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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% /ROMA/AUT.N.102/2008 - RIVISTA DELLO C.S.A.IN. CENTRI SPORTIVI AZIENDALI E INDUSTRIALI port n°1 Gennaio 2009 Tempo Valerio Bianchini scrive per TempoSport sulla crisi del basket: tanti stranieri, pochi italiani Max Rosolino racconta perché le 60 medaglie conquistate in piscina non gli bastano ancora Sport, tra tecnologia e scienza. I problemi che lo sviluppo fisico provoca nei giovani Archiviato il 2008 il mondo CSAIN prepara una nuova stagione con serietà e passione

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    portn°1 Gennaio 2009

    Tempo

    Valerio Bianchini scriveper TempoSport sullacrisi del basket: tantistranieri, pochi italiani

    Max Rosolino raccontaperché le 60 medaglieconquistate in piscinanon gli bastano ancora

    Sport, tra tecnologiae scienza. I problemiche lo sviluppo fisicoprovoca nei giovani

    Archiviato il 2008 ilmondo CSAIN preparauna nuova stagionecon serietà e passione

  • 2 La famiglia CSAIN sempre più grande…

    di Antonio Mauri

    3 Gli assurdi sondaggi di fine anno…

    di Giacomo Crosa

    4 Il basket è finito in panchinadi Valerio Bianchini

    7 Il baby-basket CSAIN fa canestro

    8 Max, un uomo chiamato medaglia

    di Carlo Santi

    11 Mondiali di nuoto,tutti in piscina

    12 Tornano Usain e Michael

    14 Un 2009 a tutto CSAINdi Salvatore Scarantino

    15 Diritti dell’uomo,l’olimpismo ospite d’onore

    di Antonella Stelitano

    18 Non solo sudoredi Marcello Faina

    20 Piccoli atleti cresconodi Renato Manno

    24 Il cammino del cuore di Alessio Crosa

    28 L’Italia vuole uscire dalla mischia

    di Roberto Roversi

    31 Sabaudia,“riserva” olimpicadi Roberto Roberti

    32 Che grande cuore ha la patatadi Santino Morabito

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    RIVISTA DELLO CSAINCentri SportiviAziendali e Industriali

    DIRETTORELuigi FortunaDIRETTORE RESPONSABILEGiacomo CrosaVICE DIRETTORESandro AquariCOORD. REDAZIONEPaolo Germano PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONEAmbra AquariSEGRETERIA DI REDAZIONEMaria Grazia BiancofioreSilvano MorraSimonetta SgrignaSEDE E SEGRETERIA Viale dell'Astronomia, 3000144 RomaTel. 06.5903526 / 06.5925637Fax. 06.5903242 / [email protected] web: www.csain.itStampa: Grafica Giorgetti, Via di Cervara, 10 – 00155 Roma (tel. 06-2294336)Iscrizione Tribunale di Roman.187/08 del 02/05/2008Numero chiuso in redazione il 1 Gennaio 2009La riproduzione parziale o totale degli articoli è consentita solocitando la fonte

    34 C’è una regina a tavoladi Roberto Minnetti

    36 CTE e CSAIN, una partenza lanciata a cura del CTE

    38 Il Mondo CSAIN

    46 Organigramma CSAIN

    48 “Soft air”,è davvero solo un gioco

    di Roberto Coculo

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    I l p u n t o d e l P r e s i d e n t e

    di Antonio Mauri

    LA FAMIGLIA CSAIN SEMPRE PIÙ GRANDE:TANTI OBIETTIVI PER UN BENE COMUNE

    ogni quadriennio Olimpico si conclude con il rin-novo delle cariche. Mentre le elezioni territorialiprovinciali si sono svolte alla fine dello scorsoanno, le regionali si terranno entro gennaio edovremo attendere marzo per il voto nazionale.Per ogni Ente le elezioni rappresentano certa-mente una crescita, un arricchimento in terminid'idee e di forze nuove, pronte a dare il loro con-tributo per l’obiettivo comune. Il 2008 è stato anno di rilancio e di miglioramentodell’informazione e della comunicazione. Lacomunicazione per essere efficace non può cheessere bi-direzionale, cioè rivolta al nostro internoper informare e per essere informati di ogni inizia-tiva ed attività e verso il mondo esterno per comu-nicare e promuovere l’immagine dell’Ente. Lepagine da cui scrivo, rappresentano senz’altro unesempio in questa direzione. La nostra rivista è letta ed apprezzata da moltiamici e questo deve essere da sprone per miglio-rarla sempre più, con il contributo di ognuno dinoi. Il mio personale ringraziamento va a quanti,nell’anno appena trascorso, si sono impegnati peril funzionamento di tutte le attività, da quelle spor-tive a quelle culturali e sociali, da quelle ammini-strative a quelle organizzative, logistiche e gestio-nali. L’anno che ci attende sarà, io spero, occasio-ne di nuova forza e nuova qualità per CSAIN: cisono tutti i presupposti perché questo possaaccadere, ed il mio auspicio va proprio in questadirezione, affinché tutti possano raggiungere ipropri obiettivi, ma sempre nell'ottica del benecomune. Con questa speranza e l'augurio di sem-pre maggiori traguardi puntiamo all’impegno ditutti, in un rinnovamento che sia prosecuzionedelle nostre migliori tradizioni.Come sempre, avanti insieme verso il futuro! l

    i è da poco concluso un anno dal bilanciopositivo. Il 2008 ha visto, infatti, lo CSAINcrescere sotto tanti punti di vista. Anzituttosono aumentate, per numero e per qualità, le

    tante attività provinciali, regionali e nazionali,svolte con passione e competenza dai nostri soci.Queste attività hanno consentito la realizzazionedi tutti i progetti nazionali per attività sportive, sus-sidiarie e formative, organizzati secondo le diretti-ve del CONI. E’ cresciuta la grande famiglia CSAIN con l’in-gresso di associazioni sportive di rilievo, presentisu tutto il territorio nazionale e che, con la loroprofessionalità e con il loro entusiasmo, sonoesempio per tutto il movimento, che considera lapromozione sportiva, rivolta soprattutto ai più gio-vani, l’obiettivo da conseguire. Grandi risultati anche nel sociale, dove CSAIN siè distinto per importanti iniziative, fra le quali l’ac-cordo con l’AES (Associazione Europea Sport)Italia, tendenti a sviluppare sempre più questosettore, che è strategico per il nostro futuro.Un plauso va a tutte le Sezioni Specialistichenostre affiliate, che nella loro autonomia, e coe-renti con gli indirizzi dell’Ente, hanno saputo gesti-re ed organizzare le tante attività culturali e socia-li di cui sono protagoniste. Altro momento di crescita è rappresentato dagliaccordi di collaborazione stipulati con MondoConsumatori, con la FISE (Federazione ItalianaSport Equestri) per la promozione degli sportequestri e per la formazione di tecnici e con la FIN(Federazione Italiana Nuoto) ed il ComitatoOrganizzatore, per i prossimi Mondiali di nuotoche si svolgeranno a Roma in luglio e agosto2009. Il 2008 è stato anno Olimpico ed in ottem-peranza al nostro statuto (ed a quello del CONI)

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    portTempo

  • i l d i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e

    di Giacomo Crosa

    GLI ASSURDI SONDAGGI DI FINE ANNODOVE LA TERRA SI MISCHIA ALL’ ACQUA

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    zioni. Il migliore in quel giorno, in quell’ora, in quelmomento vince. Le chiacchiere contano zero. Losport è fenomeno che tende alla verità. Se nonfosse tale, sarebbe un non senso, un retoricovuoto. Sarebbe come la polemica musicale che ha carat-terizzato gli ultimi giorni del 2008. Il gran maestrodel violino Uto Ughi contro Giovanni Allevi, virtuo-so emergente tuttofare delle note. La chiamata diAllevi alla direzione del concerto natalizio pro-mosso dal Senato è stato il fatto che ha scatena-to la polemica. Troppo divertente riproporvi alcu-ne righe-intervista di Sandro Cappelletto sulla“Stampa”. Dice il Maestro: «Sono rimasto offesocome musicista. Pianista? Ma lui si crede anchecompositore, filosofo, poeta, scrittore. La cosache più mi dà fastidio è l’investimento mediaticoche è stato fatto su un interprete mai originale eprivo del tutto di umiltà. Il suo successo è il termo-metro perfetto della situazione nel Nostro Paese:prevalgono sempre le apparenze...». (Domanda)Allevi si ritiene un erede ed un profondo innovato-re della tradizione classica…«Lui non ha alcungrado di parentela con la musica che chiamiamoclassica, né con la nuova…E perfino nel suocampo ci sono pianisti, cantanti, strumentisti,compositori assai più rilevanti di lui». Che opinio-ne ha di Allevi come esecutore? «In altri tempinon sarebbe stato ammesso al Conservatorio».Alcune parole della risposta di Allevi a Ughi: «Ilmondo della musica classica è malato. Lei è unodei pochissimi che è riuscito a viverlo da protago-nista…E così a spartirsi la torta del potere musi-cale sono in pochi, una casta impegnata a perpe-trare la propria concezione dell’arte e la propriaesistenza…Quell’autografo che ho sempre con-servato gelosamente, dopo tanti anni, per me oranon conta più nulla». Capita la differenza? l

    i è chiuso un libro, titolo: anno 2008. Se n’èaperto un altro, il titolo è ugualmente sempli-ce e conciso: anno 2009. Quest’ultimo èancora un insieme di pagine bianche. Le

    pagine del primo, invece, sono tutte scritte conl’inchiostro dei ricordi e delle emozioni. Le copiesono tante quante le persone del mondo e di con-seguenza sono tutte diverse. Sono un capolavorodi umanità. Sono un capolavoro dell’umanità. Restringendo l’attenzione al capitolo sport, ognianno provo sempre molto imbarazzo al cospettodi tante classifiche che sono proposte alla ricercaforzata di chi sia da considerare l’atleta dell’annotra tutti gli sport. Non tanto perché possa piùmeno condividere il nome del lui o del lei cherisulterebbero i migliori nel Mondo, in Europa, inItalia, nella Regione, nella Provincia, nella via, nelcondominio, quanto perché trovo impropria l’ap-plicazione dei parametri che portano alla loroidentificazione. Non vorrei addentrarmi tropponelle considerazioni sul tema. Rischio di annoiareanche me stesso. Mi limito solo all’assurdo olim-pico che sul finir dell’anno si è riproposto: chi èstato l’Atleta più atleta dei Giochi Olimpici diPechino? Usain Bolt con le sue tre medaglie d’oroin pista o Michael Phelps con le sue otto medaglied’oro in piscina. Atletica e nuoto. Terra e acqua.Ridicolo quesito. Come ridicoli sono da conside-rare i risultati di alcuni sondaggi-votazione che sipotevano trovare su internet. Sacro e profanomessi insieme. Carote e bulloni, biciclette e aero-plani, motoscafi e pedalò. Un non senso culturaleraccapricciante. Questo, mi si dice, piace al pub-blico. Prendo atto e non mi adeguo, perché mirifiuto di credere che il pubblico sia così pocacosa. Lo sport, quando tale è l’esempio della chia-rezza, della logica. Il più forte vince, il più velocevince, il più abile in un gesto vince. Senza media-

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  • di Valerio Bianchini

    Il BASKETè finito in panchina

    Uno dei nostri più grandi allenatori di pallacanestro, ma anche osservatoreattento dei fenomeni sportivi e sociali, analizza la situazione di una disciplinadalle grandi potenzialità ma ora soffocata dal liberismo globale e soprattutto

    da un errato concetto di spettacolo. A pagare sono soprattutto i giovani

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    Quest’anno il campionato dibasket è incredibilmente miglio-re dello scorso anno. E’ meglioper la qualità dei giocatori stra-nieri, che come si sa, occupanoper intero il palcoscenico dellaserie A, è meglio per la qualitàdel gioco, non solo perché hagiocatori migliori, ma soprattuttoperché le squadre hanno fattocambiamenti minimi di giocatoririspetto al suk incontrollato cheaveva funestato la scorsa sta-gione. Il libero mercato nelcorso della stagione regolare,aveva ridotto in poltiglia la mag-gioranza delle squadre. L’ansiadei dirigenti di cambiare gioca-tori all’interno dello stesso cam-pionato, l’avidità dei procuratoriche lucrano su ogni cambio dimaglia, il disagio degli allenatoriche si ritrovavano come direttoridi un’orchestra che continua-mente cambiava gli orchestrali,avevano prodotto un basket di

    gior continuità di insegnamentoda parte degli allenatori, unamaggiore stabilità di sviluppodel gioco delle squadre, un par-ziale recupero del senso diappartenenza da parte dei gio-catori stranieri sempre con lavaligia in mano e in ultima ana-lisi una pallacanestro di qualitàsuperiore. Il liberismo che ha caratterizza-to il mondo in generale, produ-cendo gli effetti che ora stiamoscontando, applicato anche allosport, ne ha cambiato la natura,

    bassissimo livello, fatte alcuneeccezioni. Lo stesso concetto di squadrache si basa sul senso di appar-tenenza era totalmente implosoin una ricerca dissennata degliinteressi individuali. La deregu-lation selvaggia voluta dai suoidirigenti aveva portato l’inven-zione del Dott. Naismith a un tri-ste serraglio dove la simonia,cioè la vendita dei valori sacridello sport, era diventata uncommercio abituale. E’ bastata una regoletta sempli-ce come quella dicostringere lesquadre a cam-biare giocatorisolo nell’ambito diristretti periodichiamati finestre,per ottenere nel-l’ordine: una scel-ta più oculata deigiocatori durantel’estate, nella con-sapevolezza dinon poterli piùcambiare comecalzini, una mag- Danilo Gallinari, approdato nella Nba a New York

    Valerio Bianchini

  • corrompendone profondamenteil senso e la missione. Il basket,che per le sue radici universita-rie si prestava a diventare pergli italiani un modo diverso, piùcivile e più umano di concepirela sua funzione oltre a quella disedare il popolo con ”panem etcircenses” e a volte di canaliz-zare la violenza dentro gli stadipiuttosto che nelle piazze, inquesta sua potenzialità è statocompletamente tradito dopo gliepocali cambiamenti occorsiallo sport negli anni novanta:sentenza Bosmann, libero mer-cato globale, svalutazione deipossibili profitti dei vivai, conse-guente desertificazione di gio-catori locali nelle squadre di ver-tice e occupazione spietatadegli organici della serie A daparte degli stranieri.E’ di pochi giorni fa l’esternazio-ne di uno dei più potenti dirigen-ti della serie A che, in tutta fran-chezza, dichiara più o meno,che per salvare il basket profes-

    s ion is t i cobisogna farposto aulteriori gio-catori stra-nieri chec o s t a n omeno degliitaliani efanno spet-tacolo. Dalche si capi-sce qual è ilconcetto disport chep e r v a d equesti diri-genti. Non ilpe rsegu i -mento del-l’eccellenzaattraversola costru-zione indivi-duale deisingoli gio-catori el ’ a s s e m -blaggio inuna squa-dra, nellaquale unt e r r i t o r i osociale si

    identifichi, ma semplicemente:“Più gente entra, più bestie sivedono”. Lo spettacolo comemisura del valore sportivo.Ma il punto è proprio questo: lospettacolo sportivo non è datodalla qualità tecnica degli atletie dalla capacità che essi espri-mono di lottare per la vittorianella lealtà e nel rispetto dell’av-versario e delle regole? Dunquedietro questo spettacolo c’è unlavoro duro quotidiano di affina-mento delle qualità di ogni gio-catore e della capacità di inte-grarsi in un gioco collettivo.Cambiare giocolieri per averesempre effetti speciali andràbene al circo, ma mai su uncampo sportivo.Poi c’è un aspetto che nonviene minimamente preso inconsiderazione. Una squadrasuscita amore in coloro che laseguono, muove sentimenti,passioni che devono esser con-divise tra pubblico e giocatoriche vivono insieme l’evento Va

    lerio

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    E’ STATO IL PRIMOALLENATORE ITALIANOAD AVER VINTOLO SCUDETTO CON TREDIVERSI CLUBValerio Bianchini è nato a TorrePallavicina, in provincia diBergamo, 22 luglio 1943, ma damolti anni vive a Roma con lafamiglia. E' considerato uno deipiù grandi allenatori della storiadel basket italiano, il primo adaver vinto tre scudetti con trediversi club: nel 1981 con laPallacanestro Cantù, nel 1983con il Banco di Roma e nel 1988con la Scavolini Pesaro. Inoltrenel suo palmarès figuranonumerosi trofei internazionali, inparticolare due Coppe deiCampioni (a Cantù nel 1982 e aRoma nel 1984). Ha guidato laNazionale italiana in occasionedei Mondiali di Madrid del 1986e degli Europei di Atene del1987. Una volta conclusa la car-riera di allenatore, si è dedicatoa numerose attività al di fuori delmondo della pallacanestro,come quella di scrittore ed edi-torialista e all'apertura di unalibreria a Roma. Nel novembre2007, dopo una parentesi inLibano, è tornato ad allenareaccettando di diventare capoallenatore della PallacanestroVarese che navigava in cattiveacque. Grande comunicatore einnovatore, ha contribuito, neglianni 80-90 ha rendere il basketuno sport assai popolare conuna grande copertura mediatica(non per nulla il suo sopranno-me è diventato il "vate"…). Dametà dello scorso annoBianchini è entrato nello stafftecnico dell' Eurolega comeconsulente del settore arbitrale.Tra i suoi compiti di Bianchini,oltre a lezioni ai direttori di gara,anche quello di valutarne l'ope-rato assieme ai responsabili efare da tramite con i coach. Uncompito prestigioso. Sul webValerio Bianchini ha creato unsuo interessante e seguito blog(www.ilvate.basketcoach.net).

    Andrea Bargnani, il primo europeo “scelto” come n.1

  • Ovvio che la Nazionale sia rima-sta fuori dalle Olimpiadi e abbiauna sola flebile speranza diessere recuperata per i prossimiEuropei in Polonia.Dicevamo prima,che una sempliceregola, accettatadalla serie A, hacambiato unademenziale situa-zione determinatadal mercato sem-pre aperto. Ora,anche tutto il restodel basket habisogno di piccolechiare regole pertornare ad avereun respiro dagrande sport. Perora La FIP com-missariata si èpreoccupata solodi proporre la pro-pria candidatura aiMondiali del 2014con ammirevolelungimiranza. Orapare che la preoc-cupazione princi-pale siano le ele-zioni e la distribu-zione delle pol-troncine del poteresportivo. Ma primao poi i problemi

    sportivo. Come ci si può emo-zionare di un film a episodi checambia continuamente la suastoria e vede sempre personag-gi diversi e non sai più chi è ilbuono e chi il cattivo?Di tutto ciò le vittime sono i gio-catori italiani soprattutto giovani.Non è infrequente che un ragaz-zo dotato abbia la sfortuna diessere scelto da una squadra diserie A per completare l’organi-co di sei giocatori necessari.Questo poveretto che nellecategorie giovanili splendeva ditalento, gettato in pasto allesquadre professionistiche sivede quasi sempre languire inpanchina, non in partita che nonsarebbe una novità, ma addirit-tura in allenamento. Questiragazzi nel pieno rigoglio delloro sviluppo di atleti nelle squa-dre di A spesso non trovanoposto nemmeno negli allena-menti giornalieri delle squadre,infarcite come sono di stranieriche dopo i primi esercizi diriscaldamento, passano al“5contro5”, lasciando in panchi-na i ragazzi perché devono alle-narsi bene quelli che poi gioche-ranno in partita. Mentre allapalla a due iniziale delle partitedi serie A è sempre più improba-bile vedere schierato un soloitaliano tra le due squadre.

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    Da sinistra: Datome, Poeta e Vitali, tre dei migliori giovani azzurri. Foto Ciamillo-Castoria per la Fip

    veri andranno affrontati perchéla politica dello struzzo fin quipraticata ci ha portato sull’orlodell’abisso. l

    Marco Belinelli, il terzo italiano che gioca nella Nba

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    di istituire un campionatoa libera partecipazionecostituito da diversetappe in differenti nazionid’Europa. Gli otto clubitaliani affiliati allo CSAINvincitori delle categoriemaschili riservati ad atle-ti nati nel 1994 e nel1996 avranno il diritto dipartecipare alle finalinazionali CSAIN in pro-gramma nel mese di set-tembre 2009. Rispecchiando gli scorsianni, anche nel 2009 lemanifestazioni prende-ranno il via nel periododelle festività pasquali,dal 9 al 13 aprile, in duelocalità diverse: laCSAIN Tuscany Cupsarà di scena nella citta-dina toscana diMontecatini Terme, chel’anno scorso ha visto lapartecipazione di ben 95squadre, mentre inSpagna avrà luogo con-temporaneamente laCatalunya CSAIN Easter Cupnella cittadina catalana di Lloretde Mar. I tornei estivi di Lloret deMar sono per l’organizzazionemotivo di grande orgoglio dalmomento che proprio qui nel1994 ha avuto vita il primoEurobasket. I tornei estivi sichiudono in Italia con la CSAINSUMMER CUP dal 13 al 18Luglio dove prenderà il via ladedicata al basket giovanile

    Se come ben ci spiega nell'ar-ticolo precedente ValerioBianchini il basket professioni-stico italiano ha degli evidentiproblemi d'identità, quello gio-vanile ha ancora una sua vitali-tà nonostante l'abbandono deivivai da parte di molti clubimportanti. Sembra goderebuona salute, o comunque lavoglia di crescere, il basket "tar-gato" CSAIN. In particolare loscorso fine novembre è statopresentato nella sede di Broni(PV) il programma dei torneiche la Sport Events – ASEurobasket ha pianificato per il2009. in collaborazione con laSegreteria Centrale delloCSAIN e con la supervisione delResponsabile Nazionale BasketCSAIN Prof. Maurizio Vortici. LaSport Events (www.sporte-vents.it), che organizza dal1994 tornei internazionali dibasket in Europa ai quali hannopreso parte formazioni prove-nienti da tutto il mondo per untotale di circa tremila squadre etrentacinquemila partecipanti,affiancherà anche quest’anno loCSAIN nel particolare progetto

    La squadra Forti e Liberi di Monzavincitrice nel 2008 a Lloret de mar

    Un fase di gioco delle finali nazionali di Lignano

    maschile. Questo il programmadei tornei CSAIN:9 aprile - 13 aprile 2009: Spagna, Lloret de mar TorneoCSAIN9 aprile - 13 aprile 2009:Italia, Montecatini Terme TorneoCSAIN27 giugno - 4 luglio 2009: Spagna, Lloret de mar TorneoCSAIN13 luglio - 18 luglio 2009: Italia, Rimini Torneo CSAIN. l

    Anche nel 2009 un programma ambizioso per le squadre del nostro Ente

    Il BABY-BASKETCSAIN fa canestro

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    Nessuno nel nuoto è salito su un podio olimpico, mondiale o continentale più di lui. A 30 anni Massimiliano Rosolino ha toccato quota “sessanta”

    e non si vuol fermare. Guarda ai Mondiali di Roma di quest’estate e addirittura ai Giochi di Londra 2012. Per lui la vita in piscina non è

    un sacrificio ma una grande, irrinunciabile passione

    «Loro gareggiano, io lotto».Sta in queste parole la voglia dirimanere in alto di MassimilianoRosolino. Max è uno che mai sadire alla gente: abbiate pazien-za perché io ho qualcosa giàvinto. Max lotta, sempre, e lo facon una motivazione straordina-ria che a trent’anni e dopo ses-santa medaglie conquistate traOlimpiadi, Mondiali ed Europeinon viene meno. Ai campionaticontinentali in vasca corta, loscorso dicembre a Rijeka,Rosolino ha conquistato unargento e un bronzo raggiun-gendo un traguardo che ne fal'atleta più medagliato nella sto-

    rio di dimostrare a tutti che nonera (e non è) un atleta al capoli-nea. «Roma? Sarei andato agareggiare ovunque. Non conti-nuo mica perché l’evento è incasa nostra dove, però, spero di

    ria del nuoto. Ma il numero ses-santa non è l'ultimo traguardo:alla sua età, non solo guarda aiMondiali di Roma di quest'esta-te, ma addirittura ai Giochi diLondra 2012.«Smettere? No, non è ancoratempo», spiega Max che guardaal futuro con la felicità di unragazzino. L’appuntamento perla prossima medaglia lo avreb-be già fissato: «A Roma, alMondiale. Sarebbe stupendo. Diche metallo? Adesso va benissi-mo anche d’argento».Un’estate, l’ultima, non certoindimenticabile. Le Olimpiadi diPechino le aveva preparate conil solito scrupolo ma in Cina nontutto è andato per il meglio,anzi, tutto è andato storto.«Eppure, appena una settimanadopo quell’esperienza mi senti-vo un altro, pronto a ripartire.Per dimenticare ho ripresoimmediatamente ad allenarmi».Roma con il suo Mondiale delprossimo luglio non è stata lamolla che l'ha convinto a riparti-re. Dentro, Max aveva il deside-

    di Carlo Santi

    Max Rosolino, 30 anni

    MAX, un uomo chiamato medaglia

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    vincere la mia medaglia numerosessantuno». La parola fineMax non la pronuncia. «Dopo iMondiali di Dubai mi guarderòdentro», dice pensando, però,al traguardo di Londra 2012. Espiega: «A farmi decidere diandare in Inghilterra non saràuna bella vittoria. Potrei, difatti,accontentarmi di un bel piazza-mento e mettercela tutta perquell’Olimpiade».L’avventura in azzurro diRosolino, che intanto ha lascia-to Roma dove si era stabilito edè tornato a Napoli, la sua cittànatale, per allenarsi da soloseguendo i programmi che glimanda Alberto Castagnetti, ilcittì della nazionale, cominciatanto tempo fa. Era il 1995,campionati Europei di Vienna.«Ero la matricola della spedizio-ne – ricorda Max – e per questomi avevano tagliato i capelli azero. La medaglia? Il bronzocon la 4x200». C’è una storialunga anni, tanti, tra quel primopodio e la medaglia numero 60conquistata il 14 dicembre del2008 in Croazia. E, sempre,Rosolino è stato in prima fila aduellare con qualsiasi avversa-rio. «Ricordo la prima volta con-tro piedone Thorpe. Era il 1999e gareggiavamo a Hong Kong.Tutti abbiamo preso da lui settesecondi. Non lo dimenticheròmai». Duemila, l’anno delleOlimpiadi di Sydney, la meda-glia d’oro, la terza del nuotoazzurro, dopo le due vinte da

    Fioravanti, pochi giorni primaprima. «Un’esperienza meravi-gliosa come meravigliosa èun’Olimpiade».Da allora tante cose sono cam-biate nel nuoto (e nello sport).L’evoluzione tecnologica hapreso il sopravvento, gli studi eil lavoro per guadagnare cente-simi sono infiniti. Prima di parla-re di nuovi blocchi, che vedremoai Mondiali di Roma e che rical-cano quelli dell’atletica, e ditelecamere subacquee per valu-tare le virate, parliamo deicostumi. Nel 2008, a febbraio,ha fatto il debutto il “costumo-ne”. Il LZR Racer della Speedoè stato il primo poi altri marchi sisono adeguati. «I nuovi bodyfanno la differenza», dice sicuroRosolino che aggiunge: «Sonocome la meccanica in altri sport.Però, di una cosa sono certo:senza cuore e senza motorenon vi va da nessuna parte».Come direche l’uomo,l’atleta, èl’essenziale.Però, il cam-biamento inpiscina è evi-d e n t e .«Manca iltocco di clas-se», osservaMax che rim-piange quasiil fascino delp a s s a t o .Tutto è

    Rosolino nel 2000 ha vinto l’oro olimpico nei 200 misti

    d i v e n t a t oschemat i -co, ritmico,tecnologi -co, quasis c o n t a t o .Insomma, ècome rim-piangere laFormula 1dei sorpas-si azzarda-ti, del pilotache fa ladifferenza.Adesso siparla addi-

    rittura di motore unico…«Non ci si depila più, i corpi nonsi vedono più. Cosa domina? Laprestanza fisica. In più, l’acqua-ticità e il galleggiamento nondipendono più dal lavoro di cia-scuno ma da altri fattori, ossiadal costume che ti aiuta.Troppo». Sul costume è polemi-ca aperta. Rosolino non è favo-revole alla linea federale chevorrebbe imporre l’indumentodella Jaked. «Ognuno dovrebbeessere libero di scegliere ilcostume che gradisce, senzaimposizioni. Capisco laFederazione che ha i suoi inte-ressi, ma niente costrizioni. Lamulta? Va bene, la prendi e lapaghi ma tutti liberi di nuotarecon il body personale».Costume come strumento e nonpiù indumento. E’ d’accordo?«E’ proprio così: il costume èuno strumento tecnico, unostrumento che aggiunge qualco-sa d'importante soprattutto neifinali dove non vedo più atletiche cedono nettamente per la

  • stanchezza». Per tentare di tro-vare una soluzione soprattuttoin vista del Mondiale di Roma, laFina ha convocato i produttori(adesso sono 21) dei nuovicostumi. «In ogni caso credoche lo scorso anno cambiare leregole poco prima delleOlimpiadi è stato un errore».Il nuoto cambia, evoluzione tec-nologica ma anche didattica conallenamenti diversi, mirati allagrande prestazione. «C’è unametodologia che si evolve e nonsolo per quello che riguarda latecnologia, ovvero costumi eblocchi. C’è una preparazionediversa e un’attenzione anchealla dieta. Adesso è più facile,se sei motivato, arrivare a tren-t’anni ancora competitivo».Rosolino è fiero perché in que-sto nuoto proiettato nel futuro,dove si parla di body rivoluzio-nari, nuovi blocchi dipartenza, anche ditelecamere in piscinaper una sorta dimoviola della gara, luiha saputo migliorarecon costanza metten-doci del suo. «Daimiei inizi molte cosesono cambiate ma ioanche adesso che hoMa

    xEdg

    arNON SOLO NUOTO, ANCHE MOTORI E BALLO GRAZIE A NATALIA

    Massimiliano (Max)Edgar Rosolino ènato a Napoli l'11luglio 1978 da padreitaliano d'originen a p o l e t a n a(Salvatore) e damadre australiana(Carolyn). Si trasferìcon la famiglia agliantipodi quandoaveva appena treanni e fece ritorno inItalia all'età di sei,l'età in cui fu iscritto al primocorso di nuoto. Nel 2002 è tor-nato di nuovo in Australia perallenarsi sotto la direzione deltecnico Ian Pope. L'esordioolimpico avviene nel 1996 aiGiochi di Atlanta. In quell'occa-sione conquista tre finali (200m,400m e staffetta 4x200m stilelibero) e ottiene tre sesti posti. ASydney 2000, nella "sua"Australia, raggiungerà la finalecinque volte, ottenendo: un oronei 200m misti (stabilendo ilrecord olimpico), un argento nei400m stile libero, un bronzo nei200m e un quarto e un quintoposto con le staffette 4x200m e4x100m stile libero. Meno sod-disfacente l'esperienza adAtene 2004 dove arriva solo unbronzo dalla staffetta 4x200mstile libero. È stato per alcunianni fidanzato con RobertaCapua. Attualmente è legatosentimentalmente a NataliaTitova, sua maestra di ballo delvarietà "Ballando con le stelle",dove partecipò nel 2006. Il balloè diventato una sua nuova pas-sione assieme ai motori, maovviamente dopo il nuoto

    trent’anni sono riuscito a miglio-rarmi». Se il nuoto (e lo sport,ripetiamo) è in continua evolu-zione, lo è anche chi sta fuori,chi guarda, giudica, prende amodello i suoi protagonisti.Sembra esserci una netta divi-sione tra chi pensa allo sportfocalizzando l’agonismo e a chi,invece, lo identifica con il gos-sip. «Non mi ci trovo, anche per-ché io sono abituato, e lo èanche chi sta con me, a discute-re di tempi e di allenamenti, dicose tecniche insomma. Invece,troppo spesso mi viene chiestodi reality, di sesso, di look e dimoda. Il segreto? Non farsi con-dizionare. E io faccio così».A Napoli da solo, senza un verogruppo con il quale allenarsicome invece accadeva a Roma,alla Larus. «Adesso so come midevo allenare», spiega Max chenon rimpiange il lavoro in com-pagnia di Pippo Magnini nellacapitale perché da quel rappor-to, oseremmo dire di coppia, luinon ha avuto molto.Vi stupirò, sembra dire Rosolinoche insegue il sogno di diventa-re indimenticabile per il nuotoazzurro, lui che è unico ad avervinto tanto. Se gli anni passano,il suo entusiasmo non diminui-sce e neppure quando i risultati– parliamo del 2007 – non arri-vavano, lui non si è mai persod’animo. «Ho lavorato tanto inquel periodo ma era necessariofarlo se volevo andare avanti.La fiducia non è mai venutameno e ho sempre creduto inquello che facevo». Un sogna-tore, un atleta fortemente moti-vato che non si spaventa.«Cavalca l’onda e sarai un vin-cente – ha ammesso Max –cavalcala di nuovo e sarai indi-menticabile». L’appuntamento èal Foro Italico, luglio 2009, pen-sando all’Inghilterra. l

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    È arrivato il 2009 e la grandemacchina organizzativa ha pas-sato il casello per imboccarel'autostrada che porterà all'ap-puntamento tanto atteso.Parliamo dei 13esimi Mondiali diNuoto che Roma ospiterà dal 18luglio al 3 agosto. Sarà l'avveni-mento principe della stagionesportiva italiana, ma anche unodei grandi eventi mondiali del-l'anno: 2500 atleti e 180 paesiper le cinque discipline (nuoto,pallanuoto, tuffi, nuoto sincro-nizzato e nuoto in acque libere).Il 3 dicembre scorso nella SalaRossa, collocata nella strutturadel Foro Italico che ospita lepiscine, si è svolto un convegnodal titolo "Dall'evento all'azione:la grande manifestazione pro-muove la pratica sportiva ditutti?". In prima fila gli Enti dipromozione sportiva, compresoovviamente il nostro CSAIN (lorappresentava FrancescoFerlito, presidente del Comitatoprovinciale). Come noto ilComitato organizzatore, presie-duto da Giovanni Malagò, haattuato un'importante sinergia

    con gli Enti di promozione perpubblicizzare l'evento tra i prati-canti di base e per favorire nelfuturo il migliore utilizzo possibi-le dei tanti nuovi impianticostruiti o rinnovati in previsionedei Mondiali.«Senza gli enti di promozionesportiva Roma 2009 non sareb-be possibile», ha detto in aper-tura del convegno Malagò. IlPresidente della FederazioneItaliana di Nuoto, Paolo Barelli,ha posto l’attenzione sull’impor-tanza di una pianificazione per ilpost Mondiali: «Roma 2009 nonsarà una manifestazione usa egetta. Vogliamo lasciare ilsegno nell’opinione pubblica,nell’associazionismo sportivo enell’impiantistica della città.Abbiamo sollecitato gli enti loca-li nella speranza che questestrutture si possano realizzareanche nelle altre zone di Romae non solo qui al Foro Italico.Tutti noi – ha continuato Barelli– dobbiamo guardare a questigrandi eventi sportivi comemezzi per valorizzare tutte lediscipline e per potenziare le

    Un convegno ha ribadito il ruolo fondamentale che lo CSAIN e gli altri Enti di Promozione Sportiva avranno per il grande evento

    romano dell’estate e in seguito per l’ottimale utilizzo dei nuovi impianti

    Mondiali di

    NUOTO,tutti in piscina

    strutture. I numeri degli sportnatatori parlano di cinque milio-ni di praticanti. Siamo arrivati aquesto punto grazie all’ottimoesempio che le federazionihanno dato in questi anni». Claudio Barbaro è intervenutocome rappresentante degli Entidi Promozione Sportiva inGiunta Nazionale Coni: «IlComune di Roma sta portandoavanti un importante progettosui grandi eventi. Nessunamanifestazione a Roma saràpiù fine a se stessa, ma d’ora inpoi dovrà presentare risvoltipositivi per lo sport di base.Credo che il nostro mondodebba auto finanziarsi il più pos-sibile». Infine il DirettoreGenerale del ComitatoOrganizzatore di Roma 2009Roberto Diacetti: «Il convegno èil risultato di una proficua colla-borazione tra il Comitato e gliEnti di Promozione che hannoraccolto l’invito di renderel’evento una grande occasionedi diffusione della pratica sporti-va e in particolare delle attivitàacquatiche a livello periferico».l

    Giovanni Malagò, presidente del Comitato organizzatore, con Federica Pellegrini

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    TORNANO Usain e MichaelI principali avvenimenti del 2009: oltre ai Mondiali romani di nuoto

    ci sono anche quelli di atletica a Berlino. Rivedremo Bolt e Phelps

    17-18 PATTINAGGIO: Campionati Mondiali velocità a Mosca 19-25 PATTINAGGIO: Campionati Europei figura a Helsinki (Fin) 19-1/2 TENNIS: Australian Open a Melbourne (Aus)

    1 FOOTBALL USA: Superbowl a Tampa 3-15 SCI: Campionati Mondiali a Val d’Isere (Fra) 6-8 SLITTINO:Campionati Mondiali a Lake Placid (Usa) 11 CALCIO: Italia-Brasile a Londra (amichevole) 19-2/1-3 SCIDI FONDO: Campionati Mondiali a Liberec (Cec)

    6-8 ATLETICA: Campionati Europei indoor a Torino 6-8 TENNIS: Coppa Davis, Italia-Slovacchia a Cagliari11-15 SCI: finali Coppa del Mondo U e D ad Aare (Sve) 12-15 PATTINAGGIO: Camp. Mondiali velocitàa Heerenveen (Ola) 21 CICLISMO: Milano-Sanremo 23-29 PATTINAGGIO: Campionati Mondiali figura a LosAngeles (Usa) 28 CALCIO Montenegro-Italia a Podgorica, qualificazioni Mondiali 29 FORMULA 1: GPAustralia a Melbourne 29-3/5-4 GINNASTICA: Campionati Europei a Milano

    1 CALCIO: Italia-Eire a Bari,qualificazioni Mondiali 1-5 TUFFI: Campionati Europei a Torino4-5 PALLAVOLO: Champions U, finale a Praga 5 FORMULA 1: GP Malesia a Sepang12 MOTO: GP Qatar a Losail 19 FORMULA 1: GP Cina a Shanghai 25-3-5 TENNIS: Internazionali uomini a Roma 26 FORMULA 1: GP Bahrein a Manama 26 MOTO: GP Giappone a Motegi

    1 BAASKET: Final Four Eurolega 3 MOTO: GP Spagna a Jerez 4-10 TENNIS: Internazionali donne a Roma4-17 PALLAVOLO: finali scudetto U 9-10 KARATE: Campionati Europei kata a Mosca (Rus) 9-31 CICLISMO: Giro d'Italia 10 FORMULA 1: GP Spagna a Barcellona 17 MOTO: GP Francia a Le Mans20 CALCIO: Finale Coppa Uefa a Istanbul 24-7/6 TENNIS: Roland Garros, Grande slam, a Parigi (Fra)27 CALCIO: Finale Championship a Roma 30 RUGBY: finale scudetto a Roma31 CALCIO: ultima giornata campionato serie A 31 MOTO: GP Italia al Mugello

    7 FORMULA 1: GP Turchia a Istanbul 14 MOTO: GP Catalogna a Barcellona 14-28 CALCIO: Confederation Cup in Sud Africa (con l’Italia) 21 FORMULA 1: GP di Gran Bretagna a Silverstone 22-5/5-7 TENNIS: Wimbledon, Grande Slam 25-28 CANOA: Campionati Europei velocità a Brandeburgo (Ger) 26-5/5-7 GIOCHI DEL MEDITERRANEO a Pescara 27 MOTO: GP Olanda ad Assen

    GENNAIO

    FEBBRAIO

    MARZO

    APRILE

    MAGGIO

    GIUGNO

  • LUGLIO

    AGOSTO

    SETTEMBRE

    OTTOBRE

    13

    1-12 UNIVERSIADI: a Belgrado (Sgc) 4-26 CICLISMO: Tour de France5 MOTO: GP Usa a Laguna Seca 8-14 SCHERMA: CampionatiEuropei a Plovdiv (Bul) 10 ATLETICA: Golden Gala a Roma 10-12 PALLAVOLO: Qualificazioni mondiali D 12 FORMULA 1: GPdi Germania al Nürburgring 16-26 TIRO A VOLO: CampionatiEuropei a Osijek (Cro) 18-7/2- 8 MONDIALI DI NUOTO a Roma19 MOTO: GP Germania al Sachsenring 22-26 PALLAVOLO: WorldLeague (finali) 25 MOTO: GP Gran Bretagna a Donington 26 FORMULA 1: GP d’Ungheria a Budapest

    8 CALCIO: Supercoppa 2009 a Pechino (Cin) 10-17 TIRO A SEGNO: Campionati Mondiali a Zagabria (Cro)12-16 CANOA: Campionati Mondiali velocità a Dartmouth (Can) 15-23 ATLETICA: Campionati Mondiali a Berlino (Ger) 16 MOTO: GP Rep. Ceca a Brno 23 CALCIO: prima giornata campionato di serie A 23 FORMULA 1: GP d’Europa a Valencia (Spagna) 23-30 CANOTTAGGIO: Campionati Mondiali a Poznan(Pol) 27-30 JUDO: Campionati Mondiali in Olanda 28-8/13-9 BOXE: Campionati Mondiali dilettanti a Milano 30 FORMULA 1: GP del Belgio a Spa-Francorchamps 30 MOTO: GP Indy a Indianapolis 31-8/13-9 TENNIS: US Open, Grande Slam, a New York

    6 MOTO: GP San Marino a Misano 7-13 PALLAVOLO: Campionati Europei U in Turchia9-13 RITMICA: Campionati Mondiali a Mie (Jap) 9-27 BASEBALL: Coppa del Mondo (dal 14 in Italia,finale a Roma) 12-13 ATLETICA: World Athletics Final a Salonicco (Gre) 12-18 GINNASTICA: CampionatiMondiali a Londra (Gbr) 13 FORMULA 1: GP d’Italia a Monza 18-20 CANOTTAGGIO: Campionati Europeia Brest (Fra) 20 MOTO: GP Ungheria sul Lago Balaton 21-27 LOTTA: Mondiali a Herning (Dan) 23-27 CICLISMO: Mondiali a Mendrisio (Svi) 25-9/4-10 PALLAVOLO: Europei D in Polonia 27 FORMULA 1: GP di Singapore

    4 FORMULA 1: GP del Giappone a Suzuka 4 MOTO: GP Portogallo a Estoril 18 FORMULA 1: GP del Brasile a Interlagos 18 MOTO:GP Australia a Phillip Island 25 MOTO: GP Malesia a Sepang 30-10/9-11 SCHERMA: Campionati Mondiali ad Antalya (Tur)

    1 FORMULA 1: GP di Abu Dhabi a Yas Island 8 MOTO: GP Valencia a Valencia 26-29 TENNIS: Masters a Londra (Gbr)

    4 CALCIO: Sorteggio Mondiali 2010 in Sudafrica 4-6 TENNIS: finale Coppa Davis 10-13: Europei vasca corta a Istanbul

    NOVEMBRE

    DICEMBRE

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    di Salvatore Scarantino

    altresì previste le seguenti finalinazionali: 27° Juvenind di nuoto giovanileM/F 4ª Edizione nazionale di pescasportiva giovanile M/F 3ª Edizionenazionale di scherma giovanileM/F 1ª Edizione nazionale di velaM/FA conclusione dell'evento, il 5aprile, sarà organizzato unraduno promozionale di pedala-ta ecologica, che porterà diver-se centinaia di ciclisti in giro pervisitare Lignano Sabbiadoro e isuoi dintorni. Per questo eventoé prevista la partecipazione dicirca 3.000 persone. Un altroimportante progetto si svolgeràa Fiuggi dal 24 al 26 aprile, conl'organizzazione delle seguentifinali nazionali: 17ª Finale nazio-nale di pallavolo giovanile M/F11ª Finale nazionale giovanile diginnastica aerobica M/F 41ªJuvenind di Atletica Leggera 2°Trofeo Berra manifestazione giova-nile M/FPrevista la partecipazione dicirca 2.000 persone.Dal 31 maggio al 2 giugno inve-ce gli atleti CSAIN sarannoimpegnati a Catania per le finalinazionali di tre discipline:16ª Finale nazionale di tennis gio-vanile M/F 14ª Finale nazionale diginnastica artistica M/F 5ª Finalenazionale di danza sportiva giova-nile M/FPreviste circa 2.000 persone.Ultima manifestazione naziona-le a Cattolica, dal 4 al 6 settem-bre, con le finali del calcio azien-dale, del calcio a 5 maschile,femminile e giovanile, del beachsoccer, del beach volley M/F edella pallacanestro giovanileM/F. Presenze previste circa1.800. Fin qui gli eventi a valen-za nazionale. Per potere acce-

    dere alle finali, i Comitati provin-ciali e regionali dovranno orga-nizzare le loro fasi di pertinenza,in occasione degli altri due pro-getti CONI. Il primo è la 29ª Edizione loSport per la Vita e Sport eSolidarietà Sociale. Una manife-stazione ludico-ricreativa esocializzante, riservata anche aidiversamente abili, realizzata incontemporanea in tutte leRegioni e Provincie d'Italia. Sedivarie, periodo di svolgimentomarzo-giugno. In questo proget-to é inclusa anche l'organizza-zione della 3ª edizione dellamanifestazione nazionale giova-nile di canoa M/F ed il Trofeonazionale di marcia non compe-titiva. Il secondo progetto è la18ª Edizione del Natale di Sport,circuito Nazionale Giovanile M/FMultidisciplinari. Anche questaedizione sarà organizzata sututto il territorio nazionale, eriservata ai giovani, fino a 16anni. In programma tutti gli sportpraticati dallo CSAIN, compresiquelli riservati ai diversamenteabili, a cura dei Comitati regio-nali e provinciali. Periodo disvolgimento novembre edicembre. Tutta questa mole diattività comporta un impegnocostante dei Comitati provincialie regionali, delle associazionisportive affiliate, dei loro tecnicie, non ultimo, ma fondamentale,dei responsabili nazionali eregionali delle varie disciplinesportive che, con il loro costanteimpegno e spirito di associazio-nismo fanno in modo che tuttovenga organizzato al meglio, alfine di fare crescere lo CSAIN. Atutti loro va il mio personale rin-graziamento e sopratutto quellodell'Ente. l

    Il responsabile nazionale dello sport illustra la stagione appena iniziata:tanti impegni nazionali e locali per le sempre più numerose discipline

    Il 2008 si è chiuso, dopo il suc-cesso organizzativo della MiniOlimpiade svoltasi a LignanoSabbiadoro nella seconda metàdi settembre, con la 17ª edizio-ne del Natale di Sport. Ora unanuova stagione CSAIN va adiniziare con una serie di eventi acarattere nazionale che fannoparte dei progetti CONI e cheoramai da alcuni anni si ripetonoe si rinnovano con l'inserimentodi altre discipline. II programmadel 2009 é molto ampio ed arti-colato e verrà organizzato invari periodi dell'anno, in diverselocalità, al fine di dare ampiavisibilità allo CSAIN. Si inizieràcon lo sci a Sappada (BL) dal 6all’8 marzo per proseguire con lacorsa campestre in Campania.A seguire il grande raduno ciclo-turistico UDACE-CSAIN, ospita-to a Cattolica il 30 e 31 maggio.A questo progetto é abbinatauna manifestazione nazionale ditiro a volo. Previsti 2.500 parte-cipanti. Dal 3 al 5 di aprile siripeterà l'entusiasmante espe-rienza della Mini Olimpiade,sempre a Lignano Sabbiadoro,con l'organizzazione di tutte lefinali nazionali del complesso eaffascinante mondo delle ArtiMarziali. Nel programma sono

    Un2009a tutto CSAIN

  • Il 10 dicembre 2008 si è cele-brato il 60° anniversario dellaDichiarazione Internazionale deiDiritti dell’Uomo. Per una coinci-denza il 2008 è stato ancheanno olimpico e l’evento hamesso in rilievo il legame strettoche esiste tra sport e dirittiumani. Di là dalle polemicheche hanno accompagnato l'ulti-ma edizione dei Giochi, vale lapena ricordare che, quando laDichiarazione fu approvata, aParigi nel 1948, il ComitatoOlimpico Internazionale avevagià festeggiato il suo primomezzo secolo di vita (fu fondatonel 1894) e andava fiero di averanticipato i temi che le NazioniUnite allora difendevano conconvinzione.Pochi sanno che all’indomanidella nascita delle Società delleNazioni, de Coubertin - cheandrebbe rivalutato come figuradi acuta sensibilità politica inter-nazionale e non solo comesportivo – aveva scritto al presi-dente della neonata organizza-

    di Antonella Stelitano

    Lo scorso 10 dicembre si è celebrato il 60° anniversario della dichiarazione internazionale che ha lanciato al mondo un fondamentale

    messaggio di civiltà. Ma 50 anni prima lo sport, nella sua moderna rielaborazione, aveva già anticipato alcuni temi che affermavano

    rispetto e uguaglianza per ogni individuo

    DIRITTIdell’uomo,l’olimpismo

    ospite d’onoreAntonella Stelitano

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  • QUELL’AMICIZIA TRA OWENS E LONG CHE SI BEFFÒ DEL RAZZISMO HITLERIANOLa foto sopra è forse una delle piùimportanti immagini per capirel'anima e il valore universale dellosport. Fu scattata durante i Giochiolimpici di Berlino del 1936, cheHitler, utilizzando un'imponentemacchina organizzativa, cercò ditramutare soprattutto in un'esalta-zione del Nazismo e delle sueaberranti teorie. E' la mattina del4 agosto e nello stadio si svolgonole qualificazioni del lungo. Il neroamericano Jesse Owens, diventatol'anno prima primatista mondiale,è il grande favorito di questa garacome della velocità (come noto"l'antilope d'ebano" finiràl'Olimpiade con quattro medaglied'oro indispettendo non pocoHitler e suoi gerarchi). Nella fotoOwens conversa allegramente eamichevolmente con il suo princi-pale rivale, il tedesco Luz Long,prototipo ideale della razza aria-na: alto, biondo e con gli occhicelesti. Long parla un ottimoinglese e sul campo tra i duenasce un solido legame, ancheperché Long, dopo due salti nullidi Owens, che così rischiava l'eli-minazione, consiglia il "rivale"per il terzo e decisivo salto.Owens si qualifica e nel pomerig-gio vince la finale all'ultimo turnoproprio su Long che così fu secon-do, ma il primo a congratularsi.Long morirà nel 1943 in Sicilia,durante la guerra. Owens conti-nuerà negli anni a scrivere inGermania alla famiglia del "riva-le" fino alla sua morte avvenutanel 1980. (s.a.)

    politica o di altro genere, di ori-gine nazionale o sociale, di ric-chezza, di nascita o di altra con-dizione.Questo è un aspetto fondamen-tale dell’Olimpismo. E’ unaregola che esiste dal 1894 e cheha costituito il credo dell’interoMovimento Olimpico.All’art. 24 della Dichiarazionedel 1948 troviamo sancito ilDiritto di giocare, ovvero il dirittodi ogni individuo al riposo e allosvago. Questo è un punto fon-damentale del progetto decou-bertiamo, che in epoca di gran-de fervore positivistico andava,tra i primi, a riconoscere l’attivitàsportiva proprio come svago enon solo come palestra militare.Il tempo storico di de Coubertinaffida all’educazione del corpoobiettivi nuovi: non si allena solol’esercito, ma anche gli uomini el’educazione sportiva diventauno strumento di crescita dellacollettività. Poiché coinvolge piùpersone nella gara, esso impo-ne altresì, in modo “naturale”anche un insieme di regole, chedeterminano ciò che i giocatoripossono e non possono fare.Da Aristotele a Kant, a Schiller,molti sono i filosofi che ricono-scono nel gioco un tramite perraggiungere obiettivi più alti,come lo stesso de Coubertinpropugnava, e che, in definitiva,si traduce in uno strumento dicrescita dell’individuo e dellasua comunità di appartenenza.Nella Dichiarazione all’art. 25leggiamo che “Ogni individuo hadiritto ad un tenore di vita suffi-ciente a garantire la salute e ilbenessere”, e qui possiamoindirettamente collegare losport, giacché poter fare attivitàsportiva significa aver prece-dentemente soddisfatto i biso-gni primari. Non tutti sanno chela Solidarietà Olimpica destinaogni anno svariati milioni di europer permettere il diritto allo sportai giovani dei Paesi più svantag-giati dando loro attrezzature,inviando personale, garantendola preparazione e la partecipa-zione Olimpica. L’art. 26 della Dichiarazionesancisce il Diritto all'istruzione:“L'istruzione deve essere indi-

    zione per congratularsi con lui,non trascurando di ricordarglicome i temi messi in rilievo dallaSocietà delle Nazioni fosserogià all’ordine del giorno del CIOda una trentina d’anni. DeCoubertin, insomma, era piùche mai consapevole di avermesso al mondo una creaturache oggi possiamo dire antesi-gnana di molte organizzazionipaladine delle battaglie permigliorare il mondo e renderlopiù pacifico.Nella Dichiarazione del 1948troviamo sanciti principi che laCarta Olimpica aveva sposatocinquant’anni prima e sui qualifondava la sua missione.L’affermazione che tutti gli esse-ri umani nascono liberi ed egua-li in dignità e diritti e che devonoagire gli uni verso gli altri in spi-rito di fratellanza trova riscontrodiretto in quei principi fonda-mentali che a Parigi furono lascaletta sulla quale deCoubertin inventò la sua creatu-ra. Il CIO, infatti, non era statosolo creato per ripristinare iGiochi Olimpici ma era statoinvestito, dall’inizio, di compe-tenze di natura non solo sporti-va e organizzativa in sensostretto: lo sport doveva, attra-verso il CIO, essere guidato ediretto nelle giuste direzioni,promuovendo e rafforzandol’amicizia tra gli sportivi di tuttele nazioni. Anche il tema della libertà siritrova in ambito olimpico. E’vista sia come non-interferenzadi un potere esterno (libertànegativa), che equivale a rico-noscere la sola giurisdizioneolimpica, sia come libertà positi-va di poter svolgere un’attivitàsportiva. Anche praticare unosport consente all’individuo diautoprogettarsi e autorealizzarsiin base alle scelte che compie;gli permette di impegnarsi,superare ostacoli, realizzare ipropri obiettivi. Ma è nell’art. 2della Dichiarazione del 1948che troviamo lo stesso identicospirito: ad ogni individuo spetta-no uguali diritti e libertà senzadistinzione alcuna, per ragioni dirazza, di colore, di sesso, di lin-gua, di religione, di opinione

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    rizzata al pieno sviluppo dellapersonalità umana ed al raffor-zamento del rispetto dei dirittidell'uomo e delle libertà fonda-mentali. Essa deve promuoverela comprensione, la tolleranza,l'amicizia fra tutte le Nazioni, igruppi razziali e religiosi, e devefavorire l'opera delle NazioniUnite per il mantenimento dellapace”. Il richiamo all’istruzione, alla fra-tellanza e alla pace sono fonda-mentali nella filosofia olimpica,perché è attraverso l’istruzionee la formazione che si possonoperseguire gli obiettivi di fratel-lanza e pace tra i popoli. E’ soloeducando il singolo ed espor-tando questo modello educativosu scala più ampia (persona,squadra, comunità di persone,comunità di stati) che io possoambire a realizzare attraverso losport obiettivi più alti. Non si possono trascurare, infi-ne, gli articoli 28 e 29. Nel primosi afferma che “Ogni individuoha diritto a un ordine sociale einternazionale nel quale i diritti ele libertà enunciati in questaDichiarazione possano esserepienamente realizzati”. E nelsecondo si tocca il tema dellaresponsabilità: “Nell'eserciziodei suoi diritti e delle sue libertà,ognuno deve essere sottopostosoltanto a quelle limitazioni chesono stabilite dalla legge perassicurare il riconoscimento erispetto dei diritti e delle libertàdegli altri e per soddisfare le

    giuste esigenze della morale,dell'ordine pubblico e del benes-sere generale in una societàdemocratica. Questi diritti equeste libertà non possono innessun caso essere esercitati incontrasto con i fini e i principidelle Nazioni Unite”.Tradotto in linguaggio olimpico,potremmo molto sinteticamentedire che il principio di responsa-bilità equivale al rispetto delprincipio di fair play.Il fair play ci permette di ispirareil nostro comportamento, inmodo naturale, a quei valorimorali che determinano un com-portamento dell’uomo rispettosodei diritti altrui e di riconosceresenza difficoltà un nucleo didiritti inviolabili della persona, ditutte le persone, e dunque del-l’intera comunità internazionalesenza distinzioni. Quanto al richiamo diretto ai finie principi delle Nazioni Unite, laDichiarazione del Millenniodell’ONU è la prima a testimo-niare dell’accordo con i principifondamentali dell’Olimpismo nelquale riconosce un alleato nellacausa per la pace. In questodocumento - che riassume edesalta principi e valori ispiratori,nonché le linee guida chedovrebbero essere alla base delnuovo secolo che va ad aprirsi -le Nazioni Unite riconosconoespressamente al soggetto CIOuna funzione universale impor-tante per realizzare la quale losport è un mezzo e non il fine

    ultimo. CIOe ONU con-dividono ilprincipio delr i s p e t t odella dignitàe del valoredella perso-na umana, ilprincipio dinon discri-minazione,gli obiettividi pace eamicizia trai popoli.Inoltre, sindal momen-to in cui hainiziato ad

    affrontare temi collegati allosport, l’ONU ha ribadito la suatotale e incondizionata adesioneal principio olimpico di nondiscriminazione, incoraggiandogli Stati membri a fare altrettan-to.Per concludere credo sia giu-sto riconoscere che anche losport ha fatto la sua parte percercare di portare avanti, in unambito non necessario e indi-spensabile delle relazioni inter-nazionali, un messaggio univer-sale, di pace, di rispetto dei dirit-ti umani, di fratellanza. Lo ha fatto a volte zoppicando,tentennando davanti a problemiche sportivi non erano. Ma anche questo è stato pursempre un contributo che, avolte più di altri, negli ultimi anniha posto l’attenzione sui temidei diritti umani. l

    Lo sport oltre la politica. A Pechino la russa Paderina, argentonella pistola, abbraccia la georgiana Salukvadze, bronzo. Ilgiorno prima era scoppiato il conflitto tra i loro due paesi

    Siamo tutti liberi ed uguali Non discriminare Diritto alla vita Nessuna schiavitù Nessuna tortura Hai i tuoi diritti ovunque tu vada Siamo tutti uguali di fronte alla legge Tutti i tuoi diritti sono protetti dalla legge Nessuna detenzione ingiusta Diritto al giudizio Innocente finché dimostrato Diritto alla privacy Diritto di libertà di movimento Diritto di asilo Diritto alla nazionalità Diritto di matrimonio e famiglia Diritto di proprietà Libertà di pensiero Libertà di espressione Diritto di pubblica assemblea Diritto alla democrazia Sicurezza sociale Diritti dei lavoratori Diritto di giocare Un letto e cibo per tutti Diritto all'istruzione Diritti d'autore Un mondo libero e giusto Responsabilità Nessuno può toglierti i tuoi diritti

    I TRENTA DIRITTI DELL'UOMO IN SINTESI

  • riguardano le risposte dell’orga-nismo dell’atleta al carico diallenamento e la tecnica di ese-cuzione del gesto sportivo, siaesso con il mezzo sportivo osenza.In realtà nulla è cambiato dallanotte dei tempi: da sempre l’uo-mo è alla ricerca del perchédelle cose. Per rimanere atempi più recenti e all’argomen-to sportivo, la scienza applicataallo sport ha avuto un impulsoimportante negli ultimi 40-50anni, coincidente, ovviamente,con un grande sviluppo tecnolo-gico, sia delle attrezzature spor-tive sia di quelle scientifiche.Il nostro Paese è stato attore diquesto processo, contando unanutrita schiera di scienziati del-l’esercizio fisico e dello sport,apprezzati in tutto il mondo. LaScuola milanese del prof.Margaria, fisiologo di rilevanzamondiale, e quella romana delprof. Cerquiglini ne sono unesempio. In questo contestol’Istituto di Medicina dello Sport(oggi Istituto di Medicina eScienza dello Sport) delComitato Olimpico NazionaleItaliano si è segnalato come una

    nella realizzazione delle diverseattrezzature da gara (sianoesse scarpe, racchette, sci,costumi, barche o anche i mate-riali che rivestono i campi digara) rendono molto numerosele variabili sulle quali è possibileintervenire ed estremamenteinteressante lo studio di comeottimizzarle. Infatti, tutto il siste-ma “atleta – attrezzo da gara –ambiente” deve interagire allaperfezione per consentire larealizzazione di prestazioni dicosì alto livello. A volte bastache anche solo un piccolo anel-lo di questa catena non sia ade-guato per vanificare mesi emesi di lavoro con risultati delu-denti o inferiori alle attese edalle possibilità. E ormai capitache le gare si vincano (e si per-dano) solo per pochi millesimi disecondo! Il ricordo della meda-glia d’argento vinta da JosefaIdem a Pechino, a soli quattromillesimi dall’oro, è ancora vivonella memoria degli italiani.I tecnici sono dunque continua-mente alla ricerca di “informa-zioni” per ottimizzare tutti gliaspetti limitanti della prestazio-ne, in particolare quelli che

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    La moderna prestazione spor-tiva è divenuta un fenomenoestremamente complesso daanalizzare e migliorare. Fattosalvo il ruolo centrale e fonda-mentale dell’atleta, che restasempre e comunque il principa-le artefice del risultato finale, glielevatissimi livelli raggiunti dagliavversari, dalle tecniche di alle-namento e dalla tecnologia

    di Marcello Faina

    L’atleta, con il suo impegno e la sua fatica, resta inevitabilmente al centro dell’evento sportivo, ma un ruolo sempre maggiore stanno

    acquistando ricerca scientifica e tecnologia. Il professor Faina affronterà con una serie di articoli la problematica che per ora introduce

    Non solo

    SUDOREMarcello Faina è Specialista inMedicina dello Sport ed in Malattiedell’apparato respiratorio. E' respon-sabile dell’Unità di Scienza dello Sportdell’Istituto di Medicina e Scienzadello Sport di CONI Servizi. Tra glialtri incarichi più significativi: profes-sore incaricato di “Valutazione funzio-nale dell’atleta” nelle Scuole diSpecializzazione in Medicina delloSport della Università Statale di Roma,dell’Università Cattolica di Roma,della II Università di Roma, TorVergata e dell’Università dell’Aquila.

  • delle realtà scientifiche “applica-te” allo sport più importanti delmondo. L’Istituto, fondato dalprof. Venerando insieme ad unmanipolo di giovani colleghi,negli anni 60 ha via via svilup-pato un'assoluta competenza inmolte branche della clinica, maanche della fisiologia e dellabiomeccanica dello sport. E’proprio a questi ultimi settoriche è attribuito il compito di svi-luppare le conoscenze scientifi-che nello sport. Il prof. Dal Monte, primo diretto-re del Dipartimento di Fisiologiae Biomeccanica (oggiDipartimento di Scienza delloSport) dell’Istituto e vero fonda-tore di una metodologia di stu-dio denominata ValutazioneFunzionale dell’atleta, scrivevaventicinque anni orsono: “Conla valutazione funzionale del-l’atleta si tende a fornire all’alle-natore “nuovi occhi” che gli per-mettano di “quantizzare” e cioèdi misurare con sufficiente esat-tezza i numerosi fenomeni che,variamente amalgamati, con-corrono alla formazione di quel-l’organismo così eccezionalenelle prestazioni fisiche qual èl’atleta”. Sin dagli albori del mondo spor-tivo moderno, dunque, desiderioe necessità costanti di tecnici,allenatori, medici e atleti dellediverse discipline sportive sonostati quelli di studiare ed ottimiz-zare il gesto tecnico e l’eventua-le attrezzo di gara, rendereoggettive le esperienze matura-

    scuna componente ha nella pre-stazione finale, analisi ancorapiù importante quando sia utiliz-zato un mezzo di gara più omeno evoluto. E’ interessante notare comemolte delle tecniche ancoraoggi utilizzate sono le stesse didecenni orsono (per esempio lafotografia nelle sue varieforme). Ovviamente sono radi-calmente cambiate le strumen-tazioni scientifiche disponibiliper il ricercatore e lo studio, chefino a qualche anno fa richiede-va ingenti investimenti dal puntodi vista delle attrezzature, masoprattutto del tempo di elabo-razione dell’immagine, oggirichiede pochi minuti. Naturalmente un ruolo impor-tante è rappresentato anchedallo stato di salute degli atleti.Sembra banale ricordarlo, ma inrealtà banale non è. Infatti, lecondizioni di elevata sollecita-zione cui è sottoposto l’organi-smo dell’atleta di elite, che nefanno un soggetto in qualchemodo atipico, richiedono unacompetenza specifica nella dia-gnosi e, soprattutto, nella tera-pia di eventuali patologie e nellariabilitazione successiva agliinfortuni. Il riconoscimento del“valore economico” dell’atleta diélite, infatti, sempre più prepo-tentemente comporta la neces-sità di tutelare e migliore lo statodi salute come elemento priori-tario al fine di ottimizzare la pre-stazione. Uno degli aspetti mag-giormente curati è la ricerca dieventuali anomalie miscono-sciute, in particolare a caricodell’apparato cardiovascolare,che potrebbero causare eventicatastrofici in concomitanza conla prestazione sportiva. Nei prossimi numeri di questarubrica forniremo alcuni esempidi come la “tecnologia” sia fon-damentale in molte disciplinesportive e di come, contestual-mente, la ricerca scientifica“applicata” sia chiamata a svol-gere un ruolo sempre più impor-tante nell’ottimizzazione dellaprestazione. l

    te sul campo e analizzare gliavversari più forti. Le misure,infatti, consentono il confronto ela verifica delle impressioni sulcampo, ma anche la creazionedi un archivio di dati e di espe-rienze che siano disponibili neltempo per essere poi, eventual-mente, approfondite, confronta-te e aggiornate. In questo contesto così dinami-co e in continua evoluzione, glistrumenti e le metodologie distudio, sia delle variabili fisiolo-giche sia di quelle biomeccani-che, devono essere sempre piùsofisticate e, soprattutto, capacidi dare risposte concrete eapplicabili alla realtà del campo.E’ questo il compito dellamoderna ricerca scientificaapplicata allo sport. Fra le scienze più efficaci daquesto punto di vista, la biomec-canica si occupa dell’analisidella meccanica degli organismiviventi e si avvale di tutti gli stru-menti d'indagine della fisica perquanto riguarda lo studio del-l’equilibrio (statica), del movi-mento (cinematica) e delle forze(dinamica). Fino a pochi anni fale analisi biomeccaniche eranolunghe e laboriose, oggi la tec-nologia mette a disposizionestrumenti sempre più sofisticatiper cercare di semplificare pro-blemi complessi come quellilegati allo studio del movimentoumano. Interessi primari sono lacomprensione di quanto acca-de, la valutazione dei parametrisu cui agire e del peso che cia-

    Un’immagine elaborata di un nuotatore che il nuovo costume-boa che tante polemiche ha suscitato

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  • Data la specificità della crescitae la sua durata e le tante speci-ficità che s'intersecano, interve-nire in questo delicato periodonon è facile: esistono grandipotenzialità, ma anche tanteirregolarità nelle tendenze disviluppo. Inserire in tale faseun’attività sportiva arricchisce lepotenzialità che, tuttavia, peressere realizzate in pienorichiedono attenzioni speciali,soprattutto se si vuole raggiun-gere l'importante obiettivo di fardiventare l’attività sportiva e, piùin generale, l’attività motoria,un'abitudine del bambino, quindi del ragazzo e infine del-l’adulto.Conoscere le caratteristicheprincipali della crescita, dellamaturazione e dello sviluppo deibambini e dei ragazzi, o almenodei processi che più influenzanol’attività motoria e la prestazio-ne, è indispensabile per lagestione corretta di un processodi formazione e di avvio all’ago-nismo e per dare loro una solidamotivazione alla pratica sporti-va.

    di Renato Manno

    Un esperto Maestro dello Sport e docente universitario evidenzia i problemi che i bambini affrontano durante il loro complesso

    sviluppo fisico, anche in rapporto all’attività sportiva. Spiega comesuperarli per ritrovare quella coordinazione nei movimenti che

    il processo di maturazione spesso altera in modo rilevante

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    che è particolarmente elabora-to. Sono necessari oltre 15 mesiper far sì che un bambinocominci a camminare; ilmaschio cresce di statura fino aoltre 18 anni, le femmine fino aoltre 16 anni, dunque è neces-sario quasi un quarto della vitaper raggiungere i livelli di matu-razione dell’adulto.Tutto ciò negli animali, anche ipiù vicini a noi, non avviene: ilprocesso di crescita è molto piùbreve, anche meno di un deci-mo della loro vita: generalmentenascono direttamente in piedi edeambulano immediatamente.Perché l'uomo ha una crescitacosi lunga? Perché è una cre-scita che comprende la creazio-ne dei presupposti per la postu-ra eretta, su due gambe, e cheparallelamente deve svilupparecaratteristiche cognitive e socia-li che si fondono in modo gra-duale con gli aspetti fisici inun'unità psicomotoria che arric-chisce le potenzialità di movi-mento: l’uomo non è l’animalepiù dotato, ma è sicuramente ilpiù eclettico.

    La crescita del bambino è unfenomeno che stupisce sempre:s'incontra un ragazzo dopoqualche mese e lo si ritrova unpo' più alto, diverso, conun'espressione del volto lieve-mente cambiata. Il fenomenodella crescita è un processolungo, complesso, che esiste intutti gli animali, ma è nell’uomo

    Renato Manno, maestro di Sport eLaureato in Scienze biologiche, èstato Direttore dal 1980 fino al 1997della Formazione della ScuolaNazionale dello Sport del CONI.Docente di Metodologia dell'allena-mento all'università Cattolica diRoma e dell'Aquila presso la Scuoladi Medicina dello Sport, è statoProfessore di ruolo presso l'universi-tà dell'Aquila di cui è stato anchepresidente del corso di laurea inScienze Motorie (2004-2006). Hapubblicato circa 116 lavori e 6 libri.

    PICCOLIatleti crescono

  • I tre termini crescita, matura-zione e sviluppo descrivonole grandi trasformazioni che ungiovanissimo vive prima di rag-giungere la fase adulta. Essinon sono strettamente dei sino-nimi, ma descrivono processiparalleli che hanno la loro fontenella grande energia che è die-tro lo sviluppo biologico, ma tut-tavia sono abbastanza differen-ziati e descritti con forme diver-se di misurazione, valutazioneed interpretazione. Definiamoli velocemente qui diseguito come ce li definisce ilDictionary of Sport Sciencedella Human Kinetic (1990):l La crescita è l’incrementoquantitativo in taglia e massa diun essere umano o di una suaparte, come risultato di unaquasi totale unità e dell’assun-zione di cibo. l Lo sviluppo è un processo divariazioni continue fino allastato di specializzazione funzio-nale massima e degli adatta-menti per mantenerli.l La maturazione è l’avanza-mento qualitativo verso unafase stabile, mediante lasequenza naturale dello svilup-po motorio, di auto-aiuto e delleabilità motorie e sociali cheavvengono senza un interventod'istruzione. I tre termini descrivono fenome-ni che avvengono nell'età evolu-

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    tiva.Lo sviluppo cognitivo e motoriosi condizionano reciprocamen-te, in modo molto stretto, infatti,l’età evolutiva coincide con laformazione motoria, ma anchecon i cicli scolastici. L’efficienzadel corpo in crescita evolve infunzione delle diverse tappeche attraversa ed assume spe-cificità dell’età. Esse sonoanche diverse nei due sessi evanno tenute in gran contoquando bisogna strutturareun'attività motoria e la metodo-logia di allenamento adatta aisoggetti in età evolutiva.Il contenuto delle attività moto-rie nelle diverse età può esserestabilito con diversi criterisecondo gli obiettivi che sidevono dare alle attività, inquanto il processo della crescitacoinvolge insieme funzioni fisi-che, aspetti psicologici e sociali.Tutto ciò porta a dare attenzionealle caratteristiche individualipur se le proposte di attività fisi-che devono essere tendenzial-mente uguali per tutti.Il supporto alle motivazioni èindividuale e si realizza attraver-so la grande attenzione chedeve essere posta alle difficoltàche ogni ragazzo incontra acausa delle sue capacità di pre-stazione, in particolare rispettoalla motilità e alle attività fisichee sportive svolte in comune edindividuali. Il bambino e ragazzo ogni qual-

    volta viene messo alla prova fatesoro delle esperienze sia intermini negativi sia positivi.Le capacità di movimento delbambino/a e ragazzo/a sonoanche la risultante delle trasfor-mazioni avvenute nella matura-zione e nella crescita, in questosenso il ragazzo comincia leattività sportive molto presto ementre fino ai 6-10 anni ha unosviluppo moderato e tra i 10 ed i12 anni ha una fase di stabilità,in seguito comincia una crescitaestremamente veloce che creadisagi notevoli nel ragazzo, inquanto le continue trasformazio-ni delle dimensioni corporeedisturbano la sua coordinazio-ne. Ogni giorno il suo corpoallungandosi si trasforma e nelsuo bagaglio motorio si creanosacche d'imperizia che mettonoin forte difficoltà la sua coordina-zione: ogni giorno è costretto afare combaciare ciò che qual-che tempo prima era diverso efra qualche tempo sarà diversoancora. Infatti, la coordinazione sembrafunzionare come un softwareche dirige il corpo ed i suoi seg-menti in funzione delle caratteri-stiche dell’ambiente. L’ambientevariando pone diversi stimoli edifficoltà, come ad esempio unostacolo più alto, l’avversarioche si muove in modo poco pre-vedibile, attrezzi e movimentinuovi, ma, a differenza di un"soft" di un computer che non si

  • programma da solo, il ragazzosi autoprogramma con l’appren-dimento. E’ chiaro, però, che seoltre alle variazioni dell’ambien-te, dei movimenti nuovi daapprendere, varia anche la suastessa struttura tutto si rallentaed ogni movimento viene appre-so in contemporanea ad unataratura del sistema di coman-do. I suoi arti, le sue mani ed isuoi piedi, il suo tronco diventa-no sempre più grandi e ciò dopoun periodo (10-12 anni) in cui ilbambino aveva goduto di un'ar-monia fisica grazie soprattuttoalla sua relativa stabilità nelleproporzioni corporee: avevauna buona coordinazione nellacorsa e nei salti e la sua stessaresistenza risultava elevata pervia della stabilità che diminuivaanche il costo energetico.Ecco perché in età fra i 14 e i 16anni, particolarmente i maschi,ma anche le femmine uno o dueanni prima, cioè nel periodo incui lo sviluppo della statura èpiù concentrato e maggiore invalori assoluti, essi possonoapparire a volte maldestri, goffi. Contemporaneamente essihanno un imponente sviluppomuscolare che li porta a incre-menti notevoli di forza, ma cre-sce la statura e cresce il peso,tanto che la loro forza relativa(forza/ peso) non cresce, se non

    in modo limita-to.La difficoltà adessere precisi,il rallentamen-to del tasso diapprendimen-to, provocaspesso nelragazzo unademotivazioneche va com-battuta comu-nicandogli lanormalità ditutto ciò, mas o p r a t t u t t olavorando conpazienza, inquanto il meto-do principaleper superare

    questa difficile fase è un riap-prendimento, sia pure veloce,dei movimenti fin qui praticati,anche quelli di base, con la ripe-tizione paziente di tutte le situa-zioni motorie principali cheaveva conosciuto, ciò serve aprendere coscienze delle “novi-tà”. Se questo processo saràfatto razionalmente, quando ilragazzo raggiungerà una stabili-tà somatica, il lavoro compiutoprodurrà effetti molto positivi: inuovi apprendimenti si somme-ranno ai precedenti ed il ragaz-zo usufruirà di un "software" piùricco.La comprensione con cuiè stato sostenuto produrrà unaconsapevolezza che impedirà lademotivazione e la frustrazionea non riuscire a fare, a nonmigliorare, a volte a peggioraree, soprattutto se combinato conun atteggiamento indifferente oselettivo dell’istruttore, il possi-bile dileggio dei compagni diallenamento.Una particolare condizione delprocesso descritto è frequentein soggetti adolescenti di staturasuperiore alla media, essi facil-mente incorrono nei problemiprima descritti che sono accen-tuati dalla statura eccezionale eda qualche possibile ritardo dimaturazione dei processi dicontrollo del movimento.Ancora di più in questi soggetti,

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    oltre all’avvio all’attività fisica(molto probabile perché sono"ricercati" in sport come ilbasket, la pallavolo, il rugbyetc), è importante insistere sumovimenti semplici da consoli-dare gradualmente. Un partico-lare ruolo copre l’accosciata,cioè il piegamento profondosulle gambe. Esso può a volteessere uno dei movimenti piùdifficili da eseguire, evidenzian-do difficoltà esecutive come loscendere sotto i 120° dell’ango-lo coscia-gamba, ad avvicinarele ginocchia in valgismo, allaperdita di equilibrio, alla tenden-za a porsi sulle punte ed avere,quindi, un appoggio precario.L’intervento, in questi casi, è lapaziente ripetizione del movi-mento, un'accurata attività distretching ed di allenamentodella flessibilità, un incrementodella forza graduale e anchel’uso di specchi per dare unfeed-back motorio all’allievo.Quindi una via elementare, mapaziente e costante che gratifi-cherà però il ragazzo e l’istrutto-re. In tutto questo l’attività fisicascolastica e la pratica sportivapossono avere un ruolo impor-tantissimo e insostituibile per-ché sono i soli momenti in cui sievidenziano tali e carenze e sihanno gli strumenti per interve-nire. Purtroppo la realtà scola-stica spesso scarica sulle socie-tà sportive tali problemi che,purtroppo, avendo come compi-to l’insegnamento di uno sport ela conseguente attività agonisti-ca, non hanno molto tempo adisposizione per colmare lelacune di cui si è detto. Inoltrenon è scontato che dei braviistruttori di uno sport siano com-petenti anche in problemi cosìpiù vasti. Un cittadino che vivrà male lasua motricità, che è il suo alfa-beto di rapporto con l’ambientefisico, sarà meno completo edavrà svolto una minore preven-zione delle tante affezioni speci-fiche da ipocinesi di cui si è par-lato in altri articoli, vedi Faina-Mirri (TempoSport di dicembre,ndr). l

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    po' di tempo a se stesso, al pro-prio fisico e alla propria saluteattraverso una pratica sportiva. Si diceva che il Fitwalking èinnanzitutto un’attività sportiva equesto è dimostrato dalla suautilità allenante che migliora l’en-

    praticanti. “Cammina, camminae ti accorgerai che non è unapasseggiata”, questo era unodei primi claim promozionaliideati per il lancio del Fitwalkingin Italia. Proviamo quindi a capir-ne qualche cosa di più di questofitwalking. Intanto ci aiuta giàmolto analizzare la costruzionedel suo nome che è formato dalprefisso FIT di fitness, quindiforma fisica, e da WALKING,ossia camminando. Potremmoquindi definire con più esattezzail Fitwalking come “camminareper la forma fisica”. Bando agliequivoci però. I suoi ideatori pre-cisano che il Fitwalking è innan-zitutto un’attività di tipo sportivoche, nella sua ampia gamma diproposte, si fonde con un carat-tere salutistico dove il benesserepersonale si unisce con l’attivitàsportiva (non agonistica) per ilraggiungimento d'importantibenefici fisici e psicologici. E’ la via più facile e diretta versola pratica motorio-sportiva. E’certamente una proposta chefacilita l'approccio a chiunquedecida di iniziare a dedicare un

    di Alessio Crosa

    Il cammino del

    CUORE

    Maurizio e Giorgio Damilano, ex-campioni di marcia atletica,hanno introdotto e codificato in Italia, il Fitwalking, una disciplina

    rivolta al benessere fisico e che sta facendo proseliti in tutto il mondo.Si può praticare a tutte le età, in diverse forme, e sono scientificamente

    provati gli effetti positivi che producono sulla salute

    Si deve camminare a 6 km l’ora

    Da alcunianni impazzanel mondo lamoda di unanuova spe-cialità del

    cammino, non la classica marciaatletica che quest’anno ha rin-verdito i suoi già importanti alloricon le due splendide medaglieolimpiche di Elisa Rigaudo eAlex Schwazer, ma nemmenouna semplice e banale passeg-giata: si chiama Fitwalking, èstato lanciato in Italia da duecampioni del passato, i fratelliGiorgio e Maurizio Damilano, edha subito spopolato. Le statisti-che indicano in circa 50.000.000i praticanti del cammino a livellogenerale nei soli Stati Unitid’America, di cui circa il 20%praticano appunto il walking informa sportiva. In Italia non esi-stono ricerche specifiche sullapratica del cammino che ècomunque stimata in circa2.000.000 di praticanti. Nellospecifico qualche decina dimigliaia d'italiani praticano ilcammino in forma sportivaanche attraverso la tecnica delFitwalking. A praticarlo, sia inItalia sia nel mondo, sono più ledonne (circa il 70% del totale).L’età dei praticanti varia anchequi tra i due sessi. Le donne iniziano la pratica delFitwalking fin da giovani, dai20/25 anni in poi, mentre per gliuomini l’approccio è dopo i qua-ranta. Per tutti non ci sono limitidi età, e persone anche oltre gliottant’anni sono degli assidui

  • durance e la potenza cardiaca,ma è anche uno sport affasci-nante e coinvolgente, uno stiledi vita, un modo unico per entra-re nel mondo sportivo sentendo-si sportivi capaci.Tra le diverse attività motorie esportive che guardano non tantoagli aspetti prestativi di tipo ago-nistico ma soprattutto a perse-guire finalità legate al migliora-mento della propria condizionefisico-sportiva, salutistica, di pre-venzione e in generale di miglio-ramento della qualità di vita, ilFitwalking è forse la più sempli-ce da approcciare perché si cor-rela direttamente con il gestomotorio più connaturato all’uo-mo: camminare. Tanti sono ivantaggi dello scegliere ilFitwalking, ed alcuni sono parti-colarmente importanti: nonrichiede attrezzatura particolar-mente sofisticata, permette dirimanere in contatto con la natu-ra e l’ambiente, non ha particola-ri controindicazioni alla pratica,mentre ha molte indicazioni afarlo, non sovraccarica la colon-na vertebrale e le articolazionidegli arti inferiori, non richiedeabbigliamento particolare (unacalzatura adatta garantisce lamiglior attività), si può fare ovun-que e in qualsiasi momento.Inoltre il Fitwalking è attivitàrivolta a tutti e alla portata di tuttiproprio perché è attività di bassaintensità, praticabile da giovani,adulti e anziani e apporta moltibenefici nel campo della salute edel benessere. Sotto l’aspetto salutistico sce-gliere come attività motoria ilcamminare significa ottenerneparticolari ed importanti beneficicome riscontrato da numerosericerche e sperimentato da mol-tissime persone. Occorre però,dicono gli studiosi, camminare inmodo vigoroso e a buon passo,appunto in stile Fitwalking, perottenere alcuni importanti van-taggi per la salute come proteg-gere il cuore, stabilizzare lapressione arteriosa, ridurre ilcolesterolo cattivo (LDL) e innal-zare quello buono (HDL), ridurreil rischio del diabete II, ridurre ecombatte l’osteoporosi, favorire

    il dimagrimento, ridurre lo stresse persino diminuire il rischio diammalarsi di alcuni tipi di cancro(del colon, della mammella,della prostata e del pancreas).Si diceva però che, innanzitutto,il lancio in Italia del Fitwalking daparte dei fratelli Damilano, hamirato all’incremento della prati-ca sportiva aerobica, ossia fattaattraverso una gestualità sempli-ce e ripetuta uguale per diversotempo. Il progetto Fitwalkingtende a farci diventare tutti piùatleti, ma con semplicità e conun’attività alla portata di tutti sindalle prima uscite.Vediamo allora alcuni consigli sucome e quanto praticare ilFitwalking suggeriti direttamentedai Damilano. Innanzitutto non viè una ricetta unica per direquanto e come praticare ilFitwalking per stare meglio, perattingere a quei benefici saluti-stici che il mondo scientifico haevidenziato, per sentirsi più atti-vi, giovani e in forma. Alcunistudi indicano chiaramentecome la correlazione tra laquantità di Fitwalking che si fagiornalmente o settimanalmentee l’acquisizione dei singoli effettipositivi di tale attività sia stretta-mente correlata. Ciò significa che maggiore è l’at-tività svolta e più evidenti sono ivantaggi. Il miglior consiglio è dipraticare il Fitwalking concostanza, ma senza esagerare.La “dose” minima è di almenomezz’ora di cammino il giorno(come indicato dall’OMS), oppu-re 20 km a settimana. E’ impor-tante che il ritmo sia superiore ai6 km per ora. Non bisogna spa-ventarsi perché si tratta di unritmo di poco più rapido del nor-male passeggiare che si asse-sta mediamente tra i 4,5 e 5km/h circa. Il progetto Fitwalking sviluppatre diversi livelli di pratica edimpegno. Il primo è il FitwalkingLife Style che è l’attività di baseper tutti che deve diventare stiledi vita quotidiano. Come arrivar-ci? I bambini ed i ragazzi posso-no iniziare a camminare andan-do e tornando da scuola, poi inseguito potranno camminare più

    NEL CARNET SPORTIVO DEI DAMILANO BRILLANOI GRANDI SUCCESSI DI MAURIZIO Maurizio e Giorgio Damilanosono stati i "gemelli d'oro" dellamarcia italiana. Sono nati il 6aprile 1957 a Scarnafigi, in pro-vincia di Cuneo, a pochi chilo-metri da Saluzzo, diventata datempo la capitale della marciaitaliana, grazie anche al grandeimpegno e alla capacità tecni-che di Sandro Damilano, il mag-giore dei fratelli che a Pechinoha visto il suo Schwazer vincerel'oro nella 50 km e la suaRigaudo il bronzo nella 20.Maurizio si può considerare ilpiù grande marciatore italiano disempre, in una lista che vedepresenti dei miti di questa spe-cialità che da sempre ha portatogloria allo sport azzurro.Maurizio, attualmente impegna-to anche come dirigente sporti-vo di alto livello, ha vinto un oroe due bronzi olimpici e due titolimondiali. Giorgio ha avuto unacarriera meno di vertice, ma hafatto storia il suo 11° posto olim-pico nella gara del 1980 aMosca che vide il trionfo delgemello.

    Giorgio e Maurizio Damilano a “passeggio”

  • a lungo scegliendo tragitti e per-corsi che stimolano la voglia dimettersi in marcia: Invece gliadulti devono assumere l’abitu-dine alla pratica del Fitwalkingcome attività organizzata e rego-lare. Il consiglio è di imparare acamminare in compagnia, senon si hanno mire sportive.Renderà più facile e piacevolel’attività. Abituarsi a camminatea passo svelto, deciso, ma evita-re di avere una respirazioneeccessiva (fiatone). Superato il primo livello, la pas-sione potrà portare a scegliere ilFitwalking Performer Style, incui l’attività diventa certamentepiù sportiva e si affrontano usci-te giornaliere o, se non è possi-bile, almeno quattro volte a setti-mana per durate di 45 minutifino a circa 2 ore. La velocità dicamminata aumenta e con essal’impegno cardiocircolatorio erespiratorio e la tecnica è piùricercata per poter raggiungerevelocità maggiori.Chi supera poi questo stadioentra nel Fitwalking Sport Styleed in questo caso le uscitediventano dei veri allenamenti el’obiettivo è di partecipare, sem-

    pre in forma nonagonistica, adegli eventi. InItalia c’è ormaiun calendariopiuttosto nutritodi sezioni diFitwalking abbi-nate alle classi-che gare podisti-che, ma anche dieventi specifici diFitwalking tra cuiil più importanteè quello organiz-zato a Saluzzo(CN), appunto lacittà deiDamilano e delFitwalking maanche della mar-cia: il Fitwalkingdel Cuore chenella scorsa edi-zione ha visto alvia circa 1700p a r t e c i p a n t i .Anche alcune

    maratone, tra cui quella diRoma, hanno già aperto sezionidedicate al Fitwalking.Oltre a quanto detto va ricordatoche il Fitwalking è attività adat-tissima per consumare calorie.Camminando in stile Fitwalkingsi consumano, con buonaapprossimazione, all’incirca0,80/0,90 Kilocalorie ogni chilo-grammo di peso per ciascun chi-lometro percorso. Il calcolo èquindi semplice: una persona di90 kg di peso consuma all’incir-ca tra le 70 e le 80 calorie ognichilometro. Se cammina per 5km consuma da 350 a 400Kilocalorie. Molto è stato fatto in questi anniin Italia dal progetto Fitwalkingche ha come prima cosa creatola "Scuola del cammino" diSaluzzo, unico esempio di uncentro completamente dedicatoalle tematiche del cammino: dalpasseggiare allo sport della mar-cia. Si citavano prima le manife-stazioni dedicate alla pratica delFitwalking, ma si è anche lavo-rato alla promozione del territo-rio e alle problematiche salutisti-che, ambientali e del benessere,e all’ideazione e promozione di

    nuovi percorsi e territori dedicatial camminare, con idee e pro-getti per renderli fruibili dai citta-dini o dai turisti. Sono poi natidei centri specializzati in cui pra-ticare il Fitwalking® (AuthorizedFitwalking Center), dove trovareistruttori abilitati e divulgare ilFitwalking in Italia. Il sito ufficiale del Fitwalking®(www.fitwalking.it) che comunicaquotidianamente con gli appas-sionati attraverso ad un dialogointenso, costruttivo e formativo.Sono scaturite anche attività edi-toriali con in testa la rivista"Camminare", che rappresenta ilsolo magazine specialisticodedicato al mondo del cammina-re (bimestrale nato nel 2005), ela pubblicazione dellibro/manuale "CamminareBene" (Fusta editore -www.camminareweb.it) scrittoda Maurizio Damilano. E’ statoanche fondato un centro Studi eRicerche, struttura di ricercatorie di collaboratori (medici, ospe-dali, associazioni, ecc.), dove sisviluppano ricerche mirate alFitwalking e al suo utilizzo qualemezzo di prevenzione, cura esupporto alle cure tradizionali. E’in previsione anche la nascita diun centro specifico per “curare”attraverso il cammino (WALK-in– salute metabolica a passo dicammino). Si sono sviluppateidee e progetti per migliorare lamobilità sostenibile delle città,viverle di più a piedi rilanciandoi concetti di “città a misura d’uo-mo” e “città eco-sostenibili”(www.cittapercamminare.it).Il progetto dei Damilano ha por-tato anche alla nascita, semprea Saluzzo, in collaborazione conla Federazione Italiana diAtletica Leggera, del centronazionale per l’alta specializza-zione della disciplina della mar-cia, dove si allenano importanticampioni italiani e stranieri tracui le due medaglie olimpiche diPechino Alex Schwazer (oronella 50 Km) e Elisa Rigaudo(bronzo nella prova femminile).Insomma “scavi, scavi, e tiaccorgi che il Fitwalking non èsoltanto una bella idea per cam-minare”. l

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    Tutto è cominciato più dicento anni fa. Esattamente nel1883. Niente classifiche, né tan-tomeno un vincitore, né un tro-feo da assegnare, ma solo unsemplice accordo tra le Union diInghilterra, Galles, Scozia edIrlanda per incontrarsi tra lorouna volta l'anno. E' nato cosìl'International Championship,l'antenato dell'attuale SeiNazioni, la competizione piùricca di tradizione e di fascino ditutto il rugby mondiale.Gli anglosassoni, si sa, nonamano molto i cambiamenti e siè dovuto attendere fino al 1993per avere una classifica ufficia-le, con tanto di regolamento, euna squadra vincitrice da pro-clamare. Fino allora erano stati igiornali, stilando classifiche pro-prie, a dare una veste di ufficia-lità ad una competizione cheper le Union restava sostanzial-mente una serie di partite ami-chevoli. Già dalle prime edizio-ni, però, la squadra vincitrice,quasi per acclamazione popola-re, veniva premiata con la“Triple Crown”, un riconosci-mento del tutto simbolico cheancora oggi viene assegnatoalla migliore tra le formazioni

    A febbraio gli azzurri del rugby parteciperanno per la decima volta al “Sei Nazioni”. Accolta nel 2000 nell’élite europea, la nostra pallovale

    ha acquistato grande popolarità, ma ora si aspetta un salto di qualità: le sconfitte onorevoli non bastano più

    britanniche. L'unico trofeo uffi-ciale presente nell'InternationalChampionship sin dall'inizio,invece, è stata la “CalcuttaCup”, una coppa ottenuta dallafusione delle rupie rimaste nellecasse del Calcutta FootballClub quando questi si sciolsenel 1877. Da allora questacoppa viene messa in palio ognianno tra Inghilterra e Scozia.

    Per un lungo periodo questacompetizione rimase un affareprivato tra le quattro nazioni bri-tanniche che, però, facevanofatica a lasciare da parte unastorica litigiosità, tanto che inalcune edizioni Scozia, Gallesed Irlanda si rifiutarono di gioca-re contro l'Inghilterra per unadisputa, poi risolta, su questioniarbitrali e di regolamento. Nel

    di Roberto Roversi

    Gli azzurri festeggiano la vittoria sulla Scozia nell’ultima giornata del 6 Nazioni

    L’ITALIAvuole uscire dalla mischia

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    Principi, Colombes e Stade deFrance a Parigi, sono stati i tea-tri dove sono andati in scenamolti degli straordinari momentiche hanno scandito la storia delrugby.Con il passare degli anni ilCinque Nazioni è diventato unfenomeno sportivo di granderilievo, svolgendo un ruolo fon-damentale nella diffusione delrugby e dei suoi valori, arrivatipraticamente intatti fino ai giorninostri. Il Cinque Nazioni si è tra-sformato anche in un massicciosuccesso mediatico, soprattuttotelevisivo, ed è anche per ragio-ni legate a quest'aspetto chenel 1998 il Comitato del CinqueNazioni ha deciso di accoglierel'Italia nel torneo. Così nel 2000gli azzurri, che grazie ad unaserie di risultati positivi si eranoconquistati una buona credibili-tà nel rugby internazionale,hanno esordito nel Sei Nazioni,conquistando una bella vittoriasulla Scozia. L'ingressodell'Italia in uno dei salotti piùesclusivi del rugby mondiale haavuto sin da subito una ricadutapositiva su tutto il movimentonazionale, soprattutto in terminid'immagine. Negli ultimi anni lapopolarità del rugby nel nostropaese ha fatto un notevolebalzo in avanti, caratterizzando-si soprattutto per la simpatiache questo sport ha saputo atti-rare, facendo leva su quei valo-ri, come il coraggio, la lealtà, il

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