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Il plastico dell’Ara Pacis Augustae Note su di un’esperienza didattica Introduzione Nell’Anno Scolastico 2005-06, a seguito di una convenzione intercorsa tra l’Istituto , la Sovrintendenza ai Monumenti del Comune di Roma ed il Rotary Club Roma Sud abbiamo sviluppato come progetto, e poi realizzato, il plastico di uno dei più interessanti monumenti della città , l’Ara Pacis Augustae. Mentre era in fase di costruzione il contenitore-museo progettato da R.Meier , da parte della Sovrintendenza era stato sviluppato il progetto di allestimento : in esso era prevista anche la realizzazione di un modello in scala dell’Ara, da utilizzare per illustrare l’ipotesi di uno storico dell’arte , Simone Foresta , su integrazioni da effettuare nei due fregi con la Processione ; è in questo modo che nasce il progetto , che ci verrà affidato per la realizzazione del plastico Naturalmente in seguito verranno ridefiniti alcuni aspetti dell’allestimento ed alla fine prevarrà un altro orientamento , che poi è quello attuale, ed il modello servirà ad illustrare lo svolgersi della Processione, le gerarchie della Famiglia augustea , l’insieme dei collegi sacerdotali ; tutto questo, comunque , non avrà poi influenza sul nostro lavoro. In base agli accordi intercorsi , il modello doveva essere disponibile nel Museo dell’Ara Pacis. entro il 23 Settembre 2006 , giorno in cui questo sarebbe stato inaugurato ufficialmente.

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Il plastico dell’Ara Pacis Augustae

Note su di un’esperienza didattica

Introduzione

Nell’Anno Scolastico 2005-06, a seguito di una convenzione

intercorsa tra l’Istituto , la Sovrintendenza ai Monumenti del

Comune di Roma ed il Rotary Club Roma Sud abbiamo sviluppato

come progetto, e poi realizzato, il plastico di uno dei più interessanti

monumenti della città , l’Ara Pacis Augustae.

Mentre era in fase di costruzione il contenitore-museo progettato

da R.Meier , da parte della Sovrintendenza era stato sviluppato il

progetto di allestimento : in esso era prevista anche la

realizzazione di un modello in scala dell’Ara, da utilizzare per

illustrare l’ipotesi di uno storico dell’arte , Simone Foresta , su

integrazioni da effettuare nei due fregi con la Processione ; è in

questo modo che nasce il progetto , che ci verrà affidato per la

realizzazione del plastico

Naturalmente in seguito verranno ridefiniti alcuni aspetti

dell’allestimento ed alla fine prevarrà un altro orientamento , che

poi è quello attuale, ed il modello servirà ad illustrare lo svolgersi

della Processione, le gerarchie della Famiglia augustea , l’insieme

dei collegi sacerdotali ; tutto questo, comunque , non avrà poi

influenza sul nostro lavoro.

In base agli accordi intercorsi , il modello doveva essere

disponibile nel Museo dell’Ara Pacis. entro il 23 Settembre 2006 ,

giorno in cui questo sarebbe stato inaugurato ufficialmente.

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L’esperienza è stata condotta coinvolgendo due classi del terzo e

quarto anno , che avevano esperienza di laboratorio ma non delle

specifiche tecniche da mettere in atto.

Naturalmente è stato preventivamente necessario predisporre

alcune condizioni di contorno che hanno agevolato il procedere

regolare del lavoro, come l’attribuzione ad un solo insegnante del

totale del monte ore di pertinenza di ciascuna classe ( per il

laboratorio, ovviamente), l’utilizzo di un ambiente in cui non si

sarebbero svolte altre attività laboratoriali , l’incremento delle ore di

lavoro con rientri pomeridiani , la sostanziale autonomia per la

scelta e l’acquisto dei materiali , finanziati dal Rotary Club Roma

Sud.

Credo che nell’esperienza l’aspetto più interessante sia stato per

noi quello dell’uscire dall’ambito delle esercitazioni , per inoltrarsi

seppure per breve tratto, nell’ambito del “professionale” , laddove i

tempi sono stretti e le scadenze improcastinabili , il risultato finale

deve essere di qualità ed omogeneo, il lavoro di ciascuno è sì

individuale, ma è anche necessario ed integrato a quello altrui ,

l’esperienza è quindi collettiva.

Descrizione del Progetto

L’Ara, nel momento in cui avevamo stipulato l’accordo con la

Sovrintendenza , era del tutto inaccessibile : a causa dei lavori di

costruzione del Museo era stata incapsulata in una struttura

protettiva e i contratti assicurativi impedivano a chiunque di

accedervi ; non abbiamo potuto quindi fare rilievi né una

campagna fotografica , tuttavia abbiamo potuto utilizzare del

materiale che la Sovrintendenza ci ha fornito : rilievo

ortofotogrammetrico in scala 1:25 e un insieme di circa 1500

immagini scattate durante le operazioni di restauro del 1979-82.

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Data la scala del nostro lavoro ( 1:10 ) siamo stati ai limiti

dell’utilizzabilità per i rilievi, per altro non ben quotati, mentre

ottimo è stato il repertorio fotografico, tale da consentirci di

affrontare con sufficienti informazioni la riproduzione di elementi

plastici.

Per quanto riguarda gli aspetti didattici specifici della nostra

disciplina, la partecipazione alla realizzazione del progetto ci ha

consentito di darci , per il gruppo degli studenti, gli obiettivi

seguenti:

- Acquisire esperienza di un lavoro con un grado di

complessità superiore a quelli proponibili negli standard

didattici;

- Acquisire esperienza in un lavoro organizzato per gruppi

coordinati, in cui fosse necessario un senso collettivo di

responsabilità;

- Partecipare alla realizzazione di un manufatto con

implicite specifiche di accettabilità restrittive ;

- Partecipare ad un lavoro con nessuna elasticità nei tempi

di compimento;

- Maturare una conoscenza pratica di tecniche di lavoro non

affrontate in precedenza;

- Sviluppare una manualità di livello raffinato;

- Affinare lla capacità di lettura di immagini grafiche e

fotografiche al fine di una corretta riproduzione

tridimensionale.

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Modello Ara Pacis Augustae Il Fronte Ovest

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Modello APA L’altare

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Studio dell’oggetto da realizzare

Il Senato di Roma, dopo che Ottaviano Augusto aveva “pacificato”

la penisola iberica e successivamente le regioni a Nord delle Alpi ,

avendo il Principe rifiutato il Trionfo, decretò di dedicare nel

Campo Marzio in Roma un altare alla pace da lui apportata ; il 30

Gennaio del 9 a.C. veniva solennemente inaugurata ,con la

partecipazione di Augusto , l’Ara Pacis.

L’altare era situato al centro del Campo Marzio settentrionale , in

relazione sia con il Solarium che con la Via Flaminia , al limite

Nord del pomerium.

Le vicende della Storia ne hanno determinato in un primo

momento l’inabissamento e la scomparsa nel tessuto della città, e

poi, dal XVI secolo il progressivo riemergere , sotto le

fondamenta di un palazzo signorile ( Palazzo Fiano Almagià) ,

sino alla completa e definitiva ricostruzione fortissimamante

voluta da Mussolini in occasione delle celebrazioni del

bimillenario della nascita di Augusto : la sua inaugurazione

avrebbe degnamente concluso l’anno di celebrazioni ,

organizzate per dare lustro al nuovo Impero .

L’Ara Pacis nasce dunque come monumento : deve enunciare e

trasmettere in forma artistica un insieme di principii, idee e valori

di matrice ideologica e politica , elaborati ed imposti dal gruppo

dirigente che, dopo aver definitivamente prevalso nell’ultima fase

della guerra civile, ha assunto il totale controllo della vita politica

di Roma .

Volendone esprimere in una sintesi estrema il contenuto

ideologico, possiamo dire così:

L’Età del caos e della lotta è terminata : è iniziata l’ Età

dell’ordine, della pace, dell’abbondanza. E’ un compimento della

Storia guidato dalle divinità dell’ordine (Apollo) attraverso il nuovo

gruppo dirigente (Augusto) che agisce nella Storia di Roma e per

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la sua grandezza. Sono così stati rivalutati i principi religiosi della

comunità , di cui si recuperano i collegi sacerdotali ed i riti.

Data la sua preminenza sia per valore artistico che storico ,

sull’Ara Pacis esiste un insieme di studi e pubblicazioni

veramente notevole ; per accostarci alla sua conoscenza io

consiglio:

-G. Moretti Ara Pacis Augustae scritto dall’archeologo che l’ha ricomposta,

emozionante guida in due volumi alla sue bimillenarie vicende, sino alle

complesse problematiche dello scavo ed alle prime complete ipotesi

iconologiche;

-P. Zanker Augusto ed il potere delle immagini guida alla comprensione dei

meccanismi della comunicazione politica e della formazione del consenso

.come si manifestano in una Roma tardorepublicana ( o meglio, protoimperiale)

illustrati da un’apprezzatissimo archeologo tedesco

-O. Rossini Ara Pacis agile, aggiornatissima e completa guida al Museo ed

alla comprensione del monumento, con tutto ciò che si deve sapere, salvo

approfondimenti.

Descrizione

( Le note seguenti sono ampiamente tratte dal volume di O. Rossini già citato , e

liberamente trattate)

L’Ara Pacis è composta da un recinto perimetrale che racchiude

al suo interno la mensa , l’altare propriamente detto sul quale si

svolgeva il sacrificio.

Il recinto , con due ingressi , ad Est dalla Via Flaminia, ad Ovest

dal Campo Marzio, poggia su di un alto basamento che

compensa il dislivello esistente tra le due aree; l’accesso da

Ovest avviene ovviamente tramite una rampa di scale.

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A partire dalla quota del basamento, il recinto si eleva per

un’altezza di circa 6,30 metri , ed è di forma rettangolare ( 11,63

x 10,62 ml). Nel senso dell’altezza è diviso in due registri

decorativi, separati da una fascia a meandri, o a svastiche

all’esterno, e da una fascia a palmette all’interno:

All’interno il recinto viene mostrato come un “templum minus”

arcaico, con un recinto di tavole in basso ed una serie di festoni

con fiori e frutta legati a bucrani e con al centro patere, in alto :

agli angoli i quattro pali che determinavano il perimetro di tale tipo

di tempio.

G. Gatti Prospettiva sezionata dell’ A.P.A

L’altare interno ha un’architettura alquanto articolata, essendo

composto da:

- una scalinata di quattro gradoni, formante una piramide

tronca;

- Il basamento dell’altare vero e proprio, con un lato su cui

sono ricavati quattro gradoni che proseguono l’andamento

di quelli inferiori e portano al piano su cui si trova

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- l’altare, con una “mensa” al centro e , lateralmente , due

propaggini riccamente decorate in bassorilievo, con

superiormente due acroteri sorretti da protomi leonine.

All’esterno una articolata rappresentazione simbolica, su cui gli

studiosi continuano a proporre ipotesi e di cui arricchiscono la

complessità e la ricchezza di lettura , rappresenta nella

partizione inferiore il mondo fitomorfo e zoomorfo

meravigliosamente e dionisiacamente libero, eppur ordinato nel

suo crescere e svilupparsi, regolato dall’alto dal cigno sacro di

Apollo/Venere , generatori della stirpe Iulia, e nella paerte alta una

processione con sacerdoti, assistenti al culto, magistrati, ma

anche uomini, donne , bambini.

Dda oltre cento anni si cerca di dare delle letture interpretative di

questi rilievi, ma ad ora si è arrivati a due ipotesi, entrambe

convincenti, ma diverse: il “reditus “ di Augusto vittorioso dalle sue

campagne, nel 13 a.C. oppure la cerimonia di “inaugurazione

della stessa Ara Pacis”? al momento comunque gli studiosi

accettano come certe alcune identificazioni ( Augusto, Agrippa,

Livia) che sono perfettamente funzionanti in entrambe le letture.

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Il Modello

Il 23 Settembre 1937 si aprivano le celebrazioni del bimillenario

della nascita di Augusto, fortemente volute da Mussolini che

intendeva in tal modo celebrare il proprio disegno politico e

propagandistico di “rinascita dell’impero” , con la inaugurazione

della grande Mostra Augustea della Romanità , la cui

preparazione era durata cinque anni ; le celebrazioni si sarebbero

chiuse un anno dopo, il 23 Settembre 1938, con l’inaugurazione

della ricostruzione della stessa Ara Pacis, all’interno della teca

progettata dall’architetto Morpurgo.

La Mostra, integrandovisi, amplierà in modo determinante e

renderà organici i materiali del Museo dell’Impero – costituito nel

1929 - e darà origine all’attuale Museo della Civiltà romana.

Nella Mostra acquista particolare rilievo l’insieme delle ricostruzioni

di edifici e monumenti , realizzati sotto la direzione di Italo

Gismondi con la collaborazione di giovani architetti quali P:

Carbonara , F.Fariello , L. Quadroni , M. Paniconi , G. Pediconi ; i

modelli vengono realizzati da G. Di Carlo ed F. Dinari , artigiani

maestri nella realizzazione di plastici in gesso.

Allorché abbiamo iniziato ad affrontare il tema della realizzazione

del modello, è stato naturale riflettere sui precedenti storici e

indirizzarci verso la tecnica che in Roma ha lasciato un’impronta

così consistente, per di più particolarmente legata all’occasione

della “rinascita” del monumento che dovevamo rappresentare;

abbiamo considerato questa un’ occasione in cui sarebbe stato

essenziale acquisire la padronanza di modi di lavorare per noi non

consueti, ed in alcuni casi addirittura nuovi; le nostre esperienze

precedenti di uso del gesso e dei materiali accessori erano relative

ad esercitazioni scolastiche, anche se articolate, che andavano

sicuramente arricchite ; ad esempio non avevamo mai affrontato in

precedenza la realizzazione di bassorilievi impegnativi come quelli

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delle Processioni , in cui peraltro era richiesta grande fedeltà agli

originali.

Altra categoria di argomenti era quella legata alle potenzialità del

lavoro sul plastico: all’inizio erano emerse più opzioni sul carattere

da dare al lavoro:

- illustrazione delle parti originali, delle parti in copia , delle

parti frutto di ipotesi;

- rappresentazione dello stato attuale;

- illustrazione di ipotesi integrative;

- guida alla lettura iconologia.

Il lavorare con un modello in gesso ci avrebbe semplificato il

passaggio da una opzione ad un’altra.

Anche il fatto di lavorare tramite stampi, con la possibilità quindi di

poter fare più copie di ogni elemento e quindi di provare

agevolmente soluzioni o di far fare esperienza a più studenti , ci

sembrava ulteriore elemento favorevole.

Sequenza operazioni

Il contributo del Laboratorio, all’interno del Progetto Ara Pacis , è

stato organizzato in fasi così articolate:

1) reperimento materiale di documentazione : come ho già accen-

nato, la base grafica da utilizzare e la documentazione fotografica

ci erano stati forniti dalla Sovrintendenza ; il materiale andava però

reso utilizzabile ai nostri fini, quindi per prima cosa abbiamo

provveduto a trasferire alla giusta scala i disegni (non digitalizzati)

che avevamo a disposizione , e a scomporli poi per settori di

lavoro;

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2) catalogazione ed organizzazione : le oltre 1500 immagini

forniteci vengono organizzate prima per aree e poi per singoli

elementi;

3) studio materiale e progetto del modello : vengono esaminate

due ipotesi diverse su come realizzare il plastico

a- modello interamente in gesso;

b- modello con scocca in pannelli di legno listellare e placcatura in

lastre di gesso.

Le considerazioni precedentemente esposte, sulla presenza nei

Musei romani di testimonianze di una tradizione artigiana “alta” per

quanto riguarda la rappresentazione di monumenti ed architetture

ci fa orientare infine per la prima soluzione.

4) formazione gruppi di lavoro :

a- attribuiamo a studenti singoli o a gruppi di poche unità la

realizzazione dei singoli elementi dalla cui ricomposizione verrà

formato il plastico;

b- gli studenti vengono istruiti sulle tecniche che utilizzeranno:

provvediamo quindi alla formazione delle abilità attraverso alcune

esercitazioni che forniscono le conoscenze necessarie.

5) realizzazione singole unità : procediamo alla realizzazione dei

singoli elementi. Il processo assorbe molto tempo, dato che ogni

unità va studiata nella sua specificità e spesso richiede una

realizzazione in più fasi;

6) riproduzione singole unità : si realizzano i calchi definitivi degli

elementi realizzati e si procede al loro stampaggio e all’eventuale

taglio a misura;

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7) composizione in elementi : gli elementi vengono composti in

unità di maggiori dimensioni , di cui si realizzano i calchi;

8) riproduzione elementi : dai calchi si traggono i definitivi che,

laddove necessario, vengono tagliati e stuccati;

9) realizzazione struttura base : realizziamo la struttura base del

modello, studiata soprattutto per non consentire flessioni nelle

eventuali fasi di spostamento; altra esigenza cui deve dare risposta

è quella di una facile presa e manovrabilità;

10) montaggio basamento : Il modello è ovviamente molto delicato

e le sue dimensioni sono tali che , qualora montato

completamente, non passerebbe attraverso le porte del laboratorio

scolastico ; scegliamo di procedere al montaggio del plastico in

due fasi : nei locali della scuola montiamo il basamento dell’Ara , il

gruppo delle scale ed il livello del terreno sul fronte Est , di modo

che il modello possa venire inclinato e trasportato di taglio

11) formazione blocchi : sempre in laboratorio procediamo al

montaggio degli altri elementi del modello in due parti separate,

trasportabili facilmente, e predisponiamo i fori di ancoraggio per il

collocamento in situ; rimangono a parte il cornicione ed i due

portali di accesso;

12) trasporto al Museo : a questo punto il trasporto al Museo è

relativamente semplice e le parti vengono imballate separatamente

e fatte trasportare da una ditta specializzata;

13)-montaggio definitivo : le operazioni del montaggio definitivo

devono avvenire in tempi molto ristretti , dato che i lavori di

realizzazione del Museo sono ancora in corso e devono essere

ultimati per il giorno dell’inaugurazione ; inoltre per esigenze di

sicurezza si esclude la presenza di studenti nel cantiere del

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Museo: l’aver provveduto ad un premontaggio ci semplifica il lavoro

e ci consente di rispettare il termine postoci

14) stuccatura: questo ed il successivo sono i momenti finali della

nostra attività.

15)-patinatura

Progetto del modello

Come già detto, il progetto del modello prevede la sua

realizzazione per blocchi, in modo che siano più agevoli e meno

potenzialmente fonti di problemi il trasporto ed il montaggio.

Vediamo come abbiamo proceduto.

1-Base Il plastico, una volte terminato, peserà circa 130/140

kilogrammi ; la base non deve subire seppur minime flessioni

causate da tale peso allorché verrà sollevata per gli spostamenti ,

deve pertanto essere molto rigida . Viene realizzata con una

struttura interna a celle create da una maglia di fasce in paniforte

alte 12 cm.

Schema della base del modello

2-Basamento Il basamento è costituito da una fascia perimetrale

modanata , in gesso , dalla larghezza di cm 8, ancorata sulla base,

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e da un piano interno, a quota leggermente più bassa, poggiante

su di un piano in listellare sorretto da regoli.

Sulla fascia perimetrale in gesso sono praticati dei fori –come si

può vedere nella foto successiva - per l’inserimento di perni che

consentiranno di ancorare le pareti verticali.

Sezione basamento Schema basamento

Modello APA Basamento

3- Alzati Gli alzati sono stati realizzati in due blocchi a C ,

poggianti su una fascia modanata e decorata. I piani verticali della

C , sia quelli esterni che quelli interni , sono lastre in gesso ottenute

per colaggio da stampi in gomma siliconica, fissate sulla fascia di

base e tra di loro con gesso dato a pennello e strisce di iuta a

trama molto larga imbevute nel gesso. All’interno del sandwich così

creato, sono disposte come irrigidimento barre di acciaio filettato e

zincato inglobate per colata nel gesso.

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1- Pannello Recinto Interno

2- Tela iuta impregnata gesso

3- Gesso a spatola per incollaggio

4/5- Ferri armatura e gesso

6- Base modanata

Schema della sezione

Schema della divisione in blocchi

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Modello dell’ APA Montaggio delle lastre verticali (alzati)

Modello dell’ APA Montaggio delle lastre verticali (alzati)

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Modello dell’ APA Montaggio delle lastre verticali (alzati)

4- Portali Tra i due blocchi a C sono collocati due pannelli in cui si

aprono i portali di accesso : sono blocchi pieni ottenuti per colaggio

in stampo, ancorati sulla base con perni.

Modello APA Fase di montaggio dei portali

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5- Cornicione Sopra i blocchi ed i portali corre un doppio

cornicione: il medesimo profilo si sviluppa sia all’interno che

all’esterno del recinto: nel modello tale cornicione è stato realizzato

componendo con le fasce modanate due elementi a C , con le ali

minori di misura inferiore a quella dei blocchi a C sottostanti, e

collegandole con elementi lineari , anche essi composti in

laboratorio, ma fissati sul posto. Di seguito illustriamo il montaggio

delle fasce modanate sui portali

Modello APA Sezione del cornicione

Modello APA Montaggio cornicione sul portale fase 1

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Modello APA Montaggio cornicione sul portale fase 2

Modello APA Montaggio cornicione sul portale fase 3

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Modello APA Montaggio cornicione sul portale

6- Altare L’altare è composto da tre elementi distinti:

-gradinata di base, realizzata con modine fatto scorrere su battute

perimetrali

-basamento della mensa, realizzato incollando tra di loro lastrine

modanate e scolpite , e costituendo poi tra loro un piano finale

orizzontale.

-mensa con elementi laterali e acroteri: anche qui abbiamo

ricomposto per incollaggio elementi realizzati con varie tecniche di

lavorazione.

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Modello APA L’Altare

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Modello APA Realizzazione del basamento dell’altare

Modello APA Realizzazione della mensa dell’Altare

Modello APA Realizzazione della mensa dell’Altare

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Formazione dei gruppi di lavoro

Dopo aver effettuato le precedenti operazioni di studio e

progettazione del modello attribuiamo agli studenti , divisi per

piccoli gruppi , la realizzazione dei singoli elementi in cui è stato

opportuno sezionare il lavoro.

Poiché nessuno di loro aveva avuto precedenti esperienze di

esecuzione di lavori analoghi , abbiamo dovuto formarli

appositamente attraverso un ciclo di esercitazioni sulle tecniche di

riproduzione in gesso , sull’uso della cera e della plastilina per

modellare;

Nel corso di queste fase sono emerse preferenze ed abilità

particolari, di cui abbiamo tenuto conto nell’affidare gli elementi da

realizzare; si è formata anche una gerarchia delle difficoltà da

superare : principale è sembrata essere quella di una manualità

fine, da esercitarsi con concentrazione . abbiamo risolto il

problema creando un posto di lavoro in un ambiente diverso dal

laboratorio, che per le sue caratteristiche ha consentito

l’isolamento necessario.

Si è presentato poi un problema che non siamo riusciti a risolvere :

tra le esercitazioni finalizzate, non siamo riusciti a portare a

compimento quella relativa alla modellazione di figure umane ,

poiché nessuno tra gli studenti è stato in grado di acquisire la

capacità di riprodurle (a differenze di altri tipi di raffigurazione ) .

Pensiamo di aver individuato la causa della difficoltà : non erano

abituati a leggere la figura con la consapevolezza dello scultore,

ossia di chi ha avuto una preparazione di anatomia artistica , e di

conseguenza non erano in grado di riprodurla. Dato che non è

stato possibile colmare la lacuna che si era manifestata , abbiamo

riservato all’insegnante il compito di questo tipo di modellazione.

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Abbiamo dedicato a questa fase un arco di tempo di circa tre mesi:

piuttosto lung0, perché non si trattava solo di apprendere delle

tecniche, ma anche di farne pratica.

Scomposizione dei blocchi

Abbiamo visto in precedenza come il progetto del modello sia

basato sulla scomposizione di questo in blocchi; ora vedremo

come questi sono costituiti:

1-Base

- Nulla da aggiungere a quanto detto

2-Basamento

2.1 Fascia perimetrale modanata

2.2 Gruppo scala

2.3 Piano interno

3- Alzati

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- Schema alzati

Prospetto Est con suddivisione in parti

-

3.1.1 Prospetto Ovest: sx - Pannello con girali di

. acanto

- Fascia a meandri

- Pannello del Lupercale

- Pilastro laterale dx

3.1.2 Pilastro angolare con capitello

3.1.3 Prospetto Nord - Pannello con girali di

acanto

- Fascia a meandri

- Pannello con

processione

3.1.4 Pilastro angolare con capitello

3.1.5 Prospetto Est - Pannello con girali di

Acanto

- Fascia a meandri

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- Pannello della Dea

Roma

3.3.1 Pilastro interno con capitello

3.2.1 Prosp. Int. Ovest sx - Pannello corto recinto

- Fascia a palmette

- Pannello con festone

3.2.3. Prosp. Int. Nord - Pannello lungo recinto

- Fascia a palmette

- Pannello con festone

- Pilastri angolari con

capitello

3.2.5 Prosp. Int. Est sx - Pannello corto recinto

- Fascia a palmette

- Pannello con festone

3.3.4 Pilastro interno con capitello

3.1.10 Prospetto Ovest: dx - Pannello con girali di

acanto

- Fascia a meandri

- Pannello di Enea

sacrificante

- Pilastro laterale sx

3.1.9 Pilastro angolare con capitello

3.1.8 Prospetto Sud - Pannello con girali di

acanto

- Fascia a meandri

- Pannello con

processione

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3.1.7 Pilastro angolare con capitello

3.1.6 Prospetto Est - Pannello con girali di

. acanto

- Fascia a meandri

- Pannello della Tellus

3.3.2 Pilastro interno con capitello

3.2.10 Prosp. Int. Ovest dx - Pannello corto recinto

- Fascia a palmette

- Pannello con festone

3.2.8. Prosp. Int. Sud - Pannello lungo recinto

- Fascia a palmette

- Pannello con festone

- Pilastri angolari con

capitello

3.2.6 Prosp. Int. Est dx - Pannello corto recinto

-

Fascia a palmette

- Pannello con festone

3.3.3 Pilastro interno con capitello

3.4.1 Base a C modanata ed intagliata

3.4.2 Base a C modanata ed intagliata

4- Portale

4.1 Portale Ovest

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4.2 Portale Est

5- Cornicione

5.1 Cornicione a C sx

5.2 Cornicione lineare

5.3 Cornicione a C dx

5.4. Cornicione lineare

6- Altare

6.1. Basamento a gradoni - Gradoni modanati

- Piano interno

6.2 Podio altare - Fascia perimetrale

. modanata ed intagliata

- Gradoni modanati

- Piano interno

6.3 Altare - Avancorpo lat. sx

- Acroterio sx

- Fascia modanata ant.

- Avancorpo lat. dx

- Acroterio dx

- Fascia modanata post.

- Piano mensa

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Alcuni dei blocchi sopra descritti sono uguali tra di loro, o hanno

parti uguali, per cui le unità di lavorazione sono inferiori per

numero agli elementi da realizzare

Scelta delle tecniche di realizzazione e sequenze

operative

Dopo aver organizzato il lavoro componendolo in blocchi ed

individuando le unità di lavorazione, per ciascuna unità abbiamo

definito la tecnica, o le tecniche , di lavorazione da impiegare.

Queste , come abbiamo visto in precedenza , sono

sostanzialmente quelle della modellistica in gesso tradizionale,

aggiornata con l’uso di materiali che negli anni ‘30 non erano

disponibili ( gomme siliconiche e gesso chimico) .

Descriviamo qui di seguito, come esempio, alcune sequenze

operative messe in atto per realizzare degli elementi :

3.1.1 Pannello con girali di acanto

Il pannello viene realizzato con la seguente sequenza operativa:

a- Disegno ( nella scala del modello ) delle girali su foglio di

poliestere trasparente

b- Formazione di una lastra in cera di spessore mm 8 e misure

leggermente superiori a quelle del pannello da realizzare

c- riportiamo con punta da incisione il disegno sulla base in cera

d- Lavorazione in negativo : si scavano con il bulino le forme che

devono essere rappresentate in rilievo ;

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e- Formazione del positivo: sulla lastra di cera precedentemente

scavata, viene colato del gesso , ottenendo cosi’ una lastra con

l’immagine in positivo.

f- Lavorazione su positivo : la forma in positivo ottenuta in

precedenza viene ulteriormente lavorata, al fine di ottenere una

migliore definizione delle forme

g- Calco in gomma : inseriamo la lastra in una cassaforma e,

tramite una colata in gomma siliconica , otteniamo un nuovo

negativo della lastra;

h- Riproduzione in cera per spennellatura su calco; otteniamo in

questa fase di nuovo un positivo , però in cera , con cui è possibile

ottenere una definizione più fine dei particolari , e fare eventuali

aggiunte di materiale od elementi;

i- Lavorazione su cera;

l- Calco definitivo:

m- Riproduzione definitiva.

Modello dell’ APA Pannello a girali di acanto Definitivo in gesso

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Modello dell’ APA Pannello a girali di acanto Lastra in cera in fase di lavorazione

3.2.8 Fascia a palmette dei prospetti interni

Il lavoro si presenta con questo problema principale: come ottenere

una serie di elementi tutti uguali , complanari e perfettamente

allineati , che compongano una decorazione di tipo seriale?

Dopo alcune prove, abbiamo risolto nel seguente modo: abbiamo

realizzato un elemento singolo in positivo, un sigillo in gesso , con

cui abbiamo impresso una tavoletta con battente in legno e piano

in plastilina ; l’abbiamo inserita in una cassaforma e abbiamo

colato del gesso sopra, ottenendo un positivo , seguendo poi con le

operazioni di calco.

-Realizzazione di un modulo palmetta singolo in negativo su cera;

-positivo del modulo in gesso;

-lavorazione su positivo,

-calco in gomma;

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-riproduzione in cera;

-lavorazione su cera;

-calco;

-positivo in gesso per colaggio;

-riproduzione della fascia per pressione del modulo palmetta su

base in plastilina appositamente predisposta;

-positivo in gesso;

-lavorazione positivo;

-calco in gomma;

-riproduzione in cera;

-lavorazione cera ;

-calco definitivo;

-stampaggio.

Il “sigillo”

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Il fregio a palmette

Naturalmente la sequenza delle operazioni può essere più o meno

lunga, a seconda del soggetto che si sta trattando e della capacità

di realizzazione acquisita dallo studente.

Per alcuni soggetti, come ad esempio il capitello dei pilastri esterni,

si sono fatte molte prove prima di arrivare ad una modalità

operativa che desse risultati apprezzabili.

Tutti gli elementi vengono realizzati per calco, ad esclusione del

basamento, della scala, del cornicione, e del basamento a gradoni

dell’altare, che essendo prodotti per modanatura semplice , non

sono soggetti ad ulteriori passaggi.

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La realizzazione: esempio 1

Pilastro angolare esterno

L’elemento , che si ripete quattro volte sugli spigoli dell’ Ara , è

composto da un prisma a base quadrata, sviluppato in altezza, e

da un capitello : le due parti sono state realizzate separatamente.

A) Capitello :

in stile corinzio,è stato realizzato con questa sequenza di

operazioni

-realizzazione del corpo centrale, in cera;

-formazione delle volute angolari, in cera scolpita;

-formazione dell’abaco concavo, in gesso per modanatura, poi

calco,stampaggio in cera;

-elementi a volute sottili ed elementi floreali, in fili di cera saldati

-foglie di acanto, cera colata e poi scolpita.

B) Corpo prismatico:

-asta in legno di ramino, scanalata con sega circolare per creare

due piani incassati;

-formazione modanature con listelli di noce a quarto di tondo;

-piani a bassorilievo ottenuti da lastra in cera lavorata in negativo,

positivo, calco ecc. sino a produrre lastre in cera sottili (2mm

circa) incassate nell’asta in legno.

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Si è scelta questa soluzione poiché lo spigolo angolare era molto

delicato e non consentiva altre lavorazioni.

Le due parti sono state saldate poi l’una sull’altra per ottenere un

solo blocco , di cui poi si è fatto il calco e gli stampi definitivi.

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Modello dell’ APA Il pilastro in fase di lavorazione

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Modello dell’ APA Pilastri angolari

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Esempio 2: Portale

Il portale presenta sul fronte esterno , lungo le spalle e l’architrave,

una cornice modanata; le spalle non sono perpendicolari , ma

inclinate leggermente verso l’asse del vano, di modo che l’apertura

è un trapezio con la base minore coincidente con l’architrave; sul

fronte interno , intorno al vano d’apertura , corre una fascia di

moderato rilievo. Decidiamo, tra più ipotesi, di realizzarlo nel

seguente modo: cornice modanata per il fronte interno ed il corpo,

lastra riportata per la fascia a rilievo interna.

Cornice modanata.

-Disegniamo il profilo e realizziamo il modine ;

-tiriamo con il modine tre elementi in gesso;

-tagliamo gli elementi a misura, ad ugnatura sugli spigoli

combacianti, secondo la bisettrice dell’angolo da formare tra loro;

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-tagliamo i lati dei montanti che poggiano sul piano orizzontale,

secondo l’angolo che formano con esso;

-tagliamo l’estradosso dei montanti secondo una retta

perpendicolare alla base formata nel punto precedente;

-componiamo sul piano di lavoro il portale, con giacitura

orizzontale;

-incolliamo tra di loro i pezzi preparati;

-prepariamo il calco con gomma siliconica data a spatola;

-costruiamo la madreforma a tasselli.

-stampaggio

Fascia interna

-Costruiamo una cassaforma di dimensioni adatte, e a colaggio

prepariamo la fascia interna;

- incollaggio sul piano interno.

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Il modello finito

Il montaggio finale del modello si è svolto , come detto , al di fuori

del contesto scolastico ; per conseguenza non ci sono state

ricadute di tipo didattico, che sarebbe stato invece molto

importante avere , data la complessità dell’operazione ; anche le

operazioni di stuccatura e di patinatura non sono state oggetto di

esperienza diretta per gli studenti e non hanno lasciato di

conseguenza alcun sapere in loro.

Alcune considerazioni finali sull’aspetto didattico.

-nella normale prassi didattica prevale il percorso individuale, che

deve essere segnato da una crescita ed da una maturazione

personale ; può essere quindi considerato compiuto

indipendentemente dal livello assoluto raggiunto da chi lo sta

percorrendo , purchè sia sostenuto da impegno e crescita reale;

-in un lavoro che non sia più individuale ma collettivo , oltre alla

crescita personale diviene importante, anzi fondamentale, una

“crescita” del sistema di relazioni interpersonali , o per meglio dire ,

di gruppo, a partire dal senso della responsabilità comune ; questo

aspetto richiede che i partecipanti abbiano già in partenza un

buon livello di affiatamento e di reciproca accettazione;

-aspetto a mio parere centrale è quello della mancanza di elasticità

che vi è nella valutazione della riuscita di questo tipo di progetto: il

risultato finale ci è dato dalla rispondenza o meno del prodotto alle

specifiche della committenza, e solo se vi è tale corrispondenza

possiamo giudicarlo positivamente. Questo vincolo, una volta

interiorizzato , e se vissuto collettivamente , può essere elemento

didattico molto importante;

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-nella strutturazione della didattica del Progetto vi sono alcuni

aspetti potenzialmente critici che , se non affrontati con

consapevolezza, possono ridurre l’ efficacia dell’esperienza ; tra

questi emerge il fatto che gli allievi non sono individualmente

coinvolti in tutte le modalità e le situazioni di lavoro che sono

previste per portare a compimento il modello , e quindi alla fine la

loro preparazione sarà sbilanciata in direzione di ciò che hanno

personalmente sperimentato.

Alcune ultime immagini

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E in fine

ho un profondo senso di gratitudine verso :

Orietta Rossini , della Direzione del Museo dell’Ara Pacis , a cui si

deve l’idea della realizzazione del modello , che ha avuto fiducia

in noi ed ha creato le condizioni affinché potessimo lavorare al

meglio;

Maria Grazia Dardanelli , che dirige questo Istituto , perché mi ha

ben accolto , ha avuto fiducia nelle mie proposte di lavoro , mi ha

costantemente sostenuto ed ha cercato sempre di dare risposte

positive alle mie richieste;

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Franco Caruso , che in quegli anni insegnava in questo Istituto ,

per tutti i consigli che mi ha dato, per il tempo che mi ha dedicato ,

per la sua fattiva e rassicurante presenza;

Carmelo Viglianisi , che è stato per anni l’assistente tecnico della

mia Sezione e che con la sua capacità di ben lavorare , la sua

curiosità ed il suo desiderio di sperimentare ed imparare , senza

mai consultare l’orologio, è stato per me il complice fidato.

Antonio Celli