i comuni
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IL COMUNEUNA NUOVA FORMA DI GOVERNO
© Cecilia Brugnoli
+ EUROPAX-XI SECOLO
Il re (che in Germania e in Italia è imperatore) detiene il potere politico (detto anche ‘potere temporale’, contrapposto a quello religioso, ecclesiastico, detto anche ‘potere spirituale’).
In realtà, nel contado (cioè nelle campagne) i grandi feudatari (duchi, conti, marchesi ecc.) hanno un potere sempre crescente (grazie all’ereditarietà e all’immunità dei feudi).
In città, la massima autorità politica e religiosa è il vescovo, che siede sulla cathedra (seggio) della chiesa principale (cattedrale).
+ ITALIA CENTRO-SETTENTRIONALE
XII SECOLO
Nelle città, a partire dal 1100, le persone più influenti sono: il vescovo; i feudatari e i cavalieri (nobili cadetti, cioè non primogeniti, che dunque non
hanno ereditato terre); il “popolo grasso” (borghesi molto ricchi, appartenenti alle Arti maggiori).
Le persone meno influenti sono, invece: il “popolo minuto”, cioè ‘piccolo’ (borghesi meno ricchi appartenenti alle Arti
minori).
Ci sono infine le persone che occupano l’ultimo gradino della “scala” sociale e che vivono fuori dalla città vecchia e dal borgo nuovo:
i salariati (operai, manovali, “dipendenti” impiegati nelle botteghe, domestici ecc.);
i vagabondi, i lebbrosi, le prostitute ecc.
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Un lebbroso e uno storpio
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FASE 1
L’ASSOCIAZIONE
XII SECOLO
1. I cittadini più importanti decidono di riunirsi in un’associazione politica che difenda i propri interessi.
2. Per entrare nell’associazione essi devono pronunciare un giuramento collettivo (cioè comune) detto, in latino, con-iuratio. (si pronuncia: ‘coniuràzio’).
3. L’associazione si riunisce in parlamento (cioè in un luogo in cui si discute, in un’assemblea), detto anche arengo, per decidere in merito a:
coniazione moneta; riscossione tasse; amministrazione giustizia (multe ecc.); …
4. L’associazione dispone anche di una milizia cittadina, cioè di un piccolo esercito di cavalieri.
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FASE 2
IL COMUNE CONSOLARE
XII SECOLO
1. Il parlamento decide di eleggere i propri rappresentanti, in particolare:
1. un collegio costituito generalmente da due consoli, che governa la città (il comune di Verona nel 1136 ne elegge tre);
2. un consiglio ristretto di notai, che scrivono le proposte di leggi da far votare al parlamento.
n Per evitare eccessi di potere queste persone restano in carica un anno.
Loggia del Consiglio (Piazza dei Signori, Verona)
Palazzo della Ragione (Piazza del Mercato Vecchio, Verona)
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FASE 3
IL COMUNE PODESTARILE
XIII SECOLO
1. Le famiglie di notabili (più potenti), cominciano a rivaleggiare e a scontrarsi per conquistare le maggiori cariche.
2. Anche il popolo minuto (gli artigiani delle Arti minori, più povere), entra a far parte dell’assemblea. Nasce il partito del popolo, contrapposto al partito dei magnati (i più ricchi).
3. Per far cessare gli scontri, viene convocato un professionista della politica proveniente da un’altra città: il podestà.
4. Egli dura in carica da sei mesi a un anno e viene retribuito soltanto alla fine del mandato, se ha svolto bene il suo lavoro.
+ CARATTERISTICHE DEL COMUNE
Il Comune impone progressivamente il proprio potere sul contado (le campagne), indebolendo il potere dei feudatari.
La borghesia assume importanza crescente a scapito della nobiltà “di spada”.
I Comuni diventano ben presto Stati indipendenti, con una propria rappresentanza (che però non viene immediatamente riconosciuta dall’Impero).
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+ LO SCONTRO CONFEDERICO BARBAROSSA
Federico Barbarossa, della dinastia di Svevia (successiva sia a quella degli Ottoni sia alla dinastia Salica), diventa imperatore di Germania e Italia nel 1155.
Egli scende in Italia nel 1158 pretendendo che vengano rispettate le sue regalìe (cioè i suoi diritti). Alcune città, con Milano in testa, si ribellano e proprio Milano, nel 1162, viene rasa al suolo.
Nel 1167, a Pontida, 22 comuni si uniscono nella Lega Lombarda e si giurano reciproca fedeltà. Con l’aiuto di papa Alessandro III, loro alleato, sconfiggono Federico a Legnano. È il 1176.
In Italia divampano nel frattempo gli scontri fra guelfi, filopapali (“amici del papa”) e ghibellini, filoimperiali (“amici dell’imperatore”).
Dopo anni di trattative, nel 1183 i Comuni italiani e Federico firmano la Pace di Costanza, in cui i Comuni ottengono molte concessioni.
Giuseppe Diotti, Giuramento di Pontida, 1836
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