i. siena tra etÀ romana e altomedioevo 1. l’ (i a.c.-v ... · de luca 1991, pp. 179-187 e...

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17 I. SIENA TRA ETÀ ROMANA E ALTOMEDIOEVO ce di frequentazione anche in aree più periferiche 6 . Alcune indicazioni sono poi riferibili alle necropoli: ritrovamenti di tombe e iscrizioni funerarie sono segnalati in Campansi, in Via Ricasoli 7 , in Via Don Minzoni 8 , in Via Tito Sarrocchi 9 e in via San Pie- tro 10 . Sicuramente vi era un impianto termale fuori dalla città, in località Pieve a Bozzone, come hanno dimostrato gli scavi condotti tra il 1896 ed il 1898 da Pietro Piccolomini ad est di Siena 11 . Ad uso ter- male doveva poi essere adibito anche l’edificio sco- perto a Vico Bello (3 km a nord di Siena) nel 1917, che risalirebbe al II secolo d.C. 12 . Il quadro fino ad ora tracciato può essere completa- to dalle ricostruzioni della topografia antica della città elaborate dal XV fino all’inizio del XX secolo d.C. 13 , in cui si definiscono grossomodo due model- li differenti di abitato urbano. In uno si attribuisce alla colonia di Sena Iulia una vasta area della futura città medievale, estesa oltre il colle del Duomo e quello di Castelvecchio, fino a via Montanini, a nord, e al vicolo del Vannello, ad est, con al centro Piazza del Campo come foro 14 ; le porte che segnavano il decumanus, ad est ed ovest, sarebbero state poste 1. L’ETÀ ROMANA (I a.C.-V secolo d.C.) Siena deve aver acquisito la cittadinanza romana grazie alla lex Iulia de Civitate ed essere stata ele- vata a municipio autonomo in base alla lex Cornelia di Cinna nell’87 a.C., per poi diventare colonia militare con il nome di Saena Iulia 1 . Quasi inconsistenti sono le notizie di età imperiale che riguardano la città ed i suoi abitanti: si tratta per lo più di modesti accenni delle fonti scritte e di alcuni testi epigrafici 2 , tra i quali compare quello datato al 394 d.C. da cui si desume che sul finire del IV secolo d.C. la città scarseggiava di acqua e che la munificienza di uno sconosciuto patrono ri- parò il difetto, provvedendo ai bisogni della popo- lazione e all’ornamento di Siena 3 . Se pochi sono i dati relativi alla struttura urbana de- sumibili dalle fonti scritte, alcune informazioni pos- sono essere ricavate passando in rassegna i ritrova- menti di vasellame e frammenti di strutture mura- rie, spesso comunque di difficile interpretazione, fatti in città, che sembrano indicare una concentrazione dell’abitato tra l’area di Castelvecchio 4 e quella di Santa Maria-Duomo 5 , sebbene non manchino trac- 1. Cfr. CRISTOFANI 1979, pp. 93-96. 2. Cfr. Tacito, Hist. IV, 45; CIL III, 5538; CIL VI, 2379a; CIL XIV, 172; CIL VII, 1345; CIL XI, 1803, 1805, 1806; CIL XI, a1807-1815; add. 7082-83). 3. Cfr. CIL VI, 1793. 4. Cfr. CRISTOFANI 1979, pp. 99 e 193, nn. 16, 19 e CARPELLINI 1868, p. 130 per Costa Larga e Via Tommaso Pendola; LUSINI 1921, p. 244, nota 2 e PAPI 1989 per Via Tito Sarrocchi e Via di Stalloreggi; CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 21 per Via di San Quirico; CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 17 per Via San Pietro. La frequentazione di epoca romana sembra poi estendersi anche ad ovest di Castelvecchio: cfr. CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 22 per Via Paolo Mascagni e Via delle Scuole, ora Via Ettore Bastianini; CRISTOFANI 1979, p. 194, n. 24 per Poggio Cardinale, presso il Laterino; per Palazzo dell’Arcivescovado cfr. CRISTOFANI 1979, p. 192, n. 13; BETTI 1994, per via San Marco, monete; infine per i rinvenimenti più recenti (vicolo del Contino, via di Stalloreggi) si cfr. PALLECCHI 2001-2003, pp. 328-332. 5. Cfr. DE LUCA 1991, pp. 179-187 e MILANESE 1991, pp. 364-365 per la zona sul fronte dell’Ospedale; CRISTOFANI 1979, pp. 113-114 e CAUSARANO, FRANCOVICH, VALENTI 2003, pp. 155-159 per l’area del Duomo; CRISTOFANI 1979, p. 192, n. 15 per Via del Capitano; CRISTOFANI 1979, p. 192, n. 14 per Via di Vallepiatta; CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 16 per Costa Larga; LUSINI 1921, p. 249, nota 1, per la Costaccia; PARENTI 1985, p. 57, per via di Stalloreggi; LEONCINI 1998, p. 20, nota 30 e BARBAGLI 2003 per via di Città; infine per i rinvenimenti più recenti (in via del Fosso di Sant’Ansano, Via Franciosa, per Piazza Jacopo della Quercia) si cfr. PALLECCHI 2001-2003, pp. 318-328. 6. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 194, n. 27 per l’area dell’Ospe- dale Achille Sclavo, fuori Porta Tufi; CRISTOFANI 1979, p. 194, n. 29 e p. 196, n. 30 per Via del Porrione e Via di Rialto, nel terzo di S. Martino; CRISTOFANI 1979, p. 196, n. 31 per Por- ta Romana; CRISTOFANI 1979, p. 191, n. 4 per l’ area attorno al Poggio dei Malvolti, Via del Cavallerizzo; CRISTOFANI 1979, p. 190, n. 3 per Via Pianigiani; CRISTOFANI 1979, p. 190, n. 2, per Piazzetta Pianigiani; CRISTOFANI 1979, p. 192, n. 11 per la località Palazzo dei Diavoli nel terzo di Camollia, poco a nord-ovest di Siena; infine per i rinvenimenti più recenti (via del Cavallerizzo, via Banchi di Sotto, via Simone Marti- ni) si cfr. PALLECCHI 2001-2003, pp. 332-338. 7. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 191, n. 7. 8. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 191, n. 8. 9. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 18. 10. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 17. 11. Cfr. PICCOLOMINI 1899: questa struttura, costruita in età Claudia, continuò ad essere frequentata almeno fino alla metà del IV secolo d.C., come indicano i rinvenimenti numismatici. 12. Cfr. CRISTOFANI 1979, pp. 103 e 188. 13. Su Siena romana cfr. Patrizi 1460 circa, BENVOGLIENTI 1509, Tizio, Gallacini, MALAVOLTI 1599; TOMMASI 1625; PIC- COLOMINI 1638; PECCI 1761; Macchi; REPETTI 1843; GIGLI 1854; BUONSIGNORI 1856; CARPELLINI 1868; ROSSI 1897; BARGAGLI PETRUCCI 1906; LUSINI 1921. 14. Cfr. GALLACINI; LUSINI 1921, pp. 244 ss.; ROSSI 1897, pp. 41-49. © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale

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I. SIENA TRA ETÀ ROMANA E ALTOMEDIOEVO

ce di frequentazione anche in aree più periferiche6.Alcune indicazioni sono poi riferibili alle necropoli:ritrovamenti di tombe e iscrizioni funerarie sonosegnalati in Campansi, in Via Ricasoli7, in Via DonMinzoni8, in Via Tito Sarrocchi9 e in via San Pie-tro10. Sicuramente vi era un impianto termale fuoridalla città, in località Pieve a Bozzone, come hannodimostrato gli scavi condotti tra il 1896 ed il 1898da Pietro Piccolomini ad est di Siena11. Ad uso ter-male doveva poi essere adibito anche l’edificio sco-perto a Vico Bello (3 km a nord di Siena) nel 1917,che risalirebbe al II secolo d.C.12.Il quadro fino ad ora tracciato può essere completa-to dalle ricostruzioni della topografia antica dellacittà elaborate dal XV fino all’inizio del XX secolod.C.13, in cui si definiscono grossomodo due model-li differenti di abitato urbano. In uno si attribuiscealla colonia di Sena Iulia una vasta area della futuracittà medievale, estesa oltre il colle del Duomo equello di Castelvecchio, fino a via Montanini, a nord,e al vicolo del Vannello, ad est, con al centro Piazzadel Campo come foro14; le porte che segnavano ildecumanus, ad est ed ovest, sarebbero state poste

1. L’ETÀ ROMANA (I a.C.-V secolo d.C.)

Siena deve aver acquisito la cittadinanza romanagrazie alla lex Iulia de Civitate ed essere stata ele-vata a municipio autonomo in base alla lexCornelia di Cinna nell’87 a.C., per poi diventarecolonia militare con il nome di Saena Iulia1.Quasi inconsistenti sono le notizie di età imperialeche riguardano la città ed i suoi abitanti: si trattaper lo più di modesti accenni delle fonti scritte e dialcuni testi epigrafici2, tra i quali compare quellodatato al 394 d.C. da cui si desume che sul finiredel IV secolo d.C. la città scarseggiava di acqua eche la munificienza di uno sconosciuto patrono ri-parò il difetto, provvedendo ai bisogni della popo-lazione e all’ornamento di Siena3.Se pochi sono i dati relativi alla struttura urbana de-sumibili dalle fonti scritte, alcune informazioni pos-sono essere ricavate passando in rassegna i ritrova-menti di vasellame e frammenti di strutture mura-rie, spesso comunque di difficile interpretazione, fattiin città, che sembrano indicare una concentrazionedell’abitato tra l’area di Castelvecchio4 e quella diSanta Maria-Duomo5, sebbene non manchino trac-

1. Cfr. CRISTOFANI 1979, pp. 93-96.2. Cfr. Tacito, Hist. IV, 45; CIL III, 5538; CIL VI, 2379a;CIL XIV, 172; CIL VII, 1345; CIL XI, 1803, 1805, 1806;CIL XI, a1807-1815; add. 7082-83).3. Cfr. CIL VI, 1793.4. Cfr. CRISTOFANI 1979, pp. 99 e 193, nn. 16, 19 eCARPELLINI 1868, p. 130 per Costa Larga e Via TommasoPendola; LUSINI 1921, p. 244, nota 2 e PAPI 1989 per ViaTito Sarrocchi e Via di Stalloreggi; CRISTOFANI 1979, p. 193,n. 21 per Via di San Quirico; CRISTOFANI 1979, p. 193, n.17 per Via San Pietro. La frequentazione di epoca romanasembra poi estendersi anche ad ovest di Castelvecchio: cfr.CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 22 per Via Paolo Mascagni eVia delle Scuole, ora Via Ettore Bastianini; CRISTOFANI 1979,p. 194, n. 24 per Poggio Cardinale, presso il Laterino; perPalazzo dell’Arcivescovado cfr. CRISTOFANI 1979, p. 192, n.13; BETTI 1994, per via San Marco, monete; infine per irinvenimenti più recenti (vicolo del Contino, via diStalloreggi) si cfr. PALLECCHI 2001-2003, pp. 328-332.5. Cfr. DE LUCA 1991, pp. 179-187 e MILANESE 1991, pp.364-365 per la zona sul fronte dell’Ospedale; CRISTOFANI1979, pp. 113-114 e CAUSARANO, FRANCOVICH, VALENTI 2003,pp. 155-159 per l’area del Duomo; CRISTOFANI 1979, p. 192,n. 15 per Via del Capitano; CRISTOFANI 1979, p. 192, n. 14per Via di Vallepiatta; CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 16 perCosta Larga; LUSINI 1921, p. 249, nota 1, per la Costaccia;PARENTI 1985, p. 57, per via di Stalloreggi; LEONCINI 1998,p. 20, nota 30 e BARBAGLI 2003 per via di Città; infine per irinvenimenti più recenti (in via del Fosso di Sant’Ansano,

Via Franciosa, per Piazza Jacopo della Quercia) si cfr.PALLECCHI 2001-2003, pp. 318-328.6. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 194, n. 27 per l’area dell’Ospe-dale Achille Sclavo, fuori Porta Tufi; CRISTOFANI 1979, p. 194,n. 29 e p. 196, n. 30 per Via del Porrione e Via di Rialto, nelterzo di S. Martino; CRISTOFANI 1979, p. 196, n. 31 per Por-ta Romana; CRISTOFANI 1979, p. 191, n. 4 per l’ area attornoal Poggio dei Malvolti, Via del Cavallerizzo; CRISTOFANI 1979,p. 190, n. 3 per Via Pianigiani; CRISTOFANI 1979, p. 190, n.2, per Piazzetta Pianigiani; CRISTOFANI 1979, p. 192, n. 11per la località Palazzo dei Diavoli nel terzo di Camollia, pocoa nord-ovest di Siena; infine per i rinvenimenti più recenti(via del Cavallerizzo, via Banchi di Sotto, via Simone Marti-ni) si cfr. PALLECCHI 2001-2003, pp. 332-338.7. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 191, n. 7.8. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 191, n. 8.9. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 18.10. Cfr. CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 17.11. Cfr. PICCOLOMINI 1899: questa struttura, costruita inetà Claudia, continuò ad essere frequentata almeno finoalla metà del IV secolo d.C., come indicano i rinvenimentinumismatici.12. Cfr. CRISTOFANI 1979, pp. 103 e 188.13. Su Siena romana cfr. Patrizi 1460 circa, BENVOGLIENTI1509, Tizio, Gallacini, MALAVOLTI 1599; TOMMASI 1625; PIC-COLOMINI 1638; PECCI 1761; Macchi; REPETTI 1843; GIGLI1854; BUONSIGNORI 1856; CARPELLINI 1868; ROSSI 1897;BARGAGLI PETRUCCI 1906; LUSINI 1921.14. Cfr. GALLACINI; LUSINI 1921, pp. 244 ss.; ROSSI 1897,pp. 41-49.

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una in Via del Porrione e una in Via Fontebranda,mentre il Cardus avrebbe avuto come estremi un arcotrionfale collocato all’inizio di Via Tommaso Pen-dola e quello individuato nell’area dell’odierna PiazzaSalimbeni, dove fin dal XIV secolo d.C. era notal’iscrizione [ _ _ _ ] et vale [ _ _ _ ] vero. Nell’altro siriduce invece la superficie della città al colle del Duo-mo e a quello di Castelvecchio15. Anche in questocaso si identificano le porte del circuito: quella diCastelvecchio «al canto della via delle Murella, a capoil Casato»16, detta dal Tommasi17 e dal Rossi18 «Portaall’Arco», porta Oria o Aurea, quella Salaia19, allaCostarella, quella di S. Ansano, alla fine di via Valle-piatta20, quella del Verchione21, nella via omonima,in prossimità di Piazza Postierla, e quella delle DuePorte22, ad un’estremità di via Stalloreggi.Altro punto focale della ricerca erudita era poi lalocalizzazione dei templi romani23: un tempio diMinerva sarebbe sorto nell’area del Duomo, unaltro dedicato a Saturno ed una porta sarebberostati eretti in Castelvecchio; un tempio dedicato aGiove sarebbe stato dove fu poi costruita, nel XIIIsecolo d.C., la chiesa di San Pietro Buio, in ViaBanchi di Sotto; un tempio del dio Quirino sareb-be collocato sotto la chiesa dei Santi Quirico eGiulietta, in Castelvecchio; di incerta ubicazionesarebbe invece un tempio di Diana.Una più recente ricostruzione della città di Sienain epoca romana viene data da Brogini, che, altermine di un’analisi dei dati archeologici e to-ponomastici, giunge a ridurre l’estensione dellemura della colonia, che avrebbero racchiuso alloro interno solo le zone di Castelvecchio e San-ta Maria, con il Cardus maximus che avrebbeavuto per estremi una «porta posta nell’area del-l’odierna via di Stalloreggi» e quella Salaria, chesi doveva trovare all’ingresso di Via di Città, pres-so la Costarella, mentre il Decumanus sarebbepartito dall’Arco di Castelvecchio, posto in viaSan Pietro, per giungere in piazza Duomo, dovedoveva trovarsi un altro accesso di cui non ab-biamo più memoria24. L’area urbanizzata, al di

fuori delle mura, sarebbe comunque stata estesaanche al colle di S. Martino e alla zona diCamporegio, mentre la zona di Camollia sareb-be stata extraurbana, come dimostrerebbe il to-ponimo “villa Camolli” presente in documentidel 1057 e 106325 e la presenza delle necropoli.Leoncini ritiene poi plausibile l’esistenza di unacittà collocata nell’area di Castelvecchio, le cuimura sarebbero state ampliate in età romana oaltomedievale fino alla porta Salaria26. Viene poiricostruito l’andamento del circuito murario diCastelvecchio con tre porte27: la porta Oria, dettaanche di Castelvecchio, di S. Quirico in Castel-vecchio e al Castello, posta fra l’oratorio di S.Ansano e il convento di Santa Margherita; un se-condo accesso si sarebbe aperto in via Castelvec-chio; infine, la terza porta è collocata fra via diCastelvecchio e Via San Quirico.Una nuova rielaborazione dei dati noti e di informa-zioni acquisite con due campagne di ricognizionearcheologica condotte tra il 2000 e il 2002, che han-no previsto il monitoraggio degli scavi e degli scassieseguiti nel centro storico della città, l’esplorazionee la mappatura di numerose cavità artificiali scavatenel sottosuolo e la lettura di nuovi carotaggi realiz-zati nell’area del Santa Maria della Scala, è stata in-fine elaborata da Silvia Pallecchi28: relativamente alperiodo che va dal I secolo a.C. fino al III d.C. vieneproposto, anche attraverso lo «studio delle alternanzedei volumi pieni (le parti chiuse dagli edifici) con ivolumi vuoti (giardini, corti, strade e piazze) nel tes-suto urbanistico attuale»29, un ampliamento dell’abi-tato antico, originariamente circoscritto all’area diCastelvecchio, alla collina del Duomo, avvenuto ve-rosimilmente in occasione della fondazione dellacolonia militare di Saena Iulia. Il nuovo nucleo ur-bano sarebbe stato organizzato all’interno di unagriglia, «con file di isolati a pianta rettangolare(35,5×29,5 m circa) disposti con i lati lunghi orien-tati in direzione NE-SO, alternate a file di isolati apianta quadrata (29,5×29,5 m circa)»30, con il foroposto nell’area dell’attuale piazza Duomo, dove siincrocerebbero anche gli assi viari principali; l’areaurbana così definita, avrebbe una superficie di m235×180 e sarebbe cinta da un circuito murario chepasserebbe «negli orti del Fosso di S. Ansano, al disotto del complesso dell’ex Ospedale di Santa Ma-ria della Scala, dietro la facciata degli edifici sul latoovest della piazzetta della Selva e sul lato nord di via

15. Cfr. BENVOGLIENTI 1509; MALAVOLTI 1599, libro II, p.12, che però parla anche di una ampliamento delle muracoloniali fino alla realizzazione di un quarto cerchio data-bile ad età teodoriciana cfr. ID. pp. 15-16; TOMMASI 1625,pp. 60-61. Sul tema cfr. anche NARDI 1972, p. 10, nota 11.16. Cfr. MALAVOLTI 1599, libro II, p. 13.17. Cfr. TOMMASI 1625, libro II, p. 61.18. Cfr. ROSSI 1897, p. 41.19. Cfr. MALAVOLTI 1599, libro II, p. 13; BROGINI 1997, p.20, nota 45.20. Cfr. TOMMASI 1625, libro II, p. 61.21. Cfr. TOMMASI 1625, libro II, p. 61.22. Cfr. TOMMASI 1625, libro II, p. 61.23. Cfr. CRISTOFANI 1979, pp. 147-151.24. Cfr. BROGINI 2003, pp. 13-14.

25. Cfr. PRUNAI 1972, I, n. 24, 1057 Dicembre 20, p. 231 en. 28, 1063 Maggio, pp. 233-234.26. LEONCINI 1998, p. 15.27. LEONCINI 1998, pp. 19-22.28. Cfr. PALLECCHI 2001-2003.29. Cfr. PALLECCHI 2001-2003, p. 286.30. Cfr. PALLECCHI 2001-2003, p. 298.

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19Fig. 7 – Siena romana (I-III d.C.)

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20Fig. 8 – Siena romana (III-p.m.IV d.C.)

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21Fig. 9 – Siena romana (s.m.IV-V d.C.)

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Fig. 10 – Le mura di Siena in età classica, ipotesi ricostruttive: 1. Malavolti e Pallecchi (rielaborazione daPALLECCHI 2001-2003, pp. 280 e 310); 2. Gallacini (da «Accademia dei Rozzi», anno X, n. 18, p. 5).

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Fig. 10 – Le mura di Siena in età classica, ipotesi ricostruttive: 3. Lusini (da LUSINI 1921, pp. 238-239);4. Leoncini (da LEONCINI 1998, p. 52, fig. 9).

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di Vallepiatta, attraverso il Vicolo delle Carrozze,via Franciosa e via dei Fusari, al di sotto del Duomo,attraverso via Monna Agnese, al di sotto degli edifi-ci che si aprono su via del Poggio e attraverso il vico-lo del Verchione»31.A conferma di questa ricostruzione dell’impiantourbanistico di Siena romana sono presentati dallaPallecchi anche i risultati delle indagini condottenel 2001 dalla cattedra di Archeologia Medievaledell’Università di Siena al di sotto del Duomo,dove sono stati trovati i resti di una grande strut-tura in muratura ed un pozzetto scavato nelle sab-bie plioceniche, probabilmente connesso ai ritipropiziatori legati alla fondazione delle mura odelle porte della città32.Intorno ai due nuclei insediativi di Castelvecchioe del Duomo sono poi collocate quattro aree ne-cropolari (versante nord del colle del Duomo, viadel Cavallerizzo, Camollia, Porta Tufi) e altri pic-cole aree di popolamento (via Montanini, via delPorrione, via Banchi di Sotto)33.Tra III e metà IV secolo si assisterebbe invece alladecadenza dell’area di Castelvecchio, dove inizia-no a comparire le prime sepolture34, che in etàtardoantica andranno ad occupare anche l’area delDuomo35. Un altro piccolo nucleo di tombe sca-vate nell’arenaria e datate al V secolo sono stateinfine individuate a Scacciapensieri, presso il bi-vio per la strada delle Tolfe36.

2. L’ALTOMEDIOEVO

Probabilmente verso la fine del VI secolo d.C. lacittà cade in mano longobarda, forse in occasionedella discesa verso Roma di Agilulfo37. In questoperiodo essa assume anche un ruolo particolaretrovandosi sull’unico percorso viario percorribiletra Roma e il nord Italia38.Le altre poche notizie che abbiamo per la città di

VII secolo riguardano la presenza del gastaldoWilerat39 e due vacanze vescovili: la prima si pro-trae dal 575 fino al 649 d.C.40, quando Rotari ri-stabilisce il vescovato con Mauro41, la secondainizia nel 660 d.C. per concludersi nel 680 d.C.,quando la cattedra senese è occupata da Vitiliano42.Brogini, in base alle ipotesi fatte da Passeri e Cam-marosano, ipotizza l’esistenza di una cinta altome-dievale che doveva ripercorrere l’impianto delcastrum preromano43: essa doveva partire da ViaS. Pietro, girare ad ovest verso Via Tommaso Pen-dola (detta “delle murella”), includere forse la tor-re della Rocchetta e piegare a nord verso l’altura diS. Quirico. Da qui sarebbe scesa verso Via S. Quiri-co fino a Via Stalloreggi, per poi arrivare in PiazzaPostierla, dove si sarebbe ricollegata a Via S. Pie-tro. Questo circuito avrebbe avuto tre porte: di S.Quirico, all’imbocco dell’omonima via; del Casse-ro, in prossimità della chiesa di S. Ansano; di Ca-stelvecchio all’imbocco dell’omonimo vicolo. Al-l’interno della cerchia sarebbe stata collocata la re-sidenza del vescovo o del gastaldo e tre chiese: S.Quirico, S. Pietro e forse il duomo originario44.L’area di Stalloreggi sarebbe stata invece extra ur-bana, probabilmente usata per il pascolo.Per il VI e il VII secolo d.C. abbiamo anche alcunidati sulle tipologie insediative che dovevano carat-terizzare il tessuto urbano senese. Dallo scavo diPiazza Duomo45 è infatti emersa un’abitazione de-limitata da tre muri in terra battuta elevati su unabase in pezzame di pietra, legato da terra con gru-mi di calce e sabbia. All’interno della struttura com-paiono un focolare, un’anfora infissa nel terrenoad uso di dispensa per i cereali, fori per pali di ser-vizio e tracce di un battuto pavimentale. Il corredoceramico è costituito da anfore tipo Keay LIIId diprobabile provenienza orientale, da vasellame invernice rossa e con colature rosse (VI-VII secolod.C.), e da un boccale con decorazione a pettine.Sul versante opposto di piazza Duomo sono inve-

31. Cfr. PALLECCHI 2001-2003, p. 304.32. Cfr. CAUSARANO, FRANCOVICH, VALENTI 2003, pp. 158-159.33. Cfr. PALLECCHI 2001-2003, pp. 308-318.34. Cfr. PALLECCHI 2001-2003, pp. 340-344: si tratta delletombe a cappuccina poste presso il convento di Santa Mar-gherita in via Tommaso Pendola (cfr. CARPELLINI 1868, pp. 132-133), dell’area necropolare di via Tito Sarrocchi (cfr. CRISTO-FANI 1979, p. 193, n. 18) e dell’iscrizione funeraria latina divia San Pietro (cfr. CRISTOFANI 1979, p. 193, n. 17).35. Cfr. CAUSARANO, FRANCOVICH, VALENTI 2003, p. 158.36 PALLECCHI 2001-2003, p. 361.37. Cfr. MOR 1973, p. 52.38. Cfr. BORTOLOTTI 1982, pp. 4-5; SCHMIEDT 1974, pp. 578-588: la creazione del corridoio bizantino e l’impaludamentodella viabilità lungo la costa e di alcune zone interne come laVal di Chiana resero impraticabili la Via Flaminia e la Cassia.

39. Cfr. SCORZA BARCELLONA 1991, p. 15.40. Cfr. TABACCO 1973, p. 166; SCHNEIDER 1911, p. XXXIV.41. Cfr. PASQUI 1899 (a cura di), Vol. I, n. 1, 650 circa, pp.3-4; SCHNEIDER 1911, p. XXXIV.42. Cfr. BOGNETTI 1968, p. 328; SCHNEIDER 1911, p. XXXIV.43. Cfr. BROGINI 1991-92, pp. 206-208.44. Cfr. BROGINI 1991-92, pp. 211-212. La tradizione ha sup-posto l’esistenza di un duomo primitivo, del quale in realtànon si ha nessuna attestazione. Alcuni ritengono che fossenel luogo dove fu costruito nel XIII-XIV secolo d.C. il Mo-nastero di Santa Margherita, oggi Istituto dei Sordomuti, inVia Tommaso Pendola (cfr. LUSINI 1911, Vol. I, p. 4 e CARLI1979, p. 11), altri, in base all’errata lettura di un papiro tro-vato nella biblioteca di S. Agostino, lo identificano con laBasilica Sancti Petri Maioris (cfr. LUSINI 1911, Vol. I, p. 7,nota 4), altri ancora lo riconoscono in una cattedrale intito-lata a S. Bonifacio, sorta accanto alla sede vescovile (cfr.CECCHINI 1961, pp. 241-250).45. Cfr. DE LUCA 1991, pp. 190-191.

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ce emersi scarichi di materiali edilizi, datati al VIsecolo, provenienti da edifici di età romana ormaiin disuso. Su questi livelli di macerie tra VI e VIIsarà impiantata anche una piccola area cimiteria-le composta da quattro tombe in fossa terragna,forse da mettere in relazione ad una capanna se-miscavata con alzato in terra e canniccio46.La penuria di dati sulla struttura della città conti-nua a caratterizzare anche l’VIII secolo: se si esclu-dono le notizie relative alla presenza dei vescoviMagnus, Adeodatus, Ansfridus, Rodoberto,Iordanus, Hruotbertus, Heimo e Andreas e del ga-staldo Wasperto47, e alla disputa con Arezzo perla giurisdizione ecclesiastica sulle pievi situate tral’alto bacino dell’Ombrone e la Val di Chiana48,l’unica informazione che abbiamo riferibile all’im-pianto urbanistico di Siena è quella che attesta nel730 un muro civitatis, sotto il quale erano colturedi olivi49. Secondo Cammarosano il muro dovevaracchiudere la collina dove sorgeva la prima cat-tedrale e il nucleo fortificato, poi detto all’iniziodell’XI secolo d.C. “di Castelvecchio”, con le suechiese di S. Pietro e di S. Quirico50.Per quanto riguarda la cittadinanza senese alcuneindicazioni sono offerte sempre dal documentodel 73051, in cui si dice che il Magnificus Warnefredcastaldius civitatis senense fa una donazione al mo-nastero di S. Eugenio in Pilosiano: il fatto che nel-l’atto non si rammentino i cives, ma solol’exercitum senesium civitatis ha fatto pensare aduna sostanziale sostituzione dei cittadini romanicon la nuova etnia longobarda52, che a Siena do-veva essere consistente53.In questa rassegna di informazioni, che purtrop-po, per il tipo e la scarsa quantità di documenti innostro possesso, risulta abbastanza disorganica,possiamo infine inserire un testo del 24 settembre795 d.C., dal quale ricaviamo alcune notizie sulleunità di misura utilizzate a Siena: nell’atto, relati-vo ad un contratto di affitto di terreni, si dice in-fatti che un livellario corrisponde un canone didue soldi longobardici e di octo anforas vino bonoad mensuram legitimas civitatis istius Senensi54.Passando al IX secolo alcuni documenti attesta-no la presenza vescovile in città, dove nell’801 è

55. Cfr. SCHNEIDER 1911, p. LXXXV.56. Cfr. PASQUI 1899, n. 27, 833 ottobre 14, p. 37.57. Cfr. CB, n. 53, 867 Febbraio, pp. 88-93 e n. 4, 881, pp.13-17; CAMMAROSANO 1980, pp. 14 ss.; SCHNEIDER 1911, p.3, n. 6, Febbraio 867 e 7 aprile 881.58. Cfr. AA.VV. 1985, pp. 321-322; sull’ubicazione del-l’oratorio di S. Ansano cfr. BROGINI 1997, pp. 25-26.59. Cfr. LUSINI 1921, p. 256.60. Cfr. PECCI 1748, p. 86; MURATORI 1739, p. 932, diss. 31.61. Per il X secolo sono attestati Theodericus (912) eGerardus (946) (cfr. SCHNEIDER 1911, p. LXXXV).62. Cfr. MORANDI 1979, p. 8.63. Cfr. CV, I, n. 35, 913 Maggio, pp. 49-51. Nel corso delX secolo, secondo BROGI 1998, pp. 50-51, l’area del Duomoavrebbe accolto una struttura tipo castello-palazzo cherisfruttava le strutture di un precedente castrum romano.64. Cfr. STOPANI 1991, pp. 43-56.

ricordato Andreas e nell’826 d.C. Perteus,nell’833 Anastasius, nell’844 Concius e nell’881Lupus55. Nell’833 d.C., si ha anche la prima at-testazione di un conte franco, Alderat comes, che,in domui Senate ecclesie, insieme ai vescoviAgiprando di Firenze e Pietro di Volterra, aglialti dignitari delle città di Siena, Arezzo e Volter-ra, e agli homines habiles, tam franciscos quamet longubardicos de singulis predicte civitatibus,presiede un placito concernente la vertenza sor-ta tra il Vescovo di Arezzo Pietro e l’Abate Vigiliodi Sant’Antimo per i diritti sul Monastero di SanPietro ad Asso56.Un altro rappresentate del potere, il conte Winigis(Guinigi), è ricordato tra l’867 e l’881 d.C.: a lui ealla moglie si deve la fondazione del Monasterofemminile dei S.S. Salvatore e Alessandro in Fonte-bona, nella Berardenga57. Proprio tra i beni cedutia questo ente compare un oratorio privato dedica-to a Sant’Ansano e sito platea Senense58. Brogini farisalire a questo periodo (IX-X secolo d.C.) anchela fondazione della chiesa di S. Desiderio, che peròcompare nei documenti solo a partire dal 101259.Un accenno alle strutture del vescovado senese sitrova ancora nell’881, quando si fa riferimentoad un placito che si tiene «in domum Episcopiipsius civitatis, intus caminata»60.Con il passaggio al X secolo il potere comitaleinizia a disgregarsi a favore delle grandi famiglielaiche e dei vescovi61. Seguendo questa tendenza,attorno alla metà dell’XI secolo circa, anche ilconte di Siena abbandona probabilmente la cit-tà62, dove ormai è presente la chiesa cattedrale, lasedes Beatae Mariae, che almeno dal 913 d.C. vaad affiancare la domum Episcopio Senense, doverisiede il vescovo Teodorico63.Al 998 d.C., poco dopo il passaggio dell’arcive-scovo di Canterbury Sigerico per Siena64, si datainvece l’atto riguardante la lite tra le diocesi diSiena e Arezzo, grazie al quale sappiamo che ilterritorio della prima città si estendeva negli at-

46. CAUSARANO, FRANCOVICH, VALENTI 2003, p. 155.47. Cfr. SCORZA BARCELLONA 1991, pp. 15-16; SCHNEIDER1911, pp. LXXIV-LXXXV.48. Cfr. TABACCO 1973, pp. 164 ss.49. Cfr. CDL, n. 50, 730 Dic. 1, pp. 163-171; p. 168.50. Cfr. CAMMAROSANO, PASSERI 1984, p. 383.51. Cfr. SCHNEIDER 1911, p. 1, n. 2, 1 Dicembre 730.52. Cfr. BOGNETTI 1968, pp. 308-338 e 411 ss.53. Cfr. TABACCO 1973, p. 166.54. Cfr. ASS. DIPL. S.SALVATORE MONTAMIATA, 795 Settem-bre 24; PASSERI 1948, p. 31.

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65. Cfr. PASSERI 1948, pp. 33-35.66. Cfr. PASSERI 1948, pp. 33-34.67. Cfr. BALESTRACCI, PICCINNI 1977, p. 21.68. Cfr. MOSIICI 1990, n. 9, 1028 Luglio, pp. 91-98, p. 96.69. Cfr. CAMMAROSANO, PASSERI 1984, p. 383.70. Cfr. MOSIICI 1990, n. 9, 1028 Luglio, pp. 91-98, p. 96.71. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 89, 1087 Marzo, pp. 235-236.72 Cfr. PRUNAI 1977, II, nn. 48-49, 1073 Maggio 2, pp.339-340.73. Cfr. PRUNAI 1972, I, n. 12, 1043 Ottobre, pp. 223-224.74. Cfr. PRUNAI 1972, I, n. 8, 1012 Dicembre, pp. 220-221.75. Cfr. ASS. DIPL. BORGHESI, 1086 Marzo 12.76. Cfr. PRUNAI 1977, II, n. 68, 1084 Gennaio, pp. 351-352.77. Cfr. GHIGNOLI 1994 (a cura di), n. 22, 4 novembre 1081,pp. 60-64.78. Cfr. GHIGNOLI 1994 (a cura di), n. 22, 4 novembre 1081,pp. 60-64.79. Cfr. MOSIICI 1990 (a cura di), n. 9, 1028 Luglio, pp.91-98, p. 96.80. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 126, 1093 Gennaio, p. 257.81. Cfr. GHIGNOLI 1994 (a cura di), n. 22, 4 novembre 1081,pp. 60-64.82. Cfr. CAMMAROSANO 1980, p. 30.83. Cfr. LIBERATI 1939, p. 264.84. Cfr. LIBERATI 1941, p. 67.85. Cfr. LIBERATI 1955-56, p. 263.86. Cfr. LIBERATI 1941, p. 307.87. Cfr. LIBERATI 1960, p. 168.88. Cfr. PRUNAI G. 1979, III, n. 95, 1088 Febbraio 23, p. 239.

tuali comuni di Castelnuovo Berardenga, Gaiolee Asciano, tra il Chianti e la zona delle crete sene-si, e nella vallata dell’Orcia, dell’Asso e dellaTuoma, attuali comuni di Pienza, S. Giovan d’As-so, S. Quirico d’Orcia e Montalcino65. Anche laMontagnola doveva far parte di questo territorio,come ci attesta un documento del 1079 d.C.66.Ma è con il passaggio all’XI secolo che le fontiscritte iniziano a parlarci in maniera più esplicitadelle strutture urbanistiche che dovevano caratte-rizzare il paesaggio cittadino senese. Lungo laFrangigena, sul crinale che va da Camollia a S.Martino, si sviluppano una serie di burgi, in pros-simità di centri assistenziali e religiosi67: quello diCamollia, attestato per la prima volta nel 102868,doveva essere già fortificato nell’XI secolo d.C.,se nel 1082 si fa accenno ad una sua porta69.Cominciamo ora ad avere anche le prime attestazio-ni documentarie di molte chiese poste in città e nelsuburbio: S. Basilio70 (1028), S. Vincenzo e Nicola71

(1087), S. Antonino72 (1073), S. Agata73 (1043), S.Donato74 (1012), S. Dalmazio75 (1086), S. Miche-le76 (1084), S. Martino77 (1081), S. Giorgio78 (1081),S. Pietro in Camollia79, S. Andrea80 (1093), S. Lo-renzo81 (1081), S. Pietro de comitatibus (1010)82,San Desiderio83 e S. Pietro in Castelvecchio84 (1012),Santa Eugenia (1052), posta fuori la porta San Vie-ne o dei Pispini85, San Pellegrino (1070)86, S. Anto-nio (1093)87, S. Cristoforo (1088)88, S. Paolo in burgo

89. Cfr. LIBERATI 1940, p. 244.90. Cfr. LIBERATI 1941, p. 304.91. Cfr. PRUNAI 1972, I, n. 7, 1010 luglio, pp. 219-220;BROGINI 1997, pp. 47-48.92. Cfr. CAMMAROSANO, PASSERI 1984, p. 383; cfr. anche NAR-DI 1972, pp. 17 ss.93. Cfr. GHIGNOLI 1994, n. 1, 7 aprile 1000; GIORGI, MO-SCADELLI 2002, p. 78.94. Cfr. PRUNAI 1972, I, n. 8, 1012 Dicembre, pp. 220-21.95. Cfr. PRUNAI 1972, I, n. 8, 1012 Dicembre, pp. 220-21.96. Cfr. MORANDI 1979, p. 9.97. Cfr. LUSINI 1979, p. 16.98. Cfr. GHIGNOLI 1994 (a cura di), n. 10, 1071 marzo (25-31), pp. 28-30.99. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 84, 1085 Luglio, p. 232; GHI-GNOLI 1994, n. 31, 1190 marzo 29, pp. 87-90 e n. 19, 1079Ottobtre, pp. 54-55 e n. 93, 1090 giugno 26, pp. 208-209.100. Nelle città italiane già dal X secolo il vescovo assumeun ruolo centrale. Lo stesso re Berengario fece ampie con-cessioni immunitarie ai patrimoni vescovili e riconobbe aivescovi anche il diritto di fortificare le mura cittadine (BOR-DONE 1991, pp. 533-534, 554-555).

de Sena89 (1081), che è stato identificato dal Libera-ti con il borgo di S. Marco allora fuori le mura, S.Paolo in Campo fori90 (1081) e San Prospero91

(1010).Altri documenti ricordano invece alcuni ospizi:uno di questi, detto di S. Basilio, si doveva trova-re in Camollia (1070), mentre tra il 1086-1090ne furono istituiti altri nell’immediato suburbiodella città e sul poggio di S. Donato, presso il qua-le sorse nel 1109 il monastero di S. Michele92.Alcune notizie riguardano poi le strutture poste sulcolle dove oggi è la cattedrale: nel 1000 si parla diuna canonica sancte Marie domus episcopioSenense93, mentre nel 1012 la domus Episcopio èindicata ormai come castello: si parla infatti di terraet casa quidem est cellaria in loco Ripa, suptus ca-stello domui episcopio senense, non longe da eccle-sia et curte Sancti Petri sito civitate Sena 94. La strut-tura doveva sorgere sull’area dell’attuale piazza delDuomo, a capo della Via Monna Agnese. Ne sareb-be prova anche il fatto che allora passava dalla chie-sa di S. Desiderio, ubicata nell’attuale Piazzetta L.Bonelli, una via que pergit ad domum episcopiosenense”95. La chiesa doveva sorgere nel luogo piùalto della piazza, orientata in senso perpendicolareal duomo attuale96. A fianco della chiesa, nel 1023d.C., a quanto sostiene la tradizione erudita senese,si sarebbe eretta anche una nuova Canonica, abbat-tuta nel XVIII secolo d.C. per far posto al nuovopalazzo arcivescovile97. L’edificio, che compare in undocumento del 1071 come canonica sancte eclesieque est edificata in civitate Sena in onore sancteMari[e]98, comprendeva una serie di locali, quali ilrefectorio, il dormentorium, i claustra e lo xenodo-chio et hospitale99, segni di un crescente potere ve-scovile100. Questo fu poi sancito nel 1055 da EnricoIII, che, dopo aver trasformato in feudo imperiale

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molti possedimenti della zona di Murlo, donati nelX secolo d.C. alla chiesa, concesse al vescovo la fa-coltà di legiferare e rendere giustizia, di comporreopere di difesa e di fortificazione e di esercitare ildominio sulle persone e sulle cose101. Sempre nelcorso dell’XI secolo d.C. la chiesa senese si arricchi-sce di molte proprietà cittadine che arrivano nellemani del vescovo attraverso donazioni102.Dal 1028 abbiamo anche attestata la pieve di SanGiovanni, che doveva essere posta «nell’area anti-stante l’odierna cattedrale»103.Alla fine del secolo il muro civitatis, che nel 730abbracciava solo Castelvecchio, arriva probabilmentea comprendere anche il planum Sancte Marie: la zonadi Vallepiatta era infatti in civitate Sene104. Ad estinvece non abbiamo menzioni di mura, ma solo dicarbonaie e della curte de Santcto Petro, che dovevaoccupare un’area comprendente la costa sotto Ca-stelvecchio, detta Ripa, la tribuna dell’episcopio, si-tuata circa all’altezza dell’attuale Opera Metropoli-tana e la carbonaia attigua alle mura cittadine105.I documenti di XI secolo d.C. danno alcune infor-mazioni importanti anche riguardo alle tipologieedilizie che dovevano caratterizzare il paesaggio ur-bano senese. La zona della città più densamenteabitata rimane quella di Castelvecchio; l’area diSanta Maria sembra invece caratterizzata dalla pre-senza di taberne o taverne106 (forse già dalla finedel X secolo d.C.), modeste abitazioni scavate ne-gli strati geologici, accanto a cascine, tumbe107,

101. Cfr. ACS, DIPLOMATICO, 1055 (1053).102. Cfr. MORANDI 1979, pp. 8-9.103. GIORGI, MOSCADELLI 2002, p. 79.104. Cfr. ASF DIPL. PASS., 1105 Giugno.105. Cfr. PRUNAI 1977, II, n. 57, 1076 Novembre, pp. 344-345 e n. 8, 1012 Dicembre, pp. 220-221. Sempre sulla pre-senza di carbonaie, poste però nei pressi di porta Salariacfr. PRUNAI 1977, II, n. 32, 1067 Agosto, p. 329.106. Cfr. MOSIICI 1990 (a cura di), n. 9, 1028 Luglio, pp.91-98; PRUNAI 1972, I, n. 16, 1048 Maggio, p. 226.107. Cfr. PRUNAI 1977, II, n. 78, 1084 Novembre 16, pp.357-358.

cellae e cellaria108. Queste strutture dovevano averela funzione di magazzini, come ci dice un docu-mento del 1087, che si riferisce ad un cellario diBaroncello di Vallombrosani, posto in CastelloVetero, che conteneva vasi (vasculis), piccole bot-ticelle o piccole ceste (butites), ed archas, conte-nitori per generi alimentari, in modo particolareper i cereali (arche granarie)109. Dovevano esisterepoi anche strutture in legno, dette lignamen, cheperò sono attestate in un unico documento del1076110. Le famiglie più influenti avevano la lorodimora nella Civitas: soprattutto a Castelvecchio111

e poi sul colle di Santa Maria112. Alla fine del se-colo si inizia poi a parlare di un burgo de civitateSena113, espressione che doveva indicare un’appen-dice della città, dalla chiesa di San Paolo fino aCamollia114; nel frattempo altri nuclei abitativi sierano sviluppati intorno alle chiese suburbaneposte lungo la via Francigena: Camollia115, l’areain burgo et prope burgum ad Ovile116 e San Dona-to117, nei cui pressi sorse poi quello di San Cristo-foro. Comuni poi dovevano essere nella Siena diXI secolo d.C. gli orti, attestati in documenti del1012, 1052, 1085 e 1088 d.C.118.

108. Cfr. PRUNAI 1977, II, n. 54, 1075 Agosto, pp. 342-343; PRUNAI 1990, IV, n. 163, 1098 Agosto 8, p. 341; PRU-NAI 1972 I, n. 8, 1012 Dicembre, pp. 220-221; ASS.DIPL.SPED. S.MARIADELLASCALA, 1195 Dicembre 16.109. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 89, 1087 Marzo, pp. 235-236.110. Cfr. PRUNAI 1977, II, n. 57, 1076 Novembre, pp. 344-345.111. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 89, 1087 Marzo, pp. 235-236; ASF. DIPL. PASS., 1120 Giugno.112. Cfr. PRUNAI 1977, II, n. 57, 1076 Novembre, pp. 344-345; PECCI 1748, pp. XXXIV ss..113. Cfr. GHIGNOLI 1994, n. 25, 1080 marzo (25-31)?, 1081marzo (1-24)?, 1085 marzo ?, pp. 74-79.114. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 89, 1087 Marzo, pp. 235-236.115. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 142, 1094 Dicembre, p. 266.116. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 131, 1093 Aprile, p. 260.117. Cfr. PRUNAI 1979, III, n. 121, 1092 Febbraio 12, p. 254.118. Cfr. PRUNAI 1972, I, n. 8, 1012 Dicembre, pp. 220-221 e n. 18, 1052 Maggio, p. 227; PRUNAI 1979, III, n. 84,1085 Luglio, p. 232 e n. 95, 1088 Febbraio 23, p. 239.

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28Fig. 11 – Siena altomedievale (VI-VII d.C.)

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29Fig. 12 – Siena altomedievale (VII-X d.C.)

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Page 14: I. SIENA TRA ETÀ ROMANA E ALTOMEDIOEVO 1. L’ (I a.C.-V ... · DE LUCA 1991, pp. 179-187 e MILANESE 1991, pp. 364-365 per la zona sul fronte dell’Ospedale; C RISTOFANI 1979, pp

30Fig. 13 – Siena medievale (XI d.C.)

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