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il ponte Settimanale Cattolico dell’Irpinia [email protected] ANNO XXXVIII - N °. 33 - euro 0.50 6 ottobre 2012 www.ilpontenews.it “Et veritas liberabit vos” il ponte è il primo settimanale dell’irpinia m i s s i o n e d e L L A C H i e s A di P. Vincenzo Sparavigna cssr M i s s i o n a r i o Se siete abituati a leggere la Sacra Scrittura e sopra- tutto il Nuovo Testamento, trove- rete negli Atti degli Apostoli que- sto rapporto redatto da San Luca, notevole “reporter” della vita della Chiesa nascente, sulla visita di San Paolo nella capitale della Grecia, Atene, e del suo discorso all’ Areopago (XVII, 16 e ss.) «……Egli aveva l’animo scon- volto nel vedere questa citta’ piena di idoli.» Ma, per poter intavolare un dialo- go e annunziare il Cristo, domina il suo sconvolgimen- to, considerando gli Ateniesi non come pagani ed idola- tri, ma come «uomini del tutto religiosi» pronti ad accettare e venerare un «dio ancora del tutto scono- sciuto » e a erigergli un tempio per assicurarsi con piu’ certezza il favore delle divinita’ dimenticate ed ignora- te. E Paolo entra in azione dicendo: «Quello che voi venerate cosi’ senza conoscerlo, e’ quello che io vengo ad annunciarvi». Come Paolo, anch’io, arrivato nel Comune e citta’ di Saint-Andre’ nell’isola de La Reunion, mi sento tutto sconvolto a pensare che in un fazzoletto di terra steso nell’ Oceano Indiano e, per di piu’, dipartimento della Francia, vi siano ancora tanti pagani-politeisti che vene- rano ed adorano una moltitudine di dei e deesse come: il dio Vishnou o Govinden, nominato «il Preservatore = Liberatore»; il dio Ganesh, le divinita’ Shiva e Bhrama; Mariamen; Mourouga (II figlio di Shiva)…… Tutta la cittadina e tutto il Comune santandreani pullu- lano di tempii e tempietti, di colore sgargiante, in cui domina il giallo ed il rosso, ove si venerano queste divi- nita’. Ogni famiglia ha la sua «cappella» dove sono esposti i loro «Penati» o «Lari» Protettori del focolare, del quartiere, della citta’ come al tempo degli antichi Romani. Non solo, ma quasi ogni settimana, gli adepti di questi dei, sfilano nei quartieri cittadini danzando e cantando al suono di assordanti tamburi. Molti si flagel- lano fino al sangue, si trafiggono il corpo con decine di aghi e altri sfidano i carboni ardenti a piedi nudi… Sapendo quanto il Concilio Vaticano II ha detto a pro- posito delle Religioni non cristiane ed in particolare dell’Induismo, di cui stiamo discorrendo, mia (nostra) regola di condotta e’ seguirne i suoi insegnamenti, che sono: «La Chiesa cattolica non rigetta niente di cio’ che e’ vero e santo nelle diverse religioni non cri- stiane. (pag. 3) iL FesTiVAL deLLA FiLosoFiA L. Meriano pag. 13 CuLTurA LA LiTurgiA deLLA domeniCA S. De Vito pag. 7 VAngeLo “TuTTA LA CHiesA per TuTTo iL mondo” (Beato Padre Paolo Manna) ottobre è il mese dedicato alle missioni sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino ConTrAsTAre L’ALzHeimer G. Palumbo pag. 8 mediCinA Centro Acustico C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057 Centro Acustico C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057 poLiTiCA C ome ogni anno la Chiesa dedica il mese di ottobre alle missioni: è l’inizio del nostro cammi- no di fede dove l’obiettivo che dobbiamo centrare è quello di aiutare soprattutto i giovani e i ragazzi nel proprio impegno di cristiani, un impegno che si traduce nelle scelte quotidiane e nella progettazione del loro futuro. E’ un mese particolare perché eventi emblematici segne- ranno tutta l’attività evangelizzatrice della Chiesa: celebreremo,come di consueto, la giornata missionaria mondiale; la ricorrenza del 50^ anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II; l’assemblea ordinaria dei vescovi sulla promozione della “Nuova Evangelizzazione ” e l’apertura dell’anno della fede. Il tema del mese missionario e della giornata missionaria mondiale prende spunto dalle parole di S. Paolo: “Ho creduto perciò ho parlato” (2Cor.4,13), sono le parole che l’apostolo dedica alla comunità di Corinto per spronarli a liberarsi dalla schiavitù ed essere autentici figli di Dio che chiama tutti alla libertà e alla fede senza tacere davanti alle difficoltà. Dal Concilio Vaticano II in poi c’è stata una crescita missionaria che ha consen- tito ai Sacerdoti, religiosi e religiose ma soprattutto ai laici di essere autentici testimoni di Cristo, ognuno nel proprio ambito e sullo stesso piano morale. Pasquale De Feo a pag. 3 “Ho creduto perciò ho parlato” Le promesse di renzi M. Criscuoli pag. 5

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il ponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia

[email protected] XXXVIII - N °. 33 - euro 0.506 ottobre 2012

www.ilpontenews.it

“Et veritas liberabit vos”

il ponte è il primo settimanale dell’irpinia

m i s s i o n e d e L L A C H i e s Adi P. Vincenzo Sparavigna cssr

M i s s i o n a r i o

Se siete abituati a leggere la Sacra Scrittura e sopra-tutto il Nuovo Testamento, trove-rete negli Atti degli Apostoli que-sto rapporto redatto da San Luca,notevole “reporter” della vitadella Chiesa nascente, sulla visitadi San Paolo nella capitale dellaGrecia, Atene, e del suo discorsoall’ Areopago (XVII, 16 e ss.)«……Egli aveva l’animo scon-volto nel vedere questa citta’piena di idoli.» Ma, per poter intavolare un dialo-

go e annunziare il Cristo, domina il suo sconvolgimen-to, considerando gli Ateniesi non come pagani ed idola-tri, ma come «uomini del tutto religiosi» pronti adaccettare e venerare un «dio ancora del tutto scono-sciuto » e a erigergli un tempio per assicurarsi con piu’certezza il favore delle divinita’ dimenticate ed ignora-te. E Paolo entra in azione dicendo: «Quello che voivenerate cosi’ senza conoscerlo, e’ quello che iovengo ad annunciarvi».Come Paolo, anch’io, arrivato nel Comune e citta’ diSaint-Andre’ nell’isola de La Reunion, mi sento tuttosconvolto a pensare che in un fazzoletto di terra stesonell’ Oceano Indiano e, per di piu’, dipartimento dellaFrancia, vi siano ancora tanti pagani-politeisti che vene-rano ed adorano una moltitudine di dei e deesse come:il dio Vishnou o Govinden, nominato «il Preservatore =Liberatore»; il dio Ganesh, le divinita’ Shiva e Bhrama;Mariamen; Mourouga (II figlio di Shiva)……Tutta la cittadina e tutto il Comune santandreani pullu-lano di tempii e tempietti, di colore sgargiante, in cuidomina il giallo ed il rosso, ove si venerano queste divi-nita’. Ogni famiglia ha la sua «cappella» dove sonoesposti i loro «Penati» o «Lari» Protettori del focolare,del quartiere, della citta’ come al tempo degli antichiRomani. Non solo, ma quasi ogni settimana, gli adeptidi questi dei, sfilano nei quartieri cittadini danzando ecantando al suono di assordanti tamburi. Molti si flagel-lano fino al sangue, si trafiggono il corpo con decine diaghi e altri sfidano i carboni ardenti a piedi nudi…Sapendo quanto il Concilio Vaticano II ha detto a pro-posito delle Religioni non cristiane ed in particolaredell’Induismo, di cui stiamo discorrendo, mia (nostra)regola di condotta e’ seguirne i suoi insegnamenti, chesono: «La Chiesa cattolica non rigetta niente di cio’che e’ vero e santo nelle diverse religioni non cri-stiane. (pag. 3)

iL FesTiVAL

deLLA FiLosoFiA

L. Meriano

pag. 13

CuLTurA

LA LiTurgiA

deLLA

domeniCA

S. De Vito

pag. 7

VAngeLo

“TuTTA LA CHiesA per TuTTo iL mondo”

(Beato Padre Paolo Manna)

ottobre è il mese dedicato alle missioni

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

ConTrAsTAre L’ALzHeimer

G. Palumbo

pag. 8

mediCinA

Centro Acustico

C.so V. Emanuele Avellino tel. 082526057

Centro AcusticoC.so V. Emanuele

Avellino tel. 082526057

poLiTiCA

Come ogni anno la Chiesa dedica il mese di ottobre alle missioni: è l’inizio del nostro cammi-no di fede dove l’obiettivo che dobbiamo centrare è quello di aiutare soprattutto i giovani e

i ragazzi nel proprio impegno di cristiani, un impegno che si traduce nelle scelte quotidiane enella progettazione del loro futuro. E’ un mese particolare perché eventi emblematici segne-ranno tutta l’attività evangelizzatrice della Chiesa: celebreremo,come di consueto, la giornatamissionaria mondiale; la ricorrenza del 50 ̂anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II;

l’assemblea ordinaria dei vescovi sulla promozione della “Nuova Evangelizzazione” e l’apertura dell’anno dellafede. Il tema del mese missionario e della giornata missionaria mondiale prende spunto dalle parole di S. Paolo:“Ho creduto perciò ho parlato” (2Cor.4,13), sono le parole che l’apostolo dedica alla comunità di Corinto perspronarli a liberarsi dalla schiavitù ed essere autentici figli di Dio che chiama tutti alla libertà e alla fede senzatacere davanti alle difficoltà. Dal Concilio Vaticano II in poi c’è stata una crescita missionaria che ha consen-tito ai Sacerdoti, religiosi e religiose ma soprattutto ai laici di essere autentici testimoni di Cristo, ognuno nelproprio ambito e sullo stesso piano morale.

Pasquale De Feo a pag. 3

“Ho creduto perciò ho parlato”

Le promesse di renzi

M. Criscuoli

pag. 5

il ponteil ponteDiocesi - L’Anno della Fede2 6 ottobre 2012

Ai naviganti del sito webCarissimi,sappiamo che la comunicazio-ne è il filo conduttore del-l’evangelizzazione. Nel Verbodi Dio fatto carne, in GesùCristo, l’evento comunicativoassume in toto la dinamicadella Salvezza; la comunica-zione di Dio al mondo assumeconnotati davvero concretinella Storia portata a compi-mento. Nella lettera «il RapidoSviluppo» - il beato GiovanniPaolo II - così si esprimeva alriguardo dei media: «Per icredenti e per le persone di

buona volontà la grande sfida in questo nostro tempo è sostenere unacomunicazione veritiera e libera... A tutti è chiesto di saper coltivare unattento discernimento e una costante vigilanza, maturando una sana capa-cità critica di fronte alla forza persuasiva dei mezzi di comunicazione» (13).Restano queste espressioni di stringente attualità! Proprio il nuovo areopa-go della comunicazione, che ha nel web la sua nuova frontiera, ci chiede diannunciarvi la perenne giovinezza della Chiesa.L’Anno della Fede, che avrà inizio il prossimo 11 ottobre, è anche un voler

ricercare da parte nostra strategie nuove per comunicare nella continuità lavita buona del Vangelo al Mondo e, primariamente, alle nuove generazioni.Il restyling del sito web diocesano vuole così essere un modesto ma utiletentativo - work in progress - per questa primaria finalità della Chiesa:«Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura » (cf Mc.16,15).Con ogni benedizione!

* Francesco Marino, vescovo

giovedì 11 ottobre ore 18,30 appuntamento sul sagrato della Chiesa del ss. rosario. i fedeli, insieme al vescovo

Francesco marino, con una fiaccolata, percorreranno le principali strade di Avellino e raggiungeranno la

Cattedrale dove sarà officiata la santa messa. si darà così inizio all’anno della “Fede” indetto da ss. Benedetto XVi

36 ottobre 2012il ponteil ponte Attualità

Se siete abituati a leggere laSacra Scrittura e sopratutto ilNuovo Testamento, troveretenegli Atti degli Apostoli questorapporto redatto da San Luca,notevole “reporter” della vitadella Chiesa nascente,sulla visi-ta di San Paolo nella capitaledella Grecia, Atene, e del suodiscorso all’ Areopago (XVII, 16e ss.) «……Egli aveva l’animosconvolto nel vedere questacitta’ piena di idoli.» Ma, perpoter intavolare un dialogo eannunziare il Cristo, domina ilsuo sconvolgimento, conside-rando gli Ateniesi non comepagani ed idolatri, ma come«uomini del tutto religiosi»pronti ad accettare e venerareun «dio ancora del tutto scono-sciuto» e a erigergli un tempioper assicurarsi con piu’ certezzail favore delle divinita’ dimenti-cate ed ignorate. E Paolo entrain azione dicendo: «Quello chevoi venerate cosi’ senzaconoscerlo, e’ quello che iovengo ad annunciarvi».Come Paolo, anch’io, arrivatonel Comune e citta’ di Saint-Andre’ nell’isola de La Reunion,mi sento tutto sconvolto a pen-sare che in un fazzoletto di terrasteso nell’ Oceano Indiano e,perdi piu’, dipartimento dellaFrancia, vi siano ancora tantipagani-politeisti che veneranoed adorano una moltitudine didei e deesse come: il dioVishnou o Govinden, nominato«il Preservatore = Liberatore»; ildio Ganesh, le divinita’ Shiva eBhrama; Mariamen; Mourouga

(II figlio di Shiva)……Tutta la cittadina e tutto ilComune santandreani pullulanodi tempii e tempietti, di coloresgargiante, in cui domina il gial-lo ed il rosso, ove si veneranoqueste divinita’. Ogni famiglia hala sua «cappella» dove sonoesposti i loro «Penati» o «Lari»Protettori del focolare, del quar-tiere, della citta’ come al tempodegli antichi Romani. Non solo,ma quasi ogni settimana, gliadepti di questi dei, sfilano neiquartieri cittadini danzando ecantando al suono di assordantitamburi. Molti si flagellano finoal sangue, si trafiggono il corpocon decine di aghi e altri sfidanoi carboni ardenti a piedi nudi…Sapendo quanto il ConcilioVaticano II ha detto a proposi-to delle Religioni non cristianeed in particolare dell’ Induismo,di cui stiamo discorrendo, mia(nostra) regola di condotta e’seguirne i suoi insegnamenti,che sono: «La Chiesa cattolicanon rigetta niente di cio’ chee’ vero e santo nelle diversereligioni non cristiane. Ellaconsidera con un sincero rispet-to le loro maniere di agire e divivere, le loro regole e dottrinele quali, benche’ differiscono inun certo modo da cio’ ch’Ellastessa sostiene e propone, riflet-tono spesso un raggio dellaVerita’ che illumina tutti gliuomini. (NAE, 2) In altre parole,‘l’azione della Chiesa ha comerisultato, non solo di non lasciarperdere tutto cio’ che vi e’ dibuono nel cuore e nel pensiero

degli uomini, nei loro riti e cultu-ra; ma anche quello di guarire,elevare e portarlo a compimentoper la gloria di Dio, la confusio-ne del demonio e la felicita’ del-l’uomo’(LG,17). – NondimenoEssa annunzia ed e’ tenutaad annunziare senza sosta, il

CRISTO che e’ «la VIA, la VERI-TA’ e la VITA» (Giov. 14,6) nelquale gli uomini devono trovarela pienezza della vita religiosa enel quale Dio si e’ riconciliatocon tutte le cose. «In effetti, cio’ che la Chiesaannuncia al mondo e’ il LOGOS

della Speranza (cfr. 1Pt. 3,15);l’uomo ha bisogno della «GrandeSperanza» per poter vivere ilproprio presente, la grandeSperanza che e’ quel Dio chepossiede un volto umano e checi « ha amati sino alla fine» (Gv13, 1) (SPE SALVI, 31). «Perquesto la Chiesa e’Missionaria nella sua essen-za. Non possiamo tener pernoi le parole di vita eternache ci sono state date nell’in-contro con Gesu’ Cristo: essesono per tutti, per ogni uomo.Ogni persona del nostrotempo, lo sappia eppure no,ha bisogno di questo annun-cio.“Un annuncio missionario, nonper costringere i popoli tuttiad entrare nelle nostre strut-ture ecclesiali, ma per rende-re conto della nostraSperanza, di cio’ che Gesu’ ciha insegnato e mostrato.Non posso tralasciare di citare lesagge parole del venerabile PapaPaolo VI, che credo siano stateall’origine della mia vocazionemissionaria ad Gentes, trattedall’ enciclica ‘Evangelium nun-tiandi’: “La Chiesa ha il dove-re di annunciare e le Gentihanno il diritto di ascoltare laPAROLA che illumina, purifi-ca e converte”.«Guai a me – a noi – se non pre-dico – predichiamo il Vangelo.

P. Vincenzo Sparavigna cssr

M i s s i o n a r i o

La dimensione missionaria della nostra Chiesa diocesana nasce dal suo impegno nell’evange-lizzazione; tutti noi siamo chiamati ad operare nella testimonianza del Vangelo. L’ufficio mis-

sionario dopo il Concilio Vaticano II ha assunto una particolare importanza diventando un orga-nismo portante per la pastorale missionaria, soprattutto negli anni settanta e ottanta insiemeal movimento giovanile missionario, sia a favore della missione “ad gentes” sia come anima-zione delle nostre comunità parrocchiali che hanno riscoperto la vocazione missionaria dinamiz-zando la propria attività pastorale. Il nostro territorio ha dato i natali a grandi Santi missionaripartendo dal Venerabile Padre Cesa al Santo Alberico Crescitelli di Altavilla Irpina martire in Cinae al Beato Padre Paolo Manna fondatore della Pontificia Unione Missionaria del Clero che hasaputo con questa opera indovinare il modo in cui i sacerdoti vivano profondamente la loro par-tecipazione al sacerdozio. Con l’esempio dei santi missionari sono partiti per le missioni religio-si, religiose e tanti laici a portare la loro testimonianza di fede nei vari villaggi del sud del mondoper far conoscere il Vangelo. Un discorso a parte lo facciamo per i tanti laici e laiche che in que-sti 50 anni dal Concilio sono partiti dalla nostra città formandosi nel movimento giovanile mis-sionario portando a termine un camminodi fede. Ancora oggi l’invito a partire èraccolto da tanti giovani che continuanocon coscienza ed entusiasmo portandoattraverso l’animazione e la cooperazionemissionaria il disegno di Dio Padre; giova-ni che sono esempio di generosità, fedeed impegno. Il fiore all’occhiello dellanostra diocesi è la casa costruita nel 1972ed inaugurata quattro anni dopo ad Eluruin India per i figli dei lebbrosi intitolata alBeato Padre Manna. Lo scopo principale èquello di curare ed educare i bambiniospiti in modo che possono avere unfuturo migliore. Nel cielo di Eluru 36 annifa abbiamo acceso una luce di speranzaper questi bambini perché tanti di loro hanno, grazie ai benefattori avellinesi, completato glistudi e trovato una buona occupazione. Alcuni hanno frequentato il corso di infermiere, altri sisono diplomati in informatica e altri hanno imparato un mestiere ed oggi lavorano come fale-gname, elettricista e sarto. Tanti di loro hanno formato un famiglia con tanti figli nati sani. Pochigiorni fa le suore dell’Immacolata che gestiscono la casa ci hanno scritto e noi proponiamo avoi lettori e benefattori le loro parole:“Cari benefattori, siamo tristi per l’assenza della nostra amata “Idamma” tra di noi. La sua inter-cessione dal cielo per i bambini e per tutti i nostri benefattori sopporterà sempre la nostra mis-sione. La stessa missione che lei ha portato avanti durante la sua vita: il servizio amorevole peri bambini e per i poveri. Noi suore crediamo ardentemente nella Provvidenza piena d’amore diDio per questi nostri bambini, ai quali suor Ida ha dedicato tutto il suo tempo, le sue cure mater-ne, la sua compassione,le sue energie, le sue incessanti preghiere e sacrifici. Siamo orgogliosee grate del vostro impegno e del vostro supporto economico che permettono ai bambini diavere una educazione e una preparazione professionale. Questo garantisce loro un futuro, unlavoro e l’indipendenza. I bambini stanno tutti bene; nel salutarvi vi assicurano che le loro pre-ghiere sincere sono riposte nel cuore di Gesù così che voi e le vostre famiglie siate sommersida molte benedizioni e le vostre giornate siano gioiose, piene di significato e fruttuose”.

AVELLINO CHIESA MISSIONARIA

“Casa padre manna”

m i s s i o n e d e L L A C H i e s A“di tutte le nazioni fate dei discepoli”

Come ogni anno la Chiesa dedica il mese di ottobre alle missioni: è l’inizio del nostro camminodi fede dove l’obiettivo che dobbiamo centrare è quello di aiutare soprattutto i giovani e i ragaz-

zi nel proprio impegno di cristiani, un impegno che si traduce nelle scelte quotidiane e nella proget-tazione del loro futuro. E’ un mese particolare perché eventi emblematici segneranno tutta l’atti-vità evangelizzatrice della Chiesa: celebreremo,come di consueto, la giornata missionaria mondia-le; la ricorrenza del 50 ̂anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II; l’assemblea ordinaria deivescovi sulla promozione della “Nuova Evangelizzazione” e l’apertura dell’anno della fede. Il temadel mese missionario e della giornata missionaria mondiale prende spunto dalle parole di S. Paolo:“Ho creduto perciò ho parlato” (2Cor.4,13), sono le parole che l’apostolo dedica alla comunità diCorinto per spronarli a liberarsi dalla schiavitù ed essere autentici figli di Dio che chiama tutti allalibertà e alla fede senza tacere davanti alle difficoltà. Dal Concilio Vaticano II in poi c’è stata unacrescita missionaria che ha consentito ai Sacerdoti, religiosi e religiose ma soprattutto ai laici di esse-re autentici testimoni di Cristo, ognuno nel proprio ambito e sullo stesso piano morale. Oggi tuttinoi abbiamo bisogno di ritornare alla fonte per attingere “l’acqua viva” che rinnova la nostra fedeper far diventare la nostra vita un continuo incontro con Cristo che ci apre il suo cuore all’amoreper condividerlo e annunciarlo agli altri. Oltretutto questi eventi ci devono trovare pronti per l’ani-mazione missionaria delle nostre famiglie che devono trasmettere nella quotidianità il valore delVangelo per far diventare i propri figli attori dinamici della nuova evangelizzazione dando un sensocristiano alla propria vita. Il mese missionario si snoda in cinque temi centrali: uno per ogni setti-mana. La prima settimana è dedicata alla Contemplazione della Parola che è la condizione essen-ziale per una seria presa di coscienza; la seconda settimana è dedicata alle Vocazioni missionariadi ogni cristiano e di ogni singola comunità. Soltanto la piena consapevolezza di un impegno che cideriva dal battesimo; la terza settimana è dedicata alla responsabilità di una testimonianza che

diventa credibile esclusivamenteattraverso il linguaggio dellaCarità che è il tema anche dellasolidarietà universale della gior-nata missionaria mondiale. Unagiornata promossa dalle PontificieOpere Missionarie dove l’annun-cio del Vangelo si fa anche inter-vento di aiuto del prossimo, giu-stizia verso i più poveri, possibili-tà di istruzione nei più sperdutivillaggi, assistenza medica,sostegno allo sviluppo dei popoli(dal discorso di S.S. BenedettoXVI per la Giornata MissionariaMondiale). L’ultima domenica è ilringraziamento che è l’atteggia-mento, non solo, della conclusio-

ne di questo percorso mensile di fede; ma ci accompagna per tutto l’anno. IIIPer eventuali offerte il numero del nostro conto corrente è il seguente: 12068839 inte-stato a: Ufficio Missionario Diocesano – Palazzo Vescovile – 83100 Avellino.

Pasquale De Feo

soLidArieTà senzA ConFini

“Ho creduto perciò ho parlato”

4 6 ottobre 2012 il ponteil ponteEcclesia

Cari fratelli e sorelle!La celebrazione della GiornataMissionaria Mondiale si carica que-st’anno di un significato tutto parti-colare. La ricorrenza del 50° anni-versario dell'inizio del ConcilioVaticano II, l’apertura dell’Annodella fede e il Sinodo dei Vescovi sultema della nuova evangelizzazioneconcorrono a riaffermare la volontàdella Chiesa di impegnarsi conmaggiore coraggio e ardore nellamissio ad gentes perché il Vangelogiunga fino agli estremi confinidella terra. Il Concilio EcumenicoVaticano II, con la partecipazionedei Vescovi cattolici provenienti daogni angolo della terra, è stato unsegno luminoso dell’universalitàdella Chiesa, accogliendo, per laprima volta, un così alto numero diPadri Conciliari provenientidall’Asia, dall’Africa, dall’AmericaLatina e dall’Oceania. Vescovi mis-sionari e Vescovi autoctoni, Pastoridi comunità sparse fra popolazioninon cristiane, che portavanonell’Assise conciliare l’immagine diuna Chiesa presente in tutti iContinenti e che si facevano inter-preti delle complesse realtà dell’al-lora cosiddetto “Terzo Mondo”.Ricchi dell’esperienza derivata dal-l’essere Pastori di Chiese giovani edin via di formazione, animati dallapassione per la diffusione delRegno di Dio, essi hanno contribui-to in maniera rilevante a riafferma-re la necessità e l’urgenza del-l’evangelizzazione ad gentes, equindi a portare al centro dell’eccle-siologia la natura missionaria dellaChiesa. Ecclesiologia missionariaQuesta visione oggi non è venutameno, anzi, ha conosciuto unafeconda riflessione teologica epastorale e, al tempo stesso, siripropone con rinnovata urgenzaperché si è dilatato il numero dicoloro che non conoscono ancoraCristo: “Gli uomini che attendonoCristo sono ancora in numeroimmenso”, affermava il beatoGiovanni Paolo II nell’EnciclicaRedemptoris missio sulla perma-nente validità del mandato missio-nario, e aggiungeva: “Non possia-mo restarcene tranquilli, pensandoai milioni di nostri fratelli e sorelle,anch’essi redenti dal sangue diCristo, che vivono ignari dell’amoredi Dio” (n. 86). Anch’io, nell’indirel’Anno della fede, ho scritto cheCristo “oggi come allora, ci inviaper le strade del mondo per procla-mare il suo Vangelo a tutti i popolidella terra” (Lett. ap. Porta fidei, 7);proclamazione che, come si espri-meva anche il Servo di Dio Paolo VInell’Esortazione apostolicaEvangelii nuntiandi, “non è per laChiesa un contributo facoltativo: èil dovere che le incombe per man-dato del Signore Gesù, affinché gliuomini possano credere ed esseresalvati. Sì, questo messaggio ènecessario. È unico. È insostituibile”(n. 5). Abbiamo bisogno quindi diriprendere lo stesso slancio aposto-lico delle prime comunità cristiane,che, piccole e indifese, furonocapaci, con l’annuncio e latestimonianza, di diffondere ilVangelo in tutto il mondo alloraconosciuto. Non meraviglia quindiche il Concilio Vaticano II e il suc-cessivo Magistero della Chiesa insi-stano in modo speciale sul manda-to missionario che Cristo ha affida-to ai suoi discepoli e che deve esse-re impegno dell’intero Popolo diDio, Vescovi, sacerdoti, diaconi,

religiosi, religiose, laici. La cura diannunziare il Vangelo in ogni partedella terra spetta primariamente aiVescovi, diretti responsabili del-l’evangelizzazione nel mondo, siacome membri del collegio episco-pale, sia come Pastori delle Chieseparticolari. Essi, infatti, “sono staticonsacrati non soltanto per unadiocesi, ma per la salvezza di tuttoil mondo” (Giovanni Paolo II, Lett.enc. Redemptoris missio, 63),“messaggeri di fede che portanonuovi discepoli a Cristo” (Ad gen-tes, 20) e rendono “visibile lo spiri-to e l’ardore missionario

del Popolo di Dio, sicché la diocesitutta si fa missionaria” (ibid.,38).La priorità dell’evangelizzare Ilmandato di predicare il Vangelonon si esaurisce perciò, per unPastore, nell’attenzione verso laporzione del Popolo di Dio affidataalle sue cure pastorali, né nell’inviodi qualche sacerdote, laico o laicafidei donum. Esso deve coinvolge-re tutta l’attività della Chiesa parti-colare, tutti i suoi settori, in breve,tutto il suo essere e il suo operare.Il Concilio Vaticano II lo ha indicatocon chiarezza e il Magistero succes-sivo l’ha ribadito con forza. Ciòrichiede di adeguare costantemen-te stili di vita, piani pastorali e orga-nizzazione diocesana a questadimensione fondamentale dell’es-sere Chiesa, specialmente nelnostro mondo in continuo cambia-mento. E questo vale anche per gliIstituti di Vita Consacrata e leSocietà di Vita Apostolica, come

pure per i Movimenti ecclesiali:tutte le componenti del grandemosaico della Chiesa devono sen-tirsi fortemente interpellate dalmandato del Signore di predicare ilVangelo, affinché Cristo sia annun-ciato ovunque. Noi Pastori, i religio-si, le religiose e tuttii fedeli in Cristo,dobbiamo metterci sulle orme del-l’apostolo Paolo, il quale, “prigionie-ro di Cristo per ipagani” (Ef 3,1), halavorato, sofferto e lottato per fargiungere il Vangelo in mezzo aipagani (cfr Col 1,24-29), senzarisparmiare energie, tempo emezzi per far conoscere ilMessaggio di Cristo. Anche oggi lamissione ad gentes deve essere ilcostante orizzonte e il paradigma diogni attività ecclesiale, perchél’identità stessa della Chiesa ècostituita dalla fede nel Mistero diDio, che si è rivelato in Cristo perportarci la salvezza, e dalla missio-ne di testimoniarlo e annunciarlo almondo, fino al suo ritorno. Comesan Paolo, dobbiamo essere atten-ti verso i lontani, quelli che nonconoscono ancora Cristo e nonhanno sperimentato la paternità diDio, nella consapevolezza che “lacooperazione missionaria si deveallargare oggi a forme nuove inclu-dendo non solo l’aiuto economico,

ma anche la partecipazione direttaall’evangelizzazione” (GiovanniPaolo II, Lett. enc. Redemptorismissio, 82).La celebrazione dell’Anno della fedee del Sinodo dei Vescovi sullanuova evangelizzazione sarannooccasioni propizie per un rilanciodella cooperazione missionaria,soprattutto in questa secondadimensione. Fede e annuncioL’ansia di annunciare Cristo ci spin-ge anche a leggere la storia perscorgervi i problemi, le aspirazionie le speranze dell’umanità, cheCristo deve sanare, purificare eriempire della sua presenza. Il suoMessaggio, infatti, è sempre attua-le, si cala nel cuore stesso della sto-ria ed è capace di dare risposta alleinquietudini più profonde di ogniuomo. Per questo la Chiesa, intutte le sue componenti, deveessere consapevole che “gli oriz-zonti immensi della missione eccle-

siale, la complessità della situazio-ne presente chiedono oggi modali-tà rinnovate per poter comunicareefficacemente la Parola di Dio”(Benedetto XVI, Esort. ap. postsin.Verbum Domini, 97). Questo esige,anzitutto, una rinnovata adesionedi fede personale e comunitaria alVangelo di Gesù Cristo, “in unmomento di profondo cambiamen-to come quello che l’umanità stavivendo” (Lett. ap.Porta fidei, 8).Uno degli ostacoli allo slancio del-l’evangelizzazione, infatti, è la crisidi fede, non solo delmondo occi-dentale, ma di gran parte dell’uma-nità, che pure ha fame e sete di Dioe deve essereinvitata e condotta al pane di vita eall’acqua viva, come la Samaritanache si reca al pozzo di Giacobbe edialoga con Cristo. Come raccontal’Evangelista Giovanni, la vicenda diquesta donna è particolarmentesignificativa (cfr Gv 4,1-30): incon-tra Gesù, che le chiede da bere, mapoi le parla di un’acqua nuova,capace di spegnere la sete persempre. La donna all’inizio noncapisce, rimane a livello materiale,ma lentamente è condotta dalSignore a compiere un cammino difede che la porta a riconoscerlocome il Messia. E a questo proposi-

to sant’Agostino afferma: “dopoaver accolto nel cuore CristoSignore, che altro avrebbe potutofare [questa donna] se non abban-donare l’anfora e correre adannunziare la buona novella?” (InIoannis Ev., 15, 30). L’incontro conCristo come Persona viva checolma la sete del cuore non puòche portare al desiderio di condivi-dere con altri la gioia di questa pre-senza e di farlo conoscere perchétutti la possano sperimentare.Occorre rinnovare l’entusiasmo dicomunicare la fede per promuove-re una nuova evangelizzazionedelle comunità e dei Paesi di anticatradizione cristiana, che stannoperdendo il riferimento a Dio, inmodo da riscoprire la gioia del cre-dere. La preoccupazione di evan-gelizzare non deve mai rimanere aimargini dell’attività ecclesiale edella vita personale del cristiano,ma caratterizzarla fortemente,

nella consapevolezza di esseredestinatari e, al tempo stesso, mis-sionari del Vangelo. Il punto cen-trale dell’annuncio rimane semprelo stesso: il Kerigma del Cristomorto e risorto per la salvezza delmondo, il Kerigma dell’amore diDio assoluto e totale per ogni uomoed ogni donna, culminato nell’inviodel Figlio eterno e unigenito, ilSignore Gesù, il quale non disde-gnò di assumere la povertà dellanostra natura umana, amandola eriscattandola, per mezzo dell’offer-ta di sé sulla croce, dal peccato edalla morte. La fede in Dio, in que-sto disegno di amore realizzato inCristo, è anzitutto un dono e unmistero da accogliere nel cuore enella vita e di cui ringraziare sem-pre ilSignore. Ma la fede è un donoche ci è dato perché sia condiviso;è un talento ricevuto perché portifrutto; è una luce che non deverimanere nascosta, ma illuminaretutta la casa. E’ il dono più impor-tante che ci è stato fattonella nostra esistenza e che nonpossiamo tenere per noi stessi.L’annuncio si fa carità“Guai a me se non annuncio ilVangelo!”, diceva l’apostolo Paolo(1 Cor 9,16). Questa parola risuo-na con forza per ogni cristiano eper ogni comunità cristiana in tuttii Continenti. Anche per le Chiesenei territori di missione, Chiese perlo più giovani, spesso di recentefondazione, la missionarietà èdiventata una dimensione conna-turale, anche se esse stesse hannoancora bisogno di missionari. Tantisacerdoti, religiosi e religiose, daogni parte del mondo, numerosilaici e addirittura intere famiglielasciano i propri Paesi, le propriecomunità locali e si recano pressoaltre Chiese per testimoniare eannunciare il Nome di Cristo, nelquale l’umanità trova la salvezza.Si tratta di un’espressione di pro-fonda comunione, condivisione ecarità tra le Chiese, perché ogniuomo possa ascoltare o riascoltarel’annuncio che risana e accostarsi aiSacramenti, fonte della vera vita.Insieme a questo alto segno dellafede che si trasforma in carità,ricordo e ringrazio le PontificieOpere Missionarie, strumento perla cooperazione alla missione uni-versale della Chiesa nel mondo.Attraverso la loro azione l’annunciodel Vangelo si fa anche interventoin aiuto del prossimo, giustiziaverso i più poveri, possibilità diistruzione nei più sperduti villaggi,assistenza medica in luoghi remoti,emancipazione dalla miseria, riabi-litazione di chi è emarginato, soste-gno allo sviluppo dei popoli, supe-ramento delle divisioni etniche,rispetto per la vita in ogni sua fase.Cari fratelli e sorelle, invoco sul-l’opera di evangelizzazione ad gen-tes, ed in particolare sui suoi ope-rai, l’effusione dello Spirito Santo,perché la Grazia di Dio la facciacamminare più decisamente nellastoria del mondo. Con il beato JohnHenry Newman vorrei pregare:“Accompagna, o Signore, i tuoimissionari nelle terre da evangeliz-zare, metti le parole giuste sulleloro labbra, rendi fruttuosa la lorofatica”. La Vergine Maria, Madredella Chiesa e Stella dell’evangeliz-zazione, accompagni tutti i missio-nari del Vangelo.

Dal Vaticano BENEDICTUS PP XVI

Messaggio del Papa per la Giornata Missionaria Mondiale

"Chiamati a far risplendere la parola di verità" (Lett. ap. porta fidei, 6)

56 ottobre 2012il ponteil ponte PoliticaLe promesse di renzi

C’era tanta gente, al centro sociale Samantha della Porta, ad ascoltareil Sindaco di Firenze in occasione della sua tappa avellinese. Molti erano

curiosi di capire meglio la proposta politica del candidato alle primarie delPartito Democratico. Il discorso di Renzi mi ha lasciato in parte soddisfatto ed in parte interdet-to: provo a spiegare perché! Certo, sono stato ben lieto di sentire, diretta-mente dal candidato, la promessa-slogan sulla rottamazione della vecchiaclasse dirigente. Un’idea che propugno da tempo, una “buona” idea chedovrebbe toccare tutti i partiti politici e che, oggi, è diventata ancora più

urgente.Perché, dovunque ci si giri, nel panorama politico nazionale o locale, la puzzaè sempre la stessa: c’è un brutto odore di marcio! La corruzione, l’illegalità, gliabusi sono, insieme, prevalenti e qualificanti della presenza insopportabile diuna classe dirigente che dovrebbe sparire dalla circolazione in misura massic-cia e definitiva, in maniera da non lasciare traccia di sé, nemmeno nelle fotoricordo….!Faccio un esempio: proviamo ad immaginare gli effetti della rottamazione adAvellino. Quali saranno i politici da pensionare: solo quelli che hanno partecipato a trelegislature in Parlamento o anche gli ex giovani, quelli che da oltre vent’anni “ammor-bano” l’aria politica irpina, per aver percorso tutto il “cursus onorum” (meglio, si potreb-be dire: “disonorum”, visti i risultati…) e si apprestano a completare la loro “carriera”con altri, più prestigiosi, incarichi? E che ne sarà degli “uscenti”, quelli di cui il popoloirpino ha perso la memoria, tanta è stata la loro insignificanza nel panorama politiconazionale? Ed infine, gli uomini dell’apparato, lo zoccolo duro del comunismo locale edella peggiore DC, i “professionisti” del sottogoverno locale, che ruolo avranno nelnuovo P.D.?Questi sono dubbi che Renzi, forse, non riuscirà mai a chiarire!Una cosa, tuttavia, va riconosciuta al Sindaco di Firenze: meno male che ci sarà Lui acompetere alle primarie del centro-sinistra! Almeno, si vedranno circolare idee nuove;almeno si comincerà a parlare di futuro, di giovani, di progetti e di speranza!Certo, Egli si presenta, quasi, come un “prodotto commerciale” costruito a tavolino: siintuisce che molte delle storie che racconta sono inventate da altri; che tante delle pro-poste che fa sono strumentali a suscitare l’interesse immediato di un elettorato stancoe sfiduciato; che molte delle idee che propone sono “rubate”, dalla rete, all’intelligen-za ed alla fantasia dei giovani che, lì, la fanno da padroni!Però, forse solo con un Renzi in campo il centro sinistra potrebbe scon-figgere gli avversari più pericolosi: il berlusconismo, la grande coalizio-ne ed il grillismo.E poi, Renzi non piace per niente a molti intellettuali di sinistra: meglio così, se si pensaai danni che alcuni di loro hanno causato alla sinistra ed al Paese! Sarà bene che sta-volta “non partecipino” ad una vittoria destinata a trasformarsi in sconfitta grazie alla

loro genialità autodistruttiva.Una cosa è certa, però, se dovessimo assistere alla contrapposizione tra Renzi eBerlusconi sarebbe come partecipare al confronto tra un Breznev (la figura “mummifi-cata” dell’ex presidente del Consiglio con i suoi fedelissimi, sembra la fotocopia delleimmagini storiche del leader russo acclamato dalla nomenclatura dei Soviet) ed unKennedy. Non abbiamo dubbi sul risultato finale: gli italiani, in fondo, sono un popolointelligente ed il comunismo sovietico non l’hanno mai amato!La candidatura di Renzi potrebbe, persino, sconfiggerebbe quella marmaglia “trasver-sale” di classe politica che, avendo consapevolezza della propria inutilità, immagina dipoter sopravvivere accontentandosi di ruoli di subalternità e di marginalità rispetto alMonti bis che essi stessi auspicano. Pur di restare a galla, si accontentano che siano,ancora, altri a guidare la macchina, per conto terzi, senza toccare gli interessi forti masoprattutto senza sconfiggere la mala-politica: quella, cioè, che da decenni li ha vistiinterpreti, complici o utili idioti, in un sistema che, è dimostrato, aveva falle e buchi diproporzioni insopportabili.La vittoria di Renzi alle primarie (ed eventualmente alle elezioni politiche) potrebbesignificare la disfatta per costoro: purché il “popolo” delle primarie, quello del rinnova-mento, riesca a stare vicino al suo candidato e ad impedire che i soliti gattopardi pos-sano impadronirsi del suo successo.In ultimo, è probabile che Renzi possa “ridimensionare” il fenomeno delMovimento 5 Stelle. In altre parole, più la proposta di Renzi diventa “convin-cente, coinvolgente e vincente” minori saranno le probabilità che l’elettorato,giovane e no, scoraggiato e deluso dalla brutta politica, possa scegliere divotare per i grillini e per le loro proposte al momento ancora “oscure” rispet-to alle garanzie democratiche e costituzionali. Delle idee e delle sollecitazioni di Renzi riporto, in sintesi, quella apparentemente piùdemagogica o, se si vuole, la più scontata: il nostro non è un programma o un pro-getto già fatto, già compiuto e definito. Il nostro è un programma al quale tuttipossono concorrere, riscoprendo passione per la politica e per il servizio afavore del bene comune!C’erano tanti giovani ad ascoltarlo. Chissà, forse il camper del cambiamento potrebbenon essere passato invano dalla nostra Irpinia: i sogni, anche quelli impossibili, posso-no scegliere gli interpreti più inattesi per trasformarsi in una bella realtà!

MicheleCriscuoli

AlfonsoSantoli

i regali alla casta:milioni di euro inutili

Mentre ad agosto si parla solo di vacanze sullaGazzetta Ufficiale vengono pubblicati, pensan-

do che nessuno lì legga, bandi milionari dei qualila casta potrebbe farne a meno: la Cameraspende 2,5 milioni di euro con un fumosissimobando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6agosto, avente il seguente tenore: “L’appalto didurata quinquennale, ha per oggetto la sommi-nistrazione a discrezione di servizio audio-video, diservizi attinenti alla interpretazione simultanea,nonché la somministrazione di attività connesse,dell’esistenza tecnica e dei servizi opzionali da ren-dersi in occasione di eventi (conferenze, convegni,presentazioni, cerimonie, mostre, ecc.) organizzatipresso i locali nella disponibilità della Camera deideputati e sulla base delle spese richiestedall’Amministrazione della Camera”.In parole povere, si tratta di chiamare unastruttura esterna per riprendere le conferen-ze, metterle eventualmente su un CD e con-servarle in archivio, per la modica spesa di2.539.700 euro (circa 5 miliardi delle vecchielire).Il Senato per lo spreco non è di meno.Il 17 agosto pubblica un bando “relativo alla proce-dura ristretta per l’affidamento in appalto del servi-zio di trasmissione Streaming sulla rete internetdelle sedute dell’aula del Senato e di altri eventi diinteresse in modalità diretta, archiviazione delleregistrazioni ed erogazione delle stesse in modalitàdifferita e relativi servizi accessori”. Traduzione:per mandare sul web le sessioni di PalazzoMadama in diretta o in differita la spesa è di550mila euro, iva inclusa per due anni.La casta non si ferma in Parlamento, ma continua aPalazzo Giustiniani dove sono ospitati i “guar-diani della giustizia” del Consiglio Superioredella Magistratura presieduto da Giorgio

Napolitano. Il 6 agosto è stato pubblicato unincomprensibile bando per “servizio di global servi-ce – fleet management per la gestione e produzio-ne documentale del centro di fotoriproduzione estampa del CSM”. La base d’asta per questo “lavo-rone” è di 1.350.000 euro (pari a 2 miliardi e700 mila delle vecchie lire).Nell’elenco degli sprechi agostani troviamo anchel’INAIL e la Soprintendente per i beni archeologicidi Napoli e Pompei.Il presidente dell’INAIL di fresca nomina,Massimo De Felice,per evidenziare la sua presen-za a qualche sconosciuto, ha firmato, tra l’altro unbando per una “gara a procedura aperta in due lottiper l’affidamento dei servizi di sviluppo software,gestione di siti web (lotto 2) dell’Inail. L’importo glo-bale massimo non superabile, pena l’esclusionedalla gara è di 20.113.000 euro per il primolotto... e di 4.666.200 euro per il lotto n.2.Quest’ultimo poteva essere evitato conside-rando che nell’ufficio stampa/comunicazionidell’Inail lavorano decine di persone che con-tinuano a produrre qualche comunicato a set-timana.E dulcis in fundo La Soprintendenza speciale per ibeni archeologici di Napoli e Pompei é intervenutanon per “bonificare” i resti, ma ha indetto una garad’appalto per il “servizio di pulizia delle areearcheologiche, uffici amministrativi e zonetecniche per le pertinenze dellaSoprintendenza speciale per i beni archeologi-ci di Napoli e Pompei”. Valore stimato 3.345.000euro (pari a 6 miliardi e mezzo circa delle vecchielire).Come si può notare per l’incuria e per la scarsasicurezza del luogo viene rimandato il tutto allecalende greche. I crolli dello scorso anno nonhanno insegnato nulla.

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6 6 ottobre 2012 il ponteil ponteFisco

POTENZIATO, TRA L’ALTRO, LO SPORTELLO UNICO PER L’EDILIZIA GIA’ ISTITUITO NEL 2001

““AA TTUU PPEERR TTUU CCOONN IILL FFIISSCCOO”” a cura di Franco Iannaccone

dALLA Legge sViLuppo misure CHe inTeressAno L’ediLiziA

Potenziamento dello sportello unico perl’edilizia con conseguente alleggerimentodelle procedure per il rilascio del permes-

so di costruire, divieto per gli uffici comunali dirichiedere, a chi intende eseguire un interventoedilizio, documenti catastali già in possessodella pubblica amministrazione, soppressione,per gli interventi per i quali è richiesta la comu-nicazione di inizio lavori, dell’obbligo di allegareeventuali autorizzazioni, semplificazioni per ifabbricati adibiti ad esercizio di impresa neiquali si vogliano realizzare modifiche interne dicarattere edilizio o variazioni di destinazioned’uso ed, infine, maggioranze agevolate nelleassemblee condominiali per l’istallazione diricarica per autoveicoli elettrici.Sono queste le principali novità per il set-tore dell’edilizia recate dalla legge134/2012, di conversione del DL n.83 del22 giugno 2012, meglio noto come“decreto sviluppo”.Prima di fare una panoramica sulle nuove misu-re è opportuno chiarire che cos’è lo spor-tello unico dell’edilizia. Orbene esso è unufficio che deve essere istituito pressoogni amministrazione comunale avente loscopo di curare i rapporti tra privati, lastessa amministrazione e, ove occorre, lealtre amministrazioni tenute a pronunciar-si in ordine all’intervento edilizio oggettodi richiesta.Come anticipato, la legge di conversionedel “decreto sviluppo” rafforza il ruolodello sportello unico dell’edilizia che giàesisteva fin dal 2001 ma che, adesso,diventa obbligatoriamente il canale privi-legiato attraverso il quale deve passare ildialogo dei cittadini con l’AmministrazioneComunale, nel momento in cui si fa richie-sta di un “titolo abilitativo”. La norma, infat-ti, recita testualmente che “lo sportello per l’edi-lizia costituisce l’unico punto di accesso per ilprivato interessato a tutte le vicende ammini-strative riguardanti il titolo abilitativo e l’inter-vento edilizio oggetto dello stesso, che fornisceuna risposta tempestiva in luogo di tutte le pub-bliche amministrazioni, comunque coinvolte”.Nella pratica, la disposizione riguarderà, inparticolare, i permessi di costruire, neces-sari per nuove costruzioni ed ampliamen-ti, perché gli interventi minori non neces-sitano del rilascio di alcun titolo abilitativo.Più in dettaglio, lo sportello dovrà sostituirequello che attualmente fanno tutte le altreamministrazioni, acquisendo l’assenso di tuttele altre PA preposte “alla tutela ambientale,paesaggistico-territoriale, del patrimonio stori-co-artistico o alla tutela della salute e della pub-blica incolumità”. O ancora, ad esempio, leautorizzazioni e le certificazioni del competenteufficio tecnico della Regione, per le costruzioniin zone sismiche, l’assenso dell’amministrazio-ne militare per le costruzioni nelle zone di sal-vaguardia contigue ad opere di difesa delloStato o a stabilimenti militari, il parere delleautorità competenti in materia di assetti e vin-coli idrogeologici, gli assensi in materia di servi-tù viarie, ferroviarie, portuali ed aeroportuali.Sempre in materia di rilascio del permes-so di costruire si stabilisce, tra l’altro, cheil responsabile dello sportello unico fissiuna conferenza di servizi (ossia una riu-

nione dei soggetti pubblici coinvolti, perpoter meglio risolvere i problemi, semplifi-cando e razionalizzando così il procedi-mento) se entro 60 giorni dalla domandamanchi ancora qualche nulla osta o ci sia il dis-senso (che non risulti fondato sull’assolutaincompatibilità dell’intervento) di qualcheamministrazione. E’ un modo per sbloccarel’eventuale inerzia della PubblicaAmministrazione.Le amministrazioni comunali avrannotempo fino all’11 febbraio 2013 per appli-care quanto appena illustrato. Nessunasanzione è prevista, però, in caso di ina-dempimento. Non è difficile immaginare, per-tanto, che alla scadenza della predetta datasolo pochi enti locali si saranno organizzati nelsenso indicato dalla normativa e, quindi, insostanza, avranno potenziato il loro sportellounico.Ai fini della presentazione, del rilascio odella formazione di cui al Testo unico perl’edilizia, si prevede anche l’obbligo per leamministrazioni comunali di acquisired’ufficio i documenti, le informazioni e idati, ivi compresi quelli catastali, che sianoin possesso delle pubbliche amministra-zioni. Inoltre viene stabilito anche che le stes-se amministrazioni non possano richiedereattestazioni o perizie sulla veridicità e sull’au-tenticità di tali documenti, informazioni e dati.Per esemplificare, le visure catastali, adesso,non potranno più essere richieste a chi fadomanda di permesso di costruire.Anche in questo caso i Comuni avrannotempo fino all’11 febbraio 2013 per ade-guarsi a tanto. Nella circostanza, però, èipotizzabile (anche se nulla è stabilito alriguardo) che scaduta inutilmente taledata la previsione in questione trovicomunque applicazione.A differenza dello sportello unico, infatti, lanuova norma non richiede alcuna particolareattività organizzativa da parte degli enti locali edi conseguenza è da ritenersi applicabile imme-diatamente.Altra novità per l’edilizia contenuta nel“decreto sviluppo” riguarda la soppressio-

ne, per i lavori per i quali è richiesta lacomunicazione di inizio lavori (ancheasseverata), dell’obbligo di allegare even-tuali autorizzazioni obbligatorie ai sensidella normativa del settore. Ciò vale perl’istallazione di pannelli solari e fotovoltaici sugliedifici, per gli interventi di pavimentazioneesterna e per le opere provvisorie.Stesso discorso vale per le opere soggette acomunicazione di inizio lavoro asseverata, cioèper le opere di manutenzione straordinaria,nonché le modifiche interne di carattere ediliziosulla superficie coperta e per le modifiche delladestinazione d’uso dei locali adibiti ad eserciziodi impresa. In tal caso, però, oltre alla comuni-cazione al Comune di inizio lavori, bisognaanche trasmettere (sempre al Comune) i datiidentificativi dell’impresa ai quali si intende affi-dare la realizzazione dei lavori ed una relazionetecnica provvista di data certa e corredata degliopportuni elaborati progettuali, a firma di untecnico abilitato, il quale dichiari preliminar-mente di non avere rapporti di dipendenza nécon l’impresa né con il committente e che asse-veri, sotto la propria responsabilità, che i lavorisono conformi agli strumenti urbanistici appro-vati e ai regolamenti edilizi vigenti e che per essila normativa statale e regionale non prevede ilrilascio di un titolo abilitativo. Sino ad oggi difficilmente si riusciva a superarele previsioni dei Comuni, qualche volta oltremo-do severe, allorquando si chiedeva la suddivi-sione di un ampio capannone attraverso tra-mezzature interne e l’ampliamento del numerodegli accessi; molte volte, poi, la modifica inter-na era, per il Comune, un’occasione per esige-re il pagamento di oneri di concessione. Conquesta novità legislativa tutti questi problemi

dovrebbero (amministrazioni locali permetten-do) essere risolti. Va subito detto che la previsione normativalascia qualche dubbio interpretativo, soprattut-to con riferimento alla possibilità di variazionedelle destinazioni d’uso. La lettura correttadovrebbe essere, però, che, all’interno di unimmobile d’impresa, i singoli locali possonoessere trasformati, in uffici, magazzini o depo-siti, cioè in ambienti utili ai fini aziendali, ma nonche possano diventare ad uso abitativo.Novità assoluta del “decreto sviluppo” è lanorma che si interessa di istallazioni dipunti di ricarica per autoveicoli elettrici inambito condominiale. La norma prevede,infatti, che detti interventi possano essereapprovati dall’assemblea dei condomini,tanto in prima quanto in seconda convoca-zione, con le maggioranze previste dalsecondo comma dell’art. 1136 c.c. (mag-gioranza degli intervenuti che rappresen-tino almeno 500 millesimi). Inoltre vienedisposto che nel caso in cui il condominio rifiutidi assumere o non assuma entro tre mesi dallarichiesta fatta per iscritto, la deliberazione inquestione, il condomino interessato possa istal-lare, a proprie spese, i dispositivi di ricarica.Resta fermo, in ogni caso, quanto previstodagli artt. 1120 e 1121 c.c. in tema di inno-vazioni. La prima di queste norme vieta direcare pregiudizio, in particolare, al deco-ro architettonico dell’edificio o di renderetalune parti inservibili all’uso o al godi-mento anche di un solo condomino. Laseconda consente, ricorrendo determina-te condizioni, a chi non è interessato all’in-tervento, di non partecipare alla spesa.

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

Editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”

Direttore responsabile

Mario Barbarisi

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76 ottobre 2012il ponteil ponte Vangelo

Questa paginadel vangelo di

Marco assume unaluce più intensa sela leggiamo insie-me alla pagina diGen 2,18-24. Iltesto dell’AnticoTestamento comin-

cia con queste parole: Il Signore Diodisse: «Non è bene che l'uomo siasolo: voglio fargli un aiuto che gli cor-risponda». Proviamo a riflettere suquesta espressione, per comprende-re la volontà di Dio sull’uomo. IlSignore, dopo aver dato vita a tuttoil creato e all’adam, si rende contoche quest’essere è esposto al rischiodella solitudine, che è un rischio dimorte. Ma chi è quest’adam? Questaespressione ebraica deriva dallaparola adama, che significa terra; nelmomento del primo atto creativo,Dio crea un essere fatto di terra, némaschio né femmina, “semplice-mente” un essere impastato di terrarossa del deserto e spirito vitale.Quando il Signore si rende conto chequesto “terroso” vitale può andareincontro alla morte, decide di fargliun aiuto “che gli stia di fronte”. Inrealtà, dalla traduzione CEI nonemerge tutta la profondità dell’inten-zione divina: l’aiuto che il Signoreprevede per l’adam è un aiuto di suopari, un aiuto che parla di reciprocità.Alla luce di tutto ciò, proviamo acomprendere la risposta di Gesù alladomanda insidiosa dei farisei. L’atto

di ripudio, prescritto dalla legge diMosè, e tuttora impiegato nel mondodi Israele, prescrive un diritto dell’uo-mo, nei confronti della donna, diallontanarla da sé, qualora questapossa ledere la dignità e l’identità delproprio marito. Ma Gesù fa notareche quanto prescritto dalla legge egiusto, secondo essa, non corrispon-de alla volontà creatrice di Dio, checostituisce l’uomo e la donna, comeesseri di pari dignità. Da quello cheleggiamo dal testo della Genesi, ladifferenza di genere, tra maschio efemmina, si innesta su un calcocomune: entrambi nascono da unaterra che prende vita, per le mani eper il soffio di Dio, e sono concepitinella reciprocità che li rende uno.L’atto di ripudio conferma non lavolontà di Dio sull’uomo, ma l’inizialetimore di Dio di vedere nella solitudi-ne dell’adam la sua morte. Eccocome appare forte l’incongruenzadella legge umana: Dio vuol preser-vare l’uomo dalla morte e l’uomo,nella presunta difesa della dignità delmaschio, lo espone al rischio dellamorte. Su questo elemento, occorrepuntare la nostra riflessione: spessole nostre leggi si vestono a difensoridella integrità dell’uomo e, invece,spesso accade che, proprio questeleggi, frantumano l’uomo. Perciò, èsignificativo l’appello di Gesù a met-tersi in accoglienza nei confronti dellaParola di Dio, che, ancora oggi, con-tinua a creare l’uomo.

«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite:

a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio» (Marco 10, 2-16)

La liturgia della parola: XXVii domenica del Tempo ordinario

L'uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

Dal Vangelo secondo Marco (10, 2-16)

In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecitoa un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero:«Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio dellacreazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si uniràa sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunquel'uomo non divida quello che Dio ha congiunto».A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propriamoglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro,commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impe-dite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno diDio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva,imponendo le mani su di loro.

Stefania De Vito

PICCOLI ‘MIRACOLI’ A LOURDES..

Ogni anno sono numerosi i pel-legrini che, durante il periodoestivo, si recano a Lourdes

per immergersi nelle preghiere osemplicemente per trascorrere deigiorni di pura meditazione. Ci vannoi giovani, gli anziani, i malati: chi intreno, chi in auto, i più pigri in aereoma non è questo quel che contabensì quello che ti riprometti di faredopo quel viaggio, che, in un modo oin un altro, a chi più e a chi meno, tisegna per tutta la vita. C’è chi ritornaogni anno e chi non ci ritorna più, matutti i credenti, si ripromettono diandare almeno una volta a respirarel’aria pacifica di quel luogo. Lourdesnon è semplicemente un viaggio èuna rivoluzione dello spirito che allafine investirà tutti. Nel vagone di queltreno ogni persona era ansiosa diraggiungere questo posto, di cuiaveva sentito sicuramente parlare. Ilviaggio durava 24 ore, era faticoso e

interminabile ma per i pellegrini diquel treno era anche un’occasione diconoscenza, di ritrovo. In fondoanche questo è lo spirito di Lourdescondividere attimi con personenuove o con vecchi amici che per lafretta a volte sono dimenticati.Questo era il viaggio che come tuttiavrebbe dovuto perseguire ancheRaffaele , un semplice uomo che perfede si recava dopo anni in questoluogo mistico, accompagnato da suafiglia Titti. Egli però ha affrontato unviaggio diverso: il viaggio dalla vitaalla morte. Infatti, appena giunto aLourdes, durante la prima notte diriposo vero, dopo lo stress del viag-gio, Raffaele è colpito da un infarto.Trascorre quindi i giorni della sua per-manenza nell’ospedale della città. E’sottoposto a visite d’ogni genere perottenere un quadro completo e piùche esaustivo delle condizioni dell’uo-mo. Quello che lascia più increduli, èla velocità con cui il paziente abbiaricevuto questi controlli; infatti dopoappena due giorni i medici sapevanoogni cosa riguardo al paziente e addi-rittura avevano già avviato le varieprocedure per curarlo meglio e per-mettergli di affrontare nuovamente illungo viaggio di ritorno. In que-st’ospedale il paziente è in primopiano non tanto la malattia in sé. Nonimportava se avessi avuto un sempli-ce mal di pancia o un infarto per loro,dagli infermieri ai medici, ciò che con-tava era la tranquillità del malato.Loro non curano le malattie, ma imalati. Ci tengono ai pazienti come

fossero dei fratelli; infatti, le infermie-re tre- quattro volte il giorno si reca-vano dal malato per la pulizia perso-nale e poi si dedicavano alla lucentez-za della camera. Sembrava un vero eproprio albergo, dove di certo nessu-no si vorrebbe mai trovare ma dove,nonostante la tua malattia, riescicomunque a resistere nel migliormodo possibile. Poi l’affetto e il sorri-so con cui ogni giorno le infermiere ei medici si presentavano al pazienteerano la forza che permetteva ad unmalato di lottare anche lontano dallasua terra. Mi chiedo come mai que-sto in Italia sia ancora difficile da tro-vare? Come mai i pazienti quandoentrano in un ospedale italiano, sonotrattati come merce da lavoro e noncome persone? In ogni caso nonvoglio generalizzare e mi permetto diaffermare che ci sono anche ospeda-

li dove questo non accade, ma sperocon tutta me stessa, che in futurodiventeranno tutti tanto accoglientida cancellare quasi la scritta ‘ ospe-dale’. In ogni caso Raffaele dopo una

decina di giorni, molti di più di quan-ti aveva previsti, ritorna nella suacittà accompagnato da un medico ein aereo grazie alla collaborazione ditutto il sistema sanità. Non tutti vor-rebbero fare l’esperienza di Raffaelee spero che a nessuno capiti mai. Maguardando il lato positivo della fac-cenda egli ha visto una realtà diversadella città miracolata. Ha conosciutola disponibilità delle persone, l’effica-cia dell’ospedale che gli ha permessodi lottare: credo che sia questo ciòche la Madonna vuole che si trasmet-ta al mondo. La vita ci presenta tantiostacoli, ma il fatto che riusciamo asuperarli è la dimostrazione che dob-biamo continuare a lottare e la pre-ghiera deve diventare il nostro stile divita, lo stile del cristiano.

Miriam Del Gaudio

L’affetto e il sorriso con cui ogni giorno le infermiere e i medici si presentavano al pazienteerano la forza che permetteva ad un malato di lottare anche lontano dalla sua terra

8 6 ottobre 2012 il ponteil ponteMedicina

mediCinA e sALuTe a cura di gianpaolo palumbo

gLi eserCizi FisiCi ConTrAsTAno L’ALzHeimer

Siamo sempre più vecchi e ci con-soliamo, anzi facciamo a gara a

chi invecchia di più con i sornionigiapponesi. La vita media si staallungando in maniera molto piùveloce del previsto, tanto è vero chel’assioma che riportava la nota frasedei fisiologi che erano certi che l’uo-mo costituiva una macchina destina-ta a vivere 120 anni, è superatodalla tendenza attuale che parla giàdi 150. Accontentiamoci per ora dellaprima cifra perché quello che gli

anglosassoni dicono sempre è chebisogna aggiungere vita agli anni enon anni alla vita è oltremodo giusto.Ma a quanto pare vita più lunga nonsignifica vita senza patologie. Anzi neesiste una in particolare che tutto ilmondo odia profondamente ed è lademenza.Per gli antichi romani la “dementia”era sinonimo di irrazionalità, oggi èuna disfunzione cerebrale che croni-cizza e che comporta una compro-missione delle facoltà mentali che

limita le attività quotidiane dell’indi-viduo e lo rende schiavo di una assi-stenza continua.La matematica della demenza èimpietosa: si ha un caso ogni 4secondi nel mondo con quasi ottomilioni di nuovi ammalati all’anno,come se si ammalassero interenazioni (Svizzera, Israele). Si trattadi una vera e propria emergenza conun ammalato ultra sessantacinquen-ne ogni 8 ed un over 85 quasi ognitre suoi coetanei. Nel nostro paese i malati sono unmilione e quelli affetti dalla forma diAlzheimer il 60%, a livello di Franciaed Inghilterra, che però si sono dota-te di un piano nazionale per ledemenze. Il problema non è quellosolo di salute pubblica, ma è un pro-blema vasto che investe la società el’economia, perché gli attuali sistemisanitari, in Italia con molte regioni alcollasso, difficilmente potranno reg-gere all’impatto con la crisi semprepiù minacciosa delle demenze.Malattie del genere hanno inizio inmaniera subdola perché le personeiniziano a dimenticare alcune cose,poi mano a mano si ingigantisce que-sta perdita di memoria che arriva afar dimenticare e non riconoscereneppure i familiari insieme ad unaincapacità a compiere i più elementa-ri atti delle vita. Incapacità a parla-re, a pensare, con la sequela antipa-tica della confusione, del disorienta-mento temporo – spaziale, del cam-biamento dell’umore.Altre volte da questa pagine abbiamoillustrato ai nostri lettori perché lamaggiore delle demenze si chiamaMalattia di Alzheimer. Un richiamoalla “storia” è sempre utile. Alois

Alzheimer era un neurologo tedescoche nel 1907 descrisse per primo isintomi della malattia particolarmen-te “strana”, tanto da spingerlo adeffettuare una autopsia su di unadonna morta in seguito ad una “inso-lita” malattia mentale. Trovò delleplacche di proteine amiloidi fruttodegli effetti della malattia sui tessutinervosi ma non riuscì a capirne lacausa. Oggi sappiamo in più che siosserva una perdita di cellule nervo-se nelle aree destinate alla memoriaed alle funzioni cognitive. Coesisteanche un basso livello di acetilcolina,neurotrasmettitore coinvolto nellacomunicazione tra le varie cellulenervose. Ma di più ancora oggi noinon sappiamo.La malattia ha un decorso lento conuna sopravvivenza fino a dieci annidalla diagnosi.Visto che anche in campo terapeuti-co non esistono grandi vittorie dasbandierare, i giapponesi, che hannoi nostri stessi problemi, ma non lamancanza di fondi, hanno studiato ilbeneficio ai dementi dovuto all’eser-cizio fisico. Infatti ricercatoridell’Università di Kyoto hanno pubbli-cato nel mese di luglio scorso sulgiornale internazionale di chimicabiologica un lavoro che comprendevagli effetti del controllo alimentare edegli esercizi fisici separatamente eda soli in topi a cui era stata indottala Malattia di Alzheimer. I risultatidello studio sono stati sorprendente-mente positivi. Infatti è stato dimo-strato che gli esercizi fisici rispettoalla dieta riducono le proteine betaamiloidi e ripristinano la memoriaperduta. Inoltre gli esercizi sono riu-sciti a far degradare gli accumulidella sostanza amiloide nel cervello.La combinazione con la dieta o ladieta da sola non ha sortito nessuneffetto positivo, rispetto alla solaattività fisica.Abbiamo visto che la demenza è ilprezzo che si paga all’allungamentodella vita con l’ammalato che non hapiù la propria identità, non ha storiae non ha sentimenti, ma con unadignità da rispettare e tutelare.Abbiamo anche visto però che quel-lo che noi andiamo dicendo da sem-pre è risultato essere utile anchenelle demenze con problematicheanatomiche a livello cerebrale, e cioèl’esercizio fisico.Parliamo, ovviamente, di eserciziofisico, non stiamo scrivendo diexploit di tipo olimpico. Non è neces-sario fare il record del mondo pervivere più a lungo e senza malattiefortemente invalidanti, basta unasana condotta di vita accompagnatada un minimo impegno fisico.Recentemente ho “prescritto” lachiusura degli ascensori, la distruzio-ne di tutti i telecomandi, ma non soloquelli televisivi. L’uomo per viveremeglio ha bisogno di muoversi,anche i topi giapponesi lo hannodimostrato.

Via Morelli e Silvati presso casa

interparrocchiale diocesana.

83100 Avellino

96 ottobre 2012il ponteil ponte

10 6 ottobre 2012 il ponteil ponte

sAn miCHeLe, diFensore e mediATore,proTeTTore deLLA poLiziA di  sTATo

In occasione della ricorrenzapatronale della Polizia di

Stato, la città di Avellino hacondiviso con le forze dell’ordi-ne il momento di giubilo per lafestività di San Michele (29settembre) legata a quelladegli arcangeli Gabriele eRaffaele, con una cerimoniapresieduta da S.E. il vescovoFrancesco Marino nella Chiesadel SS Rosario ad Avellino.Commentando la Parola pro-posta dalla liturgia, il vescovoha invitato alla riflessione sullafunzione degli angeli nellanostra vita e sul piano di Dioper noi, invitandoci alla spe-ranza e alla fede e ricordandoil rapporto privilegiato che Dio,attraverso figure come quelladi San Michele, ha con ognunodi noi e con tutta la Chiesa.“Gli angeli sono puri spiriti eper questo è difficile parlarne –ha esordito il vescovo - ma laparola di Dio ci da spazi di luce

per entrare nella loro spiritua-lità, nella missione che è stataloro affidata e nel disegno diDio, secondo il quale Cristo èrisorto perché potessimo pren-dere parte alla pienezza dellagloria, uniti già qui nel cammi-no della vita, nella speranzanel bene comune”. Ha poi con-tinuato suggerendo alcunispunti di meditazione: “Ilsignificato della figura di SanMichele può essere sintetizza-to in due azioni. La prima èquella di “difesa”. Il librodell’Apocalisse ci svela il sensodella Storia, ci dice che le real-tà negative sono destinate adessere superate: Lui ha vintogià ogni male; nel conflitto chec’è nella storia tra le potenzedella vita e quelle della morte,queste sono già sconfitte. Nelcanto dei redenti si legge cheora si è compiuta la salvezza.Dio, non solo ha deposto in noila speranza della fede per vin-

cere il male, ma ci ha donatoSan Michele, come angelocustode della chiesa, della col-lettività, di ciò che ci è comu-

ne nel nostro camminare insie-me verso la salvezza per scon-figgere il male. Per questo laPolizia di Stato lo ha sceltocome protettore. La seconda azione che è possi-bile associare alla figura del-l’arcangelo Michele è quella di“mediazione”. San Michele ècolui che presenta a Dio lanostra preghiera, per sostene-re il nostro rapporto con Lui,un rapporto che è sia indivi-duale che di tutta la Chiesa. Icieli si sono aperti e ora c’èuna comunione tra noi e Dio.Un principio fondamentaledella fede ci insegna che setutto fosse affidato alla nostravolontà per arrivare alla sal-vezza, questa non basterebbea salvarci. L’affidamento allapreghiera permette di vivere ilrapporto con Dio in tutte lerealtà della nostra vita”. In chiusura di celebrazione ilquestore di Avellino, SergioBracco, ha voluto spiegare ilmotivo della scelta dellaChiesa del SS. Rosario percelebrare la Festa della Polizianell’omaggio al Santo Patrono,

San Michele. “Sono ormai treanni che ci incontriamo in que-sta chiesa per celebrare laricorrenza del nostro patrono.La scelta non è stata casualeperché questa chiesa rappre-senta, per la sua posizione, ilcuore della città di Avellino.Ciò per ricordare che sono icittadini comuni i destinataridella nostra attività. Stiamoattraversando un periodo dicrisi e la vicinanza con centriad alto tasso di criminalità si fasentire anche a Avellino, per-ciò il nostro impegno è orien-tato quotidianamente a cerca-re di migliorare le condizioni disicurezza della nostra città”.Ha quindi ringraziato il nostrovescovo e tutte le autorità pre-senti alla cerimonia, soffer-mandosi sulla presenzadell’Associazione Pensionatidella Polizia di Stato, dei bam-bini del Convitto Nazionale esul servizio canoro con cui laCorale Duomo accompagna daanni queste celebrazioni.

Eleonora Davide

premio “don FerdinAndo renzuLLi”

Gent.mo,il 5 maggio abbiamo celebrato l’anniver-sario della morte del nostro caro fratelloFerdinando e annunciato l’organizzazionedi un iniziativa culturale pubblica cheintende ricordarlo ogni anno il 21 novem-bre, data della sua nascita.Il premio “don Ferdinando Renzulli” ha ilfine di conferire un riconoscimento a cit-tadini, associazioni ed enti del mondo: 1- sociale, 2 – culturale, artistico e dellascuola, 3 - comunicazione, 4 – sportivo,legati al territorio della Diocesi diAvellino, che si siano distinti nella propria

attività a favore delle comunità.Il premio ha come diffusione il sito www.caritasavellino.it dal quale si può scarica-re il regolamento e la modulistica necessaria per poter partecipare al concorso. Siamoconsapevoli che il tempo è tiranno e che mancano poco meno di 2 mesi alla data fis-sata per la premiazione; siamo convinti, però, dell’importanza dell’evento per ricorda-re il nostro maestro.Ti chiedo, in virtù della lunga esperienza culturale e pastorale che don Ferdinando hasviluppato nella nostra Diocesi, di dare ampia diffusione dell’iniziativa tramite il gior-nale diocesano, in modo da far partecipare chi è interessato al concorso. La commis-sione valutatrice accetterà richieste fino a domenica 11 novembre. Le domande pos-sono essere consegnate per posta o direttamente in Caritas diocesana.Ti ringrazio della collaborazione e saluto fraternamente.

Il Direttore p. t.

Carlo Mele

Domenica scorsa nella chiesa di Monteforte irpino, Angelo

Piciocchi e Maria Iannaccone, hanno coronato il loro sogno

d'amore unendosi in matrimonio. Ha officiato il rito religioso il

parroco monsignor Antonio Testa. Agli sposi, ai genitori e ai

familiari la direzione e la redazione di questo giornale formula-

no i migliori auguri per una vita serena e felice.

LLIIEETTEE NNOOTTIIZZIIEE

116 ottobre 2012il ponteil ponte

12 6 ottobre 2012 il ponteil ponte

CONCORSO

2012

136 ottobre 2012il ponteil ponte Cultura

Al via il Festival della Filosofia- Architetture del Vivente, Kermesse itinerante che attraverserà l’Irpinia dall’8 al 13 ottobre

redAzione CuLTurA, sporT e speTTACoLi

CoordinATriCe eleonora davide

[email protected]

Dall’8 al 13 ottobre l’Irpinia sarà loscenario del prestigioso Festival della

Filosofia – Architetture del vivente, realiz-zato con il Patrocinio della Provincia di

Avellino. Una filosofia non “d’accademia”ma calata nel suo spazio originario, quel-lo della polis, della città. Lezioni magi-strali, incontri/dibattiti sulle architetture

territoriali, tavole rotonde, eventi musi-cali, incontri con gli studenti (organizzatiin collaborazione con il Provveditoratoagli Studi di Avellino) saranno gli ingre-dienti principali del Festival.Non mancheranno le contaminazioni trafilosofia e altri linguaggi, che offriranno aipartecipanti numerosi spunti di riflessionee interrogativi su questioni di grandeattualità. Il festival sarà itinerante e, oltre che nelcapoluogo irpino, farà tappa anche inalcuni comuni della provincia :Castelvetere, Gesualdo, Lauro.Il tema prescelto, Architetture del viven-te , vuole porre l’attenzione sulla necessi-tà di ri-pensare il nostro rapporto conil corpo e con la vita, nelle sue diversedeclinazioni: filosofica, scientifica, artisti-ca, politica. Si vuole così superare la con-cezione classica, che considera il corpocome un organismo vivente a sé stante,per considerare, invece, ogni esserevivente sempre in relazione ad altro dasé. Le questioni fondanti riguarderanno,dunque, i concetti di esposizione, immu-nizzazione, fine vita, corpi ecotecnici:impianti, trapianti, fecondazioni artificiali.

In una espressione: "architetture delvivente, dismisure dell'essere". Lunedì 9 ottobre, presso la Sala Grasso diPalazzo Caracciolo, aprirà la kermesse unospite d’eccezione: Jean-Luc Nancy, unodegli esponenti più importanti e originalidel pensiero contemporaneo a livellointernazionale. I suoi lavori - rivolti per lopiù alle questioni della soggettività, dellacorporeità e della comunità - aprono unnuovo spazio filosofico, etico e politicoche si declina secondo un'ontologia del-l'essere finito.Il filosofo risponderà agli interventi sultema anche nella giornata del 9 ottobrepresso la sala conferenze dell’ex Carcereborbonico.Altro imperdibile momento della manife-stazione sarà giovedì 11 ottobre la Lectiomagistralis di Aldo Masullo, dal titolo“Pensare la vita”.Non mancheranno anche momenti musi-cali, con esecuzioni a tema di Luca dePrisco.L’intero programma della manifestazioneè consultabile sul sito del Festival dellaFilosofia www.festivalfilosofia.net

Il teatro “Carlo Gesualdo” annuncia l’ultimo grande concerto-evento dell’anno: Massimo Ranieri inscena con “Canto perché non so nuotare”. Lo spettacolo, portato in scena per la prima volta nel

febbraio del 2007, vanta ormai 500 repliche e 2 milioni di spettatori in tutto il Paese; esso consenti-rà di rivivere i momenti più intensi della carriera artistica e dell’esperienza di vita di Ranieri, sulle notedei suoi più grandi successi. Il gran galà avrà inizio il 31 dicembre alle ore 21.00; gli ospiti potrannoprendere parte al ricchissimo buffet, preparato dai migliori chef irpini. Luca Cipriano, presidente delTeatro, si dice convinto del successo che avrà l’iniziativa: ottima musica ed eccellente gastronomiaper vivere una esperienza unica. E’ il gran finale d’atto di un anno intenso e carico di soddisfazioniper Cipriano. “Oggi ho l’onore di essere tra i più giovani presidenti d’Italia a guidare un teatro pub-blico; un lavoro iniziato due anni fa con passione ed entusiasmo, affiancato giorno dopo giorno daiconsigli e dalla professionalità di una squadra di trentenni”, dichiara il presidente. Conclude: “Siamo,nel nostro piccolo, l’esempio dell’Irpinia che funziona, che crede in quello che fa, che trasforma i sogniin impresa, l’immateriale in concretezza. Il teatro è l’Irpinia da difendere, l’Irpinia in cui investire,l’Irpinia in cui continuare a credere”. Emerge la consapevolezza di avere operato bene, di aver rag-giunto ambiziosi obiettivi,di aver realizzato un progetto: promuovere la cultura teatrale in un territorio disabituato alla presen-za fisica di un teatro che sia parte integrante della vita della collettività.

Grazia De Girolamo

slalom a monteforte irpinoTra i monti che dividono Monteforte Irpino e Forino, sul tracciato delle Breccelle, si è tenuto,

domenica scorsa, il “Primo Slalom di Monteforte Irpino”. Questo evento motoristico ha riscos-so un vivo interesse nel pubblico. È evidente che non tutti hanno dimenticato cosa significhi quel-la strisca d’asfalto per noi avellinesi. Iltratto delle Breccelle è, infatti, un pic-colo pezzo, il più tecnico, dello storicocircuito “Principe di Piemonte”, che trail 1928 e il 1932 contava ben venticin-que chilometri di lunghezza, con unrettilineo che corrisponde all’odiernoCorso Vittorio Emanuele, lungo unchilometro e mezzo. Numeri che pochicircuiti vecchi e nuovi possono vanta-re. Il calibro dei piloti che sfrecciavanosu quelle strade polverose non era dameno, in quegli anni avremmo vistopassare l’Alfa Romeo della ScuderiaFerrari guidata dal leggendario Tazio Nuvolari. Negli anni Cinquanta le vetture sportive tornaronoa sfrecciare sul tracciato avellinese, e a questi eventi partecipò anche la prima donna ad aver corsoin Formula 1, Maria Teresa De Filippis. Nella storia più recente si sono susseguite varie cronosca-late e rally, ma i più significativi risalgono agli inizi degli anni Novanta, in cui partecipavano le velo-cissime Lancia Delta HF e Lancia Stratos, le regine dei rally. Tornando ai giorni nostri, domenica,le prime le vetture a partire sono state le piccole e agili vetture del Gruppo N, che si sono bendestreggiate tra i coni che erano stati posizionati in alcuni rettilinei; inoltre, queste vetture, per unocchio poco esperto, risultano molto simili alle utilitarie di tutti i giorni, ma le similitudini si ferma-no alla carrozzeria, è il caso di dire “lupi vestiti da agnelli”. E il rombo di scoppiettante di questi pic-coli bolidi ha scaldato l’atmosfera, divenuta ben più calda al passaggio delle gloriose Lancia sopra-citate e. a seguire, sono partite le velocissime P2, ossia dei prototipi da corsa, che spesso mon-tano dei motori motociclistici e consistono di telai leggerissimi. Il suono acutissimo di quest’ultimeha risuonato tra i colli montefortesi fino a pomeriggio inoltrato. E a rendere ancora più interessan-te l’esperienza, dopo la prima manche, molte Ferrari che partecipavano a un precedente radunohanno percorso con eleganza il tracciato, e tra le tante Rosse era presenta anche un esemplaredella mitica F40.

Flavio Uccello

AVELLINO, AL CENTRO DEL PANORAMA fILOSOfICO INTERNAZIONALE

sipArio

rAnieri AL “gesuALdo” per LA noTTe di sAn siLVesTro

Acura di Claudio Taccucci è stato pubblicato un interessante volumededicato a “Ricciardetto”, il giornalista avellinese Augusto Guerriero,

personaggio, che se vogliamo, è stato dimenticato per un certo perio-do. L’autore, non a caso, ha dedicato alcuni anni a studiare l’opera delGuerriero e, nel contempo, raccogliere testimonianze da parte di perso-ne che hanno vissuto con lui o che lo hanno conosciuto. Infatti, ClaudioTaccucci, nella prefazione, fa presente “che si è limitato a riportare insintesi il lavoro del grande giornalista e scrittore. Guerriero mirava all’es-senziale e ho qui raccolto l’essenziale dell’essenziale”. Ricciardetto èstato un grande giornalista e ha vissuto gli eventi mondiali di un secoloe i nostri guai: da Mussolini a Berlusconi. Egli è stato un giornalista indi-pendente, che nella sua lunga carriera ha scritto anche su giornali conorientamento politico diverso dal suo. Egli affermava: “rispondo di quel-lo che scrivo, non di dove lo scrivo”.Due, infatti, sono le ragioni che hanno spinto l’autore a portare a termi-ne questo suo lavoro. La prima per un debito di riconoscenza verso un

Maestro di cultura e di insegnamento etico e spirituale. La seconda è quella di aver constatato, con indi-gnata sorpresa, che Guerriero è stato censurato e dimenticato dai suoi colleghi, in particolare da quel-li che gli dovevano gratitudine.Ricciardetto, “l’uomo che zittì i Tromboni”, come osava definirlo Indro Montanelli, nacque ad Avellino il16 agosto 1893 in una famiglia non ricca, ma di agiata e colta borghesia. Si laureò nel 1920 inGiurisprudenza presso l’Università di Napoli. Entrò nella Pubblica Amministrazione come funzionariopresso il Ministero delle Colonie e successivamente presso la Corte dei Conti. La sua passione per il gior-nalismo iniziò presso “Il Mattino” di Napoli. Dopo una breve permanenza in Libia, incominciò a frequen-tare punti d’incontro e ritrovi dove riprese la sua attività giornalistica. Infatti, curò la rubrica di costumesul settimanale “Marc’Aurelio”. Quando Longanesi fondò “Omnibus”, il primo rotocalco italiano, propo-se ad Augusto Guerriero la rubrica di politica estera. E fu proprio durante questo periodo che nacquelo pseudonimo di “Ricciardetto”, con il quale passò alla storia del giornalismo. Egli fu un lucido commen-tatore di politica estera. Era un liberal-conservatore che col regine andava in alcune cose d’accordo, mane rifiutava il conformismo, la retorica nazional-populista e, politica estera, l’avventurismo.Collaborò a“Oggi”, a “Il Mondo”, all’”Espresso” ed infine al “Corriere della Sera”. Alcuni suoi articoli furono pubbli-cati in due volumi: “Guerra e dopoguerra” (1943) e “Tempo perduto” (1959).Il volume che comprende ben sessantasei capitoli (paragrafi), si spazia per un lungo arco di tempo,percorrendo la storia che ha caratterizzato gli anni che vanno dal fascismo fino ad alcuni decenni addie-tro, fatti descritti non per combinazione, ma per preparazione e intelligenza.L’autore mette in evidenza che nel periodo in cui visse Ricciardetto vi furono quattro momenti crucialidella nostra vita politica: 1) entrare in guerra nel 1915; 2) affidare il governo a Mussolini; 3) entrare inguerra nel 1940; 4) far entrare i socialisti al governo negli anni ’60 a quelle condizioni.Augusto Guerriero morì a Roma il 31 dicembre 1981.

Alfonso d’Andrea

CARLO PARENTE PRESENTA LA SUA RACCOLTA DI POESIE

“Mille alberi, sette fantasmi e un solo Dio” laraccolta di poesie di Carlo Parente, pediatracon l’interesse per la poesia attenta ai temiumanistici e della vita, è stata presentata aBenevento presso la libreria Luidig di corsoGaribaldi. Sono intervenuti, insieme all’autore,la scrittrice Gaetana Aufiero e GiovannaScuderi, editrice dell’opera. Una poesia quella di Parente il cui timbro ed ilcui ritmo ci riportano alla musicalità dei versi diMachado e di Neruda. Al Neruda dell’amore loavvicina infatti la sensualità presente in ungran numero di componimenti, una sorta diepigramma programmatico, nel quale il poetarivela, con la forza della giovinezza, il suo desi-derio di frustare la vita, di dominarla, di viver-la senza dolore per giungere infine alla scoper-ta di una natura altra da sé, nella quale si puòamare e vivere “senza parlare”.

una pubblicazione per ricordare il giornalistairpino Augusto guerriero “ricciardetto”

14 6 ottobre 2012 il ponteil ponte

passa... Tempo

soluzione della settimana precedente

La preparazione di un matrimonio è per glisposi un vero e proprio “terreno minato”

dove possono facilmente nascere litigi e incom-prensioni. Può capitare che la sposa abbia cartabianca perché il futuro marito sembra quasidisinteressarsene; più spesso gli sposi voglionocondividere ogni decisione ma i gusti non sem-pre combaciano: lui vuole una soluzione, lei nedesidera un’altra. E’ il principio della mediazio-ne e del compromesso. Come se non bastas-se, il tempo non è mai sufficiente: sempre dicorsa a dividersi tra il lavoro, la casa nuova daarredare, gli impegni familiari. L’aiuto di paren-ti e amici è più dannoso che utile: come posso-no due sposi scegliere liberamente se devonoaccontentare i futuri suoceri e i propri genitori?Proprio da queste considerazioni emerge il per-ché della nascita della professione dell’organiz-zatrice di matrimoni o wedding planner. Chidecide di mettersi in mano a una wedding plan-ner, capisce da subito il valore aggiunto di unservizio che può sembrare a prima vista acces-sorio: tutti i futuri sposi sono infatti in grado diorganizzare da soli il proprio matrimonio,soprattutto se si considera l’aiuto che zie,mamme e amici elargiscono durante tutti i pre-parativi. Farlo con l’aiuto di una wedding plan-ner costituisce un valore aggiunto e comportaindiscutibilmente dei vantaggi: in primo luogosi delegano ansie e stress. Proprio perchédiversamente coinvolta a livello emotivo, laprofessionista non patisce lo stress che natural-

mente accompagna l’organizzazione di unevento così importante. Prende le distanzedagli inconvenienti e affronta con raziocinioanche le situazioni più stressanti. Ha tutto sottocontrollo e aiuta gli sposi, grazie a una perfettaorganizzazione e nel rispetto delle tempistiche,ad arrivare al giorno tanto atteso senza averaccumulato ansie inutili; allo stesso modo sacome far risparmiare tempo prezioso etante energie. Grazie a una perfetta pianifica-zione degli incontri con i vari fornitori, la wed-ding planner aiuta gli sposi a scegliere concalma valutando soluzioni diverse senza arriva-re con l’acqua alla gola al giorno del matrimo-nio; grazie alla pianificazione del tempo adisposizione, una brava wedding planner farisparmiare anche denaro. L’AG Wedding & Communication di AngelaGenua si trova in Via Operai, 20 a Sturno (AV).www.weddingcommunication.it

Wedding pLAnner AnTi sTress

L’inTernAuTA - guida al web

piAzzA deL popoLo - un TuFFo neL pAssATo - di Antonietta Urciuoli

CHiesA di sAnTA mAriA deL CArmine

Il sisma del 23 novembre 1980 cancellò del tutto Piazza del Popolo. Con questanuova rubrica, intendiamo rievocare il ricordo di questa piazza con “Un tuffo nel pas-sato”, nella speranza che tanti avellinesi, nel rivedere i luoghi della propria infanzia,possano rivivere il proprio ieri, per ritrovare gli intramontabili valori del loro vissutoe della loro terra.Presso il “ Triggio “ esisteva una chiesa cinquecentesca, di patronato della famiglia Ruta, sotto iltitolo di Santa Maria del Monte Carmelo.La zona intorno a questa chiesa veniva quindi, usualmente chiamata “Carmine seu Triggio “ oppu-re “Triggio seu Borgo di Santa Maria del Carmine”.Quando, agli inizi del ‘600, i Caracciolo fecero costruire il complesso monastico con annessa chiesasotto il titolo di Santa Maria del Monte Carmelo, si ritrovarono nella stessa zona due chiese con lostesso nome. Nel tempo si affermò la consuetudine di indicare con il termine “Carmine” la zona per-tinente il monastero, mentre quella prossima alla chiesa cinquecentesca fu detta “ Triggio”. La chie-sa del Triggio, che in alcuni documenti del’600 viene ricordata anche con il termine “ Carminiello”(da non confondere con quella, omonima, dello Stretto) scomparve verso la fine del secolo XVII. Lachiesa di Santa Maria del Carmine fu inaugurata da Francesco Marino I Caracciolo e fu eletta dallasua famiglia a proprio luogo di culto e di sepoltura. In essa fu tumulato Camillo Caracciolo che avevainiziato la sua costruzione nel16o4, quando si spense il 12 dicembre 1617.Il monastero ad essa annesso aveva un bel pozzo seicentesco al centro del chiostro (demolito percostruire la nuova sede municipale). Francesco Marino curò l’abbellimento di questa chiesa.Sull’altare maggiore si può ammirare una lastra marmorea, attribuita al Fanzago (artista di spiccodella famiglia Caracciolo), che mostra Marino II in abiti guerreschi mentre svolge lo sguardo oran-te verso la Madonna col Bambino, cinta da una corona di cherubini. Di fronte a lui, un religioso, cer-tamente il fratello Marzio, fra’ Tommaso dell’ordine dei Teatini. Sopra a tutto, una Crocifissione,anch’essa in marmo. Una statua di Santa Teresa ricorda l’Ordine delle Carmelitane, che ne seguivano appunto la Regola.Che si trattasse della cappella gentilizia dei principi, dei quali ha conservato, gelosamente, i corpifino alla metà del secolo XIX, è inoltre testimoniato dalla grossa tela del soffitto, dipinta nel 1747 da

Angelo Maria Ricciardi, che rappresenta l’incoro-nazione della Vergine col principe Caracciolo e lasua corte.Presso questa chiesa il principe FrancescoMarino I Caracciolo si recò alla fine della trage-dia della peste, che colpì nel 1656 la Sardegna edilagò anche nel regno di Napoli colpendo ancheil Principato Ultra. Nell’estate di quell’anno l’epi-demia arrivò ad uccidere 25.000 persone in tuttii feudi dei Caracciolo compreso Avellino chedivenne “città- fantasma “.Gli storici riportano che il 9 dicembre 1656 “Sitrasferì con numeroso corteggio de’suoi familiarie vassalli, distribuiti in diverse carrozze, allaChiesa di Monasterio delle monache dellaMadonna del Carmine, fabbricato e donato dalPrincipe Camillo Caracciolo suo avo, superba-mente addobbata con suoi paramenti “.Qui il clero celebrò il Te Deum e, per rendere piùsolenne l’avvenimento, il principe accordò “altriatti di misericordia, di munificenza, e di letizia,facendo dispensare quantità considerevoli di

danaro per tutta la città a’ bisognosi, e distribuendo a centinaia di persone povere vestiti compe-tenti, con far sparare gran numero di mortaretti, accender lumi per la città e fuochi, e facendo altripubblici segni di allegrezza per tre sere “. Durante il sisma del 1980 la chiesa subì gravi danni fracui la distruzione dell’artistico soffitto del Ricciardi. Con gli anni è stata ristrutturata nel miglior modopossibile, impreziosita di numerose opere d’arte, alcune delle quali ancora presenti.Attualmente viene utilizzata per l’organizzazione di incontri, convegni e presentazioni di libri.È conosciuta .oggi, come “chiesa sconsacrata”e si celebrano matrimoni civili alla presenza del sin-daco Giuseppe Galasso.Grazie allo storico Andrea Massaro con la collaborazione di A. Forgione in questa chiesa fu espostauna interessante Mostra Foto Documentate Avellino’43 nell’anno 1995 che vide la partecipazionedi centinaia di persone.

Rubriche

156 ottobre 2012il ponteil ponte Rubriche

Numeri utiliEmergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015Ariano Irpino 0825871583Segnalazione GuastiEnel 8003500Alto Calore Servizi 3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

Farmacie di Turno

città di Avellino

dal 8 al 14 ottobre 2012servizio notturno

Farmacia LanzaraCorso Vittorio Emanuele

servizio continuativo

Farmacia SicaCorso Vittorio Emanuele

sabato pomeriggio e festivi

Farmacia AutolinoVia Amabile

Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica

notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino

inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

orArio sAnTe messe pArroCCHie AVeLLino

a cura di Fabrizio gambale

CHIESA ORARIO

Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 11.00Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00)Feriali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00 (19.00)

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00Feriali: 18.00

S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.30, 18.00 (18.30)Feriali:18.00 (18.30)

Chiesa dell'Adorazione perpetua

(Oblate)

Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. Antonio Feriali: 07.30Festive: 11.30

Fraz. ValleS. Maria Assunta in Cielo

Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30(Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe MoscatiCittà Ospedaliera

Festive: 10.00 Feriali: 17.00

Clinica Malzoni Festive: 08.00Feriali: 07.30

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

B A s K e T(A CURA DELLA REDAZIONE SPORTIVA)

E’ cominciato male, contro ogni aspettativa, il campionato di BASKET per la SIDIGASAvellino che ha subito una pesante sconfitta casalinga da parte della SUTORMontegranaro per 82 a 74, squadra modesta ma ben messa in campo da coach

Recalcati.La sconfitta, in sé per sé, famale non tanto per il risulta-to negativo ma per il giocoche non è stato affatto con-vincente con una cattivadifesa ed un attaccoalquanto confusionariodove Johnson è sembratospaesato e senza validipunti di riferimento. Dellasquadra si è salvato soloRichardson che è stato, inassoluto, il miglior realiz-zatore della serata ed ilredivivo Spinelli che, allasua maniera, ha cercato dicambiare volto alla partita.A tal proposito, già abbiamoavuto modo di anticipare che

il lavoro di coach Valli è oltremodo impegnativo nel trovare validi schemi di gioco permeglio valorizzare le potenzialità dei cestisti irpini che, almeno sulla carta, a vedere i nomi nonmancano.Ma ciò finora non si è ancora visto!Vogliamo credere, a quanto detto dallo stesso coach nel dopopartita, che la squadra è stata rin-novata completamente e, pertanto, non vi è ancora amalgama tra i vari giocatori e manca di quel-la cattiveria agonistica da mettere nel match.Speriamo che questo momento di assemblaggio duri poco affinchè la SIDIGAS Avellino possaesprimere in pieno i suoi valori praticando buon gioco per fare divertire la platea dei sostenitori.Stasera la SIDIGAS affronterà la CIMBERIO Varese, allenata dall’ex Vitucci, con la speranzache possa sfoderare una buona prestazione soprattutto nel gioco corale di squadra, anche conl’innesto di Hardy che ha ottenuto il visto per poter giocare e che è un valido punto di riferimen-to per tutti.A tanto sperano soprattutto i tifosi e la stessa dirigenza che in settimana, tramite il presidenteSampietro, ha avuto un duro confronto con la squadra.

eCoFLAsH neWs di Davide Martone

eCo-ediLiziA mAde in usAChicago potrebbe vedersi catapultata nel mondo dell'edilizia amica

dell'ambiente e fare da porta bandiera nel settore con un'idea fantasiosa

Gli architetti Danny Mui e Benjamin Sahagun hanno presentato il loro pro-getto per la costruzione di due torri definite Congress Gateway Towers nelquartiere più trafficato della città statunitense di Chicago, il CongressParkway Interchange. Si tratta di due torri, la cui particolarità risiederebbenel fatto che verrebbero costruite in modo da poter assorbire CO2 dall'ariadei dintorni per poi convertirla in ossigeno e produrre biofuel (fonte: gre-enstyle.it del 28 settembre).Il progetto sarebbe quello di dotare i due grattacieli di particolari filtri che

verrebbero utilizzati per intrappolare le molecole di gas. Una volta fatto ciò, il gas dovrebbe ali-mentare delle colonie di alghe che consentirebbero di convertire la CO2 in ossigeno e poi pro-durre biofuel per i residenti del complesso e dintorni. I materiali utilizzati nella costruzione delletorri porterebbero poi un doppio vantaggio che consisterebbe, in primo luogo, in un isolamen-to termico garantito dal doppio strato adottato. Secondariamente, un altro vantaggio sarebbeun isolamento acustico che riparerebbe i residenti dai rumori del traffico e delle attività dellametropoli. Il progetto prevede anche una parte didattica garantita dal fatto che i due impian-ti di filtraggio e di coltivazione delle alghe verrebbero situati in una struttura a vista da cuichiunque potrebbe dare un'occhiata e studiarne il funzionamento.All'interno delle torri verrebbe realizzato un parco macchine automatizzato dove i residentipotranno fare rifornimento con il biofuel prodotto sul posto (fonte: daily mail online del 27 set-tembre). Nella zona centrale di entrambe le costruzioni scorrerebbero degli ascensori, il cuiconsumo energetico – insieme a quello del resto delle apparecchiature – verrebbe ammortiz-zato grazie alla particolare forma delle prime. Forma che consentirebbe di massimizzare laventilazione e la luce naturale. Per unire i grattacieli si pensa poi di realizzare un ponte all'in-terno del quale verrebbe realizzato un ristorante pubblico con vista sull'intera ParkwayInterchange.Sul sito del progetto viene poi reso noto l'ormai non proprio nascosto scopo dell'intero proget-to, ovvero quello di ovviare al problema dell'inquinamento da anidride carbonica. Unn “proble-ma internazionale” che, soprattutto nella zona in questione, causa molti disagi, dovuti alle 77mila auto che ogni giorno la attraversano. Un problema appunto internazionale visto che –come viene detto anche sulla pagina web – la nostra atmosfera contiene circa 382 parti permilione di CO2 quando il limite massimo ammonta a 350.Chissà se questa idea, ancora in fase di studio da parte degli organi di governo cittadini, nonpossa far sì che Chicago diventi un esempio da seguire per le altre città, statunitensi e non.

Il cavaliere Antonio Severino, brigadiere della Polizia di Stato a riposo, si è spentolasciando il bagaglio di una vita di ricordi e di insegnamenti nelle mani dei figli Maurizioe Vincenzo e di quanti lo hanno amato. Il funerale, officiato da monsignor SergioMelillo, si è svolto nel Duomo di Avellino martedì scorso, ma Antonio sarà ricordatolunedì prossimo durante la Santa Messa che verrà celebrata nella Chiesa di Maria SSdi Montevergine, a rione Mazzini. La redazione de IL PONTE esprime la sua vicinanzaalla famiglia e, in particolare, al Maestro Maurizio Severino, organista della Cattedraledi Avellino e della Corale Duomo, per la dolorosa perdita.

NNEELLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREE

16 6 ottobre 2012 il ponteil ponte