"gioiademocratica" maggio 2011

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gioia gioiademo democratica cratica 1 Maggio 2011 I l primo maggio di quest’anno si connota di nuovi valori e moti- vazioni che ne fanno ancora una volta, una importante occasione di ri- flessione e di mobilitazione per i lavo- ratori e per i cittadini. La prima motivazione riguarda la sua coincidenza con la ricorrenza del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, la seconda, è rappresentata dalle pesanti conseguenze che la crisi economica sta determinando sulla occupazione, sulla economia reale del paese, sui redditi delle famiglie. Una condizione questa che ha ali- mentato un messaggio di maggiore unità del paese di cui i lavoratori e il mezzogiorno si son fatti inter- preti durante le celebrazioni del 17 marzo e che auspicano,possa essere raccolta dal Paese intero. Un forte messaggio di unità che richiama i lavoratori e le proprie organizzazioni sindacali a porsi nell’ottica di superare le attuali divisioni che risultano incomprensi- bili di fronte ad una crisi così acuta e che scarica sui più deboli, i suoi effetti nefasti. Dobbiamo avere la comune consapevolezza di quanto sia utile ri- Vanni Nicastri* 1° maggio: unità dei lavoratori, unità del paese Intervista a Fiore e i dubbi di Enzo Cuscito Dopo tanti rinvii passa il bilancio di previsione 2011, ma i distingui non finiscono mai Passaggio a livello: si chiude Il no di Paradiso e Dongiovanni, Tisci ritratta Primitivo di Gioia protago- nista al Vinitaly A raccontarcelo è Pasquale Caputi, collaboratore de “Il Corriere del Mezzogiorno”. Parla Sergio Povia Longo sta paralizzando la città. Servizio a pagina 4 Servizio a pagina 2 Segue a pagina 3 Servizio a pagina 3 gioia gioia demo demo cratica cratica gioia gioia demo demo cratica cratica Anno I n. 3 Maggio 2011 Supplemento a Paese&Paesi Distribuzione gratuita Agenzia Fondiaria-Sai - GIOIA DEL COLLE - Corso Garibaldi, 6 Tel. 0803431282 - 0803447075 - Fax. 0803441025 AGENTE GENERALE Antonello Bianco NON SI ALZERA’ PIU’ NON SI ALZERA’ PIU’ Hanno scialacquato 6 milioni di euro per opere fasulle, senza accertare se si poteva costruire un nuovo sottopasso in via Santeramo: e ora, vogliono far pagare alla collettività, altri 250.000 € per cofinanziare l’allargamento del ponte già compreso nel precedente finanziamento. Ma per fare questo, debbono chiudere il passaggio a livello, onorando l’accordo con le Ferrovie: che è esattamente quello che gli avevamo chiesto di fare tre anni fa. Grazie al voltafaccia di un consigliere di maggioranza, da sempre in contrasto col Sindaco, Longo potrà appaltare milioni di euro, facendo pagare un pedaggio salato alla città, per un ponte che le Ferrovie hanno detto di voler demolire tra qualche tempo. Per tre anni Longo ha tenuto duro sul passaggio a livello: che ora, dopo l’ennesimo imbroglio, non si alzerà più.

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Passggio a livello: si chiude

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gioiagioiademodemocraticacratica 1Maggio 2011

Il primo maggio di quest’anno si connota di nuovi valori e moti-vazioni che ne fanno ancora una

volta, una importante occasione di ri-fl essione e di mobilitazione per i lavo-ratori e per i cittadini.La prima motivazione riguarda la sua coincidenza con la ricorrenza del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, la seconda, è rappresentata dalle pesanti conseguenze che la crisi economica sta determinando sulla occupazione, sulla economia reale del paese, sui redditi delle famiglie. Una condizione questa che ha ali-mentato un messaggio di maggiore

unità del paese di cui i lavoratori e il mezzogiorno si son fatti inter-preti durante le celebrazioni del 17 marzo e che auspicano,possa essere raccolta

dal Paese intero. Un forte messaggio di unità che richiama i lavoratori e le proprie organizzazioni sindacali a porsi nell’ottica di superare le attuali divisioni che risultano incomprensi-bili di fronte ad una crisi così acuta e che scarica sui più deboli, i suoi effetti nefasti. Dobbiamo avere la comune consapevolezza di quanto sia utile ri-

Vanni Nicastri*

1° maggio: unità dei lavoratori, unità del paese

Intervista a Fioree i dubbi di EnzoCuscito

Dopo tanti rinvii passa il bilancio di previsione 2011, ma i distingui non fi niscono mai

Passaggio a livello: si chiude Il no di Paradiso e Dongiovanni, Tisci ritratta

Primitivo di Gioia protago-nista al VinitalyA raccontarcelo è Pasquale Caputi, collaboratore de “Il Corriere del Mezzogiorno”.

ParlaSergio Povia

Longo sta paralizzando la città.

Servizio a pagina 4Servizio a pagina 2Segue a pagina 3 Servizio a pagina 3

gioiagioiademodemocraticacratica gioiagioiademodemocraticacraticaAnno I n. 3 Maggio 2011 Supplemento a Paese&Paesi Distribuzione gratuita

Agenzia Fondiaria-Sai - GIOIA DEL COLLE - Corso Garibaldi, 6 Tel. 0803431282 - 0803447075 - Fax. 0803441025

AGENTE GENERALEAntonello Bianco

NON SI ALZERA’ PIU’NON SI ALZERA’ PIU’Hanno scialacquato 6 milioni di euro per opere fasulle, senza accertare se si poteva costruire un nuovo sottopasso in via Santeramo: e ora, vogliono far pagare alla collettività, altri 250.000 € per cofinanziare l’allargamento del ponte già compreso nel precedente finanziamento. Ma per fare questo, debbono chiudere il passaggio a livello, onorando l’accordo con le Ferrovie: che è esattamente quello che gli avevamo chiesto di fare tre anni fa. Grazie al voltafaccia di un consigliere di maggioranza, da sempre in contrasto col Sindaco, Longo potrà appaltare milioni di euro, facendo pagare un pedaggio salato alla città, per un ponte che le Ferrovie hanno detto di voler demolire tra qualche tempo. Per tre anni Longo ha tenuto duro sul passaggio a livello: che ora, dopo l’ennesimo imbroglio, non si alzerà più.

gioiagioiademodemocraticacratica2 Maggio 2011 Politica & Attualità

da pagina 1

1° maggio: unità dei lavoratori, unità del paese

Ho incontrato Tommaso Fiore a Putignano in un convegno dedicato al Piano di riordino

ospedaliero e gli ho pubblicamente chiesto che fi ne farà il nostro cosiddet-to “ospedale”. La tendenza generale, come è noto, è quella di eliminare i piccoli ospedali che non garantiscono qualità e sicurezza delle prestazioni: perciò in Puglia, nel medio periodo, si dovrà passare dagli attuali 59 ospedali a non più di 20. Infatti i tagli fi nanziari imposti dal governo, hanno determi-nato una drastica diminuzione delle prestazioni sanitarie in tutte le regioni. Per Gioia, dunque, l’ipotesi è quella di realizzare una Casa della salute, un in-novativo sistema di sanità territoriale, con gli ambulatori che ospiteranno i medici di famiglia, i pediatri, il punto di primo intervento, il 118, la guardia medica, i poliambulatori specialistici, il consultorio familiare, la riabilitazio-

ne, la porta unica di accesso (Pua), l’a-nagrafe assistiti, l’uffi cio ticket e cen-

Tommaso Fiore Assessore alla Sanità

tro unico di prenotazione, il servizio di diagnostica per immagini, la medicina del lavoro. Ecco perché, se la struttura sarà ade-guatamente programmata, la città potrebbe persino guadagnare in termini di effi cienza della assistenza sanitaria. Anche perché, la diagnostica si concen-trerà su quattro patologie prevalenti: l’ipertensione, le broncopatie, il diabete e lo scompenso cardiaco. Naturalmente i tempi sa-ranno quelli derivanti dal-la riorganizzazione in atto sul territorio. Non si tratta di tempi lunghi, comun-que. Ma molto dipenderà dal grado di adesione e di collaborazione dei medici

di base e dei direttori di distretto e di presidio.

“Gioia non sarà penalizzata”A dirlo è l’Assessore Regionale alla Sanità Fiore

di Paolo Covella

Tra i suoi tanti hobby, Piero Lon-go ha sicuramente quello del commercio, come dimostrano

Paolo Covella

Enzo Cuscito*Da alcuni mesi il Coordinamento delle opposizioni in Consiglio Co-munale, in un crescendo di iniziati-ve, auto convocazioni e denunce, è riuscito a mettere in crisi la Giunta Longo, incalzandola con una oppo-sizione attenta che ha saputo fare squadra contrastando il malgoverno della maggioranza ed avanzando proposte in linea con gli interes-si della città. Tommaso Bradascio, chiamato unanimemente a rivesti-re il ruolo di coordinatore, ha così potuto moltiplicare le sue già spe-rimentate capacità di denuncia e di proposta: dai mercatini abusivi, all’area mercatale, al bilancio, al bluff sulla chiusura del passaggio a livello, l’azione del coordinamento

è stata incalzante ed incessante. Col-pisce, pertanto, che proprio mentre l’impegno e la compattezza delle opposizioni sta producendo i suoi frutti, Bradascio abbia deciso a sor-presa, di dimettersi da coordinatore dell’opposizione consiliare, per una differente valutazione su un margi-nale emendamento al bilancio. La nostra speranza è che egli ci ri-pensi: perché è un vero peccato in-terrompere quel lavoro di gruppo e d’insieme che la città da tempo atten-deva. In ogni caso, il PD continuerà a lavorare per il rafforzamento del co-ordinamento delle opposizioni, quale condizione per allargare le alleanze in grado di sconfi ggere il centro de-stra che tanto danno sta arrecando alla città.

*(Segretario Pd Gioia del Colle)

Una scelta incomprensibile

Il mercante in fi era

dimensionare gli squilibri sociali che la crisi sta rendendo più acuti, così come la riduzione dei diva-ri territoriali che penalizzano in maniera particolare i lavoratori e i cittadini del Sud e che impedi-scono all’Italia di avere tassi di crescita superiori di quelli attuali e in linea con la media dei paesi più avanzati. Le odiose contrap-posizioni tra Nord e Sud d’Italia appaiono oggi ancor più ingiusti-fi cate alla luce di quelli che sono stati gli insuffi cienti risultati eco-nomici e sociali conseguiti dal Paese nella sua totalità. Il prodotto interno lordo della me-dia europea che collocava l’Italia nel 2000 al parametro 137, si at-testa nel 2009 all’indomani della crisi, al parametro 121, arretrando di ben 16 punti insieme al Sud.Tutto ciò, conferma che l’Italia, cresce o decresce nel suo insieme e di quanto sia profondamente sbagliato considerare il Sud come un problema e non come una op-portunità per l’intero Paese.Il governatore della Banca d’Italia afferma che lo sviluppo dell’Italia passa attraverso la crescita del mezzogiorno, dove si concentra il massimo della disoccupazione ed in particolare di quella giovanile, cioè dove, esistono le maggiori possibilità di crescita. Unità del paese e dei lavoratori che viene costantemente compromessa da-gli atti del Governo, attraverso la sottrazione di risorse destinate al sud, riducendo i fondi per garan-tire servizi essenziali ai cittadini, agevolando richieste corporative del Nord, riducendo il fi nanzia-mento per ammodernare l’appa-rato produttivo già depauperato come quello gioiese, alimentando la divisione dei lavoratori e tra le organizzazioni sindacali, ne-gandosi il ruolo di mediazione. La manifestazione unitaria per il 1 maggio a Marsala, esprime un forte messaggio di unità, allo stes-so modo sono certo che lo sciope-ro generale del 6 maggio indetto dalla CGIL, saprà indicare la stra-da per garantire equità e diritti ai lavoratori ed impedire per questa via, il declino del Paese.

*(Seg. Reg. Fillea Cgil Puglia)

Via Principe Amedeo, 27 - 70023 Gioia del Colle (Ba)Tel. e fax 0803430890

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le fi ere e i mercatini con i quali ha intasato la città per tre anni. L’oppo-sizione però, gli ha rotto il giocatto-lo, dimostrandogli che molti di quei commerci erano abusivi. E così il sin-

daco si è dedicato ad un altro tipo di commercio, sicuramente più sprege-vole: quello degli uomini. Tempo fa, in una intervista ad un giornale locale, minacciò di “comprarsi” alcuni consi-glieri della opposizione. Una afferma-zione gravissima: ma, da quando l’op-posizione sembra aver trovato il passo giusto, ha proseguito in questa attività nel suo stesso orticello. Sulla sua bancarella fi gura innanzi-tutto il Piano Urbanistico Generale col quale cerca di tenere a bada l’af-follato mondo degli ingegneri. Poi ci sono le chincaglierie varie, come gli incarichi, gli appalti, le assicurazioni, i lavoretti vari ecc.: i suoi consiglieri, fanno la ressa davanti al bancone. Col passare del tempo però, egli è diven-tato sempre più uno zaraffo e sempre meno l’intellettuale ed il politico di un tempo. Con questa nuova attività, egli ha tra-sformato la sua maggioranza in un continuo mercato delle vacche, ren-dendola la più squallida che si ricordi dagli anni che portarono al commis-sariamento del 1993. Longo infatti, sopravvive solo tenendo a bada la voracità dei suoi alleati. Così facendo però, rimane esposto a continui ricatti: la sua ormai è una maggioranza di 11 contro 10. Per questo disamministra la città e per questo occorre mandarlo a casa quanto prima.

gioiagioiademodemocraticacratica 3Maggio 2011 Politica & Attualità

Longo sta paralizzando la Città«Il Sindaco non ha capito che ora sarà un Vietnam»E’ meglio andare al voto, perché la

“sopravvivenza” di un’ammini-strazione non venga confusa con

la governabilità di un paese.Sergio Povia è chiaro ed afferma: “Il Sindaco non ha capito che ora sarà un Vietnam; da adesso in avanti dovrà as-sicurarsi sempre che non ci sia neanche una defezione, fosse addirittura per mo-tivi seri”.Ci dai il tuo giudizio alla fi ne del fi lm?“Il fi lm non è fi nito, e se devo dare un giudizio direi: inconcludente sulle que-stioni più importanti. Non c’è nulla che sia stato portato a compimento. E’il falò delle vanità.”Come andrà a fi nire?“Sul piano politico, io spero che questa amministrazione se ne vada a casa il pri-ma possibile perché Longo non parla di cose serie. Ripeto si è messo su un siste-ma inconcludente.”Te lo saresti aspettato?“No, mi aspettavo più spessore persona-le da Piero Longo.”Qual è l’assessore di questa giunta che i piace di più?“Io credo che un assessore debba avere

deleghe piene, e questo il sindaco non le ha rilasciate a nessuno, salvo a Santino Celiberti. La risposta, a questo punto, potrebbe essere assai semplice; non mi piace nessun assessore perché il sindaco non assolve al suo ruolo di coordinato-re.”Il problema, dunque, è nel manico…“Esatto.”Secondo te perché ha vinto il centro destra?“Non ha vinto Piero Longo, ha perso il centro-sinistra.”Se potessi tornare indietro quale tuo errore politico cancelleresti, sempre se ne hai fatti?“Ne ho fatti tanti e se potessi tornare in-dietro probabilmente analizzerei meglio i miei comportamenti da consigliere re-gionale. Ma tutte le scelte, anche quelle

Segio Povia

di cui non sono contento,sono il frutto di una sto-ria per cui, foto-gramma per foto-gramma, qualcosa la cancellerei ma complessivamente non ho niente da rimproverarmi.”Passaggio a livel-lo: qualcuno ad-debita a te il pec-cato originale…“Quel provvedi-mento fu votato all’unanimità. Se Vito Mastrovito non avesse deci-

so di sdraiarsi sui binari e il P.L. fos-

se stato chiuso a luglio 2007, noi non avremmo avuto più problemi. Vero è an-che che, se l’amministrazione successi-va alla mia avesse seguito meglio i lavo-ri di rifacimento dei due sottopassi, oggi non si sarebbe in queste condizioni.”Quanto contano i decibel emessi nel fare opposizione?“Io sono tendenzialmente un apostolo della non violenza e non mi piace nem-meno gridare, tuttavia alzare il tono del-la discussione serve anche a rendere più vivace il dibattito.”Che tipo di gruppo consiliare è quello del PD?“E’ un gruppo ben assemblato, sempre presente, siamo compatti ma questo è valido per tutta l’opposizione. ”Facci una confi denza, ma tu vuoi fare di nuovo il sindaco di Gioia?

Antonella Campagna

Andrea Luigi Mongelli

Il Pippo Tisci ascoltato subito dopo il valzer delle deleghe assessorili, non è quello che

durante il mese di passione del pri-mo cittadino ha assunto i panni di Simone il cireneo. Quel Pippo Tisci che all’indomani del gioco delle tre carte messo in atto dal sindaco, a proposito della rotazione delle de-leghe, dichiarò a destra e manca che la decisione adottata dal “biscazzie-re” di palazzo S. Domenico, era ar-bitraria e non condivisa dai gruppi di maggioranza (critico anche verso il progetto gazebo di piazza Plebi-scito). Coalizione di governo dalla quale hanno preso le distanze fi gure importanti del centro destra gioie-se: il capogruppo Pdl Vito Paradiso (ormai prossimo a lasciare questo incarico) e Leonardo Dongiovanni. Pur tuttavia, il plateale dissenso non ha sortito alcun effetto, né è bastato a mettere la “mordacchia” ad una ciarliera e inconcludente maggio-ranza. Infatti, la prova inconfutabile di questa raffazzonata gestione arri-va dal bizzarro rondò realizzato in via Salvator Rosa, prova innegabile dell’incapacità di una maggioranza abituata ai giochi di prestigio, così plateali da farsi scoprire. Come è successo nel caso di questa unica opera eseguita. In pratica, lo sgan-gherato rondò è stato creato così perché diversamente avrebbe potu-to toccare uno specchio di territorio da mettere sotto tutela. Per accer-tarlo basterebbe visionare le par-ticelle catastali di quei suoli, dalle quali emergerebbe in modo chiaro ed inequivocabile chi è il bambino sorpreso con le dita nella marmel-lata. Cioè, chi si è reso protagoni-sta di un vero e proprio confl itto d’interesse. Ecco perché in tutta questa confusione, facciamo fatica a comprendere cosa abbia spinto Pippo Tisci a tornare sui suoi pas-si. Mentre ci rifi utiamo di ritenere credibili i tanti si dice che circolano in città circa il suo dietrofront, per-ché, se così fosse, non esiteremmo a rinverdire una singolare canzone di Zucchero.

Da Presidente del Consiglio a Cireneo

Il 2011, Anno Internazionale delle Foreste, istituito dall’Onu con l’in-tento di sensibilizzare i popoli sulla diffi cile situazione in cui versa il pa-trimonio forestale della terra, vede il nostro Comune ancora sprovvisto di un uffi cio dedicato alla manutenzione del verde pubblico, per non parlare dell’assenza della manu-tenzione ordinaria, e men che meno l’applicazione della legge 29/01/1992 n° 113 (un albero per ogni nuovo nato) ed il mai ap-plicato decreto ministeria-le 1444/1968 (riguardanti le norme urbanistiche aree verdi)! Domenica 10 aprile le 15 Strutture Territoriali Loca-li del WWF in Puglia sono scese in piazza per mani-festare a favore di progetti per la messa a dimora di nuovi esemplari ed il miglioramento vegetativo degli spazi verdi e contro l’incuria e la potatura “selvaggia”. Il Presidente della sezione locale del

Verde pubblico, l’uffi cio che non c’èTeresa Genco wwf di Gioia del Colle - Acquaviva delle

Fonti - Santeramo in Colle, Donato D’Ippolito, ci spiega che la potatura “selvaggia” (quella potatura fatta in maniera o in tempi errati che espone la pianta ai parassiti), la mancanza di interventi fi tosanitari e l’incuria deter-minano la morte certa di quegli alberi

che poi abbattuti, vanno a stravolgere il paesaggio urbano molto caro a nu-merosissimi cittadini. Sollecitare l’Amministrazione ad ef-

fettuare una manutenzione ordinaria è in primis l’obbiettivo dell’As-sociazione, ma non ci nasconde il Presidente, che l’Assessore ai lavori pubblici a riguardo tace. Ed ancora, ci sono domande alle quali noi tutti vorremmo delle ri-sposte: noi cittadini che nel 2006 ab-

biamo aderito all’iniziativa “Adotta un albero per la tua città” ed abbiamo adottato qua e là alberelli (versando un contributo simbolico di 5 euro) e che oggi con la ristrutturazione del Corso Garibaldi sono scomparsi, dove sono fi niti? Insieme agli alberi rimossi da Piaz-za Luca d’Andrano e dal lato adiacente la sede della Croce Rossa? “Gli alberi sono lo sforzo infi nito del-la terra per parlare al cielo in ascolto.” - Rabindra-nath Tagore, Lucciole era il messaggio affi sso sugli alberi dal WWF. Che fos-

se riferito allo sforzo della città per parlare all’Amministrazione? No, nella poesia, si parla di un cielo in ascolto!

“Il sindaco l’ho fatto quando avevo qua-rant’anni e avevo moltissime energie, a cinquantasei si può pensare di fare altro. Poi la gamma delle opportunità è tale che non mi sento di ipotecare una cosa del genere. Io, però, punterei su qualche giovane. ”Vedi qualche giovane promessa della politica gioiese?Ce ne sono e noi lavoreremo perché di-ventino sempre più numerose.

gioiagioiademodemocraticacratica4 Maggio 2011

mondo e attrarre turismo in loco. Ov-vero di coniugare crescita di reddito e occupazione nel settore e di farlo di-venire traino dello sviluppo comples-sivo di Gioia del Colle. Assieme alla

Regione, saremo i promotori di una strategia integrata fondata su ricerca e tecnologia applicata, su tutela della tipicità attraverso l’etichettatuta e la tracciabilità di vino, olio, ortofrutta. Rilanceremo la procedura DOP della mozzarella, utilizzeremo i fondi euro-pei per il sostegno alla commercializ-zazione attraverso l’associazionismo dei produttori. Come pure sollecitere-mo le autorità a rendere operativa l’I-stituzione della Elaioteca a Gioia del Colle come centro polifunzionale di informazione e promozione, utilizze-remo le risorse del Piano di sviluppo rurale attraverso il Gal per integrare la valorizzazione delle eccellenze enoga-stronomiche con la fruizione dei beni paesaggistici e monumentali, attraen-do turismo interno e internazionale. Ed inoltre, proporremo una campagna all’educazione alimentare nelle scuo-le, per illustrare i benefi ci della dieta mediterranea per la salute dei nostri ragazzi e solleciteremo la deliberazio-ne di bandi per le mense pubbliche con il criterio di valutazione preferenziale per la utilizzazione dei prodotti del no-stro territorio».

Primitivo di Gioia protagonista al Vinitaly

Enzo Lavarra durante il suo intervento

Convegno durante il quale i di-versi esperti chiamati a con-frontarsi hanno convenuto che

la dieta mediterranea è parte integrante della nostra cultura. Argomento verso il quale sono state indirizzate una serie di proposte, non solo dagli operatori presenti, ma anche dalle diverse isti-tuzioni. Ad iniziare da quelle avanzate dal direttore del Gal “Terra dei Trulli e del Barsento”, Matteo Antonicelli, dall’assessore regionale Dario Stefano e specialmente dal responsabile na-zionale del Forum Agricoltura del Pd Enzo Lavarra: «Questo sigillo - sotto-lineava nel suo intervento - consente alle nostre eccellenze di esportare nel

Attualità

Dieta Mediterranea, le proposte di Lavarra

Pasquale Caputi*

Il primitivo di Gioia del Colle pro-tagonista al Vinitaly. Alla fi era del vino più importante in Euro-

pa, tenutasi dal 7 all’11 aprile scorsi a Verona, non sono mancate le sod-disfazioni per i produttori gioiesi. E in generale per quelli appartenenti alla doc di Gioia del Colle, ovvero a quella zona dove il vitigno autoc-tono del primitivo trasforma qua-si in oro le potenzialità della terra.Il primitivo di Gioia del Colle con-solida i risultati ottenuti negli anni scorsi e soprattutto approda in nuovi lidi, oltrepassa le frontiere, vende ben al di là dei confi ni territoriali. Questo a prescindere dal numero di bottiglie prodotte, come accade per l’azienda agricola di Mariangela Plantamura (30mila bottiglie) o per quella di Pa-squale Petrera (40mila). Aziende tutto sommate piccole, ma capaci di con-quistare fette di mercato importanti. “Il Vinitaly – afferma Mariangela Plantamura, amministratrice dell’a-zienda agricola gioiese “Plantamura” – è una vetrina internazionale anche per noi che non produciamo tantissi-me bottiglie di primitivo e che puntia-mo sull’agricoltura biologica”. E non senza risultati, visto che il primitivo del 2008 (etichetta nera) a febbraio ha ricevuto la medaglia d’oro nel concor-

so “Mundus vini biofach”, una delle principali manifestazioni sul biologi-co, tenutasi a Norimberga. Successo che fa il paio con il secondo posto ottenuto lo scorso anno e con l’ambi-zione a crescere oltre confi ne “Espor-tiamo il 90% della nostra produzione all’estero - dice ancora Plantamura – soprattutto in Svizzera, Germania, Irlanda, Belgio, Danimarca e Olanda.

Da due anni vendiamo anche in Cana-da e sono contenta che siano passati anche molti operatori giapponesi”.Anche Pasquale Petrera è uno dei pro-tagonisti immancabili del Vinitaly, ma qualche appunto lo muove alla fi era

veronese. “Non si è dimostrata – affer-ma – la vetrina ideale ma solo un pun-to d’incontro con vecchi cliente e un modo per aggiornarsi”. Fino a qualche anno fa, è il parere di Petrera, le aziende erano in numero inferiore, la posizio-ne degli stand era più centrale e si in-tercettavano nuovi clienti. “Ora – dice – sembra esserci più dispersione”. Per il resto il suo primitivo va alla grande

soprattutto in Germania, Svizzera, In-ghilterra, Giappone, Usa., Danimarca, Portogallo, Benelux, Scandinavia, Est Europa, Russia, Cina, India e Brasile.I vini Fatalone (nome con cui vie-ne identifi cata l’azienda) hanno fat-

to incetta di riconoscimenti. Nel 1987 furono i primi a imbottigliare il primitivo con la doc di Gioia del Colle, nel 2002 fondarono il consor-zio di tutela, mettendosi in mostra nella valorizzazione del prodotto. Nomi e numeri di successo, a cui si aggiungono gli altri della doc gioiese. Dove spesso tra i promotori c’è Do-menico Cafarchia, infaticabile agente gioiese per il marketing e l’export di molti prodotti della doc. Tutti loro vo-gliono crescere ancora, fi no a creare un brand noto e consolidato. Non solo al Vinitaly.*(eccezionalmente per noi. Collabo-ratore de “Il Corriere del Mezzogior-no”)

Chefs SenzaFrontiereNata nel 2007 da un’idea di Fran-cesco Liello, Sil-via Sonaggere e Touty Coundoul, Chefs Sens Fron-tières è un’asso-ciazione che si propone di cre-are opportunità di formazione e lavoro nel mondo della ristorazione, rivolto a ragazzi che vivono realtà diffi cili in Pae-si come Ethiopia, Senegal e Sud Africa. L’iniziativa è supportata da un gruppo di importanti Chefs ita-liani, tra cui spicca il nome di Ot-tavio Surico, giovane cuoco Slow Food, tra i migliori cinque cuochi pugliesi invitati a partecipare alla cena-evento Incontro tra strada e territorio, i cui fondi saranno devoluti all’apertura della prima scuola di cucina di Addis Abeba. Il primo appuntamento si è svolto alla Città del Gusto di Roma, dove le esperienze dei cinque pugliesi si sono incontrate con quelle di cin-que Chefs romani. Il gruppo, oltre a mettere a disposizione la propria abilità, ha contribuito alla serata fornendo le materie prime di ogni portata. Lo chef gioiese ha servito il primo piatto: orecchiette di zuc-ca con funghi cardoncelli, guan-ciale e cialda di pecorino, rivisi-tando alcuni degli ingredienti più tipici della nostra zona, elementi della terra, che si sono amalgamati perfettamente ai sapori dal mondo dei suoi colleghi. (a.t.)

Via Amendola, 8 - 70023 Gioia del Colle (BA) - Tel./Fax 0803482706

PULIZIE CIVILI E INDUSTRIALI

PITTURAZIONI - RISTRUTTURAZIONI

FACCHINAGGIO - GIARDINAGGIO

ELETTROMECCANICA

gioiagioiademodemocraticacratica 5Maggio 2011

Facoltà di Ingegneria - Taranto

Un momento del fl ash mob in piazza Plebiscito

Attualità & Istruzione

Piera De Giorgi

Agenzia Claudio MilanoVia Del Mercato, 9 - 70023 Gioia del Colle (BA) - Tel. Diurno 0803431839 - Tel. Notturno 0803435554 - 0803434545

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“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liber-tà degli altri popoli e come

mezzo di risoluzione delle con-troversie internazionali..” (Art.11)Dalla analisi della Costituzione e del ruolo di Gioia del Colle, oggi base lo-gistica dei militari inglesi e non solo (vista l’ultima sortita del Governo), protagonisti degli eventi bellici libici e da sempre sede dell’aeroporto mili-tare, è nata la necessità da parte di as-sociazioni e società civile di affrontare un percorso di educazione alla pace at-traverso la conoscenza e l’approfondi-mento delle ragioni delle guerre. Una comunità che ha bisogno di capire, trovarsi, esprimersi sperimenta forme di comunicazione e linguaggi sempre nuovi e coinvolgenti ,ecco perché la prima azione dimostrativa è stato un fl ash mob nel cuore di Gioia, Piazza Plebiscito, domenica 17 aprile alle

Grido pacifi sta da Gioia del Colle

Stop alla guerra! Benvenuti migranti!teramo, Legambiente per Gioia del Colle) e della società civile formata da uomini e donne di generazioni diverse, tutti acco-munati dal sentimento che non si può restare indifferenti al ricorso alla guerra considerata umanitaria, inevitabile, neces-saria, al suono di una sirena si sono stesi a terra coprendosi con un lenzuolo bianco. In un silenzio composto e irreale in-terrotto dalle parole scritte da Vittorio Arrigoni, il volontario pacifi sta ucciso in questi giorni, i corpi coperti da lenzuola han-no denunciato le tragiche con-seguenze della guerra, le stragi e le violazioni dei diritti uma-ni. Al ‘Restiamo umani’ tutti i manifestanti si sono alzati.Un evento breve e intenso sin-

tomo della voglia comune di impe-gnarsi contro la cultura della guerra, della violenza e della repressione.

Innanzitutto mi presento, sono An-tonio Lippolis e, per chi non mi conosce, insegno presso la Facoltà

di Ingegneria di Taranto del Politecni-co di Bari. Con questo spazio vorrei iniziare un appuntamento costante di rifl essione sulla realtà universitaria italiana. Mi sono posto il problema se avesse senso parlare di Università su di un giornale cittadino, di una città come Gioia del Colle che non ha una sua Università, ma alla fi ne ho ritenuto opportuno proporvi questa rubrica per vari motivi:1) - Tutti i cittadini hanno a che fare con le istituzioni universitarie: o per-ché studenti, o perché genitori, o perché interagiscono con il mondo universitario per esigenze di trasferi-mento tecnologico ed altro.2) - In Italia ci stiamo dimentican-do che la cultura, in primis, la ricer-ca, l’innovazione ed il trasferimento tecnologico sono fondamentali per lo sviluppo di una Nazione, per cui è estremamente importante che tutti i

cittadini, anche quelli meno diretta-mente interessati, prendano coscienza dello stato delle nostre Università, nel-le quali, fra l’altro, si forma la classe dirigente del futuro.3) - L’informazione ritengo sia l’emer-genza più grave del nostro paese, mo-nopolizzata così com’è da pochi gran-di gruppi, per cui il parere di una voce non allineata può essere utile a tutti.Negli ultimi tempi, è noto a tutti che l’Università è nell’occhio del ciclo-ne, tutti si sentono autorizzati e forse anche in dovere di gettare fango sulle

università. Sicuramente ci sono tanti problemi che affl iggono le nostre Uni-versità, ma molto spesso si bada alla pagliuzza, di evangelica memoria, per-dendo di vista i problemi principali, e le cure proposte sono peggio del male. Tutto ciò, molto spesso, è pretestuoso, fi nalizzato a portare avanti o difendere gli interessi personali o di alcune cate-gorie: leggi Confi ndustria, Università del Nord, ecc. Nonostante tutto questo fango, noi universitari siamo convin-ti che verranno tempi migliori in cui sarà rilanciata l’Università pubblica e

sarà valorizzato l’impegno di tutti co-loro che operano al suo interno, fra i quali vi saranno pure delle “mele mar-ce”, ma sono una minoranza: di qui il sottotitolo che ho scelto per questo primo incontro. Proprio perché tanti sono i problemi dell’Università, non è possibile affrontarli in un solo articolo sia per ragioni di spazio, sia per non annoiare troppo il lettore. Spero che la soluzione a puntate, trovi l’interesse dei lettori.Da una analisi delle varie problemati-che che affl iggono l’Università italia-na ho individuato i seguenti argomenti sui quali mi soffermerò nelle prossime puntate:1) Numerosità delle Sedi Universitarie e dei Corsi2) Numerosità dei Docenti3) La meritocrazia ed il Nepotismo4) Le risorse economiche e la fuga dei cervelli5) La ricerca in Italia6) Le infrastrutture ed il Diritto allo studio7) La lotta agli sprechi8) La Riforma Gelmini9) Il DM 17 ed il numero programma-to o chiuso.

*(docente di macchine al fl uido, Politecnico di Bari)

Università: Ha da passa’ ‘a nuttataAntonio Lippolis*

12.30. Alcuni esponenti delle associa-zioni promotrici (il circolo Arci Le-

bowski, Emergency, il Presidio Libera Gioia, il WWF Gioia-Acquaviva-San-

gioiagioiademodemocraticacratica6 Maggio 2011

Cronaca di una festa patriottica del 1890Cultura & Spettacolo

Sergio D’Onghia

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Durante il periodo monarchi-co era consuetudine, nella prima domenica di giugno,

celebrare la festa dello Statuto alber-tino. Questa Carta era stata conces-sa, il 4 marzo 1848, da Carlo Alberto di Savoia ai suoi sudditi piemonte-si, sulla scia di quanto aveva fatto una settimana prima, Ferdinando II di Borbone nel regno di Napoli. Nel 1861, con l’unità nazionale, lo Statuto veniva esteso all’intera peni-sola, divenendo la Costituzione del regno d’Italia. Anche l’amministrazione di Gio-ia del Colle, come gli altri comuni italiani, curava questa ricorrenza in modo speciale e in pieno spirito pa-triottico. D’altra parte, la costruzio-ne dell’identità nazionale del giova-ne Paese, unifi catosi in fretta e furia, passava anche attraverso queste sue liturgie laiche che volevano essere popolari, ma fi nivano, inevitabil-

mente, col celebrare il trionfo liberale della borghesia paesana. E così, in oc-casione della festa dello Statuto del 1° giugno 1890, la nuova amministrazio-ne del sindaco Soria, insediatasi appe-na un mese prima, non lesinò per orga-nizzare, di tutto punto, un evento de-gno di tal nome, tanto da meritare una roboante corrispondenza sul Corriere delle Puglie. L’articolo apparso tre giorni dopo, precisamente il 4 giugno 1890, sin dalle prime battute, salutava con soddisfazione il rinnovato impe-gno della nuova giunta nel risvegliare «il culto delle nostre istituzioni ed il ri-cordo glorioso del nostro risorgimento nazionale». La festa, infatti, era stata così solenne da riportare alla mente «i bei tempi in cui – continua Sannace, l’autore dell’articolo - ci giungevano l’epiche novelle del nostro riscatto». In quella prima domenica di giugno, quindi, al di là della ricorrenza, sem-brava necessario dover riappropriarsi di una buona dose di memoria stori-ca recente che, a meno di trent’anni

dall’unità, pareva si fosse già impol-verata. Nell’occasione, tutti gli edi-fi ci pubblici furono imbandierati col tricolore e, sin dalle prime ore della mattina, la banda cittadina aveva ral-legrato gli abitanti del borgo con i suoi concerti. In serata, poi, si raggiunse «il colmo del successo» col ricevimento di gala nel teatro comu-nale, dove «distinti cittadini […] fecero a gara per plaudire all’Italia, alla casa Sabauda ed a Gari-baldi». Il tutto si era svolto tra lo sven-tolio delle bandiere tricolori, gli addobbi fl oreali e i ripetuti bis della banda cittadina.Tanto sfarzo, però, non si sarebbe ri-velato indolore per le casse comunali. Nel verbale della seduta della giunta del 7 giugno 1890, appena una set-

timana dopo, vi si legge - quasi a giustifi care l’accresciutasi voce di spesa - come il sindaco, in occasio-ne della festa dello Statuto, «cre-dette di festeggiare quel giorno con maggior solennità degli altri anni»,

convenendo, altresì, di illuminare degna-mente il teatro con numerose «candele steariche», per accre-scere la solennità del-la serata. La giunta, «inteso l’esposto del Presi-dente», approverà ad unanimità i costi sostenuti dalle casse municipali per la riu-scita dell’evento. Non sarà superfl uo ricordare che appena

tre mesi dopo questa seduta, il 15 settembre 1890, il sindaco Soria avrebbe rimesso defi nitivamente il suo mandato.

Con non poca preoccupazione ho ac-cettato di scrivere. L’ultima volta è stato agli inizi degli anni novanta per l’Avvenire sotto la sapiente direzione di don Vito Marotta. Mi sono posto il problema da dove partire, allora ho pensato di farlo come una favola. C’era una volta una ridente cittadina dal nome Gioia del Colle, essa usci-va faticosamente dall’ignominia di città mafi osa, ma nonostante tutto era riuscita in anni di duro lavoro a farsi apprezzare oltre i suoi confi ni, vincendo anche tanti bei premi per le attività culturali. Aveva fatto rina-scere l’antico teatro che, pur affi dato a degli “stranieri” era a servizio della città, diventandone il salotto buono,

C’era una volta...Augusto Angelillo* dove incontrarsi e mettersi in gioco

sentendosi a casa propria. ... Ma come in ogni favola arriva l’antagonista che cambia tutto per riscrivere la sua fa-vola al contrario.Così il teatro non è più il salotto accogliente, ma una spe-cie di caffè dove organizzare feste a pagamento. Non più laboratorio di cultura, ma spettacolo di una cultura più televisiva che teatrale. Le fi lo-drammatiche gioiesi, dopo un periodo di prova, sono fuori, forse perchè non rientrano in certe aspettative consumi-stiche. Naturalmente nessuno vuole intromettersi nelle peculiari scelte di un’Amministrazione, chiamata a rea-lizzare il bene dei suoi cittadini, però bisogna essere chiari sin dall’inizio e dichiarare apertamente che Gioia e i gioiesi non valgono a molto e che

guadagno, ma il desiderio di mettersi in gioco, la passione dei giovani di co-municare con la propria città ed espri-mere la propria appartenenza ad essa, di interpretare la cultura. Consentire ai giovani l’approccio al teatro, dargli la possibilità di organizzarsi in asso-ciazioni mettendo a loro disposizione spazi adeguati, tecnologie e formazio-ne è cosa che va a tutto vantaggio della crescita culturale e sociale della città, senza sottacere che molti dei ragazzi che hanno lavorato con Teatralmente Gioia, a seguito dell’esperienza ac-quisita, o di essersi messi alla prova rendendosi consapevoli delle proprie attitudini e capacità, oggi sono ap-prezzati professionisti in vari campi. Nonostante tutto, il desiderio di fare teatro non conosce ostacoli, così Tea-tralmente Gioia andrà in scena il 4 e 5 maggio presso il Cine Teatro Sacro Cuore con la commedia di Aldo Lo Castro “D come… Donna, Danno, Divorzio” ed ecco che la favola conti-nua per la sua strada.

*(Presidente Teatralmentegioia)

Carlo Alberto di Savoia fi rma lo Statuto

per questo dovranno essere in con-tinua sudditanza dei paesi limitrofi . Le fi lodrammatiche a Gioia hanno una lunga tradizione, come scordarsi della Compagnia Joha di Vincenzo Rubino, un esempio per molti di noi, o dell’Associazione Persona di Pino Dentico (in questi due casi parlare di teatro amatoriale è restrittivo). La compagnia Teatralmente Gioia che io dirigo assieme ad un direttivo, è sulla scena dal lontano 1985 ed ha un baga-glio di lavoro considerevole (consulta www.teatralgioia.altervista.org). Sia Teatralmente Gioia che DiversaMen-te fanno parte del Direttivo Regionale della U.I.L.T. (Unione Italiana Libero Teatro). Sicuramente oggi non si può parlare di teatro amatoriale gioiese a cuor leggero. Ciò che ci spinge non è il

gioiagioiademodemocraticacratica 7Maggio 2011 Giovani - Lavoro - Scuola - Ambiente

Nata da un’idea di Emanuele Savasta e Graziano Milano, già nel suo primo anno di attività Offi cine Fotografi che è una realtà ormai affermata nel nostro paese, con un numero di tesserati che supera le cinquanta unità e un ottimo seguito in tutte le iniziative organizzate.Dedicata a tutti gli amanti della fotografi a, professionisti e non, l’Associa-zione si propone di riunire intorno alla passione per lo scatto fotografi co gente di ogni età e con ogni tipo di esperienza, promuovendo scambi di conoscenze e momenti in cui cimentarsi nella propria passione. Molte, infat-ti, sono le iniziative proposte, che variano dal suggerimento di temi su cui sviluppare una mostra fotografi ca all’uscita domenicale in cerca di spunti interessanti da immortalare.Gli argomenti sviluppati all’interno dei corsi e degli eventi abbracciano ogni variante di questo variegato mondo: dai sistemi più tradizionali a pellicola, quindi con sviluppo in camera oscura, alla più diffusa fotografi a digitale e all’utilizzo di software per la correzione e la catalogazione. L’Associazione si occupa anche di fornire gli strumenti di base utili alla riuscita del proprio progetto fotografi co, è possibile, infatti,noleggiare un set di luci e pannelli a disposizione di ogni iscritto.Dall’aprile di quest’anno inoltre, Offi cine è affi liata FIAF, uno storico or-gano di raccolta di fotoamatoridiffuso su territorio nazionale,che da più di sessant’anni si occupa di creare una rete di appassionati, supportandoli con diverse iniziative e proposte.È interessante segnalare come questo progetto, nato e cresciuto nel nostro paese, abbia raggiunto i comuni limitrofi della provincia di Bari e Taranto, tanto da richiamare iscritti provenienti da Acquaviva, Santeramo, Rutigliano e Mottola. Il nostro Comune quindi, sembra essere diventato uno dei poli più importanti per gli amanti della fotografi a della zona, un centro che permette di mettere in comunicazione e confronto realtà diverse, consentendo loro di crescere e arricchirsi.Per informazioni: www.offi cine-fotografi che.org

Dal mondo delle associazioni

Prima candelina per Offi cine Fotografi che

Teresa Genco

Il giorno 12/07/2011 nell’auditorium del Liceo Scientifi co Ricciotto Ca-nudo gli alunni delle quinte classi hanno incontrato Peppino Vasco, sto-rico militante del Pci prima e adesso padre nobile, per dirla alla Berlusconi, del partito de-mocratico gioiese. Il fi ne dell’incontro era ricordare attraverso un testimone lo storico avvenimento del primo uomo lanciato nello spazio, del quale ri-correva il cinquantesimo anniversario. Gli studen-ti si aspettavano di dover ascoltare passivamente la noiosa esperienza di un docente qualunque. Lo stupore è stato dilagante quando quell’arzillo si-gnore, dall’aria simpatica,

ha delineato un quadro personale ma puntualissimo della situazione socio-politica fra la fi ne della Seconda Guer-ra mondiale e i primi anni Sessanta. Lui, che il 12/07/1961 era in Russia per studiare, ha condiviso con entusia-

smo i suoi ricordi di quella giornata che segnò l’inizio di una nuova era per tutta l’umanità. A tutti sembrava di ascoltare il proprio nonno ed è per que-sto che l’incontro si è rivelato essere non una scolastica lezione di storia ma una sincera lezione di vita. Grazie Pep-pino!

*(VD “Liceo Scientifi co

R. Canudo)

Peppino Vasco e Yuri GagarinStefania Gasparro*

Carlo Antonicelli*

“Il nostro tempo è adesso”Il tavolo precario prende parola

Un popolo, quello precario, che pur-troppo ingrassa ogni giorno le sue fi le e attraversa trasversalmente ceti socia-li e compartimenti produttivi. Infatti, precario oggi non è più solo un ter-mine che denota una condizione tem-poranea di passaggio nel mondo del lavoro. Essere precari oggi signifi ca saltare da un contratto Co.Co.Pro ad un tempo determinato per tutta la vita, magari passando per la forzosa apertu-ra di una partita Iva (a tutto benefi cio dell’impresa, s’intende). Precario oggi è anche chi dopo aver speso anni a for-marsi nelle scuole e nelle università, dopo vari master e stage, non può per-mettersi di pagare un affi tto (fi gurarsi chiedere un mutuo in banca) e resta a casa con i genitori vita natural durante.La condizione di vita precaria si asso-cia costantemente alla parola “ricatto”, il ricatto in cui si scambiano i diritti

per il salario – se non per il lavoro stes-so – e in cui gli stessi diritti diventano privilegi insopportabili a fronte della costante minaccia di dumping sociale, dentro e fuori i confi ni nazionali. Pro-

prio per questo anche gli operai della

Fiat sono di fatto precari, consegnati ad governance economica, politica e fi nanziaria che ha depauperato il lavoro a favore del profi tto. Precario signifi ca anche che, per esempio, l’art.

36 della Costi-tuzione, viene calpestato ogni giorno. Chi è precario, infat-ti, vive nell’as-senza totale dei diritti sociali di base (in pri-mis il diritto allo sciopero, assolutamente sconosciuto per chi vive nel ti-more di essere licenziato da un momento all’altro).

Nemmeno possiamo consolarci pen-

sando che siano solo i giovani ad es-sere colpiti dall’impoverimento gene-rale determinato da questo mondo del lavoro. Ci sono lavoratori oltre i qua-rant’anni che ogni anno devono incro-ciare le dita, sperando di poter vedere il proprio posto di lavoro confermato.Siamo scesi in piazza il 9 aprile per-ché le condizioni di vita precaria, che la classe dirigente di questo Paese ci ha consegnato – anche grazie al pac-chetto Treu e la Legge 30 – ci è in-sopportabile. Ci stanno togliendo la libertà di autodeterminarci, estirpando i nostri diritti di cittadinanza e infi -ciando indelebilmente la possibilità di realizzare una vita felice. Per tutti questi motivi abbiamo manifestato la volontà di costruire una rete che tenga insieme il mondo del precariato por-tando le nostre istanze al centro dell’a-gone politico.

*(Comitato promotore 9 Aprile)

Yuri Gagarin

Favorire lo sviluppo, sconfi ggee la precarietà, garantire la partecipa-zione dei giovani al lavoro.Il piano per il lavoro presentato dalla Regione Puglia, unitamente alle pro-poste del PD per lo sviluppo e per l’inserimento dei giovani sul lavo-ro, saranno al centro di un dibattito pubblico. Lunedì 2 maggio ore 19 - Piazza Cesare Battisti

Introduzione e coordinamento: Gian-ni Valletta (Responsabile Lavoro PD Gioia)Intervengono:Claudia Addabbo (dottoranda Storia della Scienza presso Università di Pisa)Prof. Michele Capriati (docente di economia all’Università di Bari)On. Ludovico Vico (Deputato PD e comp. Commissione lavoro della Camera).

Prima di tutto il lavoro

gioiagioiademodemocraticacratica8 Maggio 2011 Ciò che si deve sapere

Supplemento a Paese&Paesi

Reg. Tribunale di Barin. 1509 del 02/03/2001

Iscrizione R.O.C. n. 19059

Direttore ResponsabileSilvestro Paolo Covella

Direttore EditorialeAndrea Luigi Mongelli

RedattoriMargaret Antonicelli, Antonel-la Campagna, Piera De Gior-gi, Sergio D’Onghia, Giorgio

Rubrica: le stranezzeNon siamo alle Grotte di Castellana...Se pensate che ci troviamo nelle Grotte di Castellana, vi sbagliate di grosso. Sia-mo nel Cimitero di Gioia, dove l’incuria della Giunta Longo sta determinando il degrado dei loculi sotto la cui volta spuntano le stalattiti dovute alle infi ltrazioni di acqua. La città è allo sbando, le strade sono impercorribili ed allagate, il cimi-tero è malridotto: la Giunta Longo non ha tempo per queste piccolezze, occupata com’è a gestire i grandi appalti.

Eventi

Donvito, Teresa Genco, Da-rio Magistro, Luca Nicastri, Angela Tamborrino, Giovan-ni Valletta, Giuseppe Vasco

RedazionePiazza Cesare Battisti, 18

70023 Gioia del [email protected]

EditoreAss. Culturale Hinterland

via G. Petroni, 33 - Bari

AmministrazioneFilippo Antonicelli

gioiademocratica

La denuncia di un cittadinoCarissimo direttore, all’altezza di quel mostro del mercato coperto vi sono dei pannelli pubblici-tari (rimasti dalle ultime elezioni co-munali!!!) che costituiscono un serio pericolo per tutta la cittadinanza in quanto dividono il marciapiede in due parti ed il tunnel che si crea nel tratto verso il muro, buio e nascosto di sera,

rappresenta un vero pericolo per tut-ti quelli che vi passano. I bulloni poi, sono tutti arrugginiti e spesso i passan-ti si graffi ano o si strappano qualche indumento. Sarebbe suffi ciente affi an-carli al muro del mercato in modo tale da ripristinare la normale viabilità dei passanti.

Marcello VillanovaFacciamo nostra la richiesta trasfe-rendola all’uffi cio competente del comune.

La redazione

FotoArchivio gioiademocratica

Maria CastellanetaMario Di Giuseppe

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Con la sottoscrizione di un contributo volontario di 10,00 euro riceverai per 12 mesi, comodamente a casa tua, una copia di “gioiagioiademodemocraticacratica”.Compila questo modulo e consegnalo presso la sede del Partito Democratico in Piazza C. Battisti 18 o telefona al 3291150131.

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❑ presto il consenso ❑ nego il consenso

Lettere al giornale

A giorni, in tutte le edicole e le librerie

Dopo il grande successo ottenuto a Cassano delle Murge, gli artisti gioiesi Lupini e Mapi si sono ripro-posti a Gioia del Colle. La mostra di pittura di arte contemporanea intitolata “Il ma-gnete, gli opposti che si attraggo-no” tenutasi presso la Galleria “La-brocca” della Biblioteca Comunale ha riscosso grande interesse.

Il magnete, gli opposti che si attraggono

Si moltiplicano le segnalazioni sulle cattive condizioni di diverse strade di periferia e rurali. Una situazione che diviene giorno dopo giorno sem-pre più problema-tica per i residenti. Particolarmente disagevole è lo stato della zona della “Porta Ros-sa”, soprattutto del tratto in prossimità della svolta per via Vicinale Terzi. Enormi voragini, come abbiamo avuto modo di vedere nel corso di un sopralluogo, rendono la percorribilità estremamente acci-dentata. Pare che tutto sia cominciato in seguito al continuo via vai di mezzi pesanti per la realizzazione di impianti privati. Il sindaco, qualche mese fa, su un organo di stampa locale, aveva pro-messo che la strada sarebbe stata cer-tamente riparata entro la fi ne del 2010. Ad oggi l’unico intervento effettuato è stato quello di aggiungere alcuni pez-

zi di asfalto che le piogge dei giorni successivi hanno prontamente spazza-to via. Pertanto le buche sono ancora

lì, ancora più profonde. Lo stato penoso della strada di via della Por-ta Rossa si aggiunge a quello altrettanto disa-gevole delle strade nei pressi del campo sporti-vo e del Palazzetto del-lo Sport. Sarà forse per

questo motivo che l’amministrazione invita ad allenarsi utilizzando la pista di atletica presente all’interno dello stadio, evitando così di incorrere nelle buche delle strade attigue? Scherzi a parte, la situazione delle strade gioie-si è seria ed è opportuno che i nostri rappresentanti intervengano senza at-tendere le proteste dei cittadini, come nel caso in questione, nato dalla solle-citazione (su facebook) di una giovane residente, a dimostrazione che anche i giovani hanno a cuore la loro città. (Gianni Valletta)

Via della Porta Rossa: una groviera