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Supplemento al numero 263 febbraio 2009 di di Daniela D’aloisi e Susanna Ragazzini E-Inclusion: accessibilità nella società dell’informazione I q uaderni di La tecnologia può migliorare la qualità della vita, ma anche creare delle barriere nel ca- so in cui prodotti e servizi non siano ben pro- gettatati e realizzati. Questo può provo- care fenomeni di esclusione digitale (digital exclusion) estromettendo in- tere categorie di individui dai be- nefici offerti delle tecnologie del- l’informazione e delle comunica- zioni (ICT per Information and Communication Technology). Per superare questi ostacoli sono neces- sarie delle azioni volte ad assicurare un totale accesso da parte di tutti alle tecno- logie digitali, senza distinzione di abilità, cono- scenze, età, cultura, stato sociale ed economico, etc. Lo scopo della società dell’informazione è quello di rea- lizzare una totale e-inclusione (o e-inclusion), superan- do di fatto qualsiasi esclusione dal mondo delle tecno- logie che dovranno invece essere utilizzate per miglio- rare le nostre vite e il nostro approccio con il mondo.

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Supplemento al numero 263 febbraio 2009 di

di Daniela D’aloisi e Susanna Ragazzini

E-Inclusion: accessibilità nella società dell’informazione

I quaderni di

La tecnologia può migliorare la qualità della

vita, ma anche creare delle barriere nel ca-

so in cui prodotti e servizi non siano ben pro-

gettatati e realizzati. Questo può provo-

care fenomeni di esclusione digitale

(digital exclusion) estromettendo in-

tere categorie di individui dai be-

nefici offerti delle tecnologie del-

l’informazione e delle comunica-

zioni (ICT per Information and

Communication Technology). Per

superare questi ostacoli sono neces-

sarie delle azioni volte ad assicurare un

totale accesso da parte di tutti alle tecno-

logie digitali, senza distinzione di abilità, cono-

scenze, età, cultura, stato sociale ed economico, etc.

Lo scopo della società dell’informazione è quello di rea-

lizzare una totale e-inclusione (o e-inclusion), superan-

do di fatto qualsiasi esclusione dal mondo delle tecno-

logie che dovranno invece essere utilizzate per miglio-

rare le nostre vite e il nostro approccio con il mondo.

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Il quaderno di Telèma è stato realizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni.

presidente enrico manca

direttore delle ricerche l’ing. mario frullone

Curatrici del Quaderno: daniela d’aloisi e Susanna ragazzini, fondazione ugo bordoni.

Hanno collaborato: teodoro ambrogio, germano carella, raffaele nicolussi, fondazione ugo bordoni.

I n d I C e

SONO USCITI NEL 2008/2009:

l’importanza dello spettro radio per un mondo senza fili dicembre 2007/gennaio

Società dell’informazione e contenuti digitali: tutela dei diritti in un mondo che cambia febbraio

il mondo gestito da una rete di sensori invisibili marzo

utente senza segreti informazione personalizzata aprile

nuove piattaforme di diffusione terrestre e satellitare della tV digitale: gli standard dVb-t2 e dVb-S2 maggio

piattaforme e contenuti in un mondo in movimento giugno

la tecnologie fotoniche per la larga banda e per le ngn luglio/agoSto

robot con noi, tra noi e dentro di noi Settembre

robot: tra realtà e fantasia ottobre

passaggio al digitale: il modello Sardegna noVembre

tv digitale terrestre in Sardegna: ecco i primi bilanci dicembre 2008/gennaio

2008

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E-inclusion per una tecnologia accessibile

l’accessibilità sul posto di lavoro delle persone disabili

accessibilità dei servizi sul web

e-accessibility e e-inclusion nei servizi online

accessibilità dei servizi online per l’apprendimento a distanza

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I quaderni di

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La tecnologia sta assumendo un ruolosempre più preminente nelle attivitàeconomiche e sociali; pur troppo e

troppo spesso, persone con difficoltà fisiche o so-cialmente disagiate, che sono quelle che potreb-bero trarre il maggiore beneficio dall’utilizzo del-l’ICT (Information and Communication Technology)applicata alla vita quotidiana, sono anche quelleche maggiormente soffrono per la carenza di ser-vizi accessibili, di strutture adeguate e di occasio-ni di inserimento. La loro inclusione nella società digitale, la e-in-

clusion appunto, dovrebbe permettere a tutti ditrarre vantaggio delle oppor tunità offer te dallenuove tecnologie, ma l’esistenza di barriere tecno-logiche, sociali ed economiche non permette unacompleta integrazione.

Ci sono alcuni dati da cui partire quando si parla diinclusione digitale, come riportato in una recente Co-municazione della Commissione Europea:� si contano circa 74 milioni di europei con qualcheforma di disabilità;� entro il 2020, il 25% degli europei avrà più di 60 anni;� circa il 20% delle persone sopra i 50 anni soffre diqualche grave forma di disabilità;� a partire da circa il 1995, la popolazione in un quar-to delle regioni europee sta diminuendo con la con-seguenza di avere poche persone giovani che si pos-sano prendere cura dei più anziani;� è prevista una rapida crescita delle spese per pen-sioni, sanità e cure a lungo termine nei prossimi 20anni, corrispondente a circa il 4%-8% del prodottointerno lordo.

Questo è però solo una parte del problema, inquanto ci sono altri aspetti da considerare, soprat-tutto con riferimento a come le persone usano lenuove tecnologie dell’informazione e delle comuni-cazioni rispetto alla loro categoria sociale di appar-tenenza (vedi anche articolo di S. Ragazzini).Il contesto generale non è quindi positivo e sen-

za delle azioni specifiche e coordinate le nuove tec-nologie creeranno barriere digitali invece di risolve-re problemi. La Commissione Europea sta cercan-

do delle soluzioni specifiche per creare i presuppo-sti per una società realmente inclusiva. Sebbene la tematica della e-inclusion abbia assun-

to rilevanza propria abbastanza recentemente, le ini-ziative ad essa legate sono numerose e hanno con-tribuito a creare una comunità abbastanza vivace alivello europeo. A partire dal 2006, alcune iniziativeed eventi hanno fortemente caratterizzato lo svilup-po delle politiche di e-inclusion:

� Giugno 2006, Dichiarazione Ministeriale di RigaLa Conferenza Ministeriale di Riga “ICT for an in-clusive society”, promossa tra gli altri dalla Com-missione Europea, segna la nascita delle politichedi e-inclusion in quanto tali, prima trattate nell’am-bito dell’agenda di Lisbona. Uno dei risultati rile-vanti è stata l’approvazione della cosiddetta “Car-ta di Riga” che lega lo sviluppo dell’ICT a politichedi inclusione, e vincola i Paesi Membri al rispettodi alcuni principi legislativi, economici, sociali e dineutralità tecnologica.

� Giugno 2007, Piano di azione “Ageing Well in the In-formation Society”Per rispondere ai bisogni di un’Europa sempre piùanziana, la Commissione ha adottato un piano d’azio-ne accompagnato da un stanziamento di un miliar-do di euro per finanziare la ricerca sull’ICT finalizza-ta a migliorare la vita degli anziani, creando al con-tempo nuove opportunità per il mercato.

� Novembre 2007, Iniziativa “Be part of it!”La Commissione ha presentato al Consiglio Europeola sua proposta di attività sull’inclusione digitale costi-tuita da diverse azioni chiave, tra cui una campagnaper aumentare la consapevolezza del problema, de-nominata E-Inclusion. Be part of it! che si è tenuta pertutto il 2008. Alla base i dati di un’analisi economica:una società più inclusiva, siti web più accessibili e lar-ga banda disponibile per tutti i cittadini europei ge-nererebbero benefici per circa 35-85 miliardi di euroentro i prossimi cinque anni. La campagna “Be part of it!” è stata chiusa a Vien-

na (20 novembre-2 dicembre) con una conferen-za alla presenza circa 1500 delegati, rappresentan-

E-inclusion per una tecnologia accessibile

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

�I quaderni di

ti degli Stati Membri, ospiti da paesi extra-euro-pei, autorità della Commissione in cui sono statimostrati i risultati raggiunti e lo stato dell’ar te:molto è stato fatto, ma si è ancora ben lontanidagli obiettivi posti da i2010. La conclusione è sta-ta abbastanza lapidaria: e-Inclusion, ‘more necessa-ry now than ever’

� Dicembre 2008,“Verso una società dell’informazio-ne accessibile”Durante la Conferenza di Vienna, la Commissioneha lanciato la versione definitiva della Comunica-zione ,“Verso una società dell’informazione accessi-bile”. La preparazione del documento era statapreceduta anche da una consultazione pubblicache aveva prodotto a sua volta numerosi rappor-ti e analisi. La comunicazione analizza la situazio-ne attuale, indica le ragioni che giustificano le va-rie iniziative comuni europee, enumera i passi fon-damentali da intraprendere stabilendo così un qua-dro di riferimento per gli sviluppi futuri dell’attivi-tà sull’e-inclusion, con particolare riferimento al-l’accessibilità. Infatti, la commissione dichiara che ènecessario ed urgente “definire un approccio piùomogeneo, comune ed efficace alla e-accessibilità, inparticolare all’accessibilità al web, per accelerare l’av-vento di una società dell’informazione accessibile, co-me annunciato della Agenda sociale rinnovata”.

Già dopo Riga, la Commissione Europea aveva in-dividuato sei aree tematiche su cui articolare le sueiniziative a favore dell’e-inclusion:� e-Accessibility (e-accessibilità), per rendere l’ICTaccessibile a tutti, incontrando le esigenze di un lar-go spettro di persone, in particolare quelle con bi-sogni speciali;� Ageing (invecchiamento della popolazione), perdare anche alle persone più anziane la possibilità dipartecipare attivamente alla vita sociale ed econo-mica, permettendogli di mantenersi indipendenti edi migliorare la loro qualità di vita;� e-Competence (competenze digitali o e-com-petenze), per trasmettere ai cittadini le conoscen-ze e gli skill, anche attraverso un’educazione per-manente (il cosiddetto lifelong learning) per au-mentare la loro inclusione sociale, la capacità la-vorativa e di conseguenza prolungata la duratadi vita attiva;

� Socio-Cultural e-Inclusion (e-inclusione socio-cul-turale), per aiutare le minoranze, i migranti e i gio-vani emarginati ad integrarsi pienamente e parte-cipare alla vita sociale tramite l’uso dell’ICT;� Geographical e-Inclusion (e-inclusione geografica),per migliorare il tenore di vita, sia in senso socialeche economico, di comunità rurali o situate in zo-ne isolate o economicamente svantaggiate trami-te l’uso dell’ICT;� Inclusive eGovernment (governo digitale inclusivo),per fornire a tutti servizi pubblici migliori e diver-sificati usando l’ICT, incoraggiando inoltre una sem-pre maggiore partecipazione alla vita pubblica.

A partire dal 2006, alcune di queste tematiche so-no state oggetto di bandi per la presentazione diprogetti di ricerca e sviluppo, con molta attenzio-ne anche alla produzione di strumenti pronti peressere lanciati sul mercato.

Come abbiamo visto, l’accessibilità, o se si pre-ferisce la e-accessibilità, è uno dei cardini delle at-tività legate all’area della e-inclusion.

L’analisi del documento “Verso una società del-l’informazione accessibile” ci mostra la rilevanza del-l’argomento, a partire dal titolo stesso. La comunicazione parte da una considerazione

semplice. Nonostante la crescente attenzione ai te-mi della e-accessibilità, uno studio del 2007 ha mo-strato che l’Europa è ben lontana a centrare gliobiettivi prefissati nella Dichiarazione di Riga. L’ana-lisi di questi stessi dati ci permettono di dettare lepriorità per il 2009. La rapida diffusione di Internet rende rilevan-

te risolvere il problema dell’accessibilità del web,ma per un’effettiva partecipazione di tutti alla so-cietà dell’informazione è necessario che siano ac-cessibili tutti i prodotti e servizi basati sulle tec-nologie informatiche: computer, telefoni, ammini-strazione on-line, acquisti on-line, call center, ter-minali self-service come i distributori automaticidi biglietti di banca (ATM) e le macchine distri-butrici di biglietti.A questo possiamo aggiungere anche le piat-

taforme televisive digitali e le comunicazioni elet-troniche. La televisione ha un’elevata priorità an-che in vista dello switch-off previsto in Europa per

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e-incluSion per una tecnologia acceSSibile

il 2012. Sarà possibile infatti implementare solu-zioni accessibili con maggiore facilità: audio descri-zioni, sottotitoli e traduzioni con il linguaggio deisegni. Per le comunicazioni elettroniche, un esem-pio impor tante è l’accessibilità del numero diemergenza europeo, il 112, in un’ottica di conver-sazione totale (total conversation).

Il lavoro da fare è ancora molto, ma i numeririchiedono uno sforzo in direzione di una socie-tà più accessibile: circa il 15% della popolazioneeuropea soffre di una qualche forma di disabili-tà e una persona su cinque necessità di soluzio-ni accessibili. Quindi un miglioramento dell’ac-cessibilità porterà benefici a tre persone su cin-que, senza considerare l’impatto positivo sull’usa-bilità in generale.L’impatto socio-economico che deriva dall’ado-

zione di soluzioni accessibili è notevole. Possia-mo elencarne alcuni: possibilità di lavoro a distan-za tra i lavoratori più anziani o disabili, adozionedi servici pubblici on-line, possibilità di adozionedi soluzioni di e-health, web-learning per un’edu-cazione permanente.Si noti che l’ottica non è solo quella di aiutare

chi ha bisogno, ma di fronteggiare i crescenti co-sti per gli Stati causati da popolazione sempre piùanziana oltre che una diminuzione delle spese peralcuni servizi.

Non solo l’e-accessibilità, ma tutte le ICT so-no un elemento chiave della politica europea inmateria di e-inclusione. Più in generale, le ICTrientrano nel campo d’applicazione di una futu-ra direttiva sulla parità di trattamento che fa ri-ferimento ad una effettiva non discriminazionenell’accesso ai beni e ai servizi a disposizione delpubblico. Inoltre, l’Europa deve rispettare gli ob-blighi imposti dalla recente convenzione delleNazioni Unite sui diritti delle persone con disa-bilità in relazione all’accessibilità dei beni e ser-vizi ICT.

Alcuni atti legislativi dell’UE riguardano già di-rettamente o indirettamente problemi connes-si alla e-accessibilità. Molti paesi europei, tra cuil’Italia, hanno adottato misure legislative ma man-ca una politica comune, anche se l’e-accessibili-

tà è oggetto di varie comunicazioni e direttive alivello europea.

La Commissione propone alcune azioni, riassumibi-li in cinque punti:

1. Cambiare la situazione: rafforzare le priorità programmatiche, il coordinamento e la cooperazione tra soggetti interessatiÈ necessaria una maggiore sinergia e coordinamen-to tra tutte le attività europee, in modo da avere unmaggiore impatto e una crescente omogeneità. Ol-tre agli Stati, anche l’industria, gli utenti e le loro as-sociazioni, il mondo dei servizi e delle tecnologie diassistenza, la ricerca e le autorità competenti do-vranno intensificare le proprie iniziative e la loro col-laborazione. Saranno dati degli orientamenti comu-ni ai gruppi incaricati della supervisione sull’attua-zione di i2010, sui problemi di normalizzazione, su-gli aspetti connessi alle telecomunicazioni e sul pia-no d’azione per i disabili.

Le priorità in materia di e-accessibilità sono, nel-l’ordine, il web, la televisione digitale e le comuni-cazioni elettroniche, i terminali self-service e labanca elettronica.

2. Controllo dei progressi e rafforzamento delle buone praticheSaranno avviati dei monitoraggi sui progressi nelcampo dell’e-accessibilità e sarà rafforzata la rete discambi, con l’istituzione di apposite iniziative.

3. Sostenere l’innovazione e l’applicazionePer il 2009, sono previsti vari strumenti di finanzia-mento oltre che quelli relativi al settimo program-ma quadro, come fondi strutturali e anche program-mi nazionali.

4. Facilitare le attività di normalizzazioneLa Commissione ha dato mandato alle organiz-zazioni europee di normalizzazione di mettererapidamente a punto norme europee in materiadi e-accessibilità, in collaborazione con le parti in-teressate, nel corso del 2009 e negli anni succes-sivi. Il raggiungimento di questo obiettivo costi-tuirebbe un enorme passo in avanti per una ef-fettiva inclusione.

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

5. Utilizzare la normativa vigente e prospettarne una nuovaSebbene a livello di Paesi Membri esistano del-le leggi a favore dell’e-accessibilità, c’è il rischiodi una frammentazione giuridica nell’UE dovutaalla divergenza delle misure legislative. È quindinecessaria un’impostazione legislativa di carat-tere più generale. L’impegno è di recepire ade-guate disposizioni in materia nella revisione del-la normativa europea e di sollecitare gli stati asfruttare la normativa attuale per rafforzare lae-accessibilità.

La Comunicazione presta particolare attenzio-ne al web, a causa dell’enorme crescita di infor-mazioni on-line e dei servizi interattivi: servizi on-line nel settore bancario, degli acquisti, della pub-blica amministrazione; le comunicazioni on-line, isocial network.Malgrado questa ampia diffusione e i conse-

guenti risvolti economici, alcune indagini sia a li-vello europeo che a livello di singola nazione mo-strano che la maggioranza dei siti sia pubblici cheprivati non rispettano neanche i requisiti minimi.Solo il 5,3% dei siti delle pubbliche amministrazio-ni e quasi nessuno dei siti commerciali osservanoi requisiti di base.Eppure a livello europeo le indicazioni erano sta-

te chiare. Una comunicazione del 2001 chiedeva aipaesi membri di approvare le linee guida del W3C,le WCAG 1.0, a cui facevano seguito due risoluzio-ni in cui si spingeva ad accelerare l’accessibilità delweb e dei suoi contenuti. Nel 2002 il Parlamentoeuropeo proponeva la piena accessibilità del sitipubblici entro il 2003. La dichiarazione di Riga ave-va spostato la data al 2010.

Per ottenere dei risultati unitari ed evitare la fram-mentazione di leggi e iniziative, sono necessarie del-le azioni a livello europeo. La Commissione propo-ne alcune azioni: 1. Facilitare la rapida adozione ed attuazione di orien-tamenti internazionali in EuropaEntro il 2010 si dovrà realizzare l’obiettivo di averel’accessibilità al 100% dei siti web pubblici. Inoltre sidovrà preparare una rapida transizione aggiornan-do le specifiche in materia di accessibilità del webin maniera comune ed omogenea.Tutte le organizzazioni di normalizzazione e tut-

te le parti interessate dovrebbero mettere rapida-mente a punto norme UE per l’accessibilità del webad ulteriore elaborazione del WCAG 2.0, pubblica-te nel dicembre 2008.

2. Promuovere l’accessibilità del web e migliorarne lacomprensioneC’è bisogno di una maggiore consapevolezza cir-ca le problematiche e le soluzioni in materia diaccessibilità del web. È necessario che ogni statoassuma un ruolo attivo attraverso varie azioni: so-stenendo ampiamente l’accessibilità dei siti web;varando piani di formazione e scambi di buonepratiche; chiedendo siti e strumenti accessibili neiloro appalti pubblici.

Negli articoli che seguono saranno affrontate al-cune delle tematiche relative all’accessibilità anchedal punto di vista di una persona direttamente coin-volta. Altri argomenti saranno trattati in un secon-do Quaderno, data l’ampiezza e la rilevanza socia-le, economica, tecnica e politica del tema.

Daniela D’Aloisi Fondazione Ugo Bordoni

�I quaderni di

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l’acceSSibilità Sul poSto di laVoro delle perSone diSabili

Rendere accessibile una postazione di lavoro di-pende dal tipo di disabilità che si ha di fronte; ognidisabile ha le proprie esigenze, ma ciò che è impor-tante sottolineare è che la tecnologia è in grado, og-gi come oggi, di rispondere in maniera adeguata aduna vasta gamma di richieste.Esistono almeno tre tipologie di disabilità: moto-

ria, sensoriale e cognitiva.La disabilità motoria riguarda quelle persone che

hanno difficoltà parziali o totali di movimento.L’accessibilità consiste nel potersi muovere all’in-

terno dell’azienda in maniera agevole, senza doverdipendere da colleghi od accompagnatori. Atte alloscopo sono pedane, fisse o mobili, ascensori e, lad-dove la disabilità lo richiede, l’utilizzo di tastiere par-ticolari per computer e mouse che possono esse-re mossi con gli occhi o con la bocca.Le potenzialità di impiego sono ovviamente le più

disparate, che non richiedano sforzo fisico: proget-tazione e sviluppo software, lavori amministrativid’ogni sorta, relazioni con il pubblico etc.

Una delle domande che spesso ci si pone,è se una persona disabile possa lavorareal pari dei suoi colleghi.

Nel 1992 viene promulgata dal governo la leggen.68 che prevede l’impiego delle persone disabilinelle attività produttive delle aziende. É infatti pos-sibile assumere le persone disabili secondo le lorocapacità ed effettive qualifiche, anziché assegnareloro mansioni di ripiego, quali ad esempio quelle disemplici operatori telefonici (o centralinisti come siusa nel gergo comune).Fino ad ora, infatti, esisteva una sola legge che

prevedeva l’obbligo di assumere persone cieche co-me operatori telefonici, precludendo loro la possi-bilità di fare carriera all’interno dell’azienda. I ciechivenivano assunti in blocchi di due o tre, a secondadelle capacità aziendali. Relegati al centralino, la lo-ro carriera si fermava, con uno stipendio minimo enella totale indifferenza di chi li aveva assunti.La legge n.68 segna una svolta: i disabili possono

finalmente lavorare al pari dei loro colleghi, dimo-strare di avere capacità e fare carriera come tutti,a patto naturalmente di avere delle postazioni di la-voro adeguate alle loro esigenze.Ed è proprio questo punto che ancora oggi non

trova una facile attuazione; la legge, infatti, non ba-sta a risolvere un problema se, assieme ad essa, nonsi fa un’adeguata campagna informativa.Dopo 17 anni, il livello di disinformazione è tal-

mente alto che le aziende non sanno precisamen-te come impiegare i disabili, perchè non si cono-sce quasi nulla delle loro possibilità e delle mo-dalità di lavoro.Spesso le aziende non conoscono nemmeno la

legge 68 che prevede l’obbligo di assumere una per-centuale di personale disabile a seconda del nume-ro di dipendenti nell’azienda.Inoltre, le aziende che assumono disabili hanno

moltissime agevolazioni nell’adeguamento delle po-stazioni di lavoro; non sono quindi costrette a so-stenere costi aggiuntivi per mettere in condizionilavorative accettabili queste persone.

L’accessibilità sul posto di lavoro delle persone disabili

Figura 1. Una tastiera braille.

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

La seconda tipologia riguarda tutte quelle personeaffette da disabilità visiva ed uditiva. Per adeguare le po-stazioni di lavoro, le aziende possono avvalersi delle mol-teplici opzioni che la tecnologia mette a disposizione.Gli ipovedenti, persone affette da visione ridotta, pos-

sono avvalersi di video ingranditori. Si tratta di strumen-ti, software o hardware, che ingrandiscono lettere o im-magini. I video ingranditori hardware sono costituiti daun monitor, sotto il quale è posta una lente ed un ripia-no mobile, su cui viene fatto scorrere un foglio. La len-te ingrandisce ciò che vede e lo invia al monitor. Sonopresenti anche pulsanti per regolare il livello di ingran-dimento e il contrasto della luminosità. Il costo di que-sti apparecchi non è inferiore ai mille euro.I video ingranditori software sono dei programmi

che ingrandiscono il contenuto dello schermo del com-puter; oltre allo Screen Magnifier di Windows si posso-no citare Zoom Text, Lunar e Supernova. Tutti si possono considerare più o meno allo stes-

so livello, tutto dipende dalle conoscenze dell’ipove-dente che ne fa richiesta. I costi, anche in questo ca-so, non scendono al di sotto dei mille euro.I ciechi possono avvalersi di numerosi prodotti mes-

si loro a disposizione: esistono i lettori di schermo, pro-

grammi in grado di leggere il contenuto di una paginaweb o di una finestra, ed inviare l’output ad una voceartificiale, detta anche sintesi vocale. Questi softwaresono dotati di linguaggi di programmazione proprieta-ri che permettono agli sviluppatori di creare applica-zioni, chiamate “script”, capaci di dialogare con i pro-grammi del sistema operativo, come Microsoft Word,Excel, Visual Studio e molte altre ancora.Se il disabile conosce il lettore di schermo ed il

suo linguaggio di programmazione, può egli stessocreare degli script per le applicazioni che gli servo-no per lavorare.Fra i lettori di schermo più conosciuti si possono

citare Jaws, che è il programma maggiormente uti-lizzato in Italia, Windoweyes, Hal e Virgo.Il costo di questi software non è inferiore alle mil-

le e cinquecento euro.In rete si possono trovare anche lettori di schermo

gratuiti, con meno funzionalità degli altri, pur tuttaviadegni di nota. NVDA (Non-Visual Desktop Access) è ilsoftware gratuito più funzionale: utilizza una sintesi vo-cale, anch’essa gratuita, che però risulta molto metal-lica all’orecchio. In ultimo esiste un’applicazione voca-le, chiamata WinGuido, che permette a ciechi meno

�I quaderni di

Germano Carella è un non-vedente, e in queste righe ci spiega gli strumenti che ha usato

per scrivere gli articoli che compaiono in questo Quaderno.

Per la stesura degli articoli, ho utilizzato Microsoft Office Word 2003 in combinazione con il pro-

gramma di lettura schermo Jaws. Infatti, esso ha una sottoapplicazione che si collega a Word,

permettendo all’operatore di redigere e revisionare i suoi testi.

Ovviamente, prima di poter affrontare la scrittura e la formattazione per una buona leggibilità

di un documento, sia esso un articolo od un progetto da consegnare, l’operatore deve apprende-

re tutte le nozioni che riguardano l’applicativo con cui intende redigere il testo. Occorre intanto

considerare quali sono le applicazioni che Jaws può controllare, quindi apprendere tutti i coman-

di atti alla scrittura, la formattazione del testo e infine la lettura.

Io ho utilizzato il Microsoft Word, poiché al momento è l’applicazione che più si presta a que-

sto tipo di compito.

Inoltre, dopo aver redatto il testo, è buona norma stamparlo in formato braille e rileggerlo, in

congiunzione con il display braille. Questo tipo di approccio assicura che l’operatore consegni un

lavoro su cui i suoi colleghi non debbano intervenire per renderlo presentabile per chi deve leg-

gerlo e valutarlo.

Per la mia postazione di lavoro, costituita dal lettore di schermo Jaws, dal display braille e dalla

stampante braille, i costi si sono aggirati complessivamente intorno ai sette mila euro.

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l’acceSSibilità Sul poSto di laVoro delle perSone diSabili

esperti di utilizzare il computer con numerose facilita-zioni. In pochissimi comandi sono racchiuse moltissi-me funzionalità, tra cui l’utilizzo della posta elettronica,la navigazione del web, il foglio di calcolo, la gestionedi una banca dati, l’elaboratore di testi Microsoft Word,l’utilizzo dello scanner e molte altre ancora. Sebbene WinGuido non possa essere considerato

un lettore di schermo a tutti gli effetti, permette anchea ciechi meno esperti di essere impiegati con profitto.In combinazione con i lettori di schermo, i lavorato-

ri ciechi dovrebbero essere dotati di display braille (fi-gura 1). Sono degli apparecchi in grado di convertire ilcontenuto dello schermo in codifica braille.La scrittura braille è molto importante per una

persona che non vede. Codificata da Louis Braille,verso la metà del 1800, permise ai ciechi francesi epoi a quelli di tutto il mondo, di studiare e di usciredall’oscurità in cui la società li emarginava.Oggigiorno il braille tende a sparire, nonostante

la tecnologia. I risultati sono che gli scolari ciechi nonlo imparano e molto spesso non riescono a control-lare la stesura dei propri testi, commettendo, spes-so e volentieri, errori di scrittura. Ecco perché il la-voratore cieco deve utilizzare i display braille; in com-binazione con la sintesi vocale è il modo migliore pervisionare testi, tabelle etc.In commercio si trovano davvero tantissimi display

braille, con singola riga da quaranta o ottanta carat-teri. Il costo è di circa duemila euro, ma si arriva an-che a cinquemila.Un altro importantissimo ausilio è la stampante

braille; un apparecchio in grado di stampare su cartabraille i testi. I documenti di uso più comune, Micro-soft Word, pagine html o pdf possono essere conver-titi in braille attraverso programmi atti allo scopo. Lestampanti braille sono generalmente corredate di soft-ware proprietari, ma in commercio ne esistono alcu-ni anche molto costosi, come il Duxbury Braille Tran-slator, che si aggira intorno ai seicento euro. Esiste inItalia un software gratuito, Italbra, che converte file te-stuali in codifica braille e invia l’output alle stampanti.Purtroppo non funziona con stampanti USB. Le stampanti braille sono forse gli apparecchi più

costosi e ingombranti. Sono dotate, per attutire il ru-more di armadietti chiamati fonoassorbenti. Il costocomplessivo non è inferiore ai tremila euro.In ultimo abbiamo gli scanner: apparecchi in grado

di scansionare un documento cartaceo e, attraverso dei

programmi chiamati OCR (Optical Charatter Recogni-tion), convertirlo in formato testuale e quindi leggibilecon sintesi vocale, display braille o stampato su carta. Microsoft Office mette a disposizione uno stru-

mento, il Microsoft Document Scanning, ma in com-mercio abbiamo molti programmi OCR, più o me-no costosi, però più prestanti: il Finereader, l’Omni-page e il Textbridge. Il costo degli scanner parte da 50-60 euro; mol-

to dipende dalla marca, dalla risoluzione massimautilizzata e dalle funzionalità aggiuntive, che non so-no necessarie per un lavoratore non vedente.Per quanto riguarda le potenzialità di impiego, mol-

to dipende dal tipo di disabilità e dal software utilizza-to. Per i ciechi, non tutti i software sono ancora acces-sibili, tuttavia sono numerosi e permettono i lavori piùdisparati: progettazione e sviluppo software, gestionebanche dati, gestione di stazioni radiofoniche, montag-gio audio, relazione con il pubblico e molto altro. Na-turalmente le modalità di adeguamento vanno valuta-te caso per caso, essendo la sensoriale una tipologia didisabilità che può presentare difficoltà ed esigenze dif-ferenti, a seconda delle persone.La tipologia cognitiva è probabilmente quella meno

conosciuta; riguarda quelle persone che hanno difficol-tà di cognizione, come suggerisce il termine.Queste persone possono comunque lavorare,

molto dipende dalla capacità cognitiva; tuttavia vi so-no già associazioni che li impiegano nei lavori ma-nuali, come la comunità di Capo D’arco ad esem-pio. Inoltre va ricordato che vi sono dei locali dovepersone affette dalla sindrome di Down vengonoimpiegate con profitto come camerieri.In conclusione si può affermare senza alcun dub-

bio che lavorare non è soltanto un diritto ma anche,e soprattutto, un dovere di tutti.I disabili devono lavorare per essere di aiuto alla

società di cui fanno parte e per non cadere nellaspirale del povero bisognoso di aiuto.La tecnologia esiste e deve essere utilizzata al me-

glio. È quindi un diritto-dovere del disabile lavorare eun diritto-dovere delle aziende pretendere che il di-sabile svolga il suo lavoro senza avere sconti.Solo così sarà possibile cambiare la mentalità del-

la società e si potrà parlare di integrazione sociale,ossia di e-inclusion.

Germano Carella Fondazione Ugo Bordoni

53FEBBRAIO2009

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

�I quaderni di

Dagli studi svolti in ambito Comunitario [1] emer-ge che in Europa vi sono grandi problemi di diffu-sione e utilizzo delle nuove tecnologie:� circa 74 milioni di europei, con basso livello di sco-larizzazione, non utilizza internet;� nelle aree rurali e/o isolate geograficamente il 35%della popolazione non utilizza la tecnologia;� solo il 13% della popolazione sopra i 65 anni uti-lizza internet, mentre la media europea è del 51%;� solo 1 su 3 tra i disoccupati utilizza regolarmenteinternet.

Si può concludere che circa un terzo della popola-zione europea non riceve alcun beneficio dall’ICT,perché socialmente svantaggiato. La figura 2 sintetizza i dati del digital divide,

mostrando la situazione per età (viola), livello sco-lastico (verde), situazione lavorativa (blu) e zona diresidenza (rossa).Alla luce di queste considerazioni, sono state avvia-

te numerose iniziative sia dalla Comunità Europea

Uno dei filoni d’azione da mettere in attoper realizzare la e-Inclusion riguarda lestrategie per favorire l’utilizzo di internet

da parte di tutta la popolazione. L’utilizzo d’Internet offre molti benefici, come

l’accesso alla conoscenza, la disponibilità di ser-vizi sia della pubblica amministrazione sia com-merciali, l’introduzione di nuove forme di lavo-ro, l’emergere di nuove piattaforme per l’ap-prendimento e la comunicazione interpersona-le a distanza: tutti hanno il diritto di potere frui-re di queste opportunità.In ambito Europeo sono state messe in

campo azioni e politiche che hanno comeobiettivo la diffusione delle tecnologie digitali atutti gli strati della popolazione, e particolar-mente alle cosiddette “fasce deboli”, costituiteda persone che per età, cultura o per ragionieconomiche non hanno a disposizione un com-puter o, se lo hanno, non sono in grado di uti-lizzare i servizi disponibili in rete.

Accessibilità dei servizi sul web

Figura 2. Uso di Internet in Europa (2007).

Proportion of europeans regularly using the internet in 2007

European Commission, i2010 Mid-Term Review 2008

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acceSSibilità dei SerVizi Sul web

Obbligo

o target

Nessuna Legislazione,

ma altre azioni (e.g.

disposizioni ministeriali,

piani d’azione)

Legislazione

(e.g. eGovernment,

legge di uguaglianza)

DK, EE, NL,

PT, SI, FI,

LI, SE

AT, CZ, DE,

ES, IT,UK,

FR, MT, SK

DK, EE, NL, PT, SE, SI, (BE3)

AT, CZ, DE, ES, IT, UK, SK

LU, PL, (LV4) CY

IE, (EL1), (HU2)

Intervallo di tempo specificato per il

raggiungimento dell’obbligo o target

Nessun obbligo

o target

Anno

2005

2006

2007

2008

2010

Nazione

DE, BE (con precedenza ai siti della Vallonia)

IT, NL/SK (siti web nuovi)

ES (WCAG A), UK (siti web nuovi), BE (siti web di governo della regione Fiamminga)

AT, CZ, DK, ES (WCAG AA), PT, UK/SK (siti web esistenti)

EE, NL (siti web esistenti), SE, SI

1 Fin dal 2001 la costituzione garantisce il diritto di tutti a partecipare alla società dell’informazione, ma non sembra sia stata promulgate alcuna legge.2 Act 1998. XXVI su “The Rights of Disabled and on Ensuring Their Equality” non impone direttamente la e-Accessibility.3 In Belgio, la Vallonia e le Fiandre hanno fissato dei target specifici per l’accessibilità con scadenze nel 2005 e nel 2007.4 Il concetto di uguali diritti è stato adottato nel giugno 1998.

che dagli Stati membri dell’Unione (nell’ambito delpiano i2010) per promuovere l’e-Inclusion. Il piano i2010 prevede che entro il 2010 in tutti

gli Stati firmatari sia dimezzato il ritardo nel livellodi utilizzo di Internet da parte dei gruppi di popo-lazione a rischio di esclusione e che sia portata al90% la disponibilità delle reti a banda larga.

Le azioni intraprese per incrementare l’utilizzo diinternet possono essere distinte in:� azioni rivolte a tutta la popolazione, come in-centivare la diffusione della connettività a bandalarga (necessaria per utilizzare servizi complessi)e promulgare leggi che assicurino l’accessibilità deisiti web e in par ticolare di quelli della PubblicaAmministrazione; � azioni specifiche dirette alle categorie svantag-giate, come l’istruzione sull’informatica di base perl’utilizzo del computer e sui modelli di comunica-zione utilizzati su internet, sulle modalità acquistonell’e-commerce, sulla sicurezza informatica e suirischi connessi alle transazioni economiche, l’infor-mazione par ticolareggiata dei servizi par ticolar-

mente utili e in grado di migliorare il livello di vi-ta; la dotazione ai disabili di ausili ad hoc per latipologia di handicap.

Nel passato i vari stati delle EU hanno promul-gato, senza nessuna sinergia fra loro, leggi sull’ac-cessibilità dei siti web pubblici in campi specifici (ediversi) della Pubblica Amministrazione.In altre nazioni si fa riferimento all’accessibili-

tà del web nell’ambito delle politiche per la pro-mozione del diritto dei disabili all’accesso ai ser-vizi. Questo approccio fornisce ai disabili, singo-larmente o collettivamente, il diritto di ricevereun indennizzo se il sito web di un servizio pub-blico non è accessibile. Come mostrato nella prima tabella, la situa-

zione nelle vari nazioni europee è molto varia:alcuni stati hanno promulgato leggi, mentrealtre adottavano interventi senza legiferare,come risoluzioni ministeriali o piani strategicinazionali o linee guida.Indipendentemente dal fatto che siano state

promulgate leggi o meno, alcune nazioni si sono

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

date una scadenza per l’attuazione delle leggi o delledirettive, come mostrato nella seconda tabella.Parallelamente alla promulgazione di leggi e alla

stesura di piani strategici, occorre però che gliutenti, ai quali sono diretti questi interventi, siano ingrado di trarne profitto: coinvolgendoli, stimolan-done la curiosità e organizzando una vera e pro-pria istruzione informatica di base, si possono otte-nere buoni risultati.Per promuovere l’utilizzo di internet a favore

delle categorie svantaggiate (soprattutto anziani,e persone con bassa scolarizzazione) occorrerendere meno oneroso il carico cognitivo perapprendere i meccanismi di interazione con iservizi disponibili. Di particolare aiuto nel raggiungimento di una

“consapevolezza informatica” sono quegli stru-menti che facilitano la comprensione delle opera-zioni che si stanno compiendo.

Un buon esempio è costituito dal software gra-tuito Eldy (http://www.eldy.org/, sviluppato dauna onlus italiana), che fornisce un’interfaccia sem-plice e comprensibile, caratteri, bottoni e frecciadel mouse grandi. Utilizza un linguaggio semplice:per le persone anziane, o a bassa scolarizzazione, leparole chat, WebTV, mail e help possono non averealcun significato, mentre chiacchiere, posta, Eldy TV outili sicuramente risultano di comprensione imme-diata (figura 3).

Alcune regioni e province Italiane hanno messosui loro siti una versione gratuita del programma(personalizzata per i servizi locali), costruendo unfacile canale di comunicazione diretto con pubbli-ca amministrazione e con i vari servizi offerti alcittadino, come richiedere certificati o una presta-zione sanitaria. Gli utenti possono chiacchierare tra di loro utiliz-

zando una chat che permette una facile interazione.Questo software offre anche la possibilità di uti-

lizzare (con un’interfaccia semplificata) Skype,dando uno stimolo all’avvicinamento degli anzianiall’uso regolare del computer : l’idea di poterevedere gli affetti lontani è sicuramente più stimo-lante per l’apprendimento delle basi informaticheche il sapere di potere fare la richiesta di un certi-ficato di nascita.

Per motivare l’onere dell’apprendimento dell’usodel computer e delle modalità di navigazione suinternet, occorre ricercare motivazioni che possa-no risultare attraenti per le persone appartenentialle fasce deboli, come:

Aspetti sociali: avere la possibilità chi chiacchiera-re con amici e parenti utilizzando una webcam;potersi inserire in un gruppo di discussione riguar-dante i propri hobby.

Aspetti ludici: lo sviluppo di giochi online gratuitie facili da usare potrebbe costituire un incentivoper la socializzazione e l’apertura verso nuoveconoscenze, per esempio partite di scacchi o acarte con altri utenti instaurando un dialogo, utiliz-zando per esempio una chat attiva mentre si gioca.

Shopping: avere la possibilità di fare acquisti senzamuoversi da casa. La persona anziana, il disabilemotorio e il non vedente potrebbero fare gli acqui-sti ondine, facendosi recapitare a casa la spesa o lamerce, senza dovere chiedere l’aiuto di nessuno.Ovviamente queste persone sono tra quelli chesoffrono maggiormente della mancanza di accessi-bilità dei siti di e-commerce.

�I quaderni di

Figura 3. La schermata principale di Eldy.

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acceSSibilità dei SerVizi Sul web

Informazioni sanitarie: avere la possibilità diaccedere a siti dove avere le informazioni sulleproprie patologie, o potere avere un diretto rap-porto con strutture sanitarie di loro fiducia.

Molto raramente, nel progettare un sito di e-commerce, si compie un qualche tipo di sforzoper renderlo accessibile, né tanto meno si tieneconto della soddisfazione dell’utente nell’utilizzodel servizio [3]. La percentuale degli utenti che concludono un

acquisto online è bassissimo, solo il 5% di coloroche accedono a uno di tali siti e guardano il cata-logo delle merci: questa scarsa percentualedipende principalmente dalla difficoltà di naviga-zione, e molti utenti rinunciano all’acquisto quan-do si trovano a dovere riempire moduli di regi-strazione complessi.

Uno dei siti di e-commerce che è pensato proprioper gli anziani e molto diffuso nel Regno Unito èhttp://www.wiltshirefarmfoods.com/index.asp(figura 4). La grafica è gradevole, e tale rimaneanche se ingrandito notevolmente, le procedure diregistrazione sono brevi e semplici (solo nome,cognome ed email), le merci sono ben descritte edè molto semplice portare a termine l’acquisto, puravevo la scelta di una vasta gamma di prodotti.

Negli USA il sito governativo del NationalInstitutes of Health (NIH) ha sviluppato un sitodedicato ai problemi di salute più frequenti neglianziani che ha una vasta platea di utenti affezionati(figura 5, http://nihseniorhealth.gov/).

Oltre alle iniziative promosse dalla UE, occorreche anche le amministrazioni locali forniscano un

Figura 4. Una pagina del sito progettato di e-commerce Wiltshire Farm Foods.

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

supporto attivo per creazione di comunità digitaliin cui potere effettuare le richieste di servizi oavere informazioni legate al territorio.

Reperire le informazioni o fare la richiesta diun cer tificato in modo semplice, intuitivo ha unvalore assoluto: lo sviluppo di siti accessibili eusabili permette a tutti, normodotati o no, gio-vani o anziani, con una buona istruzione infor-matica o meno, di fare par te della società del-l’informazione.

bibliografia[1] Comunità Europea, BEING A PART OF IT: European

research for an inclusive Information Society, ISBN 978-92-

79-08587-1 Dicembre 2008

[2] Comunità Europea: Accessibility of ICT products and

services to Disabled and Older People, Evidence-based

analysis for a possible co-ordinated European approach

to web accessibility. Novembre 2008

[3] Mariangela Balsamo: Le difficoltà di un utente quando ac-

quista online, giugno 2007, http://www.marketingroutes.com

/pdf/ricerca-difficolta-acquisti-online.pdf

Susanna Ragazzini Fondazione Ugo Bordoni

�I quaderni di

Figura 5. Homepage del sito NIHSenior.

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e-acceSSibility e e- incluSion nei SerVizi online

disabili, termine che anche in questo contesto uti-lizzeremo intendendolo, però ed esclusivamente,come l’essere diversamente abili. Così come un disabile affronta la vita di tutti i

giorni usando degli appositi ausili che gli consen-tono di interagire con il mondo allo stesso mododi un utente normodotato, così sono disponibilidegli strumenti assistivi che gli permettono di ac-cedere ad internet e senza i quali altrimenti nonpotrebbe. Nel caso di Internet il problema fonda-mentale è legato all’interfaccia utente: i non veden-ti non vedono lo schermo, i sordi congeniti, che di-spongono di un lessico limitato, possono avere dif-ficoltà a comprendere il significato delle frasi lettesul computer, le persone con menomazioni moto-

Il commercio, l’amministrazione, il lavoro e laformazione hanno trovato una nuova formadi espressione attraverso Internet permet-

tendo di ideare e attuare forme di interazione dinuova concezione. In questo panorama si sviluppa l’interesse cre-

scente dell’opinione pubblica e delle istituzioni suimodi per facilitare l’accesso dei disabili alle attivitàsociali, tra cui la comunicazione e l’apprendimentoin senso generale. In questo contesto nasce l’esigenza di realizzare

un web accessibile, in grado, cioè, di essere fruibileanche da quelle categorie di utenti aventi capacitàpsico-fisiche diverse dalla norma, persone alle qua-li la società moderna ha assegnato l’appellativo di

E-accessibility e e-inclusion nei servizi online

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

rie agli arti superiori non sono in grado di usare latastiera. Gli utenti coinvolti in queste disabilità pre-sentano, quindi, difficoltà nell’accedere ad un Inter-net non correttamente realizzato, alla stessa streguadei problemi che un disabile in carrozzella potreb-be avere tentando di accedere ad un edificio per ilquale non siano stati previsti accessi facilitati. Per dare un’idea delle dimensioni del problema

si pensi che i disabili in Italia sono il 5% della po-polazione, cioè 2,5 milioni, e che circa 500 mila diquesti sono utenti Internet. È importante notareche l’uso di Internet per i disabili non è solo limi-tato alla comunicazione e all’intrattenimento. Mol-tissimi altri usi legati alla rete sono nati, soprattut-to, nel campo del lavoro, in tempi recenti. Nuoveprofessioni si sono affacciate sul panorama degliimpieghi disponibili come nel caso dei vecchi cen-tralini telefonici, tradizionale rifugio dei lavoratorinon vedenti, che si stanno trasformando in “callcenter” e “help desk” con una polivalenza di fun-zioni e di servizi tali da portarli ad assomigliare avere e proprie “aziende online”. Stanno anche na-scendo nuove figure come quella dello “sperimen-tatore ufficiale di software” oppure del “surfer”, cioècolui che sa come navigare in Internet, fornendorecensioni e segnalando gli aggiornamenti. Non va trascurato l’aspetto sociale della que-

stione. Internet rappresenta lo strumento chiave,per un disabile per uscire dall’isolamento in cuispesso la sua condizione lo relega. La possibilità diincontrare anche solo virtualmente altre persone,scambiarsi idee, pensieri, fare amicizie, ecc. sonotutte nuove possibilità che si aprono all’utente di-sabile permettendogli di vivere in modo miglioreil suo quotidiano. È pertanto certo che un allargamento dell’uso di In-

ternet ai disabili, come utenti e come lavoratori, possacontribuire a rafforzarne il loro recupero sociale. Va in-fine evidenziato come spesso l’incapacità di molti disa-bili di esprimersi al meglio, problema legato all’inade-guatezza degli attuali strumenti informatici, costituiscaun reale spreco economico per il paese e per le azien-de che lo rappresentano. Moltissimi veri e propri ta-lenti non possono essere valorizzati adeguatamentecon il risultato di perdere il contributo di menti brillan-ti allo sviluppo della nostra società.Un servizio online per essere accessibile deve

essere progettato in modo da garantirne la con-

sultazione anche da parte di individui affetti da di-sabilità fisiche o sensoriali. A questo scopo le per-sone disabili possono usufruire di ausili tecnici divario tipo, le cosiddette “tecnologie assistive”. Adesempio, per i non vedenti esistono sistemi chia-mati “screen reader” che traducono quanto appa-re sullo schermo in una forma per loro compren-sibile. Ciò può essere ottenuto o con sintetizzato-ri vocali, che leggono con voce ar tificiale l’interotesto, parola per parola; oppure con sistemi chetraducono i segni grafici in vibrazioni di microsco-pici aghi, carattere per carattere, rilevabili al tatto;oppure mediante l’evidenza del testo su una bar-ra Braille, riga per riga, che si può scorrere con ledita. Per gli ipovedenti vi sono programmi in gradodi ingrandire l’immagine sullo schermo. Inoltre, perchi ha difficoltà nell’uso degli arti superiori, vi sonotastiere speciali, con pochi tasti e di dimensioni mag-giorate, in aggiunta alla possibilità di dettare i testie i comandi con sistemi di input vocale.

Se non sono configurati e progettati in modo da es-sere accessibili a tutti, gli strumenti informatici pos-sono creare nuove barriere alla comunicazione. Pocadimestichezza con Internet, un browser non aggior-nato, uno schermo piccolo o disabilità fisiche del-l’utente possono impedire o rendere difficile l’acces-so alle informazioni e ai servizi forniti tramite Inter-net. Altri motivi che spingono al perseguimento diun mondo (web) accessibile sono: � perché l’attenzione verso l’accessibilità porta acreare pagine web più accessibili a tutti, non soloai disabili; � perché l’attenzione verso l’accessibilità porta a scri-vere HTML di qualità migliore; � perché la conoscenza di queste problematiche èindispensabile per costruire siti per la pubblica am-ministrazione.

In generale l’accessibilità viene incontro alle situa-zioni e difficoltà invariabili di alcune persone. Unapersona con problemi alla vista continua ad averlianche quando visita un sito, tanto per fare l’esem-pio più comune. Il Web non è un mezzo universale. Non è come

la stampa: economica e disponibile senza troppedifficoltà. C’è un certo grado di elitarismo nel Web:c’è bisogno di un computer e di una connessione

�I quaderni di

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e-acceSSibility e e- incluSion nei SerVizi online

ad Internet, elementi con un certo costo. L’acces-sibilità del Web è importante perché non si vuoleessere elitari inutilmente. Non bisogna impedirel’accesso ai siti per cause che queste persone nonpossono cambiare. Un caso giuridico di una certa rilevanza che si è

recentemente verificato, è quello relativo ad una per-sona non vedente, il signor Bruce Maguire, che havinto una causa contro le Sydney Olympics del 2000sostenendo che il loro sito Web era per lui inacces-sibile. Il signor Maguire fa uso di un sistema basatosul visualizzatore Braille e un lettore vocale per leg-ge il testo Web ma tali strumenti non gli consenti-vano una totale fruizione delle pagine Internet pro-dotte dalla Sydney Olympics poiché queste non se-guivano le direttive di accessibilità. Le autorità au-straliane hanno dato ragione al signor Maguire, ri-chiedendo al comitato olimpico l’adeguamento delsito e il pagamento di una multa. Il decreto “Americans with Disabilities Act” si appli-

ca senza equivoci anche al Web. Lo stesso dicasi peril “Disability Discrimination Act” nel Regno Unito, e an-che per tutte le forme legislative che proibiscono untrattamento non equo, ma sfavorevole nei confron-ti delle persone disabili. Inoltre, i servizi e i siti rea-lizzati da chi lavora per o nel governo federale de-gli Stati Uniti devono essere accessibili e rispettarei requisiti “Section 508”. La Section 508 è un’importante legge Americana

presente nel “Rehabilitation Act” che regolamenta l’ac-cesso all’informazione elettronica fornita dalle agenziefederali. Sono stati definiti molti standard, divenuti poivere e proprie leggi, che costituiscono, ora, un insiemedi procedure federali per la regolamentazione dellapubblicazione informatica delle informazioni. Sotto l’articolo 508 (Section 508 in inglese) di que-

sta legge furono poi raggruppate una serie di diretti-ve per l’eliminazione di barriere all’accesso ad infor-mazioni e servizi nel campo specifico della cosiddettaInformation Technology (l’insieme, cioè, dei mezzi di co-municazione elettronici ed informatici). Il modo migliore di procedere è quello di prevede-

re l’accessibilità fin dall’inizio. È piuttosto semplice rea-

lizzare un sito accessibile partendo da zero, mentre èmolto noioso e spiacevole ritornare indietro e cor-reggere errori in un secondo momento. In Italia la circolare Aipa afferma che “Il grado più

elevato di accessibilità si consegue attuando il prin-cipio della progettazione universale, secondo il qualeogni attività di progettazione deve tenere conto del-la varietà di esigenze di tutti i potenziali utilizzatori.Questo principio, applicato ai sistemi informatici, sitraduce nella progettazione di sistemi, prodotti e ser-vizi fruibili da ogni utente, direttamente o in combi-nazione con tecnologie assistive. L’applicazione delprincipio di progettazione universale può presenta-re dei limiti e, in alcuni casi, porre vincoli alla creati-vità. Nel caso dei siti Web, i vincoli riguardano le mo-dalità di attuazione delle varie soluzioni tecniche,piuttosto che il contenuto e l’estetica dei documen-ti, per cui non si traducono in limitazioni della pos-sibilità espressiva”. Non è sempre facile realizzare dei siti basati sui

criteri di progettazione universale: vi sono infatti si-tuazioni nelle quali non è possibile una completa egenerale applicazione del principio, in quanto le so-luzioni tecniche oggi disponibili non permettono direndere accessibili tutte le possibili funzioni a qualun-que utente, indipendentemente dalle sue capacità fi-siche e sensoriali. Le possibilità attuali coprono, tut-tavia, una casistica molto vasta e suscettibile di ulte-riore continuo ampliamento grazie all’evoluzione tec-nologica. In linea generale, il requisito di accessibilitàsarà tanto più facilmente soddisfatto quanto più laprogettazione sarà basata sulla separazione dei con-tenuti dalle modalità di presentazione. L’elemento ar-chitetturale di un sistema informatico che viene mag-giormente interessato dal problema dell’accessibilitàè l’interfaccia utente; pertanto, nella progettazione onell’adattamento di interfacce esistenti, diventa im-portante un’adeguata conoscenza delle opportuni-tà offerte dalle tecnologie assistive per utilizzarle nelmodo migliore.

Teodoro Ambrogio, Raffaele Nicolussi Fondazione Ugo Bordoni

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

Il numero degli utenti web è drasticamenteaumentato negli ultimi anni. Si calcola chegli attuali utilizzatori della rete siano arriva-

ti a circa 19 milioni e che fruiscano dei contenutidi Internet da scuole, uffici o dal proprio domici-lio. Si tratta di cifre impressionanti ma giustificatedall’aumento dell’offerta di servizi e contenuti avu-ta in questi anni.

Tramite Internet è ora possibile svolgere mol-te attività per le quali, in precedenza, era necessa-rio recarsi di persona all’ufficio competente: ope-razioni bancarie, invio di posta, pagamento di bol-lette, consultazione di documentazione di varia na-tura, ecc, sono solo dei piccoli esempi.

Accanto all’e-banking, all’e-commerce e all’e-mail un posto di rilievo, tra i nuovi servizi offertida Internet, è sicuramente occupato dall’e-learning.Le potenzialità offerte da un servizio di insegna-mento a distanza, a basso costo e di qualità sononotevoli. Basti pensare a tutta quella categoria dipersone impossibilitata, per motivi logistici, econo-mici o di tempo, a recarsi in un edificio scolasticoper avere una stima dell’importanza del fenome-no. Dopo una partenza non troppo incoraggiantela diffusione dei servizi di formazione a distanza(FAD) è aumentata enormemente arrivando a co-prire una fetta significativa della richiesta globaledi istruzione della nostra società. I vantaggi sonoevidenti: classi distribuite geograficamente, tempidi fruizione in buona parte decidibili dal discente,costi significativamente più bassi grazie anche allapossibilità di riusare parti di corsi, i cosiddetti Le-arning Objects, per la composizione di altri modu-li di insegnamento.

Le soluzioni di e-learning garantiscono risulta-ti più rapidi a costi inferiori, maggiori possibilità diapprendimento e il coinvolgimento evidente di tut-ti i partecipanti al processo di formazione. Le or-ganizzazioni che scelgono la formazione sul Web

offrono alla propria forza lavoro la possibilità ditrasformare i cambiamenti in vantaggi. La forma-zione su Internet offre opportunità, accessibilità eresponsabilizzazione. L’e-learning consente alle per-sone e alle organizzazioni di stare al passo con icambiamenti dell’economia globale che si verifica-no ormai ai ritmi di Internet.

Seguire i corsi in qualunque momento, 24 ore su24, sette giorni su sette, scegliere le modalità comu-nicative più adatte, personalizzare il metodo e i tem-pi dell’apprendimento in base alle proprie esigenzee indipendentemente dal luogo fisico: la flessibilità èsenza dubbio il grande punto di forza dell’e-learning,che ne fa un’opportunità insostituibile per tutti colo-ro che desiderano aggiornare le proprie competen-ze professionali, arricchire la propria cultura perso-nale, imparare una lingua straniera o riprendere per-corsi di studio interrotti in precedenza. Si capiscequindi quanto l’e-learning possa essere efficace, adesempio, nei progetti dedicati al “lifelong learning”(formazione permanente), un settore a cui diverseistituzioni nazionali e internazionali stanno dedican-do ingenti risorse. La flessibilità è un vantaggio nonsolo per chi fruisce dei corsi, ma anche per chi li pro-getta e li realizza. È infatti estremamente facile, rapi-do ed economico aggiornare e integrare i contenu-ti dei corsi, riconfigurare offerte formative ad hoc, va-lorizzare contributi di diversa natura (es. materiali diconvegni, videointerviste, documentazione internaecc.) includendoli nei contenuti formativi proposti.La tecnologia avanzata consente, inoltre, di creareambienti di apprendimento in cui studenti e tutorpossono entrare in contatto in modo estremamen-te facile e intuitivo. L’e-learning è infatti fortementeorientato al contatto umano, alla comunicazione in-terpersonale, alla condivisione della conoscenza.

Così come il web deve essere una risorsa pertutti, allo stesso modo l’e-learning, che ne rappre-senta una sua recente applicazione, deve risultareaccessibile senza alcuna forma di discriminazione

�I quaderni di

Accessibilità dei servizi online per l’apprendimento a distanza

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acceSSibilità dei SerVizi online per l’apprendimento a diStanza

tecnologica o fisica: a chi faccia uso di browser nondi ultima generazione o particolari, come quelli te-stuali, a chi usi dispositivi alternativi, come i cellu-lari o i palmari, a chi possegga hardware non ag-giornato o poco potente e, soprattutto, a chi, pos-sedendo una qualche forma di disabilità, debba ob-bligatoriamente sfruttare apparecchiature o soft-ware assistivi per poter fruire il web.

L’istruzione via web costituisce un’altra gran-de opportunità per i disabili. Molti di loro deb-bono rinunciare a frequentare scuole o corsi per-ché non in grado di accedere alle strutture nellequali questi vengono erogati, altre difficoltà pos-sono essere legate ai costi del materiale che de-ve essere appositamente preparato per le loroesigenze (libri in braille, contenuti video sottoti-tolati, ecc.) o alla difficoltà di interpretazione deilibri di testo come nel caso dei sordi che posseg-gono un vocabolario ridotto a causa della lorodisabilità. Come esempio basti pensare alla stam-pa di un libro in formato braille. Questa opera-zione, oltre che richiedere un certo tempo, pos-siede un costo che può aggirarsi anche intornoa qualche migliaio di euro. Il progetto accessibilità, per l’importanza che

riveste, è divenuto, col tempo, sempre più segui-

to attirando l’interesse, tra l’altro, di grosse asso-ciazioni internazionali tra le quali spicca, per im-portanza, il W3C (World Wide Web Consortium)con l’iniziativa WAI (Web Accessibility Initiative).Il W3C ha definito nel 1999 una prima versionedelle linee guida di accessibilità del web, le WCAG1.0 (Web Content Accessibility Guidelines), poimigliorate con la versione 2. Le linee guida delW3C costituiscono una serie di indicazioni utilialla realizzazione di pagine Internet accessibili.Una pagina Internet accessibile viene ottenuta or-ganizzando l’informazione in modo tale che essasia fruibile a tutti indipendentemente dalla tec-nologia usata o dalle condizioni fisiche dell’uten-te. Un non vedente, per esempio, fa uso di unsoftware di lettura dello schermo, chiamato co-munemente screen reader, che legge il codice del-la pagina html e fornisce una versione parlata alsuo utilizzatore. Una pagina mal formata, con er-rori di sintassi e senza il dovuto commento alter-nativo a elementi come immagini, form, link, ecc.costituisce una pagina inaccessibile per questa ca-tegoria di utenti. Chi faccia uso di software assi-stivo per accedere alle informazioni che i proprisensi non gli permettono di fruire direttamentepuò incontrare grosse difficoltà nell’utilizzare in-formazioni mal strutturate. Il cuore di un siste-

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E-INCLUSION: acceSSibilità nella Società dell’informazione

ma di e-learning è costituito dalla piattaforma digestione dei corsi. Tramite questa lo studente puòconsultare l’elenco delle attività disponibili, iscri-versi ad un corso e sostenerne le prove. Un in-segnante può verificare il rendimento degli iscrit-ti, discutere con loro tramite uno dei vari siste-mi di comunicazione messi a disposizione dallapiattaforma, presentare altri contenuti o modifi-carne di esistenti.

L’accessibilità tecnologica di una piattaformadi e-learning è un obiettivo critico che va soddi-sfatto obbligatoriamente affinché il sistema di in-segnamento a distanza risulti fruibile da qualsia-si categoria di utente e attraverso qualunque tec-nologia. Questo traguardo deve essere raggiun-to in eguale modo sia dal por tale di e-learningche dai corsi che esso ospita. Vengono, perciò,prese in esame due figure chiave della progetta-zione di sistemi di insegnamento a distanza:l’esperto della piattaforma di fruizione e quellodei contenuti (content manager). Per quanto ri-guarda la prima figura ricade nella sua sfera dicompetenze l’accertarsi che il portale di insegna-mento soddisfi i requisiti di accessibilità. Da unpunto di vista tecnologico questa caratteristicaviene soddisfatta facilmente imponendo che lepagine html generate dal portale soddisfino le li-nee guida di accessibilità del W3C.

Più complicato, probabilmente, è tenere sot-to controllo l’operato dei content manager ai qua-li spetta il compito di occuparsi della realizzazio-ne dei corsi che andranno ospitati all’interno del

portale e collegati ad esso. Questo legame nonè puramente fisico ma più intimo poiché deve es-sere possibile realizzare il tracciamento dell’ope-rato dello studente come i corsi da lui seguiti, itest effettuati e i punteggi ottenuti, ecc. Diceva-mo che assicurare l’accessibilità dei corsi appareessere lo sforzo maggiore e possiamo giustifica-re questa affermazione osservando come spes-so i corsi vengano realizzati ancora in modo ina-deguato rispetto alle necessità che l’accessibilitàimpone. Non essendoci, per essi, un controllo diqualità centralizzato, come avviene, invece, per ilpor tale stesso, la loro realizzazione viene total-mente affidata alle capacità del content managercon conseguenze, spesso, imprevedibili. Spesso icorsi vengono realizzati sfruttando tecnologie po-co accessibili o, anche, tecnologie accessibili masenza gli accorgimenti necessari affinché esse ri-sultino interamente usabili e quindi facilmentefruibili. Questo è dovuto spesso al fatto che latendenza generale è quella di fornire corsi ad ele-vato impatto sensoriale (filmati, audio, animazio-ni) tali da rendere il corso piacevole da fruire masenza tenere conto dell’accessibilità da par te diparticolari tipi di utenza o tecnologia. La soluzio-ne migliore potrebbe essere quella di suddivide-re ulteriormente le competenze lasciando al do-cente il compito esclusivo di produrre i contenu-ti e ad un tecnico specializzato e dotato delle giu-ste conoscenze nel campo delle tecnologie del-l’accessibilità, quello di organizzarli.

Raffaele Nicolussi Fondazione Ugo Bordoni

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