il fatto 12-01-2013

20
Sabato 12 gennaio 2013 – Anno 5 – n° 11 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Le 12 balle blu di Marco Travaglio T entare di racchiudere vent’anni di orrori in due ore e mezza di trasmissione televisiva sarebbe stato, oltrechè impossibile, inutile. La tecnica di Berlusconi è nota: un cocktail mi- cidiale di logorrea, menzogna e vittimismo che mette a dura prova anche il più scafato in- tervistatore. L’altra sera, a Servizio Pubblico,a mio modesto e tutt’altro che imparziale parere, alcune sue balle – come quelle sull’Imu e sul complotto delle banche tedesche, cruciali per la sua campagna elettorale – sono state demolite dalle fondamenta. E gli sarà difficile ripeterle impunemente di qui alle elezioni. Dovrà in- ventarsene qualcun’altra. Dopodiché decide- ranno gli elettori, unici padroni della demo- crazia, anche in base alla bontà delle offerte degli altri candidati: l’idea che una sola puntata di un talk show possa affossare (o, al contrario, riabilitare) definitivamente un politico è inge- nua e puerile. I giornalisti non servono a far vincere o a far perdere i voti o le elezioni a questo o quello. Servono ad aiutare i cittadini – in questo caso i telespettatori – a saperne un po’ di più e a formarsi un’opinione informata sulle scelte da compiere. Gli 8,6 milioni di italiani che in media hanno seguito Servizio Pubblico giovedì sanno qualcosa in più di quel che sa- pevano prima? Penso di sì. E penso, sempre immodestamente e tutt’altro che imparzial- mente, che su Berlusconi sappiano molto più di quanto hanno saputo in tutte le altre telecom- parsate del Cavaliere degli ultimi anni. Natu- ralmente la sua macchina spara-palle, molto simile a quelle usate dai tennisti per allenarsi, ha lasciato rimbalzare nell’atmosfera molte bu- gie che una risposta, anzi una confutazione, la meritano. E che era impossibile, per i tempi televisivi, rintuzzare l’altra sera in diretta (spes- so si tratta di questioni squisitamente tecniche, che è facile buttare sul tappeto con una battuta, ma per essere smontate richiedono molto tem- po). È quello che tenteremo ora di fare nel luogo più adatto per l’approfondimento gior- nalistico: le pagine del Fatto . Cominciamo dalle balle di B., poi proseguiremo con una rubrica quotidiana sui “pinocchi” elettorali. 1. “Il governo Monti, grazie a Napolitano, ha potuto usare i decreti legge anche senza i re- quisiti della necessità e dell’urgenza, mentre al mio governo non è stato permesso. Bisogna ri- formare la Costituzione”. Vero che Monti ha usato e abusato dei decreti legge, abusando poi anche della fiducia per farli convertire in legge a tempo di record esautorando completamente il Parlamento. Falso che Berlusconi non abbia potuto usare i decreti legge: nel suo terzo go- verno (2008-’11) ne ha varati ben 80; nel se- condo (2001-’06) addirittura 217. 2. “Bisogna riformare la Costituzione perché il premier non ha poteri, nemmeno quello di sfi- duciare i suoi ministri: solo quello di fissare l’ordine del giorno dei Consigli dei ministri. I disegni di legge governativi impiegano dai 450 ai 600 giorni per essere approvati definitiva- mente dal Parlamento, e quando ne escono non somigliano neppure pallidamente al testo di partenza. Poi i tecnici del Quirinale e i magi- strati di sinistra cercano i profili di incostitu- zionalità per farli bocciare dalla Corte costi- tuzionale”. Intanto il premier ha il potere di indicare i ministri al presidente della Repub- blica, che formalmente li nomina: se li indica, è evidente che godano della sua fiducia. Le lun- gaggini del bicameralismo perfetto sono note, ma non impediscono ai governi di far appro- vare dalle loro maggioranze le norme giudicate più urgenti a tempo di record, anche nella for- ma ordinaria del disegno di legge. Le leggi ad personam di e pro Berlusconi hanno avuto iter rapidissimi: la legge sulle rogatorie del 2001 passò in 93 giorni dal giorno in cui uscì da Palazzo Chigi a quando la seconda Camera l’approvò identica e la mandò alla Gazzetta Uf- ficiale. Segue alle pagine 4 - 5 dc LA RIVINCITA di Antonio Padellaro U ndici anni dopo averlo cacciato dalla Rai per “uso criminoso del servizio pubblico” Silvio Berlusconi ha dovuto chiedere a Michele Santoro quel Servizio Pubblico di qualità e quantità che nes- suna delle tv padronali e compiacenti poteva più ga- rantirgli. Una legge del contrappasso che solo con l’abuso di maalox contro l’acidità provocata in alcuni dai quasi 9 milioni di spettatori si può gabellare per un favore reciproco. Quale scambio di cortesie può esserci, del resto, tra un autocrate miliardario che ha fatto di tutto per trasformare la libera informazione in una congrega di domestici proni e un giornalista congedato dalla Rai al vertice degli ascolti e degli in- troiti pubblicitari che ha avuto il coraggio civile di ricominciare da un proprio, difficile anno zero? È facile discettare su narcisismi e vit- timismi dei due mattatori (nessuno è perfetto), dimenticando che mentre un narciso conduceva l’Italia al disa- stro in un turbinìo di miliardi e bun- ga bunga, l’altro narciso otteneva 10 euro e la fiducia di 100 mila persone guidato dalla folle idea di una tv senza padroni. Una traversata nel deserto che si è conclusa giovedì nel teatro 2 di Cinecittà dove B. ha cercato di guastare la rivincita di Santoro con la letterina becera contro Travaglio, riuscendo a fare uscire dai gan- gheri l’antico avversario che avrebbe voluto una più degna conclusione della storia. Che poi il cerchio magico a libro paga inneggi al Caimano per averne verificato l’esistenza in vita è comprensibile, visto lo stato di catalessi delle ultime apparizioni. Che, tut- tavia, quel fare casino anche divertente tra una sedia spolverata e un ghigno abbia prodotto risultati po- litici, è tutto da dimostrare. Il disgusto dei carpentieri di Lumezzane o dei padroncini veneti mostravano lo sfascio del blocco sociale berlusconiano. Arduo da recuperare quando quello che un dì fu l’amato leader non riusciva proprio a spiegare perché aveva votato l’odiata Imu che ora vorrebbe abolire. Ma se quasi 9 milioni di persone rimangono attaccate per ore è perché su quello schermo si ripeteva una vecchia commedia delle parti? O perché in fondo si stava celebrando il bilancio di una generazione? Che al- cuni hanno trascorso, come ha detto Marco, but- tando via vent’anni della storia di un paese. Mentre altri cercavano di conservare il rispetto per se stessi. Storico record di share per Servizio Pubblico: 33,6%, media di 8,6 milioni di telespettatori Lui canta vittoria, nonostante gli autogol sull’Imu e sulle banche tedesche. Ecco tutte le altre menzogne che ha raccontato: dai decreti alla crisi alle condanne inventate di Travaglio Mentre Crisafulli rimane in lista, un altro candidato Pd riceve un avviso di garanzia a Napoli per truffa e peculato . Basterà l’autocertificazione? SANTORO: BOOM DI ASCOLTI BERLUSCONI: BOOM DI BUGIE Il Caimano ricompatta i fedelissimi, che cantano vittoria e sperano nella rimonta. Piepoli gli accredita un 1% in più La sondaggista Ghisleri: “La serata a La7 ha spostato molti voti” Per Fini “ha vinto B.” Invece Bersani (che ha raccolto un misero 16% da Vespa) non l’ha visto di Ferrucci e Tecce I numeri non giudicano Servi- zio Pubblico di giovedì, lo pe- sano con neutralità statistica. E misurano, ancora, l’esplosivo televisivo che rappresenta la coppia, plasticamente inedita poiché fisicamente vicina, San- toro-B.: un televisore su tre sin- tonizzato su La7. » pag. 2 - 3 Prima di Berlusconi da Santoro, D’A- lema dalla Gruber. Come quando, pri- ma di E.T., intervistavano Rambaldi » www.spinoza.it LA CATTIVERIA » CASSAZIONE “La madre è degna anche se è omosessuale” Zunini » pag. 10 Presentati al Viminale un centinaio di simboli, in gran parte farlocchi, alcuni addirittura copiati da 5Stelle, Monti e Rivoluzione Civile. Emilio Fede col Pdl al posto della moglie d’Esposito, Palombi e Rodano » pag. 6 - 7 » ELEZIONI » Candidati “last minute” e postulanti in attesa da B. Moggi corre con la Craxi Favia nella lista Ingroia RIVOLTA SUL WEB Grillo: “Denuncio chi ha clonato la nostra lista, vogliono eliminarci” Liuzzi » pag. 8 A 71 ANNI Se n’è andata Mariangela Melato attrice totale di Malcom Pagani C on la voce da maschio, le gambe da gazzella e l’eroti- smo straniante da panfilo in crociera, Mariangela Melato era la più moderna. » pag. 14 A “PRESA DIRETTA” Doni su Conte: “Tutti sapevamo delle combine” di Macina e Ruffo C inque anni e mezzo di squalifica e 2 punti di pe- nalizzazione all’Atalanta per responsabilità oggettiva: Doni ha fatto tutto da solo? » pag. 15 Alcuni dei simboli contraffatti presentati ieri y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!z!#!=!$

Upload: alfredo-montera

Post on 14-Dec-2014

47 views

Category:

Documents


6 download

TRANSCRIPT

Page 1: Il Fatto 12-01-2013

Sabato 12 gennaio 2 01 3 – Anno 5 – n° 11 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Le 12 balle bludi Marco Travaglio

Tentare di racchiudere vent’anni di orrori indue ore e mezza di trasmissione televisiva

sarebbe stato, oltrechè impossibile, inutile. Latecnica di Berlusconi è nota: un cocktail mi-cidiale di logorrea, menzogna e vittimismo chemette a dura prova anche il più scafato in-tervistatore. L’altra sera, a Servizio Pubblico, amio modesto e tutt’altro che imparziale parere,alcune sue balle – come quelle sull’Imu e sulcomplotto delle banche tedesche, cruciali per lasua campagna elettorale – sono state demolitedalle fondamenta. E gli sarà difficile ripeterleimpunemente di qui alle elezioni. Dovrà in-ventarsene qualcun’altra. Dopodiché decide-ranno gli elettori, unici padroni della demo-crazia, anche in base alla bontà delle offertedegli altri candidati: l’idea che una sola puntatadi un talk show possa affossare (o, al contrario,riabilitare) definitivamente un politico è inge-nua e puerile. I giornalisti non servono a farvincere o a far perdere i voti o le elezioni aquesto o quello. Servono ad aiutare i cittadini –in questo caso i telespettatori – a saperne un po’di più e a formarsi un’opinione informata sullescelte da compiere. Gli 8,6 milioni di italianiche in media hanno seguito Servizio Pubblicogiovedì sanno qualcosa in più di quel che sa-pevano prima? Penso di sì. E penso, sempreimmodestamente e tutt’altro che imparzial-mente, che su Berlusconi sappiano molto più diquanto hanno saputo in tutte le altre telecom-parsate del Cavaliere degli ultimi anni. Natu-ralmente la sua macchina spara-palle, moltosimile a quelle usate dai tennisti per allenarsi,ha lasciato rimbalzare nell’atmosfera molte bu-gie che una risposta, anzi una confutazione, lameritano. E che era impossibile, per i tempitelevisivi, rintuzzare l’altra sera in diretta (spes-so si tratta di questioni squisitamente tecniche,che è facile buttare sul tappeto con una battuta,ma per essere smontate richiedono molto tem-po). È quello che tenteremo ora di fare nelluogo più adatto per l’approfondimento gior-nalistico: le pagine del Fa t to . Cominciamo dalleballe di B., poi proseguiremo con una rubricaquotidiana sui “pinocchi” elettorali.1. “Il governo Monti, grazie a Napolitano, hapotuto usare i decreti legge anche senza i re-quisiti della necessità e dell’urgenza, mentre almio governo non è stato permesso. Bisogna ri-formare la Costituzione”. Vero che Monti hausato e abusato dei decreti legge, abusando poianche della fiducia per farli convertire in leggea tempo di record esautorando completamenteil Parlamento. Falso che Berlusconi non abbiapotuto usare i decreti legge: nel suo terzo go-verno (2008-’11) ne ha varati ben 80; nel se-condo (2001-’06) addirittura 217.2. “Bisogna riformare la Costituzione perché ilpremier non ha poteri, nemmeno quello di sfi-duciare i suoi ministri: solo quello di fissarel’ordine del giorno dei Consigli dei ministri. Idisegni di legge governativi impiegano dai 450ai 600 giorni per essere approvati definitiva-mente dal Parlamento, e quando ne escono nonsomigliano neppure pallidamente al testo dipartenza. Poi i tecnici del Quirinale e i magi-strati di sinistra cercano i profili di incostitu-zionalità per farli bocciare dalla Corte costi-t u z i o n a l e”. Intanto il premier ha il potere diindicare i ministri al presidente della Repub-blica, che formalmente li nomina: se li indica, èevidente che godano della sua fiducia. Le lun-gaggini del bicameralismo perfetto sono note,ma non impediscono ai governi di far appro-vare dalle loro maggioranze le norme giudicatepiù urgenti a tempo di record, anche nella for-ma ordinaria del disegno di legge. Le leggi adp e rs o n a m di e pro Berlusconi hanno avuto iterrapidissimi: la legge sulle rogatorie del 2001passò in 93 giorni dal giorno in cui uscì daPalazzo Chigi a quando la seconda Cameral’approvò identica e la mandò alla Gazzetta Uf-ficiale.

Segue alle pagine 4 - 5

dc

LA RIVINCITAdi Antonio Padellaro

Undici anni dopo averlo cacciato dalla Rai per“uso criminoso del servizio pubblico” Silvio

Berlusconi ha dovuto chiedere a Michele Santoroquel Servizio Pubblico di qualità e quantità che nes-suna delle tv padronali e compiacenti poteva più ga-rantirgli. Una legge del contrappasso che solo conl’abuso di maalox contro l’acidità provocata in alcunidai quasi 9 milioni di spettatori si può gabellare perun favore reciproco. Quale scambio di cortesie puòesserci, del resto, tra un autocrate miliardario che hafatto di tutto per trasformare la libera informazionein una congrega di domestici proni e un giornalistacongedato dalla Rai al vertice degli ascolti e degli in-troiti pubblicitari che ha avuto il coraggio civile diricominciare da un proprio, difficile anno zero? È

facile discettare su narcisismi e vit-timismi dei due mattatori (nessuno èperfetto), dimenticando che mentreun narciso conduceva l’Italia al disa-stro in un turbinìo di miliardi e bun-ga bunga, l’altro narciso otteneva 10euro e la fiducia di 100 mila personeguidato dalla folle idea di una tv senza

padroni. Una traversata nel deserto che si è conclusagiovedì nel teatro 2 di Cinecittà dove B. ha cercato diguastare la rivincita di Santoro con la letterina beceracontro Travaglio, riuscendo a fare uscire dai gan-gheri l’antico avversario che avrebbe voluto una piùdegna conclusione della storia. Che poi il cerchiomagico a libro paga inneggi al Caimano per averneverificato l’esistenza in vita è comprensibile, visto lostato di catalessi delle ultime apparizioni. Che, tut-tavia, quel fare casino anche divertente tra una sediaspolverata e un ghigno abbia prodotto risultati po-litici, è tutto da dimostrare. Il disgusto dei carpentieridi Lumezzane o dei padroncini veneti mostravano losfascio del blocco sociale berlusconiano. Arduo darecuperare quando quello che un dì fu l’amato leadernon riusciva proprio a spiegare perché aveva votatol’odiata Imu che ora vorrebbe abolire. Ma se quasi 9milioni di persone rimangono attaccate per ore èperché su quello schermo si ripeteva una vecchiacommedia delle parti? O perché in fondo si stavacelebrando il bilancio di una generazione? Che al-cuni hanno trascorso, come ha detto Marco, but-tando via vent’anni della storia di un paese. Mentrealtri cercavano di conservare il rispetto per se stessi.

Storico record di share per Servizio Pubblico: 33,6%, media di 8,6 milioni di telespettatoriLui canta vittoria, nonostante gli autogol sull’Imu e sulle banche tedesche. Ecco tuttele altre menzogne che ha raccontato: dai decreti alla crisi alle condanne inventate di Travaglio

Mentre Crisafulli rimane in lista, un altro candidato Pd riceve un avvisodi garanzia a Napoli per truffa e peculato. Basterà l’autocer tificazione?

SANTORO: BOOM DI ASCOLTIBERLUSCONI: BOOM DI BUGIE

Il Caimano ricompattai fedelissimi, che cantanovittoria e speranonella rimonta. Piepoligli accredita un 1% in piùLa sondaggista Ghisleri:“La serata a La7ha spostato molti voti”Per Fini “ha vinto B.”Invece Bersani (che haraccolto un misero 16%da Vespa) non l’ha visto

di Ferrucci e Tecce

Inumeri non giudicano Servi -zio Pubblico di giovedì, lo pe-

sano con neutralità statistica. Emisurano, ancora, l’esplosivotelevisivo che rappresenta lacoppia, plasticamente ineditapoiché fisicamente vicina, San-toro-B.: un televisore su tre sin-tonizzato su La7. » pag. 2 - 3

Prima di Berlusconi da Santoro, D’A-lema dalla Gruber. Come quando, pri-ma di E.T., intervistavano Rambaldi

» w w w. s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

» CA SSA Z I O N E

“La madre è degnaanche seè omosessuale”

Zunini » pag. 10

Presentati al Viminale un centinaio di simboli,in gran parte farlocchi, alcuni addiritturacopiati da 5Stelle, Monti e Rivoluzione Civile.Emilio Fede col Pdl al posto della moglie

d’Esposito, Palombi e Rodano » pag. 6 - 7

» ELEZIONI » Candidati “last minute” e postulanti in attesa da B.

Moggi corre con la CraxiFavia nella lista Ingroia

RIVOLTA SUL WEB

Grillo: “D e nu n c i ochi ha clonatola nostra lista,vogliono eliminarci”

Liuzzi » pag. 8

A 71 ANNI

Se n’è andataMariangela Melatoattrice totaledi Malcom Pagani

Con la voce da maschio, legambe da gazzella e l’eroti -

smo straniante da panfilo incrociera, Mariangela Melato erala più moderna. » pag. 14

A “PRESA DIRETTA”

Doni su Conte:“Tutti sapevamodelle combine”di Macina e Ruffo

Cinque anni e mezzo disqualifica e 2 punti di pe-

nalizzazione all’Atalanta perresponsabilità oggettiva: Doniha fatto tutto da solo? » pag. 15

Alcuni dei simboli contraffatti presentati ieri

y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!z!#!=!$

Page 2: Il Fatto 12-01-2013

2 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

La stampa estera:l’ex premier incollagli italiani alla tv

È ENTRATO NELLA FOSSA dei leoni e neè uscito illeso. La puntata di Servizio Pub-b l i co arriva sulla stampa internazionale.L’ex premier, sottolineano i media esteri,ha dimostrato “ancora una volta di essereil perfetto venditore e l’oratore più elo-quente tra i politici italiani”. Il Financial Ti-mes: “Berlusconi mette in mostra le abilità

di un sopravvissuto”. Il Daily Telegraph: “Uncombattivo Berlusconi ha ingaggiato unfurioso match con uno dei suoi più vecchinemici, fissando i motivi per cui andrebber i e l e t to”, mentre il G u a rd i a n titola “Il furio-so dibattito incolla l’Italia alla tv” e sotto-linea come “ancora una volta è riuscito amonopolizzare la campagna elettorale”.

2MLNS P E T TAT O R I

PORTA A PORTA

BERSANI DIXIT SURA I U N O“Fatemelo direalla contadina:noi abbiamoammazzato il maiale”

BOOM DI ASCOLTI

di Alessandro Ferrucci

Il leone è tornato. No,non se ne è mai andato.Per fortuna che c’è lui.Sì, oltre lui non c’è nul-

la. Ragazzi, siamo in pista, do-po l’exploit a Servizio Pubblico,altro che Senato. Questo è unbreve sunto sulle conversazio-ni tra i berlusconiani di ieri.Poi pacche sulle spalle, meta-fore calcistiche, sorrisi sui vol-ti, messaggi incrociati attra-verso i cellulari, promesse rin-novate di fedeltà, dichiarazio-ni di amore eterno. Da PalazzoGrazioli a Roma dove si è brin-dato dopo la trasmissione, finoad Arcore; dalla sede del Gior-nale alla scrivania di AlfonsoSignorini. “L’ho sempre detto,Silvio è l’unico che ci può ri-sollevare – sostiene, raggiante,Giancarlo Galan – Quandol’ho incontrato a cena il 30 di-cembre mi diceva ‘non lo so,

forse, ma poi...’. In realtà avevagià deciso tutto, e per fortuna.Come è andata? Pensi alla Ju-ventus che vince in Cham-pions 4-0 a Monaco contro ilBayern”. Non è meglio parlaredel Milan? “Io sono biancone-ro, lui lo sa”. Sarà, però rispettoalle domande centrali, sull’eu-ro e l’economia ha arruffatorisposte improbabili. “Non è

così, e comunque quelloche passa è il messaggio,l’energia, il coinvolgi-mento. Ha stra-vin-to.E le dico una cosa: finoa pochi giorni fa era-vamo certi di perdere.Mentre ora...”.Mentre ora si scate-nano i sondaggisti,quindi c’è chi annun-cia la conquista di unsolo punto, altri di due,

chi azzarda un “ha spo-stato molto” (copyright

della solita Ghisleri). Chiparla di slancio, di progres-sione verso le urne. Sta di fattoche il giorno dopo la trasmis-sione tra lo staff stretto di Ber-lusconi si fanno i conti, si ana-lizzano i passaggi della serata.I picchi dell’Auditel e le regio-ni maggiormente coinvolte.Riunione perenne. Così unatelefonata ai ragazzi di Sallusti

per evitare certi commenti

I SUPPORTER DEL CAIMANOCANTANO VITTORIA: “R I M O N TA”BERLUSCONI A SERVIZIO PUBBLICO RICOMPATTA I FEDELISSIMICOME BRUNETTA: “TRAVAGLIO? TRIBUNO DEL POPOLO”

Si è definito “la capretta” atta a tenere buono il purosangue.Si è presentato a Servizio Pubblico dopo una richiesta via

Twitter a Giulia Innocenzi. Completo nero, senza camicia, mo-dello bodyguard, un po’ attempato. È entrato in studio a bracciasollevate, e ondeggianti, per testare l’affetto delle persone.Insomma, onorevole Massimo Boldi, ha guadagnato un seggio...(Non è parlamentare ma non s’imbarazza, evidentemente ama l’ap -pellativo onorevole) Con Silvio siamo amici da quarant’anni,ero lì come forma di supporto, per non lasciarlo solo.Perché era teso?No, tranquillissimo. Sia prima che dopo.Però aveva bisogno di aiuto.Ma no, lui è un grande. Il più grande.E lei, onorevole, come si è trovato?Bene, ha visto quanti applausi hanno rivolto aCipollino?Qualcuno, non molti.Ma sta scherzando? La gente vuole bene a Ci-pollino.Cipollino candidato.Non sono politicamente schierato.Giovedì sembrava il contrario.Ribadisco: ero lì per un amico sincero, non sapevaneanche che ci sarei andato.Vabbene, onorevole, quindi sarà nel prossimo Par-l a m e n to.(S i l e n z i o) Meglio di no. L’unica volta che mi sonopresentato era il 1992, con il Psi di Craxi. Poi sapetetutti cosa è successo al partito. Non solo, due annifa mi sono avvicinato alla Moratti e anche lei...Non porta benissimo.Infatti! Ma tanto lui va oltre tutto. Comunque hoassistito a un match leale.Alla fine, non tanto.Ma sì, c’è stato grande rispetto.Se lo dice lei, onorevole.Si fidi. A presto.

Al. Fer.

“Ho fatto la caprettaper un amico vero,ma non cerco seggi”MASSIMO BOLDI SUGLI SPALTI: “MI CANDIDAINEL 1992 CON IL PSI, POI CHE BRUTTA FINE...”

CIPOLLINO

poco favorevoli sul sito delquotidiano di famiglia (molti,troppi gli attacchi). Poi l’ana-lisi dell’unico momento dub-bio nelle tre ore a Cinecittà: lascena della lettera, parentesiorchestrata e scritta da LucaD’Alessandro, giudicata pocoefficace a partire da Paolo Bo-naiuti, da anni primo consi-gliere del leader del Pdl.Questo prima dell’arrivo diMaria Rosaria Rossi. La “ba-dante” è stata tra le protago-niste della serata, l’unica a “go-vernare” Berlusconi con unosguardo. Lo ha tranquillizzatoall’inizio, incitato durante lepause, galvanizzato alla finequando gli ha passato il cellu-lare con la chiamata della fi-danzata (ufficiale), la giovaneFrancesca Pascale. Bastavaguardare la quarantenne ono-revole per capire i tempi dellaserata, per leggere lo stato d’a-nimo dei berluscones: tesa al-

l’inizio, seduta in punta dellapanca, semi-sdraiata nella se-conda parte. Quasi sorridentenel secondo intervento diMarco Travaglio. “Perché ilpiù era fatto, il presidente ave-va in mano la situazione, era informa – raccontano dallo staffdel Pdl –. Basta leggere le di-chiarazioni del giorno dopoper capire l’effetto. Sono uscitifuori...”.

ECCO Renato Brunetta, citatopiù volte durante la serata: “Stofacendo una raccolta di bendee cerotti che manderò oggi concorriere espresso al compagnoSantoro e al tribuno del popoloin servizio permanente effetti-vo Marco Travaglio”. Poi An-na Maria Bernini: “Ancora unavolta Berlusconi ha dimostratodi essere l’unico leader in cam-po. I dati di ascolto dimostranoche è colui che più di tutti saparlare al Paese”. Stesso tonoper Gaetano Quagliariello,Ignazio La Russa, MargheritaBoniver, Osvaldo Napoli e giùaltri. Sconveniente, in questomomento di liste, non acco-darsi. Non interessato il giudi-zio di Gianfranco Fini: “È statoun grande spettacolo in cuiBerlusconi ha vinto nettamen-te una partita in trasferta. Manon ha più nulla da dire di

nuovo e non vincerà il campio-nato”.Mentre l’uomo di Arcore svela:“Ieri al termine di Servizio Pub-b l i co , mentre uscivo mi sonoaccorto che non avevo salutatoné Travaglio né le due colla-boratrici di Santoro. Volevofargli una telefonata, mi hannosconsigliato di farlo”.Angolo Pd. La risposta demo-cratica arriva da una provoca-zione dietro una domanda sulsito del partito: “Mister Chef.Chi ha cucinato chi?”. In pri-mo piano una foto di Berlusco-ni, Santoro e Travaglio, e sullosfondo quelle di Cracco, Bar-bieri e Bastianich protagonistidi Master Chef, il reality di Sky.

“Alla fine – si legge poi nelcommento – l’occasione dellavita è arrivata, ricompensatadagli ascolti. Il punto è che, al-meno stando al dibattito sui so -cial network, non è chiaro chi hacucinato chi”. Dubbi, quindi.Mentre due cose sono certe:nella stessa serata Bersani hafatto due milioni di spettatori aPorta a Porta; dal Pdl non ve-dono l’ora di assistere al con-fronto tra Berlusconi, Monti elo stesso leader del Pd. Cinqueanni fa il Caimano rifiutò i fac-cia a faccia, non gli conveni-vano, era nettamente in testa.La sinistra protestava. Ora leparti sono inverse. È la demo-crazia, bellezza.

“LA BADANTE”

Maria Rosaria Rossi

è stata l’unica

a “gove r n a re ” il leader

del Pdl con lo sguardo

Lo ha tranquillizzato

e incitato

LA LETTERASilvio Berlusconi pronto a leggerel’elenco di diffamazioni controMarco Travaglio Ansa

DISINFESTAZIONE Il leader del Pdl Berlusconi puliscecon cura la sedia dove poco prima sedeva Marco Travaglio Ansa

di Gianni Boncompagni

DOPO il grande successo di ascolti della di-sfida Santoro-Berlusconi (quasi 9 milioni e piùdi 30% di share) La7 ha subito pensato a unreplay con altri due sfidanti anche se non dello stes-so calibro dei primi due.Si dice San Antonio Abate e Satana. Il primo è un nototaumaturgo e ritenuto il fondatore del monachesimo e ori-ginario del Cilento, il secondo è il nome del diavolo e notocome principe del male. Ci sarà anche un giornalista fran-cese, Francoise-Marie-Arouet, meglio noto col suo pseu-donimo, Voltaire, che cercherà di mettere in imbarazzo Sa-tana con le sue insidiose domande. Sembra che il principedel male abbia avuto non meno di 5.650 amanti e che conla sua discutibile gestione degli inferi abbia accumulato untale patrimonio che il povero e solitario San Antonio Abatenon avrebbe neppure potuto concepire. La disfida saràquindi stimolante e avrà un grande ascolto per la popo-larità dei due protagonisti. Siamo tutti in attesa di vederecosa succederà.

CO M P L I M E N T I

Adesso tocca a Satanacontro Sant’Antonio

Page 3: Il Fatto 12-01-2013

3il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3BOOM DI ASCOLTI

Santoro polverizza Fazio:33% di share e 9 milioniRISULTATO RECORD PER LA7 E PER I PROGRAMMI D’I N F OR M A Z I ON EPICCHI DEL 51%: UN TELEVISORE SU 2 ACCESO SULLA RETE TELECOM

L’opinione dei direttori

I L FAT TO Q U OT I D I A N O. I TC’È ANCHE CHI NON HA GRADITOCi sono state anche critiche al programma pro-prio sul sito i l fa t to q u o t i d i a n o. i t . Scrive Boschiero:“Per come si sono comportati Santoro e Trava-glio, tanto valeva che si facesse intervistare daVe s p a . . .”. Commenta Grimm: “A Berlusconi inte-ressava soltanto una più vasta platea... e l’ha

avuta. Il danno sarà reso pubblico tra qualchegiorno quando i vari sondaggi potrebbero tuttischizzare verso l’alto con buona pace di Santoro& C.”. Si chiede Ddlv: “Ma perché gli permettonodi fare comizi, di parlare a ruota libera? Non sa-rebbe opportuno porgli domande e insistere peravere una risposta limitata alla domanda stessa.Oppure, non invitarlo affatto?”. Dice Emilio Vin-

cenzoni: “Veramente deluso dall’a t te g g i a m e n toprudente di Santoro, dopo che per 20 anni B. hadistrutto questo Paese e ha cacciato Santoro datutte le tv mi aspettavo fosse un’arena dove do-veva perdere credibilità e dargli il colpo di gra-zia”. Tomolicchio parla di regole: “Ma avevanoconcordato il tutto e le due giornaliste non hannopotuto replicare niente: ordini superiori”.

LUCIA ANNUNZIATAMetapoliticae Metatelevisione

“IRRIPETIBILE”,per il direttoredell’Huffington PostI ta l i a , Lucia Annun-ziata: “Quello che èsuccesso a ServizioPu b b l i co va ben ol-

tre qualsiasi categoria: è meta-politica e metatelevisione. Cisono i conduttori e c’è MicheleSantoro. Ci sono i politici e poic’è Silvio Berlusconi. L’insiemetra questi protagonisti si è ri-flesso in un riscontro Auditelche non appartiene ai pro-grammi d’informazione. Quin-di, oggi non possiamo dire se iltalk show sia vivo o morto, sesia da rottamare o da replica-re, ma possiamo solo dire chelo scorso giovedì sera sarà ri-cordato davvero per tantote m p o”.

ENRICO MENTANANessun regolamentodi conti

APPROVA lascelta di MicheleSantoro ancheEnrico Mentana,direttore delTg La 7: “Qualcunosarà rimasto stu-

pito che non ci sia stata unaGranada, una corrida, maMichele Santoro l’aveva det-to. Non si è scatenato l’i n fe r-no. Santoro poteva utilizzaredue armi: la confutazione ol’ironia, e ha scelto la secon-da. Urlare non serviva a nes-suno, e il Cavaliere non si sa-rebbe mai alzato. Il giornali-sta ha disinnescato il vittimi-smo e condotto un program-ma da vero servizio pubblicoe non da regolamento diconti che qualcuno si sareb-be aspettato”.

BRUNO VESPAMichele più bravodi Emilio Fede

SI TOGLIE qualchesassolino controSantoro, Bruno Ve-spa: “Sono rimastoaffascinato perchécredo che EmilioFede debba rinasce-

re molte volte per dare lo stessorisultato al Cavaliere. Santororesta un grande professionista,ma credo che Berlusconi abbiarecuperato dei voti veri. L’i ro n i aera prevedibile, uno faceva laspalla all’altro, e fa parte delgioco. Santoro non è stato com-plice, ma B. è riuscito a ribaltareil campo. Il vero regalo è statol’attacco di Santoro mentre leg-geva le condanne di Travaglio,che saranno fisiologiche e chela gente non conosceva, ma chelo fa scendere da una dimensio-ne di semidio a una più umana”.

MARIO GIORDANOIl Cavalierenon è morto

PREMIA e n t ra m b ii protagonisti diServizio PubblicoMario Giordano,direttore diTg co m 24 : “Ho vi-sto un Cavaliere

molto tonico, un bravissimoMichele Santoro a organizza-re una puntata professional-mente ineccepibile. Berlu-sconi si è trovato a suo agio,si vedeva che era divertito,rilassato, nonostante loscontro con Marco Travaglioche ci è stato e ci stava. Èstato un evento televisivo,non c’è dubbio. Credo che ilCavaliere abbia dimostratouna capacità di reazione chefino a qualche settimana fain molti pensavano potessenon avere più”.

di Carlo Tecce

Inumeri non giudicanoServizio Pubblico di giove-dì scorso, lo pesano conneutralità statistica. E

misurano, ancora, l’esplosivotelevisivo che rappresenta lacoppia, plasticamente ineditapoiché fisicamente vicina, Mi-chele Santoro-Silvio Berlusco-ni: 8,670 milioni di telespetta-tori, 33,59% di share, un televi-sore su tre acceso sintonizzatosu La7. Il risultato abbatte qual-siasi confronto: non c’è di me-glio tra i programmi d’informa -zione, ma c’è il paradosso, evi-dente, che la puntata “Mi con-senta” è stata spettacolo puro

oppure, più elegantemente,avanspettacolo. Il passato diLa7 è stracciato in tre ore, e i 3milioni di Fabio Fazio e RobertoSaviano sono un acuto lontanoche diventa sordo all’improvvi -so. Questa cifra, che sfiora i no-ve milioni, si può paragonare auna partita di calcio, a un Granpremio di Formula 1, a un lu-nedì o martedì sera di Sanremo.Chi ha guardato Servizio Pubblicoavrà rimosso il calco di una tri-buna elettorale, di un approfon-dimento politico.

C’ERANO TROPPI significatiimmersi in un pezzetto di palin-sesto, troppi anni di attesa e de-stini intrecciati e opposti. Latensione non si tocca, non resta,ma traccia il grafico degli ascolti:una curva che vira in cima, sinoa galleggiare intorno al 50 percento di share durante il sipa-rietto più eclatante e più urlato.Quando c’è l’involontarioscambio di lettere e sedie tra

Marco Travaglio e il Cavaliere, ilgiornalista che s’inserisce tra ilconduttore e l’ospite, l’amico e ilrivale. La miccia provoca il bottoche si traduce in un’impennata:la tensione è al massimo, immo-

bilizza l’attenzione, quella co-stante, di chi non vuole perdersiun battibecco tra Travaglio eBerlusconi, non di chi aspettasvampito l’ennesima balla delCaimano. Per un’ora intera – tra

le 23 e le 24 – lo share non è scesosotto il 39%. L’archivio Auditelspiega che i quasi 9 milioni digiovedì non erano imprevedibi-li, e non conta l’emittente, anchese incide in situazioni normali etra protagonisti ordinari: La7non è la Rai e neppure Mediaset,ma quel duello – che non è statouna corrida, anzi – poteva an-dare in onda ovunque. PerchéSantoro e Berlusconi hannofunzionato sempre insieme,spesso a distanza, tranne il facciaa faccia a Tempo Reale nel ’95dentro una cornice somigliante:all’epoca il Cavaliere, debuttan-te, aveva lasciato Palazzo Chigiai tecnici. E Tempo Reale segnò il31,85% di share, cioè 8,2 milionidi italiani. Un paio di A n n oze ro ,sempre con l’ombra di Berlu-sconi, sono evidenziati dai cen-tri media: il concitato giovedìcon Patrizia D’Addario del 2009con 7,388 milioni e l’ultima ap-parizione su Rai2 nel 2011 con8,389 milioni. Servizio Pubblico

aveva l’impeto di una contrazio-ne infinita, di sentimenti misti(antipatie e rancori) sparsi invent’anni e risolti in 180 minuti,una finale di calcio rigori inclusi.Mentre Berlusconi e Santoro siaffrontavano senza spargimentidi sangue, ma con un’ironia,quella sì, forse non prevedibile,anche i rispettivi pubblici s’in -contravano ciascuno nel rispet-tivo luogo.

IN EMILIA ROMAGNA e Tosca-na, regioni rosse, lo share è so-pra la media nazionale: 43 percento. Considerata la popola-zione televisiva di giovedì, c’e-rano il 40% dei pensionati e il 34dei ragazzi tra i 20 e i 24 anni. Laplatea eterogenea, che non sipuò certificare con certezza per-ché 9 milioni di italiani non sipossono attribuire a Santoro,Travaglio o Berlusconi, celebral’essenza Servizio Pubblico e nonla serata. Celebra quel valore diun sistema d’informazione e diun metodo di giornalismo cheSantoro ha trasposto da vialeMazzini al canale di Telecompassando per la piattaformamultimediale: “Ringrazio i100mila sottoscrittori che han-no creduto in noi sin dal primogiorno”. Giovedì sera si è festeg-giato il Servizio Pubblico, si èespiato il rapporto battaglierotra Santoro e Berlusconi, si èriassunto un ventennio con ca-ratteristiche dissimili dal ven-tennio stesso che ha stupitoqualcuno: le risate e non il livo-re, il dialogo e non l’editto. Nonè stata Granada. É stato un even-to, metapolitica e metatelevisio-ne per dirla con Lucia Annun-ziata, che si è dispiegato attra-verso Twitter con 200mila cin-guettii e 50mila per la stoccata diTravaglio, che riportava a un cli-ma più abituale e più conosciutodai telespettatori di Santoro: “Seio fossi un delinquente abituale,mi avrebbe fatto almeno presi-dente del Senato”. Il tabellino dicronaca dà questi risultati: San-toro si porta a casa il 33% di sha-re, Berlusconi annuncia di averstrappato 400mila elettori.

CORRADO FORMIGLIÈ l’a u to b i o g ra f i adi una nazione

EVIDENZIA i datiAuditel CorradoFormigli, condutto-re di Piazza Pulita egià inviato di Anno-ze ro : “R i s u l t a tostraordinario, devo

dire al di là di ogni immagina-zione. Bisogna chiedersi cosasia scattato tra il pubblico te-levisivo. Questo confronto cre-do sia un po’ l’autobiografia diuna Nazione, ci sono dentrove n t ’anni di storia, di nodi, dicose non dette e sguardi nonaffrontati. È stato uno showtelevisivo che va oltre un pro-gramma d’informazione tradi-zionale. Vederli insieme è sta-to un po’ come vedere Ita-lia-Germania. È stato un gran-de classico con un pubblicot ra sve rs a l e ”.

VOTI PER B.

Nell’a m b i e n te

berlusconiano si dice

che la puntata

di giovedì gli avrebbe

portato quasi

400mila nuovi elettori

Page 4: Il Fatto 12-01-2013

4 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

Sondaggisti divisisugli effetti beneficiper il partito

TUTTI I SONDAGGISTI hanno commen-tato i vantaggi che Berlusconi avrebbe avu-to dalla partecipazione a Servizio Pubblico.L’Huffington Post Italia ne ha sentiti parec-chi. Dice Roberto D’Alimonte: “Lo sposta-mento alle urne sarà modestissimo. Almomento Berlusconi può godere di unagrande esposizione mediatica, ma non po-

trà recuperare più di una quota prestabilitadi consenso”. Di parere opposto RobertoWeber, presidente dell’istituto di ricercaSwg: “Lo spostamento ci sarà”. Piepoli,dell’omonimo istituito, ha detto al Fatto Tvche il Cavaliere, dopo la serata con Trava-glio e Santoro, “ha recuperato un puntopercentuale dei consensi”.

16%R I L E VA Z I O N I

SUL PDL

+1% SECONDOI BERLUSCONESDopo l’ap p a r i z i o n edel leadercome ospitea Servizio Pubblico

BOOM DI BUGIE

di Marco Travagliosegue dalla prima

La legge Cirami del2002 in 119 giorni, illodo Schifani del2003 in 69 giorni, il

lodo Alfano del 2008 in 25 gior-ni. Senza bisogno di riformare laCostituzione. Poi, certo, i duelodi furono bocciati dalla Con-sulta: erano incostituzionali.3. “La Corte costituzionale è formata da 11 giudici di sinistra su 15nominati da tre presidenti della Repubblica di sinistra”. Cioè daScalfaro, Ciampi e Napolitano. Ora, di giudici nominati da Scalfaronon ce n’è più nessuno: 3 li ha nominati Ciampi (Gallo, Tesauro eCassese), 2 Napolitano (Grossi e Cartabia), 1 il Consiglio di Stato (ilpresidente Quaranta), 1 la Corte dei conti (Carosi), 3 la Cassazione(Criscuolo, Lattanzi e Morelli) e 5 il Parlamento: 3 indicati dal cen-trodestra (Frigo, Mazzella, Napolitano) e 2 dal centrosinistra (Sil-vestri e Mattarella). Ammesso e non concessoche tutti i nominati dal Colle siano di sinistra(falso: per esempio, Grossi è un giurista cat-tolico conservatore), le toghe costituzionali“rosse” di nomina quirinalesca e parlamentarein quota centrosinistra arriverebbero a 7. Me-no della maggioranza.4. “Il rapporto debito-Pil al 120% non tieneconto dell’economia sommersa: calcolandola,si scende intorno al 93-95%, una percentualein linea con la media degli altri debiti europei”.Ma già oggi (da un quarto di secolo: 1987, go-verno Craxi) il rapporto debito-Pil calcolatodall’Istat comprende “la parte di economianon osservata costituita dal sommerso econo-mico”, cioè – sempre secondo l’Istat – l’attivitàdi produzione di beni e servizi che sfugge al-l’osservazione diretta in quanto connessa al fe-nomeno della frode fiscale e contributiva”(circa il 17% del totale finale: nel 2011 ammon-tava a 270 miliardi sui 1580 di Pil emerso). Sepoi valesse la tesi secondo cui il sommerso am-monta al 31% del Pil ufficiale, il rapporto coldebito non scenderebbe comunque sotto il110% (figurarsi il 93-95). È allarmante che unaspirante “ministro dell’Economia e dello Svi-luppo” ignori questi fondamentali.5. “Non ho mai potuto attuare le riforme pro-messe perché me lo hanno impedito i piccolipartiti che badano solo ai meschini interessidei loro leaderini: una volta Casini, un’altra Fi-ni, un’altra la Lega, e poi Tremonti... Gli italianidevono smettere di votarli: votino un solo par-tito a sinistra o uno solo a destra, dandogli il50% necessario per governare da solo”. A par-te il fatto che Tremonti l’ha nominato ministrodell’Economia lo stesso Berlusconi, e non unasola volta, ma tre (in tutti i suoi governi), e chele alleanze con Fini, Casini e la Lega le ha sem-pre decise lui, e che solo un mese fa si era dettodisponibile a farsi da parte a vantaggio di Mon-ti “federatore dei moderati” per riavere Casinie Fini con sé, anche alle prossime elezioni Ber-lusconi avrà come alleato la Lega (che gli im-pedì di riformare le pensioni) e la Lista 3L diTremonti. Ma non solo: accanto al Pdl si schie-reranno ben 10 piccoli partiti (la Destra di Sto-race, Fratelli d’Italia di La Russa-Crosetto-Me-loni, Grande Sud di Micciché, Mir di Samorì,Intesa Popolare di Catone&Sgarbi, Pensiona-ti, Pid Sicilia di Saverio Romano, Pri Calabriadi Nucara, Federazione Cristiano-Popolare diBaccini, Riformisti Italiani di Stefania Cra-xi&Moggi). Come si può invitare gli italiani anon disperdere il voto e poi allearsi con un talepulviscolo che disperde il voto?6. “La frase sul Paese benestante, sugli aerei e i ristoranti pieni laripeterei ancora oggi perché nel 2009 la Borsa andava bene, la di-soccupazione era bassa, il turismo era alto e non c’era alcuna evi-denza della crisi che si è manifestata in seguito, con la tempesta

perfetta dell’estate 2011” . A parte il fatto che la Borsa nel 2009altalenò fra picchi alti e picchi bassissimi, l’economia reale era già incrisi nera tant’è che proprio in quell’anno il numero delle impresedefunte superò quello delle nuove nate (saldo negativo di 634 eser-cizi proprio nel settore bar e ristoranti). E poi la frase sul Paesebenestante e sui ristoranti e gli aerei pieni non è del 2009, ma del 2novembre 2011, nella conferenza stampa al vertice G20 di Cannes,dopo la tempesta perfetta dell’estate 2011 e dieci giorni prima delledimissioni del governo Berlusconi. Quando tutti gli indicatori della

finanza e dell’economia reale segnavano il profondorosso. Lo fece notare Gian Antonio Stella sul Co r r i e re ,cifre alla mano: “Lo dicono le tabelle dei Pil del Fmi, ladisoccupazione giovanile salita al 29,3%, il crollo del-la competitività turistica, i ritardi enormi sulla reteweb, l’impennata ulteriore del debito pubblico... Diceuna tabella dell’Aea, l’associazione delle compagnieaeree europee, che nel 2011 fino a settembre il loadfa c to r (cioè il riempimento) degli aerei Alitalia è statodel 71,4% contro una media Aea del 77,6. Che si im-penna con Air France all’80,4, con l’Iberia all’82, conla Klm all’84. Lo stesso amministratore delegato diAlitalia, Rocco Sabelli, tre settimane fa, diceva al Cor -r i e re che sulla tratta Milano-Roma, punto di forza, ilriempimento medio è del 52%... Il load factor effettivodel 2007, per Alitalia, era molto più alto: 78,8%. E glialberghi “iperprenotati”? Nell’arco dell’estate, diceun’Ansa di fine settembre su dati di Michela VittoriaBrambilla, le cose sono andate abbastanza bene. Gra-zie agli stranieri, però: gli italiani in vacanza sareb-bero stati 24,5 milioni. E non più per ‘villeggiare’ unmese come un tempo. L’Istat spiega che la rinunciatotale alle ferie nel 2001 era determinata da motivieconomici nel 33,1% dei casi: oggi questa quota è sa-lita al 50,1%. Quanto ai ristoranti ‘sempre pieni’, diecigiorni fa, agli Stati generali di Confcommercio, LinoEnrico Stoppani, presidente Fipe, lanciava l’allarme:‘Una crisi come questa ha fatto vittime e danni do-vunque, anche nel settore dei pubblici esercizi... Lecose vanno male...’. Quanto male? Prendiamo il Sole24 Ore di un anno e mezzo fa: ‘I dati che emergono suun campione di circa 5 mila locali sono che il numerodei coperti nei ristoranti con fascia di prezzo più alta èdiminuito del 54,5%’. Meno coperti, soprattutto amezzogiorno e durante i giorni infrasettimanali, emeno vino determinano un netto calo di fatturatoche, a fronte di costi fissi inalterati, ha provocato amolti ristoranti enormi difficoltà, a volte insormon-tabili...’. E da allora, non va certo meglio. Spieganoall’ufficio studi di Confcommercio: ‘Fino al 2008 seinvestivi un euro ricavavi prima della tassazionel’11% l’anno. Oggi 2,9%’”.7. “Durante i miei tre governi non ho mai aumentato let a ss e”. Falso: anche dopo il provvisorio calo delle tas-se dovuto alla sciagurata abolizione dell’Ici nel 2008, ilDpef del terzo governo Berlusconi varato nel luglio2008 prevedeva una risalita della pressione fiscalecomplessiva al massimo storico a cui l’aveva portata ilsecondo governo Prodi: 43,2 per cento. Persino lasanguinosa manovra Salva-Italia del governo Montinel dicembre 2011 (63 miliardi di costi in tre anni) ècostata in media alle famiglie italiane meno delle duemanovre varate dal governo Berlusconi nell’estate2001 (145 miliardi: fonti della Cgia di Mestre).8. “La signora imprenditrice ha ragione. L’euro e l’Eu -ropa hanno sottratto sovranità monetaria all’Italia,

una cosa contro la quale mi sono battuto più volte ponendo il vetodel governo italiano: perciò la Merkel ce l’ha tanto con me... È as-surdo che ci impongano di ridurre il debito di 50 miliardi l’anno: nebastano 15”. Forse la signora ha ragione, ma delle poderose bat-taglie europee di Berlusconi in nome della sovranità monetaria mu-tilata non c’è traccia negli annali: anzi, risulta il contrario. È sotto ilsuo governo che l’Italia, come gli altri Paesi europei, ha approvatosenza batter ciglio il Fiscal Compact (che ci impone il pareggio dibilancio in Costituzione), il Six Pack (le regole europee che im-pongono proprio la riduzione di 50 miliardi all’anno di debito pub-

blico). E ha recepito (Tremonti sostiene sotto dettatura di Draghi,Berlusconi e Brunetta) la famosa lettera della Bce che imponevatutte le attuali politiche di rigore e massacro sociale, in cambio dellasopravvivenza del suo governo.9. “È vero che alcuni miei parlamentari non erano proprio immuni davicende giudiziarie: ma su 400 eletti può capitare che qualcunosfugga al controllo”. La tesi delle mele marce è affascinante, mareggerebbe se si trattasse di parlamentari illibati al momento dellacandidatura che tralignano strada facendo: ma, solo alle ultime ele-zioni politiche del 2008, Berlusconi candidò una cinquantina fraindagati e imputati e ben 11 pregiudicati: Berruti (favoreggiamen-to), Camber (millantato credito), Cantoni (corruzione e bancarot-ta), Ciarrapico (ricettazione fallimentare, bancarotta fraudolenta,sfruttamento del lavoro minorile, truffa pluriaggravata), De An-gelis (banda armata e associazione sovversiva), Dell’Utri (frode fi-scale), Farina (favoreggiamento in sequestro di persona), La Malfa(finanziamento illecito), Nania (lesioni personali), Sciascia (cor-ruzione), Tomassini (falso in atto pubblico). Nel suo governo, poiinfilò i pregiudicati Bossi (finanziamento illecito e istigazione a de-linquere) e Maroni (oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale) ediversi personaggi all’epoca imputati (Matteoli, favoreggiamento),Fitto (corruzione, finanziamento illecito, turbativa d’asta), Calde-roli (ricettazione) o indagati come Gianni Letta (truffa, abuso, tur-bativa d’asta) e Cosentino (concorso esterno in camorra).10. “Sulla lotta alla mafia non accetto lezioni perché nessun governoha sequestrato tanti beni ai mafiosi e arrestato tanti boss latitantiquanti i miei governi”. Nessun governo ha mai sequestrato un eurodi beni ai mafiosi né arrestato un solo latitante: gli arresti e i se-questri dei beni li dispongono i magistrati antimafia e li esegue ma-terialmente la polizia giudiziaria. Quegli stessi magistrati che Ber-lusconi definisce “cancro da estirpare” e quelle stesse forze dell’or -dine a cui tutti i governi, compresi i suoi, non han fatto altro chetagliare i fondi, i mezzi e gli organici.11. “La prescrizione non significa colpevolezza, ma solo che nei tem-pi del processo il pm non è riuscito a dimostrare l’accusa davanti alg i u d i ce”. Colossale sciocchezza: la prescrizione può scattare anchedopo che i giudici hanno sentenziato due volte sulla colpevolezzadell’imputato, e alla vigilia del verdetto di Cassazione: cioè quandoormai il giudizio di merito è cristallizzato e si attende soltanto quellodi legittimità. L’unico caso di prescrizione che non comporta l’ac -

RECORD DI BALLEIN UN SOLO PROGRAMMA(SEGUIRÀ QUERELA)LE DODICI CASTRONERIE RACCONTATE DA BERLUSCONI:DAGLI ARRESTI DEI BOSS MAFIOSI ALLE TASSELA SUA VERSIONE E I FATTI CHE LO SMENTISCONO

NA N E T T I

E ALLEATI

Non ho potuto

attuare le riforme

perché me lo hanno

impedito i piccoli

partiti: gli italiani

devono smettere

di votarli

NON C’È

POSTO

La mia frase

sui ristoranti pieni

la ripeterei oggi

perché nel 2009

la Borsa andava bene

e la disoccupazione

era bassa

MELE

MARCE

Alcuni miei

parlamentari

non erano immuni

da vicende giudiziarie

ma su 400 eletti

qualcuno può

sfuggire al controllo

Page 5: Il Fatto 12-01-2013

5il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3BOOM DI BUGIE

BUNGA BUNGA “La statua di Priapo è passatadi mano in mano tra le ospiti ma nessuna hamimato gesti di natura sessuale”. Lo ha rac-contato il pianista-cantante Danilo Mariani ieridavanti ai giudici del processo Ruby, in cui sonoimputati il Cavaliere, Emilio Fede, Lele Mora eNicole Minetti. Mariani, che dal 2007 allieta ibanchetti nella residenza di Berlusconi ad Ar-

core, si riferisce alla serata del 22 agosto del2010. In aula ha dichiarato anche di aver co-nosciuto Ruby, Nicole Minetti e Barbara Fag-gioli. Ma, giura, non ha mai assistito a spo-gliarelli o baci saffici o addirittura palpeggia-menti (né toccamenti, precisa). “Semmai qual-che balletto, magari per festeggiare la vittoriadel Milan, nel quale qualcuna si muoveva in

modo più provocante”. In quella serata, ricordail pianista, era presente anche Ambra Battilanae Chiara Danese, le due giovani pentite del bun-ga bunga, ora tra le parti civili e testimoni di unaversione del tutto diversa.La prossima udienza del processo è fissata per il25 gennaio e in aula ci saranno altri testimoni indifesi della Minetti.

di Antonio Massarie Valeria Pacelli

Quei 136 mila voti trasformaronol’ex “letteronza” Barbara Matera

in un’europarlamentare del Pdl: eral’aprile 2009 e molte altre starlette,dopo la sfuriata di Veronica Lario sulfamoso “ciarpame senzapudore”, avevano abbando-nato l’agognata aspirazionepolitica. Barbara Materano: quei 136 mila voti fu-rono il frutto che la Materaraccolse, nelle urne, dopo lascelta di Silvio Berlusconiche – all’epoca premier –volle tenerla in lista. E nonfu l’unico raccolto: ai 136mila voti vanno aggiuntianche i 95 mila euro che B. -tra l’agosto 2007 e il luglio

2008 - bonificò sui suoi conti corren-ti. “L’onorevole non è stata nominatada nessuno. Ha fatto una splendidacampagna elettorale nel centro sud. Érisultata la parlamentare votata con ilmaggior numero di voti: 136 mila.Tutto quello che ha insinuato il dot-tor Travaglio è destituito di fonda-

mento”, ha detto Berlusconi, duegiorni fa, negli studi di La7. “È falsoanche che lei le abbia dato prima deisoldi?”, l’ha incalzato Michele Santo-ro. Ed ecco la spiegazione di Berlu-sconi: “Sono un amico di famiglia, delpadre, della madre, del fidanzato…In un certo momento hanno avuto

l’esigenza di un pre-stito per una casa. Esiccome io mi trovoda sempre nella pos-sibilità di essere ge-neroso, siccomeamo fare il bene, hoprestato questi soldi.Che non sono undono, ma un presti-to, che certamentemi verrà restituito”.Che Berlusconi siaamico dell’ex fidan-

zato della Matera - Fabio La Motta,figlio del vicedirettore vicario dell’Ai-si (ex Sisde), il Prefetto Franco LaMotta, a sua volta “amico di GianniLetta”, come dichiarò proprio B. nel2009 - è vero senza ombra di dubbio.Possiamo aggiungere che fu proprioFabio La Motta - attualmente segre-tario di II livello dell’Aisi - a mettereBerlusconi in contatto con la giova-nissima showgirl che - stando a fontiriservate - decise (immediatamente)di finanziare la sua ascesa politica.

DA QUI IN POI - secondo la fonte delFatto Quotidiano, molto vicina all’ono -revole, che preferisce conservare l’a-nonimato - la versione di B. inizia atraballare. I bonifici - per un totale di95 mila euro versati in tre tranche -riempiono i conti della Matera tra l’a-gosto 2007 e il luglio 2008. Ma la fonte

da un’altra versione: “Berlusconi die-de quei soldi a Barbara per sostenernela campagna elettorale”. Soldi che ar-rivano almeno un anno prima delleelezioni. Ma è anche vero che BarbaraMatera è figlia di un operaio e diun’insegnante e, come raccontano al-tri amici, ha realizzato “una campa-gna elettorale molto costosa che, con iredditi di famiglia, è difficile permet-tersi”. È vero pure che nell’aprile del2007 l’onorevole comprò una casa incorso Manfredi a Lucera, il paese na-tio, e nello stesso corso, a pochi metri,oggi si trova la sede della sua segre-teria. “Le assicuro”, conclude la fonte,“quei soldi furono un aiuto per pagareconvegni e organizzare congressi.Barbara ha conservato tutte le rice-vute: diceva che le avrebbe presentatoa un magistrato se l’avessero convo-cata in procura”.

Soldi e voti, la vera storia di Barbara MateraL’EX LETTERONZA FU ELETTA IN EUROPA NEL 2009 CON 136 MILA VOTI. UN ANNO PRIMA, DA ARCORE, 95 MILA EURO

certamento del reato è quello della prescrizione che scatta primadella condanna di primo grado, anche se spesso, nelle motivazionidella sentenza, il giudice può scrivere che l’imputato era colpevolema, per motivi di tempo, non è più punibile. La prescrizione, pe-raltro, è sempre rinunciabile da chi vuole essere giudicato nel me-rito anche oltre i termini. C’è poi il caso frequentissimo della pre-scrizione abbreviata dalla concessione delle attenuanti generiche,che naturalmente si concedono all’imputato colpevole (non avendol’innocente alcuna responsabilità da attenuare). Scrive in propositola Corte di Cassazione: “Qualora l’applicazione della causa estintivadella prescrizione del reato sia conseguenza della concessione diattenuanti (che ne dimezzano i termini, ndr), la sentenza si carat-terizza per un previo riconoscimento di colpevolezza dell’imputatoed è fonte per costui di pregiudizio” (sezione IV, n. 569 21-5-1996).“Qualora alla declaratoria di estinzione del reato per prescrizione sigiunga dopo la concessione delle circostanze attenuanti generiche,

la sentenza di proscioglimentodeve contenere in motivazionel'accertamento incidentale dellaresponsabilità penale” (sezioneVI, n. 12048, 23.11.2000). In set-te dei suoi processi penali, SilvioBerlusconi habeneficiatodella prescri-zione proprioin virtù dellaconcessionedelle atte-nuanti generi-che. Dunqueera colpevole el’ha fatta fran-ca. Così co-m’era colpe-vole per i trefalsi in bilan-cio dai quali èstato assoltoperché “il fattonon è più pre-visto dalla leg-

ge come reato” (in quanto lui stesso l’aveva depenalizzato). Cosìcom’era colpevole per falsa testimonianza sulla P2, ma si salvò gra-zie all’amnistia del 1990.12. “Travaglio è un diffamatore di professione: ha dieci condanneper diffamazione”. La diffamazione è un reato, e può essere ac-certato esclusivamente dal giudice penale nel corso del processopenale. Se un giornalista viene citato in giudizio dinanzi a un tri-bunale civile per avergli inferto un “danno”, il giudice decreta la suasoccombenza nella causa se ritiene che il danno ci sia stato, oppureno in caso contrario. Il sottoscritto, in 30 anni di attività, su 30 libri,30 mila articoli, centinaia di trasmissioni televisive e online, è statodenunciato circa 300 volte in sede civile e penale. In sede civile haperso alcune cause, pagando il risarcimento del danno, mai peravere scritto il falso, ma perlopiù per casi di omonimia o per criticheritenute eccessive o per fatti veri mal compresi dal giudice o maldimostrati dalla difesa. In sede penale, non ha mai riportato una sola

condanna definitiva per il reato di diffamazione. Quella citata daBerlusconi nella letterina scrittagli dal suo staff scopiazzando daWikipedia non è né definitiva né caduta in prescrizione: si tratta diuna condanna penale in appello a risarcire Previti con una multa di1.000 euro (per un articolo pubblicato sull’E s p re ss o e uscito monco acausa di un taglio redazionale), su cui pende il mio ricorso in Cas-

sazione senza che nessuno abbia dichiarato la pre-scrizione del reato. Curioso che Berlusconi inven-ti false condanne a mio carico, avendo appena fi-nito di beatificare il direttore del suo Giornale,Alessandro Sallusti, che di condanne definitive(penali) per il reato di diffamazione ne ha ben set-te. Ancor più curioso che colui che comprò la sen-tenza Mondadori tramite Previti, che finanziò il-legalmente Craxi, che truccò più volte i bilancidelle sue aziende, che mentì sotto giuramento sul-la P2 e che soprattutto, diversamente dal sotto-scritto, deve render conto delle sue condotte aglielettori e all’intero Paese facendo politica da ven-t’anni, si occupi dei reati (peraltro inesistenti) diun privato cittadino che fa il giornalista. In ognicaso, Maria Giovanna Maglie, per avermi definitosu Il Giornale “specialista in calunnia e distruzionedi reputazione altrui”, è stata da me denunciatadinanzi al Tribunale civile di Milano, e ha perso lacausa. Il 20 febbraio 2012 il Tribunale ha stabilito

che “nella realtà dei fatti ciò non corrisponde al vero ed è statoindiscutibilmente escluso dalle risultanze processuali, medianteproduzione del certificato del casellario giudiziale e del certificatodei carichi pendenti, i quali entrambi escludono alcuna iniziativagiudiziaria in tal senso”. Dunque “le espressioni utilizzate dallagiornalista, in quando consistenti in offese non corrispondenti averità e non sorrette da alcuna giustificazione, nonché gravementelesive dell’onore, della reputazione, della dignità morale e profes-sionale di Travaglio, integrano gli estremi” di un “illecito civile” conun “danno patrimoniale e non patrimoniale” valutato in 30 milaeuro di risarcimento (in solido fra la Maglie e l’allora direttore delGiornale, Mario Giordano) e 5 mila euro di pena pecuniaria (per lasola Maglie). Per gli stessi motivi, ora denuncerò Silvio Berlusconi.In attesa di reincontrarlo a Servizio Pubblico, sarò lieto di rivederlo inTribunale. Sempreché, si capisce, non si trinceri dietro la vergognadell’insindacabilità parlamentare.

fattoa mano

G I U R I S TA

DI FAMA

La prescrizione

non significa

co l p evo l e zza ,

ma solo che il pm

non è riuscito

a dimostrare l’a cc u s a

nei tempi del processo

VERSIONI

L’ex premier a La7:

“Prestito per una casa”

I rapporti tra B. e l’ex

fidanzato della donna,

figlio del vicedirettore

dell’Aisi (ex Sisde)

Le mille facce per le mille balledel Cavaliere in diretta tv Ansa

Page 6: Il Fatto 12-01-2013

6 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

Fede in listacol Pdl al SenatoLa moglie: “Io no”

“SONO VOCI FALSE, non ho nessunaintenzione di ricandidarmi”. Lo dice lasenatrice uscente del Pdl, Diana DeFeo, moglie di Emilio Fede, a La Zan-za ra di Radio 24. “L’ho già scritto alpresidente Berlusconi – spiega la DeFeo – anche se me lo dovesse chiederelui, direi di no”. La doppia candidatura

dei coniugi Fede era data per certa. Mase la De Feo ha negato seccamentel’indiscrezione, per quanto riguarda ilmarito non è arrivata ancora nessunasmentita. “Io basta. Emilio non lo so –dice la De Feo – perché non lo sento.Potrebbe fare bene il senatore, dopoaver fatto il giornalista”. Dopo aver

presentato il suo partito personale“Vogliamo vivere”, presto messo daparte, Fede è pronto per tentare l’asce -sa a Palazzo Madama. Lo farebbe daindagato: l’ex direttore del Tg4 è im-putato per favoreggiamento della pro-stituzione nel processo a carico di Sil-vio Berlusconi sul caso Ruby.

Farsa al Viminale:ecco i simboli “fa rl o c ch i ”PRESENTATE IN UN GIORNO QUASI CENTO LISTE CIVETTA“C L ONAT I ” I LOGHI DI CINQUE STELLE, INGROIA E MONTI

AL VOTO AL VOTO

Transatlantico, la bolgia dei candidati in bilicoL’ATTESA LOGORANTE DEI PARLAMENTARI E LA FIGURA DEL CONSOLATORE. TRA FINTO-SICURI, SMARRITI E DISPERATI

di Fabrizio d’E s p o s i to

Nel Transatlantico la penadelle anime nominate

deambula tra la buvette e i cor-ridoi. L’attesa corrode il fisico ela mente, con lentezza. A uncerto punto, compare il conso-latore. Un funzionario della Ca-mera che di solito lavora al fian-co dei gruppi parlamentari.Prende sotto il braccio il peoneansioso e tenta di addolcire l’a-maro calice dalla quasi mancataricandidatura. In queste ore ildramma ricade soprattutto sulPdl. Poi sui transfughi dei poliverso il centro del nuovo pre-sunto Re Sole, Mario Monti. Ilconsolatore ha una formulastandard, cambia solo il nomedi battesimo preceduto dall’im -mancabile “caro”: “Caro Marioo Francesco o Giorgio, con tesono stati ingiusti, che pezzi dime..a, la politica è questa”.

L’AT T E SA per le liste è una bol-gia caotica e buia, senza certez-ze. Tre gironi: i finto-sicuri, glismarriti, i disperati. Quelli delPdl sono più di 200, tornerannoin 90, forse 100. Michele Pisa-cane da Agerola, tra Castellam-mare di Stabia e Amalfi, tenneBerlusconi con il fiato sospesosu una fiducia. Votò all’ultimo eall’uscita esclamò soddisfatto:“Mò Berlusconi me sape”.

“Adesso Berlusconi mi cono-sce”. Sta nel Pid, il partitino del-l’ex ministro Romano in corsaper il fatidico diritto di tribunanelle liste del Pdl. Pisacane è unosmarrito. Dice: “Sono serenonell’incertezza della legge elet-torale. Spero abbiano l’intelli -genza per discernere la buonapolitica dalla cattiva”. A discer-nere dovrebbe essere innanzi-tutto Denis Verdini, sherpa plu-

rinquisito del Pdl, poi Berlusco-ni. Per il momento il destino ènelle mani di Verdini: “Ma qua-le Verdini! Io sto nelle mani delSignore”. Anche Mario Pepe èuno smarrito, prestato dal Pdl aiResponsabili. Oggi è azioni-sta-repubblicano e la sua candi-datura dipende sempre dal Ca-valiere. Su di lui incombe la ma-ledizione che lo accomuna allamaggioranza dei deputati del

Pdl: tre legislature fatte e finite.Uno dei criteri, pare, per la scre-matura di Verdini. Spiega: “So -no tranquillo, alla fine conteràsolo il criterio della fedeltà. Nes-suno mi ha chiamato ancora, senessuno mi telefonerà entro ve-nerdì prossima vuol dire che mihanno fottuto”.Tra gli smarriti trovano postoanche gli ex montiani del Pdlche non volevano più il Cavalie-

re. Sono rimasti e sono in bilico.I loro nomi sono sulla bocca ditutti: Sacconi, Quagliariello, Fit-to, Lupi. B. li perdonerà? Una vi-cenda diversa è quella degli exPdl diventati invece montiani.Sperano all’infinito e questo lirende disperati. La mannaia diBondi, selezionatore centrista, èspietata. L’ultima vittima sichiama Enzo Carra. Contro dilui i precedenti di Tangentopoli

e quell’immagine diventata fa-mosa, in tribunale con le manet-te ai polsi: “Mi hanno detto chenon mi vogliono”.

SENZA POSTO si ritroverà Gae-tano Pecorella, già avvocato del-le cause berlusconiane. Con lui,gli ipercitati Giorgio Stracqua-danio e Isabella Bertolini, altridue ex falchi di B. L’altra sera,sconsolati, hanno indossato isoprabiti e sono usciti insiemedalla Camera, silenti. Ma Strac-quadanio ostenta sicurezza espera nel ripescaggio al Senato.I finto-sicuri sono una categoriache maschera ansia e punti de-boli. Soprattutto tra gli inquisiti.Il campione è Nicola Cosentino,il Casalese del Pdl, che marcaVerdini come Gentile s’incollò aMaradona ai mondiali del 1982.Idem altri due campani: MarcoMilanese e Alfonso Papa, en-trambi nel processo P4. Quandolunedì si aprirà sul serio il tavolodelle candidature, i pellegrinag-gi a Palazzo Grazioli incrineran-no le sicurezze. Come quelle,forse, dei centristi Mario Bacci-ni e Giuseppe Galati, i più assi-dui frequentatori dell’antica -mera di Verdini. MaurizioGrassano, Responsabile comeScilipoti, si fida invece di un’an -tica promessa di B.: “Non chiesisoldi ma una ricandidatura.Aspetto una telefonata”.

di Tommaso Rodano

Un’intera pareteoccupata daisimboli dei par-titi in corsa per

le prossime elezioni. Una ga-lassia di loghi: dalle fotoco-pie “farlocche” ai contrasse-gni colorati dei movimentipiù assurdi. Fino a ieri serane erano stati depositati ol-tre cento e c’è ancora tempofino a domenica pomerig-gio.Il primo a essere stato “c l o-nato” è Beppe Grillo. Nono-stante i volontari del CinqueStelle fossero in fila da giornidi fronte al Viminale per laconsegna del logo, c’è chièriuscito ad arrivare prima diloro. In bacheca compare unsimbolo identico all’o r i g i n a-le grillino, tranne per l’a s-senza della scritta beppegril-lo.it e per il colore delle cin-que stelle, leggermente piùscuro. La “fotocopia” è statail secondo simbolo in asso-luto ad essere depositatopresso l’ufficio elettorale.Per gentile concessione, sidice, degli incaricati del Msi,che avrebbero ceduto il po-sto in fila ai “grillini fasul-li”.

IL DOPPIONE dei CinqueStelle non è l’unico. Nella ba-checa del Viminale campeg-giano tre simboli della listaMonti. Ecco l’intruso: “Perl’Europa Monti Presidente”.

Nello stemma, in campobianco come l’originale, c’èun cuoricino rivelatore blu.A depositare il simbolo, an-ticipando anche il presidentedel Consiglio, è stato il si-gnor Samuele Monti, consi-gliere comunale di una listacivica in un paese in provin-

cia di Cuneo. Insieme al lo-go, ha presentato il program-ma del partito scritto a ma-no, in stampatello. Una sce-na che probabilmente avreb-be fatto inorridire il Profes-sore.Anche la nuova lista di An-tonio Ingroia ha il suo clone.

Il partito farlocco ha lo stessonome di quello del magistra-to palermitano, RivoluzioneCivile. Pure il simbolo, de-positato in anticipo sui “veriarancioni”, è praticamenteidentico: stesso colore e stes-sa illustrazione del “QuartoStato” di Pellizza da Volpe-

do. Unica differenza, l’assen -za del nome di Antonio In-groia in primo piano.Cosa rischiano i partiti “clo -nati”? Probabilmente, nulla.La legge stabilisce che “non èammessa la presentazione dicontrassegni identici o con-fondibili con quelli presen-

tati in precedenza ovverocon quelli riproducenti sim-boli, elementi e diciture, osolo alcuni di essi, usati tra-dizionalmente da altri parti-ti”. Per i 5 stelle il problemanon si pone nemmeno, vistoche il loro simbolo è già statopresente in altre elezioni.Monti e Ingroia, invece, uti-lizzano il loro logo per la pri-ma volta. Ma è difficile ipo-tizzare che il ministero del-l’Interno, che lunedì e mar-tedì convaliderà i simboli re-golari, dia ragione ai lorocloni. Anche perché, spiegaancora la legge elettorale,“non è ammessa la presen-tazione di contrassegni effet-tuata con il solo scopo di pre-cluderne surrettiziamentel’uso ad altri soggetti politi-ci”. E per distinguere origi-nali e farlocchi dovrebbe ba-stare un po’ di buon senso.

AL DI LÀ dei doppioni, sullacoloratissima bacheca delViminale fanno bella mostradi sé anche isimboli dei mo-vimenti più disparati. I nomie i loghi delle aspiranti listecivetta (che difficilmente so-pravviveranno al vaglio dellaraccolta delle firme), sono uninno alla fantasia: si va dal“Movimento poeti d’azio -ne”, al partito “Pane Pace La-voro”; fino al “Sacro Roma-no Impero Liberale Cattoli-co”, “Democrazia Atea” e“Pensionati e Invalidi Giova-ni Insieme”.

FA N TA S I ATre delle liste civettapiù bizzarre La Pre ss e

TROVA LE DIFFERENZENella fila in alto ci sono i contrassegni delle liste “fa s u l l e ”. Sotto, invece, i partiti “o r i gi n a l i ”.Mario Monti, Antonio Ingroia e Beppe Grillo sono pronti a presentare ricorso

Page 7: Il Fatto 12-01-2013

7 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

Diritti umaniStrasburgo vaglierài ricorsi sulla Diaz

di Emiliano Liuzzie Giulia Zaccariello

Non l’ha presa beneBeppe Grillo, nonl’hanno presa be-ne i militanti ri-

masti per tre giorni e quattronotti accampati davanti al Vi-minale, con thermos, coperte eombrelli alla mano, per arri-vare primi. La gara al depositodel contrassegno elettorale,quello che comparirà sulleschede il 24 e il 25 febbraio, l'havinta Andrea MassimilianoFoti, trentaseienne semisco-nosciuto di Catania.“È la prova che non c'è lo Sta-to”, ha detto Grillo che sapevadell’esistenza del rischio chequalcuno si appropriasse del

suo logo. “Una vergogna. Nonsi può lasciare così, alla mercédi un ragazzo di Catania, cheporta un simbolo dietro cuinon c'è niente”, si è sfogato illeader del Movimento 5 stelledavanti ai giornalisti. “Dietrodi noi - continua - ci sono mi-gliaia di firme, milioni di elet-tori e decine di consiglieri co-munali e regionali. Siamo unaforza realizzata e rappresenta-tiva del Paese, e tentano di nonfarci partecipare alla competi-zione elettorale”.

PIÙ O MENO la stessa reazionedei militanti che, dalla Siciliaall’Alto Adige, sono rimasti abocca aperta. “Non ci ferme-ranno così”, scrive sul profiloFacebook il consigliere comu-

nale di Bologna Massimo Bu-gani. “Ci vuole ben altro”.Secondo i tempi dettati dal Vi-minale, i simboli elettorali sipossono depositare fino alle 16di domenica 13 gennaio perpoi essere approvati. Difficileche i simboli falsi possano es-sere accettati. La legge infattinon ammette “la presentazio-ne di contrassegni identici oconfondibili” con quelli pre-sentati in precedenza in occa-sione di altre consultazioni,anche locali, oppure con quelli“riproducenti simboli usatitradizionalmente da altri par-titi”. Grillo quindi non dovreb-be correre grandi rischi. Manon sembra comunque inten-zionato a mollare la presa suidisturbatori di professione.

L’obiettivo è dimostrare che lamacchina burocratica può gio-care brutti scherzi e che fa ac-qua da tutte le parti. “Stiamolavorando con gli avvocati percapire che cosa fare, ma di si-curo non ci impediranno diandare alle elezioni. E andarcicon due loghi è impossibile”,ha spiegato Grillo ai ragazzi delmovimento.Prima ancora che gli esplodes-se in mano la polemica sui con-trassegni fasulli però, Grillo èinciampato in una gaffe (ripre-sa con un telefonino) mentreparlava con uno dei leader del-la formazione di estrema de-stra Casapound. Davanti aicancelli del Viminale, ancheloro in attesa di consegnare ilproprio logo, c'erano anche co-

loro che amano definirsi “i fa-scisti del terzo millennio” (il vi-cepresidente Simone Di Stefa-no è candidato alla presidenzadella regione Lazio). E alla lorodomanda “vorremmo saperese sei antifascista?”, Grillo harisposto così: “Questo è unproblema che non mi compete.Il nostro è un movimento ecu-menico. Se un ragazzo di Ca-sapound volesse entrare nelMovimento 5 stelle e avesse irequisiti per farlo, ci entra.

Non ci sono problemi oggettiviper dire di no”. Alcune idee, haaggiunto, sono condivisibili,altre assolutamente no. “Maquesta è la democrazia”. Il tut-to filmato e che in poche ore hafatto il giro del web.

DANDO IL VIA alle discussio-ni. Dentro il Movimento nontutti hanno gradito quella che èstata interpretata come un'a-pertura e se alcuni sono rimastia fianco del capo, altri invecehanno protestato, rigorosa-mente in rete, commentandosul blog di Grillo e sui forum. ACarpi, nel modenese, il consi-gliere comunale Lorenzo Pa-luan, eletto nel 2009 con il so-stegno della lista di Beppe Gril-lo e di Rifondazione comuni-sta, da tempo molto critico ver-so la strategia delle espulsioni,ha deciso di abbandonare ilsimbolo. “Per quanto mi ri-guarda, la mia esperienza con ilMovimento 5 Stelle si inter-

rompe qui”, ha scritto in unalettera. Lui, il leader, tira dritto.E sul blog, in un post comparsoieri pomeriggio, ribadisce: “Iltempo delle ideologie è finito.Il Movimento 5 Stelle non è fa-scista, non è di destra né di si-nistra, non mi stancherò di ri-peterlo. È sopra e oltre ognitentativo di ghettizzare, di con-trapporre, di mistificare ognisua parola catalogandola aproprio uso e consumo. Il Mo-vimento non ha pregiudizialinei confronti delle persone”.E in serata corre in aiuto delleader anche il sindaco di Par-ma, Federico Pizzarotti, cheparla di strumentalizzazioni.“In consiglio abbiamo deposi-tato una mozione contro ognitotalitarismo, autoritarismo eviolenza. È stata una delle no-stre prime azioni, e ne vado fie-ro. A chi strumentalizza le no-stre azioni e le nostre parole,dico solo che sono i fatti a ri-spondere per noi”.

L’ira di Grillo: “Ve rgog n a ,cercano di eliminarci”E A UN ATTIVISTA DI CASAPOUND RISPONDE: “NESSUNA PRECLUSIONE”

di Marco Palombi

Non siamo un’accozzaglia, le candidature levaglieremo insieme anche ai partiti che han-

no aderito a Rivoluzione civile. L’ultima parola,ovviamente, spetta al capolista. Che sono io”. An-tonio Ingroia non vuole ancora fare tutti i nomi(“li ufficializzeremo la prossima settimana”), maspiega al Fatto Quotidiano che sarà lui il garantedelle liste del nuovo movimento: “Io non ho fattola foglia di fico a nessuno e non la farò mai: lagrande maggioranza dei nostri candidati verràdalla società civile”.

FUNZIONERÀ così: lui sarà capolista in tutte le cir-coscrizioni alla Camera, al secondo posto verran-no inseriti appunto cittadini che non vengono daipartiti, al terzo esponenti politici a partire dai lea-der come Di Pietro, Ferrero e Bonelli (“non hocerto preclusioni su di loro”). Le riunioni decisive,comunque, si terranno oggi e domani. Ieri, invece,l’ex pm di Palermo si presenta in conferenza stam-pa alla Camera fresco del sì di Giovanni Favia allacandidatura in Emilia: “Questo - spiega Ingroia -

non è un segno di ostilità nei confronti del M5S,anzi, è un modo di portare anche in Rivoluzionecivile le stesse battaglie”. Favia, invece, ha soste-nuto di essere stato “diffamato” da Grillo e soci edunque di sentirsi “legittimato” a passare oltre:non del tutto peraltro, visto che non si dimetteràda consigliere regionale fino a quando non saràsicuro di avere un seggio e nemmeno uscirà a bre-ve dal gruppo M5S. La cosa ha scatenato parecchiepolemiche e non solo da parte grillina (una pertutti, quella dell’ex collega Bugani, secondo cui Fa-via “realizza un sogno che coltiva da mesi e per ilquale ha lavorato a lungo”a partire dal celebre fuo-rionda sulla mancanza di democrazia interna): Ri-voluzione civile di Bologna, per dire, l’ex 5 stellenon lo vuole vedere neanche dipinto.Altri nomi certi, sono quelli già noti: Ilaria Cucchi,sorella di Stefano, l’ex direttrice di Libera GabriellaStramaccioni, Franco La Torre, figlio di Pio e at-tivista antimafia, Flavio Lotti della Tavola della Pa-ce, l’ex Fiom Giovanna Marano e l’operaio di Po-migliano Antonio Di Luca (“per dire che siamo alfianco dei lavoratori contro il modello Marchion-ne che piace a Monti”). Quanto al resto, Ingroia

ieri non s’è fatto mancare niente. Prima ha detto sìad amnistia e indulto per risolvere l’emergenzacarceri a patto “che non significhi come al solitotirare fuori colletti bianchi e amici dei potenti”.

POI HA ATTACCATO la “inopportuna” decisionedi Pisanu di depositare la relazione della commis-sione Antimafia “contestualmente alle conclusio-ni dei pm” al processo sulla trattativa, soprattuttoperché sono “disarmoniche su un punto cruciale:il ruolo della politica, che di nuovo si autoassolve”contro “le evidenze processuali” per gli anni dellestragi e “le prove per la conclusione della trattativa,

nel 1994, quando Dell’Utri e Berlusconi contri-buirono a garantire lunga vita alla mafia” fondan -do Forza Italia. Ingroia ha ribadito di essere “cer -to” che il pool di Palermo fu “spiato da un’agen -zia”, criticato i vincoli di bilancio europei e il Pd“che guarda a Monti”, denunciato l’oscuramentotv del suo movimento, che però pare ancora ingioco: Swg la quota al 4,5% nazionale (rispetto al-l’1,5 di dicembre), sopra la soglia di sbarramentodella Camera, mentre Ipsos gli assegna oltre il 10%dei voti in Campania e Sicilia, dove potrà eleggereanche qualche senatore e, effetto forse non voluto,impedire la vittoria di Pd e Sel.

Ingroia: “Sui candidati, a me l’ultima parola”“LA MAGGIORANZA DEI NOMI VERRÀ DALLA SOCIETÀ CIVILE”. CONFERMATO IL “SÌ” DE L L’EX GRILLINO FAVIA

AL VIMINALEBeppe Grillo davantial Viminale per presentareil simbolo della sua lista Ansa

AL VOTO AL VOTO

AZIONE LEGALE

“Stiamo lavorando

con gli avvocati

per capire cosa fare

Ma di sicuro non

ci impediranno

di andare alle elezioni”

LA CORTE EUROPEA dei diritti uma-ni si pronuncerà sui ricorsi presentatitra il 2009 e il 2011 da 20 cittadini,non solo italiani, su quanto accadutoalla Diaz e nella caserma di Bolzaneto,durante il G8 di Genova del 2001: ilpronunciamento non arriverà primadi quattro mesi. La Corte - che ha af-

frontato il caso il 20 dicembre scorso -ha deciso di avviare un esame preli-minare di ammissibilità inviando unaserie di domande alle quali il governoitaliano dovrà rispondere entro il 10aprile prossimo. Solo successivamen-te deciderà sull'ammissibilità dei ri-corsi. Nell’udienza tenuta a dicembre,

la Corte ha giudicato ricevibili i ricorsidei cittadini ritenendo che sia neces-sario occuparsi del caso per accertarefatti e responsabilità. L’avvocato Ric-cardo Passeggi che insieme ad alcunicolleghi e al professor Valerio Onida eBarbara Randazzo ha presentato il ri-corso ha dichiarato: “Uno dei motivi di

ricorso riguarda la scarsa tutela ac-cordata dall’ordinamento giuridicoitaliano alle vittime. I reati contestati afunzionari e agenti furono dichiaratiprescritti proprio in ragione dell’as -senza, nell’ordinamento italiano, diuna espressa norma incriminatriceche preveda il reato di tortura”.

Luciano Moggi è tornato. Stavolta non si trattadi arbitri e calciomercato, ma della Camera

dei Deputati. Il partito che candida big Luciano faparte della variegata galassia di liste collegate alPdl: sono i “Riformisti Italiani” di Stefania Craxi,figlia di Bettino. Il portavoce della Craxi, AndreaSpirri, spiega la scelta al fa t to q u o t i d i a n o. i t : “Moggi èil simbolo della nostra battaglia contro il circomediatico-giudiziario che in Italia rovina le car-riere”. L’ex direttore sporivo della Juventus è statoradiato dalla Federcalcio per i noti fatti di Cal-ciopoli, è condannato in primo grado per asso-ciazione a delinquere e in appello per violenzaprivata. Nonostante questo curriculum, è prontoper iniziare la carriera politica, alla veneranda etàdi 75 anni. Moggi potrebbe non essere l’unico per-sonaggio di spicco del panorama sportivo italianoad “arricchire” il Parlamento nella prossima le-gislatura. Tra i nomi che potrebbero comparirenelle prossime liste del Pdl, stavolta in Campania,circola anche quello di Claudio Lotito. Vulcanicopadre pardone di Lazio e Salernitana, accreditatodagli ottimi risultati in campo sportivo (un po’meno dalle prestazioni in sala stampa), è in rampadi lancio per la candidatura al Senato, nel collegiodi Salerno.

DUE CALCI al Parlamentoin lista Moggi e Lotito

IN CAMPOCONL’EX-PMDa sinistra,Giovanni Favia,Franco La Torree Ilaria CucchiA n s a / La Pre ss e

Page 8: Il Fatto 12-01-2013

8il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3

Be rs a n iall’attacco dei contidel Professore

ANDREMO a vedere la polvere sotto iltappeto e a febbraio-marzo si capirà sele previsioni di crescita del governo sonore a l i s t i c h e ”. Ogni giorno Pier Luigi Ber-sani fa un passo in più nell’attacco a Ma-rio Monti. Ogni giorno l’a t te g g i a m e n todel Professore gli fa più rabbia e gli su-scita più sospetto. L’ultima goccia che ha

fatto traboccare il vaso, l’annuncio del-l’appoggio ad Albertini in Lombardia,una delle regioni che potrebbero portareal pareggio in Senato. E così ieri ha de-ciso di sfidarlo sul terreno dei conti. L’im-pressione, in base a studi interni comeuno effettuato da Nens e a previsioniinternazionali, è che ci sia stata da parte

del governo una sovrastima dei dati sullacrescita e che le entrate, a partire dal-l’Iva, siano inferiori alle previsioni. Cosìcome, aggiunge Bersani, “bisogna fare ilpunto sugli ammortizzatori sociali” per-ché il Pd teme che la posta stanziata nonsarà sufficiente a far fronte alle varie si-tuazioni di aziende in crisi.

di Wanda Marra

Abbiamo approvatoun regolamento cheprevedeva chi pote-va correre alle pri-

marie. Il senatore Crisafulliaveva tutte le condizioni per po-tersi candidare in base alla no-stra carta dei valori e al nostrostatuto. In provincia di Enna èstato il primo con oltre 6000 vo-ti. Crisafulli ha il diritto di par-tecipare a questa competizioneelettorale”. A schierarsi senza see senza ma è il segretario regio-nale del Pd Sicilia, Giuseppe Lu-po. Poco importano i rapportidi Mirello Crisafulli con il bossmafioso Raffaele Bevilacqua;poco importa che una serie diintercettazioni raccontassero diappalti da lui pilotati, tanto che icarabinieri di Enna avevano ri-chiesto il suo arresto nel 2008; epoco importa anche il rinvio agiudizio per abuso d’ufficio conl’accusa di aver fatto pavimen-tare a spese della Provincia lastrada che porta alla sua villa.Lupo sceglie un’occasione for-male per la difesa del suo can-didato: la presentazione delle li-ste in Sicilia. Comportamentodefinito “assai grave” dai demo-cratici Della Seta e Ferrante.

LA STESSA occasione sfruttatada Crisafulli per annunciarequerela nei confronti del Fa t to :“Ho dato mandato ai miei legalidi presentare un’azione nei con-fronti del Fatto Quotidiano per -ché sono cose totalmente inven-tate e non c’è nulla di vero. Nonsono mai stato indagato perun’indagine di mafia e addirit-tura la Procura ha chiesto la di-struzione delle intercettazioniche mi riguardano”. Eppure aCaltanissetta è stato indagato

per concorso esterno in associa-zione mafiosa. Nel procedimen-to di archiviazione si legge: “Sin -teticamente e globalmente con-siderata la condotta di Crisafullipuò apparire pericolosamentevicina al sottile confine dell’at -

tività penalmente illecita, ogget-tivamente legittimante rispettoa Bevilacqua”. E ancora: “Lacandidatura del Crisafulli alleelezioni regionali del 2001avrebbe dovuto essere sostenutadalla famiglia mafiosa in previ-

sione della possibilità di ottene-re per il tramite dello stesso Cri-safulli vantaggi del mondo im-prenditoriale. L’arresto in car-cere nel maggio 2001 del capo-mafia Leonardo Gaetano e delfiglio, unitamente agli altricomponenti della famiglia ma-fiosa di Enna, impediva la con-cretizzazione del progetto elet-torale”. D’altra parte lo stessoCrisafulli non nega di aver avutorapporti con Bevilacqua. Men-

tre così motiva le notizie date dalFa t to : “Ingroia e gli arancionisono impazziti quando hannosaputo della candidatura di Pie-tro Grasso. Pensavano di esserel’unico baluardo dell’antimafiain Italia”. Poi ammette le tensio-ni di cui il Pd sta risentendo an-che se “si tratta solo di una po-lemica sterile e complottista permettere in imbarazzo me, il pro-curatore Grasso e Bersani”. E ineffetti il Pd (che su Crisafulli

aveva ricevuto continue segna-lazioni dall’avvocato Arnone)non sa ancora che pesci prende-re. In ogni apparizione tv dellasettimana Bersani ha dichiaratoche non ci saranno impresenta-bili in lista. Il partito si è dato unmetodo: prima viene chiesto aicandidati di autocertificare laloro candidabilità in base allalegge vigente, poi la Commis-sione di garanzia deve esamina-re i casi. Il codice etico parla diincandidabilità solo per rinvio agiudizio (e per alcuni tipi di rea-to) e di condanna in primo gra-do. Non è il caso di Crisafulli.Ma ci sono i motivi di oppor-tunità politica e di etica, che lostesso codice prefigura. Lo am-mette il segretario della Com-missione di garanzia, Giampie-tro Sestini: “C’è una questioneregolamentare e c’è una que-stione politica. Noi come com-missione di garanzia intervenia-mo sulla prima, sulla secondatocca al partito in genere”. I casiin oggetto sono almeno tre. Ol-tre a quello di Crisafulli, quellodi Antonio Papania, che ha pat-teggiato 2 mesi e 20 giorni di re-clusione per abuso d’ufficio (se-condo in lista, in Senato). E poic’è l’ultimo, indagato, proprioieri: Nicola Caputo, che in Cam-pania 2 è secondo in lista.

S P I EG A Fausto Raciti, segreta-rio della Sinistra Giovanile an-che lui candidato in Sicilia: “Agliorganismi territoriali toccavasolo verificare se avessero le fir-me e i requisiti necessari”. E i re-quisiti “morali”? “Sono stati le-gittimati dai gazebo. Ora sta alpartito valutare”. Rimpalli con-tinui. La Commissione di Ga-ranzia si vedrà all’inizio dellaprossima settimana: il presiden-te Luigi Berlinguer fa sapere cheil termine per l’autocertificazio -ne scade il 15. Se non si agisceprima del 21 - giorno della pre-sentazione ufficiale delle liste -impresentabili o no, entrerannoin Parlamento.

di Vincenzo Iurillo

II Pd lo candida, la Procura di Napoli lo indaga. È made inCampania il nuovo tassello del puzzle degli impresentabili di

Bersani. Nicola Caputo, il più votato alle primarie democratichedel casertano con quasi seimila preferenze, un exploit premiatocon un posto da elezione quasi certa (il numero 4) nella cir-coscrizione Campania 2 della Camera, va ad aggiungersi all’e-lenco di inquisiti per truffa e peculato nell’ambito dell’inchiestadel pm Giancarlo Novelli e del procuratore aggiunto FrancescoGreco sui rimborsi gonfiati del consiglio regionale della Cam-pania. Inchiesta che poco prima di Natale è sfociata nell’arrestodi un consigliere Pdl, Massimo Ianniciello, capace di farsi rim-borsare 64.000 euro grazie a un’azienda di rottami che gli in-quirenti ritengono una ‘cartiera’ di fatture false. Stavolta puz-zano di bruciato un paio di fatture presentate da Caputo, una di7.000 euro per bevande, e una di 10.800 euro di una ditta dipulizie che l’ha disconosciuta, caricate sul ‘fondo della comu-nicazione’. Ieri è stato indagato anche un consigliere regionalePdl, il casertano Angelo Polverino, recente-mente passato nella corrente di Nicola Cosen-tino, che si sarebbe fatto liquidare una fatturariconducibile a una signora di 75 anni pagataper rivedere alcuni discorsi scritti dal politicoazzurro, e alcune fatture emesse da una ditta dicartellonistica il cui titolare in passato è statoarrestato per false fatturazioni. Il nucleo tribu-tario della Finanza di Napoli ha perquisito casee uffici dei due politici alla ricerca di ulterioririscontri.Caputo e Polverino hanno in comune la pro-venienza geografica di Terra di Lavoro e l’a-spirazione al Parlamento. Per l’esponente del

Pd era quasi una certezza. Maper ottenere la deroga e parte-cipare alle primarie, i consi-glieri regionali democraticihanno dovuto firmare un do-cumento che rimetteva in ballol’esito del voto in caso di inda-gini a loro carico. Vanno ora soppesate le parole del segretariocampano del Pd, Enzo Amendola, che precede Caputo di dueposizioni in Campania 2: “Saranno gli organismi nazionali delPd competenti, a partire dalla commissione nazionale di garan-zia, a decidere sul caso di Caputo prima della consegna definitivadelle liste, così come è stato approvato nell'ultima delibera delladirezione nazionale del Pd”.Caputo è un commercialista proveniente da una famiglia notaper l’omonima cantina di vini ed ha qualche zig zag politico allespalle. Nel 2000 si candida alle elezioni regionali nel Ccd, risultail primo dei non eletti. Nel 2005 riprova la corsa in Regione,sempre con Casini che nel frattempo ha fondato l’Udc. È ancora

il primo dei non eletti, dietro al leader cen-trista del casertano Domenico Zinzi, che peròè incompatibile perché sottosegretario allaSalute di un crepuscolare governo Berlusconi.Dopo una complicata vicenda giuridica Zinzidecade e Caputo conquista lo scranno. Quasisubito aderisce all’Udeur e trasloca nella mag-gioranza del governatore Ds-Pd, AntonioBassolino. E resta lì anche dopo l’addio di Ma-stella al centrosinistra, entrando nel Pd e rin-forzando la corrente di Rosi Bindi. In con-siglio regionale presiede la CommissioneTrasparenza. Quella che dovrebbe vigilaresulle magagne in cui è coinvolto.

Indagato e in lista:tocca a Nicola Caputo

C A M PA N I A

Nicola Caputo

D E M O C R AT I C I

Consigliere regionale,

i m p re n d i to re ,

trasformista doc:

è coinvolto

nell’inchiesta

per rimborsi gonfiati

IMPRE SENTABILI

COMMISSIONE DI GARANZIAI Democratici non hanno ancora valutato

i casi degli incandidabili in lista

Il termine per l’autocertificazione scade il 15

Un impegno per realizzare l’agenda Monti,nonchè a riformare i regolamenti parla-

mentari, ridurre le spese, rispettare criteri sulconflitto di interessi ed impegnarsi a non cam-biare gruppo parlamentare.Sono alcune delle regole fissate nel Codice Bon-di che ciascun candidato della lista Monti, SceltaCivica, si impegna a rispettare e deve siglare.Enrico Bondi, che ha avuto il compito di se-lezionare le candidature dal punto di vista etico,ha varato addirittura una formula apposita.Questi alcuni dei capilista, dopo un lavoro dimediazione e di trattativa che è andato avantiper giorni e giorni: Alberto Bombassei in Ve-neto 2, Antimo Cesaro in Campania 2, AndreaRomano in Toscana, Irene Tinagli in Emilia Ro-magna, Salvatore Matarrese in Puglia, LorenzoDellai in Trentino, Paolo Vitelli in Piemonte 1,Renato Balduzzi in Piemonte 2, Pierpaolo Bar-giu in Sardegna, Adriana Galano in Umbria,Beniamino Quintieri in Calabria, Mario Ma-razziti nel Lazio 1, Federico Fautilli nel Lazio 2,Valentina Vezzali nelle Marche, Michele Scas-serra in Molise, Giulio Cesare Sottanelli inAbruzzo, Luciano Cimmino in Campania 1,Gea Schirò Planeta in Sicilia 1, Ilaria BorlettiBuitoni in Lombardia 1, Alberto Bombasei inLombardia 2, Andrea Mazziotti di Celsio inLombardia 3.

MONTI Ecco chi sonoi capilista alla CameraIL PD SICILIANO SI SCHIERA:

“CRISAFULLI È CANDIDABILE”IL SEGRETARIO REGIONALE LUPO: “HA IL DIRITTO DI PARTECIPAREALLE ELEZIONI. HA VINTO LE PRIMARIE”. NIENTE QUESTIONE MORALE

Sopra, da sinistra,Mirello Crisafulli eAntonio Papania,accanto Giuseppe

Lupo O l yco m /A n s a

Page 9: Il Fatto 12-01-2013

9il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3

Spread sempre piùgiù. E Olli Rehnloda il governo

LO SPREAD tra il Btp e il Bund tedescochiude la settimana a 254 punti base coltasso sul decennale al 4,13%. Nel corsodella seduta il differenziale Roma-Berlino èsceso sotto la soglia dei 250 punti (248)per la prima volta da luglio 2011. L'Italia oraè un Paese molto più sicuro e stabile di pri-ma, e l’inversione di rotta risale esatta-

mente al novembre 2011, quando si è in-sediato il governo di Mario Monti, perchéprima di allora le politiche “non erano coe-renti con gli impegni di bilancio”, è il nuovoe n d o rs e m e n t al governo dei tecnici da partedel commissario agli Affari economiciRehn che plaude al percorso dell’Italia e av-verte che i tempi difficili non sono finiti.

254SPREAD

B T P - BU N D

SEMPRE PIÙIN BASSOIeri lo spread hatoccato il picco di 248punti, per chiudere a254. Sempre più giù

di Camilla ContiMilano

Imu, patrimoniale, red-ditometro e redditest.Ovvero sempre più tas-se, grande fratello fi-

scale e sceriffi antievasione.Che in campagna elettorale al-cuni traducono in: stanghia-mo i ricchi (e i furbetti delCud) per dare ai poveri. Men-tre altri ribattono che così sirischia la fuga dei capitali co-me è successo in Francia perl’attore Gerard Depardieu ri-parato in Russia per evitareun'imposizione del 75 percento.

P ECC ATO che i buoi, anzi levacche più grasse, siano giàscappate dalla stalla. Insommai grandi patrimoni (o almenouna parte di essi) sono già statiesportati altrove. E nemmenotanto lontano. Secondo alcuneindiscrezioni raccolte dal sitoI nve s t i re O g g i . i t in Banca d’Ita -lia, da gennaio a ottobre 2012sarebbero fuoriusciti dallebanche italiane circa 115 mi-liardi di euro (ovvero 19 mi-liardi al mese) diretti verso iforzieri svizzeri. I conti torne-rebbero con quelli fatti dalFondo Monetario Internazio-nale che tra giugno 2011 e giu-gno 2012 stima una fuga fuoridall’Italia di 235 miliardi di eu-ro. Se confermata, si trattereb-be di una cifra superiore - e insoli dieci mesi – ai circa 95 mi-liardi rimpatriati nel 2009 conlo scudo fiscale varato dell’exministro Giulio Tremonti.Senza calcolare che alle cifreufficiali si aggiungerebbero isoldi trasferiti oltreconfine il-

legalmente.Denaro da recuperare il primapossibile per ridare ossigenoalle anemiche casse statali,sgonfiare i quasi 2 miliardi didebito pubblico e scongiurareil rischio di una nuova mano-vra. Con le dimissioni del go-verno Monti, però, si sonoperse le tracce anche del trat-tato fiscale fra Roma e Berna,ovvero l’entità del prelievouna tantum sui capitali nondichiarati e oggi ospitati neicaveau svizzeri (cui si aggiun-ge la tassa annuale dei redditifinanziari dei capitali emersi).Del patto bilaterale si parladall’estate 2012 per l’incontrofra Monti e il presidente dellaConfederazione Eveline Wid-mer-Schlumpf, con un’accele -razione delle trattative a no-vembre che avevano spinto ilministro del Tesoro VittorioGrilli a ipotizzare un’intesaentro Natale e infine un nuovostop a dicembre, dopo la boc-ciatura di un accordo similefra la Svizzera e la Germania.“Il confronto è aperto, ma an-cora non c’è una conclusione”,aveva detto il ministro del Te-soro, Vittorio Grilli l’11 di-cembre in commissione Fi-nanze a Montecitorio. Poi èarrivata la crisi di governo.E mentre il patto anti-furbetticon la Svizzera resta nel limbo,la fuga aumenta. “E’ il mer-cato, bellezza”, ribattono i tur-bo liberisti. Perché dall’impo -sta di bollo sui depositi bancari(0,10% lo scorso anno e 0,15%dal 2013) all’innalzamento al20% dell’imposta sugli interes-si maturati dagli strumenti fi-nanziari diversi dai titoli distato e sul capital gain, la pres-

sione su risparmi e conti de-posito è diventata troppo for-te. Meglio trasferire nei can-toni i depositi “in chiaro”, ov-vero acquistare o depositare ti-toli fruttiferi (come le obbli-gazioni) nelle banche svizzere.I clienti non residenti che ope-rano in regime dichiarativonon pagano alcuna imposta, a

meno che non si scelga dimantenere l’anonimato. Inquesto caso viene applicatal’euroritenuta pari al 35% degliinteressi. In Svizzera quindi, ilrisparmiatore è libero di di-sporre al 100% degli interessimaturati per un periodo ditempo abbastanza lungo, pri-ma di doverli dichiarare al fi-sco italiano con la chiusuradell’anno fiscale e versando ledovute imposte. E tutto senzasentirsi gli occhi addosso delGrande Fratello dell’Agenziadelle Entrate che prevede lacomunicazione automatica eperiodica al Fisco dei depositie dei conti correnti. Non a casoil fenomeno dell’esportazione– del tutto legale - dei capitalicomincia a riguardare un nu-mero sempre maggiore di pic-coli e medi risparmiatori.

115MLDS V I Z Z E RANEL 2012

IN FUGALa stima dei soldiin Svizzera. Perl’Fmi sono usciti intotale 235 miliardi

95 MLDSCUDO

F I S CA L E

NEL 200995 i miliardirimpatriati conlo scudo fiscaledi Giulio Tremonti

TA R A N TO

Ilva, il garante è l’ex giudice “a disposizione”di Francesco Casula

Taranto

Èl’ex procuratore generaledella Cassazione Vitaliano

Esposito, l’uomo scelto dalConsiglio dei ministri, su pro-posta del ministro dell'ambien-te Corrado Clini, come “Garan -te” dell’Autorizzazione integra-ta ambientale per l’Ilva di Ta-ranto. Sarà l’ex magistrato a vi-gilare sull’applicazione di tuttele misure previste nell’autoriz -zazione rilasciata il 27 ottobreall’azienda di famiglia dei Rivache conta oggi due esponenti aidomiciliari, Emilio e Nicola, euno latitante all’estero, Fabio,per sfuggire al carcere. A Vita-liano Esposito quindi lo Statopagherà i 200mila euro all’annoprevisti dal provvedimento. Unnome, tuttavia, non nuovo nelle

cronache italiane. Esposito, in-fatti, è finito nelle carte dell’in -chiesta sulla “trattativa Sta-to-mafia” per una telefonata,intercettata dalla procura di Pa-lermo con Nicola Mancino, exministro dell’Interno e ex vicepresidente del Csm. Mancinochiama per congratularsi con ilmagistrato che ha appena rice-vuto gli atti della strage di viaD’Amelio. “Sono chiaramentea sua disposizione – rispondel’allora pg Esposito – adesso ve-do questo provvedimento e poine parliamo. Se vuole venirmi atrovare, quando vuole”. Manci-no scherza sulla proposta:“Guagliò come vengo, vado suigiornali” facendo ridere Espo-sito che comprende la difficol-tà: “Ahahaha, ho capito”.Vitaliano Esposito ottenne lanomina a procuratore generale

della Cassazione col sostegnodelle correnti di magistraturapiù moderate, dei laici del cen-trodestra e dell'allora vicepresi-dente del Csm, Nicola Manci-no. "Ringrazio molto il dottorEsposito – è stato il commentodel ministro Clini – per aver ac-colto la nostra proposta di svol-gere il ruolo di garante. La sualunga e autorevole esperienza e'in grado di assicurare quellafunzione terza e indipendenteche abbiamo voluto creare neldecreto Ilva con la figura del ga-rante"

MA IERI, a distanza di quasi cin-que mesi dall’approvazione deldecreto che stanzia i finanzia-menti per le bonifiche del quar-tiere Tamburi, il Consiglio deiMinistri ha anche nominato ilcommissario scegliendo per

questo incarico Alfio Pini, capodel Corpo nazionale dei Vigilidel Fuoco e “che ha avuto – se -condo Corrado Clini – un ruoloimportante nella prevenzionedei rischi industriali e nel risa-namento di una realtà produt-tiva complessa come Marghe-ra”. Per bonificare Marghera,però, il governo ha stanziato 5

miliardi di euro. Per Taranto so-lo 336 milioni. Ma Clini haespresso comunque “soddisfa -zione” per le due nomine e haparlato di “un passo in avantiimportante nell'attuazione deidue provvedimenti che il Parla-mento e il governo hanno as-sunto per Taranto".Intanto c’è attesa a Taranto per

le decisioni del Tribunale delriesame e del Giudice per le in-dagini preliminari Patrizia To-disco a cui la procura ha chiestodi sollevare la legittimità costi-tuzionale della legge “salva Ilva”presentata dall’azienda per otte-nere il dissequestro dei prodotti.Una legge che secondo la il pooldi magistrati guidati dal procu-ratore Franco Sebastio appareevidente come “annienti com-pletamente il diritto alla salute ead un ambiente salubre a favoredi quello economico produtti-vo” concedendo all’Ilva “unavera e propria ‘cappa’ di totale‘immunità’ dalle norme penaliprocessuali che non ha ugualinella storia del nostro ordina-mento giuridico”. Le decisionipotrebbero arrivare nei primigiorni della prossima settima-na.

MONTI HA FATTO SCAPPAREI CAPITALI IN SVIZZERABEN 19 MILIARDI AL MESE, L’ANNO SCORSO HANNO LASCIATOL’ITALIA PER IL PARADISO FISCALE. PAURA PER LE TROPPE TASSE?

TROPPI FURBI

Un aumento mensile lordo di 40 euro, per il solo2013, legato alle presenze. È l’accordo “a tempo”

proposto dalla Fiat a Fim, Uilm, Fismic e Ugl (la Fiomè esclusa dalla trattativa) per il rinnovo del contrattodel gruppo Fiat (80 mila lavoratori). Ai sindacati laFiat ha spiegato di non poter fare di più “perchè lecriticità del settore auto hanno prodotto nel 2012 32milioni di ore di cassa integrazione e quest’anno siprospetta ancora molto difficile”. La cassa integra-zione è ancora la regola nella maggior parte degli sta-bilimenti. Proprio per questo, un aumento vincolatoalle presenze sul lavoro sarebbe bruciato dalla stessaCig. “E' una proposta insufficiente” ha risposto il Fi-smic, il sindacato più vicino alla Fiat, mentre hannofatte lievi aperture sia la Uilm che la Fim. “Siamo di-sponibili a ragionare sull'accordo ponte per il 2013ma riteniamo che un aumento di 40 euro sia troppobasso”, ha invece dichiarato l’Ugl. Intanto si è con-clusa a Cervia l’assemblea nazionale della Fiom che havarato la “carta rivendicativa” per “rendere inappli-cabile l’accordo metalmeccanico del 5 diemcebrescorso”. Maurizio Landini ha ottenuto 384 Sì, 109astenuti (l’area Camusso) e 34 No, (Rete 28 Aprile).

F I AT L’azienda vuolel’aumento a “presenza”

SOLITI FURBI

In un solo anno i soldi

usciti hanno superato

i 95 miliardi rientrati

con lo scudo fiscale.

Trattative con Berna

al palo

IL “PREMIO”

Esposito, al telefono con

Mancino nell’inchiesta

sulla trattativa,

nominato dal governo

“co n t ro l l o re ” della

bonifica dell’azienda

Una banca svizzera. In basso, Vitaliano Esposito La Pre ss e

Page 10: Il Fatto 12-01-2013

10 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto QuotidianoDIRITTI E DRITTI

Lombardia, appaltisanità: la Procurachiude le indagini

N OT I F I C ATO dal pm Tiziana Siciliano l’avviso dichiusura indagini in vista della richiesta di rinvio agiudizio a 15 persone tra cui l’ex assessore regionalee cognato di Formigoni, Guido Boscagli, il capogrup-po del Pdl al Pirellone Paolo Valentini e l’ex direttoregenerale della sanità lombarda Carlo Lucchina.Le accuse contestate sono turbativa d’asta e cor-ruzione nell’ambito dell’inchiesta su presunte irre-

MILANO

La Cassazione:una madre è degnaanche se è lesbicaI GIUDICI BOCCIANO IL RICORSO DI UN UOMO CHEVOLEVA TOGLIERE IL FIGLIO ALL’EX COMPAGNA GAY

Manifestazione con volti noti a favore della libertà sessuale La Pre ss e

golarità negli appalti per la telemedicina che hannoriguardato alcuni ospedali della Lombardia tra cuiquello di Lecco. L'inchiesta, avviata un paio di annifa, oltre al progetto Telemedicina affidato alla Mul-timedia Hospital, una società che aveva stipulato unaccordo per installare in 26 ospedali della Lombar-dia un canale tv a circuito chiuso con informazionisanitarie e pubblicità, riguarda anche i contratti di

assicurazione e brokeraggio per le aziende sanita-rie. Secondo l’accusa Lucchina, Boscagli, Valentinicon altri avrebbero organizzato riunioni al Pirelloneper favorire l’assegnazione di tali contratti a unajoint venture tra due società, la March Italia e la Gbs(q u e s t ’ultima però non ha alcun dirigente indagato)considerata vicina al centrodestra. È la quarta in-chiesta della Procura di Milano per Lucchina.

Pecorelle di don CamilloP O RT FO L I O

LORENZA LA TELEOLOGICAIl libro di Spaemann è sul pensiero teleologico. Loren-

za Lei è arrivata pensando che c’entrasse anche la tv

SENZAMETODO

A Roma arriva ilteologo Spaemanne l’ospite d’onore èRuini. La Binetti loguarda adorante.Sullo sfondo Boffo(senza metodo, macon la barba)

IL SOSIAIN TONACA

A sinistra c’è Nic-colò Ghedini trave-

stito da prete cheassiste alla presen-tazione del libro. È

lui o no? Solo un so-sia? Pare che B. non

voglia ricandidarloe lui potrebbe rici-clarsi al centro. Diqui la conversione

Foto di Umberto Pizzi

di Roberta Zunini

U un mero pregiudizio” soste-nere che “sia dannoso perl’equilibrato sviluppo delbambino il fatto di vivere in

una famiglia incentrata su una coppiaomosessuale, nè vi sono certezze scien-tifiche o dati di esperienza che provino ilcontrario”. Con questa motivazione ine-dita, inaspettata e, a tutti gli effetti, sto-rica, la prima sezione civile della Corte diCassazione ha spiegato perché un bimbodi 10 anni, figlio di una coppia divor-ziata, potrà rimanere affidato alla madrenonostante la donna stia attualmenteconvivendo con un partner dello stessosesso. La vicenda si svolge a Brescia doveun immigrato musulmano si è rivolto aisupremi giudici per contestare la deci-sione con cui la Corte d’Appello, il 26luglio 2011, aveva af-fidato in via esclusivail figlio avuto dalla suaex compagna italiana,alla donna. L’immi-grato nel fare ricorsoaveva sottolineato chela sua ex era andata avivere con una assi-stente sociale della co-munità per tossicodi-pendenti in cui, anniprima, era andata a di-sintossicarsi, metten-do seriamente a disa-gio il bambino. Spera-va in questo modo di portare i magistratidalla sua parte. Ma la suprema Corte gliha fatto presente che era stato propriolui, con la sua condotta violenta nei con-fronti della compagna della sua ex, adaver provocato una reazione di turba-mento nel minore dal quale, per di più, siera disinteressato quando il bimbo avevaappena pochi mesi.

COME È accaduto per la sentenza Engla-ro, anche questa non cambia la giurispru-denza ma crea un precedente di portatastorica. E, ancora una volta, la magistra-tura si trova nella posizione di pronun-ciarsi sui cosiddetti “temi sensibili” chesoffrono della mancanza di leggi ad hocper regolarli, a causa dell’ignavia e del-l’ipocrisia della politica, impegnata piut-tosto a bloccare i disegni di legge che liriguardano, nei cassetti delle Commis-sioni parlamentari pur di non correre ilrischio di inimicarsi la Chiesa. Esatta-mente l’opposto di ciò che accade nel re-sto d’Europa dove le coppie gay sono ri-conosciute per legge e possono tenersi ipropri figli e anche adottarne. In Franciaproprio in questi giorni sta per entrare invigore la legge che riconosce i matrimonie le adozioni nonostante i tentativi di boi-cottaggio da parte del clero ( domenica cisarà una manifestazione indetta dal-l’Ump, il partito di Sarkozy, su richiestadei vescovi) e in Inghilterra a breve gliomosessuali potranno sposarsi anchecon rito anglicano, mentre l’adozione èlegale da tempo così come in Germania,Spagna. oltre che nei Paesi bassi e nordici.L’Italia sta dietro persino al Portogalloche riconosce i diritti delle coppie omo.Noi invece dobbiamo fare affidamento

sul buon senso dei giudici persino persperare che una madre possa continuarea crescere il proprio figlio pur essendosiinnamorata di una persona dello stessosesso. ''Ancora una volta la magistraturascrive una pagina importante per il rin-novamento culturale, oltre che legislati-vo, del nostro Paese ricordando che pre-concetti, superstizioni e luoghi comuninon possono essere considerati comefonti del diritto e ancor più non possonopregiudicare la vita e l’armonia familiaredi genitori e figli” ha detto Ivan Scalfa-rotto, vicepresidente dell’Assemblea Na-zionale Pd e candidato nelle liste per laCamera. Se le reazioni della compaginepolitica di sinistra vanno dalla soddisfa-zione alla gioia, il centro destra reagiscecon la solita teoria disfattista. Uno dei piùarrabbiati, più dei senatori ultra cattoliciPaola Binetti e Carlo Giovanardi, è Mau-

rizio Gasparri che defini-sce la sentenza “un pre-cedente molto pericolo-so”. Gli fanno eco moltitra i quali i leghisti cat-tolici mentre il ciellinodel Pdl, Maurizio Lupi,più freddo, ricorda che“non si tratta di una leggeuniversale”. Molti citta-dini si accontenterebbe-ro di una legge italiana,adeguata al resto dell’Oc -cidente.

di Gianni BarbacettoMilano

Non solo si è fatto rimborsaredalla Regione il conto del ma-

trimonio della figlia, ma lo ha fattoall'insaputa dello sposo, che il ban-chetto di nozze lo aveva pagato ditasca sua. D'altra parte, Stefano Gal-li, capogruppo della Lega al Consi-glio regionale della Lombardia, peranni ha fatto arrivare allo sposo unfiume di soldi (pubblici), spaccian-dolo per consulente del Carroccio.Galli – leghista duro e puro, di quelliche sono usciti dall'aula consigliarequando per i 150 anni dell'unità d'I-talia è stato suonato l'inno di Mame-li – ora è indagato per peculato, in-sieme ad altri 61 consiglieri regio-nali lombardi, tutti accusati di averspeso in maniera impropria i soldiaffidati ai gruppi per la loro attivitàpolitica.Nei 62 mila euro totali che Galli si èfatto rimborsare dal 2008 a oggi, cisono anche 6.180 euro di un pranzoconsumato il 16 giugno 2010 al Ri-storante Toscano di Robbiate, sullerive dell'Adda, in provincia di Lecco:è il pranzo di nozze (103 coperti)della figlia Verdiana, hanno scoper-to gli investigatori della Guardia difinanza, coordinati dal procuratoreaggiunto Alfredo Robledo.

“Non ho ricevuto alcun avviso di ga-ranzia, non ho violato la legge, nonne so nulla e me ne sbatto i coglioni”:questa la prima stizzita reazione diGalli, il 14 dicembre. Quando poi hapreso atto che l'avviso con l'elencodelle sue spesucce gli era stato reca-pitato, il capogruppo leghista ha di-chiarato ai giornalisti di non ricor-dare il matrimonio della figlia:“Quando si è sposata non me lo ri-cordo”. Solo in seguito gli è tornatala memoria, giusto in tempo per af-fidare a Facebook la sua difesa, sca-ricando la responsabilità sulla segre-taria: “Cari amici di Facebook, vi co-munico che ho provveduto a rim-borsare interamente a RegioneLombardia le spese sostenute per ilricevimento matrimoniale di mia fi-glia, che erroneamente erano stateinserite nella mia personale lista deirimborsi... Chi mi conosce davverosa che, dopo più di 25 anni di politicaonesta e trasparente, non avrei certorischiato di rovinare la mia vita per 6mila euro”.Peccato che la storia ricostruita daipm del pool anticorruzione guidatoda Robledo, Antonio D'Alessio ePaolo Filippini, sia diversa. Lo sposo,Corrado Paroli, racconta di aver pa-gato lui, con un paio di suoi assegni,il pranzo. E di essere poi partito per ilviaggio di nozze insieme alla moglie

Verdiana Galli, lasciando la ricevutain una tasca dei pantaloni. Quando,dopo più di due anni dal matrimo-nio, ha saputo che quella ricevuta èstata utilizzata dal suocero per chie-dere il rimborso, è caduto dalle nu-vole: “Non mi aveva detto niente. Enon ha mai rimborsato né me, némia moglie. Mi sono anche sentitooffeso”.Paroli non dovrebbe però averegrandi motivi di risentimento neiconfronti del suocero, ha anzi neisuoi confronti un debito di ricono-scenza: perché Galli negli ultimi an-ni gli ha fatto incassare un bel teso-retto, facendogli stipulare contratticon la Regione, in qualità di “con -sulente elettorale” del gruppo con-sigliare leghista.

ST R A N O consulente: non è certouno stratega politico, né un espertodi sondaggi. “Faccio l'operaio, ho lalicenza media e lavoro da quando ho15 anni”, racconta Paroli, “ho fattoprima il tornitore e poi l'imbottiglia-tore di acqua minerale alla Norda”.Ha però goduto per lungo tempo diuno stipendio aggiuntivo, attinto daifondi regionali, che variava dagli 8mila ai 12 mila euro al mese. “Por -tavo in giro volantini della Lega nellazona di Lecco”, spiega. Militanza po-litica a spese dei cittadini.

Lega, stangata allo sposo della figlia

PARENTI SERPENTI

Galli, capogruppo del

Carroccio in Regione,

indagato per peculato

Il genero, operaio,

aveva ricchi contratti di

consulenza con l’e n te

SENTENZA STORICA

Il bambino può

crescere in modo

equilibrato anche in

un contesto familiare

in cui i genitori sono

dello stesso sesso a cura di fd ’e

Stefano Galli Ansa

Page 11: Il Fatto 12-01-2013

11il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3

Scontri al cantiere:revocati i permessiper costruire il Muos

IL GOVERNO regionale siciliano hadeciso di sospendere l’a u to r i zza z i o n eper i lavori che riguardano il Muos, lamega stazione satellitare della Marinaamericana in costruzione nella riservanaturale della Sughereta, in contradaUlmo a Niscemi. La decisione è statapresa dopo gli scontri avvenuti tra ma-

nifestanti e forze dell'ordine, quandosono giunti da Catania quattro camione due gru della ditta Comina che tra-sportavano attrezzature. Una partedei residenti di Niscemi e i gruppi chesi ritrovano sotto la sigla “No Muos”da tempo chiedono che l’impianto nonsia realizzato in quella zona, per la tu-

tela della salute. I manifestanti hannoformato un cordone per impedire ilpassaggio dei mezzi pesanti, mentrepoliziotti e carabinieri in assetto anti-sommossa hanno cercato di far arre-trare il blocco. Nelle prime ore di ieri unconvoglio è riuscito a passare. Il gover-no italiano ha dichiarato “di interesse

strategico per la difesa nazionale” lastazione Muos, mentre l'Assemblearegionale siciliana ha approvato un or-dine del giorno che impegna il governoisolano a revocare le autorizzazioni,almeno fino a quando non saranno di-sponibili studi scientifici sugli even-tuali rischi per la salute.

di Enrico Fierroinviato a Napoli

Scampiamoci da Sa-viano”. È il gioco diparole scritto su unostriscione che offende

e rovina quella che poteva es-sere qualcosa in più di una po-lemica, un dibattito culturalesul rapporto tra media e realtà,la rivolta di persone costrette avivere in un luogo infernale,contro la mercificazione dellaviolenza e del dolore impostadal business televisivo.

SC A M P I A contro la fiction“Gomorra due”, la discussioneche poteva essere partorita dauna polemica anche aspra, èabortita con quello striscione.Che campeggia nell’audito -rium del quartiere a nord diNapoli dove ieri Angelo Pisa-ni, il presidente Pdl della Mun-cipalità, ha riunito consiglieri,associazioni, artisti e cittadini,per una stramba votazione sultema autorizzare o meno le ri-prese del sequel del libro delloscrittore napoletano e del filmdi Matteo Garrone. Tensioni ebrutti toni contro l’autore diGomorra, che in questi giorniha fatto di tutto e anche di piùper gettare benzina sul fuoco.“Saviano ci ha messo la merdain faccia in tutto il mondo”,urla Alfredo Giacometti, im-prenditore e autore dello stri-scione che fascia l’intero tavo-lo della presidenza di questacaotica assemblea.

DAL PUBBLICO , un centinaiodi persone, c’è chi invita An-gelo Pisani a toglierlo. Scam-pia che non vuole essere rac-contata come luogo dove siconcentrano tutte le infamitàdel mondo, esplode nei suoidrammi. ‘O lavoro che non c’è,(“vivo qui da quando avevo 18anni, ora ne ho 54 e sono di-soccupato”, dice un uomo checonquista il microfono), ilgrande inganno delle invivibiliVele che nessuno abbatte, lafatica di vivere con mille pia-ghe sulla pelle. “Noi non vo-gliamo censurare nessuno –esordisce Pisani – ma qui sispecula sulla nostra pelle, que-sto è solo cinema di affari. Laverità è che Scampia paga tren-ta anni di inganni e di abban-dono. Ho invitato Saviano avenire qui, a confrontarsi…”.

LO SCRITTORE non è venuto,però ha alimentato la polemicaattaccando il sindaco De Ma-gistris. Nessuna riforma è statafatta a Napoli, le periferie sonoabbandonate, hai licenziatocollaboratori che dissentiva-no. Sei un guascone. Dura larisposta del sindaco arancione.“Se ami questa città non puoiconsentire che sia trattata co-

me un palcoscenico pulp”, ov-viamente per interessi com-merciali. E poi un sospetto,dietro gli attacchi c’è la poli-tica, la campagna elettorale,quella di Saviano “è una cro-ciata unilaterale, populismocritico fatto da lontano”.

T U T TO per una fiction. “Nellaquale io non credo – dice donAniello Manganiello, prete an-ticamorra più volte minaccia-to dai boss -. Ho dubbi anchesul film di Garrone, ha impe-gnato camorristi che poi sonofiniti in galera, c’è una inchie-sta aperta col sospetto che lacamorra sia stata pagata peragevolare le riprese. E allora ionon prendo lezioni di legalitàda gente così”. In un angolo c’èil regista Gaetano Di Vaio, nel-la sua vita ha toccato il male ela galera. “Non mi piaccionoquesti attacchi a Saviano, quel-lo striscione è una vergogna.Ma Saviano ha avuto una pes-sima caduta di stile in questavicenda, si sta muovendo con-tro de Magistris per questionipolitiche. La gente delle Velerischia sempre di essere stru-mentalizzata, e allora facciouna proposta a Saviano: devol-vi parte degli utili che farai conla fiction alle associazioni chesi battono sul territorio, che

PROCESSO D’A P P E L LO

Il Pg su Dell’Utri:

40 collaboratori

hanno raccontato

come riciclò denaro

investendo nella

“Milano 2” di Berlusconi

Trattativa, Mancino tenta di “sfilarsi”MORI: È CREDIBILE UN COLONNELLO DELL’ARMA CHE AVVIA DA SOLO UN DIALOGO CON COSA NOSTRA?

M A L I TA L I A

SCAMPIA NON VUOLE LA FICTION“SOLO CINEMA PER FARE SOLDI”AL DIBATTITO SU GOMORRA 2 PLATEALE STRISCIONE CONTRO SAVIANOMANGANIELLO, PRETE ANTICAMORRA: SUL FILM INCHIESTA IN CORSO

di Giuseppe Lo Biancoe Sandra Rizza

Nel giorno in cui Antonio Ingroiaconferma che Forza Italia è nata

su input di Cosa Nostra (“Dell’Utri -ha detto ieri - ha costituito Forza Italiasulla base di un accordo con Cosa No-stra: era l’ambasciatore dei boss”), Sil-vio Berlusconi prende le distanzepubblicamente dal negoziato tra Statoe mafia: “'Io non ho nessuna cono-scenza di questa trattativa”. Allo stes-so modo, a Palermo, dove l’udienzapreliminare sul dialogo tra i boss e leistituzioni si avvia alle battute finali,l’avvocato Massimo Krogh tenta intutti i modi di “sfilare” il suo assistito,l’ex ministro Nicola Mancino (nellafoto, imputato per falsa testimonian-za) dallo scenario torbido delle ma-novre sotterranee con i padrini, chie-dendo il proscioglimento o, in alter-nativa, lo stralcio della sua posizione:“Quel che conta – ha detto ieri il pe-nalista – è che non c’ è alcuna provache l'imputato fosse a conoscenza deicontatti tra il Ros e Vito Ciancimi-no’’.

KROGH HA SOSTENUTO in praticache i contatti intrapresi dai carabinierisono attività che avvengono “nella piùassoluta discrezione, restando circo-scritte all'ambito segreto delle opera-

zioni di polizia”. E dunque “non sicomprende perchè Mancino avrebbedovuto esserne informato”. Una tesiche si sposa con quella del presidentedell’Antimafia Pisanu, per cui la trat-tativa non sarebbe altro che un’ ini -ziativa imprudente dei carabinieri, av-viata senza alcun mandato politico.Tesi che ha fatto infuriare l’ex generaledel Ros Mario Mori, indicato dai pmdi Palermo come il pro-tagonista principale deldialogo Stato-mafia, cheieri in un’intervista èsbottato: “I casi a questopunto sono due: o io sonoinnocente al cento percento oppure sarei un fol-le completo… un colon-nello dei carabinieri, cheda solo, senza le spalle co-

perte, senza i politici dietro di me, cheavvia una trattativa con Cosa Nostra?Sarei stato proprio da ricovero….”.

LA RELAZIONE di Pisanu, che assolvein toto la politica dall’accusa di averintrapreso, subito dopo l’omicidio Li-ma, l’interlocuzione segreta con CosaNostra, trova scettico anche Ingroia,convinto sostenitore dell’input poli-

tico che avrebbe dato il viaal dialogo sotterraneo tra leistituzioni e i boss mafiosi:“Siamo arrivati a trovareelementi di prova a livellodi responsabilità operative,e omissioni e reticenze an-che al livello politico, anchese manca ancora una rico-struzione esatta dei man-danti politici”. Tra le reti-cenze, quella dell’ex Guar-dasigilli Giovanni Conso

che disse di aver revocato 334 prov-vedimenti di 41 bis nel novembre ‘93“in solitudine”, per non accanirsi coni detenuti ed evitare altre stragi: dallecarte di Pisanu ora salta fuori, infatti,una lettera anonima scritta all’iniziodel ’93 dalle cosiddette “colombe” diCosa Nostra e inviata a Gianni DeGennaro, nella quale si avvisavano gliapparati investigativi dell’intensificar -si dell’attacco stragista, palesando unaspaccatura interna all’organizzazione

mafiosa. Per la procura di Palermo, latrattativa si chiude nel ’94 quando, at-traverso la mediazione di MarcelloDell’Utri, Berlusconi sigla un patto dinon belligeranza con Cosa nostra. Mail Cavaliere ora dice di non sapernenulla e definisce “risibile” l’ipotesi diun coinvolgimento di Dell’Utri:“Questo è il portato delle posizionidella sinistra, in magistratura ci sonoteste calde che usano la giustizia perscopi politici”.

TRA QUESTI , per l’ex premier, c’èprobabilmente anche il Pg Luigi Pa-tronaggio che proprio ieri, nell’appel -lo del processo al senatore Pdl, im-putato per concorso esterno in mafia,ha iniziato la sua requisitoria con unadomanda: “Chi è Dell'Utri? È un ca-pace uomo d'affari, un intellettualeraffinato o è quello che ci hanno de-scritto 40 collaboratori di giustizia, unuomo che avrebbe riciclato denaro diCosa nostra, investendo tramite SilvioBerlusconi in Milano Due?”. Dopoaver bacchettato la Corte d’appelloper la mancata citazione di Berlusconiin aula (“È stata – ha detto – un'oc -casione persa”), Patronaggio ha sot-tolineato come “Dell’Utri non abbiamai interrotto la propria condotta diassoluta disponibilità in favore di Co-sa Nostra”. La requisitoria si conclu-derà il 18 con la richiesta della pena.

Brevi

BERGAMOPreso stupratore:è padre di due figli

È un giovane incensuratokosovaro, padre di due figli,la persona che la polizia ri-tiene responsabile dellaviolenza carnale nei con-fronti della ragazza incinta.L’arrestato, che ha avuto idomiciliari, ha 35 anni.L'aggressione è avvenutatra venerdì e sabato scorsi,in un parcheggio pubbliconel centro della città. La po-lizia ha arrestato il presuntostupratore nello stessoquartiere dove è avvenuta laviolenza.

NOVA R ACarolina, istigazioneal suicidio

La Procura indaga per isti-gazione al suicidio sul casodi Carolina Picchio che si èuccisa per le pressioni su-bite nell’ambiente che fre-quentava. La quattordicen-ne si era lanciata dal balco-ne una settimana fa. Si trat-ta di un atto dovuto da par-te dei magistrati che cosìpossono permettere allapolizia giudiziaria di svol-gere alcuni accertamenti.

M I L A NO’Ndrangheta, chiestisedici ergastoli

Il pm Cecilia Vassena hachiesto 16 ergastoli per al-trettanti imputati nel pro-cesso che riguarda una fai-da in Lombardia, culmina-te con l'uccisione del bossCarmelo Novella, nel 2008.

P O L E M I CA Lo striscione sultavolo dei relatori a Scampia. In al-to, don Aniello Manganiello

fanno musica, sport, cinema,cultura della legalità. Scampiaè un ghetto, dal film Gomorrasono usciti anche bravi attori,ragazzi che hanno avuto ruoliin film importanti. Uno di lo-ro, convocato a Cinecittà, michiamò e mi chiese “Gaetà maa Roma come ci arrivo”, ca-pisci, non sapeva prendere iltreno per la Capitale”. Fiction

o non fiction. A confrontarsicon la gente c’è un pezzo dellagrande macchina televisiva,Gianluca Arcopinto, della casaproduttrice Cattleya. Annun-cia che “la produzione ha de-ciso di spostare la data delleriprese”, perché cambierà lasceneggiatura. Non ci sarannosolo camorristi dal volto trucee con la pistola nelle mutande,ma anche “i buoni” verrannorappresentati. Già nella pros-sima settimana ci sarà un in-contro tra sceneggiatori e rap-

presentanti del quartiere.“Non mi sono mai trovato inuna situazione del genere”,ammette l’uomo di cinema.“C’è troppa tensione – ci diceMaurizio Gemma, della FilmCommission Campania – laproduzione si è impegnata an-che a realizzare un altro filmsul volto positivo di Scampia,ma basta con le polemiche, quisi tratta di fare solo quattrogiorni di riprese per un filmche toccherà città europee edel Sudamerica”.

Page 12: Il Fatto 12-01-2013

12 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

Savile Horror Show50 anni di stuprie silenzi (alla Bbc)CENTINAIA DI MOLESTATI DAL DJ CHE PERDECENNI È STATO UN MITO DELLA TV PUBBLICA

DR JEKYLL E MR HYDE

FIUME IN PIENA

Il rapporto finale della

polizia sulla vicenda

è colma di dichiarazioni

spontanee, dopo

un silenzio

durato decenni

Jimmy Savile negli Anni Sessanta, a una serata di beneficenza La Pre ss e

ALTRI MONDI

di Caterina SofficiLondra

Inumeri ci restituisco-no il ritratto di un veromostro. Nel rapportopresentato ieri dalla

Metropolitan Police e dallaNational Society for the Pre-vention of Cruelty to Chil-dren (Nsppc), l’ex presenta-tore Jimmy Savile è descrittocome un “maniaco sessualeprolifico e predatore” che haabusato di adulti e bambini“su una scala senza preceden-ti”.Le cifre sono spaventose: 54anni di abusi sessuali impu-niti, 214 i casi registrati, deiquali 34 sono veri e propristupri (comprese penetrazio-ni, come spiegano entrandonei dettagli). I tre quarti dellevittime erano bambini. Lamaggior parte femmine: 174

di cui 18 sotto i 10 anni, 40 imaschi, dei quali 10 sotto i 10anni. La vittima più piccola èun bambino di 8 anni, la mag-gioranza ne aveva tra i 13 e 16.L’ultima è stata una donna di46 anni, che Savile ha mole-stato sessualmente quando luiaveva la bellezza di 82 anni,durante la registrazione del-l’ultima puntata di Top of thePo p s .

Uno stupratore seriale, “unabestia” come è stato scritto,che si procacciava carne fre-sca grazie alla sua popolarità esfruttando il suo impegno fi-lantropico.

IL 73 PER CENTO delle vittimele ha incontrate nelle scuole enegli ospedali, in occasionedel popolare programma sullaBbc “Jim’ll fix it”, (Ci pensaJim), che lo aveva lanciato nel-l’empireo delle celebrità tele-visive dopo anni da dj star ra-diofonico. “Hai un sogno?Jimmy ti aiuterà a realizzarlo”era lo slogan del programmadove Savile prometteva di rea-lizzare i desideri dei bambinimalati o svantaggiati.Nato nel 1926, alle spalle unafamiglia povera e anni di ga-vetta nei luoghi più umilianti,il rapporto dice che la maggiorparte degli abusi sono stati

compiuti quando Savile avevatra i 40 e i 50 anni. Il primocaso è datato 1955 (aveva 26anni). L’ultimo, nell’incredi -bile arco di sei decenni, nel2009.Dice il rapporto che Savile hausato la sua popolarità per“nascondersi in piena luce”,un gioco di parole per dire cheera sicuro di farla franca. Per ildetective David Gray, che hacondotto l’inchiesta: “Que -st’uomo ha speso ogni minutodi ogni giorno della sua vitapensando a queste cose. Ognivolta che si presentava unaopportunità non se la facevascappare. Sceglieva vittimevulnerabili ed era abbastanzafurbo da prendere personeche sapeva non avrebberoavuto il coraggio di parlare”.

Perché lui era famoso. Lui erapotente. Lui teneva in mano lechiavi del successo e dei de-sideri. Perché in fondo tuttipensavano che fosse un po’matterello, ma non una per-sona cattiva.

CAPELLI LUNGHI biondo pla-tino, occhiali stravaganti, ve-stiti eccentrici, sigaro cubanoperennemente in bocca, cami-cie sgargianti, girava alla gui-da di una Rolls Royce. JimmySavile era per gli inglesi unpersonaggio come per noi po-trebbe essere un misto di Ma-go Zurlì, Pippo Baudo, FabioFazio e Fiorello.Nel 1990, per meriti filantro-pici, la regina l’aveva perfinonominato baronetto: Sir Jim-my Savile, una gloria nazio-

nale. Nel 2005, a 79 anni, par-tecipò alla Maratona di Lon-dra. È morto il 29 ottobre2011, seppellito in una barad’oro e sulla sua lapide c’èscritto: “È stato bello, finché èdurato”.Una ulteriore beffa, letta oraalla luce dei fatti.Sul sito dell’associazione Nsp-pc la denuncia è eloquente:“Cosa serve ai bambini per es-sere creduti? Decenni”. Perquasi 60 anni Savile l’ha fattafranca. “Doveva essere punitoquando era ancora vivo” di -cono ora le vittime. L’avvoca -to Kim Harrison, che rappre-senta 50 famiglie, ha espressoalla Bbc il rammarico “per lamancata occasione di assicu-rare quest’uomo alla giusti-zia”.Il bubbone è scoppiato nel-l’ottobre scorso, a un annodalla morte di Savile, quandoun programma della princi-pale emittente commercialebritannica Itv ha parlato per laprima volta di abusi su ragaz-ze tra i 13 e i 16 anni. È statocome far saltare un tappo: unfiume liberatorio di dichiara-zioni spontanee ha invasol’Inghilterra. Le vittime hannotrovato il coraggio di venireallo scoperto. E così, mentre ilrapporto rivela l’enormità deldisegno pedofilo di Savile, tut-ti da chiarire rimangono le re-sponsabilità, i silenzi e le co-perture che la Bbc ha dato aquest’uomo. Compresa lasoppressione di un reportageche doveva andare in ondanella trasmissione di puntaNews of the Night ed è statocancellato dal palinsesto. Tan-te teste sono già cadute, giu-stizia non è ancora fatta.

twitter: @caterinasoffici

Il dj alla presentazione della sua statua di cera al Museo Tussauds La Pre ss e

Il presentatore, nominato Sir del Regno britannico, nel 2008 La Pre ss e

Pianeta terra

AFGHANISTAN ”AL QAEDA QUASI SMANTELLATA”“Non tutti gli obiettivi in Afghanistan sono stati raggiunti, ma il prin-cipale sì: al Qaeda è stata oramai quasi smantellata”, ha detto ieriObama dopo aver incontrato il presidente Karzai con il quale ha di-scusso anche il possibile ritiro totale delle truppe Usa nel 2014. Ansa

USA MARCIA PER CHIUDERE GUANTANAMO“I delitti sono delitti, non importa chi li commette”:mentre Obama riceveva nello Studio Ovale il pre-sidente afgano Karzai, attivisti per i diritti umanivestiti da prigionieri di Guantanamo sfilavano aWashington innalzando striscioni che accomuna-vano il presidente Usa a George W. Bush. Ansa

VITTIME

Il presentatore ha

conosciuto gran parte

dei minori di cui

ha abusato in istituti

e ospedali per i quali

faceva beneficenza

Le forze armate francesi hanno avvia-to oggi pomeriggio un intervento a

supporto delle forze governative del Ma-li, contro i ribelli islamisti”, ha affermatoil presidente Francois Hollande, preci-sando che l’operazione durerà fino aquando sarà necessario e ricevendo il so-stegno di diverse cancellerie occidentali.Il ministro degli Esteri Laurent Fabius haconfermato che la Francia ha portato atermine un raid aereo in Mali. L’opera-zione militare, ha aggiunto, ha comeobiettivo quello di bloccare l’ulterioreavanzata dei terroristi “altrimenti l’inte-ro Mali finirà nelle loro mani, minaccian-

do tutta l’Africa e per-fino l’Europa”. “Fare-mo di tutto per salvarei nostri ostaggi” hainoltre affermato Fa-

bius, sottolineando che a tenerli prigio-nieri “sono gli stessi gruppi terroristiciche stanno scendendo verso il sud delPaese”. Sono 3 i francesi tenuti in ostag-gio in Mali: 2 sono stati rapiti a fine no-vembre 2011 da Aqmi, braccio armato dial Qaeda nel Magherb, e uno è stato pre-levato nel novembre 2012 da un altrogruppo armato, il Mujao.Intanto il governo del Mali ha “procla-mato lo stato d’emergenza” in tutto ilPaese, “tenendo conto della situazioneattuale”, con le forze armate impegnatenell’offensiva contro i gruppi fondamen-talisti che controllano tutto il nord.

LA FRANCIA va alla guerracontro gli islamisti del Mali

Page 13: Il Fatto 12-01-2013

13il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3ALTRI MONDI

di Robin McKie

I Kaulong della NuovaBritannia avevano unmodo singolare e atrocedi comportarsi con le fa-

miglie in lutto. Fino a tutti glianni ’50 le donne appena per-devano il marito venivanostrangolate dai fratelli del con-sorte o, in loro assenza, dai figli.Non rispettare questa consue-tudine era motivo di disonore ele vedove chiedevano di esserestrangolate non appena il ma-rito spirava.È una delle tante curiosità con-tenute nell’ultimo libro di JaredDiamond “The World until ye-s te rd ay ”. “Questa pratica” -spiega Diamond – “scaturivadal fatto che i Kualong eranoconvinti che gli spiriti degli uo-mini avessero bisogno degli spi-riti delle donne per sopravvive-re nell’aldilà. Idea grottesca, manon certo isolata nel panoramadelle convinzioni dei nostriprogenitori. Eppure gli esseriumani hanno vissuto con tradi-zioni del genere i primi 6 milio-ni di anni trascorsi sulla terra.Abbiamo abbandonato questecultura solo qualche migliaio dianni fa. Così facendo siamo di-ventati meno vulnerabili allemalattie, al freddo e agli animaliselvatici, ma abbiamo anche di-menticato molte cose sulla curadei figli e degli anziani, sullaprevenzione del diabete e dellemalattie cardiache e facciamofatica a capire quali sono i veripericoli della vita quotidiana”.

DIAMOND con la folta barbasembra più un predicatore Ami-sh che un famoso antropologo.Scopo del suo libro, è quello disalvare della cultura tribale quelpoco che ancora può esserci uti-le prima che venga definitiva-mente spazzata via dalla civiltàmoderna. “Armi, acciaio e ma-lattie”, libro del 1998 che ha ven-duto oltre un milione e mezzo dicopie, fu scritto da Diamond perrispondere a una domanda ap-parentemente banale: perché fula Spagna a conquistare il regnodegli Incas e non viceversa? Ov-vero, perché le nazioni occiden-tali hanno prosperato a spese delresto del mondo? Gli storicihanno sempre evitato l’interro -gativo o hanno fornito rispostedi comodo o alluso alle presuntequalità innate dei popoli occi-dentali. Diamond, invece, si li-mita a ricordare che le nazionieuropee furono le prime a svi-luppare società agricole effi-cienti e, di conseguenza, a man-tenere livelli adeguati di produ-zione di generi alimentari che, aloro volta, consentirono lo svi-luppo di organizzazioni politi-che e militari. Armi e acciaio vi-dero la luce in Europa e furonoimpiegati per conquistare ilmondo. “Le malattie poi furono

il nostro sinistro regalo agli altricontinenti”, chiosa Diamond.Il messaggio del libro è sempli-ce: gli occidentali non hannonulla di speciale né di superiore.Non sono la razza padrona. So-no solo geograficamente privi-legiati. “Armi, acciaio e malat-tie” valse il Pulitzer a Diamondche oggi, a 75 anni, fa ancoraviaggi di studio in Nuova Gui-nea e continua a studiare le po-polazioni locali.“È stata un’esperienza affasci-nante”, dice. “Ho deciso di scri-vere “The World until yesterday”per far capire cosa avevo impa-

rato frequentando per 50 anni lepopolazioni della Nuova Gui-nea”. Il padre di Diamond, Lo-uis, era un noto pediatra edematologo e la madre, Flora Ka-plan, era pianista. Entrambi ve-nivano da famiglie ebree fuggitedall’Europa orientale a seguitodei pogrom dei primi del 900.Jared è cresciuto a Boston. Co-me il padre, Jared studiò medi-cina e fisiologia a Harvard e poi aCambridge, ma in seguito deci-se di dedicarsi allo studio del-l’ornitologia e così finì per la pri-ma volta in Nuova Guinea. Orainsegna geografia all’universitàdi Los Angeles. Diamond amapensare all’uomo come a un tipodi scimpanzé (da qui il suo libro“Il terzo scimpanzé”) sempremeno in armonia con il mondonaturale, in particolare dopol’avvento dell’agricoltura, “unacatastrofe dalla quale non ci sia-mo più ripresi”. A causa dell’a-gricoltura le donne furono co-strette a lavorare in casa, gli uo-mini iniziarono ad accumularericchezze e risorse e la promi-scuità con gli animali scatenò

“CHI SI RIBELLA ALLA NATURARISCHIA IL COLLASSO”L’ANTROPOLOGO DIAMOND E L’ULTIMA SFIDA DELL’UOMO:ALLONTANARSI TROPPO DALLE REGOLE NON SCRITTE DELLA TERRA

Liberi, ma solo dalle cateneHAITI A 3 ANNI DAL SISMA

Preghiera tra le macerie della cattedrale di Port-au-Prince Ansa

una epidemia dopo l’altra. “Conl’agricoltura apparvero le disu-guaglianze sessuali e sociali, lemalattie e il dispotismo, vale adire la maledizione della nostraesistenza”, dice Diamond. Con“Armi, acciaio e malattie” Dia -mond introduce un’altra cala-mità oltre a quelle generate dal-l’agricoltura: il colonialismo.Poi nel 2005 pubblicò “Collasso:come le società scelgono di mo-rire o vivere”.Con questo libro tentò di capiree farci capire per quali ragionialcune società distruggono il lo-ro habitat segnando la loro finementre altre riescono a mante-nere un ragionevole equilibriocon l’ambiente in cui vivono.Perché i Vichinghi scomparve-ro mentre gli Inuit vivono an-cora dove vivevano millenni or-sono? E perché gli abitanti del-l’isola di Pasqua abbatteronotutti gli alberi sprofondandonella guerra civile e nel canni-balismo? Molte sono, secondoDiamond, le ragioni della fine diuna società: rigidità politica,cambiamenti climatici, man-

canza di scambi commerciali,conflitti con i popoli confinantie degrado ambientale. Oggiquesti fattori sono tutti all’ope -ra, sottolinea. In sostanza il de-stino degli abitanti dell’isola diPasqua potrebbe essere il desti-no dell’intero genere umano.Nella storia dell’umanità non cisono né eroi né grandi uomini.Diamond racconta la lotta diuomini senza nome e senza vol-to che si battono per sopravvi-vere in un ambiente ostile. Al-cuni antropologi criticano Dia-mond proprio perché dipingeuomini e donne come inermi

pedoni sulla scacchiera dell’am -biente e, così facendo, sottova-luta l’importanza dell’iniziativadell’uomo. Alle critiche rispon-de con esempi concreti: “Piccoligruppi di esseri umani – alcunedozzine, al massimo alcune cen-tinaia di cacciatori-raccoglitori– sopravvissero a diverse ereglaciali e riuscirono a conqui-stare il mondo. Sono convintoche le poche tribù e i pochi grup-pi di nomadi rimasti sulla terraabbiano molto da insegnarci”,ribadisce. “Non dobbiamo idea-lizzare le società tradizionali. Cisono cose orribili che giusta-mente vogliamo evitare, ma cisono anche cose meraviglioseche dovremmo imitare. Faccioriferimento in particolare all’e-ducazione estremamente per-missiva dei figli. Tra i pigmei da-re uno sculaccione a un figlio èmotivo di divorzio. Le punizionicorporali in queste società sonotabù”.

I DUE FIGLI GEMELLI di Dia-mond, Max e Joshua, sono statieducati come i bambini pigmei.Oggi Joshua sta per diventareavvocato mentre Max è unochef. “Hanno avuto la possibi-lità di seguire il loro destino, co-sa che ho imparato dagli abitantidella Nuova Guinea”.Il tema della vendetta è un temacentrale del suo libro. In Occi-dente quando qualcuno vienederubato o ferito, tocca allo Sta-to punire il colpevole. Nelle so-cietà tradizionali in caso di pic-cole offese si risarcisce la perso-na offesa con il dono di un maia-le e poi si fa festa in segno di ri-conciliazione. Nei casi più gravi,omicidio compreso, la famigliadella vittima si allea con altre fa-miglie per uccidere l’assassino.Poi c’è il problema dei vecchi.“Nelle società tradizionali i vec-chi hanno una vita molto piùsoddisfacente circondati dal ri-spetto e dall’affetto della cerchiafamiliare”, dice Diamond. “Ivecchi sono utili. Nelle societàtradizionali non esistono libri eil sapere è patrimonio dei vec-chi. Se si vuole sopravvivere a unciclone l’esperienza di un anzia-no può essere decisiva. Oggil’Occidente, con il suo culto perla giovinezza, non conosce più ilvalore degli anziani”.

© The Guardian Traduzione diCarlo Antonio Biscotto

CATTIVI ESEMPI

L’evoluzione ha portato al

distacco quasi completo

dalle consuetudini che

per milioni di anni hanno

regolato i rapporti

con l’a m b i e n te

BRASILE ”NIENTE LAVORO A BATTISTI”Il sindacato brasiliano Cut smentisce di aver maiofferto impiego a Cesare Battisti, come affermatodal senatore di origini italiane Eduardo Suplicy concui l’organizzazione “non ha più rapporti da anni”.In Brasile è ancora vivo il caso del sostegno dell’expresidente Lula all’ex terrorista italiano. Ansa

CUBA RITI AFRO PER GUARIGIONE CHAVEZPer tentare di salvare la vita a Hugo Chavez, siricorre anche ai riti afro-cubani. È successo al-l’Avana, poco distante dall’ospedale nel quale èricoverato il presidente del Venezuela, con unacerimonia guidata da un religioso della santeria,la versione locale del voodoo haitiano. La Pre ss e

di Elisabetta Reguitti

Nei giorni scorsi il New York Times hascritto: “L’idealismo post-catastrofe

è venuto meno per la debolezza e la vo-latilità del governo haitiano e la scarsa ef-ficacia della Commissione, ormai defun-ta, che aveva come inviato speciale OnuBill Clinton”. Lo stesso che in quei giorniassicurava: “Dopo la ricostruzione Haitisarà meglio”. Dodici gennaio 2010, un ter-remoto di magnitudo 7 infierisce sul paesepiù povero dell'emisfero occidentale, mi-gliaia le vittime. Gennaio 2013, sempre se-condo il Ny Times, sarebbero 357.785 glihaitiani che ancora languono in centinaiadi tendopoli accatastate nel centro dellacapitale Port–au–Prince.A che punto è oggi, dopo tre anni, la ca-tastrofe? Oltre un miliardo di dollari è sta-ti dissipato in soluzioni a breve termin con

baracche temporanee che per molti ora-mai stanno diventando definitive. D’altrocanto Haiti non interessa a nessuno. Clin-ton auspicava di applicare la tecnica di ri-costruzione utilizzata nell’Asia del suddopo lo Tsunami ma così non è stato. Hai-ti per i media è la retorica dei giorni del-l’anniversario del terremoto con le imma-gini dei disperati che urlano tra le macerieche hanno coperto le vite dei loro cari. Og-gi, almeno, i detriti sono stati tolti.

SAREBBE INTERESSANTE, per i tantiviaggiatori italiani che ogni anno scelgonoSanto Domingo come meta di vacanza,prendere contatti con le realtà associativeche hanno “tenuto duro” e rimanendo. Anove ore di bus oppure a un'ora di volodalla capitale Santo Domingo si ha la pos-sibilità di visitare l’altra faccia della me-daglia dell’'isola Hispaniola considerando

tra l'altro che Santo Domingo rimase sottoil dominio haitiano fino al 1844.Questi 36 mesi dal terremoto non sonopassati senza lasciare altri segni: il colera,gli uragani Isaac e Sandy. Il futuro di que-sto Paese restano i bambini che nascononumerosi senza assistenza sanitaria e cre-scono privi di istruzione. Ad Haiti vincechi resiste perché i primi frutti impieganoanni a maturare.Per gli italiani Haiti è la fondazione Fran-cesca Rava di Milano che a Tabarre ha co-struito la sua comunità pro Haiti partendodalla maternità dell’ospedale Saint Da-mien, centro di riferimento per la gravi-danza e le sue eventuali patologie. Ognianno 5 mila mamme e i loro bambini tro-vano assistenza e, spesso, la salvezza in unluogo in cui il tasso di mortalità materno einfantile è tra i più alti al mondo. La co-munità Rava si preoccupa anche di svilup-pare formazione medica e sanitaria conpersonale locale attraverso gemellaggi conospedali italiani come il Buzzi di Milano eil Bambin Gesù di Roma. Ad Haiti – untempo “perla dei Caraibi” - l’unica cosache si può fare “è fare”.Alla fine dello scorso ottobre Sandy hacausato 54 vittime, demolito case e spaz-zato via orti e coltivazioni. Le forti piogge ele inondazioni hanno provocato un nuovopicco di colera con migliaia di nuovi casi.L'acqua, che nell’immaginario collettivoporta la vita, ad Haiti porta morte: qual-siasi fiume o rigagnolo trascina rifiuti, car-casse di animali e ogni tipo genere di schi-fezza. Eppure gli uomini e i progetti deiPe a ce ke e p i n g Onu non sembrano interes-sati alla bonifica delle sorgenti o alla co-struzione di canali. Haiti è stato uno fra iprimi Paesi al mondo ad abolire la schia-vitù. Liberi, ma solo dalle catene.

I moai, le statue dell’Isola di Pasqua Ansa

Page 14: Il Fatto 12-01-2013

14 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

di Malcom Pagani

Con la voce da maschio, le gambe da gazzella el’erotismo straniante da panfilo in crociera obuio tinello nevrotico da dopolavoro, Marian-gela Melato era la più moderna. La mitteleu-ropa nel cuore di Roma, dove a lunghe falcate,abbracciata alla storica amica di Flaiano, Bru-nella Parmesan, fendeva le notti con il profiloda regina e il giro rock di una Annie Lennox diMilano, figlia di una sartina e di un vigile ur-bano, persa nell’Urbe senza definizioni, orari,mète certe. Nel cognome aveva il perfetto ana-gramma del dubbio shakespeariano e in fondoagli occhi, azzurrissimi come il mare d’agosto,la consapevolezza del lusso toccato in sorte:“Mi è piaciuto un mestiere dove piango, rido emi angoscio, ma comunque fingo”. Nella real-tà meno elegiaca di qualunque copione, la finenon è nota né attesa e la divinità preferita daFellini: “per metà extraterrestre e per metà egi-zia” ha preso la nave per non tornare più.Così, mentre a 71 anni, Mariangela migra inparadiso assieme a tutte le Lulùdella sua vita, a noi rimangono iframmenti di una donna vera,capace di stare alla pari conchiunque, sfiorando l’alto e ilbasso senza farsi mai sporcare,con immutata leggiadria. Legrandi storie d’amore protettedalle fontane discrete di PiazzaNavona. Gli inverni della gavet-ta come vetrinista alla Rinascen-te. L’iscrizione all’Accademia non appena supe-rata la maggiore età. Il teatro in cui “recitare bam-bine preadolescenti o donne eterne di 337 anni,ruoli pazzeschi, incomparabili a quelli di vecchiazia pallida o madre incolore che mi offre il cinemaitaliano”. Parlava di oggi, Mariangela Melato.Dell’inesausto andirivieni da palcoscenico chenei giornali occupava il taglio basso, dell’indiffe -renza provocata da un voluttuoso, porcino ab-brutimento, della tv, “di certa tv”, di cui nel 2009proponeva il boicottaggio: “Perché nell’Italia dioggi, un paese di merda, è purtroppo l’unico mez-zo a far accadere qualcosa. Se domani chiudesserogli stabili, la gente se ne accorgerebbe tra tre anni”.Dal grande schermo che pure, nei ’70, le offrì ono-ri, ruoli indimenticabili, si sentiva lontana. L’a-vevamo accompagnata, lungo i crinali di un’in -dipendenza selvaggia, ragazza madre smarritacon la sua culla sul ciglio di un’autostrada in C a roMichele, o attorniata da uomini che lei sembravacapire più di loro stessi.

LE PARRUCCHIERE sfiorite aspettando Godot difronte alle crisi dell’operaio Volonté, le Fiore fug-gite da un destino segnato con Carmelo Mardo-cheo in Mimì Metallurgico e le novelle Robinson daltriplo cognome, le Raffaelle Pavone Lanzetta as-sediate dalla passione della fame nelle mille pos-sibilità di un’isola. Che interpretasse la “bottanaindustriale”, la poliziotta di Steno a Ravedrate, ca-pitale dei biscotti Brembani: “Solo per bambini sa-ni” o la fidanzata insoddisfatta del delegato di fab-brica di Petri: “Una sera hai l’ulcera, una sera il maldi testa, una il maldischiena, tutte scuse, non c’haimai voglia, mai voglia, sai cosa ti dico? Son stufa”,Mariangela (come tutti la chiamavano, per nonconfonderla con Monica, Monica Vitti, sorella ge-mella per fisiognomica e capacità), seguiva unasua strada. Non si piegava di fronte all’alienazioneurlata a piena voce dai partner in crisi esistenziale

BROCCHI E VIERIINDAGATI PER BANCAROTTAChristian Vieri e Cristian Brocchi risultanoindagati dalla Procura di Milano per concorsoin bancarotta della fallita società Bfc&co. Ilbuco si aggirerebbe tra i 6 e gli 8 milioni di euro

SIMON RATTLE LASCIAI BERLINER PHILHARMONIKERSir Simon Rattle, successore di ClaudioAbbado alla guida dei BerlinerPhilharmoniker, lascerà nel 2018. Per lasuccessione si fa il nome di Daniel Barenboim

FICTION SU GOMORRANIENTE RIPRESE A SCAMPIANiente riprese di Gomorra per le strade diScampia. Lo ha detto il presidente delquartiere dopo l’incontro con i responsabilidella fiction ispirata al libro di Saviano

Q UA LC U N O diceva che era l’erede di AnnaMagnani e c’era del vero, se è vero cheun’attrice può diventare l’incarnazione anchefisica di un’era. Gli anni 50 furono la mascheradrammatica di Nannarella, i ‘70 sono stati ilsex appeal androgino e nevrotico diMariangela. Quando si è grandi davvero non siassomiglia più al proprio tempo, è il tempo cheassomiglia a te. Ma chi è, oggi, l’erede diMariangela Melato? La cercheremmo invanonell’esercito di ex veline folgorate sulla via delset, o del teatro. Ma anche le rare, vere attricidi cinema (come Margherita Buy o LauraMorante) o di prosa (come Elisabetta Pozzi eMaddalena Crippa) non possono aspirare altestimone. Non è questione di valore, né di“s t a m p o”; è il ruolo dell’attore a essersiinflazionato, e svalutato. Mariangela se ne vasenza eredi, lasciandoci più soli in un’Italiadeserta di icone, condannati a ricordare l’e colontana di un’umanità anch’essa fuorimoda:sofisticata senza essere snob, popolare edelegantissima. E non è vero, come le piacevafar credere, che nella vita non fingesse. “Nonsono una donna felice”, aveva detto una volta,“ma mi comporto da donna felice”.

Nanni Delbecchi

IL VISO DEGLI ANNI 70

Un carisma cocciutoche non lascia eredi

Gli amici di una vitapiangono “l’attrice totale”UNA DONNA eccezionale. Una signora di vera nobiltà di sen-timenti ed etica nel suo lavoro, fatto sempre con enorme de-dizione”. Renzo Arbore ricorda così la “sua” Mariangela, dopo42 anni di “conoscenza e di amore senza mai una meschinità oun litigio, mai una voce alzata”. Ed esprime l’unico suo rim-pianto, “di non averla mai sposata”. Accanto a quello del com-pagno di una vita, gli omaggi attraversano il mondo della cul-tura italiana con la stessa versatilità di cui la Melato – “a t t r i ceperfetta e totale” – era portatrice. "Tutti i ruoli che le ho affidatoerano delle sfide. E lei le ha vinte tutte”, rammenta Luca Ron-coni che assieme a Dario Fo contribuì a forgiare la “Dea delte a t ro”, come sovente era definita. Ed è proprio il Premio Nobela rievocare i suoi primi passi: “L’ho conosciuta che non avevanemmeno 20 anni e aveva già una personalità molto spiccata.Aveva un senso della recitazione non come rifacimento mec-canico della realtà, ma come stile innato”. Uno stile che trasferìanche nel cinema. Per Giancarlo Giannini “Mariangela era unadonna luminosa e solare. Aveva un senso del gioco e dell'ironia,una straordinaria energia e il piacere di raccontare”. E, la re-gista Lina Wertmüller esprime il suo dolore con sincerità “O ranon riesco a parlare. Lo so, volete un commento. Ma ora no”.

Anna Maria Pasetti

Grazie, MariangelaLA MELATO SE N’È ANDATA A 71 ANNI. 50 LI HA PASSATI IN PALCOSCENICO, ASSIEME AI PIÙ GRANDI

e sull’orlo delle lacrime: “Sai cosa c’è? Che a mevien voglia solo al mattino, ma tu non sei mica infabbrica, sei al negozio.

MA LO VUOI capire brutta porca maledetta che ioper tirar su venti carte di più al mese mi faccio unculo così?” e sapeva prendere i treni perché de-cidere da soli è un’arte. Non c’erano fili di Ariannada seguire né labirinti da esplorare. Bisognava but-tarsi al momento giusto, conquistare gli affetti in

una mossa: Renzo Arbore, ieri affranto, ne fu ra-pito quando la vide ballare: “come una nera”, co-gliere l’attimo fuggente, saper rispondere sì al mo-mento giusto. Di fronte a Luchino Visconti che,severo come da memorialistica, assisteva al pro-vino per La monaca di Monza: “Sembri una rana, mahai due coglioni così, saresti disposta a tagliarti icapelli?”, la futura poliziotta Gianna Abbastanza simise sull’attenti: “Mi taglierei anche i piedi, signorconte”. C’è un certo modo di non sembrare. Sem-

pre. Un abito. Un’indole. Un manifesto da sven-tolare sugli autobus immaginati dal padre dei fra-telli Vanzina, brulicanti di repressioni m a c h i s te incui Mariangela sale con un cappottino rosso, su-bisce sguardi e attenzioni non richieste, reagisce:“Eh ma scusi, non si vergogna?” e davanti alla ri-vendicazione del molestatore, circondato da con-senso e complici sghignazzi: “Ma cosa vuole? Iosono un padre di famiglia, sono uno che lavora, machi è che la tocca? Ma chi la conosce? Sporcac-

ciona, prenda il taxi se le fa schifoil tram, ninfomane!” segue ilconsiglio, scende al volo per poiarchitettare una vendetta che latrascinerà in esilio. E ci sono oc-casioni da non sprecare nella so-litudine di una scelta, per scudi-sciare l’indifferenza e assumersiresponsabilità non pensandosempre, come i tennisti italianitrafitti da Nanni Moretti: “Lacolpa è di qualcun altro”.

DI QUESTO coraggio da primalinea, la Melato è stata inegua-gliabile testimone. Sostando sul-le rive di un palcoscenico: “Lacosa peggiore che può capitare aun’attrice è il silenzio. Ce ne so-no di due tipi. Quello partecipeche è meraviglioso. E quello as-sente. Atroce. Io li distinguo be-nissimo. Un signore, impazien-te, ha guardato l’orologio. Avreivoluto saltargli addosso. Da quel

momento ho recitato solo per lui: ogni urlo, ognivoce alzata di un tono, ogni sussurro era per lui”.Mariangela dormiva poco: “E se mi alzo incazzatafaccio lunghe camminate”. Buonanotte Angelo inmarcia. Scarpe rotte, eppur bisogna andar.

MARIANGELA ME-LATO (1941-2013)Sopra, un’immagine recentedell’attrice scomparsa ieri.Sotto, nel film di Mario Moni-celli “Caro Michele” (1976)La Pre ss e

Page 15: Il Fatto 12-01-2013

15il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3

no incastrato Lanzafame, Espo-sito e Gillet per il doppio taroc-co contro Treviso e Salernitana(si sono messi in tasca 14.000euro a testa); e De Vezze, Co-lombo, Caputo, Strambelli,Ganci, Galasso, Bonomi, Espo-sito, Belmonte, Edusei, AndreaMasiello, Guberti, Rajcic, San-toruvo, Kutuzov, Stellini, Parisie Santoni, un solo tarocco allamodica tariffa di 7.000 euro ca-dauno. Venti giocatori che orarischiano una squalifica per il-lecito di almeno 3 anni e mez-zo.

A BERGAMO, dove Conte arrivanell’estate del 2009 (e debutta inA), il tecnico dura 13 partite: mapochi mesi gli bastano per finiredritto nell’inchiesta penale sugliultrà violenti del pm Puglieseche lo intercetta mente blandi-sce al telefono il pluripregiudi-

cato capo ultrà Galimbertidetto “Il Bocia”, manife-standogli solidarietà per lacondanna ricevuta e “sput -tanando” (il termine è dellaProcura) la dirigenza del-l’Atalanta. La puntata 4,

quella di Siena, è storia diieri: tuttora indagato dalla

Procura di Cremona per as-sociazione a delinquere e fro-

de sportiva, Conte vienesqualificato dalla giustizia

sportiva per 10 mesi (omessadenuncia), poi ridotti a 4 dalTnas.Tornando a oggi, nubi pesantitornano ad addensarsi sulla suatesta. Ai pm Conte ha giurato e

srotoli in modo sinistro fin daisuoi inizi. Ad Arezzo Conteprecipita in C all’ultima giorna-ta perché la Juve post-Calciopo-li si fa battere in casa dallo Spe-zia: 2-3, gol di Padoinal 95’ e Conte che(da Treviso) spa-ra a zero sul suovecchio club.“Per fortunasiamo nell’e-ra del calcio

pulito: begli amici, alla Juve sap-piano che non stimo nessuno,solo i tifosi”. Sei mesi dopo An-tonio è sulla panchina del Bari.Ci resta una stagione e mezza ene succedono di tutti i colori. La

Procura, che ha indagatosulla “compravendita di

partite” del club pugliese,ha rinviato a giudizio 37persone tra cui 20 gio-catori allenati da Contedal 2008 al 2009. Con-fessioni e riscontri han-

spergiurato di non sapere nientedi Bari-Treviso 0-1 e di Salerni-tana-Bari 3-2, ma diversi gioca-tori lo hanno inguaiato. ComeKutuzov (tarocco con la Saler-nitana: “Conte ci disse che luiera con noi se anche non aves-simo giocato con il massimo im-pegno, dal momento che aveva-mo già vinto il campionato”),come Gillet: (“Durante il pre-partita Colombo disse: “Già nongioco mai, se devo giocare que-sta partita con una squadra mo-

scia, dico di no!”. Conte era unpo’ dispiaciuto, ma prese atto”).Come si vede siamo in odore diillecito, visto che l’allenatore hail potere di schierare la Prima-vera, se lo ritiene opportuno.Ma anche in caso di incolpazio-ne più lieve (omessa denuncia),la recidiva rende stavolta im-possibili sconti di pena. Insom-ma, tenetevi forte: la notizia èche Conte rischia un anno disqualifica. La telenovela conti-nua.

La prima panchina di Antonio Conte, attuale tec-nico della Juventus campione d’Italia, è del 2006/07, ad

Arezzo in Serie B, penalizzato di 6 punti per le vicende di Cal-ciopoli. Gli amaranto retrocedo-no in Serie C nonostante 24 puntinelle ultime 10 gare. Decisiva lasconfitta della Juventus all’ultimagiornata in casa contro lo Spezia(al 95’). Conte spara a zero: “Perfortuna siamo nell’era del calciopulito: begli amici, alla Juve sap-piano che non stimo nessuno, soloi tifosi”. L’anno dopo viene ingaggiato dal Bari: salvezza allaprima stagione, trionfale promozione in A nella seconda. 20giocatori allenati da Conte in quegli anni sono stati rinviati agiudizio per compravendita di partite. Divorzia clamorosa-mente dal Bari e passa all’Atalanta, dove allena Cristiano Donie resiste solo 13 partite. Nel 2010/2011 allena il Siena e lo portain Serie A. La sua squalifica per omessa denuncia (appenascontata) è per una combine del Siena in quel campionato.

se, ha raccontato a molti degliarrestati che il Piacenza avevavenduto una delle gare incrimi-nate all’Atalanta attraverso iltramite di Doni, “perché Donine ha già fatte 50”.Così mentre si parla del proces-so ad Antonio Conte per i fatti diSiena, qualcosa si lascia sfuggire“Anche perché mi son rotto diraccontare stronzate. Si sapevache quelle partite del Siena sa-rebbero finite così, lo sapeva dainizio anno! Lo sapevamo chenoi dovevamo arrivar primi eche altre squadre si erano dette“se a fine stagione qualcuno ha

viene accusato di aver combina-to una partita. Qui ha giocatonel 2002, dopo la prima accusadi frode sportiva per Atalan-ta-Pistoiese, Coppa Italia 2001.Condannato in primo grado, fuassolto in appello, assieme aZauri, Siviglia e all’attuale alle-natore del Milan Allegri.

HA APERTO un beach bar sullaspiaggia di Palmanova, a Maior-ca. Il suo socio è un altro inda-gato, Filippo Russo, ristoratoredi Bologna, amico di vecchia da-ta. Dimagrito, capelli tagliati,bermuda e maglietta, serve birrae calamari ai tavoli pieni. Sem-bra sorpreso del nostro arrivo,ma non della domanda, tantoche quando gli chiediamo se lostipendio non sia servito a pa-gare il suo silenzio, sfoggia unenorme sorriso “Tu devi essereuna persona intelligente, secon-do te, ora che sono quaggiù e chele acque si sono calmate, vengo araccontarti certe cose?”.Anche lui è intelligente, conoscele carte della Procura di Cremo-na, sa che Gianfranco Parlato, ex

di Federico Ruffoe Alessandro Macina

Cinque anni e mezzo disqualifica e due puntidi penalizzazione al-l’Atalanta per respon-

sabilità oggettiva. Tradotto dalgergo del processo sportivo,Cristiano Doni ha fatto tutto dasolo, la società non sapeva manon ha vigilato. E questo ha rac-contato Doni ai magistrati dopotre giorni di carcere. Voleva tor-nare in Serie A con l’Atalanta,aveva sentito nell’ambiente chePiacenza e Padova erano dispo-ste a perdere, così aveva decisodi adeguarsi al sistema per fa-vorire la “Dea”. Il Gip GuidoSalvini non ci crede e lo scrivenell’ordinanza che porta i car-cere Doni: “agiva per conto diimprecisati dirigenti dell’Ata -lanta”. Chi siano, nessuno lo sa,anche perché Doni scopre mol-to presto di essere attenzionatoe si regola di conseguenza. Dun-que per la giustizia l’Atalantanon sapeva. Solo che, a sbirciaredalle carte, si scopre che la so-

cietà ha continuato a pagare lostipendio a Doni fino alla finedel suo contratto, nel giugnoscorso. 27 mila euro al mese,nonostante arresto e confessio-ne. Un caso unico, tutte le altresquadre coinvolte hanno bloc-cato qualunque pagamento aicalciatori confessi. La stessaAtalanta con Andrea Masiello,imputato per fatti risalenti aquando giocava a Bari, ma inforza all’Atalanta quando con-fessò. Doni invece viene pagatoper altri 6 mesi, perché?Lo troviamo a Palma di Maior-ca, dove finisce ogni volta che

QUATTRO pa n c h i n eun po’ scomode

TUTTO GIÀ DECISO

L’ex nazionale gestisce

un bar a Maiorca:

“Noi dovevamo arrivare

primi, le altre si erano

dette: se a fine stagione

qualcuno ha bisogno...”

calciatore di Viareggio che conDoni scommetteva, ha raccon-tato di aver appreso “che l’Ata -lanta, per ottenere la promozio-ne in A, era disposta a spenderedei soldi”. Sa che Marco Pirani, ildentista di Ancona col vizio del-le scommesse tra i primi a esserearrestato, durante l’interrogato -rio ha specificato che “quandoparlo di Doni è come se parlassidell’Atalanta, nel senso che que-sti agiva per conto della società”.E sa che Massimo Erodiani, ti-tolare di un’agenzia di scom-messe di Pescara, uno degli uo-mini chiave del calcio scommes-

bisogno”. Nella sua versione deifatti, come dice “per l’Atalantaho fatto tutto, ho rinunciato alleofferte delle grandi squadre, hodato tutto! Ho sbagliato, lo so,perché in un dato momento del-la mia carriera volevo tornare inA”.Dettaglio non trascurabile quel-lo della Serie A, visto che Anto -nio Percassi, vulcanico impren-ditore bergamasco ed ex calcia-tore dell’Atalanta, aveva com-prato la squadra proprio quel-

l’anno, quando era appena re-trocessa. Nessuno della societàrisulta ad alcun titolo indagato oanche solo menzionato nellecarte. Di certo c’è che, bilancio2011 alla mano, con quella pro-mozione con le partite “com -prate” da Doni, i diritti tv pagatiai nerazzurri sono saliti dai 2milioni in Serie B a 17 (per soli 6mesi) in A; gli incassi dello sta-dio sono passati da 900 mila a2,8 milioni di euro e gli sponsorda 2 a quasi 5 milioni. Totalefruttato dalla promozione: ungruzzolo da 38 milioni di introitiin più.

SECONDO TEMPO

CA P I TA N OCristiano Donidopo un interroga-torio. Sotto, Anto-nio Conte O l yco m

Antonio, il mister che non capiva troppoDA AREZZO A BARI, PASSANDO PER BERGAMO E LA TOSCANA. DOVUNQUE GUAI. MA LUI GIURA DI NON ESSERSI MAI ACCORTO DI NULLA

di Paolo Ziliani

Essere l’allenatore di 20 gio-catori che giocano per far

perdere la squadra intascandosoldi, e non accorgersene. Esse-re l’allenatore di giocatori one-sti che scoppiano a piangere,avendo realizzato la sconcezzadi quel che si sta combinando(Gazzi), e non accorgersene. Es-sere l’allenatore di una squadra(il Bari) definita dai magistrati“una vera e propria centrale di

calcio scommesse” e di un’altra(il Siena) indagata per 8 partitecombinate, e non accorgersene.Dopo Essere John Malkovich,benvenuti sul set del film E ss e reAntonio Conte: viaggio nella testadi questo strano signore 43enneal cui confronto il dr. Jeckyll &mr. Hide era un tipo tutto d’unpezzo. Caso, sfortuna, cattiveabitudini: qualunque sia il mo-tivo, non c’èdubbio che laConte-story si

PRIMA DELLA JUVE

2 0 0 6 - 07 A re zzo2 0 07- 0 9 Bari2 0 0 9 -1 0 At a l a n t a2 01 0 -1 1 Siena

NUOVA TEGOLA

Scontata la squalifica

per omessa denuncia

per i tarocchi del 2011,

ora – accusato da due

giocatori – rischia per

le combine dei pugliesi

DOMENICA SU RAI3

Il giocatore è stato

squalificato, eppure –

contro la prassi – il club

ha pagato regolarmente

lo stipendio fino a fine

contratto. Perché?

Doni e Conte:“Tuttis a p ev a m o ”L’EX CAPITANO DELL’ATALANTA INTERCETTATODA “PRESA DIRETTA”:“LE COMBINE DEL SIENA?NON SONO MAI STATE UN MISTERO. PER NESSUNO”

Page 16: Il Fatto 12-01-2013

16 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

8.00 TG5 MattinaInformazione

9.05 Belli dentro Telefilm9.35 Superpartes Attualità

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 Prima tv Mediaset

Cougar Town "Questosì che è parlar chiaro"Telefilm

14.10 Amici 12 "Oggiconosceremo la classedella dodicesimaedizione" Reality show

16.00 Verissimo "Tra gliospiti: ElisabettaCanalis, SimoneAnnichiarico e FabrizioCorona" Attualità

18.50 Avanti un altro Gioco20.00 TG5 - Meteo.it

Informazione20.40 Striscia la Notizia -

La voce dell'insolvenzaAttualità

21.10 Quarta edizione Italia'sgot talent "Primapuntata" Reality show

0.20 TG5 Notte - Meteo.itInformazione

0.50 Striscia la Notizia - La voce dell'insolvenzaAttualità (Repl.)

1.20 Travolti da un insolitodestino nell'azzurromare d'agosto -Commedia (Ita 1974).Di Lina Wertmüller, conMariangela Melato

7.15 Cartoni animati12.25 Studio Aperto - Meteo

Informazione13.00 Sport Mediaset

Notiziario sportivo13.40 Matrix - Fantascienza

(Usa 1999). Di LarryWachowski, AndyWachowski, con Keanu Reeves

16.10 Il mistero della pietramagica - Commedia(Usa/Arabia Saudita2009). Di RobertRodriguez, con JimmyBennett, Kat Dennings

17.55 La vita secondo Jim Tf18.20 Prima tv Mediaset

Life Bites Sit com18.30 Studio Aperto - Meteo

Informazione19.00 La vita secondo Jim Tf19.25 Speciale Shaka Show19.30 Space Jam -

Commedia (Usa 1996).Di Joe Pytka , conMichael Jordan,Theresa Randle

21.10 Prima tv MediasetSansone - Commedia(Usa 2010). Di TomDey, con Judy Greer

22.55 Bulletproof - Azione(Usa 1996). Di Ernest R.Dickerson, con DamonWayans, Adam Sandler

0.25 Il Grande Colpo -Thriller (Usa 1998). DiKirk Wong, con MarkWahlberg, Lou

9.50 Carabinieri 2 Telefilm10.50 Ricette di famiglia

Varietà 11.30 TG4 Informazione

12.00 Un detective in corsia"Morte tra le dune"Telefilm

12.55 La signora in giallo"Camera con delitto"Telefilm

14.00 TG4 - Meteo.itInformazione

14.45 Lo sportello di ForumReal Tv

15.30 Ieri e oggi in tv Varietà16.00 Poirot: Dopo le esequie

- Giallo (GB 2005). DiMaurice Phillips, conDavid Suchet, HughFraser

18.00 Detective Monk"Il sig. Monk è malato"Telefilm

18.55 TG4 Informazione19.35 Tempesta d'amore

Soap20.40 Walker Texas Ranger

"La prova finale"Telefilm

21.30 Squadra Antimafia -Palermo oggi"Quarta puntata"Miniserie

23.35 Life "Guerra civile""Due di tutto" Telefilm

1.15 TG4 Night NewsInformazione

1.40 Ieri e oggi in tv Special"Made in Italy 1982"Varietà

6.00 TGLa7 - Meteo -Oroscopo - TrafficoInformazione

7.00 Omnibus Attualità10.00 Bookstore Rubrica11.05 Il tempo della politica

Rubrica11.25 Due South - Due

poliziotti a Chicago"Il ricatto" Telefilm

12.25 Fuori di gusto Rubrica13.30 TG La7 Informazione14.05 Quattro per Cordoba -

Western (Usa 1971).Di Paul Wendkos,con George Peppard,Giovanna Ralli

16.00 Assassinio sull'Eiger -Avventura (Usa 1975).Di Clint Eastwood, conClint Eastwood,George Kennedy

18.00 L'ispettore Barnaby"Ballando con lamorte" Telefilm

20.00 TG La7 Informazione20.30 In Onda "Al voto al

voto!" Attualità22.30 Disegno di un omicidio

- Thriller (Can 2007).Di Louis Bolduc, conJessica Capshaw, ArtHindle

0.15 Omnibus NotteAttualità

1.20 TG La7 SportInformazione

1.25 M.O.D.A "Ospiti: KlediKadiu e MassimoLeonardelli" Attualità

6.30 UnoMattina In FamigliaAttualità

10.05 Quark AtlanteDocumentario

10.55 Aprirai Attualità11.10 Unomattina Storie Vere

Rubrica12.00 La prova del cuoco

Varietà13.30 TG1 Informazione14.00 Easy Driver Rubrica14.30 Le amiche del sabato

Varietà17.00 TG1 Informazione17.15 A sua immagine

Rubrica religiosa17.30 A sua immagine - Le

ragioni della speranzaRubrica religiosa

17.45 Passaggio a Nord OvestDocumentario

18.50 L'eredità Gioco20.00 TG1 - Rai TG Sport

Informazione20.35 Affari tuoi Gioco21.10 Tale e quale duetti

"Tra i protagonisti: JoeDi Tonno e Mietta,Gabriele Cirilli e GigliolaCinquetti, Enzo Decaro eSerena Autieri" Varietà

23.50 S'è fatta notte "OspiteBruno Vespa" Talk show

0.35 TG1 Notte Info0.50 Cinematografo Rubrica1.50 Risorse umane -

Drammatico (Fra/GB1999). Di LaurentCantet, con Jalil Lespert,Jean-Claude Vallod

8.50 Sorelle a metà -Drammatico(Usa 2006). Di StevenRobman, con Lacey Chabert

10.20 Aprirai Attualità10.30 Sulla via di Damasco

Rubrica religiosaMeteo 2 Informazione

11.00 Mezzogiorno infamiglia Varietà

13.00 TG2 Informazione13.25 Rai Sport Dribbling

Rubrica sportiva14.00 Prima tv The Lying

Game Telefilm15.30 Prima tv Nora Roberts

- L'estate dei misteri -Giallo (Usa 2011). DiPeter Markle, conGabrielle Anwar

17.10 Sereno variabileRubrica

18.05 Mayday - Azione (Usa2005). Di T.J. Scott, conAidan Quinn, Kelly Hu

19.35 Cops - Squadraspeciale "Ombre dalpassato" Telefilm

20.30 TG2 - 20.30Informazione

21.05 Prima tv Rai Castle -Detective tra le righe"47 secondi" Telefilm

21.50 Prima tv Rai Body ofProof "Padri e figli"Telefilm

22.35 TG2 - Sabato SprintRubrica sportiva

23.45 TG2 Dossier Rubrica

9.20 Doc Martin Telefilm10.10 L'Ispettore Derrick

Telefilm11.00 TGR BellItalia Rubrica11.30 TGR Prodotto Italia

Rubrica12.00 TG3 - Rai Sport Notizie

Informazione12.25 TGR L'Italia de Il

settimanale Rubrica12.55 TGR Ambiente Italia

Rubrica14.00 TG Regione - TG3

Informazione14.55 Rai Educational Tv

Talk Rubrica16.25 Timbuctu: i viaggi di

Davide Documentario16.55 TG3 L.I.S. Rubrica17.00 Bon voyage -

Drammatico (Fra2003). Di Jean PaulRappeneau, conIsabelle Adjani

19.00 TG3 - TG RegioneInformazione

20.00 Blob Varietà20.15 Nuova edizione

La Superstoria 2013Documentario

21.05 E se domani "Dallacosmopolita Milano allaSardegna" Attualità

23.10 TG3 Informazione23.25 TG Regione

Informazione23.30 Prima tv Boss "Stasis"

"Choose" Telefilm1.30 TG3 Agenda del

mondo Rubrica

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1SCH Cinema HitsSCP Cinema

PassionSCF Cinema

FamilySCC Cinema

ComedySCM Cinema MaxSCU Cinema CultSC1 Sport 1SC2 Sport 2SC3 Sport 3

17.25 Music Graffiti SCU18.05 Una canzone per le

Cheetah Girls SCF18.40 Ragione

e sentimento SCP18.55 Speed 2:

Senza limiti SCM19.00 Grand Hotel

Excelsior SCC19.00 Domino SCH19.15 Il mio angolo

di Paradiso SC119.20 Dove comincia

la notte SCU19.40 James e la pesca

gigante SCF21.00 Le regole

dell'attrazione SCU21.00 Terapia d'urto SCC21.00 Amore e altri guaiSCP

21.00 Playdate - I nuovi vicini SCM

21.10 Nightmare beforeChristmas SCF

21.10 Benvenuti al Nord SC121.10 Lara Croft:

Tomb Raider SCH22.30 Teen Spirit - Un ballo

per il Paradiso SCF22.30 Frozen SCM22.50 Ex - Amici come

prima SCC22.55 Soldati -

365 all'alba SCU22.55 Qualcosa

è cambiato SCH23.00 Freedom Writers SCP23.05 Jack e Jill SC123.55 Jo e la figurina

dorata SCF

14.30 Rugby, Heineken Cup2012/2013 5a giornataZebre - Biarritz Olym-pique (Diretta) SP2

16.35 Rugby, Heineken Cup2012/2013 5a giornataRacing Metro - Saracens (Dir.) SP2

18.00 Calcio, Premier League2012/2013 22a giornataEverton - SwanseaCity (Differita) SP1

19.00 Golf, PGA EuropeanTour 2013 Volvo GolfChampionship: 3agiornata (Replica) SP3

20.40 Calcio, Serie A2012/2013 Anticipo20a giornata Inter -Pescara (Diretta) SP1

21.00 World Series ofBoxing Italia - StatiUniti (Diretta) SP3

21.30 Basket, NBA2012/2013Los Angeles Lakers -Oklahoma City Thunder(Replica) SP2

23.30 Rugby, Heineken Cup2012/2013 5a giornataZebre - Biarritz Olympique (Sint.)SP3

23.45 World Series ofBoxing Italia - StatiUniti (Replica) SP2

0.30 Calcio, Serie A2012/2013 Anticipo20a giornata Bologna -Chievo (Replica) SP1

I film Lo sportRadio1: Il trucco e l’anima fra felicità e amoreFelicità e amore saranno i temi della puntata di oggi di “Il trucco e l’ anima”, settimanale cul-turale e di spettacolo di Radio1 condotto da Federico Pietranera. Felicità, tema dell’ ottava edi-zione del Festival delle scienze che si terrà a giorni all’ Auditorium Parco della Musica diRoma, sarà affrontato in studio in diretta da Andrea Grignolio, storico della medicina, curato-re per il Festival dei “caffè scientifici”.Dell’ amore invece si parlerà attraverso “Inno”, il nuovo disco di Gianna Nannini, intervistatada Valeria Volatile, il film “Quello che so sull’ amore” di Gabriele Muccino, incontrato daBaba Richerme e il romanzo “Gli innamoramenti”, dello scrittore spagnolo Javier Marì , chene ha parlato con Annamaria Caresta.RADIOUNO 12.30

SECONDO TEMPO

NONA STAGIONE

L’attesa è finitaTorna G rey ’s Anatomy

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Oscar Fulvio Gianninotra don Bosco e Salvador Dalí

MAESTRO DI STILE Giannino è statoospite di “Coffee Break” su La7 La Pre ss e

di Silvia D’Onghia

C’è chi ha trascorso i mesi pre-cedenti al Natale a guardarsi

in streaming le puntate sulla Abc,magari capendo pochissimo nelproprio inglese stentato. C’è chi haconvocato serate con le amiche ascommettere sul futuro del MercyWest. C’è chi ha atteso in religiososilenzio, sussultando ad ogni an-nuncio pubblicitario. Tra pocheore tutto questo sarà passato. Lu-nedì sera, su Fox Life, torna unadelle serie più amate dal pubblicofemminile e tollerate da quellomaschile: Grey’s Anatomy, giuntaalla sua nona, onoratissima stagio-ne. Ambientata in un ospedale, danove anni la serie alterna scene dicorsia, malati gravi e sala opera-toria, ad ammiccamenti e amples-si. Un ER a sfondo erotico.

MA HA IL GRANDE merito, per l’I-talia, di aver sdoganato in videol’amore omosessuale tra due don-ne, l’ortopedica Callie (Sara Rami-rez) e la pediatra Arizona (JessicaCapshaw), innamorate e sessual-mente soddisfatte.Abbiamo lasciato Meredith (EllenPompeo), Derek (Patrick Dem-psey), Cristina (Sandra Oh), Mark(Eric Dane) e gli altri alle prese conun improbabile e truculento disa-stro aereo – terribile caduta di stile,

in tutti i sensi, della produttrice,Shonda Rhimes – e con la mortedella piccola Grey, Lexie (ChylerLeigh), sorella di Meredith ed exfidanzata, ancora innamorata, diMark. E già la sua morte – finisceschiacciata sotto un pezzo dell’ae -reo distrutto – ha lasciato l’amaroin bocca a quanti speravano in unritorno di coppia. Ora la nona sta-gione si annuncia ricca di cambia-menti: non tutti gli scampati al di-sastro in realtà continueranno a vi-vere (le fan scommettono) e già leprime puntate si annunciano ric-che di colpi di scena. Cambiano ipersonaggi, segno che forse la serieha imboccato la via del tramonto.È anche vero, però, che Grey’sAnatomy ci ha abituato ai finali distagione truculenti (memorabili lepuntate sulla sparatoria in ospe-dale) e agli abbandoni da parte de-gli attori (Isaiah Washington, ildottor Burke, venne furiosamentealle mani sul set con T. R. Knight,ovvero lo specializzando O’Malley,e poi abbandonò la serie a fine sta-gione). Ogni anno, poi, viene mi-nacciato l’addio dei due protago-nisti, la Pompeo e Dempsey, stan-chi di ricoprire sempre lo stessoruolo. E in realtà, contro ogni pre-visione, il successo rimane e il pub-blico pure. Chissà cosa si sarannoinventati quest’anno. Se non lo sa-pete già.

di Fulvio Abbate

Al bellissimo Cecè è cresciuta labarba. Quanto al monocolo, il

bastone e la tuba, al momento non sivedono. Infatti lo scorgo immobile inuno studio televisivo. A mezzo busto:nell’acquario di La7. Lo rammentavosferico ed impeccabile, la testa a formad’uovo, perfetto nella sua eleganza afigura intera, così come me lo avevaconsegnato Sto nelle tavole del SignorBonaventura, e invece… Sbagliavo, a“Coffee Break”, infatti, sempre lì suLa7, ieri mattina non c’era Cecè, bensìOscar Giannino, il giornalista, l’eco-nomista, il commentatore di numeri ecifre di Borsa che rotolano come pie-tre acuminate, l’uomo che ha il meritodi avere inventato innanzitutto sestesso, il suo “improbabile” personag-gio, direbbero i semplici, i conformi-sti.Come l’inenarrabile gagà, OscarGiannino ha a cuore lo stile, il proprio,grave responsabilità, se non addirit-tura una colpa estrema, in un paeseche nei suoi momenti più accesi, ab-bandonato lo stile Lebole e Facis (o,

perché no, il gessato Caraceni del Na-no Ghiacciato), non è mai andato oltrele giacche d’arancione stinto, fra Anase Stappa-un-Crodino, del ciellino For-migoni. Al contrario, Cecè-Gianninoal gusto inimitabile tiene molto, alpunto da averne fatto, sia pure fuorid’ogni esibizionismo, dunque comedato ontologico, la propria cifra ico-nica e distintiva.

RISCHIANDO così perfino il dileggioda parte dei banali che nelle tribunepolitiche innalzano sempre uno sten-dardo di grisaglia. In questo senso, sa-rebbe davvero interessante conoscereil parere su Oscar da parte di coloroche hanno suggerito a Bersani abiti ecravatta da sensale o cassamortaro diprovincia. Accanto a queste armi didistinzione di massa, cioè il ricorso aun’eleganza estremistica al limite dellisergico, Oscar Fulvio Giannino vantadi possedere il libretto di manuten-zione dell’economia. Ed è con questocombustibile dialettico che ha decisodi ordire una sua lista-salva mondoalle prossime elezioni politiche: Fareper Fermare il declino, una sigla che

mostra la stessa luminosità di unacombinazione di cassaforte. Ma dice-vamo dell’uomo, dell’economista, del-l’Istruitissimo, del Signore dei Numericosì come lo abbiamo percepito, siapure in formato fototessera ieri mat-tina ospite di Tiziana Panella: inap-puntabile, perfetto, così unico da sur-classare la domanda che dovrebbe ri-guardare ogni aspirante statista o sem-plice amministratore della cosa pub-blica: insomma, davvero Giannino, ol-tre al guardaroba, ha gli strumenti perportare fuori il paese dalle secche in-festate di tracine della crisi? Si tratta dipuro altruismo o piuttosto con lui ègiunta una nuova specie di dandy dalvolto finalmente altruistico? Pensan-doci bene, il riferimento al bellissimoCecè lascia il tempo che trova, Oscar,sia detto con il massimo della curiositàpoetica e politologica, dà semmai lasensazione d’essere riuscito nella piùardita delle soluzioni chimiche: è comese avesse messo insieme Don Bosco eSalvador Dalí, Vilfredo Pareto e KidCreole. Basterà per conquistare alme-no il voto delle Coconuts?

w w w.te l e d u r r u t i . i t

Gli ascoltidi giovedì

ZUCCHERO A CUBAs p e t t a to r i 1,6 mln share 5%MATRIMONIO BAHAMASs p e t t a to r i 3,6 mln share 12%

OTTO E MEZZOspettatori 2,9 mln share 9%STRISCIA LA NOTIZIAspettatori 6,3 mln share 20%

Page 17: Il Fatto 12-01-2013

17il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3

di Carlo Di Foggia

Condannato per aver denunciatol’illegalità. Il blogger non è #Sallu-

sti, quindi #Napolitano non interverrà.#cartellopoli”. L'ironia amara scatena-ta in rete da migliaia di utenti non èsfuggita a Massimiliano Tonelli, cono-sciuto nell'ambiente romano soprat-tutto per la sua attività di critico d'arte.Da qualche giorno però, il suo nome siripete in centinaia di post e commentionline di solidarietà e protesta, per unastoria che con l'arte non c'entra nulla,piuttosto con il degrado, la sua seconda“passione”. Mercoledì scorso il Tribu-nale di Roma lo ha condannato a novemesi (pena sospesa) e 20 mila euro dirisarcimento alla Ddn Srl, società dan-neggiata da “Cartellopoli”, un blog col-lettivo aperto per denunciare la valan-ga di affissioni abusive che da anni hasommerso la Capitale.La vicenda parte nel 2010, quando sulsito vengono pubblicate le foto di unlettore esasperato che, intento a farsigiustizia da sè, smonta un impiantopubblicitario, da lui ritenuto abusivo edi proprietà della Ddn Srl. Passano po-

chi giorni e l'azienda denuncia il casoalla magistratura, ottenendo la chiusu-ra e il sequestro del sito. Da lì in poi lasituazione si complica. “In quanto fon-datore, ho chiesto il dissequestro del si-to, ottenendolo – spiega Tonelli –. Mapoi il pm ha deciso di proseguire le in-dagini a mio carico per istigazione a de-linquere, reato per cui ha chiesto il miorinvio a giudizio”. Dopo due anni ar-riva la condanna, con la beffa di doverrisarcire anche il danno, visto che la so-cietà si è costituita parte civile.

“IN PRATICA hanno ritenuto che leazioni di questi cittadini indignati nonfossero dovute all'esasperazione, peruna situazione ormai fuori controllo,ma all'operato del blog. A Roma si con-tano circa 200 mila impianti abusivi afronte dei 35 mila registrati nella bancadati del Comune”, spiega ancora To-nelli. Il paradosso però è che a pagaresia stato proprio lui, per il semplice fat-to di non aver esercitato un adeguatocontrollo sui contenuti caricati sul sito.“Non solo il blog è sempre stato ano-nimo, ma anche comunitario. Dietro cisono tanti cittadini attivisti con le pas-

sword di acceso. Chiedendoil dissequestro, in pratica misono autodenunciato. Labeffa è che il blog non èneanche una testata regi-strata e quindi non c’è un di-rettore responsabile di con-trollare quello che scrivono ipropri redattori”. In realtà,quello di Tonelli è uno deitanti casi di blogger condan-nati per aver ospitato, sulproprio diario in rete, con-tenuti passibili di reato e chein questi anni stanno facendo giuri-sprudenza, a partire da una sentenzadella Cassazione (7155/2011). “Non èuna novità, purtroppo – spiega FulvioSarzana, avvocato, esperto di dirittodell’informazione –. La responsabilitàdel blogger è presente nel nostro ordi-namento e la disciplina comporta chedi norma sia a carico dell’autore delcontenuto incriminato. In caso contra-rio interviene il reato di ‘omesso con-trollo’. Paradossalmente una testata re-gistrata è più difficile da sequestrareperchè soggetta alla legge sulla stam-pa”.

La notizia della condanna ha fatto il gi-ro della rete e, in tempi di campagnaelettorale, ha scatenato la solidarietà bi-partisan. Su Twitter l’Hashtag #cartel-lopoli ha raccolto le proteste di migliaiadi cittadini.

“R I CO R R E R E M O in appello contro unasentenza assurda – spiega ancora To-nelli –, persino il pm aveva chiesto l’as -soluzione con formula piena. Alcuni diquei cartelloni che l’azienda ha soste-nuto non essere abusivi, sono poi statirimossi dai vigili”. Che a Roma esistaun’emergenza è lo stesso sindaco ad

ammetterlo. Nel 2010, a chi gli facevapresente che in molti quartieri i volon-tari dei comitati anti-degrado stavanorimuovendo i cartelloni in modo auto-nomo, rispose: “Basta che non si fannomale, per noi va bene”. Ma non per i 400concessionari che Roma gestiscono unbusiness milionario e fuori da ogni con-trollo. Nel 2009 la contestatissima de-libera n. 37 ha dato il via all'installazio-ne libera, dopo aver pagato una sommaed essere stati inseriti nella banca dati.“Peggio di un condono, visto che il co-mune non aveva un quadro della situa-zione e molti ne hanno approfittato”.

TWITTER DIXIT

Grillo e C a s a Po u n d , dentro per alzata di braccio

Carri bestiame

LA CHIAMAVANO METROEcco come si presentava ieri pomeriggio la stazione San Paolo dellalinea B della metropolitana di Roma Foto Daniele Brundu

SECONDO TEMPO

MASSIMILIANO TONELLI Nasce come criticod’arte, ma si dedica alla denuncia dello scempio che av-viene per le strade di Roma senza che nessuno faccianiente

Beppe Grillo apre a Casa-pound, “alcune proposte so-no condivisibili”. E gli umorinon sono univoci.

OGGI mi sento fascistel-lo, sono indeciso se vota-re M5S o Casa Pound.Better go farming

@ i nve n ta t iCI AVEVO pensato a vo-tare per Grillo. Per prote-sta. Ma dopo CasaPound e dopo la spiega-zione data (la pezza èpeggio del buco)... anchen o.

@ Cl a r i n e t te M a l _CO M U N Q U E già mesi fa

vedemmo il M5S appog-giare alcune cause di Ca-sa Pound in diverse real-tà locali, non stupiamoci.

@ To ra k j k jG R I L LO ha detto:"se unragazzo di Casa Poundvuole entrare a far partedel Movimento, non ve-do problemi oggettivi"Questo non è aprire aC P.

@ ke k ko _ s e r r iBEPPE Grillo ha 5 stellesenza aver vinto nemme-no un campionato, purgiocando sempre in Ca-sa. Pound

@ G ra G ra ze r

#GRILLO apre a CasaPound ma non a FlaviaVento. Quando le hachiesto se sapesse cosafosse il saluto romano leiha risposto: «Se becca-mo».

@ d i e g o i l m a e s t ro" G R I L LO apre a CasaPound". Bene, comincia-vano ad annoiarmi lebattute sugli insetti,apriamo a quelle sui ratti

@ s e ra c r iG R I L LO apre a CasaPound. Si voterà il loroingresso per alzata dibraccio. #M5S

@ I t s Ce t ty

BENE corriamo tutti al castellloooo stasera me-ga partyyyyy per il recupero del mio account vi-no di giove e frutta di venere

Flavia VentoVA L E N T I N A e' l'emblema dell'eccellenza italia-na e' senza dubbio un esempio per sacrificio vo-lontà impegno forza correttezza

Aldo MontanoABBINARE il vestito alle varie tonalità del grigioMilanese non è facile.. BUONGIORNO ! Baci..

Emma MarroneL ' U N I CO modo per iniziare a fare qualcosa èsmettere di parlare e iniziare a fare.

Federica Panicucci

UN’I N D I SC R E Z I O N E comparsa sul Financial Times duegiorni fa rivela l’intenzione da parte dei vertici delle mag-giori TelCo (acronimo di Telephone Company) europee dicreare una rete unica continentale, attraverso la con-divisione delle infrastrutture, con il consenso di Bruxel-les. Lo scopo è quello di superare lo stallo nel settoredovuto alla frammentazione dei mercati nazionali, chesono governati da oltre 27 organismi di regolazione e dapiù di 100 operatori.È un’idea che di fatto si rifà agli Stati Uniti dove esiste unsolo organismo regolatore e sono presenti solo quattrograndi operatori. In Cina ce ne sono addirittura soltantot re .

P O S I T I VO il giudizio dell’Associazione dei piccoli azio-nisti di Telecom Italia: “Sarebbe auspicabile realizzare unvero mercato unico nel settore, in quanto queste aziendeoperano attualmente con differenti filiali su base na-zionale”. E buono anche il riscontro delle Borse dove tuttii titoli degli operatori europei hanno messo a segno rialzi

superiori al 2%. L’incontro a cui fa riferimento il prin-cipale quotidiano economico-finanziario britannico si sa-rebbe svolto il 28 novembre fra i vertici delle maggioricompagnie europee del settore – Deutsche Telekom,France Telecom, Telecom Italia e Telefónica – e JoaquinAlmunia, Commissario europeo alla Concorrenza e co-municazioni. Da cui sarebbe emersa l’intenzione, ap-punto, di creare una “n ewco”, in cui “far confluire e met-tere a fattor comune i diversi network europei”. Ma se peril quotidiano britannico una rete unificata porterebbevantaggi ai consumatori fissando tariffe uniche per i ser-vizi in tutta Europa, un potenziale accordo di questo tiponon convince molti osservatori, convinti che lo scopo siaesclusivamente quello di monopolizzare il mercato, an-ziché renderlo più competitivo. E limitante per la libertàin rete. Altri considerano l’idea un bluff, e la smentitaarrivata dal commissario Joaquìn Almunia, che “non hamai discusso di un progetto simile”, sembra darle cre-d i to.

Pasquale Rinaldis

TelCo, allo studioun’unica rete europea

Primarie culturapioggia adesioni

A 15 giorni dalla conclusionedelle votazioni delle “primariedella cultura” lanciate dal Fai,Fondo Ambiente Italiano, èpioggia di adesioni in rete daparte di attori ed intellettuali.

Arrivano soprattutto da twittergli interventi di sostegno. Mo-nica Guerritore ha twittato:“Grazie al Fai posso fare qual-cosa anche io per il mio Paese”.Giorgio Pasotti ha lanciato il suo

endorsement attraverso un cin-guettìo: “Andate sul sito ht-tp://www.primariedellacultu -ra.it e votate! Divertente e utile,bella iniziativa del FAI”. Gian-marco Tognazzi, dopo aver rit-

wittato l’invito al voto lanciatodal Fai, ha aggiunto: “Il Fai è unafondazione con un obiettivoconcreto: agire per la salvaguar-dia del patrimonio d’arte e na-tura italiano”.

ROMA CAPITALE?

Un ricercatore italiano che lavora all’Univer-sità di Southampton, Gilberto Brembilla, ha

realizzato una nanofibra 15 volte più resistentedell’acciaio e che può essere tessuta in pezzi lun-ghi anche migliaia di chilometri. Il materiale, de-scritto durante una conferenza al Kavli Royal So-ciety International Centre di Buckinghamshire, èformato da silicio e ossigeno, e ha già destatol'interesse di diverse aziende. “Con le fibre sin-tetiche è importante avere una alta resistenza – haspiegato – e contemporaneamente una bassa in-cidenza di difetti e un basso peso”. Gli elementicostitutivi della fibra, spiega il ricercatore, sonofra i più abbondanti ed economici sul pianeta, equindi un giorno sarà possibile produrre tonnel-late di questa fibra così come si fa oggi con quelleottiche utilizzate per le connessioni Internet.

NANOFIBRA: il futuroparla italiano

LOTTA AL DEGRADO

Il sito è stato aperto

alcuni anni fa

per mostrare

la valanga di affissioni

pubblicitarie selvagge

che invadono le strade

Cartellopoli, paga chi denunciaUN BLOGGER METTE IN RETE LE FOTO DEI MANIFESTI ABUSIVIE VIENE CONDANNATO A NOVE MESI PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE

Page 18: Il Fatto 12-01-2013

18 SABATO 12 GENNAIO 2013 il Fatto Quotidiano

di Federico Pontiggia

Non si capisce”, “Manon è su Scientolo-gy!”, “I due sonogay?”. Oltre al Leo-

ne d’Argento e le due CoppeVolpi a Venezia e le tre nomi-nation per gli attori agli Oscar,The Master mette in bacheca unaltro premio: è il film più in-compreso, travisato e sbeffeg-giato – la più grossa CorazzataPotemkin dopo The tree of lifedella stagione. Perché? Già allaMostra non piacque a chi siaspettava, dunque esigeva, unurlante j’accuse contro Scien-tology, ma crediamo non possanon piacere a chi ama il cine-ma. Dire che The Master si ispi-ra a L. Ron Hubbard per la fi-gura del carismatico e mesme-rizzante guru Lancaster Dodd(Philip Seymour Hoffman)corrisponde al vero, ma biso-gna intendersi: il superbo filmdi Paul Thomas Anderson nonstenografa ex post la nascita el’ascesa di Scientology, bensìne fotografa il perché, indivi-duando l’emersione di quella eanaloghe organizzazioni fidei-stiche nel binomio maestro-al-lievo inculcato nello Ze i tg e i s tstesso dell’America. Per rima-nere al cinema, basti pensareall’istruzione dello schiavoDjango a opera del Dr. Schultz.

MA SE IN Django Unchained v’èpassaggio di consegne e com-petenze, dal maestro imbro-glione Hoffman al discepolopsicotico Joaquin Phoenix nonpassa niente, perché il medioproporzionale, il passaggio distato, non è contemplato. NegliStates si può essere solo maestrio allievi: senza alcuna salvezza.Ognuno sta, deve stare, al pro-prio posto, come autorità vuo-le: indagando padri e figli (emadri: Amy Adams), The Ma-ster discerne tra autorità ma-schile e affettività femminile. Inaltre parole, tra guerra e pace: ladedizione al conflitto, l’impos -sibile abbandono alla pace. Siapre col mare, il più filosofica-mente mosso da Film Socialisme

di Godard, si chiude con l’ab -braccio di Joaquin alla donnavitello d’oro che ha costruitosulla sabbia: in riva al mare, apropria immagine e pulsione.È’ l’unica donna che l’Americadel self-made man può avere:perché? Chi comanda ha qual-cuno che lo masturba (AmyAdams smanaccia il maritoHoffman davanti allo spec-chio), chi non comanda si ma-

sturba da solo (Phoenix onani-sta sulla spiaggia), ma per en-trambi l’Amore, l’incontro pa-ritario tra due persone, non c’è.L’accostamento delle due ma-sturbazioni è centrale nel defi-nire lo status di maestro e al-lievo: il primo è la mente, il se-condo il braccio. La teoria e laprassi, l’immaginazione e l’a-zione.

NON A CASO, la stentata sin-tesi avviene nel finale quandoPhoenix seduce la qualunque ea letto sfodera gli “insegna -menti” del suo vecchio master:il braccio ha trovato la mente,ma è ancora – la terza - ma-sturbazione. Non c’è reale in-contro, non c’è amore. Dopoun incesto (la zia) adolescen-

ziale, l’allievo non può più in-contrare affettivamente, solofarsi sottomettere, mettendo latesta sotto l’ala protettiva diuna rassicurante, magistraleautorità: Scientology, se crede-te, o un qualsiasi uomo, orga-nizzazione, movimento forte.Strano ma tristemente prono-sticabile, il film più ambigua-mente e intrinsecamente poli-tico della stagione non c’è tra inove nominati agli AcademyAwards: la crisi degli ostaggi aTehran ’79 di Argo, il Lincolndi Spielberg, la caccia a Bin La-den della Bigelow, la liberazio-ne dallo schiavismo di Taran-tino, ma non The Master, cheesula dalla lettera della Storiaper trovare l’alfabeto esisten-ziale dell’America. Non che ilfilm fluttui nel tempo, anzi: lacollocazione temporale è oltre-modo significativa. FreddieQuell (Phoenix) è un reducedella Seconda Guerra Mondia-le, che al ritorno in patria si di-vide tra vagabondaggio eubriacature moleste.

FINCHÉ si imbatte in LancasterDodd e trova una direzione allasua rabbia acefala. Ma è semprein guerra, solo per un padronediverso: i Marine prima, Doddpoi. Sebbene la Peggy Dodd(Adams) affettiva fuori e auto-ritaria dentro sia in definitiva ilvero maestro, The Master rima -ne un film profondamente ma-schile e marziale. La copula diPhoenix con la sua donna disabbia riecheggia l’abbraccioonirico alla gigantessa del pro-tagonista di Valzer con Bashir: unaltro mare, un’altra guerra, lostesso Uomo. E la Donna chenon c’è. Metteteci una dram-maturgia da grande romanzosociale che ribalta la Libertà diJonathan Franzen: “Se non so-no libero di scegliere, allora co-me devo vivere?”, regia e mon-taggio sublimi, direzione d’at -tori matura (P.T. non si lasciamangiare più il film come daDaniel Day-Lewis nel Petrolie -re ), e il genio di The Master tra-cima. Un capolavoro: ovvio,per chi se lo merita.

di Elisa Battistini

Con The Master il 42en-ne Paul Thomas An-derson affoga le pro-prie capacità narrati-

ve in un film irrisolto, giusta-mente snobbato dagli Oscar. “Ilfilm di Anderson è ben confe-zionato, ma quando provo araggiungerlo le mie mani affer-rano solo aria”; “The Master nonamplia il percorso di Andersone viola la regola principale dellestorie padre-figlio, ovvero che ilsottoposto cambierà il mento-re”. Così il Pulitzer Roger Ebert,uno dei più importanti criticiamericani e Richard Corliss sulTime Magazine. Tra le pochissi-me voci che hanno messo in lu-ce i difetti reali del film, sotten-dendo una domanda: se nonfosse di P. T. Anderson, neavremmo parlato tanto? Il me-rito e il limite vanno, ovviamen-te, a P. T. Anderson.

A DIFFERENZA dei suoi miglio-ri coetanei (Sofia Coppola e ilsuo ex marito Spike Jonze o l'o-monimo Anderson, Wes), già alsecondo film – Boogie Nights gi -rato a soli 26 anni– il regista ca-liforniano sceglie la grande nar-razione corale con la stoffa di chivuole dimostrare che il cinema

può essere ancora di ampio re-spiro, classico e filosofico. An-derson si ispira ad Altman e Ku-brick, e sembra rivendicare chela sua non è condannata a essereuna generazione minore, pop einnocua. Vince l'Orso d'Orocon Magnolia a 29 anni: il mar-chio del genio lo attende e conlui la speranza – dei cinefili – chela madre di Orson Welles siasempre incinta. Al quinto titolo,

Il petroliere, affronta una parabo-la sullo spirito del capitalismoamericano. È imperfetto, ma ipersonaggi e i loro conflitti sonodefiniti e feroci, il film potentis-simo.Dopo cotanto curriculum, era ilmomento del capolavoro asso-luto. E invece no. Ispirato allafondazione di Scientology e aRon Hubbard, circondato an-che per questo da un prurigino-so interesse, The Master è la sto-ria di una setta nell'America de-gli anni '50. La vicenda ruota at-torno a Dodd, il guru della“Causa” interpretato da P. S.Hoffman e al suo adepto impos-sibile da redimere, JoaquinPhoenix. La parte più interes-sante sono i primi 20 minuti,dove vediamo l'ex soldato Phoe-nix fallire nel ritorno alla societàdopo la Seconda guerra mon-diale. Ribelle senza causa comeJames Dean e Marlon Brando,Phoenix entra casualmente incontatto con la setta. E da qui lospettatore attende invano l'ini-zio del film. Nelle restanti dueore, il regista infila tutto quelloche lo ha, presumibilmente,portato a girare (intuizioni,idee, spunti) lasciando andarealla deriva ogni cosa. L'Americapost-bellica resta elemento de-corativo; le ipocrisie della settasono relegate ad alcune sceneemblematiche (brutte, comequella delle donne nude allaprolusione di Dodd); i seguacisono fantocci, al massimo depu-tati a fare una domanda per sca-tenare l'ira del maestro perché alregista serve farci capire che ètutta una farsa. Ma, come sug-gerisce Corliss, naufraga il veroelemento drammatico: il con-flitto tra i due personaggi ma-schili.

DA UNA PARTE la nuova veritàrivelata della Causa, dall'altra ladisillusione. Da una parte unpotente condannato a recitare lapropria parte, dall'altra lo scet-tico che non crederà mai e per-ciò resterà libero. Le scene met-tono in fila, senza crescendo edinamismo, attrazione e rispec-chiamento, seduzione e rifiuto,ma quella tra i due è una rela-zione svagata che non si concen-tra su nulla. Personaggi in cercadi trama, restano figurine con-cettuali che non hanno la stazzaper portare il peso del simbolo,tanto meno quello delle personereali. Il risultato è che ci sono glielementi ma manca il film.The Master non è né una grandestoria americana, né la piccolastoria di uno sbandato, né un af-fresco sulla psiche e il potere. In-deciso su cosa essere, non è nul-la. Paradossalmente, è soprat-tutto la critica a non voler accet-tare che una delle poche pro-messe dell'opaco firmamentocinematografico abbia disattesole aspettative. Forse sarà il boxoffice (uscito negli Usa a settem-bre, sta incassando in tutto ilmondo meno della metà delbudget da oltre 30 milioni didollari) a suonar l'allarme. Nonper forza sarà un male.

di Massimo Fini

n DOPO I CORI razzisti contro Boateng nell'amichevolePro Patria-Milan, la Figc e il Viminale hanno deciso di va-rare la “linea dura”. Lo stesso giocatore, preso di mira daicori razzisti, potrà rivolgersi all'arbitro che, in accordo colresponsabile dell'ordine pubblico, potrà decidere per lasospensione temporanea ma anche definitiva della par-tita. Va da sé che il razzismo allo stadio è incivile, cretinoe anche un po' ridicolo (spesso i tifosi che contestano ilnegher dell'altra squadra hanno tre o quattro giocatori dicolore nella propria, il che, per la verità, attenua la gravitàdel fenomeno e fa dubitare che si tratti di razzismo vero eproprio). Tuttavia non sono d'accordo con la 'linea dura'.Lo stadio di calcio non è solo un luogo di sport e di spet-tacolo, oggi anche, e forse soprattutto, di un business chesta svuotando questo gioco dei suoi contenuti mitici, ri-tuali, simbolici, identitari che ne hanno fatto la fortunaper più di un secolo. È un'arena. Dove parte degli spet-tatori – non necessariamente solo i giovani – va per sfo-

gare i propri istinti e quell'aggressività che una societàmoderna, civile, illuminista comprime in tutti i modi. Maun 'quantum' di aggressività è necessario all'essere uma-no perché fa parte della vitalità (quella vitalità che noiitaliani abbiamo perduto e che ci fa così tremebondi da-vanti agli immigrati balcanici o maghrebini che invecel'hanno conservata). L'aggressività non può quindi es-sere completamente eliminata da una società, perché èvitale e perché, se troppo compressa, finisce poi peresplodere, all'improvviso, nelle forme più violente e pe-ricolose, come il coperchio di una pentola tenuta troppo alungo sotto pressione.

n LE SOCIETÀ preilluministe lo sapevano benissimo e sisono ingegnate a creare istituti in cui canalizzare l'ag-gressività, senza annullarla, ma tenendola sotto controlloed entro limiti accettabili. La festa orgiastica, la guerra'ritualizzata' (diembi) dei neri africani, ma anche il car-nevale europeo durante il quale ci si poteva permetterecose proibite durante il resto dell'anno, hanno questo si-

gnificato. Non è un caso che nell'antica Grecia il 'caproespiatorio' fosse chiamato 'pharmako's ', medicina. Siscaricava su di lui l'aggressività collettiva che, altrimenti,agendo all'interno della comunità, l'avrebbe distrutta.

n N AT U R A L M E N T E noi moderni non possiamo più av-valerci di questi antichi espedienti. Ci manca anche laguerra, per noi la fanno le macchine. Ci rimane solo lostadio. Ecco perché credo che allo stadio la violenza, fin-ché rimane verbale, vada tollerata. Altrimenti a furia diimporre la tolleranza a tutti i costi, il politically correct, lebuone maniere, si finisce nei delitti delle villette a schiera,come li ha chiamati Ceronetti, dove tutto è lindo e pulito,corretto, ma un mattino uno si alza e sbudella una mezzadozzina di vicini. Infine, i Paesi occidentali, con l'intru-sione violenta del loro modello, hanno distrutto l'econo-mia, la socialità, l'equilibrio delle popolazioni dell'Africanera e le hanno ridotte alla fame. Ma di questo le 'animebelle' non si curano. Per loro l'Intollerabile è dare del ne -gher a un nero. Schifosi ipocriti.

BATTIBECCO Almeno allo stadio fateci fischiare

Grande romanzo socialesul senso della libertà

P RO

Un capolavoro annunciatoche ha smarrito se stesso

CO N T RO

The Master: buono o cattivo maestro?

RA D I O G RA F I A

Paul Thomas Anderson

non stenografa l’ascesa

di Scientology, ma ne

illustra le ragioni

profonde. In America

o fai la lezione o la subisci

PADRI E FIGLI

Il conflitto tra i due

personaggi è meccanico:

da una parte un potente

che recita la propria parte,

dall'altra uno scettico

che non crederà mai

SECONDO TEMPO

IL GRANDE ESCLUSO tra i nove film nominati agliAcademy Awards di Hollywood è “The Master” di SirThomas Anderson. Da poco uscito anche nelle nostre

sale, l’affresco ispirato al fondatore di Scientology haottenuto critiche contrastanti. O lo si ama o lo si odia,

come dimostrano queste due opinioni contrapposte.

Joaquin Phoenix in “TheMaster”. Sopra, Thomas

Anderson (sinistra) e RonHubbard (destra) e La Pre ss e

Page 19: Il Fatto 12-01-2013

19il Fatto Quotidiano SABATO 12 GENNAIO 2 01 3

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

Il Cavaliere non s’hada fare per l’Italia

Non varrebbe la pena diparlare ancora di un vec-chio despota che in tv rac-conta una sua personaleverità, se le colpe che hascaricato su altri, compre-si i suoi alleati, non inve-stissero anche la Costitu-zione italiana. Essa infattinon consente di scavalca-re il Parlamento, il Capodello Stato, la Magistratu-ra, la Corte costituzionale.Questo è ciò che ambisce afare quell'anziano signore,ha una visione solitaria edistorta del proprio ruolo,non sa comprendere i pro-blemi dei cittadini, rifiutale collaborazioni anchedei propri alleati, inse-guendo solo la sua ansia dipotere e di comando. Insostanza non sa governareuno Stato di ricca e anticaciviltà come l'Italia, nonne comprende la cultura ele prospettive, non sa va-lutare il futuro ma sa mi-stificare il passato, fidan-do sulla memoria labile dimolti. Purtroppo alcuniitaliani ne saranno ancoraaffascinati, per ingenuitào altro. Il messaggio diVauro, al termine dellatrasmissione "Viva la Co-stituzione italiana" rap-presenta il riassunto posi-tivo di quella sera.

Mauro Bortolani

Servizio Pubblico,B. solo e contro tutto

A Servizio Pubblico ho vi-sto un uomo piccolo, chemistifica la verità, che nondà credito agli avversari,che agita il fantasma dellapersecuzione verso di lui,ma soprattutto ho assisti-to allibito alle provocazio-ni di quell'uomo sulle pos-sibili riforme della Costi-tuzione, che dovrebbe ga-rantire al premier un po-tere senza il controllo delParlamento. Massimosdegno per un uomo cheafferma che la Sinistra nonè democratica, perchèporterebbe il Paese verso ilbaratro della miseria eco-nomica, verso l'ingover-nabilità, verso il fallimen-to dello Stato. Disprezzoper chi ha favorito l'im-barbarimento sociale eculturale attraverso unagestione del mezzo televi-sivo che definire becera è ilminimo. Condanna perchi lavora per la demoli-zione della funzione pub-blica dello Stato in favoredi una presunta eccellenzadel privato nella fornituradi servizi scolastici e sani-tari, senza mai spiegareche il servizio pubblico sichiama così per garantiretutti i cittadini, special-mente i meno abbienti.Ancora rabbia per chi haevitato di perseguire i trecompiti dello Stato secon-do la scienza delle finanze:stabilità, sviluppo e redi-stribuzione, impedendocosì la vera uguaglianzadei cittadini di fronte alloStato. Tutto questo ha si-curamente caratterizzatola linea politica di Berlu-sconi. Spero che non ven-ga votato da nessun italia-no. Non voglio vederlopiù.

Paride Antoniazzi

Ai lettori l’a rd u asentenza sui giornalisti

Antonio Polito su Twitter,a proposito della letteracontro Travaglio letta daBerlusconi, su suggeri-mento di Storace, a "Servi-zio Pubblico", ha chiesto"È credibile un giornalistacondannato dieci volte,per diffamazione?". A mioavviso, la risposta sullacredibilità, o meno, di ungiornalista non competeai politici nè ai commen-tatori, che sostengono tesiavverse. Ma ai lettori. Fu-

rono i lettori, rinunciandoa fare file chilometrichedavanti alle edicole, a de-cretare l'insuccesso e acausare la chiusura de "IlRiformista", diretto primada Polito e poi da Macalu-so e da Del Bosco. Sonostati i lettori a decretare ilrecente flop di Pubblico,diretto da Telese, e a ga-rantire, invece, il successoeditoriale e finanziario,del Fatto e dei tanti volu-mi, firmati da Travaglio,l'ultimo dei quali, "Berlu-sMonti", è dedicato a duedei protagonisti dellacampagna elettorale. E itelespettatori, come con-fermano i dati audience digiovedì su La7, privilegia-no le interviste "vere" ebocciano quelle "in ginoc-chio". Polito e altri giorna-listi - i quali, come lo scri-vente, spesso, dissentonoda Travaglio - non do-vrebbero, per tentare disminuirne la credibilità,utilizzare sentenze, alcunenon definitive, dei tribu-nali. Così, non è accaduto,in occasione delle tanteproteste per la condannaal carcere del direttore delGiornale di Berlusconi,Sallusti, poi trasformatadal Capo dello Stato in unapena pecuniaria. DirebbeFrancesco De Gregori: ca-ro Polito, non è dalle stan-gate giudiziarie che sievince la bravura, e la clas-se, di un giornalista. Madalla sua capacità di inte-ressare, oppure annoiare,il pubblico. E, come ha os-servato la scrittrice Barba-ra Spinelli, dalla capacitàdi "metterlo di buon umo-re", soprattutto in questafase tutt'altro che allegraper tanti lettori e telespet-tatori.

Pietro Mancini

La beffa di Bersani

su ricchi e Imu

Le ultime sparate di Bersa-ni mi hanno confermato laconvinzione che votare daquelle parti significa ap-poggiare un sistema nondemocratico, a dispettodel nome del suo partito.Afferma di non avere nul-la in contrario contro i ric-chi, basta che paghino letasse. Il che si traduce inun bell'invito a rimanerein Italia non a condizioneche paghino le tasse, mache le si paghino nella mi-

sura che vogliono loro.Bersani aveva in mente dicopiare Hollande ma laquestione Depardieu hadimostrato che quella so-luzione non paga, anzi di-mostra che a fronte di unaderiva fiscale autoritaria lagente che può fugge. Leidee si confondono anco-ra di più quando affermache l'Imu deve essere toltasotto i 500 euro. In tal mo-do dimostra di essere in li-nea con Monti nel nonavere alcuna conoscenzadella vita reale. Chi pagameno di 500 euro di Imusono coloro che tra detra-zioni prima casa figli a ca-rico è come se non la pa-gassero affatto. Sono inve-ce le fasce deboli che abi-tano in affitto che invecepagano (indirettamente)la mazzata Imu.

Anna Politano

Un nuovo criteriodel tempo per l’A gco m

L'Agcom sbaglia nel con-dannare il troppo spaziodato a Monti in tv. Se desseuno sguardo a tutti i ser-vizi in cui appare Monti sirenderebbe conto che gra-zie alle sue lunghe pause,in realtà il tempo effettivoin video utilizzato daMonti è solo il 50% diquello reale. Allora si in-troduca il concetto di tem-po effettivo nel calcolarel'occupazione del video,analogamente a quello cheaccade in molti sport. Daltempo totale si sottragga-no le pause e si tolgano idiscorsi senza senso, perintenderci quelli dove si(stra)parla di distorsionipositive e di un'Europache ha bisogno di crisi perfare progressi. Alla fine sidimostra che la quantità dibyte che vengono tra-

smessi da Monti si riduce emolti di essi sono ridon-danti: questioni già sentitepiù volte e prive di infor-mazioni utili.

Felice Carpusi Visombala

Affari e prese in girodietro il Tav

Come cittadino e comesindaco di Sant'Ambrogiodi Torino devo smentire ilcoinvolgimento del terri-torio nel progetto del Tav.Tanto è vero che la milita-rizzazione della Val di Su-sa, la repressione fisica emorale di qualunque opi-nione contraria, sono laprova del mancato coin-volgimento. Gli appaltisono stati affidati con pro-cedure inusuali a ditte co-me la Cmc che fattura piùdi 800 milioni di euro al-l'anno alla cui assembleadei soci del 3 Marzo 2012l'intervento conclusivo fu

tenuto da Enrico Letta, aconferma di un interesseeconomico del Pd. Poi c'èil parere negativo sull'ope-ra della Corte dei Contifrancese e la lettera di am-monimento scritta dal suopresidente al Primo mini-stro francese per eviden-ziarli gli effetti deleterisulle finanze pubblichedell'investimento per ilTav. È chiaro che si trattadi uno spreco di denaropreso dalle nostre tasche esottratto alla sanità, scuo-la, ambiente, giustizia, ri-cerca. A noi cittadini,stanchi delusi, ora il com-pito di opporci: nelle am-ministrazioni, nei movi-menti, nelle associazioni,nelle prossime votazionifacciamo sentire la nostrapresenza attiva e partecipese vogliamo cambiarequesta inaccettabile real-tà.

Dario Fracchia

DIRITTO DI REPLICAA proposito dell’articolouscito il 10 gennaio col ti-tolo: “Per il Senato in bilicol’Udc trova all’estero il suoimpresentabile”, vengo di-pinto in maniera moltonegativa e gravemente le-siva della mia immagineattraverso una costruzio-ne mirata a ingenerare neilettori la convinzione cheio sia implicato in fatti cri-minosi gravissimi e quindi“impresentabile”. La tesidi Enrico Fierro parte dal-l’affermazione di un miocoinvolgimento nell’affa -re Di Girolamo, per poiparlare di una “torbida vi-cenda di riciclaggio, rap-porti con la ‘ndranghe -ta...” alla quale sono asso-lutamente estraneo. Poiscrive di un certo Mokbelche non ho mai conosciu-to, per arrivare alla frase“anche Ferretti è dellacompagnia” solo perchénelle prime ipotesi dei Pmio mi sarei “prestato a la-vorare per Di Girola-mo...”. Vi ricordo che intutta questa vicenda sonostato ascoltato solo edesclusivamente come te-stimone dai Pm. Infine,smentisco l’affermazione“In campagna elettorale ilsenatore impazza sulle pa-gine de L’Italiano con in-terviste, prese di posizio-ne, racconti della sua vi-ta”.

Gian Luigi Ferretti

Prendiamo atto delle preci-sazioni del dottor Ferretti evogliamo tranquillizzarlo:non c'è nessuna costruzio-ne artificiosa, quello cheabbiamo pubblicato è nellecarte dei magistrati. Ri-guardo al senatore Di Giro-lamo e le interviste a L’Ita -liano, basta consultare lacollezione.

I NOSTRI ERRORISull'edizione di ieri al po-sto della foto di Gian Fran-co Svidercoschi è statapubblicata quella di JerzyKluger. Ci scusiamo congli interessati e i lettori.

CARO COLOMBO, Vendola ha manda-to i ricchi all'inferno. Condivide?

Lucio

NON CONDIVIDO. Primo, perché non èfacile e non è consigliabile imitare Dante.È un riferimento troppo alto. E bisognaessere in condizione di emettere sentenze.Ma se mandare qualcuno all'inferno nonè una sentenza, è uno sfogo nervoso, com-portamento certamente sconsigliabile perun candidato leader. Capisco il nervosi-smo. Ma non dovrebbe riguardare i ricchiche, in quanto ricchi, si identificano nellascala sociale ma non in quella del “buo-no-cattivo” dove probabilmente si alter-nano come tutti gli uman (e alcuni forsefanno addirittura beneficenza). Il nervo-sismo, e la conseguente irritazione, do-vrebbe riguardare quei politici che sonostati alla larga da qualunque forma di“patrimoniale” nel timore di avere nemicitroppo potenti. Certo, ci sono anche i ric-chi stupidi, come Gerard Dupardieu, cheabbraccia Putin pur di non contribuirealla spesa sanitaria del suo Paese. Ma è uncaso a metà fra ottusità e sentimenti spre-gevoli. Negli Usa il presidente Obama, cheguida una durissima lotta per aumentarele tasse ai ricchi del suo Paese, non stacombattendo con i cittadini (dai quali è

stato clamorosamente e solidamente rie-letto). Sta lottando con politici chiusi e ot-tusi come Depardieu. Ma evidentementeha fiducia di essere capito e sostenuto dal-la maggioranza degli americani. Si diràche la maggioranza non è di ricchi, e chela minoranza che si oppone è potentissi-ma. Vero, ma solo in parte. Miliardari co-me Soros e come Buffett hanno dichiaratopiù volte che è giusto pagare di più (lorosostengono “molto di più”) se sei ricco.Tutto ciò per dire che Vendola dovrebbeindirizzare la sua invettiva (magari piùpolitica e meno nervosa) verso i politiciche hanno quasi compattamente difeso iricchi, votato l'acquisto di costosissimi ae-rei da combattimento a decollo verticale,distribuito una pioggia di tasse e di taglitutti rivolti in basso, dagli esodati ai disa-bili, e fatto barriera contro una “patrimo-niale” sulla ricchezza come se fosse un ge-sto bolscevico. È una grave e grande occa-sione perduta che merita condanna e me-rita una appassionata campagna eletto-rale. Che non è contro i ricchi, è contro icattivi politici da cui bisognerà sgombera-re il prossimo Parlamento.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

I ricchiall’i n fe r n o

Direttore responsabileAntonio Padellaro

Vicedirettore Marco Travaglio

Direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez

Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio LopezProgetto grafico Paolo Residori

Redazione 00193 Roma , Via Valadier n° 42tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230mail: [email protected] - sito: www.ilfattoquotidiano.it

Editoriale il Fatto S.p.A.sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n° 42

Presidente: Antonio PadellaroAmministratore delegato: Cinzia MonteverdiConsiglio di Amministrazione: Luca D’Aprile, Carlo Degli Esposti,Peter Gomez, Marco Tarò, Marco Travaglio

FORME DI ABBONAMENTO

• Abbonamento postale annuale (Italia)Prezzo 290,00 € • 6 giorni

• Abbonamento postale semestrale (Italia)Prezzo 170,00 € • 6 giorni

• Modalità Coupon annuale *Prezzo 320,00 € • 6 giorni

• Modalità Coupon semestrale *Prezzo 180,00 € • 6 giorni

• Abbonamento digitale annualePrezzo 130,00 € • 7 giorni

• Abbonamento digitale semestralePrezzo 75,00 € • 7 giorni

* attenzione accertarsi prima che la zonasia raggiunta dalla distribuzione de

Il Fatto Quotidiano

COME ABBONARSIÈ possibile sottoscrivere l’abbonamento su:w w w. i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

Oppure rivolgendosi all’ufficio abbonatitel. +39 02 91080062, fax +39 02 9189197o all’indirizzo mail:a b b o n a m e n t i @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

MODALITÀ DI PAGAMENTO

• Bonifico bancario intestato a:Editoriale Il Fatto S.p.A.,BCC Banca di Credito CooperativoAg. 105, 00187 Roma, Via Sardegna n° 129Iban IT 94J0832703239000000001739

• Versamento su c. c. postale:97092209 intestato a Editoriale Il Fatto S.p.A.00193 Roma , Via Valadier n° 42,Dopo aver fatto il versamento inviare un fax alnumero +39 02 9189197, con ricevutadi pagamento, nome, cognome, indirizzo,telefono e tipo di abbonamento scelto

• Pagamento direttamente onlinecon carta di credito e PayPal.

Centri stampa: Litosud, 00156 Roma, via Carlo Pesenti n°130,20060 Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n° 4;Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034 Elmas (Ca), via Omodeo;Società Tipografica Siciliana S. p. A., 95030 Catania, strada 5ª n° 35Concessionaria per la pubblicità per l’Italia e per l’e ste ro :Publishare Italia S.r.l., 20124 Milano, Via Melchiorre Gioia n° 45,tel. +39 0267378901 fax +39 0267378911,mail: [email protected], sito: www.publishare.it

Distribuzione Italia: m-dis Distribuzione Media S.p.A.,Sede: 20132 Milano, Via Cazzaniga n° 1,tel. + 39 02 25821, fax + 39 02 25825203, mail: [email protected] del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003):Antonio PadellaroChiusura in redazione: ore 22.00Certificato ADS n° 0258307192 del 14/12/2011 Iscr. al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599

il Fatto Quotidiano Abbonamenti

Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

la vignetta

Page 20: Il Fatto 12-01-2013