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giulianogiordani Guida alla moltiplicazione del seme di barbabietola Compendio pratico per gli operatori del settore www.studioagrotecnicogiordani.wordpress.com

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Indice

giulianogiordani

Guida alla moltiplicazione

del seme di barbabietola

Compendio pratico per

gli operatori del settore

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Indice

Presentazione .…………………………………………………………………………………………………5

Introduzione …………………………………………………………………………………………………….7

La Barbabietola da zucchero ….…………………………………………………………….………….9

Morfologia e fisiologia della pianta

Suolo

Lavorazione del terreno

Necessità idriche e nutritive

Semina

Rotazione

I principali fattori critici della coltura

Il nematode Heterodera schachtii

Il virus della Rizomania (BNYVV)

Altre avversità e parassiti

Erbe infestanti

La coltivazione dei piantoni nel vivaio ………………………………………………………….15

Suolo

Rotazione

Lavorazioni del terreno

Concimazioni

Semina del seme di base

Eliminazione degli inquinanti

Irrigazione

Protezione dei vivai dal gelo invernale

Estirpo e preparazione dei piantoni

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Produzione

La coltivazione del portaseme nei campi di moltiplicazione ……………..…..21

Suolo

Rotazione

Lavorazioni del terreno

Concimazioni

Trapianto

Isolamenti

Epurazioni

Sarchiatura

Cimatura

Eliminazione degli inquinanti

Irrigazione

Eliminazione degli impollinanti

Raccolta

Produzione

Logistica e qualità del seme

La lotta alle malerbe e la difesa dagli attacchi parassitari .………………………34

La lotta dalle malerbe

La difesa dagli attacchi parassitari

Contrattualistica e normativa di riferimento …..………………………………………41

Facsimile di contratto per la produzione dei piantoni

Facsimile di contratto per la coltivazione dei portaseme

L’ intesa di filiera italiana

Appendice .………………………………………………………………………….…………………….51

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Tabella riassuntiva delle fasi fenologiche, delle operazioni colturali

e delle denunce agli enti ufficiali

Scheda di coltivazione

Post tratto dal blog www.studioagrotecnicogiordani.wordpress.com: Emilia-Romagna, la Seed Valley italiana

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Presentazione

Mi chiamo Giuliano Giordani, sono laureato in Scienze Agrarie, 35 anni di

carriera in aziende multinazionali, per formazione e vocazione specializzato

nell’agribusiness. Il mio percorso lavorativo mi ha portato a diventare

l’amministratore delegato della consociata italiana della Maribo Seed*,

azienda sementiera di lunga tradizione specializzata nella selezione, nella

produzione e nella commercializzazione di seme di barbabietola da

zucchero ed ora esercito come Agrotecnico libero professionista.

*Maribo Seed nasce nel 1920 in Danimarca per volontà del gruppo agroalimentare Danisco A/S,

viene in seguito acquisita dalla tedesca Nordzucker ed infine entra a far parte del gruppo

agrochimico multinazionale Syngenta AG. Dal 2004, in seguito all’ adozione della riforma dell’ OCM

zucchero nella UE ed il conseguente profondo cambiamento della struttura saccarifera italiana che

nel volgere di un paio di anni vede ridursi drasticamente il numero degli zuccherifici operanti sul

territorio nazionale da 20 a 4, Maribo Seed Italia inizia un processo di concentrazione delle proprie

attività nella moltiplicazione del seme e nella sperimentazione di nuovi ibridi, arrivando a

riprodurre il 90% del seme di bietola da zucchero commercializzato dalla casa madre nel mondo.

Così la mission della Maribo Seed Italia diventa quella di produrre seme di barbabietola di alta

qualità ed il mio lavoro si fa più specializzato nel settore della riproduzione del seme.

Sulla base di queste mie esperienze e delle competenze così acquisite ho voluto preparare la

“Guida alla moltiplicazione del seme di barbabietola”, un compendio pratico che mi auguro potrà

essere utile agli operatori del settore.

La Guida, dopo una breve Introduzione, si apre con un capitolo sulla Morfologia e la fisiologia della

Barbabietola da zucchero, esaminando anche i fattori critici limitanti la coltivazione,

indipendentemente che sia a scopo di sfruttamento industriale per la produzione di zucchero o

per la riproduzione del seme in natura: infatti sono numerosi gli aspetti in comune tra la

coltivazione industriale e quella sementiera. Terminata questa prima parte più teorica, la Guida

prosegue con un approccio estremamente pratico illustrando le norme tecnico-agronomiche

caratterizzanti le due fasi della moltiplicazione, e cioè la produzione dei fittoni nei i vivai e la

riproduzione del seme nei campi in cui sono state trapiantate le piantine portaseme.

In questa seconda nuova versione, oltre ad avere approfondito diverse tematiche quali la

copertura dei vivai, le cimature e così via, è stata inserita una corposa parte sulla lotta al diserbo e

la difesa dagli attacchi parassitari, corredata da tabelle di uso pratico per la scelta dei principi

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attivi a seconda della flora infestante predominante e della presenza dei diversi parassiti. Da

ultimo sono stati inseriti fac-simile di contratti di moltiplicazione e la normativa contrattuale di

riferimento.

Con l’auspicio di avere fatto cosa gradita con la preparazione di questa Guida agli operatori del

settore, tra i quali annovero molti amici “più o meno giovani”, auguro una buona lettura.

Giuliano Giordani

I miei riferimenti:

Il mio sito web: www.studioagrotecnicogiordani.wordpress.com

La mia e-mail: [email protected]

Il mio profilo su Linkedin: http://it.linkedin.com/in/giulianogiordani

Fotografie ed immagini

Le foto e le immagini di cui alle pagine 9a/b, 10b, 10c, 13, 14, 20, 24a sono state tratte da

Internet: se si ritenesse che il loro utilizzo per questo eBook violi eventuali diritti d’autore,

siete pregati di comunicarlo alla e-mail [email protected] e verranno tolte.

Le foto di cui alle pagine 1, 10a, 16a/b, 17a/b, 19a/b, 23a/b, 24b, 25a/b, 26a/b/c, 27, 28

a/b, 29a/b, 30a/b/c, 31, 33a/b/c, 34a/b e le tabelle di pagina 35,36,37,38, 39, 40a/b, 51,52

sono opera propria (per eventuale utilizzo vedi le Note).

Note

L’utilizzo del testo sviluppato in questo eBook e delle foto di opera propria sono

liberamente disponibili sotto la licenza Creative Commons: “Attribuzione - Non

commerciale - Non opere derivate 3.0

Seconda versione rivista ed ampliata: settembre 2013

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Introduzione

Qualità del seme ed alta produttività sono il risultato della corretta interazione tra la selezione in

laboratorio e serra, la moltiplicazione in campo, la lavorazione in stabilimento. L’attività di

moltiplicazione deve garantire che la materia prima, ovvero il seme grezzo, venga prodotto nelle

migliori condizioni agronomiche e sotto il più stretto controllo tecnico.

In Europa le zone di elezione della moltiplicazione del seme monogerme genetico di barbabietola -

come molti anni di esperienze hanno dimostrato - sono la regione Emilia Romagna in Italia e il sud-

ovest della Francia. Per quanto riguarda l’Italia, la quasi totalità della superficie di bietola da seme

è nella Regione Emilia Romagna, in una fascia di territorio che va dal mare Adriatico verso

l’interno, fino alla via Emilia. Le provincie interessate sono quelle di Ravenna, Bologna, Ferrara e

Forlì-Cesena ed il numero di aziende agricole coltivatrici mediamente oltre il migliaio.

Il seme moltiplicato in Italia è di ottima qualità poiché dotato di elevata germinabilità ed alta

energia germinativa. Tali caratteristiche dipendono in primo luogo dalle favorevoli condizioni

pedoclimatiche: infatti storicamente nella seconda metà di luglio in tali zone le precipitazioni sono

quasi assenti, condizione necessaria affinché gli scapi fiorali, che sono stati tagliati e lasciati sul

terreno per 4-5 giorni, producano un seme che al termine di tale processo di essicamento naturale

abbia una umidità non superiore all’otto per cento. Ma anche le ben note capacità professionali

della filiera produttiva, agricoltori-moltiplicatori ed aziende sementiere operanti sul territorio,

costituiscono un importante elemento di successo.

La moltiplicazione del seme è un processo delicato in cui molti fattori possono influenzare

positivamente o negativamente la qualità del prodotto. Negli areali italiani di riproduzione viene

effettuata esclusivamente con il metodo indiretto (come vedremo con la costituzione di un vivaio

in estate ed il successivo trapianto alla fine dell’inverno) che è meno sensibile - rispetto al metodo

diretto - alla scarsa piovosità autunnale ed è più sicuro in quanto rende più facile individuare

bietole prefiorite originate da semi di colture precedenti. Questo processo ha una durata di ben

dodici mesi, va da agosto all’ agosto dell’anno successivo e consta di due distinte fasi.

La prima fase consiste nella produzione dei piantoni (o fittoni), che inizia nell’agosto del primo

anno con la semina in vivaio del seme di base e termina in febbraio quando le piantine di bietola

vernalizzate (esposte al freddo) vengono trapiantate nei campi di moltiplicazione. Germinazione,

sviluppo, irrigazione, concimazione, temperature invernali hanno una grande influenza sul numero

e sulla qualità dei piantoni ottenuti.

La seconda fase ha luogo nei campi di moltiplicazione. I piantoni vengono raccolti a partire

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dall’inizio di febbraio e consegnati ai moltiplicatori che ne operano una selezione a seconda della

misura e che ne curano il trapianto con una ratio di 6 file di maschio sterili (le piante madri o

femmine) e due file di impollinanti (le piante padri o maschi). Dopo un periodo di crescita che dura

un paio di mesi, verso la fine di maggio i piantoni iniziano la fase di fioritura vera e propria e dalla

metà di giugno il seme incomincia a sviluppare e maturare.

Durante tutta la stagione di coltivazione sopra descritta, il moltiplicatore dovrà prestare la

massima attenzione alla coltura adottando le miglior pratiche di irrigazione, di concimazione, di

controllo delle malerbe, di lotta agli insetti, ai miceti, oltre che - se necessario - curare con una

appropriata tecnica detta cimatura la sincronizzazione della fioritura tra il maschio e la femmina.

Inoltre il coltivatore dovrà assicurarsi che all’interno ed all’esterno dei campi di coltivazione non

siano presenti fonti di inquinamento sotto forma di bietole prefiorite, selvatiche o di altre specie

(foraggio o costa).

Dalla metà di luglio, le piante portaseme inizieranno a maturare e saranno pronte per la raccolta.

Individuare il momento giusto per il taglio ovvero quando il seme è maturo, richiederà grande

esperienza tecnica. Uno sfalcio troppo precoce (alcuni giorni prima della piena maturazione)

significa un seme con contenuto in clorofilla troppo alto e quindi una minor germinabilità ed un

minor vigore del seme. Uno sfalcio troppo tardivo, ovvero due-tre giorni dopo la teorica piena

maturità comporterà troppe perdite di seme per crodatura, fenomeno ben presente nella

barbabietola ancor più che non in altre specie vegetali. Dopo 4-5 giorni di permanenza sul terreno

il seme verrà poi trebbiato e possibilmente subito spedito allo stabilimento di lavorazione.

A questo punto si potrebbe pensare che il lavoro della filiera della moltiplicazione del seme sia

terminato, ma non è così: l’ultimo compito sarà quello di saper conservare il seme grezzo nelle

miglior condizioni possibili, evitando di provocare danni da movimentazione o da stoccaggio e

tenerlo a disposizione dei propri committenti - ovvero gli stabilimenti di lavorazione vera e propria

- fino al giorno che ne faranno richiesta e che dipende dagli ordini ricevuti dai diversi mercati

Europei.

Da quanto fin qua ora descritto, risulta chiaro come questo delicato processo sia il risultato della

migliore combinazione di buone tecniche e pratiche agronomiche, dalla esperienza della parte

coltivatrice e dagli importanti sforzi di ricerca e sviluppo compiuti dalle aziende sementiere

interessate, le quali essendo quasi totalmente società multinazionali sono state e sono

finanziariamente in grado di investire ingenti capitali.

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La barbabietola da zucchero

La Barbabietola da zucchero appartiene alla classe delle Dicotiledoni, ordine Centrosperme,

famiglia Chenopodiacee, specie Beta vulgaris, sottospecie saccharifera.

Altre sottospecie, classificate a seconda dell’utilizzo che si fa della pianta sono:

Bietola da foraggio (B.v.crassa)

Bietola da orto per costa (B.v.cycla)

Bietola da orto per insalata (B.v.cruenta)

Morfologia e fisiologia della pianta

La Barbabietola da zucchero è una pianta biennale; nel primo anno vive lo stadio vegetativo

accumulando nella radice sostanze di riserva sotto forma di saccarosio e nel secondo anno a

seguito di induzione termica (vernalizzazione) passa allo stadio riproduttivo. Ha radice fittonante,

grossa, di forma conica, lunga fino a 150 cm e oltre, di colore chiaro grigiastro, provvista di due

solchi longitudinali (detti solchi saccariferi) decorrenti a spirale e provvisti di abbondante capillizio

radicale.

Le foglie sono disposte in rosette con lunghi piccioli e possono avere forma tondeggiante o

affusolata, liscia od ondulata, a seconda delle caratteristiche genetiche evidenziate dalla selezione.

Ben sviluppate nel primo anno, sono più piccole nel secondo anno di coltivazione, in particolare

quelle che contornano alla base lo scapo fiorale. I fiori sono piccoli, poco visibili ed inseriti

direttamente su scapi che come detto compaiono nel secondo anno e che possono essere lunghi

fino a 150 cm e più. Tali scapi di solito ben eretti, sono ramificati superiormente e le infiorescenze

bi-tetraflore sono inserite direttamente su tali ramificazioni o alla loro ascella.

Pianta e radici di

bietola da zucchero

coltivata a scopo

industriale

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I fiori non hanno petali ed i sepali formano il calice che circonda le parti fiorali, la parte maschile (5

stami) e quella femminile (il carpello). I fiori sono ermafroditi, ma quasi sempre auto-sterili, per

effetto di una diversa sincronizzazione (maturazione sfasata): come vedremo questa caratteristica

costringerà alla massima attenzione agli inquinamenti, sia difendendo la coltura con file aggiuntive

esterne di impollinanti, sia eliminando le fonti stesse: è questa una pratica cruciale tenendo anche

conto del fatto che il periodo di impollinazione (antesi) è protratto nel tempo e può durare un

mese o più.

In seguito alla fecondazione si forma una infruttescenza (quindi erroneamente chiamata seme) di

forma rotondeggiante-angolosa e grinzosa. I semi sono lunghi 2,5-4 mm, spessi 1,5 mm, con un

peso compreso tra i 2-3 mg, di forma lenticolare e colore bruno-verdastro, bruno-giallastro o

bruno-nerastro a seconda dello stadio di maturazione.

E’ importante ricordare che nella riproduzione naturale il glomerulo è solitamente multigerme

(contiene da 2 a 4 semi) e che solo grazie alla selezione è stato possibile produrre delle sementi

monogerme, che daranno quindi origine ad una sola plantula.

Scapi fiorali recanti fiori ermafroditi

Seme maturo su

scapi fiorali e

dopo la raccolta

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Suolo

La barbabietola da zucchero (sia quella industriale, che il piantone ed il portaseme) predilige

terreni profondi, di medio impasto, ricchi di sostanza organica e con buona capacità idrica. Ha

bisogno di terreni a pH neutro, mentre non sono adatti i terreni acidi e soprattutto quelli che

presentano ristagno idrico.

La pianta fortunatamente non è molto sensibile ad una elevata salinità, in quanto come si vedrà i

piantoni vengono coltivati tradizionalmente in zone in prossimità del mare dove i suoli sono di

medio impasto tendente al sabbioso e dove l’acqua d’irrigazione risente spesso della lama salina

che dal mare risale il corso dei fiumi nella prima parte di agosto.

Lavorazione del terreno

L’importanza della lavorazione del terreno, sia per la barbabietola industriale ma ancor più per la

moltiplicazione del seme (in particolare per la fase di coltivazione del portaseme) è legata ai

seguenti aspetti:

la coltura del portaseme (a differenza della produzione dei piantoni) è diffusa su terreni ad

elevato contenuto d’argilla, sia al fine di offrire maggior ancoraggio alla pianta che con lo

scapo fiorale arriva ad un’altezza come già ricordato di 150 cm ed oltre, che per dare miglior

risposta alla “fame” di nutritivi della coltura: ma tali terreni come noto sono quelli di più

difficile lavorazione e che quindi richiedono maggiori attenzioni.

la pianta ha radice fittonante e quindi per permettere buone produzioni, sia che si parli di

coltura industriale o come nel nostro caso di produzione sementiera, il suolo deve presentare

caratteristiche fisiche tali da rendere possibile un buon sviluppo del fittone.

Necessità idriche e nutritive

Per ottenere una buona produzione è necessaria una regolare disponibilità idrica durante tutto il

ciclo, con la differenza che mentre per la bietola industriale l’irrigazione per aspersione (cannone)

non comporta grandi controindicazioni, nella coltivazione del portaseme come vedremo più avanti

il metodo più indicato è sicuramente quello dell’ala gocciolante (goccia a goccia o pipeline).

La bietola - sia destinata a coltura industriale che sementiera - è pianta abbastanza esigente di

concimazioni, e ciò è ancora più accentuato nella coltivazione del portaseme. Per 100 quintali di

radici vengono asportati mediamente 50 unità di N, 18 unità di P2O5 e 60 unità di K2O.

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Semina

La profondità di interramento del seme non deve essere superiore a 3-4 cm ed è buona pratica

eseguire una rullatura prima della semina (non dopo). La germinazione del seme può iniziare a 5-

6°C., ma per un'emergenza veloce ed omogenea occorrono almeno 10-12°C. e dunque visto il

periodo caldo e siccitoso (agosto) in cui il seme di base viene seminato per la produzione dei

piantoni, non avrà nessun problema in quanto a temperatura, mentre necessiterà di costanti

irrigazioni per potere germinare ed emergere.

Rotazione

La barbabietola da zucchero è una delle colture estensive più esigenti nell’ambito

dell’avvicendamento colturale e pertanto si consiglia di frapporre un intervallo di alcuni anni tra

l'una e l'altra coltura di barbabietola industriale, pratica che diventa obbligatoria nella coltivazione

dei piantoni nei vivai e dei portaseme nei campi di moltiplicazione, pena la mancata certificazione

del seme.

I principali fattori critici della coltura

Le principali avversità che limitano od impediscono la coltivazione della bietola industriale e che

ritroviamo ancor più nei piantoni in vivaio o nel portaseme nei campi di moltiplicazione sono i

Nematodi e la Rizomania: se una buona bieticoltura non può prescindere dall’analisi del terreno al

fine di verificare la presenza del nematode Heterodera schachtii e del virus della Rizomania che

sono spesso presenti nei suoli italiani per l’elevato grado di sfruttamento passato, tale pratica

diventa prassi indispensabile per ambedue le fasi della moltiplicazione del seme di bietola essendo

elemento discriminante per l’esecuzione o meno della coltura.

Il nematode Heterodera schachtii Il nematode Heterodera schachtii è uno dei parassiti più pericolosi per la bietola, tanto che in

terreni già con una bassa presenza di Uova / Larve è proibita la produzione dei piantoni e la

coltivazione dei portaseme. L’ H.S. attacca il capillizio radicale provocandone una abnorme

proliferazione e squilibri idrici tramite alterazioni a livello cellulare: manifestazione chiara è

l’afflosciamento delle foglie nelle ore più calde della giornata, prima parziale a chiazze e poi

generale. Ma anche estirpando le piante si scorgono con facilità a occhio nudo sulle radichette più

sottili le cisti di forma limoniforme e di colore biancastro. Le piante con infezioni gravi mostrano

un accrescimento stentato ed alla fine muoiono.

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Il virus della rizomania (Beet Necrotic Yellow Vein Virus - BNYVV )

Altrettanto grave quanto la presenza dei nematodi, è la virosi nota col nome di Rizomania che

viene diffusa dal fungo Polymyxa betae. Il sintomo principale è la proliferazione abnorme di

capillizio radicale sul fittone che rimane piccolo e poco sviluppato e che presenta restringimento

nella parte caudale ed intensi imbrunimenti. Anche l’apparato fogliare viene interessato con

afflosciamenti nelle ore più calde della giornata ed un rapido appassimento e spesso si denota un

colore giallastro. Come nel caso dei nematodi le piante con infezioni gravi mostrano un

accrescimento stentato ed alla fine muoiono.

Altre avversità e parassiti

Tra le micosi più dannose si ricorda:

il mal del piede (Pythium d., Phoma betae, Fusarium spp., da soli o associati)

la cercospora (Cercospora beticola)

la peronospora (Peronospora schachtii)

il mal vinato (Rhizoctonia violacea)

Tra gli insetti risultano particolarmente dannosi:

gli elateridi (coleotteri del genere Agriotes )

l'altica (Chaetocnema tibialis)

il cleono (Conorrhynchus mendicus)

gli afidi (Aphis fabae e Myzus persicae)

le nottue (Mamestra brassicae, Agrotis segetis)

la cassida (Cassida vittata)

il punteruolo (Lixus junci)

Foglia con pustole di

Cercospora bieticola

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Tra le virosi si ricordano:

la rizomania (BNYVV) già sopra menzionata

il giallume virotico (BYV)

Erbe infestanti

La barbabietola da zucchero è molto sensibile alla competizione esercitata dalle erbe infestanti. Il

diserbo chimico (in pre-semina / pre o post-emergenza per la coltura industriale ed il vivaio, in

post-trapianto / post-emergenza per la coltivazione del portaseme) è una pratica fondamentale

per un felice esito della coltura, sia per la competizione che le malerbe esercitano sottraendo

nutritivi fondamentali alla coltura, sia in quanto ospitanti nelle parti ipogee ed epigee alcune tra le

principali avversità della coltura, quali ad esempio rispettivamente nematodi ed afidi.

La coltivazione dei piantoni nel vivaio

Suolo

Sono ideali i terreni mediamente sciolti, fertili, anche tendente al sabbioso. La coltura viene

effettuata tradizionalmente in aree vicinali al mare per facilitare l’estirpo dei fittoni evitandone il

danneggiamento. Tale scelta viene facilitata dalla buona resistenza della pianta a salinità del

terreno anche mediamente elevate.

Come già ricordato sarà necessario effettuare un’analisi del terreno stesso per verificare che non

vi sia presenza di nematodi cisticoli (Heterodera schacthii) in misura superiore alla soglia stabilita

(come previsto dai disciplinari di produzione della Regione Emilia Romagna) oltre la quale la

coltivazione non potrà essere effettuata; deve essere inoltre totalmente assente il virus della

rizomania.

Aphis fabae

(Afide nero)

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Rotazione

L’avvicendamento colturale è una pratica essenziale: è sconsigliata la rotazione con bietola

industriale e coltivazioni con crucifere, poiché queste ultime piante sono ospiti del nematode

cisticolo, nonché con la medica in precessione. La coltura non deve tornare prima di 10 anni e

comunque è consigliabile che non abbia mai ospitato bietola industriale.

E’ buona pratica porre in precessione il rafano e la senape da set-aside (resistenti ai nematodi) ed altre cover crops con caratteristiche analoghe.

Lavorazioni del terreno

Considerata la tessitura del terreno sono sufficienti due leggere lavorazioni: un aratura eseguita alla profondità di 25 cm ed una erpicatura prima della semina.

Concimazioni

Al fine di formulare il miglior piano di concimazione sarà opportuno far eseguire un’analisi del

terreno e sulla base dei risultati ottenuti determinare se il suolo ha già di per sé una dotazione

elevata, normale, insufficiente e conseguentemente apportare gli elementi della fertilità

rispettivamente nei seguenti quantitativi e modalità:

Fosforo (P2O5) 100 - 150 - 250 unità/ha , parte di fondo, parte alla semina

Potassio (K2O) 50 - 100 - 300 unità/ha di fondo

Azoto (N) 180 unità/ha in copertura frazionato in 2-3 interventi

Semina del seme di base

Distanza tra le file: 20-25 cm

Distanza sulla fila: 3-4 cm

Densità semina: n° e Kg di seme/ha: 1.1/1.4milioni, 10-30 kg (gli impollinanti hanno un

TKW compreso tra 10-12 gr, e le piante madri un TKW compreso tra 25-30 gr. Varia anche

a seconda della ploidia).

Epoca di semina: metà agosto

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Si utilizzano generalmente seminatrici pneumatiche per uso vivaistico. Il seme va interrato a non

più di 3-4 cm.

Eliminazione degli inquinanti

L’eliminazione di piante spontanee di barbabietola risulta indispensabile al fine di evitare possibili

inquinamenti genetici della coltura che ne comprometterebbero l’aspetto qualitativo e quindi la

possibilità di commercializzazione. Tale pratica è regolamentata dalla Legge Regionale n° 30 del 6

luglio 1977, successivamente aggiornata dalla Legge Regionale n° 2 del 19 gennaio 1998.

Irrigazione

E’ di fondamentale importanza l’utilizzo dell’irrigazione sia per la germinazione del seme che per

l’emergenza che per il successivo sviluppo della piantina e quindi saranno necessarie costanti

irrigazioni.

In particolare è utile ricordare che nella fase di germinazione sarà molto importante mantenere

costantemente umido il terreno, al fine di evitare la formazione di quella dannosa crosta

superficiale che potrebbe compromettere un buon investimento del vivaio, crosta la cui

formazione è estremamente veloce in presenza delle alte temperature che caratterizzano il

periodo estivo.

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Protezione dei vivai dal gelo invernale

Al fine di evitare o di limitare il più possibile i danni da gelo, le superfici destinate a vivaio devono

venire protette con “tessuto non tessuto” di grammatura 21-22 gr/mq di tipo UV.

La funzione del “tessuto non tessuto” - che è una copertura permeabile all’acqua ed all’aria - è

quella di trattenere al di sotto della copertura il calore generato autonomamente dalle piantine di

bietola, permettendo nel contempo il passaggio dei raggi del sole e dunque creando un effetto

serra favorevole alla crescita dei piantoni. In presenza e mantenimento di tale calore la cultura

viene preservata dall’attività del gelo invernale, presentandosi quindi integra, quando verso la fine

dell’inverno i teli vengono rimossi e i piantoni estirpati e destinati al trapianto nei campi di

moltiplicazione del seme.

Al contrario, in assenza di tale protezione assicurata dal “tessuto non tessuto”, sono sufficienti

Vivaio in eccellenti condizioni

in autunno prima della

copertura con tessuto non

tessuto

Piantoni subito dopo

l’emergenza, 4-6 foglie

vere

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alcune notti con gradiente termico tra i -6°/-8° C. per provocare danni da gelo irreversibili,

quantificabili da un minimo del 20% fino alla totale distruzione della coltura. Questo poiché

l’apparato fogliare congelato e completamente distrutto non riesce più a proteggere il colletto

dalle basse temperature e quindi il congelamento dei tessuti del fittone si diparte dalla zona dove

la rosetta fogliare andata in necrosi si inserisce e cioè appunto nella zona del colletto della

piantina.

Il “tessuto non tessuto” è confezionato in rotoli continui di 250 metri di lunghezza per 12,75 metri

di larghezza che vengono posati con macchine agevolatrici tra la fine del mese di novembre ed i

primi di dicembre quando il terreno ne consente l’entrata in campo. Ogni rotolo è formato da teli

termosaldati, in quanto la cucitura non si presta ad una buona gestione dello stesso: infatti la fila

continua di fori praticati dalla macchina cucitrice nel tessuto per il passaggio del cucirino ne

provocherebbe l’indebolimento e il conseguente strappo quando sottoposto a forte tensione.

I bordi dei teli vengono ricoperti da uno strato di terreno per evitare che il vento provochi la

scopertura anche parziale della coltura, che si troverebbe così inesorabilmente soggetta all’azione

del gelo, con le inevitabili conseguenze già ricordate. In normali condizioni di utilizzo il telo ha una

vita di 3 - 4 anni, per cui al termine dell’utilizzo annuale viene riarrotolato con l’ausilio della stessa

macchina agevolatrice utilizzata per la posa e riposto nei magazzini. Per coprire un ettaro di vivaio

sono necessari circa 3,5 rotoli.

Vivaio coperto integralmente con

tessuto non tessuto

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Estirpo e preparazione dei piantoni

Se durante il periodo invernale si saranno avute almeno 5 settimane con temperature al di sotto

dei 6-7° C, una volta raggiunto il fotoperiodo necessario si potrà avere la successiva induzione a

fiore delle piante o in altre parole la pianta incomincerà ad entrare nella sua fase riproduttiva.

Pertanto dai primi di febbraio, quando possibile, si iniziano le operazioni di estirpo dei piantoni che

viene eseguito in due fasi, prima con il taglio o fresatura dell’apparato fogliare e poi con un

successivo passaggio della macchina estirpatrice. Quindi si procede ad effettuare una selezione dei

fittoni per eliminare le radici rotte, deformate, ammalate ed anche visibilmente appartenenti ad

altre sottospecie, che ovviamente potrebbero essere causa di inquinamenti della coltura stessa.

Pertanto si considerano idonee al trapianto i fittoni con un diametro al colletto compreso tra 2 e 5

cm. Prima di venire utilizzati i fittoni devono subire una prima lavorazione, consistente nella

recisione della coda e dell’apparato fogliare (anche se di solito questo viene tagliato prima

dell’estirpo con idonee attrezzature) in modo da lasciare i piccioli lunghi 2-3 cm. Se necessario - o

comunque se si prevede di lasciare per più giorni o settimane gli stessi in cumulo prima del

trapianto - occorre eseguire lavaggi contro il marciume (Phoma betae, Sclerotium, Rhizoctonia)

con prodotti a base di Iprodione o Tolclofos-metile e di prevenire l’appassimento delle radici

utilizzando teloni di copertura per evitare una eccessiva evapotraspirazione. Inoltre si consiglia di

conservare le piantine in cassette di colore diverso a seconda che siano maschio sterili od

impollinanti, per evitare confusioni al momento del trapianto.

Vivaio in buone condizioni di

sviluppo, alla scopertura ad

inizio febbraio

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Produzione

Da un ettaro di vivaio, in assenza di gelate e altre avversità, si ricavano mediamente 300-360.000

piantoni idonei al trapianto. Quindi il parametro utilizzato dalle aziende sementiere nella

programmazione della moltiplicazione del seme è di 1 : 10, ovvero è necessario mettere a cultura

1 ettaro di vivaio ogni 10 ettari di coltivazione dei portaseme.

Raccolta dei piantoni con cantiere

separato che prevede prima il taglio

delle foglie e poi la raccolta dei fittoni

in una fase successiva.

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La coltivazione del portaseme nei campi di moltiplicazione

Suolo

La coltivazione del portaseme di bietola si avvantaggia di terreni di medio impasto-argilloso capaci

di favorire l’ancoraggio e di terreni profondi e permeabili che permettano un rigoglioso sviluppo

delle piante; terreni di buona struttura in cui siano assenti suole di lavorazione e costipamenti ed

in grado di trattenere elevate quantità di acqua, ma ben drenati in quanto la bietola soffre per i

ristagni d’acqua.

Al momento della scelta dei terreni è necessario effettuare un’analisi dello stesso per assicurare

che non vi sia una presenza di nematodi cisticoli (Heterodera schacthii) superiore alle soglie

stabilite oltre la quali la coltivazione non potrà essere effettuata; deve essere inoltre assente

l’infezione da rizomania.

Rotazione

L’avvicendamento colturale è una pratica essenziale per la coltivazione della barbabietola da

seme. Sono consigliate precessioni con cereali autunno-vernini, mentre assolutamente

sconsigliate coltivazioni di crucifere in quanto ospitano il nematode cisticolo, nonché la medica in

precessione o colture a raccolta autunnale per la difficoltà della successiva preparazione del

terreno destinato a trapianto. È invece di sicuro interesse mettere in precessione il rafano e la

senape da set-aside (resistenti ai nematodi) ed altre cover crops con caratteristiche analoghe. Non

è ammissibile che la coltura ritorni sullo stesso terreno ad intervalli inferiori ai 4 anni.

Lavorazioni del terreno

Il fittone deve poter penetrare in profondità nel terreno senza trovare strati che ne limitino lo

sviluppo; al riguardo è opportuno ricordare che nei primi due mesi dopo il trapianto

l’allungamento della radichetta è di diverse decine di centimetri. La bietola risulta inoltre molto

sensibile ai ristagni di acqua per cui le operazioni di affossatura e/o drenaggio si rendono

opportune come regola, in special modo nei terreni argillosi o tendenti all’argilloso. Inoltre le

lavorazioni dovranno essere eseguite con attrezzature idonee ad evitare la formazione delle

cosiddette suole di lavorazione e se presenti ad eliminarle (ripuntatore).

Lavorazioni principali: quelle consigliate nei terreni argillosi o molto argillosi consistono nelle

operazioni di aratura e lavorazione a 2 strati (ripuntatura + aratura); nei terreni tendenti al medio

impasto una araripuntatura (30 cm circa di aratura + 20 cm di ripuntatura) al fine di concentrare il

contenuto di sostanza organica nello strato arato. È sempre consigliabile che le lavorazioni

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principali siano eseguite con terreni in tempera in epoca estiva: di regola più il terreno è argilloso

più le lavorazioni in genere devono venire anticipate. Si può derogare per terreni più sciolti che

però sono i meno adatti alla coltivazione del portaseme.

Lavorazioni secondarie: in epoca autunnale si consiglia un’operazione di sminuzzamento delle zolle

ed appianamento del terreno con attrezzature apposite (frangizollatura) cui far seguire un

ulteriore amminutamento del terreno. Prima del trapianto è opportuno effettuare una rullatura

per evitare un’eccessiva sofficità del terreno.

Concimazioni

Al fine di formulare il miglior piano di concimazione sarà opportuno far eseguire un’analisi del

terreno e sulla base dei risultati ottenuti determinare se il suolo avrà già di per sé una dotazione

elevata, normale, insufficiente e conseguentemente apportare gli elementi della fertilità

rispettivamente nei seguenti quantitativi e modalità:

Fosforo (P2O5) 100 -150 - 200 unità/ha di fondo e in copertura

Potassio (K2O) 50 – 100 - 300 unità/ha di fondo

Azoto (N) 200 unità/ha in copertura in 2-3 volte

Trapianto

Distanza tra le file: 70-75 cm

Distanza sulla fila: 38-42 cm

Densità della coltura - n° piante per ettaro: 30-38.000 con una ratio standard di 2 file di

impollinanti e 6 di maschio sterili. Nel caso di impollinanti “deboli” si raddoppiano le file

(da 2 si passa a 4). Buona norma è “chiudere” l’appezzamento da ogni lato con una fila di

impollinanti al fine di difenderlo il più possibile da inquinamenti esterni.

Epoca del trapianto: dalla metà di febbraio. Viene eseguita con trapiantatrici

semiautomatiche che richiedono la presenza di manodopera, portate posteriormente al

trattore.

Il piantone dovrà essere posizionato a livello del piano di campagna. Dopo il trapianto si consiglia di effettuare una leggera rullatura per consentire una migliore adesione del terreno al fittone.

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Isolamenti

Come già ricordato la barbabietola è specie allogama ad impollinazione anemofila ed il suo polline

è estremamente leggero, prestandosi ad essere trasportato dalle correnti di aria a distanze

considerevoli. Pertanto una produzione che voglia essere orientata all’ottenimento di alta qualità

deve prevedere strette condizioni di isolamento della coltura al fine di evitare inquinamenti

indesiderati causati sia da piante prefiorite della stessa specie con destinazione industriale, che da

specie e sottospecie salite a seme appartenenti al genere Beta o da altre piante compatibili

geneticamente.

Le distanze d’isolamento nella coltivazione del portaseme devono essere pari ad almeno 1.000

metri nel caso di contiguità con colture di bietola di specie diverse (bietola da foraggio o da

costa) o 600 metri nel caso di bietola da zucchero: vedi (L. Reg. Emilia-Romagna n° 30 del 6 Luglio

1977) e successivo aggiornamento (L. Reg. Emilia-Romagna n° 2 del 19 gennaio 1998). Queste

distanze di isolamento non sono richieste quando viene utilizzato il medesimo impollinante.

Epurazioni

Consistono nella eliminazione - prima della fase di fioritura - di quegli individui che manifestano

aberrazioni o che, appartenendo ad altre specie o sottospecie del genere Beta, possono incidere in

maniera significativa sulla purezza del seme: infatti costituiscono fonte importante di impurezza di

natura geneticamente modificata, se pur non indotta artificialmente.

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Sarchiatura

In primavera inoltrata sono indispensabili una o più

sarchiature per completare l’azione erbicida e per

interrare il concime azotato che viene distribuito in

copertura in 2-3 volte.

Cimatura

Questa operazione, che dovrebbe eseguirsi

normalmente in maggio e cioè quando la pianta

comincia a formare lo scapo fiorale, consiste

nell’asportazione ad una altezza di 40-50 cm da terra della parte terminale dell’asse fiorale in

accrescimento, con lo scopo di favorire una migliore ramificazione degli scapi e anche di

provocarne l’emissione di altri laterali, dunque in definitiva per favorire una buona formazione

dell’impalcatura della pianta.

Tuttavia occorre tenere in considerazione che la reazione della pianta alla cimatura è diversa a

seconda dell'epoca di esecuzione, della intensità dell'asportazione, dell’andamento climatico, delle

caratteristiche varietali, della vigoria vegetativa degli scapi stessi e di altri fattori, e dunque in

definitiva è di difficile controllo. Se poi viene eseguita su piante deboli in generale od in seguito ad

avversità o su piante più lente nella emissione dello scapo fiorale, tali loro caratteristiche negative

si aggravano ulteriormente. Inoltre anche se come accennato concettualmente la cimatura stimola

Eliminazione di bietola

geneticamente modificata

da inquinamento di bietola

rossa da costa

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la pianta ad una maggiore ramificazione, tuttavia ogni mutilazione porta - a seconda dell’entità

dell’asportazione - ad un consistente ritardo nella fioritura e conseguentemente nella maturazione

del seme, cosa da ritenersi da ritenersi il più delle volte dannosa.

Quindi risulta fuori dubbio l’utilità di svettare con interventi tempestivi - e ripetuti se necessario -

gli assi fiorali delle piante precocemente salite a seme (più facilmente le femmine), poiché

provocando un rallentamento nello sviluppo degli scapi, concorrerà a meglio sincronizzare la

fioritura dell’impollinante con la recettività del maschio sterile. Solo in tal modo si riuscirà a

limitare il fenomeno di formazione del seme vuoto, ovvero di seme che se all’apparenza mostra

esternamente un pericarpo normale, all’interno non sviluppa la formazione dell’embrione.

Coltura portaseme all’inizio della

salita dello scapo fiorale con

sviluppo equilibrato tra m/s ed

impollinante.

Coltura portaseme con evidente

squilibrio tra m/s e l’impollinante,

che risulta essere molto più tardivo

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Operazione di cimatura

eseguita su maschio sterile

con falcetto per ritardarne lo

sviluppo, mediante la

svettatura dell’asse fiorale

Dettaglio di pianta maschio sterile

a cui è stato asportato totalmente

la parte terminale dell’asse fiorale

Coltura portaseme in cui a destra

delle file dell’impollinate è stata

eseguita la cimatura, mentre a

sinistra non è ancora stata

effettuata

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Eliminazione degli inquinanti

Con la fine di maggio inizia la fioritura ed in tale periodo bisogna controllare le prefiorite e le

selvatiche nelle/attorno alle coltivazioni e le bietole da costa e insalata negli orti al fine di evitare

ogni possibile inquinamento. Questa pratica è indispensabile al fine di evitare quei possibili

inquinamenti genetici della coltura che ne comprometterebbero l’aspetto qualitativo e quindi la

possibilità di commercializzazione. Tale pratica è regolamentata dalla già sopra ricordata Legge

Reg. n° 30 del 6 luglio 1977, successivamente aggiornata dalla Legge Reg. n° 2 del 19 gennaio

1998. Non solo il conduttore della coltura di moltiplicazione, ma anche i proprietari dei fondi

vicinali sono obbligati alla rimozione dalle colture e dai fossi di bietole selvatiche, di prefiorite, di

piante del genere Beta di altre specie e ciò vale anche per gli orti e i giardini in genere. Nel caso di

inadempienza sono previste sanzioni economiche.

Irrigazione

E’ pratica indispensabile per la coltura. Risulta preferibile l’impiego di manichette (ala gocciolante o goccia a goccia) utili anche per interventi localizzati al fine di apportare elementi nutritivi (fertirrigazione). L’irrigazione sopra chioma è tollerata, purché effettuata in ore notturne per non arrecare problemi all’impollinazione e stress termici. Occorre comunque tener conto che l’irrigazione con ala gocciolante, pur avendo numerosi vantaggi rispetto a quella per aspersione, non può essere considerata ed utilizzata come irrigazione di soccorso in quanto distribuisce bassi volumi di acqua nell’unità di tempo, e dunque la sua pratica deve essere iniziata per tempo, ovvero prima che si entri nel periodo più siccitoso e che quindi la coltura entri in stress idrico. Le ali gocciolanti vengono posizionate per ogni fila di portaseme e la loro lunghezza massima varia a seconda del diametro interno dell’ala e dalla portata di ogni singolo gocciolatore.

Sistema di irrigazione ad ala

gocciolante. In ogni fila di

portaseme è stata posta una

manichetta.

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L’impianto di irrigazione necessita di un’accurata filtrazione dell’acqua con filtri idonei (ne esistono

di svariati tipi), al fine di evitare l’occlusione dei gocciolatori.

Eliminazione degli impollinanti

L’eliminazione delle file di impollinanti, generalmente eseguita con una trinciatura, viene

effettuata da fine giugno-primi di luglio per favorire gli ultimi trattamenti aficidi e la successiva

trebbiatura; tuttavia se troppo anticipata diminuisce la protezione contro inquinamenti tardivi da

prefiorite. Infatti è bene ricordare che la formazione e la maturazione del seme avvengono

scalarmente sullo scapo fiorale e pertanto in presenza di seme già formato è talvolta possibile

osservare ancora fiori recettivi.

Pompa per mettere in pressione

nell’impianto di irrigazione

l’acqua prelevata dai canali

Filtro necessario al fine di evitare

l’occlusione dei gocciolatori delle

ali gocciolanti

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Raccolta

Verso la metà di giugno il seme inizia a svilupparsi ed all’inizio di luglio incomincia ad imbrunire.

Dalla metà di luglio vengono svolte le operazioni di taglio, andanatura e successiva raccolta e

trebbiatura.

La qualità del seme è fortemente influenzata anche dalle modalità di raccolta, pertanto occorre prestare la massima attenzione in questo momento. Il taglio della vegetazione deve essere effettuato quando si evidenzia l’imbrunimento dei glomeruli mediani, preferibilmente nelle prime ore del mattino o serali al fine di limitare al massimo la crodatura (perdita per distacco) del seme. La trebbiatura dovrà essere effettuata entro 4-5 giorni dallo sfalcio evitando al contrario dello sfalcio le primissime ore del mattino in quanto la rugiada notturna potrebbe aver innalzato il gradiente di umidità del seme oltre l’11-12%.

Coltivazione all’inizio della

maturazione del seme, con

le file di impollinanti ancora

presenti

Coltivazione con seme

già ben formato sugli

scapi fiorali

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Particolare della testata

adatta alla raccolta del

seme di bietola con

raccoglitori a denti e rullo

per assicurare una

alimentazione costante

Operazione di raccolta e

trebbiatura del seme con

mietitrebbia New Holland

Seme tagliato e lasciato in

andana con le file di

impollinanti eliminate

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Produzione

I fattori che influenzano i risultati produttivi sono svariati e dunque si può dare solo indicazioni

generali, attingendo alle medie degli ultimi anni delle aziende operanti in Italia, quindi con

materiali genetici sufficientemente recenti. Tale media si attesta intorno ai 25 quintali per ettaro

di seme prepulito nel calibro 3,25-6,00 mm, tenendo comunque conto che la forbice produttiva è

abbastanza ampia e spazia tra i 18 ed i 40 e più quintali per ettaro.

Sotto il livello dei 18 quintali è possibile affermare che - salvo nel caso di genetiche “avare” in

senso produttivo - sono sicuramente intervenuti problemi di carattere nutritivo, di sanità della

coltura, di attacchi parassitari o avversità atmosferiche.

Logistica e qualità del seme

Come si è fin qui visto, la moltiplicazione del seme abbraccia un arco di dodici mesi iniziando con la

semina dei vivai e terminando con le operazione di raccolta. Tuttavia vogliamo aggiungere alcune

considerazioni finali di carattere logistico, ovvero riguardante la movimentazione ed lo stoccaggio

del seme prodotto in natura, operazioni che potrebbero - se non correttamente gestite -

compromettere gli sforzi compiuti durante la produzione in campo.

Il seme trebbiato, dopo una permanenza di alcuni giorni al sole, presenta una umidità

estremamente bassa che, negli anni migliori (e statisticamente in Romagna al contrario del sud

sud-ovest della Francia nella seconda metà di luglio si riscontra pressoché assenza di precipitazioni

quattro anni su cinque), si aggira intorno all’otto per cento.

In tali condizioni il pericarpo del seme - che se anche è ben sclerificato ed indurito per effetto

Mietitrebbia in scarico del seme

sfuso su rimorchio. I diversi lotti

vengono tenuti separati.

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dell’alta disidratazione - poichè molto secco e quindi meno elastico, ma anche in quanto ha

almeno una linea di deiscenza dalla quale dovrà uscire successivamente il germoglio, potrebbe

presentare una certa fragilità. Quindi, se sollecitato da urti violenti o sfregamenti energici si

potrebbero ingenerare delle microfratture estremamente pericolose costituenti un varco di

ingresso per agenti fungini quali Phoma betae e Pythium che sono i primi responsabili della micosi

nota col nome di mal del piede.

Questa micosi che si manifesta più facilmente in anni con andamento climatico avverso o in

terreni particolarmente freddi (per esempio in Italia i terreni a nord del fiume Po) sulle giovani

piantine di barbabietola: i sintomi consistono nell’ annerimento delle radici delle piantine e in

strozzature a livello del colletto che portano all’avvizzimento e morte delle stesse, nella fase che

va dalla fuoriuscita dal seme fino allo stadio di 2-4 foglie vere.

Dunque la “filiera moltiplicazione” deve assicurarsi di consegnare allo stabilimento - che ha il

compito di preparare un seme di alto livello qualitativo - un prodotto esente da problematiche

adottando le seguenti strategie:

Evitare il più possibile di stoccare presso l’azienda agricola il seme raccolto, o se proprio

inevitabile già nelle operazioni di scarico della mietitrebbiatrice metterlo in sacconi, e non

di rovesciarlo sfuso in grossi cumuli su pavimenti in cemento, ove le operazioni di scarico e

successivo ricarico con pala meccanica comporterebbero azioni troppo energiche sul seme.

Occorre poi considerare che il seme in natura appena raccolto contiene circa un 30 % in

peso di inerti, ovvero polveri, scapi fiorali, pezzi di fittoni che già di per sé contengono

umidità e che comunque sono estremamente igroscopici, dunque un materiale

complessivamente depressivo del potere germinativo del seme con cui sono a contatto, e

che quindi come tale è opportuno rimuovere il prima possibile presso uno stabilimento

attrezzato per le operazioni di prepulitura.

E’ poi importante verificare che lo stabilimento sia dotato di idonei sistemi di

scarico/aspirazione e del successivo convogliamento del seme alle macchine selezionatrici,

atti ad evitare quegli urti violenti al seme così pericolosi per i motivi sopra ricordati.

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Infine il seme va stoccato in appositi contenitori di cartone a doppio strato (octabins da 5 a

10 ql), che danno la massima garanzia di una permanenza senza inconvenienti o

controindicazioni fino a che lo stabilimento madre deciderà di ritirarlo ed avviarlo al

definitivo processing, nei tempi e modalità richieste dai mercati ove è destinato.

Il seme prepulito viene stoccato in

octabins in cartone a doppio strato

al cui interno può venire conservato

a lungo prima delle operazioni finali

di selezione e lavorazione.

Operazione di prepulitura del

seme con tarara per la

rimozione degli inerti: polveri,

stocchi, pezzi di fittoni.

Scarico del seme nello stabilimento

di prepulitura. Durante lo scarico

vengono prelevati campioni utili alla

determinazione della tara e

successive analisi.

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La lotta alle malerbe e la difesa dagli attacchi parassitari

La lotta alle malerbe ed ai parassiti riveste una importanza fondamentale per il successo quali-

quantitativo della coltura, intendendo sia la produzione ottenibile che la qualità del seme.

L’argomento è complesso, in quanto deve tenere conto di numerosi fattori, dalla popolazione

prevalente delle malerbe presenti, alla presenza o meno di crittogame ed insetti, al tipo di terreno,

alle caratteristiche genetiche dell’ibrido in riproduzione e così via, oltre che alla frequente

introduzione da parte dell’industria agrochimica di nuovi principi attivi.

A titolo di esempio si esaminino le due foto qui di seguito che ci mostrano un campo di

moltiplicazione con inerbimento spinto ed una pianta portaseme con danni da erbicida: due

situazioni opposte - ovvero assenza di diserbo chimico/eccesso di diserbo chimico - che

comportano in ambedue i casi danni così gravi da compromettere il risultato delle coltivazioni.

Pianta con danni

da diserbo

Coltura con forte

inerbimento

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Nei capitoli seguenti si esamineranno le linee di lotta usate dalle aziende agricole in produzione

tradizionale, mentre per le aziende agricole che attuano la produzione integrata, è importante

ricordare che anche per la produzione del seme di barbabietola da zucchero è previsto uno

specifico disciplinare e quindi che dovranno adottare lotta alle malerbe, trattamenti insetticidi ed

antiparassitari (oltre che ovviamente concimazioni e cure culturali in genere) secondo il protocollo

previsto dalle NNoorrmmee ggeenneerraallii ddeell DDiisscciipplliinnaarree ddii PPrroodduuzziioonnee IInntteeggrraallee (CTRL + clic per aprire il

collegamento web) della Regione Emilia Romagna.

La lotta alle malerbe

Nella fase di moltiplicazione del seme il diserbo di tipo tradizionale (cioè non in regime di Lotta integrata) viene attuato in due momenti diversi e con modalità differenti, ovvero in post-trapianto dei fittoni ed in post-emergenza delle infestanti. Quest’ultimo può essere in un unico intervento o con interventi frazionati. Di seguito si riportano le tabelle che si riferiscono al tipo di flora infestante prevalente, ai principi attivi ed alla loro formulazione % riferita al nome commerciale corrispondente ed alle dosi in chilogrammi (kg) o litri (lt) da utilizzarsi dispersi nel volume d’acqua indicato per ettaro (ha).

Post trapianto dei fittoni

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Post emergenza delle infestanti - unico trattamento

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Post emergenza delle infestanti - interventi frazionati

La difesa dagli attacchi parassitari

I trattamenti antiparassitari di tipo tradizionale (cioè non in regime di Lotta integrata) sulla bietola

da seme nella fase di moltiplicazione, si basano su interventi preventivi a “calendario”, ovvero

sull’utilizzo di miscele di formulati attivi su insetti e crittogame con l’aggiunta di concimi fogliari a

base di microelementi in momenti successivi prestabiliti.

Tali periodi di intervento sono tre: prima della produzione dello scapo fiorale (15-20 aprile), prima

della fioritura (22-28 maggio) ed un ultimo intervento prima della maturazione del seme (20-25

giugno).Di seguito si riportano le tabelle che riportano per ogni intervento da effettuarsi a

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calendario, oltre al parassita/i principale/i su cui sono attivi, i principi attivi e la loro formulazione

% riferita al nome commerciale corrispondente ed alle dosi in chilogrammi (kg) o litri (lt) da

utilizzarsi dispersi nel volume d’acqua indicato per ettaro (ha).

Si prega notare che tali formulati vanno sempre diluiti in 10 quintali di acqua, che dovrà essere il

volume distribuito per ettaro (ha) e ciò al fine di rispettare le indicazione di legge. A titolo di

esempio si consideri il caso del Perfekthion (Dimetoato) che non può essere utilizzato per legge su

bietola da seme ad una concentrazione superiore a 0.5 lt / 500 lt di acqua e quindi dovendolo

utilizzare in dose di 1 lt/ha, occorre raddoppiare il volume di acqua per ettaro cioè 10 ql/ha.

Primo trattamento: 15-20 aprile

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Secondo trattamento: 22-28 maggio

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Terzo trattamento: 20-25 giugno

Quarto trattamento: 10 luglio

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Contrattualistica e normativa di riferimento

Facsimile di contratto per la produzione dei piantoni

CONDIZIONI DI COLTIVAZIONE PER LA PRODUZIONE DI PIANTINE PORTASEME BIETOLA DA ZUCCHERO

1 - IDONEITA’ TERRENO PER VIVAIO Il terreno da destinare a vivaio deve corrispondere alle seguenti essenziali condizioni: a) non deve mai essere stato coltivato a bietola da seme; b) devono essere trascorsi almeno 10 anni dalla coltivazione di bietole da industria o altre specie; c) devono essere assolutamente immuni da Nematodi (Heterodera schatchii) e da Rizomania; 2 - SEME DI BASE Il seme di base sarà fornito direttamente dalla società ……………, qui di seguito indicata in breve come Società. Un incaricato della Società assisterà alle operazioni di semina, fisserà il quantitativo di seme per ettaro in base alle caratteristiche del seme stesso e darà le disposizioni per la miglior esecuzione delle operazioni. 3 - NORME DI COLTIVAZIONE Il coltivatore vivaista si impegna a preparare adeguatamente il terreno, a concimarlo ed a coltivarlo secondo le più razionali norme tecniche che saranno indicate, nell’interesse della produzione, dai tecnici incaricati della Società. Il coltivatore vivaista si impegna a coprire la superficie del vivaio con teli di tessuto non tessuto, nei tempi e nei modi di attuazione che saranno comunicati dagli incaricati della società. 4 – PREZZO Per ciascuna piantina idonea al trapianto, resa franco mezzo di trasporto nella località indicata dalla Società, il prezzo di cessione convenuto è di euro .,…… + I.V.A.. Vengono considerate idonee al trapianto le piantine sane, indenni da danni da gelo, esenti da attacchi di parassiti animali e vegetali e con un diametro minimo al colletto di … mm e massimo di … mm. Le piantine dovranno essere pronte per il trapianto con le foglia e la coda tagliate. Per ciascuna piantina idonea al trapianto, prodotta ma non ritirata dalla Società, verrà riconosciuto un risarcimento per danno conseguente al mancato ritiro di euro .,…….. escluso I.V.A. art. 15 D.P.R. 633/72. In nessun caso le piantine prodotte potranno essere utilizzate in proprio o cedute a terzi. 5 – PAGAMENTI Il pagamento delle piantine avverrà il ../../…., sia per le piantine ritirate sia per quelle non utilizzate. 6 - RITIRO PIANTINE L’epoca della raccolta e del ritiro delle piantine sarà stabilito dalla Società. E’ fatto assoluto divieto al Vivaista di consegnare piantine a terzi senza espressa autorizzazione della Società. 7 - INQUINAMENTI L’inquinamento del vivaio, per la presenza di seme di bietole estranee nel terreno, comporta inequivocabilmente la

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distruzione del vivaio stesso senza alcun compenso per il Vivaista. Il Vivaista si impegna a non effettuare nella propria azienda vivai di piantine di barbabietola che non siano quelle oggetto del presente impegno. Previo accordo tra Società e Vivaista si può derogare da quanto sopra per quanto concerne altri vivai di bietole zuccherine. Nessuna deroga può essere presa per quanto concerne vivai di bietole da foraggio e da orto. 8 – ALTRE CLAUSOLE a) Il coltivatore Vivaista si impegna a non procedere alla distruzione parziale o totale della colture a vivaio se non dietro espressa autorizzazione dei tecnici della Società. b) In caso di vivai colpiti da avversità, il Vivaista si impegna, su richiesta della Società, ad effettuare la selezione delle piantine idonee al trapianto. c) La Società avrà il diritto di verificare, a mezzo dei suoi incaricati, in qualunque momento, le superfici coltivate a vivaio. d) Le controversie per l’interpretazione e l’esecuzione della presente saranno deferite ad un arbitro amichevole compositore nominato dalla Camera di Commercio competente per il territorio. La società sementiera L’azienda agricola vivaistica

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Facsimile di contratto per la moltiplicazione del portaseme

CONTRATTO DI MOLTIPLICAZIONE DI SEME MONOGERME GENETICO DI BARBABIETOLA DA ZUCCHERO

Tra la scrivente Società …………. che viene qui di seguito indicata come Società e l’Azienda Agricola in indirizzo si conviene e si stipula quanto segue.

1 - SUPERFICIE

La/e superficie/i di coltivazione oggetto del presente contratto è/sono ubicata/e in ……………………………………………

………………………………….ed è/sono complessivamente pari a circa Ettari……………………e l’Azienda Agricola non potrà coltivare in tale/i unità poderale/i bietole portaseme per altri che non sia la Società.

2 - NORME TECNICHE DI COLTIVAZIONE

L’Azienda Agricola si impegna ad attenersi ed a rispettare le norme di coltivazione ed ad effettuare tempestivamente i trattamenti necessari per la difesa della coltura di bietola, così come prescritto dalla Società.

a) destinerà alla coltura portaseme terreni esenti da infezioni di Rizomania e da infestazione del nematode Heterodera Schachtii. A tale scopo l’Azienda Agricola si impegna ad effettuare le dovute analisi presso un laboratorio, e a comunicarne gli esiti alla Società; tali operazioni andranno eseguite secondo i dettami tecnici della Società. In alternativa l’Azienda Agricola può incaricare la Società ad operare in tal senso, fermo restando che le analisi del terreno sono eseguite nell’interesse dell’Azienda Agricola.

b) effettuerà la coltivazione della barbabietola da zucchero da seme in avvicendamenti almeno quadriennali con piante non ospiti (cereali, leguminose, liliacee , ecc.) ed escluderà dall’avvicendamento crucifere suscettibili (colza e ravizzone) e chenopodiacee.

c) effettuerà la coltivazione secondo lo schema indicato dalla Società per un impianto alternato di 6 file piante MS (Femmine) e di due file di piante impollinanti (Maschi). La coltura dovrà essere chiusa all’esterno dai Maschi.

d) dovrà osservare scrupolosamente, in conformità alle norme per la certificazione delle sementi dettate dalla normativa Regionale vigente (n° 2 del 19/01/98) e relativi regolamenti di esecuzione, che l’appezzamento destinato alla riproduzione per conto della Società sia situato, onde evitare inquinamenti di polline durante la fecondazione, ad una distanza minima di:

e) - mt. 600 da colture portaseme di bietole da zucchero di altre varietà o aziende sementiere

- mt. 1.500 da colture di bietola da orto o da foraggio;

f) è responsabile dell’osservanza delle distanze e ne prende atto alla stipulazione del presente contratto ed è tenuto a segnalare tempestivamente alla Società la eventuale presenza di colture di seme da bietola da zucchero, da foraggio o da orto effettuate in terreni circostanti.

g) dovrà eliminare con tempestività - ossia prima della loro fioritura - gli scapi fiorali che eventualmente dovessero sorgere per il fenomeno della prefioritura (spontaneamente) all’interno od all’esterno di altre colture di bietole da orto, foraggio e zucchero o lungo i fossi e nei terreni vicini alle colture portaseme (raggio di 600 mt.) od informare la Società dell’impossibilità di eliminare le piante prefiorite, nel qual caso verranno attivate le procedure previste dalla Legge Regionale n° 2 del 19/01/1998. In caso di constatata inadempienza dell’Azienda Agricola, la Società avrà il diritto di far eseguire tale operazione a mezzo di propri incaricati addebitandone le spese all’ Azienda Agricola.

h) dovrà eliminare tempestivamente all’interno della coltura oggetto del presente contratto le bietole spontanee

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emergenti. Qualora poi la coltura dovesse presentare piante estranee dovute ad inadempienza accertata da parte dell’Azienda Agricola, la Società può ordinare, previa comunicazione all’Associazione dei produttori, cui aderisce l’Azienda Agricola, la distruzione della medesima, con risarcimento di danno alla Società.

i) qualora non effettui il trapianto nei fondi (e/o appezzamenti indicati nella mappa aziendale allegata) precedentemente indicati nel presente impegno di coltivazione, o cambi destinazione alla coltura senza che ciò sia concordato in anticipo con la Società e venga accertato un isolamento insufficiente, l’Azienda Agricola stessa dovrà eliminare la coltura risarcendo eventuali danni alla Società.

l) qualora venga accertato un isolamento insufficiente in contrasto con gli accordi di moltiplicazione approvati secondo i programmi presentati in commissione regionale, la Società responsabile si impegna a distruggere la coltura in qualsiasi momento, risarcendo il danno all’ Azienda Agricola.

m) La Società fornirà all’ Azienda Agricola, quando richiesto da quest'ultima e quando disponibili, macchine agricole di sua proprietà a titolo di prestito gratuito; l’Azienda Agricola si impegna fin d'ora ad assumere ogni tipo di responsabilità connessa a tale uso, prevedendo all'occorrenza adeguate coperture assicurative, e conseguentemente libera pienamente la Società da ogni responsabilità.

3 - PIANTINE PORTASEME

a) Per la coltivazione verranno usate solo le piantine portaseme fornite in vendita dalla Società al prezzo convenuto di euro .,…. + I.V.A. cadauna se rese f.co arrivo (Azienda Agricola) o di euro .,…. + I.V.A. cadauna se rese f.co partenza (vivaio). Il pagamento relativo a tali forniture è stabilito al ../../….

b) Si considerano piantine idonee al trapianto quelle sane, integre, indenni dal gelo e che misurano al colletto almeno … mm. di diametro. Dopo la consegna delle piantine la Società declina ogni responsabilità sulla idoneità delle stesse al trapianto.

4 - VERIFICA DELLE COLTIVAZIONI E CONTROLLI

La Società ha diritto di verificare in qualsiasi momento, a mezzo dei suoi incaricati, le superfici trapiantate, il numero delle piantine utilizzate e l’applicazione delle norme di coltivazione. Nessun estraneo, a parte l’Azienda Agricola o suoi rappresentanti ed i delegati degli Enti pubblici addetti ai controlli possono accedere alla coltura

stessa, senza il benestare della Società. La Società declina ogni responsabilità per la mancata certificazione della coltura da parte dell’INRAN/ENSE a causa della mancata osservanza delle norme di coltivazione da parte dell’Azienda Agricola.

5 - TAGLIO E TREBBIATURA

Le operazioni di taglio e trebbiatura si svolgeranno previo consenso e sotto controllo della Società.

E’ fatto divieto di usare trebbie che abbiano già lavorato tipi e varietà diverse di bietole, se non idoneamente pulite. Le partite di seme di una certa quantità saranno suddivise in lotti, secondo le indicazioni della Società.

6 - CONSEGNA

Il seme dovrà essere maturo, sano e secco con umidità non superiore al .. %. Tutto il seme dovrà essere consegnato franco stabilimento della Società incaricata della prepulitura e pesato lotto per lotto, in accordo con le

istruzioni ricevute dalla Società. Gli eventuali imballaggi saranno messi a disposizione gratuitamente dalla Società. In caso di umidità superiore al .. % il seme dovrà essere essiccato e le spese relative saranno a carico dell’Azienda

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Agricola.

7 - DETERMINAZIONE DELLA TARA

Da ciascun lotto verrà prelevato, prima della prepulitura, un campione non inferiore a .. Kg. che verrà selezionato in un apposito impianto per l’eliminazione dei semi fuori calibro (seme di diametro inferiore a mm. .,.. e superiore a mm. .,. - vagli a foro rotondo), semi vuoti (eccedenti il ..%), frammenti di foglie e steli, terra e qualsiasi materiale inerte: tali semi fuori calibro e sostanze estranee vengono definite tara.Penalizzazione per semi vuoti: per ogni punto percentuale eccedente il ..% di semi vuoti, la tara complessiva verrà aumentata dello ..,.%. L’ Azienda Agricola ha diritto ad assistere alle operazioni di lavorazione della propria partita.Il campione di seme pulito dalla tara verrà utilizzato per la determinazione della germinabilità, che non dovrà essere inferiore all’…% (…………….. per cento).

8 - PREZZO

Il prezzo di cessione è riferito sempre al seme pulito, intendendo con tale qualifica il seme in natura dedotta la TARA (punto 7): € .,… + I.V.A. per kg Nel caso la Società dovesse richiedere all’ Azienda Agricola sostanziali variazioni alle norme di coltivazione contenute nel punto 2 e ritenute economicamente più onerose ( a titolo puramente esemplificativo n° 1 fila aggiuntiva di piante impollinanti ), potrà riconoscere una integrazione al prezzo di cessione al kg. calcolata tenendo conto della minor produzione ottenuta dall’Azienda Agricola stessa.

9 - PAGAMENTO

Il pagamento del seme prodotto verrà effettuato il ../../... .In tale occasione verranno detratti eventuali crediti della Società nei confronti dell’Azienda Agricola.

10 - CLAUSOLE SPECIALI

a) La Società si riserva il diritto di rinunciare in tutto o in parte al presente accordo di coltivazione, nel caso in cui i

propri programmi dovessero mutare. In ogni caso la Società ne darà preavviso all’ Azienda Agricola entro fine febbraio, fatte salve cause di forza maggiore (a titolo puramente esemplificativo a causa della indisponibilità da parte della Società delle piantine portaseme di cui al punto 3 per comprovata distruzione da gelo ).

b) L’Azienda Agricola si impegna a vendere il seme prodotto esclusivamente alla Società. Qualora l’Azienda Agricola non ottemperasse alle norme di coltivazione, raccolto e trebbiatura stabilite dalla Società ed indicate nel presente impegno di coltivazione, la Società potrà rifiutare tutta o in parte la produzione e farsi rimborsare le spese effettuate con ogni riserva di risarcimento del danno subito.

c) Se per eccezionali avversità atmosferiche o per altre cause la coltura di bietola portaseme risultasse compromessa, l’Azienda Agricola non potrà sostituirla con altre senza l’approvazione dei tecnici della Società. Resta comunque inteso che il costo delle piantine portaseme utilizzate per l’impianto della coltura resta a carico dell’Azienda Agricola.

La società sementiera L’azienda agricola moltiplicatrice

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L’ intesa di filiera italiana, sottoscritto tra le parti il 3 agosto 2004

ACCORDO DI MOLTIPLICAZIONE PER LA BIETOLA PORTASEME

Il giorno 3 agosto 2004 su richiesta delle parti interessate sono stati convocati dall’Assessorato regionale all’Agricoltura Ambiente e Sviluppo Sostenibile i rappresentanti del Gruppo sementi di bietola dell’AIS – Associazione Italiana Sementieri, ed il C.O.AMS. in rappresentanza delle Associazioni regionali e moltiplicatori di sementi. - Visto il precedente accordo del 15 giugno 1991, integrato il 2 novembre 1993; - Visto quanto espresso dalle Organizzazioni Professionali Agricole dell’Emilia-Romagna, le quali ritengono che il presente accordo per la moltiplicazione delle sementi di barbabietola da zucchero sia un passo importante per la crescita di questo settore;- Premesso che è impegno delle parti valorizzare la produzione sementiera regionale e consentire uno sviluppo della moltiplicazione nelle aree vocate del territorio regionale; - Valutata la reciproca disponibilità a creare un quadro di riferimento stabile per la moltiplicazione delle colture da seme, nel rispetto delle moderne tecniche di produzione, che consentano di ottenere una elevata qualità del prodotto seme, sia dal punto di vista fitosanitario, della purezza genetica e di elevate caratteristiche germinative; - Acquisito che le Organizzazioni di Produttori, rappresentate da C.O.AMS., operano per tutelare e rappresentare nella loro attività gli Agricoltori Moltiplicatori, i quali - al momento della sottoscrizione dei contratti di coltivazione con le singole Aziende Sementiere – possono indicare la propria Organizzazione di rappresentanza; - Considerata l’esigenza di perseguire una soddisfacente remunerazione della professionalità degli Agricoltori Moltiplicatori, con redditi che consentano di coprire i costi di produzione e il relativo rischio di impresa; - Considerato il positivo supporto della Legge Regionale n°2/98, volto a tutelare la purezza genetica delle specie moltiplicate, nonché la gestione dei requisiti minimi di isolamenti spaziali necessari per mantenere inalterate le caratteristiche genetiche delle suddette varietà; - Considerato l’impegno della Regione Emilia Romagna di sostenere, tutelare e consolidare la moltiplicazione delle colture da seme nel proprio territorio, anche attraverso il finanziamento di specifici programmi di valorizzazione, di ricerca e sperimentazione concordati nell’ambito del tavolo Interprofessionale per le colture da seme;

Le parti concordano quanto di seguito indicato:

CONDIZIONI COLTIVAZIONE SEME MONOGERME 1. SUPERFICIE La superficie da coltivarsi a bietola da seme è quella indicata nel successivo contratto sottoscritto fra l’agricoltore e la sua O.P. di rappresentanza e la società sementiera e il coltivatore non potrà coltivare, nell’unità poderale interessata dal presente contratto, bietole portaseme che per una sola società sementiera, qui di seguito indicata in breve come

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Società. La Società si riserva il diritto di rinunciare ad una parte del presente accordo di coltivazione, nel caso in cui i propri programmi dovessero mutare. In ogni caso la Società ne darà preavviso al coltivatore entro il 15 novembre, per le semine con trapianto autunnale, ed entro il 15 febbraio per le semine con trapianto primaverile, fatte salve cause di forza maggiore (ad esempio, gelate). Il coltivatore è tenuto a confermare alla Società l’esatta superficie investita, non appena ultimate le operazioni di trapianto. 2. NORME DI COLTIVAZIONE Il coltivatore: a) si impegna ad attenersi ed a rispettare le norme di coltivazione e ad effettuare tempestivamente i trattamenti necessari per la difesa della coltura di bietola, così come prescritto dalla Società, nel rispetto dei disciplinari di produzione e/o delle normative fitosanitarie in vigore per la coltura; b) destinerà alla coltura portaseme terreni esenti da infezioni di rizomania e da infestazioni del nematode Heterodera schachtii; effettuerà la coltivazione della barbabietola da zucchero e/o da seme in avvicendamenti almeno quadriennali con piante non ospiti (cereali, leguminose, liliacee, ecc.) ed escluderà dall’avvicendamento Crucifere suscettibili (colza e ravizzone) e chenopodiaceae. Il costo delle eventuali analisi di verifica richieste dalla Società sono a carico della medesima. c) Effettuerà la coltivazione secondo lo schema indicato dalla Società, entro le date previste nello specifico contratto fra le parti; d) Dovrà osservare scrupolosamente, in conformità alle norme per la certificazione delle sementi dettate dalla normativa regionale (2/98) e relativi regolamenti di esecuzioni, che l’appezzamento destinato alla riproduzione per conto della Società sia situato, onde evitare inquinamenti di polline durante la fecondazione, ad una distanza minima di: - m. 600 da colture portaseme di bietole da zucchero di altre varietà o ditte, - m. 1000 -1500 da colture di bietola da orto o da foraggio; e) collabora con i tecnici preposti all’osservanza delle distanze minime di isolamento e ne prende atto alla stipulazione del contratto. È tenuto a segnalare tempestivamente alla Società l’eventuale presenza di colture da seme di bietole da zucchero, da foraggio o da orto effettuate in terreni confinanti, f) qualora il coltivatore non effettui il trapianto nei fondi e/o appezzamenti indicati (nella mappa aziendale allegata e precedentemente indicati nel presente impegno di coltivazione), o cambi destinazione alla coltura senza che ciò sia concordato in anticipo con la Società e venga accertato un isolamento insufficiente, il coltivatore stesso dovrà eliminare la coltura risarcendo eventuali danni alla Società; g) qualora venga accertato un isolamento insufficiente in contrasto con gli accordi di moltiplicazione approvati secondo i programmi presentati in commissione regionale, la Società responsabile si impegna a distruggere la coltura in qualsiasi momento, risarcendo il danno al coltivatore. Il coltivatore: h) dovrà eliminare (e segnalare alla Società) con tempestività, ossia prima della loro fioritura, gli scapi fiorali che eventualmente dovessero sorgere per il fenomeno della prefioritura (spontaneamente) all’interno od all’esterno di altre colture di bietola da orto, foraggio e zucchero, vicino alle colture portaseme, all’interno della sua proprietà; ed informare la Società dell’impossibilità di eliminare le piante prefiorite, nel qual caso verranno attivate le procedure previste dalla legge regionale n°2/98. In caso di constatata inadempienza del coltivatore, la Società avrà il diritto di far eseguire tale operazione a mezzo dei propri incaricati addebitandone le spese al coltivatore, i) verrà indennizzato, se a seguito di epurazioni la Società eliminerà una percentuale di piantine superiore al 3%; j) dovrà eliminare tempestivamente all’interno della coltura oggetto del presente contratto le bietole spontanee emergenti. Qualora, poi la coltura dovesse presentare un elevato numero di piante estranee dovute ad inadempienza accertata parte del coltivatore, la Società può ordinare, previa comunicazione all’O.P. di rappresentanza a cui aderisce l’associato, la distruzione della medesima, con risarcimento del danno alla Società. 3. PIANTINE PORTASEME

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a) Per la coltivazione verranno usate piantine portaseme fornite dalla Società, in conto moltiplicazione o in conto vendita; b) si considerano piantine idonee al trapianto quelle sane, integre, indenni dal gelo e che misurano al colletto almeno mm 20 di diametro. Il coltivatore è tenuto a controllare (entro 3 gg. dalla consegna) che le piantine siano rispondenti a detti requisiti e comunicare tempestivamente alla Società eventuali anomalie negative determinate da piantine non idonee al trapianto nelle colture portaseme. Trascorso tale termine, senza osservazione il materiale è considerato idoneo all’uso la Società declina ogni responsabilità per eventuali conseguenze. 4. VERIFICA DELLE COLTIVAZIONI E CONTROLLI La Società ha diritto di verificare in qualsiasi momento, a mezzo dei suoi incaricati, la coltura in atto. Nessun estraneo, a parte il coltivatore o suoi rappresentanti ed i delegati degli Enti pubblici addetti ai controlli possono accedere alla coltura, senza il benestare della Società. 5. TAGLIO E TREBBIATURA Il coltivatore è tenuto a preavvertire la Società con almeno 2 giorni di tempo sulla data proposta delle operazioni di taglio e trebbiatura (il taglio e la trebbiatura dovranno essere sempre confermati dal delegato della Società). Le operazioni si svolgeranno previo consenso e sotto il controllo della Società. E’ fatto divieto di usare trebbie che abbiano già lavorato tipi e varietà diverse di bietole, se non idoneamente pulite. Le trebbie devono essere munite di crivello inferiore di forma rotonda pari a mm 3, per la categoria di seme monogerme a linea e monogerme miscelato; e con crivello inferiore, di forma rettangolare pari a mm 2,50 per il seme plurigerme. Determinare partite di seme potranno essere suddivise in lotti, secondo le indicazioni della Società. 6. CONSEGNA Il seme dovrà essere maturo, sano e secco con umidità non superiore al 12%. In caso di umidità superiore o inferiore le parti contraenti potranno concordare gli interventi necessari per valorizzare al meglio al meglio la qualità e le successive modalità della consegna. Tutto il seme consegnato dovrà essere pesato lotto per lotto, in accordo con le istruzioni ricevute dalla Società. Gli eventuali imballaggi saranno messi a disposizione gratuitamente dalla Società. 7. DETERMINAZIONE DELLA QUALITA’ DI SEME PULITO La determinazione della tara viene effettuata mediante selezione meccanica su un campione rappresentativo. a) Da ciascun lotto di seme in natura o prepulito verrà prelevato un campione rappresentativo non inferiore a kg. 5 che verrà passato nelle apposite macchine selezionatrici, rispettando il seguente ordine di passaggio: tappeti, tarara, ventilatore per la eliminazione dei semi minuti, dei frammenti di foglie, degli steli, di semi vuoti e qualsiasi altro materiale estraneo vegetale od inerte, e la calibratura. I semi vuoti saranno determinati mediante procedura fisica (frantumazione) e saranno tollerati nella misura del 10% (in un campione di 100 semi). Una eventuale maggiore presenza comporterà l’aumento della tara del lotto, moltiplicando per il peso specifico di 0,7 il numero di semi vuoti superiore 10”. Queste operazioni permetteranno di determinare la tara di ciascun lotto e quindi la quantità di seme pulito consegnato. Il coltivatore avrà diritto ad essere informato, ad assistere a tali operazioni o di delegare la propria Associazione di produttori; b) La calibratura verrà determinata a seconda delle seguenti categorie di seme: – PLURIGERME: crivelli inferiori a fori rettangolari pari a mm. 2,50; – MONOGERME (LINEA): crivelli inferiori a fori tondi pari a mm. 3,25 crivelli superiori a foro pari a mm. 6; – MONOGERME MISCELATO: crivelli inferiori a fori tondi pari a mm. 3,25 crivelli superiori pari a mm. 8; Eventuali modifiche alle categorie di calibratura verranno effettuate dietro consenso delle parti;

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c) I risultati della selezione dovranno essere riportati su una scheda di raccolta dati, con intestazione della azienda sementiera, che dovrà riportare: • I dati anagrafici del coltivatore e di riconoscimento del lotto; • Il peso iniziale del campione in grammi; • Il procedimento e le macchine di selezione usate; • I relativi scarti all’uscita di ogni macchina, in grammi; • I calibri dei valli usati con a fianco il relativo scarto di seme, in grammi; • Un conteggio finale dello scarto e del seme buono con a fianco l’indicazione della percentuale relativa, sul peso del campione in natura. Una copia di tale scheda dovrà essere consegnata al coltivatore od alla Organizzazione delegata a rappresentarlo. d) Il coltivatore ha diritto di assistere personalmente, od incaricare la propria Organizzazione, alle operazioni di determinazione della purezza fisica, dell’umidità ed a quelle di campionamento. 8. METODO DI CAMPIONAMENTO a) campionamento manuale: il campione da kg. 5 verrà prelevato con sonde verticali o similari ed ottenuto con un minimo di quattro prelievi per ogni partita fino a 20 q.li. Per ogni conferimento superiore ai 20 q.li verrà effettuato un prelievo almeno ogni 10 q.li di seme. Miscelando successivamente i vari campioni elementari si preleverà da essi il campione finale da 5 kg; b) campionamento automatico: si preleverà un campione da 5 kg. Per ogni partita di seme con un prelievo automatico prima della prepulitura salvo eccezioni; c) le aziende sementiere provvederanno dopo le operazioni di pulitura al prelevamento di un campione finito di riferimento, pari almeno a 250 gr, da conservarsi da parte del coltivatore o dell’Associazione delegata; d) la scheda di cui al paragrafo 1 punto c) è contestualmente riconosciuta dopo la firma di accettazione del coltivatore o dell’Associazione.o accedere alla coltura, senza il benestare della Società. 9. ANALISI DELLE GERMINABILITA’ a) La germinabilità non dovrà essere inferiore all’85% a quattordici giorni. In caso di contestazione il campione di cui al punto c) verrà inviato ad un laboratorio ufficialmente riconosciuto dalle parti (ENSE, LaRAS, ecc…); b) Per partite di seme con germinabilità inferiore all’85% si prenderà in esame il risultato dell’analisi di germinabilità, indicante anche il numero di semi vuoti, per valutare il possibile recupero del lotto attraverso la selezione (qualora il lotto non sia utilizzabile, per diretta responsabilità e imperizia dell’agricoltore, l’azienda sementiera può riservarsi il diritto di non pagare la partita di seme consegnata, previo verifica delle caratteristiche genetiche della varietà contestata). 10. DETERMINAZIONE DELL’INQUINAMENTO L’esame per la determinazione dell’inquinamento per impollinazioni o incroci indesiderati viene realizzata a cura dell’azienda sementiera. Per valori di inquinamento superiori al 2%o (2 per mille) l’azienda sementiera si riserva il diritto di non pagare il lotto di seme consegnato. Se durante la coltivazione sono state contestate ufficialmente anomalie nel rispetto del mansionario di coltivazione od inadempienze da parte del coltivatore. 11. PRESENZA DI SEMI ESTRANEI Non è ammessa nel lotto consegnato, la presenza di estranei appartenenti alle seguenti specie: • Avena fatua • Cuscuta spp. • Fallopia convolvolus • Helianthus annus

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• Myagrum perfoliatum • Poligonum convolvolum • Raphanus raphanistrum • Rapistrum rugosum • Solanum nigrum 12. CONDIZIONI ECONOMICHE E CONTRATTUALI Il prezzo definitivo sarà concordato fra le parti che sottoscrivono un accordo di moltiplicazione, in relazione ai singoli servizi resi e ai parametri qualitativi. Le Aziende Sementiere si impegnano a comunicare ad ogni inizio di campagna alle Associazioni produttori che rappresentano gli A.M.S. i propri prezzi di riferimento e le condizioni accessorie praticate. Alla fine di ogni campagna le parti procederanno a verificare le rese e ad individuare, - tenuto conto dell’andamento stagionale, dei risultati aziendali e della situazione del mercato - eventuali situazioni che richiedono una integrazione economica. 13. MODALITÀ DI PAGAMENTO – Entro il 30 ottobre un acconto del 50% ed il saldo entro il 31 di gennaio. – Le parti si riservano il diritto di procedere ad una verifica annuale del presente accordo. – Sono fatte salve le condizioni di miglior favore. 14. ORGANIZZAZIONI E RAPPRESENTANZE Al fine di favorire una corretta gestione delle attività di rappresentanza e tutela agricola, le Società sementiere daranno esecuzione a tutte le deleghe anche di carattere economico convenute contrattualmente con i coltivatori aderenti alle Associazioni produttori. Eventuali servizi e/o attività specifiche richieste dalle Aziende Sementiere, saranno definite separatamente fra le singole Aziende e le Organizzazioni di Produttori interessate. Le Società sementiere si impegnano inoltre ad assicurare la loro collaborazione, sulla base di specifici accordi con le Organizzazioni di produttori, al fine di favorire la realizzazione di iniziative, studi e ricerche relativi al settore della moltiplicazione della bietola portaseme. Le parti che sottoscrivono il presente accordo concordano di definire annualmente gli importi, utili al cofinanziamento delle azioni definite a tutela dello sviluppo del settore, attraverso la contribuzione di tutte le imprese coinvolte nella moltiplicazione delle colture in oggetto. Le azioni da intraprendere debbono essere definite, con la relativa aliquota di contribuzione, entro il mese di maggio dell’anno precedente.

p. AIS, Gruppo sementi di bietola

p. C.O.AMS.

p. Regione Emilia-Romagna

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Appendice

Tabella riassuntiva delle fasi fenologiche, delle operazioni colturali e delle denunce agli enti

ufficiali (per la lotta alle malerbe e la difesa dagli attacchi parassitari vedere tabelle a pag. 35-40)

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Scheda di coltivazione

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Articolo tratto dal blog www.studioagrotecnicogiordani.wordpress.com

Emilia Romagna: la Seed Valley italiana

La moltiplicazione o riproduzione del seme in natura, è una attività in bilico tra la produzione agricola in senso stretto e l’agroindustria. Se infatti da una parte utilizza i tradizionali ed elementari mezzi produttivi agricoli e cioè il suolo, la manodopera umana ed i mezzi tecnici propri della attività agraria per l’ottenimento del prodotto finale (che è in realtà un semilavorato in quanto viene poi trasferito presso impianti di lavorazione, concia, confettatura del seme), d’altra parte coinvolge strutture, figure, tecnologie ed impiantistiche più attinenti alle attività industriali.

Infatti come probabilmente in nessun altro comparto agricolo od agroindustriale, nel business della riproduzione del seme è forte la presenza delle società multinazionali, operanti in Italia con strutture spesso orientate e specializzate nella ricerca scientifica, nella sperimentazione, nella lavorazione delle sementi. Proprie di tali gruppi sono la commercializzazione di varietà di sementi ibride (mais , barbabietola da zucchero, girasole, sorgo, etc. ) ovvero di quelle specie vegetali che possono essere riprodotte ogni anno solo partendo da materiali genetici in possesso dell’azienda sementiera, e che non possono essere invece eventualmente moltiplicate partendo dalla produzione agricola dell’anno precedente, così come invece è possibile per esempio nel caso del frumento, e ciò sia da parte dell’azienda agricola che della stessa società sementiera. Questo ovviamente nel caso si vogliano mantenere le caratteristiche di grande vantaggio ottenute con l’ibridazione, quali ad esempio produttività, resistenza a malattie od attacchi parassitari, e così via.

Comunque, anche nell’ottenimento di sementi di linee pure (per esempio il frumento), l’industria sementiera con una costante ed attenta attività di selezione tradizionale delle popolazioni vegetali garantisce all’azienda agricola varietà sempre ai massimi livelli produttivi, sia quantitativi (produzione per superficie) che qualitativi (caratteristiche richieste dall’industria molitoria).

Gli stessi operatori agricoli coinvolti nella produzione sementiera e le strutture che utilizzano, fanno parte di una filiera altamente specializzata, selezionata durante decenni di attività e dunque affidabili ed insostituibili partners per il partner industriale. Durante gli anni tali operatori hanno dovuto investire – e continuano a farlo – ingenti capitali in macchinari, impianti di irrigazione ad hoc, etc. oltre a saper garantire una adeguata quantità di mano d’opera esperta nei momenti cruciali della produzione

La regione Emilia Romagna, che già di per sé è area altamente vocata per la produzione sementiera piazzandosi infatti nel 2011 al primo posto tra le regioni italiane con il 23,76 % di superficie totale, si è qualificata come area di elezione per la riproduzione delle sementi ibride di specie di colture industriali ovvero nella moltiplicazione di quelle specie di colture industriali a maggior valore aggiunto: barbabietola da zucchero col 99% della superficie totale italiana , girasole

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99%, mais 17% (al secondo posto). Ma anche nella produzione di sementi da orto (parte linee pure, parte ibridi) la regione Emilia Romagna fa la parte del leone, rappresentando mediamente negli ultimi anni oltre al 50% della superficie totale italiana e dunque qualificandosi quale prima area italiana di riproduzione di sementi da orto.

Complessivamente le aziende agricole impegnate in Regione nell’attività sementiera sono oltre 6.000 con una superficie investita in tale produzione di 45.000 ettari, dei quali 9.000 con specie a carattere intensivo ed elevata redditività, in particolare come citato colture ortive e barbabietola da zucchero.

Utile è poi ricordare come il territorio regionale ospiti tra le più importanti aziende sementiere, sia in termini di volumi di commercializzazione (anche per l’ampiezza della gamma di specie offerte) che di strutture produttive, con riferimento sia ad entità nazionali che multinazionali. Oltre il 35% delle imprese sementiere italiane ha sede in Regione e per quanto riguarda le imprese moltiplicatrici di seme di barbabietola ed orticole l’incidenza supera il 95%.

Dunque l’Emilia Romagna, più specificatamente nel suo distretto romagnolo, può meritatamente essere menzionata e ricordata come la Seed Valley italiana.

Giuliano Giordani

N.B. : i dati statistici citati sono stati desunti dalla tabella “2011regioni” disponibile sul sito dell’I.N.R.A.N. – E.N.S.E. al

link http://www.ense.it/regioni/2011regioni.pdf , dalla tabella “ Sementi da orto, indagine superficie sementi da orto

in Italia, campagna 2010” disponibile sul sito di Assosementi al link http://www.sementi.it/statistiche/157/superfici-

coltivate-sementi-ortive-campagna-2010-italia , e dal portale Agricoltura della Regione E-R al link

http://www.ermesagricoltura.it/Sportello-dell-agricoltore/Come-fare-per/Coltivare-vegetali/Moltiplicare-sementi