il potencio repertorio di studj
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Il Potencio Repertorio Di StudjTRANSCRIPT
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IL POLITECNICO)REPERTORIO
D I
STUDJ APPLICATI
mili tua stml
VOLUMIE VII.
MI ILANO
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Il presente posto sotto la tutela delle Leggi,csscndosi adempiuto a quanto esse prescrivono.
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esegge
Continuando noi al primo nostro detto (i),non esitiamo ad affermare, che, se la filosofia
quella parte di scienza ch' commune a tuttele scienze; o vogliam dire, s'ella lo studio di quel pensiero umano che tutte le pro
duce; se quanto in esse generale, costituisce filosofia: certamente il criterio d'una
buona filosofia deve tornare idntico col cri
terio d'una buona generalit, ossa deve rislversi nella fedele corrispondenza dei generaliai particolari in tutto ci che riguarda l'nimoumano, sia che spazi nell'osservazione dell'esterior natura, sia che si ripieghi a contemplare nelle pere proprie s stesso. Per la qual
ragione riesce egualmente falsa quella dottrinache riduce ogni principio alla materia, e quellache riduce tutto allo sprito;perch n in l'una
n in l'altra si comprndono tutti i fatti dell'ssere umano. E mentre quella esclude l'unit e quindi il pensiero, questa esclude la di
(1) Vedi l'introduzione al prcccdente volume.
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4visione, e rende impossbile il moto, e trasforma in un sogno tutto il creato, e tutte le
pi consuete e care certezze del gnere umano.Il pi eccelso sforzo a cui possa nel corsodei scoli aspirare l'intelligenza, nongi quello
di trarre dal suo seno qualche originale e mirbile ida, ma bens quello di compendiarein s medsima la pi sincera ingine dell'u
niverso. Con ci, senza rmpere il lmite fatale della sua finita natura, ella alluder men
remotamente a quell'infinito principio da cuimove l'rdine universale. E quando ella final
mente verr meno nel perseguire l'inaccessibilmeta,verr meno per impotenza naturale, non
per menzogna o per vanit. Lo spettro solare,raccolto in pvero vetro,non adeguer mai lavitale potenza del sole. Ma intanto i m
nimi frammenti di verit convergeranno sempre fra loro, perch coordinati schiettamente
a quell'universo che si accentra in una solaida. Le scienze pi disparate, le esperimen
tali e le numriche, le descrittive e le induttive,le morali e le corporee,saranno sempre tra loro
in fondamentale concordia; e si faranno scambivole controprova e mallevera della loro
speciale verit; nel che risiede l'universale criterio del vero, e non nell'assurdo tentativo distabilireuna dimostrazione primitiva ed assoluta,anteriore a tutte quante le cognizioni, e quindi
anteriore anche a s stessa. Tale e non altro il vero senso dell'antico principio pitagrico,che il bene risiede nell'uno e nel determinato,
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8e il male nel moltplice e indeterminato. L'unit nel generale; la determinazione neiparticolari; il bene nella loro corrispondenza.E viceversa il male nell'infedelt dell'astra
zione ai particolari; e quindi nelle arbitrarie ediscordi generalit. La mente intanto , inveced'aggirarsi nell'infecondo crcolo della scienza apriori, svolge vie pi la sua efficacia ad ogni
asso che inoltra per raccgliere nel creato letracce dell'eterna ida. Ed ecco ci che queisapienti adombrvano coll'oscuro detto, che la
mente, tendendo ad armonizzarsi e unificarsi
con ci ch' sovrumano, un nmero che perpetuamente si move. -
Il criterio della verit mancava affatto alla
recente scuola elettiva, la quale, professandocon poco scientfica bonariet, che in ogni fi
losofia v' qualche cosa di buono, e riducndosi a raggranellare sotto le mense di tutti i
filsofi le caduche brciole della verit, suppose, come tosto avvertiva il savio Romagnosi,
un principio indito superiore a tutte quantele filosofie, il quale valesse di domstico mo
dello a chi si accingeva a fare codesto florilegio di verit, fortuitamente venute in s diverse mani. Ma lo stesso Cousin, nel commttere poi il supremo giudizio del vero a nullapi che all'equit, alla moderazione, all'imparzialit, alla saviezza, confess di non possedere
alcun siffatto criterio di ragione; e quindi autorizz tante diverse filosofie, tutte per egual
diritto vere, quanti sono nei sngoli umini i
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6gradi della saviezza e dell'imparzialit. E quandopoi soggiungeva non sservi altroscampo allafilo
sofia, la condannava con troppo chiare parolead un irreparbile scetticismo.
Gli eclttici si avvdero bens che la ten
denza alle quattro opposte esagerazioni dell'idealismo, del materialismo, dello scetticismo e
del misticismo era perpetua nelle civili societ, e si riproduceva a lontani intervalli di luo
ghi e di tempi. Ma errrono nel riferirne lacusa alle leggi fondamentali dell'intelligenza,
mentre dovvano piuttosto ricercarla nelle regioni dell'umana volont, dalla quale la mente
riceve un naturale impulso ad elggere piuttosto l'una che l'altra serie di generali precon
cezioni, senza aver la forza di sottoporle prima alla prova d'un giudizio astratto e puro.
Quando i tempi sono austeri, e le ide dellenazioni sono circoscritte e ferme, la mente de
gli scrittori non si sbanda mai fra licenziose dubiezze. Pirrone, prima pittore, poi venturiero,
prima republicano, poi soldato d'Alessandro,passato dalla lbera Grecia al servo Oriente,
conclude che il mondo un intrico inesplicbile, che non si pu concepire delle cose edegli umini veruna stbile opinione, e che benfa chi vive indifferente a tutto. Gli scttici e
i sofisti rappresntano nella scienza la naturalegarrulit d'un ppolo che decade. Aristippo,
venuto dalle delizie di Cirene ad assdersi nella
scuola di Scrate a lato dello spiritual Platone,v'imparasolamente a mttereuna veste scien
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7tfica alle voluttuose aspirazioni del suo cuore.Orazio,givine frvido, gioca la vita per un'i
da sul campo di Filippi; ma vinto in battaglia,e atterrato dal perdono,va in cerca di menpericolosa dottrina, e ristringe la sapienza del
l'uomo all'acquisto d'un poderetto in un'erbosa vallesulla riva d'un ruscello. Catone, altra
natura, troppo potente, e troppo invecchiatonegli onori per umiliarsi inanzi a un libertinovittorioso, sente il peso della vita;e dimandaun
libro che lo conforti a morire. Err a granpartito Leroux, e quanti altri asserrono che
il cristiansimo uscisse dalla scuola alessandrina;poich Plotino e Ammonio e Jmblico e Por
firio gli frono posteriori di parecchie generazioni; e nel vlgere la dottrina greca verso ilsopranaturale, secondrono appunto quelle ten
denze che il nuovo culto aveva gi propagatofra quelle genti. Ed ecco come nelle persua
sioni e nei sentimenti che signorggiano la societ si racchidano le fonti di quelle dottrine,
che a prima giunta smbrano discndere dallesfere della pi astratta meditazione.
E cos,per non divagarci troppo lungamente,la dottrina della materia e della volutt, in tempi
a noi vicini, ripullulava presso quella corte chevi era sospinta da un regno licenzioso e da unapi licenziosa reggenza; ma in tutto queltempo Vico,e Kant, eStellini, e Romagnosi ritravano daunvirtuoso ritiro ben altre inspirazioni;
e altri savj profittvano della mobilit del scolo per gettar le fondamenta al principio am
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8ministrativo degli Stati europi. E ai nostrigiorni, gli altari scossi nella gran lutta rano
gi ristaurati in Francia; ed era gi rannodatal'antica pace fra la legge divina e l'umana,quando
giungvano con tardo soccorso i Bonald e iLamennais; e si annuncivano salvatori d'una
societ, la quale si era gi ricomposta da smedsima, e se li traeva dietro il suo carro ,piuttosto seguaci plaudenti che profeti anima
tori. E poco dipi si vide una dottrina, cheaveva lungamente sventolato le insegne dellalibert, mostrrsene sazia ben presto; e venir
traendo fuori dal suo seno limitazioni e inter
pretazioni e riserve latenti, a freno di queglinimi, ai quali aveva pur dianzi aggiunto s acutisproni. Etosto il principio della libert, respinto
dalle porte dei doviziosi, e rifugiato presso laplebe, ebbe per necessit a rimodellarsi conpipopolari astrazioni; e pergl'ingegni conculcatitrasse fuori da un obliato sepolcro il sansimonismo; e per i famlici senza ingegno formul
quel communismo, che demolirebbe la ricchezzasenza riparare alla povert, e sopprimendo fragli umini l'eredit, e per conseguenza la famiglia, ricaccerebbe il lavorante nell'abjezione
degli antichi schiavi,senza natali,e senza onore.Ecos ad ogni affetto delle mutbili e imprvide volont corrisponde alcuna di codeste
scuole, che si fanno manto d'un lcero lembodel vero; irreconcilibili sempre, perch ciehe loro pi cale, appunto la men vera parte
delle loro dottrine. E allora pi assurdo torna
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9il propsito dell'eclettismo, che sopragiungeltimo di tutti, a far di quei panni discoloriun centone da servo. Tutte le scuole esltano
in generalit scientifiche quelle opinioni vereo false che meglio corrispndono alle specialiloro tendenze. E le estreme elaborazioni delle
loro dottrine vngono poi capovolte, e chiamate principj fondamentali; e per nutrire l'illusione d'una purssima verit, si cerca alla
pirmide illogicamente inversa un nico puntod'appoggio nell'ida dell'ssere; la quale pergli uni la pi astratta tra le astrazioni ontolgiche, e per gli altri la pi remota
fra tutte le visioni della psicologa.Codeste preconcezioni non prevlgono soloin quelle scienze che tccano le procellose re
gioni del potere e della libert. Le scienze chesi riferscono ai corpi visbili e tangibili, le
scienze che nscono dall'osservazione, appenasono architettate in elementi, e legittimate nellescuole, e tosto divngono impedimenti alle successive scoperte. Le menti mediocri e trpide
vi si configgono; vi lgano i destini della lorovanit; vi si accmpano per farfronte al genioprogressivo, la cui maggiore impresa non nel
vincere gli ostcoli della natura,ma quelli dellepreconcette opinioni. Ed ecco perch l'ammi
razione degli umini per Colombo non si minorata, quandanche gli antiquarj danesi b
biano trovato che i pirati normanni,sia dalleOrcadi, sia dall'Islanda, si spnsero o fronospinti alle spiagge americane. La gloria di Co
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lombo non d'aver pericolato la vita in pivasto mare; poich poteva, e pi facilmente
poteva, aver fatto naufragio in un angustovarco. La sua gloria non nell'aver divisato
che, se l'Atlntico aveva un lido da levante,potesse aver pure un altro lido anche da po
nente. Il confine aspro a superarsi non era inquesta o in quell'altr'onda dell'ocano; ma eranelle menti superbe e pertinaci, che lo disani
mrono e lo combattrono per pi anni, einfine lo punrono del suo trionfo, e di
dero a quel mondo, ch'era s vasto monumento dellasua vittoria,un altro nome. E tutto
ci avvenne, perch la scienza, nel registrarele proprie conquiste, non aveva scritto leal
mente sulle carte: qui finisce ci che sappiamodel mondo: il resto rimane a sapersi; la quale
era la precisa espressione del vero. Ma essaaveva scritto in lttere che l'orgoglio suo voleva
indelbili: qui finisce il mondo; nella quale asserzione era compreso anche ci ch'ella non sape
va.I ladroni normanni,e quanti altri o Egizj,o Fenicj,o Greci si vgliono approdati prima di
loro in Amrica, non bbero a vncere questalutta colle opinioni degli umini. Abbiano essiaffrontate le correnti, o sano stati preda delletempeste, tutto ci che fcero sifu d'afferrareun pi lontano lido, invece d'un lido vicino.
Si rallegrrono piuttosto d'aver superato un granpercolo, che d'aver fatto una scoperta la quale
doveva mutare le sorti del mondo, poco picapaci d'apprezzare il proprio mrito, di quello
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che lo sarebbe stata una frotta d'orsi bianchi,tra
scinata in Amrica sovrauna massa di ghiaccio.Se non fosse stato il dominio d'un'ostinata
tradizione delle scuole,se l'ida dell'orrore delva
cuo non avesse ingannato perventi scoli tutte legenerazioni degli studiosi, forse alcuno prima
di Torricelli avrebbe potuto sospettare e annunciar senza percolo il peso dell'aria. Forsequella inesaurbile potenza atmosfrica che servquasi appena ad inalzare un po' d' aqua, emisurar l'altezza dei monti, avrebbe precorsoalla scoperta delle locomotive. Le prematuregeneralit, compilate in scienza mendace, con
dssero in un crcere la veneranda vecchiajadi Galilo ; e con inestimbile danno di tuttele nazioni, amareggirono la morte e insultrono
il sepolcro d'ingegni tanto sventurati appuntoquanto pi grandi. E questo percolo non
per anco riparato dal trionfo stesso delle scienzevive ed esperimentali. Non vedemmo noi inToscana la geologia, appena adulta, appena tollerata nel consorzio delle vecchie scienze, giprescrvere limiti posticci a s stessa? Invecedi raccglieresempre nuovifatti, e riassmerli in
corrispondenti generalit, ella contrapone gi lescoperte fatte alle scoperte da farsi, ed esclude dalnome d'sseri geolgici tutti quelli che non furo
no compresi nel suo primitivo registro. Ella nondisse semplicemente: nel settentrione d'Europa il
carbon fossile di natura alclina giace nella parteinferiore dei terreni stratificati; dopo il qual
fatto generale avrebbe potuto a suo tempo sog
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gingere, senza contradirsi, anche quest'altro:e nelle Maremme Toscane lo stesso carbon fs-sile si trova nella parte media dei terreni terziary.
Al contrario questofattovennea dirittura escluso dalla geologa.Ma in nome della verit,
dimandiamo noi, a qual altra scienza pertantoappartiene? Quali cuse hanno produtto codesta sostanza in codesti terreni,se non quellecuse geolgiche che la prodssero altrove? La
scienza, invece di snaturarsi e screditarsi con
siffatte sottigliezze, poteva inoltrarsi per la suavia,adunaraltri fatti; e se mai codeste reliquiedell'et terziaria si trovssero anche in altri luoghi,osservare se codesti luoghi sano continui, e sefacciano zonasulglobo,e sepossa indursi che co
deste differenze sano l'effetto delle latitdini, gisopravenutoad operaresulla vegetazione d'un climamen nebuloso che nelle antecedenti et. E se
l'induzione mai s'avverasse, la direzione dellezone intorno alglobo, non potrebbe ella indicarela collocazione dei poli in quell'et? e quindi
rislvere il sospetto astronmico e geolgicodella successiva trasposizione dei poli?
adunque suprema rgola doversi commisurar precisamente ai particolari lafrmulascien
tfica che li esprime. E il modo con cui lavolont interviene a turbare il regno della dot
trina, egli appunto col ristrngere o estnderein confronto alle fondamenta del fatto le ge
nerali asserzioni. Il mdico, per genio osservativo e per bito della vita,va gravitando piut
tosto verso le cuse corporee. Altri al contrario,
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5per natura contemplativa tende a obliare odeprimere il corpo; e se non frenato da pe
culiare saviezza, corre dietro la meditazione
spinosiana fino ad isolare l'Io pensante, e deificarlo; modo d'ateismo non meno pericoloso di
quello che nega ogni sprito. Altri con mentepi politica si bilancia fra questi due smodatiprincipj, cerca la morale nella famiglia, etrae dagli interessi la dottrina sociale. Altri troppo fr
vido e incapace di seguir la catena di qualsasilungo raziocinio, vola in braccio al sentimento,
e va poetando nei mstici mondi della lucee dell'armona. V' la filosofa dei vili, e quelladei forti; v' quella dei pacfici e dei ben
fici, e quella dei conquistatori senza vscere.Gioberti si affligge perch l'intelligenza umanavada oscurndosi col decorso dei scoli, e si faccia
ottusa alle pi sublimi contemplazioni.E Lerouxgibila, perch vede, tutto al contrario, le ideconquistate dall'uomo incarnarsi inlui, e trasmutarsi colle successive generazioni in no
velle facolt. A seconda d'ogni sentimento,l'intelligenza tesoreggia qua e l per l'universoi materiali esclusivi pel suo edificio di bruttamateria, o di nebbie ideali. Ma perch non pusopprmere quegli elementi i qualivi ripgnano,e che viceversa qudrano alle esigenze di qualche
altro principio, ed ambisce pur dilatarsi e farsistema, cosvorrebbe rimodellar dalfondo l'universo, e piantarlo sul perno di qualche parziale
ida. Le forme sono varie, ma i gneri sonoindistruttbili, perch le generazioni si ripro
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dconoperenni colle medsime tendenze.Quindiuna recidiva posterit non potendo negliindcili fatti trovar pscolo alle sue preoccupazioni,ricorre tutte le passate et per ristaurare le illusioni gi tramontate; e allora la filosofia si
confonde coll'istoria della filosofia. Allora paregran cosa a Gassendi rinovellare Epicuro; paregran vanto a Cousin ricondurre il scolo a leg
gere Platone.Non cos la scienza vivente e progressiva.Quand'essa ha scoperto l'Amrica, non tornapi a far del mondo un terrazzo piano, messo
intorno al Mediterraneo, e incorniciato dallecorrenti dell'ocano; essa nontorna pi a ima
ginarsi le stelle confitte in un firmamento dicristallo; essa aggiunge la pila al telescopio, ilvolante alla rota; non perde mai terreno; non
si volge mai indietro; non si cura sapere segli antichi credssero l'aria e l'aqua smplicio composte; come fiume che sempre scendee sempre s'ingrossa. Non da un soliloquio di
Cartesio ch'essa erompe improvisa; essa scaturisce dal mondo dell'istoria e dal mondo delle
cose: dal mondo dell'istoria, dopo Vico: dalmondo delle cose,dopo Galilo;nonpergrmi
na dalla mentedi Vico, n da quella di Galilo;ma solo vi si riflette e vi si palesa; e le suedivine scaturgini sono negli abissi dell'universo.E prova nesia, che oggid non v' mente s vul
gare,che sembri non poterne raccgliere e rifrngere qualche raggio novello;sicchpar quasiassicurata alle nazioni civili e progressive quel
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3l'arte d'inventare, che pareva pur dianzi unvaneggiamento di Bacone.
Qual danno per la vera scienza esperimentale non fu l'sserle tosto surta a lato la va
nitosa dottrina di Cartesio! La quale prescindendo e dal mondo dell'istoria e da quellodelle cose, volle ricavarne un altro dalle infe
conde tnebre d'un Io,che se non si contemplanelle evoluzioni dell'istoria, nulla sa nemmendi s stesso, e nulla a s stesso risponde.Sivolleche la certezza fosse un privilegio delle mate
matiche; eperbella prova dell'infallibil mtodo,le menti educate a quella severa scienza d
vano appunto all'Europa la scnica dottrina deivrtici cartesiani, e il panteismo diSpinosa, e la
visione di Malebranche, e l'armona prestabilitadi Leibnizio, e cos l'evidenza geomtrica diveniva la porta, marmorea di tutti i sogni; fino
all'umanit immortale di Fourier, la quale, dopoaver arso tutti i libri su questa terra, dovevaperegrinare pertutti i pianeti etutti i soli dell'u
niverso. La certezza non mai nell'oggettodelle nostre contenplazioni; ma un bito
subjettivo dell'intelligenza, necessario e ineluttbile in certe condizioni. Se il matemtico
certo del vero, perch, come disse Vico, lofa: forsech il chmico,quando ha fatto e dis
fatto l'aria e l'aqua, pu resstere alla propriaconvinzione?
Forsech la combustione del diamante perl'universale degli uomini meno evidente e men
persuasiva che la dimostrazione del quadrato
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6dell'ipotenusa? Ora, dove il dubbio impossbile, la certezza sempre eguale. Ma ilpregiudizio sull'eccellenza della dimostrazione
matemtica trasse i seguaci di Cartesio a disprezzare la modesta e pura esposizione esperimentale, e a sperare l'infallibilit in tutte lescienze, purch solo fssero tali che si po
tesse travestirle in bito geomtrico. E questo tedioso vizio, che offende e opprime l'intelligenza giovanile, invano scoperto e accusato
dal solitario Vico, si diffuse dalle mondane celebrit dei Cartesi, dei Leibnizj e dei VVolf e
discese fino a noi, che l'abbiamo visto con dolore tgliere la meritata popolarit al smplice
e grande Romagnosi. Ora, quel principio cherende tortuoso e il vero, pecca
contro l'umanit,non meno di quello il qualelo cela o lo corrompe. Se concessa a pochi
la lode d'aver discoperto nuove verit, aperta a tutti i pi limitati ingegni quella d'a
gevolarle, e propagarle fra i ppoli, e immedesimarle ai destini della bisognosa umanit.
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rAscicolo xxxv.---
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i tg ii : .Dell'influenta che esercitarpssono sul corso
- dell'Arno le aque della Chiana, ,,
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1 o Ii titnore dei mali che recar potrbbero alla cittdi Firenze le aque della Chiana ridutte a godere di pi ve
loce e libero corso verso l'Arno, tanto antico quanto la cittmedsina, i cui abitatori si trvano appunto la prima voltanominati nell'istoria, all'occasione delle istanze fatte all'1mperator Tiberio --ne Clani; solito alveo dimotus, in amnem
Arnum transferretur, idque ipsis perniciem affrret(1). Questa opinion domin forse in tutte le menti, ogni volta chesi tratt d'intraprndere nella Val di Chiama operazioni idrtali
che, dirette d'accelerare il corso delle aque verso d'Arno.Essa penetr nel pi umil vulgo; e se alle prove di questaasserzione, che trarsi potrbbero dall'istoria di quelle aque,fosse Rcito aggingere il racconto d'alcuni popolari errori in
varie et sparsi fra noi, si vedrebbe manifesto, quanto unatale ida sia radicata in ogni rdine degli abitanti di Firenze, e a quali strane e puerili apprensioni abbia dato
ti
t)Taciti, fitof, lib. f.roL. 1, -
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18 INFLUENZA DELLA CHIlANA
ansa. Ma se i popolari errori non pssono in siffatto argomento aver molta influenza, non cos delle prevenzioniche rgnano fra molte delle pi sensate persone, e moltomeno delle opinioni palesate da dotti scrittori, mentre il ti
more dei danni imputbili anche in remoto tempo all'accelerata discesa della Chiana nell'Arno, pu tenere agitati glinimi, e destare sinistre impressioni su tutto ci che un'arteilluminata pu divisare in pr di quell'ubertosa valle.
2 Nel farmi ardito a parlare dell'influenza che pssonoavere le aque della Chiana in quelle dell'Arno, non credonecessario diffndermi intorno alle operazioni fatte da tempo
alquanto remoto per il buon regolamento idrulico dellaVal di Chiana, n trattar dell'rdine di lavori adottato verso
il cadere del scolo trascorso; mentre, assi pi che il votodei dotti, arreca lode a queste intraprese la riconoscenzadelle popolazioni per i conseguiti beneficj della salubrit del
l'aria e dell'accresciuta fertilit.
3 A me baster rammentare che la parte pi bassa dellavalle era una volta quasi tutta palustre, e le aque avvano
un lentssimo moto verso la Chiusa dei Mnaci, dalla qualetraboccando,si versvano a non molta distanza nell'Arno, perun alveo solamente destinato a portare certa copia d'aque
in lungo corso di tempo. Tutte le operazioni fatte nellavalle, bbero pertanto l'oggetto di liberarla dalle aque stagnanti, ed in gran parte cospirrono ad accelerarne il moto
verso il succitato sbocco; ci che si consegu colle colmate,le quali rialzrono le terre pi basse e pi lontane dallachiusa, finch per uno scaricatore pi depresso, aperto late
ralmente ad essa nel 1822, e per l'abbassamento della medsima, nella misura di due braccia(1", 1 6)compiuto nel 1826,
si ottenne un pi pronto deflusso.Un nuovo abbassamento siprocur nel 1838, quando al primo scaricatore ne venne aggiunto un secondo.
4 Fintantoch le aque della Chiana, col lento moto concui scola una palude, scendevano nell'Arno, era evidente chenon poteva apprezzarsi l'influenza loro sull'alzamento dellesue piene copiose e brevi, come quelle d'un precipitoso tor
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sul corso DELL'ARNo 19
rente; che tale appunto l'indole di questo fiume, l dovela Chiana gli porta tributo. Ma poich, colle operazioni fatte
per bonificare la bassa valle, e col primo abbassamento dellachiusa, il moto della Chiana reso pi clere, rec in Arnomaggior copia d'aque, merit attenta considerazione l'in
fluenza esercitata sulla sua corrente.
5 A questo propsito, con molto ingegno si osserv chela Chiana, tributando all'Arno aque riposate, non poteva con
tribuire a rigonfiarne le piene, e vi avrebbe produtto il soloeffetto d'accelerarne il corso ; pel quale acceleramento, il
pelo delle piene dell'Arno, anzi che sollevarsi, doveva venirpiuttosto a deprimersi. Si notava in conferma di questa opinione, ch' consentanea alle dottrine del Gennet, ed anco
del Guglielmini, che, dal 1761 in poi, l'Arno non port veruna di quelle piene devastatrici, che in numero di tren
tuna si cntano nel precedente intervallo, risalendo fino all'anno 1500.
6 Quando, dopo il primo scaricatore, e dopo il primoabbassamento, si propose nel 1837 di prender nuove misure per vie pi accelerare il corso della Chiana, si avvert
che il beneficio avrebbe potuto mutarsi in danno, se coldemolire l'intera caduta, alta pi di 19 braccia (11", 07),e
col rimvere gli altri impedimenti contigui, quelle aque, riduttealle condizioni di fiume abbandonato alla natura, avssero
potuto portare nell'Arno le trbide loro, ed anco le materiepi gravi.
7 Su tal propsito osservvasi che la Chiana, ristrettaper il progresso delle colmate nella sua valle, egradatamenteaccelerata nel suo moto da umezzo scolo in poi, aveva con
tribuito a diminuir l'elevazione delle piene dell'Arno ed arialzarne il fondo, ancorch portatrice d'aque riposate; e
facvasi temere che quest'ltimo effetto non tornasse pernicioso al buon regolamento del fiume e alla stessa Firenze,
se, colla demolizione della caduta dei Mnaci che presumvasi certa, avesse quell'influente tributato all'Arno aque tr
bide e ghiarose,ed esercitato sull'alveo di questo fiume, maggiore influenza che nei tempi addietro.
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() INronzA ELcatoIAxa
68 Per chiarir le ide in questa gravissima discussione,hcessario indicare che l'abbassamento della chiusaidpe
dto nel 1858fu di tre braccia(1,75), aggintivi due lateraliscaricatori, aventi le soglie braccia 2 (1 ", 56) al disotto di
quella della chiusa abbassata; e che la total demolizione dellachiusa coll'intera rimozione dei contigui ostcoli, non ebbe luogo,ftampoco si progettd'operarla, eomesupponvasi.Non suissi
s altronde, che,solo dopo l'esecuzione di quelle pere, scorraila Chiana in aque trbide, poich certo che le sue este,senze colmrono molte basse cterre nel scolo passato. E
hteppur si verifica, che siasi essa ridutta alle condizioni difiume abbandonato alla natura; ma un fatto, che i pi delsuoi maggiori influenti, cio i pi lontani dalla chiusa e dalla
foce; e si rattngon tuttora in colmata, o vngono portatiasboccare nelle terre ancora palustri, circostanti i laghi di
Montepulciano e di Chiusi, o nei laghi medsimi. i9 Si noti poi, che, dopo gli abbassamenti operati, l'alveddella Chiana, dal Callone di Valiano alla Pbscaja dei Mnaci,denominato anche Canal Maestro, ha sempre una pendenta
tenuissina e conguagliatamente minore d'un braccio periniglio (0,352 per mille), la quale non permette a quelle
aque di trasportar nei superiori tronchi ghiaje e pesanti materie, ma basta appnaia snattiri l'arena e dei ghiaje pi mi
mute. ll piccolo influente Lota, che sbocca sulla sinistra dellaChiama poco sopra alla Chiusadei Mmaci, spingetormi da
lungo tempo le sue tenui ghiaje oltre la chiusa predetta, epotr iontinuare i portriveleEguale effetto pu verificarsi
a riguardod'aleuno dei ruscelletti, che sbccano sulla destrariva della Chiana, poche miglia di sopra alla chiusa medsina; ma e non potr accadere dei pi copiosi torrenti, che
ra sbccano nella valle molto superiormente, nemmeno dopoda stbile loro sistemazione.
10 Tutte leghiaje di quei torrentelli nonsono, npssono ssere, se non minutissime e in assi mdica quantit,cone quelle che provngono da influenti di tenue pendenza,
e che, scarsissimi d'aque, hanno stagnato a lungo in terrenipalustri o in colmate.hsonimale ghiaje, che la Chiana nello
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scoRso DEL'ARNo 2
stato suo presente pu spingere oltre la Pescaja dei Mnaci,sono necessariamente di lieve peso e in tenussima quantit,in eonfronto a quelle gravissime e ai cittoli che trae secol'Arno, dotato com' d'una pendenza che s'apprssima a settebraccia per miglio (2",46per mille),neitronchi che precdono
la confluenza della Chiana. -
11 E poich queste osservazioni mrano a chiarire, sele aquo della Chiana tnidano a rialzare il fondo dell'Arno,rialzamento ammesso da molti come un fatto incontestbilee assi pernicioso, indipendentemente andara dall'avvertita ca,gione, cos non sar intile al nostro assunto l'esaminare, seun tal fatto sia vero, e in qual misura possa valutarsi accadnto, riportndoci ai pi siguri, se non ai pi antichi segnali,
che servirpssano a giudicarne cdn qualche esattezza.2 Spero che in queste iadgini mi si conceder di nonfar casa delle variazioni di frequente accadute, e tuttora f,cili a verificarsi, nelle ampie ghiaie ed arene del fiume, madi rivlgere le mie osservazioni sul basso suo pelo estivo, che a
senso mio l'nico lato, sul quale giuditar si passa dellegenerali alterazioni del fondo; e quando in moltissimi punti,
presi a grandissime distanze fra loro, e in diverse condizionidel fiume, non vi sia indizio che si elevi codesto basso pelo
cstivo, confido che si converr meco, non ssarvi evidenlprova di general rialzamento del fiume.
15.? B, cflebre Viviathi,uno dei grandi propugnatori dell'alzamento dell'Arnd, ne allegaprov che a prima vistasmbranoirrefragibili, e che oggid per la mssionaparta neapottbberopi riscontrarsi. lecito peraltro rilevare, che quanta egli asserisce della stanze mutate in cantine,.ideilstrici che si trae.
vrono sepolti in varie parti, della citt, e dellehanphine oriseghe di vetusti muri lungo il fiume, pu diptndere dacagioni diverse dal natural rialzamento dell'Arno, al qualattribuisce quei fatti d'altronde innegbili, Nrrano alcani
istrici autorvoli che, Firenze distrutta dai brbari nel sesthscolo, e ristaurata verso il cader dell'ottava, crescesse poia
gran prosperit col commercio e coll'industria nel scolndecimoterzo, e in sguito a quand'anco quella pribadir
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22 INFLUENZA DELLA CHIANA
struzione non si ammetta, indubitato che alcune parti dellacitt frono devastate poi nel furore delle fazioni. Vi per
tanto ogni ragion di crdere, che, nelle nuove anco parzialiedificazioni, il piano delle strade siasi tenuto pi alto dell'antico, ci che accade sempre in smili casi. Difatti questo
piano molto pi alto che altrove nella porzione compresadal primo antico cerchio di mura, alcune della quale pssono considerarsi fabricate sulle ruine d'edificj abbattuti; e
quivi appunto pssono riscontrarsi le prove di rialzamento,desunte dall'antico piano delle strade e delle case.Una conside
rvole differenza fra il piano della citt riedificata e quello delleporzioni che in sguito vi frono aggiunte, vdesi al PalazzoVecchio, la cui facciata rivolta verso la piazza a ponente, al
pari degli Officj nei quali si contiene la famosa gallera deidipinti e delle statue, move da un piano alto circa sette brac
cia (4",08)pi di quello sul quale posa la facciata opposta.Nell'indicata parte di citt compresa nel primo cerchio di mura,
la chiesa dei SS. Apstoli, costruttaverso l'anno 800, ha il pavimento alquanto depresso sotto al piano delle contigue vie; ilche a miogiudizio indica il posteriore rialzo di quelle, senzafar prova che sia rialzato l'alveo del vicino fiume, giacch quel pavimento non sommergibile, nemmeno nelle
pi straordinarie piene. A pi forte ragione libera da questo grave pericolo tutta la succitata antica parte di citt,
dove non si avvrano mai rigrgiti di fogne, e dove la stessaenorme inondazione del 1557 non rec danni meritvoli di
particolar memoria. Solo and soggetta al cos detto diluviodel 1533; i cui effetti sarbbero affatto incredibili, se l'esatte e minute notizie che ne raccolse il Villani, testimonio
oculare, non ne porgssero irrefragbile prova.14 In quanto poi agli antichi muri,trovati in fondo alfiume, si osservi che quelle pere pssono essere state an
teriori alla costruzione d'una pescaja verso la parte inferioredella citt, cio in sito prssimo all'attual pescaja d'Ognis
santi; e cos l'alzamento dell'alveo, che dalla bassa posizionedi que'muri si vuol desmere, pu attribuirsi piuttosto all'
pera degli umini, che non alle naturali tendenze del fiume. In
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sUL corso DELL'Aano 5
quale precisa et siasi per la prima volta eretta una tal pescaja, non fcile a indagarsi; ma conoscndosi che il Mugnone aveva la sua foce in Arno non lungi dalla Chiesad'Ognissanti, fabricata dagli Umiliati nel 1256, osservo che
quella situazione sarebbe stata inopportuna e pericolosa peruna pescaja, attesi i danni che lo sbocco d'un torrenteavrebbe arrecato alla derivazione delle aque,e agli opificj da
quelle animati. Mi conferma in ci la considerazione che laprima memoria (1) d'una gora aperta in quelle adiacenze,cio nella direzione dell'attual ViaGora, rimonta all'anno 1278,
nel quale il Comune addivenne per tale oggetto ad un contratto cogli Umiliati, ai quali rasi ceduto il terreno che poiper aprire la gora si doveva occupare. Pertanto non sarebbe
affatto irragionevole il supporre, che la costruzione della pescaja rimontasse alla medsima et; ma per non dar troppa
importanza a queste induzioni, mi ristringo ad osservare che,per quanto antica voglia supporsi la pescaja in quel sito,
non si pu mai crderla anteriore alla costruzione della citt,ed a qualunque pera muraria, che possa ssersi costruita
lungo le rive del fiume dal ppolo, che quivi rasi eletta lasua dimora.
15 Si ha dal Villani che le pescaje dell'Arno, primadel 1333, si rano molto rialzate; e a questo fatto il diligentissimo istrico attribuisce le gravi devastazioni accadute
nel diluvio di quell'anno. Ed in vero, perpoco che pssanoestimarsi le cognizioni scientifiche di quei tempi, non sa
premmo dubitare di quanto egli espone, quand'anche potssimo rinvenire altre cagioni di quell'avvenimento, che nello
stato presente del fiume sembra affatto impossibile a rinovarsi. Che se al contrario, come con altri dotti vuole il Vi
viani, dovesse ritenersi che il fiume d'allora in poi sasi notabilmente rialzato, converrebbe rinunciare alla ricerca di qualsivoglia cusa di quella memorbile inondazione, e conside
rarla come il pi straordinario prodigio.16 Molti altri scrittori, e fra questi il Frisi e il Perelli,
(1) Richa. - Chiese fiorentine. T. IV, Let. XXV, pag. 154.
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24 INFIENZA DELLA CHIANAsostngono del pari il progressivo interrimento dell'Arno; e
quest'ltimo, bench pi moderato degli altri, mostra comein pgni tronco deve assmere successivamente le condizionidel tronco precedente, ingombrndosi di materie pi gravi,
e venendo per tal modo a rialzare il suo letto. Di pi, in unasua Memoria relativa all'antifosso d'Usciana, giunge a presa
gire che, questo rialzo pu valutarsi d'un braccio per scolo (0 m.,583), , , , , ,
17 Qpporre i principj della scienza ad un'opinione quasiuniversalmente ricevuta, e convalidata dal voto di quei sommiingegni, impresa alla quale io non sapri accingermi, quan
unque, fra le dottrine propagate da altri dottissimi, non negnchino alcuna,atte, se non a confermare il contrario pa
rere, a mostrara almeno che gli effetti asseriti dal Viviani epresagiti dal Perelli, sono di gran lunga minori che dai loro
scritti non potrebbe temersi. . . .48 Ma poich un grandissimo lasso di tempo ormitrascorso, e che alle opinioni loro si pssono contraporre osservazioni di fatto evidentissime,pu riguardarsi come un doNere il citarle, quando si abbia speranza di mitigare, se non
dissipare affatto, le universali apprensioni destate dai lorodesolanti presagi. . -
19 Rilever pertanto che il Perelli, penetrato dall'idache il letta dell'Arno potesse rialzarsi un braccio per scolo,prescriveva, stabilirsi la soglia della cateratta per l'antifosso
d'Usqiana, che sbocca sulla destra dell'Arno quasi di frontea Ponte d'Ern, all'altezza del pelo medio del fiume, ovvero
(come egli dicq), superiore un braccio (0,585) al segnodelle pmssima bassezza(1). Ora, di frequente riscontri questa soglia assi pi elevata sulle aque basse dell'Arno; e una
livellagione fatta dall'ingegnere Puccioni, nel 1842, la segna'' . , i
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(1) Perelli. Relazione sopra il Val d'Arno inferiore, anno 1747 S Non veramente fcile,ee, Nella modsima Relazione, all'articolo
inazione dei lavori, si legge: la soglia della cateratta si sta"a bilir alla altezza del pelo medio del fiume, ovvero superiore un brac
a cio al segno della mssima bassezza: e il fondo del fosso avr sopraa la soglia della cateratta spldi8 di caduta per miglio.(om, 14permille). n
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sl, gQaso piu'Anyo 25due bracia (1,166) sopra all'indicato limite. Potrebbe
dubitarsi di qualche inesattezza nell'esecuzione del lavoro ordinato da quell'uomo insigne; n io, la fatta osservazione,
mi tengo in diritto di, grdere che il fondo del fiume siasidepresso. Ma la temuta inesattezza,non pu ssere, se non
tenue, giacch la livellazione dell'antifosso, fatta eseguire dallodato awtare circa un scolo addietro, garrisponde a quellaripetuta ai nostri giorni. Gomunque sia dell'allegata, differenza,
mi basta poter con, al confronta provare, ghe il letto delfiume in quelli luogo, non si rialzato. . . . .
20. La livellazione, che accompagnayn nel 1787 unaMemoria di Pio Fantoni, ed era fatta dall'Ingegner Francesco Bombicci, mostra che le aque basse dell'Arno, sullosboccodel Canal Imperiale, o solo della palude di Bigntina, hanno
sul mare l'altezza medsima, che si riscontr, con altra li
vellazione fatta dall'Ingegnere Marchi nel decorso anno.21. Allega il Viviani, che la volta, del ponte di Riboccatura, costrutto sull'Ombrone nel scolo XVII, alla distanzad'un terzo di miglio, dalla sua foca in Arno presso la Golfolina, fu impostata cinque braccia, (2,91 ) sopra il fondodel fiume (1); e quell'impostatura trvasi ora presso a poco
alla medsima elevazione sopra, la queinfime del medsimofiume, :: : :::.., ... ... . : . . .
22 La presa d'aque. del Canal, macinante, che dirmasialla pescaja, d'Qgnissanti, canale derivato da circa tre scoli,non sub alterazione i segnali di marmo che rggono la
distribuzione della corrente ai molini, ed al fosso, sul qualesono posti, consrvano sempre laprimitiva posizione.Se l'Arnosi fosse interrito, il segnale posto nel bacino detto Margone,di sotto al miolino della Porticciola del Prato, non potrebbeservire alla regolare immissione della corrente necessaria nelfosso, perch non sarebbe tanto elevato da rigettare nell'Arno
le aque che sopravnzano al fosso: queste per si rivlgonoal fiume anco in tempo di piccole piene, ",
. .
() Viviani. Discorso intorno al difendersi dai riempimenti e dallecorrosioni dei fiumi S Che Arno allo sbocco d'Ombrone, te,
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26 INFLUENZA DELLA CANA
25 Dai tempi del Viviani in poi, non si ha notizia chela pescaja della Vaga Loggia, detta anche d'Ognissanti, siasi
rialzata andantemente (1), anzi la sua cresta si conserva suldestro lato, all'altezza indicata dal cartello marmoreo appstovi nel 1688. Peraltro, credndosi opportuno richiamar la
corrente verso i molini posti sul lato medsimo, mediantealcuni tavoloni applicati sulla sua cresta, da orizzontale ch'era
prima, si ridusse ad essere inclinata; e se ne rispett l'elevazione sul lato destro, per la terza parte circa di sua lunghezza. A questo lavoro di legname, venne ai giorni nostrisostituita una stbile pera muraria. La caduta di questa
pescaja, che ai tempi del Viviani (2), era di circa trebraccia (1",75) si riscontra ora un poco maggiore. Ecos deve ssere, giacch in data posteriore a ciascuna delledocce dell'adjacente molino,furono aggiunti i palmenti detti
di ripresa, per profittar di tutta la cadente in aque basse.Ci basta per l'intento mio di negare, che in quelle adjacenzeavvenisse da circa due scoli veruno interrimento del fiume.
24 Il Ponte alle Grazie o Rubaconte (3), e il PonteVecchio (4), sono costruzioni, la prima delle quali conta sei
scoli, e l'altra cinque. Esse ffrono tuttora, come negli andati tempi,una sufficiente ampiezza al libero corso delle aque
in tempo di piena. Ove si potesse ammttere il rialzo dell'Arno supposto dal Viviani, o quello d'un braccio per scolo,presagito e ammesso dal Perelli, converrebbe imaginare
che quei punti al tempo di loro costruzione si fssero impostati ad un'altezza veramente strana sul fondo. Ma se si
(1) Si osservi a riguardo dei molini posti sul fosso macinante, chese fosse avvenuto un rialzo della pescaja, il primo molino avrebbe van
taggiate le sue condizioni; e se l'Arno, come tutti crdono, fosse interrito verso Signa, l'ultimo molino avrebbe sofferto una prdita di caduta.
ll fatto che il primo molino ha appena tanta caduta per macinare, el'ltimo ne ha pi di sette braccia (4m, o8). Dunque non a supporsi che l'Arno, n la pescaja, n il fosso bbiano mutato livello.
(o) Viviani. Discorso citato. S Qui nonostante.(5) Fu costruito l'anno 1255 dal podest Rubaconte Mandello, milanese.
(4) Ruinato nel 1538, fu ricostruito nel 1545.
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sUL coRso DELL'ARNo 27
pon mente alla plata del primo, sempre scoperta in aquemagre, e in certo modo ridutta a far l'officio di serra, si vedeche non venne rialzata; poich lascia scoperte le riseghedella fondazione dei piloni, slite a collocarsi a livello delle
aque pi basse.25. Se dovssimo crdere all'enorme rialzo ammesso dai
citati autori, ne conseguirebbe,che, cinque o sei scoli addietro, i piani di Brozzi, dell'Osmannoro, di Lcore, godvano d'un felice scolo nell'Arno (1), giacch non vi me
moria che si sano rialzati con artificiali colmate: ch anzi,
in molti di quei luoghi le colmate sarbbero impraticbili.Altronde si hanno prove,che quelle pianure frono in ogni
tempo basse e palustri; e quand'anco siffatte prove mancssero, le denominazioni stesse dei luoghi, come (2): Padule,
Gaina, La Sala, Quaraccio, Lcore, Stagno, Stagnolo, edaltre, le quali sono antiche quanto la nostra favella,prvanoche ai tempi dei nostri maggiori frono in condizione non
meno infelice della presente. Un indizio dello stesso gneresi ha dai nomi di Fondaccio di S. Nicol, Fondaccio di
S. Spirito, Gusciana (3), Pantano di Ripoli, Valfonda, ec.,date in tempi molto remoti a varie ben note strade di Fi
ICIZe,
26 Nel Val d'Arno Superiore non v' prova sicura dirialzamento di letto dal 1700 in poi. Le sezioni chevanno
(1) Pensa il Viviani (nel citato discorso SQui nonostante), che, fra la pescaja dalla Vaga Loggia e quella del Callone di Castelfranco, si fosse co
strutto un ripieno del letto d'Arno, in forma di prisma, o vulgarmenteparlando bietta, grossa da capo sette braccia (4m,o8) e da pi ridutta anulla. Quindi questa bietta sarebbe stata grossa sei braccia (5m,5o) allosbocco del Bisenzio;e cinque e mezzo circa (5n,2o)a quello d'Ombrone.
Se si potesse ora rimvere questo presunto interro, le citate pianure godrbbero del pi felice scolo in ogni stagione.
(2) Il vocbolo padule comune ai ppoli di quei citati piani. Gainain molte parti di Toscana significa fossa di scolo. La Sala un borgoche prende il nome dalla nota pianta palustre. Lcore scrivvasi una
volta L'core, e molti cos lo scrivono ancora, e viene evidentemente daaequor.
(3) Gusciana o Usciana nome commune all'emissario delle fogne dell'ima parte della citt, ed all'altro notissimo della palude di Fucecchio:
la sua derivazione sembra dalla parola uscire.
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28 INFLUENZA DELLA CHIANA
unite ad una livellazione dell'Ingegner Bamponi, che si conserva nella Cancelleria di S. Giovanni, mstreno il pelo margro del fiume presso a poco depresso com' al presente
nei piani di Montevarchi (1), di S. Giovanni e di Figline,Anzi ho potuto osservarvi maggior bassezza; ma non ne feciconto, perch pu quel piano ssersi lievemente eolmatoanco dopo l'arginazione. Le soglie delle chiviche di scolosi consrvano qbstantemente assi alte sopra. l aiue estive;
e sebbene non si conosca qual fosse la primitiva loro posizione, sempra, un grande indizio contro il supposto rialzamento, il non vederne alcuna inferiore alle aque magra
27 Se taluno credesse, che una prova del rialzo potessedesmersi dalla deteriorata attitdine alla navigazione, sarebbe
fcile rispndere, che codesta deterioramento immaginariomentre il Viviani stesso ci rappresenta ipfelicissima la navigazione dell'Arno, specialmant, per nove miglia (15 chil)
al di sotto di Firenze. E dimostra, che il pi sicuro modo diprovedervi, sarebbe quella d'intersecare una delle due pianure
sotto a quella citt con un ganal laterale all'Arno, qapaqe almeno di due barche (2); la qual proposizione venne poi presain pi minuto esame dal Perelli, dal Ferroni, e dal francese
Goury (5).28 Da tutto questo pormi poter dedurre, che non trvasi verun sicuro indizio di rialzo del fiume, accaduto negliltimi due scoli, e che a riguardo dell'et precedente, si pu
per gravi ragioni dubitare, se non del rialzo, almeno dell'enorme elevazione alla quale il Viviani lo cred pervenuto;
purch non si tratti di riferirlo a molti scoli addietro, cioa tempi dei quali non abbiamo memoria certa i
29 Non intendo peraltro negare in generale la possibilit che si rilzino gli alvei dei fiumi, n si protrggano le
(1) ILa terra di Montevarchi situata in luogo basso perrispetto al vicino torrente della Dogana; ma questa secondo, un evi
dente effetto dell'allontanamento dell'Arno, procurato colla nuova suainalveazione. -
(2) Viviani. - Nel discorso citato S Dichiarate come sopra ec.(5) G. Goury. Souvenirs polytechniques. Paris, 1827.
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- sUL CoRso DELL'ARNo g
ghiaje, ci che molti rigurdano come ad evidenza provato,specialmente 'in conseguenza di rettificazioni d'alveo pra
ticate in tronchi superiori. Mi basta aver riferito i fatti, chedinstrano le vicende del fondo d'Arno nel lasso degli ultimi
due scoli, ed allegato le pi sicure notizie dei tempi anteriori. Comunque sia di quella protrazione attribuita all'accennata cusa, conviene andar molto cuti nel giudicare dei
ereduti suoi danni, quando si consideri, che tutte le rettificazioni dell'Arho, dalle sue origini fino al Ponte a Signa,
si compierono nei citati due secoli, nei quali non si hannoprove di progressivo interrimento. Chi lesse il citato discorsodel Viviani, deve ricordare ehe l'Arno non era asuoi tempiregolarmente inalveato nel Val d'Arno Superiore; ch'egli diresse varjimportahti, ma parziali lavori nelle pianure al di
sopra e al di sotto dellti capitale nelle qualifu poi compital'inalveazion"ilell'Arno. Le rettificazioni operateirCdshtino,
nel piano di Quarata presso Arezzo; e in quello di olLaterina, frono intraprese nel scolo presente.Pevaltro, a frontedei funesti presagi, siamo andati molto meno suggetti ai dannidelle aque, che io fossero i nostri antenati (1) .
- . . : ) il; : : ,1 : i ;) : : ,
() Per farsi idea quanto conviene riportareun passo del Frisi, scriveva un scolo dopo il Viviani. a La
potr&ig dellglif fiori poter andardisgiunta da un maggiora rialzaruto del fondo. Infotti, alcune luci idl Ponte a Signa sono
a orami sepolte nelle deposizioni delle ghiaje: alcune altre si sollvanoappena nelle impostature sopra il piano del fondo e le due pi alteu restano fatto coperte dalle lique delle biene una campanella di ferro,
a ch' impiombata nella pila destra dell'ared dimezzu, pu servirdia rgolo per misurare tutto il
che la campanella restava tanto alta, 5o anni fa che, i navicellai per'toccarla, dovevan sallr suppd estment l'aa nello della campanella tocca il fondo del fiume, che sotto il ponte si
a spiana in una superficie assai regolare. Per in quel luogo deve sa sersi rialzato il fondo di cinque o sei braccia Seiltirisi avessepensato, che a poca distanza da quel luogo fan capo gli scali di tutto
il piano a sinistra del Bisenzio, i quali eran gi infelici ai tempi delViviani, ne avrebbe dedutto lche, ammesso il rialzamento riferitogli, quel
pianu non avrebbe pi potuto scolare. E poi quante dltre conseguenze!bimili racconti si domoda per tutto, una bisogna diffidarne, a mcn
che non vngano confernati da sicure prove. - - -
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30 INFLUENZA DELLA CHIANA
50 Tornando a meditare intorno alla possibile influenzadelle aque della Chiana sull'Arno, parmi che dalle cose dette
si possa inferire,che, nelle condizioni attuali di quell'influente,le sue piene pssono talvolta esser contemporanee a quelledel recipiente: che saranno in pari tempo men copiose di
quelle dell'Arno, e quindi di pi lunga durata, ma incomparabilmente men criche di ghiaje e di gravi materie. La
Chiana infatti non ha un corpo d'aque cos considervoleda poter crrere, ad onta della sua scarsa pendenza, con unavelocit eguale a quella dei grandi fiumi,e dello stesso Arno
ne' suoi tronchi arenosi. Oltre di che, i principali influentidi quella, tutti modicamente inclinati, vi si vrsano in luoghi molto lontani dalla Pescaja dei Mnaci e dalla foce. I
pi considerbili spgliano, e per lungo tempo ancora spaglieranno in colmata, per compire il rialzamento dei terreni
rimasti bassi; oppure si vrsano nei due laghi; ed anchequando verranno per congruo andamento condutti a sboccare
nell'inferior tronco del Canal Maestro, non potranno portarvighiara.
31. Vuolsi inoltre osservare che il bacino, il quale raccoglie le aque dell'Arno superiormente alla confluenza, al
quanto pi grande di quello della Chiana: che la valle delCasentino da cui l'Arno proviene, essendo cinta dagli altiApennini, pu considerarsi soggetta a pi larghe piogge (1),che non la Val-di-Chiana, limitata da poggi di mezzana al
tezza: e che queste piogge sono in Casentino pi ruinose,come ruinosi sono i suoi torrenti, alimentatori dell'Arno. Cos
pu di frequenti accadere, che la piena dell'Arno sia gi passata, quando quella della Chiana sopraggiunge; ma siccome,
per varie meteriche casualit, il colmo della piena dei due
(1) La quantit assoluta delle pioggeche cdono in ciascun anno, si famaggiore nelle minori distanze dalle coste dei monti pi alti. Frisi.
Dei fiumi e torrenti, cap. 1. S Inoltre la siccit, ec. Vedi anche il
Manfredi nell'annotazione prima al cap. 1, della Natura dei fiumi delGuglielmini. Entrambi riferiscono le esperienze alle quali la loro opinione
s'appoggia.Mengotti: a poich al piano giungendo esse a 3o pllicicirca, e fra i monti e nelle valli perfino a pi di 9o. n
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sUL coRso DELL'ARNo 51
corsi d'aqua pu ancor riescir contemporaneo, credo attenermi molto al di sopra delvero, ammettendo che in questo caso,e nello stesso lasso di tempo, il corpo d'aqua della
Chiana stia al corpo d'aque dell'Arno come uno a tre.52 Siccome la Chiana, di sopra alla sbassata Pescaja de'Mnaci, ha una pendenza molto minore di qualunque altroinfluente dell'Arno, e minore ancora di quella che ha questo fiume, finch corre in ghiaja: e siccome potr portare
solo tenui materie, in confronto delle ghiaje copiose e gravssime che trover nell'alveo dcl recipiente: cos parmi chela influenza della Chiana debba principalmente spiegarsi nel
l'accrscere la velocit del fiume, e possa anco, come insgnano il Gennet e il Guglielmini, contribuire a deprimere
il pelo delle sue piene.55 Resta a dire come, mentre le aque della Chianatndono a rialzare il fondo del loro proprio recipiente, letenui materie che ne pssono traboccare per la Chiusa dei
Mnaci, introdutte una volta nell'Arno, vngano facilmentetrasportate da una corrente pi veloce, per un alveo costantemente pi inclinato di quello che ha la Chiana medsima, sopra la rammentata pescaja. Perch questo rialzo accada in qualche punto dell'alveo, bisogna,per quanto sembraammttere che l'aumento di velocit del fiume, dovuto
alle mutate condizioni dell'influente, possa protrarre leghiajeoltre l'estremo limite cui son giunte finora, e cos cagionare
in ultimo effetto il temuto ingombro del fondo.54 Prima d'esaminare come ci possa accadere, stimoopportuno premttere che se l'effetto dell'accresciuta velocit pu crdersi di qualche rilievo nei tronchi del fiumeimmediatamente successivi alla confluenza, ander di mano
in mano diminuendo, comparativamente alle condizioni attualidell'Arno, a misura che questo si arricchir di nuove aque.Difatti se l'aumentata loro copia, alla quale il supposto effettosarebbe dovuto, si considera alla confluenza in tempi eguali come
d'uno a tre, si ridurr come d'uno a sette, quando l'Arnoavr ricevuto i molti e rpidi suoi influenti del Val d'Arno
Superiore. Ricevuta poi la Sieve, la proporzione fra le due
-
5 nrittzA DELLA cuiquhtit d'aquappotra'eredersi come d'uno a dieci; e alrestrefio limite delle ghiaje, che pu inditarsi presso m
poli? ititalproporzione diverr ome d'uno a sdici oICO avnti" : ;..'''. , -
55 Conviene inoltre osservare, ehe, dal punto di conffuenza in pidii l'Arno e sostenuto da molte pescje, e non
naca d'altri ritegni naturali, che travrsano il suo alveogiesti specialmente s'incntrano nelle gole di Monte e idellaVal d'Inferno, dalla quale sbocca introducndosi nel Vald'Arioiti vicinanza di Levane, dopo aver corso sopra quattro
pescaje N succede un tratto di 15 miglia (25 chil), nel Vald'Arno Superiore fino all'Incisi;nel quale il fiume pu consi
derirsi come stabilito sulle sue alluvini, e non traversatoda verun ritegno. Prosegue poi fino a Firenne, per un alveo
aperto in ristretta valle;imederato da pescje dotato inqualch tratto di precipitosa pendenzi; quiwi, bitre la Sieve,
coglie molti piccolinaruinosiluetitido it ii36oity premesso; hnnettiamho ''che l'accresciuta velocitdel fitine tefidaa solearne il fondo nei tronchi superiori,
protfirieleghiaje Bisognerli peraltro confessare, che rainequltate essere memente moderata difrequenti ritegni che inieofltra nell'alveo; i quali impedisconoche il fiume si stabilisca in una ragguagllata pendenza, diversa da quella di cifiha godutofihoruMa eonsiderati se
paratamente i tronchi in cui il fiutfie e diviso dai citatitegni, si alleghi pure che ciascuno di essi, per l'accresciuti
cbpia e velocit delle aque, spiriteelieslino avanti le giaje,possa dipbrs'inna&dente mlibre di quella che veu;
il che in ultihi effetto tornerebbe al carico dei tronchiliferiori. Potr seifipre all'opposto disservarsi che quest'eletto sar
issaimibdici nel primo tratto fino all'ingresso inad'Arnos perch 'trinchiiiiefir'Arti6 diviso, soin difattobre
simi; si percli la cadente alla quale un fiume si adatti, humiiiiiiiimidiato rapporio eolli note delle gine traspor
tuteli clla veloeit bndr dotato (1) i ",: -
-' ' i': i ti io iie o iiiii i ti; ;
() Guglielmini bella intara di himicabv bipv"
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sul coRso DELL'ARNo 33
37 Se si ragiona su questi principi,un qualche effettomaggiore potrebbe temersi in Val d'Arno,dove il fiume pupi liberamente operare contro il suo fondo. Ma quivi l'in
fluenza delle aque della Chiana pu considerarsi alquantodiminuita. Infine, per il tratto interposto fra l'Incisa e Fi
renze, militano le stesse ragioni da noi addutte pel primotratto tra la pescaja di Monte e l'ingresso in Val d'Arno.
E di pi, l'influenza delle aque della Chiana, oltre lo sboccodella Sieve, a riguardarsi come tanto attenuata, da doverne
attndere un lievissimo effetto, seppure ne abbia luogo alcuno,quando specialmente si ammetta che le pendenze dei fiumi
han sempre un rapporto colla mole delle ghiaje che pssonotrasportare.
38 Il modo, con cui abbiamo tentato mostrare i presunti effetti dell'aumentata copia delle aque d'Arno in tempo
di piena, non esclude il caso di qualche replezione, che sipossa verificare negli ultimi suoi tronchi, mentre in vece i
tronchi superiori migliorerbbero, per qualchetempo almeno,la lor condizione. Ma quando anche si giungesse a dimostrare, che questo qualsiasi danno non pu accadere, se non
al di sotto di tutte le pescaje che travrsano l'Arno, sarebbesempre vero, che la variata condizione del fiume potrebbe
indur conseguenze dannose, comunque in tempo remoto.39 Prima d'esporre le ragioni,per cuiun tal danno non a temersi, noteremo, che nell'istituire un confronto tra la
quantit delle aque dell'Arno in piena, e quelle che durantela piena stessa pu tributargli la Chiana, abbiamo mirato solo
a rappresentare il fatto nel modo pi prssimo al vero, incosa d'estimazione tanto incerta; e non fu nostra intenzione
d'attenuare l'influenza che in fatto possa avere la Chianasull'Arno.
40 E si supponga pure che questa sia maggiore dellanostra valutazione, semprech si conceda, come per verit
non si pu in modo alcuno negare, che la Chiana porti materie incomparabilmente pi tenui di quelle dell'Arno, e in
quantit molto minore.Sia pur diverso, e maggiore che da noinon si presunse, l'effetto dell'accresciuta velocit delle aque
I, II. 3
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54 INFLUENZA DELLA CIIIANA
nel solcare il fondo dell'alveo: speriamo che ognuno consentir doversi quest'effetto spiegare di mano in mano, principalmente sulle materie pi tenui che compngono l'alveo
SteSSO.
41. Siccome le piene dei fiumi sono sommamente varienella lor violenza, non che nella qualit e copia delle materie fluitate, cos accade che, altre tndano a depositar leghiaje e le trbide, altre a scavare il fondo e i depsiti an
teriori, sempre per in modo che le sole forze della naturasrvano a mantenere le condizioni dei fiumi in un certo
equilibrio, il quale negli indicati rapporti si ltera solo inapparenza, e per breve intervallo (1). Sia questa o altra la
cagione, nei tronchi superiori dei fiumi che prtano grosseghiaje vdonsi queste sempre frammiste a quelle di minor
mole,ed anco alle pi minute ed all'arena, della quale in siffattiluoghi son rari e poco estesi i separati depsiti.
42Quando poi sopravenga una nuova cusa, che accrescala consueta forza escavatrice del fiume, se questa potr dimano in mano esercitarsi a preferenza sulle materie mengravi,
deve generalmente accadere, che il fiume lasci ne'suoi pi altitronchi le ghiaje di maggiormole, che sono ad essi proprie. Edin questa supposizione, crederi probbile, che, specialmente
nei tronchi interposti tra due pescaje, il fiume giungesse a disporsi in una cadente alquanto minore di quella in addietro
goduta, senza trasportare nel tronco inferiore le materie dimaggior mole.
45 Sepoi avr forza di far traboccare dalla pescaja qualche porzione di queste pi pesanti materie, la depositer fa
cilmente alprincipio del tronco sottoposto,per trar seco quellemen gravi che ivi ritrova, piuttostoch proseguire a farlascrrere pi avanti. Cos accader nei tratti successivi; e nonsolo al cader delle pescaje, ma anco a misura che vanno at
tenundosi le ghiaje, col diminuir della pendenza dell'alveo;tanto, che nel gingere ai tronchi arenosi, potr solamente por
(1) Guglielmini. Cap.V, Prop.V. a Neifiumi in ghiaja succdono continue escavazioni, ed altres continue replezioni, ma cos attemperate l'unacoll'altra, che ne resta il fondo stabilito i cc.
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sUL Corso DELL'ARNo 55
tarvi arene alquanto pi grosse di quelle che per l'avanti videpose.
44 Percorriamo l'Arno, e vedremo che le pigrosse ghiajesi ossrvano nei greti vasti ed altissimi, che sempre sono in
faccia alla caduta delle pescaje, come anche presso queipunti ove, permanenti ritegni e cuse fortite, costrngono il
fiume ad alterar subitamente le sue vive sezioni e la velocit
del suo corso. Cos seun ardito pennello viene inoltrato nellacorrente d'un fiume, e d occasione ad un local profondamento
dell'alveo verso la sua punta, un depsito delle pi grosseghiaje, che il fiume nelle vicinanze trasporti, si forma costantemente a poca distanza nell'opposta parte dell'alveo.E cos purei ciottoloni, che vmita nel fiume uno scosceso burrone, vdonsi sempre distesi a poca distanza dalla sua foce, lungo le
sponde del recipiente.45 Se pertanto l'accresciuta copia delle aque accresce lavelocit, e come abbiam supposto,sia pur tenue questo ac
crescimento, dove la corrente arriva ai tronchi arenosi, la
sua efficacia pu esser facilmente bastvole, quando si trattisolo di portar sino al mareun poco pi d'arena o di trbida.Se poi l'accrescimento notvole, lo stesso effetto pu avverarsi con maggior facilit. Cos pu bene accadere che daltimo non abbia luogo riempimento alcuno.
46 Non ho creduto far molto caso delle ghiaje,e dellealtre materie che l'industria trae dagli alvei dei fiumi; non
gi perch non ne tragga in gran copia, ma perch laloroestrazione dipende dalla vicinanza dei luoghi popolati, e dalla
commodit degli accessi; cosicch alcuni banchi di ghiaja vengon presto spogliati delle grosse pillore sempre pi ricercatedelle altre materie, mentre altri rimangon poco meno che intatti. Oltre di che, quando venisse ammessa una pi copiosadiscesa di ghiaje, converrebbe dimostrare la precedente lorodeficienza pergli usi cui l'industria le destina, o un aumento
negli usi medsimi. Peraltro questi usi sono ai giorni nostricos estesi,specialmente dove i torrenti discostndosi dai luoghi
montuosi, s'introdcono nelle popolatissime nostre pianure,che la portata dell'Arno e de'suoi influenti appena basta a supplirvi.
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36 INFLUENZA DELLA CIIIANA
47 Pertanto ben si comprende, che se le ghiaje trasportate dal fiume vngono di mano in mano estratte nei tempid'aque magre, in modo di spoglirnelo affatto, e di lasciarnemolto scommossi e solcati i banchi arenosi, queste operazionidbbono esser vantaggiose non solo nei tronchi ove si fanno,
ma anco in quelli che rimngono intatti, in quanto che secndano la forza escavatrice della corrente. Ma supponendomolto difficile l'apprezzargiustamente codesto vantaggio, nonvolli considerarlo un valvole argomento a favor dell'opinione alla quale inclino, e che mi pare fondata su pi saldi
appoggi.48. Coloro che, come il Frisi, ammttono la dottrina del
Gennet, senza far distinzione tra fiumi ghiarosi e arenosi,dbbono necessariamente negare, che dall'unione di due fiumi
derivarpossa qualunque anco tenue replezione di fondo; altrimenti i beneficj da essi predicati,sarbbero temporanei e illu
sorj; anzi verrbbero a cangiarsi in evidenti danni. Ma siapure che la dottrina del Gennet nonvenga universalmente ricevuta, e non si tenga applicbile ai fiumi ghiarosi. Il Guglielmini, parlando di fiumi che prtano materie uniformi, riconosce che l'unione di pi aque correnti cagione di maggiorprofondit negli alvei, e di maggior bassezza nelle mssime
piene; e inoltre minora la necessit della caduta nell'alveo.Mrita d'esser letto per intero quanto egli dice al S Se sidar il caso. e seguenti (Cap.XIV, Della Natura dei fiumi).
Donde si pu dedurre, che, sebbene i casi da esso contemplati siano diversi o pi svantaggiosi di quello che ora inesame, pure egli mostra con quali cautele possa l'unione util
mente praticarsi. E ne fa soltanto temer gravi le difficolt,quando il fiume da riunirsi porti materie pi pesanti delfiume principale; il qual caso precisamente opposto alnostro. Consentaneo a tali mssime, aveva quest'autore al
trove suggerito (Cap. IX, Prop. V. S Da questa considerazione, ec.), di non introdurre alcun fiume che corra inghiajadentro l'alveo d'un fiume reale, che abbia il fondo arenoso
o limoso. Ma quando ben si pnderi la dottrina esposta inquesta proposizione, sembra che in ultimo dedur se ne pssano le conseguenze qui sopra esposte.
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sul coRso DELL'ARNo 57
49 Molte altre dottrine confacenti al caso nostro trar si
potrbbero da altri scrittori, ma dal Guglielmini sopratutto,meditando su quanto espone nel capitolo quinto della clebrepera Sulla natura dei fiumi. Ma mi ristringer a trascr
vere alcune sue parole, tratte da una scrittura perl'introduzione del Reno in P Grande. Finalmente per convincere
che il P della Lombardia non interrito, e che l'intro
duzione del Reno non potr cagionarvi o accrscervi gli alzamenti, basterebbe addurre quella famosa rgola generale,provata cos nervosamente e diffusamente da D. ScipioneDe Castro, che fiume non interrisce fiume. Non
dimeno,per maggiormente assodare tal verit, si osserviche i fiumi che hanno poc'aqua, hanno pi caduta naturale, e profondit, e larghezza d'alveo minore, e che al
l'accrescimento di nuove aque si accresce altres e l'una el'altra; ma per lo contrario diminuisce la caduta. Su que sta rgola, che si riconosce di eterna verit,in tutti i fiumi del mondo, che hanno fondo e sponde possbili a corr dersi, ec. La qual sentenza mi comparisce applicbile alcaso in esame, quantunque rigorosamente parlando non si tratti
d'aggiunger nuove aque, ma d'accrscerne la quantit intempo di piena,vale a dire in tempo della mssima azione.Al quale propsito pu anco citarsi il Manfredi nell'annotazione
VIII al sopra citato cap. XIV della natura dei fiumi.50Ese, nella difficolt di bene sviluppare le prove direttedelmioassunto,puconcdersi alla tenuit mia diaddurre esempj
atti a somministrare argomenti indiretti, ma pure molto valutbili, aggiunger, che se ogni fiume a misura che cresce d'aqua va diminuendo dipendenza,e al tempo stesso trae seco materie pi sottili (1);se vero, che, derivando da un fiume inpiena una considerabil quantit d'aque, si cagiona immancabil
nente l'interrimento del suo fondo inferiore, senza ottenere un
durvole abbassamento della piena medsima; se questi inter
(1) Urgetur quippe aquarum mole, et in profundum agitur. Plinio,Hist. Nat., l. 5, p. 2o, de Pado.
Inde non loci devexcitate, sed ips sui copi et quasi pondere impellitur: fons adhuc et jam amplissimum fiumen. Plin. Sec., lib. 8, e pag. 8.
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58 INFLUENZA DELLA CHIANA
rimenti si verificano in ogni caso di rotte; se dannose riescirono in prtica tutte le derivazioni degli influenti dal fiume
principale, cagionando l'alzamento dell'alveo negli uni e nell'altro, come accaduto colla derivazione del Lamone dal P di
Primaro, nel Ravennate, e in altri casi:io non sapri comprndere come l'accrscere all'Arno in piena, l dove sommamente ghiaroso,una quantit d'aque, se nonpura, certamente
priva di grosse ghiare, possa esser cusa di riempimento nelfondo inferiore.
51. Essendo condutto dai precedenti rilievi a concldere,che l'influenza dell'accelerata discesa delle aque della Chiana
nell'Arno si risolve nel profondare il letto di questo fiume, enel diminuire la caduta, applicher a questa conclusione alcuni
dei gifatti rilievi. Epenso poter dedurre,che dove, per la frequenza dei ritegni naturali o artificiali, il fiume diviso in brevi
tronchi, questi effetti dbbono necessariamente riescire pocosensibili, s per la stessa brevit, s perch il corpo d'aque
della Chiana, che pu riunirsi alle piene dell'Arno, non moltoconsidervole. Poco sensibili dovrbbero ssere, seppure es
stono, gli effetti medsimi anco al di sotto della citt di Firenze; perch,sebbene in questo tratto s'incontri la sola pescaja di Castelfranco, a grandissima distanza dalla citt , purela copia delle aque proveniente dalla Chiana quivi pochissimo
considervole, in confronto alle correnti delle quali il fiumes'ingrossa per via.
52Ci che si disse del profondamento dell'alveo, puestndersi allasovresposta depressione delle piene; il qual even
to, per il mio dbole avviso, in qualsivoglia casopu verificarsisoltanto in modo assai limitato. Per quanto sasi attribuita aquesta cusa la cessazione delle devastatrici piene, che unavolta affliggvano le pianure solcate dall'Arno e la stessa cittdi Firenze, quando penso all'enorme elevazione alla qualequelle desolanti inondazioni una volta giungvano, son tentatodi crdere, che cuse pi potenti, o almeno pi immediate e
locali del tenue acceleramento della Chiana, ci abbian procurato l'esenzione da quei mali, della quale godiamo da lungotempo, e che ci auguriamo durvole. N so conciliare colla
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sul coRso DELL'ARNo 39
depressione del fiume, che vorrbbesipropria dei passati scoli,l'enorme altezza alla qualegiungvano allora le piene (1).
55. La ricerca delle vere cuse di tali disastri ormi ces
sati,involgerebbe in difficili investigazioni, da sgomentare ilmio ardimento,e da trarmi lungi dal mio propsito. Pure,senza escire dalla regione dei fatti, noter, aversi certa no
tizia che nei scoli addietro, principalmente prima dei lavori in parte diretti dal Viviani verso la met del scolo XVII, l'Arno, di sopra a Firenze correva affatto disordinato; e facendo ampjserpeggiamenti nelle adjacenze di Varlungo e di San Salvi, minacciava tutto il terreno alla sua destra,
a levante della citt, fuori della Porta alla Croce. Temvansi
quindi le inondazioni dell'Arno da quel lato; a segno che lasoglia della porta medsima rasi rialzata e ridutta in condizione d'rgine,perpreservarela citt dalle aque che per quella
parte ransi in pi occasioni introdutte, e segnatamente nelleinondazioni del 1555 e del 1567. Ora quella campagna in gran parte rialzata, e in modo cos sicuro munita con
tro smili irruzioni, che abbiamo potuto vedere nel 1817 ribassata la strada sotto la porta anzidetta per la considerbile altezza di quattro braccia (2", 55); il che si riconosce
tuttora nei fianchi della fbrica, sotto l'imbotte dell'arco; n
vediamo che le grosse piene del 1821 e 1859 bbiano inondatelecampagneesterne, n sansi accostate alla soglia attuale, sottola quale anzi rimsero notabilmente depresse. In difetto deinotati provedimenti, che non pssono ricordarsi senza un
tributo di lode, si comprende bene che le aque introducndosi in citt, e provenendo da una altezza maggiore di quellaa cui pssono sollevarsi nell'alveo che la traversa, potvano
(1) Narra il Villani a che nel 1555, al palagio del ppolo ove stvanou i priori (oggi Palazzo Vecchio), sal l'aqua il primogrado della scala
u ove s'entra, incontro alla via di Vacchereccia, che quasi il puntoa pi alto di Firenze (15). n
La piena straordinaria del 1859, durante la quale (54) le aque dell'Arno rano in communicazione colle fogne della citt, giunse solamente
ad inondare la Piazza del Grano a levante del Palazzo Vecchio, la
quale rimane inferiore di circa sette braccia (4m, o8) al punto che ilVillani indica come sommerso, nella piazza a ponente del palazzo.
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40 INFLUENZA DELLA CHIANA
rigurgitare in modo straordinario, per gli impedimenti che siopponvano al loro corso nell'interno delle vie.
54Nella piena del 1859,per esempio, le aque non traboccrono dalle sponde, ed anzi si tnnero fra le medsimealquanto depresse. Nondimeno alcune delle pi basse stradedella citt rimsero inondate; e spiace dover ricordare chel'aqua del fiume s'introdusse dalle fogne, per incuria di chi
ne aveva custodia. Che se fssero state diligentemente custodite, quella escrescenza sarebbe passata senza l'apparenza
tampoco di danno, come passrono altre non minori escrescenze accadute dipi: n vi sarebbe stata occasione di ri
chiamare i timori del pblico sulle recenti operazioni di Valdi Chiana e sul ponte pnsile, pochi anni innanzi costrutto a
levante della citt.
55 Degli effetti di quest'pera farem pure brevi parole.Situato poco sopra la pescaja di San Nicol, la quale lmitala citt verso levante, ebbe il nuovo ponte una sezione di 90metri, che maggiore della luce libera dei varj ponti entro
citt,ma in pari tempo minore dell'eccessiva larghezza a cuispaziava in quel luogo il fiume. Presso i fianchi del ponte,
formanti ciascuno l'estremit d'un pennello inoltrato, si richiam prima un granfondo, specialmente a sinistra; la gia
citura dell'alveo si alter alquanto fra la nuova fbrica e lavicina inferior pescaja; ed molto probbile che le materie
avulse dal fondo precipitssero al di sotto della medsima.Qualche variazione si offerse anco nell'alto greto inferiore, infaccia alla caduta delle aque, le quali si fcero strada a tra
verso quelle ghiaje. Altri effetti si videro presso il ponte alleGrazie, e il vicino scalo delle travi, a destra. ll filone dellacorrente, slito a tenersi sotto il destro arco del mentovato
ponte, se ne scost; e si formrono alcuni depsiti tra l'arcostesso e il prssimo scalo, ove rasi sempre osservato un fondonotbile. Videsi poi per qualche tempo, in aque magrissime,un inslito greto isolato, di sopra del Ponte alla Carraja. La
mssima parte di questi effetti sono scomparsi, e le aquetndono visibilmente a riprndere l'antica lor direzione; se nonche,immantinente sotto alla nominata pescaja di San Nicol,
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sul conso DELL'ARNo 41
v' ancora qualche lieve divario dallo stato anteriore. Tuttequeste variazioni, a senso mio, sono insignificanti e tempo
ranee; e sebbene abbian dato cusa a lagnanze degli utentidelle aque per i molini a sinistra, una mdica indennit, da
essi accettata per una volta tanto, ha potuto farli cessare;la qual circostanza conferma la mia opinione (1).
56 Si pens veder nell'Arno entro Firenze pillore pipesanti del slito; maun'asserzione non provata; e quando pursussistesse. nelle considerazioni gi fatte sembrerbbero bastevolmente apprezzate le possibili sue conseguenze.Si dissessersi quivi protratte le ghiaje, e andar mancando l'arena.
Quanto al primo fatto, rilever che le ghiaje son semprepassate pel tronco di fiume che traversa la citt, spingndosi benoltre la medsima, come palese a ciascuno che osservi i
greti nel tronco inferiore alla pescaja d'Ognissanti ed alle Cascine, ove non v' influente che vi scrichi tali materie. E
se qualche variazione avvenuta nei depsiti ghiajosi fra ledue pescaje dentro Firenze, non lcito trarne conseguenza
(1) I periti ingegneri Francolini, Bellini e Silvestri determinronola cifra della detta indennit in lire fiorentine 22 15 (franchi 186o)per una volta tanto, nella loro relazione de' 4 aprile 1842 al Tri
bunale di prima istanza di Firenze. In quella relazione cos si esprimvano. u N molto tard il tronco dell'Arno, traversante questa ca
pitale, a ritornare nelle sue gi ritenute condizioni, per cui d'uopo
del nuovo ponte sospeso, non arrec in questo rapporto se non alcuni danni meramente transitorj, causati dall'azione dell'aumentata
velocit dell'aqua, che operar si doveva presso il luogo dell'avvertitoristringimento : azione che non poteva estndersi se non ad un limitato
tratto del tronco superiore, e doveva restar paralizzata in quanto aglieffetti allorquando, come accaduto, il fondo del detto tratto si fosse
adattato per il corrodimento e discrico delle sovraposte materie ghiarose alla gi subta variazione. Conseguenza poi delle successive piene
stata la disposizione del tronco traversante la capitale, dei sopraenunciati depsiti, e la restituzione di esso alle antiche condizioni, ec. n
a . . . . . . Dalle locali osservazioni fatte nel maggio 184 , e combinate colle resultanze dei profili e sezioni, rilvasi che niuna straordina
ria e inconsueta elevazione ghiarosa si ritrovava a quell'poca fra ilponte alle Grazie e la pescaja di San Nicol, dalla parte dei molini
in questione, e che i gi formati ostcoli, come transitorj, essendoscomparsi, pi non si oppngono all'azione dei precitati molini.
convenire che il ristringimento dell'alveo eseguito per l'edificazione8
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42 INFLUENZA DELLA CHIANA
veruna intorno allo stato del fiume. La mancanza dell'arena
non si verifica; anzi pu osservarsi, che nell'interno dellacitt si estre tutta quanta l'arena che si adpera nelle fbriche della citt e dei contorni, in un tempo che forse nonha eguale nei scoli trascorsi per il nmero e l'importanzadelle nuove fbriche s pbliche che private. A propsito
adunquc dei temuti effetti del ponte pnsile di Porta allaCroce, comprendo bene che la sbita restrizione dell'alveopossa avere indutta a principio qualche alterazione del fondopresso le fiancate, ed anco inferiormente, e a breve distanza.Ma quando la sua sezione, sebbene meno ampia dell'alveo inquel punto, si trova congrua, e spera quelle alle quali lacorrente si adatta fra gli altri ostcoli naturali o artificiali,
e sopra tutto fra i diversi ponti inferiori,e in somma non incompatibile colla copia delle aque: non sapri come la fbrica possa avere una dannosa influenza sul regolamento del
fiume in generale. Infatti il ponte non ltera i livelli delleaque, non imprime nuova direzione al loro corso, non trat
tiene n agvola il passaggio alle materie fluitate; in sommaal disotto di s lascia il fiume totalmente libero nelle sue
tendenze e affezioni.
57 I fatti e le osservazioni che ho raccolto sembrrono di
qualche importanza al tenue intendimento mio, onde stabilire un'opinione in cosa che da qualche tempo richiama as la pblica attenzione. Se le conseguenze che ne ho dedutte sono esatte, ancorch l'insufficienza mia non abbia sa
puto gingervi coll'rdine e colla chiarezza che si richidonoper indurre in altri la persuasione ch'io provo, non pumancare chi ne tragga profitto per mostrar la verit in quellachiara luce che invano si attenderebbe dalle inculte mie parole. L'argomento che ho impreso a trattare interessa una
nobilissima citt e molti popolati e industri territorj bagnatidall'Arno, la cui prosperit parve a taluni che potesse restarcompromessa dalle modificazioni indutte nel corso della Chiana,
per compire la bonificazione della valle di questo influente. Non pertanto presunzione che mi mosse a sgombrare dagli
nimi un timore che mi par mal fondato; ho abbracciato
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sUL CoRso DELL'ARNo 45
quel partito cui le mie convinzioni portvano, pel solo desiderio che prevalesse la verit; e mi terri fortunato se
anco indirettamente potessi raggingere cos degno fine.58 Ma ammesso pure che erronea sia la mia opinione,ad onta dei fatti sui quali mi studii di fondarla, non sapri per
trarne la conseguenza che si fosse dovuto rinunziare ai vantaggi gi procurati alla Val di Chiana, segnatamente cogli
ltimi grandiosi lavori al Canal Maestro ed alla Foenna, lacui efficacia non da alcuno contestata; o che per es
mersi da considerbili danni, convenisse d'ora innanzi de
sstere dal proseguir le altre pere dirette a sistemare quelleaque, che cstano alla Toscana tre scoli di cure e di
spese: e ci specialmente,quando la costruzione delle serre suimolti influenti dell'Arno e della Sieve di sopra a Firenze,
potrebbe, giusta i consiglj del Viviani e d'altri, ssere un vlido correttivo al danno che si volle far temere, se questo
realmente si avverasse.
59 E qui cade in acconcio dichiarare, che se allegiuna serie di fatti, in appoggio d'una opinione diversa da quelladi s rinomato scrittore qual il Viviani, non a crdersi
per questo ch'io non professi somma riverenza alle sue dottrine,tanto giustamente apprezzate dai pi distinti autori.Circa
le serre in particolare, per quanto io non le riguardi comeimperiosamente richieste dalle condizioni attuali dell'Arno, nonlascio per di considerarle come un provedimento disommautilit per questo fiume, non meno che per le ripide pendici
dei molti torrenti e burroni che si vrsano in esso e nella
Sieve; dacch si pssono per loro mezzo arrestare gli scoscendimenti, cui soggiciono di frequente quelle pendici, edottenere molti altri vantaggi, con sommo ingegno e dottrina
additati dal prelodato autore (1).FRANCEsco GUASTI.
Del R. Consiglio degli Ingegneri Toscani.
(1) Le viste dell' Ingegnere Guasti sul supposto rialzamento nelfondo dell'Arno, confrmano quelle che l'Ingegnere Ela Lombardini
espose Sul sistema idrulico del Po, nel volume III del Politcnico(Nota dei Red.).
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Intorno ad un dizionario del dialettodella diocesi Comasca.
Lttera dell'Ab. Pietro Monti al Nbile Signor Alessandro Porro.
Pensi molte volte quanta utilit verrebbe da un vocabolario di tutti i dialetti parlati in Lombardia, che notasse
le derivazioni delle parole, e le idntiche e affini di lingueantiche e moderne, e le accompagnasse dei pi antichi esempjche ci forniscano le pergamene indite e le pere a stampa;
impresa difficile, alla quale necessario il concorso d'unostudioso almeno d'ogni citt, cui sia commesso di raccgliere
le voci particolari alla sua provincia. N forti ingegni e versati negli studj delle lingue ci mncano; solo la loro coope
razione impossibile ad aversi senza l'impulso di personaautorvole, che li unisca in questo volere, e soprintenda al
lavoro. Mentre giova sperar che il diletto d'illustrare ilmaterno linguaggio, e l'esempio di tanti dotti, che in Francia, in Inghilterra, e in Germania si danno a studiare i particolari dialetti, sia per eccitare anche i nostri a fare pi
profondo studio del proprio, e con quei sussidi e quei procedimenti che condssero nei nostri d la linguistica a s luminosi progressi, io ardisco, animato da voi, stralciare un
breve frammento da un dizionario dei dialetti della no
stra citt e dicesi, che intrapresi a compilare pi per mostrarne ad altri l'importanza, che per confidenza che avessi
delle mie forze. Anche in Italia, gi fino dal scolo XVII, siprsero a compilare vocabolari di questo o quel dialetto pio meno copiosi ed accurati, fra i quali, il Vocabolario MilaneseItaliano del Cherubini mrita particolar commendazione.
L'intento per dei compilatori fu sopratutto di giovare aimen dotti, con suggerir loro i vocboli e modi della commune lingua italiana, perch sapssero parlarla e scriverla
pi agevolmente; nel che ci prestrono anche l'indiretto
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INTORNO A UN DizioNARio DEL DIALETTo, Ec. 45
servigio di conservare molte voci, che, nei successivi tempiscadute dall'uso, si sarbbero senza alcun ricordo perdute.
Il dizionario generale dei nostri dialettisarebbe ora e neitempi futuri un prezioso monumento della nostra popolarfa
vella, la quale, se non ebbe la sorte d'esser applicata allenbili scritture, nei parlamenti, nei tribunali, e nei prga
mi, per varia, sonante, virile, copiosa, con modi e vocidi grande efficacia; e fu adoperata nelle festvoli poesie con
tutto il sapore ond' capace una lingua.Non mia mente, che i nostri dialetti trbino il vasto
regno della lingua commune d'Italia; ch anzi, questa vorrie pi diffusa nelle provincie, e studiata con pi meditati
principj. Chi ci presumesse, vorrebbe ricondurre a nuovabarbarie queste terre, sicch gl'Italiani tra loro pi non s'in
tendssero, e si distruggesse il solo commune vncolo, chefa di tutti una famiglia. Matuttava, abbandonarli al solo usodel vulgo, e non trarne quei lumi che possiamo, un disprezzare le domstiche dovizie, e non voler ch'esse bbianocondegna parte nei progressi generali che fa la lingu
stica in tutta l'Europa.Un tal dizionario gioverebbe talvolta a mostrare la derivazione delle voci italiane, e a stabilirne il primiero valore,col riscontro d'altre de' nostri dialetti. Per verit, quanto aradicali potremopoco profittarne,poich quali ora li parliamo,
sono troppo lontani dalle origini loro; e le radici meglio sirinvngono nelle lingue madri, come quelle che sono ilfonte principale dei dialetti stessi. Meglio ci profitter per
l'intima intelligenza delle parole; e questo vero sar manifesto a chi legga il nostro saggio. Qui ci basti notarne alcunesempio.Favillapel Forcellini vale,inprimosuo significato,cnere, fuligine, poi scintilla di foco sotto cnere. Il Vocabolario Italiano (1), la definisce parte minutissima di foco.Veramente favilla rammenta il greco-elico paven, (fayein),
(1) Citando il Dizionario Italiano, intendo nominare quello che si vennepublicando dal Tramater a Napoli, dopo il 1829, omi vicino al tr
mine, e generalmente molto apprezzato.
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46 INTORNO A UN DIZIONARIO DEL DIALETTO
splndere; e in questo antico significato varrebbe scintillaluminosa, frammento di foco vivo. Appunto in questo senso
i Bormiesi dicono falia, voce che ricorda sbito il grecoz, (phals), splendido; e quindi la radicale zo o zvo,(phao, phayo),splndere.Zngola nel Vocabolario Italiano
vien riferita all'rabo segil, secchione, derivazione che appenapu essere ammessa. Zozgola, nome dello stesso arnese in
Valtellina,ha in s tutte le apparenze d'esser formata perimitazione di suono; cos bene esprime il diguazzar della crema
nella zngola. Essendo questa voce idntica di significato eprssima di suono all'italiana, dobbiamo inferirne che questa
pure sia nata per imitazione come quella; ed inoltre la verncola pi imitativa, e perci pi secondo natura, e vive tra
antich