i nostri amici il cavalli, menorquino
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Articollo dei cavalli di Pura Raza MenorquinaTRANSCRIPT
I CAVALLI NEL MONDO
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menorquino
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Cominciamo dal nome: Cavall de Raça Menorquina o Caballo de Raza Menor-quina. In catalano e in spagnolo si dice così. In italiano è semplicemente il Mi-norchino. È registrato dal 1987, e prima si chiamava solo Cavall Menorca o Ca-
ballo Menorca: prima di quest’epoca in cui, come di-ce un noto allevatore italiano, tutto nel mondo dei ca-valli è schedato e catalogato come in una biblioteca. A quel tempo invece chiunque, nell’isola delle Baleari,
CI SONO RAZZE SELEZIONATEPER ESSERE FORTI, O VELOCI, O FRUGALI, INSOMMA PERCHÉ ACQUISTINOLE QUALITÀ NECESSARIEAI LORO IMPIEGHI.IL LAVORODEL MENORQUINO, INVECE, È ESSERE BELLO: E COSÌÈ SEMPRE STATO, ANCHE QUANDO UN CAVALLO ERA APPREZZATO SOLO IN BASE ALLA SUA UTILITÀ CONCRETA
IL CAVALLOdella festadella festa
distingueva a occhio un vero Menorca da un incrocio, e non occorrevano documenti e registrazioni per con-fermarlo: valeva la parola.
FIESTA, OLÉ!Una popolazione prevalentemente rurale, con le esi-
genze e le difficoltà di chi abita un fazzoletto di terra in mezzo al mare, allevava dunque con cura e affetto que-sta razza fantasiosa ed elegante mentre avrebbe potu-
FOTO DI RENÉ VAN BAKEL
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MENORQUINO A 360 GRADI
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CONOSCIAMOLO MEGLIOCOME È FATTO?
Un cavallo da sfoggiare. Nel-le sue andature straordina-
rie, nella viva intelligenza del-lo sguardo, nella perfetta oscu-rità del mantello brillano secoli di abitudine alla ribalta, agli ap-plausi e all’ammirazione
circa 160 cm
MANTELLONERO IN TUTTE
LE POSSIBILI VARIANTI. AMMESSE PICCOLE MACCHIE BIANCHE
SU TESTA E GAMBE
ALTEZZA
CODAattaccata bassa
ZOCCOLInon grandi, ma solidi
ARTIanteriori lunghie stinchi sottili; posteriori corti
ORECCHIE con punte leggermente divergenti e mobili
TESTAmagra e armoniosa
CRINIERAfolta
COLLOmuscolosoe appena arcuato
GARRESEpoco rilevato
OCCHIgrandi e vivaci
GARRETTOpossente
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CHE TIPO È?
Il vero mediterraneo: irruente ma delicato, orgoglioso e creativo. Un
carattere non per tutti che si adat-ta perfettamente a cavalieri brillan-ti, competenti e... sorridenti
TEMPERAMENTO “CALIENTE”NON LO VEDREMO MAI PIGRO O LENTO NEI MOVIMENTI
SENSIBILEUN ESPERTO INGLESE LO HA DEFINITO “IL CAVALLO A PULSANTI”, PERCHÉ RISPONDE ALLA PIÙ IMPERCETTIBILE SOLLECITAZIONE DELLA MANO, DELLA GAMBA O DELLO SGUARDO COME SE FOSSE STATO PREMUTO UN BOTTONE
FIEROE TUTTAVIA NON È AFFATTO UNA MACCHINA; ESIGE DAL CAVALIERE UN TEMPISMO PERFETTO, UNA SAPIENTE APPLICAZIONE DEGLI AIUTI, E INOLTRE COSTANZA E PASSIONE
ARISTOCRATICOLONTANI I TEMPI IN CUI LAVORAVA IN CAMPAGNA, ADORA PIROETTARE TRA LA FOLLA ED ESSERE OGGETTO DI AMMIRAZIONE; RIMANE TUTTAVIA UN ANIMALE RESISTENTE E FRUGALE, ADATTO ANCHE ALLA SELLA E AGLI ATTACCHI
to servirsi di altre meno preziose e più adatte al lavoro nei campi e al trasporto. Ma perché? Perbacco, per le Fie-stas! Ogni paese dell’isola ha le sue: sono l’anima della cultura locale e la popolazione partecipa con uno slancio e un’adesione totali. Protagonisti loro, i flessuosi ginnetti: lucidi come specchi, adornati come spose, si esibiscono in andature ricercate e prodezze acrobatiche.
Comunque, un agile cavallo da sella era molto uti-le anche sulle brutte strade dell’isola, dove non riusciva a passare nemmeno un carretto. Il Camí de Cavalls, che ne seguiva il perimetro, era nato come strada militare e fu a lungo il transito abituale di questi animali, familiari a ogni isolano.
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MINORCA: LUI VIENE DA QUI
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✔ Il Menorquino è uno dei valori che hanno contribuito a far dichiarare l’isola Riserva della Biosfera.
✔ Fino al 1970 nessuna donna fu ammessa ad esibi-re un Minorquino nelle Fie-stas. La prima, moglie di un allevatore, suscitò uno scal-pore enorme.
✔ Per molto tempo fu con-vinzione comune degli isola-ni che un cavallo capace di eseguire il “bot”, cioè l’im-pennata con camminata tipi-ca della razza, non fosse mai completamente addestrabi-le: e tuttavia lo preferivano ad altri, più affidabili al mo-mento di lavorare.
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È una monta alla ginnetta caratterizzata dal fatto che le redini si tengono con la sini-
stra, e ormai è possibile osservarla solo nel-l’ambito di manifestazioni equestri profonda-mente radicate nella tradizione. Era però mol-to diffusa quando tornei e duelli costituivano lo spettacolo prediletto degli aristocratici o il mezzo per dirimere dispute. Con l’addolcirsi
dei costumi, queste usanze cruente furono sostituite da giochi meno pericolosi, durante i quali comunque il cavallo doveva dar prova di agilità e di gagliardia, con rapide girate e volte veloci. Uguali rimangono anche ai nostri giorni la bardatura e le imboccature. Oggi la monta menorquina si usa per esi-bizioni e spettacoli.
LA MONTA MENORQUINACURIOSITÀ
IL MIRACOLO DI MINORCA
E oggi? Un’esibizione di Menorquinos è co-me una grande opera d’arte: si guarda col fia-to sospeso e commuove nel profondo. Sguardi di miele e di fuoco, una leggerezza magica, un concentrato di forza, di docilità e di splendore. Osserviamoli quando camminano sui posteriori apparentemente senza alcuno sforzo, e ringra-zieremo Dio per aver creato il cavallo. ♞
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I CAVALLI NEL MONDO
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CHE COSA SIGNIFICA
Ginnetto o ginetto: defi-nizione generale per cavallo di razza spagnola snello, agi-le e veloce, in grado di es-sere montato, appunto, alla ginnetta, ovvero con le staffe corte e il busto del cavaliere eretto. Questo tipo di monta è adatto alle caratteristiche di un cavallo leggero e scat-tante. Originariamente il gin-netto era un cavallino picco-lo ma molto resistente oriun-do dei Pirenei: si dice che la stessa cavalcatura di Cortès quando sbarcò nel Nuovo Mondo, El Morzillo, fosse un ginnetto alto appena 1 me-tro e 45.
??Sangue del Nord, sangue del SudGli abitanti dell’isola giurano che questi ca-
valli sono del tutto autoctoni, ma il Menor-quino puro non esiste. Come molte delle raz-ze moderne, anche questa risulta da remoti in-croci, tanto più che l’isola fu in diverse epoche assoggettata a vari popoli: gli arabi, i cui cavalli sarebbero imparentati con quelli locali (niente di strano, visto che la loro dominazione è dura-ta tre secoli). Tuttavia qualche studioso pensa alla razza berbera del Nordafrica, mentre altri ricordano i soggetti che Re Jaime II portò dal centro Europa nel XIV secolo, quando ordinò
che tutti disponessero di un cavallo da guerra preparato per difendere l’isola. L’animale do-veva essere, ovviamente, agile e maneggevo-le, veloce nell’attacco e nel ripiegamento. Mol-ti vedono in questa legge l’origine delle stes-se Fiestas e dei giochi equestri isolani, che si-mulavano le azioni del combattimento. Non è sicuro l’influsso del purosangue inglese (XVIII sec.), mentre i francesi, che rimasero solo per sette anni, non intervennero nella selezione ma lasciarono una traccia in taluni accessori della bardatura per gli attacchi.
Per vederli nella loro cornice più tradizionale, parteci-piamo alla Festa di san Giovanni che si tiene a Minor-
ca in giugno. Nell’isola è possibile poi assistere a splen-dide esibizioni, come quelle del Club Escola Menorquina ([email protected]). Sono spesso presenti anche a manifestazioni come Malpensacavalli e Fieracavalli Verona o in spettacoli circensi.Per informazioni, Associació de criadors i propietaris de ca-valls de raça de Menorca. Tel. e fax: 0034 971 480916, [email protected] altro sito che contiene molte informazioni interessanti sulla razza è www.menorcahorses.com, ma per consultarlo è necessario conoscere l’inglese oppure lo spagnolo. Pro-blemi linguistici a parte, se vogliamo ammirare i Minorchini in tutto il loro splendore possiamo visitare il sito del fotogra-fo René van Bakel: www.visualemotion.com
PER SAPERNE DI PIÙi
Minorca fu conquistatada vari popoli: ciò spiegai diversi incroci da cuideriva il morello dell’isola
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