i sette modi di amare dio- vita di beatrice - estratto libro - paoline

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Prima traduzione italiana di un testo poetico del 1200 scritto in un dialetto olandese da una monaca cistercense di grande cultura e di profonda spiritualità. Un documento prezioso che testimonia la vivacità culturale e spirituale della vita monastica femminile dell’epoca. http://www.paolinestore.it/shop/i-sette-modi-di-amare-dio.html

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  • PAOLINE Editoriale Libri

    FIGLIE DI SAN PAOLO, 2016 Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it [email protected] Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - Cinisello Balsamo (MI)

  • ILE TRACCE DI UNESISTENZA INTENSA

    Il senso di una ricerca

    Sulla vita di Beatrice (1200, Tienen -1268, Nazareth) la priora cistercense brabantina autrice de I sette modi di amare Dio (Van seven manieren van heiligher minne), un trattato sui diversi tipi di amore per Dio sperimentati nel processo dellascesi mistica, che al contempo la prima opera in prosa della letteratura in medio nederlandese1, possediamo numerose informazioni grazie alla biografia latina, la Vita di Beatrice2. Entrambe le opere vengono presentate qui, per la prima volta, in traduzione italiana.

    Il testo latino, che in assenza di altri significativi ri-scontri storici di fatto lunica fonte di particolari biogra-fici, descrive la vita di Beatrice fino al momento in cui diventa priora a Nazareth. Nata a Tienen, nel Brabante fiammingo, a circa cinquanta chilometri da Bruxelles,

    1 Il nederlandese (o neerlandese) il termine con cui si designa uffi-cialmente la lingua parlata nei Paesi Bassi e nelle Fiandre, comunemente e per motivi pratici, anche se erroneamente, definita di volta in volta olan-dese o fiamminga. Beatrice, come approfondiremo in seguito, usa la propria variante regionale, il brabantino.

    2 Restano ancora fondamentali, per ricostruire la biografia di Beatrice e la genesi dei due testi, Beatrijs van Nazareth, Seven manieren van minne, editie L. Reypens en J. Van Mierlo, Vlaamsche boekenhalle, Leuven 1926 e L. Reypens, Vita Beatricis. De autobiografie van de Z. Beatrijs van Tienen O. Cist. 1200-1268, in de Latijuse bewerking van de anonieme biechtvader der abdij van Nazareth te Lier voor het eerst volledig en kritisch nitgegevan door L. Reypens S.J., Runsbroec-Genootschap, Antwerpen 1964.

  • 8 Introduzione

    Beatrice manifest subito una spiccata intelligenza e gran-de zelo, se vero che a soli cinque anni conosceva a me-moria il salterio. La madre, Gertrude, era donna molto devota e caritatevole e il padre, Bartolomeo, un agiato borghese, curava i rapporti col mondo esterno a nome di tre monasteri, che contribu tra laltro a fondare: Bloemen-dael e Maagdendael, nel Brabante fiammingo, e Nazareth, presso Lier, pi a nord, non lontano da Anversa. A sette anni, alla morte della madre, Beatrice fu affidata dal padre ad alcune beghine di Zoutleeuw. Non abbiamo molte notizie storiche su queste mulieres religiosae, sappiamo tuttavia che erano ben organizzate e che la ragazza impar le artes liberales nella scuola latina. Importante per lei, in questa fase, fu la presenza di Ida di Leeuw. Beatrice nel 1210 entr come oblata nel convento di Bloemendael dove, con ogni probabilit, port a termine il trivium e il quadrivium 3. Si distingueva per intelligenza e fervore ( appellata, infatti, come ingeniosa filia), tanto che a soli quindici anni conosceva talmente bene il latino da poter leggere il trattato Sulla Trinit di Agostino, nonch i pi importanti teologi del XII secolo. Nel 1216 era novizia e tra il 1216 e il 1217 fu in un altro convento cistercense, a La Rame, situato invece nel Brabante francofono, vicino a Nivelles, dove apprese tra laltro le arti della calligrafia e della miniatura e conobbe Ida di Nivelles, che divenne per lei un fondamentale punto di riferimento. Questami-cizia costituisce un significativo esempio di quella sancta communitas mystica 4 descritta, in ambito cistercense, nellAmicizia spirituale di Aelredo di Rievaulx (1163), testo

    3 Le sette arti liberali, raccolte nel trivium grammatica, retorica e dialettica e nel quadrivium aritmetica, geometria, astronomia e musica , erano linsegnamento propedeutico agli studi universitari. Sulla forma-zione di Beatrice, cfr. G. Epiney-Burgard - E. Zum Brunn, Le poetesse di Dio, Mursia, Milano 1994, 86.

    4 K. Ruh, Storia della mistica occidentale, vol. II: Mistica femminile e mistica francescana delle origini, Vita e Pensiero, Milano 2002, 147.

  • I. Le tracce di unesistenza intensa 9

    che Beatrice e Ida avrebbero conosciuto, e rientra nel concetto di comunit di spirito di unaltra celebre ami-cizia, quella tra Bernardo di Clairvaux, con cui ha inizio la storia vera e propria dellordine cistercense, e Gugliel-mo di Saint-Thierry5. Beatrice quindi si trasfer, insieme alle due sorelle, nel nuovo convento di Maagdendael, di nuovo nel Brabante fiammingo, dove pronunci i voti. Nel 1236 le sorelle si spostarono infine nel convento di Naza-reth, e nel 1237 Beatrice divent badessa, una carica che mantenne fino alla morte, avvenuta il 29 agosto 1268.

    Attribuzioni e rapporti tra I sette modi di amare Dio e la Vita di Beatrice

    Molto resta ancora da chiarire, soprattutto sullautore del testo latino e sul rapporto tra la Vita di Beatrice e I set-te modi di amare Dio, e qualche nodo irrisolto permane persino circa lattribuzione del trattato alla stessa Beatrice, che comunque noi, in assenza di esaustiva prova contraria, continuiamo a ritenere autrice dellopera. Uno dei capi-toli della biografia latina, il quattordicesimo nel terzo li-bro, Dellamore e dei suoi sette gradi, si rivelato essere una traduzione, o meglio un adattamento, del testo origi-nale in medio nederlandese scoperto e pubblicato nel 1895 da J.H. Kern come il numero 42 dei cosiddetti Ser-moni Limburghesi 6, databili tra il 1270 e il 1320. Signifi-cativo , peraltro, constatare come questo testo in volgare fosse ritenuto gi sufficientemente importante allepoca da meritare una traduzione-rielaborazione integrale in latino, in una versione che segue in pieno i moduli della

    5 Beatrijs van Nazareth, Seven manieren van minne, editie Faesen, Pelckmans, Kapellen, 1999, 11-15.

    6 Cfr. De Limburgse Sermoenen, editie J.H. Kern, Sijthoff, Leiden 1895 e il pi recente studio di W.P. Scheepsma, De Limburgse Sermoenen (ca 1300). De oudste preken in het Nederlands, Bert Bakker, Amsterdam 2005.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • II. Limportanza dellopera di Beatrice 29

    uscita, e reditus, ritorno. Il misticismo di Eckhart ruota come gi detto intorno al concetto chiave di Grund, fondo dellanima che il fondo stesso di Dio. Per lui la presenza di Dio in tutte le cose, vi una presenza dellimmagine divina nellanima, un carattere increato dellintelletto. Il reditus, il ritorno, si realizza nella consapevolezza della presenza della divinit, che ricrea Dio nellanima. Le tre fasi essenziali, in questo processo che coinvolge lanima, sono abscheiden (distaccarsi), gebern (sbocciare) e durchbre-chen (irrompere). Secondo Malfliet, Beatrice ne ripropor-rebbe in qualche modo lo schema: i primi sei modi attuano un ritorno mediante il distacco, che avviene nella prima e nella seconda maniera, laddove, poi, lanima sboccia nella terza e nella quarta e vive lirruzione nella quinta e nella sesta. Il settimo modo, infine, descrive la fusione finale ed eterna del Grund, il fondo dellanima, con il fondo della divinit. Eckhart, inoltre, sottolinea ripetutamente che non si tratta di gradi progressivi, in sintonia quindi con i modi di amare, le maniere di cui parla Beatrice. Infine, come ribadito pi volte, tranne due citazioni da Paolo e Agosti-no, la cistercense non fa mai riferimento a dettami eccle-siastici o a sacramenti, assenti parimenti nelle prediche di Eckhart14.

    Una mistica affettiva

    Al di l del ben diverso rilievo assegnato alla via amo-ris, il tono del testo di Beatrice, rispetto alle opere di Eckhart, comunque pi personale e pi affettivo. Que-

    14 Va, infine, sottolineato che linfluenza di Bernardo, fortissima nel XII secolo e nella prima met del tredicesimo, lascia spazio nella seconda met del Duecento alle idee di Tommaso dAquino e di Bonaventura e, allinizio del Trecento, di Eckhart: questo rapido mutamento rivela, con-troluce, come gli ultimi decenni del XIII secolo siano stati, dal punto di vista della circolazione delle idee in ambito contemplativo e mistico, quanto mai stimolanti.

  • 30 Introduzione

    stultimo aspetto, in particolare il possibile approccio ti-picamente femminile di Beatrice allesperienza mistica, ha suscitato negli ultimi decenni un interessante e vivace dibattito. Ruh sottolinea come, con la donna, la spiritua-lit mistica si sia ritagliata una nuova dimensione con unenfasi diversa, posta, soprattutto nella mistica cister-cense, sullelemento affettivo riguardante Cristo e Maria15. Il ricorso di molte donne al volgare pu, ovviamente, di-pendere dalle maggiori difficolt, rispetto agli uomini, di studiare in maniera sistematica il latino, anche se nel no-stro caso, in diversi passaggi, emerge un forte legame con il volgare e una grande maturit letteraria che fa supporre che Beatrice, al di l dellintento didattico, fosse in un certo senso matura e incline a scrivere nel suo brabantino. Gli studi in proposito16 hanno evidenziato che le donne scelsero, in prevalenza, di scrivere opere in ambito religio-so, didattico e, appunto, mistico-visionario, pur non di-sdegnando del tutto componimenti cortesi e romanzi. Alcune studiose hanno cercato di individuare metafore, temi e caratteristiche stilistiche tipicamente femminili, anche nel campo della mistica. La teologa Hollywood, per esempio, sostiene che, ne I sette modi, Beatrice si discosti dallesperienza mistica predefinita fisicamente in senso maschile, profilandosi invece chiaramente come donna17. assai difficile ricostruire quali difficolt dovessero af-frontare davvero le scrittrici rispetto ai loro colleghi uo-

    15 Ruh, Storia della mistica, vol. II, 20. Figure come Hadewijch e Be-atrice, nellarea nederlandese, e Christine de Pizan in quella francese, sono state a lungo studiate per i valori morali e le qualit letterarie delle loro opere, prima che, intorno agli anni Ottanta del secolo scorso, venissero poste al centro degli studi di genere.

    16 Un quadro chiaro delle diverse posizioni al riguardo, con molta attenzione soprattutto alla nostra area, quello fornito da K. Heene, Vrouwelijke auteurs in de middeleeuwen, in Queeste 13 (2006) 109-129.

    17 A. Hollywood, The Soul as Virgin Wife. Mechtild of Magdeburg, Marguerite Porete, and Meister Eckhart, University of Notre Dame, London - Notre Dame 1995, 29-39.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • II. Limportanza dellopera di Beatrice 31

    mini ed altrettanto arduo confrontare da un punto di vista tematico opere maschili e femminili, dato che man-cano in proposito materiali quantitativamente significati-vi. Si naviga sostanzialmente a vista tra fonti che spesso sono costituite unicamente da frammenti. Stando cos le cose, credo che non si possa farne una questione mera-mente di genere, perch, se vero che in Beatrice e in altre autrici contemporanee lamore per Dio assume con-notati decisamente ardenti, la stessa cosa si pu dire per alcuni commenti di Bernardo di Clairvaux e Guglielmo di Saint-Thierry.

    Vita affettiva, si diceva. In effetti, ampio il ventaglio amoroso dispiegato da Beatrice, che fa ruotare la descri-zione delle sue esperienze intorno ad alcuni termini chiave, come siele, anima, minne, lamore per Dio, e begeerte, il desiderio. Intorno a ci costruisce, con maestria, un im-pianto ben articolato ed efficace, con momenti di grande impatto. In molta prosa medievale, di carattere contem-plativo o mistico, non si rintraccia uno sviluppo logico del pensiero, quanto piuttosto una successione di temi pi o meno affini che mirano a formare (suggerire?) una serie di associazioni mentali; Beatrice invece sa dare uno schema espositivo preciso alla descrizione delle proprie esperienze ed abile, soprattutto, nel rendere con grande acume psicologico e padronanza del linguaggio i conflitti interio-ri che accompagnano questo splendido e nello stesso tempo sofferto processo. Gli opposti da evitare sono lu-manizzazione di Dio e la divinizzazione dellessere umano, e Beatrice ripropone con misura ma anche con vigore il carattere dinamico e talvolta paradossale dellintero uni-verso creato da Dio e quindi anche dellanima. Faesen, nel ripresentare, con traduzione in nederlandese moderno, il testo18, individua una chiave interpretativa assai interessan-

    18 Beatrijs van Nazareth, Seven manieren van minne, editie R. Faesen.

  • 32 Introduzione

    te. Lopera andrebbe letta come se fosse formata da tre coppie di dittici, preceduti da unintroduzione.

    La prima maniera delinea la struttura complessiva, il fondamento del trattato, ossia lanelito irrefrenabile alla-more per Dio, il minne, e il desiderio, da parte dellanima, di vivere conformandosi alla sua immagine e somiglianza. Tale impulso innesca sin da subito un forte dinamismo, anzi addirittura un conflitto, determinato dagli ostacoli che impediscono allamore di regnare sul cuore (versi 6-7). In che modo questo desiderio, che irrompe cos sovente, pu essere una manifestazione del minne? In quanto la-nima (siele) mira da subito alla realizzazione della propria struttura speculare come creatura di Dio. Tale desiderio va di pari passo con unaccurata e incessante indagine introspettiva, e di fatto non si tratta del desiderio del soggetto Beatrice, quanto piuttosto di un desiderio che scaturisce dallamore, e pertanto per sua natura puro, alto e nobile. Bisogna staccarsi da tutto ci che terreno e fugace, dalla zavorra e dai desideri che gravano sul no-stro cuore. Notevole la perspicacia psicologica di Bea-trice, che sa parlare del divino senza dimenticarsi appun-to della fragilit dellessere umano. Lobiettivo finale una mirabile fusione di sforzo umano e dono divino, ed proprio la paura che pu frenare la realizzazione del min-ne (versi 62-75). Al centro dellesperienza amorosa, sin dal primo modo, c il cuore, sede, secondo gran parte della spiritualit del tempo19, non solo dei sentimenti, ma anche della capacit conoscitiva e della volont, quindi lorgano preposto per antonomasia alla conoscenza di ogni forma di amore, il jubilus cordi di cui parla Bernardo a proposi-to dellamore tra Dio e luomo.

    Alla seconda maniera, in cui emerge un amore e un desiderio di servire disinteressato che si d completamen-

    19 Cfr. Vekeman, Van seven manieren, 184.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • II. Limportanza dellopera di Beatrice 33

    te senza nulla chiedere in cambio, fa da pendant il rovescio di tale desiderio nel terzo modo, in cui la natura disinte-ressata e smisurata dellanelito non fa che accentuare la consapevolezza delle grandi mancanze nel soddisfare appunto la brama damore per Dio. Il dinamismo conflit-tuale si manifesta, inoltre, nel contrasto tra i fastidiosi aspetti della vita terrena (versi 91-98) e questo amore s sublime e disinteressato. Significativo anche il ricorso a termini tipici della letteratura profana, in particolar modo della lirica cortese (fanciulla, dedizione, fedelt, ardente, servizievole, passione), ma ovviamente nellottica stavolta non di un possesso figurato o reale della persona ama-ta, bens dellabbandono completo al minne, allamore per Dio che esclude qualsiasi forma di ricompensa. Se allini-zio del primo modo esso funzionale per tornare allAl-tissimo, nel secondo si tramuta nella forma servizievole con cui Beatrice ama in modo disinteressato Dio. Non casto il cuore di chi onora Dio in vista della ricompensa peraltro una tesi di fondo dellagostinismo spirituale20. Nel terzo modo lanima desidera donare completa sod-disfazione allamore per Dio e donarsi a esso (Sette modi 103-104). Anche qui il processo di purificazione/elevazio-ne accompagnato da momenti di grande pena (pine). Si consapevoli del compito improbo, immane che attende lanima, al di l, in realt, di quanto possa realizzare sulla terra un essere umano: si tratta di un compito addirittura infattibile (Sette modi 125). Per lennesima volta, la fine di questo conflitto non pu che essere nelle mani di Dio. Le somiglianze fra questa terza maniera e alcuni passi della Vita di Beatrice (paragrafi 222-227) sono stavolta notevoli, e riguardano in particolare la trasformazione di questo irrefrenabile desiderio in tempesta, il tentativo di realizzare ci che impossibile per la maggior parte delle

    20 A. Trap, Agostino, luomo, il pastore, il mistico, Citt Nuova, Roma 2001, 346.

  • 34 Introduzione

    creature, la descrizione di tormenti infernali, con laggiun-ta nel testo latino di una visione. Il dinamismo/conflitto che attraversa, come vediamo, lintero testo fa s che il minne, qui, si trasformi in pena e tormento, sulla strada che porta lanima verso il Signore.

    Il quarto e il quinto modo descrivono un altro, fonda-mentale passaggio. In questa mistica del minne, dopo la dedizione disinteressata e la sofferenza dettata dallinade-guatezza dellessere umano, lanima riceve un dono im-menso da Dio, ossia unesperienza mistica inattesa, une-stasi incommensurabile. Anche qui per non senza travaglio, come recita lincipit del quarto modo: Estasi e sofferenza si alternano con veemenza (Sette modi 165-166). Lanima in una fase di stallo, incapace di superare i propri limiti, e quindi Dio stesso che prende liniziati-va e le fa sentire la propria vicinanza: egli per primo ha amato lessere umano e torna ora ad amarlo. Lanima di Beatrice pertanto esperisce la presenza di Dio in maniera diretta e passiva (versi 175-191) fino al punto di diventare essa stessa amore per Dio (Sette modi 191). Per descri-vere questa esperienza cos inebriante, totalizzante e gal-vanizzante, Beatrice non ricorre pi ai termini delicati propri della lirica cortese, ma adopera vocaboli pi forti, viscerali per lestatica sopraffazione: lanima si badi alla reiterata forma passiva del verbo viene inghiottita, as-sorbita, divorata (Sette modi 190, 192, 193). il sapore di nettare dalla soave dolcezza di cui si parla nella Vita (3,200), che avvolge lanima immergendola in un mare di beatitudine; ma, si sa, la conquista del desiderio ardua e il quinto modo, secondo dittico del testo, apporta il rovescio della medaglia di tanta gioia: un uragano che ir-rompe rombante e selvaggio , un cuore che si frantuma (Sette modi 223-224). In altre parole, il minne si manifesta nel cuore con una veemenza inusitata e il begeerte, il de-siderio vibrante, che era scomparso per un po, torna pi intenso che mai. Qui lalternanza tra dolcezza e deside-

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • II. Limportanza dellopera di Beatrice 35

    rio appunto, con il palesarsi della sensazione forte di una violenza interiore, e dellorewoet, linsania amoris, la-mor furente, su cui torneremo in seguito. Ci che contrad-distingue il testo in nederlandese rispetto alla Vita ma anche ad altri testi mistici , di nuovo, lattenzione che Beatrice dedica agli aspetti per cos dire psichici della propria ascesa, che includono persino delle manifestazio-ni che oggi chiameremmo psicosomatiche, come per esempio nei versi 262-265: come se le si frantumasse il midollo e le cedessero le gambe, il suo seno si fonde e la sua gola si secca . Il suo cuore trafitto da una freccia che la penetra fino alla gola e al cervello (Sette modi 270). Il cuore trafitto uno dei motivi tipici certo pi ri-correnti nei testi mistici e nelliconografia mistica, ma saltano allocchio in questa descrizione la crudezza di ta-luni dettagli (poco pi oltre si parla addirittura di uno scempio : Sette modi 277) e il fatto che la freccia la penetri salendo dal cuore verso la gola e il cervello. Forse Beatrice, in questo passo, vuole sottolineare in maniera realistica come sentimenti quali lo sgomento e la paura, uniti alla furia dellamore, attanaglino le persone nel cuo-re e nella gola, dimpulso, prima che possano essere in qualche modo rielaborati dalla mente.

    Nellultimo dittico, il sesto modo descrive lassorbi-mento totale nella vita divina, unito alla consapevolezza che qui agisca unicamente il minne suscitato da Dio. La profonda nobilt insita nellessere umano emerge peren-toria e trova il suo riscontro conflittuale nel settimo e ultimo modo, in cui si fa strada invece lo sconfinato desi-derio di essere una volta per tutte, definitivamente e com-pletamente, in Cristo, lasciandosi alle spalle debolezze, incertezze e sofferenze. Essere partecipi di ci, di questo essere figlio nel Figlio, implica non un appagamento, o la fine del percorso bens, al contrario, linizio della vera vita. Per esprimere il flusso dellanima verso il divino, Beatrice ricorre a tre immagini, presentate con un montag-

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • I SETTE MODI DI AMARE DIO

  • Il testo in medio nederlandese di riferimento il manoscrit-to conservato a Bruxelles, Koninklijke Bibliotheek, 3067-3073, cos come pubblicato da H. Vekeman - J. Tersteeg, Beatrijs van Nazareth. Seuen Manieren van Heileger Minnen. Uitgegeven naar het Brusselse Handschrift, Thieme, Zutphen 1971.

  • deI Sette mOdI deLLAmORe peR dIO.

    Esistono sette modi di amare Dio, che hanno origine nellAltissimo e si adoperano per tornare al Sommo1.

    5 Il primo un desiderio2 attivo damore3 che deve regnare nel cuore da tempo al fine di poter superare ogni ostacolo,qualora agisca forte e vigile

    1 Il testo latino qui si sofferma ampiamente sul senso di keren, torna-no, per definirlo meglio ( desiderava soprattutto trascorrere i suoi giorni in questa purezza dellanimo, per giungere pi velocemente, attraverso questa via abbreviata, allo stato di una vita perfetta , Vita 3,247). La combi-nazione di keren, tornare, weder, di ritorno e werckende, che lavora, che agisce, in queste prime righe sembra porre laccento su quella collabo-razione attiva di cui si parla pi diffusamente nel quarto modo, come sotto-lineano giustamente Reypens e Van Mierlo, Seven manieren van minne, 3.

    2 Il primo modo ruota intorno al begerte, il desiderio, insito nella natura di ogni essere umano creato a immagine e somiglianza di Dio. Questo desiderio di amare, questo minne, amore per Dio, d struttura e indirizzo alluomo, fonte continua di impulsi interiori: Soddisfa nel bene, stimola al bene, conserva nel bene; ti previene, ti sostiene, ti colma. Egli ti ispira il desiderio, ed proprio lui loggetto del tuo desiderio (S. Bernardo di Chiaravalle, Il dovere di amare Dio, a cura di A.M. Piazzoni, trad. di E. Paratore, Paoline, Milano 20155 [ed. orig. 1990], 140).

    3 Interpreto, di conseguenza, comt werkende uter minnen come de-siderio attivo damore, che concerne non solo gli sforzi dellessere umano ma anche lazione intrinseca del minne. Cfr J. Huls, Seuen maniren van minne van Beatrijs van Nazareth. Het mystieke proces en mystagogische implicaties, Peeters, Leuven 2002, 156.

  • 68 Beatrice di Nazareth

    e con maturo coraggio10 in tale condizione.

    Un simile desiderio senza dubbio trae origine dallamore per Dio, perch la buona anima,che voglia servire fedelmente nostro Signoree seguirlo e amarlo con sincerit,

    15 viene mossa dallanelito a pervenire e a perseverare nella purezza, nella liberte nella nobilt donatele dal suo Creatore,che la cre a sua immagine e somiglianza. Lanima deve coltivare tutto ci con intensit.

    20 Tale desiderio determina tutta la sua vitae ogni sua azione, vuole salire fino a eccellere nellamore per Dio e a una conoscenza pi intima di Dio, fino a quella perfezione che suo compito

    25 e vocazione per virt divina. A questo si applica mattina e sera e dedica ogni domanda e studio,ogni supplica a Dio e ogni suo pensiero:

    30 come pervenire di nuovo allintimit con lamore per Dio, nel perfetto splendore delle virt e nellassoluta purezzadellamore per Dio.

    35 Questanima misura soventeci che e dovrebbe essere,ci che ha raggiunto e ci che le manca.Con tutte le forze, con bramosia e con labilit di cui capace

    40 si impegna per evitare in tuttii modi gli ostacoli che possanofrapporsi a tale desiderio attivo. Mai riposo si concede il cuore,n smette di cercare e supplicare,

  • I sette modi di amare Dio 69

    45 di attingere e tenere a menteci che pu essergli di aiuto e farloprogredire nellamore per Dio. la cura primaria dellanima, che in tale stato di intensit di anima e corpo agisce fino al momento in cui

    50 da Dio finalmente ottiene, in virt del suo zelo, una tale perseveranza da renderla senza fallo e incrollabile nel servire lamore

    55 per Dio, con una coscienzalibera, uno spirito purificatoe una chiara intelligenza. Un simile modo di desiderare tale superiore purezza trae

    60 di sicuro la sua originedallamore per Dio, non dalla paura.La paura difatti fa s che ci si adoperi e si soffra,si prenda e si lasci nel timore

    65 della collera di nostro Signore e del giudizio del giudice giusto,della vendetta eterna o di piaghe temporaneea.Allo stesso modo lamore per Dio anela,nel suo agire, solo alla purezza

    70 e alleccellenza, e a quella suprema nobilt che alla sua essenzasi confanno. E chi visi consacra impara a viverein maniera siffatta.

    a Cfr. Sal 7,12.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • Il testo in latino di riferimento ledizione Vita Beatricis. De autobiografie van de Z. Beatrijs van Tienen O. Cist. 1200-1268, in de Latijuse bewerking van de anonieme biechtvader der abdij van Nazareth te Lier voor het eerst volledig en kritisch nitgegevan door L. Reypens S.J., Runsbroec-Genootschap, Antwerpen 1964.

  • VITA DI BEATRICE

  • pROLOGO

    1. Inizia il prologo della vita della venerabile Beatrice,priora un tempo a Nazareth.

    Alla venerabile signora, sua badessa per provvidenza divina dellordine cistercense di Nazareth, della diocesi di Cambrai, al venerabile convento del medesimo luogo, io, fratello di quelle e converso, auguro salvezza nel Signore e di entrare nella stanza dello sposo insieme alle vergini elette adorne delle lampade a.

    2. Mentre mi accingo a scrivere la vita della venerabi-le Beatrice, perfettissima monaca del vostro monastero, domando insistentemente per prima cosa lopera della vostra devozione giacch, per portare a termine lopera che chiedete, domandiate per me le forze con le vostre orazioni, affinch, dopo che avr posto il fondamento e non sar giunto a compimento, non cada in quellimpro-perio evangelico cos che anche a me si possa, e non senza motivo, dire: Questuomo inizi a costruire e non fu capace di giungere a compimento b. Infatti, anche se io stesso ho letto i vari trionfi di santi, tratteggiati con narrazione sto-rica da altri, tuttavia non ho ancora raggiunto la dimesti-chezza con una narrazione di quel tipo, come colui che, per nulla confidando nelle proprie forze, preferisce am-mirare leleganza dellaltrui eloquenza piuttosto che imi-

    a Mt 25,1. b Lc 14,30.

  • 92 Anonimo

    tare il vigore dellesperienza, con passi ancora titubanti e infermi1.

    3. Non stupirti dunque, o lettore, se talora forse, nelcorso della narrazione, troverai qualche aggiunta fatta con meno congruenza di quanto occorrerebbe, quando mi vedrai condotto alla fatica dello scrivere dal solo comando dellamore, io che non ho ancora nemmeno eliminato lantico difetto di una lingua balbuzientec con un uso provato della narrazione. Ma che cosa pi conveniente o pi consono alla ragione del fatto che un novizio nelprimo esercizio di composizione ottenga un facile perdo-no da parte del lettore, lui che, per intraprendere larte della scrittura, non fu incitato dalla superficialit dellar-roganza, non dalla temerariet della vana gloria, ma fu animato dalla sola carit, madre delle virt? Dunque con questa come guida, intraprendo come novello pellegrino una via assolutamente ignota, e tessendo un discorso semplice per i semplici narrer la vita di Beatrice di beata memoria, come potr, non con ornamenti ricercati di fi-gure retoriche, ma con parole umili che racchiudano la verit delle sue azioni.

    4. Se qualcuno, invero, conviene come me nel presta-re fede a quanto sto per dire e chiede conto con insisten-za, come pi curioso scrutatore della realt, della verit delle testimonianze che vengono da me, a questi rispondo, con una pur piccola giustificazione, che io appaio solo come traduttore e non come autore di questa opera, dal

    1 Lautore si dichiara incapace e inadeguato a narrare efficacemente la vita di Beatrice, senza il sostegno della preghiera dei devoti a cui lope-ra rivolta. La professione di umilt, tipica nella narrazione agiografica, qui si colora di un tratto specifico: lo stretto rapporto tra lautore e il suo lettore, destinatario dellopera, con cui intesser, infatti, un dialogo lungo tutta la narrazione, che, come un torrente carsico, emerger a tratti, apren-dosi in riflessioni spirituali e considerazioni morali sollecitate dalla vita della beata.

    c Cfr. Ger 1,6.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • Vita di Beatrice 93

    momento che ho aggiunto o modificato poche cose di mio pugno, ma, cos come le ho ricevute dalle schede, soltan-to ho colorato di eloquio latino le parole consegnate in volgare2.

    Tra le altre, questa stessa al cui servizio si mette il nostro discorso con questo lavoro di traduzione, lei, vi dico, rivendica per s, e non a torto, lautorit di questa opera, lei che sola pot con la vivacit del proprio spirito penetrare la profondit della sua mente e condurne fuori gli arcani dei suoi misteri, al cospetto dei quali, in tutto il corso della sua vita, non ammise alcun testimone e confi-dente, ad eccezione dellarbitro interiore a cui non na-scosto nessun segreto3.

    Chi, infatti, tra gli uomini pu conoscere quelle verit che sono in un uomo, se non lo spirito delluomo che in lui stesso? Questo, bench in verit possa essere detto di qualsiasi uomo, certamente si conf tanto pi specialmen-te alla venerabile Beatrice, quanto pi ella con impegno e con il supporto della divina clemenza nascose per tutto il tempo della sua vita i doni di ineffabile grazia nel profon-dissimo rifugio della sua mente, non senza molta fatica e uguale timore. Qualcuno infine, estraneo o ignoto, ha potuto irrompere nel segretissimo triclinio della sua men-te, mostrare apertamente il tesoro della grazia divina na-scosto nel campo del suo cuored, mentre riportato da lui

    2 Lautore afferma di essere solo traduttore (traslator) di unopera scritta in volgare dalla mano di Beatrice stessa, e oggi perduta; sui rapporti tra testo latino e opera di Beatrice si rimanda al primo capitolo dellIntro-duzione. Cfr. W. Scheepsma, Beatrice of Nazareth. The First Woman Author of Mystical Texts, in Seeing and Knowing. Women and Learning in Medieval Europe 1200-1550, ed. A.B. Mulder-Bakker, Brepols, Turnhout 2004, 49-66.

    3 Lindicibilit dellesperienza mistica, che rende ancora pi evidente la professione di inadeguatezza espressa dallautore poche righe sopra, un tratto comune nelle biografie delle sante visionarie e ritorner a pi riprese nel corso dellopera.

    d Cfr. Mt 13,44.

  • 94 Anonimo

    stesso che ella escluse come se fossero state estranee anche le sue sorelle nello spirito e nella carne che ebbe come compagne nel medesimo monastero.

    5. Perch nessuno mi creda autore di questopera,ma piuttosto, reso chiaro il nome dellautrice, il devoto lettore comprenda che tutta la nostra narrazione proma-na non da un tenebroso nascondiglio di falsit, ma dalla luminosa fonte della verit. Chi, infatti, se non un pazzo, potrebbe ritenere che la venerabile Beatrice potesse dire o scrivere qualcosa di falso o inventato, lei che lesse eimpar dal libro dellesperienza tutto ci che poi scrisse di propria mano, con stilo tanto pi sincero quanto pi fedele?

    6. Valuti perci il lettore attento a quale altezza didiscernimento si innalz la mente di questa santa donna, che si preoccup di nascondere dalle insidie spirituali il tesoro della grazia superna allinterno del chiostro del suo cuore e dopo, al tempo opportuno, quando cio non te-meva pi le stesse insidie, lo don a noi, suoi servi4.

    Dal momento che il Signore dice nel Vangelo: Fate attenzione a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loroe, e ancora altrove: Cos risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perch vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che nei cieli f, lei accord in una sentenza di obbedienza lapparente discordanza di questi due precetti, cos da eludere linganno dellantico avversario, nascondendo con attenzione il suo segreto dentro di s, e poi, renden-dolo manifesto al momento opportuno, soccorrere le necessit del prossimo. E cos, come disponeva la divina

    4 La narrazione della vita da parte di Beatrice , dunque, sollecitata dalla carit e dalla dedizione ai fratelli; la Vita stessa mostrer come lamo-re per il prossimo sia stato lapprodo ultimo della sua esperienza spiritua-le e la manifestazione del raggiungimento pieno dellintimit con Dio.

    e Mt 6,1. f Mt 5,15.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • Vita di Beatrice 95

    clemenza, fu resa come una lucerna, che a lungo rimase nascosta sotto il moggiog, ma dopo, liberata la luce, ri-splendette con chiarore tanto maggiore quanto pi at-tentamente si era preparata a lungo, nel nascondimento, a risplendere.

    Ma ora accingiamoci a intraprendere con ordine la narrazione5.

    5 Lautore espone la vita di Beatrice secondo il modello del cammino verso Dio che si compie in tre stadi: lo status inchoantium, proficientium e perfectorum, a cui far corrispondere altrettanti libri. Vedi Introduzione, II, 17-18.

    g Mt 5,15.

    Questo testo un'anteprima del libro. Il numero delle pagine limitato.

  • INDICE GENERALE

    INTRODUZIONE

    I. Le tRAcce dI uNeSISteNzA INteNSA 7

    Il senso di una ricerca 7 Attribuzioni e rapporti tra I sette modi di amare Dio e la Vita di Beatrice 9 La vita esemplare di Beatrice nella biografia latina 17

    II. LImpORtANzA deLLOpeRA dI BeAtRIce NeLLA mIStIcA ReNANO-FIAmmINGA 23

    La teologia mistica dei sette gradi 27 Una mistica affettiva 29 Lamore per Dio e lamor furente in Beatrice 38

    III. vItA dI uNA mONAcA cISteRceNSe 42

    Tempo liturgico, tempo di Dio 43 Hortus conclusus 46 A immagine e somiglianza 50 Imitatio Christi e carit 54 Al centro Cristo 56

    Bibliografia 59

  • I SETTE MODI DI AMARE DIO pag. 65

    VITA DI BEATRICE 89

    Prologo 91

    Primo libro 96

    I. Della sua nascita e della vita del venerabile Bartolomeo, suo padre 96 II. Della sua infanzia 103 III. Del fatto che fu associata alle beghine e frequent le scuole 106 IV. Del fatto che assunse labito regolare 108 V. Della sua penitenza e mortificazione della carne 113 VI. Della fatica della malattia dalla quale era continuamente gravata nel tempo dellinfanzia 116 VII. Della povert che sostenne nel cibo e nel vestito 118 VIII. Della disposizione del suo cuore e dellesercizio delle meditazioni 121 IX. Come aspir allabito del noviziato 124 X. Della sua professione e di come fu mandata al monastero di Rameia per apprendere larte dello scrivere 129 XI. Del suo rapimento e della visione celeste avuta in spirito 135 XII. Di come il diavolo seduttore tent di distoglierla dal suo santo proposito 140 XIII. Della divina consolazione che sent quando ricevette leucaristia 145 XIV. Dellacutezza e fortezza di spirito che ricevette dal Signore nella percezione del sacramento 146

  • XV. Della sua consacrazione e dellesercizio delle meditazioni pag. 151 XVI. Delle celesti consolazioni e la guida della divina grazia dalla quale lei sent di essere quotidianamente spinta alle mete spirituali 153 XVII. Del fatto che fu consacrata dal vescovo 156 XVIII. Della frequentazione del sacramento del corpo e sangue di Cristo 158

    Secondo libro

    I. Della frequentazione della Sacra Scrittura, nella quale la venerabile Beatrice si esercit con impegno 161 II. Delle azioni e dellesercizio del tempo 163 III. Del triplice esercizio degli affetti spirituali 166 IV. Del fatto che cercava nella condotta delle altre monache il guadagno per il suo cammino 172 V. Delle due celle che prepar nel suo cuore 173 VI. Dei cinque specchi del suo cuore 177 VII. Del monastero spirituale che costitu nel suo cuore 179

    VIII. Delle due custodi del suo monastero, ovvero lumilt e lobbedienza 183

    IX. Del giardino rigoglioso del suo cuore 184 X. Del fatto che aspirava assolutamente alla conoscenza di se stessa 186 XI. Dellordinamento della vita spirituale che esercit per un certo tempo 189 XII. Delle gravi fatiche delle tentazioni da cui fu vessata per tre anni 192 XIII. Del fatto che a un certo punto merit di essere consolata dal Signore 200

  • XIV. Del fatto che vide il cielo aperto e Ges alla destra della virt di Dio pag. 203 XV. Del fatto che si accostava al sacramento dellaltare nel tempo delle tentazioni 207 XVI. Della grande fatica che sostenne per il male della presente vita 210 XVII. Del fatto che merit di essere liberata dalle molestie del suo cuore e consolata dal Signore 214 XVIII. Del patto di perpetuo amore stretto tra Cristo e la sua anima 216 XIX. Del fatto che fu rapita nel coro dei Serafini 220

    Terzo libro

    I. Del fatto che merit di essere perdonata di tutti i suoi peccati 229 II. Del fatto che nel sacramento del Signore lo Spirito divino accolse dentro di s lo spirito di lei 235 III. Dellamore del suo cuore 237 IV. Della letizia spirituale del suo cuore 241 V. Del giubilo della mente che merit di sentire durante la messa 244 VI. Del fatto che ebbe il desiderio di fingersi pazza 245 VII. Del fatto che aspir con desiderio alla conoscenza della Santa Trinit 249 VIII. Della sfrenata fortezza e veemenza del suo spirito 254 IX. Del fatto che per un certo tempo fu del tutto privata della sua volont 256 X. Delledificazione del monastero di Nazareth e del fatto che fu scelta come badessa 261

  • XI. Del fatto che vide tutto il mondo, come una ruota, posto sotto i suoi piedi pag. 265 XII. Del fatto che le sembr che il sangue di Cristo fosse effuso nella sua anima 267 XIII. Del fatto che il suo cuore si spost dal luogo naturale per la grandezza dellamore e rifulse dai suoi occhi una luce di mirabile splendore 269 XIV. Dellamore e dei suoi sette gradi 274 XV. Dellamore del prossimo 284 XVI. Della sua morte 289 XVII. Segue la conclusione di questa opera 290

    Indice scritturistico 295Indice onomastico 299Indice analitico 303

  • 229E

    56

    Pubblicate per la prima volta in traduzione italiana, I sette modi di amare Dio e la Vita di Beatrice sono due im-portanti opere spirituali del XIII secolo.

    Nella prima, scritta in versi in dialetto brabantino, Beatrice di Nazareth, monaca cistercense e mistica, con-densa la propria esperienza di Dio, tracciando un percor-so che riassume la forma pi alta e perfetta di unione tra Dio e luomo, lamore. I sette modi costituiscono un cammino unitario dellanima, la quale, provando lespe-rienza damore, comprende al tempo stesso che luomo la pu realizzare solo se la riconosce come proveniente da Dio e a lui orientata.

    La Vita di Beatrice unopera scritta in latino da un anonimo cistercense pochi anni dopo la morte della mo-naca (1268). Essa, seppure basata sugli schemi tradizionali dellagiografia, si riferisce a una perduta autobiografia spi-rituale di Beatrice, di cui lascia emergere i tratti di origi-nalit, e in una cornice di intensa spiritualit cistercense presenta i temi propri della mistica: lamore come desiderio insaziabile; la ricerca dellumilt e della spoliazione di s; la follia della mente e lo sconquasso del corpo come esito dellincontro estatico con lamore di Dio.

    CopertinaIntro I - Le tracce di un'esistenza intensaIntro II - L'importanza dell'opera di BeatriceI sette modi di amare Dio Vita di BeatriceIndice generaleRetrocopertina