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I fiori che attraggono gli insetti: quali sono e come coltivarli Dott.ssa Maria Teresa Della Beffa CNR - Istituto per la Protezione delle Piante - UOS di Torino Premessa Da qualche anno nel mese di maggio si celebra il “Fascination of Plants Day”, la giornata internazionale del fascino delle piante. L'iniziativa promossa da Università, Scuole, Musei e Istituti di ricerca ha l'obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico riguardo all'importanza della ricerca scientifica sulle piante per la nostra società. Vi sono innumerevoli spunti che ci possono far riflettere sul fascino delle piante, quest’anno in Italia la giornata si intitolava “ La nostra vita sulla Terra dipende dalle piante!” In particolare si potrebbe aggiungere - citando Walter Judd, botanico dell’Università della Florida - “se non fosse per i fiori, noi umani oggi non saremmo qui”. Comparsa e evoluzione delle Angiosperme Come, quando e perché fiorì la prima angiosperma? Charles Darwin se lo chiese senza riuscire a trovare una risposta convincente e ancor oggi i paleobotanici continuano a interrogarsi sulla questione. Certamente la comparsa dei fiori sul nostro pianeta, circa 130 milioni di anni fa nell’era del Cretaceo, non solo trasformò il paesaggio, ma diede inizio a un processo evolutivo sia del mondo vegetale che di quello animale. Le piante a fiore, o Angiosperme, annoverano oggi circa 250.000 specie diverse, una proporzione grossomodo di venti a uno rispetto a muschi, alghe, licopodi, felci e conifere, che avevano avuto il predominio per circa 200 milioni d’anni, fino alla comparsa della prima fioritura. Le prime angiosperme pioniere che comparvero in un pianeta dominato da crittogame e gimnosperme, secondo gli studi dei reperti fossili, si presume fossero piante erbacee in grado di disseminarsi e diffondersi velocemente conquistando spazi e forse anche di evolversi a un ritmo superiore rispetto ai loro rivali più lenti e primitivi. La riproduzione nelle piante a fiore I fiori, organi riproduttivi delle Angiosperme, hanno per maggior parte elementi sia maschili che femminili e la riproduzione ha inizio con il rilascio del polline nell’aria, microscopici granuli di materiale genetico che - in molti casi - utilizzano il vento come mezzo di dispersione. Negli strati più bassi dell’atmosfera in ogni periodo dell’anno circola una quantità enorme di polline e, nel periodo di fioritura delle piante anemogame che affidano al vento la loro impollinazione, sono stati trovati fino a 16.000 granuli di polline per metro cubo di aria. L’impollinazione anemogama (o anemofila) si è affermata in passato ed è tuttora utilizzata nelle formazioni vegetali quasi pure (praterie di graminacee, boschi quasi puri) dove la frequenza del polline di una data specie è molto superiore a quella di altre specie. Questo tipo di impollinazione non essendo selettiva comporta un’elevata produzione di polline (con uno spreco enorme!) e tutta una serie di adattamenti atti a favorire il trasporto del vento. La fioritura avviene in genere prima dell’emissione delle foglie in un periodo molto precoce quando i boschi di caducifoglie appaiono ancora spogli per avere pochi ostacoli. I loro fiori sono spesso riuniti in infiorescenze pendule (es. nocciolo, quercia), oppure nel caso delle graminacee sono provvisti di antere oscillanti su esili

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I fiori che attraggono gli insetti: quali sono e come coltivarli Dott.ssa Maria Teresa Della Beffa CNR - Istituto per la Protezione delle Piante - UOS di Torino

Premessa

Da qualche anno nel mese di maggio si celebra il “Fascination of Plants Day”, la giornata internazionale del fascino delle piante. L'iniziativa promossa da Università, Scuole, Musei e Istituti di ricerca ha l'obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico riguardo all'importanza della ricerca scientifica sulle piante per la nostra società. Vi sono innumerevoli spunti che ci possono far riflettere sul fascino delle piante, quest’anno in Italia la giornata si intitolava “ La nostra vita sulla Terra dipende dalle piante!” In particolare si potrebbe aggiungere - citando Walter Judd, botanico dell’Università della Florida - “se non fosse per i fiori, noi umani oggi non saremmo qui”.

Comparsa e evoluzione delle Angiosperme

Come, quando e perché fiorì la prima angiosperma? Charles Darwin se lo chiese senza riuscire a trovare una risposta convincente e ancor oggi i paleobotanici continuano a interrogarsi sulla questione. Certamente la comparsa dei fiori sul nostro pianeta, circa 130 milioni di anni fa nell’era del Cretaceo, non solo trasformò il paesaggio, ma diede inizio a un processo evolutivo sia del mondo vegetale che di quello animale. Le piante a fiore, o Angiosperme, annoverano oggi circa 250.000 specie diverse, una proporzione grossomodo di venti a uno rispetto a muschi, alghe, licopodi, felci e conifere, che avevano avuto il predominio per circa 200 milioni d’anni, fino alla comparsa della prima fioritura. Le prime angiosperme pioniere che comparvero in un pianeta dominato da crittogame e gimnosperme, secondo gli studi dei reperti fossili, si presume fossero piante erbacee in grado di disseminarsi e diffondersi velocemente conquistando spazi e forse anche di evolversi a un ritmo superiore rispetto ai loro rivali più lenti e primitivi.

La riproduzione nelle piante a fiore

I fiori, organi riproduttivi delle Angiosperme, hanno per maggior parte elementi sia maschili che femminili e la riproduzione ha inizio con il rilascio del polline nell’aria, microscopici granuli di materiale genetico che - in molti casi - utilizzano il vento come mezzo di dispersione. Negli strati più bassi dell’atmosfera in ogni periodo dell’anno circola una quantità enorme di polline e, nel periodo di fioritura delle piante anemogame che affidano al vento la loro impollinazione, sono stati trovati fino a 16.000 granuli di polline per metro cubo di aria.

L’impollinazione anemogama (o anemofila) si è affermata in passato ed è tuttora utilizzata nelle formazioni vegetali quasi pure (praterie di graminacee, boschi quasi puri) dove la frequenza del polline di una data specie è molto superiore a quella di altre specie. Questo tipo di impollinazione non essendo selettiva comporta un’elevata produzione di polline (con uno spreco enorme!) e tutta una serie di adattamenti atti a favorire il trasporto del vento. La fioritura avviene in genere prima dell’emissione delle foglie in un periodo molto precoce quando i boschi di caducifoglie appaiono ancora spogli per avere pochi ostacoli. I loro fiori sono spesso riuniti in infiorescenze pendule (es. nocciolo, quercia), oppure nel caso delle graminacee sono provvisti di antere oscillanti su esili

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filamenti che si scuotono a ogni leggero soffio di vento. Le piante anemogame sono favorite negli ambienti aperti e con scarsa umidità.

  Infiorescenza di Arrhenatherum elatius, avena altissima

I fiori a impollinazione abiotica mancano di molte di quelle parti superflue che servono come richiamo per gli animali pronubi: corolle colorate vivacemente, nettàri che secernono sostanze zuccherine, profumi, ecc. Ciononostante molti insetti frequentano comunque le infiorescenze delle specie anemofile, soprattutto in alcuni periodi in cui vi è carenza di polline.

Ape su infiorescenza maschile di nocciolo

Una certa percentuale di granuli pollinici raggiunge lo stigma di un altro fiore, all’estremità dell’organo femminile, il pistillo. A contatto con l’umidità, i granuli di polline rilasciano delle proteine che riconoscono chimicamente l’eventuale compatibilità genetica e, in caso positivo, il polline emette un tubo che cresce nello stilo e lungo le pareti dell’ovario, finché non raggiunge l’ovulo, dove avviene la fecondazione che porta alla formazione di un nuovo seme.

Affidare il polline al vento è un metodo di riproduzione che offre ben poche garanzie. Sebbene questo metodo di dispersione sia comune a molte piante, l’impollinazione affidata all’intervento degli insetti, detta entomogama (o entomofila) è molto più efficace. Gli insetti iniziarono a

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frequentare i fiori delle angiosperme e a impollinarle non appena queste apparvero sulla terra 130 milioni d’anni fa, ma solo 30 o 40 milioni d’anni più tardi, secondo Else Marie Friis, paleobotanica del Museo di Storia Naturale di Stoccolma, le piante si specializzarono nel richiamare a sé gli insetti munendosi di petali colorati. La struttura fiorale si modificò profondamente per richiamare un maggior numero di pronubi, i petali divennero più grandi e mostrarono forme e combinazioni di colori sempre più elaborati, mentre per ricompensarli della raccolta e della diffusione involontaria del polline, alcune parti fiorali si specializzarono nella produzione di nettare (i cosiddetti nettàri). Infine, per evitare che certi insetti durante le loro visite consumassero un numero eccessivo di risorse, gli ovuli penetrarono maggiormente all'interno del fiore e successivamente gli stami si ridussero di numero, diminuendo di conseguenza la produzione di polline. È probabile che nel tempo queste innovazioni abbiano determinato le profonde trasformazioni nell'apparato boccale degli insetti e nel loro tipo di alimentazione. Si passò dall'impollinazione mediata da insetti con apparato boccale masticatore, come i Coleotteri, che si nutrivano di polline e di elementi fiorali più ricchi di sostanze nutritive, all'impollinazione ad opera di insetti con apparato boccale succhiatore, come gli Imenotteri ed i Lepidotteri, interessati alla raccolta di polline e nettare, od unicamente di nettare. Questo processo di interazione tra insetti e piante con cambiamenti reciproci è noto col nome di coevoluzione.

 

Fiori di magnolia frequentati da coleotteri

I fiori delle Magnoliacee (insieme a quelli delle ninfee) sono considerati tra i più primitivi. Sono caratterizzati da fiori grandi con sepali e petali indifferenziati (detti tepali), numerosi stami e numerosi pistilli disposti a spirale su un ricettacolo a forma di cono.

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Come i fiori attraggono i pronubi

· I fiori impollinati da api e bombi tendono ad essere:

• gialli, bianchi o blu/porpora • con stami che portano molto polline • ricchi di nettare • piuttosto profumati • talvolta con una "pista di atterraggio"  

 

· I fiori impollinati dalle farfalle diurne tendono ad essere:

• arancioni, rossi, violacei • con corolla molto profonda • ricchi di nettare

 

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· I fiori impollinati dalle farfalle notturne tendono ad essere:

• bianchi • con corolla molto profonda • con profumo intenso • ricchi di nettare

 

· I fiori impollinati dai coleotteri tendono ad essere:

• bianchi • con corolla poco profonda • con stami che portano abbondante polline

 

· I fiori impollinati dagli uccelli tendono ad essere:

• arancioni, rossi • con corolla molto profonda • con poco o nessun profumo • con molto nettare fluido • molto robusti (gli uccelli sono più pesanti degli insetti!)

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Nel loro percorso evolutivo molti fiori hanno marcato i loro petali con delle guide per il nettare che segnalano ai loro impollinatori, con striature colorate e disegni particolari, il percorso da effettuare per raggiungere i nettàri.

   

Fiori di Euphrasia e di Iris dove sono ben visibili le guide per il nettare

Dato che molti insetti e uccelli possono vedere le radiazioni ultraviolette, che sono invisibili all’occhio umano, molti fiori a impollinazione da questi pronubi hanno delle guide ultraviolette per il nettare che noi non possiamo percepire, ma evidenti come piste d’atterraggio per questi impollinatori.

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Alcuni esempi:

 

Immagini di fiori in luce visibile (a sinistra) e luce ultravioletta (a destra) mostrano delle guide per il nettare scure visibili alle api ma non all’uomo.

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Invitare gli insetti pronubi in giardino

In un periodo come quello attuale in cui gli insetti, a iniziare dalle api e dalle farfalle, stanno progressivamente scomparendo, creare un giardino con essenze mellifere è senza dubbio un’azione meritoria. Inoltre poter osservare gli insetti mentre bottinano sui fiori del nostro giardino è un piacere impagabile.

Qui di seguito un elenco di piante che attraggono gli insetti impollinatori suddivisi per epoca di fioritura. In particolare si tratta principalmente di piante erbacee, bulbose e arbusti di facile coltivazione in quasi tutti i terreni e resistenti alle basse temperature.  

 Inverno  Novembre  –  Febbraio      Corylus  avellana  Nocciolo  AR-­‐AL  Crocus  vernus  Croco  B  Crocus  spp.  e  cultivars  Croco  B    Eranthis  hyemalis  Piè  di  gallo  B  Galanthus  nivalis  Bucaneve  B  Helleborus  sp.  Elleboro,  Rosa  di  Natale  EP    Iberis  semperflorens  AR  Jasminum  nudiflorum  Gelsomino  d’inverno  R  Lonicera  fragrantissima  Caprifoglio  invernale  AR  Mahonia  aquifolium  Maonia  AR  Salix  sp.  Salice  AR-­‐AL  Sarcococca  hookeriana  AR  Viburnum  tinus  Laurotino  AR      

Primavera  Marzo  –  Maggio      Ajuga  reptans  EP  Aubrieta  deltoidea  Aubriezia  EP  Buxus  sempervirens  Bosso  AR  Chaenomeles  japonica  Cotogno  giapponese  AR  Cornus  mas  Corniolo  AR  Cotoneaster  sp.  AR  Crataegus  monogyna  Biancospino  AR-­‐AL  Erysimum  sp.  Violaciocca  EP  Geranium  sp.  Gerani  spontanei  e  coltivati  EP  Iberis  saxatilis  EP  Iberis  sempervirens  EP    Ilex  aquifolium  Agrifoglio  AL  Primula  vulgaris  Primula  EP  Skimmia  japonica  AR  Taraxacum  officinale  Girasole  dei  prati  EP  Viola  odorata  Viola  EP    

   

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 Estate  Giugno-­‐Agosto    Agastache  sp.  EP  Alcea  rosea  Malvone  Bi  Allium  aflatunense  Aglio  ornamentale  B  Allium  giganteum  Aglio  gigante  B  Allium  schoenoprasum  Erba  cipollina  B  Anchusa  azurea    Ancusa  A  Anthemis  tinctoria  Margherita  gialla  EP  Antirrhinum  majus  Bocca  di  leone  A  o  EP  Aquilegia  spp.  Colombina  EP  Borago  officinalis  Borragine  A  Buddleja  davidii  Arbusto  delle  farfalle  AR  Calamintha  nepeta  Mentuccia  romana  EP  Calendula  officinalis  Calendula  A  Campanula  spp.  Campanula  EP  Campsis  radicans  Bignonia  R  Caryopteris  ×  clandonensis  AR  Centaurea  cyanus  Fiordaliso  A  Centaurea  macrocephala  Centaurea  gigante  EP  Centaurea  montana  Centaurea  EP  Centranthus  ruber  Valeriana  rossa  EP  Cosmos  bipinnatus  Cosmea  A  Cotoneaster  horizontalis  Cotognastro  AR  Cynara  cardunculus  Carciofo  EP  Delphinium  elatum  Speronella  EP  Dianthus  barbatus  Garofano  dei  poeti  Bi  Digitalis  purpurea  Digitale  Bi  Dipsacus  fullonum  Cardo  dei  lanaioli  Bi  Echinacea  purpurea  Rudbechia  rossa  EP  Echinops  ritro  Cardo  pallottola  EP  Echium  vulgare  Erba  viperina  A  Elaeagnus  angustifolia  Eleagno  AR  Erigeron  spp.  e  cultivar  EP  Evodia  danielli  AL  Foeniculum  vulgare  Finocchio  EP  Geranium  pratense  Geranio  selvatico  EP  Helianthus  annuus  Girasole  A  Hyssopus  officinalis  Issopo  EP  Inula  magnifica  EP  Knautia  arvensis  Knauzia  EP  Laurus  nobilis  Alloro  AR  Lavandula  angustifolia  Lavanda  AR  Lavandula  sp.  e  cultivar  AR  Leucanthemum  vulgare  Margherita  EP  Ligustrum  vulgare  Ligustro  AR  Malva  spp.  Malva  EP  Matthiola  incana  stock  Bi  Mentha  spicata,  ibridi  e  cultivar  Menta  EP  Myosotis  spp  Non  ti  scordar  di  me  Bi  Nepeta  spp.  Nepeta  EP  Origanum  vulgare  Origano  EP  Papaver  orientale  Papavero  orientale  EP  Papaver  rhoeas  Rosolaccio,  papavero  dei  campi  A  Perovskia  atriplicifolia  AR  Phacelia  tanacetifolia  A  

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Photinia  davidiana  AR  Rosa  spp.  e  ibridi  Rosa  AR  Rosmarinus  officinalis  Rosmarino  AR  Rubus  fruticosus  Mora  AR  Rubus  idaeus  Lampone  AR  Rudbeckia  fulgida  EP  Rudbeckia  hirta  A  Rudbeckia  laciniata  EP  Salvia  officinalis  Salvia  comune  AR  Salvia  sclarea  Salvia  moscatella  Bi  Salvia  pratense  Salvia  dei  prati  EP  Satureja  montana  Santoreggia  perenne  AR  Scabiosa  columbaria  Scabiosa  EP  Sedum  spectabile  EP  Solidago  spp.  e  cultivar  Verga  d’oro  EP  Symphoricarpos  albus  AR  Thymus  serpyllum  e  cultivars  Timo  AR  Thymus  spp.  and  cultivars  Timo  AR  Verbena  ×  hybrida  A  Veronica  longifolia  EP  Vicia  faba  Fava  A  Zinnia  elegans  Zinnia  A    

Autunno  Settembre–  Ottobre      Anemone  hupehensis  e  ibridi  Anemone  giapponese  EP  Aster  spp.  Astro  EP      Aster  novae-­‐angliae  Settembrina  EP  Aster  novi-­‐belgii  Settembrina  EP  Aster  ×  frikartii  ‘EP  Ceratostigma  plumbaginoides  Plumbagine  EP  Chrysanthemum  cultivars  Crisantemi  EP  Colchicum  spp.  Colchico,  freddolina  B  Dahlia  cultivars  Dalia  B  Elaeagnus  pungens  Eleagno  AR  Elaeagnus  ×  ebbingei  Eleagno  ibrido  AR  Fatsia  japonica  Aralia  AR  Hedera  helix  Edera  R  Hedera  spp.  e  cultivar  Edera  R    AL  =  albero;  AR  =  arbusto;  R  =  rampicante;  B  =  bulbosa  o  tuberosa;  A  =  annuale;    Bi  =  biennale;  EP  =  erbacea  perenne