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1 I colori dello yoga: i Chakra - dal sanscrito cerchio, r�ota, cent�o, plesso, per�o.
Poche teorie sono fonte di diba�ito nello yoga come quelle legate ai chakra, data la molteplicità delle fonti e l’impossibilità di
definire o rilevare elementi so�ili su cui tali idee si basano. Al di là delle par(icolarità più specifiche si possono definire t�e
inter*retazioni principali: 1 - chakra come realtà fisico/psicologico/energetica su cui lavorare con le diverse pratiche yogiche
(sistema descri�ivo); 2 - chakra come immagine mentale da utilizzare quale proiezione/st��mento nelle diverse for1e di pratiche
e meditazioni (sistema prescri�ivo); 3 - chakra come modello omnicomprensivo dei diversi aspe�i del cor*o fisico, emotivo,
mentale, spirit�ale, che è la mia visione (sistema inter*retativo). Se nella pratica dello yoga si possono facilmente est�apolare una
serie enor1e di testi che coprono gli aspe�i legati alle pratiche fisiche e meditative, è invece meno facile rit�ovare testi antichi che
facciano esplito riferimento al sistema dei chakra. Quasi t��o quello che oggi emerge nasce da testi inglesi del primo ‘900
(C.W.Leadbeater, J. Woodroffe), testi indiani di metà secolo che si basano però sui testi inglesi e conferenze di Jung degli anni ‘30
ed un solo testo indiano del 1577 secondo molti malt�ado�o e non capito. Se quindi le pratiche t�adizionali hanno le basi in testi di
3.000 - 5.000 anni fà è evidente che il sistema dei chakras non t�ova alcun riscont�o in alcun testo t�adizionale, non ci riferiamo
quindi a teorie/pratiche canoniche ma ad un summa molto
eterogeneo che si presta ad inter*retazioni new-age esoteriche
anche di g�ande successo (vedi testi contemporanei di Anodea
Judith e Deepak Chopra). Dei vari aspe�i legati ai Chakra ad
esempio quelli psicologici sono assenti nei testi antichi e vengono
int�odo�i da Jung; l’aspe�o psicologico esisteva anche prima ma
era più variegato: og�i chakra è infa�i idealizzato come un loto
(padma) con un numero diverso di petali ed og�i petalo aveva una
propria connotazione psicologica. Alt�i aspe�i quali piante,
minerali, addiri��ra tarocchi, arcangeli o elementi delle sephiroth
sono ovviamente posteriori e basati su similit�dini ideali. Il sistema
schematizzava sopra���o bija mant�a e deità da focalizzare con lo
sg�ardo interiore in diversi punti del cor*o umano nelle pratiche
di meditazione.
2 Se quindi il ter1ine chakra è poco utilizzato prima del ‘900 più spesso rit�oviamo, seppure con le consuete differenze
nel numero, posizione, ecc., il conce�o di Nadi, canale energetico di nat�ra so�ile dove scor�e il prana. Di queste
numerosissime nadi (72.000 è uno dei numeri più ricor�enti) sono 3 quelle principali: Ida a dest�a e Pingala a sinist�a
che si intersecano a�or�o a Sushumna, par(endo dalla testa e finendo nelle ver(ebre sacrali, andando a costit�ire una
sor(a di versione indiana del Caduceo g�eco.
Anche a queste t�e nadi principali sono legati aspe�i simbolici: Ida è quella maschile, a�iva e solare, Pingala è
femminile, passiva e lunare. Si a�iva col respiro e collegano le narici al cerDello, da qui t��a la teoria legata al
pranayama quale cont�ollo delle energie so�ili a�(�averso la consapevolezza del respiro ed all’hata yoga quale unione
delle dualità (sole, luna) nel nost�o cor*o.
Ed è agli incroci di Ida e Pingala che si collocano idealmente i nost�i Chakras, esistono vari modelli che fanno
riferimento ai diversi numeri di chakra: 4,5,7, 10, 21. Se�e è il numero riferito al modello più acce�ato e diff�so.
La teoria so�esa è quella della Kundalini, energia ser*entina a�orcigliata t�e volte e mezzo alla base della colonna e
che, dopo la pulizia dei chakra può liberarsi e scor�ere liberamente nella nost�a colonna ver(ebrale liberando le
potenzialità latenti dell’uomo (siddhi).
Nella cult�ra tant�ica alla base dello yoga i diversi
sistemi di cent�i energetici, definiti chakras, padmas,
ādhāras, lakyas, ecc., si sono stabilizzati verso il sistema
6+1 che oggi conosciamo.
E’ possibile che i diversi sistemi siano integ�abili e che
differiscano in f�nzione del tipo di pratica e di crescita
del praticante e quindi non esista un sistema più vero
degli alt�i. Ci sono sistemi basati su 5 chakra per i 5
elementi, simili a sistemi utilizzati anche in cult�re
diverse come quelle dei nativi americani ad esempio e
che possono f�nzionare benissimo con pratiche basate
su quegli stessi elementi.
Provare quindi che una teoria sia reale a discapito delle
alt�e è ad oggi impossibile, allo stesso modo negare
l’esistenza di gangli psico-fisici legati a sistemi
ghiandolari collocabili lungo la colonna ver(ebrale è allo
stesso modo sbagliato. Ritengo quindi utile un modello
terzo che sulla base dei primi due: evidenze fisiche e st��menti pratici di visualizzazione possa utilizzare lo schema quale
modello generale dei vari aspe�i legati alla pratica yogica quale cammino di scoper(a del sè.
Andremo quindi a conoscere e lavorare fisicamente, mentalmente e simbolicamente con og�uno di essi nelle varie lezioni,
par(endo dalla base per ar�ivare alla sommità della colonna.
Il sistema inter*retativo utilizza quindi lo schema dei chakra sia per focalizzare una par(icolare sensibilità verso una zona
sia per risvegliare quelle emozioni che con maggiore facilità si possono immaginare localizzate in aree specifiche del cor*o.
In questo modo la pratica delle se�e lezioni per i se�e colori dei se�e chakra cerca di estendere la pratica alle principali
modalità di azione delle asana (ne t�a�eremo olt�e 50), integ�andola con pranayama (cont�ollo del respiro), meditazioni e
pratiche specifiche. Localizzeremo quindi anche gli aspe�i psicologici/emotivi/compor(amentali maggior1ente riconosciuti
ai singoli plessi energetici con la finalità dell’ascolto e dell’osserDazione degli effe�i, diversi per og�uno di noi.
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