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Il Cammino di Francesco e i borghi 2° Pacchetto turistico Rieti Santuario di Fonte Colombo - Contigliano Santuario di Fontecolombo (RI) Apertura: 7.00 - 18.00 Visite guidate: 8.30 - 12.00; 18.30 - 18.00 Sante Messe: Domenica e Festivi: 8.00; 10.30 Feriali: 7.30 Ingresso gratuito tel +39 0746 210125 fax +39 0746 210157 http://www.provincia.rieti.it/ http://www.camminodifrancesco.it/ Santuario di Fonte Colombo 1° GIORNO Visita al Centro Storico di Rieti: la Cattedrale e il Vescovado, il Teatro Flavio Vespasiano, la cinta muraria romana e medievale, Rieti sotterranea, il Ponte Romano Città principale della Sabina e capoluogo di provincia è situata a circa 400 m. s. m. Il nucleo primitivo della città si sviluppò su un'altura calcarea che ne rappresenta attualmente la parte più

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Il Cammino di Francesco e i borghi

2° Pacchetto turistico

Rieti – Santuario di Fonte Colombo - Contigliano

Santuario di Fontecolombo (RI) Apertura: 7.00 - 18.00 Visite guidate: 8.30 - 12.00; 18.30 - 18.00 Sante Messe: Domenica e Festivi: 8.00; 10.30 Feriali: 7.30 Ingresso gratuito

tel +39 0746 210125 fax +39 0746 210157

http://www.provincia.rieti.it/ http://www.camminodifrancesco.it/

Santuario di Fonte Colombo

1 ° G I O R N O

Visita al Centro Storico di Rieti: la Cattedrale e il Vescovado, il Teatro Flavio Vespasiano, la cinta

muraria romana e medievale, Rieti sotterranea, il Ponte Romano

Città principale della Sabina e capoluogo di provincia è situata a circa 400 m. s. m. Il nucleo

primitivo della città si sviluppò su un'altura calcarea che ne rappresenta attualmente la parte più

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elevata e centrale (intorno alla Piazza Vittorio Emanuele e al Teatro Comunale); questo nucleo

originario si è andatovia via ampliando per poi estendersi in varie direzioni. L'antica Reate fu una

delle più antiche e principali città dei Sabini. Non abbiamo notizie storiche della città prima della

conquista romana; nel 211 a. C. Annibale passò sotto le sue mura sulla via di Roma; nel 205 Reate

assieme con gli altri Sabini contribuì volontariamente ai rifornimenti di Scipione. Certamente fu

mantenuta al grado di prefettura fino al tempo augusteo; in tempi imperiali fu elevata tuttavia a

municipio, e sotto Vespasiano accolse un gran numero di veterani, senza avere però il titolo di

colonia. Di Reate furono originarî l'erudito Varrone e l'imperatore Vespasiano. Il fertilissimo

territorio reatino, bagnato dalle acque del Velino e dei suoi affluenti Turano e Salto, soggetto a lavori

idraulici per la regolazione dei corsi dei fiumi sino dalla conquista della Sabina da parte di M. Curio

Dentato, fu causa di gravi e secolari dispute fra la città e la vicina Interamna (Terni), dispute per le

quali una volta fu chiamato a patrono di Reate Cicerone, che difese la sua causa davanti agli arbitri

nominati dal Senato. Durante la dominazione dei Goti fu retta da un priore; dipese poi dal ducato di

Spoleto e fu sede di un importante gastaldato.

Nel sec. IX la devastarono i Saraceni. In quel secolo e fino alla prima metà del XII, Rieti è retta da un

conte. Nel 1149 la città patisce assedio e distruzione ad opera di Ruggero di Sicilia; in quel periodo si

colloca l'origine del comune (1171, prima menzione dei consoli). Nel 1198 Rieti fa atto di omaggio ad

Innocenzo III (creazione del podestà) e da allora in poi resta sempre fedele alla Chiesa, e più volte

sede e rifugio del papa. Durante il periodo avignonese subì in modo particolare le ingerenze dei

sovrani angioini, data la sua vicinanza al regno di Napoli, e fu travagliata dalle lotte di parte. Non

ebbe difficoltà a riaccostarsi alla Chiesa nel 1354, assoggettandosi al cardinale Alborno. Al tempo

della guerra degli Otto Santi, pur non abbandonando le parti del papa, si diede in signoria

temporanea a Cecco Alfani, la cui famiglia ebbe poi per vari decennî il predominio in Rieti. Rinaldo

Alfani è nominato da Martino V vicario, ma nel 1425 la potente famiglia è bandita. La storia di Rieti

non registra, da allora in poi, fatti di molto rilievo; la città appare spesso in contesa con le vicine

città abruzzesi per ragioni di confine, e con Terni a causa della Cascata delle Marmore. Nel 1798-99

Rieti fa parte del dipartimento del Clitunno; nel 1809-1814 di quello del Tronto ed è sottoprefettura.

Nel 1816 Pio VII la erige a capoluogo di delegazione. Da ricordare, nel 1821 la battaglia avvenuta al

Colle di Lesta fra il Pepe ed il Frimont; nel 1831 il vano assalto del Sercognani; nel 1860 (23

settembre) l'ingresso delle truppe italiane. Rieti viene allora assegnata alla provincia di Perugia (fino

al 1923), poi a quella di Roma, e nel 1927 diviene capoluogo di provincia.

Della Rieti romana rimangono pochi elementi .

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Sono avanzi di mura in via Pescheria, in via Roma, in via Pellicceria e altrove, da cui si può

ricostruire il tracciato della cinta romana. Altri avanzi cospicui di mura perimetrali di una vasta

costruzione furono trovati, recentemente, a circa quattro metri di profondità, nei lavori di

sbancamento compiuti sulla piazza Vittorio Emanuele e sono ancora visibili. Una costruzione

romana d'importanza notevole è il ponte sul Velino, che costituiva la parte terminale di un viadotto

ad archi rampanti che si svolgeva quasi in direzione dell'attuale via Roma terminando all'antica

porta romana. Alcune parti di questo viadotto si possono osservare in sotterranei di abitazioni lungo

la via Roma.

Tra le costruzioni medievali reatine, quella che domina il centro della vecchia Rieti, è tutto l'insieme

pittoresco, che va dalla torre campanaria del 1252, dalla cattedrale, dal palazzo papale, fino all'arco

di Bonifacio VIII. Del palazzo papale oggi sono restituiti alla luce i grandiosi portici a crociera del

1283.

La cattedrale fu iniziata nel 1109; nel 1157 fu consacrata la cripta che ancora si conserva integra,

mentre la chiesa superiore, terminata nel 1225, fu internamente modificata nel 1639 quando già, in

varî periodi precedenti, erano state aggiunte cappelle praticando aperture nelle due navate laterali.

Nella cappella di Santa Barbara, protettrice di Rieti (il cui corpo è venerato, in una bellissima urna

marmorea, nell'altare maggiore della cattedrale), la statua in marmo è su disegno del Bernini.

Una caratteristica notevole della città di Rieti è quella di avere ancora, quasi completa, la cinta delle

mura medievali, sia pure in varie parti restaurate più volte.

L'arte della rinascenza e l'arte barocca sono testimoniate nell'architettura di alcune chiese e in diversi

palazzi del centro storico. Palazzi degni di essere segnalati sono quello Vecchiarelli in Via Roma, di

Carlo Maderno, quello Vincentini (oggi palazzo del governo) con la pittoresca loggia del VIgnola

(sec. XVI), il palazzo Sanizi (oggi sede dei Tribunali), l'ex palazzo del Podestà (sec. XIV), ampliato e

modificato nel sec. XVII per la costruzione del primo seminario istituito nel mondo dopo il Concilio di

Trento, il palazzo comunale con la facciata principale del Brioni (sec. XVIII) con il fianco sulla Via

della Pescheria che rimonta al sec. XIII con aggiunte del sec. XVI. Non vanno poi dimenticate per il

particolare interesse alcune costruzioni medievali in Via S. Rufo, in via S. Carlo, in via Pellicceria.

S T R U T T U R E R I C E T T I V E

A L B E R G H I (€ 50,00 - € 100,00)

Grande Albergo Quattro Stagioni – Piazza Cesare Battisti, 14 – Rieti – 0746 271071 Hotel Cavour – Piazza Cavour 10 – Rieti – 0746 485252

Hotel Miramonti – Piazza Oberdan, 5 – Rieti – 0746 201333

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Park Hotel Villa Potenziani – Via San Mauro, 6 – Rieti – 0746 202765

Hotel Arcangelo – Via Vaiano, 52 – Vazie (Rieti) – 0746 220202

Hotel Blu – Via Salaria per l’Aquila, 52 – Rieti – 0746 203064 Hotel Valentino – Via Rieti, 9/13 – Vazia (Rieti) – 0746 220247

A G R I T U R I S M I

Campogelato – Via Campogelato, 4 – Rieti – 0746 754175 – 338 7677135

La Collina – Via Torretta, 142 – Rieti – 0746 481326 – 320 6204747 La Selva – Via Salaria per Roma 43/A – Rieti – 347 3209024 – 346 0438613

B & B

A casa di Gianna – Via Corsica, 16 – Vazia (RI) – 0746 220304 – 338 8187348

Camere della Piana – Via Torrente, 4 – Rieti – 327 0630428 Campoloniano – Via E.Pollastrini, 5 – Rieti – 0746 250638 -348/3803375

Casa Simonetti – Viale Maraini, 5 – Rieti – 0746 483396 - 340/0759816

Casale Giuseppina – Loc. Maglianello – Via Salaria per Roma, 75 – 0746 73017 - 333/2450828 Casale Paris – Via Comunali – Chiesa Nuova (RI) - 347 1739609

Castellani – Via Suor Carla Miglioli, 10 – Rieti – 0746 338 8286276

Centro D’Italia – Via F.lli Tizi, 21/c – Rieti – 338 6621120 – 338 1327907 Civico 27 – Via Paterno, 27 – Rieti – 320 0152886

Come a casa tua – Via Arco dei Ciechi – Rieti – 389 6638115 Da Egizia – Via Paterno, 14 – Rieti – 0746 484364 – 393 4721686

Dalì – Via Roma, 23 – Rieti - 329.0541665 - 329.9593372

Gli Abeti – Via A.Liberati, 73 – San Giovanni Reatino – Rieti - 0746 73282 Il Giardino di Mary – Vazia – Via Malfatti, 21 – Rieti – 0746 220811 – 339 7988732

La bifora del Medioevo – Via S.Agnese, 40 Rieti – 0746 200288 - 333/2944771

La camelia – Vicolo S.Anna, 21 – Rieti – 331 4400198 La fontana di Davide – Via Cantalice, 27 Rieti – 0746 221361 – 340 6967048

La spiga – Via Chiesa Nuova, 32/b – Rieti – 0746 491172 – 392 1604773

La terrazza fiorita – Via Pellicceria, 3 – Rieti – 0746 296949 – 347 7279591 La vela – Via Lazio, 2 – Vazia – Rieti – 0746 220220 - - 339/2301210

Little Moon – Via La Foresta, 23 – Rieti – 349 4788461

Luciana – Via Suor Carla Miglioli, 8 – Rieti – 0746 483701 – 338 8286276 Montegambero – Via Torretta, 15 – Rieti – 0746 201240 – 334 3651213

Palazzo Antico – Via Garibaldi, 89 – Rieti – 0746 271548 - 3355324004 Porta Conca – Via Bevilacqua, 20 – Rieti – 0746 203450 – 328 6545214

Porta Romana – Via Magliano Sabina, 23 – 0746 483836 – 340 4837037

Raggio di sole – Via Luigi Cipriani, 339 – Rieti – 0746 25843 - 338/6330072 San Martino – Via San Martino, 21 – Rieti – 0746 484689 - 393/293861

7Camini – Via 7Camini, 38 – Rieti - 347/8829498 - 347/4480900

Stella Polare – Via A.M.Ricci, 107 – Rieti – 338 6221120 Villa dell’Annunziata – Via Foresta, 26 – Rieti – 0746 259675 – 348 4982191

*Dati forniti da Confcommercio Rieti – 2014

2 ° G I O R N O Convento di Fonte Colombo (3 km da Rieti)

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Francesco ha molto amato questo luogo, affacciato sulla Valle reatina e denso di suggestioni. Appena giunto qui, ospite dei monaci di Farfa, ha trovato una minuscola cappella, dedicata a Santa Maria e detta della Maddalena. Varie volte era salito sul Monte Rainiero, da lui ribattezzato Fons columbarum, dalla fonte che è posta ai suoi piedi, e alla quale aveva visto abbeverarsi delle piccole colombe. Nel settembre del 1223, Francesco era salito a Fontecolombo con frate Leone ed altri compagni di viaggio. Proprio in questo periodo aveva lavorato alla stesura definitiva della Regola scritta per i suoi Frati, approvata il 29 novembre 1223 da papa Onorio III e ancor oggi valida per tutti i frati minori. Fontecolombo è testimone anche delle sofferenze e delle malattie di s. Francesco. Durante il soggiorno nel 1225, un anno prima della morte, Francesco fu convinto da frate Elia a lasciarsi operare agli occhi per una grave malattia che aveva contratto in Terra Santa. I frati fuggirono dalla stanza impressionati, mentre il medico affondava il ferro rovente dagli occhi fino alle orecchie. Si narra che Francesco non sentì dolore. Di grande pregio l’affresco della lunetta del portale del XV sec., che rappresenta al centro la Madonna con il Bambino ed ai lati s. Francesco e s. Ludovico di Tolosa. La chiesa fu costruita nella seconda metà del XIII sec., ingrandita nel XV, consacrata nel 1450 e dedicata a s. Francesco e a San Bernardino da Siena. Subito a destra c’è una scultura lignea del XVII sec. con San Francesco in meditazione ai piedi del Crocifisso. Poco oltre un’altra scultura rappresenta l’approvazione della Regola da parte di Cristo stesso, opera di fra Giovanni da Pisa (1645). Dietro l’altare originale risalente al sec. XV, il coro ligneo usato dai Frati per la preghiera in comune.

Una copia ingrandita del testo della Regola e una Madonna col Bambino della scuola di Antoniazzo Romano (sec. XV) recentemente restaurata, riempiono la parete sinistra. Le vetrate (1926), rappresentano episodi della vita di San Francesco. Uscendo dalla chiesa, oltre un cancello a sinistra, si scende verso il romitorio abitato da San Francesco e dai suoi primi compagni, dove il Santo subì l’operazione agli occhi; attiguo l’antico Convento del XV sec. Di fronte, subito dopo, la Cappella della Madonna detta della Maddalena, già esistente al tempo di San Francesco. Nell’angolo della finestra di sinistra il Tau segnato da San Francesco, già segno biblico di redenzione, usato dal Santo che in esso vedeva la croce di Cristo, come suo sigillo. Per una ripida scalinata si giunge al Sacro Speco, dove San Francesco ricevette, secondo la tradizione, la Regola dei Frati Minori.

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Ci si trova davanti alla Cappella di San Michele, l’Arcangelo tanto venerato dal Santo. Continuando la discesa, si entra in una fenditura della roccia dove San Francesco si immergeva nella intimità con Dio. Risalendo, arriviamo al luogo del leccio dove, secondo la tradizione, apparve Nostro Signore per confermare la Regola. Il Chiostro Il chiostro introduce ai vari ambienti della vita comunitaria dei frati, e che hanno subito rimaneggiamenti in epoche diverse. Sul lato più alto della costruzione si nota una sezione lasciata a pietre a “facciavista”, l’antica casa colonica che San Francesco trovò sul Monte Rainiero, insieme alla cappella della Madonna e al Romitorio.

3 ° G I O R N O Visita a Contigliano – Centro Storico – Abbazia San Pastore

Il semicerchio medioevale del paese di Contigliano domina da un colle tutta la valle reatina e si presenta come uno dei centri storici più suggestivi della Sabina. Molte pagine della sua storia restano ancora un mistero, a cominciare dal suo stesso nome che con molta probabilità deriva da QUINTILIANUM. Qui infatti sorgeva la villa di Marco Fabio Quintiliano, famoso retore ed oratore del I secolo d.c., amico personale e consigliere dell'imperatore Flavio Vespasiano originario della Sabina. Quando l'oratore si ritirò dal pubblico insegnamento visse nella propria tenuta, l’"ager Quintilianus" che a mano a mano si popolò e divenne centro insediativo e primo nucleo di quella che diverrà Contigliano, ipotesi avvalorata dal rinvenimento di molte testimonianze provenienti dall’Archivio della Cattedrale di Rieti e dai registri farfensi, ove Contigliano era indicato come "CASTRUM QUINTILIANI" o "QUINTILIANUM". Di un "castrum" si hanno tracce risalenti al IX secolo, anche se le prime cronache che danno notizia di un abitato fortificato risalgono al 1157.

Quindi Castrum Quintiliani sorgeva sul colle dove si trova oggi la parte più antica dell'abitato. Nel secolo XV Contigliano è il castello più importante del territorio grazie alla posizione strategica ed alla presenza di un vicariato. Le prime conferme di archivio sulla storia di Contigliano si attestano intorno all'VIII secolo, anche se in realtà la zona restituisce testimonianze archeologiche di epoca romana. Comunque siano andate le cose Contigliano per molto tempo fu un modesto villaggio di pastori e agricoltori che trovavano sostentamento dalle "terre aratoriae" sottratte al Lacus Velinus intorno al XII secolo grazie all’opera certosina dei Cistercensi che presso l’Abbazia di San Pastore sul territorio di Contigliano esercitavano la loro arte agraria. Con ogni probabilità sul finire dell'XI secolo, a seguito delle invasioni saracene la popolazione sparsa

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nelle campagne si organizzò in una comunità ristretta all’interno del castello turrito. Le incursioni dai territori limitrofi per conto degli Sforza, forse visti di buon grado dagli abitanti, non erano accettate da Rieti che rischiava di perdere anche i territori di Collebaccaro, Poggio Perugino e Cerchiara. A testimonianza del riconquistato dominio sottratto agli Sforza, Rieti pose a ricordo della vittoria uno stemma municipale tutt’ora visibile.

L’ambito castello venne tuttavia preso nuovamente d’assalto nel 1501 dai soldati di ventura di Vitellozzo Vitelli, servitore di Cesare Borgia, che ne espugnarono la roccaforte a seguito di una cruenta battaglia alla quale sopravvissero solo 90 persone. Ci vollero oltre cinquant'anni perché il paese potesse risollevarsi da questo drammatico evento, che comunque fu l'ultimo episodio sanguinario nella storia di questo affascinante borgo. Seguì un lungo periodo di pace e prosperità nel quale si definirono gli assetti politico-economici del territorio reatino. Nel 1817, posta sotto la delegazione di Rieti, Contigliano con i suoi 1282 abitanti, divenne sede del governatorato dal quale dipendevano i centri di Greccio, Monte S. Giovanni in Sabina, Cottanello, S. Elia, per una popolazione complessiva di 6941 abitanti. A quell'epoca Contigliano vantava la presenza di unità commerciali importanti per la comunità. L’esistenza di una struttura per la macellazione, di un forno, di una rivendita di prodotti di monopolio, della drogheria, del mulino e delle attività artigianali di base, della farmacia, di un presidio medico, dello studio notarile, di due maestri di scuola, di due posti gratuiti riservati presso il seminario di Rieti le conferivano il livello di una cittadina di tutto rispetto. Nell’ultimo secolo l’antica struttura turrita dominata dalla collegiata e dalle antiche residenze in

pietra, ha visto la formazione di nuovi nuclei abitativi nella parte bassa del declivio, fino all'attuale

conformazione.

S T R U T T U R E R I C E T T I V E

A L B E R G H I

Hotel Le Vigne – Via della Repubblica 14/b – Contigliano (RI) – 0746 707077

A G R I T U R I S M I

Il tranquillo casale sulle anse – Loc. Petracca – Contigliano (RI) – 0746 750638 – 338/9286497 – posti letto 5

Reopasto Petrarca SAS – Via Reopasto 37 – Contigliano (RI) – 0746 750269 – 393 9966859 – posti letto 3 San Pastore Srl – Loc. San Pastore – Via Terni 43 – Contigliano (RI) – 333 4214363 – [email protected]

B & B

Colle di Terria – Via Terria, 64 – Contigliano (RI) – 0746 753127 – 347 1940988

Da Luigi – Via Montisola, 92 – Contigliano (RI) – 0746 750572 - 338 9286497

Fonte del Pioppo – Loc. Montisola – Contigliano (RI) – 0746 706043 – 338 1587239

Il Girasole – Via Fonte Cerro Sud, 18 – Contigliano (RI) - 0746/706043– 338 4314327

La Villetta – Loc. Piani di Poggio Fidoni, Via Tancia 2 – Contigliano (RI) - 0746/210167

Le Rune – Via Campo Boario, 16 – Contigliano (RI) – 0746 706155

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Monticchiolo – Via Monticchiolo 2/c – Contigliano (RI) - 331 8677968 - 0746 707214

Al Casale da Chicca – Via San Francesco, 18 – Greccio (RI) – 0746 753088 – 339 4305241

Annamaria – Via dei Frati, 31/bis – Greccio (RI) – 0746 750419

Il Cammino – Via dei bifolchi, 22 – Greccio (RI) – 339 2279249

Il Cantico – Via dei Frati, 102 – Greccio (RI) - 0746/750053 - 328/9642274

L’Arca di Noè – Via Castellina, 1/3 – Greccio (RI) - 0746/753072 - 338/2813743

*Dati forniti da Confcommercio Rieti – 2014

L A S T O R I A D E L C A M M I N O Il Santuario di Greccio è uno dei quattro santuari eretti da San Francesco nella Valle reatina, insieme al

Santuario di Fonte Colombo, al Santuario della Foresta, e il convento di Poggio Bustone. E’ ubicato a circa

15 km dalla città di Rieti, ed è arroccato su un costone di roccia a circa 2 km dal borgo medievale di Greccio.

La Valle Santa fu, insieme ad Assisi e a La Verna una delle mete più importanti nella vita di San Francesco. In

questa terra oltre al Cantico delle Creature scrisse la Regola Francescana e a Greccio nel 1223 fece rivivere i

primo presepe cristiano. La collocazione del Santuario tra i boschi di leccio della media collina suscita

un’aspirazione alla solitudine ed a una rigorosa regola religiosa e di vita, le stesse che hanno guidato Francesco

a spogliarsi dei beni terreni per abbracciare i valori della Natura e del Creato. Monaco errante e caritativo, il

Santo si ritirava a pregare e dormire su un giaciglio di roccia viva e trascorreva la sua vita nel romitorio

roccioso in povertà e solitudine. Il suo esempio di comunicazione semplice lo portò ad allestire a Greccio nel

1223 la prima rappresentazione scenica vivente della nascita di Cristo nella notte di Natale. La leggenda

sull’accaduto, reale o scaturita da un racconto, narra che il bambinello, unico personaggio non vivente della

rievocazione, prese vita per tornare, poi, inanimato. In questo si cela il significato più elevato della cultura

francescana che instaura un rapporto diretto con il mondo e con Dio, ‘Colui che è’, creatura reale, compagno di

avventura del vivere umano, colui cui Francesco chiede consiglio e aiuto nelle sue decisioni sulla Regola.Le

ipotesi su come San Francesco abbia scelto questo luogo erto sulla valle si confondono e tra queste la più

suggestiva è sicuramente quella del bambino a cui il poverello di Assisi fece lanciare un tizzone che lanciato

come una saetta terminò il suo volo sulla parete rocciosa di un monticello di proprietà del Velita, un noto

feudatario del paese di Greccio. Sembra fu lo stesso Velita nel 1223 che spinse San Francesco a dare vita alla

rievocazione della natività così come è stata tramandata fino a noi. Da quel momento Greccio ed il suo

Santuario sono noti come luogo del primo presepe nel mondo.

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Nella grotta che accolse l’evento della natività, cui si giunge dopo aver percorso una lunga scalinata tagliata

sulla pietra, fu costruita una cappellina e sul masso roccioso che servì da mangiatoia un piccolo altare. Sul

fondo della cappella, al di sopra dell’altare c’è uno splendido affresco del 1400 di scuola Giottesca attribuita al

Maestro di Narni, che rappresenta la Natività di Betlemme su un lato e il Presepe di Greccio sull’altro.

Attraverso uno stretto corridoio si arriva all’interno del romitorio originariamente abitato dal Santo e dai primi

frati suoi seguaci. Si entra nel Refettorio nel quale è posto un piccolo lavatoio, un tratto di pavimento originale e

un caminetto restaurato. Accanto all’ingresso che conduce al primitivo dormitorio si osservano due affreschi del

sec. XVI. Percorrendo il lungo corridoio sul quale si affacciano le stanzette dove dormivano i frati si arriva in

quella dove Francesco dormiva sulla viva roccia. Il silenzio e la semplicità degli ambienti dà ancor oggi la

dimensione e il valore di una vita condotta secondo la regola dell’ordine. Segue lungo il percorso un piccolo

Coro ligneo del XVII secolo, un leggio, due aste di legno girevoli per sostenere il libro e la lanterna e un

crocifisso ligneo del XVIII secolo; sulle pareti un’immagine della Madonna addolorata della Scuola del

Sassoferrato (XVII sec.).

L’immagine-simbolo del Santo sofferente che si asciuga gli occhi, il cui originale è andato perduto (la copia

attuale risale al XIV secolo), evoca la grave infezione alla vista che lo affliggeva e che ha determinato

l’aggravarsi delle sue condizioni di salute negli ultimi anni di vita.

Nel piazzale esterno si trova la chiesa moderna adagiata con un fianco sulla roccia, eretta negli anni sessanta e

dedicata a Francesco ed alla Vergine Immacolata. All’interno due presepi di cui uno ligneo ed uno in terracotta.

Sul ballatoio sopraelevato e lungo il percorso di ingresso laterale una mostra permanente di presepi realizzati

manualmente e provenienti da tutto il mondo. Ovunque ricorrono le parole di un antico biografo: "Si onora ivi la

semplicità, si esalta la povertà, si loda l'umiltà e Greccio si trasforma in una nuova Betlemme".

Nel contesto paesaggistico del presepe di Greccio si colloca la Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile,

una riserva naturale regionale ricadente in un’area alluvionale di oltre 3.000 ettari compresa tra i monti reatini

(massiccio del Terminillo) e i monti sabini (catena che delimita il confine tra la sabina interna e la sabina

romana). Sul lato nord est si apre il teatro naturale delle Sorgenti di Santa Susanna, la cui portata di 5.000 litri

al secondo ne fa una delle più grandi d’Europa. In era quaternaria la piana era costituita da un solo grande

lago – il Lacus Velinus – alimentato dall’omonimo fiume, dal quale emergevano piccoli isole, in un paesaggio

caratterizzato da una folta vegetazione ripariale di alberi ed arbusti di grande importanza naturalistica. Le

acque del fiume contribuivano, con la loro azione di deposito calcareo, ad alzare un argine di contenimento in

prossimità della zona denominata, non a caso, ‘Marmore’, molto simile ad una diga naturale che lasciava

defluire discontinuamente le acque nella confinante valle del Nera determinando l’emersione parziale di lembi

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marginali di terra umidi e paludosi con tracce di insediamenti riconducibili alla fine dell’età del Bronzo ed alla

prima età del Ferro.

Nella contigua valle umbra il fiume Nera aveva determinato una costante attività erosiva causando una notevole

differenza di livello tra le due valli (quella a monte del Velino e quella sottostante del Nera) proprio in

prossimità delle Marmore, argine naturale dell’antico lago sul versante nord della piana.

Fino al III sec. a.Cr. il lago Velino non subì variazioni, fin quando il console Manio Curio Dentato fece aprire

un varco di defluizione nell’argine di travertino in prossimità delle Marmore per alleggerire il livello del

bacino. Alla parziale riduzione delle superfici lacustri corrispose un notevole impulso delle attività umane e

rurali. Si affaccia sull’area della piana reatina l’antica residenza di Quinto Assio menzionata da Marco

Terenzio Varrone in un dialogo con Appio Claudio nel corso del quale vengono poste a confronto le ville

reatine di Assio e quella romana di Appio Claudio. Altre notizie sulla villa che il senatore Quinto Assio

possedeva a nord-ovest della piana reatina giungono da Marco Tullio Cicerone frequentatore d’eccezione che

nel 54 a.C. venne chiamato a difesa dei reatini in una delle innumerevoli cause loro intentate dai cittadini di

Interamna (oggi Terni) a proposito della diatriba per

la “questione delle Marmore”.

La situazione relativa al regime delle acque non rimase costante nei secoli determinando nuovi impaludamenti

intorno al X e XIV secolo e modifiche all’assetto ambientale e insediativo del territorio sul quale si registra la

presenza dei Monaci Cistercensi di San Pastore nel XII secolo dediti alle coltivazioni e alla bonifica dei terreni

sottratti alle acque. Occorre giungere alla metà del XIII secolo perché si riaffermi la necessità di bonificare

nuovamente il comprensorio ancora soggetto a variazioni di livello del bacino. Le fonti riferiscono che i

collegamenti tra le località che affacciavano sul lago avvenivano spesso in barca, come riferisce il biografo

Tommaso da Celano sui trasferimenti che San Francesco effettuava per portarsi da un santuario all’altro.

La situazione relativa al livello delle acque sostanzialmente perdurò fino al XV secolo quando fu scavato un

canale sotto la signoria di Braccio Fortebracclo, capitano di ventura e signore dei territori di Rieti e Terni

assoggettati alla Chiesa. Un nuovo canale denominato ‘Cava paolina’ fu commissionato da Papa Paolo III, nel

1545, su opera di Antonio da Sangallo il Giovane. Su progetto di Giovanni Fontana nel XVI secolo fu ampliata

la cava curiana e costruito un ponte regolatore che come una valvola avrebbe permesso di regolare il deflusso

delle acque.

La defluizione delle acque nella piana sottostante ostacolava il corretto deflusso del Nera che spesso tracimava

inondando il territorio circostante. Ciò determinò un contenzioso tra le due popolazioni limitrofe che si videro

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costrette ad adire alle vie legali con l’intervento di Cicerone, noto avvocato del foro di Roma a difesa dei

reatini rei di aver determinato danni ingenti ai confinanti con l’opera di svuotamento del lago. Per ordine di

Papa Pio VI, nel 1787, l'architetto Andrea Vici operò direttamente sui balzi della cascata, dandole l'aspetto

attuale con un salto di 165 metri che fanno di Marmore la cascata più alta d’Europa, risolvendo finalmente la

maggior parte dei problemi.

Nel XIX secolo le acque della cascata cominciarono a essere utilizzate per la loro forza motrice. ln tempi

recenti è stata regolata definitivamente la portata del fiume Velino immagazzinando le acque dei suoi principali

affluenti Salto e Turano in serbatoi artificiali montani, formati con la costruzione di due dighe. Le migliorate

condizioni di salubrità hanno portato, sin dalla fine del '700, ad un notevole impulso dell'antropizzazione del

territorio, che oggi, con l'istituzione della Riserva dei laghi, trova la possibilità di essere salvaguardato da

future manomissioni a danno di un ambiente umido ed integro salvaguardato da una convenzione

internazionale. Si può avere l’idea della reale estensione del lago in epoca olocenica osservando la piana dal

Terminillo quando la nebbia ricolma l’intera zona allo stesso modo dell’antico Lacus Velinus dal quale

spuntavano, come isole, i rilievi di Montisola, colle San Balduino e San Pastore.

Oggi il paesaggio vegetale presenta rigogliose comunità di piante lacustri di salice bianco e nero, di pioppi

bianchi ed ontani, di canna palustre e ninfee. Le visite guidate prenotabili presso il Centro Visite di Ripasottile

conducono al birdwatching lungo i sentieri attrezzati dell’omonimo lago e consentono di osservare da vicino

molte specie stanziali o di passo che vi hanno trovato rifugio: folaghe, gallinelle d’acqua, svassi, garzette,

aironi cenerini e anatidi come l’alzavola, il germano reale, la moretta e la marzaiola. Tra le presenze più

discrete ed eccezionali il fenicottero. Usignoli di fiume, pendolini e cannaioli sono tessitori di artistici nidi tra i

rami dei salici. Presenza ormai costante quella dei cormorani appollaiati ad asciugarsi sui rami degli alberi.

Padroni di casa il falco di palude e il nibbio. Molti anche gli sport praticati all’aria aperta: dalla canoa lungo

il corso del Santa Susanna al volo a vela e parapendio sul campo di atterraggio ad est della riserva. Tanti

buoni motivi per visitare un luogo denso di storia, ricco di natura e santità.

P I A T T I T I P I C I

FARRO AL TARTUFO DI LEONESSA Ingredienti: 200 gr. di farro leonessano, 2 pomodori rossi, 1 cipolla, 1 patata, 3 etti di salsiccia, sedano, carota, sale. Soffriggere in poco olio di oliva la salsiccia tritata, la cipolla, il sedano e la carota. Aggiungere i pomodori e il sale facendo cuocere a fuoco moderato. In due litri d'acqua bollente versare il farro e il condimento soffritto girando frequentemente con un cucchiaio di legno per circa 40 minuti. A cottura ultimata cospargere il piatto di tartufo a volontà.

"STRENGOZZI" ALLA REATINA Pasta di farina, acqua e sale tirata al mattarello a sfoglia spessa e tagliata a strisce. Il sugo è preparato con grasso di prosciutto, 2 cucchiai d'olio di oliva, peperoncino rosso forte. Far soffriggere e, non appena rosolato, aggiungere dadini di prosciutto fresco (grasso e magro) e infine il pomodoro. Salare. Durante la cottura aggiungere piselli freschi.

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SPAGHETTI ALLA AMATRICIANA Ingredienti: guanciale, sale, pepe o peperoncino, pecorino. Si fa soffriggere il guanciale fino a renderlo molto rosolato, si aggiunge il pomodoro e si fa cuocere per circa 10 minuti aggiungendo pepe o peperoncino. Si cuociono gli spaghetti al dente e si condiscono con la salsa e con pecorino.

FREGNACCE "ALLA SABINESE" Pasta fatta in casa, tagliata a rombi e condita con spezie, olive nere, funghi, carciofini, aglio e pomodoro.

STRACCI DI ANTRODOCO Sottili frittatine a base di farina, acqua e uova, farcite con ripieno di carne, verdura tritata e formaggio grattugiato, quindi arrotolate, sovrapposte in più strati, cosparse di altro sugo di carne e formaggio e cotte in forno.

"FREGNACCE" ALLA CASTELNOVESE" Pasta di farina fatta con metà acqua e metà uova, (senza sale), tirata al mattarello a sfoglia spessa e tagliata a strisce larghe. Il sugo è preparato con un pesto di maggiorana, aglio e peperoncino rosso, il tutto soffritto in olio d'oliva di frantoio.

PORCHETTA DI POGGIO BUSTONE Maialino privato delle interiora e delle ossa, farcito con finocchi selvatici, aglio, lardo, fegato e cuore soffritti, tritati ed insaporiti con rosmarino, pepe, sale ed abbondante vino cotto, rosolato a fuoco, infilzato su uno spiedone o al forno, dentro una conca di quercia.

MINESTRONE DI FARRO Tagliare a striscioline 80 gr. di lardo e porre in una pentola di coccio con trito di salvia e rosmarino, 1 cipolla, 1 una carota, 1 zucchina, 1 patata, 1 gambo di sedano e 2 porri. Coprire con 2 litri d'acqua e aggiungere 2 dadi per brodo e 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro. Portare ad ebollizione e versare 200 gr. di farro; cuocere a fiamma moderata. A cottura ultimata servire con pepe, grana grattugiato e crostini strofinati d'aglio.

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CONTIGLIANO - PROCESSIONE CRISTO MORTO PASQUA

CONTIGLIANO MESE AGOSTO

RIETI MESE DICEMBRE

RIETI – MESE AGOSTO

RIETI MESE AGOSTO GIUGNO ANTONIANO STAGIONE DI PROSA INVERNALE

Sono state richieste informazioni a: Confcommercio Rieti, Comune Rieti – Proloco Rieti – Proloco Terminillo, Associazione

Anima e Acqua, Comune Contigliano – Proloco Contigliano, Comune Greccio – Proloco Greccio, Comune Labro – Proloco

Labro, Comune Rivodutri – Proloco Rivodutri, Comune Poggio Bustone – Proloco Poggio Bustone, Comune Cantalice –

Proloco Cantalice.

PRINCIPALI MANIFESTAZIONI CULTURALI E TURISTICHE