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maggio 2012 G&d Gabiano e dintorni Il mensile dal Nost Munfrà Sommario Nost Munfrà Alfiano Natta: il restauro del vecchio forno e le nostre radici Pontestura: Il teatro Verdi Personaggi: Riccardo Gualino e Cesarina vite vissute intensamente Tamburello serie C e D

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Nost Munfrà Alfiano Natta: il restauro del vecchio forno e le nostre radici Pontestura: Il teatro Verdi Personaggi: Riccardo Gualino e Cesarina vite vissute intensamente Tamburello serie C e D

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maggio 2012

G&d Gabiano e dintorni Il mensile dal Nost Munfrà

Sommario

Nost Munfrà Alfiano Natta: il restauro del vecchio forno e le nostre radici Pontestura: Il teatro Verdi Personaggi: Riccardo Gualino e Cesarina vite vissute intensamente Tamburello serie C e D

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G&d

www. gabianoedintorni.net www.collinedelmonferrato.eu Autorizzazione n° 5304 del 3-9-99 del Tribunale di Torino Direttore Responsabile Enzo GINO - Sede: via S. Carpoforo 97 - Fraz. Canta-venna 15020 Gabiano - Stampato presso A4 di Chivasso (TO) - Edito-re: Associazione Piemonte Futuro: P. Iva 02321660066; Conto Cor-rente Postale 001002690764; Ban-ca di Legnano: filiale di Gabiano - Conto Corrente n° 195. IBAN: IT26S0320448290000000000195 - Per informazioni e pubblicità cell. 335-7782879; e-mail: [email protected]

Nost Munfrà

Caro G&d

Siamo tre giovani gabianesi, nati e

cresciuti tra queste colline, con tan-

ta voglia di fare, proporre, studiare

idee per valorizzare e migliorare il

nostro bellissimo territorio. Tempo

fa il direttore di questo periodico, ci

ha lanciato l'idea di creare un grup-

po per dare vita ad alcune iniziative

di promozione della nostra zona.

Subito ci sono balzate in mente

molte idee, aventi come obbiettivo

questo: organizzare eventi cultura-

li, musicali, sportivi ecc., i quali

possano dare risalto a quanto ab-

biamo la fortuna di possedere.

Viviamo in luoghi ricchi di ogni ge-

nere di bellezza, dalla natura, all'ar-

te, alla cucina. Quello che vogliamo

è dar luce alle mille sfaccettature di

questo immenso patrimonio che è il

nostro territorio, creando un'asso-

ciazione di volenterosi che abbia

voglia di fare. Le idee sono molte-

plici. Noi amiamo il nostro paese e

quindi vogliamo farlo risplendere.

Occorre che la gente riscopra il

piacere di visitare i nostri luoghi,

trovi gusto nel farlo, e voglia di

ritornarci. Serate musicali, passeg-

giate, mostre... tutto ciò non può

che portare lustro al nostro paese,

quando a muovere il motore è lo

spirito di unione; e come si direbbe

dalle nostre parti "pi tanc ca suma. mei a l'è ". Questo a grandi linee il nostro programma, lo schema su

cui vorremo basarci per dar vita a

questo gruppo.

Per concretizzare queste idee, ab-

biamo bisogno di tanta collabora-

zione da parte di tutti, giovani e

non giovani, che abbiano a cuore la

nostra realtà.

Alessandro Bossetto

[email protected]

cell. 3270684286

Alessandro Coggiola

[email protected]

cell. 3343131343

Pier Garimanno

[email protected]

cell. 3489156495

Cari amici

Innanzitutto grazie per aver condi-

viso l’idea di “fare” qualcosa per il

nostro territorio.

Ci fa particolarmente piacere vede-

re questa attenzione da parte di

giovani che più di altri dovranno

affrontare e vivere il futuro della

nostra terra. Come è a tutti noto

sono anni difficili e una iniezione di

buona volontà e attivismo credo

siano, non solo utili, ma necessarie.

Non resta quindi che incontrarci

con tutti coloro che si vogliono uni-

re a noi.

E’ sufficiente contattare i promotori

alle mail o cellulari indicati o su

facebook o, ancora la redazione di

G&d:

[email protected]

cell. 335-7782879.

Organizzeremo quanto prima un

incontro, faremo sapere dove e

quando.

Per quanto ci riguarda l’invito a

costituire gruppi si estende anche a

tutti gli altri Comuni in cui G&d vie-

ne distribuito.

Il nostro mensile resta a disposizio-

ne per segnalare, collaborare, pro-

muovere, pubblicizzare, suggerire

ogni iniziativa a sostegno del no-

stro Monferrato.

Ciao e... a presto!

Enzo Gino

E’ stato riaperto lo Story Park

Dopo alcuni mesi di chiusura, con

nuovi gestori, è stato aperto lo

Story Park. Nella struttura situata a

Gabiano è possibile vedere nella

sala multimediale la raccolta di

documentari sulla storia, i perso-

naggi, e altro ancora del Monferra-

to. E’ inoltre disponibile una sala

per riunioni e convegni. E’ stato

riavviato il servizio bar che funzio-

nerà per ora solo dal venerdì alla

domenica. La cooperativa Sociale

Nuova Vita che ha sede a Torrazza

Piemonte oltre a gestire i servizi

dello Story Park gestirà anche l’o-

stello di Varengo. Gino Abrigo e

Patrizia Becchio rispettivamente

presidente e vice presidente della

cooperativa conducono insieme ai

soci anche il -Laboratorio della

Fabula- associazione culturale. A-

brigo conosce bene Gabiano, dal

1992 al 1996 è stato il Responsabi-

le del progetto sperimentale pro-

prio in questo Comune per l’inseri-

mento lavorativo terapeutico/

riabilitativo per utenza psichiatrica

– Coop. Incontro di Torino. Augu-

riamo quindi buon lavoro ai nuovi

gestori. Per informazioni:

[email protected]

011-6984390 - cell. 392.9390181

Comuni in cui viene distribuito G&d

Comunità Collinare Colli e Castelli

1- ALFIANO NATTA, 2- CAMINO,

3- CERESETO, 4- MOMBELLO M.,

5- MURISENGO, 6– SOLONGHEL-

LO, 7- VILLADEATI

Comunità Collinare Valle Cerrina

1- CASTELLETTO MERLI, 2- CERRI-

NA, 3- GABIANO, 4- MONCESTINO,

5- ODALENGO GRANDE, 6- ODA-

LENGO PICCOLO, 7- PONZANO

8- SERRALUNGA DI CREA, 9- VIL-

LAMIROGLIO

Altri Comuni

1 – CONIOLO, 2 - VERRUA SAVOIA 3 - PONTESTURA

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Il restauro del vecchio forno a Sanico di Alfiano Natta

Fu costruito su terreno donato dal

cav. Egidio Beccio (che ha offerto

anche il terreno dove è stato edifi-

cato il monumento ai caduti di

Sanico). Inizialmente appartenente

alla Chiesa locale, poi una bolla

napoleonica ne trasferì la proprietà

al paese. Nel corso dei secoli la

proprietà venne disputata più vol-

te fra la Chiesa parrocchiale e gli

abitanti, benché il 17 settembre

1877 ne fosse stata riconosciuta

ufficialmente la proprietà degli abi-

tanti, tutt'oggi ancora valida. Alla

Chiesa fu sempre assegnato il red-

dito del forno, amministrato dalla

reggenza. Nel XIX secolo la Chiesa

doveva già ricorrere all'autorità per

costringere i debitori morosi al pa-

gamento del fitto (allora cento lire

per semestre, benché si trovino

testimonianze di affitti postumi di

trecentocinquanta e più lire). Nel

1910 venne ricostruito dalla ditta

Beccio Egidio, ma la pignatta (il

forno di cottura) era troppo bas-

sa: infatti il pane che era prodotto

in campagna risultava più grosso

di quello della città, pertanto, in

quelle condizioni, la cottura non

era ottimale. Nello stesso anno, il

forno, fu dato a mezzadria a Capra

Carlo, furné. Ognuno si portava la propria la legna per cuocere ed

era necessario prenotare un gior-

no prima. Tutte le donne del pae-

se si davano appuntamento al for-

no per raccontarsi le novità men-

tre facevano il pane una volta alla

settimana. L’impasto del pane si face-

va a casa "sull'erca", si metteva un

po' di farina con lievito e acqua il

"sent" e si lasciava fare "l'alvà" cioè

si lasciava riposare per 4 ore, poi si

aggiungeva ancora farina e acqua e

si preparava l'impasto che si met-

teva di nuovo a riposare per tutta

la notte. La mattina si avvolgeva

l'impasto nelle "mantile", si mette-

va in una cesta del pane e si cari-

cava sulla carriola e così si andava

al forno. Qui sul ripiano dove si

facevano le forme, le tipiche

"grissie" e il panettiere le infor-

nava. I panettieri sono stati il Fran-

cesco Capra "Cichinot", Capra

Tommaso "dal Sandrotu" e il Car-

melo Vasino "al Melu".

Finito di fare il pane, si

faceva il pan di Spagna e

tutte le donne si sfida-

vano per la buona riu-

scita di questa ricetta

che era il dolce classico

del dì d'la festa. L'affittavolo del forno

oltre al pagamento del

fitto alla chiesa parroc-

chiale, "resta obbligato"

a far da sacrista.

Da tempo è stata avviata

una interessante iniziati-

va da parte dell’ammini-

strazione di Alfiano Natta

per il restauro del vec-

chio forno in frazione

Sanico.

Come si legge nella de-

terminazione dell’Ufficio

tecnico risalente al 20

giugno 2011 con cui so-

Recuperare un forno è anche recuperare il senso della comunità

L’edificio del forno di Sanico con il caratteristico alto camino a torretta (foto E. Franceschet)

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no stati approvati gli atti del pro-

getto il costo dell’operazione risulta

di poco meno di 30.000 €.

Attualmente è stato restaurato solo

il tetto per evitare che le infiltrazio-

ni d’acqua producessero ulteriori

danni allo storico edificio, per il

resto l’amministrazione guidata dal

noto sindaco Gabriella Paletti ha

cercato contributi dai diversi enti

pubblici e privati, ma solo la Fonda-

zione Cassa di Risparmio di Ales-

sandria si è dimostrata sensibile

all’iniziativa. Da qui l’avvio di una

sottoscrizione popolare per il recu-

pero del forno pubblico in cui, sino

a parte del secolo scorso, le fami-

glie della frazione si recavano a

cuocere il pane. Al fine di consegui-

re l’obiettivo vengono organizzate

iniziative per la raccolta fondi, in

questi giorni nel corso della manife-

stazione Riso e Rose il comune ne

ha organizzato una dedicata al pa-

ne, ai dolci, alle attività culinarie ed

enogastronomiche. Riteniamo che

queste iniziative siano molto utili

per valorizzare il nostro Monferrato,

i motivi sono tanti: recuperando

opere legate alla storia ed alla tra-

dizione delle nostre terre si crea e

tramanda cultura, si fanno cono-

scere alle generazioni giovani ed a

quelle che verranno ciò che erava-

mo e da dove veniamo. Ma la me-

moria non serve solo a ricordare

più o meno passivamente o intima-

mente il passato, la memoria lega

unisce ed in altri casi,

purtroppo, può anche

dividere.

La comunità si basa,

anzi è essenzialmente,

le sue esperienze co-

muni condivise.

Conterranei, compae-

sani, amici, famigliari

sono tali perché hanno

condiviso fra loro sto-

rie, conoscenze, espe-

rienze, accumulando

nella miniera della me-

moria momenti comu-

ni. Immaginate una

folla di persone prove-

niente da ogni angolo

del mondo, provate a

dire loro la parola Ba-gna cauda. Chi e quanti

la capiranno? Solo coloro che han-

no una esperienza, una memoria

comune, lo potranno fare, perché

quelle persone hanno una cono-

scenza che le lega, quelle persone

si possono intendere, quelle perso-

ne possono essere o diventare una

comunità. Immaginate di ripetere

l’esperienza con tante altre parole,

ma anche con paesaggi, luoghi,

vicende, persone: ognuna di que-

ste cose attraverso la memoria

condivisa crea una conoscenza e

quindi una coscienza comune. Ecco

perché scrivere e diffondere questo

sapere, queste storie, questi pae-

saggi, ed ancor più salvare dall’o-

blio qualcuno dei tanti oggetti della

storia passata comune che ci cir-

condano serve a unirci ed a raffor-

zare la nostra comunità. E da sem-

pre nella storia la comunità, il sen-

so di appartenenza, la solidarietà

che da essa scaturisce sono stati

elementi indispensabili per supera-

re difficoltà e ostacoli, il motivo è

semplice insieme si può riuscire

dove l’individuo non basta. E se si

guarda alla storia si potrà notare

come sino a circa un secolo fa il

senso di solidarietà era molto più

presente. Non solo il pane veniva

cotto in un forno comune, ma si

collaborava per la vendemmia, per

battere il grano, si aiutavano i nuo-

vi arrivati a costruire la casa, si

accorreva in soccorso quando capi-

tava una disgrazia, se bruciava una

casa i vicini correvano a spegner

l’incendio, oggi al massimo si chia-

mano i pompieri, col telefonino, se

abbiamo tempo. Il bisogno unisce,

accomuna là dove l’abbondanza e

la ricchezza dividono perché l’aiuto

non serve, si può comprare ciò di

cui c’è bisogno. L’iniziativa del re-

stauro del forno del pane diventa

quindi una occasione o se preferite

una prova per misurare il tasso di

appartenenza alla comunità. Pur-

troppo non c’è da meravigliarsi se

oltre un secolo di dominante cultu-

ra dell’individualismo e del consu-

mo ci hanno portato a credere che

si può sempre comprare ciò che ci

serve, non è vero, e forse in questi

tempi con la crisi economica, dei

servizi e delle istituzioni ce ne stia-

mo accorgendo. Chissà che la ri-

sposta non sia la riscoperta delle

nostre radici, naturalmente per chi

quelle radici conosce e sa di averle.

Per chi vuole contribuire alla

ricostruzione del forno il nu-

mero di Conto corrente è il se-

guente:

Comune di Alfiano Natta Tesoriere Comunale - Cassa di Risparmio di Asti IBAN : IT 97 N 06085 10316 000000020148

La bocca del Forno di Sanico

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Pontestura: il teatro Verdi

L’inaugurazione del Salone Verdi ebbe luogo domenica 1 corr. (n.d.r. dicembre 1907) alle ore 18 circa, con un sontuoso banchetto di oltre 150 coperti, apparecchiato e servi-to dal bravo albergatore signor Giu-seppe Meda. Al dessert si alzò l’egregio avv. Ettore Manganelli, nostro pretore, a dire con forbite ed erudite parole della Gloria di Giuseppe Verdi e della genialità artistica italiana, alla fine del suo discorso, volgendosi col bicchiere colmo al ritratto del grande maestro – dipinto nel cen-tro della parete sovrastante alla galleria, dal valente quanto mode-sto dott. Agostino Redoglie, un di-lettante che cela all’ombra del di-lettantismo rare doti di vero artista – invitò gli intervenuti ad acclamare alla gloria di Verdi dell’Italia e del risveglio di Pontestura. Una lunga ovazione accolse la fine del suo discorso. Applaudite furono pure le brevi, ma commosse e belle parole del signor Nono Gonella, laureando in giuri-sprudenza. Una parola di sincera lode va data ancora alla brava ed antica banda dell’Unione liberale, che avendo preceduto il corteo dei commensali, recantisi al salone, volle pure ese-guire, a chiusura del banchetto e alla simpatica festa, due marcie bellissime, composte per l’occasio-ne, dal maestro Giuseppe Guaschi-no, di Grazzano e alle marcie se-

guirono un valzer del ma-estro Ferdinan-do Devasini di Casale ed altri pezzi svariati. Dopo di che la festa ebbe ter-mine e la lieta riunione si sciolse per cedere il posto alle danze, che animatamente

si protrassero fin oltre mezzanotte. Un pontesturese

Così la descrizione dell’inaugurazio-

ne del teatro di Pontestura avvenu-

ta 105 anni fa (abbiamo conservato

anche la grammatica dell’epoca).

Ma chi furono gli artefici del Tea-

tro?. Leggendosi gli atti depositati

preso il Comune di Pontestura che

gentilmente ha messo a disposizio-

ne di G&d, risulta che il 20 aprile

1907 in una camera al primo piano

della casa Gabba in via Umbero I

numero 6 a Pontestura si riunirono

il notaio Avv. Leone Vellano di Mo-

rano con Romanello Luigi di Pietro

pittore e decoratore; Cattaneo

Francesco di Carlo, proprietario;

Cerrano Eligio fu Giuseppe proprie-

tario; Romanello Giuseppe fu Luigi

proprietario; Pastore Federico fu

Pietro negoziante; Gabba Luigi di

Pietro proprietario e Bernasconi

Carlo di Giacomo capo mastro, tutti

di Pontestura che si riuniscono il

società o comugnone allo scopo o

sotto le norme seguenti:

La società ha per iscopo di costrui-

re un fabbricato in Pontestura, da

adibirsi a uso teatro, salone da bal-

lo o conferenze e trattenimenti

pubblici.

Il capitale comune e stabilito nella

complessiva somma di Lire 9.000

(novemila) la quale viene conferita

nel modo che segue:

per lire 500 dal sig. Romanello Lui-

gi; per lire 1.000 dal sig. Catteneo

Francesco; per lire 2.000 dal sig.

Cerrano Eligio; per lire 500 dal sig.

Romanello Giuseppe; per lire 1500

dal sig. Pastore Federico; per lire

1.000 dal sig. Gabba Luigi; per lire-

1.000 dal sig. Bernasconi Carlo.

Il sig. Gabba Luigi inoltre conferi-

sce alla società l’area su cui dovrà

erigersi il fabbricato.

Sito il terreno in Pontestura regione

castello di are 3 e centiare 70 in

mappa ai numeri 6p. 7p. 8p. con-

sorti (n.d.r. confinanti) Romanello

Angela e sorelle lo stradale della

In una sorta di “Paese metropolitano” scopriamo di avere a pochi minuti d’auto (meno di quelli che ci vorrebbero ad attraversare un grande città) un osservatorio astronomico, un mercato ortofrutticolo, un museo dei carabinieri, uno degli alpini ed uno delle miniere, teatri, ma non solo...

Il teatro di Pontestura

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agli spettacoli con protagonisti di

Zelig, ai balletti classici, commedie,

sino alle serate di beneficienza per

citarne solo alcuni.

In una sorta di “Paese metropo-

litano” scopriamo di avere a pochi

minuti d’auto, meno di quelli che ci

vorrebbero ad attraversare un

grande città, un Osservatorio astro-

nomico ad Odalengo Piccolo, un

mercato ortofrutticolo di Gabiano,

un teatro di Pontestura, un museo

dei Carabinieri a Camino, un museo

degli alpini a Cantavenna di Gabia-

no, un museo delle miniere a Co-

niolo, e siamo solo all’inizio, presto

vi parleremo della esposizione per-

manente di Colombotto Rosso, del-

la raccolte di stufe d’epoca, della

raccolta di auto e moto d’epoca che

andremo a “scovare” insieme.

Che dire poi del santuario di Crea…

o del parco fluviale del Po delle

biblioteche (a proposito quanti san-

no che a Ponzano c’è la

biblioteca regionale dei

Sacri Monti?), e certa-

mente anche tanto altro

ancora di cui nemmeno

noi siamo a conoscen-

za.

Oltre naturalmente a

percorsi da fare a piedi

in mountain bike a ca-

vallo, o lungo il Po con il

soft rafting, o in canoa,

e se vi piace un po’ di

sana competizione ago-

nistica incontri del

“nostro” sport tradizio-

nale: il “tambass”, e se non vi basta, allora an-

date a visitare castelli,

cantine che producono

vino, aziende che pro-

ducono salumi o for-

maggi, ristoranti, bed&-

breakfast, alberghi, o-

stelli… il tutto immerso

in una natura che spri-

giona vita da tutte le

parti con lepri, fagiani,

volpi, cinghiali e quant’-

altro che non di rado vi

capita di incontrare…

talvolta anche nel giar-

dino di casa.

Che dire?

Gran bel Munfrà

strazione che la concede a prezzi

modici o per iniziative di carattere

sociale da parte di associazioni sen-

za scopo di lucro, anche gratuita-

mente. La platea non è grande ma

contiene 160 posti con le balconate

Vi sono poi le attrezzature audio

video necessarie e tutti i servizi del

caso, dai camerini per gli attori, al

bar, ed al guardaroba. Una struttu-

ra al servizio della collettività che

dovrebbe essere valorizzata al

massimo, sia per partecipare come

promotori o spettatori, alle iniziati-

ve che in essa si tengono stagional-

mente nella veste di teatro sia co-

me centro per convegni e incontri

pubblici attraverso i quali il popolo

del Monferrato può incontrarsi per

discutere delle questioni che inte-

ressano il territorio.

Così al Verdi di Pontestura si sono

tenute giornate dedicate alla

“eterna” lotta contro le zanzare,

Caserma e Quagliotto Giovanni

Terreno stessa località di metri

quadrati 54 consorti Imerico Giu-

seppe fu Pietro, Romanello Giusep-

pe fu Pietro e Consorte Romanello

Angelo e Giuseppe. (….) detta area

è stimata in lire 1.500.

Così dalla volontà e dall’investimen-

to di 7 cittadini è stato realizzato il

teatro di Pontestura che da oltre un

secolo eroga arte, cultura, servizi e

piacere a tante persone.

Il teatro è un’opera che solitamen-

te viene realizzata in città di medie

e grandi dimensioni, nei dintorni

sorgono a Casale Monferrato e

Moncalvo città ben più grandi del

paese monferrino ma, nonostante

ciò, ogni stagione si può assistere a

spettacoli e manifestazioni molto

interessanti, oltre naturalmente ad

utilizzare la struttura per iniziative

e manifestazioni di vario genere

previa autorizzazione dell’ammini-

In collaborazione con l’UNICEF l’atletico Ponte-stura organizza una staffetta sportiva di calcio con il calendario sotto riportato.

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7

Personaggi: Riccardo Gualino e Cesarina vite vissute intensamente

All'inizio del secolo il dott. Giuseppe

Giorcelli, scriveva: “Il viaggiatore che nei tempi nostri visita il circon-dario di Alba, di Acqui e di Casale, che insieme formano il Ducato di Monferrato, in ogni villaggio che incontra trova dei ricordi dell'antica dominazione feudale. Infatti in al-cuni, e questo è caso raro, esiste ancora il Castello ben conservato, in molti rimangono solo dei ruderi, ed in altri poi tutto è scomparso, ma si legge sui muri la iscrizione di Piazza Castello o Via al Castello, che ricorda al viaggiatore che colà un tempo esisteva un castello e padroneggiava un feudatario”. Ai tempi del Giorcelli il castello di

Cereseto non era ancora sorto e la

parte alta dell'abitato, interamente

occupata dalla palazzina dei mar-

chesi Ricci, era circondata dalle

rovine di un'antica fortificazione.

“Dell'antico castello feudale - osser-vava nel 1877 Giuseppe Niccolini -

non resta oggi giorno pietra sopra pietra; sonvi bensì tuttavia pochi ruderi delle vecchie mura di cinta, ma là sull'alto ove prima esso tor-reggiava avvì ora uno spazioso, ricco e pulitissimo giardino all'ingle-se il quale attornia ed accarezza l'elegante palazzina della nobil Donna la Contessa Sannazzaro De

Maistre”. Il castello di Cereseto fu

costruito grazie a tre uo-

mini: l’architetto francese

Eugenio Viollet Le Duc, il

finanziere Riccardo Guali-

no e l’ingegnere casalese

Vittorio Tornielli.

Eugenio Viollet Le Duc

(1814-1879), oltre ad es-

sere stato l’autore del fa-

moso “Dictionnaire raison-nè de l’architecture Fran-caise du XI au XVI Siècle”, influenzò notevolmente sia

l’800 che il ‘900 per quan-

to riguarda i restauri degli

edifici medioevali europei

ed in seguito anche in Pie-

monte (Borgo Medioevale

Torinese - 1884). Per la costruzione

del castello di Cereseto fu presa a

modello la scuola francese del Viol-

let le Duc, quindi secondo i canoni

architettonici quattrocenteschi fran-

cesi, anche se in parte venne se-

guito lo stile degli architetti italiani

Alfredo D’Andrade e Giuseppe Ni-

gra.

Il finanziere Riccardo Gualino

Riccardo Gualino nacque a Biella il

25 Marzo 1879, figlio di Giuseppe e

di Luigia Colombino (i genitori sono

sepolti ad Oropa – Bi), decimo fi-

glio. Suo padre, piccolo industriale

orafo, desiderava che Riccardo in-

traprendesse la carriera d’inse-

gnante (lettere e filosofia), visto

che il giovane figlio amava molto la

lettura (Dumas, Ponson du Terrail,

Verne, …), mentre la domestica di

casa Gualino, Domenica, sognava

di vedere Riccardo come parroco

del paese.

Durante la sua giovinezza, il futuro

finanziere trascorreva molte ore del

suo tempo libero con l’amato cane

Plick, un volpino che non lo abban-

donava un solo minuto.

Terminati gli studi superiori a Biella

presso il Liceo, si trasferì a Sestri

Ponente. Si laureò in Legge presso

l’università di Genova e nel 1901 si

impiegò a Milano, presso un’impor-

tante azienda importatrice di legna-

me di abete dalla Carinzia e dal

Tirolo.

Dal 1903 il Gualino iniziò a cono-

scere il Monferrato e nei primi anni

d’inizio secolo, fondò proprio a Ca-

sale Monferrato la ditta Riccardo

Gualino & C., avente per fine l’in-

dustria e il commercio di legnami e

cemento.

Nel 1905 trasformò la ditta privata

in una società ed in brevissimo

tempo fece costruire il grande sta-

bilimento di Morano Po con la pro-

duzione record, per quel periodo,

di 400.000 quintali annui di cemen-

to; fu inoltre Presidente del Con-

sorzio e del Sindacato dei Cemen-

tieri.

L’otto Settembre 1907, a Casale

Fra i numerosi personaggi che amarono il nostro Monferrato vi fu il celebre ed eclettico finanziere che operò in Europa ed America e che costruì il castello di Cereseto...

Gualino in un dipinto di Felice Casorati

Sul sito di G&d www.gabianoedintorni.net potrete leggere e, se volete scaricare e stampare, il libro di Mirko Carzino Cereseto Monferrato Dalle origini al XXI secolo da cui sono tratte queste pagine

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Monferrato, Riccardo Gualino sposò

Cesarina Gurgo Salice; come testi-

moni Gian Battista Risso di Biella e

Luigi Ottina di Quarona Sesia. All’u-

scita dalla chiesa dell’Addolorata,

anzichè confetti, i coniugi gettava-

no manciate di “ventini” (i noti “quattro soldi”). Riccardo Gualino, a ventidue anni,

pubblicava presso l'editore bolo-

gnese Zanichelli un volume di poe-

sie intitolato «Domus Animae», dove ricorda Cesarina come un'e-

strosa fanciulla “…dal profilo greco, quale fiordaliso… Poi se i denari verranno su a palate dalle cento fonti che ora sto per far scaturire, quanti bei sogni da realizzare! Io te lo dico subito, voglio un bel castel-lo! Un bel castello di quelli medioe-vali con le cinte merlate e gli spalti turriti, con le gronde protese e gli archi acuti o penduli, con gli om-brosi parchi pieni d'acque e di fre-scura, con le mute dei cani impa-zienti, coi bei puledri scalpitanti, con le sale illuminate dai vetri colo-rati, con gli alti soffitti a cassetto-ni…”. Un anno prima del matrimonio, nel

1906, il giovane industriale così

scriveva alla futura sposa: “Io sen-to che un giorno non molto lontano (dieci, vent'anni forse) tu sarai la suprema regina d'un nuovo reame. Non d'un reame che dagli antichi stemmi e dall'armi arrugginite to-glie la gloria; ma d'un reame di popolo, di neri operai, di operosi contadini... S'io vivo tu così sarai. E nostro sarà il turrito castello che compreremo. Là, fra la pace dei faggi e un po' di silenzio, ogni anno tempreremo le forze…”. In “Frammenti di Vita” troviamo: “La giovinetta che sposai nel 1907, Cesarina Gurgo Salice, aveva allora diciassette anni; né cinque lustri ormai quasi interamente trascorsi modificarono sensibilmente l'esile sua figura. Mi ha fatto pensare spesso al giunco che non si schian-ta, neanche quando la bufera ab-batte la quercia. E non è a dire che non si schianti perché si pieghi: resiste. La sua individualità è diffi-cilmente definibile. Contenta di un nulla, è indifferente a un tutto; di spirito vivace, pronta nel percepire

e nel ribattere, temibile avversaria nelle discussioni, è compagna di viaggio deliziosa. Mai ammalata, d’umore quasi perennemente otti-mo, sempre disposta a mutarsi dal-l’oscure in sereno, afferra pronta-mente i lati comici della vita e ci fa su ogni volta una magnifica risata. Essa fu la compagna ideale della mia vita, e vivificò la mia giornata con la sua perenne freschezza. In seguito al mio matrimonio, i cugini Pierina e Tancredi Gurgo Salice diventarono i miei suoceri…”. Partirono poi per il viaggio di nozze

diretti ad Istambul, sull’Orient

Express. Cesarina Gurgo Salice,

nata a Torino (anche se alcune

biografie indicano come luogo di

nascita Casale Monferrato) il 3

Maggio 1890, figlia di Tancredi

(allora pianista e violoncellista, ma

che inizialmente lavorava nel setto-

re della calce e dei cementi) e di

Pierina Fiorio, studiò la lingua fran-

cese, la composizione musicale e la

tecnica pittorica nel castello di San

Giorgio Monferrato, presso il colle-

gio delle Suore francesi della Sa-

pienza. Di quella formazione, non

provinciale, resta ancora un qua-

derno di accurati disegni scolastici

firmati Cesarina con l' “é” accentato

alla francese. Al ritorno dal loro

viaggio di nozze presero alloggio in

Via Guazzo, nella città di Casale

Monferrato, nella casa riattata in

stile gotico dall’ing. Vittorio Torniel-

li. Dalla coppia nacquero due figli:

Listvinia (nata nel 1908) e

Renato (nato nel 1912).

Nel 1908 acquistò l’antica

residenza dei Ricci di Ce-

reseto, sulla quale, nel

decennio successivo, sor-

se l’attuale maniero. Tra il

1908 e il 1914, il Guali-

no si dedicò al taglio delle

foreste nei Carpazi tra la

Transilvania Austro-

Ungarica e la Romania.

Costruì un villaggio con

immense segherie e la

produzione di legname

era talmente alta che fu-

rono costruite 20 linee

ferroviarie per il trasporto

dai Carpazi al porto di

Galaetz, dal quale la mer-

ce partiva per tutto il mondo; l’a-

zienda valeva molti milioni, per cui

Gualino contattò, per la cessione,

un gruppo finanziario inglese che

ne fu entusiasta. Poiché notò ana-

loghe possibilità di sfruttamento in

terra russa, acquistò 23.000 ettari

di foresta di roveri e pini a Listwin,

nel Governatorato della Volinia, ed

anche là creò enormi stabilimenti.

A Pietroburgo, con l’appoggio del

generale Ranch (aiutante di campo

dello Zar), acquistò un vasto terre-

no chiamato Golodaj ai margini

della città, vicino al mare. Là vi

fece costruire nuovi fabbricati lus-

suosissimi, facendo nascere la

“Nuova Pietroburgo” con un appog-

gio finanziario di 2.800.000 sterline

da parte della banca inglese di Au-

stin Chamberlain.

Ma nel primo semestre del 1914,

quando il nuovo sobborgo era stato

già inaugurato dallo Zar in persona

ed i contratti di cessione erano

quasi tutti firmati, l’amico generale

gli telefonò dicendo semplicemen-

te: “Prendi il treno che partirà fra due ore: sarà l’ultimo!”. Era infatti scoppiata la guerra.

Riuscì con la moglie ad entrare in

Germania, ma non potè passare in

Francia; attraverso la Svizzera rien-

trò in Italia.

I suoi capitali in Russia erano per-

duti per sempre.

L’otto Dicembre 1919 i coniugi si

trasferirono da Casale Monferrato a

Torino. Finita quindi la prima guer-

Cesarina Gurgo Salice in un dipinto di Felice Casorati

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9

ra mondiale, organizzò dall’America

il trasporto di carbone per il gover-

no italiano. Riccardo Gualino ebbe

inoltre partecipazioni in banche

francesi ed inglesi, nel Credito Ita-

liano, in giornali, in aziende italiane

fra cui la Fiat di Giovanni Agnelli di

cui diventò socio e vice presidente,

acquistò e potenziò importanti can-

tieri navali nel Texas ed a Pasca-

goula sul Mississipi, fondò la Snia

(- Società Navigazione Italo Ameri-

cana - che allora si occupava di

navi e di commercio) l’Unica

(industria del cioccolato) e special-

mente stabilimenti per la fabbrica-

zione della seta artificiale a Venaria

Reale, a Viscosa di Pavia, a Cesa-

no, ad Abbadia di Stura. In seguito

creò la nuova ditta Snia-Viscosa,

azienda specializzata nella fabbrica-

zione della seta artificiale.

Nel 1926 fondò a Parigi, con il ban-

chiere Albert Oustric, la Banca Ou-

stric attraverso la quale finanziò e

risanò varie aziende nelle quali a-

veva immesso il suo dinamismo:

industrie di tessuti, di lane, di

cuoio, di linoleum, di calzature e di

cementi. Gualino riuscì a crearsi

una posizione tanto solida da esser

considerata nel 1925 fra le più po-

tenti d’Europa. In quegli anni si

fece costruire la grandiosa villa sul-

la penisola di Sestri Levante (oggi

adibita ad albergo) e grandi fabbri-

cati a Torino. Amante d’ogni forma

del bello, si fece mecenate di attivi-

tà artistiche, tanto da costruirsi una

ricchissima pinacoteca, donata poi

alla Galleria Sabauda di Torino.

Finanziò spettacoli teatrali d’altissi-

mo livello.

Nel 1929, a causa della crisi ameri-

cana che portò i sui effetti negativi

anche in Europa, la banca crollò e

su richiesta dello stato Francese, il

Governo italiano arrestò il Gualino il

19 Gennaio 1931; il testo della co-

municazione inviato a Riccardo

Gualino mentre si trovava nel car-

cere di Torino era: “ QUESTURA DI TORINO – POLIZIA GIUDIZIARIA - Si comunica alla S.V. che il Ministe-ro dell’Interno l’ha destinata alla colonia di Lipari per scontare cin-que anni di confino di polizia, come da deliberazione della locale Com-missione Provinciale in data 24 cor-rente – Torino, 25 Gennaio 1931”. Fu quindi confinato a Lipari ed i

suoi beni vennero sequestrati,

compreso ciò che possedeva a Ce-

reseto; fu coinvolto in scandali di

cui egli stesso si meravigliò. Fu

sottoposto ad inchiesta di un’appo-

sita Commissione Ministeriale avan-

ti la quale non potè neppure difen-

dersi, anche perché, contrariamen-

te alla maggior parte degli indu-

striali, non aveva tenerezze verso il

fascismo. Il suo immenso patrimo-

nio si sciolse come neve al sole. La

moglie Cesarina lo seguì nel suo

esilio forzato a Lipari e poi a Cava

dei Tirreni; si preoccupò di arredar-

gli le misere case da confinato con

tocchi di surreale eleganza.

Tornati dal confino e voltate le

spalle a Torino, i Gualino ritrovaro-

no il successo economico con la

Rumianca, le molte iniziative parigi-

ne ed entrarono con decisione nel

campo, quasi vergine per l'Italia,

dell'industria cinematografica. Fon-

dò la Lux Film, la più importante

delle imprese di produzione italiane

degli anni ‘40 e ‘50.

Si stabilirono prima a Parigi, poi a

Roma dove acquistarono e restau-

rarono il palazzetto medioevale di

piazza in Piscinula, poi a Firenze,

dove sulle colline di Arcetri costrui-

rono una grande casa che ospitò

Berenson, Venturi, Croce. Passaro-

no le estati a Portofino, nella villa

di lord Carnavon.

Inoltre diedero alle stampe la tra-

duzione di una raccolta di versi

della poetessa italo-scozzese, Ale-

xandra Mitchell.

Il Gualino non si

dimostrò solo un

ottimo finanzie-

re, ma anche un

grande amante

dell’arte: su

consiglio di Lio-

nello Venturi, mise in atto la cele-

bre Collezione Gualino.

Come scrittore pubblicò nel 1901

una raccolta di versi intitolata

“Domus animae”, nel 1931

“Frammenti di vita”, un libro di me-morie che divenne la sua opera più

famosa e nel 1932 il romanzo

“Uragani”. A Cesarina è dedicato "Solitudine", volume di memorie pubblicato nel 1945. Riccardo Gualino morì a Firenze il 7

Giugno 1964, mentre Cesarina Gur-

go Salice nel 1992 all’età di 102

anni (ben 28 anni dopo la morte

del marito). Claudio Bermond, do-

cente di Economia e Commercio

all’università di Torino, presentò al

terzo Convegno nazionale della

Società Italiana degli Storici dell'E-

conomia (Torino 22-23 Novembre

1996) una relazione intitolata "Formazione e dissoluzione di un patrimonio industriale e finanziario nel primo trentennio del secolo XX: il trust Gualino" dove afferma che

Riccardo e Cesarina nel giorno dell’inaugurazione del Castello (foto del 1912)

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Gualino, nell'ambito della storia

italiana della prima metà di questo

secolo, "ha occupato una posi-zione indubbiamente rilevante e ciò è avvenuto in quattro principali campi: 1) Gualino diede un consistente contribu-to allo sviluppo industriale del nostro paese con la creazione e la gestione di alcune impre-se di primaria importanza, quali la Snia Viscosa, l'Unica, l'Unione Italiana Cementi, la Rumianca e la Lux Film che, con le loro vicende più o meno felici, hanno scritto una parte rilevante della storia economi-ca nazionale; 2) Gualino giocò un ruolo di primo attore sulla scena finanziaria italiana - e talvolta anche europea – di quegli anni, con una moltepli-cità di spericolate e azzardate avventure che andarono dalle operazioni forestali e immobi-liari nell'Est Europeo, alla sca-lata delle banche italiane nel

primo dopoguerra ai legami con il banchiere francese Albert Oustric

(...) fino al collasso finanziario della Banca Agricola Italiana; 3) Gualino é diventato uno dei simboli dell'op-posizione liberale alla dittatura mussoliniana (anche se, annota Bermond, il suo dissenso venne

esternato in una lettera al Duce

solo il 28 Giugno 1927, dopo che

venne toccato direttamente nei

suoi interessi con la rivalutazione

della lira); 4) Infine, Gualino seppe tradurre il suo profondo amore per l'arte in una serie svariata di inizia-tive rivolte alla valorizzazione di alcuni filoni artistici, quali il teatro, la musica, la danza, le arti figurati-ve, l'architettura, il cinema. Riccardo Gualino fu quindi un uo-

mo geniale, originale, innovativo,

anticipatore (usò una holding domi-

ciliata nel paradiso fiscale di St.

John di Terranova) e grande. Ma fu

anche un personaggio molto speri-

colato e commise qualche errore di

rilievo. A causa del crollo della ban-

ca francese Oustric, subì anche

l'affronto del carcere in Francia.

L’amore di Cesarina per la danza fu

il motore che portò a Cereseto e

poi a Torino grandi novità e addirit-

tura alla costruzione di un teatro

ancora oggi attivo.

Cesarina Gurgo Salice dedicò parte

della sua vita alla passione per l’ar-

te, soprattutto per la danza.

Cesarina sboccerà come danzatrice

dopo l'incontro con la giovane rus-

sa Bella Hutter. Figlia della ricca

borghesia russa, in fuga davanti

alla rivoluzione, Bella è assai più

emancipata delle coetanee europee

di pari censo. Salpa da Odessa,

cercando la salvezza da sola, in

una nave del Lloyd triestino diretta

a Brindisi. Ha in tasca solo l'indiriz-

zo torinese dei Gualino, dato da un

suo zio che di Gualino è stato l'a-

gente per Pietroburgo e la Russia. I

racconti di Cesarina e di Bella con-

vergono su quel fatidico giorno del

tardo inverno 1920 quando la gio-

vane russa, con poco bagaglio,

cappellone di velluto e scarpe di

stoffa suona alla porta dei Gualino.

Il suo inserimento nella famiglia e

nel mondo dei Gualino è facile. Nel

castello di Cereseto, la sera, anfi-

trioni ed ospiti improvvisano balli e

recite, nei ricchi costumi che i pa-

droni di casa hanno acquistato nei

viaggi in Russia e Romania.

Animatrice delle serate è l'inglese

Jessie Boswell che vivrà con i Gua-

lino per una diecina d’anni prima di

entrare a far parte del gruppo dei

“Sei pittori di Torino”.

Bella Hutter danza in quelle occa-

sioni, conquistando Cesarina e mol-

te delle sue amiche grazie all'arte

del movimento ritmico e plastico

che sta rivoluzio-

nando il balletto in

Europa, sulla scia

della scuola di Jac-

ques Dalcroze e

Mary Wingman.

Insieme, Cesarina e

Bella s'iscrivono al

collegio ginnico del

capitano Hébert, a

Trouville; in questa

città trovano Mar-

celle de Montziarly,

futura direttrice d’orchestra ed ap-

passionata danzatrice. Attraverso di

lei arrivano a Clotilde e Alessandro

Sakharoff, la coppia più celebrata

della danza mondiale, che saranno,

più volte, ospiti al castello di Cere-

seto.

Riccardo Gualino, Guido Maria Gat-

ti, Lionello Venturi e Gigi Chessa

vengono rapidamente conquistati

dal fascino di Bella e della sua dan-

za. Saranno loro gli auspici della

scuola di ginnastica e danza che

Bella apre nel 1923 a Torino in Via

Arsenale 14.

Da Cereseto a Torino: rinasce la danza e il teatro

1912 - Festa in maschera al castello a sinistra Cesarina a destra Riccardo

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Tamburello serie C e D di Riccardo Bonando

Proseguono i campionati di tambu-rello di serie C e D, che vedono im-pegnate alcune compagini della zo-na. Nella serie C risulta ancora diffi-cile delineare un vero e proprio leader. Infatti, Grillano, Gabiano B, Viarigi e Camerano sembrano avere una marcia in più rispetto alle altre contendenti per la conquista del tito-lo regionale. Nel primo girone della serie D le astigiane Cocconato e Chiusano conducono la classifica, mentre nel secondo girone il Gabia-no B e l’Azzano sembrano avere una marcia in più degli avversari. Sicuramente l’avvicinarsi della bella stagione (finalmente) ed il notevole aumento della temperatura potranno dare nuove indicazioni sulle varie favorite, consentendo alle conten-denti di esprimere un gioco molto più regolare. Serie D – Girone B. Quarta Giornata. Passeggiata nell’al-to Monferrato per il Gabiano B. Nel monumentale sferisterio di Ovada, i baldi giovani del Gabiano infliggono un sonoro 3 a 13 in loro favore. Troppo netto il divario fra le due compagini. Mombellese – Camerano rinviata per maltempo. Quinta Giornata. Bella affermazione della Mombellese, corsara sul campo del Cerro Tanaro. Una vittoria netta per i ragazzi di Vito De Luca, che lasciano ai locali 8 giochi. Il Gabiano B riposava. Sesta Giornata. La Mombellese si abitua al dolce sapore della vittoria e

centra la seconda affermazione con-secutiva. Questa volta a farne le spese la compagine dell’Ovada, che seppur potendo contare sul fattore campo ha dovuto arrendersi alla for-mazione valcerrinese dopo una lunga battaglia terminata ai tie-break. Ri-sultato finale 5 a 8. Rallenta la corsa il Gabiano B. Sul terreno amico, Mazzola & C., hanno buttato alle ortiche una ghiotta occa-sione di confermare in solitaria la prima posizione in classifica. Troppo nervosismo e perdita di concentra-zione nelle fasi cruciali del gioco, hanno permesso alla squadra ospite, il Viarigi di imporsi al tie – break per 7 a 9. Settima Giornata. Si riprende pron-tamente il Gabiano B, liquidando il Settime di Accomasso con un peren-torio 13 a 5. Buona prestazione col-lettiva e poche sbavature. La Mombellese riposava. Ottava Giornata. Il maltempo la fa da padrone, rinviando l’intero girone a data da destinarsi. Serie D – Girone A. Quarta Giornata Giornata storta per la formazione del Real Cerrina al cospetto dei giovani ospiti astigiani, la formazione della Pro Loco Settime. Falli evitabili, ma ancor più la mag-gior reattività negli spostamenti dei settimesi, ha reso poco proficuo l’im-mobilismo dei giocatori del presiden-te Chiappino. Risultato finale di 6 a 13 e qualche recriminazione da parte dei locali per la poca verve propositi-va.

Ancora pochi giochi racimolati per il Gabiano A in casa del Callianetto. Un 13 a 1 senza repliche a tanto lavoro ancora da fare. La gioventù è dalla loro. Il Solonghello riposava. Quinta Giornata. Derby dagli antichi sapori anni ’70. Infatti l’incontro tra Real Cerrina e Gabiano A ha rappre-sentato un classico per la storia tam-burellistica, dividendo centinaia di sostenitori durante il boom di questo sport. Vince la formazione di Cerrina per 13 a 6. Segnali incoraggianti dal-la giovane formazione de Gabiano, però troppo altalenante e disconti-nua. Il Solonghello riposava. Sesta Giornata. Perde in casa il Ga-biano A contro i pari età della Pro Loco Settime. La maggior esperienza a giocar partite di livello ha permes-so l’affermazione degli astigiani. Par-tita comunque gradevole e risultato finale di 8 a 13. Cede le armi il Solonghello al forte Chiusano. In terra astigiana, il team di Ariotti non riesce a scardinare il fortino della Valrilate. Punteggio fi-nale di 13 a 8. RealCerrina riposava. Settima Giornata. Assapora il gusto amaro della sconfitta il RealCerrina. Neppur il campo casalingo ha per-messo ai monferrini di tener testa al blasonato Torino. Carosso in battuta faceva la differenza e lasciava al Re-alCerrina solo 6 giochi. Si impone senza troppa fatica il So-longhello nell’ennesimo derby, que-

Per informazioni e prenotazioni: 0141.922370 - cell. 333.2796444 [email protected]

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sta volta contro il Gabiano A. Partita a tratti combattu-

ta ma sempre sotto controllo della formazione di Ariot-

ti. Qualche fallo di troppo per la giovane formazione

gabianese. Risultato finale di 6 a 13 per il Solonghello.

Ottava Giornata. Il Solonghello perde in casa contro il sempre più sorprendente Torino. Il maggior tasso tec-

nico, ha permesso alla formazione metropolitana di

battere i giovani Valcerrinesi con il punteggio di 8 a 13.

Serie C. Quarta Giornata. Non ingrana il Gabiano B di Surian contro l’ottima formazione del Grillano. Nemmeno l’en-

trata in campo di Gamarino al posto del volenteroso

Mazzola riesce a far cambiare l’andamento del match.

Risultato finale di 6 a 13

per gli ovadesi.

Qualche patema per il Ga-

biano A di Bossetto ospite

del non irresistibile Cerro

Tanaro. Il maggior tasso

tecnico del Valcerrinesi per-

mette di ottenere il bottino

pieno. Risultato finale di 8

a 13.

Quinta Giornata. Bella par-tita a Gabiano fra la forma-

zione A e i giovani del Via-

rigi. Ottimi scambi da ambo

le parti. Sul nove pari 40

pari, risulta decisivo il gioco

vinto dai giovani astigiani.

Risultato finale di 9 a 13 e

ottimo incontro.

Si riscatta subito il Gabiano

B. Questa volta a farne le

spese il Rilate dell’esperto

Bosco. Sul Campo di Mon-

techiaro i Valcerrinesi ot-

tengono tre punti preziosis-

simi per rimanere in alto.

Risultato finale di 8 a 13.

Sesta Giornata. Dopo molta parlare, si è disputato sullo

sferisterio di Gabiano, atte-

sissimo derby fra le due

compagini. Gabiano B più

solido e con più punti in

classifica, Gabiano A sciu-

pone in qualche incontro,

ma si sa i derby sono una

storia a parte. Incontro

molto nervoso, caratteriz-

zato da errori grossolani da

entrambe le parti. Il Gabia-

no A che non ti aspetti si

ritrova in vantaggio al tie-

break dopo una gara con-

dotta di pari passo con gli

avversari. Manca però la

lucidità giusta per conclu-

dere, e il Gabiano B riacciuffa il risultato e vince con il

minimo scarto. 9 a 7 il risultato finale che premia la for-

mazione di Surian.

Classifiche

Serie C: Grillano 16, Gabiano B e Viarigi 14, Camerano

12, GabianoA 10, Rilate 7, Alfiano e Cinaglio 6, Cerro

Tanaro 4, Mombello Torinese 1 punto

Serie D - Girona A: Classifica: Cocconato e Chiusano

15, Torino 14, Settime 13, Solonghello 8, RealCerrina 7,

Callianetto 3, GabianoA 0 punti

Serie D Girone B: Gabiano B ed Azzano 19, Settime

14, Viarigi 12, Camerano 11, Callianetto-B e Mombellese

5, Ovada 3 e Cerro Tanaro 2 punti