.

(liovanna Vita

Mandorlo in fiore.

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E MORTO REMO DI GIANNANTONIO

// giorna 17 marzo 1993 e valuta al cielo il nostro Reino Di Giannantonio, tank) stimato e universalmente rimpicinto, itn euro ed esemplare Ex alunno, di animo nobile, ricco di umanitd, cristiano aiitentico e impegnato. Lo rievochiamo con le parole del figlio, dott. Angela, serine per Evangelizare e dette con commozione durante la messa esequiale.

Riportiamo inoltre un significativo brano del libra "Un noma uscito dalla valle", edita all''indamani delta marte e dal Defunto data alle stampe dopo averlo ordinala e avcrne corrette di persona le bozze.

Scrivere di mio padre e soprattutto su Evangelizare, mi provoea un'emozione fortissima.

Chi ricorda Remo, sa quale amore profondo, portato fino all'assolutizzazione, custodiva nel suo cuore per l'Opera.

Noi figli siamo cresciuti ascoltando spesso i ricordi quasi mitici di Padre Semeria, Padre Minozzi, don Tito e i vari altri Discepoli.

E come se anche noi, almeno parzialmente, fossimo entrati in questa famiglia nata dalle sotterenze dei suoi componenti e quindi protondamente legata alle sue origini.

Nostro padre ci ha insegnato ad amare l'Opera, perche lui sentiva che era stata la via di realizzazione come uomo e come cittadino.

Chi leggera queste brevi note forse conosceva Remo ed io non sento di dover aggiungere nulla tranne che la preghiera-ringraziamento scaturita nel mio cuore negli ultimi momenti di silenzio e prima di accompagnarlo al grande viaggio verso il Padre. E un balbettlo affettuoso di un figlio che ha avuto, tra i tanti doni di papa, anche quello prezioso della fede.

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Parole dette durante il ritofunebre

Nel buio del mistero che circonda questo momento vorrei dire solo grazie.

Grazie, Signore per il silenzio di questi ultimi giorni. Silenzio nutrito di tristezza, ma che lentamente rendeva essenziale il nostro dialogo finale. Silenzio nel quale ritrovare il fondamento della nostra unione, le radici di un cammino a volte faticoso, sempre affascinante. Silenzio nel quale riscoprire la realta del passaggio, non distacco, che rende piu saldo questo misterioso legame.

Grazie Signore per Remo, padre, fratello, amico. Grazie per la sua fede cercata con tenacia, nutrita dalla tua parola.

Grazie per la sua coerenza, pagata giorno per giorno. Grazie per la sua onesta, merce cosi rara ma cosi preziosa nei nostri giorni. Grazie per il suo desiderio di donare e di donarsi.

Grazie a te Remo, papa, per aver camminato con noi in questi anni. Tu amavi non essere solo ed oggi sono qui a salutarti i tuoi figli naturali ed acquisiti, i tuoi nipoti, quelli presenti, quelli ai quali hai fatto da nonno e quelli che verranno e prenderanno il testimone di nonno Remo.

Ti salutano i tuoi amici e tutti quelli che con te hanno condiviso questo viaggio.

Io so che ti ha accolto gia Cristo, nostro fratello, Dio Padre nella sua misericordia, fratel Carlo, che tanto ha aiutato la nostra famiglia nel cam­mino della fede. Soprattutto ti ha accolto ha tua dolce compagna Dora. E questo e il motivo della nostra sofferta gioia: sappiamo infatti che questo era il tuo desiderio piu profondo, affidato al vento dello Spirito, che non sai da dove viene e dove va, che oggi ti ha portato nella casa del Padre. Amen, Alleluia!

Angelo Di Giannantonio

Nel caos della vita, te ne sei andato cam Remo, in punta di piedi, improvvisamen-te, serenamente, cristianamente.

Ti ricorderd sempre con filiate devozione, ringraziandoti ancora e ogni momento per i suggerimenti e i consigli davvero fraterni.

Dal cielo sii fiero della tua famiglia, del tuo operato, del tuo apostolato. Ci lasci nella tristezza piu profonda, ma altresi nella certezza che continuerai a

pregare e vegliare per noi tutti e per I'Opera, a cui eri veramente legato. Riposa nella pace del Signore!

Alvaro Vitale

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INDIRETTA TESTIMONIANZA DI FEDE

- A h — si scosse improvvisamente Dina — Dimenticavo di dirti che c'e una lettera per te.

Felice si rigiro la busta tra le dita, alia ricerca del timbro di prove-nienza. Quindi, rivolto alia moglie:

— Credo d'indovinare il mittente — disse con un vago sorriso. Apn la busta e lesse ad alta voce: «Mio caro Felice, non e stato difficile avere il tuo recapito, ricor-

dando perfettamente il nome del tuo paese. Piu difficile, invece, sara farmi perdonare questo lungo silenzio, dopo le solenni promesse scam-biateci al termine del la comune vita di naja.

Dai carabinieri di Raiano sono stato informato in modo cosi com-pleto che ora so tutto di te, come se il nostro rapporto non si fosse mai interrotto. Cio e stato possibile grazie alia mia condizione di ufficiale deH'Arma.

So, quindi, che vivi a Roma da molti anni con la tua famiglia e che lavori in un Ufficio dal nome prestigioso, anche se — a quanto ho constatato — la gran massa non ne conosce ne l'esistenza ne le funzio-ni.

Ti chiederai certamente il perche di questo mio risveglio. In verita, molto spesso il ricordo di quei tempi m'e tomato in mente insieme con i nostri interminabili discorsi su argomenti di cultura e di fede. II motivo, pero, che mi ha indotto a rompere l'apatia verso un qualsiasi rapporto epistolare, e questo: riordinando (e in parte distruggendo) certe vecchie carte, mi sono trovato tra le mani un foglio sul quale ho subito riconosciuto la tua inconfondibile grafia.

Ricorderai come io ti parlassi della mia unica sorella Anna, della quale ti mostrai una foto scattata in occasione del suo sedicesimo com-pleanno. Ebbene, il foglio conserva un tuo sonetto dedicato a lei. L'ho riletto, e la mia fantasia si e subito popolata di quei ricordi.

Nel caso che — come suppongo — tu l'avessi dimenticato (son passati troppi anni), riporto qui alcuni versi, nei quali i tuoi occhi di poeta intravedono Timmagine di mia sorella nel viso di Venere che emerge dalle acque di Cipro:

«... Ecco, la spuma, quasi Candida neve, in sui rabbiosi flutti s'aderge e par che forma assuma.

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Ma quali io vedo segni, non piu ascosi, nell'animata forma? Anna, il tuo viso confondesi col viso della diva, non secondo in belta...». Mi e piaciuto oggi come mi piacque allora. Dalla scrittura e dalla

forma classicheggiante dei versi, mi sei balzato innanzi cosi com'eri in quel nostra non piacevole soggiorno.

Ma tutto questo — devo confessarlo — e solo complementare al vera motivo che mi ha spinto a scrivere; un motivo maturato lentamen-te entro uno stato di sofferenza e di lunga riflessione.

Un anno fa e morto mio cognato, marito di Anna. Ti risparmio l'angoscia di un racconto dettagliato sulla sua fine. Voglio solo farti sapere che quel fatto ha radicalmenle cambiato la mia vita in ordine ai grandi problemi esistenziali.

Ricordo il piacere e l'interesse che mi destavano i discorsi su quegli argomenti, verso i quali le nostre vedute erano completamente divergenti. Ricordo che ci paragonavi a due persone che si parlano dalle opposte sponde di un fiume, senza la possibility di scavalcare l'ostacolo delle acque che le separano.

Da un anno non faccio che rievocare quelle parole, che riemergono dall'archivio della mia memoria con una limpidezza di cui io stesso mi meraviglio.

Oggi so che Dio esiste, caro Felice. E io sto a poco a poco pene-trando i misteri che mi avvicinano a Lui, al lume di una fede giunta provvidenzialmente a smorzare il lungo moto di rabbia e di ribellione, seguito alia morte di mio cognato. In quei giorni, inveivo come una belva ferita e impotente, alia ricerca di un nemico inafferrabile, che mi ostinavo ad indentificare in un astratto concetto di divinita. E perseve-ravo in una lotta contra il nulla, quasi irritato dalla condizione di serenita in cui, nonostante tutto, mia sorella stava riordinando la sua vita, in uno spirito di accettazione che mi rifiutavo di condividere.

Felice, ho trovato Dio nel momento in cui lottavo contra di Lui, nel quadra di una riflessione tanto ovvia da farmi dubitare della razio-nalita che ha guidato la mia vita fino a ieri.

«Lo combatto — mi sono detto — dunque esiste». Ho seguito questo filo tenue e illuminante; ne ho parlato

innanzitutto con mia sorella, che ha sempre rappresentato la mia co-scienza critica; e lei — come risposta — mi ha stretto in un lungo abbraccio, inondandomi il collo di lagrime e ripetendomi:

— Da quanto ti aspettavo!... —.

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Non ti parlo del successivo mio cammino, perche so che lo imma-gini: tu lo percorri da sempre. Ma io lo seguiro senza fretta; voglio godermi lentamente questa conquista verso la quale qualcuno mi ha condotto con infinita pazienza.

Sto rileggendo alcuni passi della Divina Commedia, in particolare quelli in cui s'incontrano i pentiti dell'ultima ora (Manfredi, Buonconte, Sapia, Papa Adriano V).

Ma soprattutto m'inebria la lettura deH'ultimo canto del Paradiso, della preghiera di San Bernardo.

«La tua benignita non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre» (Par. XXXIII, 16-18) fino alia

visione dei misteri della Trinita e dell'Incarnazione. «Ma non eran da cio le nostre penne...» mi ripeto con il Poeta, e

come lui mi e caro perdermi in questa dolcez.za inesprimibile. E, mu-tuando le sue stesse parole, vorrei scusarmi per la difficolta di espri-merti in questa lettera tutto quanto avevo in mente di dirti:

«Oh quanto e corto il dire e come fioco al mio concetto!...» (Par. XXXIII, 21-22).

Ora, il mio piu grande timore e di cadere nella frenesia di recuperare il tempo passato nella selva oscura, nella presunzione che cio possa essermi possibile.

Intanto, euro di alimentare in me questa forza nuova che si chiama speranza, sulla quale continuo a costruire la mia fede.

Ho grande desiderio di rivederti e riannodare quei nostri discorsi, camminando, questa volta, sulla medesima sponda.

Ti abbraccio e ti prego di presentarmi alia tua famiglia con i sensi del mio affetto. Tuo Sandro Sereni».

Alia lettura segui un attimo di silenzio. — E un mio vecchio compagno della vita militare — spiego Feli­

ce - - Ma il fatto meraviglioso sta nelle sue espressioni. Egli era dichiaratamente ateo, e teneva molto a ribadirlo ad ogni discorso che toccasse l'argomento. Mai, pero, io credetti a quel suo atteggiamento, troppo insistito per essere tutto vero: vi intuivo, nonostante tutto, una vena di insoddisfazione, quasi la spia che intimamente neppure lui fosse in pieno accordo con se stesso. Oggi, per me, e veramente un giorno pieno di gioia.

Dal libro "Remo Di Giannantonio, Un uoino uscito dalla valle" pagg. 328-331.

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Ricordo del Maestro RINO PASTURENTI

Sul «Tempo» del 9 Febbraio 1993, nella rubrica "Sport Notizie Cal­cio" e comparso l'annuncio della scomparsa a Voghera del Maestro Rena-to Pasturenti.

Chi di noi, Ex Alunni dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'lta-lia, e stato a Monterosso al mare negli anni 1926-1927 ricorda certamente il Maestro Renato (Rino) Pasturenti nostra Prefetto.

Io lo trovai a Monterosso nel 1926, quando, nel Novembre dell'anno, vi fui trasferito dall'Istituto di Amatrice, insieme al caro Emilio Tini.

La figura del Maestro Rino Pasturenti mi e rimasta particolarmente impressa, perche aveva una simpatica affettuosita che non si poteva di-menticare.

Era uno sportivo che con noi giocava, in modo particolare a calcio che, insieme al giuoco del tamburello, rallegrava le nostre ore di ricrea-zione.

Le animate partite che coinvolgevano tutti e le vivaci discussioni, sul calcio, sulle squadre del cuore, animavano la nostra vita e rendevano simpaticamente piacevole la nostra vita collegiale.

Fra gli episodi mi piace ricordarne uno: la sfida fra la squadra dei campioni di calcio del Collegio e quella degli scarti, guidata dal Maestro Pasturenti, nella quale squadra fui, dal Maestro, inserito anch'io per la mia discreta mole e non per le mie scarse qualita di calciatore, perche provenivo da Amatrice dove, all'epoca, anche per l'andamento stagionale poco favorevole, poco calcio si praticava.

Fui destinato in porta, il posto che si affidava allora a chi meno sapeva giocare.

La squadra degli scarti, trascinata dal Maestro Pasturenti, vinse la sfida contra i campioni ed io, nel ruolo di portiere, rivelai delle doti sconosciute, tanto che poi diventai portiere e capitano della squadra del Collegio, intitolata, in onore del nostro Direttore Don Valentino: "Valentino Football Club", che si fece onore nelle sfide con le squadre dei paesi vicini.

Fra i compagni di squadra mi e caro ricordare Nebiolo Pasquale, i fratelli Federico e Cesare Benzi, Oldoini, Elmi, Tini Emilio, Sgorbini, Businaro.

Mario Valenti

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SPIZZICANDO

// clima del Paese in questi ultimi giorni si e notevolmente arroventato per le iniziative prese dai giudici nei eonfronti di tanti personaggi. pin o me no uoti. coinvolti negli scandaii di TANGENTOPOLI. Dalle rivelazioni si cominciano a capire gli intrecci e le modalitd con cui i Partiti si sono finanziati per anni in modo illecito.

Oltre alle iniziative prese nella direzione di tangentopoli, ve ne sono state altre meno chiare che hanno coinvolto anche in qitesto caso personaggi politici di prinio piano.

Una di queste iniziative lascia certamente 1'iiomo delta strada, quello del popolo che riconosce certamente a qitesto personaggio qualitd politiche indiscittihili e che se oggi ha acquisito dei diritti sostanziali, irreversibili, lo deve certamente anche a Ltd che si e sempre hattuto per le categoric pit) deholi e piu bisognose.

Ci riferiamo al Senatore a Vita on. Giulio Andreotti. L'accusa mossagli e certamente molto grave: "attivita mafiosa". Dire che ha prodotto sconcerto, stitpore c disorientamento in tutto il Paese e poco. La notizia e statu data dello stesso Sen. Andreotti che ha dichiarato: "Accusare me

di mafia e paradossale. Come Governo ed anche in prima persona ho adottato contro i mafiosi duri provvedimenti e proposto leggi severissime ed efficaci. Non temo alcuna indagine seria ed affronto qitesto infame episodio con grande serenitd. riservandomi ogni azione di risarcimento".

I giornali del giorno dopo hanno diversamente titolato; molti hanno addirittura esultato per la fine di belzebii, come se I'avviso di garanzia fosse gid una condanna.

Noi conosciamo I'attivita svolta dal Sen. Andreotti durante tutta la sua litnga carriera politico. Nei eonfronti della mafia abbiamo visto i provvedimenti legislativi adottati di recente per non far scarcerare i boss mafiosi a cui erano scaduti i termini di carcerazione preventiva; il suo impegno per siglare accord! internazionali di coopera-zione giudiziaria; lo scioglimento di 29 Consigli Comunali sospettati di connivenze mafiose.

Questi alcuni fatti inconfutabili sotto gli occhi di tutti. Al Sen. Andreotti va comunque la stima del nostro giornale. della Associazione Ex

Alunni e dell'Opera a cui ha voluto bene da sempre. In qitesto momenta per Lui difficile noi gli siamo vicini con la stima e con I' affetto certi della sua estraneitd ai fatti contesta-tigli; ci augitriamo. inoltre. che gli venga al pit) presto riconosciuto in modo tale che possa tornare a pieno titolo ad interessarsi di politico e ad aiutare il Paese che attraver-sa certamente un momenta molto difficile. Personaggi come il Sen. Andreotti sono. a nostro avviso, molto necessari specie in moment! cos! delicati per le sorti della democra-zie.

Infine ricordiamo a chi lo avesse dimenticato che un imputato non pud essere "considerato colpevole sino alia condanna definitive!". II linguaggio morale o. peggio. lo sciacallaggio e da evitare sempre e nei eonfronti di chicchessia. Qitesto la stampa ed i mezzi di informazione molto spesso lo dimenticano. In un Paese che vorrebbe essere civile e segno di poca democrazia e di poco rispetto.

m.l.

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FINCH £ VIVRO RESTERO FEDELE Al PO VERI PADRE A QUALUNQUE COSTO GIOVANNI MINOZZI

P. Giovanni Minozzi nacque il 19 ottobre 1884 a Preta dell'Amatrice, un paesino dell'Abruzzo montagnoso. Studio a Roma, laureandosi in lettere alia Sapienza, dopo aver completato il corso teologico alia Gregoriana.

Ordinato sacerdote il 5 luglio 1908, si dedico al ministero tra i pastori dell'Agro romano. Alio scoppio della prima guerra mondiale, ando volontario come Cappellano militare, organizzando al fronte le Biblioteche per gli Ospedali da campo e le Case del Soldato.

Conclusa vittoriosamente la guerra, fondo con P. Semeria VOpera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia per I'assistenza agli orfani di guerra e al le popolazioni d'ltalia meno provvedute. Successivamente fondo le congrega-zioni religiose Famiglia dei Discepoli e Ancelle del Signore.

La verita e la carita furono le linee che ne contraddistinsero la vita. L'attivita caritativa ne sublimo la grandezza umana, facendolo testimone dell'unico ideale deH'amore di Cristo nelle vicende a lui contemporanee.

Mori a Roma l'11 novembre 1959.

A FAR DEL BENE PADRE NON SISBAGLIA MAI GIOVANNI SEMERIA

Barnabita, nacque a Coldirodi (Imperia) il 26settembre 1867,sortendoda natura intelligenza aperta e forte inclinazione alio studio, grande bonta di cuore e animo sensibiie al richiamo degli ideali: doti tutte che mise al servizio della vocazione religiosa e sacerdotale. Oratore e apologeta voile riconciliare la scienza con la fede.

Fu sempre all'avanguardia.nelle lottedel pensiero, mantenendosi, pur tra incomprensioni e ostilita, fedele alia Chiesa, come indiscutibilmente attestano il pensiero e la vita.

Lo scoppio della grande guerra 1915-18 lo trasse tra i soldati al fronte, divenuto Cappellano del Comando Supremo.

Dopo la guerra si diede all'apostolato senza soste a favoredegli orfani, dei quali si fece servo per amore di Dio, fondando, insieme a Don Giovanni Minozzi, VOpera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia, ente morale che si propone, gia da sessanta anni, di favorire la elevazione civile, morale e religiosa delle popolazioni nelle regioni piu povere d'ltalia.

Concluse la mirabile sua vita logorandosi, giorno a giorno, nel faticoso esercizio di ardimentosa carita.

Mori a Sparanise (Caserta), tra le sue orfanelle, il 15 marzo 1931. Ne e stata introdotta la causa di canonizzazione.

Ill

L'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

Questa nostra Opera e una istituzione di assistenza e beneficenza.

E stata fondata nel 1919 dai Cappellani militari P. Giovanni Semeria e P. Giovanni Minozzi, con lo scopo di soccorrere con le rendite e il patrimonio gli orfani di guerra, estendendo tuttavia il servizio di assistenza a tutti i ragazzi bisognosi di aiuto spirituale e materiale. Nei suoi ultimi fini I'Operae sorta per promuovere iniziative atte a favorire I'elevazione della gente nelle regioni d'ltalia meno provvedute.

L'attivita dell'Opera oggi si articola e si concretizza nelle seguenti istituzioni: 28 istituti di educazione, 42 scuole materne, 5 case per anziani, 2 centri giovanili, 1 casa disoggiornoespiritualita, 2 scuole magistrali, 10 scuole elementari, 3 pensionati universitari.

LA FAMIGLIA DEI DISCEPOLI

La Famiglia dei Discepoli e una congregazione religiosa, fondata da P. Giovanni Minozzi nel 1931 dentroVOpera NazionaleperHMezzogiornod'ltalia e avendo I'Opera come immediato campo di impegno e di apostolato.

II suo fine speciale e I'assistenza ai poveri delle Regioni piu povere dell'ltalia, special mente ai fanciulli eagli orfani, perelevarii a Dio nella Chiesa sua. L'evangelizzazione nelle terre di missione ne corona gl'ideali di servizio e di santificazione, nella verita e nella carita.

Oggi la Famiglia dei Discepoli articola la sua specifica missione nelle seguenti istituzioni:

— Presidenza, Amministrazione centrale, Istituti maschili dell'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'ltalia;

— Casa per anziani "Stella Maris" — Siponto (Foggia) — Istituto "Pietruccio Leone" — Mondello (Palermo); — Casa di formazione per i Discepolini — Orvieto (Terni); — Casa di spirituality e Centro giovanile "P.G. Minozzi" — Policoro

(Matera); — Studentato dei Discepoli e Casa generalizia. Via dei Pianellari, 7 —

Roma; — Parrocchia "Sacro Cuore" — Gioia del Colle (Bari); — Parrocchia "Madonna della Neve" — Roccadimezzo (L'Aquila); — Parrocchia "Gesu Divino Maestro" — Itaquaquecetuba SP (Brasile).

IV

VOCAZIONI Chi vuol essere particolarmente gentile e generoso con noi aooii a Calascio (Seminario del Discepoli a Ofena) -Figliuoli dalla chiara vocazione religiosa e ne assuma il mantenimento (P.G. Minozzi).

Sono cambiati i numeri telefonici della Sede Centrale e della Casa generalizia della Famiglia dei Discepoli.

Eccoli: 06 /68801409 - 06/68801483

Il numero telefonico del Collegio Universitario "P. GIOVANNI

MINOZZI"-Via dei Giglid'Oro, 15-00186 ROMA-e il seguente:

06/6864561

L'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'ITALIA

I si aiuta

o con la preghiera, col consiglio, con I'opera arnica; o con le offerte in generi e in denaro; o sovvenendo alle necessita dei propri assistiti; o offrendo impiego agli alunni e agli ex alunni; o assegnando ai discepoli la celebrazione di sante messe; o abbonandosi al bollettino "Evangelizare"; o indirizzando al seminario dei discepolini giovinetti che

aspirano a diventar sacerdoti.

NELLA VERITA E

NELL'AMORE 2 Gv 1,3

L. 1.500

In caso di mancato recapito si prega di restituire a:

EVANGELIZARE pauperibus misit me - Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA