ic falcone copertino lacasasulgelso unico 2015 2016
DESCRIPTION
La casa sul Gelso" giornalino dell'istituto "magistrato Giovanni Falcone" di Copertino - numero unico 2015-2016TRANSCRIPT
Anno III, numero Unico, settembre 2015-giugno 2016 Nuova serie
SOMMARIO
Editoriale p. 1
Clil p. 2
Veliero parlante p. 4
Cittadinanza attiva p. 6
Lettere alla redazione p.10
Poetando p. 18
Anno III, numero Unico, settembre 2015-giugno 2016
Nuova serie
Abbiamo scritto i nostri 100 passi Le scuole della rete Il Veliero Parlante quest’anno,
nell’itinerario dell’educazione alla Cittadinanza, presentano
i piccoli passi verso la cittadinanza partendo dall’idea banale
che noi –la scuola-dobbiamo marcare i gesti corretti per renderli modelli di comportamento. Abbiamo
ragionato sulla matrice dei comportamenti mafiosi che ci pervadono -come popolo italiano e come
meridionali- e cercato le strade per riflettere con i ragazzi. Mi sembra che la scaturigine del fenomeno
possa essere ritrovabile nella leggerezza con cui si compiono i piccoli gesti illegali che non vengono
nemmeno rubricati come tali: tenere una matita che mi è capitata involontariamente tra le mani, non
rispettare la coda, scarabocchiare un banco, incidere la porta del bagno e così via…in un crescendo
lieve che arriva poi a farsi eleggere rappresentante di classe con doni e promesse, scopiazzare la veri-
fica, nascondere omertosamente il gesto brutto di un compagno, lasciare fuori posto un libro in biblio-
teca, mentire per guadagnare un niente.
Io credo che serva moltissimo operare secondo il principio della Memoria Operante, che vede nel ri-
cordo e nella commemorazione dei fatti della storia recente un senso solo se vi corrisponde un appro-
fondimento degli accadimenti di cui si parla e soprattutto un’azione. Per questo rinnoviamo le storie di
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato per far gemmare nelle menti dei nostri ragazzi
il bisogno di onestà, di collaborazione e di rispetto.
Noi a scuola accogliamo bambini e salutiamo giovani maggiorenni; prendiamo alunni e lanciamo allo
Stato e alla Vita cittadini e studenti, cioè persone che sono in grado di progettare un futuro sulla sola
logica dell’impegno e dello studio che non deve finire mai. Mai.
La mission della Scuola è questa. Insinuare la curiosità della Conoscenza come strategia per il perse-
guimento del successo personale che diventerà il successo della nostra Italia.
Non ci riusciamo sempre, perché troppo spesso indichiamo la Storia e ci perdiamo i dettagli delle sto-
rie. Ci convinciamo che noi non ci possiamo far nulla, che è tutto troppo grande per noi.
(Continua nell’ultima pagina)
Martedì 7 giugno 2016 la prof.ssa Maria Falcone,
sorella del magistrato, inaugurerà -nell’atrio della
nostra scuola- il busto di Giovanni Falcone; l’opera
artistica in bronzo è stata realizzata dal prof. Pla-
cido Calì
Pagina 4
La casa sul gelso
CLIL JOURNEY ACROSS
THE SOLAR SYSTEM This is Commander James KIRK speak-
ing.
Welcome aboard flight ABC for the
grand tour of the solar system.
We will be traveling so fast today
that our trip will only take about
an hour, yet the distance
We will travel will be nearly seven
billion miles….
MERCURY
Gee! It’s hot today!!!! Extremely
hot. It’s like an oven in here!
Don’t believe me? Try to stay
closer to the sun like I do!
I’m Mercury .......
No, no that one in the thermome-
ter....! It looks pretty in its
shiny, fast moving liquid form. It
is also known as quicksilver for
its mobility
No, no the messenger to the
gods....!
The roman Mercury had wings on his
helmet and shoes. He could travel
very quickly from place to place.
That’s how I got this name.
I’m the planet, yes the planet.
I’ve got a lot of colours but my fa-
vourite is red.
I go around the sun the fastest of
all the planets.
That’s why I have no moons.... ...no
one can reach me.
Bye bye!
A cura degli alunni della classe 3^B
Sc. Sec.
Mercurio è un pianeta ma… è an-
che uno dei personaggi creato
dagli alunni della classe 3^B
all’interno dell’Unità di ap-
prendimento CLIL sul Sistema
Solare.
“JOURNEY ACROSS THE SOLAR
SYSTEM” è il prodotto finale,
rappresentazione teatrale in
chiave ironica che sintetizza
le caratteristiche salienti di
ogni pianeta del sistema sola-
re, attraverso la recitazione e
la mimica dei testi scritti in
lingua inglese e accompagnati
da brani musicali scelti tra
quelli più conosciuti.
Pagina 5
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
Pagina 6
La casa sul gelso
IL VELIERO
PARLANTE
Sulle orme della legalità
Nel corso delle attività del laboratorio di manipolazione abbiamo attivato
tutte le competenze acquisite dagli alunni, nel corso degli anni, ed in parti-
colar modo abbiamo “utilizzato” la loro esperienza di navigatori telematici
per “ricercare” idee per il nostro progetto sulla legalità.
Tra le letture che abbiamo effettuato in rete, un brano di Isaac Newton ci
ha particolarmente colpiti, tanto da estrapolarne una frase che è servita da guida alla nostra idea sui
100 passi.
Nel testo, lo scenziato, così scriveva: «Se ho visto più lontano è perché stavo sulle spalle di giganti».
Camminare sulle spalle dei grandi che hanno fatto la storia dell’arte, della letteratura, della scienza,
dell’economia e delle arti in generale ci ha entusiasmati. Ma ciò che ha maggiormente ispirato la no-
stra fantasia è stata la riflessione, giunta quasi come una illuminazione… come quando si accente in
testa una lampadina, che un nostro compagno ha comunicato mentre realizzavamo un brainstor-
ming: “Newton ha camminato sui passi dei giganti… se avesse passeggiato in riva al mare, sulla
spiaggia, le sue impronte si sarebbero dovute imprimere con maggiore evindenza, dato il peso soste-
nuto?! Perché non lasciamo anche noi le nostre impronte? In fondo nelle attività che stiamo svolgen-
do quest’anno anche noi siamo aiutati dai “giganti” che hanno lotatto contro la mafia ed a favore
della legalità!”
Questa bella e spontanea riflessione ci ha condotto a implementare il progetto nel modo seguente:
- per poter fissare bene l’orma del piede dei nostri ragazzi abbiamo utilizzato l’argilla, un materiale
facilmente lavorabile e di non difficile reperimento;
- abbiamo pensato di realizzare una installazione creando un apposito pannello in argilla di forma
circolare; lungo l’intero perimetro del cerchio verranno creati dei passi con “mattoncini” di argilla;
- formelle perimetrali conterranno l'impronta impressa dai ragazzi;
- la parte interna verrà sezionata a raggiera e in ogni “spicchio” verrà incisa una parola riferita al
tema della legalità: libertà, impegno, cura, pace, democrazia, giustizia, cittadinanza, rispetto, solida-
rietà, onestà, diritto. La scelta dei colori metterà maggiormente in risalto il tema trattato;
- il perimetro esterno rimarrà in terracotta proprio per evidenziare lo stretto legame tra l’uomo e
l'argilla, ma anche per sottolineare il nostro “passaggio” verso un cammino di legalità;
- le porzioni interne verranno ceramizzate utilizzando un ampio spettro di colori, in modo da mettere
in risalto la vita e l'energia delle parole incise.
L'installazione finale è prevista su una parete dove il pannello scultoreo si svilupperà nella parte bas-
sa con delle orme dipinte, le quali seguendo una direzione diversa andranno a formare una spirale
con al centro l’impronta di una mano, un elemento diverso, un elemento circondato, ma pur sempre
unico come noi.
A cura degli alunni del laboratorio di manipolazione
guidati dal prof. Placido Calì
Pagina 7
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
I ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Falcone
di Copertino e delle classi terze dell’Istituto Galateo di Lecce, hanno preso parte ad
un’uscita didattica tra le compagne della città di Mesagne per visitare uno dei tanti terri-
tori confiscati alla Sacra Corona Unita. Questa giornata ha rappresentato il punto con-
clusivo di un progetto d’Istituto, LIBERA, che ha visto gli studenti protagonisti di nu-
merose attività a favore della legalità. I luoghi visitati sono ora gestiti dalla cooperativa
sociale Terre di Puglia – Libera Terra, fondata nel 2008 da giovani pugliesi con lo sco-
po di restituire nuova vita ai terreni e ai beni confiscati alle mafie, a partire dal territorio
di Brindisi .
Giunti alla Masseria Canali, i ragazzi hanno visitato i vari settori agricoli, in cui si colti-
vano grano, legumi, pomodori, olive e carciofi. I prodotti della terra e della fatica del
duro lavoro vengono immessi nel mercato nazionale, a perfetta dimostrazione di come
quest’associazione dia il suo grande contributo per recuperare e ‘’salvare’’ il nostro ter-
ritorio dall’economia illegale.
Sotto la guida attenta dei professori, dei dirigenti e della guida del posto, i ragazzi si so-
no recati in seguito al centro di Mesagne per far visita ad una delle sedi di Libera: vini,
marmellate e souvenir di ogni tipo sono stati esposti e messi in vendita. La guida ha sot-
tolineato la provenienza di ogni prodotto e l’intitolazione di molti vini a grandi perso-
naggi, come il Negramaro a ‘’Renata Fonte’’ed il Primitivo ‘’Antò’’ ad Antonio Monti-
naro, uomo della scorta di Falcone.
Molto interessanti sono stati anche i dettagli forniti dalla guida circa l’associazione, i be-
ni confiscati e il processo di confisca.
I ragazzi hanno concluso la giornata facendo rientro a Copertino in tarda mattinata, sicu-
ramente carichi di ottimismo e di buoni propositi.
A cura della III A sc. sec.
Mesagne – 15 Febbraio 2016
Pagina 8
La casa sul gelso
UNA STORIA DI ORDINARIA “FOLLIA”
Pierpaolo era un ragazzo come tanti, aveva 11 anni e a giorni avrebbe inco-
minciato la scuola media in un altro istituto. Era eccitatissimo, perché sapeva
che avrebbe conosciuto nuovi compagni e avrebbe fatto nuove amicizie.
Iniziata la scuola, le professoresse lo fecero sedere tra due compagni che lui non
conosceva e che presto si sarebbero rivelati come bulli. Infatti, durante la ricre-
azione, molti compagni dicevano che era stato molto sfortunato a capitare in
quel posto, ma lui non capiva di cosa stessero parlando.
Ben presto Pierpaolo strinse amicizia con Luca, un altro compagno di classe,
con il quale si trovava molto bene.
Un giorno all’uscita della scuola, uno dei suoi vicini di banco, spinse Luca nella
siepe. Pierpaolo vide quello che era successo, corse subito verso il suo amico e
gli chiese -Cosa è successo? Perché ti ha spinto? - e Luca - Andrea e il suo amico
Mario, i tuoi vicini di banco, sono i bulli della scuola e per nostra sfortuna sono
capitati proprio nella nostra classe-.
Allora Pierpaolo pensò a tutti gli avvertimenti che gli altri compagni gli aveva-
no fatto i primi giorni di scuola ed ebbe tutto chiaro.
Il giorno seguente, appena entrò in classe, vide sul banco un foglietto con su
scritto -Troviamoci alle ore 13.30 dietro la scuola-. Pierpaolo si turbò molto ve-
dendo questo messaggio, ma curioso decise che sarebbe andato.
Per tutta la lezione non smise di pensare a quel foglietto e quando uscì, si recò
nel posto stabilito e vide Andrea e Mario appoggiati al muro che lo stavano a-
spettando. Appena si avvicinò immediatamente lo circondarono e, una volta
ciascuno, lo spinsero con forza verso il muro. Lui era talmente impaurito che
non ebbe alcuna reazione e andava di qua e di là come una marionetta. Poi Ma-
rio ad un tratto si fermò, perché aveva notato da lontano l’insegnante Lucia e lo
disse ad Andrea, e in un lampo se ne scapparono via. Pierpaolo, ancora scosso
per l’accaduto, rimase immobile fino a quando l’insegnante Lucia, passandogli
accanto, gli diede una pacca sulla spalla e lui ripresosi se ne andò.
Da allora, ogni volta che Pierpaolo andava in bagno e incontrava i bulli, questi
lo deridevano e spesso lo picchiavano.
Per più settimane non disse niente ai suoi genitori, ma alla fine non ce la fece
più e confessò tutto a sua madre che non gli credette, perché spesso scherzava e
raccontava bugie.
Un giorno però, il ragazzo, tornò a casa con l’occhio nero e sua madre si recò
dalla dirigente per raccontare i gravi avvenimenti. La preside rimase senza pa-
role, ma pensò che bisognava avere delle prove inconfutabili.
Continua nella pagina successiva
Pagina 9
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
Cittadinanza
attiva
Dalla pagina precedente
Allora decisero che un collaboratore scolastico avrebbe seguito con discrezione
i due ragazzi ogni volta che si sarebbero recati nei bagni. La mattina successi-
va,i bulli stavano iniziando a picchiarlo, quando il collaboratore scolastico, en-
trando, lo salvò. In seguito fu avvisata la dirigente che, con la testimonianza
del collaboratore, convocò le mamme di Andrea e Mario e disse loro che erano
sospesi dalle lezioni scolastiche.
Ora Pierpaolo poteva andare a scuola felice e senza più la paura di essere pic-
chiato.
Alessio De Pascalis I B sc. sec.
La verità di Seydou
Era l’undici settembre del 2010, quando al telegiornale diedero la
notizia di un bambino senegalese, che aveva perso i genitori durante un imbarco verso l’Italia. Il bambino si chiamava Seydou e, rimasto orfano, fu adottato da una famiglia italiana.
Venne iscritto in una scuola al cen-tro di Napoli frequentata anche da altri bambini stranieri. Il primo giorno, Seydou era molto in ansia perché non conosceva nessu-no e per lui tutto era nuovo. I geni-
tori gli dissero che non doveva pre-occuparsi, perché avrebbe sicura-mente fatto nuove amicizie e tutto sarebbe andato per il meglio. Ma non andò proprio così…
All’uscita di quel primo giorno, un
gruppo di ragazzini si avvicinò a lui strattonandolo e prendendolo in giro. Lui spaventato decise di te-nersi tutto per sé. Il giorno dopo, alla ricreazione, lo seguirono, gli strapparono dalle
mani la merenda, minacciandolo e obbligandolo a svolgere i loro com-piti. Questi ricatti continuarono per un paio di settimane, finché Seydou, stufo di essere preso in giro e mal-
trattato, un giorno disse di “NO” a tutte le loro assurde e prepotenti richieste e aggiunse che lo avrebbe detto alla maestra. I bulletti, furbescamente, anticipa-r o n o S e y d o u a n d a n d o
dall’insegnante a raccontare che da tempo subivano angherie da parte del nuovo compagno, che li avrebbe minacciati di botte e li a-vrebbe costretti a svolgere i suoi compiti. L’insegnante, sorpresa ed
amareggiata dal comportamento di Seydou, decise di chiamare i suoi genitori per capire cosa stesse suc-cedendo al ragazzo.
(continua nella pagina successiva)
Pagina 10
La casa sul gelso
(… dalla pagina precedente)
All’arrivo dei genitori, l’insegnante rac-
contò loro l’accaduto. Sorpresi e molto
dispiaciuti, non riuscivano a spiegarsi
tale atteggiamento; continuavano a so-
stenere che Saydou era un bimbo buo-
no e rispettoso e che mai avrebbe fatto
cose simili. In verità tutto ciò pareva
strano anche alla maestra, allora, ge-
nitori e docente decisero di capire bene
la situazione e di parlare col ragazzo.
La madre, però, impaziente,arrivata a
casa affrontò subito Saydou- Figliolo-
disse -cosa sta succedendo? Perché
tratti male i tuoi nuovi compagni?-Il
ragazzo, preso di sorpresa, scoppiò a
piangere e disse -Mamma, mi sento o-
diato da tutti, non è vero che sono tut-
ti bravi, alcuni ragazzi della mia classe
mi maltrattano, mi obbligano a fare i
compiti per loro e tutti i giorni mi ru-
bano la merenda che mi prepari. Ho
paura! Ho tanta paura!-.
Il padre, che aveva capito subito qual
era la verità, lo abbracciò forte per ras-
sicurarlo e gli disse di stare tranquillo.
Che avrebbe pensato lui a sistemare la
faccenda.
Dopo aver messo a letto Seydou, i ge-
nitori si misero a parlare dell’accaduto
e capirono che dovevano aiutare il fi-
glio ad uscire da questa brutta vicen-
da. La situazione era molto delicata,
tutto contribuiva a far crescere
l’amarezza di Seydou, così decisero che
avrebbero cambiato scuola e anche pa-
ese. Il giorno seguente, appena alzati,
comunicarono le loro intenzioni a Se-
ydou, ma lui non ne volle sapere.
Disse loro che la notte lo aveva fatto ri-
flettere, prendere coraggio, aveva capito
che doveva affrontare tutto ed era sba-
gliato scappare.
Così fece. Arrivò a scuola deciso, doveva
far uscire i bulli allo scoperto, ma non
sapeva come fare. Entrando in classe,
però vide scritto sulla lavagna: “SCRIVI
UN TEMA SULLA TUA STORIA PERSO-
NALE.”Non credeva ai suoi occhi! Pensò-
Ecco come farò!!! Scriverò tutto nel tema-
.
Con gli occhi pieni di lacrime, ripensando
alla sua storia, si fece forza e scrisse su
un foglio tutto ciò che gli era accaduto.
Dopo la ricreazione, l’insegnante iniziò la
correzione dei testi. Dopo aver letto quel-
lo di Seydou si commosse così tanto che
lo chiamò perché lo leggesse lui stesso
alla classe. Un silenzio magico avvolse
l’aula, tutti ascoltarono, pensando a
quanto poco sensibili erano stati a non
accorgersi del grande disagio che stava
vivendo.
Il gruppo di ragazzi che lo prendeva in
giro, ascoltandolo, ripensò alle azioni
commesse, si pentì e si scusò con Se-
ydou dicendo la verità alla maestra.
Lui era soddisfatto e fiero di avercela fat-
ta, d’aver fatto trionfare la verità e non la
paura. Li perdonò e da quel momento di-
ventarono amici.
Quello che è accaduto a Seydou può suc-
cedere a ognuno di noi, la soluzione è:
NON AVERE MAI PAURA DI DIRE LA VE-
RITÀ.
Maria Stella Leo, Letizia Caracciolo,Sara Nestola I B
Pagina 11
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
Intervista “fantastica” ...
...al PROFESSORE CALO’, UN ESEMPIO DA IMITARE.
Siamo appena giunte a Povegliano in provincia di Treviso, ci attende a casa, per l’intervista, il professore
Antonio Silvio Calò, da noi definito un esempio da imitare. Capirete il perché.
Siamo emozionate, è il nostro primo servizio per il giornale della nostra scuola, ma la scelta dell’argomento
è vincente, ne siamo sicure, come lo è questo professore di storia e filosofia, conosciutissimo a Treviso e
non solo.
Antonio Silvio Calò, in accordo con la famiglia, ha deciso di aprire le porte di casa sua a un gruppo di pro-
fughi, in tutto sei, giunti a Treviso dopo essere sbarcati a Lampedusa.
Ci riceve nel soggiorno e ciò che ci colpisce è proprio la normalità della sua casa, quella di un italiano qua-
lunque che, però, è stato capace di un gesto di grande civiltà e generosità.
Dopo le presentazioni iniziamo l’intervista, ma la prima domanda è sua, ci chiede chi ci abbia parlato di lui.
Rispondiamo che in classe, durante l’ora di cittadinanza, la professoressa di lettere, menzionando alcuni
esempi positivi per noi ragazzi, aveva fatto il suo nome.
Schivo e intimidito più che compiaciuto, si lascia intervistare.
D. E’ stata solo una sua scelta quella di ospitare in casa un gruppo di profughi?
R. Naturalmente no, la decisione è stata condivisa con la mia famiglia.
D. Come mai una scelta così coraggiosa?
R. L’idea mi è venuta dopo aver visto le tristi vicende dei profughi in televisione. Ne ho parlato con mia
moglie Nicoletta e con i miei quattro figli e abbiamo deciso che dovevamo dare un aiuto come cittadini di
uno Stato e come credenti. Inoltre abbiamo pensato che questa potesse essere una testimonianza, quella che
con piccoli gesti si possono fare grandi cose. E voi, ragazzi, di questi esempi ne avete tanto bisogno.
D. Lei insegna e sappiamo anche sua moglie, chi si è occupato dei migranti?
R. Ho assunto una signora disoccupata che li ha accuditi in nostra assenza e alla quale ho garantito uno sti-
pendio utilizzando il contributo governativo ricevuto a sostegno del mio gesto.
D. I profughi come hanno reagito dinanzi a tanta ospitalità?
R. Che dire, abbiamo fatto di tutto per farli sentire in famiglia, una meravigliosa famiglia allargata. Uno di
loro, come ringraziamento per aver trovato casa in Italia, ha anticipato il ramadan di dieci giorni come of-
ferta ad Allah. Aggiungo che questi ragazzi hanno un profondo senso di gratitudine e di rispetto.
D. Qual è stato il più bel complimento che ha ricevuto?
R. Senza dubbio quello dei miei alunni che mi hanno detto che la meraviglia di tanti, per il mio gesto, per
loro era pura normalità.
D. Abbiamo letto che ha ricevuto un’importante onorificenza proprio dal Presidente della Repubblica, Ser-
gio Mattarella, come esempio di civiltà e generosità. Cosa ci racconta al riguardo?
R. L’emozione è stata tanta, ho ringraziato il Presidente sottolineando che l’esperienza vissuta mi ha dato
una grande spinta motivazionale, quella di credere ancora nel nostro Paese e negli italiani, capaci di tanta
umanità e civiltà.
D. Ha intenzione di ospitare altri profughi in seguito?
R. Certamente, è stata una straordinaria opportunità di arricchimento reciproco, aggiungo che sto lavorando
ad un progetto di inserimento degli immigrati qui a Treviso e provincia, per lo meno per coloro che non
hanno come destinazione altri paesi europei.
Terminata l’intervista il professore ci saluta con la stessa cordialità con cui ci ha accolte. Noi lo ringrazia-
mo per la sua disponibilità, ma soprattutto per la sua umanità a nome di Saiu, Mohamed, Tijian, Siaka, I-
brain, Said e tanti altri immigrati che come loro avranno la fortuna di conoscerlo e di poter condividere la
sua tavola e i suoi profondi valori umani.
Grazie professore!
Luisa Viva, Alice Fiorita, Daniela Venturi I B sc. sec.
Pagina 12
La casa sul gelso
A proposito di “corrispondenza”…
riceviamo e pubblichiamo
I bambini della scuola
dell’infanzia…
hanno scritto la loro “prima
lettera” alla nostra Dirigente
Scolastica!!!
Pagina 13
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
Pagina 14
La casa sul gelso
IL BULLISMO
Questo fenomeno è ormai allarme vero e anche un grave problema del
nostro tempo.
Articoli di giornale, reportage e documentari testimoniano fatti che la-
sciano senza parole. L’ultimo in ordine di tempo racconta di una ragazzi-
na sola e in lacrime seduta nella sua cameretta davanti a un foglio di car-
ta. Voleva scrivere il suo addio e buttare per aria i suo dodici anni. Secon-
do lei, sicuramente alcuni sarebbero stati felici e altri no. Dopo aver finito
di scrivere apre la finestra, si lancia nel vuoto e per fortuna rimbalza sul
telone di un bar sotto casa che attutisce la caduta. Dall’articolo che io ho
letto ho dedotto che:
Il bullismo è brutale: tutti coloro che lo attuano sono spietati con le lo-
ro “vittime”
Il bullismo è dolore: tutti coloro che ne sono vittime lentamente si
chiudono in un malessere a volte incurabile e irreversibile
Il bullismo è omertoso: spesso molti sanno e non denunciano per pau-
ra.
E’ importante che ognuno di noi, soprattutto a scuola, abbia sempre
il coraggio di denunciare, ascoltare, dialogare e rispettare.
Gaetano Giuseppe Verdesca II B sc. sec.
Pagina 15
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
…E se l’isola ci fosse?
Seconda stella a destra
Questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino
poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è.
…
Con questa strofa inizia la meravigliosa canzone di Bennato che abbiamo ascoltato in classe, durante una lezione sulla poesia. Eravamo tutti in silenzio, rapiti dalla musi-
ca e dalle parole, alle quali la nostra insegnante ha chiesto di dare un’interpretazione. Ebbene non è facile dare voce alle emozioni altrui, hai sempre
l’impressione di non essere all’altezza; ma su consiglio della professoressa, che ci ha rassicurato, spiegandoci che qualsiasi poeta, contemporaneo o d’altri tempi, mira a scatenare un turbinio di suggestioni che vanno individualmente interpretate, abbia-
mo dato voce alle nostre rifles- sioni. Iniziamo con la stella, che cam- peggia al centro del nostro ar-
ticolo e con la quale Benna- to dà avvio alla sua canzone. Per noi è una metafora, quella della LEGALITA’, perché seguen-
dola conduce in quest’isola che non c’è. Bennato incalza, continuando ad affermare che l’isola è solo un miraggio, una pazzia, non può esserci un posto al mondo
senza ladri e gendarmi, senza odio e violenza, armi e guer-ra, insomma forse è proprio l’isola che non c’è. E’ questo pur-
troppo corrisponde alla realtà, un mondo così non esiste. La televi-sione, i giornali, internet, riportano no- tizie di uccisioni, di disonestà, di prevari-
cazione, di intolleranza e disuguaglianze, dinanzi a tutto ciò anche noi restiamo iner-mi. Ma l’ultima strofa ci riempie di speranza…
…E ti prendono in giro
se continui a cercarla, ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te!
Ebbene sì, abbiamo colto appieno il messaggio di Bennato, per noi il pazzo è colui
che non crede che ci possa essere un futuro diverso, migliore. Siamo ancora piccoli ma iniziamo a capire che il mondo ha bisogno di noi, di una generazione diversa, che
percorra la strada dell’onestà, della legalità, declinata in tutte le sue sfaccetta-
ture. Solo credendoci fino in fondo in “quest’isola” e seguendo “la stella del mattino” possiamo sperare che tutto diventi realtà.
A cura della I B sc. sec.
Pagina 16
La casa sul gelso
Le classi seconde della sc. seconda-
r i a i n g i t a a M a t e r a !
Nel pomeriggio, la II B partecipa
all'evento finale del progetto
"Mission X - Train like an astro-
n a u t " p r e s s o i l C e n t r o
dell' Agenzia Spaziale Italiana di
Matera e incontrano l'astronau-
ta Luca Parmitano.
GIOCHI SPORTIVI STUDEN-
TESCHI - GARA REGIONALE
PESISTICA - 12/3/2016 Capur-
so (Ba).
Categoria femminile, prima
squadra classificata: ISTITUTO
COMPRENSIVO
"MAGISTRATO G. FALCO-
NE" – Copertino
Categoria maschile, prima squa-
dra classificata: ISTITUTO
COMPRENSIVO
"MAGISTRATO G. FALCO-
NE" - Copertino
Gli Apprendisti Ciceroni del
Comprensivo Falcone accolgo-
no al castello di Copertino
-Yasmin Darwich, Presidente
internazionale FIDAPA;
-Pia Petrucci, Presidente Nazio-
nale FIDAPA;
-Fiammetta Perrone, Presidente
Distretto Sud-Est
e le socie della locale sezione e
la loro Presidente Angela Lo-
muto.
Pagina 17
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
NON SOLO PAROLE PROGETTO INTERDISCIPLINARE SULLA
LINGUA DEI SEGNI
Hei! Se ti dico LIS cosa ti viene in mente?
Noooo! non è Lega Interplanetaria Stellare e
neanche Lotta Incondizionata Studenti.
La L.I.S. è la Lingua dei Segni Italiana, la lin-
gua cioè con cui comunicano i sordi.
E si, spesso ci dimentichiamo di loro. A scuola
impariamo Inglese e Francese perché ci sem-
bra normale studiare le lingue di altri cittadi-
ni europei, ma non sappiamo che ci sono tanti
italiani che non possono parlare e comunicano
con la LIS. Questa è una lingua che non ha
parole e perciò non si ascolta ma SI VEDE!
Grazie ai nostri professori abbiamo imparato
a presentarci e a salutare nella LIS, siamo
entrati nel mondo dei sordi vedendo film e
corti e leggendo racconti. Ma il momento più
emozionante è stata la testimonianza di Ma-
nuela e Sandra che sono due insegnanti sorde
di Ens (Ente Nazionale Sordi). Sono venute
nella nostra scuola e ci hanno raccontato con i
segni la “Parabola del ranocchio sordo”.
Noi abbiamo ricambiato cantando a paro-
le e a segni la canzone francese “Je vole”
tratta dal film “La famiglia Beliér” e poi
abbiamo mimato la “Parabola del ranoc-
chio sordo” attraverso le movenze del
corpo e la mimica facciale.
L’insegnamento più importante? IL PEG-
GIOR SORDO NON E’ COLUI CHE
NON SENTE CON LE ORECCHIE MA
COLUI CHE NON SENTE COL CUORE.
Nota a cura delle insegnanti: Il progetto inter-
disciplinare “LIS NON solo parole” ha coinvolto
le classi 1A,2C, 1D, con gli insegnanti di classe.
Ha avuto inizio nel mese di febbraio e si è pro-
tratto per il successivo mese di marzo. Sono
state scelte diverse attività per ciascuna disci-
plina. Lo SCOPO del progetto è stato
quello di far conoscere agli allievi una
diversa realtà, quella cioè di poter comu-
nicare senza le parole a cui i normodotati
sono abituati, ma con i gesti, con la mimi-
ca facciale, col la gestualità del corpo.
Gli studenti sono stati sollecitati alla ac-
cettazione e comprensione del diverso ai
fini dell’integrazione. Tuttavia, le compe-
tenze acquisite possono aprire ad altre
opportunità di studio e di lavoro.
Il prodotto finale consiste in un libro
che racconta il viaggio nell’integrazione.
Pagina 18
La casa sul gelso
Cari amici,
sono Miriam Marra e frequento la classe II C della scuola secon-
daria di I grado del nostro istituto. Vi scrivo per raccontarvi
della gara di pesistica tenutasi ad Arnesano a cui ho parteci-
pato il 21 novembre scorso,come rappresentante della nostra
scuola. Hanno gareggiato anche le scuole di Trepuzzi, Aradeo,
Monteroni, Grottaglie e Capurso. Le prove da affrontare erano di
due tipi: LO STRAPPO E LO SLANCIO.
Ho il piacere di annunciarvi che sono arrivata prima ad entram-
be le performance! Ero emozionatissima, ma avevo anche paura e
allo stesso stesso tempo ero nervosa, perché timorosa di non
riuscire a sollevare il bilanciere. La mia ansia si notava molto e
non mi permetteva di capire cosa stesse succedendo intorno a
me.
Sono riuscita a sollevare in tutte e tre le prove di strappo: in-
vece di 40 kg, 42kg, 43 kg sono riuscita a sollevare rispettiva-
mente 40 kg,45 kg e 47kg. Devo dire che i miei massimali sono 45
kg a strappo e 50 kg a slancio.
Vi racconto tutto ciò per dirvi che questo sport è bellissimo e
può dare un sacco di soddisfazioni. Inoltre, colgo l’occasione
per ringraziare di cuore tutti coloro che credono in me: i miei
amici, il mio “nipotino” Mattia,che mi stima e non mi fa mai man-
care il suo affetto, la mia famiglia e le mie professoresse, Lezzi
e Montefusco, che tanto mia hanno incoraggiata e spronata nei
momenti di sconforto e stanchezza. Un grazie particolare va al
mio splendido ed inimitabile allenatore Franco, che mi sopporta
e supporta ogni giorno durante gli allenamenti. Con affetto ed
entusiasmo
MIRIAM
Pagina 19
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
Copertino, 14/12/2015
Carissimi amici,
vi scriviamo per raccontarvi una bella esperienza che tre dei nostri
compagni hanno vissuto qualche mese fa durante una giornata scola-
stica speciale .
Sabato, 24 novembre, Marco, Priscilla e Cristina, sono andati ad un
supermercato di Copertino per raccogliere generi alimentari destinati
alla Caritas.
Appena arrivati si sono messi subito a lavoro, costruendo degli scato-
loni di cartone che pian piano venivano riempiti di prodotti donati da
tanta gente generosa .
Alle 10.30 avevano già imballato più di dieci pacchi.
I nostri amici sono rimasti stupiti per la generosità delle persone, an-
che di quelle che sembravano più modeste. I compagni hanno pensato
che nel nostro paese c’è tanta gente buona e sensibile ai problemi de-
gli altri .
Poi anche Marco ha comprato un pacco di riso e nel metterlo nello
scatolone si è sentito felice di aver contribuito ad aiutare una famiglia
bisognosa.
La giornata si è conclusa con la raccolta di trentasette pacchi pieni di
cibi vari.
Felici del risultato raggiunto, i ragazzi sono tornati a scuola.
Abbiamo voluto raccontarvi questa bellissima esperienza perché vo-
gliamo provarvi che oltre alla mafia e alle cattiverie, nel mondo ci so-
no ancora tanta bontà e tante persone che con la loro vita, quotidiana-
mente, combattono il malcostume e l’illegalità. Insieme si fanno gran-
di cose!
Saluti.
Pagina 20
La casa sul gelso
Laboratorio teatrale…
dove il prodotto finale
non è l’obiettivo rimario,
ma rappresenta l’esito visibile
di un percorso educativo
ed espressivo
Dal testo alla rappresentazione
“Il Barone Lamberto che visse due
volte” è il compimento di un per-
corso di lavoro
“nell’arte di recitare” insegnato ai
ragazzi delle classi quinte, ai picco-
li allievi della scuola dell’infanzia,
con il contributo di un gruppo
di alunni della scuola secondaria di
primo grado
La scuola
va a teatro...
col Barone...
Pagina 21
Numero Unico 2015/2016, nuova serie
MAMMA TI AMO HO UNA MAMMA DAVVERO SPECIALE, UNA COSI' NON SI PUO' FACILMENTE TROVARE. È UNA ROSA GRANDE PER ME, MAMMA TI VOGLIO BENE PERCHE': TI ABBRACCIO E TI COCCOLO QUANTO TUTTO IL MONDO E INSIEME FACCIAMO UN GIROTONDO. SEI UN ANGELO CADUTO DAL CIELO PER DARE LA PACE AL MONDO INTERO. ANDIAMO IN VACANZA DOVE VUOI TU, AL MARE,A NUOTARE A TESTA IN GIÙ. SEI UN FIORE CADUTO DALL'ALTO MAMMA TI VOGLIO BENE, TANTO TANTO!!!
CARLOTTA MARTINA GIADA DE MATTEIS III D
La mia Mamma
La mia mamma è generosa,
la mia mamma è affettuosa.
Lei si sveglia la mattina
per prepararmi la colazione sana e genuina.
A volte fa la cattiva,
ma in realtà è bella e viva.
Lei lavora ogni sera
ma è davvero un po’ severa.
Lei nella testa si sente volare,
come una rondine in riva al mare.
Michele Negri Alberto Corsaro III C
CHI È Chi è che lavora
senza sosta ogni ora?
E che fa le pulizie
senza aver aiuto dalle zie?
Che è dolce come una caramella
ed è molto bella?
Che è un angioletto
che sconfigge ogni diavoletto?
Che è riccia e divertente
come una bambina?
Certo, è la mia mammina!
Matteo Panzanaro III C
La mamma
La mia mamma è un diamante perchè il limite per arrabbiarsi è
molto distante. Ha la voce dell'usignolo
e non mi lascia mai da solo, non si arrende mai
è la mia mamma tu che ne sai, Mi bacia con tanto amore mentre passano le ore.
La mia mamma è molto carina, sembra quasi una bambina.
è una supereroina la mia cara mammina
Paolo Cirfera III D
La Casa sul Gelso
La versione sfogliabile del nostro giornalino
è disponibile sul sito:
www.comprensivofalconecopertino.it
IN REDAZIONE (Sc. Sec. di I grado)
MARULLO Mauro II A, REBOLDI Sergio III A, VIVA
Luisa I B, DE PASCALIS Alberto II B, MAZZOTTA
Francesco II B, VERDESCA Gaetano II B, DE PASCA-
LIS Lorenzo III B, CASTELLUZZO Sara III B, Martina
Sean III D, Raganato Edoardo II D, Raganato Sofia I D,
DIREZIONE
Prof.ssa CASTELLANO Ornella, Dirigente Scol.
COORDINAMENTO REDAZIONE/Cooperativa
Prof. Pietro MANCA
COLLABORATORI DI REDAZIONE
Prof.sse ANDRIANI Vincenza, ANNOSCIA Vanessa,
SFILIO Tiziana, CAIONE Anna Maria, LEZZI Roselli-
na, CONTE Marta, FONTE Simonetta,
Maestra GIANCANE Annapina,
ILLUSTRAZIONI
NESTOLA Jacopo III B, MIGLIACCIO Giorgio III B
(Sc. sec. di I grado)
… potete scriverci al seguente
indirizzo di posta elettronica:
(dalla prima pagina)
Non ci credo. Io credo che se si piantano i semi poi, prima o poi, le piante nasceranno. E credo nella bel-
lezza delle menti dei bambini e dei giovani che faranno il Domani.
Per questo abbiamo scritto i Passi verso la cittadinanza. Perché chi non ha ancora riflettuto sulle piccole
cose abbia degli esempi; vogliamo curare il male prevenendo il gesto inconsapevole e premiando le uni-
che cose che contano: l’impegno e l’onestà.
Il nostro progetto non finirà con la mostra del Veliero Parlante, nella sua settima edizione.
Il 23 maggio prenderemo i nostri 100 manifesti che rappresentano i nostri Passi e andremo a Palermo, in
un pullman popolato di dirigenti scolastici e donne e uomini delle Istituzioni che vorranno raccontare
con noi questa faccia pulita del Salento e della Puglia ed affermare con ciò l’essere cittadini.
Le scuole hanno lavorato e i Passi lo testimoniano. Per diffondere i germi matetici della nostra Costitu-
zione.
Ornella Castellano