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Parrocchia di S.Sabina - Genova - Anno 8° - n.1 - Gennaio - Febbraio 2007

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Parrocchia di S.Sabina - Genova - Anno 8° - n.1 - Gennaio - Febbraio 2007

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Carissimi,propongo allavostra attenzioneun breve brano diDag Hammar-skjoeld, anticosegretario generaledell’ONU, peritotragicamente in unincidente aereonegli anni ’60. Mi

sembra estremamente significativo e miinduce a salutari riflessioni che desiderocondividere con voi. Il brano è il seguente:“Per tutto ciò che è stato, grazie. Per tuttoquello che sarà, sì”.“Per tutto ciò che è stato, grazie”. Questapiccola parola è di una importanza capita-le. Può ringraziare soltanto chi è capace diapertura al reale, a Dio, al prossimo, a sestesso. L’uomo ripiegato su di sè, che passail tempo a guardarsi l’ombelico, non ècapace di ringraziare. Perché non è ingrado di vedere l’alterità di fronte a sé; e,non vedendo l’altro, non vede neanche sestesso perché “io è un altro”, secondo laparola di Rimbaud, cioè io vengo definitoe identificato dal mio rapporto con l’altro,dal feedback che l’alterità mi rimanda. Mipare che il “complesso dell’ombelico” siauna dote poco invidiabile del nostrotempo. Perciò siamo nell’ epoca del “pen-siero debole” , per il quale non si puòrivendicare nessuna certezza fondamenta-le. Ma, in realtà, il pensiero è sempre“forte”: perché è pensiero dell’oggetto (ob-jectum), di qualcosa che esiste nonostanteme, che sta di fronte a me. Il pensiero è

pensiero dell’essere. Da qui al ringraziarenon c’è che un passo. Ricordiamo la folgo-rante frase di Martin Heidegger: “Denkenist danken”, ovvero: pensare è ringraziare.Infatti, se mi apro sul serio alla realtà,comincio a guardare le cose con occhinuovi. E’ come se la creazione del mondoavvenisse ogni giorno davanti a me.Finalmente vedo! Vedo Dio, il prossimo, lecreature. E vedo me stesso, la mia storia, lamia vita. E comincio a ringraziare. Per spiegarmi, mi lancerò in una piccolaconfessione. Intanto, sono un patito dellamontagna (anche se, facendo il parroco incittà, mi sono ridotto a quasi sedentario).Sulle vette e sui ghiacciai, contemplandoalbe e tramonti mozzafiato, vi garantiscoche il pensiero è forte, anzi fortissimo, e ilgrazie erompe prepotente insieme all’am-mirazione più sconfinata (come dice ilsalmo 103,1: “Benedici il Signore, animamia, Signore mio Dio quanto sei gran-de!”). Inoltre gli anni passano anche per me e,come spesso capita agli anziani, rimembrovolentieri il tempo passato. Ebbene, se miguardo indietro con occhi puri, scorgo unamarea di cose belle di cui il Signore mi hafatto dono. Davvero della Sua presenza èpiena la mia vita! Il dono inarrivabile dellamia famiglia, le elementari col maestroFazio, gli anni belli del Seminario, dappri-ma al Chiappeto, poi al Maggiore. E poi,da sacerdote, la parrocchia di S. Pietro allaFoce (quante belle avventure, soprattuttocon i giovani!), e le vacanze in ValFormazza (che splendore, “che bellimunti!”), poi il ritorno in Seminario dadirettore spirituale, ora la gloriosa parroc-

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La parola del parroco

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La parola del parroco

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chia di S. Sabina. L’incontro profondo conle persone non è sempre facile, ma è lacosa più bella della vita: “vivere è incon-trare”, diceva non mi ricordo chi. Mi sache, per ringraziare come si deve ilSignore, non basterà l’eternità. Comediceva André Frossard alla fine del libro incui narra la propria conversione: “Amour,pour te dire l’éternité sera courte”.Rimembrando mi rendo conto di essereuna creatura che si riceve dal Creatore,anzi un figlio che si riceve dal Padre. Lamia vita diventa significativa, cessa dimanifestarsi come un coacervo di eventicasuali e senza senso. Scopro ovunque, enon solo nelle cose belle, ma anche - pernon dire soprattutto - in quelle dolorose, lamano del Padre che scrive la mia vita, checontinuamente mi genera come figlio. Daqui, da questa consapevolezza filiale, sgor-ga il mio grazie. Grazie è una parola difondo che qualifica l’uomo in quanto tale.E’ parola che qualifica me, che definisce escolpisce la mia identità, la mia persona.2. “ Per tutto ciò che sarà, ssìì”. Il discorso sifa sempre più interessante. Infatti il graziee il sì sono in connessione intima tra loro.Il primo è scaturigine del secondo. Il graziegenera spontaneamente il sì, il sì traduceperfettamente il grazie. Mi spiego.Lo stesso verbo ringraziare (= rendere gra-zie) esprime bene il concetto: tu, Padre, midoni a me stesso, mi regali una nuovagiornata, mi fai questa grazia, e io te larendo con gioia. Ogni mia giornata, minu-to per minuto, tutta la mia vita, la mia per-sona stessa diventa un’incessante “resa” ate del tuo dono. Ma come posso concretiz-zare questo rendimento di grazie? Ecco:dicendo il mio sì a tutto quello che Tu vor-

rai chiedermi.Mi torna in mente un antico libro diRichard Graf, dal titolo emblematico: “Sì,Padre”. Ebbene, questo è stato il program-ma di Gesù in tutta la sua vita. Paolo, nellaseconda lettera ai Corinti (1,19) afferma:“Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, non fu “sì” e“no”, ma in Lui c’è stato il “sì”. Il Figlio diDio fatto uomo altro non è che il suo gra-zie vivente al Padre, grazie che Egli tradu-ce nel sì (“mio cibo è fare la volontà delPadre mio” (Giovanni 4,34). Gesù è Figlioperché si riceve dal Padre e a Lui si resti-tuisce “cantandolo” con la propria vitafiliale. In lui il grazie e il sì si congiungonoin un’unica dinamica vitale e lo definisco-no come Figlio.Tutti i grandi personaggi della Bibbia sonotali per aver detto il loro sì (“eccomi!”) aDio: pensiamo ad Abramo, a Mosè, aDavide, ai profeti. E, nella pienezza deitempi, alla Vergine Maria la quale, all’an-nuncio dell’Angelo che le propone il pro-getto di Dio, risponde con gioia: “Eccomi,sono la serva del Signore, si compia in mela tua parola” (Luca 1,38). Per ciascuno di noi, la musica è la stessa.Anch’io cerco di ripetere il mio grazie aDio dicendogli ogni giorno il mio sì. Anzi,cantandoglielo gioiosamente e duettandocon Lui perché “mia forza e mio canto è ilSignore” (salmo 117,14) e quindi posso“cantare al Signore finchè ho vita, cantareal mio Dio finchè esisto” (salmo 103,33).Dunque: ad ogni giorno la sua cantatina,sullo spartito del Figlio che reca due sole,divine note: ggrraazziiee e ssìì. L’auguro a tutti voidi gran cuore.

ddoonn AArrmmaannddoo

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Liturgia della parola

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RisurrezioneRisurrezionePasqua è una festa davvero particolare.E’ la festa più importante dell’anno litur-

gico, quelle che fonda la fede cristiana emanifesta la presenza, più che la semplicememoria, di Gesù risorto. Il pensiero dellaRisurrezione dovrebbe farci scoppiare digioia, come Maria al sepolcro quando sisente chiamare da Gesù “Maria” e si videdavanti il “maestro” risorto.

Mentre parliamo abbastanza serenamentedi Gesù, del Padre, e perfino dello SpiritoSanto,quando si tratta di parlare di resur-rezione abbiamo sempre un’ombra di dub-bio, lo viviamo col pensiero, questo miste-ro ma difficilmente con fede profonda

Scriveva Padre Turoldo “ A crederci sulserio, (alla Risurrezione), qui dovrebbecambiare ogni cosa: la mia e la tua vita, lastoria del mondo. Io non credo che ci cre-diamo sul serio. Credere è vivere, è testi-moniare, è cercare di renderci sempre piùconformi con ciò che si credeCredere che Cristo è risorto, vorrebbe direvivere una vita da risorti; vorrebbe direnon avere più paura della morte “

Ma la risurrezione non è una certezzadimostrabile come un’operazione mate-matica: due più due fanno quattro e non cisono dubbi. Non è un’esperienza che puoiraccontare ai ragazzini perché l’hai vissuta

o osservata. Anche San Paolo quando neha parlato ai saggi di Atene radunati nell’areopago si è sentito dare del matto e tuttilo hanno abbandonato e se ne sono anda-ti .E’ una certezza di tipo diverso,data dallafiducia che si ha in Colui che l’ha promes-sa.

Ciò non mette al riparo da dubbi e incer-tezze, che si placano solo quando ci met-tiamo nelle mani di Dio come bambini trale braccia del papà fidandoci ciecamentedi lui.

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Liturgia della parola

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Disse Gesù nel Vangelo:” a riguardodei morti che devono risorgere, nonavete letto nel libro di Mosè, a pro-posito del roveto, come Dio gli parlòdicendo:”Io sono il dio di Abramo, ilDio di Isacco e di Giacobbe? Non undio dei morti ma dei viventi” (marco12,26-27).

“Credo nella risurrezione dellacarne” recita il Simbolo degliApostoli L’affermazione si lega alla grandequestione dell’aldilà, che attraversala storia di ogni religione: la speranza dinon morire è il tutto di una religione.Difficile credere che la vita vinca sullamorte, specialmente in una civiltà di mortecome la nostra. Difficile credere che ilbene vinca sul male.

Per il cristiano, poi, l’aldilà non è unadimensione astratta, ha invece la concre-tezza della corporeità. Anzi, l’aldilà è larisurrezione della carne, affollato di perso-ne, di vita, di storia, di eventi, certamentein una dimensione diversa da quella chesperimentiamo ora.

La risurrezione non è nemmeno un sem-plice ritorno alla vita in un mondo ancoraimmerso nella morte e nel male, ma l’es-sere immessi in una situazione nuova dovenon ci sono né morte, né lutto né male néguerre, né pianto.

Con la Risurrezione. Gesù non è tornatoalla vita mortale di prima, come Lazzaro, ola figlia di Giairo; è entrato in una dimen-

sione superiore, ha raggiunto in Dio lacondizione perfetta e definitiva di esisten-za. Non è tornato indietro, ma è andatoavanti e adesso non muore più. Il nostrolinguaggio non può descriverlo come vera-mente è: i risorti sono “ come angeli neicieli” (Mc 12,25) e il loro corpo è un corpospirituale trasfigurato secondo lo Spirito,vero ma diverso da quello terrestre, comela pianta è diversa dal seme.

La Risurrezione non costituisce semplice-mente un trionfo per Gesù, ma è causadella nostra salvezza: “ E’ stato risuscitatoper la nostra giustificazione” (Rm 4,25).Haricevuto la potenza divina di dare la vita edè diventato il capostipite della nuova uma-nità, il nuovo Adamo, che ci fa nascerecome figli di Dio e conduce il mondo allasua perfezione.

FFrraannccaa TT..

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Vita Parrocchiale

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NOVENA DI NATALE.UN � OCCASIONE PER TUTTI

Nella tradizione del popolo cristiano,l’attesa del Natale e la sua prepara-zione immediata sono state sempre

caratterizzate dalla celebrazione dellaNovena di Natale, una liturgia che spessoappare lontana dalla mentalità e dalla cul-tura dei nostri tempi (soprattutto dei bam-bini, dei ragazzi di oggi) anche perchè pur-troppo gli ultimi giorni prima di Natalesono sempre “frenetici” e hanno portatocol tempo ad una partecipazione sempremeno sentita della novena.Partendo da queste semplici considerazio-ni e convinti che laliturgia è la “vita “della chiesa, que-st’anno abbiamocreduto necessarioproporre una no-vena di Natale checi aiutasse a risco-prire “tutti in-sieme”, grandi epiccoli, come vive-re bene questi ulti-mi nove giorni checi avvicinano alla venuta di Gesù

Aiutare i bambini e i ragazzi ad “entrare”nel mondo liturgico non è certo facile, maè necessario per crescere nella vita spiri-tuale e per questo abbiamo pensato dicoinvolgere ogni giorno i ragazzi del cate-chismo dalla 2a elementare alla 1a media.

Lo schema proposto, pur rifacendosi aimodelli di novena tradizionale, utilizza unlinguaggio più comprensibile per tutti ealcuni semplici segni per cercare di “dareun senso più immediato”alle parole ed aigesti della liturgia.

Il tema centrale è l’attesa ed offre l’occa-sione per ricordare a tutti che è Gesù,“l’Atteso” ed è Lui la nostra meta.

In questo cammino verso Betlemme cisiamo fatti accompagnare da Abramo,

l’uomo della fede;Samuele, il giova-ne della disponibi-lità, Isaia il profetad e l l ’ a n n u n c i o ;Davide il più gio-vane tra figli diIesse, scelto daDio, che non guar-da all’apparenza;Zaccaria ed Elisa-betta, genitori diGiovanni Battista ,

esempi di preghiera e di gioia; Giuseppe eMaria, che si connotano per la fiducia eper l’accoglienza; i pastori, modelli di sem-plicità

La riflessione su questi personaggi ci hasuggerito ogni giorno una parola-chiaveed un impegno concreto ad essa collegato.

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Vita Parrocchiale

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La lettura della Parola di Dio è stataaccompagnata da preghiere e canti.Nella breve riflessione che segue, DonAndrea stimola i bambini con qualchedomanda per aiutarli a cogliere appienol’atteggiamento di attesa proprio del per-sonaggio di quel giorno e, aiutandosi conun piccolo “segno” che ogni giorno pron-tamente tira fuori dalla sua tasca, ci ricor-da di tradurlo in impegno quotidiano perprepararci bene al Natale (per esempio: aZaccaria è stata abbinata la preghiera eduna cordicella. E’ il ”segno“ cheaiuta a ricordare che è la pre-ghiera che ci lega a Dio).

Un cartellone che illustra la stra-da che conduce alla capanna diBetlemme e su cui, ogni giorno,viene incollata l’immagine delpersonaggio-guida con relativaparola-chiave, scandisce iltempo di questo cammino.

Infine, con il segno delle lucer-ne che, giorno per giorno, ven-

gono accese si innova l’in-vito a prepararci ad acco-gliere Gesù, che a Nataleviene come Luce delmondo. Luce che si dif-fonde nel buio dellenostre vicende e ne svelasia il senso che il fine.

Brevi momenti di preghie-ra alternati a qualchecanto “coronano “ la cele-brazione che, si spera,doni a ciascuno di noi unmomento di calma, in cui

fermarsi e pensare al Natale in una pro-spettiva diversa da quella proposta dallepubblicità televisive.

Ci auguriamo che questa novena sia stataun aiuto per accogliere Gesù tra noi con ilcuore davvero rinnovato e disposto a pro-nunciare un “si” a Dio senza riserve.

IIvvaannaa ee RRoossyy

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Vita Parrocchiale

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Venerdì 29 dicembreConcerto a Santa SabinaChe dire? Dovrei trovare nuove parole perraccontare una consuetudine: l’esibizionenatalizia del nostro Coro Polifonico cheanche quest’anno a Natale ha espresso inmusica la dolce atmosfera natalizia.

Chi ha già avuto modo di ascoltarci in altreoccasioni, tornando anche questa volta,ha espresso in modo tangibile il gradimen-to del nostro operato; e chi ci ha ascoltatoper la prima volta? Che impressione avràavuto di noi ?

E’ bene ricordare che siamo pur sempreun gruppo di appassionati della musica

che si mette in discussione ogni anno.

Le emozioni che noi coristi proviamo dasempre sono:tanta agitazione, ansia, batticuore, propriocome se ci esibissimo per la prima volta.

Come i sentimenti reciproci legano dueinnamorati anche dopo tanti anni, batti-cuore, sentimento del primo incontro maanche incomprensioni, noi siamo innamo-rati, alla stessa maniera, del nostro impe-gno musicale, sempre emozionante enuovo.

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Vita Parrocchiale

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Vorrei sottolineare che il generoso impe-gno dimostrato da:

Aita Danila, Cherubino Rita, GaspariniChiara, Gasparini Simona, Lagorio Ilaria,Migliorini Rosanna, Puggioni Giovanna,Rivellini Anna, Scaravelli Diana, Veggi M.Teresa, Aroasio Cristina, Colombo Luisa,De Stefano Angela, Filippone AdrianaLagorio Antonella, Spaggiari Simona,Tizzoni Laura, Aroasio Andrea, CherubinoAndrea, Moschen Luigi, Aicardi Stefano,Cherubino Giancarlo, Mazzei Gabriele,

talvolta è stato ostacolato dalle personaliulteriori problematiche che già avevanocostretto il nostro gruppo ad un tour deforce non indifferente per poter esseresempre presenti alle prove, per cui si èverificato un calo di presenze all’appunta-mento serale settimanale.

Ma dobbiamo sperare e pensare in positi-vo: le difficoltà si supereranno anche conla certezza che la comprensione reciprocaci aiuterà a ritrovare forze sempre nuove edurature.

Gradita sorpresa è stata quella di trovaresu Internet un sito che parlava delConcerto avvenuto nella nostra parrocchiail 29/12/06, in cui un ascoltatore ha com-mentato la nostra esibizione elogiando ilcoro per quanto ascoltato, dando ancheun risalto molto positivo ad alcune nostreinterpretazioni.

Venerdì 29 dicembre, il Coro PolifonicoSanta Sabina, come tradizione, ha tenuto,presso la Chiesa omonima in via Donghi,

il “Concerto delle Feste Natalizie”. In vitadal lontano 1994, l’ensemble è giunto sinoad oggi con immutato entusiasmo, a fron-te del fatto che non è facile tenere insieme,ad alti livelli,un coro parrocchiale di 22elementi contro tutte le anestesie e distra-zioni che ci circondano.

Bravo il Direttore, Gabriele Mazzei, cheinterviene anche in qualità di voce solistanel brano popolare “Go tell it to TheMountains” ed altrettanto bravo il Maestroorganista Paolo Reghitto. Aria di paceall’interno della Chiesa di Santa Sabina:dalle nove, silenziosamente, affluisconovia via sempre più persone sino ad occu-pare gran parte delle panche dell’edificio:si vede che il “Concerto delle Feste” è tra-dizione ormai consolidata a nel quartiere.

Piacevolmente gradita è stata la presenza el’intervento del Maestro A. Dodero.

Il Padre Nostro che ama la musica, all’a-scoltarci, coglierà senz’altro tra le notequesto nostro sentimento e credo ci bene-dica ancora di più per questo, perchénasce veramente dal profondo del nostrocuore…. ho trovato le parole nuove: non èsolo musica…. è anche amore!

IIll ccoorroo èè iinn cceerrccaa ddii nnuuoovvii eelleemmeennttii,, ppeerrccoonnttaattttii rriivvoollggeerrssii oo aallllaa sseeggrreetteerriiaa ddeellllaappaarrrroocccchhiiaa oo aall sseeggrreettaarriioo ddeell ccoorroo

GGiiaannccaarrlloo CChheerruubbiinnoo

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Vita Parrocchiale

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Il cenone di capodanno a Santa SabinaSono passati sei mesi da quando vi ho rac-contato la mia disavventura. a Neirone.

Il mio cuore si stava fermando per un brut-to infarto, seguiva quindi un ricovero tem-pestivo a Lavagna, conclusosi felicemen-te, ed ora, grazie a Dio, risanata e conten-ta sono pronta a parlarvi di un momentogioioso vissuto in parrocchia: la festa del-l’ultimo dell’anno ovvero il “cenone“.

Fra le tante ricorrenze costruite più chealtro per scopi commerciali, quella checoinvolge di più è senz’altro il salutoall’anno che se ne va e a quello che arriva.Tutti cerchiamo un modo per divertirci,rilassarci e dimenticare per qualche ora iguai, le ansie e le lotte che la vita porta.

Anche un gruppo di parrocchiani diS.Sabina si è riunito nella salaparrocchiale per la fatidica ora.

Ci accolgono: una tavola festo-samente apparecchiata, Annae Angelo con pentole fumanti eappetitose, contenenti manica-retti preparati con abilità epassione. Franca si è improvvi-sata cameriera di prima cate-goria per servizio e intratteni-mento. Don Armando per l’oc-casione ha sfoggiato una gio-vialità e un’allegria incredibili

che ha contagiato tutti.

Il cenone si è svolto in modo allegro efestoso accompagnato da un coro che nonconosceva competizione e con balli scate-nati quasi come quelli di “ Ballando con lestelle”.

La mezzanotte è scoccata all’insegna dibaci, abbracci, panettone e spumante chescorreva “ a fiumi “

Così la festa è finita.

Ringraziamo Dio e …avanti con la vita !!

AAnnnnaa FFiioorriinnoo

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Vita Parrocchiale

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C o n v i v e n z aDomenica 26 novembre si è svolta

presso le Suore Francescane una “giorna-ta di convivenza”, aperta a tutti i parroc-

chiani di S. Sabina.L’iniziativa, per la verità non nuova, è stataripresa dopo alcuni anni di pausa, peroffrire a tutti un’occasione di riflessione edi approfondimento, oltre che di condivi-sione.

Innanzi tutto, però – e non sembri stranal’osservazione, - è stata l’occasione perconoscersi meglio per porre le premesseutili ad individuare ambiti operativi, adelaborare progetti, a proporre collabora-zioni tra persone, che lavorano in settoridiversi e con modalità differenti, ma tutteorientate al raggiungimento di finalitàcomuni.

Dopo la Messa delle ore 11, un nutritogruppo di persone si è recato presso l’isti-tuto delle Suore per consumare il pranzo al

sacco. Nel primo pomeriggio cisiamo riuniti nella chiesina per unmomento di riflessione sulla Paroladi Dio e per la preghiera.

Successivamente si è dato il via ailavori: sono stati formati diversigruppi, a cui è stato assegnato ilcompito di individuare le tematichepiù urgenti, relative ad ambiti spe-cifici: iniziative per i giovani e per iragazzi del Catechismo, per glianziani, per le celebrazioni liturgi-che, per le attività caritative.

Le sintesi conclusive, elaborate all’internodi ogni gruppo, hanno messo in evidenzaciò che è stato realizzato, ma, ancora dipiù, ciò che resta da fare e che potrebbedare ulteriore sostanza e vita a progettinuovi e utili alla comunità.

E’ stata una bella esperienza di amicizia edi condivisione, in cui si sono precisaticontorni di una collaborazione che puòrendere la Parrocchia sempre più viva evicina a tutti.

RROOSSYY

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Vita Parrocchiale

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GIORNATA PER LA VITA

Anche quest’anno si è tenutala 29esima giornata per lavita.

Tante sono le considerazioni che sipotrebbero fare, mi sembra opportunoaprire questo discorso riportando alcuniconcetti così come espressi dal messaggiodel Consiglio Episcopale permanente:“Non si può non amare la vita: è il primoe il più prezioso bene per ogni essereumano.

Dall’amore scaturisce la vita e lavita desidera e chiede amore.

Per questo la vita umana può edeve essere donata, per amore, e nel donotrova la pienezza del suo significato, maipuò essere disprezzata e tantomeno distrutta.

Certo, i giorni della vitanon sono sempre uguali: c’è iltempo della gioia e il tempodella sofferenza, il tempo dellagratificazione e il tempo delladelusione, il tempo della giovi-nezza e il tempo della vecchiaia ,il tempo della salute e il tempodella malattia… “.

“Se siamo attenti, qual-cosa dentro di noi ci avverte chela vita è un bene supremo sul

quale nessuno può mettere le mani; anchein una visione puramente laica, l’inviola-bilità della vita è l’unico e irrinunciabileprincipio da cui partire per garantire a tuttigiustizia, uguaglianza e pace. Chi ha ildono della fede, poi, sa che la vita di unapersona è più grande del percorso esisten-ziale che sta tra il nascere e il morire: haorigine da un atto di amore di Colui chechiama i genitori a essere “cooperatori del-l’amore di Dio creatore”.

Ogni vita umana porta la Suaimpronta ed è destinata all’eternità.

La vita va amata con coraggio.

Non solo rispettata, promossa,celebrata, curata, allevata. Essa va anche

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Vita Parrocchiale

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desiderata. Il suo vero bene vadesiderato, perché la vita ci èstata affidata e non ne siamo noii padroni assoluti, bensì i fedeli,appassionati custodi.

In particolare ci si rivolgeai genitori:

“Sì, la vita umana èun’avventura per persone cheamano senza riserve e senza cal-coli, senza condizioni e senzainteressi; ma è soprattutto undono, in cui riconosciamo l’amore delPadre e di cui sentiamo la dolce e gioiosaresponsabilità della cura, soprattutto quan-do è più debole e indifesa.

Amare e desiderare la vita è, allo-ra, adoperarsi perché ogni donna e ogniuomo accolgano la vita come dono, lacustodiscano con cura attenta e la vivanonella condivisione e nella solidarietà.”

Infine mi piace riportare due brevipensieri letti durante la veglia di preghieradi sabato 3 febbraio, nella chiesa di SanGiuseppe Cottolengo: “ogni uomo esistedavanti a Dio, può parlare con Dio, sicurodi essere ascoltato ed amato”.

La vita chiede amore.

Amare qualcuno significa dirgli:è bene che tu siaè meraviglioso che tu esistagioisco perché tu ci sei “

Cari genitori,“Dio ha amato il vostro bambino prima di voiEgli lo ama con voi,lo ama più di voi,perché lo ama di un amore divino infinito.”

I credenti sanno di essere immersinell’amore e nella tenerezza di Dio: e soloin questa certezza la vita, ogni vita, assumeil suo pieno significato positivo, dal primoatto del concepimento fino a quando essasfocia nell’eternità di Dio.

Brano tratto da:NNooii,, GGeenniittoorrii ee ffiigglliiSupplemento ad Avveniredel 28/1/2007 n. 104

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I nostri gruppi

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MERCATINO DI NATALEA SANTA SABINA

Quest’anno nella nostraParrocchia si è svoltoil primo mercatino di

Natale.

E’ stata una grande festa pergrandi e piccini per ragazzi,famiglie e anziani.

Abbiamo potuto giocare con itappi colorati, con il Pozzo diSan Patrizio per la gioia deibambini che hanno potutopescare in un pozzo di giocat-toli; belli anche gli stands delpunto croce, del bricolage e del gruppodellle Aquile che con particolare talentohanno creato oggetti artigianali moltoapprezzati da tutti i visitatori

Sabato pomeriggio abbiamo potuto vede-re tanti bambini giocare insieme a BabboNatale e alla fine un po’ stanchi, ma felici,

fare merenda tutti insie-me a base di pane enutella (che è sempregradita a grandi e picci-ni).

Ancora non possiamonon ricordare la tombo-la, il cinema, l’affollatacena conclusasi con un“sentito” karaoke.

L’obiettivo del mercatinoera quello di raccoglierefondi per ristrutturare

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I nostri gruppi

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l’acquedotto della casa di Neirone, ma amio parere, la cosa più bella di questogiornate è stata la festosa unione che halegato le persone al di là della simpatia odelle capacità.

La preparazione del mercato è durata unpaio d mesi ed è obbligo ringraziare tantepersone volontarie e buona parte deigruppi parrocchiali che si sono prodigatiper la riuscita di questo evento, quindi gra-zie alla

AACCRR,, AAGGEESSCCII, per la preparazione deigiochi per i bambini.

BBRRIICCOOLLAAGGEE, PPUUNNTTOO CCRROOCCEE per glistands artigianali.

La PPOOLLIISSPPOORRTTIIVVAA per la bellissima cena,

le AACCLLII per la tombola, il cinema e il giocodei tappi.

LLEE CCAATTEECCHHIISSTTEE,, ll’’AACC,, LLEEAAQQUUIILLEE per il Pozzo di SanPatrizio.

Ed ancora il CCPPMM per l’otti-ma cioccolata calda.

ed infine come non ricorda-re IILL GGRRUUPPPPOO AANNZZIIAANNIIper averci fornito le lorosquisite torte.

Spero con il cuore che que-ste cose possano andareavanti spontaneamente permolti anni indipendente-

mente da chi partecipa o organizza esarebbe bello che nuove risorse umane ed’idee potessero continuare ad arricchirequesto piccolo “movimento” che è lanostra comunità parrocchiale.

SStteeffaanniiaa ZZ..

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I nostri gruppi

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LA BEFANA A SANTA SABINALa befana per il secondo anno è arrivatanella nostra parrocchia carica di dolcetti ecaramelle (gentilmente offerte dalla Ditta

Saiwa e Panarello) per la gioia di tutti ibambini che hanno potuto salutarla e gio-care con lei.

Quest’anno c’è stata un’attrazione in più:la calza più lunga del quartiere cucita dalgruppo del Bricolage e l’intento è quello diallungarla di anno in anno.Bellissimo vedere i visi dei piccoli stupefa-

ti dalla presenza della “cara vecchina” etutti quanti con il naso all’insù a guardarela calza appesa in cortile, un grazie ai capiscouts del branco dei lupetti per il loroaiuto nell’animazione dei gioichi e dopouna generosa merenda a base di panetto-ni e pandori la giornata si è conclusa, conla proiezione di un film per bambini.Visto l’elevato numero di persone che

hanno partecipato alla giornata, questo cifa capire quanto c’è bisogno in ognuno dinoi di giornate come queste che rallegranoe uniscono, speriamo di condividerneancora molte altre

SStteeffaanniiaa

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GENITORI CATECHISMO E NONDa quest’anno abbiamo cambiato il nomeper meglio chiarire a chi ci rivolgiamo.Col tempo, infatti, abbiamo notato che gliargomenti trattati nei nostri incontri pote-vano interessare non solo i genitori deibambini che frequentano il catechismo,ma anche chiunque avesse a cuore la cre-scita dei propri figli. Ecco il significato diquel “ e non “ ad ampliare l’invito a chi siriconosce in quest’ultima categoria.Ed abbiamo in qualche modo introdotto innocciolo del discorso: cosa ci proponiamodi fare ?Nel nostro volantino abbiamo indicato:”cerchiamo di porci delle domande e didarci delle risposte ( da soli o con l’aiuto diesperti”) su alcuni temi che riguardano davicino i nostri figli e il nostro relazionarcicon loro.”Perciò nei nostri incontri mensili affrontia-mo sia argomenti specifici legati alla cre-scita dei nostri figli ( per esempio l’adole-scenza ) sia argomenti che li toccano davicino, soprattutto per il nostro ruolo digenitori ( per esempio a Febbraio 2007abbiamo parlato della “manutenzione delMatrimonio “)Quelli che già frequentano i nostri incontrisanno che cerchiamo di individuare gli“esperti” in modo che sappiano dare unachiara esposizione del tema, stimolandopoi un aperto confronto con i presenti,affinchè ognuno abbia l’opportunità diporre delle domande o di mettere in

comune le propri esperienzeE i figli, chi li gestisce durante l’incontro ?si chiederà qualcuno di voi.Tranquilli. abbiamo pensato anche a que-sto ! Durante l’incontro le catechiste fannogiocare i nostri ragazzi nel cortile dellascuola ( se il tempo lo consente ) o nellesale ACR. Ecco quindi un modo per unirel’utile ( per gli adulti) al dilettevole ( per ifigli )Per il 2007 poi, e su richiesta di molti geni-tori, stiamo anche pensando di aggiungerequalche attività pratica e conviviale che ciaiuti a conoscerci meglio.Vi invitiamo tutti per il prossimo appunta-mento che sarà il 9 Aprile ; ma questavolta non nel teatro ma bensì a Neironeper conoscerci e vedere i nostri figli gioca-re insieme. Ci sarà la S. Messa e il pranzoal sacco e tanta voglia di rilassarci e direspirare aria pura.A presto !

MMaarrccoo ee MMaarriiaa CC..

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QUQUANDO LANDO LO SPORT METTE INO SPORT METTE INGIOCO LGIOCO LA FA FAMIGLIAAMIGLIA

Il progetto “metti in gioco il tuo cuore “ sipropone di educare facendo sport !Questa è la scommessa che ha davantiogni genitore, ogni dirigenteed ogni educatore.Con questo progetto ci pro-poniamo di diventare unvalore aggiunto nei confrontidelle famiglie. Ogni genitore quando guardai propri figli non può non sen-tire quella commozione per illoro futuro… cosa sarà dellaloro vita?Questa è la ragione ultima delnostro educare con lo sport.Offrire ai nostri figli , a tutti ibambini la possibilità di vive-

re l’avventura della vita con unsenso, con dignità e passione.Questa iniziativa sportiva cerche-rà non soltanto di insegnare lefondamenta del calcio, le regolee come e con quale spirito sideve affrontare una partita, maanche di promuovere un calcioetico a dimensione di bambinodove la cultura dello stare insie-me e della gioia prevalga suquella basata sul business e sullacompetizione esasperata per unavittoria “ a tutti i costi “… La vitaè l’arte dell’incontro.

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Se riuscirai a scaraventarti fuori dal tuo io,cogliere negli altri ciò che unisce,e lasciar perdere ciò che divide,coglierai la gioia dello stare insieme, e sarai costruttore di una cultura dei valori della condivisione e della pace.Il gioco, lo sport, non solo potranno diventare scuola di vita,ma l’opportunità di poter vincere la partita più bella e più importante della tua vita.Il cuore non è proprietà privata, chi tiene a distanza l’altro perde se stesso.Se uno sogna da solo è soltanto un sogno,quando si sogna in tanti può essere l’iniziodi qualcosa di nuovo e di grande….…La vita è l’arte dell’incontro….

GRAZIE DI AVERE MESSO IN GIOCO IL TUO CUORE.

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UNA SCUOLA PER I BAMBINI DELMADAGASCAR

Sono Giuseppe Schintu, fotografo profes-sionista di Genova e voglio ringraziare anome mio, ma soprattutto a nome deibimbi del villaggio Antanifotsy, DonArmando, i parrocchiani e tutti i collabora-tori per la raccolta effettuata durante leMesse di Dicembre (� 1.352), con lo scopodi portare a termine il mio progetto.Frequento il Madagascar da circa 10 anni,

inizialmente per motivi professionali, poiper amore della terra e del suo popolo, lacui forza è legata alla capacità di sconfig-gere le difficoltà con l’ottimismo e l’alle-gria.

Durante un mio viaggio ho conosciutoFabio Checcucci, referente per ilMadagascar dell’Associazione MondoGiusto di Lecco.Mondo Giusto è una associazione ONG,costituita nel 1971 per svolgere attività disviluppo nei paesi dell’Africa e del-l‘America Latina.Nel 1973 ha avuto il riconoscimento di

idoneità dal nostro Ministero degli affariesteri per realizzare progetti di collabora-zione internazionale.Ha collaborato con le più importanti istitu-zioni nazionali ed internazionali come

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Dalle Missioni

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Unione Europea, Nazioni Unite,Conferenza Episcopale Italiana, l’Unicef,ecc.Attualmente lavorano in Congo,Camerum, Angola e in Madagascar.Il loro lavoro consiste nel migliorare le con-dizioni di vita delle popolazioni beneficia-rie nel campo dell ‘istruzione, sanitario,dell’ambiente e della produzione agricolae artigianale.Attualmente il loro progetto principaleriguarda lo sviluppo del settore della setanel Madagascar. La collaborazione di Mondo Giusto con igruppi d’allevamento artigianale del bacoda seta, con gli artigiani per la trasforma-zione del filo e della commercializzazionedei tessuti, ha permesso a cento famiglie diraddoppiare il loro reddito. Grazie a ciòmolti bambini hanno potuto tornare allascuola elementare. La mancanza di aule e di attrezzature sonoperò un grosso freno all’educazione deipiù piccoli.

Incontrando Fabio ho avuto il desiderio diaiutare questi bimbi.

Da quel giorno è nato il progetto-scuola.Con l’aiuto dell’assessore alla cultura dellaProvincia di Genova, M. Cristina Castel-lani, ho fatto stampare un libro intitolatoLUCI ED OMBRE DEL MADAGASCAR.Esso racchiude una selezione di fotografiefatte nei miei precedenti viaggi che illustra-no usi e costumi del popolo Malgascio;descrive la fauna e la flora, e mostra pae-saggi e tramonti incantevoli.Il tutto abbinato a piccole descrizioni poe-tiche che accompagnano le immagini.

Il ricavato della vendita del libro è servitoper la realizzazione del progetto.

Dettaglio del progetto e delle spese soste-nute e dei preventivi per terminare i lavo-ri:

Il villaggio ha messo a disposizione l’areaedificabile e una parte della manodopera.I lavori sono iniziati a giugno 2006 .Il costo della costruzione dell’edificio scola-stico e dei mobili per due classi è stato di3.500 euro.

I prossimi lavori come la costruzione deiservizi igienici e del campo sportivopotranno essere conclusi con una spesa di1.700 �

Non conosco ancora il preventivo per laristrutturazione del vecchio edificio cheattualmente non è in condizioni accettabi-li.

ANCORA GRAZIE !!!!

GGiiuusseeppppee SScchhiinnttuu

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PREGHIAMO PERI NOSTRI DEFUNTI

Direttore responsabile: Armando GuiducciRedazione: Orietta Origone, Franca e Giuseppe Toletone, Franco GraziaDirezione – Redazione: Via Donghi, 8 – 16132 Genova – Tel. 010 504664

Stampa: Tipolito Sorriso Francescano – Genova – Via Riboli, 20 (da via Trento) – Tel. 010 31 16 24

BENVENUTO AI NOSTRIPICCOLI PARROCCHIANI

ABBATE ALESSANDRAAMALBERTI VERABARATTI ROSA ved. CURLOBASSO ARMIDABONARETTI IRMABROGI GUGLIELMACECCONI OSVALDODIANA GIOVANNIFALZON CARMELAFEDI ELZA VED. BELLANTONIOGALLO GIOVANNA SAVASTANOLEONE M,SANTAMAFFEI MARCELLOMANAROLA MARIOMINATTO AUGUSTA AROASIOPIROSA NATALINAROSSI OLGARUSSO RAFFAELINASAMIOLO STEFANIATAPPA FIORNAVERO NICODEMOVILLA EUGENIOVOLPE ROSAZANARDI M.ROSAZANICHELLI GIUSEPPINA

ARDUINO GIULIABARBAGALLO ILARIACANELLINI ALESSIOCORSANO EMANUELELAZZARO GIUSEPPEMORETTI CHRISTIANPICATTO TOMMASORUSSO SOFIA FRANCESCASANTANA TIGRERO JARRYANDRESSOFIA MAINISPATARO ARIANNA

A tutto il 28/2/2007

S.MESSE

FERIALI: 9.00 - 18.00 - (17.30 S. Rosario) - PRE-FESTIVI 18.30FESTIVI: 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.30 (18.00 Vespri)

CONFESSIONI

FERIALI - Parroco: dalle 8,15 alle 9- - Don Andrea.: da lunedì a giovedì dalle 18.30 alle 19

FESTIVI - Parroco: dalle 9.30 alle 10.45- Don Andrea: dalle 9.15 alle 12

SEGRETERIA

Dal lunedì al venerdì: 9.30 - 12.00; 16.00 - 17.30 - Fax e telefono: 010 50 46 64