in magazine faenza 04/2013

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00 Anno XII - N. 4 - SETTEMBRE - OTTOBRE 2013 Faenza www.inmagazine.it ® Antonella Ranaldi Nel segno di arte e storia Monastero di Fognano L’educazione al femminile Mauro Grassi Sulla strada dell’arte Gene Gnocchi Quel genio di Eugenio

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IN Magazine Faenza 04/2013

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Anno XII - N. 4 - SETTEMBRE - OTTOBRE 2013

F a e n z a w w w. i n m a g a z i n e . i t®

Antonella Ranaldi Nel segno di arte e storia

Monastero di Fognano L’educazione al femminile

Mauro Grassi Sulla strada dell’arte

GeneGnocchi

Quel genio di Eugenio

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O U T L E T

Produzione e vendita direttamaglieria donnadalla tg. alla tg. francescamercuriali.com

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tel. 0546 46225

APERTO da ottobre a dicembredal lunedì al venerdì 9.00-18.00sabato dalle 10.00 alle 12.30

Page 3: IN Magazine Faenza 04/2013

Sommario

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e in ogni caso citando la fonte.

Un numero che racconta il territo-rio ravennate spaziando da Ravenna a Faenza e incontrando in coperti-na un faentino d’adozione nuovo nuovo: Gene Gnocchi, emiliano che per amore vive in Romagna. I tesori artistici di Ravenna sono poi raccontati dalla Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici Antonella Ranaldi e sempre di arte e storia si parla nel pezzo dedicato al Monastero di Fognano, luogo di grande suggestione spirituale. Due personaggi originali rappresentano poi la creatività unita alla tradizio-ne: Mauro Grassi, busker che porta le sue performance in tutto il mon-do, e il giovane Gigi Giorgioni che

prosegue con slancio la tradizio-ne erboristica della famiglia. Una suggestiva passeggiata lungo la via Ravegnana, ricca di arte e di storia, ci porta poi nella campagna. Si pro-segue con il gruppo musicale dei Sacri Cuori, targato Romagna ed ora in tournée in Australia, e con la sommelier Claudia Bondi, vincitrice di concorsi nazionali e fondatrice di “Perle & Perlage”. Poi l’intervi-sta al pittore Onorio Bravi, un ele-gante attico di città e “Coffee Ma-kers”, vera e propria enciclopedia del caffé a cura di Enrico Maltoni e Mauro Carli. Si chiude con la no-vità del coworking, servizio messo a disposizione da Forlì Self Storage.

12

24

19

36

12 Essere

Gene Gnocchi19 Dirigere

Antonella Ranaldi24 Raccontare

Monastero di Fognano30 Stupire

Mauro Grassi34 Vendere

Gigi Giorgioni36 Percorrere

La Ravegnana da Forlì a Ravenna

42 Suonare

Sacri Cuori46 Degustare

Claudia Bondi50 Creare

Onorio Bravi54 Abitare

Attico di città62 Leggere

Coffee Makers 66 Lavorare

Coworking

|EDITORIALEdi Andrea Masotti |

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

[email protected]

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (RN)

Direttore Responsabile:

Andrea Masotti

Redazione centrale:

Roberta Brunazzi, Serena Focaccia

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Sabrina Montefiori

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Luca Retini

Collaboratori: Annalisa Balzoni, Roberta Bezzi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Sabrina Marin, Francesca Miccoli, Alessandro Rossi, Aldo Savini

Fotografi: Angela Anzalone, Lidia Bagnara, Massimo Fiorentini, Claudia Presti, Giorgio Sabatini

Chiuso per la stampa il 18/10/2013

SeguicisuFB:www.facebook.com/edizioni.inmagazine

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Teatro comico all’Alighieri

Cescot presenta un corso per barman

Ravenna - Corso per barman a Ravenna organizzato dal

Cescot, scuola di formazione di Confesercenti. In programma ci

sono 30 ore di lezione teorico/pratica serale a partire dal 28 ottobre 2013,

con lezioni ospitate dal bar caffè d’Assi di piazza Bernini 7. Il corso è rivolto a chi desidera affacciarsi alla professione di barman per un

inserimento lavorativo, ma anche a chi desidera aggiornarsi sulle nuove

tecniche e tendenze. Sono previste anche esercitazioni: tra gli argomenti trattati anche quelli della caffetteria,

gli aperitivi e i cocktails. A fine corso verrà rilasciato un attestato di

frequenza. Info: 0544 292777 www.cescotravenna.it

“Passatore” numero 42, al via le iscrizioni

Faenza - Positivamente archiviata la 41esima edizione con ben 2.015 iscritti, l’associazione

sportiva dilettantistica 100 Km del Passatore è al lavoro per la

42esima edizione della “Firenze-Faenza”, in programma per il 24 e 25 maggio 2014. Le iscrizioni sono

aperte fino al 31 gennaio con quota di partecipazione a 50,00 euro, che salirà a 65,00 euro dal 1° febbraio

al 20 aprile, mentre per gli atleti che si registreranno dal 21 aprile al

15 maggio 2014, ultimo giorno per iscriversi, la quota sarà di 85,00

euro. Per il sesto anno consecutivo la “Firenze-Faenza” farà parte del

Trittico di Romagna, insieme alla Maratona del Lamone e

alla 50 Km di Romagna.

Ravenna - Nomi da “red carpet” dello humor per il nuovo cartellone di Tea-tro Comico firmato da Accademia Per-duta/Romagna Teatri e dal Comune di Ravenna. Ad arricchire la stagione dell’Alighieri arrivano infatti quattro appuntamenti con protagonisti della comicità italiana: si apre con Giobbe Covatta, all’Alighieri l’11 dicembre

con “6° (Sei Gradi)”, seguito dallo show di Mr. Forest il 13 gennaio e da Lillo e Greg, sul palco il 19 febbraio con “Il mistero dell’assassino miste-rioso”. Chiude la rassegna il 25 marzo Rocco Papaleo (nella foto), con lo spet-tacolo comico-musicale “Una picco-la impresa meridionale”. Info: 0544 249244 - www.accademiaperduta.it

DJ Mattia Emme vincitore del “The Talent”

Ravenna - Abbiamo già incontrato Mattia in una nostra rivista, in oc-casione della sua classifica tra i “top ten”. Recentemente ha ottenuto un ulteriore importante successo vin-cendo il talent show “The Talent”. È stato Francesco Facchinetti (nella foto con Mattia Emme) a presentare sul palco di piazzale Roma, a Riccione, la finale di “The Talent”, che ha se-lezionato giovani artisti nelle piazze di alcuni centri commerciali d’Italia. Nella serata si sono esibiti i 12 fina-listi: cantanti, ballerini e dj. Mattia racconta con aria ancora incredula la sua partecipazione, l’invio della scheda di adesione spedita all’ultimo momento su suggerimento degli ami-

ci, così, tanto per... Era già felice di aver superato la prima selezione ma non pensava di giungere in finale e... arrivare primo! (ADL)

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Artigiani digitali, corso con Cna

Faenza - Presentato nei giorni scorsi nella sede della Cna faentina

l’innovativo corso per Artigiani digitali, incentrato sulle tecniche

evolute per la realizzazione di prodotti Made in Italy. Si tratta del

primo corso in Italia che si pone l’obiettivo di creare il profilo del maker, una figura professionale in grado di utilizzare pratiche e

tecnologie assolutamente innovative pur mantenendo la centralità

dell’uomo nel processo produttivo.

Gigante alla presidenza dell’ente camerale

Ravenna - Natalino Gigante è stato eletto a fine agosto presidente della Camera di Commercio di

Ravenna. “Siamo veramente felici e orgogliosi - affermano Pierpaolo

Burioli e Massimo Mazzavillani, rispettivamente presidente e

direttore della Cna ravennate - di questo nuovo prestigioso

incarico affidato a chi ha guidato la nostra associazione per quindici

anni. Gigante è uomo di grande intelligenza, esperienza e sensibilità,

profondo conoscitore dell’economia e delle dinamiche interne alle aziende.

Siamo certi, quindi, che lavorerà con impegno per lo sviluppo del

nostro territorio e per il sostegno al sistema imprenditoriale. Pur

provenendo dalla Cna, saprà mettersi a disposizione delle Istituzioni

nell’interesse delle imprese di tutte le categorie”.

Arturo Martini tra Faenza e Bologna

Faenza - Una collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e la Fondazione del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, porta a Bologna a Palazzo

Fava (fino al 12 gennaio 2014) e a Fa-enza al MIC (fino al 30 marzo 2014) un’interessante mostra dedicata al più importante scultore del ’900 ita-liano: Arturo Martini. Un racconto diviso in un due atti: quello a Bologna rivolto all’analisi della scultura in ter-racotta di grandi dimensioni e quello a Faenza attento alla ricerca estetica dell’artista attraverso, in particolare, la rappresentazione della figura fem-minile. A Faenza la mostra “Arturo Martini. Armonie, figure tra mito e realtà” a cura di Claudia Casali, diret-trice del Museo Internazionale delle Ceramiche, propone una cinquanti-na di opere, significative della poetica dell’artista. www.micfaenza.org

Romagnoli in Barcolana

Trieste - Sono Irina e Fragolina le imbarcazioni del Ravenna Yacht Club che ottengono le migliori posizioni (22° e 24° posto) all’interno della lunghissima classifica della Barcola-na 2013 - oltre 1600 barche -, ma le imbarcazioni che vi hanno partecipa-to sono state ben cinque: Emytoo ha chiuso con un 64° posto, Again al 144° e infine Eli al 287°. In una regata di poco vento, complessa per via dell’al-

to numero di partecipanti, i risultati di quest’anno sono di tutto rispetto per il Circolo e di buon auspicio per l’imminente Campionato d’Inverno che a metà novembre, taglierà il tra-guardo della 32° edizione. Presen-te alla storica regata anche un’altra imbarcazione romagnola, Melagodo (nella foto), guidata dallo skipper Clau-dio Ricci e sostenuta dall’agenzia di comunicazione forlivese Menabò.

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perchè le cose rimangano belle devi sempre riuscire a sognarle...

foto Franca Bernardi

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Laboratori per ragazzi al museo nazionale

Ravenna - La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici

di Ravenna ha messo a punto un ricco programma di attività rivolte ai ragazzi delle scuole dei territorio per

l’anno scolastico 2013/14. I percorsi didattici, gratuiti e che prendono

spunto dagli oggetti conservati al Museo Nazionale di Ravenna,

si pongono come obiettivo la sensibilizzazione del pubblico scolare

nei confronti del patrimonio storico-artistico. Le attività sono condotte

da personale specializzato. Si va dal percorso sulle stele classensi a

quello “Sulle tracce di Teoderico”, per passare poi ad “Animali in libertà”,

“Anche i muri parlano…”, “La Natività”, “Ma quanto pesa

l’anima?”. Per informazioni e prenotazioni: 0544 543710 -

www.soprintendenzaravenna.beniculturali.it

Insieme per la pace, dialogando

Ravenna - Un ciclo di incontri ispirati dall’apertura della nuova

moschea caratterizza questo autunno ravennate. Il ciclo, dal titolo “Insieme

per la pace, dialogando”, si è aperto il 4 ottobre con l’inaugurazione della

nuova moschea in via Guido Rossa 10/12 (zona Bassette), per proseguire

con appuntamenti diversi ospitati nella sala Silvio Buzzi (via Berlinguer 11) e nella biblioteca Vignuzzi (via San Marna 37). Gli appuntamenti del mese

di novembre si aprono martedì 8 (ore 20,30) alla sala Buzzi, con

un incontro dal titolo “Tra stima e autostima, i giovani musulmani

una speranza per l’Italia”.

Trilogia d’Autunno per Ravenna Festival

Ravenna - Sull’onda del successo della prevendita dei carnet per le tre nuove produzioni di Macbeth, Otel-lo e Falstaff, la nuova Trilogia d’Au-tunno che concluderà a novembre la 24esima edizione di Ravenna Festival, si è aperta anche la prevendita dei biglietti per i singoli spettacoli. Sarà possibile acquistarli alla biglietteria del teatro Alighieri, negli Iat di Ra-venna e Cervia, in tutte le filiali del-la Cassa di Risparmio di Ravenna e on line al sito www.ravennafestival.

org. Le moltissime richieste giunte dall’Italia e dall’estero sono un’ul-teriore conferma della validità della formula “trilogia” e del grande inte-resse per la nuova maratona lirica di Ravenna Festival che consentirà di presentare sul palco dell’Alighieri, uno dopo l’altro e a stretto confronto tra loro, i tre capolavori nei quali il genio di Verdi viene esaltato dall’in-contro con le opere del grande Wil-liam Shakespeare. Info: 0544 249244 [email protected]

Valerio Adami al MAR

Ravenna - Dal 12 ottobre all’8 dicem-bre il MAR di Ravenna ospita la per-sonale dedicata a Valerio Adami. Nel corso di tutta la sua carriera l’artista ha creato per sé una raccolta delle sue opere più significative e per la prima volta questa personalissima e privata selezione viene presentata al pubbli-co. Valerio Adami è uno dei maggiori

artisti italiani del ventesimo secolo, insignito dei maggiori premi inter-nazionali. Partendo da una pittura espressionista influenzata dall’opera di Francis Bacon, si è avvicinato alla Pop Art americana sviluppando un racconto a fumetti fantastico e ironico dove in interni spersonalizzati dispone oggetti banali. www.mar.ra.it (S.M.)

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Zombie e streghe per Mirabilandia

Savio - Cinque tunnel dell’orrore e, per i più piccoli, “La Tana delle Zucche”: così Mirabilandia festeggia Hallowe-en nel fine settimana dal 31 ottobre al 1° novembre, con apertura notturna fino alle 22. Nei fine settimana di otto-bre il parco divertimenti si è trasformato nel set di un film dell’orrore tra tematizzazioni, spettacoli, “zombie parade” e tanto altro, lanciando anche la campagna abbonamenti per la prossima stagione 2014, con promozioni valide fino al 3 novembre. www.mirabilandia.it

Schegge di vita al mare d’Inverno

Cervia - Il museo del sale di Cervia (Musa) ospita fino all’8 dicembre 13 scatti artistici di Sandro Capatti riuniti nella mostra fotografica dal titolo “Schegge di vita al mare d’inverno”. Le immagini mostrano mare e territorio du-rante il periodo invernale, luoghi e atmosfere che offrono spazio all’interiorità, al pensiero profondo, alla medita-zione. La mostra allestita nei locali del museo cervese (in via Nazario Sauro 24) è aperta nelle giornate di sabato, domenica e festivi, dalle ore 15,00 alle 19,00.

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Ravenna 2019, presentato il dossier

Ravenna - Il Comitato Promotore di Ravenna 2019 e i Comitati Artistico-

Organizzativi hanno licenziato il documento di candidatura a “Capitale

Europea della Cultura per il 2019”. Consegnato a Roma il 19 settembre,

presso il Ministero per i Beni artistici e culturali, gestore della procedura,

il dossier verrà reso pubblico una volta scaduto il bando.

Gli amministratori locali, di Ravenna ma anche delle città romagnole

vicine, ora incrociano le dita, e ringraziano lo staff coordinato da

Alberto Cassani per il lavoro svolto.

Primo Premio Gozzano al poeta Nevio Spadoni

Ravenna - Nevio Spadoni è il vincitore del XIV concorso nazionale di Poesia

e Narrativa “Guido Gozzano” edizione 2013, con l’opera “Cal parol fati in ca”

(Raffaello editore, Ravenna). Molti sono i poeti e gli scrittori partecipanti

al concorso, tra cui ricordiamo Davide Rondoni, classificato al

secondo posto. Spadoni ha ritirato il prestigioso riconoscimento il 12 ottobre scorso a Tezo (Al). Autore

di importanti monologhi teatrali quali “Lus”, “La Pérsa”, “Sta nöt

che al vós”, “L’isola di Alcina e Galla Placidia”, Spadoni ha al suo attivo un nutrito palmares: nel 1984 ha

ricevuto il premio “Boncellino”, nel 1992 il Premio “Lanciano” per la poesia inedita, nel 1995 il “Tratti

Poetry Prize” per “E’ côr int j oc”; nel 2000 il testo “L’isola di Alcina”

ha ricevuto la nomination al premio Ubu come migliore novità italiana e miglior spettacolo dell’anno. (ADL)

In vetrina le opere di Piero Strada

Ravenna - La Cassa di Risparmio di Ravenna ospita nelle proprie vetrine del “Private Banking” (ex Negozio Bubani, piazza del Popolo 30) la mo-stra dedicata a “Piero Strada: un poe-ta del ferro”. Strada è nato a Ravenna in un borgo di operai, vive e lavora in città. Nel 1945 comincia a lavora-re presso un meccanico di biciclet-te dove impara a saldare il metallo. Parte così la sua lunga formazione, arricchita da tante sperimentazioni

e dall’avvicinamento anche ad altri materiali, come il vetro e la pietra. Le sue opere hanno un forte impatto comunicativo: ognuna è un racconto, una visione legata a qualche storia letta o a qualche emozione vissuta e l’artista crea col ferro ciò che la sua mente gli ha dettato. A questa stra-ordinaria opera dell’ingegno e della raffinata manualità artistica, l’espo-sizione ospitata dalla Cassa fino al 30 ottobre intende rendere omaggio.

Ph. FotoCorelli

Offset, visioni sulla Nuova città

Ravenna - Presentata al teatro Rasi lo scorso 19 ottobre la seconda edi-zione di “Offset - Visioni e manifesti sulla città”, progetto a cura dell’as-sociazione culturale Strativari realiz-zato in collaborazione con Ravenna 2019 e Ravenna Viso-in-aria. Nato da un’idea di Emilio Macchia e Fabio Sbaraglia, Offset cerca, attraverso lo sguardo di cinque grafici, spunti di riflessione sull’identità della città. Selezionati attraverso un bando, Fe-

derico Antonini, Francesca Battiato,

Lucia Del Zotto, Giovanni Pamio e

Alessio Romandini, sono stati ospiti

di una residenza curata dall’associa-

zione Strativari tenuta durante l’esta-

te, che li ha visti affiancati da opera-

tori culturali del territorio. Con loro

i cinque designer hanno confrontato

visioni, idee ed esperienze, realiz-

zando poi un manifesto per la città.

www.strativari.org

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Piedi gentili e cuore tenero, Gene Gnocchi è un artista a tutto tondo che insegue i suoi sogni. A cominciare da quello di diventare un calciatore di serie A, partendo magari dalla squadra del Faenza, sua città d’adozione.

testo Francesca Miccoli - foto Massimo Fiorentini

Pensi a Gene Gnocchi e affiorano vividi nella mente i capelli arruffa-ti da intellettuale squinternato, lo sguardo malandrino e indagato-re, la lingua sferzante e arrotata. E ancora le guance avvinazzate di Ermes Rubagotti, la nenia concilia-sonno della zia di Savicevic, le bat-tute dissacranti del Rompipallone. Poi incontri Eugenio Ghiozzi (vero nome di Gene, ndr) e ti trovi da-vanti una persona estremamente seria, pacata, che parla sottovoce nel rispetto del galateo e della buo-na educazione, saluta e ringrazia per prima. Un antidivo, che non si atteggia a personaggio e non ricer-ca il consenso a qualsiasi prezzo. Una piacevole sorpresa, dilatata dalla sana curiosità di un uomo dotato di un’intelligenza sottile, capace di cogliere ciò che sfugge ai più trasformando l’insignifican-te in arguzia. Gene ed Eugenio, personaggio e persona: rovesci di una medesima, fulgente medaglia. Ghiozzi è un padre affettuoso e un calciatore dai piedi gentili. Gnoc-chi un artista a tutto tondo: comi-co, attore, autore teatrale e televi-

sivo, scrittore e persino cantante.IlcinquantottenneEugenioviveaFaenzadaldicembredelloscorsoanno.Un trasferimento dettato dal cuore. Il dardo di Cupido lo ha tra-scinato al seguito della compagna Federica, che in primavera lo ha reso padre per la quarta volta. E ha arricchito la sua vita e allarga-to il suo cuore con l’arrivo lumi-noso della piccola Irene. “Nostra figlia è meravigliosa e simpaticis-sima - spiega il fidentino -. Non ci sono aggettivi che possano descri-vere l’esperienza della paternità. Adesso pesa sette chili e tenerla in braccio anche solo venti minuti provoca certi dolori di schiena... Per questo ho attrezzato il piano inferiore di casa allestendo una piccola palestra con cyclette e tapis roulant”. L’atterraggio nel microco-smo manfredo è stato tutt’altro che violento. “L’impatto è stato mor-bido. A Faenza nessuno ti assilla perché sei un personaggio famoso. Ho già alcuni amici, con cui vado a giocare a tennis, e piccole abi-tudini consolidate. Ogni mattina acquisto il giornale all’Ottagono,

vado spesso a cena da Alieto e dalla Marianaccia (Marianaza, ndr)”.Senza dimenticare le opportuni-tà professionali. “La Romagna èunarealtàviva. Tanto è vero che in seno al Mei, Festival dedica-to ai giovani emergenti, ho fatto una sorta di contro MTV Awards”. Legàmi subito solidi, in barba a chi si arrocca su antistorici campanili-smi tra emiliani e romagnoli.“Nessuna contrapposizione. Certo se noi emiliani diciamo che il no-stro nocino è migliore, qualcuno s’inalbera ma dopo averlo assag-giato finirà con il darci ragione”. La quotidianità nella terra del san-giovese è abbastanza “ordinaria”, se ordinarie si possono definire le gioie dettate dalla semplicità delle piccole cose. “Dopo la sveglia, se la bimba dorme mi metto a scri-vere. In caso contrario la porto a fare un giretto per dare un po’ di agio a Federica. Quindi le dia-mo la pappa”. Un trantran rivisto all’inizio della stagione televisiva e teatrale. “Il 21 ottobre a Parma debutto a Parma con lo spettacolo ‘La vita condominiale di Johnny Depp’.

Quel genio di Eugenio

12 | IN Magazine

Essere | Gene Gnocchi

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Uno show sviluppato su due livelli: da un lato vanno in scena racconti originali di Oblomov dall’altro te-sti scritti da me, che interpreterò lo schiavo tuttofare di Johnny Depp, impersonato da Mario Manchisi”. Tra una serata e l’altra prosegui-rà la promozione del “Genedellosport”,l’ultimafaticaletteraria, da poco in libreria, che è già un best seller. “Una summa delle battute pubblicate negli ultimi dieci anni su ‘Sportweek’, settimanale de ‘La Gazzetta dello Sport’”.Se Gene non finisce mai di sor-prendere per l’ingegno multi-forme, alimentato da un talento poliedrico e capace di far sentire l’artista a proprio agio su un palco-scenico, davanti ad una telecamera o alla scrivania, Eugenio sbalordi-sce per un’abilità insospettata. E

qui lo stupore si fa meraviglia. “Ilmio vero sogno era diventare uncalciatoreprofessionista. Giocare a pallone è l’unica cosa che so re-almente fare e fino ai 55 anni ho inseguito il traguardo di calcare i prati di serie A”. Un obiettivo sfu-mato sul filo di lana. Al pari della possibilità di ascoltare dal vivo la magica melodia che prelude ogni

incontro di Champions League. Sembrava cosa fatta l’accordo con la società Tre fiori di San Marino.“Avevo già sostenuto le visite me-diche, ero pronto al debutto. Poi è intervenuto il presidente federale, che ha giudicato inopportuno il

mio inserimento in squadra”. Sen-za considerare il favorevole impat-to mediatico e, di conseguenza, economico, che ne sarebbero de-rivati. Un’occasione persa? Forse per entrambi. “Mi sento tuttavia in dovere di ringraziare la squadra: i ragazzi sono stati simpaticissimi”. Piùprobabile,oggi,unesordioconilFaenzacalcio. “Che però milita in

Eccellenza e non in serie A. Inoltre dovrei fare la protesi a un ginoc-chio...”. Nel tempo libero Ghiozzi continua a carezzare il sogno assi-stendo a qualsiasi partita, dai set-tori giovanili in su. “Mi piace sco-prire nuovi talenti. Mi affeziono ai

Artista con un debole per il pallone

A fianco e in apertura, Gene Gnocchi durante l’anteprima del suo spettacolo “No MTV Awards USA” tenuta al MEI di Faenza il 27 settembre scorso.

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calciatori più che alle squadre. Adesso il mio preferito è Berardi del Sassuolo... (Il giorno dell’intervista, il giovane atleta firma con la Juventus, squadra in cui giocherà dal 2014)”. Con la testa nel pallone e un pizzico di malinco-nia, Eugenio dal piede d’artista lascia il passo a Gene, che ripercorre il lungo viaggio professionale, iniziato grazie a quell’incastro alchemico di circostanze che può verificar-si solo nell’esistenza dei predestinati.“Negli anni Ottanta andai allo Zelig per assistere a qual-che spettacolo e, in maniera inattesa, ebbi l’opportunità di provare. Andò bene, fu un exploit. Non ho avuto il tempo di fare gavetta”. Segue la fortunata partecipazione ad Emilio. “Beniamino Placido scrisse una recensione entusiasta: da quel momento non ho mai smesso di la-vorare inanellando esperienze a Il gioco dei nove, Scherzi a parte, Mai dire gol, I vicini di casa. Ho fatto tutto quello che umanamente avrei potuto desiderare”.Il personaggio a cui è più affezionato, ma non troppo, è quello di Rubagotti, il paonazzo bergamasco impostosi a suon di “alura” e “gnaari!”. “Preferisco tuttavia essere me stesso e non far ridere nascondendomi dietro una par-rucca. Ogni tanto però è necessario fare anche quello”.

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Page 16: IN Magazine Faenza 04/2013

Rovistando negli archivi televisivi, si scopre che la prima vera avven-tura professionale di Eugenio era iniziata nei tribunali. In veste di principe del foro. Principe in età repubblicana. “Mi associai ad un collega ma non avevamo clienti. Ci dava lavoro solo qualche gruppo assicurativo: sinistri e talora recu-pero crediti. Ho mollato dopo tre anni, la provincia non offre grandi opportunità a chi vuole esercitare la professione legale. Quell’espe-rienza tuttavia mi è servita per di-sinnescare le querele delle vittime delle mie boutade”. A rimettere le cose a posto l’ineffabile genialità di un ladro di sorrisi. Un’attitudine innata. “Mièsemprepiaciutofare

scherzi,sindall’infanzia. Una ca-ratteristica che mi ha aiutato a fare spogliatoio, in campo e fuori”. Un talento ereditato per corredo cro-mosomico? Sembra proprio di sì.“Mio padre, sindacalista della Cgil, era discretamente folle. E anche mio nonno non era male. Appartengo a una genia quanto meno strana. La più normale era mamma, parrucchiera. D’altronde con sei figli non c’era il tempo di abbandonarsi alle stranezze. Lei e papà erano una bellissima cop-pia”. Dei cinque fratelli solo Carlo, “Charlie”, ha seguito le orme di Gene ma anche gli altri ne avreb-bero avuto le potenzialità. “Siamo tutti un po’ così: il secondogenito

lavora a Imola, gli altri tre si occu-pano di ristorazione e hanno locali a Parma e a Fidenza. Artisti nell’a-nimo che però a fine mese devono guadagnarsi la pagnotta”. E una buona vena di estro Gnocchi l’ha trasmessa pure ai figli. “Con Silvia conduco una trasmissione radiofonica in cui prendiamo in giro le radio in tv. Sono molto fiero, è davvero portata. Anche lei però nella vita fa altro. Ercole, il primogenito, lavora nel settore musicale in uno studio di registra-zione che produce jingle. Spero che lo assumano”. Niente nepotismo, il posto va guadagnato. Quello serio di casa, si fa per dire, è Marcello, il cucciolo, aspirante psicologo. “È un ragazzo di grande intelligenza, mi mette quasi in soggezione. Mi fido ciecamente delle sue scelte”. Se gli eredi rappresentano la splen-dida proiezione di ogni uomo nel futuro, per Gene l’avvenire è an-cora tutto da decifrare. “Guardo negli occhi mia figlia Irene, di sette mesi, e capisco che posso proiet-tarmi al massimo alle 16 di oggi pomeriggio”. IN

Gene durante le prove dello spettacolo “La vita condominiale di Johnny Depp”.

Il Gene dello Sport

Volete conoscere i retroscena, anche piccanti, dei più svariati protagonisti dello sport? Vi solletica l’idea di scoprire fatti inediti su Juan Antonio Samaranch, Michel

Platini, Tiger Woods, Federica Pellegrini, Silvio Berlusconi o Alberto Tomba? Per soddisfare tutte le curiosità arriva “Il gene dello Sport”, libro fresco di stampa per la collana Bompiani Overlook che mette nero su bianco, come recita il sottotitolo,

“tutto quello che avreste voluto sapere sullo sport e avete osato chiedere”. Nato dal confronto tra Gene Gnocchi e i lettori di “SportWeek”, il settimanale della “Gazzetta dello Sport” con cui il comico collabora dal 2003, il libro scorre veloce tra eclatanti

rivelazioni, bizzarrie e indiscrezioni, il tutto all’insegna della più schietta risata. Comico, attore, conduttore, autore televisivo e teatrale, Gene Gnocchi non è nuovo alla produzione letteraria. Sempre per Bompiani ha pubblicato “Il mondo senza un

filo di grasso” (2004) e “L’invenzione del balcone” (2011).

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Ravenna, Ferrara, Forlì, Cesena, Rimini, fino a Venezia. Il territorio da tutelare è molto vasto per la soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici Antonella Ranaldi, che ha Ravenna come prima sede.

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

Antonella Ranaldi è la soprinten-dente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini. Il suo studio a Ravenna è nello splendido complesso di San Vitale dove si trovano il Museo Na-zionale, la basilica, nota in tutto il mondo per la sua unicità, il mau-soleo di Galla Placidia. È proprio nel suo studio, già appartamento dell’abate di San Vitale, che l’in-contriamo, dopo aver percorso l’e-legante corridoio che vi conduce. Elegante, disinvolta, molto pronta a parlarci degli impegni che la ren-dono difficilmente raggiungibile, vista la complessità delle tante città di cui deve occuparsi. Sappiamo che viene da Bologna, ma il suo accento non è bolognese. “Sono nata a Roma, dove ho studiato e vissuto fino al 2000. Poi per lavoro mi sono spostata a Bologna e dal 2009 lavoro a Ravenna. In questo periodo, inoltre, svolgo l’incarico di soprintendente ad interim del Ve-neto orientale, con sede a Venezia”.

La Soprintendenza attuale com-prendevariecittà.Leidovehascel-todiabitare?“Fino a poco tempo fa ho continua-to ad abitare a Bologna, al momento mi divido tra Ravenna e Venezia, ma Ravenna resta la mia prima sede”.La sua città, Roma, può definirsimuseoacieloaperto.Questohain-fluenzatolasuadecisionedistudia-rearchitettura?“Direi proprio di sì, per le espe-rienze uniche e indelebili che Roma offre. Le scelte più decisive per la vita si prendono spesso senza capirne subito le ragioni, sono det-tate da affinità elettive. Andando avanti è cresciuta la passione. Oggi rifarei la stessa scelta”.TrovarsiaRavennadopoavervissu-toaRomaeaBolognacheeffettofa?“Mi trovo a Ravenna per mia scel-ta, ma resta per me soprattutto un luogo di lavoro anche se vi ho incontrato persone interessanti e stretto amicizie, coltivato i contatti con l’estero ad esempio con il Giap-pone e la Turchia. Quella di Raven-

Nel segno di arte e Storia

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Dirigere | Antonella Ranaldi

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na è una Soprintendenza con una storia speciale, è la prima nata in Italia, grazie a Corrado Ricci”.Cosalepiacedipiùdiquestacittà?“Da storica dell’architettura l’at-tenzione va ai suoi monumenti, veri e propri capisaldi dell’archi-tettura dell’Occidente, come San Vitale e Sant’Apollinare in Classe. Sapere che posso raggiungere San Vitale con un solo sguardo è per me un privilegio. A Ravenna si lega

anche la memoria di coloro che sono passati di qui, come Dante. Il Risorgimento, l’impegno civi-co nella tutela ha contraddistinto alcuni ravennati nella storia della giovane nazione. Di Ravenna mi piace il mare vicino alla città”.Qualèilcompitodiunsoprinten-dente?“Essere alla guida di una struttu-ra organizzativa complessa, eser-citando non un potere ma una funzione, quella della tutela e del-la trasmissione al futuro di valori espressi dall’arte e dalla storia. E poi deve organizzare il lavoro di 130 dipendenti, distribuiti nella

sede centrale a Ravenna e nella sede distaccata di Ferrara, con 11 siti monumentali da gestire diret-tamente di cui 9 aperti al pubbli-co; tra cui a Ravenna i siti Unesco, Sant’Apollinare in Classe, il Mau-soleo di Teodorico, il Battistero degli Ariani. A questi si affiancano Casa Romei a Ferrara, l’Abbazia di Pomposa, la fortezza di San Leo, luoghi di eccezionale importan-za anche per il turismo. L’attività copre un territorio vasto da salva-guardare, dove entrano in gioco interessi diversi, si autorizzano o meno i lavori per tutelarne i valori d’insieme e l’identità propria de-gli edifici storici e del paesaggio. Ne sono il primo custode, insieme ai miei collaboratori, architetti, storici dell’arte, e tutto il perso-nale amministrativo, di custodia

e vigilanza. Non ultima, presso la Soprintendenza si svolge la forma-zione dei restauratori, nella Scuola per il restauro del mosaico, che da quest’anno riapre alla didattica nel nuovo corso di laurea in restauro e conservazione”.IlMuseoNazionale,all’origine,ave-va il compito di rappresentare lacittàcontuttalasuaunicità.“Sì. Istituito già nel 1885, il Museo si assunse il compito di rappresenta-re l’immagine della città nelle sue testimonianze artistiche e storiche e l’opera della Soprintendenza, che dal momento della sua nasci-ta nel 1897 ne assunse la gestione.

Gran parte del patrimonio veniva dalle collezioni dei monaci camal-dolesi e benedettini, arricchito dai ritrovamenti nei lavori di restauro o di scavo. Proprio cent’anni fa il Museo venne trasferito nella sua prestigiosa sede attuale, l’ex mo-nastero benedettino di San Vitale (1913-1914), aperta al pubblico e inaugurata nel 1921 in occasione del sesto centenario dantesco. In un luogo emblematico per la città, si raccoglieva il meglio di una pro-duzione artistica di generi diversi di provenienza ravennate o da altri luoghi nello spirito del grande col-lezionismo del Settecento, conflu-ito nel sentimento di storia patria della nascente nazione”.Ultimamentecisonostatideicam-biamenti,dalpuntodivistalogisticoenonsolo...

In questa pagina e in apertura, Antonella Ranaldi ritratta nel chiosco del Museo Nazionale di Ravenna.

Tutelare arte e storia

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“Per essere vivo e attuale, il Museo dev’essere accogliente per i turisti e per i ravennati. Per questo ab-biamo promosso tante iniziative: conferenze, concerti, presentazio-ni di libri, mostre come quella in corso ‘Riccardo Licata e i maestri del mosaico’, allestimenti di artisti contemporanei come quelle del giovane e affermato Davide Rival-ta. Nel 2011 abbiamo organizzato il ciclo di otto conferenze ‘Raven-na. Otto monumenti patrimonio dell’Umanità’; nel 2013 ‘Vestire il sacro’, in collaborazione con il Di-partimento di Conservazione dei beni culturali (UniBO, a cura del prof. Luigi Canetti). E poi i concer-ti dell’Accademia Bizantina a set-tembre di domenica mattina e un ricco calendario di percorsi didat-tici e laboratori tematici ideati per

le scuole. Da ricordare il recentissi-mo restauro del gruppo di cinque erme del II secolo d.C. in mostra a Napoli al Museo di Capodimonte nell’edizione ‘Restituzioni 2013’, presentato alla città il 28 settembre nella Sala Corelli del Teatro Ali-ghieri, a cui si lega il rinnovamento in atto del Museo con l’apertura di una nuova Sala lapidaria delle Erme e Antichità. Ne torneremo a parlare presentando la sala e il libro il prossimo 30 novembre, con le 27 sculture esposte, veri e propri capolavori restituiti, molti del tutto inediti, selezionati dai depositi. Il messaggio per i ravennati è quello del recupero del senso di appar-tenenza del Museo alla città, per apprezzarne la bellezza e goderne, anche solo passeggiando all’ombra dei portici nei chiostri”.

IlcontenutodelMuseononèfaci-ledacapire,comenonèsempliceorientarsi.Cosaèstatofattoperrenderepiùfacileilpercorso?“Non è così immediato capirlo per l’eterogeneità degli oggetti raccol-ti ed esposti. Gli interventi in atto seguono un programma, in cui ogni sezione tematica viene indi-viduata nelle collezioni e opere presenti nel Museo. Dallo scorso aprile si entra al Museo dall’ori-ginario ingresso al monastero, da via San Vitale, dal portichetto vicino alla basilica. L’ingresso da via San Vitale era già così nel pri-mo Museo e molti dei ravennati lo ricordano bene; si è trattato solo di riprendere l’impostazione ini-ziale di Corrado Ricci e Giuseppe Gerola, capovolta nei tempi più recenti”. IN

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IN Magazine | Special ADV

Ci siamo lasciati in primavera con alcune pre-visioni, speranze e ipotesi di scenari futuri. Ora che la stagione motociclistica e l’anno volgono al termine chiediamo un bilancio a Massimo Ceccoli, responsabile del reparto moto Bmw di Ravenna. Partendo dalle vendite, come si chiuderà questo 2013?“Il 2013 si conferma come l’anno più difficile per l’intero com-parto moto a livello nazionale. Le vendite di moto, scooter ma anche di accessori e abbigliamento tecnico hanno registrato un forte calo, in alcuni casi sconcertante, e hanno portato il setto-re indietro di circa trent’anni. Anche tutto ciò che ruota attorno a questo mondo, come manifestazioni, raduni, vita da Club e competizioni, hanno subito una forte battuta d’arresto. Il nostro brand rimane comunque leader di mercato, sia nel panorama nazionale sia in quello locale: le iniziative di BMW Motorrad e quelle aziendali, uniche nel panorama motociclistico, assieme ai prodotti esclusivi e convincenti sia sul lato tecnico che su quello estetico, di prestigio e di mantenimento del valore nel tempo, continuano a fare la differenza”.Capiamo la difficoltà nel fare previsioni, come in ogni settore oggi, ma come vede il 2014?“Vorrei poter dire che credo, per l’Italia intera, in quell’accenno di ripresa di cui si parla. Le aziende che hanno seminato bene e investito su prodotto e servizi penso che potranno distinguersi e tornare a crescere. In poche parole, almeno per BMW Motor-rad, vedo un 2014 che potrebbe portare buone soddisfazioni”.Immagino abbiate nuove carte da giocare...“Assolutamente sì! La R1200GS, che da 8 anni è la moto più venduta in Italia, rivoluzionata e presentata nel marzo scorso, sarà disponibile in quantità adeguata alla richiesta e non scar-seggerà come è stato quest’anno. Nel 2014 arriveranno an-che le rinnovate R1200RT ed Adventure, oltre ad una serie di prodotti completamente nuovi che si andranno ad aggiungere alla gamma attuale. Ad esempio una Special ultra persona-lizzabile, una naked 4 cilindri con il motore della S1000RR e quindi ipersportiva, il maxi scooter completamente elettrico con prestazioni simili a quelle di un C600Sport ed altro anco-

ra. Il portafoglio ordini che abbiamo oggi è già cinque volte quello di fine 2012, e questo è di buon auspicio”.Dream Car, nel suo complesso, come ha

deciso di affrontare il prossimo futuro?“La tenacia di Walter Visani è degna di nota! In questi ultimi anni parecchi marchi e concessionarie sono passati di mano e aziende del settore hanno deciso di cessare la loro attività. Nessuna soluzione alternativa ha però convinto Visani e si va avanti come Dream Car, mantenendo il comparto moto struttu-rato in Vendita e Assistenza ufficiali BMW, mentre per i marchi BMW Auto e MINI si mantengono ufficiali i comparti Assisten-za. Il nostro Service verrà implementato aprendo le porte a tutti i tipi di auto, con offerte mirate a costi più bassi per le vetture più anziane e i marchi minori... in poche parole, qualità d’assi-stenza BMW Dream Car a costi accessibili a tutti. Per quanto riguarda la vendita, dal mese di ottobre, siamo ‘multi marche’, ‘specialisti dell’usato’ e del ‘km zero’. Rimarremo il punto di riferimento per i nostri clienti storici, sia per l’assistenza sia per l’acquisto, ma vogliamo diventarlo anche per quell’utenza che a noi non si era mai rivolta prima. Inoltre rappresenteremo importanti società di noleggio, come Arval e Leas Plan, sempre nell’ottica di soddisfare qualsiasi esigenza di mobilità”.E per il reparto moto?“Amplieremo il reparto moto con altri mandati ufficiali. Siamo diventati concessionari degli innovativi scooter Quadro per tut-ta la provincia. Questi mezzi a tre, dalla prossima primavera anche a quattro ruote, pieganti e sterzanti, sono estremamen-te sicuri, adatti soprattutto per quegli utenti che non vanno in moto, ma che vogliono un mezzo pratico, veloce e che si destreggi nel traffico con una sicurezza mai vista prima su uno scooter. Dobbiamo proprio dirlo, chi la dura la vince!”.

Dream Caridee e grinta per battere la crisi

MassIMo CECColI, rEsPonsabIlE DEl rEParto Moto bMw DI ravEnna,

Illustra lE novItà DElla rInoMata ConCEssIonarIa auto E Moto

Qui si trovano gli innovativi

scooter Quadro, mezzi a tre e

a quattro ruote pratici e sicuri

Dream Car s.r.l. - bMw MotorradVia Vicoli, 91 - 48100 Ravenna (RA)Tel. 0544/263611- fax 0544/263612www.dreamcar.bmw.it

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IN Magazine | Special ADV

Ci siamo lasciati in primavera con alcune pre-visioni, speranze e ipotesi di scenari futuri. Ora che la stagione motociclistica e l’anno volgono al termine chiediamo un bilancio a Massimo Ceccoli, responsabile del reparto moto Bmw di Ravenna. Partendo dalle vendite, come si chiuderà questo 2013?“Il 2013 si conferma come l’anno più difficile per l’intero com-parto moto a livello nazionale. Le vendite di moto, scooter ma anche di accessori e abbigliamento tecnico hanno registrato un forte calo, in alcuni casi sconcertante, e hanno portato il setto-re indietro di circa trent’anni. Anche tutto ciò che ruota attorno a questo mondo, come manifestazioni, raduni, vita da Club e competizioni, hanno subito una forte battuta d’arresto. Il nostro brand rimane comunque leader di mercato, sia nel panorama nazionale sia in quello locale: le iniziative di BMW Motorrad e quelle aziendali, uniche nel panorama motociclistico, assieme ai prodotti esclusivi e convincenti sia sul lato tecnico che su quello estetico, di prestigio e di mantenimento del valore nel tempo, continuano a fare la differenza”.Capiamo la difficoltà nel fare previsioni, come in ogni settore oggi, ma come vede il 2014?“Vorrei poter dire che credo, per l’Italia intera, in quell’accenno di ripresa di cui si parla. Le aziende che hanno seminato bene e investito su prodotto e servizi penso che potranno distinguersi e tornare a crescere. In poche parole, almeno per BMW Motor-rad, vedo un 2014 che potrebbe portare buone soddisfazioni”.Immagino abbiate nuove carte da giocare...“Assolutamente sì! La R1200GS, che da 8 anni è la moto più venduta in Italia, rivoluzionata e presentata nel marzo scorso, sarà disponibile in quantità adeguata alla richiesta e non scar-seggerà come è stato quest’anno. Nel 2014 arriveranno an-che le rinnovate R1200RT ed Adventure, oltre ad una serie di prodotti completamente nuovi che si andranno ad aggiungere alla gamma attuale. Ad esempio una Special ultra persona-lizzabile, una naked 4 cilindri con il motore della S1000RR e quindi ipersportiva, il maxi scooter completamente elettrico con prestazioni simili a quelle di un C600Sport ed altro anco-

ra. Il portafoglio ordini che abbiamo oggi è già cinque volte quello di fine 2012, e questo è di buon auspicio”.Dream Car, nel suo complesso, come ha

deciso di affrontare il prossimo futuro?“La tenacia di Walter Visani è degna di nota! In questi ultimi anni parecchi marchi e concessionarie sono passati di mano e aziende del settore hanno deciso di cessare la loro attività. Nessuna soluzione alternativa ha però convinto Visani e si va avanti come Dream Car, mantenendo il comparto moto struttu-rato in Vendita e Assistenza ufficiali BMW, mentre per i marchi BMW Auto e MINI si mantengono ufficiali i comparti Assisten-za. Il nostro Service verrà implementato aprendo le porte a tutti i tipi di auto, con offerte mirate a costi più bassi per le vetture più anziane e i marchi minori... in poche parole, qualità d’assi-stenza BMW Dream Car a costi accessibili a tutti. Per quanto riguarda la vendita, dal mese di ottobre, siamo ‘multi marche’, ‘specialisti dell’usato’ e del ‘km zero’. Rimarremo il punto di riferimento per i nostri clienti storici, sia per l’assistenza sia per l’acquisto, ma vogliamo diventarlo anche per quell’utenza che a noi non si era mai rivolta prima. Inoltre rappresenteremo importanti società di noleggio, come Arval e Leas Plan, sempre nell’ottica di soddisfare qualsiasi esigenza di mobilità”.E per il reparto moto?“Amplieremo il reparto moto con altri mandati ufficiali. Siamo diventati concessionari degli innovativi scooter Quadro per tut-ta la provincia. Questi mezzi a tre, dalla prossima primavera anche a quattro ruote, pieganti e sterzanti, sono estremamen-te sicuri, adatti soprattutto per quegli utenti che non vanno in moto, ma che vogliono un mezzo pratico, veloce e che si destreggi nel traffico con una sicurezza mai vista prima su uno scooter. Dobbiamo proprio dirlo, chi la dura la vince!”.

Dream Caridee e grinta per battere la crisi

MassIMo CECColI, rEsPonsabIlE DEl rEParto Moto bMw DI ravEnna,

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All’apice del suo fulgore nella metà dell’800, il collegio di Fognano fu una delle istituzioni più prestigiose d’Italia. Oggi scuola materna e asilo per i più piccoli.

testo Andrea Casadio - foto Lidia Bagnara

L’educazione al Femminile

Raccontare | Monastero di Fognano

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Chi percorre il tragitto da Faenza a Firen-ze, lungo la strada della valle del Lamo-ne, non può non restare impressionato dall’imponenza davvero “fuori scala” del grande edificio che si erge poco dopo l’ingresso nell’abitato di Fognano. Da solo, il palazzocheospitailmonasterodelle suore domenicane del SS. Sacra-mentoel’Istituto“Emiliani”occupa una buona metà della borgata, o almeno della sua parte più antica. È allora facile immaginare che impatto ebbe la sua co-struzione nella vita della comunità, nel corso di un lungocantierechesiprotras-sedal1822al1868. Una presenza che, però, non ha avuto i suoi effetti solo nella piccola Fognano. Il monastero e il colle-gio femminile da esso a lungo ospitato rappresentano una delle esperienze più significative nella storia delle istituzioni educative della Romagna, ma anche di tutta l’Italia, negli ultimi due secoli. Per la verità, le origini dell’istituto sono anche più antiche. Un monastero femmi-nile dell’ordine domenicano (intitolato a Santa Caterina) era stato infatti fondato nella piccola comunità della val Lamone già alla metà del ’500. Soppresso in età napoleonica, lo stabile che lo ospitava era stato ceduto ad un privato, che a sua volta lo aveva affittato ad alcune ex mo-nache secolarizzate. Una volta restaurato il governo pontificio nel 1815, il nuovo e intraprendente arciprete di Fognano, don Giacomo Ciani, aveva cominciato a progettare la sua riapertura, ottenendo dal governo, nel 1820, il relativo decreto e un modesto sussidio. Era solo un primo passo, perché le condizioni del vecchio palazzo, ormai cadente, non permette-vano un effettivo ritorno della comunità monastica fra le sue mura. Don Ciani si rivolse allora al nobilefaentinoGiuseppeMariaEmiliani.

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Uomo di cultura e letterato, come responsabile dell’istruzio-ne pubblica del Comune di Faen-za l’Emiliani aveva già maturato la consapevolezza della necessità di un’istituzione che, sul modello dei collegi femminili di S. Chiara nella stessa Faenza e di S. Giovan-ni Battista a Bagnacavallo, unisse la piena ortodossia cattolica all’a-pertura a una forma moderna di educazione e di istruzione per le ragazze “di civile condizione”. Fu così che il ricco faentino, accettata la proposta di don Ciani, acquistònel1821ilvecchiostabileesullesuefondamentainiziòlacostruzio-nedelgrandepalazzo,suprogettodell’architettofaentinoPietroTom-ba, con la precisa condizione che accogliesse anche un collegio fem-minile. L’anno seguente il vescovo Stefano Bonsignore promulgò le nuove costituzioni del monastero, che venne ufficialmente riaper-to il 24 giugno 1823 con l’antico nome di S. Caterina (nel 1832, con l’inaugurazione della nuova chiesa, mutò l’intitolazione al SS. Sacramento), mentre il collegio fu inaugurato il 1° gennaio del ’24.Stabilito così uno dei pilastri (quel-lo economico-amministrativo) della nuova istituzione, restava da definirne l’altro aspetto fon-damentale, e cioè quello specifi-camente educativo. A questo fine fu realizzato, in primo luogo, un rafforzamento della comunità reli-giosa, con la chiamata di monache giovani e adatte al nuovo compito. Fra queste compariva la poco più che trentenne Rosa Brenti, che già si era fatta apprezzare nell’attività

di insegnamento fra le Maestre Pie di Sansepolcro. Divenuta ben pre-sto priora, sotto la sua carismatica e lunghissima direzione (morì nel 1872) il collegio di Fognano s’im-pose come una delle istituzioni più prestigiose d’Italia nel campo dell’educazione femminile. Certo, non mancarono momenti di diffi-coltà, ad esempio quando Emiliani subì una breve detenzione da parte del governo dopo il fallimento dei moti liberali del 1831-32, o quan-do, negli stessi anni, il cardinale

Sopra e in apertura, scorci degli ambienti del grande monastero. Nella pagina seguente, vista di un cortile interno.

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Giuseppe Fesch, zio materno di Napoleone e protetto-re del monastero, ritirò improvvisamente il notevole so-stegno economico promesso per il completamento del palazzo a causa del rifiuto della Brenti di aggiungere il suo nome, nell’intitolazione del collegio, a quello di Emiliani. Quest’ultimo morì nel 1847, dopo avere lasciato tutti i suoi averi all’istituzione da lui creata. La quale, nel frattempo, aveva trovato un altro solido pilastro cui ap-poggiarsi, e cioé il cardinale e vescovo di Imola Giovanni Maria Mastai Ferretti, che prese particolarmente a cuore le sorti dell’istituto gratificandolo anche di molte visite. Particolarmente significative le ultime due: la penultima, nel giugno del 1846, nella sosta del viaggio verso il con-clave che lo avrebbe eletto papa con il nome di Pio IX; l’ultima, undici anni dopo, durante il celebre viaggio del 1857 in cui il pontefice, come capo del governo tempo-rale, diede il simbolico addio alla Romagna alla vigilia dell’unificazione nazionale.Nel 1862 il collegio, all’apice del suo fulgore, ospitavaun’ottantinadireligiosee111educandeprovenientidatut-taEuropa.Il clima politico del nuovo stato, però, non mancò di riverberare ben presto i suoi effetti su un’isti-tuzione percepita ora da molti come un’ingombrante eredità del passato. Già con la legge di soppressione degli ordini religiosi del 1866, ad esempio, i beni del monastero

furono confiscati dal governo e fino alla fine del seco-lo, pur continuando le monache e il collegio a risiedere nell’edificio, fu vietata ogni nuova ordinazione. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1915, il colle-gio venne chiuso e il monastero trasformato in ospedale militare, con le monache a rivestire il ruolo di infermiere. Furono quattro anni metaforicamente “in trincea” anche per loro, con un contraccolpo economico che portò l’isti-tuto sull’orlo della chiusura. Anche questa volta, però, la crisi fu superata e nel 1922 il monastero poté festeggiare il suo primo secolo di vita con la riapertura del collegio, avvenuta però su basi diverse rispetto al passato: oltre al tradizionale corso di studi riservato alle ospiti del convitto e modellato su quello delle scuole magistrali statali, si

Lo splendore a metà ’800

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istituì infatti una seconda sezione, ben più affollata, aperta ad alunni esterni, che comprendeva le scuole elementari e la scuola di lavoro.Inrealtà,giàdaunaventinad’annierastataavviataunascuoladirica-mo, destinata specificamente alle giovani di Fognano. Questa inizia-tiva, e la riforma del 1922, furono i primi passi verso un processo che nel corso del ’900 portò l’istituto ad aprirsi sempre più verso l’ester-no, allargando progressivamente la sfera della sua azione educativa. Alla metà degli anni ’20, ad esem-pio, furono inaugurati l’asilo e l’o-ratorio festivo. Superata la bufera della guerra (quando la comunità

monastica aprì le porte a decine di sfollati e pagò anche un pesante tributo di sangue con la morte di tre suore in seguito a un bombarda-mento) le nuove iniziative si susse-guirono a ritmo serrato: nel 1955 fu

aperta una scuola materna a Reda, nel ’56 un convitto universitario a Bologna (e uno a Roma nel 1969), fra gli anni ’50 e ’60 vennero orga-nizzati corsi professionali a Fogna-no, nel 1975 fu assunta la direzione della scuola materna di Brisighella.

Negli anni ’70, però, il clima socio-politico complessivo stava ormai di-ventando sempre più ostile verso il modello educativo incarnato dall’i-stituto fognanese. Il1977ful’ultimoannodiattivitàdeicorsiscolastici,

enel1982lachiusuradefinitivadelconvitto(sopravvissuto fino ad allo-ra al solo fine di ospitare i ragazzi dei centri minori della vallata che frequentavano le medie a Fognano) segnò davvero, per l’istituto Emilia-ni, la fine di un’epoca.Anche in questo caso, però, la forza dell’istituzione riemerse nella ca-pacità di ridefinirsi, adattandosi ai tempi nuovi senza con ciò perdere la propria identità più profonda. Oggi l’Istituto conserva la scuola materna (e nido per i più piccoli) diretta erede del vecchio asilo, di-venuta scuola paritaria riconosciu-ta dallo Stato, e gestisce il collegio universitario femminile “S. Dome-nico” di Roma. Contestualmente, il monastero ospita una casa di ac-coglienza e spiritualità, destinata a gruppi di preghiera e di studio, a convegni di vario genere, agli ospi-ti desiderosi di riposo e vacanza. Dimenticati gli anni della “conte-stazione”, non mancano richieste neppure per la riapertura del con-vitto, anche se si tratta di un’ipote-si al momento non all’ordine del giorno. Dopo quasi due secoli, per il grande palazzo sulle rive del La-mone non è ancora giunto il mo-mento di chiudere i battenti. IN

Un’istituzione mutata con la società

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Un carillon vivente accompagna le performance di

Mauro Grassi, estroso giocoliere e artista

poliedrico partito da Mirabilandia che oggi

gira il mondo con la sua compagnia Italento.

Vivere d’arte è una sfida che il 43enne ravennate Mauro Grassi, esperto giocoliere e poliedrico ar-tista, ha vinto. Al punto da decide-re di lasciare ad altri la gestione del suo storico ristorante, “La Lo-canda del Melarancio”, per girare il mondo con la sua compagnia Ita-lento, che nel 2012 ha festeggiato vent’anni di attività. Antesignano nell’universo degli artisti di stra-da, ha trovato un suo ambito di specializzazione negli spettacoli e nelle performance itineranti con macchine semoventi.ComeènatalasocietàdispettacoloItalento?

“Tutto è iniziato con l’esperienza di clown, trampolieri e giocolieri, classici artisti di strada al parco di Mirabilandia, con un mimo france-se che ci ha fatto scuola. All’epoca avevo 23 anni e mi sono accorto presto che, anche se in Italia non vi era nessun festival del settore, ci poteva essere richiesta anche al di fuori del parco. Così ho fondato la società di spettacolo Italento, attor-no a cui ruotano oggi cinque-sei artisti fissi, più altri che collabora-no. Gli anni Novanta hanno visto nascere anche i centri commercia-li dove ci si esibivamo spesso, così come in sagre e feste. Nel tempo la

compagnia ha cominciato ad orien-tarsi verso gli spettacoli itineranti, le cosiddette street parade”.C’èunospettacoloacuièpiùaffe-zionato?“Sì, ed è anche quello che ha dato una spinta significativa alla mia carriera artistica. Si tratta del ‘Ca-rillon vivente’, con una ballerina che danza sul pianoforte viaggian-te. Lo spettacolo ha vinto il primo premio al Carnevale di Venezia del 1998: una vetrina di grande pre-stigio a livello internazionale che ci ha procurato contatti e inviti in tutto il mondo. Lo abbiamo por-tato in diciassette paesi diversi e

testo Roberta Bezzi

Sulla strada dell’ Arte

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Stupire | Mauro Grassi

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la tappa più emozionante è stata tre anni fa, a Washington, su in-vito dell’ambasciatore francese negli Stati Uniti. Un grande ono-re essere invitati a rappresentare la Francia, paese con una grande tradizione nel settore, dopo essere stati notati durante una sfilata al carnevale di Nizza. Con un volo privato delle forze armate ci han-no portato alla festa organizzata per la Nato a Norfolk in Virginia e poi all’ambasciata francese della capitale americana”.LascorsaprimaverasietestatinelNordEuropadovevisieteguadagna-tilaprimapaginadiungiornalefin-landeseelaribaltatelevisiva.Qualisonoleprossimedestinazioni?“Presto saremo per la prima volta in Cina, a Macao; l’Asia e i paesi

arabi rappresentano i nuovi merca-ti. Siamo già stati al Festival di Du-bai con 23 trampolieri, per circa una quarantina di giorni nel 2003, il periodo d’oro della città degli Emirati Arabi. Ormai la nostra attività si rivolge al 70 per cento all’estero, anche perché in Italia è troppo faticoso essere pagati, so-prattutto dagli enti pubblici. Per il 2014 abbiamo appena avuto la conferma di ingaggio per un mese in Tennessee, al parco Dollywood”.Comeèsbocciatalasuapassionepervenderebuonumore?“Mi è sempre piaciuto emozionare la gente, farla divertire. Anche nei

miei precedenti lavori c’era la ricer-ca di questa componente. Quando facevo il barman, ad esempio, mi piaceva l’esibizione che accompa-gnava la preparazione di un coc-ktail. Lo scopo è sempre lo stesso, lasciare un ricordo nel cuore dello spettatore. Quando non sono in tournée mi chiudo nel mio capan-none a ‘fabbricare’ nuove crea-zioni: ora sto lavorando al nuovo spettacolo e, come sempre, la parte più difficile sono i meccanismi se-moventi. La parte più facile sono i costumi: in vent’anni ne ho accu-mulati 320 tutti diversi, da quelli medievali a quelli del Settecento”. Comeècambiato inquestianni ilpanoramadegliartistidistrada?“In Italia vent’anni fa eravamo in venti, oggi migliaia. La concorren-

za è agguerrita e, in più, la crisi ha aperto una corsa al ribasso che non facilita. Per questo è stato neces-sario specializzarci in strumenti musicali meccanici, tipo organetti, che piacciono molto soprattutto nel Nord Europa. In Francia, Ger-mania e Belgio, l’arte di strada è riconosciuta dallo Stato, mentre in Italia c’è un vuoto legislativo e tutto è lasciato all’iniziativa dei Co-muni, che però vivono in grandi ristrettezze. Da noi c’è ancora l’i-dea che l’artista di strada sia colui che vive delle offerte del pubblico, mentre in Europa tutte le esibizio-ni sono a cachet e il gesto conclu-

sivo del cappello è solo simbolico”.Comeriesceadaverecosìtanticon-tattiintuttoilmondo?“Al di là degli inviti che riceviamo dopo esser stati notati durante i vari eventi, partecipiamo a fiere tipo la Kulturbörse di Friburgo ri-servata ai soli artisti di strada. Lì acquistiamo uno stand in cui pos-siamo esibirci e stringere i contatti internazionali”. IN

Sopra, Mauro Grassi durante una performance. In apertura un’esibizione del “Carillon vivente”.

“Mi è sempre piaciuto emozionare”

IN Magazine | 31

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IN Magazine | Special ADV

UN CAFFè per UN dolCe MoMeNTo dI relAX IN pIAzzAUn bar simbolo della città rinasce a nUova vita, con Un restyling

elegante e accogliente sospeso tra passato e modernità.

IL NazIoNaLe-CremerIa

Piazza del Popolo 28, Ravenna centroTel. 0544 217529 - Aperto tutti i giorni

Un locale rilassato e accogliente dove è possibile gustare una cioccolata in tazza come una volta. È il Nazionale-Cremeria, inaugurato lo scorso giugno e situato in piazza del popolo a ravenna, nel cuore della città.aperto sette giorni su sette, il locale è stato recen-temente ristrutturato dopo un’assenza lunga oltre dieci anni, mantenendo però l’anima vintage dei vecchi caffè in cui riscoprire il piacere di ritagliarsi un momento di pausa, tra un mignon e un gelato artigianale. Ad ac-cogliere i clienti del Nazionale il bancone che espone le prelibatezze prodotte dal laboratorio-pasticceria artigianale situato al piano superiore e un corridoio che porta a due accoglienti sale da tè, tra poltroncine dal design moderno e vecchie foto storiche che ritrag-gono la Ravenna di un tempo passato. Il proprietario Andrea Astolfi, titolare del gruppo alberghiero Premier Hotels, società che già gestisce il Bar Grand’Italia, ha affidato il restyling della struttura all’architetto Fran-cesca Valzania dello Studio Design e Architettura di Milano Marittima, che ha coniugato in un sapiente mix antico e moderno, passato e futuro. Ecco allora che nelle sale da tè sarà possibile degustare le miscele di infusi più pregiati, prodotti dalla Bottega Giorgioni, brioche, crêpe e molto altro ancora. “Si tratta di un bel segnale per la città - spiega Marco Ravaioli, direttore del Nazionale e del Grand’Italia -. Investire così tanto nella stessa piazza di questi tempi vuol dire credere davvero in quello che Ravenna e il suo centro storico possono offrire”.

E sarà un’altra piazza, quella delle Antiche Carceri, conosciuta come piazzetta “delle Poste”, anch’essa in fase di ristrutturazio-ne, che collegherà il Nazionale a via Gordi-

ni e che farà da cornice a concerti, presentazioni di libri ed eventi di vario genere. Visibile dalla vetrata interna della sala da tè, la piazzetta sarà collegata a piazza del Popolo da un tunnel e si preannuncia come un suggesti-vo “salottino” nel cuore del centro storico. Se il Grand’Italia ben si presta ad una consumazione veloce, al banco, la Cremeria invita invece a entrare per sedersi e gustare una dolce pausa lontano dallo stress quotidiano. Fiore all’occhiello del Nazionale sarà la creazione di dolci artigianali, affidata a uno chef napoletano, da gustare al bar o da portare a casa. Il laboratorio, con pasticceria a vista, offrirà una vasta scelta di leccornie, tra pasticcini, dolci di vario genere e anche torte su ordinazione, personalizzate e di cake design. Il locale offre anche una vasta scelta di gelato artigianale realizzato con materie prime di qualità e proposto anche in un’originale versione salata, con gu-sti come gorgonzola e olive. Il Nazionale si presta inol-tre ad ospitare catering, compleanni, riunioni aziendali, coffee break, matrimoni e aperitivi.

Il posto ideale per gustare tè,

dolci, pasticceria e gelati di

qualità nel cuore di Ravenna.

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UN CAFFè per UN dolCe MoMeNTo dI relAX IN pIAzzAUn bar simbolo della città rinasce a nUova vita, con Un restyling

elegante e accogliente sospeso tra passato e modernità.

IL NazIoNaLe-CremerIa

Piazza del Popolo 28, Ravenna centroTel. 0544 217529 - Aperto tutti i giorni

Un locale rilassato e accogliente dove è possibile gustare una cioccolata in tazza come una volta. È il Nazionale-Cremeria, inaugurato lo scorso giugno e situato in piazza del popolo a ravenna, nel cuore della città.aperto sette giorni su sette, il locale è stato recen-temente ristrutturato dopo un’assenza lunga oltre dieci anni, mantenendo però l’anima vintage dei vecchi caffè in cui riscoprire il piacere di ritagliarsi un momento di pausa, tra un mignon e un gelato artigianale. Ad ac-cogliere i clienti del Nazionale il bancone che espone le prelibatezze prodotte dal laboratorio-pasticceria artigianale situato al piano superiore e un corridoio che porta a due accoglienti sale da tè, tra poltroncine dal design moderno e vecchie foto storiche che ritrag-gono la Ravenna di un tempo passato. Il proprietario Andrea Astolfi, titolare del gruppo alberghiero Premier Hotels, società che già gestisce il Bar Grand’Italia, ha affidato il restyling della struttura all’architetto Fran-cesca Valzania dello Studio Design e Architettura di Milano Marittima, che ha coniugato in un sapiente mix antico e moderno, passato e futuro. Ecco allora che nelle sale da tè sarà possibile degustare le miscele di infusi più pregiati, prodotti dalla Bottega Giorgioni, brioche, crêpe e molto altro ancora. “Si tratta di un bel segnale per la città - spiega Marco Ravaioli, direttore del Nazionale e del Grand’Italia -. Investire così tanto nella stessa piazza di questi tempi vuol dire credere davvero in quello che Ravenna e il suo centro storico possono offrire”.

E sarà un’altra piazza, quella delle Antiche Carceri, conosciuta come piazzetta “delle Poste”, anch’essa in fase di ristrutturazio-ne, che collegherà il Nazionale a via Gordi-

ni e che farà da cornice a concerti, presentazioni di libri ed eventi di vario genere. Visibile dalla vetrata interna della sala da tè, la piazzetta sarà collegata a piazza del Popolo da un tunnel e si preannuncia come un suggesti-vo “salottino” nel cuore del centro storico. Se il Grand’Italia ben si presta ad una consumazione veloce, al banco, la Cremeria invita invece a entrare per sedersi e gustare una dolce pausa lontano dallo stress quotidiano. Fiore all’occhiello del Nazionale sarà la creazione di dolci artigianali, affidata a uno chef napoletano, da gustare al bar o da portare a casa. Il laboratorio, con pasticceria a vista, offrirà una vasta scelta di leccornie, tra pasticcini, dolci di vario genere e anche torte su ordinazione, personalizzate e di cake design. Il locale offre anche una vasta scelta di gelato artigianale realizzato con materie prime di qualità e proposto anche in un’originale versione salata, con gu-sti come gorgonzola e olive. Il Nazionale si presta inol-tre ad ospitare catering, compleanni, riunioni aziendali, coffee break, matrimoni e aperitivi.

Il posto ideale per gustare tè,

dolci, pasticceria e gelati di

qualità nel cuore di Ravenna.

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Il capostipite Ricciotti fondò a Ravenna la

“Drogheria e Coloniali” nel 1888. Oggi Gigi

Giorgioni, rampollo di quarta generazione,

porta avanti il negozio di famiglia. Tra avvolgenti

aromi e fragranze.

Giovane, sportivo, sguardo intelli-gente. Gigi Giorgioni è il rampollo di quarta generazione dell’azien-da da anni leader nella vendita al dettaglio di prodotti naturali ed erboristici. Il capostipite, Ricciotti Giorgioni, nel 1888 fondò la “Dro-gheria e Coloniali”, una novità per Ravenna, un tale successo che gli valse la medaglia d’oro al lavoro. Seguirono Giulio e, terza gene-razione, e Maurizio. Negli anni l’azienda, sotto il marchio de “La Butega ad Giorgioni”, si è arricchi-ta di prodotti e ha cambiato le mo-dalità di vendita: oggi si lancia sul web e stabilisce contatti con tutta Italia e con l’estero. Gigi è un ragazzo dinamico, gioca in una squadra di pallavolo, esce con gli amici e ama il cinema. Poi, ogni mattina, torna ad occuparsi di quel mondo meraviglioso che ben conosce fin da bambino insie-

me a suo padre Maurizio, che defi-nisce “mio collega di lavoro”.Lavorarenell’aziendadifamigliaèunaconseguenzaounascelta?“Sicuramente una mia scelta, nata da una passione che coltivo da sempre. Fin da bambino, in fami-glia, ho assorbito i profumi delle erbe, ho bevuto tisane, mangiato pasta kamut quando non era di moda e pane integrale. Era inevi-tabile che sentissi l’appartenenza a questo mondo fatto di spezie, erbe aromatiche e tanto ancora”.Hastudiatoerboristeria?“No, sono laureato in Comunica-zioni Internazionali. Tutto quello che so, tutta la mia esperienza, mi provengono dagli anni trascorsi con mio nonno e mio padre Mau-rizio, che si è diplomato in erbori-steria all’università di Urbino ed ha partecipato a corsi di naturopa-tia, iridologia e approfondimenti

sui ritrovati di nuova generazione. Devo dire, comunque, che la mia laurea oggi mi torna utile, perché noi lavoriamo molto su web e ab-biamo clienti sparsi ovunque, da Parigi alla Sicilia. Abbiamo alcu-ni prodotti esclusivi, introvabili in tutta Europa, che ci vengono richiesti. Mandiamo la senape in Germania; l’essenza di tartufo per addestrare i cani, ad esempio, l’ab-biamo solo noi e la spediamo in tutta Europa. Molti clienti milanesi vengono a Ravenna appositamente per acquistare i nostri prodotti...”.E come sono i ravennati? Sonoclientiabituali?“C’è chi quasi ogni giorno viene per le caramelle speciali, per la ti-sana, le spezie... Per loro è una pia-cevole abitudine frequentare il ne-gozio e chiedere consigli, mentre si inebriano dei meravigliosi pro-fumi di cui l’ambiente è saturo”. IN

testo Anna De Lutiis - foto Massimo Fiorentini

La via delle Spezie

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Vendere | Gigi Giorgioni

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Un pomeriggio d’autunno seguendo il percorso della via Ravegnana lungo quello che anticamente era il tracciato dell’acquedotto romano: un viaggio che è un concentrato di arte, storia e natura nel cuore della campagna romagnola.

testo Andrea Casadio - foto Claudia Presti

La strada lungo il Fiume

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Percorrere | La Ravegnana da Forlì a Ravenna

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La pieve, il fiume e, a poca distan-za, la Ravegnana, in procinto di stringersi ad esso in un abbraccio che si scioglierà solo alle porte di Ravenna. È senza dubbio da qui, dalla pace bucolica e appartata di Pieve Acquedotto, che vale pena iniziare il nostro viaggio nella sto-ria e nella natura da Forlì a Raven-na lungo il percorso del Ronco. Una storia che nei nomi stessi di questi luoghi trova una sua sinteti-ca ma chiara delucidazione e che ci parla di quando qui innalzava le sue arcate l’acquedotto romano che dissetava Ravenna con le ac-que dell’Appennino, e poi di quan-do - verso il 1100 - lungo il suo tra-

gitto si inalveò definitivamente il vecchio Bidente. Il “roncare” (dis-sodare un territorio incolto) fu al-lora l’attività che iniziò a esplicarsi alacremente lungo le sponde del fiume, dandogli un nuovo nome e facendolo diventare la spina dorsa-le della riconquista di quelle lande selvagge al ripopolamento.Superata Pieve Acquedotto (ecco così svelata l’origine di questo sin-golare nome) e ormai gomito a go-mito con il fiume, la strada corre larga e veloce nella campagna. A destra, oltre la sponda, scivola via l’abitato di BorgoSisa, con la villa che fu dello scrittore AntonioBel-tramelli. Dalla nostra parte, i casali

Sotto e in apertura, la pieve di S.Apollinare in Longana. A fianco, la chiesa di Durazzanino.

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si susseguono fino alla comparsa del profilo svettante del campanilediDurazzanino e, poco dopo, del borgo di Coc-colia. Questo, proprio al confine fra le due province, è un punto “strategico” nella geografia della pianura romagno-la. Qui il canale di Ravaldino, provenendo da Barisano, si getta nel Ronco; qui, di conseguenza, venne costruito già nel Medioevo il mulino, che oggi, meccanizzato, ancora domina con la sua mole imponente l’abitato. Qui, infine, i percorsi si incrociano e si sovrappongono. Da una parte, oltre il ponte sul fiume, la strada verso il mare; dall’altra, quella verso S. Pietro in Trento e la campagna faentina.

Al di là del ponte, la prima delle tante ville padronali dell’aristocrazia ravennate, l’Arrigoni-DellaTorre, con le sue eleganti forme neoclassiche celate dal parco e il suo maestoso viale di pini che si addentra nella campagna. Al di qua, il complesso della villaPasolini, nel secolo scorso una delle più importanti e moderne aziende agricole ro-magnole, formata da edifici costruiti in epoche diverse e anch’essa nascosta alla vista da un parco maestoso.A questo punto, a un occhio attento non sfugge un parti-

Seguendo le anse del Ronco

O R C I a N I

Via Giorgini, 1 - Castrocaro (FC) Tel. e fax 0543 768037

seguici su

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colare rivelatore: se prima il fiume scorreva in una sorta di “canyon” naturale, o al massimo protetto da spalti poco più che abbozzati sul piano di campagna, ora la strada corre su grandi argini che danno al viaggio una suggestiva visuale a “volo d’uccello”. Più che qua-lunque sanzione amministrativa, è il segno che un confine è stato superato e che siamo entrati nel territorio di Ravenna. È così che, dopo pochi chilometri, vediamo aprirsi una delle visioni più sceno-grafiche di tutto il percorso, quel-la della settecentesca villa “Mo-naldina”, con l’elegante cancello in ferro battuto, il viale d’accesso fiancheggiato da statue e l’imman-cabile parco all’inglese a fare da degno coronamento all’insieme. Siamo ormai alle porte di un’altra borgata, Ghibullo, che nel suo stes-so nome (dal tardo latino Gaibus, “conca”, “corso d’acqua”) ricorda

la storia di queste terre. Come nel caso di Coccolia, anche a Ghibullo la presenza di un agglomerato non è casuale: il ponte che attraversa il fiume sulla destra in direzione di San Pietro in Vincoli e, poco dopo, l’incrocio con la strada che scende a sinistra verso Russi ci dicono che anche questo è un punto focale nella rete viaria di questo lembo di Romagna. Non a caso la piccola borgata, già sede di un punto di ristoro e osteria per i viandanti, fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento ospitò anche una stazio-ne del tramway Ravenna-Forlì, che correva appunto lungo il tragitto della Ravegnana. Dopo qualche chilometro, la vi-sione della pievediS.ApollinareinLongana, isolata in basso a poca distanza dalla piccola borgata omonima, ci riporta a quando le sue umili mura erano una delle po-che presenze umane del territorio.

L’ingresso e uno scorcio di Villa Miserocchi.

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Scorci d’autunno e ville

Edificata presumibilmente intorno all’anno Mille, è un semplice edificio a navata unica, affiancato da un piccolo campanile a guglia conica. Subito dopo, i maestosi filari di pioppi cipressini annunciano l’ottocentesca villaMise-rocchi, un tempo nucleo dell’azienda agricola della fami-glia Ghezzo, un’azienda all’avanguardia nella sua epoca. Le sue inconfondibili case coloniche, con le facciate in mattoni e i nomi dei poderi scritti in rilievo, sono ancor oggi una delle presenze più caratteristiche della zona.La strada, quasi rettilinea, corre ora veloce verso Raven-na, su una campagna che forse non è più il “giardino” di un tempo ma è ancora verde, ubertosa e sostanzialmente risparmiata dalla speculazione edilizia altrove imperante.

Dopo la chiusa di S. Bartolo, lo sguardo riesce forse a scorgere oltre il fiume la “colonnadeiFrancesi”, il pilastro di marmo a forma di spada eretto alla metà del ’500 a ricordo della celebre battaglia svoltasi in quei luoghi esat-tamente mezzo millennio fa. In questo punto, l’incrocio con la statale Adriatica segna l’ingresso nel primo confine funzionale e psicologico con la città. Ancora un paio di chilometri e, alle porte di Ravenna, il Ronco scioglierà il vincolo che a Forlì lo aveva legato alla nostra strada. Dopo l’unione con il “fratello” Montone, un nuovo, più vasto abbraccio lo attende nell’orizzonte dell’Adriatico. La strada giungerà a Ravenna nella caratteristica cornice di borgoS.Rocco, dove il “Portonaccio”, suo ideale punto di arrivo, aprirà al viandante l’ingresso agli ori e agli splendori dell’antica capitale. IN

L’acquedotto di Traiano

I motivi di interesse di un percorso storico sul Ronco non sono solo a lato dei suoi argini, bensì anche dentro, per così dire, il suo stesso corpo. Quando il fiume è in secca è infatti possibile in alcuni punti veder affiorare dall’acqua quello che resta dei piloni dell’antico acquedotto. Costruito da Traiano e restaurato da Teodorico, esso assicurava il rifornimento idrico di Ravenna e Classe dalla zona di Meldola. Col tempo si incassò forse nei terreni soffici della pianura, tracciando così per il fiume una via di passaggio verso il mare.

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Page 42: IN Magazine Faenza 04/2013

Magazzino Parallelo a Cesena (per chi non c’è mai stato è un’e-sperienza da fare), una sera di metà settembre, i SacriCuoriche provano: sarà la musica che gira intorno - come cantava qualcuno -, ma non può esserci cornice diversa e migliore per conoscere la band.

AntonioGramentieri, fondatore del gruppo con un passato da giorna-lista prima del salto per dedicarsi full time alla sua musica, racconta e si racconta con passione e calma insieme: “Siamo in partenza per un tour di più di un mese, prima in Australia poi in Europa. È un mo-

Una formazione tutta romagnola e una musica

che fonde il folk dell’America di confine con

il liscio, il popolare con il colto, il sacro col profano. È il sound dei Sacri Cuori,

tra Venezia e l’Australia.

testo Serena Focaccia - foto Angela Anzalone

Il sound della Terra

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Suonare | Sacri Cuori

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mento importante per i Sacri Cuori, che chiude un ciclo di due anni molto impegnativo e pieno di soddisfazioni: più di trecentocinquanta concerti, l’uscita dell’album ‘Ro-sario’, le tante collaborazioni soprattutto internazionali e poi la colonna sonora per un film premiato al Festival del Cinema di Venezia.” Partiamo allora dalla cronaca recente, i Sacri Cuori sono reduci da un festoso “passaggio in laguna” insieme al cast e al regista, Matteo Oleotto, del film“Zoran,ilmionipotescemo”, pellicola che ha riscosso un notevole successo nella “Settimana della critica”, ottenendo una menzione speciale, e ha vinto il Premio del pubblico, il Premio dei Cineclub e il Premio “Schermi di qualità”. Un bel palma-res per un regista esordiente e una bella soddisfazione per i Sacri Cuori che hanno composto la colonna sonora. “Per creare le musiche del film - racconta Gramentieri

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Page 44: IN Magazine Faenza 04/2013

- ho iniziato facendo un sopralluo-go con Oleotto nei luoghi del film (ambientato a Gorizia, ndr). Poi abbiamo registrato le melodie che ho creato con la chitarra seguendo le suggestioni che mi erano giun-te dai posti che avevo visto, senza conoscere niente della sceneggia-tura. Solo dopo ho letto lo script e abbiamo composto altri pezzi.

Alla fine molti fra i brani scelti dal regista erano quelli nati dal primo sopralluogo. È stato bello lavorare in estrema libertà, per un film che non risentiva di pressioni commer-ciali, e il successo di Venezia è stato davvero una felice sorpresa. Senza dubbio quella della composizione di colonne sonore è una strada che vogliamo continuare a percorrere.”

E senza dubbio la musica dei Sacri Cuori, tutta di pezzi rigorosamen-te strumentali, si propone come una naturale colonna sonora, viva di storie e personaggi che si fan-no reali nel movimento suadente o evocativo dei suoni. I riferimen-ti musicali e anche culturali sono aperti e dichiarati: “Siamo una for-mazione tutta composta di roma-gnoli, ci siamo formati con la mu-sica dell’America di confine, del Messico, con sonorità folk e blues. Confrontandoci con questi moduli musicali lontani abbiamo ritrova-to elementi inconsci che arrivano dalla nostra terra, come il liscio, e li abbiamo rielaborati in una vi-sione di sintesi che non vuole dare un’immagine nostalgica, da car-tolina dell’Italia, ma una visione immaginaria e immaginifica, una musica ‘in dormiveglia’. I nostri riferimenti diretti sono i compo-sitori di colonne sonore degli anni Sessanta e Settanta, cito Nino Rota per tutti. Con i nostri pezzi voglia-mo sempre raccontare una storia,

A fianco, i Sacri Cuori durante il concerto di saluto al Magazzino Parallelo prima di partire per il tour. A fianco, da sinistra Antonio Gramentieri, Diego Sapignoli e Francesco Giampaoli.

Sacri Cuori on stage

Sacri Cuori nasce come una formazione aperta creata da Antonio Gramentieri, chitarrista e compositore, che racconta così le origini del gruppo: “Nel 2008

avevo pronto un album, ‘Douglas and Dawn’, e la casa discografica mi disse che era il caso di dare un nome al gruppo di musicisti e così nacquero i Sacri Cuori.

Il nome s’ispira all’iconografia religiosa popolare del ‘Sacro cuore di Gesù’, un’immagine che mi ha sempre affascinato per la sua natura molto umana e poco

divina.” Il nucleo del gruppo si è stabilizzato poi con Diego Sapignoli alla batteria e percussioni e Francesco Giampaoli al basso, che compone anche alcuni fra

i brani che i Sacri Cuori suonano nei live; presenze ormai stabili sono anche Denis Valentini (al basso tuba e percussioni) e Francesco Valtieri (al sax baritono)

approdato nel gruppo in occasione della registrazione della colonna sonora di “Zoran, il mio nipote scemo”. Dopo i successi cinematografici, l’album “Rosario”,

la partecipazione a vari festival - tra cui “Trentino in jazz” e “Ravenna festival” - e l’attività di backin’ band per musicisti italiani e internazionali (Il Pan del Diavolo, Hugo Race, Richard Buckner, Robyn Hitchcock...), i Sacri Cuori chiudono il 2013

con il tour partito il 19 settembre da Brunswick in Australia e che li vede in scena prima per il pubblico australiano e poi in Europa fino a novembre.

Ph. Eleonora Rapezzi

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creare una narrazione, senza virtuosismi tecnici fine a se stessi né pretese intellettuali.” E sono proprio storie quelle che si ascoltano nell’album “Rosario”, uscito da un anno per l’etichetta londinese Decor Records e con un ottimo riscontro di critica. Dopo il tour “agli antipodi”, si chiu-derà dunque un ciclo. Quali le nuove prospettive che si apriranno per i Sacri Cuori? “Dopo due anni così intensi l’obiettivo per noi è alzare ancora il livello qualitativo. Vorremmo aumentare le presenze nei festival musicali, dove ci piace essere presenti con la nostra musica per

abbattere gli steccati fra i generi. Senza dubbio vogliamo anche continuare a lavorare per il cinema e proseguire e aumentare le collaborazioni internazionali.”Intanto arrivano gli altri componenti del gruppo, il batte-rista DiegoSapignoliche suona con Gramentieri dal 2005 e ora seduto al tavolo tiene sulle ginocchia il suo piccolo Damiano di quasi due anni, il bassista FrancescoGiampa-oli, FrancescoValtierie DenisValentini. Una pausa prima di andare in scena, prima di raccontare le loro storie (e un po’ di se stessi) suonando. Hanno tutti gli occhi buoni di chi vive di musica e i gesti appassionati di chi la sente nel cuore. Poche volte nome di una band fu più azzeccato quanto quello dei Sacri Cuori. IN

Musica che racconta

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Vini di carattere ma sempre più raffinati quelli prodotti in Romagna. Così li descrive Claudia Bondi,

sommelier giovane ma già molto esperta,

vincitrice di alcuni tra i più prestigiosi concorsi

nazionali e fondatrice di “Perle & Perlage”.

Claudia Bondi è aretina di origine, giovane, spregiudicata e vincitrice del Master del Sangiovese 2012, tenuto a Faenza. Le abbiamo chie-sto di parlarci del suo rapporto con questo vitigno, se per lei è un compagno di vita o un amante mo-mentaneo, visto che l’anno prece-dente ha vinto anche il Master del Nebbiolo, altro grande patrimo-

nio genetico vitivinicolo Italiano.“Sono nata e cresciuta nella cam-pagna toscana - racconta - in una zona praticamente equidistante da Arezzo, Firenze e Siena. Il Chian-ti era di conseguenza il vino ‘di casa’, ed è proprio nei paesi del Gallo Nero che serbo i ricordi del-la mia infanzia ed adolescenza. Per questo se dovessi descrivere il mio

rapporto affettivo con il Sangiove-se non lo definirei né compagno di vita né flirt passeggero: si tratta piuttosto di una persona di fami-glia, saggia e rassicurante ma non per questo priva di verve, come in genere sono gli zii preferiti. Con il Nebbiolo invece si è trattato di un’amicizia più adulta e ragionata, costruita nel tempo, e pure essa, ma

testo Alessandro Rossi

Sangiovese mon Amour

46 | IN Magazine

Degustare | Claudia Bondi

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per ragioni diverse, indissolubile”. CosanepensidelSangiovesepro-dottoinRomagna?“In prima battuta ho spesso indivi-duato negli accordi di amarena ed in una golosa polposità il carattere dominante del Sangiovese di Ro-magna: il quale poi, pian piano, regala quasi sempre note di vivace morbidezza, che nelle interpreta-zioni più importanti porta in dote una persistenza al rabarbaro. Ne-

gli ultimi anni il Sangiovese di Ro-magna ha mostrato una generale crescita qualitativa, con addirittu-ra dei picchi in alcuni casi, grazie soprattutto ad un solido gruppo di cantine, formato in parte da nomi storici ed in parte da nuovi, che sta lavorando molto bene, con risultati figli di solide realtà che lavorano in maniera inappuntabile, seguendo delle visioni ben precise. Adesso è indispensabile compiere il passo successivo: far conoscere al grande

pubblico la nuova dimensione del Sangiovese di Romagna, che per fortuna anche in questa fase evo-lutiva ha mantenuto il suo caratte-re generoso e diretto, indossando però una veste più raffinata”.Da unoadieci,doveposizionere-stil’asticellaqualitativadeivinidiquestaregione?“Non è facile... Se devo proprio indicare un numero direi in pros-simità del 7, con diverse cantine

ormai stabilmente sulle vette dell’eccellenza e molte invece che, pur attestandosi sulla sufficienza piena, devono ancora crescere”.SecondotelaRomagnadovepuòar-rivarequalitativamenteparlando,equalisonoilimitidiquestaterra?“Per la maggior parte delle aziende i margini di miglioramento sono davvero molto ampi. Credo sia ne-cessario puntare sulla valorizzazio-ne dell’unicità di ciascuna Sottozo-na, poiché la Romagna ha questa

grande fortuna: avere microaree non banalmente tracciate a tavoli-no ma peculiari tasselli che vanno a formare l’insieme. Da un punto di vista strettamente vitivinicolo penso che il limite sia ancora da raggiungere e quindi da identifica-re, proprio perché, nonostante la viticoltura sia presente in quest’a-rea da tempo immemore, è relati-vamente da poco che è iniziato il confronto con i ‘big’ del settore. Ora non rimane che camminare sul sentiero già imboccato, e far conoscere i vini prodotti qui nel migliore dei modi”.C’èunazonaouncomunecheprefe-riscistilisticamenteall’internodelterritoriodiproduzionedelSangio-veseDocdiRomagna?“Ogni cantina è un organismo a sé stante, ma in Romagna ho una predilezione per i vini prodotti nell’area di Bertinoro”.Perché?“Sono eleganti e voluttuosi, con tannini importanti che spesso pre-ludono ad una notevole lunghezza nel tempo, e recano una traccia di mineralità che costituisce una sorta

Sangiovese, un vino generoso

Bere e farlo bene

Per chi desidera muovere i primi passi nel mondo del vino e per chi desidera scoprire curiosità e consigli Alessandro Rossi, insieme a Vittorio Manganelli, ha pubblicato la nuova e originale guida “I segreti per bere bene” (Edizioni IN Magazine). In 52 schede utili e piacevoli tutti i segreti più interessanti: come degustare e descrivere un vino, come servire una bottiglia in tavola senza sbagliare, fino all’utilizzo del vino in cucina e all’abbinamento di un ottimo bicchiere con il cibo giusto. Non mancano inoltre preziose indicazioni su Doc, Docg e sulle principali zone vinicole italiane e del mondo. E per tutti gli amanti del bere bene la selezione dei 52 vini che vanno assaggiati almeno una volta nella vita, quelli da portare su un’isola deserta in compagnia di 52 citazioni letterarie a tema enologico.

IN Magazine | 47

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di comune denominatore. Non per niente Bertinoro sorge direttamen-te sul cosiddetto “spungone”, arena-ria calcarea con forte presenza di fossili conchiliferi, e gode di un mi-croclima particolarmente propizio, accarezzato dalle brezze marine”.Cometisembrachesistiaevolven-doilmondodelvino?“C’è una crescente predisposizio-

ne e preferenza per rossi e bianchi permeati da una vena di freschez-za, e ciò rappresenta uno stravol-gimento di fronte molto deciso, dopo anni in cui il gusto esigeva calici più possenti”.Nontuttisannocheogniannovieneelettounambasciatoredellocham-pagne per l’Italia (www.lesam-bassadeursduchampagne.com), il

qualeconcorrepoiancheperam-basciatore dello champagne nelmondo.Èrarocheivitigniabaccarossacomenebbioloesangiovesecombacino con le bollicine.... maorapossiamodirlo!Dapochissimigiorniseidiventataambasciatriceitalianadellochampagne.Raccon-tacianchequestaesperienza.“Negli ultimi giorni è stato come salire su una giostra e ho realizza-to solo adesso quello che è succes-so: l’avverarsi di un sogno e di un obbiettivo a cui puntavo da tempo e a cui mi sono preparata in questi due anni, con passione infinita e metodo. È un onore questa cari-ca, che cercherò di adempiere al meglio. A fine ottobre si terrà poi la Finale Europea, dove mi con-fronterò con gli ambasciatori di altre nazioni come Francia, Gran Bretagna e Germania. Per scara-manzia preferisco non aggiunge-re altro al momento.” IN

Questione di stile

Claudia Bondi è nata nel cuore della campagna toscana sotto il segno del Sagittario e ora vive a

Firenze, anche se il suo lavoro la porta spesso (e volentieri!) in

viaggio. Dopo studi prima classici e poi economici e un passato nel

mondo della moda è diventata sommelier, trasformando l’amore

per il vino nella sua professione. Vincitrice dei concorsi nazionali

“Nebbiolo Master” nel 2011, “Master del Sangiovese” nel 2012 e ambasciatrice dello champagne

per l’Italia nel 2013, fondatrice e proprietaria di “Perle & Perlage”,

lavora come wine-consultant e scrive per “Live in Magazine”. Ha un debole per cavalli, orologi e Francia.

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Cucina del territorio rivisitata, specialità di carne e pesce, pane fatto in casa, preparazione a base di foie gras e tartufi in stagione, formaggi d’alpeggio con mostarde e confetture, ampia selezione di vini nazionali

LE NOSTRE SPECIALITà

_Aperto a pranzo per colazioni di lavoro. Ideale la sera, per cene intime, in una romantica atmosfera_

Una tessera gastronomica nella mosaicale creatività di Ravenna

S. Michele (RA) - Via Faentina, 275 - Tel./Fax 0544 414312 - giovedì chiuso

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La tensione emotiva di un tempo sospeso traspare in ogni opera di Onorio Bravi, artista poliedrico capace di trasformare immagini contingenti in scorci d’infinito.

Verso i 30 anni, alla metà degli Ottanta, Onorio Bravi, avvertendo l’esigenza di dar voce a quella pas-sione che fin dall’infanzia occasio-nalmente si manifestava, decide di dare una svolta alla sua vita e di intraprendere la strada dell’arte. Non come dilettante. Dopo un pe-riodo di collaborazione con l’arti-sta ravennate Giovanni Strada, s’i-scrive all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e frequenta i corsi di incisione di Matteo Accarino, di scenotecnica di Koki Fregni, di pit-tura di Vittorio d’Augusta e del ru-meno Radu Dragomirescu. Mentre completa la formazione culturale e artistica, realizza le prime sculture

in ferro e acciaio e negli anni No-vanta s’mpegna con il gruppo “car-risti” di Massa Forese di Ravenna, come scenografo e modellista per l’allestimento di carri allegorici. Esperienza significativa, non solo per gli esiti quanto per la consa-pevolezza che l’improvvisazione vada ricondotta sistematicamente a un’idea stabile, a un progetto. Da questo momento inizia a lavorare per cicli e nuclei tematici struttu-rati, che consentono di sviluppare ed esprimere riflessioni per imma-gini, utilizzando soprattutto la pit-tura e l’incisione. La sua attenzione è rivolta al pae-saggio, non per gli aspetti descrit-

tivi e naturalistici, quanto per la dimensioneatmosfericaingradodiaccogliereedareforzaespressi-vaasituazioniestatimentali. La concezione dello spazio naturale, trasformato in spazio pittorico ed emozionale, è suggerita dalla breve quanto intensa esperienza in Al-geria e dal ricordo vivo dei luoghi dell’infanzia sull’Appennino to-sco-romagnolo. Così, le ambienta-zioni, tra il reale e l’immaginario, popolate da architetture geometri-che fantastiche, arcate, case e torri dai volumi contorti, evocano un mondo originario, quello arcaico e primitivo delle pitture rupestri che il tempo non ha cancellato, e

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

Il teatro della Memoria

50 | IN Magazine

Creare | Onorio Bravi

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si prestano come fondali di un teatro della memoria, in attesa che sul palcoscenico dell’immaginazione inizi la rappresentazione. Ma prima di tutto la scena e l’azione vanno create e costruite. Ecco allora l’inserimento di sagome umane delineate nella loro essenzialità. Spesso appaiono abbandonate e smarrite con le braccia alzate in segno di resa, oppure accovacciate e immobili, come se stessero aspettando qualche evento che oltrepassi il momento attuale. Iritratti,prividiogniriferimentofisiognomico,nellaloroevanescenza testimoniano una condizione esistenzialeliberadacondizionamenti, tanto che Bravi li considera “frammenti di un unico grande ritratto, un autoritratto reiterato, forse un paesaggio dell’anima”. Lo sconfina-mento oltre il dato realistico è reso da una pittura tene-brosa e notturna. L’indeterminatezza temporale è raffor-zata dalla fluida pastosità cromatica e dagli accostamenti contrastanti dei viola, dei blu, dei rossi e dei gialli. Pur in assenza di vibrazioni solari non è una pittura fredda, anzi gli scorci luminosi di un chiarore lunare trasmettono calore ed energia. In particolare, i sempre più frequenti inserimenti fluorescenti, squillanti ed esplosivi, rendono le composizioni cariche di spessore sentimentale, tanto che Jauns nella presentazione della mostra “Momenti contingenti” lo definiva “seminatore di emozioni”, anti-cipando il titolo della recente mostra di Bagnacavallo. IN

Creatività a tutto campo

Onorio Bravi è nato a Portico e San Benedetto (Fc) nel 1955. A 8 anni si trasferisce a San Zaccaria, dove tuttora vive. Compie studi tecnico-scientifici e inizia a lavorare come fabbro. Nel 1984 va in Algeria per alcuni mesi e lì decide di intraprendere la strada dell’espressione artistica. Si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e inizia un’intensa attività creativa, che spazia dalla scultura al mosaico, dal disegno alla pittura e dalla scenografia all’incisione, in particolare alla xilografia. Espone a Casa Cini a Ferrara nel 2000, poi le personali al Palazzo dei Congressi a Ravenna nel 2003, di Campiano nel 2004, alla Biblioteca Nacional-Ministero de Cultura a Madrid nel 2008; tiene mostre anche a Forlì, Portico di Romagna, Cesena, Bagnavacallo. In allestimento due personali per il museo Interreligioso della Rocca Vescovile di Bertinoro (10 novembre - 15 dicembre 2013) e per il Palazzo del Ridotto della Galleria Comunale d’Arte di Cesena (5 aprile - 4 maggio 2014).

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IN Magazine | Special ADV

Incontriamo una giovane ed elegante imprenditrice for-livese, è Francesca Rambaldi, volto e spirito di Oggetti d’Autore, nella nuova sede dello showroom in Via Do-menico Martoni a Forlì. Definirlo showroom del mobile di design sembra quasi riduttivo, infatti in una superficie di oltre 1.200 mq il visitatore può vivere la sensazione di una dimora, in cui sono esposti mobili frutto di studi di design accurato, che hanno fatto la storia del mobile italiano e internazionale. Il visitatore (come i titolari pre-feriscono definire i loro clienti) può vivere direttamente l’arredo di ogni ambiente della casa, partendo dalle cu-cine di Bulthaup, alcune di queste funzionanti, per poter testare con mano qualità e funzionalità del prodotto e vivere in anteprima quella che diventerà la cucina della

propria casa. Il marchio Bulthaup rappresenta l’eccel-lenza nel campo dell’arredamento della cucina, marchio mancante nel nostro territorio da diversi anni. Ma sono presenti anche cucine Dada e per l’arredo degli altri am-bienti della casa vengono proposti i marchi Frau, Cap-pellini, Vitra e Molteni e tutto ciò che serve per creare ambienti di vita in cui trascorrere i migliori momenti.Oggetti d’Autore nasce nel 2004 come showroom di poltrone Frau per ufficio, da Frau ufficio si è passati alla decisione di arredare totalmente la casa; dal 2008 su-bentra poi Francesca Rambaldi che, insieme all’ar-chitetto Gloria Romboli, decide di donare tutta la sua competenza nel settore per proporre soluzioni di arredo di altissimo livello. Capire i veri bisogni del cliente è

l’obiettivo prioritario, la casa diventa il luogo fonda-mentale della persona e ogni suo spazio è caratterizzato da una funzionalità, per esempio la cucina può essere vissuta come un laboratorio. Per usare le parole di Fran-cesca Rambaldi: “Noi desideriamo dare al cliente una mano prima ancora che la sua casa sia nata”. Come deve risultare per voi un ambiente elegante?“Un ambiente elegante deve essere studiato e al tempo stesso estremamente naturale, qualcosa di affascinan-te, ma non gridato, anche solo un ‘pezzo’ d’autore può rappresentarne lo stile. Il design non deve mai essere dozzinale né noioso, deve creare pezzi intramontabi-li come la Vanity Fair di poltrone Frau, sempre uguale dal 1929, che è l’esempio perfetto di un ‘pezzo’ che fa la differenza, che dona quell’eleganza giusta e sobria in qualunque circostanza. Per Oggetti d’Autore la casa deve essere il leitmotiv della vita del suo occupante, deve rappresentare la canzone del cuore, la melodia che ognuno eleva a colonna sonora del proprio stile di vita. Un servizio di ottima progettazione e la soddisfa-zione del cliente sono i migliori ambasciatori del nostro approccio.”

Che cosa dovrebbe cambiare nella mentalità del-le persone perché il mobile diventi oltre che una forma d’investimento anche una forma d’arte?“Per prima cosa la comunicazione, ma soprattutto la soddisfazione del cliente, che consideriamo il nostro mentore, colui che ci sta dando fiducia e deve capire che questa è ben riposta. Il nostro obiettivo è la soddi-sfazione del cliente, in primo luogo per una questione di riconoscenza nei suoi confronti.”L’organizzazione dello showroom infatti trasmette una sensazione di estrema accoglienza, ci si sen-te come ospiti di una casa, la visita può essere guidata e anche libera e tutto risulta organizzato per creare ambienti di arredo con soluzioni facil-mente comprensibili...“Noi mettiamo i grandi marchi al servizio delle esigenze del nostro cliente: Oggetti d’Autore si contraddistingue senza dubbio per i marchi, ma la nostra volontà è quella di farci riconoscere per il nostro servizio. Siamo come il costumista dietro alle quinte, per noi i protagonisti sono i nostri clienti, sul palco sono loro che salgono, noi assi-stiamo la loro idea.”

la canzone del cuoreAmbienti eLeGAnti e peRsOnALi queLLi pROpOsti dA OGGetti

d’AutORe A FORLì neL nuOvO e ACCOGLiente shOwROOm

ARREDARE LA cAsA con oggEtti D’AutoRE

Oggetti d’Autore Via Domenico Martoni 51, 47122 Forlì (FC) Tel. 0543 724163 - [email protected]

Grandi marchi per soddisfare

ogni esigenza del cliente e

creare ambienti di classe.

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IN Magazine | Special ADV

Incontriamo una giovane ed elegante imprenditrice for-livese, è Francesca Rambaldi, volto e spirito di Oggetti d’Autore, nella nuova sede dello showroom in Via Do-menico Martoni a Forlì. Definirlo showroom del mobile di design sembra quasi riduttivo, infatti in una superficie di oltre 1.200 mq il visitatore può vivere la sensazione di una dimora, in cui sono esposti mobili frutto di studi di design accurato, che hanno fatto la storia del mobile italiano e internazionale. Il visitatore (come i titolari pre-feriscono definire i loro clienti) può vivere direttamente l’arredo di ogni ambiente della casa, partendo dalle cu-cine di Bulthaup, alcune di queste funzionanti, per poter testare con mano qualità e funzionalità del prodotto e vivere in anteprima quella che diventerà la cucina della

propria casa. Il marchio Bulthaup rappresenta l’eccel-lenza nel campo dell’arredamento della cucina, marchio mancante nel nostro territorio da diversi anni. Ma sono presenti anche cucine Dada e per l’arredo degli altri am-bienti della casa vengono proposti i marchi Frau, Cap-pellini, Vitra e Molteni e tutto ciò che serve per creare ambienti di vita in cui trascorrere i migliori momenti.Oggetti d’Autore nasce nel 2004 come showroom di poltrone Frau per ufficio, da Frau ufficio si è passati alla decisione di arredare totalmente la casa; dal 2008 su-bentra poi Francesca Rambaldi che, insieme all’ar-chitetto Gloria Romboli, decide di donare tutta la sua competenza nel settore per proporre soluzioni di arredo di altissimo livello. Capire i veri bisogni del cliente è

l’obiettivo prioritario, la casa diventa il luogo fonda-mentale della persona e ogni suo spazio è caratterizzato da una funzionalità, per esempio la cucina può essere vissuta come un laboratorio. Per usare le parole di Fran-cesca Rambaldi: “Noi desideriamo dare al cliente una mano prima ancora che la sua casa sia nata”. Come deve risultare per voi un ambiente elegante?“Un ambiente elegante deve essere studiato e al tempo stesso estremamente naturale, qualcosa di affascinan-te, ma non gridato, anche solo un ‘pezzo’ d’autore può rappresentarne lo stile. Il design non deve mai essere dozzinale né noioso, deve creare pezzi intramontabi-li come la Vanity Fair di poltrone Frau, sempre uguale dal 1929, che è l’esempio perfetto di un ‘pezzo’ che fa la differenza, che dona quell’eleganza giusta e sobria in qualunque circostanza. Per Oggetti d’Autore la casa deve essere il leitmotiv della vita del suo occupante, deve rappresentare la canzone del cuore, la melodia che ognuno eleva a colonna sonora del proprio stile di vita. Un servizio di ottima progettazione e la soddisfa-zione del cliente sono i migliori ambasciatori del nostro approccio.”

Che cosa dovrebbe cambiare nella mentalità del-le persone perché il mobile diventi oltre che una forma d’investimento anche una forma d’arte?“Per prima cosa la comunicazione, ma soprattutto la soddisfazione del cliente, che consideriamo il nostro mentore, colui che ci sta dando fiducia e deve capire che questa è ben riposta. Il nostro obiettivo è la soddi-sfazione del cliente, in primo luogo per una questione di riconoscenza nei suoi confronti.”L’organizzazione dello showroom infatti trasmette una sensazione di estrema accoglienza, ci si sen-te come ospiti di una casa, la visita può essere guidata e anche libera e tutto risulta organizzato per creare ambienti di arredo con soluzioni facil-mente comprensibili...“Noi mettiamo i grandi marchi al servizio delle esigenze del nostro cliente: Oggetti d’Autore si contraddistingue senza dubbio per i marchi, ma la nostra volontà è quella di farci riconoscere per il nostro servizio. Siamo come il costumista dietro alle quinte, per noi i protagonisti sono i nostri clienti, sul palco sono loro che salgono, noi assi-stiamo la loro idea.”

la canzone del cuoreAmbienti eLeGAnti e peRsOnALi queLLi pROpOsti dA OGGetti

d’AutORe A FORLì neL nuOvO e ACCOGLiente shOwROOm

ARREDARE LA cAsA con oggEtti D’AutoRE

Oggetti d’Autore Via Domenico Martoni 51, 47122 Forlì (FC) Tel. 0543 724163 - [email protected]

Grandi marchi per soddisfare

ogni esigenza del cliente e

creare ambienti di classe.

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Abitare | Attico di città

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Ampie metrature permettono di utilizzare al meglio gli spazi in questo attico di città. Dalla zona per il brunch a quella per la lettura, dall’hammam alla palestra.

testo Annalisa Balzoni - foto Giorgio Sabatini

L’eleganza del Comfort

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A ridosso del centro storico di Forlì siamo ospiti di una giovane fami-glia, che ci ha aperto le porte della propria dimora. La nostra guida è lo stesso progettista, l’architetto forlivese Giancarlo Gatta, titolare dello Studio di Architettura Ne-rodichina, che ha curato la dispo-sizione degli interni, dando par-ticolare rilievo all’illuminazione, parte fondamentale e integrante all’interno di un piano architetto-nico, troppo spesso trascurata. Di recente costruzione, l’attico sor-ge in una zona residenziale e pren-de vita dall’unione di due unità immobiliari, sviluppandosi su un doppio livello: l’ultimo piano della

palazzina e annessa zona mansar-data, attorniata da ampi terrazzi destinati a giardini pensili e zone ludiche. Di impronta modernaeli-neare, l’attico risponde alle esigen-ze di una giovane famiglia di oggi, ogni ambiente risulta all inclusive, sobrio e al tempo stesso di gran gu-sto. Le ampie metrature sia per la zona living sia per quella notte sod-disfano l’occhio del visitatore, che riesce a captare l’idea progettuale nata per garantire e donare tutto il confort che dovrebbe racchiudere lo spazio in cui si vive.L’idea progettuale prende vita dal-la volontà di avere un’ampia zona giorno il più possibile aperta, sen-

Sotto e in apertura, due inquadrature dello spazio living e cucina. A sinistra, la zona dedicata a relax e lettura.

56 | IN Magazine

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za separare fisicamente i vari ambienti, per farli apparire come un ambienteorganicoeunico sia per scelta di arredo sia per scelta di finiture; infatti un elemento di congiun-zione e di dialogo in tutto l’appartamento è rappresenta-to dall’elegante pavimentazione, un parquet a listoni di color grigio fornito da Italy Professional parquet. Nella cucina di colore bianco, realizzata su misura da 3B Ar-redamenti, si è scelto di dialogare con l’ambiente living realizzando un lungo tavolo nel quale è inserito il piano

cottura. Dalla zona cucina il dialogo prosegue, senza confini, con la zona arredata e sapientemente illuminata destinata agli incontri e agli aperitivi con gli amici o a spuntini veloci; vi è anche un angolo destinato al relax e alla lettura, semplicemente ed elegantemente creato da librerie lineari e da una bellissima chaise longue in cavallino. Per valorizzare la cucina monocromatica, in sostituzione del classico rivestimento con ceramiche a parete, si è utilizzata una resinacolorantracite, realizzata dalla ditta forlivese Venerom con cura sartoriale; l’utiliz-zo sempre più frequente delle resine si deve, oltre alle

Scelte sobrie ed eleganti

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incredibili doti di durevolezza, so-prattutto ad una rara capacità di “arredare” l’interno e di renderlo unico, infatti la resina articola il suo carattere a seconda che ven-ga giocata su accordi tonali, ma-terici ed eleganti, o al contrario su ampie e contrastate gamme cromatiche che conferiscono agli ambienti un tono originale ma so-prattutto elegante. Altro elemento di arredo e di con-giunzione tra gli ambienti è rap-presentato dalla scelta dei corpiilluminanti, scelta che è ricaduta su Viabizzuno, azienda leader nel campo dell’illuminazione, che raccoglie intorno a sé esperienza, conoscenza e ricerca: troviamo faretti ad incasso nella controsof-fittatura in cartongesso, le vele, gli spot, la bacchetta magica nella zona “hammam” e i segnapasso a bassa intensità lungo i disimpegni e lungo il vano scala. Spicca nella zona living un grande lampadario di impronta classica reinterpreta-to in chiave moderna color rosso

di Murano, che dona all’ambiente un tocco di vivacità. Sempre sulla zona giorno si affaccia il doppio volume della zona mansardata destinata al confort. La zona not-te, posizionata sullo stesso livello di quella giorno, è rappresentata dall’intimità delle camere da letto, collegate da un corridoio lineare illuminato con punti luci di bassa

intensità, che sembrano annuncia-re al visitatore l’ingresso alla zona destinata al riposo. Bello il bagno padronale con sanitari forniti da Visani, ove spicca l’utilizzo di resi-ne sempre realizzate da Venerom e zona doccia con cromoterapia. Per gli arredi, si è integrato par-te del mobilio già in possesso dei proprietari con nuovi elementi dal-lo stile sobrio e “silenzioso” come il bellissimo divano di Cierre. Al piano superiore, a cui si accede

con una scala interna in cui si è utilizzato lo stesso tipo di parquet della pavimentazione, troviamo un “hammam”privato. Sempre più spesso nasce la necessità, da par-te di molte persone, di regalarsi un locale all’interno della propria abitazione dove rigenerarsi dal-lo stress e dalla routine della vita moderna. Si è dato vita così a un

posto magico dove poter dissolvere le tensioni, costituito da sauna, da piccola piscina con idromassaggio e cromoterapia e adiacente pale-stra con attrezzi Technogym.Terminata la nostra visita, non pos-siamo che ringraziare per l’ospita-lità e soprattutto complimentarci per la creazione di uno spazio di vita completo e accurato in ogni particolare, frutto di quell’irripe-tibile unione tra bisogni, sogni e volontà progettuale. IN

Il bagno padronale con la doccia dotata di cromoterapia.

Spazi dedicati al relax fisico

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IN Magazine | Special ADV

Quando nacque, 26 anni fa, non era che un piccolo sa-lottino di 15 metri quadrati riadattato, ora Farmacia Villafranca è un vero e proprio presidio sanitario di comunità, che all’interno dei 225 metri quadrati sop-palcati della nuova sede di via Lughese 256 offre ai clienti e in primo luogo a quelli delle frazioni del forese forlivese e ravennate, un ampio ventaglio di trattamen-ti, servizi e corsi dedicati alla cura del corpo e della salute. Da quel lontano 1987 ad oggi sono cambiati gli spazi ma non è mutato affatto lo spirito che muove

Carla Roncaglia, Sandra Rossi, Chiara Modena e Alessandra Mainetti. Nel lavoro, le quattro farmaci-ste usano sempre un principio attivo che non compare in etichetta: la passione per la propria professione.La nuova sede di Farmacia Villafranca, servita da un ampio parcheggio dotato anche di posti “rosa” dedi-cati a giovani madri e donne in dolce attesa, è stata inaugurata lo scorso 24 giugno. Si è trattato di un in-vestimento significativo in questi anni di crisi, voluto e portato a compimento proprio per sfidare la difficile

Farmacia Villafranca Via Lughese 256, 47100 Forlì (FC) Tel. 0543 764800 Facebook: Farmacia Villafranca Forlì

Servizi a tutto tondo per salute e

benessere nella nuova sede in via

Lughese, realizzata da Brains s.r.l. su

design dell’architetto Elisa Nardini.

congiuntura, per venire incontro alle sempre più diver-sificate esigenze dei cittadini e alle risposte puntuali che una farmacia al giorno d’oggi può loro offrire. Non più solo vendita medicinali, infatti, ma una vasta for-nitura e una consulenza specializzata su prodotti cosmetici, omeopatici, pediatrici, sanitari, fitote-rapici, veterinari, per una corretta dieta alimentare e per la pratica sportiva. A marchio Farmacia Villafranca vengono poi realizzate sia una linea cosmetica con principi attivi di ultima generazione, con alte concen-trazioni e con estrema attenzione rivolta all’uso e alla scelta di conservanti e profumi, sia una linea di inte-gratori naturali che utilizzano principi attivi titolati e standardizzati.Non solo: negli accoglienti e spaziosi locali interni, è presente un’area dedicata al gioco dei bambini, una zona relax con possibilità di degustare ti-sane, una cabina estetica per trattamenti viso e corpo realizzati, in collaborazione con aziende co-smetiche quali Nuxe, Caudalie e Darphin, da estetiste professioniste. L’esercizio di via Lughese, inoltre, per-mette autoanalisi ed esami diagnostici, comprese spi-rometria, tonometria, impedenziometria e valutazione del rischio osteoporotico, garantendo settimanalmente e su richiesta la presenza di una psicologa-psicotera-peuta, una fisioterapista specializzata in osteopatia, una podologa e un tecnico ortopedico. Numerosi anche i corsi gratuiti a tema organizzati su prenotazione avvalendosi della consulenza di profes-sionisti, il cui programma è consultabile sulla pagina facebook “Farmacia Villafranca Forlì” e visibile in ba-checa nella stessa farmacia, aperta al pubblico ogni mattina e pomeriggio dal lunedì al venerdì (8,15 – 12,45 e 15,30 – 19,30) e al sabato sino alle 12,45.

Il bello dI stare beneZonA ReLAx Con deguStAZione di tiSAne, unA CAbinA eStetiCA peR

tRAttAMenti ViSo e CoRpo, CoRSi A teMA e un’AReA gioCo peR bAMbini

Farmacia VillaFranca

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Quando nacque, 26 anni fa, non era che un piccolo sa-lottino di 15 metri quadrati riadattato, ora Farmacia Villafranca è un vero e proprio presidio sanitario di comunità, che all’interno dei 225 metri quadrati sop-palcati della nuova sede di via Lughese 256 offre ai clienti e in primo luogo a quelli delle frazioni del forese forlivese e ravennate, un ampio ventaglio di trattamen-ti, servizi e corsi dedicati alla cura del corpo e della salute. Da quel lontano 1987 ad oggi sono cambiati gli spazi ma non è mutato affatto lo spirito che muove

Carla Roncaglia, Sandra Rossi, Chiara Modena e Alessandra Mainetti. Nel lavoro, le quattro farmaci-ste usano sempre un principio attivo che non compare in etichetta: la passione per la propria professione.La nuova sede di Farmacia Villafranca, servita da un ampio parcheggio dotato anche di posti “rosa” dedi-cati a giovani madri e donne in dolce attesa, è stata inaugurata lo scorso 24 giugno. Si è trattato di un in-vestimento significativo in questi anni di crisi, voluto e portato a compimento proprio per sfidare la difficile

Farmacia Villafranca Via Lughese 256, 47100 Forlì (FC) Tel. 0543 764800 Facebook: Farmacia Villafranca Forlì

Servizi a tutto tondo per salute e

benessere nella nuova sede in via

Lughese, realizzata da Brains s.r.l. su

design dell’architetto Elisa Nardini.

congiuntura, per venire incontro alle sempre più diver-sificate esigenze dei cittadini e alle risposte puntuali che una farmacia al giorno d’oggi può loro offrire. Non più solo vendita medicinali, infatti, ma una vasta for-nitura e una consulenza specializzata su prodotti cosmetici, omeopatici, pediatrici, sanitari, fitote-rapici, veterinari, per una corretta dieta alimentare e per la pratica sportiva. A marchio Farmacia Villafranca vengono poi realizzate sia una linea cosmetica con principi attivi di ultima generazione, con alte concen-trazioni e con estrema attenzione rivolta all’uso e alla scelta di conservanti e profumi, sia una linea di inte-gratori naturali che utilizzano principi attivi titolati e standardizzati.Non solo: negli accoglienti e spaziosi locali interni, è presente un’area dedicata al gioco dei bambini, una zona relax con possibilità di degustare ti-sane, una cabina estetica per trattamenti viso e corpo realizzati, in collaborazione con aziende co-smetiche quali Nuxe, Caudalie e Darphin, da estetiste professioniste. L’esercizio di via Lughese, inoltre, per-mette autoanalisi ed esami diagnostici, comprese spi-rometria, tonometria, impedenziometria e valutazione del rischio osteoporotico, garantendo settimanalmente e su richiesta la presenza di una psicologa-psicotera-peuta, una fisioterapista specializzata in osteopatia, una podologa e un tecnico ortopedico. Numerosi anche i corsi gratuiti a tema organizzati su prenotazione avvalendosi della consulenza di profes-sionisti, il cui programma è consultabile sulla pagina facebook “Farmacia Villafranca Forlì” e visibile in ba-checa nella stessa farmacia, aperta al pubblico ogni mattina e pomeriggio dal lunedì al venerdì (8,15 – 12,45 e 15,30 – 19,30) e al sabato sino alle 12,45.

Il bello dI stare beneZonA ReLAx Con deguStAZione di tiSAne, unA CAbinA eStetiCA peR

tRAttAMenti ViSo e CoRpo, CoRSi A teMA e un’AReA gioCo peR bAMbini

Farmacia VillaFranca

Farmacia VillaFranca

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Dopo un viaggio durato due anni in giro per il mondo, Enrico Mal-toni e Mauro Carli, collezionisti di macchine da caffè, hanno creato una veraepropria“enciclopediadella caffettiera” editata dallaCollezione Enrico Maltoni, la più grande raccolta al mondo di mac-chine da caffè espresso made in Italy. Ben 2.700 immagini, 2.080

descrizioni tecniche e numerosi testi divisi nei vari periodi storici con testi in italiano e inglese, il tutto corredato da documenti ori-ginali d’epoca (brevetti, cataloghi, manuali, cartoline pubblicitarie, schemi di funzionamento) e det-tagliate didascalie tecniche. Il li-bro documenta 400 anni di storia, partendo dalle origini della nera bevanda - con i suoi complicati ce-rimoniali e i semplici utensili - fino ad arrivare alle macchine espresso elettriche di oggi. Ad accomunare i due autori è la passione per il caffè e il complean-no: EnricoMaltoni, oggi stabilitosi a Verucchio (RN), è nato a Forlì il 2 dicembre 1970; MauroCarli, proget-tista edile, è nato a Cecina (LI) il 2 dicembre 1961. Entrambi studiosi e collezionisti, sono veri e propri guru in questo campo: Maltoni nel 2001 ha pubblicato il libro “Espres-so made in Italy 1901-1962” che van-ta ad oggi tre ristampe e novemila copie vendute. È coautore de “Il libro completo del caffè” (De Ago-stini editore, 2005) e suoi contribu-ti compaiono anche ne “Il Caffè” (Giunti editore, 2009). Nel 2009 ha scritto “Faema Espresso 1945-2010”;

nel 2012, in collaborazione con il Gruppo Cimbali, ha inaugurato a Binasco (Milano) il MUMAC, il più importante museo al mondo dedi-cato alla storia e alla cultura della macchina espresso da bar. Carli colleziona macchine da caffè d’epoca ad uso domestico da oltre 20 anni. L’interesse per il disegno industriale e per la ricerca - stimo-lato dagli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Firen-ze - lo ha portato ad affiancare al collezionismo lo studio storico e iconografico di brevetti e tratta-ti sull’argomento, in particolare quelli pubblicati nel XIX secolo. Nel2014“CoffeeMakers”diventeràunamostratemporaneaitinerante, con una significativa panoramica di caffettiere storiche illustrate nel volume. Saranno esposte mol-te caffettiere rare, dalle “Turche” alla locomotiva “Toselli”, dalle macchine a leva della Faema alla Moka Bialetti, sulle quali gli autori non mancheranno di svelare tan-te piccole curiosità. “Coffee Ma-kers” è una ricerca che si aggiorna di continuo, regalando sempre preziose novità attraverso il sito www.coffeemakers.it IN

Il libro più completo mai scritto sulle origini e la storia della caffettiera. È “Coffee Makers Macchine da caffè”, firmato da Enrico Maltoni e Mauro Carli.

testo Sabrina Marin

L’enciclopedia della Caffettiera

62 | IN Magazine

Leggere | Coffee Makers

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IN Magazine | Special ADV

Come far coincidere in modo armonico l’idea iniziale col prodotto finito? Una domanda dalla non facile risposta, vista la difficoltà di far viaggiare su un unico binario un progetto e la sua realizzazione. Quando queste due parti stentano ad incontrarsi si generano complicazioni, incomprensioni, insoddisfazioni. Non solo per il commit-tente: anche per i progettisti è molto dura arrendersi a compromessi. Per tenere insieme questi due fonda-mentali aspetti, senza discrepanze, è nato un percorso comune, pensato per seguire ogni momento del proces-so creativo. Si tratta di MoodUs Arreda, una realtà dove progetto e realizzazione si fondono per dar vita a spazi sempre diversi, personalizzati e curati in ogni dettaglio. “Ho deciso di far evolvere la mia figura di libera profes-sionista - spiega l’interior designer Nicoletta Gentili - in qualcosa di più strutturato e complesso creando, insie-me ad altre figure specializzate, una realtà che aggiunge valore alla mia professione, offrendo al cliente un per-corso finito che parte da un’idea che diviene progetto, da un disegno che si sviluppa in realtà.Nicoletta Gentili svolge la sua professione dal 2003, dopo aver concluso gli studi all’Istituto Europeo di De-sign di Milano. Alle spalle ha una già corposa collabo-razione con studi di architettura di Milano, Bologna e Forlì; dal 2009 svolge l’attività di libera professionista a Forlì, seguendo progetti per committenti privati e col-laborando con aziende specializzate nella progettazione di locali pubblici. Un mix equilibrato di funzionalità ed originalità caratterizzano il suo stile, espresso at-

MoodUs Arreda Via Marsilio da Padova 24, 47122 ForlìTel./fax: 0543.796211 - Cell. 349.0691244www.moodusarreda.it - [email protected]

Idee e progettI su mIsura

Professionisti del settore Pronti A

soddisfAre le esigenze dei coMMittenti,

dAl Progetto Al lAvoro finito

L’interior designer Nicoletta Gentili

svolge la libera professione a Forlì

dal 2009, lavorando per committenti

privati e collaborando con aziende

specializzate nella progettazione di

locali pubblici. www.nicolettagentili.it

traverso linee e forme sperimentate e reinventate, per creare ambienti sempre nuovi e personalizzati.”Al di là delle tendenze e delle mode che inevitabilmen-te influenzano il gusto – afferma - ogni spazio deve ave-re sempre alla base un concetto, un filo conduttore che riporti qualunque idea, dalla più semplice alla più bizzar-ra, alla persona che ne fruirà”. Su questa linea si muove MoodUs Arreda, interpretando le esigenze estetiche e funzionali dei committenti sia nel settore privato sia in quello dei locali commerciali (HO.RE.CA).La ristrutturazione di un appartamento o la creazione di un mobile su misura, la realizzazione di un ristorante, di un bar, di un ufficio: sono i campi in cui si muove que-sto studio, grazie ad un team specializzato che segue ad ogni passo il lavoro, approfondendo ogni aspetto del progetto. La forza dell’artigianalità unita a quella della tecnologia permette di mostrare ai clienti il lo-

cale “finito” ancor prima di aver deciso come realizzarlo, grazie ai software utilizzati in fase di progettazione; nel-le fasi costruttive si possono anche toccare con mano gli arredi, apportando correttivi e modifiche eventuali.Lo studio in vetrina di MoodUs Arreda è un luogo sem-plice ed accogliente dove il committente può esprimere liberamente i propri gusti e desideri, che i tecnici spe-cializzati tramuteranno in un progetto concreto realizza-to su misura. Lo studio si avvale di esperti aggiornati sulle ultime tendenze, materiali di ultima generazione e unicità artigianali, oltre che di tecnologie avanzate per la realizzazione dei prodotti. Lo spazio dove si vive o si lavora, d’altronde, necessita di una cura e di un’atten-zione particolare fin dalla sua progettazione e da come si definisce lo spazio, per arrivare poi alla sua perfetta realizzazione. Disponibili per preventivi e consulenze, MoodUs Arreda ha sempre un’idea su misura.

Moodus ArredA

Ph. Olimpia Lalli Ph. Olimpia Lalli

Ph. Olimpia Lalli Ph. Olimpia Lalli

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IN Magazine | Special ADV

Come far coincidere in modo armonico l’idea iniziale col prodotto finito? Una domanda dalla non facile risposta, vista la difficoltà di far viaggiare su un unico binario un progetto e la sua realizzazione. Quando queste due parti stentano ad incontrarsi si generano complicazioni, incomprensioni, insoddisfazioni. Non solo per il commit-tente: anche per i progettisti è molto dura arrendersi a compromessi. Per tenere insieme questi due fonda-mentali aspetti, senza discrepanze, è nato un percorso comune, pensato per seguire ogni momento del proces-so creativo. Si tratta di MoodUs Arreda, una realtà dove progetto e realizzazione si fondono per dar vita a spazi sempre diversi, personalizzati e curati in ogni dettaglio. “Ho deciso di far evolvere la mia figura di libera profes-sionista - spiega l’interior designer Nicoletta Gentili - in qualcosa di più strutturato e complesso creando, insie-me ad altre figure specializzate, una realtà che aggiunge valore alla mia professione, offrendo al cliente un per-corso finito che parte da un’idea che diviene progetto, da un disegno che si sviluppa in realtà.Nicoletta Gentili svolge la sua professione dal 2003, dopo aver concluso gli studi all’Istituto Europeo di De-sign di Milano. Alle spalle ha una già corposa collabo-razione con studi di architettura di Milano, Bologna e Forlì; dal 2009 svolge l’attività di libera professionista a Forlì, seguendo progetti per committenti privati e col-laborando con aziende specializzate nella progettazione di locali pubblici. Un mix equilibrato di funzionalità ed originalità caratterizzano il suo stile, espresso at-

MoodUs Arreda Via Marsilio da Padova 24, 47122 ForlìTel./fax: 0543.796211 - Cell. 349.0691244www.moodusarreda.it - [email protected]

Idee e progettI su mIsura

Professionisti del settore Pronti A

soddisfAre le esigenze dei coMMittenti,

dAl Progetto Al lAvoro finito

L’interior designer Nicoletta Gentili

svolge la libera professione a Forlì

dal 2009, lavorando per committenti

privati e collaborando con aziende

specializzate nella progettazione di

locali pubblici. www.nicolettagentili.it

traverso linee e forme sperimentate e reinventate, per creare ambienti sempre nuovi e personalizzati.”Al di là delle tendenze e delle mode che inevitabilmen-te influenzano il gusto – afferma - ogni spazio deve ave-re sempre alla base un concetto, un filo conduttore che riporti qualunque idea, dalla più semplice alla più bizzar-ra, alla persona che ne fruirà”. Su questa linea si muove MoodUs Arreda, interpretando le esigenze estetiche e funzionali dei committenti sia nel settore privato sia in quello dei locali commerciali (HO.RE.CA).La ristrutturazione di un appartamento o la creazione di un mobile su misura, la realizzazione di un ristorante, di un bar, di un ufficio: sono i campi in cui si muove que-sto studio, grazie ad un team specializzato che segue ad ogni passo il lavoro, approfondendo ogni aspetto del progetto. La forza dell’artigianalità unita a quella della tecnologia permette di mostrare ai clienti il lo-

cale “finito” ancor prima di aver deciso come realizzarlo, grazie ai software utilizzati in fase di progettazione; nel-le fasi costruttive si possono anche toccare con mano gli arredi, apportando correttivi e modifiche eventuali.Lo studio in vetrina di MoodUs Arreda è un luogo sem-plice ed accogliente dove il committente può esprimere liberamente i propri gusti e desideri, che i tecnici spe-cializzati tramuteranno in un progetto concreto realizza-to su misura. Lo studio si avvale di esperti aggiornati sulle ultime tendenze, materiali di ultima generazione e unicità artigianali, oltre che di tecnologie avanzate per la realizzazione dei prodotti. Lo spazio dove si vive o si lavora, d’altronde, necessita di una cura e di un’atten-zione particolare fin dalla sua progettazione e da come si definisce lo spazio, per arrivare poi alla sua perfetta realizzazione. Disponibili per preventivi e consulenze, MoodUs Arreda ha sempre un’idea su misura.

Moodus ArredA

Ph. Olimpia Lalli Ph. Olimpia Lalli

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Inaugurato il 26 settembre negli spazi di Forlì Self Storage

il nuovo servizio di coworking, per fare network lavorando.

Per innovare costantemente le pro-poste per i clienti, ricercando solu-zioni originali e flessibili alle più svariate esigenze, ForlìSelfStora-ge ha scelto di aderire al networkCowo (coworkingproject.com) ed ampliare la sua gamma di servizi. Da oltre un anno infatti la società Self Storage Romagna srl mette a disposizione di privati e aziende box di diverse metrature in cui è possibile depositare qualsiasi tipo-logia di merce; offre inoltre salette per riunioni e aule formazione, caselle MailBox per il domicilio postale, piazzole esterne per auto e camper. A questi servizi si aggiunge un’altra giovane idea americana, il cowor-king, che vede la sua nascita nel 2005 in California: si tratta della condivisione di uno spazio di lavo-ro da parte di professionisti attivi in settori diversi, che vi operano in autonomia. Il coworking si ri-

volge quindi a personeorientatealnetworking, cioè alla conoscenza reciproca, alla partecipazione ad eventi, alle conversazioni online. In particolare il Cowo è il network di spazi di coworking fondato in Italia nel 2008 da Massimo Car-raro, composto oggi da 80 uffici condivisi in 49 città. Gli spazi Cowo sono caratterizzati da flessibilità operativa (si può usare lo spazio anche per un solo giorno) e soste-nibilità economica.Dal 26 settembre Forlì Self Stora-ge, attivando questo nuovo servizio di coworking, apre nuove opportu-nità, prevedendo convenzioni con le associazioni di categoria e gli ordini professionali per facilitare l’ingresso dei giovani imprendito-ri e professionisti al mercato del lavoro. Nel corso dell’evento di pre-sentazione dell’iniziativa, tenuta a battesimo da MarikaMambelli di Forlì Self Storage e MassimoCar-

raro fondatore del network Cowo, il presidente della Camera di Commercio di Forlì, Alberto Zam-bianchi, ha espresso la sua soddi-sfazione per la nuova attività, sotto-lineando che “è un progetto molto utile per tante categorie di piccoli imprenditori e in più ha il valore aggiunto della rete Cowo”. Anche l’assessore allo Sviluppo economi-co del Comune di Forlì Maria Mal-toni è intervenuta commentando: “Sia il mio assessorato che quello alle politiche giovanili si stanno in-teressando al tema del coworking per cercare di capire come l’ente pubblico può essere utile a sup-portare e sviluppare questo tipo di esperienza.” Apprezzamento all’i-niziativa è arrivato anche da Ro-berto Faggiotto, segretario di Con-fartigianato: “È un’opportunità in più da favorire e va apprezzato lo sforzo di Self Storage per portare a Forlì un elemento di novità.” IN

Quando lo spazio è Condiviso

66 | IN Magazine

Lavorare | Coworking

Page 67: IN Magazine Faenza 04/2013

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