il sistema immunitario lic. scientifico a. meucci aprilia prof. rolando neri seconda parte
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Il Sistema Immunitario
Lic. Scientifico “A. Meucci”Aprilia
Prof. Rolando Neri
Seconda parte
La risposta immunitaria acquisita
• 4. La risposta immunitaria neutralizza specifici invasori– L’immunità conferita dal sistema immunitario viene detta
immunità acquisita e si sviluppa a pieno solo in seguito all’esposizione a sostanze estranee chiamate antigeni.
– Quando entra in contatto con un antigene, il sistema immunitario risponde con un incremento del numero di cellule che attaccano direttamente gli invasori o che producono le proteine di difesa chiamate anticorpi.
L’immunità attiva
– L’immunità attiva, cioè le resistenza a uno specifico invasore, viene solitamente acquisita dopo un’infezione naturale, ma può essere innescata con una procedura medica, nota come vaccinazione.
– È anche possibile sviluppare un’ immunità passiva (per esempio acquisendo anticorpi attraverso il latte materno o da un siero contenente anticorpi specifici).
• 5. I linfociti forniscono una duplice difesa• Le cellule responsabili della risposta immunitaria sono i
linfociti: Midollo osseo Timo
Cellule staminali
Linfociti immaturi
Linfociti B
Immunità umorale
Per via sanguigna
Recettori antigenici
Per via sanguigna
Linfociti T
Immunità mediata da cellule
Linfonodi, milza e altri organi linfatici
Processo finale di maturazione dei linfociti B e T in un organo linfatico
Altre parti del sistema linfatico
Alcuni linfociti immaturi continuano a svilupparsi nel midollo osseo e si specializzano diventando linfociti B (o cellule B)
Altri passano dal midollo osseo al timo dove si specializzano, diventando linfociti T (o cellule T).
• Ogni individuo produce un enorme numero di linfociti B e T diversi; si stima che ognuno di noi ne abbia tra 100 milioni e 100 miliardi di tipi differenti, un numero sufficiente per riconoscere e attaccare praticamente tutti i tipi di antigeni che potremmo mai incontrare.
• 6. Gli antigeni hanno regioni specifiche a cui si legano gli anticorpi
• In genere, gli anticorpi riconoscono determinate regioni, i determinanti antigenici, presenti sulla superficie di un antigene.
Molecole di anticorpo A
Siti di legame per l’antigene
Antigene
Determinanti antigenici
Molecola di anticorpo B
• 7. Solo i linfociti selezionati e attivati dagli antigeni danno origine a un clone di cellule che innesca la risposta immunitaria
• Una volta all’interno del corpo, un particolare antigene attiva solo quel piccolissimo numero di linfociti che possiede un ben preciso recettore specifico.
• In seguito, tali cellule proliferano formando una popolazione di cellule geneticamente identiche (un clone) adatte per combattere quel determinato antigene.
• Le tappe della selezione clonale– Nella risposta immunitaria primaria, la selezione
clonare sviluppa cellule effettrici e cellule della memoria in grado di garantire un’immunità per tutta la vita.
– Nella risposta immunitaria secondaria, le cellule della memoria sono attivate da una seconda esposizione allo stesso antigene che induce una risposta più energica e veloce.
Risposta immunitaria primaria
Linfociti B con recettori antigenici diversi
Crescita, divisione e differenziamento di un linfocita
Molecole di anticorpi
Plasmacellule che producono anticorpi
Reticolo endoplasmatico
Cellule della memoria
Recettore antigenico (anticorpo sulla superficie cellulare)
Molecole di antigeni
2
Prima esposizione all’antigene 3
4
1
5
Molecole di antigene
6Seconda esposizione allo stesso antigene
Molecole di anticorpi
Reticolo endoplasmatico
Plasmacellule che producono anticorpi Cellule della memoria
Risposta immunitaria secondaria
• Risposta immunitaria primaria e secondaria:
Primo clone
3. I particolari recettori antigenici di una cellula B fanno sì che essa si leghi a un antigene.
4. Tale legame stimola la cellula B a dividesi rapidamente producendo un clone composto da un’enorme quantità di cellule identiche a quella originaria. Una parte di queste cellule si differenzia in plasmacellule, che secernono anticorpi liberi che vengono immessi nella circolazione sanguigna
5. Una parte di queste cellule (cellule B della memoria), invece, restano a lungo nell’organismo dopo che l’infezione si è risolta, pronte a produrre rapidamente altre cellule B dello stesso tipo se lo stesso invasore si ripresenta.
Seconda esposizione all’antigene X,
prima esposizione all’antigene Y
Prima esposizione all’antigene X
Risposta immunitaria primaria all’antigene X
Risposta immunitaria primaria all’antigene Y
Anticorpi per l’antigene Y
Anticorpi per l’antigene X
Con
cent
razi
one
di a
ntic
orpi
0 7 14 21 28 35 42 49 56
Tempo (giorni)
Risposta immunitaria secondaria
all’antigene X
Risposta immunitaria primaria e secondaria a confronto
La risposta immunitaria secondaria avviene più velocemente delle risposta immunitaria primaria.
Il grafico mostra il livello di anticorpi nel sangue in funzione del tempo in occasione della prima esposizione a un determinato antigene e di una successiva esposizione allo stesso antigene.
• 8. Gli anticorpi sono le «armi» dell’immunità umorale
– I linfociti B sono le cellule coinvolte nell’immunità umorale.
– Le plasmacellule, cioè le cellule effettrici prodotte per selezione clonale, fabbricano e secernono gli anticorpi, le proteine che hanno la funzione di «armi» molecolari di difesa.
Catena leggera
Catena pesante
C
C
V
VV
C
V
C
Siti di legame per l’antigene
• Ogni molecola di anticorpo ha un sito di legame per l’antigene, cioè una regione responsabile della funzione di riconoscimento e di legame con l’antigene.
Neutralizzazione Agglutinazione di cellule
Precipitazione di antigeni in soluzione
Attivazione del complemento
Lisi della cellulaFagocitosi
Virus
Batterio
Batteri
Molecole di antigeni
Molecole del complemento
Cellula estranea Foro
Macrofago
Favoriscono la Porta alla
• 9 Gli anticorpi individuano quali antigeni devono essere distrutti
• Gli anticorpi promuovono l’eliminazione dell’antigene attraverso diversi meccanismi.
Il legame tra anticorpi e antigeni inattiva gli antigeni tramite
• 10. Il sistema immunitario si basa sulle nostre «impronte» molecolari– La capacità del sistema immunitario di riconoscere le
molecole appartenenti al proprio organismo, ossia di distinguere il self dal non self, permette di combattere molecole estranee senza danneggiare le proprie.
– Le cellule di ogni persona hanno sulla membrana particolari glicoproteine self che costituiscono le impronte molecolari (fingerprint) e contrassegnano le cellule del corpo rendendole inattaccabili dai propri linfociti.
11. Gli anticorpi monoclonali sono armi efficaci sia nella ricerca biologica sia nella terapia medica.
Antigene iniettato nel topo
Cellule tumorali in un terreno di coltura
Linfociti B (prelevati dalla milza)
Cellule tumorali
Cellule fuse insieme per produrre cellule ibride
Una cellula ibrida viene posta in un terreno di coltura
Anticorpo
Coltura di cellule ibride che producono anticorpi monoclonali
– Gli anticorpi monoclonali sono particolarmente utili nelle diagnosi medica.
– Con gli anticorpi monoclonali sono anche stati ottenuti risultati incoraggianti nel trattamento di diverse malattie, incluso il cancro.
Gli anticorpi monoclonali sono prodotti fondendo una cellula tumorale con un normale linfocita B: la cellula ibrida produce molecole di anticorpi specifici per un singolo determinante antigenico.
• 12. I linfociti T helper organizzano la difesa mediata da cellule e favoriscono l’immunità umorale
• Ci sono almeno due tipi principali di linfociti:• i linfociti T citotossici, che attaccano le cellule infettate da
agenti patogeni;• i linfociti T helper, che svolgono molteplici funzioni nella
risposta immunitaria, coadiuvando l’attività dei linfociti T citotossici e dei macrofagi e stimolando i linfociti B a produrre anticorpi.
L’immunità mediata da cellule
– Tutto il sistema immunitario mediato da cellule e gran parte di quello umorale dipendono dalla precisa interazione tra le cellule APC e i linfociti T helper.
– Questa interazione attiva i linfociti T helper che, a loro volta, possono poi andare ad attivare altre cellule del sistema immunitario.
– I linfociti T helper riconoscono e si legano al complesso self-non self esposto sulla superficie di una cellula APC.
– I linfociti T helper attivati promuovono la risposta immunitaria in molti modi e possono attivare i linfociti T citotossici e i linfociti B.
– Le cellule APC o cellule dendritiche, sono cellule che presentano gli antigeni al sistema immunitario.
Microbo
Macrofago
Antigene prodotto dal microbo non self
1
Proteina self (proteina MHCdi classe II)
23
4
Cellula APC Interleuchina-1 (partecipa all’azione del
linfocita T helper)
Linfocita T helper
Interleuchina-2 partecipa all’attivazione di altri linfociti T e B
Interleuchina-2 partecipa all’attivazione di altri linfociti T e B
Immunità umorale (secrezione di anticorpi da parte delle plasmacellule)
Linfocita T citotossico
Immunità mediata da cellule (attacca le cellule infette)
Sito di legame per l’antigene
Sito di legame per la proteina self
Linfocita BComplesso self-non self
Recettore del linfocita T
• Attivazione di un linfocita T helper e suo ruolo nell’immunità:
1. Una cellula dendritica ingloba un microbo e lo frammenta in tanti pezzi.
2. – 3. Alcuni frammenti, che rappresentano altrettanti antigeni, si legano ai recettori della cellula dendritica e vengono esibiti sulla superficie cellulare; la cellula così diventa un APC, cioè una cellula che presenta antigeni al sistema immunitario .
4. Una cellula T helper si lega all’APC
continua
Microbo
Macrofago
Antigene prodotto dal microbo non self
Proteina self (proteina MHCdi classe II)
5 6
7
Cellula APC Interleuchina-1 (partecipa all’azione del
linfocita T helper)
Linfocita T helper
Interleuchina-2 partecipa all’attivazione di altri linfociti T e B
Interleuchina-2 partecipa all’attivazione di altri linfociti T e B
Immunità umorale (secrezione di anticorpi da parte delle plasmacellule)
Linfocita T citotossico
Immunità mediata da cellule (attacca le cellule infette)
Sito di legame per l’antigene
Sito di legame per la proteina self
Linfocita BComplesso self-non self
Recettore del linfocita T
• Attivazione di un linfocita T helper e suo ruolo nell’immunità:
5. Le cellule T helper che sono state attivate non solo si duplicano, ma secernono anche una proteina, chiamata interleuchina-2, che stimola la produzione e l’attivazione delle cellule T e B .
6. – 7. Questo legame attiva la cellula T, stimolando la produzione di ulteriori cellule T (nelle varietà T helper e T killer) e quella di altre cellule immunitarie.
13. L’AIDS distrugge i linfociti T helper lasciando il corpo privo di difeseIl virus dell’AIDS può eliminare i linfociti T helper dell’organismo compromettendo drasticamente la sua capacità di combattere le infezioni.
Colo
nizz
ata
EM 7
000
3 Lisi della cellula infettata1 Il linfocita T citotossico si lega alla cellula infettata
2 La perforina produce fori nella membrana della cellula infettata
Complesso self-non self
Cellula infettata
Linfocita T citotossicoMolecola
di perforina
Antigene estraneo
Enzima che può indurre l’apoptosi
Formazione del foro
14 I linfociti T citotossici uccidono le cellule infette
I linfociti T citotossici si legano alle cellule infettate, che presentano sulla loro membrana frammenti del virus o del microrganismo patogeno (cioè l’antigene), e le distruggono forandone la membrana, oppure secernendo mediatori chimici che inducono le cellule infette all’apoptosi.
• 15 I linfociti T citotossici possono prevenire il cancro
Col
oniz
zata
SE
M 4
370X
I linfociti T citotossici possono difendere l’organismo dai tumori maligni nello stesso modo in cui lo difendono dai microbi.
• 16 Un funzionamento scorretto del sistema immunitario può provocare disturbi e malattie– Le malattie autoimmuni insorgono quando il sistema
immunitario «fa confusione» e reagisce contro le molecole del proprio corpo.
– Le persone affette da malattie da immunodeficienza sono prive di uno o più componenti del sistema immunitario.
– Un lieve indebolimento del sistema immunitario può derivare anche da stress fisici ed emotivi.
– Le allergie sono causate da una sensibilità anomala ad antigeni presenti nel nostro ambiente, chiamati allergeni.
Linfocita B (plasmacellua)
Determinante antigenico
1 Allergene (granulo pollinico)
2 I linfociti B producono anticorpi
3 Gli anticorpi si attaccano al mastocita
Sensibilizzazione: esposizione iniziale all’allergene
Mastocita
Istamina
4 L’allergene si lega agli anticorpi del mastocita
5 Viene liberata istamina che causa i sintomi dell’allergia
Successiva esposizione allo stesso allergene
• Le due fasi di una reazione allergica:
Gli allergeni sono quasi sempre, anche se non necessariamente, sostanze prodotte da esseri viventi. Quelli più comuni derivano da pollini, da alcuni alimenti, dal pelo di certi animali e dagli acari della polvere.
Quando l’invasore attacca le linee difensive