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La grammatica di Allora.no Grammatica 3 Allora.no Luca F. Usai

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La grammatica di Allora.no

Grammatica 3

Allora.no

Luca F. Usai

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La grammatica di Allora.no

GRAMMATICA ! livello B1-B2-C1-C2

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Lezione: Tema: Pagina:

Lezione 25 il “Lei” di cortesia 3

Lezione 26 i pronomi “ne” e “ci” 4

Lezione 27 i doppi pronomi 7

Lezione 28 i verbi pronominali 9

Lezione 29 la frase passiva 12

Lezione 30 i tempi composti 14

Lezione 31 i pronomi relativi 16

Lezione 32 i verbi impersonali 17

Lezione 33 i pronomi reciproci 19

Lezione 34 il passato remoto 19

Lezione 35 il modo congiuntivo 21

Lezione 36 il periodo ipotetico 24

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! VENTICINQUESIMA LEZIONE

Il "lei" di cortesia e il pronome "si" Noi italiani usiamo la forma di cortesia quando parliamo con persone che non conosciamo. Costruiamo la forma di cortesia con il pronome LEI che usiamo sia al femminile che al maschile. Forma normale:(Tu) Vieni a casa mia domani? Forma di cortesia: (Lei) Viene a casa mia domani? Per un norvegese è strano usare "Lei" per parlare con un uomo. "Lei" in questo caso non significa "hun" ma significa "deres person" che in italiano è femminile (la vostra persona). La forma di cortesia "Lei" è difficile da usare per un norvegese. Un principiante che trova difficile usare il "LEI" può sostituirlo con le espressioni di cortesia "per favore, per piacere, permesso, scusi" insieme al condizionale "vorrei, potrei, dovrei...". LA FORMA DI CORTESIA E I PRONOMI RIFLESSIVI, DIRETTI E INDIRETTI Usare il "LEI" non è facile. Non basta sostituire "tu" con "Lei" e coniugare il verbo con la giusta persona. È necessario ricordare che anche gli altri pronomi (riflessivi, diretti ed indiretti) vanno portati dalla seconda persona alla terza persona singolare. Esempio: (Tu) Ti puoi sedere qui. > (Lei) Si può sedere qui. (riflessivo ti > si) Quando usiamo i pronomi diretti ed indiretti non cambiamo il verbo: Gianna ti sta guardando. > Gianna La sta guardando. (diretto ti > La) (Io) Ti chiedo scusa. > (Io) Le chiedo scusa. (indiretto ti > Le) Attenzione: scriviamo "Lei", "La" e "Le" con la maiuscola. Quando vogliamo passare dal "LEI" di cortesia al "TU" chiediamo: Ci possiamo dare del "TU"? Oppure diciamo: Mi puoi dare del "TU". IL PRONOME IMPERSONALE "SI" Il pronome impersonale "si" è uguale al pronome norvegese "man" oppure "en". In italiano usiamo il pronome impersonale "si" quando non è importante determinare chi fa l'azione, oppure quando vogliamo dire "noi" senza precisare chi. Esempio: En/Man kan ta både buss og tog. (Si può prendere sia l'autobus che il treno). I den trattoriaen spiser man godt. (In quella trattoria si mangia bene).

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"Si" significa "la gente". La gente è singolare in italiano, per questo motivo il verbo va coniugato alla terza persona singolare. In biblioteca si parla piano = In biblioteca la gente parla piano. Attenzione: quando dopo il verbo usiamo un oggetto al plurale, il verbo va coniugato alla terza persona plurale (vedi anche Lezione 29):

In Italia si comprano molte macchine.

"Macchine" è plurale, e anche il verbo "comprano" è coniugato alla terza persona plurale.

Attenzione: qualche volta "si" sostituisce "noi", in questo caso l´aggettivo o il participio si declinano al plurale:

Quando si è stanchi, si va a dormire. = quando siamo stanchi, andiamo a dormire.

Attenzione: non confondere "si = man" con "si = seg" e con "sì = ja". Gli italiani si vestono eleganti. In questa frase "si" significa "seg" perché il verbo vestire è riflessivo: "vestirsi". Con i verbi riflessivi possiamo avere due "si" vicini, quello riflessivo e quello impersonale. In questo caso trasformiamo il primo in "ci". 1) Per andare a teatro +si (=man) +si (=seg) veste eleganti. In questa frase il primo "si" significa "man", il secondo "si" significa "seg". trasformiamo il primo "si" in "ci": 2) Per andare a teatro ci si veste eleganti. Attenzione: Quando usiamo "si" l'aggettivo prende la forma plurale: Quando si è vecchi, il tempo va veloce. Una frase con il pronome "si" può essere tradotta in norvegese in diversi modi. Esempio: Si apre la porta = Man åpner døren = En åpner døren = Døren åpnes = Døren blir åpnet Per gli interessati in grammatica possiamo dire che il pronome impersonale "si" si usa anche per fare la forma passiva quando dopo il verbo viene un oggetto, ovvero quando non si vuole indicare il soggetto di un'azione.

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! VENTISEIESIMA LEZIONE

I pronomi "ne" e "ci""Ne" e "ci" sono sia pronomi sia avverbi di quantità (ne) e di luogo (ci). Sono chiamati anche "avverbi pronominali". LA PARTICELLA "NE" "Ne" può essere tradotto in norvegese con le forme "av den, av det, av dette, av denne, av dem, derav". Possiamo anche dire che "ne" significa "av det vi snakker om" e può sostituire sia

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persone che cose. La particella "ne" si usa spesso quando vogliamo indicare una quantità, definita o indefinita, senza ripetere di che cosa si parla: Oggi Paolo va a comprare un chilo di mele. Lui ne compra un chilo. In questo caso "ne" sostituisce "di mele". Ho visto un sacco di funghi.Ne ho visti un sacco.** Possiamo anche dire: - Ne ho visto un sacco. In questo caso "ne" sostituisce "di funghi". In alcuni casi possiamo usare "ne" anche se non parliamo di una quantità: Sara racconta spesso di suo figlio. Ne parla spesso perché è molto orgogliosa di lui. In questo caso "ne" sostituisce "di suo figlio" e può essere tradotto con "om ham". LA PARTICELLA "CI"

"Ci" può essere tradotto in norvegese con "dit" e "der" e si usa solo per sostituire "cose" o "posti". Ha lo stesso significato di "là" o "lì", ma si usa principalmente con i verbi di movimento e con il verbo essere, e si posiziona prima del verbo.

Andiamo a Roma per pasqua. Ci andiamo per pasqua = Andiamo lì per pasqua. In questo caso "ci" sostituisce "a Roma" e può essere tradotto con "dit" in norvegese. Vieni a casa di Marco domani? - Sì, ci vengo sicuramente! "Ci" sostituisce "a casa di Marco" e si traduce con "dit". Ci siete mai stati da Rita? - Sì, ci siamo stati due volte. Qui "ci" sostituisce "da Rita" e corrisponde a "der" in norvegese. Ci sono due penne sul tavolo? - No, non ci sono due penne. Qui "ci" sostituisce "sul tavolo" e corrisponde a "det=der" in norvegese.

Attenzione: non confondere "ci= der, dit" con "ci=oss": Ci vediamo = vi sees = vi ser hverandre. Ci sentiamo = vi snakkes = vi snakker med hverandre.

"Ci" può anche sostituire una una cosa, ad esempio: Nel cappuccino metto sempre due cucchiai di zucchero = ci metto sempre due cucchiai. PENSARCI, CREDERCI ED ESSERCI In alcuni casi "ci" può essere usato anche quando non parliamo di un posto. Questo succede spesso con i verbi "pensare" e "credere": Pensi spesso al tuo fidanzato? - Sì, ci penso spesso. In questo caso "ci" sostituisce "al tuo fidanzato" e può essere tradotto con "på ham" in norvegese. Giovanna pensa poco a tenersi in forma. Ci pensa solo prima dell'estate. Anche in questo caso "ci" può essere tradotto con "på det". Credi in quello che ti ho raccontato? - No, non ci posso credere. Anche in quest'ultimo caso "ci" corrisponde a "på det" .

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Quando usiamo le forme "c'è" e "ci sono", usiamo il pronome-avverbio "ci": Ci sono = der er + flertall = det er = det finnes (there are) C'è = der er + entall = det er = det finnes (there is) Altri verbi che usano la particella "ci" sono: Volerci = ci vuole, ci vogliono = det trengsMetterci = io ci metto, tu ci metti.... = det tar meg, det tar deg... Vedi la lezione 28 per i verbi "volerci" e "metterci".Anche il verbo "avere" quando significa "possedere", ma solo nell'italiano parlato, si può coniugare con "ci": Io c'ho una grande casa. (italiano parlato) Io ho una grande casa. (italiano scritto). LA POSIZIONE DELLE PARTICELLE "Ne" e "Ci". Il "ne" e il "ci" si mettono: 1) prima del verbo quando il verbo è coniugato: Quante mele compra Paolo? - Paolo ne compra due chili. Vieni a casa di Marco? - Sì ci vengo. 2) prima del verbo ausiliare (hjelpeverb) o insieme al verbo modale nei verbi composti:Paolo ne vuole comprare due chili. Paolo vuole comprarne due chili.Sì, ci voglio venire.Sì, voglio venirci. 3) con i tempi composti "ne" si usa prima del verbo ausiliare:Paolo ne ha comprati due chili.Sì, ci sono andato. 4) Quando il verbo è all'infinito, oppure all'imperativo, queste particelle si uniscono al verbo: Prenderne due chili. (infinito) Prendine due chili!Non prenderne due chili!Attenzione alla forma di cortesia dell'imperativo: Ne prenda due chili!Non ne prenda due chili! CI + NE Può succedere di trovare le particelle "ci" e "ne" insieme. In questo caso "ci" si trasforma in "ce": Nel quartiere dove abito ci sono tre pizzerie. Qui possiamo sostituire "quartiere" con "ci" e "pizzerie" con "ne", e possiamo semplicemente dire: Ce ne sono tre! (ci + ne = ce ne) Le particelle"ne", "ci" e "ce ne" vengono usate soprattutto nella lingua parlata.Il miglior modo per imparare ad usare "ne" e "ci" è la pratica. Ricordate che, all' inizio, è importante capire che cosa significano. Solo con il tempo si può imparare ad usarle.

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! VENTISETTESIMA LEZIONE

I doppi pronomiNella lingua parlata sostituiamo spesso l'oggetto della conversazione con un pronome. Analizza questa conversazione: Antonio: Hai comprato il regalo a Francesca? Luigi: Sì, le ho comprato il regalo. In questo caso sostituiamo "a Francesca" con il pronome indiretto "le". Possiamo anche sostituire "regalo" con il pronome diretto "lo": Antonio: Hai comprato il regalo a Francesca? Luigi: Sì, (le + lo) ho comprato. "le" diventa "glie" e si unisce a "lo": Le + Lo = Glie + Lo = Glielo La frase diventa: Luigi: Sì, glielo ho comprato. Siccome la lettera "h" è muta in italiano, possiamo anche scrivere: Luigi: Sì, gliel'ho comprato. Una particolarità della lingua parlata è la possibilità di ripetere due volte l'oggetto di una conversazione: Antonio: Hai comprato il regalo a Francesca? Luigi: Sì, glielo ho comprato il regalo.Oppure: Luigi: Sì, gliel'ho comprato a Francesca. Questo succede anche quando usiamo gli altri pronomi: Ci sei mai stato a Roma? - Sì, ci sono stato tante volte a Roma. In questo schema sono riassunti i doppi pronomi più usati nell'italiano parlato:

1) Attenzione all'uso di: glielo, gliela, glieli, gliele, gliene: "Glielo compro" può essere tradotto con: Lo compro a lui

INDIRETTI + DIRETTI ( lo, la, li, le ) e "ne"

mi me lo, me la, me li, me le, me ne

ti te lo, te la, te li, te le, te ne

gli, le glielo, gliela, glieli, gliele, gliene

ci ce lo, ce la, ce li, ce le, ce ne

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Lo compro a leiLo compro a Lei (formale).Lo compro a loro. 2) Attenzione ai pronomi diretti che possono sostituire un'intera frase: Ho detto a Maria che Paolo si è innamorato di una ragazza svedese. = glielo ho detto Gli= a Maria Lo= che Paolo si è innamorato di una ragazza svedese 3) Attenzione: quando parliamo di una quantità usiamo "ne": Io compro a Caterina una dozzina di rose rosse. = Gliene compro una dozzina. Gli= a CaterinaNe= di rose rosse La posizione dei doppi pronomi in una frase Quando il verbo è coniugato, i doppi pronomi vengono messi prima del verbo: Sì, glielo compro. La stessa cosa succede con l'imperativo nella forma di cortesia (Lei): Glielo compri!Non glielo compri! Quando il verbo è all'infinito, si uniscono al verbo: Devo comprarglielo. La stessa cosa succede nell'imperativo (tu): Compraglielo!Non comprarglielo. Con i modali possiamo mettere il doppio pronome sia prima del gruppo verbale che dopo l'infinito: Glielo devo comprare.Devo Comprarglielo. Dobbiamo poi ricordare di fare l'accordo del participio quando necessario: Antonio: Hai comprato la maglietta a Francesca? Luigi: Sì, gliela ho comprata. I doppi pronomi sono una parte dell'italiano parlato e vengono usati nell'italiano scritto solo quando si riporta una conversazione diretta. Per un norvegese non è importante imparare ad usare i doppi pronomi. Si può parlare un italiano corretto anche senza usarli.

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! VENTOTTESIMA LEZIONE

I verbi pronominaliI verbi pronominali sono un'unione tra un verbo e una o due particelle pronominali. Quando aggiungiamo uno o più pronomi ad un verbo cambiamo il significato del verbo. Ad esempio il verbo "prendere" può avere diversi significati: Il libro, posso prenderlo io. (Boken, jeg kan ta den).Devi prenderti una pastiglia. (Du må spise en tablett).Non prendertela! (Ikke bli sur!).Lui vuole prendersela con Marco. (Han vil bli sur på Marco).Lui potrebbe prenderla bene (Han bør ikke reagere på det). Per prenderci gusto… (For å begynne å like noe…).A) VERBI CON "CI": CAPIRCI = Å FORSTÅ NOE AV NOEN/NOENon ci capisco niente!(Voi) Ci avete capito qualcosa della lezione di ieri? Attenzione: non confondere il verbo "capirci" con il verbo riflessivo "capirsi": Noi ci capiamo = Vi forstår hverandre (oss).CREDERCI = Å TRO PÅ DET(Io) Ci credo a quello che lei mi ha raccontato. ESSERCI = Å VÆRE DER, DET FINNESC'è un uomo, ci sono diversi uomini.Può esserci un uomo, Possono esserci diversi uomini.METTERCI = Å BRUKE (+ TID) Quanto tempo ci metti in treno da Roma a Milano? - (Io) Ci metto quattro ore con l'EUROSTAR. PENSARCI = Å TENKE PÅ NOE/NOENCi pensi spesso (ad Enrico)? - Sì, ci penso spesso.RIFLETTERCI = Å TENKE OVER NOE Riflettici, dove eri ieri alle (ore) nove? VOLERCI = DET TRENGS Ci vuole il vino bianco per fare un buon risotto.Quanto tempo ci vuole in treno da Roma a Milano? - Ci vogliono quattro ore con l'EUROSTAR. Attenzione: Non possiamo dire "io ci vogliono quattro ore". Il verbo "volerci" ha solo due forme, la terza persona singolare (vuole) e la terza persona plurale (vogliono) e si coniuga in rapporto a quello che viene dopo il verbo. B) VERBI CON "SI" E "NE": ANDARSENE = Å FORLATE ET STED, Å STIKKE AVMe ne vado adesso.Siamo andati a dormire dopo che gli ospiti se ne sono andati via.Gli ho detto di non andarsene, ma lui non mi ha ascoltato.OCCUPARSENE = Å PÅTA SEG NOE Non preoccuparti, me ne occupo io di questo problema. Non so lavare i maglioni di lana. Se ne occupa sempre mia moglie.

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C) VERBI SUL MODELLO DI "PIACERE": BASTARE + pronome indiretto = Å VÆRE NOK - DET HOLDER Mi basta/bastano, ti basta/bastano, gli/le basta/bastano, ci basta/bastano, vi basta/bastano, gli basta/bastano. Esempi: Mi basta bere un espresso per svegliarmi la mattina presto.I soldi che mi hai dato mi dovrebbero bastare per fare tutta la spesa.Vi bastano dieci minuti per finire l'esercizio? MANCARE + pronome indiretto = Å SAVNEMi manca/mancano, ti manca/mancano, gli/le manca/mancano, ci manca/mancano, vi manca/mancano, gli manca/mancano. Esempi:Ho nostalgia della mia famiglia. Mi manca tanto mia mamma.Mi mancano due libri. Devo averli persi durante il trasloco.Gli mancava molto la sua ragazza. Le telefonava ogni giorno.Attenzione: Il verbo "mancare" coniugato con i pronomi personali (io, tu, lui, noi…) significa "å ikke være tilstede". Esempio: Tu manchi spesso. Noi invece siamo sempre andati al corso d'italiano. SEMBRARE + pronome indiretto = DET SYNES Å VÆRE Mi sembra/sembrano, ti sembra/sembrano, gli/le sembra/sembrano, ci sembra/sembrano, vi sembra/sembrano, gli sembra/sembrano. Esempi:Guarda chi sta arrivando! Mi sembra il tuo amico Antonio.Queste verdure non mi sembrano fresche.Ci sembrava strano, ma aveva ragione!Attenzione: Il verbo "sembrare" coniugato con i pronomi personali (io, tu, lui, noi…) significa "å se ut". Esempi: Lui sembra Antonio.Le verdure sembrano fresche.Questo film sembra strano, non so se continuerò a vederlo fino alla fine.SERVIRE + pronome indiretto = Å TRENGE Mi serve/servono, ti serve/servono, gli/le serve/servono, ci serve/servono, vi serve/servono, gli serve/servono. Esempi: Mi serve del vino per fare un buon risotto.Mi servono 100 grammi di riso per fare un risotto per due persone.Fammi sapere cosa gli serve, così gli porto tutto domani.Quello non mi serviva, quindi gliel'ho restituito.Attenzione: Il verbo "servire" coniugato con i pronomi personali (io, tu, lui, noi…) significa "å tjene noen". Il verbo riflessivo "servirsi" significa "å forsyne seg" Esempi:In chiesa, durante la messe, il prete serve il Signore.Il cameriere serve adesso un altro cliente.Non c'erano molti clienti in quel ristorante per questo motivo il cameriere ci ha serviti subito. Servitevi pure, il pranzo è "à buffet".D) ALTRI VERBI PRONOMINALI Aspettarsela = å forvente seg noeSono molto contento, oggi mi ha chiamato un vecchio amico. Non me lo aspettavo.Avercela = å være sur på noen på grunn av noeSei arrabbiato? Con chi ce l'hai? Averne = å ha nok av noe eller noen Ne ho abbastanza, adesso devi andare via! Bersela = å tro på en unnskyldningMi ha detto che non poteva venire perché era malato, ma nessuno se la è bevuta!Cavarsela = å klare segMarco se la cava abbastanza bene come babysitter.

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Farcela = å klare seg, å lykkesCe l'ho fatta senza il tuo aiuto.Fregarsene = å gi blaffenNon me ne frega! Anche se non vengono, partiamo lo stesso.Godersela = å nyte noe godt på et sted - å nyte en situasjonBravo Michele! Lui adesso se la gode al mare in Sardegna!Intendersela = å ha god kjemi med noen Se la intendono bene, secondo me lui si è già innamorato di lei.Lavarsene le mani = å si fra seg ansvaretIl direttore se ne è lavato le mani, dice che la responsabilità non è la sua.Mettercela = å gjøre sitt besteCe la sto mettendo tutta, ma non credo di riuscire a passare l'esame di latino.Passarsela = å ha det utmerketCaterina se la passa bene in Spagna. Ha conosciuto tanti nuovi amici.Pensarla = å ha et syn på en sakSe la pensi così non abbiamo più niente da dirci.Prendersela = å reagere på noe, å bli fornærmet/surLoro se la sono presa quando hanno saputo che non li avevamo invitati al matrimonio.

Rendersene (conto) = å legge merke til Cristina aveva un nuovo taglio di capelli, ma io non me ne sono reso conto.Rimanersene = å forbli på et stedMe ne rimango a casa questo sabato sera, non mi sento in forma.Rimetterci = å tape pengerNon è stato un buon investimento. Ci ho rimesso un sacco di soldi.Ritornarsene = å komme seg tilbake til et stedÈ tardi, me ne ritorno a casa adesso, domani devo alzarmi presto.Sentirsela = å føle seg klar til noeNon me la sento di dare l'esame di filosofia il prossimo mese.Smetterla = å kutte ut/ å slutte med noe, å holde oppA che ora la smetteranno di fare tutto questo rumore? Sono già le undici!Spassarsela = å more seg litt ekstraCe la siamo proprio spassata alla festa di Giulio ieri sera!Squagliarsela = å rømme vekk fra et stedI ladri se la sono squagliata appena hanno sentito le sirene della polizia.Starci = å være med å godta noeNon ci sto, questa non è una decisione che io posso prendere da solo.Starsene = sinonimo di "rimanersene" Me ne sto a casa questo sabato sera, non mi sento in forma. Tornarsene = sinonimo di "ritornarsene" È tardi, me ne torno a casa adesso, domani devo alzarmi presto.

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! VENTINOVESIMA LEZIONE

La forma passivaIn una frase abbiamo sempre un soggetto, un verbo e un oggetto: Marco ripara la bicicletta. In questa frase "Marco" è il soggetto, "riparare" è il verbo, mentre "la bicicletta" è l'oggetto. In alcune frasi non è importante mettere il soggetto della frase. Ad esempio, in questa frase: Il ladro ha rubato il quadro. possiamo eliminare il soggetto "il ladro", perché generalmente è "un ladro" il soggetto dell'azione "rubare". Quindi possiamo anche dire: Il quadro è stato rubato dal ladro. oppure più semplicemente: Il quadro è stato rubato. Quando mettiamo l'oggetto di una frase prima del verbo abbiamo la forma passiva. La forma passiva è utilizzata molto spesso dai giornalisti per scrivere il titolo di una notizia: Il fuoco è stato spento subito (dai vigili del fuoco). La legge è stata approvata (dal parlamento).L'Euro è scambiato a 9 corone norvegesi.In italiano possiamo usare anche il verbo "venire" per fare la forma passiva: L'Euro viene scambiato a 9 corone norvegesi. Attenzione: non possiamo usare il passato con "venire" quando nella frase attiva abbiamo un verbo composto, come ad esempio il passato prossimo: Quando usiamo la forma passiva cambiamo il tempo del verbo:

PRESENTE

  singolare   plurale  

frase attiva:   Piero legge la lettera.   Piero legge le lettere.  

frase passiva:   La lettera è letta.   Le lettere sono lette.  

passivo con venire:   La lettera viene letta.   Le lettere vengono lette.  

 

PASSATO PROSSIMO

  singolare   plurale  

frase attiva:   Piero ha letto la lettera.   Piero ha letto le lettere.  

frase passiva:   La lettera è stata letta.   Le lettere sono state lette.  

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La forma passiva con il pronome "si" La forma passiva si può fare anche usando la costruzione "si" + verbo + oggetto: Frase attiva: Gli italiani comprano molti vestiti e bevono il vino dopo i pasti. Frase passiva: In Italia si comprano molti vestiti e si beve il vino dopo i pasti.

 

IMPERFETTO

  singolare   plurale  

frase attiva:   Piero leggeva la lettera.   Piero leggeva le lettere.  

frase passiva:   La lettera era letta.   Le lettere erano lette.  

passivo con venire:   La lettera veniva letta.   Le lettere venivano lette.  

 

FUTURO

  singolare   plurale  

frase attiva:   Piero leggerà la lettera.   Piero leggerà le lettere.  

frase passiva:   La lettera sarà letta.   Le lettere saranno lette.  

passivo con venire:   La lettera verrà letta.   Le lettere verranno lette.  

 

CONDIZIONALE

  singolare   plurale  

frase attiva:   Piero leggerebbe la lettera.   Piero leggerebbe le

lettere.  

frase passiva:   La lettera sarebbe letta.   Le lettere sarebbero lette.  

passivo con venire:   La lettera verrebbe letta.   Le lettere verrebbero lette.  

 

Attenzione: Con il verbo "dovere" possiamo usare "andare" per fare il passivo:

 

PRESENTE CON "DOVERE"

  singolare   plurale  

frase attiva:   Piero deve leggere la lettera.   Piero deve leggere le lettere.  

frase passiva:   La lettera deve essere letta.   Le lettere devono essere

lette.  

passivo con venire:   La lettera va letta.   Le lettere vanno lette.  

 

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Attenzione alla costruzione: - "si" + "verbo alla terza persona singolare" + "oggetto al singolare"; - "si" + "verbo alla terza persona plurale" + "oggetto al plurale"; Attenzione a non confondere il "si-passivo" con il "si-impersonale". Con il "si-impersonale" il verbo non ha un oggetto e va sempre coniugato alla terza persona singolare. "Si-impersonale" = In Italia si compra bene. Con il "si-passivo" il verbo può essere coniugato alla terza persona plurale se l'oggetto che viene dopo il verbo è al plurale: "Si-passivo" = In Italia si comprano molte macchine. Per gli amanti della grammatica, il "si-passivo" può essere costruito solo con i verbi che prendono un oggetto diretto (verbi transitivi).

! TRENTESIMA LEZIONE

I tempi compostiI tempi dei verbi, possono essere divisi in due gruppi: i tempi semplici e quelli composti. I tempi semplici sono formati da un solo verbo: - il presente (io parlo); - l´imperfetto (io parlavo); - l´imperativo (parla!); - il futuro (parlerò); - il condizionale presente (parlerei).I tempi composti sono formati da due o più verbi: - il passato prossimo (ho parlato); - il trapassato prossimo (avevo parlato); - il futuro anteriore (avrò parlato); - il condizionale passato (avrei parlato).Attenzione: - Stare + gerundio (sto parlando); - Stare per + infinito (sto per parlare); - e i verbi modali (voglio -, posso -, devo -, so parlare); non sono tempi composti, ma solo costruzioni verbali.IL TRAPASSATO PROSSIMO Questo tempo composto si trova anche nella lingua norvegese (pluskvamperfektum).Questo tempo è formato dall´imperfetto del verbo ausiliare (essere o avere) e dal participio passato del verbo principale: Esempio: “Ieri a mezzogiorno avevo molta fame perché non avevo fatto colazione”.

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“Avevo fatto” = trapassato prossimo Il trapassato si usa per indicare un´azione o una situazione che succede prima di un´altra azione o situazione nel passato:

Altri esempi: Lei era già uscita quando io sono tornato a casa.Dopo che avevo risposto alla lettera, ho capito che era meglio telefonare.IL FUTURO ANTERIORE Il futuro anteriore si forma con il futuro semplice dell´ausiliare (essere o avere) e il participio passato del verbo principale. Esempio: Quando avrò imparato l´italiano, mi trasferirò in Italia. Il futuro anteriore si usa per indicare un´azione o una situazione che succede prima di un´altra azione o situazione nel futuro:

Nota bene: “anteriore” significa “che viene prima”. Altri esempi: Forse laverò la macchina dopo che avrà finito di piovere.Appena mia moglie sarà tornata da fare la spesa, inizierò a preparare da mangiare.Nota bene: il futuro semplice e quello anteriore si usano solo per esprimere il dubbio. Senza il dubbio possiamo sostituire il futuro anteriore con il passato prossimo: Mi trasferisco in Italia il prossimo anno dopo che ho imparato l´italiano. Ho deciso, lavo la macchina dopo che ha finito di piovere.Preparo da mangiare appena mia moglie è tornata da fare la spesa.IL CONDIZIONALE PASSATO Il condizionale passato si forma con il condizionale presente dell´ausiliare (essere o avere) e il participio passato del verbo principale. Nella grammatica norvegese corrisponde al "2. kondisjonalis" (jeg skulle/ville ha snakket). Esempio: Mi aveva promesso che mi avrebbe portato un bel regalo da Parigi. Il condizionale passato si usa per indicare un´azione o una situazione che doveva succedere nel passato ma che non è successa. Altri esempi: Saremmo andati con lui, ma non aveva posto in macchina.Avrei preferito comprare un pollo arrosto, invece di questa solita pizza congelata.Ricorda che preferiamo usare i verbi modali con il condizionale: Saremmo dovuti andare con lui, ma non aveva posto in macchina.

PRIMA:    DOPO:

"non avevo fatto colazione"    "avevo molta fame"

PRIMA:    DOPO:

"avrò imparato l´italiano"    "mi trasferirò in Italia"

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Avrei potuto comprare un pollo arrosto, invece di questa solita pizza congelata.

Hai domande sull’uso del condizionale passato? Non esitare a contattarci, oppure leggi le risposte che abbiamo dato ad altri studenti nel nostro blog "Språkspalten".I TEMPI COMPOSTI CON I VERBI MODALII tempi composti si possono usare anche con i verbi modali. In questo caso abbiamo tre verbi insieme: l´ausiliare, il participio del modale e l´infinito del verbo principale. Esempi: Saremmo dovuti andare con lui, ma non aveva posto in macchina.Avrei potuto comprare un pollo arrosto, invece di questa solita pizza congelata.Maria e Giorgia sarebbero volute andare al mare con voi ieri.Avrei potuto aiutarlo, ma non sapevo che aveva bisogno di aiuto.Nina non ha dovuto comprare un vestito nuovo per la festa. Gliel´ho prestato io.Luisa è dovuta uscire per compare le uova. Grazie per avere saputo trovare una soluzione al nostro problema.

Attenzione alla declinazione del participio con il verbo "essere (sarei)":a) Avrei dovuto comprare... = Jeg måtte ha kjøpt...b) Sarei dovuto/a andare... = Jeg måtte ha gått...a) Avrei potuto comprare... = Jeg kunne ha kjøpt...b) Sarei potuto/a andare... = Jeg kunne ha gått...a) Avrei voluto comprare... = Jeg ville ha kjøpt...b) Sarei dovuto/a andare... = Jeg ville ha gått...

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! TRENTUNESIMA LEZIONE

I pronomi relativiI pronomi relativi sono parole che usiamo per mettere insieme due frasi che contengono un´informazione in comune. Il pronome relativo ci aiuta a non ripetere due volte l´informazione in comune. Esempio: Frase 1: La casa è la mia.Frase 2: Tu vedi la mia casa.Informazione comune: La casaFrase 1 + frase 2 = La casa che tu vedi è la mia.La parola “che” ci aiuta a mettere queste due frasi insieme. “Che” equivale al pronome norvegese ”som”. In Italiano possiamo tradurre “som” con: - Che; - Cui; - Il quale, la quale, i quali, le quali.Per gli amanti della grammatica, possiamo dire che in italiano non esiste, come in inglese (who, whom) e in francese (que, qui), una differenza tra il pronome relativo oggetto e quello soggetto.La casa che vedi è la mia (OGGETTO)Il ragazzo che sta parlando adesso è un mio amico. (SOGGETTO)Attenzione: ”chi” significa: ”hvem” o ”den som”.CUI Usiamo “cui” con i verbi che sono seguiti da una preposizione.Esempio “uscire con”:

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Frase 1: Carolina e Valentina sono le mie nuove colleghe.Frase 2: Io esco spesso con le mie nuove collegheInformazione comune: le mie nuove collegheFrase 1 + frase 2 = Le mie nuove colleghe, con cui esco spesso, sono Carolina e Valentina.Attenzione, non possiamo dire: Le mie nuove colleghe, che esco spesso con, sono Carolina e Valentina.Altri esempi: parlare di… = …di cui parlo, … = som jeg snakker om, …parlare a… = …a cui parlo, … = …som jeg snakker til, …venire da… = ….da cui vengo, … = …som jeg kommer fra, … abitare in… = …in cui abito, … = …som jeg bor i, …essere costruito su… = …su cui è costruito, … = …som er bygget på, …IL QUALE, LA QUALE, I QUALI, LE QUALINell´italiano scritto e nella lingua formale, possiamo usare: il/la quale (hvilken, hvilket) i/le quali (hvilke)al posto di “che” o la posto di “cui”. Esempio: Informale: La persona, con cui stavamo parlando, era il rettore.Formale: La persona, con la quale stavamo parlando, era il rettore.IL/I/LA/LE CUIQuesta è la forma possessiva del pronome relativo. Si può tradurre in norvegese con “hvis”, esempio: Puccini, le cui opere sono molto conosciute, ha sempre vissuto in Italia.(Puccini, hvis operaer er veldig kjent, bodde hele sitt liv i Italia).

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! TRENTADUESIMA LEZIONE

I verbi impersonaliI verbi impersonali sono verbi che descrivono un´azione o una situazione che non può essere collegata a una persona. Questi verbi si coniugano alla terza persona singolare.Sono verbi impersonali: - i verbi che descrivono una situazione atmosferica; - i verbi che introducono una necessità o un bisogno; - i verbi che introducono un avvenimento; - i verbi che descrivono un´apparenza.I verbi che descrivono una situazione atmosfericaQuesti verbi sono: piovere, nevicare, grandinare, tuonare, nevischiare, piovigginare, diluviare.

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Attenzione: con i verbi “piovere”, “nevicare” e “grandinare” usiamo il verbo “essere” come verbo ausiliare quando vogliamo evidenziare il risultato di un´azione: Questa mattina ha nevicato. = Det snødde i morges (men kanskje snøen har forsvunnet nå); Guarda Marco, è nevicato! = Se Marco, det har snødd (det ligger snø ute).Anche il verbo “fare” può essere utilizzato in modo impersonale quando parliamo di eventi atmosferici: fa caldo, fa freddo; fa bel tempo, fa brutto tempo; fa vento; fa buio (fa notte), fa luce (fa giorno).I verbi che introducono situazioni di necessità e bisogno (man må, det er nødvendig):Questi verbi sono: bisogna +, è necessario +, occorre +, basta + VERBO all'infinito (are, ere, ire).Questi verbi possono essere usati come sinonimi tra di loro. Esempi: Bisogna / è necessario/ occorre/ basta trovare insieme una soluzione a questo problema.Bisognerebbe / sarebbe necessario/occorrerebbe/ basterebbe uscire presto per non arrivare in ritardo.Bisognava/ era necessario/occorreva/ bastava pensarci prima, ora è troppo tardi.I verbi che introducono un avvenimento (å skje, å hende): è successo +, è avvenuto +, è capitato + OGGETTO.Anche questi verbi possono essere usati come sinonimi: Ieri è successo / è avvenuto / è capitato un incidente sulla strada statale 25.Può succedere/ può avvenire / può capitare un´altra volta.Un altro verbo simile è “accadere”. Questo verbo si usa sempre di meno nella lingua parlata:Gli eventi accaduti durante gli anni 30 hanno causato la seconda guerra mondiale.I verbi che descrivono un´apparenza (det virker som, det er nesten som, det ser ut som, det kjennes som)sembra di + VERBO all'infinito, parere + CHE + VERBO al congiuntivo.Attenzione: in questo caso devono essere coniugati senza il pronome indiretto e solo alla terza persona singolare: Con questo tempo sembra di stare in alta montagna. Sembrava di sentire delle voci, ma era solo la televisione.Ricordi Marcello? Pare che studi a Firenze adesso.Altri verbi impersonali sono: conviene + VERBO all'infinito, risulta + AGGETTIVO, si tratta di... + VERBO / + OGGETTO Conviene (det lønner seg) comprare le scarpe quando ci sono gli sconti.Quando c`è così tanto rumore, risulta (det resulterer i at det er) difficile capire quello che dice. Si tratta di (det handler om) una decisione molto importante che va presa insieme.

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! TRENTATREESIMA LEZIONE

I pronomi reciprociQuando vogliamo parlare di un´azione che avviene tra due o più persone possiamo usare in norvegese il pronome “hverandre”.In italiano possiamo tradurre “med hverandre” con l´espressione “l´un l´altro”. Dobbiamo però ricordare che il verbo in italiano diventa riflessivo. Esempio: Ci siano parlati l´un l´altro (anche: Ci siano parlati l´uno con l´altro). Sonia e Monica si sono aiutate l´un l´altra (anche: l´una con l´altra).Vi dovete voler bene gli uni le altre (anche: gli uni con le altre).Si può rendere lo stesso significato usando gli avverbi “reciprocamente” e “a vicenda”, esempio: Ci siano parlati a vicenda (anche: Ci siano parlati reciprocamente).Sonia e Monica si sono aiutate a vicenda (anche: reciprocamente).Vi dovete voler bene a vicenda (anche: reciprocamente).Quando intendiamo dire “mot hverandre” e solo quando “mot” può essere tradotto con “against” in inglese, usiamo la forma “l´uno contro l´altro”. In questo caso non usiamo il verbo nella forma riflessiva: Le due squadre hanno giocato l´una contro l´altra. I partiti politici polemizzano sempre gli uni contro gli altri. Martino e Anna hanno urtato l´uno contro l´altra mentre uscivano dal parcheggio.

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! TRENTAQUATTRESIMA LEZIONE

Il passato remotoIl passato remoto non viene più utilizzato nella lingua parlata. Si usa generalmente solo nella lingua scritta, in questi tre casi: 1) per raccontare vicende storiche: Il Colosseo fu costruito tra il 72 e l'80 DC.2) per scrivere biografie: L'imperatore Augusto non ebbe figli.3) per riportare discorsi diretti: "Quanti anni hai?" - mi chiese. "Ho 35 anni." - gli risposi.Nella lingua latina e nell’italiano antico non esisteva il passato prossimo e si usava solo il passato remoto.Nell'italiano moderno, il passato prossimo ha quasi completamente sostituito il passato remoto. Solo in Toscana e in Sicilia, il passato remoto viene ancora usato nella lingua parlata. Gli italiani che non abitano in queste due regioni, usano raramente questo tempo che, per molti, può essere difficile da coniugare: Come si coniuga?

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I verbi della prima e della terza coniugazione (-are e -ire) sono in genere regolari, mentre quelli della seconda sono in genere irregolari.

Come si usa? Il passato remoto segue le stesse regole del passato prossimo rispetto all´imperfetto, ad esempio: Mentre parlavo al telefono, è arrivato Gianni. = Mentre parlavo al telefono, arrivò Gianni. Il passato remoto dei tempi più usati ESSERE : fui, fosti, fu, fummo, foste, furono. AVERE : ebbi, avesti, ebbe, avemmo, aveste, ebbero. ANDARE : andai, andasti, andò, andammo, andaste, andarono. VENIRE : venni, venisti, venne, venimmo, veniste, vennero. FARE : feci, facesti, fece, facemmo, faceste, fecero. STARE : stetti, stesti, stette, stemmo, steste, stettero. VOLERE : volli, volesti, volle, volemmo, voleste, vollero. POTERE : potei, potesti, poté, potemmo, poteste, poterono. SAPERE : seppi, sapesti, seppe, sapemmo, sapeste, seppero. DOVERE : dovetti, dovesti, dovette, dovemmo, doveste, dovettero. DARE : diedi, desti, dette, demmo, deste, diedero. DIRE : dissi, dicesti, disse, dicemmo, diceste, dissero. CHIEDERE : chiesi, chiedesti, chiese, chiedemmo, chiedeste, chiesero. LEGGERE : lessi, leggesti, lesse, leggemmo, leggeste, lessero. METTERE : misi, mettesti, mise, mettemmo, metteste, misero. MORIRE : morii, moristi, morì, morimmo, moriste, morirono. NASCERE : nacqui, nascesti, nacque, nascemmo, nasceste, nacquero. RISPONDERE : risposi, rispondesti, rispose, rispondemmo, rispondeste, risposero. SCRIVERE : scrissi, scrivesti, scrisse, scrivemmo, scriveste, scrissero. VEDERE : vidi, vedesti, vide, vedemmo, vedeste, videro. VIVERE : vissi, vivesti, visse, vivemmo, viveste, vissero. Il trapassato remotoIl trapassato remoto si usa per indicare un´azione o una situazione che succede prima di un´altra azione o situazione indicata con il passato remoto. Si forma come il trapassato prossimo, usando il passato remoto del verbo ausiliare. Il trapassato remoto può anche essere sostituito dal trapassato prossimo: Ebbe mangiato = Aveva mangiatoFu arrivato/a = era arrivato/a

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ARE ERE IRE io -ai -ei -ii

tu -asti -esti -isti lui/lei -ò -é -ì

noi -ammo -emmo -immo voi -aste -este -iste

loro -arono -erono -irono

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! TRENTACINQUESIMA LEZIONE

Il modo congiuntivoIn italiano dividiamo i tempi dei verbi in quattro modi verbali: - il modo indicativo per parlare di azioni e situazioni oggettive (objektiv = saklig); - il modo condizionale per esprimere dubbio, desideri e per dare consigli; - il modo imperativo per dare ordini ed incitare; - il modo congiuntivo per parlare di azioni e situazioni soggettive (subjektiv = som er avhengig av subjektet) oppure irreali.Modo indicativo: - presente (io parlo) - passato prossimo (io ho parlato) - imperfetto (io parlavo) - futuro semplice (io parlerò) - trapassato prossimo (io avevo parlato) - futuro anteriore (io avrò parlato) - passato remoto (io parlai) - trapassato remoto (io ebbi parlato).Modo condizionale: - presente (io parlerei) - passato (io avrei parlato) Modo imperativo: - presente (parla!) Modo congiuntivo: - presente (che io parli) - imperfetto (che io parlassi) - passato (che io abbia parlato) - trapassato (che io avessi parlato) Il modo congiuntivo non piace molto agli italiani che spesso lo evitano. Il congiuntivo da un tocco di eleganza alla lingua, ma il suo uso sta purtroppo diminuendo nella lingua parlata. TAVOLA DELLE CONIUGAZIONI

ALCUNI VERBI IRREGOLARI AVERE presente: abbia, abbia, abbia, abbiamo, abbiate, abbiano; imperfetto: avessi, avessi, avesse, avessimo, aveste, avessero;ESSERE presente: sia, sia, sia, siamo, siate, siano;

Presente ARE ERE IRE -i -a -a -i -a -a -i -a -a -iamo -iamo -iamo -iate -iate -iate -ino -ano -ano

   

Imperfetto ARE ERE IRE -assi -essi -issi -assi -essi -issi -asse -esse -isse -assimo -essimo -issimo -aste -este -iste -assero -essero -issero

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imperfetto: fossi, fossi, fosse, fossimo, foste, fossero;ANDARE presente: vada, vada, vada, andiamo, andiate, vadano;imperfetto: andassi, andassi, andasse, andassimo, andaste, andassero;VENIRE presente: venga, venga, venga, veniamo, veniate, vengano; imperfetto: venissi, venissi, venisse, venissimo, veniste, venissero;POTERE presente: possa, possa, possa, possiamo, possiate, possano; imperfetto: potessi, potessi, potesse, potessimo, poteste, potessero; VOLEREpresente: voglia, voglia, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano; imperfetto: volessi, volessi, volesse, volessimo, voleste, volessero; SAPERE presente: sappia, sappia, sappia, sappiamo, sappiate, sappiano; imperfetto: sapessi, sapessi, sapesse, sapessimo, sapeste, sapessero;DOVEREpresente: debba, debba, debba, dobbiamo, dobbiate, debbano; imperfetto: dovessi, dovessi, dovesse, dovessimo, doveste, dovessero; STARE presente: stia, stia, stia, stiamo, stiate, stiano,imperfetto: stessi, stessi, stesse, stessimo, steste, stessero;FARE presente: faccia, faccia, faccia, facciamo, facciate, facciano;imperfetto: facessi, facessi, facesse, facessimo, faceste, facessero.

I TEMPI COMPOSTI I tempi composti si formano utilizzando il congiuntivo presente ed imperfetto del verbo ausiliare: PASSATO Andare: sia andato/a, sia andato/a, sia andato/a, siamo andati/e, siate andati/e, siano andati/e.Parlare: abbia parlato, abbia parlato, abbia parlato, abbiamo parlato, abbiate parlato, abbiano parlato.TRAPASSATO Andare: fossi andato/a, fossi andato/a, fosse andato/a, fossimo andati/e, foste andati/e, fossero andati/e.Parlare: avessi parlato, avessi parlato, avesse parlato, avessimo parlato, aveste parlato, avessero parlato.COME E QUANDO USARE IL CONGIUNTIVO Il congiuntivo si usa per parlare di qualcosa di soggettivo, quindi di: volontà, desideri, opinioni, dubbi, timori, sentimenti e di speranze. Questi sono alcuni esempi con le espressioni più utilizzate per esprimere: - Volontà Volere che: Voglio che tu faccia come dico. Decidere che: Ho deciso che sia così.- Desiderio

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Augurarsi che: Mi auguro che non succeda niente. Desiderare che: Desidero che l´esame non sia difficile. Sperare che: Non ho l´ombrello, spero che non piova. - Opinione Credere che: Credo che tu abbia ragione. Pensare che : Penso che lui abbia avuto una bella idea.- Dubbio Dubitare che: Dubito che possa venire. Domandarsi se: Mi domando se sia necessario fare la fila qui. Chiedersi se: Mi chiedo se debba partire proprio oggi. Non essere sicuro che: Non siamo sicuri che il treno sia in ritardo.- Timore Avere paura che: Ho paura che siano arrivati troppo tardi. Temere che: Temo che stia per scoppiare un temporale.- Sentimento Dispiacere che: Ci dispiace che sia dovuto partire così presto. Essere contento che: Sono contento che tu abbia trovato una casa nuova. - Speranza Aspettarsi che: Mi aspetto che la polizia faccia il suo dovere. Non vedere l´ora che: Non vedo l´ora che arrivi l´estate.CONGIUNTIVO E VERBI IMPERSONALI Il congiuntivo si utilizza anche con: È importante che: È importante che tutto sia fatto bene. Occorre/ bisogna/ è necessario che: Bisogna che faccia caldo per piantare i fiori. È possibile/ probabile che: È possibile che non vengano come previsto. Basta che: Per sentire la musica, basta che si alzi il volume. Si dice che: Si dice che quel negozio sia fallito. È meglio/ conviene che: È meglio che sia sincero. È giusto che: È giusto che si dimettano a causa dello scandalo. Succede che: Succede che la distanza rafforzi l'amore.CONGIUNTIVO E CONGIUNZIONI Con queste congiunzioni usiamo sempre il congiuntivo: Prima che, Senza che, In modo che, Benché, Sebbene, Purché, Malgrado, A patto che, A meno che, Come se, Affinché, Nonostante, Tranne che. NELLE FRASI SUPERLATIVE E IN ALCUNE COMPARATIVE Il congiuntivo viene usato anche in alcuni modi di dire, ad esempio: È il più buon gelato che io abbia mai mangiato. (Superlativo); Questo libro è più bello di quanto credessi. (Comparativo).COME EVITARE DI USARE IL CONGIUNTIVO Il miglior modo per imparare ad usare il congiuntivo è cercare di evitarlo. Il congiuntivo si può evitare usando il futuro o il condizionale quando vogliamo esprimere un dubbio:

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Credo che piova. (Congiuntivo) Credo che pioverà. (Futuro) Credo che potrebbe piovere. (Condizionale) Il congiuntivo si può evitare usando la preposizione "di + infinito" al posto della congiunzione "che + congiuntivo": Penso che Carlo decida di venire alla festa. Penso di convincere Carlo a venire alla festa.Oppure utilizzando altre espressioni: Secondo me Carlo decide di venire alla festa. Probabilmente Carlo viene alla festa. IL CONGIUNTIVO NELLE ALTRE LINGUE Norvegese: Leve Kongen! Norvegese: Jeg ønsker jeg var deg.Inglese: I ask that he not be punished.Inglese: I wish he were there.Francese: Il est possible qu’il vienne.Tedesco: Wenn Jörg ein Auto hätte, hätten wir Angst.

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! ULTIMA LEZIONE

Il periodo ipoteticoIl periodo ipotetico è una frase che usiamo per descrivere una situazione possibile o impossibile nel presente o nel passato. Le ipotetiche sono sempre formate da due elementi. Il primo elemento si chiama "condizione" il secondo si chiama "conseguenza". Esempio: Se domani piove, vado a lavoro in autobus. Se domani piove = condizioneIo vado a lavoro in autobus = conseguenzaLa condizione viene generalmente introdotta da: - se- qualora- nel caso in cui - nel caso cheLe ipotesi possono essere fatte su fatti reali, ovvero fatti che possono accadere realmente, e su fatti che non sono successi, ovvero irreali.

RealtàQuesto modello si usa per esprimere una situazione o un´azione molto probabile quindi possibile:

condizione conseguenza

se + "presente" o "futuro semplice" "presente" o "futuro semplice"

Se non pioverà andrò a lavoro in bicicletta

Se non piove vado a lavoro in bicicletta

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Possibilità Questo modello si usa per esprimere una situazione o un'azione poco probabile ma possibile:

Impossibilità (irrealtà) Questo modello si usa per esprimere una situazione o un'azione non impossibile nel passato ma impossibile o irreale nel presente:

Il gerundio nelle frasi ipotetiche Le frasi ipotetiche possono essere semplificate utilizzando il gerundio al posto del congiuntivo nella frase che esprime la condizione: Ad esempio, questa frase ipotetica: Se avessi più soldi, comprerei una casa al mare.può essere trasformata in:

Attenzione: il gerundio è un tempo non personale, quindi è importante che il soggetto della condizione sia lo stesso della conseguenza. Avendo (lei) più tempo libero, (lei) imparerebbe una lingua straniera. Altri esempi: Sapendo cosa fare, avrei potuto risolvere il problema.Mangiando bene, perderebbe un po´ di peso. Parlando piano, tutti avrebbero sentito.

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condizione conseguenza

se + "congiuntivo imperfetto" "condizionale presente"

Se non piovesse andrei a lavoro in bicicletta

condizione conseguenza

se + "congiuntivo passato" "condizionale passato"

Se non avesse piovuto sarei andato a lavoro in bicicletta

condizione conseguenza

Avendo più soldi comprerei una casa al mare

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