gd-004 capitolato speciale d'appalto - parte tecnica

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Geen Innovation factory 1 CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO – PARTE TECNICA GD-004 PROGETTO DEFINITIVO ELABORATI GENERALI

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Page 1: Gd-004 Capitolato Speciale d'Appalto - Parte Tecnica

Geen Innovation factory 1

CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO – PARTE TECNICA

GD-004

PROGETTO DEFINITIVO ELABORATI GENERALI

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I

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NORME TECNICHE GENERALI 13 

CAPO 1  NORME TECNICHE RELATIVE A MATERIALI E COMPONENTI 13 

ART.1 PREMESSA 13 

ART.2 CONTROLLO ELABORATI E DOCUMENTI DI PROGETTO 13 

ART.3 VARIAZIONI ALLE OPERE PROGETTATE 13 

ART.4 SCAVI, RILEVATI, REINTERRI E DRENAGGI 13 SCAVI DI SBANCAMENTO 14 SCAVI DI FONDAZIONE A SEZIONE OBBLIGATA 15 SCAVI SUBACQUEI E PROSCIUGAMENTI 15 RILEVATI, REINTERRI E DRENAGGI 15 

ART.5 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI 15 

ART.6 STRUTTURE 16 FONDAZIONI 16 SOTTOFONDAZIONI 16 MICROPALI- TIRANTI 17 ELEVAZIONI 19 

ART.7 OPERE IN CALCESTRUZZO SEMPLICE ED ARMATO 19 CONGLOMERATI 20 REQUISITI LEED 25 CASSERI 25 PROVE SUI MATERIALI E PROVE DI CARICO 26 BARRE E RETI DI ARMATURA 26 VIBRAZIONE E FINITURA DEI GETTI 27 CONGLOMERATI DI RESINA SINTETICA 27 

ART.8 MURATURE IN BLOCCHI DI LATERIZIO O LATERIZIO ALVEOLARE 28 

ART.9 SOLAI 28 SOLAI MISTI IN LATERIZIO E CEMENTO 28 SOLAI IN LAMIERA GRECATA CON CAPPA COLLABORANTE E STRUTTURA

PORTANTE PRINCIPALE IN ACCIAIO 29 SOLAI IN C.A.P. POST-TESO 29 

ART.10  STRUTTURE IN ACCIAIO 30 SALDATURE 32 UNIONI BULLONATE 32 PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI 33 PROVE DI CARICO E SUI MATERIALI 33 MONTAGGI 33 BULLONI AD ESPANSIONE 33 LASTRE E DISCHI DI APPOGGIO 34 GRIGLIATI 34 

ART.11  STRUTTURE IN LEGNAME 34 COSTRUZIONI IN LEGNO LAMELLARE 35 ASPETTI CONCERNENTI LA NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO 35 

COMPONENTI STRUTTURALI IN LEGNO LAMELLARE 37 

COMPONENTI STRUTTURALI A PANNELLI XLAM IN COMPENSATO DI TAVOLE 37 

SISTEMI DI COLLEGAMENTO 37 

ADESIVI PER IMPIEGO STRUTTURALE 37 

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PROGETTAZIONE DELLA ROBUSTEZZA E DELLA DURABILITÀ 37 IMPREGNAZIONE DEL LEGNAME 38 ESECUZIONE DI OPERE IN LEGNO 38 COLLOCAMENTO IN OPERA 39 

ART.12  MALTE 39 MALTE ADDITIVATE 41 

ART.13  CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE: COPERTURE 42 COPERTURE INCLINATE 43 COPERTURE PIANE 43 COPERTURE A LUCERNARIO 44 CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE INTERMEDIE 45 CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE A TERRA 45 CHIUSURE ORIZZONTALI INTERNE 46 SOLAI DI PIANO 46 CHIUSURE VERTICALI ESTERNE 47 MURATURE VERTICALI PORTANTI E DI TAMPONAMENTO 47 CHIUSURE VERTICALI INTERNE 48 

ART.14  IMPERMEABILIZZAZIONI 48 IMPERMEABILIZZAZIONI STRATIFICATE MULTIPLE A CALDO 49 IMPERMEABILIZZAZIONE CON GUAINE DI GOMMA SINTETICA 50 IMPERMEABILIZZAZIONE CON MALTA ASFALTICA 50 IMPERMEABILIZZAZIONE CON PRODOTTI LIQUIDI A BASE DI RESINE

SINTETICHE 50 PROTEZIONE DELLE IMPERMEABILIZZAZIONI 50 

ART.15  PAVIMENTI 51 PRESCRIZIONI GENERALI 51 POSA 52 

ART.16  INTONACI 55 ESECUZIONE 55 DECORAZIONI 56 PITTURAZIONI 57 ESECUZIONI PARTICOLARI 57 

ART.17  RIVESTIMENTI 59 RIVESTIMENTI INTERNI 59 

RIVESTIMENTI ESTERNI 59 OPERE IN MARMO E PIETRA NATURALE ED ARTIFICIALE 61 

ART.18  CANNE FUMARIE E SFIATI 62 CANNE FUMARIE 62 SFIATI 62 

ART.19  ARREDI ED ATTREZZATURE 63 

ART.20  SISTEMAZIONI ESTERNE 63 LIVELLAMENTO E SISTEMAZIONE DEL TERRENO 63 PARAPETTI, CANCELLI E RECINZIONI 63 IMPIANTI ESTERNI 63 SPAZI PER ATTIVITÀ SPORTIVE ALL'APERTO 64 

CAPO 2  QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI 64 

ART.1 MATERIALI IN GENERE 64 

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ART.2 MATERIALI NATURALI DI CAVA 64 ACQUA 64 SABBIA 64 SABBIA PER MURATURE ED INTONACI 64 SABBIA PER CONGLOMERATI 65 RINFORZANTI PER RESINE 65 GHIAIA E PIETRISCO 65 GHIAIA E PIETRISCO PER CONGLOMERATI CEMENTIZI 65 PIETRE NATURALI 65 

ART.3 CALCI, POZZOLANE, LEGANTI IDRAULICI, LEGANTI IDRAULICI SPECIALI E LEGANTI SINTETICI 66 

CALCI AEREE 66 LEGANTI IDRAULICI 66 GESSI PER L'EDILIZIA 66 LEGANTI IDRAULICI SPECIALI 66 LEGANTI SINTETICI - RESINE 67 RESINE EPOSSIDICHE 67 RESINE POLIESTERI 67 

ART.4 LATERIZI 67 

ART.5 MATERIALI FERROSI E METALLI VARI 68 FERRO ED ACCIAIO 68 ACCIAIO TRAFILATO O LAMINATO 68 GHISA 68 

ART.6 LEGNAMI 68 

ART.7 MATERIALI PER PAVIMENTAZIONI 69 

ART.8 COLORI E VERNICI 70 

ART.9 MATERIALI DIVERSI 70 

ART.10  TUBAZIONI 71 

CAPO 3  NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI 72 

ART.1 PREMESSA 72 

ART.2 MANO D'OPERA 72 

ART.3 TRASPORTI E NOLEGGI 72 

ART.4 MATERIALI A PIE' D'OPERA 72 

ART.5 LAVORI COMPIUTI A MISURA 72 SCAVI IN GENERE 72 RILEVATI, REINTERRI O RIEMPIMENTI 73 DEMOLIZIONE DI MURATURE 73 CONGLOMERATI CEMENTIZI SEMPLICI 73 CONGLOMERATI CEMENTIZI ARMATI (CEMENTI ARMATI) 73 SOLAI 74 STRUTTURE DI COPERTURA 74 LAVORI IN LEGNAME 74 OPERE STRUTTURALI IN ACCIAIO O ALTRO METALLO 75 TRAMEZZI IN GENERE 75 TETTO GIARDINO 76 PARAMENTI FACCIA VISTA 77 PIETRA DA TAGLIO 77 

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CONTROSOFFITTI 77 VESPAI 77 PAVIMENTI 77 RIVESTIMENTI DI PARETI 77 INTONACI 77 TINTEGGIATURE, COLORITURE E VERNICIATURE 78 SERRAMENTI 79 

SERRAMENTI ESTERNI 79 

OPERE DI VETRAZIONE 83 

SERRAMENTI INTERNI 83 VETRI, CRISTALLI E SIMILI 84 CANALI DI GRONDA E TUBI PER PLUVIALI 84 TUBAZIONI IN GENERE 84 

ART.6 LAVORI COMPIUTI A CORPO 85 

CAPO 4  NORME TECNICHE PER L'ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO 86 

ART.1 SERRAMENTI ESTERNI 86 PRESTAZIONI FUNZIONALI 86 SERRAMENTI IN ALLUMINIO 87 SERRAMENTI IN ACCIAIO 90 SERRAMENTI IN LEGNO 90 SERRAMENTI IN PVC 92 VETRI 92 

CAPO 5  NORME TECNICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI MECCANICI 94 

ART.1 PREMESSA 94 Qualita' e provenienza dei materiali 95 Modo di esecuzione dei lavori 95 

ART.2 IMPIANTO IDRICO-SANITARIO 95 IMPIANTI ACQUA SANITARIA 95 

Prescrizioni tecniche generali 96 ALIMENTAZIONE E DISTRIBUZIONE ACQUA FREDDA 96 

Alimentazione 96 Distribuzione 96 

PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE ACQUA CALDA 96 Produzione 96 Distribuzione 96 

COMPONENTI DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE 97 Tubazioni 97 Valvole ed Accessori 98 Contatori d'acqua 98 Trattamenti dell'acqua 98 Sistemi di sopraelevazione della pressione 98 Vasi 99 Orinatoi 99 Lavabi 99 Lavelli e pilozzi 99 Vasche da bagno 99 Piatti doccia 99 Bidet 99 Rubinetti di erogazione e miscelazione 100 Scarichi 100 Sifoni 100 Tubi di raccordo rigidi e flessibili (per il collegamento tra tubi di adduzione e rubinetteria) 100 

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Rubinetti a passo rapido, flussometri (per vasi, orinatoi e vuotatoi) 101 Cassette per l'acqua di pulizia (per vasi, orinatoi e vuotatoi) 101 

VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO 101 Dimensionamento 101 Recapiti acque usate 102 Ventilazione 102 

ART.3 RETI DI SCARICO ACQUE METEORICHE 102 COMPONENTI RETI DI SCARICO 102 

Tubazioni 102 VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO 104 

ART.4 RETI DI DISTRIBUZIONE DEL GAS 104 DIMENSIONAMENTO 104 

Prescrizioni generali 104 VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO 105 

ART.5 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO E REFRIGERAZIONE 105 DIMENSIONAMENTO 105 PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI 105 SISTEMA DI PRODUZIONE O DI SOTTRAZIONE DEL CALORE 106 GRUPPI FRIGORIFERI A VITE CONDENSATI AD ACQUA ADATTI ALL'IMPIEGO IN

POMPA DI CALORE 106 GENERATORE DI CALORE A METANO 108 GENERATORE DI CALORE A BIOMASSA 108 REQUISITI DELL’ACQUA DEI CIRCUITI CHIUSI 112 

ART.6 TERMINALI DI EROGAZIONE: PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO 113 GENERALITA’ 113 

Base di supporto 113 Strati di isolamento, striscia di isolamento perimetrale 113 Striscia perimetrale 113 Strato di protezione 114 

APPARECCHIATURA 114 TUBAZIONI 114 

Ancoraggio dei tubi 115 STRATI DI SUPPORTO (STRATO DI RIPARTIZIONE DEL CARICO) 115 

Strato livellante 115 Giunti 116 Posa dello strato di supporto 116 Fori a pavimento 116 

AVVIAMENTO INIZIALE DEL RISCALDAMENTO 117 ASSICURAZIONE 117 VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO 117 

SISTEMA CON FRESATURA 118 SISTEMA SU BARRA 118 SISTEMA RADIANTE SU RETE 119 

ART.7 IMPIANTO DI VENTILAZIONE 121 DIMENSIONAMENTO 121 GENERALITÀ 121 

UNITà TERMOVENTILANTI 121 APPARECCHIATURE IN CAMPO IMPIANTO DI SUPERVISIONE: 122 Sonde di temperatura 122 Sonde di umidità 123 Sonde di pressione e pressione differenziale 123 Termostati 123 Umidostati 123 Pressostati differenziali 123 Valvole di regolazione 123 Servomotori per serrande 124 Tipologie dei cavi 124 Regolatore 124 

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SISTEMA DI AUTOMAZIONE CENTRALI TRATTAMENTO ARIA 124 PUNTI DI RILIEVO PRESSOSTATICI: 125 ESTRATTORI ARIA AUTORIMESSA 125 

CANALI ARIA 125 CANALI A SEZIONE RETTANGOLARE IN LAMIERA ZINCATA 125 

CANALI A SEZIONE CIRCOLARE IN LAMIERA ZINCATA 127 CANALI A SEZIONE RETTANGOLARE IN ACCIAIO INOX 127 CANALI A SEZIONE CIRCOLARE IN ACCIAIO INOX 128 ISOLAZIONE CANALI ARIA RIVESTIMENTO IN ALLUMINIO 129 CONDOTTI FLESSIBILI 129 

DIFFUSORI – BOCCHETTE – GRIGLIE – SERRANDE 129 Canali forati per immissione e ripresa aria 129 Diffusori ad ugello a lancio profondo 129 Diffusori ad impulsi 130 Bocchette rettangolari in alluminio estruso anodizzato 130 Bocchetta di estrazione aria autoregolabile 130 VALVOLA DI VENTILAZIONE PER L'ARIA 130 GRIGLIA DI PRESA/ESPULSIONE ARIA IN ALLUMINIO 130 MODULO DI REGOLAZIONE AUTOREGOLANTE 130 SERRANDE DI REGOLAZIONE IN ACCIAIO 130 SERRANDA TAGLIAFUOCO 131 

SIGILLATURA DELLE CONDOTTE IN ESERCIZIO 131 PROTEZIONE DELLE CONDOTTE E DEI COMPONENTI DURANTE LA

COSTRUZIONE 131 VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO 132 

ART.8 IMPIANTO ANTINCENDIO 132 IMPIANTI E RETI ANTINCENDIO 132 ALIMENTAZIONE IMPIANTO E STAZIONE DI POMPAGGIO 132 

Avviamento motori 132 Segnalazioni a distanza 133 Funzionamento automatico 133 Componenti idrauliche 133 Locale di installazione 134 Dati tecnici 134 

RETI IDRANTI 134 Idranti UNI 45 134 Naspi 135 Idranti soprassuolo DN 80 2 ATTACCHI UNI 70 CNO ATTACCO MOTOPOMPA 135 ESTINTORE PORTATILE 135 

ART.9 NORME GENERALI SULLE TUBAZIONI 136 TUBAZIONI IN ACCIAIO 136 

Tubazioni in acciaio nero 136 Tubazioni in acciaio zincato 136 Tubazioni in rame 136 

TUBAZIONI IN ACCIAIO PREISOLATE 138 CARATTERISTICHE E POSA 138 SISTEMA RILEVAMENTO PERDITE 140 RINTERRO 140 

TUBAZIONI IN PVC 141 Note generali 141 Giunzioni 141 

TUBAZIONI PEHD 141 Note generali 141 Giunzioni 141 

TUBAZIONI IN POLIPROPILENE (PP) 142 TUBAZIONI IN MULTISTRATO (PEX-AL-PEX) 142 

Reticolazione. 142 Ancoraggio 142 Strato esterno 142 Igienicità 142 Dilatazione 142 Alluminio 143 

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Conducibilità 143 Opacità anti UV 143 Dati tecnici 143 

MENSOLE, SUPPORTI ED ANCORAGGI PER TUBAZIONI 145 NOTE FINALI 145 

ART.10  ISOLAMENTO DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE DEL CALORE NEGLI IMPIANTI TERMICI 146 

CENTRALE E RETI DI DISTRIBUZIONE 146 ISOLAMENTO DELLE TUBAZIONI DEGLI IMPIANTI TERMINALI 147 

Spessori di isolamento dei canali 148 Spessori di isolamento delle tubazioni convoglianti fluidi freddi 148 Tecnologie di posa 149 

VALVOLAME E COMPONENTI VARI 150 Note generali 150 Saracinesche 150 Valvole a sfera 151 Valvole a farfalla 151 Valvole a flusso avviato 152 Valvole di ritegno 152 Valvole di ritegno a clapet 153 Valvole di ritegno a flusso avviato 153 Filtri 153 Rubinetti a maschio 153 Giunti antivibranti 153 Compensatori delle dilatazioni 154 Valvole e detentori per corpi scaldanti 154 Valvole manuali con preregolazione micrometrica 154 Valvole termostatiche 154 Detentori 155 Valvole manuali di sfiato aria 155 Valvole di sfiato aria 155 Barilotti di sfiato 155 Gruppi di scarico 155 Barilotti anticolpo d'ariete. 155 Gruppi di drenaggio 155 Manometri ad idrometri 155 Targhette indicatrici 156 

ART.11  VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI 156 

ART.12  CAMINI 159 CAMINI PREFABBRICATI 159 

Raccordo caldaia-camino 159 

CAPO 6  NORME TECNICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI ELETTRICI 160 

ART.1 QUALITA' E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI 160 GENERALITÀ 160 COMANDI (INTERRUTTORI, DEVIATORI, PULSANTI E SIMILI) E PRESE A SPINA 161 COMANDI IN COSTRUZIONI A DESTINAZIONE SOCIALE 161 QUADRI ELETTRICI BT 161 INTERRUTTORI B.T. APERTI 163 INTERRUTTORI B.T. SCATOLATI 163 INTERRUTTORI AUTOMATICI MAGNETOTERMICI, INTERRUTTORI COMANDO

MOTORI MODULARI CON SGANCIATORI MAGNETOTERMICI REGOLABILI, E ALTRI 164 

RELE' PASSO-PASSO E CONTATTORI MODULARI 164 QUADRI ELETTRICI MT 164 TRASFORMATORI MT/BT 165 CONDOTTI SBARRE 166 TUBI, CONDOTTI, CANALI 167 

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PROVE DEI MATERIALI 168 ACCETTAZIONE 168 

ART.2 DOCUMENTAZIONE FINALE 168 indice generale 168 emergenze 168 conduzione 168 manutenzione 169 prove di funzionamento 169 certificazioni 169 disegni 169 

ART.3 CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI 170 REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI 170 PRESCRIZIONI RIGUARDANTI I CIRCUITI - CAVI E CONDUTTORI: 170 

CANALIZZAZIONI PRINCIPALI 170 LINEE DI DISTRIBUZIONE 170 PRESCRIZIONI AGGIUNTIVE: 170 a) isolamento dei cavi: 171 b) colori distintivi dei cavi: 171 c) sezioni minime e cadute di tensione ammesse: 171 d) sezione minima dei conduttori neutri: 171 e) sezione dei conduttori di terra e protezione: 171 Sezione minima del conduttore di terra 172 

TUBI PROTETTIVI - PERCORSO TUBAZIONI - CASSETTE DI DERIVAZIONE 172 TUBAZIONI PER LE COSTRUZIONI PREFABBRICATE 173 POSA DI CAVI ELETTRICI ISOLATI, SOTTO GUAINA, IN CUNICOLI PRATICABILI 174 POSA DI CAVI ELETTRICI ISOLATI, SOTTO GUAINA, IN PASSERELLA O CANALA

METALLICA 174 POSA DI CAVI ELETTRICI ISOLATI, SOTTO GUAINA, IN TUBAZIONI, INTERRATE O

NON INTERRATE, O IN CUNICOLI NON PRATICABILI 175 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 175 

ART.4 IMPIANTO DI MESSA A TERRA E SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 175 

ELEMENTI DI UN IMPIANTO DI TERRA 175 PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LOCALI DA BAGNO 176 

Collegamento equipotenziale nei locali da bagno 176 Alimentazione nei locali da bagno 177 Condutture elettriche nei locali da bagno 177 Altri apparecchi consentiti nei locali da bagno 177 

PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI DIRETTI IN AMBIENTI PERICOLOSI 177 COORDINAMENTO DELL'IMPIANTO DI TERRA CON DISPOSITIVI DI

INTERRUZIONE 177 PROTEZIONE MEDIANTE DOPPIO ISOLAMENTO 178 

ART.5 PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE 178 GENERALITÀ 178 PROTEZIONE DA SOVRATENSIONI PER FULMINAZIONE INDIRETTA E DI

MANOVRA 178 a) Protezione d'impianto 178 b) Protezione d'utenza 178 

PROTEZIONE CONTRO I RADIODISTURBI 179 a) Protezione bidirezionale di impianto 179 b) Protezione unidirezionale di utenza 179 

ART.6 RIFASAMENTO DEGLI IMPIANTI 179 

ART.7 POTENZA IMPEGNATA E DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI 179 SUDDIVISIONE DEI CIRCUITI E LORO PROTEZIONE 180 

ART.8 DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER GLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE 180 ASSEGNAZIONE DEI VALORI DI ILLUMINAZIONE 180 

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TIPO DI ILLUMINAZIONE (O NATURA DELLE SORGENTI) 181 CONDIZIONI AMBIENTE 181 APPARECCHIATURA ILLUMINANTE 181 UBICAZIONE E DISPOSIZIONE DELLE SORGENTI 181 POTENZA EMITTENTE (LUMEN) 181 QUALITÀ DELLA LUCE: SORGENTI LUMINOSE 182 ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZA E ALIMENTAZIONE DI EMERGENZA

(CEI 64-8/1 ÷ 7). 182 ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZA 182 ALIMENTAZIONE DI RISERVA 183 

ART.9 DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER GLI IMPIANTI 184 ILLUMINAZIONE 184 

IMPIANTO ALIMENTAZIONE ASCENSORI 185 IMPIANTO ALIMENTAZIONE CENTRALE TERMICA 185 ALTRI IMPIANTI 185 

ART.10  SISTEMI DI PREVENZIONE E SEGNALAZIONE DI FUGHE GAS ED INCENDI 186 

RILEVATORI E LORO DISLOCAZIONE 186 CENTRALE DI COMANDO 186 ALLARME ACUSTICO GENERALE SUPPLEMENTARE 187 ALIMENTAZIONE DELL'IMPIANTO 187 CIRCUITI 187 

ART.11  IMPIANTI DI CITOFONI E VIDEOCITOFONI 187 DEFINIZIONE 187 ALIMENTAZIONE 187 CIRCUITI 187 MATERIALE VARIO 188 

ART.12  IMPIANTI TV A CIRCUITO CHIUSO 188 GENERALITÀ 188 TELECAMERE 188 CENTRALINA DI CONTROLLO 188 MONITOR 188 RETE DI COLLEGAMENTO 188 

ART.13  IMPIANTO TELEFONICO/DATI 188 

ART.14  IMPIANTO ASCENSORE 189 

ART.15  IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA 189 DESCRIZIONE GENERALE 189 VIABILITÀ SCOPERTA ZONA NORD, ZONA SUD. 190 VIABILITÀ SCOPERTA INGRESSO 190 VIABILITÀ SCOPERTA COPERTA GALLERIA 190 ILLUMINAZIONE COPERTURA 190 QUALITA' E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI 191 NORME GENERALI 191 PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI 192 CARATTERISTICHE GENERALI DELL'IMPIANTO 192 CAVIDOTTI 192 PALI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA 193 LINEE 193 CASSETTE - GIUNZIONI - DERIVAZIONI - GUAINE ISOLANTI 193 DISTANZE DI RISPETTO DEI CAVI INTERRATI 194 

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PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI 194 IMPIANTI DI MESSA A TERRA E SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI

INDIRETTI 194 SCELTA E MESSA IN OPERA DELLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE PER

POSA ALL’ESTERNO 195 

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PROGETTO MANIFATTURA AMBITO B – Lotto 1, Rovereto ( TN CSA - parte tecnica

Green Innovation Factory

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NORME TECNICHE GENERALI

CAPO 1 NORME TECNICHE RELATIVE A MATERIALI E COMPONENTI

ART.1 PREMESSA

Per le quantità e la provenienza dei materiali e il modo di esecuzione di ogni categoria di lavoro devono essere rispettate le prescrizioni del presente Capitolato e quelle delle normative vigenti; tutti i materiali, i componenti e le forniture dovranno essere preventivamente approvati dalla D.L. prima di essere utilizzati. Nel caso vengano posti in opera materiali, componenti o forniture non autorizzate, ai fini di salvaguardare la riuscita tecnica dell'opera, la D.L. potrà ordinarne la sostituzione senza che l'Appaltatore abbia diritto ad alcun compenso di sorta.

ART.2 CONTROLLO ELABORATI E DOCUMENTI DI PROGETTO

Le indicazioni, le misure e le quote indicate negli elaborati vanno accuratamente controllate in opera e confrontate con gli elaborati del progetto architettonico e, quando e per quanto necessario, con gli altri progetti specialistici relativi agli impianti ed agli interventi di restauro artistico. In caso di incongruenze o dubbi dovrà essere interpellata la D.L.; nessuna eccezione potrà essere sollevata dall'Appaltatore a causa di difformità od errori di misura o quota su disegni. L'Appaltatore, ove necessario, dovrà sviluppare, a Sua cura ed in conformità a quanto contenuto negli allegati elaborati e relazioni, tutti gli ulteriori elaborati che risultassero necessari per il buon andamento del cantiere o per le lavorazioni di officina o di carpenteria; tali elaborati saranno sottoposti alla D.L. per approvazione.

ART.3 VARIAZIONI ALLE OPERE PROGETTATE

L'Amministrazione si riserva l'insindacabile facoltà di introdurre nelle opere, all'atto esecutivo, quelle varianti che riterrà opportune, nell'interesse della buona riuscita e della economia dei lavori, senza che l'Appaltatore possa trarne motivo per avanzare pretese di compensi ed indennizzi di qualsiasi natura e specie, non previsti nel vigente Capitolato Generale approvato con D.P.R. 16 luglio 1962 n. 1063 e nel Capitolato Speciale d'Appalto dell'opera in oggetto. L'Amministrazione si riserva inoltre il diritto di richiedere all'Appaltatore ulteriori saggi, analisi, verifiche, prove di carico sulle strutture senza che l'Appaltatore stesso possa avanzare pretese di ulteriori compensi od indennizzi.

ART.4 SCAVI, RILEVATI, REINTERRI E DRENAGGI

Per scavi di fondazione si intendono quelli relativi all'impianto di opere murarie e che risultino al di sotto del piano di sbancamento, chiusi, tra pareti verticali riproducenti il perimetro della fondazione dell'opera. Per qualsiasi lavoro gli scavi, i rilevati, i reinterri ed i drenaggi dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le eventuali particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.L.. Gli scavi occorrenti per la fondazione delle opere d'arte saranno spinti fino al piano che sarà stabilito dalla Direzione dei Lavori. Il piano di fondazione sarà perfettamente orizzontale e sagomato a gradini con leggera pendenza verso monte, per quelle opere che cadono sopra falde inclinate. Anche nei casi di fondazioni su strati rocciosi questi ultimi debbono essere convenientemente spianati a gradino, come sopra. Gli scavi comunque eseguiti di fondazione saranno considerati a pareti verticali e l'Impresa dovrà, all'occorrenza, sostenerli con convenienti

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PROGETTO MANIFATTURA AMBITO B – Lotto 1, Rovereto ( TN CSA - parte tecnica

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sbadacchiature, compensate nel relativo prezzo dello scavo, restando a suo carico ogni danno alle persone, alle cose e all'opera, per smottamenti o franamenti del cavo. Nel caso di franamento dei scavi, è a carico dell'Impresa procedere al ripristino senza diritto a compensi. Dovrà essere cura dell'Impresa eseguire le armature dei casseri di fondazione con la maggiore precisione, adoperando materiale di buona qualità e di ottime condizioni, di sezione adeguata agli sforzi cui verrà sottoposta l'armatura stessa ed adottare infine ogni precauzione ed accorgimento, affinché l'armatura dei cavi riesca la più robusta e quindi la più resistente, sia nell'interesse della riuscita del lavoro sia per la sicurezza degli operai adibiti allo scavo. L'Impresa è quindi l'unica responsabile dei danni che potessero avvenire alle persone ed ai lavori per deficienza od irrazionalità delle armature; è escluso in ogni caso l'uso delle mine. Gli scavi potranno, però, anche essere eseguiti con pareti a scarpa, ove l'Impresa lo ritenga di sua convenienza. In questo caso non sarà compensato il maggior scavo oltre quello strettamente occorrente per la fondazione dell'opera e l'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese, al riempimento, con materiale adatto, dei vuoti rimasti intorno alla fondazione dell'opera.

Sono considerati come scavi di fondazione subacquei soltanto quelli eseguiti a profondità maggiore di m 0.20 (centimetri venti) sotto il livello costante a cui si stabiliscono naturalmente le acque filtranti nei cavi di fondazione. Ogni qualvolta si troverà acqua nei cavi di fondazione in misura superiore a quella suddetta, l'Appaltatore dovrà provvedere mediante pompe, canali fugatori, o con qualsiasi mezzo che ravvisasse più opportuno o conveniente, ai necessari aggottamenti, che saranno compensati a parte ove non sia previsto il prezzo di elenco relativo a scavi subacquei. In tale prezzo si intende contrattualmente compreso l'onere per l'Impresa dell'aggottamento dell'acqua durante la costruzione della fondazione in modo che questa avvenga all'asciutto. L'Impresa sarà tenuta ad evitare la raccolta dell'acqua proveniente dall'esterno nei cavi di fondazione; ove ciò si verificasse resterebbe a suo totale carico la spesa per i necessari aggottamenti. L'Impresa, per ogni cantiere, dovrà provvedere a sue spese al necessario allacciamento dell'impianto nonché alla fornitura ed al trasporto sul lavoro dell'occorrente energia elettrica, sempre quando l'Impresa stessa non abbia la possibilità e convenienza di servirsi di altra forza motrice. L'impianto dovrà essere corredato, a norma delle vigenti disposizioni in materia di prevenzione degli infortuni, dei necessari dispositivi di sicurezza restando l'Amministrazione appaltante ed il proprio personale sollevati ed indenni da ogni responsabilità circa le conseguenze derivate dalle condizioni dell'impianto stesso. Per gli scavi di fondazione si applicheranno le norme previste dal D.M. 11 marzo 1988 (S.O. alla G.U. n. 127 dell' 01.06.1988).

L'Appaltatore dovrà inoltre provvedere a proprie spese affinché le acque scorrenti sulla superficie del terreno o nell'immediato sottosuolo siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi negli scavi. Il materiale proveniente dagli scavi, nel caso non sia utilizzabile o non ritenuto adatto, a giudizio insindacabile della D.L., ad altro impiego nell'esecuzione dei lavori, dovrà essere trasportato a rifiuto, fuori dalla sede del cantiere, alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'Appaltatore dovrà provvedere a proprie spese. Qualora il materiale proveniente dagli scavi dovesse essere utilizzato per tombamenti o reinterri, dovrà essere depositato in luogo adatto ed accettato dalla D.L. per poi essere ripreso a tempo opportuno; in ogni caso il materiale depositato non dovrà arrecare danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie. La D.L. potrà asportare, a spese dell'Appaltatore, il materiale depositato in contravvenzione alle precedenti disposizioni. I materiali di scavo o di demolizione, salvo quanto previsto sopra sono di proprietà dell'Appaltatore.

SCAVI DI SBANCAMENTO Per scavi di sbancamento si intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di rampe e cortili, ecc.; in generale qualunque scavo eseguito a sezione aperta di larghezza superiore a ml.2.00.

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SCAVI DI FONDAZIONE A SEZIONE OBBLIGATA Per scavo di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar luogo alla fondazione e non rientranti nel paragrafo precedente; saranno inoltre considerati come scavi di fondazione quelli eseguiti per la formazione di fognature, condutture, fossi e cunette.

SCAVI SUBACQUEI E PROSCIUGAMENTI Se dagli scavi, malgrado l'osservanza delle prescrizioni precedenti, l'Appaltatore, in caso di sorgive o filtrazioni, non potesse far defluire l'acqua naturalmente, è facoltà della D.L. ordinare, secondo i casi e quando lo riterrà opportuno, l'esecuzione degli scavi subacquei o il prosciugamento. Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità maggiore di cm.20 sotto il livello costante a cui si stabiliscono le acque sorgive sia naturalmente, sia dopo un parziale prosciugamento ottenuto con macchine e/o con l'apertura di canali fugatori; il volume di scavo eseguito in acqua, fino ad una profondità non maggiore di cm.20 dal suo livello costante, verrà perciò considerato come scavo in presenza d'acqua e non come scavo subacqueo. Quando la D.L. ordinasse il mantenimento degli scavi in asciutto, sia durante l'escavazione, sia durante l'esecuzione delle fondazioni o di altre opere in muratura, gli adempimenti relativi verranno eseguiti in economia e l'Appaltatore avrà l'obbligo di fornire le macchine e gli operai necessari; nei prosciugamenti eseguiti durante l'esecuzione delle fondazioni o delle murature l'Appaltatore dovrà inoltre adottare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare il dilavamento delle malte.

RILEVATI, REINTERRI E DRENAGGI Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di reinterro ovvero per riempire i vuoti tra le pareti degli scavi e le murature o da addossare alle murature fino alle quote prescritte dalla D.L., si impiegheranno in generale i materiali provenienti dagli scavi, in quanto disponibili ed adatti a giudizio insindacabile della D.L.. Quando venissero a mancare in tutto od in parte i materiali di cui sopra, l'Appaltatore provvederà ovunque riterrà di sua convenienza purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla D.L.. In particolare a ridosso dei muri perimetrali, per la parte interrata, previa impermeabilizzazione delle murature (vedi Impermeabilizzazioni), il drenaggio dovrà essere eseguito in ciottoli di pietra perfettamente puliti da terriccio e di granulometria adeguata a garantire una perfetta esecuzione dell'opera; in ogni caso per rilevati e reinterri da addossarsi alle murature si dovranno sempre impiegare materiali sciolti o ghiaiosi, restando vietato l'impiego di quelli argillosi e in generale di tutti quelli che con assorbimento d'acqua si rammolliscano e si gonfino generando spinte. Nei casi in cui esigenze di smaltimento delle acque piovane, di falda o di infiltrazione lo richiedano, saranno poste in opera, secondo le indicazioni della D.L., idonee tubazioni di raccolta del tipo normale o forato, nei diametri commerciali adatti alla portata richiesta, in modo tale da consentire l'allontanamento dall'edificio di dette acque ed il convogliamento delle stesse nella rete delle acque bianche od in idonei sistemi a dispersione.

ART.5 DEMOLIZIONI E RIMOZIONI

Le demolizioni, ove necessarie, di murature, calcestruzzi, ecc., sia parziali che complete, dovranno essere eseguite con le necessarie precauzioni in modo da non danneggiare le murature residue. Nelle demolizioni o rimozioni l'Appaltatore dovrà provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti da non demolire predisponendo in modo tale da non deteriorarle. Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti prefissati, l'Appaltatore, senza alcun compenso, ricostruirà e ripristinerà le parti demolite. Tutti i materiali riutilizzabili dovranno essere trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla D.L.. I materiali riutilizzabili od il legname proveniente da piantagioni esistenti nell'area restano tutti di proprietà dell'Amministrazione, la quale potrà ordinare all'Appaltatore di impiegarli in tutto od in parte nell'esecuzione dei lavori.

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I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni dovranno essere trasportati a rifiuto fuori dalla sede del cantiere o alle pubbliche discariche ovvero in aree a cui l'Appaltatore dovrà provvedere a proprie spese.

ART.6 STRUTTURE

Si definisce struttura l'insieme di elementi (composti di materiali con denominate caratteristiche e proprietà interne da correlare con esigenze statiche esterne e organizzati secondo i principi della scienza delle costruzioni e della tecnologia) che costituisce l'ossatura portante dell'edificio, garantendone la stabilità per un tempo indefinito. La stazione appaltante fornisce il progetto esecutivo delle strutture; l'Impresa dovrà, prima della gara d'appalto, esaminarlo sotto il profilo della convenienza economica, delle soluzioni tecniche adottate e del corretto dimensionamento. La presentazione dell'offerta equivarrà alla sua integrale accettazione ed alla dichiarazione che l'impresa fa proprio detto progetto assumendone le responsabilità previste dalle vigenti leggi. I sovraccarichi accidentali minimi adottati sono prescritti dalla normativa vigente in rapporto all'utilizzo indicato nei disegni di progetto. Le dimensioni di pilastri, travi, cordoli, solette, murature in c.a. e la relativa armatura metallica sono stabilite dai calcoli e relativi disegni esecutivi allegati che l'Impresa è tenuta a rispettare. Tali calcoli sono stati eseguiti in ottemperanza alle norme vigenti ed in particolare a quanto previsto dalle Norme Tecniche delle costruzioni DM 14/01/2008 , ed istruzioni o circolari annesse e comunque a tutte le successive normative o prescrizioni emanate e/o alle precedenti ancora cogenti. Nel caso di adozione di un sistema prefabbricato l'Impresa dovrà fornire tutti gli elementi di calcolo relativi, compreso campionatura dei materiali impiegati e relativi certificati di prove di laboratorio, corrispondenti alle norme previste dal Ministero dei LL.PP.. La D.L. si riserverà la facoltà di introdurre gli accorgimenti necessari per salvaguardare la riuscita architettonica oltre che statica dell'edificio. I calcestruzzi armati dovranno essere lavorati nella parte vista come descritto nella relativa voce dell'Elenco Descrittivo delle Voci, evitando comunque la presenza in superficie di armatura metallica; le riprese dei getti, ove indispensabili, dovranno essere opportunamente studiate, in relazione ai casseri usati, in modo tale che non risulti discontinuità di superficie. Nel caso vengano utilizzati sistemi di prefabbricazione verranno poste in opera nelle strutture tutte le grappe in ferro, bullonerie e quant'altro necessario per il successivo ancoraggio delle pannellature prefabbricate; tali sistemi di ancoraggio dovranno essere opportunamente garantiti dai fenomeni di invecchiamento secondo quanto previsto dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e comunque in modo tale da garantirne la stabilità per un tempo illimitato. L'Impresa per l'eventuale procedimento di prefabbricazione dovrà produrre il certificato di idoneità tecnica all'impiego (agrement tecnique).

FONDAZIONI Si definisce struttura di fondazione quella parte dell'ossatura portante che trasmette il peso dell'edificio al terreno ripetendolo in misura compatibile con le capacità portanti del terreno stesso. L'Appaltatore dovrà eseguire le opere di fondazione in conformità ai calcoli statici di progetto ed alle prescrizioni di legge in vigore od emanate prima dell'inizio dei lavori. Il piano di posa delle fondazioni verrà stabilito dalla D.L. sulla base delle risultanze dell'esame del terreno dopo l'avvenuta apertura degli scavi di sbancamento.

SOTTOFONDAZIONI I lavori di sottofondazione non dovranno turbare la stabilità del sistema murario da consolidare né quella degli edifici adiacenti. L'Appaltatore dovrà quindi adottare tutti gli accorgimenti e le precauzioni necessarie al raggiungimento di tale fine. Una volta eseguite le puntellature delle strutture in elevazione ed individuati i cantieri di lavoro, si inizieranno gli scavi eseguendoli, se possibile, da entrambi i lati del muro se esso è di grosso

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spessore (min. cm.120) o da un solo lato, se lo spessore è normale; gli scavi, larghi quanto necessario, dovranno essere effettuati fino alla quota del piano di posa della vecchia fondazione, sbadacchiando le pareti man mano che aumenterà la profondità. Si procederà, una volta raggiunta col primo settore la quota di imposta della vecchia fondazione, alla suddivisione in sottoscavi di larghezza idonea (mai superiore a 2 metri) e, infine, si eseguirà, solo dopo aver rimosso la terra dello scavo anche sotto la fondazione, il getto di spianamento con magrone di calcestruzzo secondo quanto prescritto negli elaborati di progetto. Una volta predisposto lo scavo con le modalità sopra accennate, l'Appaltatore posizionerà l'armatura metallica, secondo quanto previsto negli elaborati di progetto, e provvederà, successivamente, all'esecuzione di un getto in modo da creare una porzione di cordolo ed a lasciare uno spazio vuoto fra l'estradosso di quest'ultimo e l'intradosso della vecchia fondazione. Lo spazio vuoto potrà essere riempito, dopo 2-3 giorni, con muratura di mattoni e malta di cemento o con l'impiego di calcestruzzi antiritiro o leggermente espansivi. Nel caso di riempimento con muratura di mattoni si dovrà lasciare uno spazio vuoto equivalente ad un filare di mattoni. Si dovrà quindi provvedere all'inserimento nella parte vuota di cunei di legno duro e dopo 4-5 gg., alla loro sostituzione con cunei più grossi onde compensare l'abbassamento della nuova muratura. Si provvederà infine all'estrazione dei cunei ed alla collocazione dell'ultimo filare di mattoni intasando fino a rifiuto con malta di cemento.

MICROPALI- TIRANTI Sono considerati micropali i pali di fondazione trivellati con un diametro non superiore a 30 cm realizzati con un'armatura in acciaio e malta di cemento gettata in opera. Nel caso di micropali eseguiti in roccia o terreni molto compatti deve essere utilizzato il getto o riempimento a gravità mentre per i micropali eseguiti su terreni di varia natura devono essere utilizzati getti i riempimenti a bassa pressione o iniezioni ad alta pressione. Le tolleranze dimensionali sono del 2% max per la deviazione dell'asse del micropalo rispetto a quello di progetto, max 5 cm. di variazione sul posizionamento del micropalo rispetto a quello previsto. Tutti i lavori di perforazione sono compresi nell'onere di esecuzione del micropalo e dovranno essere eseguiti con le attrezzature idonee preventivamente concordate con la Direzione dei Lavori. In rapporto alla consistenza del terreno, le opere di perforazione dovranno essere eseguite con rivestimento provvisorio di protezione o con utilizzo di fanghi di cemento e bentonite confezionati con i seguenti rapporti in peso: • bentonite/acqua 0,05 - 0,08 • cemento/acqua 0,18 - 0,23. Le armature dovranno essere realizzate con barre ad aderenza migliorata, spirali di tondino e legature con filo di ferro e dovranno avere un copriferro minimo di 1,5 cm. Nel caso di armature tubolari le giunzioni saranno realizzate con manicotti filettati o saldati. Quando i tubi di armatura sono dotati di valvole per l'iniezione si dovrà provvedere all'esecuzione e pulizia dei fori di uscita della malta; tali valvole saranno costituite da manicotti di gomma con spessore minino di 3,5 mm. fissati con anelli in fili di acciaio saldati al tubo in corrispondenza del manicotto. L'esecuzione del fusto del micropalo dovrà essere eseguita nel più breve tempo possibile e quindi tutte le operazioni di perforazione, pulizia, posizionamento delle armature, distanziatori dovranno permettere di eseguire il getto della malta di cemento al massimo entro un'ora dal momento della perforazione; per i micropali realizzati in roccia che non abbiano infiltrazioni o cedimenti sono consentiti intervalli di tempo anche maggiori. Il riempimento a gravità sarà realizzato mediante un tubo di alimentazione posto a 10 -15 cm. dal fondo che convoglierà la malta di cemento e verrà estratto quando il foro sarà completamente riempito con sola malta priva di tracce degli eventuali fluidi di perforazione. Il riempimento a bassa pressione sarà realizzato, dopo aver rivestito il foro, con la posa della malta in un rivestimento provvisorio come per il riempimento a gravità; in seguito verrà applicata al rivestimento una testa a pressione dalla quale sarà introdotta aria in pressione sollevando gradualmente il rivestimento fino alla sua prima giunzione. A questo punto dovrà essere smontata la sezione superiore applicando la testa a pressione a quella rimasta nel terreno e, dopo il

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necessario rabbocco, si procederà nello stesso modo per le sezioni successive fino alla completa estrazione del rivestimento. L'iniezione ripetuta ad alta pressione viene realizzata con le seguenti fasi: a) riempimento della cavità compresa tra il tubo e le pareti del foro con iniezione dalla valvola più bassa; b) lavaggio con acqua dell'interno del tubo; c) successive iniezioni, dopo la presa della malta, fino a sei volte il volume del foro da effettuarsi entro i valori di pressione corrispondente alla fratturazione idraulica; d) nuovo lavaggio con acqua all'interno del tubo; e) nuove iniezioni, dopo la presa della malta delle prime, solo dalle valvole che non hanno raggiunto i valori indicati al punto c) oppure dalle valvole che riportino valori di pressione inferiori a quelli previsti. Le malte cementizie dovranno avere un rapporto acqua/cemento minore di 0,5 ed una resistenza di 29 N/mmq. (300 Kg./cmq.); gli inerti saranno costituiti da sabbia fine lavata per i micropali riempiti a gravità oppure da ceneri volanti o polvere di calcare passati al vaglio da 0,075 per i micropali riempiti con iniezioni a pressione. Il dosaggio minimo dovrà essere di Kg. 600 di cemento per mc. di impasto. Nell’esecuzione delle prove di carico sui pali per la determinazione del carico limite del palo singolo o per la verifica del comportamento dei pali realizzati (prove di collaudo) devono essere rispettate le vigenti norme secondo le prescrizioni del D.M. lavori pubblici 11 marzo 1988 e le Specifiche di costruzione delle opere strutturali. Prima dell’inizio della costruzione della palificata devono essere eseguiti dei pali pilota, nel numero di 4; l’ubicazione di tali pali deve essere stabilita dalla Direzione dei lavori e risultare esattamente dai verbali che verranno redatti sulle prove eseguite. L’Appaltatore può eseguire, se lo ritiene opportuno e a sua cura e spese, eventuali indagini e prove per accertare o controllare la natura dei terreni nei quali devono essere infissi o costruiti i pali, integrative e quelle già eseguite dall’Ente appaltante, e riportate negli elaborati allegati al Capitolato, assieme alla relazione geotecnica. L’Appaltatore è tenuto ad eseguire tutte le prove di carico richieste, per la cui esecuzione il compenso è già stato previsto nei prezzi di elenco e negli importi di gara. L’esecuzione di tali prove comprende, fra l’altro, la preparazione adeguata della testa dei pali prescelti, il noleggio del martinetto e della incastellatura metallica atta a sopportare il carico e a collegarlo al martinetto, la fornitura del materiale sufficiente a fornire il carico indicato dalla D.L., la costruzione dei supporti per l’alloggio dei flessimetri, la protezione di tutti gli strumenti dall’azione del sole e tutto quanto necessario per l’esecuzione della prova. È facoltà della D.L. richiedere l’assistenza di laboratori specializzati per l’esecuzione delle prove e/o delle misurazioni, essendo l’area di tale assistenza a carico dell’Appaltatore. È pure a carico dell’Appaltatore ogni onere di sorveglianza e assistenza durante le prove, per la miglior riuscita delle prove stesse, restando stabilito che, verificandosi anomalie o difetti di qualsiasi genere durante la prova, di cui i risultati non possono essere ritenuti attendibili, l’Appaltatore è tenuto a ripetere la prova stessa, a totale sua cura e spese. Ogni onere relativo all’esecuzione dei controlli sono da considerarsi a totale carico dell’Appaltatore, in quanto già compensati con i prezzi di elenco. Nel prezzo sono compresi tutti gli oneri per la trivellazione, la fornitura e il getto del calcestruzzo, la fornitura e posa del ferro d'armatura, la formazione e successiva demolizione delle corree di guida, la formazione della trave superiore di collegamento, l'impiego di fanghi bentonitici, l'allontanamento dal cantiere di tutti i materiali di risulta e gli spostamenti delle attrezzature e quant’altro risulti necessario per dare l’opera perfettamente compiuta. Tiranti di ancoraggio Sono costituiti da tiranti orizzontali o inclinati, che collegano strutture in calcestruzzo con il terreno resistente a monte, con lo scopo di assorbire le spinte del terreno incoerente interposto. Per i tiranti si impiegherà acciaio in fili, trecce, trefoli ecc., inseriti in fori del diametro di 100-135 mm, di

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lunghezza come da tavole progettuali, eseguiti da sonde a rotazione, con eventuale rivestimento, e ancorati a speciali piastre di ripartizione sul calcestruzzo e ad un bulbo di 6-8 metri di sviluppo, e posti in tensione dopo maturazione di almeno 28 giorni nel bulbo stesso. In caso di cedimento al momento della tesatura, l'Appaltatore dovrà ripetere l'esecuzione di un altro bulbo, secondo le indicazioni della Direzione dei lavori. Si applicheranno le norme dei D.M. 27 luglio 1985 e D.M. 14/01/08 e successive modificazioni e integrazioni e D.M. 11 marzo 1988. I trefoli di acciaio armonico saranno protetti nella parte libera da guaina liscia in H.D.P.E. e singolarmente protetti con guaine in H.D.P.E. e grasso. La separazione della parte libera dalla parte attiva avviene mediante un tampone di materiale sigillante che consenta una perfetta ermeticità tra le parti stesse. Devono essere possibili ancora eventuali interventi di iniezione attraverso le valvole APS che rimangono disponibili. II tirante deve essere protetto in ogni sua parte e deve permanere non aggredibile da agenti corrosivi, ivi comprese le correnti vaganti.

ELEVAZIONI Si definisce struttura in elevazione quella parte dell'ossatura portante adibita a sopportare tutte le sollecitazioni dei carichi accidentali e permanenti interessanti l'edificio e a trasmetterle alle strutture di fondazione. L'Appaltatore dovrà eseguire le strutture in elevazione in conformità ai disegni dei calcoli statici ed in conformità alle prescrizioni di legge in vigore od emanate prima dell'inizio dei lavori.

ART.7 OPERE IN CALCESTRUZZO SEMPLICE ED ARMATO

L'Impresa sarà tenuta all'osservanza del D.M. 14.01.2008 – Norme tecniche per le costruzioni, della legge 5 novembre 1971 n° 1086 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n° 321 del 31 dicembre 1971, nonché delle Norme Tecniche emanate in applicazione dell'articolo 21 della predetta legge (D.M. del 14.01.2008, UNI EN 2061, UNI 11104 e successive modifiche). Le caratteristiche dei materiali da impiegare dovranno corrispondere alle prescrizioni dei relativi articoli del presente Capitolato ed alle relative voci dell'Elenco Prezzi e a quanto verrà, di volta in volta, ordinato dalla Direzione dei Lavori. L'Impresa dovrà esibire prove di Laboratorio Ufficiale che dimostrino la conformità del prodotto alle Norme vigenti, alle prescrizioni di capitolato ed alle UNI ENV 206, UNI 11104 e successive modifiche. Dovrà comunque essere garantita la qualità e la costanza di caratteristiche dei prodotti da impiegare, intendendosi che le caratteristiche richieste al calcestruzzo devono essere garantite “su cassero” senza ulteriori manipolazioni da parte dell’Appaltatore in cantiere o a “bocca foro” del “tubo getto” nel caso dei pali di fondazione. L’Impresa deve sottomettere all’approvazione della Direzione Lavori, in tempo utile prima di avviare la fase operativa dei getti di ciascuna opera d’arte, un’adeguata documentazione relativa alla pianificazione dei getti e la qualificazione del calcestruzzo. In particolare dovrà riguardare: a) Parte generale: 1) laboratori di riferimento; 2) pianificazione dei controlli; 3) modalità di gestione delle non conformità; 4) modalità di gestione delle varianti/modifiche. b) Produzione: 1) proporzionamento e caratteristiche delle miscele nel rispetto delle specifiche di progetto; 2) metodologie e dati che dimostrino come è garantito il raggiungimento dei necessari requisiti di lavorabilità, densità, resistenza e durabilità del calcestruzzo; 3) caratteristiche dei materiali e loro fonti; 4) caratteristiche degli impianti di produzione e modalità operative; 5) qualifica del personale. Trasporto e consegna: 1) caratteristiche dei mezzi di trasporto e consegna e modalità operative; 2) modalità di gestione della lavorabilità; 3) qualifica del personale.

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Esecuzione: 1) qualifica del personale; 2) programmazione dei getti; 3) modalità di getto e compattazione; 4) modalità di fornitura; 5) modalità di stagionatura (in particolare il mantenimento della necessaria umidità). La Direzione Lavori autorizzerà l'inizio del getto dei conglomerati cementizi solo dopo aver ricevuto dall'Impresa la documentazione sopra riportata e gli eventuali certificati delle prove preliminari sul calcestruzzo eseguite presso un Laboratorio Ufficiale su una serie di quattro provini per ogni tipo di conglomerato cementizio previsto nell'appalto. L'esame e la verifica da parte della Direzione Lavori dei progetti delle opere, non esonera in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per le pattuizioni del contratto, restando stabilito che, malgrado i controlli eseguiti dalla Direzione Lavori, essa Impresa rimane unica e completa responsabile delle opere a termini di legge; pertanto essa sarà tenuta a rispondere degli inconvenienti di qualunque natura, importanza e conseguenza che avessero a verificarsi. L'Impresa sarà tenuta inoltre a presentare all'esame della Direzione Lavori i progetti delle opere provvisionali (centine, armature di sostegno e attrezzature di costruzione). Prima di eseguire l'impasto di ogni getto l'impresa appaltatrice dovrà comunicare e ottenere l'approvazione della composizione degli impasti. L'impasto dei materiali dovrà essere fatto a mezzo di macchine impastatrici e mescolatrici. Nella composizione di calcestruzzi con malte di calce comune od idraulica si formerà prima l'impasto della malta con le proporzioni prescritte impiegando la minor quantità di acqua possibile, poi si aggiungerà la ghiaia o il pietrisco mescolando il tutto fino ad ottenere un impasto uniforme. Gli impasti di conglomerato dovranno essere preparati soltanto nella quantità necessaria, per l'impiego immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta e per quanto più possibile in vicinanza del lavoro. I residui di impasti non utilizzati immediatamente dovranno essere messi a discarica. Il calcestruzzo da impiegarsi in qualsiasi lavoro sarà messo in opera appena confezionato e verrà disposto a strati orizzontali di altezza da cm.20 a cm.30 su tutta la estensione della parte in opera che si esegue ad un tempo, vibrato con vibratore ad alta frequenza. Durante il getto il cavo da riempirsi dovrà essere completamente asciutto e resta a carico dell'impresa ogni eventuale aggottamento d'acqua. Finito che sia il getto e spianata con ogni diligenza la superficie superiore, il calcestruzzo dovrà essere lasciato indurire per tutto il tempo che la D.L. riterrà necessario per raggiungere il grado di indurimento che dovrà sopportare. Durante il periodo della stagionatura tutti i getti dovranno essere abbondantemente e frequentemente annaffiati. Le superfici dovranno risultare regolari e non saranno tollerate stuccature o rappezzi. L'Amministrazione appaltante, a suo insindacabile giudizio, può obbligare l'impresa al lavaggio della ghiaia, sabbia e pietrisco. In caso di temperatura inferiore a 0 C, si dovrà sospendere il getto o prendere precauzioni (da approvarsi dalla D.L.) tali che il getto stesso non abbia a gelare durante la presa. In ogni caso è vietato l'uso di anticongelanti che a giudizio della D.L. risultino dannosi per il calcestruzzo e per le armature.

CONGLOMERATI a) Cemento I cementi potranno essere normali, ad alta resistenza, ad alta resistenza e rapido indurimento, del tipo PORTLAND, altoforno o pozzolanico. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di prescrivere all'Impresa il tipo di cemento da adottare senza che quest'ultima possa, per tale ragione, pretendere alcun compenso od indennizzo. L'Impresa dovrà preoccuparsi di approvvigionare il cemento presso cementerie che diano garanzie di bontà, costanza del tipo, continuità di fornitura; essa dovrà inoltre far controllare periodicamente, anche senza la richiesta della Direzione Lavori,

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le resistenze meccaniche ed i requisiti chimici e fisici del cemento, presso un Laboratorio Ufficiale per prove di materiali e trasmettere alla Direzione Lavori copia di tutti i certificati delle prove. E' facoltà della Direzione Lavori richiedere la ripetizione delle prove su una stessa partita qualora sorgesse il dubbio di un degradamento delle caratteristiche del cemento, dovuto ad una causa qualsiasi. b) Aggregati e sabbie Dovranno corrispondere alle caratteristiche già specificate nel capitolo “Caratteristiche dei materiali”. Saranno rifiutati pietrischetti, pietrischi e graniglie contenenti una percentuale superiore al 15% in peso di elementi piatti o allungati, la cui lunghezza sia maggiore di 5 volte lo spessore medio. c) Granulometria Per tutti i calcestruzzi sarà determinata la composizione granulometrica degli aggregati, secondo formule prescritte dalla Direzione Lavori o proposte dall'Impresa ed accettate dalla Direzione Lavori, in modo da ottenere i requisiti fissati dal Progettista dell'opera ed approvati dalla Direzione Lavori. Per ogni tipo di calcestruzzo dovrà essere previsto l'impiego di almeno tre classi di inerti, la cui miscela dovrà rientrare nel fuso granulometrico stabilito. d) Acqua Proverrà da fonti ben definite che diano acqua rispondente alle caratteristiche specificate nel capitolo “Caratteristiche dei materiali”. La quantità d'acqua d'impasto, tenuto conto della umidità variabile contenuta negli inerti, dovrà essere costantemente regolata in modo da rispettare rigorosamente il rapporto acqua / cemento prescritto dal progetto. e) Additivi Allo scopo di realizzare i calcestruzzi con la necessaria lavorabilità anche con basso rapporto acqua / cemento si farà costantemente uso di additivi fluidificanti o superfluidificanti comunque del tipo approvato dalla Direzione Lavori, che a seconda delle condizioni ambientali e dei tempi di trasporto e lavorazione, saranno ad effetto normale, ritardante o accelerante. Per i calcestruzzi soggetti durante l'esercizio a ciclo di gelo disgelo, si farà costantemente uso di additivi aeranti dosati in quantità tale da realizzare una percentuale di aria occlusa totale secondo quanto riportato nel progetto misurata sul calcestruzzo fresco prelevato all'atto della posa in opera secondo la relativa Norma UNI. Altri tipi di additivi o agenti espansivi, se prescritti dal progetto, dovranno essere sempre conformi al capitolo “Caratteristiche dei materiali” e comunque preventivamente approvati dalla Direzione Lavori, la quale prescriverà di volta in volta le relative modalità d'uso. Se prescritto dal progetto gli additivi dovranno essere premiscelati a secco in stabilimento con il legante idraulico; la miscela predosata dovrà essere fornita in sacchi ed essere conforme a quanto prescritto nel capitolo “Caratteristiche dei materiali”. f) Resistenza dei calcestruzzi Per la determinazione delle resistenze caratteristiche a compressione dei calcestruzzi dovranno essere eseguite due serie di prelievi da effettuarsi in conformità alle Norme Tecniche di cui al D.M. 14.01.2008 e relative circolari. I prelievi, eseguiti in contraddittorio con l'Impresa, verranno effettuati separatamente per ogni opera e per ogni tipo di calcestruzzo previsti nei disegni di progetto od ordinati per iscritto dalla Direzione Lavori. Di tali operazioni, eseguite a cura della Direzione Lavori e a spese dell'Impresa, secondo le Norme UNI vigenti, verranno redatti appositi verbali numerati progressivamente e controfirmati dalle parti. I provini contraddistinti con numero progressivo del relativo verbale di prelievo verranno custoditi a cura e spese dell'Impresa in locali indicati dalla Direzione Lavori previa apposizione di sigilli e firma del Direttore dei Lavori e dell'Impresa e nei modi più adatti a garantirne la autenticità e la conservazione. Con i provini della prima serie di prelievi verranno effettuati presso i Laboratori della Direzione Lavori, alla presenza dell'Impresa, le prove atte a determinare le resistenze caratteristiche alle differenti epoche di stagionatura secondo le disposizioni che al riguardo saranno impartite dalla Direzione Lavori. I risultati delle prove della prima serie di prelievi saranno presi a base per la contabilizzazione dei lavori, a condizione che il valore della resistenza caratteristica cubica a compressione a 28 giorni di maturazione Rck , accertato per ciascun tipo e classe di calcestruzzo, non risulti inferiore a quello della classe indicata nei calcoli statici e nei disegni di progetto approvati dalla Direzione Lavori, od a quello ordinato per iscritto dalla stessa Direzione Lavori. Inoltre, sempre nel caso che la condizione di cui sopra risulti soddisfatta, dovranno essere sottoposti a prova presso Laboratori Ufficiali, per il controllo dei risultati ottenuti, i provini della

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seconda serie di prelievi nella misura prescritta dalle vigenti Norme di Legge. Nel caso che la resistenza caratteristica cubica a compressione a 28 giorni di maturazione Rck ricavata per ciascun tipo e classe di calcestruzzo dalle prove della prima serie di prelievi risulti essere inferiore a quella della classe indicata nei disegni di progetto approvati dalla Direzione Lavori od a quella ordinata per iscritto dalla stessa Direzione Lavori, si dovranno sottoporre a prova presso Laboratori Ufficiali tutti i corrispondenti provini della seconda serie di prelievi, qualunque sia la categoria cui appartiene il calcestruzzo. Nell'attesa dei risultati ufficiali il Direttore dei Lavori potrà, a suo insindacabile giudizio, ordinare la sospensione dei getti dell'opera d'arte interessata. Se dalle prove eseguite presso Laboratori Ufficiali sui provini della seconda serie di prelievi risultasse un valore della resistenza caratteristica cubica a compressione a 28 giorni di maturazione Rck non inferiore a quella della classe indicata nei disegni di progetto approvati dalla Direzione Lavori od a quella ordinata per iscritto dalla Direzione Lavori stessa, tale risultanza verrà presa a base della contabilizzazione dei lavori. Qualora invece, anche dalle prove eseguite presso Laboratori Ufficiali risultasse un valore della Rck inferiore a quello della classe indicata nei calcoli statici e nei disegni di progetto approvati dalla Direzione Lavori, od a quella ordinata per iscritto dalla stessa Direzione Lavori, l'Impresa dovrà presentare, a sua cura e spese, una relazione supplementare nella quale dimostri che, ferme restando le ipotesi di vincolo e di carico delle strutture, il valore della Rck è ancora compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, secondo le prescrizioni delle vigenti norme di legge. Se tale relazione sarà approvata dalla Direzione Lavori il calcestruzzo sarà contabilizzato con la classe alla quale risulterà appartenere la relativa Rck. Nel caso che il valore della Rck non risulti compatibile con le sollecitazioni previste in progetto, l'Impresa sarà tenuta, a sua totale cura e spese, alla demolizione e rifacimento dell'opera oppure all'adozione di quei provvedimenti che, proposti dalla stessa, per diventare operativi dovranno essere formalmente approvati dalla Direzione Lavori. Nessun indennizzo o compenso sarà dovuto all'Impresa se la Rck risulterà maggiore a quella indicata nei disegni di progetto approvati dalla Direzione Lavori od a quella ordinata per iscritto dalla stessa Direzione Lavori. Saranno a carico della Società Appaltante tutti gli oneri relativi alle prove di Laboratorio, sia effettuate presso i Laboratori della Direzione Lavori, sia presso i Laboratori Ufficiali, comprese le spese per il rilascio dei certificati. g) Consistenza, espansione contrastata, contenuto di aria Dovranno essere riscontrati continuamente durante il lavoro in conformità alle Norme UNI vigenti. h) Confezione La confezione dei calcestruzzi dovrà essere eseguita con gli impianti preventivamente sottoposti all'esame della Direzione Lavori. Gli impianti di betonaggio saranno del tipo automatico o semiautomatico, con dosatura sia degli inerti, sia del cemento; la dosatura del cemento dovrà sempre essere realizzata con bilancia indipendente e di adeguato maggior grado di precisione. La dosatura effettiva degli inerti dovrà essere realizzata con precisione del 3%; quella del cemento con precisione del 2%. Le bilance dovranno essere revisionate almeno una volta ogni due mesi e tarate all'inizio del lavoro e successivamente almeno una volta all'anno. La dosatura effettiva dell'acqua dovrà essere realizzata con precisione del 2% ed i relativi dispositivi dovranno essere tarati almeno una volta al mese. Gli impianti di betonaggio dovranno indicare alla Direzione Lavori la disponibilità di materie prime e la capacità di stoccaggio, la capacità produttiva, l’efficienza e lo stato di manutenzione dei componenti dell’impianto, la presenza e l’efficienza o meno dell’automazione e del premescolatore, la distanza dal cantiere, il supporto logistico (numero betoniere, numero pompe, numero bocche di carico, ecc.) e l’eventuale supporto tecnico fornito. L’Impresa dovrà sottoporre alla D.L. la pianificazione dei getti (modalità e programma temporale) e dovrà garantire la disponibilità da parte dell’impianto di betonaggio a verifiche della D.L. presso l’impianto stesso e l’accesso alle registrazioni significative (cicli di carico, qualifica autisti, ecc.) L'impasto dovrà risultare di consistenza uniforme ed omogenea uniformemente coesivo (tale cioè da essere trasportato e manipolato senza che si verifichi la separazione dei singoli elementi); lavorabile (in maniera che non rimangano vuoti nella massa o sulla superficie dei manufatti dopo eseguita la vibrazione in opera) ed esente da grumi (a tal fine è preferibile avere dei premescolatori a monte della fase di carico in betoniera). L’Impresa dovrà sottoporre alla Direzione Lavori per accettazione la sequenza di carico per ridurre il rischi di formazione di detti grumi. La lavorabilità non dovrà essere ottenuta con maggiore impiego di acqua di quanto previsto nella

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composizione del calcestruzzo, bensì mediante l'impiego di additivi aeranti, plastificanti o fluidificanti La produzione ed il getto del calcestruzzo dovranno essere sospesi nel caso che la temperatura scenda al di sotto di 0°C, salvo diverse disposizioni che la Direzione Lavori potrà dare volta per volta, prescrivendo, in tale caso, le norme e gli accorgimenti cautelativi da adottare. i) Trasporto Il trasporto dei calcestruzzi dalla centrale di betonaggio al luogo di impiego dovrà essere effettuato con mezzi idonei al fine di evitare la possibilità di separazione dei singoli componenti e comunque tali da evitare ogni possibilità di deterioramento del calcestruzzo medesimo. Il tempo intercorrente fra l’inizio della mescolazione (introduzione dell’acqua in miscela) e fine scarico non deve superare i 90100 minuti in condizioni meteo favorevoli. Saranno accettate in funzione della durata e della distanza di trasporto, le benne a scarico di fondo ed i nastri trasportatori. Non saranno ammessi gli autocarri a cassone e gli scivoli. L'uso delle pompe è consentito a condizione che l'Impresa adotti, a sua cura e spese, provvedimenti idonei a mantenere il valore prestabilito del rapporto acqua/cemento del calcestruzzo (e più in generale tutte le caratteristiche dello stesso) alla bocca di uscita della pompa. È facoltà della Direzione Lavori di rifiutare carichi di calcestruzzo non rispondenti ai requisiti prescritti o con presenza di grumi. L’Impresa dovrà dimostrare e documentare alla Direzione Lavori l’esperienza degli autisti delle autobetoniere ed in particolar modo dei pompisti. j) Posa in opera Come previsto dal progetto sarà eseguita con ogni cura e regola d'arte, dopo aver preparato accuratamente e rettificati i piani di posa, le casseforme, e dopo aver posizionato le armature metalliche. Nel caso di getti contro terra, roccia, ecc., si deve controllare che la pulizia del sottofondo, il posizionamento di eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante o di collegamento, siano eseguiti in conformità alle disposizioni di progetto e di capitolato. I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi approvati ed alle prescrizioni della Direzione Lavori. Si avrà cura che in nessun caso si verifichino cedimenti dei piani di appoggio e delle pareti di contenimento. I getti potranno essere iniziati solo dopo la verifica delle casseforme e delle armature metalliche da parte della Direzione Lavori. Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo. Se il getto dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, l'Impresa dovrà tener registrati giornalmente i minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro. Il calcestruzzo sarà posto in opera e assestato e vibrato con ogni cura in modo che le superfici esterne si presentino lisce e compatte, omogenee e perfettamente regolari ed esenti anche da macchie o chiazze. Per la finitura superficiale delle solette è prescritto l'uso di stagge vibranti o attrezzature equivalenti. Le eventuali irregolarità o sbavature dovranno essere asportate mediante bocciardatura e i punti incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente dopo il disarmo con malta reoplastica premiscelata ad alta resistenza (di tipo approvato dalla D.L.); ciò qualora tali difetti o irregolarità siano contenuti nei limiti che la Direzione Lavori riterrà tollerabili, fermo restando in ogni caso che le suddette operazioni ricadranno esclusivamente e totalmente a carico dell'Impresa. Eventuali ferri (filo, chiodi, reggette) che con funzione di legatura di collegamento casseri od altro, dovessero sporgere da getti finiti, dovranno essere tagliati almeno 0,5 cm. sotto la superficie finita, e gli incavi risultanti verranno accuratamente sigillati con malta fine di cemento; queste prestazioni non saranno in nessun caso oggetto di compensi a parte. Viene poi prescritto che, dovunque sia possibile, gli elementi dei casseri vengano fissati nella esatta posizione prevista utilizzando tondi metallici liberi di scorrere entro tubetti di materiale PVC o simile, di colore grigio, destinati a rimanere incorporati nel getto di calcestruzzo, armato o non armato, intendendosi il relativo onere compreso e compensato nei prezzi di Elenco. Lo scarico del conglomerato dal mezzo di trasporto dovrà avvenire con tutti gli accorgimenti atti ad evitare la segregazione. A questo scopo il conglomerato dovrà cadere verticalmente al centro della cassaforma e sarà steso in strati orizzontali di spessore limitato e comunque non superiore a 50 cm misurati dopo la vibrazione. Gli apparecchi, i tempi e le modalità per la vibrazione saranno quelli preventivamente approvati dalla Direzione Lavori. È vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l'impiego del vibratore. Tra le successive riprese di getto non dovranno aversi distacchi o discontinuità o differenze di aspetto, e la ripresa potrà effettuarsi solo dopo che la superficie del getto precedente sia stata accuratamente pulita, lavata e spazzolata. La Direzione Lavori avrà la facoltà di prescrivere, ove e quando lo ritenga necessario, che i getti

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vengano eseguiti senza soluzione di continuità così da evitare ogni ripresa; per questo titolo l'Appaltatore non potrà avanzare richiesta alcuna di maggiori compensi e ciò neppure nel caso che in dipendenza di questa prescrizione, il lavoro debba essere condotto a turni ed anche in giornate festive. Quando il calcestruzzo fosse gettato in presenza d'acqua, si dovranno adottare gli accorgimenti necessari per aggottare l’acqua e per impedire che la stessa la dilavi e ne pregiudichi le caratteristiche meccaniche e di durevolezza. L'onere di tali accorgimenti è a carico dell'Impresa. L'Impresa avrà a suo carico il preciso obbligo di predisporre in corso di esecuzione (prima dei getti con verifica preventiva della D.L.) quanto è previsto nei disegni esecutivi, o sarà successivamente prescritto di volta in volta in tempo utile dalla Direzione Lavori. L'onere relativo è compreso e compensato nel prezzo dell’opera e pertanto è ad esclusivo carico dell'Impresa. Per getti di particolare importanza, su richiesta della Direzione Lavori, dovrà essere predisposto da parte dell’Impresa un “Registro dei Getti” in cui figurino almeno i dati riportati nel modello seguente:

k) Stagionatura e disarmo A getto ultimato dovrà essere curata la stagionatura dei calcestruzzi in modo da evitare un rapido prosciugamento delle superfici dei medesimi, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi più idonei allo scopo, fermo restando che il sistema di stagionatura da utilizzarsi sarà stabilito in corso d’opera in funzione del grado di umidità ed acqua già contenuta nei materiali impiegati. La rimozione delle armature di sostegno dei getti potrà essere effettuata quando siano state sicuramente raggiunte le previste resistenze. In assenza di specifici accertamenti, l'Impresa dovrà attenersi a quanto stabilito nelle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 14.01.2008. Dovrà essere controllato che il disarmante impiegato non macchi o danneggi la superficie del conglomerato. A tale scopo saranno usati prodotti efficaci per la loro azione specifica escludendo i lubrificanti di varia natura. l) Predisposizione di fori, tracce, cavità, inserti di qualsiasi tipo, ancoraggi, tirafondi, staffaggi, ecc. L'Impresa avrà a suo carico il preciso obbligo di predisporre in corso di esecuzione (prima dei getti con verifica preventiva della D.L.) quanto è previsto nei disegni costruttivi, o sarà successivamente prescritto di volta in volta in tempo utile dalla Direzione Lavori, circa fori, tracce, cavità, incassature, inserti di qualsiasi tipo, ancoraggi per strutture metalliche saldati e non, impianti e altri inserti, tirafondi, ecc. nelle platee, travi, solette, pilastri, fondazioni, muri, parapetti, cordoli, ecc. Inoltre l’Impresa dovrà eseguire, anche se non specificatamente indicata nei disegni di progetto, ogni predisposizione con fornitura dei materiali e manufatti necessari per la posa in opera e ancoraggio di apparecchi accessori quali giunti, appoggi fissi e scorrevoli, smorzatori, passi d'uomo, sedi di tubi e di cavi, opere di interdizione, parapetti mensole, segnalazioni, parti o tubazioni di impianti di qualsiasi natura, travi e profili di bordo in acciaio a delimitazione di manufatti in c.a. L'onere relativo è compreso e compensato nel prezzo a corpo offerto e pertanto è ad esclusivo carico dell'Impresa. Tutte le conseguenze per la mancata esecuzione delle predisposizioni così prescritte dalla Direzione Lavori, saranno a totale carico dell'Impresa, sia per quanto riguarda le rotture, i rifacimenti, le demolizioni di opere di spettanza dell'Impresa stessa, sia per quanto riguarda le eventuali opere di adattamento di giunti o qualsiasi altro manufatto o qualsiasi opera di completamento, sia per le forniture aggiuntive di materiali e la maggiore mano d'opera occorrente da parte dei fornitori e dell’Impresa. m) Armature per c.a. Nella posa in opera delle armature metalliche entro i casseri è prescritto tassativamente l'impiego di opportuni distanziatori prefabbricati in conglomerato cementizio, lungo le pareti verticali si dovrà ottenere il necessario distanziamento esclusivamente mediante l'impiego di distanziatori del tipo approvato dalla Direzione Lavori. L'uso dei distanziatori dovrà essere esteso anche alle strutture di fondazione armate, e ai pali di fondazione. Il copriferro minimo per le opere a contatto con il terreno non deve essere inferiore a quanto prescritto nei disegni di progetto. In corrispondenza di tutti i nodi della gabbie d'armatura dovranno essere eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro ricotto o con appositi ganci a scatto, in modo da garantire la invariabilità della geometria della

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gabbia durante il getto. L'Impresa dovrà adottare inoltre tutti gli accorgimenti necessari affinché le gabbie mantengano la posizione di progetto all'interno delle casseforme durante le operazioni di getto. È a carico dell'Impresa l'onere della posa in opera delle armature metalliche anche in presenza di acqua o fanghi bentonitici. Per le armature metalliche dovranno essere impiegati acciai di tipo saldabile, con relativa certificazione. È pure a carico dell'Impresa l'onere per la saldatura o la morsettatura di alcune armature metalliche per realizzare la rete equipotenziale di terra secondo le indicazioni date dalla Direzione lavori in corso d’opera. n) Armature per precompressione L'Impresa dovrà attenersi scrupolosamente alle prescrizioni contenute nei calcoli statici e nei disegni esecutivi per tutte le disposizioni costruttive, ed in particolare per quanto riguarda: il tipo, il tracciato, la sezione dei singoli cavi; le fasi di applicazione della precompressione; la messa in tensione da uno o da entrambi gli estremi; le eventuali operazioni di ritaratura delle tensioni; i dispositivi speciali come ancoraggi fissi, mobili, intermedi, manicotti di ripresa, ecc. Oltre a quanto prescritto dalle vigenti norme di legge si precisa che, nella posa in opera delle armature di precompressione, l'Impresa dovrà assicurarne l'esatto posizionamento mediante l'impiego di appositi supporti, realizzati per esempio con pettini in tondino di acciaio. o) Maturazione artificiale dei getti con vapore saturo Prima dell'inizio dei lavori, l'Impresa dovrà comunicare per iscritto alla Direzione Lavori per ottenere la relativa autorizzazione all'esecuzione: il tipo ed i principi di funzionamento dell'attrezzatura che dovrà comunque essere equipaggiata con rivelatori della temperatura del calcestruzzo durante il ciclo di maturazione artificiale; il ciclo di maturazione con indicazione precisa del tempo di prematurazione, del gradiente di salita e discesa, della temperatura massima prevista, del tempo di maturazione della temperatura massima. La temperatura massima non dovrà comunque superare i 65°C. A titolo orientativo dovranno essere seguite le raccomandazioni contenute nel documento dell'American Concrete Institute ACI 517.2R80 "Accelerated curing of Concrete at Atmospheric Pressure". La D.L. potrà richiedere, anche ad esecuzione delle strutture avvenuta, l'esecuzione di fori di area massima di 0,3 mq., senza alcun compenso aggiuntivo. Le riprese di getto dovranno avvenire secondo, modalità e posizioni autorizzate dalla D.L.; la superficie di ripresa sarà ruvida e pulita; potrà essere richiesta, senza alcun compenso aggiuntivo, la spruzzatura di prodotti atti a favorire la solidarizzazione fra nuovo e vecchio getto, quali Sikadur CH32 o similari prodotti di altre primarie case.

REQUISITI LEED I materiali costituenti le strutture in c.a., c.a.p. post-teso e acciaio dovranno avere contenuto di materiale riciclato pre o post-consumer e provenienza regionale, nella misura sufficiente all’ottenimento dei crediti MRc4 e QI4 finalizzati al raggiungimento del livello Platinum, valutato e certificato secondo le specifiche di cui al sistema LEED US NC v3 2009.

CASSERI Per tali opere provvisorie, l'Impresa porterà alla preventiva conoscenza della Direzione Lavori il sistema e le modalità esecutive che intende adottare, ferma restando la esclusiva responsabilità dell'Impresa stessa per quanto riguarda la progettazione e l'esecuzione di tali opere provvisionali e la loro rispondenza a tutte le norme di legge ed ai criteri di sicurezza che comunque possono riguardarle. Il sistema prescelto dovrà comunque essere adatto a consentire la realizzazione della struttura in conformità alle disposizioni contenute nel progetto esecutivo. Per l'esecuzione dei getti di calcestruzzo armato si costruiranno casseri con l'esatta forma e dimensioni previste dai disegni di progetto, atti a resistere al peso della struttura, agli urti, nonché alle vibrazioni prodotte durante la posa del calcestruzzo. Le casseforme potranno essere metalliche o di materiali fibrocompressi, compensati o di legno; in ogni caso esse dovranno avere dimensioni e spessori sufficienti ed essere opportunamente irrigidite o controventate per assicurare l'ottima riuscita delle superfici dei getti e delle strutture e la loro perfetta rispondenza ai disegni di progetto; le casseforme in legno dovranno essere eseguite con tavole di legno abete della migliore qualità, di misura appropriata, piallate sulla superficie a

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contatto del getto e nei giunti di combacio, al fine di avere dopo il disarmo una superficie in vista piana ed unita, senza sbavature o disuguaglianze sulle facce in vista del getto. In ogni caso l'Impresa avrà cura di trattare le casseforme, prima del getto, con idonei prodotti disarmanti ed il relativo onere sarà compreso e compensato nel prezzo di elenco delle casseforme. Dopo il disarmo, sulle superfici da lasciare a faccia vista sarà curata l'asportazione di tutte le sbavature e l'esecuzione delle stuccature eventuali secondo le modalità confacenti al caso. Tutte le parti di strutture che presenteranno nidi d’ape, fuori sagoma o fuori piombo o altri difetti od imperfezioni, ritenuti non accettabili dalla Direzione Lavori, dovranno essere demolite o in alternativa corrette mediante opere integrative che saranno ordinate dalla D.L, senza che ciò possa costituire motivo per l’Impresa di richiesta di maggiori compensi o maggiori tempi. Nel caso di utilizzo di lastre prefabbricate in cemento armato tipo “predalles” esse dovranno essere autoportanti, senza banchinaggio intermedio, durante le fasi di getto, tenendo conto delle luci libere di progetto. Il copriferro delle armature delle “predalles” deve essere non inferiore a 2cm.. Le predalles prefabbricate dovranno essere fornite già con l’armatura metallica a flessione e a taglio necessaria per sopportare oltre il peso proprio e del getto integrativo nelle fasi transitorie anche i carichi permanenti e di quelli accidentali. Si precisa che l’armatura principale a flessione deve comprendere anche gli spezzoni inferiori di collegamento. Tale armatura sarà posizionata nel getto integrativo e la sovrapposizione delle barre d’armatura non dovrà essere inferiore a 50ø. Il tutto secondo gli schemi di progetto. Dovranno essere messe in opera, anche a semplice richiesta della D.L. ed in mancanza di indicazioni sugli elaborati, le controforme necessarie per la formazione di porte, finestre, fori, nicchie, ecc., senza alcun compenso aggiuntivo. Analogamente potrà essere richiesto, senza oneri aggiuntivi per la Stazione Appaltante, il posizionamento nei casseri di tubi o controtubi , piastre, zanche , tirafondi , componenti di qualsiasi genere necessari per le strutture o per l'impiantistica. Tali elementi dovranno essere saldamente bloccati ai casseri, in modo da impedirne lo spostamento durante il getto, provvedendo anche alle necessarie sagomature ed adattamenti delle barre e delle reti d'armatura.

PROVE SUI MATERIALI E PROVE DI CARICO Dovranno essere prelevati, sotto il diretto controllo della D.L., campioni di calcestruzzo (cubetti) in numero conforme alle vigenti normative; i cubetti dovranno essere consegnati entro 48 ore dal getto al Laboratorio Prove sui Materiali della Provincia Autonoma di Trento, od altro Laboratorio ufficialmente riconosciuto) che provvederà alla maturazione in camera umida ed alle prove di rottura, con onere a carico dell'Appaltatore. Potrà essere richiesto dalla D.L., senza oneri aggiuntivi, il prelievo di cubetti aggiuntivi rispetto a quelli strettamente necessari, da far rompere a 7 o 28 giorni dal getto, in modo da controllare l'evoluzione delle resistenze dei getti. Saranno eseguite almeno tre prove di carico sui solai e sulle strutture in c.a., con onere a carico dell'Appaltatore.

BARRE E RETI DI ARMATURA L'acciaio per getti sarà esclusivamente di qualità B450C controllato in stabilimento, salvo espressa diversa indicazione progettuale. In particolare potrà essere richiesto, senza oneri aggiuntivi l'impiego di acciaio in barre lisce di qualità FeB32k (acciaio omogeneo) per posizioni particolari d'armatura (forti piegature, ganci, ecc.). Potrà essere richiesto l'impiego di acciaio saldabile per il collegamento delle armature ad elementi metallici; senza compensi aggiuntivi, né per la fornitura e posa, né per la saldatura. Le barre e le reti dovranno essere messe in opera a regola d'arte, con legature fitte, atte a garantire la perfetta stabilità della gabbia durante il getto secondo le indicazioni dei disegni esecutivi.

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Risulta compensato l'eventuale ricorso ad armature aggiuntive rispetto a quelle di progetto, che l'Appaltatore reputi necessarie per la stabilizzazione di gabbie, la posa in opera delle armature superiori di solette o comunque necessarie per motivi legati alla buona esecuzione dei getti. Il ricorso a gabbie prefabbricate (a pie' d'opera o in officina) per la confezione di travi, cordoli, pilastri od altri elementi, dovrà essere autorizzato dalla D.L.. In corso d'opera la D.L. potrà richiedere, senza alcun onere aggiuntivo per la Stazione Appaltante, la messa in opera di armature in variante o aggiuntive a quelle previste, fino ad un'incidenza massima in esubero pari al 10% di quella prevista. Su barre e reti dovranno essere eseguite le prove previste dalle vigenti normative, compresa la prova di duttilità. Le armature dovranno essere distanziate dai bordi del cassero o dal magrone con distanziatori di plastica o altro materiale, compresi nel prezzo. Le armature superiori di platea e solette dovranno essere adeguatamente sostenute.

VIBRAZIONE E FINITURA DEI GETTI Tutti i getti dovranno essere accuratamente vibrati, in modo da garantire miscele e superfici omogenee e esenti da difetti superficiali e da contenere l'impiego d'acqua. I getti dovranno essere accuratamente ed abbondantemente bagnati durante la maturazione, in modo da evitare screpolature e fessurazioni dovute al ritiro.

CONGLOMERATI DI RESINA SINTETICA La composizione dovrà essere preventivamente approvata dalla D.L. Dovranno essere confezionati miscelando con i relativi indurenti resine sintetiche, sabbie di quarzo di varia granulometria ed agenti tixotropizzanti. I conglomerati di resina sintetica, una volta induriti, dovranno presentare le seguenti caratteristiche: - notevoli proprietà di adesione; - elevate resistenze sia meccaniche che chimiche; - rapido sviluppo delle proprietà meccaniche. Essendo numerose le possibilità di applicazione occorrerà variarne la fluidità conformemente alle prescrizioni di progetto, in funzione della natura dei materiali, della loro porosità e delle finalità della lavorazione. I conglomerati dovranno in ogni modo assicurare: - ottima capacità di indurimento anche a basse temperature; - sufficiente adesione anche in presenza di umidità; - assorbimento capillare e quindi ottima saturazione delle superfici di contatto; - tempi di lavorabilità sufficienti anche in periodo estivo. Per la preparazione dei conglomerati sintetici si dovranno utilizzare apposite betoniere o mescolatrici da impiegare solo per le resine. Per i formulati a due componenti sarà necessario attenersi con precisione e scrupolo alle prescrizioni tecniche del produttore nella definizione dell'esatto rapporto resina/indurente. Resta tassativamente vietato regolare il tempo di indurimento aumentando o diminuendo la quantità di indurente in quanto l'Appaltatore dovrà attenersi alle prescrizioni del produttore. L'applicazione dei conglomerati sintetici, poiché sia la temperatura che il tasso di umidità influenzano negativamente la reazione fra la resina e l'indurente e quindi la qualità dell'intervento, dovrà essere eseguita quando le condizioni atmosferiche lo consentano. I risultati migliori si otterranno lavorando con temperature non inferiori a 15 C e con umidità relativa del 50 o 60%. Temperature più basse a forte umidità potrebbero provocare, impiegando alcuni tipi di indurente, tempi di presa più lunghi ed un indurimento irregolare e difettoso. Le superfici su cui saranno applicati i conglomerati di resina dovranno essere opportunamente predisposte secondo quanto previsto dal produttore. Le fessure dovranno essere allargate con traccia a V, spolverate e trattate con una miscela fluida priva di cariche.

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I ferri ed i metalli, spesso unti e corrosi dalla ruggine, dovranno essere accuratamente puliti con i metodi ed i materiali prescritti dalla D.L.. In generale l'appaltatore sarà tenuto, rispettando le precauzioni consigliate dal produttore, a fornire agli operi gli indumenti e di presidi sanitari adatti (guanti, visiere, maschere, ecc.) onde evitare il contatto con i prodotti e le loro esalazioni. Sarà quindi obbligato a far manipolare i composti all'aperto o in luoghi ventilati e a far osservare le norme di sicurezza. Dovrà essere fornita alla D.L. la letteratura tecnica sui prodotti da impiegare che dovranno essere di volta in volta accettati espressamente dalla D.L. stessa.

ART.8 MURATURE IN BLOCCHI DI LATERIZIO O LATERIZIO ALVEOLARE

Le nuove murature dovranno avere, indipendentemente dai blocchi e dalla malta utilizzata, una resistenza caratteristica fbk > 6 N/mmq. I blocchi, salvo diversa indicazione, saranno in laterizio comune o alveolare, secondo le indicazioni delle relative voci, di tipo "semipieno" ai sensi della vigente normativa. La malta avrà qualità' minima M2 (malta bastarda di calce e cemento) ai sensi delle vigenti norme tecniche sulle strutture murarie. I setti murari più alti di 3,5 metri dovranno essere interrotti, a circa metà altezza (e comunque con passo non superiore a 3.3 metri) da un cordolo in cemento armato, alto circa 20 cm, armato con 4 barre diametro 12 mm e staffe diametro 8 mm con passo di c.a. 25 cm. Le fughe dovranno essere curate e ben rifinite. Nelle zone in cui la nuova muratura si integra ad una esistente, dovranno essere particolarmente curati gli ammorsamenti fra vecchio e nuovo muro, secondo le indicazioni della D.L..

ART.9 SOLAI

La struttura del solaio di piano sarà eseguita secondo quanto previsto al precedente paragrafo Strutture; nei solai dovranno essere previsti tutti i fori necessari per il passaggio delle tubazioni, canne fumarie o di ventilazione ed impianti in genere; nel caso di solai prefabbricati dovrà essere garantita la continuità fra i vari elementi e la perfetta sigillatura dei giunti. I solai dovranno avere un alto grado di rigidezza tale da evitare, anche per grandi luci, inconvenienti di qualsiasi genere quali fessurazioni di pavimenti o distacchi di elementi della costruzione come pareti divisorie o plafonature.

SOLAI MISTI IN LATERIZIO E CEMENTO I solai dovranno: 1. essere conformati in modo che le loro parti resistenti a pressione vengano nella posa a collegarsi tra di loro così da assicurare una uniforme trasmissione degli sforzi di pressione dall'uno all'altro elemento; 2. la superficie del laterizio deve avere forma e finitura tali da assicurare la perfetta aderenza tra i due materiali, ai fini della trasmissione degli sforzi di scorrimento; 3. il carico di rottura a pressione semplice riferito alla sezione netta delle pareti e delle costolature del laterizio non deve risultare inferiore a kg.350/cmq. e quello a trazione, dedotto con la prova di flessione, non minore di kg.50/cmq. 4. qualsiasi superficie metallica deve risultare circondata da una massa di cemento che abbia in ogni caso spessore non inferiore a cm.3; 5. per la confezione a pie' d'opera di travetto in laterizio armato, l'impasto di calcestruzzo deve essere dosato ad almeno ql.6 di cemento tipo 325 per mc. di impasto. I tralicci di rinforzo dei travetti, da calcolarsi a cura del prefabbricatore, dovranno garantire l'autoportanza in fase di getto con rompitratta ogni 120 cm. circa, salvo richiesta di diversi interassi da parte della D.L. La rete da disporre nella cappa dovrà essere opportunamente distanziata dalle pignatte. La cappa superiore dovrà essere accuratamente lisciata. Prima del getto di calcestruzzo (in relazione al quale valgono tutte le indicazioni previste nella relativa norma tecnica) il solaio dovrà essere pulito, asportando le impurità.

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Localmente, per superfici complessivamente inferiori a 200 mq, potrà essere richiesto dalla D.L. l'impiego di solai di tipo predal al posto di quelli in laterocemento, senza alcun compenso aggiuntivo. La formazione di travetti di ripartizione (corree) in centro campata si intende sempre compresa e compensata nel prezzo, così come l'esecuzione di arretramenti alternati delle pignatte (pettini).

SOLAI IN LAMIERA GRECATA CON CAPPA COLLABORANTE E STRUTTURA PORTANTE PRINCIPALE IN ACCIAIO Saranno realizzati impiegando travi in acciaio (putrelle) a doppio T, a C o ad L di conveniente dimensione e posti all'interasse assegnato; per tali elementi valgono le prescrizioni della relativa norma tecnica. Superiormente a detti travi e con essi solidarizzata, salvo i necessari giunti di dilatazione, verrà posta in opera una lamiera grecata dello spessore e della forma indicata sugli elaborati, con le nervature ortogonali al senso delle travi. La lamiera sarà dotata di fianchi nervati o bugnati (tecnologia "Hi-bond" o similare) in modo da garantire la collaborazione con il calcestruzzo. Potranno esser impiegate o richieste controventature orizzontali, anche a croce di S.Andrea, sia all'intradosso che all'estradosso. All'estradosso della lamiera grecata sarà steso una caldana di calcestruzzo, della resistenza prevista dagli elaborati, armata con rete elettrosaldata. Valgono, in merito al calcestruzzo, le indicazioni della relativa norma tecnica. Tutte le parti metalliche non a diretto contatto con saranno protette da due mani di antiruggine o, meglio, zincate a caldo. I solai dovranno essere calcolati con i sovraccarichi previsti. Dovranno essere consegnati alla D.L. tutti gli elaborati e certificazioni relativi al solaio, con adeguato anticipo. Dovranno inoltre essere accettate tutte le eventuali integrazioni e modifiche prescritte dalla stessa. Valgono, in merito ai getti di calcestruzzo per i solai, le prescrizioni del paragrafo precedente.

SOLAI IN C.A.P. POST-TESO Gli elementi costitutivi il solaio post-teso con cavi viplati non aderenti mono e/o multitrefolo sono i seguenti : - trefoli a setti fili classe 1670/1860N/mm2, diametro 15,2mm e sezione da 150mm², ingrassati e viplati con una guaina in PE-HD dello spessore minimo di 1.5mm, tagliati a misura in cantiere e/o in stabilimento, completi con la fornitura e la posa di testate fisse di ancoraggio con relativi accessori. Il numero e la disposizione planialtimetrica dei cavi viplati è stabilito dal progetto esecutivo che deve essere fornito precedentemente al materiale per la necessaria approvazione della DL. - diametro nominale 15,7 mm - sezione nominale: 150 mm2 - resistenza nominale: 1860 N/mm2 - massa lineica: 1185 g/m - massa lineica trefolo compatto ingrassato e ricoperto di HDPE: 1300 g/m (40 g/m di grasso) e 85 g/m di polietilene ad alta densità) - carico di rottura caratteristico garantito: 279 KN - carico all’1% di allungamento: 251 KN - limite elastico allo 0,1% : 248 KN - Allungamento sotto carico massimo: > 3,5% - Modulo di elasticità: 196 KN / mm2 - Raddrizzabilità: freccia su 1 metro < 25 mm - Rilassamento a 1000 ore < 2,2 % - Altre caratteristiche tecnologiche secondo NTC 2008; - testate di tiro con relativi accessori, quali viti di fissaggio sulla casseratura, spirali di frettaggio per cavi mono e/o multitrefolo. Le testate fisse e di tiro monotrefolo sono composte da fusione in ghisa sferoidale, raccordo in materiale plastico, morsetto di bloccaggio, cappuccio protettivo completo di molla di precarico e spirale di frettaggio da disporre dietro la testata. Le testate di tiro multitrefolo per l’installazione di 4 o 7 trefoli, sono composte da fusione in ghisa sferoidale, piastra i ancoraggio, morsetti e raccordo posteriore in HPDE; l’ancoraggio può essere utilizzato sia come testata attiva che come testata attiva; completa la testata la spirale di frettaggio in acciaio per c.a. B450C. Il bloccaggio del trefolo nell’apparecchio di ancoraggio avviene a mezzo di morsetti conici in acciaio.

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- ancoraggio fisso (passivo) realizzato con sistema di pre-carico del morsetto. L´ancoraggio attivo da cui effettuare le tesature potrà essere del tipo monotrefolo, o multitrefolo. Qualora i cavi dovessero essere resi continui lungo l’interruzione di getto essi saranno accoppiati con appositi dispositivi. Ogni cavo dovrà essere installato con interposto il relativo distanziatore da porre sulla sponda del cassero per poter creare la nicchia da cui effettuare la tesatura. Gli ancoraggi, sia essi attivi che passivi, dovranno essere dotati di relativa armatura di frettaggio. Il sistema dovrà rispondere alle direttive ETA per il sistema multitrefolo e per il sistema monotrefolo; dovrà essere rilasciata la conformità del sistema installato secondo le disposizioni di legge europee (vedi specifiche della norma ETAG013, annex D.1. e CWA 14646:2003). Avvenuta la tesatura finale il morsetto di bloccaggio deve essere protetto con apposito cappuccio riempito di grasso protettivo, avvitato sull’ancoraggio. La testata deve poi essere sigillata con una malta reologica. Il peso netto di acciaio armonico, inclusa la vipla ed il grasso verrá conteggiato con 1,30kg/m per trefolo. - Tesatura dei cavi da eseguirsi anche in due fasi (se richiesto dalla DL e/o Committenza), secondo le modalità ed i valori di tensione stabiliti dal progetto esecutivo; la tesatura sarà effettuata con centralina oleodinamica elettrica con martinetto di tesatura. A completamento della operazione di tesatura finale al 100%, dovrà essere redatto apposito verbale con i valori di tesatura ed allungamento dei singoli cavi, verbale che dovrà essere conservato ed allegato al collaudo statico finale.

ART.10 STRUTTURE IN ACCIAIO

Le strutture in acciaio dovranno essere progettate e costruite tenendo conto di quanto disposto dalla legge 05.11.1971 n. 1086 “Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso, e per le strutture metalliche”, nonché all’osservanza delle Norme Tecniche emanate in applicazione dell’articolo 21 della predetta legge e del D.P.R. 380/2001, D.M. 14.01.2008Norme tecniche per le costruzioni e delle relative Circolari. Nel caso di strutture miste acciaiocalcestruzzo deve essere inoltre fatto riferimento alla norma CNR 10016. Tutti i prodotti metallici dovranno essere qualificati ai sensi delle citate norme ed opportunamente marcati; le forniture dovranno essere accompagnate dalle certificazioni previste. I profili e le lamiere impiegate dovranno essere in perfette condizioni, esenti da difetti o ruggine, conformi ad UNI 7070/78 (materiali) - 5398/78 (travi IPE), 5397/78 (Travi HE) 7811/83 (tubi). Con le relative voci è compreso e compensato l'onere per le lavorazioni di officina e di cantiere, il montaggio (compresi tutti gli oneri diretti ed accessori per trasporto e montaggio), la formazione di pezzi speciali, fori, zanche, piastre, pezzi speciali anche se non previsti dai disegni, a semplice richiesta della D.L. E' altresì compreso l'onere per le bullonature, le saldature, la messa in opera di bulloni ad espansione, secondo le specifiche di seguito dettagliate. L’impresa sarà tenuta, a propria cura e spese, a presentare all’esame ed all’approvazione della D.L. in tempo utile, prima dell’approvvigionamento dei materiali, il progetto costruttivo delle opere; in tale progetto dovranno essere completamente definiti tutti i particolari costruttivi elencati nelle norme sopracitate (diametro e posizione dei bulloni e dei fori relativi, coppie di serraggio dei bulloni ad alta resistenza, classe delle saldature, dimensione dei cordoni, qualità degli elettrodi e dei materiali d’apporto, etc.) nonché gli schemi di montaggio e controfrecce di officina, piani operativi di montaggio. Dovranno inoltre essere elencate tutte le indicazioni necessarie all’esecuzione delle opere di elevazione/fondazione e alla corretta impostazione delle strutture metalliche sulle medesime. L’Impresa dovrà altresì verificare, nonché sottofirmare per accettazione e conferma, la relazione di calcolo delle strutture presente all’interno del progetto; dovrà inoltre integrare tale relazione qualora nella redazione del progetto costruttivo dovesse, sempre con la superiore approvazione della D.L., variare alcuni parti dell’opera; dovrà in ogni caso produrre una relazione integrativa nella quale verranno dettagliate specificatamente le fasi di montaggio/esecuzione dell’opera, specificando il funzionamento statico della struttura in tali diverse fasi.

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Sugli elaborati del progetto costruttivo, firmati dall’Impresa, saranno inoltre riportate le distinte dei materiali, nelle quali sarà specificato numero, qualità, tipo di lavorazione, grado di finitura, dimensioni e peso teorico di ciascun elemento costituente la struttura. L'Impresa dovrà inoltre far conoscere per iscritto, prima dell'approvvigionamento dei materiali da impiegare, la loro provenienza con riferimento alle distinte di cui sopra. . Per quanto concerne il progetto costruttivo delle saldature (classi di qualità delle saldature, tecnologie di esecuzione delle saldature con dimensione dei cordoni, caratteristiche dei procedimenti, qualità degli elettrodi, etc.) e delle bullonature, è fatto obbligo all’impresa di redigere apposita relazione da allegare al progetto costruttivo; nel caso di strutture di particolare importanza è facoltà della Direzione Lavori di sottoporre il progetto e le tecnologie di esecuzione delle saldature, a cura e spese dell’Impresa, alla consulenza dell’Istituto Italiano della Saldatura o del R.I.N.A. (Registro Italiano Navale) con sede a Genova o di altro Ente o Laboratorio di sua fiducia; le prescrizioni derivanti da tale consulenza diverranno prescrittive per l’Impresa. In sede di approvazione del progetto costruttivo, la D.L. stabilirà in particolare i tipi e la estensione dei controlli sulle saldature e sulle bullonature in conformità a quanto stabilito dal D.M. 14.01.2008 e tenuto conto di quanto prescritto al riguardo nella relazione dell’Impresa e delle eventuali raccomandazioni scaturite dalla consulenza sopra definita. Il costruttore delle strutture metalliche saldate dovrà avere una organizzazione tale da soddisfare i requisiti stabiliti dalla norma UNI EN 7293. In particolare: dovrà essere individuato da parte del Costruttore il Coordinatore delle attività di saldatura; le saldature dovranno essere eseguite secondo le linee guida stabilite nella norma UNI EN 1011 parti 1, 2; i saldatori dovranno essere certificati, da un Ente Terzo, secondo UNI EN 2871 per procedimenti e le posizioni di lavoro previste; i saldatori che eseguiranno prevalentemente cordoni d’angolo dovranno superare le prove previste dalla normativa suddetta per i giunti a T; gli operatori dovranno essere certificati, da un Terzo Ente, secondo UNI EN 1418; i procedimenti di saldatura dovranno essere certificati, da un Terzo Ente, secondo UNI EN ISO 156141; per la certificazione dovranno essere eseguiti dei saggi rappresentativi della produzione oltre a quelli testa a testa necessari per la verifica delle caratteristiche meccaniche (la resilienza sui saggi sarà eseguita almeno alla stessa temperatura prevista per il materiale base). In ogni caso i procedimenti dovranno essere tali da permettere di ottenere dei giunti di buon aspetto esteriore esenti da difetti fisici nella zona fusa ed aventi almeno resistenza a trazione, su provette ricavate trasversalmente al giunto, non minore di quella del metallo base. La preparazione di lembi da saldare sarà effettuata mediante macchina utensile smerigliatrice od ossitaglio automatico, e dovrà risultare regolare e ben liscia; i lembi al momento della saldatura, dovranno essere esenti da incrostazioni, ruggine, scaglie, grassi, vernici, irregolarità locali ed umidità. Qualunque sia il sistema di saldatura impiegato, a lavorazione ultimata la superficie della saldatura dovrà risultare sufficientemente liscia e regolare e ben raccordata con il materiale di base. Dopo l’approvazione del progetto costruttivo da parte della D.L., l’impresa dovrà presentare a quest’ultima, in n. 3 copie ed in formato dwg, i disegni costruttivi di officina sui quali dovranno essere riportate anche le distinte da cui risultino numero, qualità, dimensioni, grado di finitura e pesi teorici di ciascun elemento costituente la struttura. L’impresa, inoltre, deve far conoscere per iscritto, prima dell’approvvigionamento dei materiali che intende impiegare, la loro provenienza, avuto riferimento alle distinte di cui sopra. L'Appaltatore dovrà a sue spese, eseguire un preciso rilievo del costruito e dell'esistente prima delle lavorazioni in officina; i disegni d'officina dovranno essere sottoposti alla D.L. per approvazione. L'Appaltatore dovrà redarre un "Piano di Montaggio" contenente le modalità ed i tempi previsti per il montaggio delle strutture; tale piano dovrà essere sottoposto ed approvato dalla D.L. L'appaltatore dovrà, a sua cura, verificare la praticabilità degli accessi al cantiere da parte di autogrù e mezzi di trasporto. Gli acciai laminati, di qualità S235, S275, S355, dovranno avere caratteristiche conformi alle norme sopracitate.

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L'acciaio per getti dovrà essere di qualità B450C (ex FeB44K) secondo le sopracitate norme, od avere equivalenti caratteristiche. La composizione chimica dovrà essere contenuta entro i limiti raccomandati da UNI 5132. Saranno rifiutati quei pezzi che presentino imperfezioni sia nell'esecuzione che nel materiale. L'Appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte delle diverse opere in ferro, essendo egli responsabile per gli inconvenienti che potessero verificarsi per l'omissione di tale controllo.

SALDATURE La saldatura sarà impiegata per l’esecuzione delle nuove strutture ove previsto in progetto. Le giunzioni saldate saranno realizzate in accordo a quanto indicato nel presente documento e nel rispetto delle norme e dei requisiti legislativi vigenti per le strutture di carpenteria (CNR 10011 e D.M. del 14.01.2008 "Norme tecniche per le costruzioni” e delle altre norme UNI e Europee comunque applicabili. Il costruttore dovrà preparare le specifiche di saldatura di produzione (WPS), da sottoporre all’approvazione della Direzione lavori. Tutte le saldature dovranno essere esaminate con i metodi non distruttivi e le percentuali di seguito descritte: esame visivo, (secondo UNI EN 970): 100% dei giunti; esame magnetoscopico (secondo UNI EN 12901291): 100% dei giunti testa a testa e 50% dei giunti a cordone; esame ultrasonoro (secondo UNI EN 17121714): 100% dei giunti testa a testa e 50% dei giunti a cordone. Giunti testa a testa non previsti a disegno dovranno essere preventivamente sottoposti alla approvazione della Direzione Lavori, realizzati a piena penetrazione (giunti di prima classe secondo D.M. 14.01.2008), controllati al 100% visivamente, con magnetoscopia e ultrasuoni (radiografia per spessori inferiori a 10mm), riportati sui disegni costruttivi. I criteri di accettabilità dei difetti sono riferiti alla UNI EN ISO 5817 classe di qualità B per i giunti tesi e C per i giunti compressi o disposti parallelamente alla direzione degli sforzi. Nel caso di presenza di difetti al di fuori dei criteri di accettabilità stabiliti, le saldature dovranno essere riparate secondo le procedure previste da una specifica di riparazione preparata dal costruttore ed approvata dalla Direzione lavori. Le riparazioni saranno controllate al 100% con i metodi non distruttivi più adeguati; inoltre i controlli non distruttivi saranno estesi per un metro da ogni parte del tratto che contiene il difetto oppure a due giunti analoghi nel caso di saldature di lunghezza inferiore ad un metro (le estensioni verranno computate nella percentuale inizialmente prevista). Nel caso di ulteriori difetti l’estensione dei controlli passerà al 100% del giunto (o dei giunti analoghi nel caso di giunti corti). In presenza di cricche o incollature l’estensione dei controlli passerà subito al 100%. Prima dell’inizio dei lavori il costruttore dovrà realizzare un simulacro saldato che rappresenti il giunto di testa dei correnti da eseguire al montaggio ed un simulacro saldato rappresentativo degli incroci tra montanti e correnti. I giunti così realizzati saranno soggetti ad esami distruttivi e non distruttivi. La supervisione alla costruzione delle strutture saldate ed i controlli non distruttivi dovranno essere eseguiti da un Istituto Ufficiale, designato dalla Direzione Lavori/Committenza, ma con ogni onere e spesa a carico dell’Impresa, certificato come European Welding Inspector secondo le linee guida dell’EWF (European Welding Federation) e con particolare esperienza nel campo della costruzione e del controllo delle strutture di carpenteria. Per quanto concerne i controlli in servizio prima del collaudo definitivo, è richiesta all’Impresa la verifica della protezione superficiale, l’esame visivo al 100% di tutte le saldature della struttura, e, in caso di dubbi, l’esecuzione dei controlli strumentali previa sverniciatura locale. Se non diversamente specificato in progetto, tutte le saldature si intendono a piena penetrazione e a completo ripristino di sezione. Inoltre le saldature sono continue e non a tratti.

UNIONI BULLONATE I bulloni, in mancanza di precisa indicazione progettuale, avranno classe minima 8.8., ovvero 10.8 secondo indicazioni progettuali; i dadi classe 8S; viti e dadi saranno conformi ad UNI 3740 ed alle norme sopracitate.

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Saranno zincati galvanicamente, con spessore minimo di rivestimento di 5 micron; saranno completi di rondella e, quando richiesto, di controdado.

PREPARAZIONE DELLE SUPERFICI E' sempre compresa l'accurata sgrassatura delle superfici, la sabbiatura con grado St 2 di tutti i profili e delle lamiera, l'esecuzione di fori anticondensa nei tubolari, l'accurata molatura delle saldature; il tutto sia in officina che in cantiere. E' altresì compresa e compensata la stesura di una mano di fondo di vernice antiruggine, conforme alle specifiche del progetto generale. La mano di fondo contro la corrosione dovrà essere data in officina ,prima del trasporto in cantiere; ad avvenuta esecuzione del montaggio e delle operazioni di saldatura, la verniciatura dovrà immediatamente essere ripresa nei punti danneggiati dalla operazione di assemblaggio.

PROVE DI CARICO E SUI MATERIALI La D.L. potrà richiedere di eseguire o far eseguire, con oneri a carico dell'Appaltatore, prove di trazione sul materiale base, con un massimo di 3 saggi ogni 10 t., a cura di Laboratorio Ufficialmente riconosciuto. Si prevede fin d'ora l'esecuzione delle seguenti prove di carico, a cura e spese dell'Appaltatore, nei tempi e nei modi decisi dalla D.L.: - nr. 2 prove di carico in cantiere sulle travi di rinforzo dei solai - altre 2 prove di carico a discrezione della D.L.

MONTAGGI Le operazioni di trasporto e montaggio degli elementi metallici dovranno avvenire nel rispetto delle normative vigenti, con particolare riguardo alla sicurezza dei lavoratori. Tempi e modalità di montaggio saranno sottoposti alla D.L. per la relativa approvazione. L Appaltatore potrà, salvo approvazione della D.L, proporre l'esecuzione delle travi con uno più giunti flangiati: in caso di accettazione, non sarà riconosciuto alcun compenso aggiuntivo, neppure quello derivante dal maggiore peso dei giunti rispetto a quanto progettato in allegato. I collegamenti di tipo saldato, da eseguirsi in cantiere o in officina, avverranno a cura di saldatore dotato di abilitazione (patentino) ai sensi delle vigenti normative. Giunzioni di tipo alternativo a quelle previste, proposte dall'Appaltatore potranno essere autorizzate dalla D.L. a condizione che esse non diano luogo ad aumenti di peso delle strutture, o comunque, a compensi aggiuntivi.

BULLONI AD ESPANSIONE I bulloni ad espansione saranno di tipo meccanico, con vite in acciaio 8.8, conformi ad ISO 898T1), zincati galvanicamente con spessore minimo di zincatura di 5 micron. Saranno dotati di rondella, segnale di marcatura della profondità di posa minima, manicotto antirotazione, manicotto d'espansione. Dovranno essere forniti da primaria casa che ne certifichi le caratteristiche di resistenza, l'idoneità a sopportare carichi dinamici. Le resistenza minime di progetto (cui sia applicato un coefficiente di sicurezza pari almeno a 3 sul valore di rottura) saranno , con riferimento ad un calcestruzzo con Rck = 30/MPa, le seguenti:

DIAMETRO NOMINALE

RESISTENZA TRAZIONE (KN)

RESISTENZA TAGLIO (KN)

8 6 9 10 10 16 12 15 24 16 25 40 20 36 56 24 44 75

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La resistenza, oltre che attraverso certificazioni e collaudi del fornitore, potrà, a discrezione della D.L. essere verificata in opera, a campione, con apposito estrattore; l'onere delle prove resta a carico dell'Appaltatore. La profondità minima del foro sarà quella indicata dal progetto o dal produttore; il foro dovrà essere perpendicolare alla superficie ed accuratamente pulito prima dell'introduzione del tassello. La coppa di serraggio sarà quella prevista dal produttore. Sono compresi e compensati tutti gli oneri per dare il lavoro finito a perfetta regola d'arte.

LASTRE E DISCHI DI APPOGGIO Le lastre o dischi di appoggio saranno realizzati con elastomero di qualità NB70 (designazione secondo DIN 3770) o superiore, e dovranno avere le seguenti caratteristiche minime: - Durezza (Shore A) 60 - Resistenza a trazione >13 N/mmq - Allungamento a rottura > 250 % - Deformazione permanente secondo DIN 53517 a 100 gradi, 24 ore 10 -12 % - Temperatura di impiego da - 35 a + 60 gr. Dovrà essere garantita la durabilità anche in condizioni aggressive. Le suddette caratteristiche dovranno essere certificate dal fornitore che dovrà attestare anche l'esecuzione sul materiale di prove di invecchiamento secondo la UNI - CNR 10018/72. Le lastre saranno fissate alle strutture di sostegno con adesivo di caratteristiche di resistenza uguali o superiori a quelle dell'elastomero, stabile nel tempo. Per quanto non espressamente indicato si farà riferimento alle norme CNR-UNI 10018/72. Tutti i materiali dovranno essere sottoposti alla D.L. per preventiva approvazione. Verranno misurati e compensati a metro quadrato netto d'appoggio; rimangono a carico dell'Appaltatore gli sfridi di lavorazione. Sono compresi tutti gli oneri per dare l'opera finita a perfetta regola d'arte.

GRIGLIATI Saranno del tipo elettrofuso in acciaio Fe B 360 o di qualità superiore, con longherine in ferro piatto e distanziati in tondo o quadro ritorto (ovvero ferro piatto per il tipo carrabile) collegati con procedimento di elettrofusione, zincati a caldo secondo UNI 5744/66, a maglia antitacco. Valgono, per quanto applicabili, le prescrizioni di cui al paragrafo 2.4. A cura del produttore dovranno essere studiate, e sottoposte alla D.L. per approvazione, le strutture secondarie di sostegno gli eventuali grigliati carrabili, che verranno compensate a chilogrammo, secondo la voce base relativa all'acciaio: esse saranno realizzate con profili semplici, laminati a caldo, in acciaio Fe360B e collegate alle strutture in c.a. con zanche o bulloni ad espansione: anche tali strutture saranno zincate a caldo. Sono compresi e compensati nel prezzo i pezzi speciali quali bordi, cerniere, elementi sagomati, ganci di ancoraggio, bulloni, cornici. La capacità portante dovrà essere certificata dal produttore e essere conforme alle indicazione degli elaborati progettuali; la freccia elastica per carico massimo dovrà essere inferiore ad 1/200 della luce.

ART.11 STRUTTURE IN LEGNAME

Tutti i legnami da impiegarsi in opere permanenti devono essere lavorati con la massima cura e precisione, secondo ogni buona regola conformità alle prescrizioni impartite dalla D.L. Tutte le giunzioni dei componenti strutturali in legno devono avere la forma e le dimensioni prescritte, ed essere nette e precise in modo da ottenere un perfetto combaciamento dei pezzi che debbano essere uniti. Le diverse parti dei componenti un'opera in legno devono essere fra loro collegate solidamente mediante caviglie, chiodi, squadre, viti, bulloni, piastre, staffe di ferro, fasciature od altro, in conformità alle prescrizioni che saranno date o alle indicazioni esecutive. Tali elementi si intendono sempre compresi e compensati con il prezzo.

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Dovendosi impiegare chiodi o viti per il collegamento di elementi strutturali in legno è espressamente vietato farne l'applicazione senza apparecchiarne prima un conveniente foro, salvo l’utilizzo di viti o chiodi con punta autoforante.

COSTRUZIONI IN LEGNO LAMELLARE Sarà impiegato legno lamellare di abete di GL28h e GL32h (norme UNI 1194), che dovrà avere i seguenti requisiti: 1) contenuto di umidità relativa massima del 15% nel momento della posa in opera; 2) sezioni a spigolo smussato di profondità 5 mm. Tolleranze sulle dimensioni della sezione sono ammesse entro i limiti previsti dalla normativa; 3) il legname dev'essere sano (esente da attacchi di insetti e muffe); 4) la presenza di nodi e la loro distribuzione nel singolo elemento deve rispettare le prescrizioni contenute nelle norme sopracitate.

ASPETTI CONCERNENTI LA NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO In linea generale vale come documento tecnico di riferimenti il Decreto Ministeriale 14 Gennaio 2008 - Norme Tecniche per le Costruzioni. In mancanza di indicazioni specifiche su particolari aspetti progettuali è fatto obbligo il riferimento a normative di comprovata validità. A seguito della pubblicazione ufficiale degli Annessi Tecnici al D.M 14.01.2008 è possibile inoltre il formale impiego in fase di progettazione strutturale dei metodi e delle procedure derivanti dagli Eurocodici tenendo ovviamente conto delle disposizioni particolari di cui al documento di applicazione nazionale. Per quanto riguarda il calcolo analitico della resistenza al fuoco è da farsi riferimento alle parti 1-2 degli Eurocodici. SPECIFICHE TECNICHE PER I MATERIALI AD USO STRUTTURALE La finitura superficiale per le membrature delle strutture in legno lamellare e per le membrature a panelli XLAM è prevista di qualità tipo “industriale”. E’ previsto l’impiego di membrature in legno lamellare e pannelli XLAM realizzati con essenza di abete rosso. In caso di assenza di specifica norma di prodotto è fatto obbligo di riferimento al relativo certificato di omologazione tecnica europea (ETA) per le specifiche di resistenza e deformabilità dell’elemento. I punti seguenti riassumono la classe di resistenza minima richiesta per i componenti strutturali a base legno ed in acciaio per i sistemi di collegamento. I valori di resistenza per ciascuna classe per legno lamellare di conifera sono ottenibili in riferimento alla EN 1194, di cui si riporta l’estratto specifico:

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a) ELEMENTI IN LEGNO LAMELLARE PER TRAVI (a doppia rastremazione e per le

membrature delle travi reticolari)

- classe di resistenza Gl32h

b) ELEMENTI IN LEGNO LAMELLARE GRUPPI COLONNE COMPOSTE:

- classe di resistenza Gl28h

c) MEMBRATURE IN ACCIAIO AD USO STRUTTURALE

- acciaio da carpenteria tipo S355 (con protezione con vernice intumescente in caso di

elementi in acciaio esposti)

DISPOSIZIONI FONDAMENTALI PER I MATERIALI AD USO STRUTTURALE

Le strutture in legno considerate sono quelle che assolvono ad una funzione statica sia in

riferimento alle azioni orizzontali che alle azioni orizzontali e che coinvolgono gli aspetti riguardanti

la sicurezza degli utenti della struttura. Il progetto prevede, in riferimento agli aspetti

precedentemente specificati, l’impiego di membrature in legno lamellare incollato ed pannelli tipo

XLAM in compensato di tavole.

I materiali ed i prodotti per uso strutturale, come gli elementi in acciaio impiegati per la

realizzazione delle connessioni, devono rispettare i requisiti espressamente richiesti dal

documento tecnico di riferimento in termini di identificazione, qualificazione e accettazione.

In particolare, come indicazione generale, è fatto obbligo il riferimento al Paragrafo 11.1 DM

14.01.2008 per quanto riguarda i controlli di identificazione e qualificazione e gli aspetti specifici di

accettazione.

Per i materiali ed i prodotti a base di legno è fatto obbligo il riferimento al Paragrafo 11.7 DM

14.01.2008 recante le prescrizioni per quanto riguarda gli aspetti attinenti alla produzione, alla

fornitura ed all’utilizzazione dei prodotti a base legno. Dovrà essere verificata la rispondenza dei

prodotti a base legno ad uso strutturale ai criteri di identificazione e qualificazione; il Direttore dei

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Lavori avrà comunque facoltà di ordinare ulteriori prove di accettazione e controllo sia sulle

membrature sia sui sistemi strutturali di collegamento. Le eventuali ulteriori prove dovranno essere

eseguite secondo le metodologie standard di prova in laboratori ufficiali abilitati.

COMPONENTI STRUTTURALI IN LEGNO LAMELLARE In aggiunta alle prescrizioni di cui al p.to 11.7.2 DM 14.01.2008 per gli elementi in legno lamellare

deve essere fatto obbligo il rispetto delle prescrizioni di cui al p.to 11.7.4 DM 14.01.2008 per

quanto attiene ai requisiti di produzione e qualificazione che dovranno essere controllati a cura

dell’ufficio di Direzione Lavori che ha l’ulteriore obbligo di controllare la rispondenza dei materiali

ad uso strutturali alla classe di resistenza prevista a progetto.

COMPONENTI STRUTTURALI A PANNELLI XLAM IN COMPENSATO DI TAVOLE In mancanza di specifica norma armonizzata di prodotto è fatto obbligo il controllo e l’accettazione

di materiale strutturale qualificato secondo le prescrizioni di cui al p.to 11.7.10 DM 14.01.2008.

SISTEMI DI COLLEGAMENTO Le strutture in legno sono provviste di collegamenti ottenuti mediante l’impiego di elementi

meccanici di unione. Tutti gli elementi di collegamento (mezzi di unione a gambo cilindrico) devono

essere dotati di schede tecniche fornite dal Produttore al fine di attestare le caratteristiche di

resistenza e la loro accettazione sarà subordinata al rispetto delle caratteristiche specifiche

richieste dalla normativa applicabile per la categoria. Vale quanto appena specificato anche per i

componenti strutturali in acciaio esposti e non esposti; in particolari, gli elementi in acciaio esposti

dovranno inoltre essere protetti con speciale rivestimento intumescente al fine di ottenere lo

standard di resistenza al fuoco richiesto (R60). In fase di progettazione esecutiva dovrà essere

studiato il dettaglio per l’ottenimento della resistenza richiesta.

ADESIVI PER IMPIEGO STRUTTURALE Gli adesivi impiegati per uso strutturale devono in linea generale garantire resistenza e durabilità

dell’unione con integrità garantita per tutta la vita utile della struttura. Le disposizioni relative agli

adesivi strutturali sono da applicare sia in riferimento ad elementi incollati in stabilimento sia per

giunti strutturali eventualmente realizzati in cantiere. Per le due tipologie di incollaggio è fatto

obbligo il rispetto delle prescrizioni di cui ai p.ti 11.7.7.1 e 11.7.7.2 DM 14.01.2008

PROGETTAZIONE DELLA ROBUSTEZZA E DELLA DURABILITÀ La progettazione delle opere in legno dovrà essere condotta con particolare riferimento al dettaglio

esecutivo che garantisca la durabilità delle opere. Al fine di conseguire una progettazione volta alla

messa a punto di dettagli durabili è fatto obbligo l’osservanza dei principi di cui al Paragrafo 11.7.9

DM 14.01.2008 recante disposizioni in merito ai fattori che devono essere considerati in fase di

progettazione della durabilità e che influenzano pesantemente le caratteristiche dell’opera sia in

relazione alle membrature a base legno sia in riferimento alle membrature metalliche. In

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particolare dovrà essere fatto riferimento, ed accuratamente studiata, la durabilità dei sistemi

strutturali in funzione dei requisiti di durabilità naturale dei singoli componenti strutturali. La

durabilità degli elementi strutturali potrà essere raggiunta, dove ritenuto idoneo, anche con

l’impiego di impregnanti adatti a prevenire contro gli attacchi biotici (da funghi, muffe od insetti).

IMPREGNAZIONE DEL LEGNAME L'impregnazione del legname potrà essere del tipo: A. A PENNELLO, A SPRUZZO O AD IMMERSIONE - il legname deve avere un tenore massimo di umidità relativa del 30% nel momento in cui viene trattato; - sono necessarie almeno due mani di trattamento se si usano prodotti a base oleosa, tre mani con prodotti a base salina; - tra una mano e l'altra deve trascorrere un periodo almeno 6 ore; - nel trattamento per immersione può essere sufficiente un unico trattamento protratto il tempo necessario al raggiungimento della quantità minima pari a 100 gr/mq. di prodotti salini e 250 cc. di prodotti oleosi; - questi tipi di trattamento non sono ammessi per elementi lignei con spessore inferiore a cm.4 direttamente esposti ad agenti atmosferici; B. AD IMPREGNAZIONE A PRESSIONE IN AUTOCLAVE - deve essere eseguita da ditte specializzate nel settore con gli accorgimenti richiesti dal diversi tipo di essenza impiegata; - il legname deve avere un tenore di umidità relativa del 30% nel momento del trattamento; - la quantità minima di prodotto impregnante è di 3 kg/mc.; - si possono utilizzare prodotti idonei secondo le norme DIN 68800.

ESECUZIONE DI OPERE IN LEGNO Il montaggio e la posa in opera di elementi strutturali in legno deve avvenire nel massimo rispetto degli elaborati esecutivi di progetto ponendo particolare attenzione a che nessuno degli elementi abbia ad essere sottoposto a tensioni indotte comunque progettualmente non previste. Le superfici di contatto dei giunti, incastri, ecc., debbono essere tali da assicurare una perfetta trasmissione degli sforzi. Gli elementi in legno che all'atto della posa in opera non alloggino correttamente nei vari punti di giunzione oppure siano eccessivamente svergolati, incurvati o comunque danneggiati in modo sensibile devono essere sostituiti. Le forature per bulloni od altri mezzi di collegamento debbono essere eseguite nel diametro prescritto (in assenza di prescrizioni si utilizzi il diametro normale del mezzo di collegamento) immediatamente prima del montaggio dei mezzi di collegamento in modo di garantire un perfetto combaciare degli elementi. Nel prezzo si intende compreso e compensato l'onere per la formazione dei nodi e delle connessioni, con elementi metallici in acciaio S355 , tutti zincati a caldo, secondo le indicazioni dei disegni esecutivi. Salvo diversa indicazione i tiranti ed i bulloni avranno la testa mascherata da tappo in legno, ricavato dalla stessa trave, opportunamente fermato e verniciato a struttura montata; è altresì compreso l'onere per la formazione delle piastre e dei dispositivi d'appoggio, nonché delle controventature metalliche. Le eventuali preforature in stabilimento oppure a pie' d'opera debbono essere eseguite con sistemi tali da garantire una perfetta rispondenza dei fori nei vari pezzi. Tutti i mezzi di collegamento debbono essere montati nel rispetto delle normative e degli elaborati esecutivi di progetto, comunque in modo possibilmente simmetrico rispetto agli assi degli elementi da giuntare ed alternati fra loro in modo da evitare l'allineamento di tutti i mezzi di collegamento in una unica fibra di legno.

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La giunzione mediante bulloni in legname massiccio dovrà essere tale da permettere un serraggio dei dadi in un secondo tempo, a ritiro concluso dopo l'eventuale ulteriore essiccazione naturale del legno. Tutti gli elementi strutturalmente utili nella costruzione debbono essere tra loro collegati in modo conforme al progetto esecutivo. In corrispondenza degli appoggi ed ancoraggi su/in murature deve essere garantita la possibilità di rigonfiare e/o ritirare nonché la traspirazione agli elementi in legno con opportuni accorgimenti. Particolare attenzione si dovrà porre nell'evitare che in tali punti, sia in fase di posa in opera che nel periodo di servizio della costruzione, si possa avere accumulo e/o infiltrazione di umidità e/o acqua onde evitare l'innesco di fenomeni non controllabili di marcescenza. Tutti gli elementi strutturali dovranno essere preventivamente impregnati con idonei prodotti conformemente alle norme DIN 68800 contro l'attacco di agenti dannosi sia atmosferici che animali o vegetali. L'appaltatore dovrà a sue spese, eseguire un preciso rilievo del costruito e dell'esistente prima delle lavorazioni in stabilimento; i disegni d'officina dovranno essere sottoposti alla D.L. per approvazione. Dovrà essere anche redatto, a cura dell'Appaltatore, un "Piano di Montaggio" della copertura, contenente le modalità ed i tempi previsti per il montaggio delle strutture; tale piano dovrà essere sottoposto ed approvato dalla D.L. L'appaltatore dovrà, a sua cura, verificare la praticabilità degli accessi al cantiere da parte di autogrù e mezzi di trasporto. La Stazione Appaltante potrà richiedere di far eseguire, presso lo stabilimento di produzione, il controllo ed il collaudo qualitativo dei materiali oggetto di fornitura. Si prevede fin d'ora l'esecuzione di due prove di carico sulla struttura portante di copertura, a cura e spese dell'Appaltatore, nei tempi e nei modi decisi dalla D.L.

COLLOCAMENTO IN OPERA I manufatti in legno saranno collocati in opera fissandoli alle strutture di sostegno mediante, secondo i casi, grappe di ferro, viti o quanto specificato dalla D.L. e dal progetto. Tanto durante la loro giacenza in cantiere, quanto durante il loro trasporto, sollevamento e collocamento in sito, l'Appaltatore dovrà curare che i manufatti non abbino a subire alcun guasto o danneggiamento, proteggendoli convenientemente da urti, da schizzi di prodotti vari, ecc. con i mezzi più adatti. Nell'esecuzione della posa in opera le grappe dovranno essere murate a malta se ricadenti entro strutture murarie; fissate con piombo fuso e battuto o con resine epossidiche se ricadenti entro pietre, marmi, ecc..

ART.12 MALTE

Le malte ,per quanto possibile, dovranno essere confezionate con materiali analoghi a quelli utilizzati durante la costruzione dell'edificio oggetto del restauro. In ogni modo la composizione delle malte, l'uso specifico di ognuna di esse nelle varie fasi dei lavori, l'eventuale integrazione con additivi, resine o con latri prodotti di sintesi chimica, ecc., saranno specificati dalla D.L. dietro autorizzazione degli organi preposti alla tutela dell'edificio in oggetto. Nella preparazione delle malte si dovranno usare sabbie di granulometria e natura chimica appropriata. Saranno, in ogni caso, preferite le sabbie silicee o calcaree, mentre andranno escluse quelle provenienti da rocce friabili o gessose; non dovranno contenere alcuna traccia di cloruri, solfati, materie argillose, terrose, limacciose e polverose. L'impasto delle malte, effettuato con appositi mezzi meccanici o manualmente, dovrà risultare omogeneo e di tinta uniforme. I vari componenti, con l'esclusione di quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati preferibilmente sia a peso che a volume. La calce spenta in pasta dovrà essere accuratamente rimescolata in modo che la sua eventuale misurazione, a mezzo di cassa parallelepipeda, riesca semplice e di sicura esattezza.

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Gli impasti dovranno essere preparati nella quantità necessaria per l'impiego immediato e, per quanto possibile, in prossimità del lavoro. I residui d'impasto non impiegati, dovranno essere messi a discarica, ad eccezione di quelli formati con calce comune che, il giorno stesso della loro miscelazione, potranno esser riutilizzati. I componenti di tutti i tipi di malte dovranno essere mescolati a secco. I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati, secondo le particolari indicazioni che potranno essere emanate dalla D.L. o stabilite nell'elenco delle voci, dovranno corrispondere le seguenti proporzioni: a) MALTA COMUNE: calce spenta in pasta mc. 0,25-0,40 sabbia mc. 0,85-1,00 b) MALTA COMUNE PER INTONACO RUSTICO (RINZAFFO): calce spenta in pasta mc. 0,20-0,40 sabbia mc. 0,90-1,00 c) MALTA COMUNE PER INTONACO CIVILE (STABILITURA): calce spenta in pasta mc. 0,35-0,45 sabbia vagliata mc. 0,800 d) MALTA GRASSA DI POZZOLANA: calce spenta in pasta mc. 0,22 pozzolana vagliata mc. 1,10 e) MALTA MEZZANA DI POZZOLANA: calce spenta in pasta mc. 0,25 pozzolana vagliata mc. 1,10 f) MALTA FINA DI POZZOLANA: calce spenta in pasta mc. 0,28 pozzolana vagliata mc. 1,05 g) MALTA IDRAULICA: calce idraulica q. 3-5 sabbia mc. 0,90 h) MALTA BASTARDA: malta tipo a) e) g) mc. 1,00 cemento tipo 325 q. 1,50 i) MALTA CEMENTIZIA FORTE: cemento tipo 325 q. 3-6 sabbia mc. 1,00 l) MALTA CEMENTIZIA DEBOLE: cemento tipo 325 q. 2,5-4 sabbia mc. 1,00 m) MALTA CEMENTIZIA PER INTONACI: cemento tipo 325 q. 6 sabbia mc. 1,00 n) MALTA FINE PER INTONACI: malte tipo c) f) g) m) vagliate allo staccio fino o) MALTA PER STUCCHI: calce spenta in pasta mc. 0,45 polvere di marmo mc. 0,90 collanti vegetali o animali secondo prescrizioni Quando la D.L. ritenesse di variare tali proporzioni o componenti, l'Appaltatore sarà obbligato ad uniformarsi alle prescrizioni della medesima, salvo le conseguenti variazioni di prezzo. I materiali, le malte ed i conglomerati, esclusi quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati con apposite casse della capacita' prescritta, che l'Appaltatore sarà in obbligo di provvedere e mantenere a sue spese costantemente in tutti i siti in cui verrà effettuata la manipolazione. La calce spenta in pasta dovrà esser misurata dopo essere stata ridotta ad una pasta omogenea senza sacche d'aria. Prima di eseguire l'impasto di ogni getto l'impresa appaltatrice dovrà comunicare e ottenere l'approvazione della composizione degli impasti.

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La D.L. potrà chiedere all'impresa l'aggiunta di additivi agli impasti, senza onere aggiuntivi a carico dell'Amministrazione. Gli impasti sia di malta che di conglomerato dovranno essere preparati soltanto nella quantità necessaria, per l'impiego immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta e per quanto più possibile in vicinanza del lavoro. I residui di impasti non utilizzati immediatamente dovranno essere messi a discarica.

MALTE ADDITIVATE Per tali si intendono quelle malte alle quali vengono aggiunti, in piccole quantità, degli agenti chimici che hanno la proprietà di migliorarne le caratteristiche meccaniche o fisiche. A. MALTE ADDITIVATE CON AGENTI ANTIRITIRO E RIDUTTORI D'ACQUA Sono malte additivate con agenti chimici capaci di ridurre il quantitativo d'acqua normalmente occorrente per il confezionamento di un impasto facilmente lavorabile, la cui minore disidratazione ed il conseguente ritiro, permettono di evitare pericolose screpolature o la non saturazione di determinati volumi. I riduttori d'acqua che generalmente sono lattici in dispersione acquosa composti da finissime particelle di copolimeri di stirolo-butadiene, risultano altamente stabili agli alcali e vengono modificati mediante l'azione di specifiche sostanze stabilizzatrici (sostanze tensioattive e regolatori di presa). Il tipo e la quantità dei riduttori saranno stabiliti dalla D.L.. La quantità di additivo da aggiungere agli impasti sarà calcolata considerando: - il quantitativo d'acqua contenuto nel lattice stesso; - l'umidità degli inerti (è buona norma separare gli inerti in base alla granulometria e lavarli per eliminare sali o altre sostanze inquinanti); - la percentuale di corpo solido (polimero). La quantità ottimale che varierà in relazione al particolare tipo di applicazione potrà oscillare, in genere, di 6 i 12 lt. di lattice per 0,5 ql. di cemento. Per il confezionamento di miscele cemento/lattice o cemento/inerti/lattice si dovrà eseguire un lavoro di impasto opportunamente prolungato facendo ricorso preferibilmente a betoniere e mescolatori elicoidali per trapano. Per la preparazione delle malte sarà necessario miscelare un quantitativo di cemento/sabbia opportunamente calcolato e successivamente aggiungere ad esso il lattice miscelato con la prestabilita quantità d'acqua. In base al tipo di malta da preparare la miscela di lattice/acqua avrà una proporzione variabile da 1:1 a 1:4. Una volta pronta, la malta verrà immediatamente utilizzata e sarà vietato rinvenirla con acqua o miscele di acqua/lattice al fine di riutilizzarla. L'Appaltatore sarà obbligato a provvedere alla miscelazione in acqua dei quantitativi occorrenti di additivo in un recipiente che sarà tenuto a disposizione della D.L. per eventuali controlli e campionature. La superficie su cui la malta sarà applicata dovrà presentarsi solida, priva di polveri e residui grassi od organici. Se richiesto dalla D.L. l'Appaltatore dovrà utilizzare come imprimitore un'identica miscela di acqua, lattice e cemento molto più fluida. Le malte modificate con lattici riduttori di acqua, poiché induriscono lentamente, dovranno essere protette da una rapida disidratazione (metodo della stagionatura umida). B. MALTE ESPANSIVE Trattasi di malte in cui l'additivo un aumento di volume dell'impasto. Questi prodotti dovranno essere utilizzati in tutte le lavorazioni che prevedono colaggio o iniezioni di malte fluide: sottofondazioni e sottomurazioni, volte e cupole, coperture, rifacimenti di strutture e consolidamenti, inghisaggi, ecc.. Tali malte dovranno esprimere la loro capacità espansiva solo in fase plastica e non in fase di indurimento al fine di evitare spinte o tensioni non controllabili. La malta dovrà essere preparata mescolando in betoniera una miscela secca di legante, inerti ed agenti espansivi in polvere nella quantità media, salvo diversa prescrizione della D.L., di circa 10-40 kg/mc. di malta; solo successivamente si potrà aggiungere il quantitativo misurato d'acqua. Nei casi in cui l'agente espansivo dovesse essere di tipo liquido, esso sarà aggiunto alla miscela secca inerti/legante solo dopo un prolungata miscelazione di acqua. L'Appaltatore sarà tenuto a provvedere alla miscelazione in acqua dei quantitativi occorrenti di additivo dentro un recipiente

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tenuto a disposizione della D.L. per eventuali controlli. Sebbene gli agenti espansivi siano compatibili con un gran numero di additivi, sarà sempre opportuno: - mescolare gli additivi di una sola ditta produttrice; - ricorrere alla consulenza tecnica del produttore; - richiedere l'autorizzazione della D.L. e degli organi preposti alla tutela del bene in oggetto. La stagionatura delle miscele espansive si otterrà mantenendo le malte in ambiente umido. C. MALTE CONFEZIONATE CON RIEMPITIVI A BASE DI FIBRE SINTETICHE, METALLICHE O DI VETRO Dietro specifica prescrizione o su richiesta della D.L. potrà essere richiesto l'utilizzo di particolari riempitivi che hanno la funzione di plasmare e modificare le caratteristiche degli impasti mediante la tessitura all'interno delle malte indurite di una maglia tridimensionale. Si tratta di fibre in metallo, in vetro o in polipropilene a forma di treccia a struttura reticolare che, durante la miscelazione degli impasti, si aprono distribuendosi uniformemente. Le fibre dovranno essere costituite da materiali particolarmente tenaci caratterizzati da una resistenza a trazione di circa 400 N/mmq., da un allungamento a rottura intorno al 13% e da un modulo di elasticità di circa 500 000 N/cmq. Le fibre formeranno all'interno delle malte uno scheletro a distribuzione omogenea che ripartirà e ridurrà le tensioni dovute al ritiro. Se impiegate per il confezionamento di calcestruzzi, le proprietà delle fibre in polipropilene dovranno essere le seguenti: - inerzia chimica che le renda adatte ad essere utilizzate sia in ambienti acidi che alcalini; - assenza di corrosione o deterioramento; - atossicità; - capacità di non alterare la lavorabilità delle malte o dei calcestruzzi. D. MALTE PRECONFEZIONATE Trattasi di malte a dosaggio controllato studiate per ovviare i limiti della dosatura manuale che non consente di ottimizzare e rendere costante la capacità di espansione, soprattutto in presenza di murature altamente degradate. Queste malte dovranno essere del tipo confezionato con controllo automatico e di precisione in modo che nella miscelazione le sabbie quarzo-sferoidali (SiO2= 99% Mohs=8) siano selezionate in relazione ad una curva granulometrica ottimale ed i cementi ad alta resistenza e gli additivi chimici rigorosamente dosati. Gli additivi che garantiranno l'adesione i substrati, l'inerzia chimica e le notevoli risposte alle sollecitazioni, verranno attivati dall'esatta miscelazione con quantitativi prestabiliti d'acqua. L'Appaltatore sarà tenuto, nel corso delle operazioni di preparazione delle malte, a prelevare, in presenza ed a richiesta della D.L., dei campioni rappresentativi dei vari tipi di malte preconfezionate che impiegherà al fine di produrre le prove ed analisi sui materiali, sia durante i lavori che al collaudo. Gli agenti espansivi dovranno assicurare in relazione al particolare settore di utilizzo, un'espansione da 0,04 a 0,12%, uno spandimento di circa il 150%, un'aderenza su calcestruzzo o acciaio rispettivamente intorno i valori di 3 - 3,5 MPa e 20 - 30 MPa a 28 gg. di stagionatura. Le malte preconfezionate potranno essere usate per ancoraggi, rappezzi, getti di fondazione, inghisaggi e, in genere, per tutti i lavori richiesti. L'Appaltatore dovrà attenersi alle istruzioni per l'uso e per la preparazione delle malte prescritte dalla ditta produttrice. In presenza di temperature elevate, di forte umidità ambientale e di gelate, l'Appaltatore, previa autorizzazione della D.L. potrà variare i quantitativi d'acqua di miscelazione o usare acqua calda o fredda.

ART.13 CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE: COPERTURE

Si definisce chiusura orizzontale esterna di copertura l'insieme di componenti e materiali che costituisce la separazione superiore tra l'interno e l'esterno dell'edificio. Ai fini del calcolo statico delle coperture il sovraccarico accidentale dovuto alla neve in assenza di specificazioni particolari non dovrà essere assunto inferiore ai seguenti valori minimi: - altitudini inferiori a 151 m.slm 150 kg/mq.

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- altitudini comprese tra 151 e 300 m.slm 200 kg/mq. - altitudini comprese tra 301 e 600 m.slm 250 kg/mq. - altitudini superiori a 600 m.slm 350 kg/mq. Si dovrà comunque opportunamente considerare l'estrema variabilità delle precipitazioni nevose da zona a zona, specialmente in alta montagna.

COPERTURE INCLINATE La copertura nel caso di tetto inclinato sarà realizzata secondo le indicazioni di progetto o, in carenza delle suddette, nel seguente modo: A. TETTO IN LEGNO Orditura grossa e minuta in legno di abete lavorata a disegno completa di tavolato dello spessore di cm 2.5 con tavole poste in aderenza, idoneo foglio per barriera al vapore con giunti sovrapposti e quanto altro occorra per dare il lavoro finito a regola d'arte. B. TETTO IN LATERO CEMENTO Completo di filetti per il fissaggio del manto di copertura, eventuale barriera al vapore secondo le indicazioni della D.L. e quanto altro occorra per dare il lavoro finito a regola d'arte. C. TETTO CONTENUTO NEL VOLUME TECNICO DELIMITATO DAL CORNICIONE DI GRONDA Struttura in legno o altro materiale secondo le indicazioni di progetto, sistema di smaltimento delle acque eseguito in modo da eliminare infiltrazioni d'acqua dovute all'accumulo della neve in prossimità del canale di gronda, eventuale barriera al vapore secondo le indicazioni della D.L. e quanto altro occorra per dare il lavoro finito a regola d'arte. D. MANTO DI COPERTURA IN LAMIERA Dovrà avere uno spessore minimo di 8/10, essere del tipo preverniciato e posto in opera con tutti gli accorgimenti tecnici necessari, secondo le prescrizioni della D.L., per garantire il lavoro finito a regola d'arte. E. MANTO DI COPERTURA IN TEGOLE DI CEMENTO, COTTO O ARDESIA Dovrà essere conforme alle norme prescritte dal R.D. 16.11.1939 n.2233 con particolare riferimento alla resistenza alla flessione e all'urto, alle prove di imbibimento, permeabilità e gelività. F. ACCESSORI VARI Tutte le aperture dovranno essere munite di adeguati accessori in lamiera o altro materiale non deteriorabile in modo da garantire una perfetta tenuta all'acqua; tutte le parti in lamiera, come mantovane, converse, ecc., dovranno essere eseguite in lamiera di acciaio dello spessore minimo di 8/10 zincata e preverniciata. Ove indicato dalla D.L. e secondo le prescrizioni della stessa, sarà posto in opera idoneo paraneve opportunamente ancorato alla struttura.

COPERTURE PIANE Le coperture piane dovranno essere studiate e realizzate in modo organico con le chiusure verticali esterne, al fine di garantire una continuità nella protezione termo-igrometrica, acustica e dagli agenti atmosferici, degli spazi interni da esse delimitate. Le coperture piane, pertanto dovranno essere costituite da componenti e materiali che assolvano le seguenti funzioni: - statiche; - impermeabilità all'acqua; - rispetto delle condizioni termo-igrometriche ed acustiche; - protezione degli elementi di impermeabilizzazione. A titolo esemplificativo e nel caso di carenza di idoneo particolare costruttivo, oltre alla struttura portante, il pacchetto di copertura sarà costituito da: - feltrino separatore in tessuto non tessuto; - barriera al vapore in foglio di polietilene dello spessore determinato mediante l'applicazione del diagramma di Glaser; - isolazione termica eseguita secondo quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento termico dell'edificio prevista dalla L.09.01.91 n.10; - feltrino separatore in tessuto non tessuto;

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- massetto delle pendenze in calcestruzzo alleggerito dello spessore minimo di cm 5 e pendenza minima 1.5% armato con rete elettrosaldata del diametro di mm 4 con maglia da cm 20x20; - feltrino separatore in tessuto non tessuto; - impermeabilizzazione in guaina di materiale e spessore idoneo; - feltrino separatore in tessuto non tessuto; - protezione della copertura secondo le indicazioni di progetto. In particolare dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni: A. PROTEZIONE La protezione superficiale dello strato impermeabile dovrà essere inattaccabile agli agenti atmosferici e da eventuali agenti chimici presenti nell'acqua e nell'aria, avere una minima rumorosità alla pioggia battente, alla grandine, ecc., garantire una durata minima di 15 anni ed una minima manutenzione. B. IMPERMEABILITÀ ALL'ACQUA: L'impermeabilizzazione delle coperture, affidata ad idonei materiali e componenti dovrà essere garantita per una durata non inferiore a 15 anni e fornita di polizza assicurativa; i materiali impiegati dovranno garantire le prestazioni e le caratteristiche richieste dalle corrispondenti voci di Elenco Descrittivo delle Voci. L'impermeabilizzazione nel suo complesso dovrà essere garantita pienamente efficiente per temperature di esercizio comprese tra -20 e +80 gradi, non dovrà contenere sostanze volatili che ne pregiudichino la durata nel tempo, dovrà essere in grado di assorbire le oscillazioni e le dilatazioni termiche della struttura e di resistere alle conseguenti sollecitazioni di fatica, dovrà resistere alle sollecitazioni del vento (pressione e vortici), dell'irradiazione (raggi UV e ozono), della polvere, del sudiciume, dei gas di scarico, delle vegetazioni, delle faville e dei parassiti. Le aperture nella copertura piana dovranno essere a perfetta tenuta d'acqua; gli accessori speciali, quali cravatte, sfiati, bocchettoni, ecc., dovranno essere di tipo collegabile con il sistema di impermeabilizzazione adottato. La posa in opera del manto impermeabile dovrà essere eseguita con tutti gli accorgimenti necessari per garantire una perfetta riuscita dell'opera ed in ogni caso seguendo scrupolosamente le indicazioni e le prescrizioni delle ditte produttrici. C. SMALTIMENTO E RACCOLTA Lo smaltimento delle acque dovrà essere affidato ad idonea pendenza (comunque mai inferiore all'1.5%) in relazione con il tipo del componente o del materiale di copertura e con la quantità di precipitazione prevedibile; le acque dovranno essere convogliate dalla pendenza verso i canali di gronda o bocchettoni, opportunamente protetti e raccordati alla fognatura attraverso l'impianto di scarico e allontanamento. D. RISPETTO DELLE CONDIZIONI TERMO-IGROMETRICHE ED ACUSTICHE La chiusura orizzontale esterna di copertura deve rispondere, nel suo insieme, a quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.91 n.10; in ogni caso l'isolamento dovrà essere risolto in collegamento ed in funzione dello strato impermeabilizzante. E. PARTE DI COPERTURA IN AGGETTO SULLA CHIUSURA VERTICALE ESTERNA Quando la copertura aggetta sulla chiusura verticale esterna, l'insieme tecnologico della parte aggettante deve essere tale da garantire il rispetto delle condizioni termo-igrometriche; la finitura della parte inferiore, affidata o meno ad una plafonatura, deve essere tale da garantire l'inattaccabilità dagli agenti atmosferici e, con minima manutenzione, una durata pari a quella dell'edificio.

COPERTURE A LUCERNARIO Si definisce lucernario l'insieme tecnologico che separa, nella parte superiore, l'interno dall'esterno dell'edificio e che svolge funzione di illuminazione naturale. I lucernari dovranno essere costituiti da componenti e materiali che assolvano alle funzioni di impermeabilità, smaltimento delle acque ed aerazione. I lucernari dovranno garantire un'adeguata coibenza termica e l'eliminazione dei fenomeni di condensa, dovranno essere costituiti nel loro insieme da una struttura compatta ed omogenea che assolva alle caratteristiche di cui sopra e che abbia le parti deteriorabili facilmente sostituibili. I componenti ed i materiali che costituiscono i lucernari dovranno garantire la conservazione nel tempo delle qualità di illuminazione, smaltimento e impermeabilità possedute all'atto della posa in

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opera; in particolare il materiale trasparente dovrà essere infrangibile, inalterabile nel colore e nello stato, garantito contro le lesioni interne ed esterne ed essere di tipo autoestinguente. Quando i lucernari hanno funzioni di aerazione dovranno essere dotati di idonei dispositivi di apertura facilmente manovrabili dall'interno.

CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE INTERMEDIE Si definisce chiusura orizzontale esterna intermedia l'insieme di materiali e componenti che costituisce la separazione fra l'interno dell'edificio e i sottostanti spazi all'aperto, quali porticati, verande, ecc. La chiusura orizzontale esterna intermedia dovrà essere coibentata secondo i particolari costruttivi di progetto e/o, in carenza di questi, si dovrà provvedere ad un'isolazione termica adeguata a garantire una temperatura superficiale del pavimento soprastante di almeno 18 gradi C.; in ogni caso l'insieme della chiusura orizzontale esterna intermedia dovrà garantire il rispetto a quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.91 n. 10. Tale isolazione potrà essere del tipo a controsoffitto oppure del tipo a cappotto con finitura dello strato superficiale con intonaco plastico, e realizzata con idonei materiali preventivamente autorizzati dalla D.L.; su indicazione della D.L. e garantendo sempre la temperatura superficiale richiesta, si potrà provvedere ad idonea isolazione termica posta all'estradosso del solaio. Dove richiesto ed in particolar modo quando il solaio separi spazi adibiti a servizi igienico-sanitari, docce, cucine, ecc., da spazi sottostanti, si dovrà inoltre provvedere all'impermeabilizzazione all'acqua mediante idonei materiali e componenti rispondenti alle specifiche contenute nelle relative norme UNI.

CHIUSURE ORIZZONTALI ESTERNE A TERRA Si definisce chiusura orizzontale esterna a terra l'insieme di materiali e componenti che separa nella parte inferiore lo spazio interno o porticato dell'edificio dal terreno; devono essere considerati chiusure orizzontali esterne a terra anche i marciapiedi aderenti al perimetro dell'edificio in quanto dovranno essere realizzati in modo omogeneo con esse. Le chiusure orizzontali esterne a terra possono essere: - di separazione tra uno spazio abitabile e una intercapedine orizzontale (camera d'aria), con struttura a solaio intero o poggiante su muretti; - direttamente appoggiate sul terreno, con struttura a soletta o a platea; - direttamente appoggiate sul terreno, con massetto su vespaio. Le chiusure orizzontali esterne a terra dei locali adibiti ad uso didattico dovranno essere comunque del tipo a solaio con intercapedine di almeno 50 cm.; L'insieme tecnologico della chiusura dovrà garantire il rispetto di quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.91 n. 10. In particolare la chiusura orizzontale esterna dovrà assicurare, nel suo insieme o nei materiali a più diretto contatto con l'esterno o con il terreno, una perfetta impermeabilità all'umidità esterna od alle acque esterne comunque prodotte; in ogni caso dovranno essere previste idonee impermeabilizzazioni per l'isolamento delle strutture orizzontali e verticali in elevazione con le opere murarie a contatto con il terreno; a tal fine dovranno essere usati idonei materiali e componenti (sono consentiti i materiali bituminosi) rispondenti alle specifiche contenute nelle relative norme UNI. Per i locali adibiti ad ufficio od a funzioni didattiche, compresa la palestra, si dovrà eseguire un accurato isolamento termico tale da garantire una differenza fra la temperatura dell'aria del locale e la temperatura della superficie superiore del pavimento, non superiore a 2 gradi C.; quando necessario dovrà inoltre essere eseguita idonea barriera al vapore. Le massicciate in pietrame sotto i pavimenti o i marciapiedi, qualora non siano previsti solai o platee, dovranno avere uno spessore minimo di cm 30 ed essere poste in opera perfettamente pulite da terriccio; sopra la massicciata dovrà essere eseguito un massetto in cls Rbk 250 dello spessore minimo di cm 6, tirato a livello, sopra il quale, dopo l'eventuale impermeabilizzazione, verrà eseguita la pavimentazione prevista dal progetto od indicata dalla D.L.; nel massetto in cls, se richiesta, dovrà essere posta in opera una rete elettrosaldata in tondino di acciaio di tipo idoneo

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all'uso del locale ed in relazione al tipo di terreno ed alla presenza di acqua di falda; nei casi in cui l'uso del locale lo richieda sarà eseguita una idonea isolazione termica del pavimento.

CHIUSURE ORIZZONTALI INTERNE Si definisce chiusura orizzontale interna l'insieme di componenti e materiali che costituisce un piano di separazione orizzontale tra due spazi interni dell'edificio.

SOLAI DI PIANO I solai di piano dovranno consentire il rispetto delle condizioni acustiche (isolamento dai rumori di calpestio e aerei tra spazi sovrapposti ed assorbimento dei rumori prodotti all'interno) e garantire l'impermeabilità all'acqua nelle zone ove necessario. In particolare dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni: A. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE Il solaio di piano dovrà essere realizzato secondo i disegni di progetto; in particolare dovranno essere previsti ed impiegati tutti gli accorgimenti e i materiali, quali pavimento galleggiante, isolamento delle strutture portanti, interposizione di strati isolanti, ecc., tali da garantire il rispetto delle norme stesse; nel caso di passaggio di tubazioni con fluido riscaldato l'isolamento acustico dovrà resistere senza deterioramenti alla temperatura delle tubazioni stesse; in ogni caso le caratteristiche tecnologiche, come resistenza alla temperatura, resistenza allo schiacciamento, densità, sistema di produzione, inerzia chimica, ecc., dovranno essere idoneamente documentate ed accettate dalla D.L.. L'isolamento acustico ed i requisiti acustici potranno essere verificati per quanto concerne il potere fonoisolante della struttura, l'isolamento acustico contro i rumori via aerea, il livello di rumore di calpestio fra due spazi sovrapposti, la rumorosità dei servizi e degli impianti fissi, il coefficiente di assorbimento dei materiali assorbenti acustici; le misure, le determinazioni sperimentali, la presentazione e la valutazione dei dati, seguiranno per quanto possibile le raccomandazioni ISO R 140 ed UNI 2948 per le misure di isolamento acustico e di livello del rumore e di calpestio, ISO 231 per le misure di assorbimento acustico; i valori delle frequenze nominali da utilizzare saranno quelli normalizzati da 125, 250, 500, 1000, 2000 e 4000 Hz. B. IMPERMEABILITÀ ALL'ACQUA Dove richiesto ed in particolar modo quando il solaio separi spazi adibiti a servizi igienico-sanitari, docce, cucine, ecc., da spazi sottostanti si dovrà provvedere all'impermeabilizzazione all'acqua mediante idonei materiali e componenti rispondenti alle specifiche contenute nelle relative norme UNI; nei casi in cui si renda necessaria, sarà posta in opera idonea barriera al vapore dello spessore determinato mediante l'applicazione del diagramma di Glaser. 2.1.14.2. PLAFONATURE Si definisce plafonatura o controsoffitto l'insieme di materiali e componenti che separa l'intercapedine sottostante al solaio dallo spazio abitabile interno od esterno. La plafonatura verrà posta in opera dove indicato dai disegni di progetto o richiesta dalla D.L. e dovrà rispondere a quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.91 n. 10; in particolare dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni: A. RISPETTO DELLE CONDIZIONI D'USO E DI SICUREZZA Le plafonature dovranno essere studiate e realizzate in modo tale da essere facilmente sostituibili, da favorire l'ispezione delle reti e degli impianti che trovano allocazione all'interno della camera d'aria; dovranno consentire l'applicazione di apparecchi o parti di apparecchi per l'illuminazione, aerazione, condizionamento, estinzione, ecc.. Le plafonature dovranno inoltre essere realizzate in modo da soddisfare le condizioni di sicurezza; in particolare gli elementi costituenti (pannelli, profilati, ecc.) dovranno essere fissati in modo tale da garantire comunque la loro stabilità; per il locale palestra o locali simili dovranno avere resistenza meccanica agli urti che si possono normalmente verificare durante l'utilizzo dei locali stessi. Tutti i materiali impiegati per le plafonature, compresi quelli per l'imbustamento del materiale coibente ed il materiale coibente stesso, dovranno essere del tipo autoestinguente, secondo le norme vigenti, e non favorire il deposito di polvere: B. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE

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Le plafonature dovranno contribuire, assieme alle chiusure orizzontali, con le quali sono strettamente collegate, al soddisfacimento delle condizioni acustiche richieste dalle norme mediante l'adozione di soluzioni tecnologiche e di materiali adatti all'assorbimento dei rumori per via aerea; le soluzioni tecnologiche adottate, i materiali impiegati e le relative caratteristiche dovranno essere, prima della loro accettazione da parte della D.L., documentate e specificate in una descrizione particolareggiata che tenga conto dell'isolamento complessivo dello spazio in cui vengono impiegati. C. FINITURE Le finiture delle plafonature dovranno rispondere, oltre che alle prescrizioni di cui sopra, anche ai problemi di riuscita estetica ed in tal senso approvate dalla D.L.

CHIUSURE VERTICALI ESTERNE Si definisce chiusura verticale esterna l'insieme dei materiali e componenti che costituisce un piano di separazione verticale tra l'interno e l'esterno dell'edificio; appartengono alle chiusure verticali esterne anche quelle inclinate che formino un angolo con il piano verticale uguale o inferiore a 30 gradi. Le chiusure verticali esterne, elementi singoli e nel loro insieme assemblato in opera, dovranno rispondere a tutte le condizioni di stabilità e sicurezza normali e straordinarie (urti, vibrazioni, terremoti, ecc.).

MURATURE VERTICALI PORTANTI E DI TAMPONAMENTO Le murature verticali portanti o di tamponamento dovranno essere eseguite in modo da garantire l'aspetto architettonico previsto dai disegni di progetto ed assemblate come da particolari costruttivi e/o secondo le prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla D.L.. In ogni caso dovranno essere garantite le seguenti caratteristiche e prescrizioni: A. FINITURE ESTERNE ED INTERNE La superficie interna ed esterna dell'insieme tecnologico dovrà essere tale da garantire il rispetto delle condizioni acustiche, termoigrometriche, e di purezza dell'aria; dovrà inoltre garantire la possibilità di porre in opera ganci o sostegni atti a sostenere eventuali arredi fissi. B. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE, TERMO-IGROMETRICHE E DI PUREZZA DELL'ARIA Le murature verticali portanti o di tamponamento, nei materiali, nei componenti e nelle caratteristiche costruttive, dovranno essere tali da garantire il rispetto integrale di quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio prevista dalla L. 09.01.91 n. 10 e successive modificazioni ed integrazioni; dovranno comunque garantire l'eliminazione di qualunque ponte termico, un'inerzia termica tale che lo smorzamento dell'onda termica sia uguale o superiore al valore 15 ed uno sfasamento dell'onda stessa, uguale o superiore alle otto ore. La misura della trasmittanza dovrà essere eseguita su campioni di dimensioni sufficientemente grandi in modo che la misura stessa rappresenti il valore medio dell'intera parete nelle condizioni quanto più possibile prossime a quelle di esercizio; nel caso di componenti prefabbricati il controllo deve riguardare sia il singolo pannello che gli elementi di congiunzione fra i pannelli. Il controllo delle proprietà igrometriche dovrà essere eseguito in modo da accertare che, nelle condizioni di temperatura prevista per l'impiego della muratura, in nessun punto della faccia interna possano aversi fenomeni di condensazione, almeno fino a quando il valore dell'umidità relativa nell'ambiente non superi il limite del 70%. Il controllo della tenuta alla pioggia dovrà essere eseguito in modo da accertare che in nessun punto possano verificarsi fenomeni di infiltrazione di acqua. Dovrà inoltre essere eseguito un controllo della corretta posa in opera ed un controllo qualitativo diretto ad accertare che non vi siano difetti, di esecuzione o di montaggio, tali da compromettere le caratteristiche funzionali previste dai disegni e dalle specifiche di progetto o le caratteristiche tecniche dei singoli materiali documentate da certificati di prove di laboratorio; nel caso di costruzioni realizzate con elementi prefabbricati di grandi dimensioni, come indice qualitativo di corretta posa in opera, potrà essere assunta la condizione di verticalità di chiusura completa generalmente verificata dal collaudo statico. C. CONSERVAZIONE Le murature verticali portanti o di tamponamento nel loro insieme dovranno essere garantite, con minima ed economica manutenzione, per una durata pari a quella dell'edificio.

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Nel caso l'Appaltatore intenda utilizzare tipi di muratura diversa da quella di progetto, potrà essere autorizzato in tal senso, a giudizio insindacabile della D.L. e purché siano mantenute tutte le caratteristiche di cui sopra, previa presentazione ed approvazione di particolari costruttivi, sistema di assemblaggio e calcoli giustificativi del rispetto di dette caratteristiche.

CHIUSURE VERTICALI INTERNE Si definisce chiusura verticale interna l'insieme di materiali e componenti che costituisce un piano verticale di separazione tra due spazi interni. Le chiusure verticali interne dovranno rispondere, come elementi singoli e nel loro insieme assemblato in opera, alle condizioni di stabilità e di sicurezza anche in relazione alle sollecitazioni straordinarie (urti, vibrazioni, ecc.). 2.1.16.1. TRAMEZZE Si definisce tramezza l'insieme di materiali e componenti che costituisce un piano opaco fisso di separazione tra due spazi interni. Le tramezze potranno essere: - in laterizio dello spessore previsto dai disegni di progetto ed adeguato al grado di isolamento richiesto, intonacate su entrambi i lati; - in componenti prefabbricati (gesso, calcestruzzo, ecc.) con interposti isolanti termoacustici, dello spessore adeguato, con perfetta sigillatura dei giunti, indeformabili nel tempo. Al piede delle tramezze dovrà essere posto in opera un opportuno strato di coibente acustico. Nelle pareti divisorie dovranno, di norma, trovare collocazione le canalizzazioni dell'impianto elettrico, completo di frutti ad incasso, e le canalizzazioni compatibili dell'impianto di riscaldamento ed idrico-sanitario; il passaggio delle canalizzazioni non dovrà risultare pregiudizievole delle staticità delle pareti divisorie. La composizione dei materiali dell'insieme tecnologico costituito dalla parete divisoria, dovrà essere compatibile con l'utilizzo dei locali; in particolare nei bagni e nei servizi non dovranno verificarsi inconvenienti di sorta per la presenza di umidità prodotta nei locali stessi. In particolari edifici, quali scuole, uffici, ecc., per consentire una futura e facilmente realizzabile flessibilità dell'edificio in rapporto alle mutate esigenze di usufruibilita degli spazi, su richiesta della D.L., le tramezze tra locale e locale, ed in generale quelle che la D.L. riterrà opportuno, dovranno essere poste in opera su pavimento continuo, senza che l'Appaltatore abbia diritto a nessun compenso di sorta. Le tramezze dovranno garantire il rispetto integrale delle seguenti prescrizioni: A. RISPETTO DELLE CONDIZIONI ACUSTICHE Le tramezze dovranno essere continue in altezza; al di sopra di eventuali plafonature e fino all'intradosso del solaio dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari ad impedire la formazione di ponti acustici, a meno che le plafonature non costituiscano esse stesse idonea barriera alla trasmissione del suono per via aerea. B. RISPETTO DELLE CONDIZIONI TERMOIGROMETRICHE In tutti i locali dove sono allocati apparecchi di erogazione dell'acqua (servizi igienico-sanitari, docce, cucine, ecc.), le tramezze dovranno essere rivestite in tutta o in parte la loro estensione e per l'altezza prevista dal progetto e comunque non inferiore all'altezza delle porte. C. CONSERVAZIONE Le tramezze, nel loro insieme, dovranno essere garantite, con economica manutenzione, per una durata pari a quella dell'edificio, consentire una facile sostituzione dei loro componenti e resistere agli urti che potrebbero verificarsi nell'uso. Il sistema di assemblaggio dei vari componenti, la scelta dei componenti stessi e dei materiali, dovranno essere tali da consentire la sostituzione di quelle tramezze che abbiano subito, per qualsiasi ragione, deterioramenti tali da non essere più conformi alle originali caratteristiche di fornitura del manufatto

ART.14 IMPERMEABILIZZAZIONI

Qualsiasi tipo di impermeabilizzazione dovrà essere eseguito con grande attenzione ed accuratezza soprattutto in vicinanza di fori, passaggi, cappe, ecc.; l'appaltatore avrà l'obbligo di eliminare a proprie spese eventuali perdite che si dovessero manifestare anche a distanza di

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tempo. I materiali da impiegare nelle opere d'impermeabilizzazione dovranno possedere le caratteristiche descritte dal presente Capitolato, dalle disposizioni progettuali e dai vari articoli dell'elenco descrittivo delle voci. Inoltre potranno essere richiesti dalla D.L. i requisiti del marchio di qualità e di idoneità tecnica rilasciati dagli istituti o organi competenti. 2.1.17.1. PRESCRIZIONI GENERALI Per l'esecuzione dei lavori di impermeabilizzazione l'Appaltatore dovrà rispettare le seguenti disposizioni: A.PIANI DI POSA Dovranno essere il più possibile lisci, uniformi, privi di irregolarità di avvallamenti e di polvere. Si dovranno predisporre i necessari giunti di dilatazione in base alla dimensione ed alla natura del materiale e della superficie di posa per annullarne i prevedibili movimenti. B. BARRIERA AL VAPORE Se gli ambienti sottostanti alla copertura presenteranno particolari condizioni termoigrometriche l'Appaltatore avrà l'obbligo di proteggere dalla condensazione dei vapori provenienti dal basso sia il manto impermeabile che gli eventuali strati coibenti mediante l'applicazione di una barriera al vapore realizzata con strato di materiale impermeabile costituito, salvo diverse prescrizioni, da armatura inorganica (velo di vetro, foglio di alluminio) rivestita da spessori di prodotto bituminoso. C. LAVORI PREPARATORI E COMPLEMENTARI L'Appaltatore dovrà realizzare i piani di posa delle soglie e delle porte, dei balconi e dei davanzali in modo che siano in pendenza verso l'esterno. I muri perimetrali ai piani impermeabilizzati dovranno essere eseguiti così da ricavare alla loro base delle incassature i cui Sottofondi dovranno essere intonacati e raccordati al piano di posa; quindi si dovranno collegare le superfici orizzontali con quelle verticali impiegando lo stesso materiale utilizzato per l'impermeabilizzazione. Le zoccolature di marmo, gres o altro materiale e le facce a vista degli elementi di rivestimento dovranno essere incassate nella parete in modo da non sporgere. D. PRECAUZIONI Durante la realizzazione e la manutenzione di coperture impermeabili, l'Appaltatore dovrà tutelare l'integrità del manto evitando di poggiarvi sopra materiali o attrezzature che lo possano danneggiare. E. RIFACIMENTI Qualora si dovesse ripristinare una vecchia impermeabilizzazione senza dismetterla, l'Appaltatore dovrà considerarla alla stessa stregua di un piano di posa; dovrà quindi eliminare bolle, grinze, parti distaccate o fragili, pulire il manto impermeabile, trattarlo con primer, ripristinarlo impiegando materiali analoghi a quelli preesistenti ed infine provvedere alla posa in opera del nuovo.

IMPERMEABILIZZAZIONI STRATIFICATE MULTIPLE A CALDO Le impermeabilizzazioni multiple saranno realizzate con strati alternati a sfoglie di bitume ed a supporti bitumati. L'Appaltatore dovrà eseguirle rispettando le seguenti modalità: - spalmerà a freddo mediante pennello su superfici perfettamente asciutte e prive di polvere una quantità di soluzione non inferiore a 0,4 kg/mq. composta da bitume ossidato con solventi a rapida essiccazione; - provvederà a stendere un primo strato a caldo (180° - 200°C) di bitume ossidato o di mastice bituminoso, (in ragione di 1,5 - 2,5 kg/mq. a seconda delle caratteristiche del fondo); - applicherà quindi il primo supporto bitumato (guaina armata in poliesteri, cartonfeltro, guaina in velo vetro, ecc.), sovrapponendo i lembi per almeno cm 10 e scaldandoli a fiamma; - spalmerà a caldo, se richiesto un secondo strato di bitume; - stenderà gli strati successivi di guaine armate o altro, incrociando i teli e sfalsando i giunti sempre sovrapposti per almeno 10 cm. e saldati a fiamma. - stenderà, se richiesti, i previsti strati di scorrimento in tessuto non tessuto, in guaina forata o altro sia al di sotto delle guaine impermeabilizzanti che al di sopra prima della costruzione delle caldane.

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IMPERMEABILIZZAZIONE CON GUAINE DI GOMMA SINTETICA L'impermeabilizzazione effettuata con guaine di gomma sintetica o di altro materiale elastomerico, dovrà essere eseguita utilizzando prodotti aventi i requisiti richiesti dal presente capitolato. Lo spessore delle guaine non dovrà essere inferiore, salvo diversa prescrizione, a mm 1,5. Nel collocarle in aderenza, in semiaderenza o in indipendenza, l'Appaltatore dovrà tenere in considerazione la presenza della superficie di posa. In ogni caso la messa in opera dovrà essere preceduta da un trattamento con apposito primer e dall'applicazione sulla superficie del supporto di uno strato di velo di vetro bitumato incollato con bitume a caldo: - la posa in aderenza dovrà essere effettuata mediante incollaggio di bitume ossidato a caldo (180°-200°C) in ragione di 1,3-1,5 kg/mq. - la posa in semiaderenza dovrà essere effettuata interponendo uno strato perforato di tipo imputrescibile; - la posa in indipendenza dovrà essere effettuata stendendo le guaine sullo strato di separazione (che dovrà avere la faccia superiore trattata a talco o sabbiata in modo da impedire l'aderenza del manto) e predisponendo, secondo quanto prescritto dagli elaborati di progetto, degli ancoraggi nei terminali mediante sostanza adesive, bitumi a caldo o elementi metallici a pressione. La giunzione sia laterale che trasversale dei singoli teli di guaina dovrà essere eseguita stendendo i rotoli parallelamente e sovrapponendo i lembi adiacenti per almeno cm 10. Effettuata un'accurata pulizia dei lembi con solvente, l'appaltatore avrà l'obbligo di saldarli con le sostanze adesive consigliate dalla ditta produttrice della guaina. Non sarà consentito incrociare i teli in modo che risultino in parte paralleli ed in parte ortogonali rispetto all'andamento delle pendenze.

IMPERMEABILIZZAZIONE CON MALTA ASFALTICA La malta asfaltica ottenuta dalla miscelazione a caldo di mastice di rocce asfaltiche secondo le disposizioni contenute nel presente capitolato, dovrà possedere i requisiti richiesti al punto 2 delle norme UNI 4377. Sarà applicata secondo le norme UNI 5660-65 solo su superfici esenti da polvere ed asciutte le cui pendenze non superino 8%. L'Appaltatore, riscaldata la malta fino a raggiungere una temperatura non superiore ai 180°C, la mescolerà ed applicherà evitando inclusioni d'aria o do vapori; infine, dopo averla compressa e spianata, la stenderà a strati paralleli aventi lo spessore prescritto dagli elaborati di progetto spolverandola a caldo con sabbia silicea a grana fine ed uniforme. L'Appaltatore avrà cura di battere la sabbia finché non sarà incorporata nello strato di asfalto.

IMPERMEABILIZZAZIONE CON PRODOTTI LIQUIDI A BASE DI RESINE SINTETICHE L'Appaltatore dovrà eseguire l'impermeabilizzazione con prodotti a base di elastomeri liquidi sia monocomponenti che bicomponenti le cui caratteristiche tecniche sia conformi a quelle prescritte dal presente capitolato. Inoltre dovrà trattare i piani di posa con un idoneo primer da applicare, secondo le prescrizioni di progetto, a rullo, a spazzola o a spruzzo nella quantità minima di 100-150 g/mq. Se l'elastomero sarà bicomponente dovrà miscelare per almeno tre minuti mediante apposito strumento i due componenti che saranno forniti dal produttore in recipienti distinti contenenti l'esatto quantitativo; quindi verserà immediatamente il composto stendendolo sul piano di posa tramite una staggia dentata calibrata in modo che lo spessore di elastomero risulti quello prescritto. Dopo 2 o 3 ore stenderà un secondo strato impiegando la tecnica sopradescritta ed, infine, completerà l'operazione passando sopra lo strato un rullo frangibolle.

PROTEZIONE DELLE IMPERMEABILIZZAZIONI A. PROTEZIONE CON PITTURE METALLIZZANTI ALL'ALLUMINIO Sarà realizzata su coperture non praticabili che prevedono il manto impermeabile come ultimo elemento strutturale; quindi, essendo comunque necessaria una protezione, questa dovrà essere eseguita ugualmente anche se non è prevista dagli elaborati di progetto. La pittura verrà stesa in due mani successive di 0,20 kg/mq. e con un intervallo di tempo non inferiore alle 24 ore ed applicata sul manto perfettamente asciutto lavato e sgrassato. B. PROTEZIONE CON STRATO DI GHIAIETTO

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Questo genere di protezione verrà realizzato solo quando le pendenze non saranno superiori al 5%. L'Appaltatore dovrà stendere sopra il manto impermeabile uno strato di ghiaietto 15/25 dello spessore non inferiore a cm 6 i cui elementi lavati prima della messa in opera, dovranno rotondeggianti e privi di incrostazioni.

ART.15 PAVIMENTI

Si definisce pavimento l'insieme di materiali e componenti che costituisce l'ultimo strato superiore delle chiusure orizzontali e che svolge principalmente funzione di calpestio; di massima è costituito da strato di calpestio, collante o materiale di allettamento, sottofondo.

PRESCRIZIONI GENERALI In generale i materiali ed i componenti dei pavimenti dovranno garantire il rispetto delle: A. CONDIZIONI ACUSTICHE I pavimenti dovranno contribuire al rispetto delle condizioni acustiche e pertanto nella scelta dei materiali e nella posa in opera si dovranno osservare tutti gli accorgimenti necessari atti ad evitare l'esaltazione dei rumori, ad evitare vibrazioni e, specie in locali particolari, quali sale riunioni, auditorium, ecc., a consentire un parziale assorbimento acustico. B. CONDIZIONI DI ILLUMINAZIONE E COLORE I pavimenti dovranno avere un colore stabile alla luce, differenziato a seconda della destinazione d'uso dei locali, fermo restando il rispetto delle esigenze di flessibilità, e tale da rispondere alle funzioni ed attività che si svolgono nello spazio a cui sono destinati. C. CONDIZIONI DI SICUREZZA Nella scelta dei materiali e nella posa in opera dei pavimenti dovranno essere osservati tutti gli accorgimenti necessari al rispetto delle condizioni di sicurezza; i pavimenti dovranno avere coefficiente di attrito superiore a 0.4, essere antistatici, avere la classe di resistenza al fuoco prevista per i locali a cui sono destinati, essere posati accuratamente in modo da evitare avvallamenti e distacchi. D. CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE Nella scelta dei materiali si dovrà porre particolare attenzione al rispetto delle condizioni di conservazione in modo tale da garantirne la loro compattezza e durezza, per evitare sgretolamenti e deterioramenti, e da consentirne una facile sostituzione e pulizia. Il tipo, i materiali e le caratteristiche dei pavimenti dovranno essere quelli previsti dai disegni di progetto, dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e dalle eventuali disposizioni che la D.L. impartirà all'atto esecutivo. In carenza di quanto sopra, i pavimenti dovranno essere relazionati con la destinazione d'uso degli ambienti; indicativamente si adotteranno i seguenti pavimenti: - nei locali a diretto contatto con il terreno e adibiti ad usi tecnologici (centrale termica, depositi, ecc.), in piastrelle ceramiche monocottura trafilate o in gres rosso, o in cemento lisciato eseguito con dosature e caratteristiche specifiche all'uso e definite dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci. - all'esterno, su marciapiedi, camminamenti, ecc., in quadroni di cls lavato o sabbiato, o in piastre di porfido, complete di fugatura dei giunti in malta di cemento, o in altro materiale indicato dalla D.L. come gomma o simili. - all'esterno, su poggioli, terrazze, ecc., in piastrelle ceramiche monocottura con caratteristiche di antigelività, in quadroni di cls lavato o sabbiato o altro materiale indicato dalla D.L.. - negli ingressi, atrii, scale, pianerottoli, tenuto conto delle funzioni di detti spazi , potranno essere in marmo, in piastrelle ceramiche monocottura trafilate, atomizzate o pressate, in materiale sintetico ad alta resistenza all'usura come gomma, PVC omogeneo. - nelle cucine e nei servizi, in piastrelle ceramiche monocottura trafilate, atomizzate o pressate. - nei locali ad uso didattico od adibiti ad uffici, ecc., in piastrelle ceramiche monocottura trafilate, atomizzate o pressate, in PVC omogeneo. - nei locali palestra in gomma, linoleum sughero, PVC omogeneo o multistrato, legno, ecc.. - nelle stanze da letto dell'alloggio custode o in altri locali particolari, in legno lamellare o in mouquettes.

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In generale, per quanto riguarda dimensioni, caratteristiche, taglio, pezzatura ecc., si dovrà far riferimento alle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci; in particolare e/o in carenza di queste, i materiali dovranno rispondere alle seguenti caratteristiche: - i pavimenti in piastrelle ceramiche dovranno essere conformi alle norme UNICERAB con particolare riferimento alle caratteristiche di usura dovuta all'abrasione, al grado di durezza della superficie, alla resistenza al gelo, alla resistenza agli sbalzi di temperatura, alla resistenza agli acidi e agli alcali, alla stabilità del colore alla luce, alle caratteristiche di assorbimento d'acqua, ecc.; - i pavimenti in PVC omogeneo dovranno essere conformi alla Norme UNI 70-71-72 ed al BS 3261 A, dovranno essere pressati a strato unico, avere spessore minimo di mm 2, essere posti in opera a giunti saldati, avere ottima resistenza all'usura, all'azione di sostanze chimiche ed avere omologazione alla classe 2 di resistenza al fuoco idoneamente certificata e documentata. Tutti i pavimenti dovranno essere posti in opera secondo le prescrizioni delle ditte produttrici (esempio: temperatura ed umidità), i sottofondi dovranno essere di tipo idoneo al pavimento impiegato, i collanti impiegati dovranno essere di prima qualità e ad alta resistenza agli agenti chimici. I pavimenti dovranno essere posti in opera secondo le indicazioni della D.L. che potrà richiedere pose particolari, quali fuga larga, posa a 45 gradi, ecc., senza che l'Appaltatore abbia diritto ad alcun compenso di sorta. In generale tutti i locali dovranno essere muniti di battiscopa secondo le indicazioni della D.L. e le relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci.

POSA La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo o genere dovrà venire eseguita in modo che la superficie risulti perfettamente piana ed osservando scrupolosamente le disposizioni che saranno impartite dalla D.L.. I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro, dovranno risultare perfettamente fissati al sottostrato e non dovrà verificarsi nelle connessure dei diversi elementi a contatto la minima ineguaglianza. I pavimenti dovranno essere consegnati perfettamente finiti, compresi eventuali trattamenti prescritti, senza macchie di sorta. Resta stabilito contrattualmente che per un periodo di almeno 10 giorni dopo l'ultimazione di ciascun pavimento, l'Appaltatore avrà l'obbligo di impedire l'accesso a qualunque persona nei locali, anche per pavimenti costruiti da altre ditte. Ove i pavimenti risultassero in tutto o in parte danneggiati per il passaggio abusivo di persone o per altre cause, l'Appaltatore dovrà a sua cura e spese ricostruire le parti danneggiate. L'Appaltatore ha l'obbligo di presentare alla direzione dei lavori i campioni dei pavimenti che saranno prescritti. Tuttavia la D.L. ha piena facoltà di provvedere il materiale di pavimentazione. L'Appaltatore, se richiesto, ha l'obbligo di provvedere alla posa in opera al prezzo indicato nell'elenco ed eseguire il sottofondo giusto le disposizioni che saranno impartite dalla D.L. stessa. Per quanto concerne gli interventi da eseguire su manufatti di particolare valore storico - artistico, l'Appaltatore dovrà evitare l'inserimento di nuovi elementi; se non potesse fare a meno di impiegarli per aggiunte o parziali sostituzioni, essi saranno realizzati con materiali e tecniche che ne attestino la modernità in modo da distinguerli dagli originali. In presenza di figurazioni di vario tipo, anche geometriche, realizzate con materiali e colorazioni varie, gli interventi di ripristino, sostituzione, integrazione, restauro o conservazione dovranno essere di volta in volta attentamente valutati ed eseguiti secondo le disposizioni progettuali e le istruzioni della D.L.. Si dovranno riconoscere i materiali originari, la loro provenienza ed il tipo do lavorazione per poter quindi orientare la scelta dei materiali necessari all'intervento. Se richiesto le parti di integrazione costituenti le decorazioni potranno essere trattate in modo tale da essere riconoscibili come non originali. A. SOTTOFONDI Il piano destinato alla posa dei pavimenti, di qualsiasi tipo essi siano, dovrà essere opportunamente spianato mediante un sottofondo, eventualmente armato, in guisa che la superficie di posa risulti regolare e parallela a quella del pavimento da eseguire alla profondità necessaria. Il sottofondo potrà essere costituito, secondo gli ordini della D.L., da un massetto di calcestruzzo idraulico o cementizio o da un impasto di calce e cocciopesto, di spessore non minore di cm 5 in via normale, che dovrà essere gettato in opera a tempo debito per essere lasciato stagionare almeno 10 giorni. Prima della posa del pavimento le lesioni eventualmente

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manifestatesi nel sottofondo saranno riempite e stuccate con boiacca di calce o cemento e quindi rasate a livello. Nel caso che si richiedesse un massetto di notevole leggerezza la D.L. potrà prescrivere che sia eseguito in calcestruzzo alleggerito con argilla espansa, vermiculite, additivi aeranti, ecc. Quando i pavimenti dovessero poggiare su materiali comunque comprimibili, il massetto dovrà essere costituito da uno strato di conglomerato di congruo spessore, eventualmente armato, da gettare sopra un piano ben costipato e fortemente battuto, in maniera da evitare qualsiasi successivo cedimento. B. PAVIMENTI IN COTTO Tale pavimento potrà essere costituito con piastrelle di cotto forte o comune di qualsiasi formato, grana o spessore, comunque posato. Sopra il massetto sarà steso uno strato di malta grassa crivellata sul quale si poseranno, secondo il disegno stabilito, i vari elementi in cotto, comprimendoli e battendoli sia a mano che con apposito apparecchio a vibrazione. Le connessure dovranno essere ben allineate e stuccate con apposita malta di cemento eventualmente addittivata con coloranti e prodotti antiritiro, secondo le disposizione della D.L.. La larghezza delle connessure sarà compresa tra 2-4 mm. a seconda della precisione produttiva del cotto impiegato. Dopo almeno 30 gg. dalla posa, si procederà ai trattamenti superficiali di finitura prescritti dal progetto e indicati nell'elenco prezzi. C. PAVIMENTI IN CEMENTO E GRANIGLIA O IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO IN GENERE Tali pavimenti saranno posati sopra un letto di malta cementizia disteso sopra il massetto; le mattonelle saranno ben battute anche con apposito apparecchio vibrante. Le connessure dovranno essere inferiori ad 1 mm. e saranno stuccate con cemento o con appositi prodotti che verranno indicati dalla D.L.. Dopo circa 30 gg. dalla posa si procederà alla loro arrotatura e levigatura con apposito apparecchio ad umido, passando dalle mole più grossolane a quelle più fini. Infine si eseguirà il trattamento di lucidatura finale impiegando prodotti specifici che verranno prescritti dalla D.L.. D. PAVIMENTI IN MATTONELLE GREIFICATE Se la posa avverrà a cemento sul massetto, ben tirato e costipato ancora umido, si eseguirà uno spolvero di cemento puro; successivamente si poseranno le mattonelle preventivamente bagnate per immersione e si batteranno con apposito apparecchio vibrante, curando che non si formino gradinature ed accostando perfettamente le varie mattonelle. Infine si satureranno tutte le connessure con boiacca di cemento bianco, grigio o colorato per armonizzarsi col colore delle mattonelle. Se la posa avverrà mediante appositi collanti, questi verranno stesi , con adatta spatola dentata, su un massetto stagionato, ben costipato, tirato a fratazzo fine e perfettamente livellato. La stuccatura della connessure avverrà con specifico prodotto indicato dalla D.L.. In entrambi i casi dopo la stuccatura si provvederà alla pulizia finale mediante passaggi ad umido con segatura o apposito spazzolone rotante. E. PAVIMENTI IN LASTRE DI MARMO Per tali pavimenti varranno le stesse norme stabilite per i pavimenti in mattonelle di cemento. A seconda dal tipo di marmo impiegato e della finitura richiesta, la D.L. potrà richiedere la stuccatura di tutte le fessure, piccoli fori o cavilli presenti sulla faccia a vista del marmo, prima della levigatura. Se richieste saranno poste in opera lame di separazione in ottone per la formazione di giunti di dilatazione o per la separazione di pavimenti contigui di diverso materiale o colore. F. PAVIMENTI ALLA VENEZIANA (SEMINATI) Sul sottofondo preventivamente preparato in conglomerato cementizio o in calce e coccio pesto, sarà disteso uno strato di malta composta da sabbia e cemento (o calce) colorato misto a graniglia, nella quale verranno incorporate, mediante accorta semina, scaglie di marmo, il tutto secondo i colori e le granulometrie prescritte. Detto strato verrà costipato e battuto a rifiuto, dopo aver inserito, nelle posizioni e con la cadenza ordinata dalla D.L., lame di ottone dello spessore di 1-2 mm., con funzione di giunti di dilatazione. Per pavimenti con zone, fasce o decorazioni di diverso colore, la gettata della malta colorata sarà effettuata con i necessari accorgimenti atti a dare disegni ben contornati. Quando è previsto l'inserimento di cubetti di marmo o tessere formanti un preciso disegno, questi dovranno essere posati sul piano di posa prima della gettata della malta di cui sopra. La qualità dei pigmenti dovrà essere adatta all'impasto in modo da non provocarne la disgregazione; I marmi in scaglie da mm 10 a mm 25, dovranno essere non gessosi ed il più possibile duri (giallo, rosso e bianco di Verona, rosa di Asiago, grigio carnico, verde alpi, nero e rosso di Levanto, bianco e bardiglio di Serravezza, bianco d'Istria, bronzetto di Trani, ecc.). I

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cubetti di marmo di Carrara o altro dovranno essere pressoché perfettamente cubici e delle dimensioni prescritte, con esclusione degli smezzati. Le varie fasce e decorazioni dovranno essere eseguite come da disegni di progetto. L'arrotatura e lucidatura sarà effettuata ad umido con mole del tipo più adatto e di granulometria via sempre più fine. Tale operazione, in alcune zone o per alcuni particolari, a richiesta della D.L., dovrà essere eseguita a mano. Trascorsi alcuni giorni si eseguiranno sulla superficie i cicli di protezione e lucidatura mediante olio di lino crudo, cere od altro secondo quanto prescritto. G. PAVIMENTI IN LEGNO (PARCHETTI) Tali pavimenti dovranno essere eseguiti nelle essenze indicate nel progetto e nelle varie voci dell'elenco prezzi, impiegando materiali di prima scelta, perfettamente stagionati e profilati, di tinta e grana uniforme. Le dogarelle, per ogni tipo di posa (a correre, a spina di pesce, a quadrotti, a listoni, a bastimento, ecc.), di qualunque formato e dimensione saranno incollate su sottofondo perfettamente asciutto o, secondo le prescrizioni progettuali, unite a maschio e femmina e chiodate, con chiodi inossidabili, su una orditura di listelli di legno (magatelli) della sezione di mm 30x30 ed interasse non superiore a cm 30. Tale orditura potrà essere annegata nel massetto di sottofondo (nel qual caso avrà una sezione a coda di rondine) o chiodata sul tavolato in legno del solaio, anche mediante spessorazioni atte a renderla perfettamente piana; successivamente si provvederà a rasare tale orditura con calcestruzzi alleggeriti fino ad ottenere una superficie perfettamente piana e chiusa. La posa in opera si effettuerà solo a completa asciugatura del sottofondo accertata con apposito strumento misuratore e dovrà essere fatta a perfetta regola d'arte, senza discontinuità, gibbosità od altro. Potranno essere previsti bindelli di distacco tra il campo e la fascia perimetrale di quadratura. Dopo la lamatura i pavimenti dovranno essere puliti e trattati a vernice o a cicli di cerature, anche colorate, secondo le indicazioni progettuali. Potranno essere richieste, nel caso di particolari restauri, tinteggiature con mordenti. H. PAVIMENTI IN CIOTTOLI DI FIUME I ciottoli costituenti tali pavimentazioni saranno di pezzatura adeguata agli usi locali tradizionali e comunque non superiore a cm 6-8 e saranno vagliati in modo da avere dimensioni costanti. La loro posa potrà avvenire per file sfalsate, per file poste a 45°, alla rinfusa o secondo altri usi locali tradizionali, sempre previa approvazione da parte della D.L.. I ciottoli verranno posati su un letto di sabbia lavata dello spessore minimo di cm 6, ben bagnata e costipata, curando che siano tra loro ben serrati e che gli interstizi siano ridotti al minimo compatibilmente con le loro dimensioni. Tutta la superficie verrà quindi intasata fino a rifiuto con stesa di sabbia lavata bagnata, la cui costipazione potrà essere eseguita a mano o con apposita apparecchiatura presso-vibrante. Dopo aver ottenuto la massima costipazione della sabbia umida, verrà effettuato uno spolvero di cemento, o altro legante idraulico a scelta della D.L., in modo da rendere più consistente il materiale di riempimento. Infine, mediante segatura bagnata o sabbia, verrà eseguita la pulizia in modo che i ciottoli risultino perfettamente puliti da ogni traccia di legante. I. PAVIMENTI PAVIMENTO INDUSTRIALE Il progetto prevede, nei locali a destinazione produttiva, la realizzazione di un pavimento industriale di spessore cm 10. Il pavimento sarà eseguito in conglomerato cementizio additivato con fibre a prestazione garantita secondo le norme UNI EN 206-1, UNI 11104 in conformità al DM 14/09/2005 con classe di esposizione XC1-XC2 e resistenza caratteristica minima Rck 30, armato con rete elettrosaldata costituita da tondini in acciaio FeB44k (acciaio B450C - NTC 2008 di cui al D.M. 4.01.2008) di diametro 8 mm e maglia 20x20 cm e con strato superificiale antiusura costituito da aggregato minerale al quarzo corindone, additivi speciale ed ossidi coloranti in ragione di 5 kg/m² nel colore a scelta della D.L.. Il pavimento inoltre dovrà essere in possesso di un coefficiente di attrito conforme a quanto previsto dal DPR 24 luglio 1996, n°503 recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici. Nel prezzo si intendono compresi e compensati gli oneri per la formazione delle pendenze, il taglio in profondità e la formazione di giunti elastici di frazionamento in pvc formanti riquadri da 4.00x4.00 m e comunque non superiori a 20.00 m², la formazione di giunto di dilatazione strutturale sui quattro lati ogni 1000 mq costituito da cassero metallico a perdere con inserito barrotto di diametro 14 mm e lunghezza 60 cm ogni 50 cm integrato nel getto. E' altresì compresa la progettazione esecutiva, la stesura a laser, l'isolamento perimetrale contro le murature eseguito con strisce di polistirene espanso dello spessore di 10 mm, l'idonea protezione delle pareti perimetrali per un'altezza fino a 1.00 m, la formazione delle pendenze, la posa di profilo angolare in acciaio in corrispondenza delle

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soglie, la levigatura finale, la successiva pulitura superficiale con idonei detergenti, la risciacquatura assorbendo l'acqua in eccesso con idonei sistemi, la pulizia e l'asporto del materiale di risulta a fine lavoro, la raccolta differenziata del materiale di risulta, il carico, lo scarico, ed il conferimento con trasporto a qualsiasi distanza stradale del materiale, l'indennità dovuta per lo smaltimento (codici CER 17.01.07, 17.09.04), il rispetto della marcatura CE per i prodotti da costruzione prevista dalla Direttiva 89/106/CEE recepita dal DPR 21.04.93, n. 246 e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte. spessore 10 cm.

ART.16 INTONACI

Si definisce intonaco lo strato di materiali e componenti che si applica sulla superficie esterna ed interna delle chiusure opache, al fine di predisporle all'ultima finitura (pitturazioni, rivestimenti, ecc.). Gli intonaci dovranno essere differenziati a seconda dell'uso dei locali a cui sono destinati, dovranno essere resistenti agli agenti atmosferici e al fuoco, dovranno avere una perfetta aderenza con le murature con particolare riferimento ad intonaci su superfici in cls; l'Appaltatore dovrà adottare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare fenomeni di distacco, impiegando, se necessario e a proprie spese, materiali integrativi (additivi) o sistemi alternativi. Per gli intonaci interni il legante utilizzato dovrà essere per tipo, caratteristiche ed impiego quello previsto dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e soddisfare le eventuali disposizioni che la D.L. emanasse all'atto esecutivo; di norma nelle cucine e nei servizi l'intonaco dovrà essere eseguito in malta di calce idraulica con strato a finire in malta di calce aerea. Dove tecnicamente possibile ed a giudizio insindacabile della D.L. è ammesso l'uso di intonaci premiscelati di tipo pronto o a base di gesso e resine. Gli intonaci dovranno essere eseguiti in modo perfetto garantendo la durabilità nel tempo, senza arricciature e lesioni, ed una perfetta riuscita delle pitturazioni e dei rivestimenti.

ESECUZIONE Gli intonaci dovranno essere eseguiti in stagione opportuna, dopo aver rimossa dei giunti delle murature la malta eccedente, ripulita e abbondantemente bagnata la superficie della parete stessa. Gli intonaci, di qualunque specie (lisci, a superficie rusticata, a bugne. ecc.) non dovranno presentare cavillature, crepature, gibbosità, irregolarità nella finitura superficiale, negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti. Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno essere demoliti e rifatti a cura e spese dell'Appaltatore. La calce da usarsi negli intonaci dovrà essere estinta da almeno tre mesi per evitare sfioriture e screpolature, verificandosi le quali sarà a carico dell'Appaltatore il fare tutte le riparazioni occorrenti. Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore ai mm 15. Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti a spigolo vivo oppure con opportuno arrotondamento a seconda delle disposizioni della D.L., si inserirà comunque al loro interno un'armatura metallica salvaspigoli in lamierino inox stirato. Particolarmente per ciascun tipo di intonaco si prescrive quanto appresso: A. INTONACO GREZZO O ARRICCIATURA Predisposte le fasce verticali, sotto regola di guida, in numero sufficiente, verrà applicato alle murature un primo strato di malta idraulica o bastarda detto rinzaffo, gettato con forza in modo che possa penetrare nei giunti e riempirli. Dopo che questo strato sarà alquanto asciutto, si applicherà su di esso un secondo strato della medesima malta che si stenderà a cazzuola o col fratazzo stuccando ogni fessura e togliendo ogni asperità, sicché le pareti riescano per quanto possibile regolari. B. INTONACO COMUNE O CIVILE Appena l'intonaco grezzo avrà preso consistenza, si stenderà su di esso un terzo strato di malta fina che si conguaglierà con le fasce di guida per modo che l'intera superficie risulti piana ed uniforme, senza ondeggiamenti e disposta a perfetto piano verticale o secondo i piani o le superfici comunque sagomate degli intradossi. C. INTONACI COLORATI

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Per gli intonaci delle facciate esterne potrà essere ordinato che alla malta da adoperarsi sopra l'intonaco grezzo siano mischiati i colori che verranno indicati per ciascuna parte delle facciate stesse. Per dette facciate potranno venire ordinati anche graffiti, che si otterranno aggiungendo ad uno strato di intonaco colorato, come sopra descritto, un secondo strato pure colorato ad altro colore che poi verrà raschiato, secondo opportuni disegni, fino a far apparire il precedente. Il secondo strato di intonaco colorato dovrà avere lo spessore di almeno mm 2. D. INTONACO A STUCCO Sull'intonaco grezzo sarà sovrapposto uno strato alto almeno mm 4 di malta per stucchi che verrà spianata con piccolo regolo e governata con la cazzuola così da avere pareti perfettamente piane nelle quali non sarà tollerata la minima imperfezione. Ove lo stucco debba colorarsi, nella malta verranno stemperati i colori prescelti dalla D.L.. E. INTONACO A STUCCO LUCIDO Verrà preparato con lo stesso procedimento dello stucco semplice; l'abbozzo deve essere preparato con più diligenza, di uniforme grossezza e privo di fenditure. Spianato lo stucco prima che esso sia asciutto si bagna con acqua in cui sia sciolto del sapone di Marsiglia e quindi si comprime e si tira a lucido con ferri caldi, evitando qualsiasi macchia, la quale sarà sempre da attribuire a cattiva esecuzione del lavoro. Terminata l'operazione si bagna lo stucco con la medesima soluzione saponacea, lisciandolo con panno. Talvolta può essere previsto uno stucco in cui sia incorporato dell'olio di lino cotto sbiancato o colle di origine animale o vegetale. Anche la lisciatura finale potrà essere eseguita con stesa a caldo di olio di lino sbiancato e/o cere vergini, seguita da una lucidatura con panno. F. INTONACO CON RASATURA A CALCE Sull'intonaco finito al civile verrà steso un sottile strato di malta costituita da grassello di calce, polvere di pietra, pigmenti inorganici. Questo strato verrà quindi rasato con fratazzo metallico togliendo tutte le eccedenze, fino a far trasparire i granuli dell'intonaco al civile. Tale lavorazione dovrà essere fatta preferibilmente in ambiente reso alquanto umido onde evitare eccessivi ritiri non uniformi dello strato di rasatura. G. RABBOCCATURE Le rabboccature che occorressero su muri vecchi o comunque non eseguiti con faccia a vista in malta o su muri a secco, saranno formate con malta idraulica o bastarda. Prima dell'applicazione della malta le connessure saranno diligentemente ripulite, fino a conveniente profondità, lavate con acqua abbondante e profilate con apposito ferro.

DECORAZIONI Nelle facciate esterne, nei pilastri e nelle pareti interne, saranno formati i cornicioni, le cornici, le lesene, gli archi, le fasce, gli aggetti, le riquadrature, i bassifondi, ecc., in conformità dei particolari che saranno forniti dalla D.L., nonché fatte le decorazioni, anche policrome, che pure saranno indicate sia con colore che a graffito. L'ossatura dei cornicioni, delle cornici e delle fasce, sarà formata sempre in costruzione con più ordini di pietre o di mattoni e anche in conglomerato semplice od armato, secondo lo sporto e l'altezza che le conviene. Per i cornicioni di grande sporto saranno adottati i materiali speciali che prescriverà la D.L., oppure sarà provveduto alla formazione di apposite lastre in cemento armato con o senza mensole. Tutti i cornicioni saranno contrappesati opportunamente e, ove occorre, ancorati alle murature inferiori. Per le pilastrate o mostre di porte e finestre, quando non sia diversamente disposto dalla D.L., l'ossatura dovrà sempre venire eseguita contemporaneamente alla costruzione. Predisposti i pezzi dell'ossatura nelle stabilite proporzioni e sfettate in modo da presentare l'insieme del proposto profilo, si riveste tale ossatura con un grosso strato di malta e si aggiusta alla meglio con la cazzuola; prosciugato questo primo strato si abbozza la cornice con un calibro o sagoma di legno, appositamente preparato ove sia tagliato il contro profilo della cornice che si farà scorrere sulla bozza con la guida di un regolo di legno; l'abbozzo come avanti predisposto, sarà poi rivestito con apposita malta di stucco da tirarsi e lisciarsi convenientemente. Quando nella costruzione delle murature non siano state predisposte le ossature per lesene, cornici, fasce, ecc., e queste debbano quindi applicarsi completamente in aggetto, o quando siano troppo limitate rispetto alla decorazione, o quando infine possa temersi che la parte di rifinitura delle decorazioni, per eccessiva sporgenza o per deficiente aderenza all'ossatura predisposta, col tempo possa staccarsi, si curerà di ottenere un maggiore e più solido collegamento della

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decorazione sporgente alle pareti o alle ossature mediante infissione in esse di adatti chiodi collegati tra loro con filo di ferro di diametro adeguato o con rete di tondini di ferro saldati tra loro, formanti maglia di cm. 10 di lato. Per le decorazioni in genere, siano queste da eseguirsi a stucco, in cemento od in pietra, l'Appaltatore è tenuto ad approntare il relativo modello in gesso al naturale, a richiesta della D.L..

PITTURAZIONI Si definisce pitturazione lo strato finale composto da materiali aventi particolari proprietà atte a proteggere dal deterioramento causato dall'uso, dagli agenti atmosferici od altro. Per garantire risultati perfetti delle pitturazioni dovranno essere impiegati materiali delle migliori marche in commercio, di primissima scelta e qualità, fornite in cantiere in colli originali e sigillati. Di norma dovranno essere pitturati tutti i materiali metallici, dove non preverniciati a caldo e dove, per qualsiasi motivo, a giudizio insindacabile della D.L. non sia sufficiente la zincatura, tutte le parti in legno, tutte le parti intonacate e tutte le superfici in cls a vista. Di norma all'interno, salvo diversa indicazione, si dovrà eseguire una idropittura lavabile nei locali didattici e ad alta concentrazione di persone (corridoi, atrii, vani scale, sale riunioni e ricreative, ecc.), semilavabile negli altri casi. I tipi di finitura, le caratteristiche dei prodotti, i cicli di pitturazione, ecc., dovranno essere quelli previsti dal progetto, dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e dalle eventuali disposizioni che la D.L. emanasse all'atto esecutivo. PRESCRIZIONI GENERALI Il ciclo di pitturazione dovrà di norma comprendere la preparazione delle superfici, l'applicazione dei prodotti di fondo, della prima mano di copertura e della finitura vera e propria; le varie fasi del ciclo, in carenza di quanto sopra, avranno le seguenti caratteristiche: A. PREPARAZIONE Le superfici in metallo dovranno essere preparate accuratamente in rapporto alle condizioni del metallo: a titolo indicativo ci si potrà riferire alle "Specifiche per la preparazione delle superfici di strutture in acciaio" elaborate dal SSPC-USA (vedi pagg.175-327 de "La pitturazione delle costruzioni in acciaio" ed.Italsider Genova, via Corsica 4); Le superfici in legno dovranno essere accuratamente stuccate e carteggiate; Le superfici intonacate, se necessario, dovranno essere accuratamente carteggiate fino a perfetta riuscita. B. FONDO Le superfici in metallo dovranno essere trattate con due mani di antiruggine ai cromossidi o trattate con zincatura a caldo eseguita a lavorazioni meccaniche ultimate; Sulle superfici in legno il fondo dovrà essere costituito da una mano di impregnante stabilizzante-protettivo, per le superfici che dovranno essere pitturate con materiale trasparente, o da una imprimitura con materiale idoneo, per superfici che dovranno essere trattate diversamente; Sulle superfici intonacate il fondo dovrà essere costituito da un'imprimitura che permetta la perfetta aderenza della pitturazione. C. COPERTURA La copertura, o comunemente prima mano, oltre ad essere indispensabile per coprire lo strato di fondo dovrà avere la funzione di collegamento fra il fondo stesso e lo strato successivo. D. FINITURA La finitura che conclude il ciclo della pitturazione dovrà avere una funzione specificatamente protettiva nei confronti del deterioramento causato dall'uso e dagli agenti atmosferici, essere di tonalità a scelta della D.L., assicurare il massimo comfort visivo, contribuire ad evitare fenomeni di condensazione superficiale ed essere di facile manutenzione.

ESECUZIONI PARTICOLARI Le opere dovranno eseguirsi di norma combinando opportunamente le operazioni elementari e le particolari indicazioni che seguono. La D.L. avrà la facoltà di variare a suo insindacabile giudizio le opere elementari indicate appresso, sopprimendone alcune od aggiungendone altre che ritenesse più adatte al caso specifico. Il prezzo dell'opera potrà quindi subire variazioni in più o in meno in relazione alle varianti introdotte ed alle indicazioni della tariffa prezzi.

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A. TINTEGGIATURA A CALCE Tale tinteggiatura degli intonaci interni e la relativa preparazione consisterà in: 1) spolveratura e raschiatura delle superfici; 2) prima stuccatura a gesso e colla; 3) levigatura a spatola o carta vetrata; 4) applicazione di due mani di tinta a calce. Gli intonaci nuovi dovranno già aver ricevuto la mano di latte di calce denso o di colla a freddo. B. TINTEGGIATURA A COLLA E GESSO Sarà eseguita come di seguito: 1) spolveratura e pulitura superfici; 2) prima stuccatura a gesso e colla; 3) levigatura con carta vetrata o spatola; 4) spalmatura di colla temperata; 5) rasatura dell'intonaco ed ogni altra preparazione; 6) applicazione di due mani di tinta a colla e gesso. Tale tinteggiatura potrà essere eseguita a mezze tinte oppure a tinte forti o con colori fini. C. VERNICIATURA AD OLIO Tali verniciature su intonaci interni saranno eseguite come di seguito: 1) spolveratura e raschiatura delle superfici; 2) prima stuccatura a gesso e colla; 3) levigatura con carta vetrata o spatola; 4) spalmatura di colla forte; 5) applicazione di una mano preparatoria di vernice ad olio con aggiunta di acquaragia ed eventualmente essicativo; 6) stuccatura con stucco ad olio; 7) accurato levigamento con carta vetrata e lisciatura; 8) seconda mano di vernice ad olio meno diluita; 9) terza mano di vernice ad olio senza diluente. Per la verniciatura comune delle opere in legno le operazioni elementari si svolgeranno come per la verniciatura degli intonaci con omissione delle operazioni 2 e 4; per le opere in ferro, l'operazione 5 sarà sostituita con stesa di antiruggine, la 7 sarà limitata ad un conguaglio della superficie e si ometteranno le operazioni 2,4,6. D. VERNICIATURE A SMALTO COMUNE Saranno eseguite con appropriate preparazioni, a seconda del grado di finitura richiesto ed a seconda del materiale da ricoprire (intonaci, opere in legno, in ferro, ecc.). A superficie preparata si eseguiranno le seguenti operazioni: 1) applicazione di una mano di vernice a smalto leggermente diluita; 2) leggera carteggiatura fine; 3) applicazione di una seconda mano di vernice a smalto senza diluizione. E. VERNICIATURE CON VERNICI PIETRIFICANTI E LAVABILI a) tipo con superficie finita liscia o a "buccia d'arancia": 1) spolveratura, ripulitura e levigatura delle superfici con carta vetrata; 2) stuccatura a gesso e colla; 3) mano di leggera soluzione fissativa di colla in acqua; 4) applicazione di uno strato di standolio con leggera aggiunta di biacca in pasta, il tutto diluito in acquaragia; 5) applicazione a pennello di due strati di vernice a base di bianco di titanio diluita con acquaragia e con aggiunta di olio di lino cotto in piccola percentuale; il secondo strato sarà eventualmente battuto con spazzola per ottenere la superficie a "buccia d'arancia". b) tipo battuto con superficie a rilievo: si ripetono le operazioni sopra elencate dai nn. 1 a 3 per il tipo E). Indi: 4) applicazione a pennello di uno strato di vernice come sopra cui sarà aggiunta del bianco di Meudon in polvere nella percentuale occorrente per ottenere il grado di rilievo desiderato; 5) battitura a breve intervallo dall'applicazione 4), eseguita con apposita spazzola, rulli di gomma, ecc.. F. TRATTAMENTO AD ENCAUSTO

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Dovrà essere eseguito così come prescritto nella voce d'elenco e secondo le istruzioni che verranno impartite dalla D.L.. Saranno ammesse, previa approvazione della D.L., varianti alle modalità di esecuzione e alle miscele di prodotti da impiegare, sempre comunque nel rispetto dei metodi tradizionali. Dovranno essere eseguite adeguate campionature che, dopo il necessario periodo di stagionatura, saranno valutate sia per quanto attiene al colore che per la lucidatura finale; solo dopo accettazione da parte della D.L. di tali campioni, verrà decisa l'applicazione.

ART.17 RIVESTIMENTI

Si definisce rivestimento l'insieme di materiali e componenti applicato per costituire l'ultimo strato di finitura delle chiusure verticali interne o esterne, avente particolari caratteristiche di resistenza all'usura, all'umidità, agli agenti atmosferici, chimici, ecc.. I rivestimenti in genere dovranno essere delle migliori marche e tipi in commercio ed essere posti in opera secondo le indicazioni delle ditte produttrici e con tutti gli accorgimenti necessari per dare il lavoro finito a regola d'arte.

RIVESTIMENTI INTERNI I rivestimenti dovranno essere posti in opera nei locali previsti dal progetto e comunque in quelli che la D.L. ritenesse opportuno, dovranno essere di tipo idoneo e con le caratteristiche previste dalle relative voci di Elenco Prezzi. Di norma dovranno essere sempre rivestite, in tutto od in parte, le pareti della palestra, dell’aula magna, dei servizi igienici e in generale tutti i locali a presenza d'acqua; le pareti dovranno essere rivestite secondo quanto previsto dal progetto o secondo le disposizioni che la D.L. emanasse all'atto esecutivo; in assenza di disposizioni particolari, le pareti dei servizi igienici dovranno essere rivestite su tutto il perimetro per un'altezza minima di m. 2,00. I rivestimenti ceramici dovranno essere eseguiti con piastrelle di tipo, dimensioni e caratteristiche previste dalle relative voci di Elenco Prezzi e comunque conformi alle norme UNICERAB.

RIVESTIMENTI ESTERNI

I rivestimenti esterni dovranno essere del tipo e delle caratteristiche come da progetto e dalle relative voci di Elenco Prezzi. Nel caso sia previsto un rivestimento in intonaco silossanico, questo dovrà essere dei migliori tipi e marche in commercio, con idonee caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici, di impermeabilità all'acqua, di antigelività e di stabilità del colore, dovrà garantire nei componenti e nella posa in opera una perfetta riuscita senza inconvenienti di sorta (bolle, screpolature, ecc.), dovrà essere posto in opera nelle tinte e finiture (fine, rustico, graffiato, ecc.) a scelta della D.L.. Nel caso sia previsto l'utilizzo di un sistema protettivo a "cappotto", si dovranno adottare tutti gli accorgimenti necessari a garantire l'insieme tecnologico immune da difetti ed inconvenienti di sorta; il sistema di fissaggio alla muratura dovrà essere eseguito con colle speciali ad alta resistenza in combinazione con ancoraggio meccanico mediante idonea chiodatura; il materiale isolante dovrà essere di tipo e caratteristiche previste dalle relative voci di Elenco Prezzi; la rete portaintonaco dovrà essere in fibra idonea e fissata con collante a doppio strato ad alta resistenza; lo strato a finire dovrà essere in intonaco silossanico di tipo idoneo ed approvato dalla D.L. nelle tinte e finiture a scelta della D.L.. In ogni caso, l'insieme tecnologico adottato dovrà essere preventivamente sottoposto alla D.L. per l'approvazione, sia nei singoli componenti che nel suo complesso, e dovrà essere garantito, senza deterioramenti, agli urti derivanti da un uso ordinario e, con minima ed economica manutenzione, per una durati pari a quella dell'edificio. Per i sistemi costruttivi a facciata ventilata, il progetto prevede due modalità di intervento: - La parte superiore, facciata ventilata con pannelli in fibrocemento, con sottostruttura in legno avvitata con viti di sicurezza a distanza su pannello interno in legno tipo X-LAM. I pannelli di fibro-cemento devono essere incombustibili ed ingelivi, smussati e squadrati secondo necessità. I colori, del medesimo tono anche nella massa, dovranno essere inalterabili. Le lastre devono essere preservate dalle intemperie e dai danni meccanici in cantiere. Tutte le fughe verticali, gli angoli interni ed esterni dovranno essere protetti con guarnizioni in gomma EPDM. Le fughe orizzontali devono essere eseguite con profili ad L tipo sgocciolatoio in alluminio;

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- La parte inferiore, facciata ventilata composta da struttura in alluminio e da paramento in granito ceramico. La struttura di sostegno proposta è composta di profili e staffe entrambi ricavati da estrusione di lega d'alluminio 6063-T6 rispondenti alle norme UNI EN 1090 3-2008 dello spessore minimo di 2 mm come esplicitamente richiesto dalle normative stesse. La struttura è vincolata al supporto con particolari accorgimenti atti ad assorbire dilatazioni e/o ritiri dovuti a escursioni termiche e a piccoli movimenti del supporto, senza che il paramento esterno risenta delle sollecitazioni. La sicurezza di tutto il sistema dovrà essere garantita da una verifica caso per caso in base alle norme vigenti: EUROCODICE 1 (UNI EN 1991-1-1:2004), DIN 1055 (carichi sulle strutture); UNI 11018-2003 (progettazione per facciate ventilate);UNI EN 1090-3:2008, UNI EN 1999-1-1:2007 - EUROCODICE 9, (progettazione e calcolo delle strutture in alluminio); UNI EN 1993-1-4:2007 - EUROCODICE 3 (calcolo e verifica strutture in acciaio inossidabile). Il sistema con fissaggi nascosti a scomparsa prevede una predisposizione delle lastre di paramento, che consiste in una lavorazione meccanica da eseguire sul retro della lastra ed il successivo inserimento di speciali inserti in acciaio. Questa predisposizione è specificatamente studiata per l' ancoraggio di graffe che saranno poi agganciate al profilo orizzontale. Fissaggi sul supporto esistente, di staffe di sezione ad "L" fissate mediante tasselli opportunamente dimensionati ed adatti al tipo di supporto. Fissaggio di profilo montante di sezione a "T" sulle staffe mediante rivetti, con "punto fisso" e "punto scorrevole", come risulterà dal progetto esecutivo. Fissaggio, sui profili montanti per mezzo di rivetti, di profili correnti orizzontali asolati. Su questi profili verranno agganciate le lastre già predisposte con le graffe sul retro. Questi profili e le graffe fissate sul retro della lastra, avranno una sezione opportuna a permettere, uno sforzo assiale rispetto all'inserto inserito nella lastra. Mediante viti di regolazione millimetrica, è stata prevista la possibilità di ottenere fughe variabili. Caratterizzato dai fissaggi a scomparsa del paramento esterno il sistema è composto di: RIVESTIMENTO ESTERNO: Grès fine porcellanato di qualità superiore, omogeneo in tutto spessore del tipo Granito Ceramico. Si tratta di lastre di Granito Ceramico, compatte nella massa, composte da argille nobili, quarzi, feldspati e ossidi metallici calcinati (senza collanti, resine o additivi), pressate a 450 kg/cm2 e completamente sinterizzate ad una temperatura di 1260 °C. Gli effetti estetici non sono conseguenza di trattamenti o applicazioni superficiali sono presenti in tutto lo spessore della lastra. Sono pertanto possibili tutte le lavorazioni tipiche della pietra naturale (torello, lucidatura coste ecc.). STESURA DEL PROGETTO ESECUTIVO: la stesura di un elaborato con i disegni della struttura e del modulo del paramento riportati sulle facciate da rivestire, più precisamente: Disegni di tutte le facciate da rivestire ottenuti riportando sui disegni esecutivi dell'edificio, il reticolo della struttura. Elaborato e descrizione tecnica del progetto della struttura con tutti i suoi componenti. Elaborato con schema della struttura facciata per facciata da dove risulterà il posizionamento di tutti i componenti: staffe con relativi "punti fissi" e "punti scorrevoli", profili, etc. CARATTERISTICHE TECNICHE: i formati sono suddivisi per calibri e scelti secondo standard qualitativi interni, che, in ogni caso, sono migliorativi rispetto a quelli espressi dalla normativa EN 14411e sono classificate Gruppo BIa, di 1° scelta con materiale omogeneo in tutto lo spessore, ottenuto dalla pressatura di impasto atomizzato. RETE DI SICUREZZA: rete in fibra di vetro a maglia 5x5 , apprettata. Viene incollata sul retro delle lastre mediante un collante poliuretanico bicomponente. Ha la funzione di mantenere in posizione i pezzi in caso di rottura accidentale della lastra. SCOSSALINA MICROFORATA: scossalina in alluminio microforato viene inserita a chiusura dell'intercapedine inferiore. TASSELLI CHIMICI: tasselli ad aggrappaggio chimico che servono ad ancorare le staffe alla parete sottostante nel caso la parete stessa sia composta da materiali cavi.

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La misurazione verrà effettuata conteggiando anche le superfici dei serramenti, vuoti, ecc., fino a 4.00mq per compensare i maggiori oneri dovuti alla creazione di banchine, raccordi, spallette, imbotti, davanzali ecc, che quindi non verranno conteggiate. Dimensione lastre (nominale) 60x120 cm.

OPERE IN MARMO E PIETRA NATURALE ED ARTIFICIALE Le opere in marmo, pietre naturali o artificiali dovranno in generale corrispondere alla forme e dimensioni risultanti dagli elaborati di progetto ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni generali del presente capitolato o di quelle particolari impartite dalla D.L. all'atto dell'esecuzione. Tutti i materiali dovranno avere le caratteristiche esteriori (grana, coloritura, venatura, ecc.) e quelle essenziali della specie prescelta, come indicato dal presente capitolato e/o dall'elenco descrittivo delle voci. Prima di cominciare i lavori, qualora non si sia provveduto in merito avanti l'appalto da parte della stazione appaltante, l'Appaltatore dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari marmi o pietre e delle loro lavorazioni, e sottoporli all'approvazione della D.L., alla quale spetterà in maniera esclusiva di giudicare se essi corrispondano alle prescrizioni. Detti campioni, debitamente contrassegnati resteranno, depositati negli uffici della Direzione quali termini di confronto e riferimento. Per quanto ha riferimento con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la D.L. ha facoltà di prescrivere le misure dei vari elementi di un'opera qualsiasi (rivestimento, copertina, cornice, pavimento, colonna, contorno finestra, ecc.) la formazione e disposizione dei vari conci e lo spessore delle lastre, come pure di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la suddivisione dei pezzi, la tecnica di ancoraggio, l'andamento della venatura, ecc., secondo i particolari disegni costruttivi che la stessa D.L. potrà fornire all'Appaltatore all'atto dell'esecuzione. Per le opere di una certa importanza o difficoltà la D.L. potrà, prima che esse vengano realizzate, ordinare all'Appaltatore la costruzione di modelli in gesso alla scala appropriata, il loro collocamento in sito, nonché l'esecuzione di tutte le modifiche necessarie, il tutto a spese dell'Appaltatore stesso, sino ad ottenere l'approvazione. Per tutte le opere infine è fatto obbligo all'Appaltatore di rilevare e controllare la corrispondenza delle varie opere ordinate dalla D.L. alle strutture rustiche esistenti e di segnalare tempestivamente a quest'ultima ogni divergenza od ostacolo, restando esso appaltatore in caso contrario unico responsabile della perfetta rispondenza dei pezzi all'atto della posa in opera. Esso dovrà apportare alle stesse, nel corso dei lavori, tutte le modifiche che dovessero essere richieste dalla D.L.. A. MARMI Le opere in marmo dovranno avere quella perfetta lavorazione che è richiesta dall'opera stessa, congiunzioni senza risalti e piani perfetti. Salvo contraria disposizione i marmi dovranno essere di norma lavorati il tutte le facce viste a pelle liscia, arrotate e levigate. I marmi colorati dovranno presentare in tutti i pezzi le precise tinte e venature caratteristiche della specie prescelta. Potranno essere richiesti, quando la loro venatura si presti, con la superficie vista a spartito geometrico o a macchia aperta a libro o comunque giocata. B. PIETRA DA TAGLIO Quella da impiegare nelle costruzioni dovrà presentare la forma e le dimensioni di progetto, ed essere lavorata secondo le prescrizioni che verranno impartite dalla D.L. all'atto dell'esecuzione, nei seguenti modi: - a grana grossa; - a grana ordinaria; - a grana mezza fina; - a grana fina. Per pietra da taglio a grana grossa si intenderà quella lavorata semplicemente con la grossa punta senza fare uso della martellina per lavorare le facce viste, né dello scalpello per ricavare gli spigoli netti. Verrà considerata come pietra da taglio a grana ordinaria quella le cui facce viste saranno lavorate con la martellina a denti larghi. La pietra da taglio si intenderà lavorata a grana mezza fina e a grana fina se le facce predette saranno lavorate con la martellina a denti mezzani o, rispettivamente, a denti finissimi. In tutte le lavorazioni, esclusa quella a grana grossa, le facce esterne di ciascun concio della pietra da taglio dovranno avere spigoli vivi e ben finiti in modo che le connessure tra i conci non superino i 5 mm. per la pietra a grana ordinaria ed i 3 mm. per le

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altre. Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce viste, i letti di posa e le facce di combaciamento dovranno essere ridotti a perfetto piano e lavorate a grana fina. Non saranno tollerate né smussature di spigoli, né cavità nelle facce, né stuccature in mastice o rattoppi. La pietra da taglio che presentasse tali difetti verrà rifiutata e l'Appaltatore sarà tenuto alla sua sostituzione, anche se le scheggiature o ammanchi si verificassero dopo il momento della posa in opera e cioè fino al collaudo. C. PIETRE ARTIFICIALI La pietra artificiale sarà costituita da conglomerato cementizio, formato con cementi adatti, sabbia silicea, ghiaino scelto e sottile lavato e graniglia della pietra naturale prescelta. Detto conglomerato sarà gettato entro apposite casseforme, costipandolo con battitura a mano o con pressione meccanica. Il nucleo sarà dosato con non meno di 350 kg di cemento tipo 325 per mc. di impasto e non meno di 400 kg di cemento tipo 325 quando si tratti di elementi sottili. Le superfici a vista, che dovranno essere gettate contemporaneamente al nucleo interno, saranno costituite, per uno spessore di almeno cm 2, da un impasto più ricco formato da cemento bianco, graniglia di marmo, terre colorate e polvere di pietra naturale. Le stesse superfici saranno lavorate all'utensile, dopo perfetto indurimento, in modo da presentare struttura per grana, tinta e lavorazione ad una pietra naturale. La parte superficiale sarà gettata con dimensioni esuberanti rispetto a quelle definitive, in modo che queste possano poi ricavarsi asportando materia a mezzo di utensili da scalpellino, essendo vietate in modo assoluto le stuccature, le tassellature ed in generale le aggiunte di materiale. I getti saranno opportunamente armati con tondini di ferro e lo schema dell'armatura dovrà essere approvato dalla D.L.. Per la posa in opera valgono le stesse prescrizioni indicate per i marmi in genere. Il conglomerato costituente le pietre artificiali dovrà soddisfare le seguenti condizioni: - inalterabilità agli agenti atmosferici; - resistenza alla rottura per schiacciamento superiore a kg 300 per cmq. dopo 28 gg.; - le sostanze coloranti adoperate nella miscela non dovranno agire chimicamente sui cementi sia con azione immediata che con azione lenta e differita; non conterranno quindi acidi, né anilina, né gesso, non daranno aumento di volume durante la presa né successiva sfioritura e saranno resistenti alla luce ed inalterabili anche in presenza di umidità.

ART.18 CANNE FUMARIE E SFIATI

CANNE FUMARIE Le canne fumarie dovranno essere eseguite conformemente alle normative vigenti e precisamente: L. 615 del 1966 (antismog), D.P.R. 1931 del 1970 (attuazione L.615), L. 1083 del 1971 (sicurezza gas combustibile) ed a tutte le norme eventualmente emanate prima dell'inizio dei lavori; l'Appaltatore dovrà fornire alla D.L., per la preventiva approvazione, idonea certificazione di impermeabilità ai gas, resistenza al calore e alla corrosione, determinazione della caduta di temperatura dei fumi, garanzia e durata dei materiali. Le canne fumarie della centrale termica dovranno essere eseguite secondo le indicazioni di progetto e le disposizioni della D.L., dovranno essere di sezione adeguata ed eseguite secondo quanto previsto alle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci. Negli alloggi, dove consentito dalla tipologia edilizia, si dovranno eseguire una canna fumaria in cucina, una in soggiorno ed una in bagno. La struttura portante della canna fumaria, in generale se separata dall'edificio, oltre l'ultimo solaio se accorpata a questo, dovrà essere eseguita con idonea armatura a garanzia della staticità, fino all'altezza richiesta e con idoneo rivestimento nel materiale previsto dal progetto o secondo le prescrizioni della D.L.; ogni torretta dovrà comunque essere completata da idonea copertura e dotata di collarino opportunamente sigillato.

SFIATI Da ogni bagno, da ogni cucina e da ogni servizio igienico dovranno partire tubazioni di sfiato realizzate in idonei elementi autoportanti del diametro minimo di mm 100 in tubo di PVC o in canalizzazioni tipo Shunt; in casi particolari, se richiesto dalla D.L., dovranno essere predisposte

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tubazioni di sfiato anche in locali diversi da quelli sopraccitati (ripostigli, depositi, locali senza aperture esterne, ecc.); in tutti i locali dotati di tubi di sfiato dovranno essere poste in opera idonee griglie di ventilazione. I bagni ed i WC sprovvisti di apertura esterna dovranno essere dotati di ventilazione forzata mediante apposito ventilatore elettrico dimensionato in modo da consentire n.15 ricambi ora; in casi particolari, se richiesto dalla D.L., dovrà essere realizzata ventilazione forzata anche in locali ciechi diversi da quelli sopraccitati. Le colonne di scarico dei bagni, dei WC e dei lavelli delle cucine dovranno essere dotate di idonea tubazione di sfiato indipendente, eseguita mediante tubazioni in materiale plastico PE del diametro minimo di mm 80. Le tubazioni di sfiato dovranno essere prolungate fin sopra il tetto e racchiuse in torrette eseguite secondo le indicazioni di progetto, le relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e/o le eventuali disposizioni impartite dalla D.L. all'atto esecutivo; ogni torretta dovrà comunque essere completata da idonea copertura e dotata di collarino opportunamente sigillato.

ART.19 ARREDI ED ATTREZZATURE

omissis

ART.20 SISTEMAZIONI ESTERNE

Tutte le opere esterne, se non espressamente richiamate, saranno compensate a misura secondo le relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci.

LIVELLAMENTO E SISTEMAZIONE DEL TERRENO Il terreno esterno all'edificio dovrà essere opportunamente sistemato, anche con eventuali scavi e reinterri, in modo da garantire una agevole accessibilità all'edificio ed una corretta usufruibilità delle aree esterne secondo quanto previsto dal progetto ed in ottemperanza alle disposizioni impartite dalla D.L. all'atto esecutivo. I materiali impiegati per l'esecuzione di strade di accesso, marciapiedi, cordonate, ecc. dovranno essere quelli previsti dal progetto e dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci, dovranno avere le caratteristiche previste al capitolo "Finiture interne ed esterne: pavimenti" e dovranno comunque essere posti in opera con tutti gli accorgimenti necessari ad evitare qualsiasi inconveniente derivante dell'uso o dall'assestamento del terreno e garantire, con minima ed economica manutenzione, una lunga durata.

PARAPETTI, CANCELLI E RECINZIONI La superficie non coperta dell'edificio dovrà essere delimitata dalle proprietà limitrofe mediante l'adozione di chiusure fisse e mobili quali recinzioni, cancelli e parapetti secondo quanto previsto dal progetto, dalle voci di Elenco Descrittivo delle Voci e dalle eventuali disposizioni emanate dalla D.L. all'atto esecutivo. Dette chiusure dovranno essere eseguite secondo particolare esecutivo o comunque preventivamente approvate dalla D.L., dovranno avere particolari caratteristiche di visibilità, sicurezza e manutenzione, secondo le esigenze progettuali e didattiche e nel rispetto delle leggi e regolamenti vigenti; il cancello, dove previsto o richiesti dalla D.L., dovrà essere munito di sistema di apertura elettrico comandato dall'edificio e dotato di tutti i sistemi di sicurezza atti a garantire l'incolumità delle persone. Per le finiture superficiali vedasi il capitolo "Finiture interne ed esterne: pitturazioni".

IMPIANTI ESTERNI La superficie esterna non coperta dovrà essere dotata di tutti quegli impianti necessari a consentirne una corretta usufruibilità; sono definiti impianti esterni l'impianto di smaltimento delle acque piovane, l'impianto idrico di innaffiamento, l'impianto di illuminazione esterna, ecc..

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Detti impianti dovranno essere eseguiti secondo le indicazioni di progetto, le relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci e le eventuali disposizioni impartite dalla D.L. all'atto esecutivo. Per le caratteristiche di tali impianti vedasi il capitolo "Norme tecniche relative agli impianti".

SPAZI PER ATTIVITÀ SPORTIVE ALL'APERTO Omissis

CAPO 2 QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI

ART.1 MATERIALI IN GENERE

I materiali in genere occorrenti per la costruzione delle opere potranno provenire da quelle località che l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della D.L., siano riconosciuti della migliore qualità nella specie e rispondano ai requisiti appresso indicati. L'Impresa è inoltre tenuta all'osservanza delle disposizioni sulla normalizzazione dei materiali di cui al D.M. del 18.03.1935 e successive modificazioni ed integrazioni. L' Appaltatore sarà obbligato, in qualsiasi momento, ad eseguire o a fare compiere, presso gli stabilimenti di produzione o laboratori ed istituti autorizzati, tutte le prove prescritte dal presente capitolato o dalla D.L. sui materiali impiegati o da impiegarsi (sia che siano preconfezionati o prodotti nel corso dei lavori o preesistenti) ed, in genere, su tutte le forniture previste dall'Appalto. L'Appaltatore sarà altresì tenuto ad eseguire prove applicative dei suddetti materiali. Il prelievo dei campioni, da eseguire secondo le norme del C.N.R., verrà effettuato in contraddittorio con la D.L. e sarà verbalizzato. I materiali non accettati dalla D.L., in quanto a suo insindacabile giudizio non riconosciuti idonei, dovranno essere rimossi immediatamente dal cantiere a cura e spese dell'Appaltatore e sostituiti con altri rispondenti ai requisiti richiesti. L'Appaltatore resta comunque responsabile per quanto concerne la qualità dei materiali forniti. Infatti gli stessi dovranno, anche se ritenuti idonei dalla D.L., essere ulteriormente accettati dalla Stazione Appaltante in sede di collaudo finale. Oltre a quanto sotto esplicitato vedasi anche quanto previsto nei successivi capitoli specifici.

ART.2 MATERIALI NATURALI DI CAVA

ACQUA Oltre ad essere dolce e limpida dovrà avere un PH neutro; non dovrà presentare tracce di sali (in particolare solfati di magnesio e di calcio, cloruri, nitrati in concentrazioni superiori allo 0,5%), di aggressivi chimici, di inquinanti organici, inorganici o sintetici. Non sarà ammesso l'uso di acque torbide .

SABBIA La sabbia naturale o artificiale da miscelare alle malte minerali o sintetiche, sia essa silicea, quarzosa, granitica o calcarea, dovrà essere priva di sostanze inquinanti, avere granulometria omogenea e adatta per i vari impieghi e provenire da rocce con alte resistenze meccaniche. Dovrà essere priva di argilla o terra e, ove necessario, dovrà essere lavata.

SABBIA PER MURATURE ED INTONACI Dovrà essere costituita da granuli tali da passare dal vaglio con fori da mm.2 per murature e da mm.1 per intonaci o murature a facciavista; la granulometria degli intonaci per rinforzo strutturale sarà decisa dalla D.L., su proposta del produttore.

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SABBIA PER CONGLOMERATI Dovrà corrispondere i requisiti di cui al DM 3.6.1968. all.1, al DM 1.4.1983, all.1 punto 2 e al DM 14/02/1992. I granuli dovranno avere uno spessore compreso tra mm.1 e mm.5 ed essere comunque adeguati alla destinazione del getto ed al tipo di posa in opera. E' assolutamente vietato l'impiego di sabbia marina.

RINFORZANTI PER RESINE Dovranno possedere i requisiti richiesti di produttori di resine o dalla D.L.. La granulometria dovrà essere adeguata alla destinazione ed alle modalità di messa in opera. E' tassativamente vietato l'impiego di sabbie marine o di cava o che presentino tracce di sostanze organiche instabili o di sostanze chimiche attive. I rinforzanti da impiegare per la formazione di betoncini di resina dovranno avere, in generale, una comprovata inerzia chimica nei confronto dei componenti della resina, un tasso di umidità in peso inferiore allo 0,09% ed un contenuto nullo d'impurità o di sostanze inquinanti. Le miscele secche di sabbie silicee o di quarzo dovranno essere costituite da granuli puri del diametro di circa 0,10 - 0,30 mm. per un 25%; di 0,50 - 1,00 mm. per un 30% e di 1,00 - 2,00 mm. per il 45%, salvo diverse indicazioni della D.L. Le polveri (silice ventilata, silice micronizzata) dovranno avere granuli del diametro di circa 50 - 80 micron e saranno aggiunte, ove prescritto, alle miscele secche di sabbia in ragione del 15% circa in peso, salvo diverse disposizioni della D.L. Potranno essere usati come rinforzanti anche: caolino, fibre di vetro, fibre di amianto, marmi o pietre macinati. In generale la D.L. dovrà stabilire le caratteristiche tecniche dei rinforzanti, dei riempitivi, degli addensanti e di tutte le varie cariche per le resine in funzione della loro formulazione, destinazione e modalità di messa in opera.

GHIAIA E PIETRISCO Prodotti dalla frantumazione naturale di rocce o artificiale di ciottoli o blocchi di roccia, dovranno avere i seguenti requisiti: - buona resistenza alla compressione - bassa porosità con basso coefficiente di imbibizione; - assenza di composto idrosolubili; -assenza di sostanze polverose, argillose o di terreno organico. Per il controllo granolumetrico sarà obbligo dell'Appaltatore approvvigionare e mettere a disposizione della D.L. i crivelli UNI 2334.

GHIAIA E PIETRISCO PER CONGLOMERATI CEMENTIZI La dimensione dei granuli degli aggregati dovrà essere prescritta o accettata dalla D.L. in base alle destinazioni dei conglomerati ed alle modalità di impiego. Le caratteristiche tecniche saranno quelle stabilite dalla normativa vigente.

PIETRE NATURALI Le pietre naturali da impiegare per le murature o per qualsiasi altro lavoro dovranno essere di grana compatta ed esenti da piani di sfaldamento, screpolature, venature ed inclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni e taglio adatti all'impiego previsto, offrire la resistenza proporzionata alle sollecitazioni cui saranno sottoposte e possedere una buona capacita` di adesione alle malte. Il carico di sicurezza a compressione non dovrà superare il 20% del rispettivo carico di rottura. Sono escluse le pietre gessose e quelle suscettibili di alterazioni per gli agenti atmosferici o per le acque di dilavamento o di assorbimento. La materia riguardante le pietre naturali è disciplinata dal R.D. del 16.11.1938 n.2229 e n.2232 (G.U.n.92/1940).

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ART.3 CALCI, POZZOLANE, LEGANTI IDRAULICI, LEGANTI IDRAULICI SPECIALI E LEGANTI SINTETICI

CALCI AEREE Le calci ottenute dalla cottura di calcari dovranno possedere le caratteristiche richieste dal R.D. n.2231 del 1939 (G.U. 18.4.1940) che prende in considerazione i seguenti tipi di calce: - calce grassa in zolle, cioè calce viva in pezzi, con contenuto di ossidi di calcio e magnesio non inferiore al 94% e resa in grassello non inferiore al 2,5%; - calce magra in zolle o calce viva contenente meno del 94% di ossidi di calcio e magnesio e con resa in grassello non inferiore al 1,5%; - calce idrata in polvere ottenuta dallo spegnimento della calce viva, si distingue in: . fiore di calce quando il contenuto minimo di idrossidi Ca(OH)2 + Mg(OH)2 non e' inferiore al 91% . calce idrata da costruzione quando il contenuto minimo di Ca(OH)2+Mg(OH)2 non è inferiore all'82%. In entrambi i tipi di calce idrata il contenuto massimo di carbonati e di impurità non dovrà superare il 6% e l'umidità il 3%. Per la finezza dei granuli, la setacciatura dovrà essere praticata con vagli da 0,18 mm. e la parte trattenuta dal setaccio non dovrà superare l'1% nel caso del fiore di calce ed il 2% nella calce idrata da costruzione. Quest'ultima dovrà essere confezionata in idonei imballaggi e conservata in locali asciutti. Sulle confezioni dovranno essere ben visibili le indicazioni del produttore, il peso del prodotto e la specifica se trattasi di fiore di calce o di calce idrata da costruzione.

LEGANTI IDRAULICI I cementi e le calci idrauliche dovranno possedere le caratteristiche di impiego stabilite dalla legge n.595 del 26 maggio 1965 e del D.M. del 31.8.1972; invece le norme relative all'accettazione e le modalità d'esecuzione delle prove di idoneità e di collaudo saranno regolate dal D.M. 3.6.1968 e D.M. 14/02/1992. Modalità di fornitura e conservazione: l'approvvigionamento dei leganti idraulici potrà essere effettuato sia ricorrendo al prodotto sfuso che a quello confezionato in sacchi sigillati sui quali dovranno essere indicati il peso, la qualità del legante, il produttore, la quantità d'acqua richiesta per il confezionamento, le resistenze minime dopo 28 gg. di stagionatura dei provini. L'introduzione in cantiere di ogni partita di cemento sfuso dovrà essere annotata sul giornale dei lavori o sul registro dei getti; la conservazione dei cementi dovrà essere effettuata in locali asciutti; lo stoccaggio avverrà in silos.

GESSI PER L'EDILIZIA I gessi per l'edilizia, distinti in base alla loro destinazione, avranno le caratteristiche fisiche e chimiche fissate dalla norma UNI 6782. Dovranno essere approvvigionati in sacchi sigillati riportanti il produttore e la qualità del contenuto. Verranno immagazzinati in ambiente assolutamente asciutto.

LEGANTI IDRAULICI SPECIALI I cementi a presa rapida dovranno rispondere alle succitate norme sui cementi ed essere conservati in ambiente asciutto; le modalità di impiego dovranno rispettare scrupolosamente le prescrizioni del produttore. I cementi privi di ritiro costituiti da cementi Portland, agenti espansivi (solfoalluminati di calcio) ed agenti stabilizzanti avranno le seguenti caratteristiche: . espansibilità solo in fase plastica; . assenza di ritiro sia in fase plastica che in fase d'indurimento; . assenza di acqua essudata (bleeding) norme UNI 7122; . buona lavorabilità e lungo mantenimento della stessa; . ottima capacità di adesione sui vari tipi di supporti; . elevate resistenze meccaniche.

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Verranno impiegati miscelandoli con l'esatto quantitativo d'acqua prescritto dal produttore e con gli inerti adeguati. La loro stagionatura umida dovrà essere curata secondo le modalità indicate dal produttore.

LEGANTI SINTETICI - RESINE Il loro utilizzo, la provenienza e le modalità di applicazione dovranno essere concordati con la D.L., previa la accettazione e, se necessario, la sorveglianza degli organi preposti alla tutela del bene oggetto di intervento. In presenza di manufatti di particolare valore storico-artistico sarà vietato, in assenza di analisi di laboratorio, di certificazioni adeguate, di prove applicative o di specifiche garanzie da parte della ditta produttrice sull'effettiva irreversibilità dell'indurimento ed in mancanza di comprovata compatibilità chimica, fisica e meccanica con i materiali preesistenti, utilizzare prodotti di sintesi chimica. Le caratteristiche dei suddetti prodotti saranno conformi alle norme UNICHIM, mentre le analisi di laboratorio preliminari per la scelta dei vari materiali saranno quelle stabilite dalle raccomandazioni NORMAL. In particolare le caratteristiche qualitative dei leganti organici in base al loro impiego saranno le seguenti: . perfetta adesione i comuni materiali da costruzione ottenuta mediante la formazione di un sufficiente numero di gruppi polari capaci di stabilire legami fisici d'affinità con i costituenti sia minerali che organici dei materiali trattati; . totale irreversibilità della reazione d'indurimento e conseguente stabilità alla depolimerizzazione ed all'invecchiamento; . elevata resistenza all'attacco chimico operato da acque, sostanze alcaline o da altri tipi di aggressivi chimici; . limitatissimo ritiro in fase di indurimento.

RESINE EPOSSIDICHE Potranno essere del tipo solido o liquido. In combinazione con appositi indurenti amminici che ne caratterizzano il comportamento, potranno essere utilizzate anche miscelate con cariche minerali, riempitivi, solventi ed addensanti, solo a seguito di approvazione della D.L., per i lavori in cui sarà necessario sfruttare le loro specifiche caratteristiche. Saranno vietati tutti i trattamenti superficiali che potrebbero sostanzialmente modificare l'originario aspetto cromatico e di finitura superficiale dei manufatti (UNI 7092-72). Le caratteristiche meccaniche, le modalità applicative e gli accorgimenti antinfortunistici sono regolati dalle norme UNICHIM.

RESINE POLIESTERI Potranno essere usate sia come semplici polimeri liquidi sia in combinazione con fibre di vetro, di cotone o sintetiche o con calcari, gesso, caolino, cementi o sabbie. Anche per le resine poliesteri valgono le stesse precauzioni, divieti e modalità d'uso enunciati a proposito delle resine epossidiche. Le loro caratteristiche meccaniche, le modalità d'applicazione e gli accorgimenti antinfortunistici sono regolati dalle norme UNICHIM. Per prodotti protettivi, conservativi o consolidanti sia delle parti litee che degli intonaci, dovranno essere sottoposte, per accettazione, alla D.L. schede ed attestati riportanti tutte le caratteristiche relative.

ART.4 LATERIZI

I laterizi da impiegare per i lavori di qualsiasi genere, dovranno corrispondere alle norme per l'accettazione di cui al R.D. 16 novembre 1939, n.2233, al D.M. 30.5.1974 all.7, al D.M. 1.4.1983 ed alle norme UNI vigenti. Dovranno inoltre, se richiesto, essere dotati di marchio di qualità ANDIL. I mattoni pieni per uso corrente dovranno essere parallelepipedi di lunghezza doppia della larghezza, salvo diverse proporzioni dipendenti dall'uso locale, di modello costante, presentare, sia

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all'asciutto che dopo prolungata immersione in acqua, una resistenza alla compressione non inferiore a 150 kg/cmq. I mattoni semipieni avranno percentuali di foratura conformi alle normative vigenti; la forma sarà regolare, la superficie integra e la colorazione uniforme. I blocchi di laterizio alveolare dovranno provenire da primaria fornace e, se richiesto dalla D.L. essere dotati di marchio di qualità. La resistenza meccanica fk dei blocchi semipieni in laterizio alveolare dovrà essere superiore a 12 MPa. Per tutti i blocchi è prescritto un comportamento non gelivo, ovvero una resistenza certificata ad almeno 20 cicli di gelo e disgelo eseguiti fra + 50 e -20 gradi centigradi. I mattoni forati, le volterranee ed i tavelloni dovranno presentare una resistenza a compressione di almeno 16 kg/cmq. Le tegole piane o curve, di qualunque tipo siano, dovranno essere esattamente adattabili le une sulle altre, senza sbavature e presentare tinta uniforme o variegata secondo le richieste della D.L.. Appoggiate su due regoli posti a mm.20 di bordi dei lati corti dovranno sopportare sia un carico concentrato nel mezzo fino a kg.120, sia l'urto di una palla di ghisa del peso di kg.1 cadente dall'altezza di cm.20. Sotto un carico di mm.50 d'acqua mantenuta per 24 ore le tegole devono risultare impermeabili. Le tegole piane non devono presentare difetto alcuno nel nasello.

ART.5 MATERIALI FERROSI E METALLI VARI

I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura o simili. Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dal D.M. 30.5.1974, all.n.1 - 3 - 4, dal D.M. 14.02.1992 ed alle norme UNI vigenti ed avere i seguenti requisiti:

FERRO ED ACCIAIO Dovrà essere di prima qualità, eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature, senza saldature aperte e senza soluzioni di continuità.

ACCIAIO TRAFILATO O LAMINATO Tale acciaio, nella varietà dolce (ferro omogeneo), semiduro e duro, dovrà essere privo di difetti, di screpolature. di bruciature e di altre soluzioni di continuità. In particolare, per la prima varietà sono richieste perfette malleabilità e lavorabilità a freddo e a caldo senza che ne derivino screpolature o alterazioni; dovrà essere saldabile e non suscettibile di prendere la tempera.

GHISA Dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile, facilmente lavorabile con lima e scalpello; perfettamente omogenea, esente da screpolature, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di condizionarne la resistenza; dovrà essere perfettamente modellata. E' assolutamente escluso l'impiego di ghise fosforose. Il piombo lo zinco, lo stagno, il rame e tutti gli altri metalli o leghe metalliche devono essere della migliore qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori cui sono destinati, scevri da ogni impurità o difetto che ne vizi la forma, ne alteri la resistenza o ne comprometta la durata. La loro lavorazione dovrà essere perfetta e perfettamente adeguata al loro impiego.

ART.6 LEGNAMI

I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza esse siano, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni di cui al decreto ministeriale 30.10.1912 ed alle norme UNI

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vigenti, saranno provveduti fra le più scelte qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso cui sono destinati. Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze dalla sega e si ritirino nelle connessure. I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal tronco dell'albero e non di rami, dovranno essere sufficientemente diritti in modo che la congiungente i centri delle due basi non esca in alcun punto dal palo, dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza fra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare i 15/1000 della lunghezza nel quarto del maggiore dei due diametri. Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di 1/6 del lato della sezione trasversale. I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati e squadrati a sega con le diverse facce esattamente spianate, senza rientranze o risalti, e con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno né smussi di sorta.

ART.7 MATERIALI PER PAVIMENTAZIONI

I materiali per pavimentazioni, mattonelle e marmette in cemento, mattonelle greificate, lastre e quadrelli di marmo, mattonelle di asfalto, dovranno corrispondere alle Norme di accettazione di cui al R.D. del 16.11.1939 n.2234 e successive modificazioni ed integrazioni. A. MATTONELLE, MARMETTE E PIETRINI DI CEMENTO Le mattonelle, le marmette ed i pietrini di cemento dovranno essere di ottima fabbricazione e compressione meccanica, stagionati da almeno tre mesi, ben calibrati, a bordi sani e piani essere scevri da carie e peli, e non presentare la tendenza al distacco tra sottofondo e strato superiore; la colorazione del cemento dovrà essere fatta con colori adatti, amalgamati ed uniformi. Le mattonelle di spessore complessivo non inferiore a mm 20 avranno uno strato superficiale di assoluto cemento colorato di spessore costante non inferiore a mm 7. Le marmette avranno anch'esse uno spessore complessivo di mm 20 con strato superficiale di spessore costante non inferiore a mm 7 costituito da un impasto di cemento, sabbia e scaglie di marmo. I pietrini avranno uno spessore complessivo non inferiore a mm 30 con lo strato superficiale di assoluto cemento di spessore non inferiore a mm 8; la superficie dei pietrini sarà liscia, bugnata o scanalata secondo il disegno che sarà prescritto. B. GRANIGLIA PER PAVIMENTI ALLA VENEZIANA La graniglia di marmo o di altre pietre idonee dovrà corrispondere, per tipo e granulosità, ai campioni di pavimento prescelti e risultare perfettamente scevra da impurità. C. PEZZAMI PER PAVIMENTI A BOLLETTONATO I pezzami di marmo o di altre pietre idonee dovranno essere costituiti da elementi dello spessore da 2 a 3 cm. di forma o dimensioni opportune secondo i campioni prescelti. D. PIETRINI E MATTONELLE DI TERRACOTTA GREIFICATE Le mattonelle ed i pietrini dovranno essere di prima scelta, greificati per tutt'intero lo spessore, inattaccabili dagli agenti chimici e meccanici, di forme esattamente regolari, a spigoli vivi e a superficie piana; sottoposti ad un esperimento di assorbimento mediante gocce di inchiostro, queste non dovranno essere assorbite neanche in minima misura; le mattonelle dovranno essere fornite nella forma, nel colore e nelle dimensioni richieste dalla D.L. E. PAVIMENTI RESILIENTI I pavimenti resilienti dovranno corrispondere per tonalità dei colori ai campioni prescelti e presentare superficie liscia, priva di discontinuità, strisciature, macchie e screpolature; salvo il caso di pavimentazioni da sovrapporsi ad altre esistenti, gli spessori non dovranno essere inferiori a mm 2 con una tolleranza non superiore al 5%. Lo spessore verrà determinato dalla media di dieci misurazioni eseguite sui campioni prelevati ed impiegando un calibro che dia l'approssimazione di un decimo di millimetro con piani di posamento del diametro di almeno mm 10. Tagliando i campioni a 45 gradi nello spessore, la superficie del taglio dovrà risultare uniforme e compatta e dovrà risultare perfetto il collegamento con il materiale di supporto. Un pezzo di tappeto di m.0.20

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di lato dovrà potersi curvare, con il preparato verso l'esterno, sopra un cilindro del diametro pari a 10x(S+1)mm. (dove S rappresenta lo spessore), senza che si formino fenditure e screpolature.

ART.8 COLORI E VERNICI

I materiali impiegati nelle opere da Pittore dovranno essere sempre delle migliori qualità e tipi esistenti in commercio. A. OLIO DI LINO COTTO L'olio di lino cotto dovrà essere ben depurato, di colore assai chiaro, perfettamente limpido, di odore forte, amarissimo al gusto e scevro da adulterazioni con olio minerale, olio di pesce, ecc.; non dovrà lasciare alcun deposito, né essere rancido e, disteso sopra una lastra di vetro o di metallo, dovrà essiccare completamente nell'arco di 24 ore. B. ACQUARAGIA (ESSENZA DI TREMENTINA) L'acquaragia dovrà essere limpida, incolore, di odore gradevole e volatilissima; la sua densità a 15 gradi centigradi dovrà essere di 0.87 Kg/l. C. BIACCA La biacca o cerussa (carbonato basico di piombo) dovrà essere pura, senza miscele di sorta e priva di qualsiasi traccia di solfato di bario. D. BIANCO DI ZINCO Il bianco di zinco dovrà essere in polvere finissima bianca costituita da ossido di zinco e non dovrà contenere più del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, né più dell'1% di altre impurità. E. MINIO Il minio, sia di piombo (sesquiossido di piombo) che di alluminio (ossido di alluminio), dovrà essere costituito da polvere finissima, non contenere colori derivanti dall'anilina né oltre il 10% di sostanze estranee (solfato di bario, ecc.). F. LATTE DI CALCE Il latte di calce dovrà essere preparato con calce grassa perfettamente bianca, spenta per immersione; vi si potrà aggiungere le quantità di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta giallastra. G. COLORI ALL'ACQUA, A COLLA O AD OLIO Le terre coloranti destinate alle tinte all'acqua, a colla o ad olio, dovranno essere finemente macinate, prive di sostanze eterogenee e dovranno venire perfettamente incorporate nell'acqua, nelle colle e negli oli, ma non per infusione; dette terre potranno essere richieste in qualunque tonalità esistente. H. VERNICI Le vernici che si impiegheranno per gli interni dovranno essere a base di essenza di trementina e gomme pure di qualità scelta (è escluso l'impiego di gomme prodotte da distillazione), disciolte nell'olio di lino dovranno presentare una superficie brillante. Le vernici speciali previste dal progetto, dalle relative voci di Elenco Descrittivo delle Voci o eventualmente prescritte dalla D.L., dovranno essere fornite nei loro recipienti originali chiusi. I. ENCAUSTI Potranno essere all'acqua o all'essenza secondo le disposizioni della D.L. La cera gialla dovrà risultare perfettamente disciolta, a seconda dell'encausto adottato, o nell'acqua calda alla quale sarà aggiunto del sale di tartaro o nell'essenza di trementina.

ART.9 MATERIALI DIVERSI

A. ASFALTO L'asfalto sarà naturale e dovrà provenire dalle miniere più reputate, dovrà essere in pani, compatto, omogeneo, privo di catrame proveniente dalla distillazione del carbon fossile ed il suo peso potrà variare fra i limiti di 1104 e 1205 Kg/mc. B. BITUME ASFALTICO Il bitume asfaltico dovrà provenire dalla distillazione di rocce di asfalto naturale, dovrà essere molle, assai scorrevole, di colore nero e scevro dall'odore del catrame minerale proveniente dalla distillazione del carbon fossile e del catrame vegetale.

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C. MATERIALI CERAMICI I prodotti ceramici impiegati per rivestimento di pareti, di tubazioni, ecc., dovranno essere conformi alle Norme UNICERB, dovranno presentare struttura omogenea, superficie perfettamente liscia, non scheggiata, di colore uniforme, con lo smalto privo assolutamente di peli, cavillature, soffiature e difetti simili.

ART.10 TUBAZIONI

A. TUBI IN GHISA I tubi in ghisa dovranno essere perfetti in ogni loro parte, esenti da ogni difetto di fusione, di spessore uniforme e senza soluzione di continuità; prima della posa in opera, a richiesta della D.L., saranno incatramati a caldo internamente ed esternamente. B. TUBI IN ACCIAIO I tubi in acciaio (Mannesmann) dovranno essere trafilati e perfettamente calibrati; quando i tubi di acciaio saranno zincati, dovranno presentare una superficie ben pulita e scevra da grumi, lo strato di zinco dovrà essere di spessore uniforme e ben aderente al pezzo, di cui dovrà ricoprire ogni parte. C. TUBI IN GRES I materiali di gres dovranno essere di vero gres ceramico a struttura omogenea, smaltati internamente ed esternamente con smalto vetroso, non deformati, privi di screpolature e dovranno essere di lavorazione accurata con innesto a bicchiere o manicotto. I tubi saranno cilindrici e diritti, tollerandosi solo eccezionalmente, nel senso della lunghezza, curvature con freccia inferiore ad un centesimo della lunghezza di ciascun elemento; in ciascun pezzo i manicotti dovranno essere formati in modo da permettere una buona giunzione nel loro interno e l'estremità opposta dovrà essere lavorata esternamente a scanalatura. I pezzi battuti leggermente con un corpo metallico dovranno rispondere con un suono argentino per denotare buona cottura ed assenza di screpolature non apparenti. Lo smalto vetroso dovrà essere liscio, specialmente all'interno, chimicamente immedesimato con la pasta ceramica, di durezza non inferiore a quella dell'acciaio ed inattaccabile dagli alcali e dagli acidi concentrati ad eccezione soltanto del fluoridrico. La massa interna dovrà essere semifusa, omogenea, senza noduli estranei, assolutamente priva di calce, dura, compatta, resistente agli acidi (escluso il fluoridrico) ed agli alcali impermeabili in modo che un pezzo immerso nell'acqua, perfettamente secco, non né assorba più del 3.5% in peso; ogni elemento di tubazione, provato isolatamente, dovrà resistere alla pressione interna di almeno tre atmosfere. D. TUBI IN CEMENTO I tubi di cemento dovranno essere fatti con calcestruzzo sufficientemente ricco di cemento, ben stagionati, ben compatti, levigati, lisci, perfettamente rettilinei, a sezione interna esattamente circolare, di spessore uniforme e scevri da screpolature; le superfici interne dovranno essere intonacate e lisciate. La fattura dei tubi in cemento dovrà essere pure compatta, uniforme e senza fessure, il ghiaietto del calcestruzzo dovrà essere intimamente mescolato con la malta in modo che i grani dovranno rompersi sotto l'azione del martello senza distaccarsi dalla malta. E. TUBI IN ARDESIA ARTIFICIALE I tubi in ardesia artificiale (tipo "Eternit" o simili) dovranno possedere una elevata resistenza alla trazione ed alla flessione, congiunta ad una sensibile elasticità; dovranno essere inalterabili al gelo, alle intemperie, impermeabili all'acqua, resistenti al fuoco ed essere scarsamente conduttori di calore; dovranno inoltre essere ben stagionati mediante immersione in vasca d'acqua per il periodo minimo di una settimana.

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CAPO 3 NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI

ART.1 PREMESSA

Per tutte le opere dell'Appalto le varie quantità di lavoro saranno determinate con misure geometriche, escluso ogni altro metodo, salvo quanto dovrà essere contabilizzato a corpo, a numero, a peso od a tempo in conformità a quanto stabilito dalle singole voci di Elenco Descrittivo delle Voci. Per la determinazione delle misure geometriche, modi di contabilizzazione, oneri vari, ecc., si conviene quanto sotto specificato (Vedasi anche quanto previsto nei successivi capitoli specifici).

ART.2 MANO D'OPERA

Gli operai per i lavori in economia verranno pagati ad ora sulla base delle ore e mezze ore di effettivo lavoro, esclusi quindi gli intervalli di riposo, dovranno essere idonei al lavoro per il quale sono richiesti e dovranno essere provvisti dei necessari attrezzi; l'Appaltatore è obbligato, senza compenso alcuno, a sostituire tutti quegli operai che non siano graditi alla D.L..

ART.3 TRASPORTI E NOLEGGI

Le macchine ed attrezzi verranno valutate ad ora sulla base delle ore di effettivo lavoro, rimanendo escluso qualsiasi compenso per i periodi di inattività e per il tempo necessario all'eventuale trasporto in cantiere. Nel prezzo si devono intendere compresi e compensati gli oneri per mano d'opera, carburanti, lubrificanti, materiali di consumo, energia elettrica e tutto quanto occorra per il funzionamento delle macchine, nonché gli oneri per la messa in funzione, il montaggio e lo smontaggio. Sono inoltre a carico esclusivo dell'Appaltatore la manutenzione e le riparazioni degli attrezzi e delle macchine affinché questi siano sempre in buono stato di servizio.

ART.4 MATERIALI A PIE' D'OPERA

Verranno pagati i materiali effettivamente utilizzati, dedotti quindi gli eventuali residui (resi) e nessun compenso sarà dovuto per gli oneri di trasporto, carico, scarico, cali, perdite, sprechi, ecc.. I materiali dovranno essere delle migliori qualità ed idonei, a giudizio insindacabile della D.L., all'utilizzo previsto.

ART.5 LAVORI COMPIUTI A MISURA

Nei paragrafi seguenti vengono specificate le norme di misurazione per valutare le singole opere compiute così come esposte nell'Elenco Descrittivo delle Voci; nessun compenso aggiuntivo sarà dovuto per particolari lavorazioni necessarie per dare i lavori compiuti a regola d'arte, anche se non espressamente indicato nelle suddette Voci, intendendosi compreso e compensato nel prezzo ogni onere relativo.

SCAVI IN GENERE Oltre agli obblighi particolari emergenti dal presente articolo, con i prezzi dell'Elenco, per gli scavi in genere, l'Appaltatore dovrà ritenersi compensato per tutti gli oneri che incontrerà per: - il taglio di piante, l'estirpazione di ceppaie, ecc.; - il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie di qualsiasi consistenza, sia asciutte, che bagnate, che in presenza d'acqua; - paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico in rilevato o rinterro od a rifiuto a qualsiasi distanza;

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- sistemazione delle materie di rifiuto, deposito provvisorio e successiva ripresa; - ogni indennità di deposito temporaneo o definitivo; - regolarizzazione delle scarpate o pareti, spianamento del fondo, formazione dei gradoni, successivo reinterro attorno alle murature, attorno e sopra le condotte d'acqua od altre condotte in genere e sopra le fognature e drenaggi secondo le sagome definitive di progetto; - puntellature, sbadacchiature ed armature di qualsiasi genere ed importanza, secondo le prescrizioni contenute nel presente Capitolato; - ogni altra spesa necessaria per l'esecuzione degli scavi. Si conviene inoltre che la misurazione degli scavi verrà effettuata sempre a pareti verticali sul limite esterno di base, ritenendosi già compreso e compensato ogni onere per maggiori scavi; il volume verrà determinato: - per gli scavi di sbancamento, con il sistema delle sezioni ragguagliate che verranno rilevate in contraddittorio con l'Appaltatore all'atto della consegna; - per gli scavi di fondazione, mediante il prodotto della base di fondazione, maggiorata della maggior larghezza prevista per il magrone, per la profondità sotto il piano degli scavi sbancamento o del terreno naturale quando detto scavo di sbancamento non viene effettuato. Al volume così calcolato si applicheranno i vari prezzi fissati per gli scavi nella Lista delle Categorie di Lavoro e Forniture.

RILEVATI, REINTERRI O RIEMPIMENTI Il sistema di misurazione dei rilevati o dei reinterri, quando dovuto, e effettuato a sistemazione definitiva secondo i meccanismi indicati per gli scavi. Il riempimento di pietrame a secco a ridosso delle murature per drenaggi, vespai, ecc., sarà valutato a metro cubo per il suo volume effettivo misurato in opera.

DEMOLIZIONE DI MURATURE I prezzi fissati nella Lista delle Categorie di Lavoro e Forniture per la demolizione delle murature si applicheranno al volume effettivo delle murature da demolire; tali prezzi comprendono i compensi per gli oneri ed obblighi specificati nei precedenti articoli ed in particolare la scelta, l'accatastamento ed il trasporto a rifiuto dei materiali. I materiali utilizzabili che, ai sensi degli articoli precedenti, dovessero essere rilevati dall'Appaltatore, a semplice richiesta della D.L., verranno addebitati all'Appaltatore considerati come nuovi in sostituzione dei materiali che egli avrebbe dovuto provvedere e cioè allo stesso prezzo fissato per questi nella Lista delle Categorie di Lavoro e Forniture o, mancando questo, al prezzo commerciale; l'importo complessivo dei materiali così valutati verrà detratto dall'importo netto dei lavori in conformità a quanto dispone l'art. 40 del Capitolato Generale.

CONGLOMERATI CEMENTIZI SEMPLICI I conglomerati cementizi per fondazioni, murature, ecc., saranno in genere pagati a metro cubo e misurati in opera in base alle dimensioni prescritte, esclusa quindi ogni eccedenza, anche se inevitabile, dipendente dalla forma del manufatto che si va a realizzare o dal modo di esecuzione dei lavori.

CONGLOMERATI CEMENTIZI ARMATI (CEMENTI ARMATI) Il conglomerato (calcestruzzo) per opere in cemento armato di qualsiasi natura, forma e spessore sarà valutato per il suo volume effettivo senza detrazione del volume del ferro . L'acciaio d'armatura, di qualità FeB44K controllato in stabilimento (salvo diversa indicazione progettuale) si intende di norma (salvo diversa indicazione) compreso e compensato con la voce del calcestruzzo, intendendosi compresa la fornitura, la piegatura, la posa in opera, la legatura con filo di ferro, gli sfridi di lavorazione, i trasporti, il tiro in alto, il calo in basso ed ogni altro onere necessario per dare l'acciaio perfettamente posato. Potranno essere richieste, in opera, integrazioni d'armatura in base alle esigenze che si manifestassero a seguito dell'andamento dei lavori; tali integrazioni, se complessivamente inferiori al 10 % (in peso) dell'acciaio d'armatura complessivamente previsto, non daranno luogo ad alcun compenso aggiuntivo.

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Per elementi in c.a. di carattere ornamentale gettati fuori opera (pietra artificiale) la misurazione verrà effettuata in ragione del minimo parallelepipedo retto a base rettangolare circoscrivibile a ciascun pezzo, e nel relativo prezzo si deve intendere compreso oltre che il costo della armatura metallica tutti gli oneri per casseri, trasporto, sollevamento, dispositivi d'ancoraggio, formazione di tasche, smussi, incastri e quanto altro necessario per dare gli elementi perfettamente eseguiti e montati. Nei prezzi di elenco dei conglomerati armati sono anche compresi e compensati gli stampi di ogni forma, i casseri, le casseforme, le armature di sostegno ed i palchi provvisori di servizio, fino a qualsiasi altezza, l'innalzamento dei materiali a qualunque altezza, il getto la sua vibratura, il disarmo ad opera ultimata, la bagnatura in corso di maturazione, la finitura a frattazzo (ove richiesta dalla D.L.) delle superfici.

SOLAI I solai in cemento armato massicci (cioè non misti a laterizi) saranno valutati a metro cubo come ogni altra opera in cemento armato. Ogni altro tipo di solaio verrà invece valutato a metro quadrato in base alla superficie netta interna dei vani che ricopre, qualunque sia la forma di questi, misurati al grezzo delle murature di perimetro, escluso quindi sulle murature stesse e al netto di travi e cordoli di coronamento che verranno compensati a parte. Nei prezzi dei solai in genere è compreso l'onere per lo spianamento della caldana superiore, nonché ogni opera e materiale occorrente per dare il solaio completamente finito e pronto per le pavimentazioni e gli intonaci. Nel prezzo dei solai misti in laterizio e cemento armato sono comprese le casseforme, la banchinature e gli armamenti in genere. Il prezzo a metro quadro dei solai suddetti si applicherà senza alcuna maggiorazione anche a quelle porzioni in cui per resistere ai momenti negativi il laterizio sia sostituito da conglomerato cementizio. Nel prezzo dei solai in laterocemento sono comprese la fornitura lavorazione e posa del ferro occorrente, nonché il noleggio delle casseforme e delle impalcature di sostegno di qualsiasi entità ed altezza, con tutti gli oneri specificati per le casseforme dei cementi armati. Nel prezzo dei solai con putrelle in ferro e voltine o elementi in laterizio è compreso l'onere per ogni armatura provvisoria, per il rinfianco nonché per ogni opera e materiale occorrente per dare il solaio completamente finito e pronto per la pavimentazione e per l'intonaco, restando solamente escluse le opere necessarie per ricavare, nel caso di murature già esistenti, l'incasso per le travi.

STRUTTURE DI COPERTURA Le coperture in genere sono computate a metro quadrato misurando geometricamente la superficie effettiva delle falde del tetto, senza alcuna deduzione dei vani per lucernari, fumaioli ed altre parti sporgenti o inserite nella copertura, purché non eccedente, ciascuna, la superficie di mq.1.00 nel qual caso si devono dedurre per intero; inoltre non si terrà conto delle sovrapposizioni e ridossi degli eventuali giunti.

LAVORI IN LEGNAME Nella valutazione dei legnami non si terrà conto dei maschi e dei nodi per la congiunzione dei diversi pezzi, e parimenti non si dedurranno le relative mancanze od intagli. Nei prezzi riguardanti la lavorazione e posizione in opera dei legnami, è compreso ogni compenso per la provvista di tutta la chioderia, staffe, bulloni, chiavarde, ecc., per l'applicazione delle ferramenta a norma dei tipi e delle prescrizioni per gli sprechi, occorrenti a dare ai legnami le dimensioni e forme prescritte, per l'esecuzione delle giunzioni e degli innesti di qualunque specie, per palchi di servizio, ponteggi fino a qualsiasi altezza, catene, cordami, malta, meccanismi e simili e qualunque altro mezzo provvisionale e di mano d'opera per l'innalzamento trasporto e posa in opera.

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OPERE STRUTTURALI IN ACCIAIO O ALTRO METALLO Tutti i lavori in metallo saranno in genere valutati a peso ed i relativi prezzi verranno applicati al peso effettivo dei metalli stessi, a lavorazione completamente ultimata e determinato prima della loro posa in opera, con pesatura in diretta fatta in contraddittorio e a spese dell'Appaltatore. Nei prezzi dei lavori in metallo è compreso ogni e qualunque compenso per forniture ed accessori per lavorazioni, montatura e posa in opera. Sono pure compresi e compensati: - l'esecuzione dei necessari fori ed incastri delle murature e pietre da taglio, le impiombature e suggellature, la malta ed il cemento, nonché la fornitura del piombo per le impiombature; - la formazione di piastre, flange, fazzoletti , saldature, bullonature (anche ad espansione) ; - tutti gli oneri e spese derivanti da tutte le norme e prescrizioni contenute nell'articolo relativo ; - la coloritura con minio ed olio di lino cotto, il tiro ed il trasporto in alto, ovvero la discesa in basso e tutto quanto è necessario per dare i lavori compiuti in opera a qualsiasi altezza. Per gli elementi d'acciaio da posare in opera a rinforzo od integrazione di elementi preesistenti si intende sempre compreso l'onere per la fornitura e posa di elementi in legno o acciaio per il collegamento a perfetta regola d'arte agli elementi esistenti. 2.3.5.10. MURATURE IN GENERE Tutte le murature in genere, salvo quelle in cls per le quali si veda il relativo paragrafo, saranno misurate geometricamente, a volume od a superficie secondo la categoria, in base a misure prese sul vivo dei muri, esclusi cioè gli intonaci. Nelle misurazioni sarà fatta deduzione di tutti i vuoti di superficie superiore a mq. 4.00 e dei vuoti di canne fumarie, pilastri, canalizzazioni, ecc. che abbiano sezione superiore a mq. 0.09, rimanendo per questi ultimi, all'Appaltatore, l'onere della loro eventuale chiusura con materiale laterizio. Così pure sarà fatta deduzione del volume corrispondente alla parte incastrata di travi, piattabande, ecc., di strutture diverse nonché di pietre naturali o artificiali, da compensarsi con altre voci dell'elenco. E' sempre compresa la eventuale formazione di feritoie regolari per lo scolo delle acque ed in genere ogni formazione di incastri per la posa in opera di pietre o altri elementi. Nei prezzi unitari delle murature di qualsiasi genere si intende compreso ogni onere per la formazione di spalle, sguanci, canne, spigoli, strombature, incassature per imposte di archi, piattabande, travi ed architravi in cemento armato, in pietra o in legno. Qualunque sia la curvatura data alla pianta ed alle sezioni trasversali dei muri, anche se si debbano costruire sotto raggio, le relative murature saranno valutate con i prezzi delle murature rette senza alcun ulteriore compenso. Nei prezzi unitari delle murature da eseguire in laterizio o pietrame di proprietà dell'Amministrazione, come in generale per tutti i lavori in cui si impiegano materiali di proprietà dell'Amministrazione (non ceduti all'Appaltatore), s'intende compreso ogni trasporto, ripulitura ed adattamenti dei materiali stessi per renderli idonei alla messa in opera, nonché la messa in opera degli stessi. Le murature eseguite con materiali ceduti all'Appaltatore saranno valutate con i prezzi normali suddetti delle murature con laterizi o pietrame fornito dall'Appaltatore, intendendosi in questi prezzi compreso e compensato ogni trasporto ed ogni onere di lavorazione, messa in opera, ecc. come sopra dei mattoni o pietrame ceduto. Le volte, gli archi e le piattabande, in conci di pietrame o mattoni di spessore superiore ad una testa, saranno pagati a volume a seconda del tipo, struttura e provenienza dei materiali impiegati, coi prezzi di elenco nei quali si intendono comprese tutte le forniture, lavorazioni e magisteri per dare la volta in opera completa con tutti i giunti profilati e stuccati. Le volte, gli archi e le piattabande in mattoni, in foglio o ad una testa, saranno pagate a superficie come le murature.

TRAMEZZI IN GENERE I tramezzi di mattoni ad una testa od in foglio ed i tramezzi in genere, si valuteranno a metro quadrato e si misureranno a vuoto per pieno, al rustico, deducendo tutta la superficie delle aperture di superficie uguale o superiore a mq 3.00, intendendosi compresa e compensata nel

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prezzo la formazione di sordini, spalle, piattabande, zocchetti, ecc., nonchè la posa di eventuali falsi telai per la collocazione dei serramenti. Si definisce tramezza l'insieme di materiali e componenti che costituisce un piano opaco fisso di separazione tra due spazi interni. Le tramezze potranno essere: In componenti prefabbricati (gesso, calcestruzzo, ecc.) con interposti isolanti termoacustici, dello spessore adeguato, con perfetta sigillatura dei giunti, indeformabili nel tempo. In calcestruzzo cellulare e/o laterizio dello spessore previsto dai disegni di progetto ed adeguato al grado di isolamento acustico e con caratteristiche antincendio richieste, intonacate su entrambi i lati dove previsto; Al piede delle tramezze dovrà essere posto in opera un opportuno strato di coibente acustico. Nelle pareti divisorie dovranno, di norma, trovare collocazione le canalizzazioni dell'impianto elettrico, completo di frutti ad incasso, e le canalizzazioni compatibili dell'impianto di riscaldamento ed idrico-sanitario; il passaggio delle canalizzazioni non dovrà risultare pregiudizievole delle staticità delle pareti divisorie. La composizione dei materiali dell'insieme tecnologico costituito dalla parete divisoria, dovrà essere compatibile con l'utilizzo dei locali; in particolare nei bagni e nei servizi non dovranno verificarsi inconvenienti di sorta per la presenza di umidità prodotta nei locali stessi. Le tramezze tra aula ed aula, ed in generale quelle che la D.L. riterrà opportuno, dovranno essere poste in opera su pavimento continuo, senza che l'Appaltatore abbia diritto a nessun compenso di sorta, per consentire una futura e facilmente realizzabile flessibilità dell'edificio in rapporto alle mutate esigenze didattiche. Le tramezze dovranno garantire il rispetto integrale delle Norme Tecniche e in particolare dovranno essere osservate le seguenti prescrizioni: Rispetto delle condizioni acustiche: Le tramezze dovranno essere continue in altezza; al di sopra di eventuali plafonature e fino all'intradosso del solaio dovranno essere adottati tutti gli accorgimenti necessari ad impedire la formazione di ponti acustici, a meno che le plafonature non costituiscano esse stesse idonea barriera alla trasmissione del suono per via aerea. Rispetto delle condizioni termoigrometriche: In tutti i locali dove sono allocati apparecchi di erogazione dell'acqua (servizi igienico-sanitari, docce, cucine, ecc.), le tramezze dovranno essere rivestite in tutta o in parte la loro estensione e per l'altezza prevista dal progetto e comunque non inferiore all'altezza delle porte. Conservazione: Le tramezze, nel loro insieme, dovranno essere garantite, con economica manutenzione, per una durata pari a quella dell'edificio, consentire una facile sostituzione dei loro componenti e resistere agli urti che potrebbero verificarsi nell'uso. Il sistema di assemblaggio dei vari componenti, la scelta dei componenti stessi e dei materiali, dovranno essere tali da consentire la sostituzione di quelle tramezze che abbiano subito, per qualsiasi ragione, deterioramenti tali da non essere più conformi alle originali caratteristiche di fornitura del manufatto

TETTO GIARDINO Il tetto giardino dovrà svolgere una funzione di regolatore di deflusso delle acque piovane (determinando il cosiddetto “volano idraulico”) e di riduzione del fenomeno “isola di calore” Rimandando all’elenco descrittivo delle voci si evidenzia che in generale il tetto giardino dovrà essere realizzato con mediante piantagione conforme alle norme DIN 18916 direttive per inverdimenti pensili consistente in: annaffiamento secondo necessità, ripristino della vegetazione ove mancante, concimazione secondo necessità, allontanamento di vegetazione infestante e di essenze spontanee legnose. Successiva “cura di sviluppo” secondo le direttive per inverdimento dei tetti per il raggiungimento allo stato funzionale attraverso: controllo della vegetazione, allontanamento di vegetazione infestante, controllo dell’impianto di irrigazione. “Cura di mantenimento” per il raggiungimento allo stato funzionale. Si rimanda ai controlli normativi e previsti dalle norme e direttive per inverdimenti pensili.

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Vincoli progettuali: il tetto verde dovrà rispondere alle esigenze di fruibilità agli addetti alle manutenzioni.

PARAMENTI FACCIA VISTA La misurazione dei paramenti in pietrame e delle cortine di mattoni verrà effettuata per la loro superficie effettiva, dedotti i vuoti e le parti occupate da pietra da taglio od artificiale.

PIETRA DA TAGLIO La pietra da taglio da pagarsi a metro cubo sarà valutata in base al volume del minimo parallelepipedo retto rettangolare circoscrivibile a ciascun pezzo. Le lastre, i lastroni e altri pezzi da pagarsi a metro quadrato, saranno valutati in base al minimo rettangolo circoscrivibile. I gradini, le cornici, i contorni di porte e finestre, ecc., da pagarsi a metro lineare, verrà misurata fra gli estremi di ogni singolo pezzo; nella misura verranno comprese anche le parti incassate nei muri. Per le pietre di cui una parte viene lasciata greggia, si comprenderà anche questa nella misurazione, non tenendo però alcun conto delle eventuali maggiori dimensioni della parte non lavorata in confronto alle dimensioni di progetto.

CONTROSOFFITTI I controsoffitti piani saranno pagati in base alla superficie della loro proiezione orizzontale, senza tener conto di eventuali raccordi curvi con i muri perimetrali. I controsoffitti a finta volta, di qualsiasi forma e monta, si misureranno per una volta e mezza la loro proiezione orizzontale.

VESPAI I vespai in laterizio saranno valutati a metro quadrato per la superficie netta del locale od ambiente; i vespai di ciottoli o pietrame saranno invece valutati a metro cubo di materiale in opera.

PAVIMENTI I pavimenti di qualunque genere, saranno valutati per la superficie vista tra le pareti intonacate; nella misura non sarà perciò compresa l'incassatura dei pavimenti nell'intonaco. I prezzi di Elenco per ciascun genere di pavimento si intende compreso e compensato ogni onere per la fornitura dei materiali e ogni lavorazione per dare i pavimenti completi e rifiniti come prescritto dai precedenti articoli specifici; il sottofondo, a seconda dei casi e dei tipi, potrà essere compreso od escluso e pagato a parte in base al corrispondente prezzo di Elenco. In ciascuno dei prezzi concernenti i pavimenti, anche nel caso di sola posa in opera, si intendono inoltre comprese e compensate le eventuali opere di ripristino e di raccordo con gli intonaci, qualunque possa essere l'entità dei lavori per tali ripristini.

RIVESTIMENTI DI PARETI I rivestimenti in piastrelle verranno misurati per la superficie effettiva qualunque sia la sagoma e la posizione delle pareti da rivestire; nel prezzo a metro quadrato si intendono compresi e compensati i maggiori oneri per i pezzi speciali di raccordo, gusci, angoli, ecc., che saranno però computati nella superficie misurata.

INTONACI I prezzi degli intonaci saranno applicati alla superficie intonacata, sia piana che curva, compresa la fattura degli spigoli, dei risalti, ecc.. L'esecuzione di gusci di raccordo negli angoli tra parete e soffitto e tra parete e parete, se richiesti e se con raggio non superiore a cm 15, è pure compresa nel prezzo, restando convenuto che gli intonaci in questo caso verranno valutati come se esistessero gli spigoli vivi. Nella fattura degli intonaci sono inoltre compresi gli oneri della ripresa dopo la chiusura di tracce di qualunque genere, della muratura di eventuali ganci a soffitto e delle riprese contro pavimenti,

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zoccolature e serramenti; i prezzi di Elenco valgono anche per intonaci su murature di mattoni forati di più di una testa, con l'onere dell'intasamento dei fori del laterizio. A seconda dei vari casi si avranno le seguenti regole di misurazione: - intonaci interni su muri di spessore maggiore di cm 15 saranno computati vuoto per pieno a compenso della riquadratura dei vani, degli eventuali aggetti o lesene alle pareti che non saranno perciò sviluppate, detraendo tutta la superficie dei fori uguali o superiori a mq 4.00; - intonaci interni su tramezzi in foglio o ad una testa saranno computati a vuoto per pieno, detraendo tutta la superficie dei fori uguali o superiori a mq 4.00; - intonaci all'intradosso delle volte, di qualsiasi forma e monta, si determinerà moltiplicando la loro superficie in proiezione orizzontale per il coefficiente medio di 1.2; nessun speciale compenso sarà dovuto per gli intonaci eseguiti su piccole volte in corrispondenza di spalle e mazzette di vani, di porte e di finestre; - intonaci dei pozzetti d'ispezione delle fognature verranno valutati per la superficie delle pareti, senza detrarre la superficie di sbocco delle fognature; - intonaci esterni verranno misurati vuoto per pieno, detraendo tutta la superficie dei fori uguali o superiori a mq 4.00.

TINTEGGIATURE, COLORITURE E VERNICIATURE Nei prezzi delle tinteggiature, coloriture e verniciature in genere sono compresi e compensati tutti gli oneri di cui ai precedenti articoli specifici ed inoltre si intendono compresi e compensati ogni mezzo d'opera, i trasporti, smontaggio e rimontaggio di serramenti ecc.. Le tinteggiature esterne ed interne per pareti e soffitti saranno in generale misurate con le stesse Norme previste per gli intonaci. Per le altre coloriture e verniciature si stabilisce quanto segue: A. SERRAMENTI - porte in genere, si computerà due volte la luce netta del serramento, non detraendo l'eventuale superficie del vetro e misurando a parte i telai, gli scatolati, le maestà e contromaestà, in proiezione verticale senza tener conto di sagome, risalti o risvolti; - finestre a doppia vetrata (tipo Wagner), si computerà due volte la luce netta del serramento, comprendendo con ciò anche la coloritura del telaio e l'eventuale coloritura del davanzale e del cassonetto; - finestre semplici, si computerà una volta sola la luce netta del serramento, comprendendo con ciò anche la coloritura del telaio e l'eventuale coloritura del davanzale e del cassonetto; - persiane comuni senza griglie, si computerà due volte la luce architettonica del serramento, comprendendo con ciò anche la coloritura dell'eventuale telaio; - persiane comuni a griglie fisse o mobili, si computerà tre volte la luce architettonica del serramento, comprendendo con ciò anche la coloritura dell'eventuale telaio; - persiane avvolgibili, si computerà due volte e mezzo la luce architettonica del serramento, comprendendo con ciò anche la coloritura di eventuale telaio ed apparecchio a sporgere ed escludendo il solo cassonetto; B. OPERE IN FERRO - opere in ferro semplici e senza ornati, quali finestre, vetrate, lucernari, serrande avvolgibili a maglia, ecc., si computerà una volta sola la loro superficie reale in proiezione, ritenendo così compensata la coloritura di sostegni, grappe e accessori simili, dei quali non si terrà conto alcuno nella misurazione; - opere in ferro di tipo normale a disegno, quali ringhiere, cancelli, inferriate e simili, si computerà una volta e mezzo la loro superficie reale in proiezione, ritenendo così compensate la coloritura di sostegni, grappe e accessori simili, dei quali non si terrà conto alcuno nella misurazione; - opere in ferro ornate, come al punto precedente ma con ornati ricchissimi, si computerà due volte la loro superficie reale in proiezione, ritenendo così compensate la coloritura di sostegni, grappe e accessori simili, dei quali non si terrà conto alcuno nella misurazione; - pareti metalliche e lamiere piane, si computerà due volte la loro superficie vista, comprendendo con ciò tutte le eventuali parti non in vista; - lamiere ondulate o grecale e serrande avvolgibili piene, si computerà tre volte la loro superficie vista, comprendendo con ciò tutte le eventuali parti non in vista;

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- radiatori e termosifoni, si computerà in base alla loro superficie radiante od alle Kcal/h od a elemento, a seconda di quanto previsto dalla relativa voce di Elenco Descrittivo delle Voci e senza distinzione per il numero di colonne e per l'altezza. Tutte le coloriture e verniciature si intendono eseguite su ambo le facce e negli spessori (eventuali coloriture e verniciature su una sola faccia verranno computate metà di quelle previste) e nei rispettivi prezzi dell'Elenco si intende inoltre compresa e compensata la coloritura di nottole, braccialetti ed accessori simili anche se separati.

SERRAMENTI Nei prezzi dei serramenti si intendono compresi e compensati tutti gli oneri dei successivi articoli specifici e saranno valutati a cadauno od metro quadrato senza tener conto di eventuali minimi di misurazione richiesti da Associazioni di categoria e secondo i seguenti casi: - i serramenti in genere saranno valutati a metro quadrato di superficie architettonica; - i serramenti di porte interne in legno o simili saranno valutati a metro quadrato di superficie netta di passaggio; - i serramenti avvolgibili comprese le serrande si computeranno in luce architettonica aumentandone l'altezza di cm.20. Tutti i serramenti si intendono posti in opera completi di ferramenta di sostegno e di chiusura, di graffe a muro, pomoli, maniglie ed ogni altro accessorio necessario per il buon funzionamento. Se previsti dalle singole voci di Elenco, nei prezzi si intendono compresi e compensati gli eventuali accessori di completamento, quali manovre a distanza, arganelli, ecc.. Nei prezzi è inoltre compreso e compensato l'onere dell'eventuale posa in periodi diversi di tempo, qualunque possa essere l'ordine di arrivo in cantiere dei materiali, in riferimento all'avanzamento dei lavori.

SERRAMENTI ESTERNI

Si definiscono genericamente serramenti esterni l'insieme di componenti e materiali che separano l'interno dall'esterno dell'edificio e che svolgono la funzione principale di illuminazione naturale e di protezione dall’ ambiente esterno; sono comunque da considerarsi serramenti esterni anche gli infissi opachi (porte esterne, ecc.) ed i portoni dei magazzini, locali a destinazione produttiva e locali tecnici. La fornitura dei serramenti dovrà essere conforme al disegno di progetto, per quanto riguarda materiali, dimensioni e sistemi di apertura; i materiali, secondo i casi (ed in funzione delle specifiche riportate sulle tavole grafiche) potranno essere in alluminio. Gli infissi dovranno essere forniti completi di tutti gli accessori e perfettamente funzionanti; prima dell'inizio dei lavori l'Appaltatore dovrà fornire idonea campionatura dei vari tipi di serramento per la preventiva approvazione da parte della D.L.. I serramenti dovranno essere completati secondo quanto previsto dai disegni di progetto, dai particolari esecutivi e da eventuali disposizioni fornite dalla D.L. all'atto esecutivo. Si definiscono accessori e completamenti dei serramenti i sistemi di oscuramento e protezione con relative manovre e movimentazioni, i cassonetti, sistemi di chiusura, ante, ecc.. Salvo diversa specifica le maniglie delle porte dei serramenti esterni dovranno essere posizionate ad una altezza di 100 cm dal pavimento. Le prestazioni funzionali dei serramenti dovranno essere idoneamente documentate da un certificato di prova rilasciato da un Istituto Europeo autorizzato ed approvate dalla D.L. prima dell'inizio dei lavori. Le prestazioni minime dovranno essere quelle previste dalle norme in relazione alle caratteristiche dell'edificio in oggetto ed al contesto climatico in cui è inserito; in particolare dovranno essere certificate da Istituti o Enti autorizzati e adeguatamente documentate la resistenza al carico dovuto al vento, la permeabilità all'aria, la tenuta all'acqua, la resistenza alle sollecitazioni d'utenza per n. 7000 cicli di prova, la resistenza della verniciatura. Principali caratteristiche dei serramenti esterni: serramenti in alluminio con profili estrusi con interruzione del ponte termico, con inserzioni di ante e di protezione solare esterna, secondo i disegni di progetto, comprese le vetrate isolanti, gli accessori di movimentazione, ecc.. Le caratteristiche generali e specifiche sono le seguenti.

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Note Generali Particolari costruttivi e abaco serramenti: sarà cura dell’appaltatore elaborare un abaco serramenti e dettagli particolareggiati per ogni tipologia di serramento e relativo attacco all’edificio. Le tavole dovranno essere in formato Din A3 e conterranno tutte le informazioni necessarie sui materiali utilizzati, colori, ed effettive dimensioni (in particolare tipologia del vetro e misure). Per l’approvazione dei disegni dovranno essere consegnate tutte le tavole in duplice copia, una delle quali sarà restituita timbrata e firmata dalla Direzione Lavori con le eventuali modifiche da eseguire. Sarà cura dell’appaltatore apportare nelle tavole le modifiche richieste. Alla fine dei lavori dovranno essere consegnate per l’archiviazione le tavole aggiornate e complete, sia su supporto cartaceo in duplice copia che su supporto digitale (su cd rom in formato dwg). Dovranno essere inoltre consegnate le schede con le indicazioni per un corretto uso e manutenzione di tutti i prodotti installati. - Campionatura: a scelta della Direzione Lavori sarà individuato un vano nel quale posare il serramento campione. Le dimensioni del serramento campione saranno quelle effettive come da abaco serramenti. La campionatura dovrà essere completa di tutti gli accessori necessari per una idonea valutazione ( tamponamenti laterali, guaine impermeabilizzanti, bancale esterno, cassonetto, protezione solare, ecc. ). - Certificati: prima della posa dovranno essere consegnati alla Direzione Lavori tutti i certificati relativi ai prodotti installati, per verificarne la rispondenza alle norme o leggi attualmente in vigore. N.B. In ottemperanza ak D.M. del 02/04/08, all' atto della fornitura del prodotto, il serramentista dovrà documentare e certificare le prestazioni degli infissi (trasmittanza termica complessiva (Uw), trasmissione luminosa, permeabilità all' aria) nonchè i laboratori e le metodiche usate per le verifiche; in particolare la trasmittanza termica complessiva dovrà garantire quanto previsto dal D.lgs. n. 192/2005 per l' edificio oggetto dell' appalto. A parità di prestazioni sono da privilegiare i serramenti dotati della certificazione volontaria UNI UNCAAL. Facciata montanti e traversi in alluminio I materiali da impiegare per i componenti della facciata sono indicati nei disegni di progetto ed illustrati nella presente descrizione. - Attacchi alla struttura: gli attacchi alla struttura dovranno essere realizzati mediante staffe o profili di ancoraggio in lega di alluminio EN AW 6060, predisposte per la regolazione nelle tre dimensioni per compensare le imprecisioni costruttive della struttura dell'edificio (vedi dettagli esecutivi); - Viti e bulloni di fissaggio: per gli ancoraggi nella parte interna dell’edificio possono essere utilizzate viti e bulloni in acciaio zincato. Per quanto riguarda invece gli ancoraggi nella parte esterna dell’edificio dovranno essere utilizzate viti e bulloni in acciaio inossidabile; - Struttura della facciata: La facciata dovrà essere di tipo tradizionale con reticolo in vista. La struttura di facciata sarà realizzata con profilati estrusi in lega primaria di alluminio EN AW 6060 e sarà composta da montanti verticali e traversi orizzontali da 50mm. Dimensione dei profilati come da particolari costuttivi. Esternamente il reticolo di facciata sarà finito e completato mediante copertine in alluminio da 50mm di larghezza montati su pressore di contenimento dei tamponamenti. Tali pressori saranno distanziati dal reticolo interno tramite distanziali in materiale plastico isolante. Le guarnizioni di contenimento dei tamponamenti saranno in EPDM. - Taglio termico: i profilati interni formanti il reticolo di facciata saranno isolati (interruzione del ponte termico) da quelli esterni tramite distanziali in materiale plastico isolante. La trasmittanza termica media della facciata, completa di ogni sua parte, dovrà avere un coefficiente Uf= 1.6 W/m2K. L’accoppiamento serramento – vetro dovrà garantire un coefficiente Uw < 1.8 W/m2K. - Tipi di aperture: nelle specchiature saranno inseriti serramenti del tipo apribile ad anta, ad anta ribalta, porte verso l’interno e porte verso l’esterno. - Vetri e pannelli: la facciata dovrà consentire l'inserimento all'interno dei moduli di vetri isolanti aventi spessori come da elenco descrittivo della voci. Dovrà consentire anche l'inserimento di pannelli di forma e spessori adeguati a seconda delle caratteristiche richieste di isolamento e/o estetiche richieste. - Caratteristiche di tenuta: la facciata, nelle zone a partitura fissa ( vetro o pannello), dovrà avere una perfetta impermeabilità all'acqua, all'aria e una resistenza ai carichi del vento che non causino

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degradi funzionali. Le prestazioni minime richieste dovranno corrispondere ai livelli prestazionali previsti dalle norme:

UNI EN ISO 12412-2 - Verifica trasmittanza termica, UNI EN 12207 - Tenuta all'aria, UNI EN 12208 - Tenuta all'acqua, UNI EN 12210 - Resistenza al vento, D.P.C.M. 05.12.1997 - Prestazioni acustiche e requisiti passivi degli edifici Le caratteristiche sopra citate dovranno essere dimostrabili con certificati in copia di risultati di collaudo effettuato dal costruttore della facciata o, in mancanza, dal produttore del sistema. - Finiture superficiali: la protezione e la finitura delle superfici dei profilati dovranno essere effettuate mediante anodizzazione o verniciatura. L'anodizzazione, a marchio europeo "Euras- Ewaa Qualanod", nel colore a scelta della direzione lavori, dovrà essere eseguita con ciclo completo comprendente le operazioni di decapaggio, sgrassaggio e satinatura chimica. Lo spessore dell'ossido dovrà essere garantito con un valore medio di 20 Microns (classe 20 Microns UN14522-66). salvo particolari richieste. La verniciatura a marchio europeo Qualicoat" nel colore a scelta della direzione su mazzetta colori RAL avrà spessore minimo per le parti in vista di 60 Microns e sarà effettuata con un ciclo comprendente: - sgrassaggio alcalino a 50°C circa - doppio lavaggio - disossidazione acida - lavaggio - lavaggio demineralizzato - asciugatura - verniciatura mediante polveri poliestere applicate elettrostaticamente e cottura in forno a temperatura idonea (160º - 180º) A garanzia della durata nel tempo dovranno essere effettuati controlli quali: - la temperatura di cottura che deve essere costante su tutti i profili; - controllo della aderenza (quadrettatura) secondo norma DIN 53151. Limiti di impiego: il progettista o il serramentista, nel determinare le dimensioni massime della struttura verticale della facciata, dovrà considerare e valutare, oltre alle dimensioni e al momento d'inerzia dei profilati, anche le caratteristiche applicative e metereologiche. Nel prezzo si intendono compresi e compensati gli oneri per la posa in opera nel rispetto delle prescrizioni UNCSAAL.DT.16, il trasporto, l'innalzamento ai piani, la sigillatura tra serramento e contesto edile eseguita mediante guaine impermeabili fissate meccanicamente, l'idonea campionatura completa di accessori che l'Appaltatore dovrà presentare prima dell'inizio dei lavori, i disegni di dettaglio costruttivi, l'osservanza delle norme di sicurezza e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte. Sono altresì comprese eventuali variazioni dimensionali comprese tra +0 e il 5% (altezza,lunghezza). Maniglioni Antipanico Maniglione antipanico destinato alle porte d'uscita d'emergenza o antipanico e conforme alle norme EN 1125 e prEN12209. Barra orizzontale ovale e carter di copertura in acciaio inox, abbinati ad una serratura da infilare all'interno del montante della porta. A corredo del maniglione antipanico si possono abbinare cilindri a profilato europeo standard. Cilindri In ottone nichelato con sistema a chiave maestra MK (Master Key) per gestire gli accessi in ordine gerarchico. Incontro elettrico Con tensione d’alimentazione di 6 - 12 volt, l’apriporta verrà sbloccato solo su impulso. L’incontro regolabile in acciaio inox, nonché la posa invisibile della linea d’alimentazione elettrica all’interno del montante della porta, saranno compresi nella fornitura. Contatto magnetico

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Su tutte le ante apribili (sia finestre che porte dovrà essere installato un contatto magnetico per il controllo delle aperture. Dovrà essere posizionato in modo invisibile tra anta mobile e telaio. Il passaggio dei cavi elettrici fino alla scatola di derivazione dovrà avvenire in modo invisibile. Maniglia della porta Con molla di ritorno e fissaggio invisibile, con rosetta fissata sul lato interno ed esterno del battente, con perno quadrato diametro 10 mm. Verranno fornite maniglie e rosette di fissaggio in acciaio inox. Forma e trattamento superficiale a scelta della direzione lavori. Chiudiporta e regolazione della sequenza di chiusura Chiudiporta aereo a cremagliera con slitta passante, con meccanismo di sequenza di chiusura delle ante integrato nel binario di scorrimento. EN 1154 A, forza 2-6. Finitura superficiale a scelta della direzione lavori. Bancali esterni ed interni In lamiera d’alluminio presso-piegato, spessore minimo 2 mm, sviluppo circa 350 mm. L’elemento bancale dovrà avere dei risvolti laterali, nascosti sotto al rivestimento di facciata, necessari per convogliare l’acqua nella parte frontale, ed impedirne l’infiltrazione attraverso il pacchetto isolante. Tutti i bancali avranno inoltre, incollato nella parte inferiore, un rivestimento antirombo, necessario per attutire il rumore della pioggia battente (vedi particolari costruttivi). Vetri Secondo norma Uni 7697:2002. La norma ha lo scopo di indicare i criteri di scelta dei vetri da usarsi, sia in esterni che in interni, in modo che sia assicurata la rispondenza fra prestazioni dei vetri e requisiti necessari per garantire la sicurezza dell'utenza. I vetri stratificati dovranno corrispondere alla norma UNI EN ISO 12543-1/6 Per le caratteristiche dei vetri si rimanda all’elenco descrittivo delle voci. Protezione solare profilato: - Profilato superiore: profilo a forma di U laminato a freddo con bordatura bilaterale. Dimensione 58/56 mm. Montaggio con supporti d‘acciaio zincati; - Spiaggiale: profilo di alluminio estruso. Dim. 90x15,5 mm. Finitura laterale con calotte in plastica, guidato da entrambi i lati con perni di plastica nelle guide. Sistema di chiusura integrato (bloccaggio di sicurezza contro sollevamento); - Lamelle: lamella di alluminio di lega speciale altamente elastica bordata da entrambi i lati. Superficie resistente a pressoflessione, graffi e urti. Verniciata a caldo a due strati. Nel bordo anteriore è stato laminato un profilo di tenuta per un migliore oscuramento. Punzonature bordate per corde di sollevamento contro l‘usura. Le lamelle scendono in posizione di ombreggiamento di ca. 50° e, quando raggiungono la posizione inferiore finale, il telo si chiude completamente, procedimento di orientamento continuo durante il cambio della direzione di movimento, le lamelle salgono orizzontalmente. (Tramite breve movimento „su“ in qualsiasi posizione di altezza è regolabile e chiudibile in modo continuo); - Guida lamelle: la lamella è alternativamente dotata di perno guida in pressofusione di zinco. Guida lamelle OZ La lamella è punzonata bilateralmente a forma di Z, bordata e guidata tramite profilo in plastica coestrusa con linguetta sporgente per ottenere ottimale stabilità e oscuramento del telo; - Guida laterale: guida laterale di alluminio estruso con calotte finali di plastica. Dim. 18x20mm. Telo guidato da entrambi i lati da un profilo guida in plastica a forma di C per un‘ottimale ammortizzazione del rumore; - Cuscinetto orientabile: cuscinetto orientabile senza posizione di lavoro con orientamento bilaterale. Il telo scende chiuso verso l‘esterno, procedimento di orientamento continuo durante il cambio della direzione del movimento, il telo sale in direzione lamelle orizzontale; - Nastro a eccentrici conici: nastro portante in tessuto di poliestere con doppio rinforzo aramid (Kevlar, Twaron) con eccentrici conici applicati a spruzzo di plastica resistente ai raggi UV (PA12). Collegamento con la lamella tramite gancio di acciaio cromato, perfetta chiusura del telo, precisa formazione delle pieghe del nastro portante (aspetto), altezze pacchetto minime, minimo restringimento, minimo allargamento e esatta divisione delle lamelle. - Corde di sollevamento: corde di sollevamento rivestite per garantire una minima usura e una massima protezione a raggi UV, misura 6,0x0,28mm, resistenza agli strappi 750N, tolleranza di spessore garantita per il settore 1/100mm;

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- Azionamento: sollevamento e abbassamento del telo e regolazione lamelle tramite motore elettrico 230 V/AC. Azionamento con ingranaggio planetario integrato, interruttori di fine corsa sopra e sotto, interruttore di protezione termica contro sovraccarico del motore. Orientamento lamelle tramite breve impulso nella rispettiva direzione. Nel prezzo si intende compreso l’onere per la foratura del pannello in legno da 140mm per il passaggio dei cavi elettrici fino alla scatola di derivazione, e la successiva sigillatura a regola d’arte del foro; Colore delle guide laterali e delle lamelle a scelta della Direzione Lavori; Cassonetto: in lamiera di alluminio presso-piegata come da particolari esecutivi. Spalle laterali per tutta l’altezza del serramento e traverso inferiore in compensato marino da 20mm che consentano l’ancoraggio delle guide per le lamelle. Fissaggio alla struttura portante in legno tramite staffe in acciaio zincato e viti in acciaio inossidabile di idonea quantità e spessore. Nella parte superiore, il fissaggio dovrà avvenire con una lamiera continua, utile successivamente per l’ancoraggio dei supporti per la tenda. Il cassonetto dovrà essere rivestito integralmente da una lastra di Fireboard da 2.5 cm per avere una protezione al fuoco REI60 verso l’isolante di facciata, come da disegni di dettaglio.

OPERE DI VETRAZIONE

Si definiscono opere di vetrazione quelle che comportano la collocazione in opera di lastre di vetro (o prodotti similari sempre comunque con funzione di schermo). La realizzazione di opere di vetrazione deve avvenire con le modalità e i materiali previsti in progetto e comunque tenendo conto in relazione alla loro funzione e applicazione nonché alla resistenza delle lastre, delle sollecitazioni dovute al carico del vento, al carico da neve e ad eventuali sbattimenti nonché alle eventuali deformazioni del serramento e/o della cornice o del sistema di supporto. In relazione all'uso delle lastre i bordi dovranno essere trattati con molature smussi arrotondamenti e altri sistemi atti a garantirne la sicurezze e evitarne la scagliatura. Per la determinazione delle caratteristiche, delle tolleranze, dei sistemi di montaggio, dell'isolamento acustico e della sicurezza si farà riferimento alle norme UNI (UNI 7143, UNI 7144, UNI 7170, UNI 7697 ecc.).

SERRAMENTI INTERNI

Si definisce serramento interno l'insieme di materiali e componenti che costituisce un piano verticale tale da permettere, nelle sue articolazioni, la separazione, anche trasparente, e la comunicazione tra due spazi interni. Dove previsto dal progetto e/o prescritto dalle vigenti norme, i serramenti dovranno essere del tipo antincendio, quando richiesto, omologati per la classe di resistenza al fuoco prevista e comunque prescritta per il tipo di locale od uso a cui sono destinate. I serramenti interni dovranno essere forniti in opera completi di tutti gli accessori e perfettamente funzionanti; prima dell'inizio dei lavori l'Appaltatore dovrà fornire idonea campionatura dei vari tipi di serramento per la preventiva approvazione da parte della D.L.. I serramenti interni dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le relative voci di Elenco Prezzi, nonché delle eventuali disposizioni che la D.L. impartirà all'atto esecutivo: ove indicato dalla D.L. dovranno essere predisposte aperture a 180 gradi. La maniglieria che di norma dovrà essere collocata ad una altezza pari a 100 cm dal pavimento e ove previsto dalla legge, dovrà essere del tipo antinfortunistico e fissata con viti passanti o quantomeno idoneamente ancorata al telaio portante. La ferramenta di sostegno e chiusura dovrà essere delle migliori marche e tipi in commercio ed idonea all'uso del serramento; in particolare la ferramenta di sostegno dovrà essere costituita da almeno tre cerniere. Le parti vetrate dovranno essere in cristallo delle migliori qualità, di tipo e spessore adeguato all'uso secondo quanto previsto dai disegni di progetto e dalle relative voci di Elenco Prezzi; in ogni caso, dove le norme vigenti lo prevedano o la D.L. lo ritenesse opportuno dovranno essere adottati vetri di sicurezza antinfortunio. Le prestazioni minime dovranno essere quelle previste dalle norme in relazione alle caratteristiche dell'edificio in oggetto in particolare dovrà essere certificata da Istituti o Enti autorizzati e adeguatamente documentata la resistenza alle sollecitazioni d'utenza per n. 5000 cicli di prova.

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Nel prezzo si intende sempre compreso e compensato l'onere per l'idonea campionatura completa di accessori che l'Appaltatore dovrà presentare prima dell'inizio dei lavori e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte.

VETRI, CRISTALLI E SIMILI Per la misurazione di vetri e cristalli resta convenuto che essa andrà eseguita sulla sola superficie effettivamente collocata in opera senza tener conto di eventuali minimi di misurazione determinati dalle associazioni di categoria e di eventuali sfridi occorsi per ricavare le dimensioni richieste; gli sfridi cioè, si intendono compresi e compensati nel prezzo indicato in Elenco, come si intendono compresi e compensati tutti gli accessori, supporti, guarnizioni, ecc. necessari per dare il lavoro finito. Resta parimenti convenuto che per le misurazioni dei vetri o cristalli centinati, si assumerà il minimo rettangolo ad essi circoscritto.

CANALI DI GRONDA E TUBI PER PLUVIALI I canali di gronda ed i tubi per pluviali in lamiera, saranno misurati a metro lineare in opera, senza cioè tener conto delle parti sovrapposte; nei rispettivi prezzi di Elenco si intende compreso e compensato l'onere per la fornitura e posa in opera dei ferri di sostegno, cravatte in ferro, ecc., che pertanto non saranno pagati a parte; i prezzi dei canali di gronda e dei tubi in lamiera zincata comprendono inoltre l'onere della coloritura.

TUBAZIONI IN GENERE Per tutte indistintamente le tubazioni nel relativo prezzo di Elenco si intendono compresi e compensati tutti gli oneri previsti dai precedenti articoli specifici. A. TUBAZIONI IN GHISA ED IN ACCIAIO I tubi in ghisa e quelli in acciaio saranno valutati a peso in rapporto al tipo approvato dalla D.L.; il prezzo di Elenco per i tubi in ghisa ed in acciaio comprende, oltre alla fornitura del materiale e dei pezzi speciali con la relativa posa in opera con suggellatura con canapa catramata e piombo fuso e cianfrinato, anche la fornitura delle staffe di sezione appropriata e di qualsiasi forma e lunghezza occorrente per fissare i singoli pezzi e così pure tutte le opere murarie per fissare le staffe e per le prove a tenuta dei giunti. Nella valutazione del peso si terrà conto di quello della sola tubazione, escluso cioè quello del piombo e delle staffe, per le quali nulla verrà corrisposto all'Appaltatore intendendosi il tutto compensato con il prezzo della ghisa e dell'acciaio. Il prezzo di Elenco per le tubazioni in ghisa ed in acciaio vale anche nel caso in cui i tubi debbano venire annegati nei getti delle strutture in calcestruzzo e nel prezzo stesso si intende compreso e compensato ogni onere relativo al loro provvisorio fissaggio alle casseforme. B. TUBAZIONI IN GRES La valutazione delle tubazioni in gres, sia in opera che in semplice somministrazione, verrà eseguita a metro lineare misurando sull'asse della tubazione senza tener conto delle parti destinate a compenetrarsi. I pezzi speciali saranno ragguagliati al metro lineare delle tubazioni del corrispondente diametro nel seguente modo: - curve, gomiti ml. 1.00 - giunti semplici ml. 1.25 - giunti doppi ed ispezioni con tappo compreso ml. 1.75 - sifoni ml. 2.75 - riduzioni (ragguaglio al diametro più piccolo) ml. 1.00 Il prezzo delle tubazioni in gres si intende per tubazioni complete in ogni loro parte ed è comprensivo degli oneri derivanti dall'esecuzione di tutte le opere murarie necessarie, dalla fornitura e posa in opera di mensole in ferro, grappe di sostegno di qualsiasi lunghezza. C. TUBAZIONI IN CEMENTO, ARDESIA ARTIFICIALE ED IN MATERIALE PLASTICO Per la valutazione delle tubazioni in cemento, in ardesia artificiale ed in materiale plastico, vale quanto già detto per le tubazioni gres.

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ART.6 LAVORI COMPIUTI A CORPO

I lavori compensati a corpo dovranno rispettare fedelmente tutte le prescrizioni del presente Capitolato e della relativa voce dell'Elenco descrittivo; i materiali dovranno rispondere a requisiti di prima qualità e dovranno essere sottoposti a preventiva approvazione della D.L. La loro contabilizzazione non potrà essere totale se non completi di tutti i particolari e componenti richiesti. Non potranno essere compensati a corpo altri lavori oltre a quelli previsti nell'Elenco descrittivo delle Voci.

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CAPO 4 NORME TECNICHE PER L'ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO

ART.1 SERRAMENTI ESTERNI

Si definiscono serramenti esterni l'insieme di componenti e materiali che separano l'interno dall'esterno dell'edificio e che svolgono la funzione principale di illuminazione naturale; sono comunque da considerarsi serramenti esterni anche gli infissi opachi (porte esterne ecc.) ed i portoni di garages, magazzini ecc.. La fornitura dei serramenti dovrà essere conforme al disegno di progetto per quanto riguarda materiali, dimensioni e sistemi di apertura; i materiali, secondo i casi, potranno essere in alluminio, acciaio, legno o PVC. Gli infissi dovranno essere forniti completi di tutti gli accessori e perfettamente funzionanti; prima dell'inizio dei lavori l'Appaltatore dovrà fornire idonea campionatura dei vari tipi di serramento per la preventiva approvazione da parte della D.L. In particolare dovranno garantire il rispetto delle condizioni: - acustiche: esecuzione, caratteristiche costruttive e tipo di materiali (in particolar modo quelli trasparenti) dovranno essere scelti in modo da attenuare i rumori esterni comunque prodotti; - termo-igrometriche e purezza dell'aria: tutti i serramenti dovranno garantire una idonea ventilazione naturale ed una perfetta tenuta all'aria e all'acqua, sia nei componenti degli infissi, sia nelle connessioni con gli elementi strutturali; qualora situazioni ambientali lo suggeriscano potranno essere adottati vetri speciali per una migliore coibenza termica ed un'attenuazione dell'irraggiamento solare; - illuminazione: la parte trasparente dei serramenti dovrà essere tale da non produrre distorsioni nella visione e garantire una corretta fruizione dell'illuminazione naturale; - conservazione: i serramenti dovranno essere garantiti, con minima ed economica manutenzione, per una durata pari a quella dell'edificio e dovranno essere realizzati con sistemi che consentano una facile sostituzione dei loro componenti; - condizioni d'uso: tutti i serramenti dovranno essere di facile manovrabilità, non presentare complessità di manovra e, nelle loro parti trasparenti, essere normalmente pulibili dall'interno.

PRESTAZIONI FUNZIONALI Le prestazioni funzionali dei serramenti dovranno essere idoneamente documentate da un certificato di prova rilasciato da un Istituto Europeo autorizzato ed approvate dalla D.L. prima dell'inizio dei lavori. Per quanto non specificato nel presente capitolato o nell'Elenco Descrittivo delle voci si dovrà far riferimento a quanto previsto dalle norme UNI ICS 91.060.50-20 - Specifiche per porte e finestre (in particolare UNI 7979, 8204, 9158(+FA 1-94), 9569). Nello specifico, per l'edificio in oggetto, le prestazioni minime dovranno essere: - RESISTENZA AL CARICO DOVUTO AL VENTO: I serramenti e gli elementi che li compongono dovranno essere realizzati con la forma e le sezioni tali da resistere alle sollecitazioni derivanti da pressioni e depressioni provocate dal vento previste dalla classe di prestazione V2. - PERMEABILITA' ALL'ARIA: La permeabilità all'aria dei serramenti, misurata sulla differenza di pressione fra il lato esterno e quello interno del serramento e corrispondente al valore di 100 Pascal (10 mm. colonna d'acqua), non dovrà superare i limiti per metro lineare di giunto apribile o per metro quadrato di serramento, previsti dalla classe di prestazione A3. - TENUTA ALL'ACQUA: I serramenti dovranno impedire l'entrata di acqua piovana all'interno dei locali sotto l'azione del vento secondo quanto previsto dalla classe di prestazione E4. - SOLLECITAZIONI D'UTENZA: Per la resistenza alle sollecitazioni dell'utenza sono richiesti n.7000 cicli di prova.

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- ISOLAMENTO TERMICO: I serramenti esterni dovranno garantire quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio in applicazione della L.09.01.91 n.10 e del D.M.13.12.93; quando la classe prestazionale è esplicitamente richiesta nella relativa voce dell'Elenco Descrittivo, dovrà essere fornita idonea certificazione comprovante il valore di trasmittanza termica richiesto. - CONTROLLI E COLLAUDI: Relativamente alla qualità dei materiali forniti ed alle prestazioni, la D.L. si riserva la facoltà di controllo e collaudo secondo le modalità ed i criteri previsti dalle norme UNI ICS 91.060.50-30 - Prove sui serramenti (in paricolare UNI EN42, EN77, EN78, EN86, EN107, 7521, 7525) ed UNI ICS 91.060.50-50 (in particolare UNI 3952, 8648); per la finitura superficiale si farà riferimento rispettivamente alle norme UNI ICS 25.220.20 - Trattamento delle superfici, per quanto riguarda alluminio ed acciaio, ed UNI ICS 71.100.50 - Prodotti chimici per la protezione del legno.

SERRAMENTI IN ALLUMINIO I serramenti in profilati di alluminio con o senza interruzione del ponte termico dovranno avere le seguenti caratteristiche: A. SISTEMA Per la realizzazione di finestre e portefinestre si dovrà adottare il sistema denominato "a giunto aperto" nel quale la guarnizione di tenuta è disposta in posizione arretrata in modo da realizzare un'ampia camera di equalizzazione delle pressioni. Per la realizzazione di porte e vetrate si dovrà adottare il sistema tradizionale con guarnizioni in battuta interna ed esterna. B. DIMENSIONAMENTO E CARATTERISTICHE DEI PROFILI Le parti metalliche dei profilati dovranno essere estruse in lega primaria UNI 9006/1 (ex UNI 3569-66) allo stato T5 o T6; lo spessore minimo dei profili dovrà essere di 18/10 di mm. con tolleranze conformi alla norma UNI 3879. I profilati saranno dimensionati in conformità alla normativa in vigore ed in particolare C.M. LL.PP. n.22631 del 24.05.1982, D.M. 14.02.1992, UNI 8634; in ogni caso, a seguito della pressione cinetica esercitata dal vento, dovranno assicurare alle lastre di vetro, una freccia massima non superiore ad 1/300, (e comunque inferiore a 8 mm.), del loro lato più lungo; in ogni caso dovranno essere delle dimensioni minime previste dalla relativa voce dell'Elenco Descrittivo. I telai dovranno garantire caratteristiche di uniformità: in particolare le giunzioni tra i vari elementi metallici dovranno impedire movimenti reciproci tra le parti collegate ed assicurare l'equa ripartizione degli sforzi indotti dalle sollecitazioni a torsione e a flessione derivanti dai carichi del vento, dal peso delle lastre e dagli sforzi dell'utenza. Tutte le giunzioni dovranno essere sigillate con mastici idonei, le squadrette d'angolo dovranno essere in lega di alluminio, riempire completamente le camere tubolari dei profilati ed essere incollate per aumentare la resistenza meccanica dei telai e rendere impermeabili i giunti. Le dilatazioni saranno assorbite dal giunto con la muratura; il fissaggio del manufatto dovrà avvenire su fori asolati, per consentire la variazioni dimensionali dello stesso, con l'impiego di rondelle in materiale antifrizione. I serramenti a nastro saranno realizzati da telai raccordati tra di loro da appositi montanti scomponibili atti a assorbire le variazioni dimensionali orizzontali, garantendo tenuta all'acqua e all'aria grazie a una doppia guarnizione di raccordo in EPDM; il particolare di attacco alla muratura superiore, realizzato con appositi profili, dovrà compensare le eventuali irregolarità e tolleranze dell'opera edile garantendo, contemporaneamente, le corrette dimensioni del cordone di sigillatura nel rispetto delle istruzioni del fabbricante. Tutti i particolari di movimenti e chiusura soggetti a logorio dovranno essere montati e bloccati a contrasto per consentire l'eventuale rapida regolazione e/o sostituzione anche da personale non specializzato e senza lavorazioni meccaniche. I profilati fermavetro dovranno essere di tipo inserito a scatto, evitando però che questo sia ottenuto per elasticità del metallo; l'aggancio dovrà essere di assoluta sicurezza affinché a seguito di apertura a ribalta o a bilico orizzontale o per la spinta del vento, non si generino cedimenti pericolosi per le persone; l'altezza dei fermavetri dovrà garantire un'adeguata copertura dei sigillanti del vetrocamera in modo da proteggerli dai raggi solari che ne provocherebbero il precoce invecchiamento.

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I telai fissi dovranno essere dotati di una sede dal lato muratura per consentire l'eventuale inserimento di coprifili per la finitura del raccordo alla struttura edile. I controtelai a premurare, dove necessari, dovranno essere in acciaio zincato con mano di fondo protettivo, completi di fori per il fissaggio o zanche di ancoraggio. C. TENUTA ALL'ACQUA, DRENAGGI E GUARNIZIONI La guarnizione complementare di tenuta dovrà essere di elastomero (dutral, neoprene) ed essere montata avendo cura di garantire l'assoluta continuità perimetrale con accurati tagli ed incollaggi agli angoli oppure impiegando pezzi preformati stampati; normativa di riferimento UNI 9122/1-2+FA 1-89. Su tutti i telai fissi ed apribili dovranno essere eseguite le lavorazioni necessarie per garantire il drenaggio dell'acqua attorno ai vetri nella traversa orizzontale inferiore e la rapida compensazione dell'umidità nella camera di contenimento delle lastre; i profilati per i telai apribili dovranno avere una forma tale da consentire che l'acqua di drenaggio venga evacuata a monte della precamera di turbolenza e da qui all'esterno; le asole di drenaggio dei telai saranno protette esternamente con apposite conchiglie, che nel caso di zone particolarmente ventose, in corrispondenza di specchiature fisse, dovranno essere dotate di membrana. D. SIGILLATURE E PONTI TERMICI La sigillatura attorno alle lastre di vetro dovrà essere eseguita con idonee guarnizioni preformate in elastomero e dovranno compensare eventuali differenze di spessore delle lastre di vetro, garantendo contemporaneamente, una corretta pressione di lavoro perimetrale; in alternativa si potranno impiegare adeguati materiali sigillanti (silicone, thiokol) compatibilmente con le esigenze di freccia delle lastre e della necessità di dilatazioni termiche dei telai. La sigillatura tra i telai fissi metallici ed il contesto edile adiacente dovrà essere eseguita impiegando sigillanti al silicone od al thiokol, nel rispetto delle istruzioni del produttore, avendo cura di realizzare giunti di larghezza non inferiore a mm.3 e non superiore a mm.7, e di profondità minima di mm.6; il cordone di sigillatura dovrà essere supportato da apposito materiale di riempimento inerte, elastico ed a cellule chiuse; Nella posa in opera dei telai, ed in particolar modo di quelli ad interruzione del ponte termico, l'Impresa dovrà adottare tutti gli accorgimenti necessari ad evitare che i controtelai, le lastre di marmo o qualunque altro componente adiacente, formino ponte termico tra le parti, annullando così l'efficacia della barriera termica; l'Appaltatore dovrà comunque sottoporre per l'approvazione alla D.L., la migliore soluzione di collegamento alla muratura in modo da evitare la formazione di punti freddi nella zona interna perimetrale ai serramenti ed impedire la formazione di muffe od il deterioramento degli intonaci. E. SISTEMI DI MOVIMENTAZIONE E CHIUSURA I sistemi di movimentazione e chiusura dovranno essere dimensionati in base alle caratteristiche dell'anta (peso e dimensione) e garantire il corretto funzionamento. Le cerniere dovranno essere in numero e dimensioni idonee, ricavate da estrusi in alluminio con assi di rotazione e viti in acciaio inossidabile, bussole di contenimento in idoneo materiale antifrizione; se richiesto dalla D.L. dovranno essere montate cerniere di tipo angolare con regolazione micrometrica nelle tre direzioni. I sistemi di chiusura dovranno essere quelli previsti nei disegni di progetto e nell'articolo specifico dell'Elenco descrittivo delle voci, dovranno essere delle migliori marche in commercio ed idoneamente campionati ed approvati dalla D.L.; dovranno essere completi di maniglia antinfortunistica con placca in alluminio anodizzato nel tipo e colore a scelta della D.L. e di eventuale serratura con relative chiavi. In ogni caso la D.L. potrà emanare all'atto esecutivo tutte le disposizioni, che si rendessero necessarie, per una corretta fruizione del serramento in rapporto all'uso del locale a cui è destinato; particolare attenzione dovrà essere posta ai serramenti degli ingressi e delle uscite in funzione di una facile evacuazione dell'edificio ed in generale a una corretta fruibilità da parte di soggetti portatori di handicap motori, nel rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza antincendio e di superamento delle barriere architettoniche. Nel caso di ante posizionate in condizioni particolari (ad esempio a metà muro) si dovrà inserire, anche se non specificatamente richiesto, idoneo limitatore di apertura. Le aperture dovranno rispecchiare le tipologie richieste, essere dei migliori tipi in commercio e rispecchiare le seguenti caratteristiche:

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- anta semplice: con chiusura garantita da maniglia che comanderà tramite aste un sistema a più punti (nottolini); - anta-ribalta: le apparecchiature di chiusura dovranno essere dotate di sicurezza contro l'errata manovra situata in posizione non accessibile ai profani onde evitare l'accidentale scardinamento dell'anta; - ribalta: dovrà essere realizzata con maniglia che comanda più punti di chiusura perimetrali e due braccetti di arresto sganciabili per pulizia; in alternativa la D.L. potrà autorizzare uno scrocchetto posto sul traverso superiore e due braccetti di arresto sganciabili per la pulizia; - due ante: in corrispondenza del profilo di riporto del nodo centrale, sopra e sotto dovranno essere impiegati particolari tappi di tenuta, in EPDM o PVC morbido che si raccorderanno alla guarnizione di tenuta verticale e garantiranno continuità alla battuta orizzontale dell'anta evitando infiltrazioni localizzate di acqua e aria; la chiusura dell'anta principale sarà eseguita con una maniglia che azionerà due chiusure a dito (sopra e sotto) ed eventuali rullini di chiusure supplementari intermedie; la chiusura dell'anta di servizio potrà essere effettuata, a seconda delle dimensioni e delle modalità di manovra, con chiusura esterna sopra e sotto o con chiusura a scomparsa con comando centrale unico; - bilico orizzontale o verticale: le aperture a bilico avverranno per rotazione su snodi a frizione completamente a scomparsa ad anta chiusa; la pulizia del vetro sarà possibile mediante sgancio del limitatore, consentendo il ribaltamento dell'anta di 180° e blocco dell'anta una volta ribaltata in modo da facilitare le operazioni di pulizia; l'organo di manovra sarà costituito da una maniglia mediante la quale verranno assicurati due o sei punti di chiusura perimetrali all'anta a seconda delle dimensioni; - scorrevole complanare e ribalta: l'apparecchiatura per elementi scorrevoli complanari e ribalta dovrà consentire di avere punti di chiusura su tutto il perimetro e un sistema per la regolazione laterale ed in altezza; l'apertura in posizione di ribalta si otterrà ruotando la maniglia di 90° ad anta chiusa; l'anta sarà vincolata in posizione aperta da robusti compassi ed un particolare dispositivo dovrà evitarne la chiusura accidentale (ad esempio a causa di improvvise raffiche di vento); un'ulteriore rotazione della maniglia di 90° ad anta chiusa la porterà in condizione di scorrimento. Se non diversamente specificato i sistemi di movimentazione e chiusura del presente paragrafo, sono compresi e compensati nel prezzo del serramento; normalmente sono invece esclusi chiudiporta, maniglioni antipanico ed eventuali altri sistemi diversi da quelli sopra riportati. F. FINITURA SUPERFICIALE La finitura superficiale dovrà essere conforme alle indicazioni di progetto e a seconda di queste rispecchiare le seguenti caratteristiche: - ossidazione anodica colore naturale ARC 20; - ossidazione anodica con processo di elettrocolorazione ARC 20, nel colore e nell'aspetto a scelta della D.L., secondo le norme UNI ICS 25.220.20 - Trattamento delle superfici (in particolare UNI 4522, 4529, 4717, 6717(o UNI ISO 2360), 7796, 9833 e 9834) e garantita con marchio di qualità QUALANOD (EURAS-EWAA); - verniciatura realizzata con polveri di resine poliestere di alta qualità nel colore e nell'aspetto a scelta della D.L., spessore minimo 60 micron, polimerizzazione a forno a temperatura di 180-200°C; le superfici dovranno essere pretrattate mediante operazione di sgrassaggio e fosfocromatazione; l'intero processo dovrà soddisfare le norme UNI ICS 25.220.20 - Trattamento delle superfici (in particolare UNI 4529 e 9983) ed essere garantito dal marchio europeo di qualità QUALICOAT. G. LATTONERIE Quando richiesto i serramenti saranno forniti completi di bancali interni e/o esterni, collegamenti laterali o superiori eseguiti in alluminio dello stesso tipo e colore del serramento previa approvazione della D.L.. Lo spessore delle lattonerie dovrà essere opportunamente determinato in relazione al loro sviluppo; il montaggio dovrà essere eseguito in modo da non presentare rivettature in vista; le lattonerie esterne dovranno essere fornite con trattamento antirombo. H. CARATTERISTICHE PARTICOLARI DEI PROFILI A TAGLIO TERMICO Il collegamento isolante tra la parte interna e quella esterna dei profilati sarà realizzato in modo continuo e definitivo, con tecnologie che garantiscano idonea resistenza allo scorrimento del giunto ed impiegando materiale in grado di resistere, senza subire alterazioni o deformazioni, alle

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temperature indotte dal processo di ossidazione anodica o da quello di trattamento a forno a seguito della verniciatura. La natura della giunzione, di cui l'Appaltatore dovrà dichiarare le caratteristiche meccaniche, dovrà impedire movimenti reciproci tra le parti collegate e dovrà assicurare l'equa ripartizione, su tutta la sezione dei profilati, degli sforzi indotti dalle sollecitazioni a torsione e a flessione, derivanti dai carichi del vento, dal peso delle lastre e dagli sforzi dell'utenza; è da considerarsi determinante la continuità del collegamento e la sua impermeabilità al fine di consentire il drenaggio controllato dell'acqua da infiltrazione o da condensa attorno alle lastre di vetro.

SERRAMENTI IN ACCIAIO I serramenti in acciaio dovranno essere realizzati in profili tubolari ed aperti di acciaio zincato a caldo dello spessore minimo di 10/10 di mm. Per quanto riguarda il dimensionamento, la tenuta all'acqua, i drenaggi, le guarnizioni, le sigillature ed i ponti termici, i sistemi di movimentazione e chiusura, le lattonerie ecc., vedasi quanto già detto per i serramenti in alluminio. Particolare cura dovrà essere osservata nell'esecuzione delle saldature e delle forature, da predisporsi prima della zincatura. I trattamenti di finitura dovranno comprendere sgrassaggio, lavaggio, fosfatazione, passivazione a caldo ad immersione, mano di fondo antiruggine al cromato di zinco ad immersione, verniciatura con smalto sintetico essiccato a forno, resistente agli agenti atmosferici ed ai raggi ultravioletti.

SERRAMENTI IN LEGNO I serramenti esterni in legno massiccio o lamellare, dovranno avere le seguenti caratteristiche: A. SISTEMA Per la realizzazione di finestre e portefinestre si dovrà adottare il sistema denominato "a giunto aperto" nel quale la guarnizione di tenuta è disposta in posizione arretrata in modo da realizzare un'ampia camera di equalizzazione delle pressioni. Per la realizzazione di porte e vetrate si dovrà adottare il sistema tradizionale con guarnizioni in battuta interna ed esterna. B. IDONEITA' DEL LEGNAME PER SERRAMENTI Per la nomenclatura di riferimento, classificazione e difetti delle specie legnose, si dovranno osservare le Norme UNI 2853-2854-3517-3917. I legnami impiegati, di qualunque essenza, dovranno corrispondere a tutte le prescrizioni di cui al DM. 30.12.1922 e successive modificazioni ed integrazioni, dovranno essere della migliore qualità, della categoria prescritta e non dovranno presentare difetti incompatibili con l'uso cui sono destinati o tali da compromettere l'esecuzione, la resistenza e la durata delle opere; i legnami resinosi non dovranno essere privati della resina né prima né dopo l'abbattimento. Il legname destinato alla costruzione degli infissi dovrà essere perfettamente stagionato, essere sano, con fibra diritta, compatta, resistente e presentare colore e venature uniformi, dovrà essere privo di nodi cadenti, deteriorati o passanti, privo di spaccature, cipollature, fradiciume, tasche di resina, fori o gallerie provenienti da attacchi di organismi animali o vegetali, privo di canastro ed altri difetti. I nodi accettabili dovranno avere diametro inferiore rispettivamente ad 1/4 per i telai dell'anta apribile ed ad 1/3 per i telai fissi, della dimensione minima della faccia di montante o traverso sulla quale insistono; potranno essere in numero massimo di 1 al ml. Tutti i legnami impiegati nella costruzione di serramenti potranno essere sottoposti, a giudizio insindacabile della D.L., alle prove indicate dalle norme UNI ICS 79.020 - Procedimenti legati alla tecnologia del legno (in particolare UNI ISO3130, ISO3131, ISO3132, ISO3133, 3252, 3253, ISO3345, ISO3346, ISO3347, ISO3348, ISO3349, ISO3350, ISO3351, ISO3787, ISO4469, ISO4858) e norme UNI ICS 79.040 - Legno e segati (in particolare UNI 3254, 3261, 3263, 4143, 4145). Ove l'esito di tali prove non fosse soddisfacente, sarà ricusata l'intera fornitura di infissi nei quali sia stato usato legname non rispondente ai requisiti richiesti.

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L'essenza legnosa da usare dovrà essere quella prevista dalle relative voci di Elenco Prezzi e comunque di tipo approvato dalla D.L.; dovrà essere di prima scelta, perfettamente stagionata con contenuto di umidità interna pari a 13 +/- 2%. Se richiesto il legno lamellare questo dovrà essere di prima scelta con n.3 lamelle di spessore uguale, umidità massima 10÷12% e certificato incollaggio B4. C. CARATTERISTICHE DEGLI INFISSI Tutti i serramenti dovranno essere provvisti di controtelaio a premurare in legno di abete di prima qualità di spessore idoneo alle dimensioni dell'infisso e comunque non inferiore a mm.20 a lavorazione finita; previa approvazione ed accettazione della D.L. potranno essere posti in opera serramenti con controtelaio in metallo con caratteristiche e qualità equivalenti a quelle richieste per i controtelai in legno e sempre che il sistema garantisca l'eliminazione dei ponti termici; i controtelai dovranno essere fissati alle murature con zanche in ferro zincato sufficienti, per numero e dimensioni, ad assicurare stabilità e tenuta all'infisso. Gli infissi, sia nelle parti fisse che in quelle apribili, dovranno avere dimensioni opportune ad assicurare le migliori prestazioni al serramento nel suo complesso; in tutti gli infissi dovranno essere particolarmente curate le unioni dei ritti con i traversi mediante incastri idonei; tutte le connessioni dovranno inoltre essere unite fra loro mediante collanti specifici di provate prestazioni, qualità e durabilità nel tempo con particolare riferimento all'esposizione agli agenti atmosferici (vinilica modificata); potranno essere accettate unioni diverse (tenone-mortasa semplice o multiplo, collegamento meccanico, ecc.) se di provata qualità e garanzia. D. TENUTA ALL'ACQUA, DRENAGGI E GUARNIZIONI La guarnizione complementare di tenuta, alloggiata entro apposite scanalature, dovrà essere in elastomero termoplastico (purene) o pvc additivato in base alla compatibilità con le vernici di finitura e dovrà essere montata avendo cura di garantire l'assoluta continuità perimetrale mediante accurati tagli ed incollaggi, vulcanizzazione degli angoli e/o idonei pezzi preformati. La larghezza del gocciolatoio dovrà avere la dimensione minima di mm.21 (si consiglia l'adozione di sezioni a norma DIN 68 121). Il gocciolatoio dovrà essere realizzato in alluminio estruso conforme alla vigente normativa relativa ai serramenti di alluminio (vedi relativo paragrafo) con finitura (elettrocolorazione o verniciatura) e colore a scelta della D.L.. Su tutti i telai fissi ed apribili dovranno essere eseguite le lavorazioni necessarie per garantire il drenaggio dell'acqua attorno ai vetri nella traversa orizzontale inferiore e la rapida compensazione dell'umidità nella camera di contenimento delle lastre; i profilati per i telai apribili dovranno avere una forma tale da consentire che l'acqua di drenaggio venga evacuata a monte della precamera di turbolenza e da qui all'esterno. E. SIGILLATURE E PONTI TERMICI La sigillatura attorno alle lastre di vetro dovrà essere eseguita con idonee guarnizioni preformate (in alternativa si potranno impiegare adeguati materiali sigillanti) e dovranno compensare eventuali differenze di spessore delle lastre di vetro, garantendo contemporaneamente, una corretta pressione di lavoro perimetrale e le esigenze di freccia delle lastre. La sigillatura tra i telai fissi ed il contesto edile adiacente dovrà essere eseguita impiegando sigillanti poliuretanici. Per la posa in opera dei telai, l'Appaltatore dovrà sottoporre per l'approvazione alla D.L., la migliore soluzione di collegamento alla muratura in modo da evitare la formazione di punti freddi nella zona interna perimetrale ai serramenti ed impedire la formazione di muffe od il deterioramento degli intonaci. Gli infissi dovranno essere completi di coprifili, mostre, contromostre, ecc. F. SISTEMI DI MOVIMENTAZIONE E CHIUSURA Per quanto riguarda sistemi di movimentazione e chiusura vedasi il relativo paragrafo dei serramenti in alluminio. G. FINITURA SUPERFICIALE Di norma i serramenti dovranno essere rifiniti superficialmente direttamente dal produttore dei serramenti prima del trasporto in cantiere; qualora per particolari esigenze il trattamento superficiale dovesse essere eseguito in cantiere, i materiali da impiegare, sia vernici che impregnanti, dovranno pervenire a piè d'opera entro i recipienti originali delle case produttrici marchiati e sigillati e completi di scheda tecnica; dovranno essere pronti all'uso o, nei casi previsti,

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diluiti con l'aggiunta di prodotti secondo le indicazioni della casa stessa; non dovranno presentare pelli, pigmenti a sedimentazione irreversibile, addensamenti od alterazioni di alcun genere. Le proprietà ed i metodi di prova di vernici ed impregnanti dovranno essere conformi alle norme UNI ICS 71.100.50 - Prodotti chimici per la protezione del legno ed UNI ICS 79.020 - Procedimenti legati alla tecnologia del legno. In particolare il trattamento (sia in fabbrica che in cantiere) dovrà essere eseguito solo su superfici perfettamente asciutte (contenuto di umidità interna 13 +/- 2%), la temperatura ambiente e quella delle superfici dovrà di norma, salvo diversa indicazione della Casa produttrice, essere compresa tra +5 e +35 gradi centigradi, lo stato igrometrico ambientale non dovrà essere superiore al 60-70% di U.R. (salvo applicazione di prodotti speciali); ogni strato di pittura dovrà essere applicato dopo l'essiccazione dello strato precedente e comunque secondo le esigenze dei prodotti impiegati; dopo l'applicazione dello strato di finitura, il supporto dovrà presentarsi completamente coperto, di tonalità uniforme, non dovranno essere visibili colorature, festonature o sovrapposizioni anormali. Le vernici o smalti per uso esterno dovranno essere del tipo e gradazione indicato nei disegni di progetto o nell'articolo specifico dell'Elenco descrittivo delle voci e comunque approvate dalla D.L.; dovranno garantire ottima adesività, uniforme applicabilità, assoluta assenza di grumi, rapidità di essiccazione, resistenza all'abrasione ed alle macchie, sufficiente rigidità, non dovranno essere fragili e quindi evitare fessurazioni o stellature, dovranno resistere agli agenti atmosferici senza subire nel tempo sgretolamenti, irruvidimenti o variazioni cromatiche, dovranno resistere agli attacchi di muffe, insetti e microrganismi, dovranno essere atossiche ed innocue per gli addetti alla posa. Il trattamento sarà eseguito a più mani successive intercalate da eventuale pulitura delle superfici e previa idonea preparazione del fondo; se necessario la mano di fondo conterrà prodotti antimuffa. Gli impregnanti preservanti per uso esterno dovranno essere trasparenti del tipo e gradazione indicato nei disegni di progetto o nell'articolo specifico dell'Elenco descrittivo delle voci e comunque approvati dalla D.L.; dovranno essere di facile applicabilità, resistere agli agenti atmosferici ed agli UV, non essere filmogeni, non consentire l'attacco di muffe, funghi, insetti e microrganismi, non macchiare i legni trattati (differente assorbimento dei diversi tessuti legnosi), possedere idonea elasticità in modo tale da poter seguire i movimenti del legno per le variazioni di umidità; l'impregnazione potrà avvenire sottovuoto in autoclave, a spruzzo o a pennello; nel caso di stesura a pennello si dovrà ottenere, a lavoro ultimato, uno spessore minimo pari a 50 micron +/- 10% per qualsiasi essenza legnosa; il trattamento eseguito a più mani successive intercalate da eventuale pulitura delle superfici e previa idonea preparazione del fondo. H. BANCALI, CIELINI E CASSONETTI L'eventuale bancale interno, nelle forme e dimensioni previste dai disegni di progetto, dovrà essere eseguito in legno massello od in truciolare rivestito MDF con, se richiesto, terminale in legno massello. Con le stesse modalità saranno realizzati cielini o cassonetti, che inoltre dovranno garantire quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio in applicazione della L.09.01.91 n.10 e D.M.13.12.93, essere eseguiti con idonei supporti e/o fissaggi a scomparsa, tali da consentire una facile rimozione per ispezione. La finitura superficiale sarà in analogia al serramento; nel caso di serramenti verniciati trasparente e bancale, cielino o cassonetto in truciolare rivestito MDF, l'analogia sarà ottenuta con impiallacciatura in legno pregiato. Bancali, cielini e cassonetti dovranno essere idoneamente campionati ed accettati dalla D.L. prima dell'inizio dei lavori.

SERRAMENTI IN PVC omissis

VETRI I tamponamenti vetrati saranno del tipo indicato nei disegni di progetto e descritto nei relativi articoli dell'Elenco Descrittivo delle Voci; di norma dovranno avere superfici complanari piane e perfettamente incolori e trasparenti; qualora per particolari situazioni ambientali il progetto lo

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preveda, dovranno essere montati vetri speciali per ottenere effetto specchio, attenuare l'irraggiamento solare o migliorare la coibenza termica. In ogni caso i vetri dovranno garantire il rispetto delle condizioni acustiche, termo-igrometriche e di illuminazione; in particolare dovranno garantire quanto previsto dalla Relazione Tecnica inerente l'isolamento dell'edificio in applicazione della L. 09.01.91 n.10 e D.M. 13.12.93. I vetri dovranno avere spessore e tipologia secondo le norme e comunque adeguati alle dimensioni ed all'uso degli infissi su cui vanno montati; in particolare i vetri degli infissi soggetti ad urto, quali sottodavanzali, serramenti palestre, ecc., dovranno essere del tipo antisfondamento o comunque di sicurezza. Proprietà, caratteristiche, metodi di prova, ecc. dei vetri dovranno essere conformi alle norme UNI ICS 81.* - Industrie del vetro e della ceramica (in particolare UNI EN 572-1,2,3,4,5,6,7, 6028, 7460, 7499, 8034, 8462, 7885); con specifico riferimento all'ICS 81.040.20 - Vetro negli edifici, per quanto riguarda progettazione e posa in opera (in particolare UNI 6534, 7142, 7143, 7144, 7170, 7171, 7172, 7440, 7697, 9186, 9187, 10345). Le vetrate isolanti (vetrocamera) dovranno essere realizzate mediante canalino distanziatore in alluminio contenente speciali sali disidratanti con setaccio molecolare di 3A; la sigillatura tra le due lastre verrà eseguita mediante una prima barriera elastoplastica a base di gomma butilica ed una seconda a base di polimeri polifosfurici; le vetrate dovranno essere fornite del marchio di qualità MQV e di idoneo certificato di garanzia decennale contro la presenza di umidità condensata all'interno delle lastre. Il collocamento in opera delle lastre di vetro, cristallo, vetrocamera, ecc., potrà essere richiesto a qualunque altezza ed in qualsiasi posizione, e dovrà essere completato con una perfetta ripulitura delle due facce delle lastre stesse, che dovranno risultare perfettamente lucide e trasparenti. La posa in opera dovrà avvenire mediante tasselli di adeguata durezza a seconda della funzione portante o distanziale, di lunghezza idonea e comunque non inferiore a cm.10 e, nel caso di vetrocamera, garantire l'appoggio ad entrambi le lastre. Ogni rottura di vetri e cristalli, avvenuta prima della presa in consegna da parte della D.L., sarà a carico dell'Appaltatore.

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CAPO 5 NORME TECNICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI MECCANICI

ART.1 PREMESSA

Per le quantità, la qualità, la provenienza dei materiali e il modo di esecuzione di ogni categoria di lavoro devono essere rispettate le prescrizioni relative alla normativa vigente e al presente Capitolato. Si definiscono impianti quelle installazioni in opera di componenti, semilavorati e materiali che consentono di raggiungere e mantenere, in qualsiasi condizione, i livelli di esigenze ottimali di uso e di abitabilità. In generale gli impianti dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto, le relative voci di Elenco e le eventuali disposizioni emanate dalla D.L. all'atto esecutivo; eventuali modifiche che l'Appaltatore intendesse apportare, dovranno essere preventivamente concordate con la D.L.; piccole variazioni richieste dalla D.L. prima che le opera siano state eseguite, quali spostamenti di tracciato o di posizionamento di apparecchiature varie, dovranno essere effettuate dall'Impresa senza che questa abbia diritto ad alcun compenso di sorta. I passaggi delle tubazioni degli impianti nelle strutture portanti dovranno essere quelli previsti dal progetto definitivo e, in ogni caso, dovranno essere studiati in maniera tale che siano il più razionali possibile e non compromettano la staticità delle strutture. Leggi e norme Gli impianti devono essere realizzati in ogni loro parte e nel loro insieme in conformità delle leggi, norme, prescrizioni, regolamentazioni e raccomandazioni emanate dagli enti, agenti in campo nazionale e locale, preposti dalla legge al controllo ed alla sorveglianza della regolarità della loro esecuzione. In particolare deve essere rispettato quanto elencato alle voci seguenti, compresi successivi aggiornamenti anche se non specificati. Estremi della legge Oggetto D.P.R. 27/04/55 n° 547 Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro..

Legge 13/07/66, n° 615 Provvedimenti contro l'inquinamento atmosferico e successivi regolamenti di esecuzione.

Circolare n° 73 del 29/07/1971

Norme di sicurezza da applicarsi nella progettazione, installazione ed esercizio di impianti termici.

D.M. 01/12/75 Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione e successivi aggiornamenti.

Legge 05/03/90 n° 46 Norme per la sicurezza degli impianti.

D.M. 22//01/2008 n.37 Disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici

D.P.R. 06/12/91 n° 447 Regolamento di attuazione della legge 05 marzo 1990 n° 46 in materia di sicurezza degli impianti.

Leggi 09/01/91 n° 9 e n° 10 Norme per l'attuazione del piano energetico nazionale.

D.P.R. 26/08/93 n. 412

Regolamento recante norme per la progettazione l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dall'art. 4, comma 4, della legge 09 gennaio 1991 n° 10.

Legge n° 319 del 10/05/76 Norme per la tutela delle acque dell'inquinamento

Decreto 21/12/90 n° 443 Regolamento recante disposizioni tecniche concernenti apparecchiature per il trattamento domestico di acque potabili.

Decreto 24/05/88 n° 236 Attuazione della Direttiva "CEE" n° 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art. 15 della Legge 16/04/87 n° 183.

D.P.C.M. 01/03/91 Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno

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D.M.I. 09/04/1994 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l'esercizio delle attività ricettive turistiche alberghiere.

D.M. 01/02/1986 Norma per la sicurezza antincendio per la costruzione ed esercizio di autorimesse e simili.

D.M. 26 agosto 1982 Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica

Decreto Legislativo n. 192 del 19 agosto 2005

“Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia”:

Decreto Legislativo n. 311 del 29 dicembre 2006

“Disposizioni correttive e integrative al Decreto Legislativo 19/8/2005 n. 192 recante attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia”

Decreto Legislativo n. 115 del 30 maggio 2008

Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CE

Decreto del Presidente della Repubblica n. 59 del 2 aprile 2009

Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b) del Decreto legislativo 19/8/2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia (G.U. n. 132 del 10/06/2009)

Decreto Ministeriale 26/06/2009

Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici

Decreto Legislativo n. 28 del 3 marzo 2011

Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE

QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI Tutti i materiali dell'impianto dovranno essere della migliore qualità, ben lavorati e corrispondere perfettamente al servizio a cui sono destinati, secondo quanto indicato nel D.P.R. 380/2001 e s.m.i. e nel D.M. 22 gennaio 2008, n. 37 e s.m.i. L'Appaltatore, dietro richiesta, ha l'obbligo di esibire alla Direzione dei Lavori, le fatture e i documenti atti a comprovare la provenienza dei diversi materiali. Qualora la Direzione dei Lavori rifiuti dei materiali, ancorché messi in opera, perché essa, a suo motivato giudizio, li ritiene di qualità, lavorazione e funzionamento non adatti alla perfetta riuscita dell'impianto e quindi non accettabili, l'Appaltatore, a sua cura e spese, dovrà sostituirli con altri che soddisfino alle condizioni prescritte.

MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI Tutti i lavori dovranno essere eseguiti secondo le migliori regole d'arte e le prescrizioni della Direzione dei Lavori, in modo che l'impianto risponda perfettamente a tutte le condizioni stabilite nel Capitolato Speciale d'Appalto e nel progetto. L'esecuzione dei lavori dovrà essere coordinata secondo le prescrizioni della Direzione dei Lavori e con le esigenze che possano sorgere dalla contemporanea esecuzione di tutte le altre opere nell'edificio affidate ad altre imprese. L'Impresa aggiudicataria sarà ritenuta pienamente responsabile degli eventuali danni arrecati, per fatto proprio e dei propri dipendenti, alle opere dell'edificio e a terzi.

ART.2 IMPIANTO IDRICO-SANITARIO

IMPIANTI ACQUA SANITARIA Dimensionamento reti idrauliche acqua sanitaria: con velocità massima al massimo carico contemporaneo non superiore a 2 m/sec. – Reti secondarie con velocità massime compatibili alla pressione di rete, all’altezza delle prese e alla rumorosità.

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Coibentazioni come da norma Legge 10 del 9 gennaio 1991, D. Lgs. 19 agosto 2005 n° 192 e norme applicative del protocollo ambientale Leed (vd. ASHRAE/IESNA STANDARD 90.1-2004 - tabella 6.8.3), salvo indicazioni più restrittive riportate nella relazione tecnica specialistica. Per ulteriori dettagli vedere la relazione tecnica specialistica del progetto esecutivo.

PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI Gli impianti idrico-sanitari e del gas dovranno essere realizzati in conformità a quanto indicato nelle rispettive norme UNI e al D.M. 12/04/1996, in base alla specifica destinazione d'uso dell'edificio e al suo sviluppo planimetrico e altimetrico, al fine di garantire il regolare e sicuro funzionamento. Per il dimensionamento della rete vedasi la relazione tecnica del progetto esecutivo. Qualora non fosse possibile convogliare per gravità le acque di scarico nella fognatura comunale, dovrà essere previsto un sistema di accumulo e sollevamento fino al punto in cui sia possibile farle defluire per gravità. Se espressamente richiesto dai regolamenti d'igiene dei singoli Comuni, dovrà essere previsto un sistema di depurazione con caratteristiche rispondenti alle indicazioni di detti regolamenti. Tutti i prodotti e/o materiali impiegati, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

ALIMENTAZIONE E DISTRIBUZIONE ACQUA FREDDA

ALIMENTAZIONE L'alimentazione dell'acqua necessaria al fabbisogno degli edifici dovrà derivare direttamente dall'acquedotto cittadino, a valle del contatore.

DISTRIBUZIONE Dovrà essere adottata una distribuzione dell'acqua in grado di: - garantire l'osservanza delle norme di igiene; - assicurare la pressione e la portata di progetto alle utenze; - limitare la produzione di rumori e vibrazioni. La distribuzione dell'acqua dovrà essere realizzata con materiali e componenti idonei e deve avere le parti non in vista facilmente accessibili per la manutenzione. Le tubazioni costituenti la rete di distribuzione dell'acqua fredda dovranno essere coibentate con materiale isolante, atto ad evitare il fenomeno di condensa superficiale. È assolutamente necessario evitare il ritorno di eventuali acque contaminate sia nell'acquedotto che nella distribuzione di acqua potabile, mediante sconnettere idraulico. Ogni distribuzione di acqua potabile, prima di essere utilizzata, dovrà essere pulita e disinfettata come indicato nelle norme UNI 9182. Le colonne montanti della rete di distribuzione dovranno essere munite di un organo di intercettazione, con rubinetto di scarico alla base e ammortizzatore di colpo d'ariete in sommità. Su ogni conduttura di collegamento di una colonna con gli apparecchi sanitari, da essa serviti in uno stesso ambiente, sarà installato un organo di intercettazione. Dovranno comunque essere osservati i criteri riportati nel D.M. 12 dicembre 1985 nonché delle istruzioni emanate con la Circolare Ministero Lavori Pubblici del 20 marzo 1986 n. 27291. Tutti i prodotti e/o materiali impiegati, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE ACQUA CALDA

PRODUZIONE Il fabbisogno di acqua calda sanitaria dovrà essere stabilito secondo la tipologia d'uso dell'edificio, che ne caratterizzerà la durata del periodo di punta dei consumi. I sistemi di produzione dell'acqua calda potranno essere del tipo ad accumulo. I sistemi di accumulo potranno essere del tipo centralizzato o locali.

DISTRIBUZIONE La distribuzione dell'acqua calda dovrà avere le stesse caratteristiche di quella dell'acqua fredda.

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Per gli impianti con produzione di acqua calda centralizzata, dovrà essere realizzata una rete di ricircolo in grado di garantire la portata e la temperatura di progetto entro 15 s dall'apertura dei rubinetti. La temperatura di distribuzione dell'acqua calda, negli impianti con produzione centralizzata, non dovrà essere superiore a 48 °C + 5 °C di tolleranza, nel punto di immissione nella rete di distribuzione, come indicato nel D.P.R. 412/93 e s.m.i. Le tubazioni delle reti di distribuzione e di ricircolo dell'acqua calda dovranno essere coibentate con materiale isolante di spessore minimo come indicato nella tabella I dell'allegato B del D.P.R. 412/93 e s.m.i. sopra citato. Come per la distribuzione dell'acqua fredda, le colonne montanti della rete di distribuzione dell'acqua calda saranno munite di un organo di intercettazione, con rubinetto di scarico alla base e ammortizzatore di colpo d'ariete in sommità. Su ogni conduttura di collegamento di una colonna con gli apparecchi sanitari, da essa serviti in uno stesso ambiente, dovrà essere installato un organo di intercettazione. Le colonne di ricircolo dell'acqua calda dovranno essere collegate nel punto più vicino all’utilizzatore. Dovranno comunque essere osservati i criteri riportati nel D.M. 12 dicembre 1985 nonché delle istruzioni emanate con la Circolare Ministero Lavori Pubblici del 20 marzo 1986 n. 27291. Tutti i prodotti e/o materiali impiegati, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

COMPONENTI DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE

TUBAZIONI Per la realizzazione delle distribuzioni dell'acqua fredda e calda potranno essere usati tubi: - acciaio zincato; - rame; - PVC; - polietilene ad alta densità. - tubi multistrato Pex-Al-Pex È vietato l'uso di tubi di piombo. I tubi di acciaio zincato dovranno essere conformi alle norme UNI 10255, UNI EN 10224. I tubi di rame dovranno essere conformi alla norme UNI EN 1057. I tubi di PVC dovranno essere conformi alla norma UNI EN ISO 1452-2. I tubi di polietilene ad alta densità dovranno essere conformi alla norma UNI 12201-1-2-3-4-5. I tubi multistrato dovranno essere conformi alla norma UNI EN ISO 21003-1-2-3-5 e UNI EN ISO 21003-7 Per le reti principali di distribuzione dell’acqua calda sanitaria (tavole IMT-0307 e IMT-0308) verranno utilizzate anche tubazioni preisolate flessibili in polietilene reticolato PE-Xa secondo DIN 16892-16893 e EN 12318/2 in un unico rotolo senza giunzioni. L'isolamento termico verrà realizzato con uno strato flessibile di poliuretano espanso, schiumato senza impiego di CFC e rivestito con mantello esterno in PE. Per le reti principali dell’acqua fredda oltre alle tubazioni zincate, verranno utilizzate tubazioni in PEAD marchiate e conformi alle norme UNI 7611 Tipo 312 e rispondenti alle prescrizioni del Ministero della Sanita' con circolare n° 102 del 2/12/78 Le tubazioni in acciaio zincato saranno conformi ad EN 10240 A1 A. Il percorso delle tubazioni dovrà essere tale da consentirne il completo svuotamento e l'eliminazione dell'aria. Se necessario, sulle tubazioni percorse da acqua calda dovranno essere installati compensatori di dilatazione e relativi punti fissi. E' vietato collocare le tubazioni di adduzione acqua all'interno di cabine elettriche e sopra quadri e apparecchiature elettriche. Nei tratti interrati, le tubazioni di adduzione dell'acqua dovranno essere collocate ad una distanza minima di 1 m e ad un livello superiore rispetto ad eventuali tubazioni di scarico. Le tubazioni metalliche interrate dovranno essere protette dalla azione corrosiva del terreno e da eventuali correnti vaganti.

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Nell'attraversamento di strutture verticali e orizzontali, le tubazioni dovranno essere installate entro controtubi in materiale plastico o in acciaio zincato. I controtubi sporgeranno di 25 mm dal filo esterno delle strutture e avranno diametro superiore a quello dei tubi passanti, compreso il rivestimento coibente. Lo spazio tra tubo e controtubo dovrà essere riempito con materiale incombustibile e le estremità dei controtubi dovranno essere sigillate con materiale adeguato. Il collegamento delle tubazioni delle apparecchiature dovrà essere eseguito con flange o con bocchettoni a tre pezzi. Le tubazioni di qualsiasi tipo dovranno essere opportunamente supportate secondo quanto indicato nelle norme UNI 9182 e UNI EN 806 varie parti. Le tubazioni dovranno essere contrassegnate con colori distintivi, secondo la norma UNI 5634.

VALVOLE ED ACCESSORI Il valvolame e gli accessori in genere dovranno essere conformi alle rispettive norme UNI, secondo l'uso specifico. Per i collegamenti alle tubazioni saranno usati collegamenti filettati per diametri nominali fino a 50mm, e flangiati per diametri superiori. Per approfondimenti vedere i capitoli successivi.

CONTATORI D'ACQUA Ove sia necessaria una contabilizzazione del consumo d'acqua localizzata (nel caso di appartamenti, uffici, ecc.), dovranno essere installati contatori d'acqua, adatti al flusso previsto, rispondenti alla norma UNI 8349.

TRATTAMENTI DELL'ACQUA Quando le caratteristiche dell'acqua di alimentazione lo richiedano, dovranno essere previsti trattamenti in grado di garantire l'igienicità dell'acqua, eliminare depositi ed incrostazioni e proteggere le tubazioni e le apparecchiature dalla corrosione.

SISTEMI DI SOPRAELEVAZIONE DELLA PRESSIONE Il sistema di sopraelevazione dovrà essere in grado di fornire la portata massima di calcolo alla pressione richiesta. A tale scopo possono essere usati: - autoclavi; - idroaccumulatori; - surpressori; - serbatoi sopraelevati alimentati da pompe. La scelta del tipo di sistema dovrà essere determinata dalla tipologia d'uso dell'edificio e dal tipo di alimentazione dell'acqua fredda e dalle indicazioni del progetto definitivo. Le caratteristiche dei sistemi di sopraelevazione sopra indicati sono riportate nelle norme UNI 9182 - UNI EN 806-1 - UNI EN 806-2 - UNI EN 806-3. Tutti i prodotti e/o materiali impiegati, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio. 4.1.2.6 Apparecchi sanitari e rubinetteria In generale, gli apparecchi sanitari dovranno avere le seguenti caratteristiche: robustezza meccanica; durabilità; assenza di difetti; resistenza all'abrasione; pulibilità di tutte le parti; a resistenza alla corrosione (per usi specifici); adeguatezza alle prestazioni da fornire. Di seguito si riportano le caratteristiche degli apparecchi.

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VASI Dovranno essere conformi alla norma UNI EN 997 se di porcellana sanitaria ed alla UNI 8196 se di resina metacrilica. Per tutti gli altri tipi non normati i criteri di scelta sono: tenuta d'acqua del sifone incorporato, visibili e di altezza non minore a 50 mm; superficie interne visibili completamente pulite dall'azione del flusso d'acqua comunque prodotto; nessuna proiezione di schizzi all'esterno durante l'uso; sedili costruiti con materiale non assorbente, di conduttività termica relativamente bassa, con apertura frontale quando montati in servizi pubblici. La forma della ceramica dovrà essere compatibile con i flussaggi ridotti (previsti per il rispetto del prerequisito Wep1" Water Efficiency" di Leed e definiti nella relazione tecnica specialistica) per garantire la corretta cacciata.

ORINATOI Se di materiale ceramico, dovranno essere conformi alle norme UNI 4543-1. Per le altre caratteristiche vale quanto indicato per i vasi. Gli orinatoi dei servizi pubblici devono essere in grado di consentire anche l'evacuazione di materiali estranei di piccole dimensioni, quali mozziconi di sigarette, carte di caramelle e simili, senza provocare ostruzioni nei raccordi di scarico.

LAVABI Dovranno essere conformi alla norma UNI EN 14688. Per tutti gli altri tipi non normati i criteri di scelta sono: ogni punto deve essere agevolmente raggiungibile per la pulizia; il bacino di raccolta deve essere di conformazione tale da evitare la proiezione di spruzzi ed il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto.

LAVELLI E PILOZZI Dovranno avere le stesse caratteristiche dei lavabi e cioè: dimensioni delle vasche e collocazione della rubinetteria tali da consentire la maneggiabilità del più grosso oggetto da sottoporre a lavaggio.

VASCHE DA BAGNO Dovranno essere conformi alle norme UNI EN 198 se di resina metacrilica. Per tutti gli altri tipi i criteri di scelta sono: alimentazione di acqua tale da non contaminare, in ogni circostanza, la distribuzione dalla quale è derivata; conformazione del bacino di raccolta tale da impedire il ristagno di acqua al suo interno a scarico aperto; ogni punto agevolmente raggiungibile per la pulizia.

PIATTI DOCCIA Dovranno essere conformi alle norme UNI EN 14527 se di resina metacrilica. Per tutti gli altri tipi i criteri di scelta sono: piatto doccia o, più genericamente, superficie di ricevimento ed evacuazione dell'acqua non scivolosa; conformazione della superficie di ricevimento tale da impedire il ristagno di acqua a scarico aperto; ogni punto agevolmente raggiungibile per la pulizia.

BIDET Dovranno essere conformi alle norme UNI EN 14528, se di resina metacrilica. Per tutti gli altri tipi i criteri di scelta sono:

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ogni punto agevolmente raggiungibile per la pulizia; nessuna proiezione di schizzi all'esterno durante l'uso; alimentazione d'acqua realizzata in modo tale da non contaminare la distribuzione dalla quale è derivata.

RUBINETTI DI EROGAZIONE E MISCELAZIONE I rubinetti singoli ed i miscelatori dovranno essere conformi alla UNI EN 200:2008. Tutti i tipi non normati devono avere le seguenti caratteristiche: inalterabilità nelle condizioni d'uso previste; tenuta all'acqua nel tempo; conformazione dei getti tale da non provocare spruzzi all'esterno dell'apparecchio, per effetto dell'impatto sulla superficie di raccolta; proporzionalità fra apertura e portata erogata; minima perdita di carico alla massima erogazione; silenziosità ed assenza di vibrazione in tutte le posizioni di funzionamento; facile smontabilità e sostituzione di pezzi, possibilmente con attrezzi elementari; continuità nella variazione di temperatura fra la posizione di freddo e quella di caldo e viceversa (per i rubinetti miscelatori). Per aumentare l’efficienza nell’uso dell’acqua, i miscelatori degli apparecchi utilizzatori dovranno essere a basso flusso e rispettare le seguenti portate massime: Lavabi commerciali 1,9 litri al minuto (con controllo automatico) Lavabi per cucina commerciali 5,7 litri al minuto Doccia 5,7 litri al minuto (con comando a tempo) WC commerciali con doppio pulsante 3/4,5 litri per flusso Orinatoi 0,42 litri per flusso (con controllo automatico)

SCARICHI Dovranno avere le seguenti caratteristiche: inalterabilità; tenuta fra otturatore e piletta; facile e sicura regolabilità per il ripristino della tenuta stessa (scarichi a comando meccanico).

SIFONI Dovranno avere le seguenti caratteristiche: autopulibilità; superficie interna esente da scabrosità che favoriscano depositi; altezza minima del battente che realizza la tenuta ai gas di 50 mm; facile accessibilità e smontabilità.

TUBI DI RACCORDO RIGIDI E FLESSIBILI (PER IL COLLEGAMENTO TRA TUBI DI ADDUZIONE E RUBINETTERIA) I tubi metallici flessibili dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti. Per tutti gli altri tipi non normati i criteri di scelta sono: inalterabilità nelle condizioni d'uso previste; indeformabilità in senso radiale alle sollecitazioni interne ed esterne dovute all'uso; superficie interna esente da scabrosità che favoriscano i depositi; pressione di prova uguale a quella dei rubinetti collegati. La rispondenza alle caratteristiche sopraelencate si intende soddisfatta se i tubi rispondono ad una serie di norme, alcune specifiche in relazione al materiale, tra le quali: UNI EN 579, UNI EN 580, UNI EN 712, UNI EN 713, UNI EN 714, UNI EN 715, UNI EN ISO 1167, UNI EN ISO 2505, UNI EN

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ISO 4671, UNI EN ISO 7686, UNI EN ISO 15875. Tale rispondenza deve essere comprovata da una dichiarazione di conformità.

RUBINETTI A PASSO RAPIDO, FLUSSOMETRI (PER VASI, ORINATOI E VUOTATOI) Dovranno avere le seguenti caratteristiche: erogazione con acqua di portata, energia e quantità sufficienti ad assicurare la pulizia; dispositivi di regolazione della portata e della quantità di acqua erogata; costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione dell'acqua a monte per effetto di rigurgito; contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento.

CASSETTE PER L'ACQUA DI PULIZIA (PER VASI, ORINATOI E VUOTATOI) Dovranno avere le seguenti caratteristiche: troppopieno di sezione tale da impedire, in ogni circostanza, la fuoriuscita di acqua dalla cassetta; rubinetto a galleggiante che regola l'afflusso dell'acqua, realizzato in modo che, dopo l'azione di pulizia, l'acqua fluisca ancora nell'apparecchio, sino a ripristinare nel sifone del vaso il battente d'acqua che realizza la tenuta ai gas; costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione dell'acqua a monte per effetto di rigurgito; contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento come previsto dalla relazione acustica; spazi minimi di rispetto per gli apparecchi sanitari. Per il posizionamento degli apparecchi, dovranno essere rispettate le indicazioni riportate nelle norme UNI 9182 e UNI EN 806 varie parti. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO Al termine dei lavori dovranno essere eseguite le seguenti prove: a) prove idrauliche a freddo, per le distribuzioni di acqua fredda e calda, da effettuarsi prima

del montaggio della rubinetteria e prima della chiusura dei vani, cavedi, controsoffitti, ecc.; b) prova idraulica a caldo, per le sole distribuzioni di acqua calda con produzione

centralizzata; c) prova di circolazione e coibentazione della rete di distribuzione di acqua calda, con

erogazione nulla; d) prova di erogazione di acqua fredda; e) prova di erogazione di acqua calda; f) verifica della capacità di erogazione di acqua calda; g) verifica del livello di rumore. Le prove e verifiche dovranno essere effettuate secondo le modalità indicate nelle norme UNI 9182 e UNI EN 806 varie parti. 4.1.2.8. Reti di scarico acque usate e meteoriche

DIMENSIONAMENTO Per il dimensionamento delle reti di scarico delle acque meteoriche dovranno essere assunti i valori dell'altezza e della durata delle piogge, pubblicati nell'annuncio statistico meteorologico dell'Istat relativamente al luogo in cui è situato l'edificio, come indicato nella relazione tecnica specialistica. Per le superfici da considerare nel calcolo vale quanto indicato nella norma UNI EN 12056-3.

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Qualora non fosse possibile convogliare per gravità le acque di scarico nella fognatura comunale, dovrà essere previsto un sistema di accumulo e sollevamento fino al punto a partire dal quale sia possibile farle defluire per gravità. È espressamente vietato usare un sistema di accumulo e di sollevamento comune sia per le acque usate sia per quelle meteoriche. Per i dettagli vedere la relazione tecnica generale del progetto definitivo.

RECAPITI ACQUE USATE Il recapito delle acque usate dovrà essere realizzato in conformità al regolamento d'igiene del Comune in cui sono situati gli edifici. In particolare, per scarichi con presenza di olii o di grassi, dovrà essere previsto un separatore prima del recapito. In prossimità del recapito, lo scarico dovrà essere dotato, nel verso del flusso di scarico, di ispezione, sifone ventilato con tubazione comunicante con l'esterno, e derivazione.

VENTILAZIONE Le colonne di scarico, nelle quali confluiscono le acque usate degli apparecchi, attraverso le diramazioni, dovranno essere messe in comunicazione diretta con l'esterno, per realizzare la ventilazione primaria. In caso di necessità, è consentito riunire le colonne in uno o più collettori, aventi ciascuno una sezione maggiore o uguale alla somma delle colonne che vi affluiscono. Per non generare sovrappressioni o depressioni superiori a 250Pa, nelle colonne e nelle diramazioni di scarico, l'acqua usata dovrà defluire per gravità e non dovrà occupare l'intera sezione dei tubi.

ART.3 RETI DI SCARICO ACQUE METEORICHE

Le reti di scarico delle acque meteoriche dovranno essere dimensionate tenendo conto dell'altezza di pioggia prevista nel luogo ove è situato l'edificio, la superficie da drenare, le caratteristiche dei materiali usati, la pendenza prevista per i tratti orizzontali, così come indicato nelle norme UNI EN 12056-3. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

COMPONENTI RETI DI SCARICO

TUBAZIONI Per la realizzazione delle reti di scarico delle acque usate potranno essere usati tubi di: ghisa; fibro cemento; calcestruzzo; materiale plastico. I tubi di ghisa dovranno essere conformi alla norma UNI EN 877. Le giunzioni dei tubi dovranno essere realizzate come indicato nelle norme UNI EN 12056-1. Le modalità di lavorazione e le giunzioni dei tubi dovranno essere realizzate come indicato nelle norme UNI EN 12056-1. I tubi di calcestruzzo dovranno essere conformi alle norme vigenti per i singoli materiali. I tubi di materiale plastico dovranno essere conformi rispettivamente per: policroruro di vinile, per condotte all'interno dell'edificio, alle norme UNI EN 1329-1 e I.I.P. n. 8; policroruro di vinile per condotte interrate, alle norme UNI EN 1401-1 e I.I.P. n. 3; polietilene ad alta densità per condotte interrate alle norme UNI EN 12666-1 e I.I.P. n. 11; polipropilene, alle norme UNI EN 1451-1; polietilene ad alta densità alle norme UNI EN 12201-1 e UNI EN 12201-2-3-4-5. Per i tubi dovranno, comunque, essere osservati i criteri riportati nel D.M. 12 dicembre 1985.

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Il percorso delle tubazioni deve essere tale da non passare su apparecchiature o materiali per i quali una possibile perdita possa provocare pericolo o contaminazione. Quando questo non sia evitabile, occorre realizzare una protezione a tenuta al di sotto delle tubazioni con proprio drenaggio e connesso con la rete generale di scarico. Le curve ad angolo retto non devono essere impiegate nelle tubazioni orizzontali, ma soltanto per connessioni fra tubazioni orizzontali e verticali. La connessione delle diramazioni alle colonne deve avvenire, preferibilmente, con raccordi formanti angolo con la verticale vicino a 90°. Nei cambiamenti di sezione delle tubazioni di scarico dovranno essere utilizzate riduzioni eccentriche, così da tenere allineata la generatrice superiore delle tubazioni da collegare. I terminali delle colonne uscenti verticalmente dalle coperture dovranno avere il bordo inferiore a non meno di 0,15 m oppure di 2,00 m sopra il piano delle coperture, a seconda che le stesse siano o non frequentate dalle persone. Inoltre, i terminali devono distare non meno di 3,00 m da ogni finestra, a meno che non siano almeno 0,60 m più alti del bordo superiore delle finestre. Dovranno essere previste ispezioni di diametro uguale a quello del tubo sino al diametro 100 mm e del diametro di 100 mm per tubi di diametro superiore, nelle seguenti posizioni: - al termine della rete interna di scarico, insieme al sifone e ad una derivazione; - ad ogni cambio di direzione con angolo maggiore di 45°; - ogni 15 m di percorso lineare, per tubi con diametro sino a 100 mm ed ogni 30 m per tubi

con diametro maggiore; - ad ogni confluenza di due o più provenienze; - alla base di ogni colonna. Tutte le ispezioni devono essere accessibili. Nel caso di tubi interrati, con diametro uguale o superiore a 300 mm, bisogna prevedere pozzetti di ispezione ad ogni cambio di direzione e comunque almeno ogni 45 m. In linea generale, le tubazioni vanno supportate alle seguenti distanze: - tubazioni orizzontali: sino al diametro 50 mm ogni 0,50 m sino al diametro 100 mm ogni 0,80 m oltre il diametro 100 mm ogni 1,00 m - tubazioni verticali: qualsiasi diametro ogni 2,50 m Le tubazioni di materiale plastico dovranno essere installate in modo da potersi dilatare o contrarre senza danneggiamenti. In linea generale, si deve prevedere un punto fisso in corrispondenza di ogni derivazione o comunque a questi intervalli: - 3 m per le diramazioni orizzontali; - 4 m per le colonne verticali; - 8 m per i collettori sub-orizzontali. Nell'intervallo fra due punti fissi, dovranno essere previsti giunti scorrevoli che consentano la massima dilatazione prevedibile. In caso di montaggio in cavedi non accessibili, le uniche giunzioni ammesse per le tubazioni di materiale plastico sono quelle per incollaggio o per saldatura e la massima distanza fra due punti fissi deve essere ridotta a 2 m. Gli attraversamenti di pavimenti e pareti potranno essere di tre tipi: - per incasso diretto; - con utilizzazione di un manicotto passante e materiale di riempimento fra tubazione e

manicotto; - liberi con predisposizione di fori di dimensioni maggiori del diametro esterno delle tubazioni. Gli scarichi a pavimento all'interno degli ambienti dovranno sempre essere sifonati e con un secondo attacco. A quest'ultimo, al fine del mantenimento della tenuta idraulica, potranno essere collegati, se necessario, o lo scarico di un apparecchio oppure un'alimentazione diretta d'acqua intercettabile a mano. Per la realizzazione delle reti di scarico delle acque meteoriche potranno essere usati tubi di: - ghisa;

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- PVC; - polietilene ad alta densità; - fibro cemento; - grés; - acciaio inox. I tubi di acciaio inox dovranno essere conformi alle norme UNI EN 10088-2 e UNI EN 10088-3. Le gronde potranno essere realizzate con i seguenti materiali: - acciaio inox; - rame; - PVC; - acciaio zincato. Il PVC per le gronde dovrà essere conforme alle norme UNI EN 607, l'acciaio zincato alle norme UNI EN 10346 e UNI EN 10143 e il rame alle norme UNI EN 1057. Per le tubazioni valgono le indicazioni riportate per i tubi delle reti di scarico delle acque usate. I bocchettoni ed i sifoni devono essere sempre del diametro delle tubazioni che immediatamente li seguono. I sifoni sulle reti di acque meteoriche sono necessari solo quando le reti stesse sono connesse a reti di acqua miste, convoglianti cioè altre acque oltre a quelle meteoriche. Tutte le caditoie, però, anche se facenti capo a reti di sole acque meteoriche, dovranno essere sifonate. Ogni raccordo orizzontale dovrà essere connesso ai collettori generali orizzontali ad una distanza non minore di 1,5 m dal punto di innesto di una tubazione verticale. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO Durante la esecuzione delle opere ed in ogni caso prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori dovranno essere eseguite le seguenti operazioni: a) prova di tenuta all'acqua da effettuarsi in corso d'opera prima della chiusura dei vani,

cavedi, controsoffitti, ecc.; b) prova di evacuazione; c) prova di tenuta degli odori; d) verifica del livello di rumore. Le prove dovranno essere effettuate secondo le modalità indicate nelle norme UNI EN 12056-1-5.

ART.4 RETI DI DISTRIBUZIONE DEL GAS

DIMENSIONAMENTO Per il dimensionamento delle reti del gas, all'interno dell'edificio, le portate del gas necessarie all'alimentazione di ogni apparecchio dovranno essere rilevate sulla base delle indicazioni dei loro costruttori. Per i dettagli vedere la relazione tecnica generale del progetto esecutivo.

PRESCRIZIONI GENERALI Le reti di distribuzione del gas all'interno dell'edificio dovranno essere realizzate in conformità alle norme UNI 7129-1-2-3-4 e al D.M. 12/04/1996. In particolare il dimensionamento della rete di distribuzione dovrà essere effettuato in modo da garantire la portata di gas di progetto, contenendo la perdita di pressione tra il contatore e qualsiasi apparecchio utilizzatore a valori non superiori a quelli di seguito riportati: 50 Pa per i gas della 1ª famiglia; 100 Pa per i gas della 2ª famiglia; 200 Pa per i gas della 3ª famiglia. 7.4. Tubazioni

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Per la realizzazione della distribuzione del gas potranno essere usati tubi di: - acciaio; - rame; - polietilene. I tubi di acciaio dovranno essere conformi alle indicazioni delle norme UNI EN 10255, serie leggera. Le tubazioni con saldatura longitudinale interrate dovranno avere caratteristiche pari a quelle usate per pressione massima di esercizio p = 500 kPa. I tubi di rame dovranno essere conformi alle indicazioni delle norme UNI EN 1057. I tubi di rame interrati dovranno avere uno spessore minimo di 2 mm. I tubi di polietilene dovranno essere conformi alle indicazioni delle norme UNI EN 1555-1-2-3-4-5, con spessore minimo 3 mm. Le giunzioni, i raccordi, i pezzi speciali e i rubinetti dovranno essere conformi a quanto indicato nelle norme UNI 7129-1-2-3-4, UNI EN 969. Le tubazioni potranno essere collocate in vista, sotto traccia o interrate, rispettando le prescrizioni indicate nelle norme UNI 7129-1-2-3-4. Per le specifiche su materiali e modalità di posa per la tubazione di adduzione dalla cabina di riduzione alla centrale termica a metano, con linea a 500 mbar interrata, si rimanda alle specifiche voci dell’elenco descrittivo delle voci. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO Durante la esecuzione delle opere ed in ogni caso prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori dovranno essere eseguite le seguenti operazioni (oltre a quelle prescritte nella relazione tecnica specialistica degli impianti): a) prova di tenuta dell'impianto, da effettuarsi prima del collegamento del contatore e degli apparecchi utilizzatori e prima della chiusura dei vani, cavedi ecc. (norme UNI 7129-1-2-3-4). La verifica e le prove preliminari di cui sopra dovranno essere eseguite dalla Direzione dei Lavori in contraddittorio con la Ditta e di esse e dei risultati ottenuti si deve compilare regolare verbale. Se i risultati ottenuti, a suo giudizio, non saranno conformi alle prescrizioni del presente Capitolato, la Direzione dei Lavori emette il verbale di ultimazione dei lavori solo dopo aver accertato, facendone esplicita dichiarazione nel verbale stesso, che da parte della Ditta siano state eseguite tutte le modifiche, aggiunte, riparazioni e sostituzioni ritenute necessarie. S'intende che, nonostante l'esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, la Ditta rimane responsabile delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo, e fino al termine del periodo di garanzia. Tutti i prodotti e/o materiali impiegati, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

ART.5 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO E REFRIGERAZIONE

DIMENSIONAMENTO Per il calcolo dei fabbisogni termici si è fatto riferimento alla norma UNI 12831 Per i dettagli vedere la relazione tecnica generale del progetto esecutivo.

PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI Gli impianti di riscaldamento e/o condizionamento saranno realizzati in conformità del D.Lgs. 19 agosto 2005 n. 192, del D.Lgs. 29 dicembre 2006 n. 311, del D.P.R. 2 aprile 2009 n. 59, e secondo la metodologia e le indicazioni tecniche riportate nelle norme UNI ad esso collegate. Tutti i prodotti e/o materiali impiegati, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

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SISTEMA DI PRODUZIONE O DI SOTTRAZIONE DEL CALORE La centrale termica e la centrale frigo dovranno essere sistemate in idonei e spaziosi locali, appositamente destinati, di facile accesso ed ingresso sufficientemente arieggiati ed illuminati e rispondenti alle vigenti normative. Si rimanda agli elaborati di progetto per i particolari e per i vincoli. I locali della centrale termica dovranno soddisfare alle disposizioni vigenti per la prevenzione infortuni ed incendi.

GRUPPI FRIGORIFERI A VITE CONDENSATI AD ACQUA ADATTI ALL'IMPIEGO IN POMPA DI CALORE La centrale frigorifera per produzione di acqua refrigerata sarà costituita da uno o più refrigeratori d’acqua con condensazione ad acqua adatti all’impiego in pompa di calore da installare in locale dedicato. Tutti i materiali impiegati dovranno essere conformi a quanto previsto dai disegni di progetto, dal relativo elenco descrittivo delle voci e ad eventuali disposizioni emanate dalla D.L. all'atto esecutivo. I gruppi a vite dovranno essere posti su idonei basamenti dotati di dispositivi antivibranti ed essere completi di tutte le apparecchiature previste con particolare riferimento ai sistemi di sicurezza, controllo delle apparecchiature. Nell'esecuzione dell'impianto si dovranno inoltre adottare tutti gli accorgimenti necessari a consentire una minima e facile manutenzione, una corretta conduzione ed una facile ispezione dell'impianto anche a chi non ne abbia seguito la costruzione. Per le apparecchiature soggette a collaudo INAIL (Ex ISPESL), l’installatore è tenuto a fornire alla D.L. i certificati comprovanti l'avvenuto collaudo. Dovrà essere garantito il rispetto delle condizioni: - ACUSTICA: Nell'esecuzione della centrale frigorifera si dovranno adottare tutti gli accorgimenti necessari per evitare vibrazioni e rumori che possano arrecare disturbo o comunque alterare il livello di comfort abitativo; per il controllo della rumorosità si adotteranno la norma UNI 8199:1998 Acustica - Collaudo acustico degli impianti di climatizzazione e ventilazione - Linee guida contrattuali e modalità di misurazione, la L.P. 18 marzo 1991 n.6 ed il relativo regolamento di esecuzione. - DI SICUREZZA L'impianto di produzione acqua refrigerata, in ogni sua parte e nel suo insieme, non dovrà in alcun modo causare danni e disagi alle persone o danni e deterioramenti all'edificio. - D'USO: Tutti gli elementi di controllo e regolazione dell'impianto, dovranno essere di facile agibilità e non presentare complessità di manovra. - DI CONSERVAZIONE: I macchinari, le apparecchiature, gli accessori, il valvolame, le serrande, ecc., dovranno essere garantiti per almeno 15 anni ed essere tali da garantire una facile manutenzione e sostituzione. Prima dell'inizio dei lavori, per la preventiva approvazione della D.L., l'Appaltatore dovrà presentare il campionario di isolazioni, accessori vari e di tutto quanto intende impiegare nell'esecuzione dell'impianto che la D.L. ritenesse necessario, nonché depliants illustrativi dei tipi e delle caratteristiche dei gruppi a vite pompe, compressori, regolazioni ecc., di cui prevede l'utilizzo; la D.L. verificata la rispondenza dei materiali e dei componenti alle caratteristiche richieste dal presente Capitolato e dal relativo Elenco, potrà accettarli o meno e richiederne quindi altri in alternativa. Resta esplicitamente inteso che la presentazione dei campioni non esonera l'Impresa dall'obbligo di sostituire, ad ogni richiesta, quei materiali che, pur essendo conformi ai campioni stessi, non risultino corrispondenti alle prescrizioni di Capitolato. Il campionario potrà essere ritirato dall'Appaltatore dopo le avvenute verifiche e prove preliminari dell'impianto. VERIFICHE PROVE PRELIMINARI DELL'IMPIANTO

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Le verifiche e prove preliminari dovranno essere eseguite dall'Appaltatore senza che questi abbia diritto ad alcun compenso di sorta e dovranno essere effettuate durante l'esecuzione delle opere in modo che esse risultino completate prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori. Le verifiche e prove preliminari sono le seguenti: A. verifica preliminare tesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente l'impianto, quantitativamente e qualitativamente corrisponda alle prescrizioni contrattuali. B. prova idraulica a freddo, per singole parti ed a impianto ultimato, di tutti i circuiti (riscaldamento-raffreddamento); si ritiene positivo l'esito della prova quando non si verifichino perdite e deformazioni permanenti. C. prova preliminare di circolazione, di tenuta e di dilatazione con fluidi scaldanti e raffreddanti. Resta comunque esplicitamente inteso che, anche se l'esito di verifica prove preliminari sarà favorevole, l'impresa rimane responsabile delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo e fino al termine di garanzia. Sono inoltre a carico dell'appaltatore le prove che la D.L. ordini di far eseguire, presso gli istituti da essa incaricati, in caso di contestazioni dei materiali impiegati o da impiegarsi nell'impianto in relazione all'accettazione dei materiali stessi; dei campioni potrà essere ordinata la conservazione, munendoli di suggelli a firma del D.L. e dell'Impresa, nei modi più adatti a garantirne l'autenticità COLLAUDO TECNICO E GARANZIA DELL'IMPIANTO Agli effetti del collaudo degli impianti di condizionamento si applicheranno le norme UNI-CEI-INAIL (EX ISPESL) e tutte quelle stabilite in accordo con la Dirczione Lavori o richieste esplicitamente dalla Committente in fase di contratto o durante l'esecuzione dei lavori. Il collaudo avrà luogo nella prima stagione estiva ed invernale di normale funzionamento degli impianti. Il collaudo e gli oneri per ogni tipo di assistenza sono a carico dell'Appaltatore senza che questi abbia diritto ad alcun compenso di sorta. L'Impresa ha l'obbligo di garantire tutto l'impianto, sia per la qualità dei materiali, sia per il montaggio, sia per il regolare funzionamento, fino al termine della prima stagione estiva successiva al collaudo; Pertanto, fino al termine di tale periodo, l'Appaltatore dovrà riparare, tempestivamente ed a proprie spese, tutti i guasti e le imperfezioni che si verificassero nell'impianto per effetto della non buona qualità dei materiali, per difetto di montaggio o di funzionamento escluse soltanto le riparazioni dei danni che non potranno attribuirsi all'ordinario esercizio dell'impianto, ma ad evidente imperizia o negligenza del personale che ne fa uso, o a normale usura. CONTRATTO DI MANUTENZIONE PROGRAMMATA PER I GRUPPI COMPRESSORI A VITE La Ditta appaltatrice dovrà garantire la manutenzione dei gruppi compressori a vite fino alla data del collaudo tecnico-amministrativo degli impianti di raffrescamento. La Ditta appaltatrice dovrà far eseguire la manutenzione programmata da tecnici specializzati della Ditta fornitrice dei gruppi frigoriferi a vite condensati ad acqua adatti all'impiego in pompa di calore. Il servizio di manutenzione programmata sarà strutturato su tre visite annuali, all'avviamento, a metà stagione, allo spegnimento, durante le quali un tecnico specializzato provvederà ad eseguire tutte quelle operazioni e quei controlli necessari ad assicurare la massima efficienza dei gruppi frigoriferi installati. Nel servizio saranno comprese le spese di manodopera del tecnico relative a tutte le operazioni, le spese di viaggio e di trasferta, la fornitura dei materiali quali cartucce filtro olio, cartucce filtri deidratori ecc. Le principali operazioni che il tecnico dovrà eseguire ad ogni visita saranno le seguenti: -• controllo presenza umidità nel refrigerante; - •controllo grado di acidità olio lubrificante; - •controllo pressioni e temperature dei fluidi ( refrigerante ed olio ); - •controllo ermeticità dei gruppi frigoriferi; - •controllo del sistema recupero olio e livello olio nel serbatoio; - •controllo resistenze riscaldamento olio e relativi termostati; - •controllo perdite di carico lato acqua negli scambiatori; - •verifica funzionalità flussostati; - •verifica grado di pulizia fasci tubieri;

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- •controllo trasduttori di pressione e termistori tramite procedura di autodiagnosi; - •verifica set-point e limiti funzionali impostati; - •verifica efficienza regolazione; - •verifica soglie di intervento di sicurezza; - •controllo corrente di spunto; - •verifica limiti funzionali impostati e intervento sicurezze; - •verifica circuito di raffreddamento tiristori. Inoltre al primo intervento annuale il tecnico dovrà: - •sostituire i filtri deidratori; - •sostituire le cartucce filtro olio; - •controllare l'allineamento e giunto di accoppiamento; - •controllare il grado di isolamento avvolgimenti motore. Il cambio olio sarà previsto alle 5.000, 30.000 e 60.000 ore (limiti di funzionamento massimi); tale operazione andrà eseguita anche a seguito di un esito negativo del controllo di acidità del lubrificante stesso. Restano esclusi dal contratto l'eventuale reintegro del refrigerante, l'olio lubrificante, la pulizia dei fasci tubieri degli scambiatori, gli interventi starordinari su chiamata. A tal proposito la Ditta manutentrice dovrà garantire gli interventi straordinari entro le 24/36 ore dalla chiamata.

GENERATORE DI CALORE A METANO Il generatore di calore a metano comprenderà caldaia del tipo a grande volume d'acqua per impianti di riscaldamento a circuito chiuso, con temperature massime di mandata pari a 110°C secondo norme EN 12828, pressione massima 6 bar, costruzione compatta ad inversione di fiamma con camera di combustione cilindrica e superfici di scambio termico convettivo poste al di sopra della camera di combustione. Il corpo caldaia sarà isolato termicamente lungo tutti i lati con coibente di spessore pari a 100 mm. Il bruciatore sarà del tipo monoblocco a gas ad aria soffiata, bistadio modulante, completamente automatico, a basse emissioni inquinanti con prevalenza del ventilatore e portata gas adeguati alla taglia della caldaia ed alle dimensioni della linea fumi. Il rapporto di modulazione del bruciatore non dovrà essere inferiore a 4:1 e la relativa rampa gas dovrà essere idonea per pressione a monte di 500 mbar Il bruciatore sarà dotato di: riduttore stabilizzatore, dispositivo controllo tenuta; ventilatore centrifugo a pale rovesce a basse emissioni acustiche e di pressostato di sicurezza lato aria per mandare in blocco il bruciatore nel caso di mancato o anomalo funzionamento del ventilatore Sarà inoltre presente un pressostato di sicurezza lato gas; il servomotore per l'azionamento della serranda dell'aria e la valvola di regolazione della portata di gas azionata da servomotore. Una sezione di comando e controllo del bruciatore a microprocessore permetterà la regolazione del rapporto aria combustibile con controllo in retroazione della concentrazione di ossigeno nei fumi e la modulazione della potenza, per il controllo PID della temperatura di mandata Il bruciatore sarà munito di regolatore di temperatura caldaia con display grafico con icone e visualizzazione in bianco e nero ad alto contrasto. La pressione acustica dovrà essere inferiore ad 86 db(A) ad un metro, in tutto il campo di modulazione. Le emissioni dovranno rientrare entro i limiti previsti dalla classe 3 norma EN 676 (NOx < 80 mg/kWh, CO <10 mg/kWh, alle condizioni di riferimento della norma stessa).

GENERATORE DI CALORE A BIOMASSA Il sistema di generazione alimentato a biomassa comprenderà quanto di seguito elencato, quanto descritto nella relazione tecnica specialistica delle opere meccaniche, nella voce dell’elenco descrittivo delle voci e quanto necessario affinché il sistema possa operare autonomamente ed in sicurezza, rispettando i requisiti costruttivi e prestazionali descritti nella relazione tecnica specialistica delle opere meccaniche , ai quali si rimanda. Dispositivo di estrazione del combustibile dal silo di stoccaggio, del tipo a rastrelli con spintori

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oleodinamici, con dimensioni non inferiori a quelle previste negli elaborati di progetto. Il dispositivo di estrazione dovrà essere dimensionato per la movimentazione del combustibile con caratteristiche comprese nei limiti indicati nella relazione specialistica delle opere.

Alimentatore del sistema di caricamento della camera di combustione realizzato con spintore idraulico a rastrello alloggiato sul fondo del canale di raccolta del silo, completo di sistema di chiusura di sicurezza che non permetta la comunicazione diretta fra camera di combustione ed il deposito del cippato. Il sistema sarà munito di lame sostituibili per taglio pezzi di cippato fuori misura e sarà azionato da pistone e centralina oleodinamico.

Camera di combustione (o focolare) a griglia mobile, con griglia leggermente inclinata (<5°), realizzata con barrotti in acciaio ad alto tenore di cromo (>25%) precaricati lateralmente, azionata con pistoni idraulici a differenti velocità nelle diverse zone (almeno due), in funzione del carico e dei parametri della combustione, alimentata sull'intera larghezza con spintore idraulico attraverso un canale inclinato in acciaio, raffreddato ad acqua. La camera avrà una struttura portante in acciaio, pareti e volta in materiale refrattario facilmente sostituibile in caso di necessità ed isolazione in vetroceramica, e sarà coperta esternamente da ulteriore strato isolante in lana minerale ad alta densità e lamiera in alluminio da 1 mm. Il focolare sarà dotato di sistema di alimentazione dell'aria primaria e di ricircolo fumi in non meno di due zone distinte nel sottogriglia, con regolazione indipendente per ogni zona, attuata con serrande modulanti e ventilatori a velocità variabile. Sarà inoltre presente un sistema di alimentazione arie secondarie sopra griglia e ed a monte della camera adiabatica, con ventilatore distino da quello utilizzato per l'aria primaria ed azionato mediante inverter e serrande modulanti. La camera sarà distinta in due zone (inferiore e superiore) separate da un voltino in materiale refrattario; la camera superiore sarà adiabatica e non vedrà l'immissione di aria comburente se non in corrispondenza dell'imbocco. Più sonde rileveranno la temperatura in camera di combustione: in corrispondenza delle due zone distinte della griglia oltre che a monte ed a valle dei punti di immissione di aria secondaria. Il focolare sarà dotato di sistema di accensione automatico con resistenza elettrica e ventilatore dedicato.

Sistema automatico di estrazione della cenere dal sottogriglia e dal fondo griglia della camera di combustione, attuata mediante coclea in acciaio refrattario, e con coclea di rinvio al contenitore di raccolta, con comando automatico gestito dal PLC del generatore.

Scambiatore di calore acqua -aria in acciaio, con ventilatori serrande e canali da fumo di collegamento per il preriscaldo dell'aria comburente.

Caldaia orizzontale a tre giri di fumo in acciaio saldato, realizzata con procedure e materiali conformi alle prescrizioni della direttiva PED e del codice di verifica del recipiente in pressione adottato; posta al di sopra del focolare, su un telaio portante, isolata con lana minerale protetta da lamiera in acciaio verniciato; dotata di sportello per la agevole pulizia del fascio tubiero, isolato con materiale refrattario, bloccato con volantini. La caldaia sarà dotata di sistema di pulizia del fascio tubiero pneumatico ad impulsi, con collettori di distribuzione e valvole montati sul portellone caldaia e comando secondo logica legata alle condizioni di funzionamento. Nella caldaia dovrà essere installato lo scambiatore per la dissipazione della potenza residua previsto dalla raccolta R 2009 ISPESL e realizzato secondo EN 303 e la relativa valvola termostatica per l'azionamento.

Compressore, accumulo, essiccatore, valvolame, sicurezze, riduttori di pressione, piping e raccorderia in acciaio zincato, scarichi per la condensa. I dispositivi citati saranno dimensionati per alimentare il sistema di pulizia del fascio tubiero e di altri eventuali accessori pneumatici compresi nella fornitura.

Sistema di trattamento fumi composto da multiciclone per il preabbattimento dinamico delle polveri e filtro elettrostatico a secco per l'abbattimento a valori inferiori ai limiti previsti. Entrambi

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i dispositivi saranno realizzati in acciaio al carbonio con profili e nervature di irrigidimento, coibentati con lana minerale protetta da lamierino di alluminio e dimensionati per una pressione/depressione compatibile con tutte le possibili condizioni di funzionamento ordinarie e straordinarie e saranno dotati di tramoggia inferiore di raccolta delle ceneri e di sistema estrazione automatico delle ceneri in contenitori movimentabili.

Ventilatore di coda dimensionato per compensare le perdite di carico del percorso fumi (camera di combustione, caldaia, economizzatori, preriscaldatori d'aria, canali da fumo, preabbattitore, elettrofiltro e camino) e mantenere al valore di depressione prefissato la camera di combustione (< 1,5mbar). Il ventilatore sarà dotato di girante a pale rovesce, con doppia curvatura, bilanciata staticamente e dinamicamente il motore elettrico asincrono trifase verrà azionato per mezzo di convertitore di frequenza. Il corpo voluta sarà realizzato in lamiera di acciaio nervato, rinforzato con profili saldati e protetto con antiruggine e vernice. Il tutto sarà dotato di telaio di supporto e di eventuali altre strutture necessarie. Agendo sulla velocità di rotazione del ventilatore, dovrà essere controllata in retroazione la depressione in camera di combustione. Non sarà ammesso allo scopo l'impiego di serrande.

・ Sistema di controllo e supervisione comprendente PLC programmato per la corretta gestione del sistema in tutte le condizioni di funzionamento, relativo quadro e ausiliari (alimentatore, schede ingressi - uscite ed altro), il collegamento e l'identificazione di tutti gli ingressi e di tutte le uscite digitali del controllore. Il PLC sarà interfacciato con il PLC di centrale per lo scambio diretto di segnali di comando e set point temperatura mandata, comunicate da parte del secondo, allarme cumulato da parte del primo. Una connessione bus fra i due PLC permetterà invece lo scambio di tutti i principali segnali di stato - allarme - valori grandezze. La supervisione verrà realizzata mediante l'interfaccia grafico con schermo touch screen, con sinottici dell'impianto riportanti tutti i parametri di funzionamento, numero di pagine grafiche sufficienti a permettere, al contempo, una chiara interpretazione del funzionamento dell'intero sistema ed una visione di dettaglio dei parametri di funzionamento dei singoli dispositivi.; registrazione dello storico dei dati di funzionamento e schermate per la facile modifica dei settaggi dell'impianto. L'interfaccia grafico dovrà essere replicabile su PC di supervisione connesso al PLC del generatore attraverso protocolli di comunicazione di tipo aperto standardizzato su rete Ethernet TCP/IP. Si ritengono compresi e compensati, con i prezzi offerti dall'Appaltatore, gli eventuali oneri di licenza dei software (senza limiti temporali) o, più in generale, di diritti per proprietà intellettuale.

・ Quadri elettrici per l'alimentazione e la protezione di tutti i dispositivi compresi nella fornitura composti di: armadi monoblocco in lamiera IP55, sezionatori generali 4P; strumento multifunzione analizzatore da quadro, dispositivi di protezione e comando (interruttori automatici magnetotermici e differenziali, salvamotori, contattori, commutatori, ecc.) da installarsi su tutte le linee in partenza dal quadro verso le varie apparecchiature facenti parte dell'impianto. Saranno inoltre forniti e collegati gli inverters per l'azionamento dei ventilatori ed altri dispositivi, spie di segnalazione e di allarme.

・ Canali da fumo e canali per aria, serrande di intercettazione, serrande e diverter modulanti, per il collegamento di tutti i dispositivi posti sulla linea fumi e sulle linee di alimentazione delle arie comburenti, comprese le relative isolazioni in lana minerale protetta con lamierino di allumino 0,6 mm.

・ Camino a doppia parete con tubazione interna in acciaio INOX AISI 316 spessore non inferiore a 0,5 mm, tubazione esterna in AISI 304, isolazione in lana minerale ad alta densità con spessore di 50 mm, compresi dispositivi di ancoraggio alla parete, di supporto, parapioggia, raccolta e scarico condensa e quanto necessario per installare il camino dal piano di campagna allo sbocco a 3 metri dalla copertura.

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Tutte le componenti calde (tubi da fumo, pareti di focolare, caldaie, economizzatori, coclee, spintori, ecc.) dovranno essere accuratamente isolate con coppelle e pannelli in lana minerale ad alta densità (100 kg/mc) protetti con lamierino in allumini di spessore differenziato in base alle dimensioni delle superfici, ma maggiore di 0,6 mm, in modo da garantire che mai la temperatura delle superfici superi di 20°C la temperatura ambiente. I recipienti in pressione dovranno essere progettati con codici compatibili con la Direttiva PED e dovranno rispondere ai requisiti imposti dalla stessa. A seguire si riportano le caratteristiche del combustibile per il quale dovrà essere progettato il generatore a biomassa. Per qualsiasi tipo di combustibile con caratteristiche comprese entro i limiti delle due tabelle seguenti dovranno essere rispettati i requisiti prestazionali e di limitazione delle emissioni descritti nel presente elaborato e nella voce relativa al generatore di calore a biomassa dell’Elenco Descrittivo delle Voci. Faranno eccezione alcuni parametri citati espressamente negli stessi elaborati.

Caratteristica del combustibile Norma di

riferimento Unità di misura

Limite inferiore

Limite superiore

Umidità totale CEN/TS 14.774 % della massa umida 20,0 55,0

Potere calorifico inferiore CEN/TS 14.918 MJ/kg 6,1 14,3

Pezzatura - - Vedi tabella 2

Azoto su base secca CEN/TS 15.104 % della massa secca - 1,5

Zolfo su base secca CEN/TS 15.289 % della massa secca - 0,08

Cloro su base secca CEN/TS 15.289 % della massa secca - 0,09

Tabella: Caratteristiche dei combustibili utilizzabili

Tipologia di combustibile Tabella CEN/TS 14.961

Pezzatura Densità Ceneri Frazione

massima (% massa)

Cippato (wood chips) 5 P100 BD150÷BD300 A5 100

Cippato (hog fuel) 6 P100-F15 BD150÷BD300 A7 100

Corteccia (bark) 10 P200 BD150÷BD350 A7 60

Segatura (sawdust, shavings) 8-9 - BD150÷BD300 A5 30

Tabella: Tipi di combustibile, caratteristiche fisiche e frazione della massa totale

Il generatore di calore avrà una potenzialità termica utile nominale di 700 kW, fornibile in continuo con qualsiasi tipologia di combustibile previsto (si vedano le tabelle sopra riportate), erogata con temperature nominali di mandata e ritorno dell’acqua rispettivamente pari a 90 e 75°C. Il generatore dovrà poter funzionare regolarmente e rispettando i limiti prescritti per le emissioni in atmosfera, per carichi compresi fra il 25 ed il 100% del nominale, utilizzando qualsiasi tipo di combustibile previsto e produrrà normalmente acqua calda a 90°C (o alla temperatura di set point prescelta), a prescindere dalla condizione di carico, regolato indirettamente mediante la miscelatrice TV07. Per quanto riguarda i requisiti di prestazione minimi, il generatore dovrà inoltre garantire un rendimento utile (“boiler efficiency” secondo EN 303-5) pari all’87% con carico e temperature nominali, utilizzando un qualsiasi tipo di combustibile ammesso nelle specifiche riportate nella presente relazione. Tale valore minimo del rendimento dovrà essere raggiunto senza contare

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l’apporto dell’eventuale economizzatore opzionale di cui si dirà in seguito. Ai carichi parziali ammessi, il rendimento dovrà comunque permanere sempre a valori superiori all’82%. La potenza elettrica assorbita a pieno carico da tutti i dispositivi ausiliari della caldaia, mediata sulle 24h di esercizio a pieno carico dovrà risultare non superiore ai 18 kW, per ogni combustibile ammesso. Per ausiliari si intendono tutti i dispositivi compresi nello scopo di fornitura del generatore a biomassa, come (elenco non esaustivo): ventilatori aria primaria, secondaria, ricircolo fumi, ventilatore di coda, servomotori serrande e valvole, centraline oleodinamiche per rastrelli silo cippato, canale di caricamento ed azionamento della griglia mobile, quadro PLC. Le prestazioni richieste nei documenti di progetto, ed in particolare: potenza nominale, rendimento utile, emissioni, assorbimento elettrico, dovranno essere verificate in sede di collaudo a cura ed a spese dell’Appaltatore. Per le modalità di prova del generatore (potenza erogata, campo di regolazione, rendimento termico utile) si dovrà fare riferimento alla normativa EN 303-5 ed in particolare al metodo diretto. Tale norma verrà presa come riferimento per il generatore in oggetto nonostante il campo di applicazione della stessa prevede una limitazione alla potenza di 500 kW ed una temperatura di progetto di 110°C. Nella tabella seguente vengono indicati i limiti di emissione richiesti per l’impianto. I limiti indicati sono riferiti ad un tenore di ossigeno nell’effluente gassoso dell’11%.

Inquinante U.d.M. Valore di progetto

Polveri totali mg/Nmc 10

Monossido di Carbonio (CO) mg/Nmc 150

Ossidi di azoto (espressi come NO2) mg/Nmc 250

Ossidi di zolfo (espressi come SO2) mg/Nmc 100

Tabella 1: Limiti di emissioni richiesti.

Il rispetto dei limiti riportati nella precedente tabella dovrà essere garantito per ogni condizione di carico ammessa e per qualsiasi tipologia di combustibile avente caratteristiche comprese nei limiti riepilogati nelle tabelle riportate nel presente paragrafo. Il rispetto del limite di 250 mg/Nmc relativo agli ossidi di azoto è imposto per combustibili con tenore di azoto su base secca (secondo CEN/TS 15.104) ≤ 1%, fermo restando il rispetto del limite di legge (500 mg/Nmc) per qualsiasi valore di azoto ammesso. I valori da confrontare con i limiti imposti andranno calcolati come valori medi delle emissioni rilevati negli intervalli temporali previsti dal D.Lgs. 152/2006. Anche per le modalità di rilevazione delle grandezze e per le eccezioni al rispetto dei limiti si dovrà fare riferimento al citato Decreto.

REQUISITI DELL’ACQUA DEI CIRCUITI CHIUSI Il fluido vettore utilizzato per le reti dell’acqua calda e dell’acqua refrigerata sarà acqua addolcita mediante apposito addolcitore a scambio ionico a doppia colonna e condizionata con prodotti anti incrostati ed antiossidanti. L’acqua dovrà avere le seguenti caratteristiche:

Conducibilità a 25°C [S/cm]: Acqua grezza < 300; PH: 8,0 –10; Durezza [°F]: < 4 Ossigeno disciolto: Assente;

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ART.6 TERMINALI DI EROGAZIONE: PANNELLI RADIANTI A PAVIMENTO

GENERALITA’ L’edificio è dotato di impianto di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento. Tale tecnologia presenta i seguenti pregi: - maggior comfort termo-igrometrico all’interno degli spazi, collegato alla maggior uniformità di distribuzione degli apporti calorici con conseguente riduzione dei moti convettivi e di trascinamento delle polveri; - per i locali con ampie finestrature, possibilità di compensare lo scambio radiante degli individui verso tali superfici fredde con gli apporti energetici radianti provenienti da superfici a pavimento poste ad una temperatura più elevata; - per i locali situati al piano sottotetto, sfruttamento della stratificazione dell’aria con conseguente riduzione dei consumi energetici; - possibilità di sfruttamento della tecnologia della condensazione in centrale termica, dovuto alla riduzione delle temperature di mandata; - libertà di posa dell’arredo all’interno dei locali; Nello specifico si è adottato il sistema di posa a spirale che garantisce una maggior uniformità delle temperature superficiali del pavimento. Inoltre è stata preferita la posa del tubo, a seconda della destinazione del locale, con “clips” in poliammide, su barra o su fresatura per garantire una maggior superficie di scambio tra il tubo ed il massetto circostante. Non è ammessa la posa di pannelli con sistema a funghi.

BASE DI SUPPORTO La base di supporto deve essere preparata in conformità alle norme pertinenti. Eventuali tubi o condotti devono essere fissati e incassati per fornire una base livellata sulla quale viene aggiunto l'isolante termico e/o acustico prima della posa dei tubi di riscaldamento. A questo proposito, deve essere presa in considerazione l'altezza strutturale necessaria.

STRATI DI ISOLAMENTO, STRISCIA DI ISOLAMENTO PERIMETRALE Gli strati di isolamento devono presentare le resistenze termiche minime in funzione delle condizioni termiche sottostanti la struttura di riscaldamento a pavimento come indicato nelle specifiche tecniche contenute negli elaborati del progetto definitivo. Quando si installa lo strato isolante, i pannelli isolanti devono essere uniti saldamente insieme. Più strati isolanti devono essere sfalsati o posizionati in modo tale che i giunti tra i pannelli di uno strato non siano allineati con lo strato successivo.

STRISCIA PERIMETRALE Prima della posa dello strato di supporto, deve essere posata una striscia di dilatazione perimetrale (giunto d'angolo) lungo i muri e gli altri componenti edilizi che penetrano nello strato di supporto; tale striscia perimetrale deve essere saldamente fissata alla base di supporto, ad esempio a telai delle porte, piloni e montanti. La striscia perimetrale deve ergersi dalla base di supporto fino alla superficie del pavimento finito e permettere un gioco dello strato di supporto di almeno 5 mm. Nel caso di più strati isolanti, la striscia perimetrale deve essere posata prima dell'applicazione dello strato di isolamento superiore. Durante la posa dello strato di supporto, la striscia di isolamento perimetrale deve essere fissata in modo che rimanga ferma in posizione. La parte superiore della striscia di isolamento periferica che sovrasta il pavimento finito non deve essere tagliata fino al completamento del rivestimento a pavimento e, nel caso di un rivestimento tessile o plastico, fino all'indurimento dell'additivo.

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STRATO DI PROTEZIONE Prima della posa dello strato di supporto, lo strato di isolamento deve essere ricoperto con una pellicola di polietilene di almeno 0,15 mm di spessore o con un altro prodotto dalla funzione equivalente, a meno che lo strato di isolamento non sia un composito protettivo simile. Le singole sezioni devono sovrapporsi in corrispondenza dei giunti di almeno 80 mm. Lo strato di protezione deve essere capovolto sopra il bordo superiore della striscia perimetrale se questa non svolge la funzione di protezione. Quando si usano strati di supporto liquidi, la protezione dello strato di isolamento deve essere impermeabile, in modo tale da non compromettere la funzione dello strato di isolamento. Gli strati di protezione non sono barriere contro l'umidità.

APPARECCHIATURA Sicurezza Un dispositivo di sicurezza, indipendente dalla centralina di comando e che opera anche in assenza di elettricità, deve escludere l'alimentazione di calore nel circuito di riscaldamento a pavimento in modo tale che la temperatura circostante gli elementi riscaldanti non superi il limite. Valvole di arresto e dispositivi di bilanciamento Ogni circuito deve presentare due valvole di arresto e un dispositivo di bilanciamento. Le funzioni di arresto e bilanciamento devono essere indipendenti. Deve essere installato almeno un circuito per ambiente riscaldato, al fine di consentire il controllo della temperatura in modalità manuale o automatica.

TUBAZIONI Materiale Si utilizzano tubazioni in polietilene PE-RT (polietilene lineare ottene-copolimerico) aventi le caratteristiche indicate negli elaborati progettuali. Conformità alle norme europee: - PE-X prEN ISO 15875-1:2001 Lo spessore minimo della parete del tubo conforme alle seguenti: - condizioni di esercizio: classe 4, in conformità rispettivamente al - prEN ISO 15875-1:2001, punto 4, prEN ISO 15876-1:2001, punto 4, prEN ISO 15874- 1:2001, punto 4;PB prEN ISO 15876-1:2001; PP prEN ISO 15874-1:2001; - pressione di esercizio: - 4 bar; - durata di esercizio - 50 anni. Si utilizzano tubi con uno strato barriera di ossigeno, conformemente all’Appendice A della norma. La permeabilità all'ossigeno dovrebbe essere 0,1 g/m3 • d ad una temperatura dell'acqua di 40°C. Il valore di riferimento del volume è il volume interno del tubo. La barriera all’ossigeno posta all’esterno porterebbe ad alcuni problemi quali l’abrasione in cantiere e alla riduzione della malleabilità tipica del polietilene, rendendo così difficoltosa la realizzazione delle curve più strette. E’ quindi da preferirsi la barriera EVOH all’interno dello spessore del tubo. Tale soluzione permette inoltre di incrementare la resistenza allo shock termico. Diametro E d’obbligo utilizzare i diametri indicati negli elaborati del progetto definitivo. Conservazione e trasporto Dopo l'arrivo sul luogo di lavoro, i tubi devono essere trasportati, conservati e movimentati in modo tale da essere: - protetti da eventuali elementi potenzialmente dannosi; - devono essere conservati a riparo dalla luce solare diretta. Distanza I tubi devono essere posizionati a oltre: - 50 mm di distanza dalle strutture verticali;

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- 200 mm di distanza dalle canne fumarie e dai caminetti aperti, da assi a cielo aperto o murate e da trombe dell'ascensore. Raggio di curvatura Il raggio di curvatura non deve essere minore di quello minimo definito nelle norme pertinenti di prodotto (vedere EN 1057:1996, prEN ISO 15874:2001, prEN ISO 15875:2001, prEN ISO 15876:2001). Raccordi Non sono ammesse giunzioni intermedie all’interno di ogni singolo anello.

ANCORAGGIO DEI TUBI I tubi e i relativi sistemi di ancoraggio devono assicurare che le rispettive posizioni orizzontali e verticali siano mantenute come da progetto. Lo scarto verticale verso l'alto dei tubi prima e dopo l'applicazione dello strato di supporto non deve essere maggiore di 5 mm in qualsiasi punto. Lo scarto orizzontale della distanza specificata del tubo nel circuito di riscaldamento non deve essere maggiore di ±10 mm in corrispondenza dei punti di collegamento. Questi requisiti non sono applicabili nelle aree di curvatura e flessione. Le distanze tra gli ancoraggi necessarie al rispetto di questi requisiti dipendono dal materiale del tubo, dalle dimensioni e dagli impianti. Il fabbricante deve specificare la distanza massima ammessa tra i punti di ancoraggio.

STRATI DI SUPPORTO (STRATO DI RIPARTIZIONE DEL CARICO) Tipi di strati di supporto Tra gli strati riscaldanti, si distinguono i seguenti tipi (vedere EN 1264-1:1997, 3.11): - tipo A - Impianti con tubi annegati nello strato di supporto; - tipo B - Impianto con tubi sotto lo strato di supporto; - tipo C - Impianti annegati in uno strato livellante, in cui lo strato aderisce ad un doppio strato di separazione. Lo spessore dello strato livellante deve essere di almeno 20 mm maggiore del diametro degli elementi riscaldanti. Lo strato aderente deve avere uno spessore di non meno 45 mm. Lo spessore dello strato è calcolato sulla base della norma pertinente, che prende in considerazione la capacità di carico e la classe di resistenza alla flessione. Fino a quando non è disponibile una norma europea, dovrebbero essere utilizzate le norme nazionali. Lo spessore nominale sopra i tubi di riscaldamento (altezza di copertura) deve essere, per ragioni costruttive, almeno tre volte maggiore della dimensione massima dei granelli del materiale aggregato e comunque di almeno 45 mm. Per lo strato di supporto in asfalto, questo spessore sale ad almeno 15 mm. Per strati di tipo A, il cui spessore è minore di 0,1 m, occorre aggiungere il diametro esterno del tubo allo spessore calcolato. Per strati in asfalto, lo spessore minimo nominale dello strato deve essere quello indicato nel prospetto 2. La temperatura massima circostante gli elementi riscaldanti nello strato di supporto non deve essere maggiore di 55 °C. Per strati di supporto diversi dal cemento, questo valore può essere ridotto, ad esempio a 45 °C per strati di supporto di asfalto e alla temperatura massima dichiarata dal produttore di strati di supporto anidro.

STRATO LIVELLANTE Quando si utilizzano strutture di riscaldamento a pavimento di tipo C come definito in 4.2.8.1, lo strato livellante deve consistere di uno strato di supporto di cemento presentante una resistenza alla compressione di 20 N/mm 2 dopo 28 giorni. Gli strati di supporto anidro e di cemento utilizzati come strati livellanti devono essere idonei all'impiego previsto e condizionati al fine di rispondere ai requisiti del rivestimento per pavimentazioni. Data la copertura minima degli elementi riscaldanti, lo strato livellante di tipo C ha la tendenza a formare delle cricche a causa dell'effetto di restringimento. Tuttavia, generalmente, questo non compromette la loro efficienza. Tutte le florescenze devono essere rimosse. Rinforzo L'opera di rinforzo deve essere conforme alla norma pertinente. Fino a quando non è disponibile una norma europea, dovrebbero essere utilizzate le norme nazionali.

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GIUNTI Per gli strati di supporto riscaldanti idonei all'applicazione di rivestimenti in pietra o ceramica, le superfici dei giunti non devono essere maggiori di 40 mq con una lunghezza massima di 8 m. Nel caso di ambienti rettangolari, le superfici dei giunti possono superare queste dimensioni, con un rapporto massimo in lunghezza di 2 a 1. Se negli strati di supporto riscaldanti vengono posti giunti a contrazione indotta, questi devono essere tagliati a una profondità non maggiore di un terzo dello spessore dello strato, tenendo in considerazione l'ubicazione dei tubi in un impianto di tipo A e devono essere sigillati dopo l'avviamento del riscaldamento. L'installatore dell'impianto di riscaldamento deve essere fornito di una piantina indicante la posizione dei giunti, inclusa nelle specifiche. Nel caso di strati di supporto riscaldanti di tipo A e C, i giunti sottoposti a sollecitazione e i giunti perimetrali devono soltanto essere attraversati da tubi di connessione e solo ad un livello. In questo caso, i tubi di connessione devono essere ricoperti da un tubo flessibile di isolamento della lunghezza di circa 0,3 m. Nota Per quanto possibile, la posa dei giunti di assestamento dovrebbe cominciare dagli angoli, per esempio sugli intonaci e sui caminetti aperti, vale a dire in punti dove si è verificata l'espansione o il restringimento della superficie dello strato di supporto. Negli stipiti e nelle soglie delle porte vengono installati giunti di contrazione o di assestamento.

POSA DELLO STRATO DI SUPPORTO Misure di protezione L'applicazione dello strato di supporto e l'installazione degli elementi riscaldanti non deve compromettere il funzionamento di alcun componente, come per esempio attraverso l'uso di ginocchiere non idonee. Quando si movimenta la malta dello strato di supporto sul sistema di tubi installato, dovrebbero essere posati cartoni o simili. Analogamente, deve essere evitata la posa di carichi importanti a breve termine sullo strato di isolamento per non ridurre l'effetto isolante. Durante la produzione del materiale dello strato di supporto riscaldato si devono usare soltanto miscele che non aumentino di oltre il 5% il quantitativo di aria nello strato. Posa Durante la posa dello strato di supporto, la temperatura dello stesso e la temperatura ambiente non devono scendere al di sotto di 5 °C. Successivamente, occorre mantenere una temperatura di almeno 5 °C per un periodo non minore di 3 giorni. Inoltre, lo strato di supporto di cemento deve essere protetto dall'essiccazione per almeno 3 giorni (in caso di basse temperature o cementi a indurimento lento occorre un periodo di tempo più lungo) e, in seguito, da effetti nocivi come per esempio calore e siccità al fine di mantenere basso il livello di ritiro. Generalmente questo effetto è garantito per gli edifici più piccoli, quando l'edificio viene chiuso. Lo strato di supporto di cemento colato può essere posato ad una temperatura minima di 0 °C.

FORI A PAVIMENTO Ciascun foro nel pavimento deve essere preformato prima dell'installazione dell'impianto di riscaldamento a pavimento, al fine di evitare di praticare eventuali perforazioni successive. Prova di tenuta Prima della posa dello strato di supporto, i circuiti di riscaldamento devono essere sottoposti al controllo di tenuta mediante una prova di pressione d'acqua. La pressione utilizzata nella prova deve essere due volte la pressione di esercizio, con un minimo di 6 bar. Durante la posa dello strato di supporto, questa pressione deve essere applicata ai tubi. L'assenza di perdite e la pressione della prova devono essere specificate in un resoconto di prova. Quando sussiste il rischio di gelo, occorre prendere provvedimenti idonei come l'uso di prodotti antigelo o il condizionamento dell'edificio. Se il normale funzionamento dell'impianto non richiede ulteriori protezioni antigelo, i prodotti antigelo devono essere drenati e l'impianto deve essere flussato utilizzando almeno 3 cambi di acqua.

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AVVIAMENTO INIZIALE DEL RISCALDAMENTO Questa operazione deve essere eseguita almeno 21 giorni dopo la posa dello strato di supporto di cemento o in conformità alle istruzioni del fabbricante e comunque dopo almeno 7 giorni in caso di strati di supporto di anidrite. Il riscaldamento iniziale comincia ad una temperatura di alimentazione compresa tra 20 °C e 25 °C, che deve essere mantenuta per almeno 3 giorni. successivamente, occorre impostare la temperatura massima di progetto, che deve essere mantenuta per almeno altri 4 giorni. Il processo di avviamento del riscaldamento deve essere documentato.

ASSICURAZIONE Il sistema deve essere corredato di assicurazione coperta da Agenzia e/o Ente assicurativo rinomati per la durata di 10 anni per responsabilità civile contro terzi con un massimale assicurato unico di almeno euro 1.000.000,00; i lavori di manutenzione ed installazione devono essere assicurati come sopra specificato con un massimale di almeno Euro 2.500.000,00. Le garanzie di assicurazione devono essere fornite in modo automatico alla consegna dei lavori senza ulteriori addebiti da parte della Committenza. Campionature, schede tecniche e certificati del sistema devono essere forniti prima dell’inizio dei lavori per l’accettazione da parte della Direzione Lavori.

VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO La verifica e le prove preliminari di cui appresso si devono effettuare durante la esecuzione delle opere ed in modo che risultino completate prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori: a) verifica preliminare, intesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente l'impianto, quantitativamente e qualitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali; b) prova idraulica a freddo, se possibile a mano a mano che si esegue l'impianto ed in ogni caso ad impianto ultimato, prima di effettuare le prove di cui alle seguenti lett. c) e d). Si ritiene positivo l'esito della prova quando non si verifichino fughe e deformazioni permanenti; c) prova preliminare di circolazione, di tenuta e di dilatazione con fluidi scaldanti e raffreddanti. Dopo che sia stata eseguita la prova di cui alla lett. b), si distingueranno diversi casi, a seconda del tipo di impianto, come qui appresso indicato: - per gli impianti ad acqua calda, portando a 85 °C la temperatura dell'acqua nelle caldaie e mantenendola per il tempo necessario per l'accurata ispezione di tutto il complesso delle condutture e dei corpi scaldanti. L'ispezione si deve iniziare quando la rete abbia raggiunto lo stato di regime con il suindicato valore massimo di 85 °C. Si ritiene positivo il risultato della prova solo quando in tutti, indistintamente, i corpi scaldanti l'acqua arrivi alla temperatura stabilita, quando le dilatazioni non abbiano dato luogo a fughe o deformazioni permanenti e quando il vaso di espansione contenga a sufficienza tutta la variazione di volume dell'acqua dell'impianto; - per gli impianti a vapore, portando la pressione delle caldaie al valore massimo stabilito e mantenendolo per il tempo necessario come sopra indicato. L'ispezione si deve iniziare quando la rete abbia raggiunto lo stato di regime col suindicato valore massimo della pressione nella caldaia. La verifica e le prove preliminari di cui sopra devono essere eseguite dalla Direzione dei Lavori in contraddittorio con l'Appaltatore e di esse e dei risultati ottenuti si deve compilare regolare verbale. Ove trovi da eccepire in ordine a quei risultati, perché, a suo giudizio, non conformi alle prescrizioni del presente Capitolato, la Direzione dei Lavori emette il verbale di ultimazione dei lavori solo dopo aver accertato, facendone esplicita dichiarazione nel verbale stesso, che da parte l'Appaltatore siano state eseguite tutte le modifiche, aggiunte, riparazioni e sostituzioni necessarie. S'intende che, nonostante l'esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, l'Appaltatore rimane responsabile delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo, e fino al termine del periodo di garanzia di cui all'articolo relativo alla garanzia dell'impianto.

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SISTEMA CON FRESATURA Sistema di riscaldamento a pavimento ottenuto fresando il supporto alla pavimentazione in modo da poter inserire la tubazione nelle gole di fresatura così create; la fresatura deve avvenire da personale specializzato con macchinario specifico dotato di sistema di regolazione per la realizzazione delle gole con interasse costante e corrispondente alle esigenze termiche del locale; il macchinario deve avere sistema automatico di controllo della profondità della fresatura e deve realizzare degli alloggi che consentano la posa in aderenza della tubazione; la fresatura deve avvenire con aspirazione automatica del truciolo e delle polveri prodotte; a seconda del tipo di supporto il macchinario dovrà essere attrezzato delle frese più opportune; la tubazione è posata con diversi interassi tra le tubazioni per l’adeguamento delle potenzialità alle esigenze individuali; nella realizzazione delle curve del tracciato, in modo da poter trattenere la tubazione ed evitare quindi la posa di elementi di ritenuta (clips o altro). La temperatura di superficie corrisponde alle esigenze igieniche e fisiologiche rispettando il limite max. di 29°C . Adatto per la posa di un pavimento con resistenza termica massima di 0,15 m²K/W. Il supporto alla pavimentazione deve avere spessore adeguato per consentire di realizzare gli alloggiamenti per la tubazione di profondità pari a 14 mm circa, senza che ne venga compromessa la capacità di ripartire i carichi soprastanti; deve essere stato realizzato secondo le indicazioni che seguono. Il sistema può essere realizzato su massetto tradizionale o massetto autolivellante, purché siano verificati i seguenti prerequisiti: sotto il massetto deve essere presente un pannello isolante (in unico strato o più strati sovrapposti) con resistenza termica maggiore o uguale al valore minimo prescritto dalla normativa UNI EN 1264-4; lungo tutto il perimetro e attorno a tutti gli elementi della struttura che penetrano il massetto, come pilastri, scale, ecc, (UNI EN 1264-4) deve essere stata installata una striscia perimetrale di spessore tale da assorbire movimenti del massetto di almeno 5 mm e altezza tale da separare dalla struttura verticale pannello isolante, massetto rivestimento superficiale (UNI EN 1264-4); siano presenti giunti di dilatazione, aventi spessore e altezza uguali a quelli della striscia perimetrale, conformemente a quanto previsto dalla UNI EN 1264-4; eventuali reti di rinforzo devono essere applicate a una profondità superiore a quella della fresatura; non devono essere presenti tubazioni e/o cavi e/o ogni quant’altro elemento che interrompa l’uniformità del massetto in posizione a rischio di danneggiamento nell’operazione di fresatura. Sotto all’elemento di supporto alla pavimentazione da fresare deve essere presente, oltre all’isolamento, della barriera a vapore, sotto l’isolante, in tutti i casi in cui essa è necessaria per normative e la corretta regola dell’arte, e sopra l’isolante qualora lo stesso non sia già rivestito superiormente da una pellicola protettiva in conformità alla UNI EN 1264-4. I componenti del sistema devono essere conformi alle norme UNI EN ISO e/o DIN che li riguardano e più sotto specificate. La tubazione deve essere in polietilene ottene copolimerico PE-RT tipo II (DIN 16833 / ISO 24033 / ISO 22391; lunghezza massima di ciascun anello pari a 70 m. La fornitura deve comprendere la guaina isolante in polietilene espanso con spessore 4 mm da prevedere in quantità tale da garantire la protezione del tubo nei punti di attraversamento dei giunti di dilatazione (UNI EN 1264-4) e in tutti i punti dove è presente un eccessivo infittimento delle tubazioni. Il sistema deve essere fornito di documentazione attestante resa ottenuta sperimentalmente secondo EN 1264-2.

SISTEMA SU BARRA

Sistema di riscaldamento a pavimento per capannoni per il cui massetto non sono previste armature speciali dallo strutturista; il sistema consiste di tubazione agganciata a profili a U posati alla base del massetto industriale; la tubazione è posata con interasse opportuno a seconda delle necessità termiche del capannone. La temperatura di superficie corrisponde alle esigenze igieniche e fisiologiche rispettando il limite massimo di 29° C. Adatto per la posa di un pavimento con resistenza termica massima di 0,15 m²K/W. I componenti del sistema devono essere conformi alle norme UNI EN ISO e/o DIN che li riguardano e più sotto specificate.

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Il pannello isolante deve essere in polistirene espanso a bassa densità LD coperto di una quantità sufficiente di foglio in polietilene con spessore 0,2 mm tale da consentirne la posa con sovrapposizioni di 80 mm in corrispondenza dei giunti; la resistenza termica del pannello deve essere maggiore o uguale al valore minimo prescritto in progettazione; qualora l’impresa costruttrice avesse predisposto degli strati isolanti sullo stabilizzato sul quale viene realizzato il massetto, deve esserne consegnata la scheda tecnica alla Direzione Lavori per verificarne l’accettabilità ai fini del rispetto del progetto. La tubazione deve essere in polietilene ottene copolimerico PE-RT tipo II (DIN 16833 / ISO 24033 / ISO 22391) con barriera a ossigeno; diametro 25 mm e spessore 2,3 mm (UNI EN 1264-4); lunghezza massima di ciascun anello pari a 180 m. Il sistema deve essere fornito completo della quantità di profili a U necessari per garantire la posa della tubazione secondo l’interasse previsto in progettazione. La fornitura deve essere comprensiva di striscia perimetrale singola in polietilene espanso a cellule chiuse da posare lungo tutto il perimetro dei locali da riscaldare e attorno a tutti gli elementi della struttura che penetrano il massetto industriale, come pilastri, scale, ecc, in modo da assorbire i naturali movimenti del massetto; lo spessore totale della striscia perimetrale è pari a 10 mm, mentre l’altezza totale è pari a 250 mm in modo da contenere l’ingombro di: pannello isolante, massetto industriale; deve essere autoadesiva sul retro in tutta la sua altezza in modo che la sua posizione non vari dopo la stesura del massetto. La fornitura deve comprendere la guaina isolante in polietilene espanso con spessore 4 mm da prevedere in quantità tale da garantire l’isolamento del tubo in tutti i punti dove è presente un eccessivo infittimento delle tubazioni. Il sistema deve essere completo di foglio in polietilene con spessore 0,2 mm da applicare sotto il pannello isolante come barriera vapore; esso deve essere fornito in quantità sufficiente da consentirne la posa con sovrapposizioni di 80 mm in corrispondenza dei giunti e risvolto verticale sulle pareti. Profilo fermatubo profilo ferma tubo in materiale plastico con interasse 50 mm comprensivo di nastro bi-adesivo e di fori d=8 mm per il fissaggio del profilo alla superficie. Prescrizioni di posa La ghiaia dello stabilizzato deve essere compattata in modo da garantire una superficie di lavoro piana e stabile. Deve essere posato un foglio in PE di spessore 0,2 mm sulla base livellata avendo cura di risvoltarlo sulle pareti esterne di almeno 10 cm e sovrapporlo di almeno 25 cm. Lungo tutto il perimetro dei locali interessati dalla posa del pavimento radiante deve essere applicata la striscia perimetrale, avendo cura di farla aderire bene al muro in particolare in corrispondenza degli angoli. Il pannello isolante, che dovrà avere resistenza termica maggiore o uguale al valore prescritto nel progetto, verrà posato avendo cura di accostare bene i pannelli fra loro e di appoggiarli alla striscia perimetrale; il pannello isolante andrà coperto da un altro foglio in polietilene opportunamente sovrapposto nelle giunzioni. La posa della tubazione deve avvenire a serpentina con l’ausilio dei profili a U; gli anelli devono essere privi di giunzioni; qualora, causa incidenti subiti dall’impianto finito, venissero fatti giunti meccanici, questi devono essere localizzati e riportati sulla documentazione allegata (UNI EN 1264-4). Va rispettato fedelmente il progetto per quanto riguarda interassi di posa, aree coperte da ciascun circuito e posa della striscia perimetrale. Dopo la posa dell’impianto esso dovrà essere messo in pressione prima del getto del massetto; dovrà rimanere in pressione fino all’ultimazione dei massetti e il procedimento di collaudo dovrà essere documentato. Il pre-riscaldamento dovrà avvenire non prima di 21 giorni dalla posa e comunque vanno seguite le istruzioni del fornitore del massetto stesso; per evitare lo shock termico del massetto la temperatura di avviamento dovrà essere non superiore di 5°C rispetto alla temperatura esterna e dovrà essere aumentata di 2 o 3°C al giorno fino a raggiungere il valore di progetto. Il processo di avviamento del riscaldamento dovrà essere documentato.

SISTEMA RADIANTE SU RETE

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Sistema di riscaldamento a pavimento con pannello isolante e sistema di aggancio della tubazione mediante clips inserite sulla rete di supporto, posata con diversi interassi tra le tubazioni per l’adeguamento delle potenzialità alle esigenze individuali. La temperatura di superficie corrisponde alle esigenze igieniche e fisiologiche rispettando il limite max. di 29°C . Adatto per la posa di un pavimento con resistenza termica massima di 0,15 m²K/W. I componenti del sistema devono essere conformi alle norme UNI EN ISO e/o DIN che li riguardano e più sotto specificate. Il pannello isolante deve essere in polistirene espanso coperto di una quantità sufficiente di foglio in polietilene con spessore 0,2 mm tale da consentirne la posa con sovrapposizioni di 80 mm in corrispondenza dei giunti; la resistenza termica del pannello deve essere maggiore o uguale al valore minimo prescritto in progettazione; qualora l’impresa costruttrice avesse predisposto degli strati isolanti sulla base livellata come definita nelle prescrizioni di posa che seguono, deve esserne consegnata la scheda tecnica alla Direzione Lavori per verificarne l’accettabilità ai fini del rispetto del progetto. La tubazione deve essere in polietilene ottene copolimerico PE-RT tipo II (DIN 16833 / ISO 24033 / ISO 22391) con barriera a ossigeno; diametro 18 mm e spessore 2 mm (UNI EN 1264-4); lunghezza massima di ciascun anello pari a 110 m. Il sistema deve essere fornito completo del numero di clips in poliammide tipo rete necessario per garantire la posa della tubazione secondo le prescrizioni della norma di riferimento (UNI EN 1264-4). Il sistema deve essere completo di rete elettrosaldata in filo d’acciaio da 4 mm da posare sopra il pannello isolante per offrire il supporto all’aggancio delle clips fermatubo; deve essere in quantità e in dimensione della maglia opportune per consentire la posa della tubazione secondo il passo previsto in progettazione. La fornitura deve essere comprensiva di striscia perimetrale singola in polietilene espanso a cellule chiuse da posare lungo tutto il perimetro dei locali da riscaldare e attorno a tutti gli elementi della struttura che penetrano il massetto di copertura del solaio, come pilastri, scale, ecc, in modo da assorbire i naturali movimenti del massetto (UNI EN 1264-4); lo spessore totale della striscia perimetrale è pari a 6 mm in modo da assorbire movimenti del massetto di almeno 5 mm, mentre l’altezza totale è pari a 150 mm in modo da contenere l’ingombro di: pannello isolante, massetto e rivestimento superficiale (UNI EN 1264-4); deve essere autoadesiva sul retro in tutta la sua altezza in modo che la sua posizione non vari dopo la stesura del massetto. Il sistema deve essere fornito completo di giunti di dilatazione aventi le stesse caratteristiche in materiale della striscia perimetrale e spessore 8 mm; la quantità di giunti deve essere tale da garantirne la posa nelle posizioni stabilite dal progettista sul disegno esecutivo del pavimento radiante. La fornitura deve comprendere la guaina isolante in polietilene espanso con spessore 4 mm da prevedere in quantità tale da garantire la protezione del tubo nei punti di attraversamento dei giunti di dilatazione (UNI EN 1264-4) e in tutti i punti dove è presente un eccessivo infittimento delle tubazioni. Nel caso in cui sia necessario garantire una barriera vapore sotto il pannello isolante deve essere fornita la quantità sufficiente di foglio in polietilene con spessore 0,2 mm tale da consentirne la posa sotto il pannello isolante con sovrapposizioni di 80 mm in corrispondenza dei giunti e risvolto verticale sulle pareti. La fornitura deve comprendere l’additivo superfluidificante nel caso di massetto tradizionale sabbia e cemento; la quantità deve essere tale da garantire la riduzione di presenza d’aria nel massetto, che dovrà essere non superiore al 5% (UNI EN 1264-4) e deve essere classificato non pericoloso secondo Direttiva 99/45/CE e marchiato CE secondo EN 934-2. Prescrizioni di posa La base di supporto deve essere preparata in conformità alle norme pertinenti ed eventuali tubi o condotti devono esser fissati e incassati per fornire una base livellata. Nel caso il piano trattato fosse un piano terra, su garage o su terreno o che si affaccia direttamente sull’esterno deve essere posato un foglio in PE di spessore 0,2 mm sulla base livellata avendo cura di risvoltarlo sulle pareti esterne di almeno 10 cm e sovrapporlo di almeno 25 cm. Lungo tutto il perimetro dei locali interessati dalla posa del pavimento radiante deve essere applicata la striscia perimetrale, avendo cura di farla aderire bene al muro in particolare in corrispondenza degli angoli.

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Sulla base livellata devono essere posati i pannelli isolanti del sistema a pavimento con resistenza termica maggiore o uguale al valore minimo prescritto dalla normativa UNI EN 1264-4. Il pannello isolante verrà accostato bene e in corrispondenza del perimetro dovrà appoggiare alla striscia perimetrale. Sul pannello isolante deve essere applicato un foglio in polietilene con spessore 0,2mm per protezione del pannello stesso (UNI EN 1264-4) con sovrapposizioni di 80mm in corrispondenza dei giunti e risvolto verticale sulle pareti. Va posata la rete sovrapponendo almeno una maglia della rete e legando insieme le due reti sovrapposte. La posa di ciascun anello deve avvenire senza giunzioni, sfruttando apposite clips inserite sui fili della rete; qualora, causa incidenti subiti dall’impianto finito, venissero fatti giunti meccanici, questi devono essere localizzati e riportati sulla documentazione allegata (UNI EN 1264-4). Va rispettato fedelmente il progetto per quanto riguarda interassi di posa, giunti di dilatazione e posa della striscia perimetrale che andrà tagliata a pavimentazione finita. In tutti i punti di elevato infittimento delle tubazioni (es: in partenza al collettore, nei passaggi obbligati attraverso le porte) e nei punti di attraversamento dei giunti di dilatazione la tubazione deve essere inguainata per tutta la lunghezza dove è presente l’infittimento e per 40 cm in corrispondenza dell’attraversamento dei giunti. Dopo la posa dell’impianto esso dovrà essere messo in pressione prima del getto del massetto; dovrà rimanere in pressione fino all’ultimazione dei massetti e il procedimento di collaudo dovrà essere documentato. Il pre-riscaldamento dovrà avvenire non prima di 21 giorni dalla posa di un massetto di tipo cementizio e non prima di 7 giorni dalla posa di un massetto a base di anidride e comunque vanno seguite le istruzioni del fornitore del massetto stesso; per evitare lo shock termico del massetto la temperatura di avviamento dovrà essere non superiore di 5°C rispetto alla temperatura esterna e dovrà essere aumentata di 2 o 3°C al giorno fino a raggiungere il valore di progetto. Il processo di avviamento del riscaldamento dovrà essere documentato.

ART.7 IMPIANTO DI VENTILAZIONE

DIMENSIONAMENTO Per i dettagli relativi al dimensionamento vedere la relazione tecnica generale del progetto esecutivo.

GENERALITÀ Sono previste delle unità di trattamento aria autonome per ogni stabile. Le centrali sono dimensionate con la duplice funzione di rinnovare l’aria ambiente secondo la norma UNI 10339 ed il controllo dell’umidità per il raffrescamento estivo (da quest’ultimo sono esclusi gli edifici produttivi). Per garantire il ricambio aria con risparmio energetico,si prevede nelle mezze stagioni l'estrazione di aria calda o fredda e la conseguente immissione di aria esterna (free-cooling). L’indice NR (Noise Rating),dei terminali aeraulici, non dovrà superare il valore di 20/25 dB – 250 Hz.

UNITÀ TERMOVENTILANTI Le unità di trattamento aria, dovranno essere costituite da doppia pannellatura in lamiera di con interposto del materiale isolante termo-acustico con bassa reazione al fuoco, con isolazione termica a norma L.10/91. Le U.T.A. dovranno inoltre rispettare le caratteristiche costruttive dettate dalla norma UNI 8062:1980 e più specificatamente: - unità termoventilante realizzata con telaio in profilati estrusi di alluminio UNI 9006 anodizzati, pannelli a doppio guscio, lato interno in lamiera zincata ed esterno in lamiera zincata preverniciata,

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spessore 48 mm, con isolamento termoacustico in poliuretano iniettato, fissati al telaio per mezzo di viti autofilettanti in acciaio con interposizione di una guarnizione di tenuta. L'unità sarà completa di: - sezione di recupero calore costituita da recuperatore di tipo statico a flussi incrociati con piastre in alluminio e i filtri sono a celle con setto sintetico, efficienza EU 7: completa di serranda di ricircolo aria ambiente ad alette tamburate in alluminio a movimento contrapposto con guarnizione di tenuta e mosse da ingranaggi in nylon, complete di perno per l'applicazione del comando manuale o del servocomando. Vasca di raccolta condensa in acciaio inox. Completo di serranda di free cooling. Il recuperatore dovrà soddisfare le normative UNI 9953:1993 - UNI EN 328:2005 ed avere un efficienza non inferiore al 58 %. - n. 2 ventilatori centrifughi a doppia aspirazione, tipo plug fan, direttamente accoppiati a motori a singola velocità a rotore esterno. - batteria di riscaldamento ad acqua di tipo estraibile in Rame - Alluminio, mandrinata meccanicamente, con telaio in lamiera zincata e collettori in acciaio con attacchi filettati, collaudata a tenuta in acqua con aria secca alla pressione di 30 Ate; Tipo fluido Acqua. La batteria sarà alloggiata in una cassonatura realizzata con telaio in profilati estrusi di alluminio UNI 9006 anodizzati, pannelli a doppio guscio, lato interno in lamiera zincata e lato esterno in lamiera zincata preverniciata, con isolamento termoacustico in poliuretano espanso, fissati al telaio per mezzo di viti autofilettanti in acciaio con interposizione di una guarnizione di tenuta. - batteria di raffreddamento ad acqua (escluse macchine solo riscaldamento) di tipo estraibile in Rame - Alluminio, mandrinata meccanicamente, con telaio in lamiera zincata e collettori in acciaio con attacchi filettati, collaudata a tenuta in acqua con aria secca alla pressione di 30 Ate; Tipo fluido Acqua. La batteria sarà alloggiata in una cassonatura realizzata con telaio in profilati estrusi di alluminio UNI 9006 anodizzati, pannelli a doppio guscio, lato interno in lamiera zincata e lato esterno in lamiera zincata preverniciata, con isolamento termoacustico in poliuretano espanso, fissati al telaio per mezzo di viti autofilettanti in acciaio con interposizione di una guarnizione di tenuta, completa di bacinella in acciaio inox per raccolta condensa. - batteria di postriscaldamento ad acqua (escluse macchine solo riscaldamento) di tipo estraibile in Rame - Alluminio, mandrinata meccanicamente, con telaio in lamiera zincata e collettori in acciaio con attacchi filettati, collaudata a tenuta in acqua con aria secca alla pressione di 30 Ate; Tipo fluido Acqua. La batteria sarà alloggiata in una cassonatura realizzata con telaio in profilati estrusi di alluminio UNI 9006 anodizzati, pannelli a doppio guscio, lato interno in lamiera zincata e lato esterno in lamiera zincata preverniciata, con isolamento termoacustico in poliuretano espanso, fissati al telaio per mezzo di viti autofilettanti in acciaio con interposizione di una guarnizione di tenuta. - n. 2 invertitore a tensione e frequenza variabile (inverter) del tipo completamente digitale, con controllo a microprocessore 16 Bit e a transistor a tensione impressa, sincroni ed asincroni, per ottenere la regolazione della velocità di rotazione degli stessi. L'inverter avrà le seguenti caratteristiche: tensione di uscita regolabile: 10-100% della tensione di rete; frequenza di uscita regolabile: 1-120 Hz. Sul pannello frontale dell'inverter dovrà essere presente una tastiera ed un display digitale per la programmazione delle funzioni e la lettura dei parametri. L'apparecchio dovrà essere pilotabile dall'esterno mediante segnale analogico in tensione 0..10 Volt, proveniente dalla regolazione di pressione. Gli inverter dovranno essere installati all'interno del quadro elettrico di comando e controllo delle unità trattamento aria prevedendo un'adeguata ventilazione.; L’unità dovrà essere completa di quadro elettrico per comando unita' trattamento aria con due motori comandati da inverter, eseguito in armadio metallico verniciato con polveri epossidiche di colore beige RAL 7032, grado di protezione IP 559, in esecuzione chiusa con porta cieca e serratura a chiave, installato a 1,20 m dal pavimento. Il quadro sarà fornito completo di apparecchiatura a scatto modulare da 17,5 mm su profilato EN 50022. L'unità dovrà essere dotata di certificazione Eurovent. Un termostato antigelo agirà sulle serrande di regolazione poste sulle bocche di espulsione e presa aria esterna.

APPARECCHIATURE IN CAMPO IMPIANTO DI SUPERVISIONE:

Sonde di temperatura Il controllo della temperatura dell'aria e dell'acqua negli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento, avverrà mediante sonde di temperatura aventi le sotto indicate caratteristiche: -

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Le sonde devono essere del tipo attivo (alimentazione 15V cc dal regolatore) e generare un segnale, variabile da 0 a 10Vcc, che sia direttamente proporzionale alla variazione della temperatura; l'elemento sensibile sarà PTC; il campo di misura dovrà essere lineare; custodia in materiale plastico (IP 54 per canale/tubazione, IP 30 per ambiente).

Sonde di umidità Il controllo dell'umidita' dell'aria in impianti di ventilazione e condizionamento avverra' mediante sonde di umidità aventi le sotto indicate caratteristiche: - Le sonde devono essere di tipo attivo (alimentazione 15 V dal regolatore) e generare un segnale da 0 a 10 Vcc con un campo 10...90% UR; elemento sensibile capacitivo a lamine dorate; custodia in materiale plastico.

Sonde di pressione e pressione differenziale La rilevazione della pressione o della pressione differenziale in canali d'aria, in tubazioni d'acqua e della pressione dinamica in unità terminali VAV, dovrà essere effettuata mediante l'impiego di sonde di pressione e pressione differenziale aventi le seguenti caratteristiche: - Elemento sensibile a diaframma in gomma con camera/e in acciaio; sonda di tipo attivo; segnale in uscita 0...10Vcc lineare; campo di funzionamento adeguato alle escursioni della variabile controllata; custodia in alluminio per trasmettitore di pressione e custodia in materiale plastico per trasmettitore di pressione differenziale (solo aria e gas inerti).

Termostati Il controllo e la regolazione della temperatura in condotte d'aria o in tubazioni d'acqua, del tipo ON/OFF, sarà effettuato tramite termostati aventi le seguenti caratteristiche: - Elemento sensibile a bulbo (per termostati a capillare); a carica liquida o con polmone a tensione di vapore (per termostati ambiente); a bulbo rigido (per termostato ad inserzione diretta).Campo di funzionamento adeguato alle escursioni della variabile controllata; differenziale fisso o regolabile tra gli stadi; capillare di collegamento a bulbo o di media; riarmo manuale o automatico in funzione dell'utilizzo; interruttore/i micro SPDT (in deviazione) con portata dei contatti 15 A a 220 V ca; custodia con grado di protezione IP 30.

Umidostati La regolazione a due posizioni dell'umidità' avverrà per mezzo di umidostati da ambiente o da canale. Le caratteristiche richieste sono: - Elemento sensibile a capelli (per umidostato da parete), a fibra sintetica (per umidostato da condotte); campo di misura 0...90% UR (ambiente), 35...95% UR (condotte); differenziale fisso o regolabile fra gli stadi; interruttore/i micro SPDT (in deviazione); custodia con grado di protezione IP 20 (per umidostato ambiente), IP 65 (per umidostato da condotte); manopola graduata di regolazione esterna.

Pressostati differenziali Il controllo di pressione d'aria positiva, negativa o differenziale, dovrà essere realizzato mediante pressostati differenziali per aria aventi le sottoindicate caratteristiche: - elemento sensibile a diaframma; campo di misura adeguato alle escursioni della variabile controllata; differenziale fisso o a riarmo manuale; interruttore micro SPDT (in deviazione).

Valvole di regolazione Le valvole di regolazione dovranno essere disponibili nelle versioni: - a 2 vie N.A. - a 2 vie N.C.. I corpi valvola dovranno essere costruiti in bronzo o ghisa sferoidale con attacchi filettati PN 16 per dimensioni da DN 15 a DN 50, in ghisa con attacchi flangiati PN 16 da DN 65 a DN 150. La sede e l'otturatore saranno in ottone (con sede sostituibile), lo stelo sarà in acciaio inossidabile. Quando richiesto dal processo, i corpi valvola dovranno essere costruiti in acciaio GS-C25 con attacchi flangiati PN 40 con dimensioni da DN 25 a DN 100. La sede e l'otturatore saranno in acciaio (con sede sostituibile), lo stelo sarà in acciaio inox. La caratteristica delle valvole sarà lineare o equipercentuale in relazione allo schema di regolazione adottato. Quando richiesto o in funzione del fluido adottato nell'impianto, potranno montarsi sul corpo valvola o organi interni accessori quali: alette di raffreddamento, guarnizioni di glicerina, ecc. Le valvole saranno motorizzate indifferentemente con servomotori elettrici incrementali a 3 punti, proporzionali 0...10V cc (con o senza ritorno a molla). Ove necessario o richiesto, si avrà la possibilità di montare accessori quali: comando manuale, contatti ausiliari, potenziometro di feed-back.

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Servomotori per serrande Per il comando ON-OFF o modulante delle serrande, si dovranno considerare servocomandi aventi le seguenti caratteristiche: - motore reversibile 24V-50Hz, comandato ON-OFF o modulante con segnale a 3 punti oppure modulante con segnale 0...10V cc da regolatore o termostato; coppia torcente motrice adeguata alle dimensioni della serranda da azionare, secondo le indicazioni fornite dal costruttore; corsa angolare di 90.; custodia con grado di protezione IP 54; ritorno a molla ove necessario o richiesto; levismi e accessori per applicazioni speciali.

Tipologie dei cavi Per il comando e la regolazione delle apparecchiature in campo verranno usate le seguenti tipologie di cavi: - N1 Local Area Network (Arcnet): coassiale tipo RG62 - N1 Ethernet/IP Network: coassiale tipo RG58A/U - Linea di trasmissione dati N2 bus: 3x2.5 mm twistato con schermatura, impedenza nominale 120 ohm e guaina esterna in PVC. - ingressi analogici da sonde: 3x0.8 mm twistato con schermatura (max. 50 mt.) - ingressi analogici da sonde ambiente con ritaratura: 4x0.8 mm twistato con schermatura (max 50 mt.) - Uscite di comando e ingressi digitali: cavo con isolamento adeguato agli ambienti interessati e di sezione idonea agli apparati controllati. Sono compresi i cavidotti in genere, scatole di derivazione.

Regolatore Regolatore digitale espandibile a 10 ingressi e 6 uscite con modulo di espansione 4 ingressi universali e 4 uscite analogiche con possibilità di espansione fino a 96 punti; per gestione funzionamento unità termoventilante, per il controllo gestione impianto tramite rete Ethernet e TCP/IP, dotato di un web server che può trasmettere delle pagine web utente specifiche, con sicurezza di visualizzazione/controllo via browser web. Completo di display locale. L'unità periferica sarà in grado di fornire le seguenti funzioni: acquisizione dati storici; acquisizione dati in tempo reale; calcolo in tempo reale; tool per programmazione e configurazione; download remoto; connessione modem con funzioni auto-dial; controllo di accesso tramite password; modularità; terminale locale con interfaccia grafica user-friendly. La biblioteca dei blocchi di funzioni dovrà contenere quanto necessario per applicazioni di: impieghi generali; ventilazione e condizionamento; riscaldamento; funzioni di comando; funzioni di regolazione; programma OSTP; registrazione dati; programmi orari settimanali, annuali, per festività , ferie e giorni speciali; gestione allarmi con possibilità di riconoscimento e rimozione dell'allarme stesso. Dovrà essere alimentato a 24 Vca, avere uscite 0..10V per il comando degli attuatori. Dovrà essere provvisto, inoltre di led per l'indicazione di funzionamento o allarme. Dovrà essere parte integrante della fornitura: engineering del sistema con la codificazione delle varie sezioni dell'impianto e la elaborazione delle istruzioni di montaggio e di manutenzione; programmazione con l'impostazione dei programmi e dei testi; messa in servizio con corso di istruzione per il personale di manutenzione. Il tutto dovrà essere reso funzionante in maniera autonoma a prescindere dal collegamento con il sistema di regolazione generale (postazione centrale).

SISTEMA DI AUTOMAZIONE CENTRALI TRATTAMENTO ARIA Gli impianti meccanici saranno gestiti in modo completamente automatizzato, sulla base di modalità definite dal gestore dell’impianto e modificabili in modo da garantire l’ottimizzazione del funzionamento. A tale scopo tutti i dispositivi verranno interfacciati con un controllore liberamente programmabile (PLC) che verrà programmato per attuare le logiche di controllo dei singoli dispositivi o per integrare le logiche dei dispositivi dotati di regolatori propri (ad es: centrali trattamento aria, sottostazioni, controllo temperatura ambiente). Il PLC sarà connesso alla stazione di supervisione che avrà principalmente la funzione di interfaccia grafico per il gestore. Quest’ultimo, grazie a quadri sinottici dell’impianto e tabelle, potrà monitorare e modificare i parametri di esercizio di tutti i dispositivi, pur rispettando le logiche di funzionamento base definite. Il PLC e la stazione di supervisione permetteranno inoltre di registrare in continuo tutti i parametri di esercizio, quali a puro titolo di esempio: temperature rilevate dalle varie sonde, potenze erogate da pompe, velocità di rotazione delle pompe e molti altri.

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PUNTI DI RILIEVO PRESSOSTATICI: Per la misurazione della differenza di pressione statica attraverso il ventilatore, per la misurazione della perdita di pressione sui canali, e per la misurazione della differenza di pressione attraverso lo scambiatore. Presa di pressione per la misurazione della pressione effettiva degli ugelli sul cono del ventilatore. Presa di pressione per la misurazione della differenza di pressione statica dei filtri.

ESTRATTORI ARIA AUTORIMESSA Detti ventilatori devono essere idonei al luogo d’installazione, e rispettare la normativa relativa all’ambiente in cui essi sono istallati, nonché essere in possesso della omologazione Atex specifica. Dovranno avere caratteristiche di funzionamento conformi al Decreto Ministeriale del 01/02/1986 ed essere dotati di marcatura CE.

CANALI ARIA

CANALI A SEZIONE RETTANGOLARE IN LAMIERA ZINCATA I canali di distribuzione dell’aria verranno, a seconda dei casi, costruiti nei seguenti modi: fogli o nastri in lamiera di ferro zincata a caldo (salvo prescrizioni contrarie indicate nel dettaglio delle voci di capitolato). a) canali a sezione rettangolare • fino a 300 mm. spess. 6/10 • oltre 300 mm. e fino a 700 mm. spess. 8/10 • oltre 700 mm. e fino a 1.200 mm. spess. 10/10 • oltre 1.200 mm. e fino a 1.500 mm. spess. 12/10 • oltre spess. 15/10 Le canalizzazioni non in vista ma correnti internamente alle murature dovranno essere isolate dalle strutture mediante fasciatura con cartone cannettato al fine di evitare fenomeni di corrosione. Nell’attraversamento di solai o pareti o fori di passaggio entro le strutture dovranno essere sigillati con guarnizioni di tenuta in materiale gommoso o spugnoso. Qualora per il passaggio delle canalizzazioni fosse necessario eseguire ulteriori fori attraverso le strutture portanti del fabbricato, detti lavori potranno essere eseguiti soltanto dopo aver ricevuto l’approvazione scritta da parte del responsabile delle opere strutturali del fabbricato. Le canalizzazioni che debbono essere collegate ai ventilatori di mandata o di ripresa ed alle cassette distributrici per alta velocità dovranno essere montate con l’interposizione di idonei raccordi elastici antivibranti. Nei punti prescritti dalla Prevenzione Incendi, sulle mandate delle C.T.A. ed in genere in tutti i circuiti di ventilazione di grande estensione, soprattutto se caratterizzati da collegamenti verticali fra piano e piano di un edificio che possano funzionare da canne di tiraggio, le canalizzazioni dovranno essere munite di una o più serrande tagliafuoco ad intervento automatico. Negli impianti ad alta velocità le cassette di distribuzione dovranno essere poste in posizioni accessibili per facilitarne le operazioni di manutenzione. Le canalizzazioni in arrivo e partenza dalle C.T.A. o dai ventilatori dovranno essere singolarmente munite di serrande di intercettazione e taratura e di silenziatori. Su tutti i rami e le deviazioni primarie e secondarie allacciate ai collettori di distribuzione primarie e secondarie allacciate ai collettori di distribuzione principali dovranno essere installate le serrande di taratura e con le relative prese per la misurazione della portata. I condotti a sezione parallelepipeda verranno realizzati mediante piegatura delle lamiere e graffatura longitudinale dei bordi eseguita a macchina; non saranno ammessi canali giuntati longitudinalmente con sovrapposizione dei bordi e rivettatura. I canali il cui lato maggiore superi i 400 mm dovranno essere irrigiditi mediante nervature trasversali, intervallate con passo compreso tra 150 e 250 mm. oppure con croci di S. Andrea. I vari tronchi di canale verranno giuntati fra di loro mediante innesti a baionetta fino alla dimensione massima di 500 mm. Oltre tale valore i canali saranno collegati mediante flange. Tutti i cambiamenti di direzione verranno eseguiti con curve ad ampio raggio, munite internamente di alette deflettatrici per il convogliamento dei filetti d’aria, ad evitare fenomeni di turbolenza. Qualora nelle canalizzazioni venissero inserite delle batterie per il trattamento localizzato dell’aria, i raccordi ai tronchi di canale avranno un angolo di divergenza non superiore ai 30° all’ingresso ed un angolo di convergenza non superiore a 45° all’uscita. I canali a sezione circolare verranno

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eseguiti con lamiere in nastro spiroidale tipo LINDAB o equivalenti con giunzioni a doppia guarnizione a collare in gomma sintetica EPDM. I condotti circolari per le estrazioni dell’aria viziata dei gruppi wc non saranno coibentati. Tutte le giunzioni dei canali rettangolari verranno sigillate mediante interposizione di idonee guarnizioni o materiale idoneo per evitare perdite di aria nei canali. I supporti per il sostegno delle canalizzazioni saranno intervallati, in funzione delle dimensioni dei condotti, in modo da evitare qualsiasi inflessione degli stessi. Per i canali a sezione parallelepipeda i supporti saranno costruiti da staffe formate da un angolare di sostegno, in profilato di ferro a C, sostenuto da tiranti regolabili ancorati alle strutture. Per i canali a sezione circolare le staffe saranno del tipo a collare, in due pezzi smontabili e sostenute da tiranti regolabili ancorati alle strutture. Tutti i supporti e le staffe saranno protette da zincatura a bagno dopo la loro esecuzione. Nell’attacco ai gruppi di ventilazione, i canali dovranno essere montati con l’interposizione di idonei giunti antivibranti del tipo a soffietto flessibile. Il soffietto dovrà essere eseguito in tessuto ininfiammabile tale da resistere alla pressione dell’aria convogliata. Gli attacchi saranno del tipo a flangia o del tipo in lamiera graffata al tessuto stesso. Le canalizzazioni nelle vicinanze dei punti di attacco saranno sostenute mediante supporti rigidi. Negli impianti dove sono previste cassette distributrici dell’aria, i raccordi tra condotti principali e cassette saranno realizzati mediante condotti circolari flessibili, costituiti da una spirale metallica ricoperta da tessuto speciale ininfiammabile. I condotti flessibili saranno del tipo estensibile ed isolato mediante due strati di PVC, rinforzati con tessuto reticolare e con una spirale d’acciaio atta a conferire il necessario supporto meccanico. Sul tubo sarà avvolto un materassino isolante in lana di vetro, dello spessore di 25 mm., protetto esternamente da un film di PVC o carta-alluminio che costituisce barriera al vapore. Il tipo di condotto in oggetto dovrà essere autoestinguente in classe 1, con un’efficace resistenza meccanica, adatto per operare nel range di temperatura 0-50°C. Il condotto sarà facilmente giuntabile, adatto al collegamento a pressione ai terminali dell’impianto e rinforzato dall’impiego di manicotti e/o fascette in plastica con chiusura a pressione. La tubazione flessibile dovrà comportare, per la portata d’aria inerente (e con la velocità nel condotto compresa tra 2 e 6 m/sec.), perdite di carico comprese nel campo da 5 a 15 Pa/m, con tubo in posizione estesa per almeno il 90% della lunghezza. Il minimo raggio di curvatura ammesso sarà di 0,8 volte il diametro del condotto. Lo staffaggio di sostegno del canale dovrà avere passo inferiore a 2,5 m. Le canalizzazioni correnti all’interno degli edifici non saranno, di regola, verniciate. Le canalizzazioni correnti all’esterno dei fabbricati od in cunicolo andranno protette con una o più mani di vernice bituminosa. Tutte le canalizzazioni, anche se non correnti in vista, dovranno essere contraddistinte da apposite targhette che indichino il loro circuito di appartenenza e la direzione del flusso d’aria. Le dimensioni riportate sui disegni si intendono al netto dello spessore dell’isolante. I disegni di progetto hanno il compito di fornire le dimensioni delle condotte da eseguire, il loro percorso e, se necessario, la tipologia costruttiva dei pezzi speciali. In corso d’opera sarà onere dell’appaltatore procedere, attraverso minuzioso rilievo dello stato di fatto, alla redazione dei disegni costruttivi di officina necessari per la realizzazione delle condotte. Tali disegni dovranno rispecchiare le indicazioni riportate sui disegni di progetto. Qualora per cause di forza maggiore e/o varianti intercorse nella esecuzione delle opere, i disegni costruttivi si discostino dai disegni di progetto le relative variazioni dovranno essere evidenziati alla D.L. L’Appaltatore è tenuto a richiedere prima dell’esecuzione delle opere, l’approvazione dei disegni in argomento da parte della D.L. Misurazioni Per i canali in lamiera a sezione rettangolare la valorizzazione dell'opera dovrà fare riferimento al peso teorico del canale (misure esterne per spessore per peso specifico della lamiera) sviluppato rispetto all'asse longitudinale, maggiorato del 50 % per canalizzazioni con lato maggiore fino a 500 mm, del 40% per canalizzazioni con lato maggiore fino a 1000 mm e del 30 % per canalizzazioni con lato maggiore oltre a 1000 mm, per tener conto dell'incidenza di pezzi speciali, staffaggi e flangiatura. Per montaggio ad altezze superiori a 3.00 m (misura effettuata all'estradosso del canale) dovrà essere applicata una maggiorazione sul peso teorico pari al 5% per ogni metro o

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frazione di metro superiore ai tre metri, per tener conto dei maggiori oneri per i ponteggi ed il sollevamento dei materiali.

CANALI A SEZIONE CIRCOLARE IN LAMIERA ZINCATA I canali a sezione circolare in lamiera zincata per canali in vista o in appositi cavedii e/o cunicoli aventi le seguenti caratteristiche diametro fino a 500 mm - spessore lamiera 8/10 mm; diametro da 501 mm a 1500 mm - spessore lamiera 10/10 mm; diametro oltre 1500 mm - spessore lamiera 12/10 mm. Le giunzioni tra i tronchi di canale dovranno essere realizzate con flange e bulloni in acciaio zincato e munite di guarnizione in materiale elastico per la perfetta tenuta. I canali dovranno essere fissati alle strutture in ferro, travi, pilastri, piastre ecc. mediante profilati posti sotto i canali, sospesi con tenditori regolabili a vite. Deve essere prevista l'interposizione di spessori e anelli in gomma onde evitare vibrazioni alle strutture. I canali avranno supporti ed ancoraggi mediamente ogni 2/4 volte il diametro. In caso di attraversamento di pareti e pavimenti verrà realizzata un'interposizione con materiale elastico e lo spazio fra canale e struttura dovrà essere sigillato con lana minerale od altro materiale incombustibile atto ad impedire il passaggio delle fiamme e del fumo. I canali dovranno essere costruiti con curve ad ampio raggio per facilitare il flusso dell'aria. Tutte le curve ad angolo retto o aventi il raggio interno inferiore alla larghezza del canale o di grande sezione dovranno essere provviste di deflettori in lamiera. In ogni caso, se in fase d'esecuzione o collaudo si verificassero delle vibrazioni, l'installatore dovrà provvedere all'eliminazione mediante l'aggiunta di rinforzi, senza nessun compenso aggiuntivo. I canali dovranno venire sigillati con mastice nelle guarnizioni e nei raccordi per ottenere una perfetta tenuta d'aria. Tutti i tronchi dei canali principali, a valle di ogni serranda di taratura dovranno avere delle aperture, con chiusura ermetica, per permettere la misurazione delle portate d'aria. Tutti i giunti in genere dovranno essere fissati al resto dell'impianto mediante flange e bulloni con guarnizioni in materiale elastico per garantire una perfetta tenuta. È vietato l'uso di amianto. Tutte le serrande dovranno essere dotate di targhette indicanti la posizione di apertura, di chiusura e di taratura. I canali saranno dimensionati per una velocità massima non superiore a 6 m/sec. Nelle sezioni dei canali ove sono installati filtri, serrande tagliafuoco, batterie di post-riscaldamento, serrande motorizzate, e per la pulizia dei condotti, sarà necessario installare portine o pannelli di ispezione a perfetta tenuta secondo la UNI EN 12097. Le portine di ispezione dovranno essere in lamiera di forte spessore con intelaiatura in profilato, complete di cerniere, maniglie apribili da entrambi i lati, guarnizioni ed oblò d'ispezione. Misurazioni Per i canali in lamiera a sezione circolare la valorizzazione dell'opera dovrà fare riferimento al peso teorico del canale (diametro esterno per spessore per peso specifico della lamiera) sviluppato rispetto all'asse longitudinale, maggiorato del 50 % per canalizzazioni con diametro fino a 500 mm, del 40% per canalizzazioni con diametro fino a 1000 mm e del 30 % per canalizzazioni con diametro oltre a 1000 mm, per tener conto dell'incidenza di pezzi speciali, staffaggi e flangiatura. Per montaggio ad altezze superiori a 3.00 m (misura effettuata all'estradosso del canale) verrà applicata una maggiorazione sul peso teorico pari al 5% per ogni metro o frazione di metro superiore ai tre metri, per tener conto dei maggiori oneri per i ponteggi ed il sollevamento dei materiali.

CANALI A SEZIONE RETTANGOLARE IN ACCIAIO INOX I canali a sezione rettangolare in acciaio inox posti in vista o in appositi cavedi e/o cunicoli dovranno avere le seguenti caratteristiche: - diametro fino a 500 mm - spessore lamiera 8/10 mm; - diametro da 501 mm a 1500 mm - spessore lamiera 10/10 mm; - diametro oltre 1500 mm - spessore lamiera 12/10 mm. Le giunzioni tra i tronchi di canale dovranno essere realizzate con flange e bulloni in acciaio inox e munite di guarnizione in materiale elastico per la perfetta tenuta. I canali dovranno essere fissati alle strutture in ferro, travi, pilastri, piastre ecc. mediante profilati posti sotto i canali, sospesi con tenditori regolabili a vite. Dovrà essere prevista l'interposizione di spessori e anelli in gomma onde evitare vibrazioni alle strutture. I canali dovranno avere supporti ed ancoraggi mediamente ogni 2/4

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volte il diametro. In caso di attraversamento di pareti e pavimenti dovrà essere realizzata un'interposizione con materiale elastico e lo spazio fra canale e struttura dovrà essere sigillato con lana minerale od altro materiale incombustibile atto ad impedire il passaggio delle fiamme e del fumo. I canali dovranno essere costruiti con curve ad ampio raggio per facilitare il flusso dell'aria. Tutte le curve ad angolo retto o aventi il raggio interno inferiore alla larghezza del canale o di grande sezione dovranno essere provviste di deflettori in lamiera. In ogni caso, se in fase d'esecuzione o collaudo si verificassero delle vibrazioni, l'installatore dovrà provvedere all'eliminazione mediante l'aggiunta di rinforzi, senza nessun compenso aggiuntivo. I canali verranno sigillati con mastice nelle guarnizioni e nei raccordi per ottenere una perfetta tenuta d'aria. Tutti i tronchi dei canali principali, a valle di ogni serranda di taratura dovranno avere delle aperture, con chiusura ermetica, per permettere la misurazione delle portate d'aria. Tutti i giunti in genere dovranno essere fissati al resto dell'impianto mediante flange e bulloni con guarnizioni in materiale elastico per garantire una perfetta tenuta. È vietato l'uso di amianto. Tutte le serrande dovranno essere dotate di targhette indicanti la posizione di apertura, di chiusura e di taratura. I canali dovranno essere dimensionati per una velocità massima non superiore a 6 m/sec. Nelle sezioni dei canali ove saranno installati filtri, serrande tagliafuoco, batterie di post-riscaldamento, serrande motorizzate, e per la pulizia dei condotti, dovrà essere necessario installare portine o pannelli di ispezione a perfetta tenuta secondo la UNI EN 12097. Le portine di ispezione dovranno essere in lamiera di forte spessore con intelaiatura in profilato, complete di cerniere, maniglie apribili da entrambi i lati, guarnizioni ed oblò d'ispezione. Misurazioni La valorizzazione dell'opera dovrà riferimento al peso teorico del canale (diametro esterno per spessore per peso specifico della lamiera) sviluppato rispetto all'asse longitudinale, maggiorato del 50 % per canalizzazioni con diametro fino a 500 mm, del 40% per canalizzazioni con diametro fino a 1000 mm e del 30 % per canalizzazioni con diametro oltre a 1000 mm, per tener conto dell'incidenza di pezzi speciali, staffaggi e flangiatura. Per montaggio ad altezze superiori a 3.00 m (misura effettuata all'estradosso del canale) verrà applicata una maggiorazione sul peso teorico pari al 5% per ogni metro o frazione di metro superiore ai tre metri, per tener conto dei maggiori oneri per i ponteggi ed il sollevamento dei materiali.

CANALI A SEZIONE CIRCOLARE IN ACCIAIO INOX I canali a sezione circolare in acciaio inox posti in vista o in appositi cavedi e/o cunicoli dovranno avere le seguenti caratteristiche: - diametro fino a 500 mm - spessore lamiera 8/10 mm; - diametro da 501 mm a 1500 mm - spessore lamiera 10/10 mm; - diametro oltre 1500 mm - spessore lamiera 12/10 mm. Le giunzioni tra i tronchi di canale dovranno essere realizzate con flange e bulloni in acciaio zincato e munite di guarnizione in materiale elastico per la perfetta tenuta. I canali dovranno essere fissati alle strutture in ferro, travi, pilastri, piastre ecc. mediante profilati posti sotto i canali, sospesi con tenditori regolabili a vite. Dovrà essere prevista l'interposizione di spessori e anelli in gomma onde evitare vibrazioni alle strutture. I canali dovranno avere supporti ed ancoraggi mediamente ogni 2/4 volte il diametro. In caso di attraversamento di pareti e pavimenti dovrà essere realizzata un'interposizione con materiale elastico e lo spazio fra canale e struttura dovrà essere sigillato con lana minerale od altro materiale incombustibile atto ad impedire il passaggio delle fiamme e del fumo. I canali dovranno essere costruiti con curve ad ampio raggio per facilitare il flusso dell'aria. Tutte le curve ad angolo retto o aventi il raggio interno inferiore alla larghezza del canale o di grande sezione dovranno essere provviste di deflettori in lamiera. In ogni caso, se in fase d'esecuzione o collaudo si verificassero delle vibrazioni, l'installatore dovrà provvedere all'eliminazione mediante l'aggiunta di rinforzi, senza nessun compenso aggiuntivo. I canali verranno sigillati con mastice nelle guarnizioni e nei raccordi per ottenere una perfetta tenuta d'aria. Tutti i tronchi dei canali principali, a valle di ogni serranda di taratura dovranno avere delle aperture, con chiusura ermetica, per permettere la misurazione delle portate d'aria. Tutti i giunti in genere dovranno essere fissati al resto dell'impianto mediante flange e bulloni con guarnizioni in materiale elastico per garantire una perfetta tenuta. È vietato l'uso di amianto. Tutte le serrande dovranno essere dotate di targhette indicanti la posizione di apertura, di chiusura e di taratura. I

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canali dovranno essere dimensionati per una velocità massima non superiore a 6 m/sec. Nelle sezioni dei canali ove dovranno essere installati filtri, serrande tagliafuoco, batterie di post-riscaldamento, serrande motorizzate, e per la pulizia dei condotti, dovrà essere necessario installare portine o pannelli di ispezione a perfetta tenuta secondo la UNI EN 12097. Le portine di ispezione dovranno essere in lamiera di forte spessore con intelaiatura in profilato, complete di cerniere, maniglie apribili da entrambi i lati, guarnizioni ed oblò d'ispezione. Misurazioni La valorizzazione dell'opera farà riferimento al peso teorico del canale (diametro esterno per spessore per peso specifico della lamiera) sviluppato rispetto all'asse longitudinale, maggiorato del 50 % per canalizzazioni con diametro fino a 500 mm, del 40% per canalizzazioni con diametro fino a 1000 mm e del 30 % per canalizzazioni con diametro oltre a 1000 mm, per tener conto dell'incidenza di pezzi speciali, staffaggi e flangiatura. Per montaggio ad altezze superiori a 3.00 m (misura effettuata all'estradosso del canale) verrà applicata una maggiorazione sul peso teorico pari al 5% per ogni metro o frazione di metro superiore ai tre metri, per tener conto dei maggiori oneri per i ponteggi ed il sollevamento dei materiali.

ISOLAZIONE CANALI ARIA RIVESTIMENTO IN ALLUMINIO L’isolazione dei canali dell'aria dovrà essere costituito da materassino isolante in lana minerale della densità minima di 60 kg/m3 con spessore a norma della Legge 10/1991 e rivestimento in carta di alluminio. L'isolamento dovrà essere posato all'esterno dei canali ed avere classe di comportamento al fuoco C1.

CONDOTTI FLESSIBILI I condotti flessibili dovranno essere con guaina interna ed esterna in tessuto di fibra di vetro impregnata di PVC, con rete interna di fibra di vetro impregnata di PVC, materassino interposto in fibra di vetro, spess. 25 mm con densità minima di 16 kg/m3, ad elevate caratteristiche termoisolanti, fonoassorbenti ed ininfiammabili. Completi di collegamenti ai canali, alle unità terminali, staffe e supporti di fissaggio.

DIFFUSORI – BOCCHETTE – GRIGLIE – SERRANDE L’esecuzione generalmente prevista per le bocchette di mandata e/o ripresa sarà in alluminio estruso ossidato anodicamente previa satinatura chimica ARC-5 UNI 4522 colore RAL su richiesta della Committenza. Negli attraversamenti REI delle strutture e dei compartimenti verticali e/o orizzontali devono essere installate le serrande tagliafuoco REI 120 omologate. Per quanto riguarda i sistemi di regolazione della portata, si prescrivono le serrande a iride di taratura e misura della portata su tutti i condotti circolari principali e secondari, le serrande di regolazione in acciaio ad alette a profilo alare a movimento contrapposto passo 100 mm. Per tutti i condotti rettangolari principali e secondari.

CANALI FORATI PER IMMISSIONE E RIPRESA ARIA Canali forati per immissione e ripresa aria, costituiti da: - canali diffusori in acciaio zincato per la distribuzione dell’aria a sezione circolare, in moduli di lunghezza 1.000 mm ed avranno spessore variabile tra 0,8 mm ed 1 mm, con diametro da 200 mm a 1500 mm, completi di eventuali curve, riduzioni, raccordi a TEE secondo lo schema allegato. La diffusione sarà determinata da un numero opportuno di file di fori calcolato in rapporto alla portata d’aria dell’unità ventilante ed alla pressione totale disponibile; la distribuzione dell’aria in ambiente avverrà nel pieno rispetto della Normativa UNI 10339 - EN 13182 (velocità dell’aria ad altezza d’uomo).

DIFFUSORI AD UGELLO A LANCIO PROFONDO Diffusore ad ugello a lancio profondo in esecuzione circolare per installazione diretta a canale rettangolare, costituito da corpo ugello esecuzione in alluminio completo di corpo orientabile

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esecuzione in alluminio, con valori di portata, livello di potenza sonore perdita di pressione al diffusore costanti per qualunque posizione assunta dal corpo orientabile. Orientabilità di 22° verso l’ alto, 22° verso il basso, rotazione sul proprio asse di 360°. Attacco a canale esecuzione in lamiera d’ acciaio, e disco deflettore esecuzione in lamiera d’ acciaio con disposte su 2 cerchi concentrici, con al centro del disco un foro. I diffusori dovranno essere predisposti per l’installazione di servomotore elettrico per la regolazione dell’orientamento.

DIFFUSORI AD IMPULSI Diffusore ad impulsi per la mandata dell’aria per montaggio a soffitto, costituito da una piastra frontale quadrata in lamiera forata d'acciaio, con montaggio a viti nascoste. Perforatura della piastra con effetto a stella. Pannello deflettore interno in lamiera d’acciaio e diffusori verniciati di colore a scelta della D.L.. Completo di camera di raccordo in esecuzione quadrata eseguita in acciaio zincato, completa di orecchie di sospensione, regolatore di portata in lamiera forata in acciaio zincato per permettere una taratura anche ad avvenuta installazione e un lamierino forato in acciaio zincato per l'equalizzazione del flusso d'aria su tutto il piatto del diffusore.

BOCCHETTE RETTANGOLARI IN ALLUMINIO ESTRUSO ANODIZZATO Bocchette in alluminio estruso anodizzato, complete di plenum, per la ripresa dell'aria ambiente,ad alette frontali regolabili, con velocità massima di attraversamento non superiore a 3 m/sec. Le bocchette saranno complete di controtelaio in lamiera d'acciaio zincata e profilata.

BOCCHETTA DI ESTRAZIONE ARIA AUTOREGOLABILE Bocchetta di estrazione aria autoregolabile, adatta per condotti circolari, in materiale plastico autoestinguente, composta da: cornice, parte estraibile con membrana in materiale siliconico di regolazione della portata dell'aria, manicotto di raccordo con O-ring per una perfetta aderenza al condotto.

VALVOLA DI VENTILAZIONE PER L'ARIA Valvola di ventilazione per l'aria di rinnovo in ambiente. Costruita in acciaio con disco centrale regolabile che permette il controllo della portata d'aria messa in ambiente. Verniciatura epossilica RAL POLO.

GRIGLIA DI PRESA/ESPULSIONE ARIA IN ALLUMINIO Griglia di presa/espulsione aria in alluminio estruso anodizzato, ad alette orizzontali profilate e fisse, inclinate a 45° con passo di 50/100 mm, completa di controtelaio, rete antitopo e protezione afonica. Completa delle viti ed i tasselli di fissaggio.

MODULO DI REGOLAZIONE AUTOREGOLANTE Modulo di regolazione dell'estrazione aria, dovrà essere composto da tronchetto in lamiera di acciaio zincato contenente una membrana in materiale siliconico perfettamente stabilizzata sotto l'azione di una molla di precompressione per la regolazione automatica della portata dell'aria nei condotti. Completo di O-ring per garantire una perfetta aderenza al condotto.

SERRANDE DI REGOLAZIONE IN ACCIAIO Serranda di taratura per la regolazione della portata e della pressione o per l'intercettazione di settori di canale in impianti di ventilazione e condizionamento, costituita da telaio con profilo a U in lamiera di acciaio zincato, alette tamburate, passo 100/150/200, a funzionamento contrapposto a mezzo di levismi esterni o ingranaggi interni, guarnizioni di tenuta laterali in acciaio inox con speciali profili in neoprene, perni passanti su bussole in teflon.

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SERRANDA TAGLIAFUOCO Serranda tagliafuoco europea certificata EIS 120 secondo UNI EN 1366-2 a pala unica con asse di rotazione orizzontale. La struttura è costituita da due corpi in acciaio zincato con interposto isolamento termico del piano di chiusura della pala. Dovrà avere tunnel e componenti in acciaio zincato, pala in materiale refrattario; leva di comando manuale per il riarmo; sganciatore termico costituito da canna termica portafusibile tarata a 70°C del tipo estraibile; vite di regolazione; sportello d'ispezione; dispositivo di scatto; contatto di fine corsa; quadretto predisposto a ricevere tutte le eventuali apparecchiature richieste. La serranda dovrà essere adatta per il montaggio in verticale e/o in orizzontale e dovrà essere provvista di: certificazione EIS 120 secondo UNI EN 1366-2 sulla pala e sul tunnel, certificazione di resistenza al colpo d'ariete da 500 Pa minimo, certificazione. È vietato l'utilizzo dell'amianto.

SIGILLATURA DELLE CONDOTTE IN ESERCIZIO La normative ASHRAE richiamate dal protocollo Leed® impone la sigillatura delle condotte secondo tre distinte modalità: A Sigillatura dei giunti trasversali, aggraffature longitudinali, attraversamenti dei muri B Sigillatura dei giunti trasversali, aggraffature longitudinali C Sigillatura solo dei giunti trasversali La tabella 6.4.4.2A impone a seconda delle diverse situazioni i tre differenti gradi di sigillatura sopra descritti. Esterno Mandata <500 Pa Mandata >500 Pa Espulsione Ripresa Esterno A A C A Locali non riscaldati B A C B Locali riscaldati C B B C

PROTEZIONE DELLE CONDOTTE E DEI COMPONENTI DURANTE LA COSTRUZIONE Il credito IEQ 3.1 del protocollo Leed si pone l’obiettivo di ridurre i problemi di qualità dell’aria interna risultanti dai processi di costruzione al fine di sostenere il comfort ed il benessere dei lavoratori edili e degli occupanti dell’edificio. E’ stato redatto l’apposito piano di gestione della qualità dell’aria interna del costruito durante la costruzione. Qui di seguito si riportano i principali aspetti. L’obiettivo è quello di evitare l’ingresso di polveri, sporcizia o agenti contaminanti all’interno dell’impianto di ventilazione durante le operazioni di costruzione dell’edificio fino al primo avviamento dell’impianto. Innanzitutto è necessario provvedere a sigillare i principali componenti dell’impianto sin dall’uscita dalla fabbrica con nylon, pannelli di compensato o sistemi analoghi. In particolare si elencano a titolo esemplificativo: - Bocchette; - Serrande; - Macchine di ventilazione; - Scambiatore di calore; - Filtri; - Canali prefabbricati. La sigillatura sin dalla fabbrica offre garanzie maggiori per quanto concerne le operazioni di trasporto, stoccaggio in cantiere, sollevamento ai piani e successiva installazione. Contestualmente alla posa in opera dell’impianto andranno opportunamente mascherati tutte le bocchette ed i potenziali punti di accesso alle polveri disposti lungo il canale. Se durante le operazioni di installazione avvenissero rimozioni accidentali delle sigillature uscenti dalla fabbrica, queste vanno opportunamente ripristinate.

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Si precisa inoltre che è proibito il funzionamento dell’impianto di ventilazione sino al termine della costruzione.

VERIFICHE E PROVE PRELIM. DELL'IMPIANTO Durante la esecuzione delle opere ed in ogni caso prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori dovranno essere eseguite le seguenti operazioni: a) prima accensione delle macchine per la ventilazione; b) verifica di funzionamento degli scambiatori di calore; c) misurazioni delle portate d’aria e delle perdite di carico indicate in alcuni rami del canale secondo le indicazioni fornite dalla Direzione Lavori e dalla Commissioning Authority prevista dal protocollo Leed.

ART.8 IMPIANTO ANTINCENDIO

IMPIANTI E RETI ANTINCENDIO Apparati ed attrezzature antincendio in base alle prescrizioni dell’Ufficio Prevenzione Incendi.

ALIMENTAZIONE IMPIANTO E STAZIONE DI POMPAGGIO

L’alimentazione idrica dovrà garantire una capacità sufficiente a garantire un’autonomia di 60 min, garantendo continuità all’approvvigionamento del sistema. Tutte le componenti del sistema dovranno essere protette dal gelo. La pressione idrica non dovrà mai superare i 12 bar. Per l’alimentazione è previsto un serbatoio d’accumulo collegato ad un gruppo di pompaggio. Il volume minimo del serbatoio sarà di 72 mc/h e l’alimentazione idrica dall’acquedotto dovrà essere in grado di garantirne lo riempimento in un tempo non maggiore di 36 h. Il sistema di pompaggio antincendio comprenderà un gruppo di pompaggio automatico per servizio antincendio che dovrà rispettare le funzionalità ed i controlli descritti nella UNI EN 12845 e UNI 10779 (per reti di idranti) e dovrà essere completo di due pompe di servizio orizzontali flangiate aventi la stessa prestazione idraulica, azionate da motore elettrico (elettropompa), una elettropompa pilota (o di compensazione) multistadio verticale controllata dal proprio quadro di comando, che automaticamente garantisca la pressurizzazione dell'impianto in caso di perdite, evitando la partenza ingiustificata delle pompe di servizio. La pompa pilota potrà anche essere usata per il ripristino del livello dell'eventuale serbatoio di adescamento; un quadro di comando indipendente per ciascuna pompa di servizio e uno per la pompa pilota; due pressostati per ciascuna pompa di servizio idraulicamente collegati tra di loro con un collettore di diametro di 15 mm come previsto dalla norma; tutte le pompe di servizio sono predisposte per l'attacco del circuito di adescamento e del circuito di ricircolo per prevenire il surriscaldamento della pompa anche in caso di funzionamento a mandata chiusa. Tutte le pompe dovranno essere collegate in parallelo con collettore di mandata, dimensionato per gestire la portata cumulata di tutte le pompe di servizio, e componenti idraulici e di controllo. La disposizione delle parti dovrà consentire una facile lettura degli strumenti di misura e delle segnalazioni. Il gruppo dovrà essere dotato di due serbatoi di pressurizzazione a membrana da 24 lt, PN16, che dovranno garantire il corretto funzionamento della elettropompa pilota.

AVVIAMENTO MOTORI L'avviamento dei motori elettrici è del tipo direct-on-line (DOL). Ad ogni partenza richiesta, un circuito elettronico dedicato, dovrà permettere l'utilizzo alternato delle due batterie e l'esclusione automatica della batteria eventualmente inefficiente.

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SEGNALAZIONI A DISTANZA In accordo ai requisiti della norma UNI EN 12845, ai quadri di comando delle pompe di servizio dovrà essere collegata una unità di allarme remoto, installata in locale presidiato, completa di segnalazione acustica e visiva, dello stato del gruppo di pompaggio. A tale scopo, i quadri delle pompe di servizio presentano le seguenti uscite disponibili in morsettiera: disponibilità alimentazione elettrica al motore, richiesta avviamento pompa, pompa in funzione, mancato avviamento, mancanza rete elettrica.

FUNZIONAMENTO AUTOMATICO All'abbassamento della pressione in rete (apertura delle utenze) i pressostati dovranno avviare automaticamente ed in cascata secondo la sequenza: elettropompa pilota, prima pompa di servizio, e, se necessario la seconda pompa di servizio in modo da alimentare l'impianto. La sola elettropompa pilota si dovrà fermare automaticamente tramite pressostato al raggiungimento della pressione di stop. Le pompe di servizio si potranno fermare solo manualmente tramite l'apposito pulsante sul portello dei quadri elettrici. Appositi selettori "TEST-0-AUT" dovranno consentire in ogni momento l'attivazione e la fermata di ogni singola pompa. Funzionamento di prova: In accordo alle prescrizioni della normativa UNI EN 12845, i gruppi di pompaggio devono essere testati nella fase di primo avviamento e durante i controlli periodici. In questo caso le pompe di servizio vengono testate una per volta, mettendo i selettori di funzionamento sul quadro di controllo della pompa interessata sulla posizione TEST. Aprendo la valvola di intercettazione del circuito di prova e premendo il pulsante di marcia della pompa in esame, viene simulata una situazione di prelievo con conseguente passaggio di flusso d'acqua. E' quindi possibile la misura dei seguenti parametri: portata tramite misuratore su apposito circuito, pressione sia in aspirazione che in mandata tramite appositi manovuotometro e manometro, corrente assorbita tramite amperometro.

COMPONENTI IDRAULICHE Il gruppo di pompaggio dovrà erogare la prevalenza massima di 10 bar, come previsto dalla norma UNI EN 12845, ma dovrà essere costruito con componenti e materiali PN 16, cioè in grado di operare a pressioni di 16 bar. Sul lato di mandata delle pompe è montato un collettore dimensionato per gestire la portata cumulata di tutte le pompe di servizio; tra questo e ogni singola pompa vengono montate una valvola di intercettazione e una valvola di ritegno. Sulla bocca di aspirazione di ogni pompa di servizio viene montato un divergente eccentrico a conicità controllata ed una valvola di intercettazione in modo da permettere il collegamento di tubazioni di aspirazione separate, in accordo alla normativa. Giunti di compensazione sono montati sia sull'aspirazione che sulla mandata di tutte le pompe di servizio. Per agevolare il collegamento, tutte le pompe sono anche predisposte per l'attacco del circuito di adescamento e del circuito di ricircolo per prevenire il surriscaldamento della pompa anche in caso di funzionamento a mandata chiusa. Verifiche e controlli: Come prescritto dalla norma UNI EN 12845, la verifica periodica delle prestazioni del gruppo di pompaggio dovrà essere regolarmente eseguita dall'installatore del sistema antincendio o da una azienda ugualmente qualificata e le attività eseguite vanno documentate in un apposito registro tenuto nel fabbricato. Per facilitare tali operazioni durante le prove, il gruppi di pressurizzazione dovrà essere equipaggiato con la necessaria strumentazione. La misura della portata prevista durante l'esecuzione del collaudo e delle verifiche periodiche, dovrà avvenire tramite misuratore a lettura diretta installato su collettore dedicato, con relative intercettazioni e valvola di regolazione. La sua configurazione e la precisione della misura dovranno rispondere alle norme UNI EN 12845. La prevalenza erogata dal gruppo di pompaggio si dovrà ottenere per differenza tra la lettura del manovuotometro in aspirazione ed il manometro in mandata. I quadri di comando delle pompe di servizio dovranno essere equipaggiati con la strumentazione per la verifica dei parametri elettrici.

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LOCALE DI INSTALLAZIONE La norma UNI EN 12845 (10.3) fornisce le linee guida relative ai locali di installazione dei gruppi di pompaggio per alimentazione di impianti antincendio. La norma UNI 11292 dell'Agosto 2008, indica in modo più specifico le caratteristiche costruttive e funzionali dei locali destinati ad ospitare gruppi di pompaggio per impianti antincendio. I requisiti provenienti da entrambe le norme precedenti sono da integrarsi nel rispetto di altre normative o regolamentazioni vigenti in materia, delle disposizioni locali e delle pratiche della regola dell'arte. Il gruppo di pompaggio dovrà essere installato in un locale al riparo dalle intemperie, che consenta la protezione dal gelo (temperatura ambiente di almeno +4°C per gruppi con solo elettropompe e di +10°C in caso di motopompe) e ben ventilato al fine di assicurare un raffreddamento adeguato aI motori elettrici delle pompe (temperatura ambiente entro i +40°C con pompe funzionanti al massimo del carico previsto ed in qualunque condizione di ambiente esterno). Il gruppo dovrà essere posizionato avendo cura di lasciare davanti e sui lati uno spazio utile per le operazioni di collaudo, prova e manutenzione e dovrà essere posto su una superficie piana e uniforme, ad esempio un pavimento o una fondazione in calcestruzzo. Si noti che relativamente al locale di installazione, e specificamente per le opere edili, la ventilazione e il ricambio d'aria, l'impianto di alimentazione elettrica, si rimanda alla progettazione e all'esecuzione puntuale nel rispetto delle normative e disposizioni in materia Il gruppo dovrà essere completo di quadro di segnalazione di allarme acustico e visivo, dovrà permettere il monitoraggio del funzionamento delle pompe da una postazione permanentemente presidiata fornendo una indicazione visiva ed acustica delle segnalazioni di allarme prelevate dai quadri delle pompe di servizio; dovra essere dotato di: 7 ingressi digitali di allarme, lampada gialla di segnalazione e allarme acustico (85 dB), batteria tampone (30 ore di autonomia) e caricabatteria, spia di indicazione presenza rete, tasto di prova della lampada e del segnale acustico, tasto di tacitazione dell'allarme sonoro e di kit avviamento gruppi a norma EN 12845.

DATI TECNICI Pompe di servizio: pot. elettrica 45 kW; intensità 78 portata acqua 80 mc/h; prevalenza 90 m c.a. Pompa pilota: pot. elettrica 1,5 kW; intensità 3,4 A; portata acqua 2,0 mc/h; prevalenza 110 m c.a.

RETI IDRANTI

Le reti di idranti sono installate allo scopo di fornire acqua in quantità adeguata per combattere, tramite gli idranti ed i naspi ad essa collegati, l'incendio di maggiore entità ragionevolmente prevedibile nell'area protetta. Le reti idranti devono essere progettate in conformità alla norma UNI 10779. Viene previsto un anello antincendio principale esterno DN 150, che alimenta a sua volta gli idranti esterni, le reti idranti interne agli edifici, nonché i due anelli di distribuzione che asservono gli idranti nelle autorimesse.

IDRANTI UNI 45 Cassette antincendio UNI 45 art.1/B tipo a norma UNI EN 671/2 e costituite da: armadietto a muro e/o incasso in lamiera zincata dello spessore di 15/10 mm, portine in lastra safe crash o zincata con serratura; manichetta antincendio conforme UNI 9487 UNI 45 in poliestere con sottostrato in gomma sintetica, certificata, lunghezza 20 ml; lancia in materiale sintetico a tre effetti con dispositivo di commutazione, omologata; rubinetto idrante PN16, presa a muro, uscita a 45. maschio filettato UNI 45 x 1""1/2. sella salva manichetta. Per la formazione delle colonne montanti e derivazioni dell'impianto antincendio degli idranti UNI 45 sarà realizzata con tubazioni zincate EN 10240 A1, serie media, coibentate nello spessore a norma Legge 10 del 9 gennaio 1991. e Dlgs. 19 agosto 2005 n° 192. Si dovranno impiegare tubazioni con diametro non inferiore ai 2"1/2 per la rete di distribuzione e per le colonne montanti,

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e di diametro 1"1/2 per le derivazioni alle bocche antincendio UNI 45. L'impianto deve essere dimensionato per garantire una portata minima di 360 l./min. per ogni colonna montante e, nel caso di piu' colonne, il funzionamento contemporaneo di almeno due colonne. L'alimentazione idrica deve essere in grado di assicurare l'erogazione ai tre idranti idraulicamente piu' sfavoriti, di 120 l./min. cadauno, con una pressione residua al bocchello di 2,0 bar per un tempo di almeno 60 minuti.

NASPI Cassette antincendio per naspo a norma UNI EN 671/1 e complete di: armadietto ad incasso in lamiera zincata dello spessore di 15/10 mm; portine in lastra safe crash o zincata con serratura; idrante diametro 25 mm. con manichetta in nylon gommata da 20 m, lancia in materiale sintetico a tre effetti e dispositivo di commutazione, manometro, valvola a sfera cromata a passaggio totale d'intercettazione. Per la formazioni delle colonne montanti e derivazioni dell'impianto antincendio dei naspi saranno utilizzate tubazioni zincate EN 10240 A1, serie media, coibentate nello spessore a norma Legge 10 del 9 gennaio 1991. e Dlgs. 19 agosto 2005 n° 192. La rete di distribuzione principale, secondaria e le derivazioni saranno eseguite con tubazioni di diametro interno non inferiore a 19 mm. La rete dovra' comunque garantire una portata di 35 l./min. alla pressione di 2,0 bar per ciascuno dei due NASPI in posizione idraulicamente piu' sfavorevole contemporaneamente in funzione, con un'autonomia minima di 30 minuti.

IDRANTI SOPRASSUOLO DN 80 2 ATTACCHI UNI 70 CNO ATTACCO MOTOPOMPA Idrante stradale tipo soprassuolo a scarico automatico costruito secondo la normativa UNI 9485 avente le seguenti caratteristiche tecniche: scatola della valvola, in ghisa meccanica di qualità (GG 20 minimo), uscita in ottone, anello di tenuta e madrevite in ottone ad alta resistenza, vitone di manovra in ottone trafilato tornito e rettificato, guarnizione in gomma speciale, assenza completa di premistoppa sostituita da anelli "O-ring" ad alta tenuta, bocche d'uscita in ottone filettate UNI 810/2007 completo di curva a 90° in ghisa munita di piedino e flangia per il suo collegamento alla tubazione, con dispositivo di sicurezza in caso di rottura accidentale, con chiusura automatica erogazione dell'acqua, peso non inferiore a 95 kg, verniciato rosso con vernici di tipo epossidico o similari nella parte soprassuolo e catramato nero nella parte sottosuolo. Collaudo di pressione idrostatica ad idrante chiuso 21 Bar, a idrante aperto 24 Bar, in esercizio 16 Bar - H. 850 mm parte soprassuolo H 1000 mm parte sottosuolo. Gli idranti saranno collegati tramite tubazioni in polietilene alta densità PE 100 sigma 80 kg/cm² DN 80 PN 16 all’anello principale esterno antincendio. Attacco Motopompa VV.F. Attacco motopompa VV. F. composto da valvole a sfera cromate a passaggio totale di intercettazione; valvola di ritegno; valvola di sicurezza; rubinetto di scarico; attacco motopompa UNI 70.

ESTINTORE PORTATILE Estintore Portatile a Polvere Estintore portatile a polvere a base di fosfato monoammonico avente omologazione CE; idoneità per lo spegnimento delle classi di fuoco A-B-C; funzionamento a temperature comprese fra -20°C e + 60°C. Completo di supporto a muro zincato, il sigillo di garanzia, il cartellino revisioni, il cartello segnalatore applicato a parete, viti e tasselli di fissaggio.

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ART.9 NORME GENERALI SULLE TUBAZIONI

TUBAZIONI IN ACCIAIO

TUBAZIONI IN ACCIAIO NERO Per i circuiti della centrale e per le reti principali per l’acqua calda e per quella refrigerata saranno utilizzate tubazioni conformi alle specifiche della norma EN 10216-1, con spessori minimi riportati nella relazione tecnica specialistica delle opere meccaniche, in acciaio di qualità P235TR2, con giunti saldati di testa, a piena penetrazione, a doppia passata. In alternativa, l’Appaltatore potrà utilizzare, per i diametri inferiori al DN 200, tubazioni conformi ad EN 10255 con spessori previsti per la “serie media”. Per le tubazioni degli impianti terminali (a valle delle sottostazioni) verranno esclusivamente utilizzate tubazioni EN 10255 serie media. Nei punti di collegamento di componenti quali valvole, pompe od altro verranno utilizzati collegamenti flangiati. Sulle reti principali (fra la centrale e le sottostazioni) non sono ammessi stacchi e collettori con derivazioni dal tubo principale saldate direttamente sullo stesso (welded in e welded on), andranno utilizzate esclusivamente tee di derivazione (che dovranno essere del tipo forgiato secondo DIN 2.615). Le curve utilizzate dovranno avere DIMA 3S o 4S. Le estremità dei tubi dovranno essere cianfrinate in accordo alle norme ISO 6761 ed opportunamente pulite. I saldatori che realizzeranno le reti principali di distribuzione (fino alle valvole di intercetto delle sottostazioni) ed il piping della centrale, dovranno essere qualificati secondo EN 287 per il procedimento di saldatura utilizzato. Per accertare la qualità delle saldature saranno eseguiti controlli superficiali (visivo) ed eventuali controlli distruttivi o radiografici a discrezione della Direzione Lavori, in misura e con modalità prescritte nella relazione specialistica delle opere meccaniche.

TUBAZIONI IN ACCIAIO ZINCATO Le tubazioni in acciaio zincato devono essere di tipo EN 10255, UNI EN 10224 serie media, fortemente zincate internamente ed esternamente, filettate a vite e manicotto oppure flangiate. a) Giunzioni I giunti tra i tubi in ferro zincato devono essere eseguiti mediate filettature per tubazioni con diametri inferiori o uguali a 3", e mediante frangiatura per diametri superiori e nelle centrali. Se, per motivo di spazio non si possono adottare giunti a flange vanno adottati manicotti filettati. b) Raccordi I raccordi devono essere in ghisa malleabile zincata del tipo con bordo; le flange del tipo tondo in acciaio zincato a fuoco o ghisa malleabile.

TUBAZIONI IN RAME Note generali Le tubazioni in rame (cu DMP) devono essere conformi alla tabella UNI 6507-69, serie pesante, avente titolo 99,9% ed essere disossidate con fosforo (P residuo compreso tra 0,015% e 0,04%) secondo le norme ASTM. In particolare i tubi devono essere sgrassati internamente e presentare la superficie interna ed esterna iscie, esenti da difetti come olle, soffiature, scaglie, ecc., che possono provocare inconvenienti nell'utilizzazione dei tubi stessi. Giunzioni con brasatura

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I giunti tra i tubi in rame e raccordi a brasare vanno effettuati mediante brasatura dolce con lega saldante L - Sn Ag 5 (stagno con il 5% di argento) a bassa temperatura di fusione (800°C) o equivalente. Devono essere impiegati solo raccordi normalizzati. I giunti tra i tubi in rame, devono essere effettuati mediante brasatura forte con lega saldante L - Ag 40 Cd ad alta temperatura di fusione (800°C) o equivalenti. Le estremità dei tubi vanno tagliate perpendicolarmente e sbavate. Le parti terminali dei tubi vanno calibrate mediante apposito attrezzo e mazzuolo di legno. Le superfici da saldare dei tubi e dei raccordi vanno pulite metallicamente, devono cioè risultare prive di sporcizia e di ossido. Per la pulizia va usata lana di acciaio fine o tale smeriglio con grana 240 (o più fine) oppure spazzole metalliche circolari e rotonde. Non è ammesso l'impiego di lime, spazzole di ferro o carta vetrata. Le estremità dei tubi vanno successivamente spalmate con disossidante (solo le parti di tubo che entrano nei raccordi). Il disossidante per le brasature dolci deve essere di tipo normalizzato autoneutralizzante, a base di acidi organici deboli, di alogeni organici, di ammine e di amidi. Esempio: - colofonia 20% (in peso) - acido lattico od oleico 5% (in peso) - acole metilico 75% (in peso) - vaselina e glicerina in aggiunta per ottenere una pasta. Il disossidante per le brasature forti deve essere di tipo normalizzato sotto forma di pasta o di polvere secca, da depositare e distribuire allo stato fuso sul giunto, mediante la estremità saldata nella bocchetta di lega brasante, del tipo così composto: - tetralborato di potassio 50% (in peso) - fluoridrato di potassio 30% (in peso) - fluoborato di potassio 15% (in peso) - acido borico di potassio 5% (in peso). Nella brasatura forte deve essere in ogni caso evitato il surriscaldamento sino all'incandescenza delle parti da saldare. I giunti tra i tubi di rame e i tubi di ferro vanno eseguiti mediante ghiera di bronzo od ottone. I giunti tra tubi in rame ed apparecchiature (valvole saracinesche e filtri ecc.) ad eccezione delle centrali dove sono previsti del tipo a flangia, vanno effettuati mediante bocchettone in bronzo od ottone. I giunti tra i tubi in rame e flange in acciaio zincato vanno effettuati mediante bocchettone filettato in ottone o bronzo collegato ad uno spezzone di tubo gas saldato dalla flangia e filettato all'altra estremità. Le guarnizioni devono essere in amiantite rossa di spessore idoneo per il diametro delle flange e comunque no inferiore a 2 mm. Giunzioni a pressare Sono ammessi per temperature massime di 85° e con pressioni di esercizio massime minori di 16 bar. I componenti di rame non devono essere montati dei materiali ferrosi zincati. Dimensioni standard 12-54mm . I raccordi a pressare sono da utilizzarsi in combinazione ai tubi di rame fabbricati in conformità alla UNI EN 1057. Sono idonei i tubi di rame crudi o duri (R290), semiduri (R250) e ricotti (R220). Il sistema a pressare, in abbinamento ai descritti tubi di rame, può essere utilizzato per realizzare impianti di riscaldamento e di acqua sanitaria o di raffrescamento con acqua refrigerata. I raccordi filettati per l’allacciamento ad altri componenti, o a tubazioni esistenti, sono tutti fabbricati con una speciale lega di bronzo, a basso contenuto di piombo, in conformità alle nuove disposizioni sui materiali a contatto con l’acqua potabile. La giunzione avviene mediante l’utilizzo di apposito utensile di pressatura elettroidraulico. La modalità di installazione prevede le seguenti operazioni: - Tagliare il tubo in rame perpendicolarmente al tubo con taglia tubi o sega d’acciaio a denti fini;

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- Sbavare il tubo all’interno e all’esterno; - Controllare l’inserimento dell’O-Ring; - Infilare il tubo nel raccordo fino alla battuta; - Contrassegnare il tubo nella posizione di battuta; - Inserire la ganascia adatta all’utensile di pressatura e spingere il perno di fermo fino allo scatto; - Aprire la ganascia e posizionarla perpendicolarmente sul raccordo; - Iniziare la pressatura. Essa viene eseguita completamente in automatico. La ganascia deve chiudersi completamente. Le guarnizioni elastomeriche di tenuta sono in EPDM; devono avere una elevata resistenza all’invecchiamento, all’ozono, alla luce solare, agli agenti atmosferici, alle sostanze alcaline. La temperatura massima di esercizio gestibile dalle guarnizione di tenuta è pari a 110°.

TUBAZIONI IN ACCIAIO PREISOLATE

CARATTERISTICHE E POSA Le tratte interrate delle reti dell’acqua refrigerata e dell’acqua per il riscaldamento verranno realizzate con tubazioni e pezzi speciali in acciaio preisolate, conformi alle norme EN 253, EN 448 ed EN 489. La tabella seguente riepiloga le principali caratteristiche geometriche per i vari diametri.

DN

Ø esterno tubo

acciaio (mm)

Spessore tubo

acciaio (mm)

Ø esterno tubo

PEHD (mm) 

Spessore tubo

PEHD (mm) 

DN25 33.7 2,6 90 2.2 DN32 42.4 2,6 110 2.5 DN40 48.3 2,6 110 2.5 DN50 60.3 2,9 125 2.5 DN65 76.1 2,9 140 3.0 DN80 88.9 3,2 160 3.0 DN100 114.3 3,6 200 3.2 DN125 139.7 3,6 225 3.5 DN150 168.3 4,0 250 3.9 DN200 219.1 4,5 315 4.9 DN250 273.0 5,0 400 6.3 DN300 323.9 5,6 450 7.0 DN350 355.6 6,3 500 7.8

Tabella: Caratteristiche geometriche tubi preisolati

La progettazione e la posa delle reti preisolate dovranno rispondere alle specifiche previste nella norma EN 13941 ed in particolare per la classe di progetto A. Le tubazioni preisolate dovranno essere posate direttamente nella trincea di scavo su un letto di sabbia (granulometria 0 - 3 mm, non da frantoio) predisposto con uno spessore minimo di 10 cm. Si dovrà assolutamente evitare che le tubazioni, nello scavo, poggino su pietre, barrotti di legno o altro materiale che possa danneggiare il rivestimento esterno.Le estremità delle tubazioni dovranno essere protette dall’ingresso successivo di corpi estranei per mezzo di tappi. Ogni tratto di condotta dovrà essere allineato e disposto in modo che l'asse del tubo non presenti punti di flessioni e non vi siano contropendenze in corrispondenza di punti senza scarichi e sfiati. Le due tubazioni (mandata e ritorno) dovranno essere posate alla stessa profondità, salvo casi eccezionali approvati dalla Direzione Lavori. Piccole correzioni della direzione del tubo (inferiori a 2°) saranno ammesse ricorrendo ad un adattamento della testata delle tubazioni (spicchiatura). Tale operazione, quando necessaria, è comunque compresa negli oneri relativi all’esecuzione di ciascuna giunzione. Correzioni angolari

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superiori saranno ottenute intervenendo su più giunzioni successive, ciascuna entro il limite sopraindicato. In corrispondenza delle giunzioni fra le tubazioni lo scavo dovrà essere adeguatamente allargato (oneri compresi nella voce relativa allo scavo e rinterro quotata dall’Appaltatore) per consentire agli operatori di lavorare e muoversi senza difficoltà. Le fosse così costituite dovranno permettere l'esecuzione di saldature e muffolature senza ricorrere a movimentazione o rotazione delle barre. I cambi di direzione e le derivazioni saranno ottenuti esclusivamente con pezzi speciali preisolati conformi ad EN448. I relativi oneri sono compresi nella voce relativa alla fornitura e posa delle tubazioni. Compresi saranno inoltre gli oneri per la preparazione dei cianfrini, la realizzazione delle saldature ed i controlli. Tali attività dovranno rispondere agli stessi requisiti richiesti per i giunti realizzati fuori terra, descritti al paragrafo precedente, eccezion fatta per il livello di accettabilità delle saldature. Intatti, i giunti che saranno verificati con esame radiografico dovranno rispondere ai requisiti richiesti per il livello 1 dalla normativa UNI EN 12.517. Il sistema di muffolatura dovrà fare parte del sistema di tubazioni preisolate ed essere specificamente progettato o dichiarato idoneo dal Fornitore delle tubazioni preisolate per consentire il ripristino dell'isolamento e della guaina esterna in corrispondenza delle saldature tra barre diritte, curve e pezzi speciali. La muffolatura con schiumatura in opera del coibente prevede l’installazione di giunto composto da muffola in polietilene ad alta densità termorestringente. L’unione delle estremità fra il manicotto e la tubazione preisolata sarà ottenuta per adesione di una fascia di mastice adesivo semicristallino. La protezione meccanica sarà garantita dall’elevato sforzo di cerchiaggio generato dall’azione del termorestringente. Il sistema di muffolatura dovrà essere accompagnato da adeguate istruzioni operative emesse dal produttore, che il personale addetto dovrà scrupolosamente seguire in fase di posa. Il personale dovrà inoltre esibire patentino rilasciato dal fornitore del sistema che certifichi l’avvenuta formazione teorico pratica dell’operatore. I materiali necessari al ripristino dell'isolamento e della guaina esterna in corrispondenza delle saldature eseguite in cantiere, dovranno avere le seguenti caratteristiche: Manicotti termorestrinenti Il materiale costituente i manicotti dovrà essere PEAD della stessa qualità di quello utilizzato per la guaina esterna delle tubazioni e pezzi speciali. Sarà fornito di diametro adeguatamente superiore al diametro esterno della tubazione, con allargamento esclusivamente meccanico. La lunghezza minima del manicotto dovrà essere di 500mm. Lo spessore dei manicotti dovrà essere confrontabile con quello della camicia del tubo preisolato. Isolamento di Poliuretano L'isolamento in schiuma di poliuretano dovrà essere realizzato in opera e presentare le stesse caratteristiche della schiuma utilizzata per le tubazioni. Non sarà in alcun caso ammesso l’utilizzo di coppelle poliuretaniche preformate. La schiuma dovrà essere ottenuta dalla miscela di due liquidi (poliolo ed isocianato) forniti predosati per ogni giunto da eseguire e dovrà essere colata all'interno della cassaforma costituita dal manicotto e dai collari in PE. Collari in PE I collari termorestringenti in PE dovranno essere del tipo tubolare (non aperto), con apposito mastice adesivo all’interno, di diametro adeguato a quello delle tubazioni su cui dovrà essere termoristretto. Il numero dei collari sarà pari a tre per ciascun giunto, due da utilizzare a sormonto delle estremità del manicotto per garantire ala perfetta tenuta (meccanica ed alla penetrazione dell’acqua) e il terzo da termorestringere sopra il tappo per il foro di schiumatura. Tappi per foro di schiumatura e ventilazione In corrispondenza del foro di schiumatura e ventilazione dovranno essere previsti tappi applicati per termofusione del polietilene. Nel caso si utilizzino tappi a semplice infilaggio meccanico (con utilizzo del martello o sistemi similari) sarà richiesta la sigillatura mediante fascia termorestringente in PE.

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SISTEMA RILEVAMENTO PERDITE Le tubazioni saranno predisposte per il sistema di rilevamento e ricerca perdite del tipo a doppio filo sensore in rame. Il principio di funzionamento del sistema dovrà essere a misura dell’impedenza e dovrà permettere una localizzazione precisa (entro 1 m) del tratto bagnato dell’isolazione per le tratte da posare. Allo scopo l’appaltatore è tenuto a fornire un dettagliato as built delle reti preisolate, indicante la posizione dei giunti e lo sviluppo degli anelli del sistema rilevamento perdite. Il Fornitore del sistema di tubazioni dovrà utilizzare solamente componenti di un unico Produttore: non saranno accettate forniture costituite da assemblaggi di prodotti di diversi Produttori. Dovranno essere predisposti all’interno della tubazione preisolata due fili conduttori: un filo in rame di diametro 1.3 ÷ 1.5 mm, avente resistenza pari a 13.0 ÷ 11.2 Ohm/km, ed uno di uguali caratteristiche ma in rame stagnato per facilitare il riconoscimento ed il corretto montaggio. Tali conduttori saranno annegati nella schiuma di poliuretano di tubi, raccordi e di tutti i pezzi speciali preisolati con entrambi i conduttori distanziati e paralleli fra loro indicativamente a “ore 3 e 45”. I conduttori saranno posati in modo da mantenere l'equidistanza col tubo d'acciaio ed il tubo assiemato sarà posato in modo da garantire che il piano generato dai due fili sia parallelo al fondo dello scavo. Le cuffie water-stop per la chiusura ermetica delle estremità dei tubi all’interno di edifici, camere e pozzetti saranno realizzate complete di estrazione dei fili sensori e loro isolamento con guaina in PTFE impermeabile e resistente ad alte temperature, al fine di chiudere il circuito sensore. L’Appaltatore dovrà fornire eventuali componenti aggiuntivi necessari alla completa funzionalità della rete di fili sensori, in accordo con le specifiche del Produttore dello stesso ed in modo da consentire la realizzazione di un sistema perfettamente funzionante nel suo insieme, relativamente ai componenti installati. Il fili sensori dovranno essere collegati con crimpatura e saldatura a stagno in corrispondenza della giunzione delle tubazioni e il collegamento verrà conglobato nella muffolatura. Ai fili sensori dovranno essere collegate le centraline di rilevamento delle perdite, a quattro canali di rilevamento, in grado di monitorare fino a 1.000 metri di tubazione singola per ogni canale. La centralina sarà interfacciata con la stazione di supervisione della centrale mediante la rete dati. Ed a questa comunicherà lo stato e gli allarmi. Prima e dopo l’esecuzione di ogni muffola l’appaltatore è tenuto a verificare che la resistenza di isolamento fra i due fili sensori e fra fili sensori e tubo permanga a valori superiori a quelli prescritti dal costruttore della centralina e del produttore delle tubazioni per il corretto funzionamento del sistema. Visto che saranno presenti diversi rami distinti realizzati con tubazioni preisolate, separati da tratte realizzate invece con tubo nero, per utilizzare una sola centralina di rilevamento i fili sensori dei vari rami andranno collegati elettricamente mediante cavi FG7OR di adeguata sezione.

RINTERRO Al termine delle fasi di saldatura, controllo delle saldature, muffolatura e prove relative, si proseguiranno le operazioni di rinterro. Al di sopra delle tubazioni preisolate (generatrice superiore ad un metro dal piano di campagna finito), verrà posato uno strato non inferiore a 20 cm di sabbia. Per segnalare la presenza dei tubi del teleriscaldamento dovrà essere posato, a circa 40 cm dal piano finito, in corrispondenza di ogni tubazione preisolata, un nastro plastico di segnalazione avente larghezza non inferiore a 10 cm di colore rosso recante la scritta nera “ATTENZIONE TUBI TELERISCALDAMENTO”. In corrispondenza di curve, diramazioni ed in generale in tutti i punti in cui possano avvenire movimenti del tubo dovuti a dilatazioni termiche, saranno utilizzati materassini di compensazione a diretto contatto della guaina esterna del tubo, in grado di consentire la dilatazione delle tubazioni senza esercitare un’elevata reazione di contrasto. I materassini saranno realizzati in schiuma di materiale elastico a bassa densità, immarcescibile, con spessore di almeno 40 mm. Le caratteristiche di elasticità dovranno essere mantenute nel tempo, anche in presenza di deformazioni pari a 2/3 dello spessore iniziale. I materassini dovranno essere ben avvolti attorno alla tubazione, onde evitarne lo spostamento durante le operazioni di rinterro.

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L’appaltatore è tenuto ad effettuare una progettazione degli elementi di compensazione naturale della rete in tubazioni preisolate, dei punti fissi e di quanto necessario affinché la rete risponda ai requisiti previsti per la classe A prevista nella EN 13941 In corrispondenza di attraversamenti di pareti in muratura o calcestruzzo armato saranno utilizzati anelli passamuro infilati sulla guaina esterna del tubo, tali da consentire lo spostamento assiale della tubazione garantendo la tenuta idraulica rispetto a possibili infiltrazioni di acqua e terra dall’esterno. Gli anelli dovranno essere realizzati in neoprene ad alta resistenza e lunga durata nel tempo, e dovranno garantire la perfetta tenuta sia verso la guaina esterna dei tubi preisolati sia verso la parete, a cui saranno bloccati con malta cementizia. In corrispondenza di discontinuità della protezione esterna che mettano allo scoperto le estremità dello strato isolante in poliuretano (es. ingresso in manufatti con impiego di tubazione coibentata in opera, oppure in corrispondenza di tutte le valvole di sfiato o drenaggio), saranno utilizzate cuffie water-stop termoretratte sulla parte terminale della coibentazione, per impedire infiltrazioni di umidità nel coibente. Le cuffie dovranno essere realizzate in polietilene termorestringente ad alta resistenza e dovranno garantire la perfetta tenuta sia verso la guaina esterna dei tubi sia verso il tubo di acciaio, consentendo nel frattempo l’eventuale fuoriuscita dei cavi del sistema di rilevazione e ricerca perdite.

TUBAZIONI IN PVC

NOTE GENERALI Devono rispettare le tabelle qui di seguito indicate: UNI 7443/75, tipo 300 e 30 per scarichi all'interno dei fabbricati fino a 50°C, pluviali, reti di ventilazione UNI 7443/75, tipo 302 per scarichi all'interno dei fabbricati fino a 90°C UNI 7441/75, tipo 313 per fluidi in pressione, acquedotti, irrigazione UNI 7447/75, tipo 303 per fognature interrate Le tubazioni devono essere complete di pezzi speciali, come braghe, giunti a T, giunti di dilatazione, tappi di ispezione, ecc..

GIUNZIONI I giunti tra tubi in PVC devono generalmente essere del tipo a bicchiere con collare di lunghezza 0,5-1,0 sigillato con collante. Ove sia necessario acconsentire una dilatazione assiale, i giunti devono essere del tipo a doppio bicchiere con anello di gomma. L'assuntore dovrà indicare questi giunti alla D.L. per approvazione. La tenuta delle giunzioni deve essere assicurata da speciali mastici idrorepellenti ai siliconi, raccomandati dalle singole case produttrici.

TUBAZIONI PEHD

NOTE GENERALI Le tubazioni in polietilene alta densità (PEAD, ricavate per estrusione devono corrispondere sia alle prescrizioni igienico sanitarie riportate nella circolare n° 102 del 02/12/78 del Ministero della sanità sia alle seguenti norme: UNI 7611/7615, tipo 312 per condotte in pressione; UNI 7613/7615, tipo 303 per condotte di scarico interrate e per fognature; UNI 8451/7615, tipo 302 per condotte di scarico all'interno dei fabbricati, fino a 100°C; UNI 7614/84, per condotte di gas combustibili interrate. La fornitura comprende i prezzi speciali, gli ancoraggi, i supporti e tutti gli accessori.

GIUNZIONI Per le tubazioni conformi a UNI 7611 ed UNI 7613 le giunzioni sono ottenute mediante raccordi di metallo o resina fino al diametro esterno di 90 mm e per saldatura di testa per diametri superiori. Per le tubazioni conformi a UNI 8451 vedasi quanto di seguito detto per le tubazioni PE h.

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Per le tubazioni conformi a UNI 7614 le giunzioni sono ottenute con saldatura di testa o con manicotto elettrico.

TUBAZIONI IN POLIPROPILENE (PP) Devono avere caratteristiche simili al PE h, con maggior resistenza termica alle alte temperature ed agli agenti chimici. Devono essere complete di pezzi speciali come per le tubazioni PE h.

TUBAZIONI IN MULTISTRATO (PEX-AL-PEX) Il tubo multistrato è realizzato con differenti materiali ed ognuno dei quattro strati plastici che lo costituiscono (PE-Xinterno, due strati d’adesivo, PE-X esterno) viene estruso separatamente ed i singoli spessori sono regolati e controllati con precisione. Lo spessore dello strato d’alluminio varia a secondo del tipo e del diametro (vedi più avanti tabella): l’alluminio non è in nessun caso inferiore a 0,4 mm ed è grazie a questo strato metallico che si ottiene l’elevata stabilità dimensionale e la grande resistenza alla pressione interna. L’alluminio viene saldato senza sovrapposizione mediante saldatura longitudinale testa-testa (metodo WIG). Il risultato della saldatura è omogeneo ed uniforme e non lascia alcuna traccia visibile. Il tubo deve essere disponibile nei diametri da 14 a 63 mm e le caratteristiche principali sono: • lo strato interno (colore neutro) è in polietilene HD (alta densità) reticolato con il sistema elettronico PE-Xc; • lo strato d’alluminio è di 0,4 mm (vedi tabella); • lo strato esterno (colore bianco) è in polietilene reticolato PE-Xb

RETICOLAZIONE. Lo strato di PE viene reticolato (PE-Xc) elettronicamente in modo uniforme su tutto lo spessore; i raggi gamma innescano il processo di reticolazione senza alcun residuo tossico e/o dannoso. L’uniformità del grado di reticolazione aumenta la resistenza dello strato di PE-X e quindi del tubo. Piegatura. La sezione nella curva non viene ridotta ma rimane costante. La caratteristica propria del tubo è di consentire l’installazione di lunghi tratti senza giunzioni, con riduzione dell’utilizzo dei raccordi. Può essere piegato anche a mano con raggi di curvatura molto ridotti (1,5xDe) utilizzando una molla ed un apposito piega tubi. Il tubo una volta piegato deve rimanere fermo nella posizione voluta, come un tubo metallico.

ANCORAGGIO L’elevata stabilità dimensionale ed il limitato allungamento consentono di ridurre notevolmente la distanza tra gli ancoraggi quando il tubo viene installato esternamente. Le distanze di fissaggio consigliate in funzione del diametro del tubo, sono riportate nella tabella a lato.

STRATO ESTERNO Lo strato esterno (PE-HD-Xb) deve consentire elevata resistenza alla rottura ed offrire grande e permanente protezione allo strato di alluminio sottostante. Inoltre, la tubazione che è spesso sottoposta ad elevate sollecitazioni sia durante il trasporto, sia durante l’installazione deve essere protetta dallo strato esterno, anche dall’abrasione ed dall’usura.

IGIENICITÀ Lo strato interno (PE-Xc) deve adempiere a tutte le richieste del PDW (Plastic for Drinking Water) indispensabile per ottenere la registrazione DVGW. Il tubo viene provato secondo le nuove disposizioni EW542 del DVGW e registrato con il numero U448 che garantisce la perfetta qualità igienica del tubo.

DILATAZIONE La dilatazione termica assume valori lineari minimi (0,024 mm/m°k), simili a quelli dei tubi metallici; tutti i fastidiosi rumori dovuti a variazioni termiche (per esempio negli impianti di riscaldamento a zona e negli attacchi di collegamento ai corpi scaldanti) devono essere eliminati. Così come qualsiasi altro tipo di tubazione anche per il tubo in multistrato devono essere considerate le dilatazioni (contrazione ed allungamento). Il coefficiente di espansione

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lineare del tubo rimane 0,024 mm/m°k indipendentemente dalla dimensione del tubo. Il diagramma seguente indica l’allungamento in mm in funzione della lunghezza del tubo e della differenza di temperatura tra fluido e ambiente dove si trova il tubo. La forza di espansione dovuta alla dilatazione nel tubo è relativamente bassa, non sono quindi richiesti particolari dispositivi quando il tubo viene annegato nel calcestruzzo. Quando viene installato sotto intonaco è sempre d’obbligo l’impiego del tubo preisolato (con 6-9 mm di polietilene espanso) che, oltre alla funzione coibente, consente di assorbire senza danni la dilatazione. Impermeabilità Il rivestimento metallico costituisce una perfetta barriera al passaggio di molecole gassose : nessun pericolo di corrosione dovuto all’infiltrazione di ossigeno.

ALLUMINIO Lo spessore dello strato d’alluminio è indicato in tabella e viene saldato di testa con il sistema WIG: lo strato metallico non ha quindi la sola funzione di rendere impermeabile la tubazione ma consente di sopportare adeguatamente le sollecitazioni termiche e di pressione, presenti soprattutto negli impianti sanitari.

CONDUCIBILITÀ Lo strato metallico centrale non viene mai a contatto nè con il fluido vettore, né con la raccorderia. Il metallo è infatti protetto da contatti con altri metalli dal rivestimento in polietilene e da speciali guarnizioni che lo isolano anche dai raccordi. Nessun contatto diretto quindi tra metalli diversi e nessuna elettrocorrosione per effetto pila.

OPACITÀ ANTI UV Il tubo deve essere assolutamente opaco, non si ha quindi nessuna possibilità di formazione di alghe. Per svilupparsi le alghe richiedono infatti la presenza di raggi ultravioletti (luce solare); lo strato di alluminio è uno schermo che previene quindi anche la formazione di alghe. L’alluminio protegge lo strato interno dalle radiazioni UV, lo strato esterno offre una resistenza ai raggi ultravioletti che consente di poter utilizzare, senza alcuna protezione, la tubazione all’interno delle abitazioni. Comunque i tubi, qualora dovessero essere installati, per lunghi periodi, esternamente a diretto contatto con la luce solare, devono essere opportunamente protetti. Resistenza alle basse temperature La resistenza meccanica permane elevata anche se il tubo viene impiegato con temperature molto basse (-45°C). Può essere usato in condizioni climatiche molto rigide, senza alcuna precauzione, in quanto la bassa temperatura non infragilisce il tubo. Devono essere invece prese tutte le necessarie precauzioni per evitare la formazione di ghiaccio (come per i tubi metallici). La non uniforme formazione di ghiaccio può produrre una pressione interna molto elevata (superiore alla pressione di scoppio del tubo, 120 bar) con conseguente rottura della tubazione. Tubi installati in zone in cui esiste pericolo di gelo, devono essere sufficientemente isolati oppure completamente svuotati per tempo. Scorrevolezza La superficie interna del tubo (PE-X) è praticamente liscia e risulta esente da incrostazioni di calcare e/o ruggine. Le perdite di carico sono basse e soprattutto rimangono invariate nel tempo, non potendosi formare incrostazioni sulle pareti; le spese di energia per il funzionamento delle elettropompe sono quindi ridotte e preventivabili.

DATI TECNICI Concentricità. Gli strati sono concentrici e nella fase produttiva ogni strato deve essere controllato elettronicamente in modo da garantire al 100% l’esatto spessore e la concentricità. La produzione di tubo con danneggiamenti, tipo la messa a nudo dell’alluminio, o saldatura e mandrinatura difettose, non viene consentita dall’efficace sistema di controllo. Ogni metro di tubo prodotto va registrato dal computer e gli eventuali difetti di processo eliminati. Resistenza alla corrosione Lo strato interno in PE-X deve essere inattaccabile da corrosioni; non è quindi necessario l’impiego di nessun tipo di anticorrosivo. Particolarmente resistente deve essere anche

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all’abrasione all’azione abrasiva,specialmente nelle curve, delle impurità presenti in sospensione nel fluido vettore, anche quando la velocità di scorrimento è molto elevata. La superficie non viene corrosa e non si staccano quindi particelle arrugginite o scaglie calcaree o squame di strati galvanici. Lo strato esterno in PE è un’importante protezione contro l’azione corrosiva di alcune malte cementizie, nelle quali il tubo può essere inserito, e contro possibili deterioramenti meccanici. Peso Il peso specifico dei materiali che compongono il tubo sono molto bassi (sette volte più leggero di un tubo di ferro di diametro equivalente); un rotolo da 100 m di tubo DN 16x2,25 pesa meno di 14 Kg. Ignifugicità Lo strato metallico rende il tubo difficilmente infiammabile, la combustione può comunque avvenire, sviluppando un fumo poco denso (classe 1). Insonorizzazione Sono buone anche le proprietà fonoassorbenti per i rumori causati dal funzionamento di elettropompe e dallo scorrimento del fluido. Il rivestimento in PE-X interno ed esterno attenua i suoni non assorbiti dallo strato metallico. Gamma Il tubo è usualmente disponibile in 10 diverse dimensioni da 14 a 63 mm di diametro esterno. Viene prevista la fornitura in rotoli da 25, 50 e 100 m ed in barre da 5 m. Per i diametri 14 - 16 - 20 e 26 e 32 viene prevista anche una versione con preisolamento termico. Riciclabilità Il tubo multistrato deve essere completamente riciclabile; eventuali spezzoni residui, inutilizzabili, possono venir riciclati ed impiegati per altri scopi. Durata La resistenza del materiale all’invecchiamento deve essere molto elevata; prove di laboratorio che consentono di ottenere un invecchiamento artificiale devono gararntire la durata del tubo per almeno 50 anni. Fornitura Il tubo può essere fornito in rotoli di lunghezza variabile ( 120-100-75- 60-50-25 m) nudo e/o con rivestimento isolante; può essere inoltre fornito in barre da 5 m, particolarmente indicate per installazioni a vista. Conformità Il tubo multistrato ed i relativi sistemi di connessione devono poter essere utilizzati per la distribuzione di acqua potabile in quanto conformi alle disposizioni seguenti, riguardanti la legislazione italiana: • Decreto Ministeriale 21 marzo 1973 • Decreto Ministeriale n.220 26 aprile 1993 • Circolare 102 allegato II, parte A, parte B G.V. 1978 • Legge 46/90 norme per la sicurezza degli impianti DPR n.447 del 06.12.1991 Inoltre il tubo deve corrispondere alla norma UNI 10954-1. Garanzia Il tubo ed i raccordi devono essere assicurati (10 anni) per danni eventualmente provocati da difetti di costruzione. Isolamento Alcuni diametri di tubo in rotoli, vengono anche forniti completi di preisolamento.

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Questo isolamento viene realizzato in polietilene di media densità a celle chiuse, avente una conduttività termica (certificata CSI) di 0,040 W/m°K con densità di 21,4 kg/m3. L’indice d’impermeabilià dell’isolante (certificato CSI) rilevato, ha un valor medio di μ = 11450 (rilevato su tre provini) mentre la deviazione standard μ = 614. Caratteristiche conformi alle richieste previste dalla Legge 10 e successive. L’isolante è protetto da un film in polietilene a bassa densità, resistente agli strappi. La classe di resistenza al fuoco è 1. La conduttività termica è solitamente sufficiente anche quando il tubo viene installato negli impianti di condizionamento (con funzione anticondensa).

MENSOLE, SUPPORTI ED ANCORAGGI PER TUBAZIONI Le tubazioni non correnti sottotraccia devono essere sostenute da apposito staffaggio può essere eseguito sia mediante staffe continue per fasci tubieri o mediante collari e pendini per le tubazioni singole. L’Appaltatore è tenuto a curare la progettazione e la realizzazione dei supporti delle tubazioni e degli elementi per la compensazione naturale delle dilatazioni, in accordo a quanto previsto dalla normativa EN13480-3. Le staffe o i pendini devono essere installati in modo tale che il sistema delle tubazioni sia autoportante e quindi non dipendente dalla congiunzione alle apparecchiature in alcun modo. Il mensolame deve essere in acciaio verniciato previo trattamento con due mani di antiruggine di diverso colore, o in acciaio zincato. Il mensolame esposto agli agenti atmosferici deve essere zincato e, se richiesto, ulteriormente protetto con vernice a base bituminosa. Nelle tratte diritte la distanza fra due supporti successivi non deve superare m 2,5 circa, in presenza di curve il supporto deve essere posizionato a non più di 60 cm del cambiamento di direzione, possibilmente nella tratta più lunga. Tranne qualche caso assolutamente particolare, quanto fissato a detti supporti deve essere smontabile; pertanto non sono ammesse saldature fra supporti e tubi o altri sistemi di fissaggio definitivo. Qualora sia necessario effettuare saldature, queste devono essere ricoperte con due mani di vernice antiruggine. Quando necessario i supporti devono essere di tipo scorrevole, a slitta od a rulli. Deve essere provveduto ad adeguati isolamenti, quali guarnizioni in gomma o simili, per eliminare vibrazioni e trasmissione di rumore, nonché per eliminare i ponti termici negli staffaggi delle tubazioni percorse da acqua refrigerata. E' ammesso l'uso di collari pensili purché di tipo snodato regolabili (Flamco o similare). L'assuntore dovrà sottoporre all'approvazione della D.L. i disegni dettagliati indicanti i tipi, il numero e la posizione di sospensioni, supporti ed ancoraggi che intende installare.

NOTE FINALI Tubazioni, giunzioni, curve raccordi ed organi vari facenti parte dell'impianto devono essere adatti alla pressione di esercizio dell'impianto stesso. Tutte le tubazioni (in acciaio, ghisa, rame, PVC, ecc.) prima dell'installazione devono essere corredate di una specifica dichiarazione di conformità alle prescrizioni richieste. Le tubazioni devono essere installate in modo da uniformarsi alle condizioni del fabbricato così da non interessare né le strutture, né i condotti ed in modo da non interferire con le apparecchiature installate per altri impianti. Nell'attraversamento di pavimenti, muri, soffitti, tramezze, devono essere forniti ed installati spezzoni di tubo zincato aventi un diametro sufficiente alla messa in opera della tubazione; per le tubazioni che debbono attraversare il pavimento la parte superiore dello spezzone deve sporgere 5 cm sopra la quota del pavimento finito. Il diametro del manicotto deve essere maggiore di almeno 4 centimetri al diametro esterno della tubazione (isolamento compreso). La corona circolare di circa 2 cm, così formata va riempita con amiantite pressata e resa impermeabile. Nel montaggio dei circuiti di acqua calda, fredda, refrigerata e di torre si deve avere cura di realizzare le opportune pendenze minime ammesse in relazione al fluido trasportato (comunque

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mai al disotto dello 0,2%) nel senso del moto, in modo da favorire l'uscita dell'aria dagli sfiati che devono essere previsti in tutti i punti alti dei circuiti, mentre nei punti bassi devono essere previsti dispositivi di spurgo e scarico. Sfiati e scarichi devono essere convogliati ad imbuti di raccolta collegati alla fognatura completi di rete antitopo. Per la formazione degli scarichi soggetti al bagnasciuga si adottano tubazioni zincate con raccorderie zincate, o se richiesto, in acciaio inossidabile. Alla fine del montaggio tubazioni, mensolame, tiranti, ecc. devono essere spazzolati esternamente con cura, prima di essere verniciati previo trattamento con due mani di antiruggine bicolore ed una mano di vernice a finire (se specificatamente richiesta), da eseguirsi dopo il collaudo preliminare o su autorizzazione della D.L.. Anche tutti i macchinari e le saracinesche in ghisa devono essere forniti completamente verniciati. Eventuali ritocchi a fine lavori, per consegnare gli impianti in perfetto stato, devono essere effettuati dall'Appaltatore. Alla fine del montaggio, le reti devono essere pulite con soffiaggio mediante aria compressa e con lavaggio prolungato, previo accordo con la D.L.. Le tubazioni devono essere date complete di tutti gli accessori, collettori, valvole di intercettazione, di ritegno, ecc. atte a garantire il razionale funzionamento degli impianti. Tutti i collettori devono avere coperchi bombati ed essere di diametro minimo pari a 1,25 volte il diametro della massima diramazione. Per i collettori zincati la zincatura deve essere fatta a caldo dopo la lavorazione. Su tutte le tubazioni in PVC, PVC pesante, polietilene alta densità, polipropilene, devono essere previsti dei manicotti di dilatazione.

ART.10 ISOLAMENTO DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE DEL CALORE NEGLI IMPIANTI TERMICI

CENTRALE E RETI DI DISTRIBUZIONE Il presente paragrafo fa riferimento alle isolazioni delle reti di distribuzione principali (tavole da IMT-0303 a IMT-0308) ed a quelle della centrale termica. Per le tratte poste a valle delle sottostazioni di utenza si rimanda al paragrafo successivo. Le coibentazioni delle tubazioni nere in dell’acqua calda e di quelle zincate per l’acqua calda sanitaria realizzate all’interno della centrale termica verranno eseguite con coppelle in lana di roccia, avente densità minima di 90 kg/m3, lambda<0,039 (40°C) e protette esternamente con lamierino di alluminio da 6/10 di mm. Gli spessori di isolante dovranno rispettare i limiti inferiori imposti nella seguente tabella.

DN15 30 mm

DN20 30 mm

DN25 30 mm

DN32 40 mm

DN40 40 mm

DN50 50 mm

DN65 50 mm

DN80 60 mm

DN100 60 mm

DN125 60 mm

DN150 60 mm

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DN200 60 mm

DN250 60 mm

DN300 60 mm

Tabella: Spessori coppelle lana di roccia

Le tubazioni dell’acqua fredda verranno invece coibentate con coppelle in polistirolo espanso, con densità minima di 25 kg/m3, lambda < 0,036 (a 10°C) e rivestimento protettivo esterno in lamierino di alluminio da 6/10 di mm. In tal caso lo spessore dell’isolante sarà non inferiore a 25 mm e dovrà essere realizzata una opportuna barriera al vapore con fogli di alluminio. Le reti principali verranno coibentate con analoghi materiali e spessori, ma la protezione verrà realizzata con foglio in PVC. In corrispondenza degli attraversamenti di strutture che delimitano compartimenti antincendio, dovrà essere ripristinata la compartimentazione con materiali di riempimento della corona circolare attorno al tubo specifici e certificati. Quest’ultima attività si intende compensata con i prezzi delle coibentazioni. Per le modalità di osa si rimanda ai paragrafi seguenti.

ISOLAMENTO DELLE TUBAZIONI DEGLI IMPIANTI TERMINALI A valle delle sottostazioni di utenza, gli spessori di isolamento delle tubazioni convoglianti fluidi caldi andranno calcolati come di seguito riportato. Le tubazioni delle reti di distribuzione dei fluidi caldi in fase liquida o vapore degli impianti termici devono essere coibentate con materiale isolante il cui spessore minimo è fissato dalle seguenti tabelle in funzione del diametro della tubazione espresso in mm e della conduttività termica utile del materiale isolante espressa in W/m°C alla temperatura di 40°C. TAB 1

Conduttività termica utile dell'isolante (W/m°C)

Diametro esterno della tubazione (mm)

<20 da 20 a 39

da 40 a 59

da 60 a 79

da 80 a 99

> 100

0,030 13 19 26 33 37 40

0,032 14 21 29 36 40 44

0,034 15 23 31 39 44 48

0,036 17 25 34 43 47 52

0,038 18 28 37 46 51 56

0,040 20 30 40 50 55 60

0,042 22 32 43 54 59 64

0,044 24 35 46 58 63 69

0,046 26 38 50 62 68 74

0,048 28 41 54 66 72 79

0,050 30 44 58 71 77 84

Per valori di conduttività termica utile dell'isolante differenti da quelli indicati in tabella 1, i valori minimi dello spessore del materiale isolante sono ricavati per interpolazione lineare dei dati riportati nella tabella 1 stessa.

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I montanti verticali delle tubazioni devono essere posti al di qua dell'isolamento termico dell'involucro edilizio, verso l'interno del fabbricato ed in relativi spessori minimi dell'isolamento che risultano dalla tabella 1, vanno moltiplicati per 0,5. Per tubazioni correnti entro strutture non affacciate né all'esterno né su locali non riscaldati gli spessori di cui alla tabella 1, vanno moltiplicati per 0,3. TAB 2

Gli spessori di isolazione delle tubazioni dovranno essere conformi ad entrambe le normative sopra riportate. Soprattutto per tubazioni correnti entro strutture non affacciate né all’ esterno né su locali non riscaldati sembra prevalere il limite imposto dalla tabella 6.8.3 qui riportata.

SPESSORI DI ISOLAMENTO DEI CANALI I canali dell'aria calda per la climatizzazione invernale posti in ambienti non riscaldati devono essere coibentati con uno spessore di isolante non inferiore agli spessori indicati nella tabella 1 per tubazioni di diametro esterno da 20 a 39 mm. Qualora, negli altri elaborati di gara, siano previsti spessori superiori rispetto a quelli minimi di legge, dovranno essere adottati gli spessori maggiorati. In ogni caso gli spessori sono relativi al solo materiale isolante, escludendo eventuali impermeabilizzazioni, protezioni esterne e simili.

SPESSORI DI ISOLAMENTO DELLE TUBAZIONI CONVOGLIANTI FLUIDI FREDDI Se non diversamente indicato negli altri elaborati di gara, gli spessori dell'isolamento delle tubazioni convoglianti acqua fredda (da acquedotto o simili) sono i seguenti: - 20 mm nel caso di isolamento con coppelle - 13 mm nel caso di isolamento con guaine a cellule chiuse. In ogni caso gli spessori sono relativi al solo materiale isolante, escludendo eventuali impermeabilizzazioni, protezioni esterne e simili.

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TECNOLOGIE DI POSA La posa delle coppelle va eseguita a giunti sfalsati. Sulle tubazioni convoglianti acqua calda o vapore le coppelle vanno legate con filo di ferro zincato. Sulle tubazioni convoglianti acqua fredda o refrigerata le coppelle vanno legate con filo di ferro zincato ed i giunti stuccati con mastice di emulsione bituminosa. Le guaine isolanti vanno poste in opera, dove possibile, infilandole sulla tubazione dall'estremità libera e facendole quindi scorrere sul tubo stesso. Nel caso in cui la posa in opera sopradescritta non sia possibile, si devono tagliare le guaine longitudinalmente, applicarle sulle tubazioni e saldare i due bordi. A giunzioni effettuate (sia trasversali che longitudinali) deve essere applicato sulle stesse del nastro adesivo. I collanti, i nastri adesivi e qualsiasi altro materiale accessorio devono essere quelli raccomandati o quelli forniti dalla medesima casa costruttrice del materiale isolante. Può essere richiesto di avvolgere le coppelle, a legatura avvenuta, con materiali di vario tipo come cartone ondulato, cartonfeltro bitumato, carta crespata politenata e simili. Per le tubazioni convoglianti acqua fredda o refrigerata, ad esclusione di quelle isolate con guaine a cellule chiuse, deve essere realizzata una efficace barriera al vapore. Questa deve essere ben aderente all'isolamento e deve presentare soluzioni di continuità. Tale barriera può essere realizzata con cartonfeltro bitumato dal peso non inferiore a 500 g/m2 oppure con guaine di PVC termosaldate. E' ammesso realizzare la barriera vapore mediante applicazione, sulle coppelle di uno strato di emulsione bituminosa (almeno due mani) armata con fibra di vetro. Le tubazioni esposte agli agenti atmosferici o posate in luoghi particolarmente umidi (cunicoli e simili), vanno adeguatamente protette con strato impermeabilizzante posato al di sopra dell'isolamento termico. Tale strato può essere realizzato mediante avvolgimento con benda di mussolina catramata che deve avere lo spessore minimo di mm 5, oppure mediante l'impiego di PVC termosaldato di spessore non inferiore a mm 3, oppure ancora mediante benda mussolina e spalmatura di emulsione bituminosa ripetendo l'operazione due volte. Il rivestimento protettivo esterno deve essere adeguato al tipo di posa per conferire all'insieme dell'isolamento la necessaria robustezza meccanica. Se è richiesta la protezione con lamierino metallico (rame, acciaio inossidabile, alluminio) questo deve avere lo spessore minimo di 0,6 mm ed essere bordato, e debitamente calandrato e sagomato in modo da ben adattarsi alle superfici sottostanti. Tutte le connessioni longitudinali vanno sovrapposte e graffate a maschio e femmina e fissate con viti autofilettanti in acciaio inossidabile. Connessioni trasversali sovrapposte di almeno 25 mm pure fissate con viti autofilettanti in acciaio inossidabile. Ove si presentino attacchi e sporgenze il rivestimento in lamierino va tagliato a sagoma e l'attacco protetto da mascherina metallica. Il rivestimento con lamierino deve essere reso impermeabile inserendo nelle giunzioni longitudinali e trasversali, delle paste adesive del tipo permanentemente elastico (per es.: sigillante siliconico). Se la protezione finale è in PVC, questa deve essere realizzata mediante posa, al di sopra dell'isolante termico, di un foglio autoavvolgente in PVC avente lo spessore minimo di mm 0,35, fissato con chiodi in plastica. Le testate vanno protette con mascherine di alluminio. L'impermeabilizzazione della protezione esterna va eseguita con paste adesive di tipo permanentemente elastico come detto. Se non diversamente indicato, saracinesche, valvole, ecc. delle reti acqua refrigerata, vapore, acqua surriscaldata, acqua fredda (per quest'ultima limitatamente all'installazione in centrali e sottocentrali), devono essere isolate con spessore dell'isolamento non inferiore a quello dei tubi che sono collegati ad esse. L'isolamento termico di dette componenti va protetto con scatole metalliche opportunamente sagomate apribili mediante clips. Eventuali vuoti tra il materiale isolante incollato alle scatole e flange o valvole, vanno riempiti di fibra minerale sciolta, perfettamente costipata. In corrispondenza delle flangiature l'isolamento termico va interrotto per una lunghezza tale da consentire la posa dei bulloni (almeno 70 mm); il giunto va protetto con opportuna scatola. Tutte le testate vanno protette con lamierini sagomati di opportuno spessore.

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Nel caso di protezione esterna in lamierino metallico, per le tratte di una certa lunghezza (indicativamente 10�20 m, comunque in funzione della temperatura del fluido) vanno realizzati giunti di dilatazione di tipo telescopico per evitare deformazioni alla protezione stessa. Il rivestimento isolante e l'eventuale barriera al vapore devono essere continui e cioè senza interruzioni in corrispondenza degli appoggi. Gli appoggi devono essere realizzati mediante interposizione di materiali avente funzione di taglio termico, quali: - poliuretano ad alta densità - vetro cellulare espanso - doghe di legno duro trattato con olio di antracene - supporti particolari forniti dal produttore dell'isolante termico. Tale accorgimento deve essere adottato anche per passaggi attraverso pareti, solette, ecc.. Per piccoli diametri e per brevi tratte (es.: collegamento terminali di ventilconvettori e relativo valvolame) è consentito l'uso di nastro anticondensa. L'isolamento termico deve essere eseguito curando anche l'aspetto estetico, ossia realizzando una buona cilindratura esterna, curando particolarmente la finitura dei pezzi speciali delle testate e simili. L'isolamento termico dei serbatoi, degli scambiatori, vasi di espansione, separatori e componenti varie di una certa grandezza va eseguito con le stesse tecnologie sopra previste ma ricorrendo a spessori e densità maggiori del coibente e a spessori maggiori dei materiali usati per la protezione. Inoltre ogni 10 m devono essere dipinte delle frecce, lunghe 30 cm indicanti il senso di percorrenza del fluido. L'identificazione di più circuiti utilizzanti fluido ad eguali condizioni deve essere fatta con i relativi colori e con l'aggiunta di un numero romano. Le tabelle dell'identificazione devono essere messe sotto vetro nelle centrali. Devono essere effettuati eventuali ritocchi a fine lavori, per consegnare gli impianti in perfetto stato.

VALVOLAME E COMPONENTI VARI

NOTE GENERALI Tutte le valvole, saracinesche, rubinetti e componenti vari devono essere adatti alle pressioni e temperature di esercizio nonché alla natura del fluido convogliato. Qualora il diametro nominale del valvolame sia espresso in millimetri, gli attacchi si intendono flangiati; con diametro nominale espresso in pollici, gli attacchi si intendono filettati. Tutto il materiale flangiato si intende completo di controflange, bulloni e guarnizioni.

SARACINESCHE Saracinesche in bronzo Sono normalmente usate come organi di intercettazione per le reti acqua fredda, calda, refrigerata. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - corpo in bronzo - cuneo, asta, sede di tenuta in ottone - volantino in lamiera stampata - tenuta sull'asta a baderna esente da amianto - attacchi a manicotto filettati gas femmina - temperatura max d'esercizio 120°C(130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto) Se espressamente richiesto, devono avere pressione nominale PN 16. 13.2.2. Saracinesche in ghisa Sono normalmente usate come organi di intercettazione per le reti acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10

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- corpo piatto - corpo, cuneo, cappello e volantino in ghisa - asta in acciaio inox - tipo esente da manutenzione con tenuta dell'asta con anelli O-Ring - tenuta in chiusura tramite cuneo gommato - vite interna - attacchi flangiati unificati - temperatura max d'esercizio 120°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto). Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive, tra loro variamente combinate, tra cui: - pressione nominale PN 16 - corpo ovale - presenza del premistoppa in ghisa e assenza degli anelli O-Ring - asta e sedi di tenuta in ottone - cuneo non gommato - vite esterna, con cavalletto in ghisa. Nel caso di installazione sottosuolo può essere richiesta l'adozione dei seguenti accessori: - chiusino stradale in ghisa - asta di prolunga da 1 fino a 1,5 metri - copriasta - giunto a snodo e cappellotto.

VALVOLE A SFERA Sono normalmente usate come organi di intercettazione per le reti di acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata e, in opportuna versione, per reti gas. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - passaggio totale - pressione nominale PN 16 - corpo in ottone - sfera in ottone cromato - guarnizione di tenuta sulla sfera in PTFE - leva di comando in lega d'alluminio, plastificata, con boccola distanziatrice ove sia richiesta la coibentazione; - attacchi a manicotto filettati gas femmina - temperatura max d'esercizio 100°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto). Nel caso di impiego per reti gas, sull'asta va prevista la tenuta con anelli O-Ring in VITON. Se espressamente richiesto, devono essere adottati attacchi flangiati unificati.

VALVOLE A FARFALLA Sono normalmente usate come organi di intercettazione per le reti di acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata e, in opportuna versione, per reti gas. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - tipo wafer - corpo e farfalla in ghisa - guarnizione di tenuta in EPDM - albero e sede di tenuta in acciaio inox - comando a leva, con dispositivo di bloccaggio ed indice di apertura - temperatura max d'esercizio 120°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto). Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive, tra loro variamente combinate, tra cui: - pressione nominale PN 16 - tipo wafer semilug (possibilità di montaggio su singola flangia e distacco delle tubazioni a monte o a valle senza svuotare l'impianto)

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- Corpo e farfalla in ghisa sferoidale - comando tramite volantino e demoltiplicatore ad ingranaggi. Nel caso di impiego per reti gas, la guarnizione di tenuta è in NBR.

VALVOLE A FLUSSO AVVIATO Sono normalmente usate come organi di intercettazione e taratura per reti di acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata, surriscaldata, nonché come organi di intercettazione per reti vapore. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 16 - corpo e coperchio in ghisa - albero e sedi di tenuta in acciaio inox - tipo esente da manutenzione, con soffietto di tenuta in acciaio inox - primistoppa di sicurezza - tappo con tenuta in PTFE (versione per sola intercettazione) - otturatore sagomato con guarnizione in EPDM (versione per taratura) - indicatore di apertura con dispositivo di bloccaggio (versione per taratura) - attacchi flangiati unificati - temperatura max d'esercizio 220°C (versione per la sola intercettazione) con mantenimento della PN 16, o 130°C (versione per taratura). Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive quali: - corpo e coperchio in ghisa sferoidale - pressione nominale PN 25 (a 120°C) e PN 20 a 200°C 13.2.6. Valvole a sede inclinata Sono normalmente usate come organi di intercettazione e taratura per reti di acqua fredda, calda, refrigerata, glicolata. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 16 - corpo valvola in bronzo - sede inclinata con anello di tenuta otturatore in teflon - otturatore con profilo atto ad una regolazione progressiva ed accurata - dispositivo di preregolazione - prese piezometriche per il rilievo della pressione differenziale, con anelli O-Ring in EPDM - attacchi a manicotto filettati gas femmina - attacco filettato per lo scarico - temperatura max d'esercizio 120°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto). Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive, tra loro variamente combinate, tra cui: - corpo valvola in ghisa - sede inclinata con tenuta in PTFE - attacchi a flangia unificati - assenza dell'attacco filettato per lo scarico.

VALVOLE DI RITEGNO 13.3.1. Valvole di ritegno a disco Sono il tipo da usare normalmente, salvo specifiche richieste alternative contenute negli altri elaborati. Caratteristiche costruttive, salvo particolari prescrizioni: - pressione nominale PN 16 - corpo in ottone o in ghisa per diametri superiori al DN 100 - otturatore a disco i acciaio inox o a cono in ghisa per diametri superiori al DN 100; - molla in acciaio inox - superfici di tenuta sul corpo e sull'otturatore lappate - tenuta morbida in EPDM, per esercizio fino a 120°C, oppure in VITON fino a 200°C

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- attacchi filettati nel caso di designazione del DN in pollici, oppure tipo wafer nel caso di designazione in millimetri - temperatura max d'esercizio 120°C oppure 200°C a seconda del tipo di tenuta.

VALVOLE DI RITEGNO A CLAPET Sono da usare solo se espressamente richiesto negli altri elaborati. Caratteristiche costruttive ove sia richiesta l'esecuzione in bronzo e salvo particolari prescrizioni: - pressione nominale PN 10 - corpo in ottone - battente n gomma dura - attacchi a manicotto filettati femmina - temperatura max d'esercizio 100°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto) Caratteristiche costruttive ove sia richiesta l'esecuzione in ghisa e salvo particolari prescrizioni: - pressione nominale PN 16 - corpo, coperchio e battente in ghisa - sede di tenuta del corpo in ottone o bronzo - anello di tenuta in gomma dura - attacchi flangiati unificati - temperatura max d'esercizio 100°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto).

VALVOLE DI RITEGNO A FLUSSO AVVIATO Sono da usare solo se espressamente richiesto negli altri elaborati. Caratteristiche costruttive salvo particolari prescrizioni: - corpo e coperchio in ghisa - sede del corpo e tappo in acciaio inox - molla in acciaio armonico - attacchi flangiati unificati - temperatura max d'esercizio 120°CD (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto).

FILTRI Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 16 - tipo ad Y - qualora sia richiesta l'esecuzione flangiata, il corpo ed il coperchio sono in ghisa - qualora sia richiesta l'esecuzione filettata, corpo e tappo sono in bronzo - cestello filtrante estraibile in lamierino di acciaio inox 18/8 - temperatura max d'esercizio 300°C se l'esecuzione è in ghisa e 120°Cse in bronzo

RUBINETTI A MASCHIO Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicate negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - tipo a 2 o, se richiesto, a 3 vie - qualora sia richiesta l'esecuzione flangiata, sono in ghisa con maschio in bronzo - qualora sia richiesta l'esecuzione filettata, sono completamente in bronzo - tipo con premistoppa e vite spingimaschio se in ghisa o con premistoppa a calotta se in bronzo - temperatura max d'esercizio a 120°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto).

GIUNTI ANTIVIBRANTI Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - corpo di gomma, cilindrico, in materiale di caucciù, elastico vulcanizzato, contenuto tra flange di acciaio - temperatura max d'esercizio 100°C (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto).

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Solo se espressamente richiesto negli altri elaborati, possono essere adottate varianti costruttive, tra cui: - tipo con soffietto di acciaio legato e flange in gomma EPDM rinforzate con metallo, con gomma isolante tra soffietto e flange, temperatura max d'esercizio 140°C, PN 10 - tipo con canotto ad ondulazione sferica, in gomma rinforzata con fibre sintetiche, superficie esterna resistente all'invecchiamento, temperatura max d'esercizio 90°C, attacchi flangiati o filettati, PN 16

COMPENSATORI DELLE DILATAZIONI Vanno adottati qualora le dilatazioni delle tubazioni non possano essere assorbite dalle curve o da configurazioni del tipo a lira. Le spinte vanno scaricate sui punti fissi, con guide intermedie per permettere solo movimenti assiali ed impedire flessioni o disassamenti. Il posizionamento dei punti fissi va concordato con la D.L., previa notifica delle sollecitazioni trasmesse alle strutture. Caratteristiche costruttive dei compensatori di dilatazione, se no diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 16 - tipo a soffietto a pareti ondulate multiple in acciaio inox AISI321 - movimento totale in funzione delle esigenze - attacchi a flangia unificati - temperatura max d'esercizio 300°C. Solo su espressa richiesta può essere utilizzato il tipo con: - canotto ad ondulazione sferica, in gomma rinforzata con fibre sintetiche e superficie esterna resistente all'invecchiamento - attacchi unificati flangiati o filettati - pressione d'esercizio PN 16 - temperatura max d'esercizio 90 (130°C per circuiti aventi tale temperatura di progetto)°C.

VALVOLE E DETENTORI PER CORPI SCALDANTI

VALVOLE MANUALI CON PREREGOLAZIONE MICROMETRICA Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - Esecuzione in ottone cromato - tipo a via diritta o a squadra - attacchi con filetto femmina o maschio - con dispositivo di preregolazione micrometrica - tenuta con premistoppa in PTFE ed anello O-Ring sull'asta - manopola in materiale plastico - temperatura max d'esercizio 110°C

VALVOLE TERMOSTATICHE Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - esecuzione in ottone cromato - tipo a via diritta o a squadra - attacchi con filetto femmina o maschio tenuta con premistoppa in PTFE ed anello O-Ring sull'asta - comando termostatico con elemento sensibile a liquido, incorporato, manopola in resina - costruzione robusta, protetta contro urti accidentali - campo di temperatura 8/26°C, con intervento antigelo - temperatura max d'esercizio 110°C

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DETENTORI Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - esecuzione in ottone cromato - tipo a via diritta o a squadra - attacchi con filetto femmina o maschio - tenuta con premistoppa in PTFE ad anello O-Ring sull'asta - cappuccio in materiale plastico - temperatura max d'esercizio 110°C.

VALVOLE MANUALI DI SFIATO ARIA Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - pressione nominale PN 10 - esecuzione cromata - filetto a tenuta in teflon - volantino in resina - temperatura max d'esercizio 110°C

VALVOLE DI SFIATO ARIA Vanno previste nei punti alti delle reti ed n genere ovunque vi possa essere formazione di sacche d'aria. Per facilitare la separazione, possono essere corredate di proprio separatore. Qualora non conteggiate, si intendono comprese negli oneri di fornitura e posa in opera delle tubazioni. Caratteristiche costruttive, se non diversamente indicato negli altri elaborati: - esecuzione completamente metallica - tipo automatico a galleggiante, con rubinetto manuale di intercettazione - tappo igroscopico di sicurezza - anello O-Ring di tenuta tra corpo e coperchio onde consentire l'ispezionabilità.

BARILOTTI DI SFIATO I barilotti di sfiato aria devono essere in tubo nero trafilato � 2", lunghezza 30 cm con attacchi � 3/8", completi di valvolina di sfiato automatico tipo "Jolly".

GRUPPI DI SCARICO I gruppi di scarico reti e di sfiato aria, se montati all'esterno, devono essere racchiusi in apposita scatola in doppia lamiera con interposta lana minerale dello spessore di 50 mm.

BARILOTTI ANTICOLPO D'ARIETE. Se non diversamente specificato, i barilotti anticolpo d'ariete devono essere costituiti da un tubo in acciaio zincato � 2" con attacchi � 1/2" filettati da installarsi al termine delle diramazioni principali.

GRUPPI DI DRENAGGIO I gruppi di drenaggio per reti di vapore devono essere costituiti da: scaricatore di condensa, filtro a cestello, indicatore di passaggio e tra valvole di intercettazione e by-pass.

MANOMETRI AD IDROMETRI I manometri e gli idrometri devono essere in scatola cromata a bagno di glicerina, � minimo 80 mm, del tipo a tubo di Bourdon, ritarabile. La pressione di fondo scala deve essere compresa fra 1,5 e 2 volte il valore previsto per la grandezza da misurare.

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Gli apparecchi devono essere completi di rubinetto a tre vie con flangetta di controllo e ricciolo antivibrante o di rubinetto tipo semplice. Ricciolo e rubinetto in rame. 13.9.7. Termometri I termometri devono essere a quadrante a dilatazione di mercurio con scatola cromata � minimo 80 mm. Devono avere i seguenti campi: - 0° 120°C per l'acqua calda - -10°C 40°C per l'acqua refrigerata - 0° 80°C per l'acqua di torre - 0° 200°C per l'acqua surriscaldata e vapore. Devono consentire la lettura elle temperature con la precisione di 0,5°C per l'acqua fredda e di 1°C per gli altri fluidi.

TARGHETTE INDICATRICI Tutte le apparecchiature ed i relativi componenti singoli (caldaie, gruppi frigoriferi, torri evaporative, elettropompe, scambiatori di calore, unità centrali e terminali di trattamento aria, serrande, sistemi di regolazione, valvole, ecc.) devono essere identificati con opportune targhette. Su tutte le tubazioni che fanno capo ai collettori vanno previste targhette fissate su piastrine complete di tondino a saldare sui tubi stessi. Le targhette, ben visibili ad occhio nudo ad una distanza di 3 m, devono essere in alluminio o plastica rigida, con diciture incise da definire con la D.L.. Il fissaggio deve essere fatto con viti. Non sono ammesse targhette autoadesive di alcun genere. 13.9.9. Scambiatori di calore La superficie di scambio o pacco a piastre sarà costituita da lamiere metalliche in acciaio inox corrugate e sovrapposte in modo da formare dei canali per lo scorrimento dei fluidi. Le piastre saranno contenute da un telaio costituito da una testata fissa ed una mobile e da due barre per l’allineamento e il supporto delle piastre stesse, gli attacchi saranno filettati o flangiati. Ogni piastra è dotata di una guarnizione periferica in materiale di gomma elastomera, quindi Nitrile, Butile resinato ed Etilene propilene, ed una doppia guarnizione attorno ai fori non interessati dai fluidi, le guarnizioni non dovranno essere di tipo incollato per una facile manutenzione. La pressione massima di esercizio deve essere di 10 o 16 bar (PN 10 – PN 16).

ART.11 VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI

A discrezione della D.L. e dalla Commissioning Authority, figura prevista dal protocollo Leed, possono essere eseguite in corso d'opera tutte quelle verifiche tecniche e pratiche ritenute opportune. Si intendono per verifiche e prove preliminari tutte quelle operazioni atte a rendere l'impianto perfettamente funzionante, compreso il bilanciamento dei circuiti d'acqua, il bilanciamento delle distribuzioni dell'aria e relativa taratura, la taratura delle regolazioni, ecc., il funzionamento delle apparecchiature alle condizioni previste. Le verifiche e le prove preliminari di cui in appresso, si devono in ogni caso effettuare durante l'esecuzione delle opere ed in modo che esse risultino completate prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori: a) verifica preliminare intesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente gli impianti quantitativamente e qualitativamente corrisponda alle prescrizioni contrattuali e che la posa in opera ed il montaggio di tubazioni, canalizzazioni, macchine, apparecchiature, prese ed ogni altro componente dell'impianto sia corretto. Per le tubazioni che corrono in cavedi chiusi od in tracce le prove devono essere eseguite prima della chiusura. E' inteso che le prove siano eseguite prima della posa dell'eventuale isolamento. b) prova idraulica a freddo con tubazioni ancora in vista e prima che si proceda a verniciature e coibentazioni; la prova deve essere fatta, se possibile, mano a mano che si esegue l'impianto, ed in ogni caso ad impianto ultimato, prima di effettuare le prove di cui alle seguenti lettere c) e d), ad

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una pressione di 1,5 volte superiore a quella corrispondente alla pressione massima di esercizio (ma comunque non inferiore a 6 bar), e mantenendo tale pressione per ore 24 (ventiquattro). Tutte le tubazioni in prova, complete di valvole rubinetti o altri organi di intercettazione mantenuti in posizione "aperta", devono avere le estremità chiuse con tappi a vite o flange, in modo da costituire un circuito chiuso; dopo aver riempito il circuito stesso, si sottopone a pressione la rete o parte di essa a mezzo di una pompa idraulica munita di manometro, inserita in un punto qualunque del circuito. Si ritiene positivo l'esito della prova quando non si verifichino fughe o deformazioni permanenti. c) prova preliminare di circolazione, tenuta e dilatazione con fluidi scaldanti e raffreddanti, per controllare gli effetti della dilatazione nelle condutture dell'impianto, portando la temperatura nelle apparecchiature di trasformazione ai valori previsti e mantenendola per tutto il tempo necessario per l'accurata ispezione di tutto il complesso delle condutture e dei corpi scaldanti o refrigeranti. L'ispezione si deve iniziare quando la rete e le apparecchiature di trasformazione abbiano raggiunto lo stato di regime. Si ritiene positivo il risultato delle prove quando in tutte indistintamente le apparecchiature l'acqua arrivi alla temperatura stabilita, quando le dilatazioni non abbiano dato luogo a fughe o deformazioni permanenti e quando il vasi di espansione contengano a sufficienza tutte le variazioni di volume dell'acqua dell'impianto. d) per la parte di impianto a condizionamento di aria invernale o estivo, due prove della circolazione dell'acqua (dopo effettuata quella di cui alla precedente lettera c), in corrispondenza della temperatura interna massima (viceversa nel caso estivo). Si ritiene positivo l'esito delle prove quando in tutte indistintamente le bocchette d'immissione dell'aria negli ambienti si raggiunga la temperatura ed il grado igrometrico previsti in progetto. e) prova preliminare della distribuzione dell'aria onde verificare la tenuta elle canalizzazioni, le condizioni termoigrometriche e le portate. Saranno verificate inoltre le portate delle bocchette di mandata, di ripresa e dei diffusori. Si dovrà procedere, ove necessario, alle tarature dell'impianto. f) prova di funzionamento delle unità di trattamento aria e dei ventilatori per un periodo sufficiente onde consentire il bilanciamento dell'impianto e l'eliminazione di sporcizia e polvere all'interno dei canali e delle apparecchiature. Per questo periodo saranno impiegati filtri provvisori che si intendono a carico dell'Appaltatore. Tale operazione avverrà generalmente prima della posa di diffusori e bocchette. g) una prova di tutte le apparecchiature soggette a verifiche da parte dell'I.N.A.I.L. (ex I.S.P.E.S.L., A.N.C.C. ed E.N.P.I.); l'esito si ritiene positivo quando corrisponde alle prescrizioni dell'Ente citato. h) per la rete pneumatica devono essere fatte prove di tenuta de di funzionamento. Le prove di tenuta devono essere fatte con una pressione di 30 p.s.i., mantenuta per un periodo di 8 ore, con diminuzione di pressione non superiore al 5%. i) per tutti i sistemi di regolazione si deve verificare il buon funzionamento di tutti gli organi di regolazione e la correttezza dei collegamenti, a prescindere dalla disponibilità o meno dei fluidi riscaldanti e/o raffreddanti. Tali verifiche comprendono inoltre l'allineamento dei regolatori, il posizionamento degli indici sui valori previsti dagli schemi di regolazione, la taratura di eventuali posizionatori e quanto altro richiesto per il corretto funzionamento dell'impianto nelle condizioni reali di esercizio. l) le prove dei livelli sonori massimi ammessi nei vari locali, con lettura sul fonometro in scala A, devono esser eseguite con tutti gli impianti funzionanti. Tali livelli si intendono derivanti sia dalle apparecchiature installate all'interno, sia da quelle, sempre inerenti agli impianti, installate all'esterno dell'ambiente ove vengono fatte le misure. Tali limiti valgono inoltre in presenza di livello sono di fondo (ottenuto con misurazioni, nei medesimi locali controllati, con tutti gli impianti fermi ad ambienti senza attività) inferiore di almeno 3 dBA dei livelli ammessi. Le misure acustiche per gli uffici in genere devono essere eseguite al centro del locale per singoli ambienti, ed in 4 punti diversi per i saloni, ad un'altezza di m 1,20 del pavimento e ad una distanza in pianta di 1 m dalle sorgenti interne di rumore. Tali misure sono eseguite comunque con ambienti arredati e durante le ore diurne.

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Nei magazzini e simili le misure acustiche devono essere eseguite ad un'altezza di m 1,20 dal pavimento direttamente sotto le sorgenti di rumore (aerotermi o unità pensili). Nella scelta delle macchine e delle apparecchiature in genere, l'Appaltatore deve provvedere a tutti quegli accorgimenti necessari ad impedire la trasmissione del rumore, sia aereo che dovuto a vibrazioni, in particolare deve tener conto dei seguenti punti: - tutte le apparecchiature con parti in movimento devono essere dotate di giunti antivibranti in gomma per l'allacciamento alle rispettive tubazioni (pompe, frigoriferi, ecc.) - le unità di trattamento d'aria devono essere allacciate alle canalizzazioni tramite giunti antivibranti in tela plastificata - ogni apparecchiatura deve appoggiare su basamento e opportuni antivibranti (molle) per impedire la trasmissione delle vibrazioni alla struttura dell'edificio - le prove di rumorosità negli ambenti serviti da ventilconvettori devono essere effettuate con i relativi ventilatori funzionanti alla media velocità, indipendentemente dalle condizioni previste di impiego. Inoltre, nel caso siano stati prescritti motori a doppia polarità i ventilatori delle unità di trattamento aria, delle sezioni di ripresa e degli estrattori, vengono fatti funzionare alla velocità massima - l'installazione delle canalizzazioni di mandata, ripresa ed espulsione deve essere curata in modo da non superare i livelli di rumorosità previsti adottando dispositivi quali trappole acustiche o simili, che si rendessero necessari. Tali oneri vanno compresi nel prezzo delle canalizzazioni d'aria. m) per gli impianti idrico sanitari devono inoltre essere fatte le seguenti prove: 1) prova idraulica a freddo, come detto alla precedente lettera a), con manometro inserito a metà altezza delle colonne montanti. Per pressione massima di esercizio si intende la pressione per la quale è stato dimensionato l'impianto onde assicurare la erogazione al rubinetto più alto e più lontano con la contemporaneità prevista e con il battente residuo non inferiore a 5 m H20 2) prova di portata rete acqua fredda e calda, per accertare che l'impianto sia in grado di erogare la portata alla pressione stabilita quando sia funzionante un numero di erogazioni pari a quelle previste dai coefficienti di contemporaneità. Si devono seguire le seguenti modalità: - apertura di un numero di utenze pari a quello stabilito dal coefficiente di contemporaneità calcolato per il numero totale di apparecchi installati; - le utenze funzionanti devono essere distribuite a partire dalle colonne più sfavorite (scelte in rapporto alla distanza ed al numero di apparecchi serviti), in maniera tale che ciascun tronco del collettore orizzontale alimenti il numero di apparecchi previsto dalla contemporaneità. Nelle condizioni suddette si deve verificare che la portata alle utenze più sfavorite sia almeno quella prescritta, e che la portata totale misurata all'organo erogatore non sia inferiore alla portata prevista, in rapporto alle utenze funzionanti. La prova potrà essere ripetuta distribuendo le utenze in modo da verificare il corretto dimensionamento delle varie colonne montanti, sempre nelle condizioni di contemporaneità previste. 3) verifica della circolazione della rete acqua calda, per misurare il volume di acqua erogato prima dell'arrivo dell'acqua calda; la prova deve essere eseguita tenendo in funzione la sola utenza più sfavorita, e sarà considerata positiva se il volume di acqua erogata prima dell'arrivo dell'acqua calda sarà inferiore a 1,2. 4) prova di efficienza della ventilazione delle reti di scarico, controllando la tenuta dei sifoni degli apparecchi gravanti sulle colonne da provare, quando venga fatto scaricare contemporaneamente un numero di apparecchi pari a quello stabilito dalla contemporaneità m) per tutti gli impianti e per tutti i sistemi di automazione-supervisione, le prove descritte nella relazione tecnica specialistica delle opere meccaniche.

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Le verifiche e le prove preliminari di cui sopra devono essere eseguite dalla D.L. in contraddittorio con l'Appaltatore; dei risultati ottenuti si deve compilare di volta in volta regolare verbale. Dette verifiche potranno comprendere oltre le parti in vista, anche quelle sepolte e nascoste e sarà dunque obbligo dell'Appaltatore scoprire quelle parti di lavoro che fossero indicate, senza diritto ad alcun compenso per i lavori di scoprimento e di conseguente ripristino.

ART.12 CAMINI

CAMINI PREFABBRICATI Tutti i prodotti e/o materiali impiegati, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio. Tali camini devono essere costituiti da elementi strutturali modulari prefabbricati a doppia parete, essere adatti a qualsiasi tipo di combustibile (solido-liquido-gassoso) e rispettare tutte le normative di carattere meccanico e termico con particolare riguardo alle seguenti: - L. 13/07/1966 n° 615 (antismog) - D.P.R. n° 1391 del 22/12/1970 (regolamento esecuzione L. 615) - L. 06/12/1971 n° 1083 (sicurezza gas combustibile) Le sezioni di camino a doppia parete devono essere costituite da un involucro esterno (carcassa) in acciaio inossidabile serie 300 e da una parete interna dello stesso materiale (canna fumaria). La lunghezza di ciascuna sezione non deve essere superiore a 2 m. L'intercapedine fra la carcassa e la canna fumaria, di spessore adeguato alla specifica installazione e comunque non inferiore a mm 75, deve essere riempito di lana minerale o di altro idoneo coibente e caratteristiche stabili nel tempo che assicuri l'isolamento termico. La carcassa deve svolgere funzioni portanti ad assicurare la protezione del camino dagli agenti atmosferici; la canna fumaria, libera di dilatarsi rispetto alla carcassa senza compromettere l'isolamento e le giunzioni, deve presentare ottima resistenza agli agenti corrosivi presenti nei fumi. Tutte le giunzioni devono essere protette con speciali fascette profilate, pure in acciaio inossidabile, che assicurino il bloccaggio delle giunzioni. Il camino deve essere completo di tutti gli accessori aventi tecnologia conforme al camino stesso, quali: - supporti di base ed intermedi, piastra e fascette di ancoraggio, raccordi, adattatori, sezioni regolabili, coni, cappello, faldale, camere di ispezione con portello per strumentazioni di misura e simili. Il camino deve avere sezione adeguata per la corretta evacuazione dei fumi e resistere a temperature ben superiori a quelle di esercizio. Qualora specificato deve essere fornita l'eventuale tiranteria o tracciatura di sostegno opportunamente dimensionata a conferire al camino la necessaria resistenza meccanica richiesta da ogni specifica installazione. Devono essere forniti, sempre se richiesto, camini con triplice parete con intercapedine d'aria e camini con carcassa in rame.

RACCORDO CALDAIA-CAMINO Il raccordo caldaia-camino deve essere costruito in lamiera di ferro nero, di spessore pari a 1/100 del diametro del raccordo e comunque non inferiore a 4 mm; nel caso il raccordo abbia sezione rettangolare lo spessore è valutato considerando il diametro dell'equivalente sezione circolare. Il raccordo va suddiviso in tronchi di lunghezza variabile in funzione del peso e comunque non superiore ai 2 metri; i tronchi vanno collegati tra loro mediante giunti a flangia con interposta guarnizione di amianto. Deve essere assicurata la perfetta tenuta dei giunti.

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Il raccordo deve essere provvisto di portelli d'ispezione e pulizia ad ogni cambiamento di direzione e comunque a distanza non superiore ai 10 metri. I portelli devono essere costituiti da doppia parete in lamiera, muniti di guarnizione in amianto a perfetta tenuta. Il raccordo dovrà avere una pendenza minima del 5%, ed essere isolato con materassino di lana di roccia di spessore tale da garantire una caduta di temperatura dei fumi non superiore a 1°C per ogni metro; il materassino va legato con filo di ferro zincato e rivestito con lamierino metallico. Lo stesso isolamento vale per i portelli d'ispezione e pulizia. Il raccordo caldaia-camino deve essere provvisto di fori per il prelievo fumi secondo le prescrizioni di legge. I raccordi al camino del generatore a biomassa andranno dovrà essere dimensionato e garantito dal costruttore del generatore, in modo che risponda ai requisiti di resistenza meccanica ai valori di depressione ordinari e straordinari ed alla corrosione per la formazione di condensa.

CAPO 6 NORME TECNICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI ELETTRICI

ART.1 QUALITA' E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

GENERALITÀ Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti impiegati nei lavori oggetto dell'appalto, devono possedere caratteristiche adeguate al loro impiego, essere idonei al luogo di installazione e fornire le più ampie garanzie di durata e funzionalità; essi, dovranno essere conformi, oltre che alle prescrizioni contrattuali, anche a quanto stabilito da Leggi, Regolamenti, Circolari e Normative Tecniche vigenti (UNI, CEI ecc.), anche se non esplicitamente menzionate. Inoltre, i materiali, i prodotti ed i componenti impiegati, dovranno essere della migliore qualità e perfettamente lavorati; inoltre, possono essere messi in opera solamente dopo l'accettazione della Direzione dei Lavori e in caso di controversia, si procede ai sensi dell'art. 164 del D.P.R. n. 207/2010. Per quanto non espresso nel presente Capitolato Speciale d'Appalto, relativamente all'accettazione, qualità e impiego dei materiali, alla loro provvista, il luogo della loro provenienza e l'eventuale sostituzione di quest'ultimo, si applica rispettivamente l'art. 167 del D.P.R. n. 207/2010 e gli articoli 16 e 17 del Capitolato Generale d'Appalto di cui al D.M. 145/2000. Il Direttore dei Lavori si riserva il diritto di autorizzarne l’impiego o di richiederne la sostituzione, a suo insindacabile giudizio, senza che per questo possano essere richiesti indennizzi o compensi suppletivi di qualsiasi natura e specie. Tutti i materiali che verranno scartati dal Direttore dei Lavori, dovranno essere immediatamente sostituiti, siano essi depositati in cantiere, completamente o parzialmente in opera, senza che l’Appaltatore abbia nulla da eccepire. Dovranno quindi essere sostituiti con materiali idonei rispondenti alle caratteristiche e ai requisiti richiesti. Salvo diverse disposizioni del Direttore dei Lavori, nei casi di sostituzione i nuovi componenti dovranno essere della stessa marca, modello e colore di quelli preesistenti, la cui fornitura sarà computata con i prezzi degli elenchi allegati. Per comprovati motivi, in particolare nel caso di componenti non più reperibili sul mercato, l'Appaltatore dovrà effettuare un’accurata ricerca al fine di reperirne i più simili a quelli da sostituire sia a livello tecnico-funzionale che estetico. Tutti i materiali, muniti della necessaria documentazione tecnica, dovranno essere sottoposti, prima del loro impiego, all'esame del Direttore dei Lavori, affinché essi siano riconosciuti idonei e dichiarati accettabili. L'accettazione dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti è vincolata dall'esito positivo di tutte le verifiche prescritte dalle norme o richieste dal Direttore dei Lavori, che potrà effettuare in qualsiasi momento (preliminarmente o anche ad impiego già avvenuto) gli opportuni accertamenti, visite, ispezioni, prove, analisi e controlli.

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I componenti di nuova installazione dovranno riportare la marcatura CE, quando previsto dalle norme vigenti. In particolare, quello elettrico, dovrà essere conforme al D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i, nonché essere certificato e marcato secondo quanto stabilito nelle norme CEI di riferimento. Tutti i materiali per i quali è prevista l’omologazione, o certificazione similare, da parte dell'I.N.A.I.L., VV.F., A.S.L. o altro Ente preposto saranno accompagnati dal documento attestante detta omologazione. Tutti i materiali e le apparecchiature impiegate e le modalità del loro montaggio dovranno essere tali da: a) garantire l'assoluta compatibilità con la funzione cui sono preposti; b) armonizzarsi a quanto già esistente nell’ambiente oggetto di intervento. Tutti gli interventi e i materiali impiegati in corrispondenza delle compartimentazioni antincendio verticali ed orizzontali dovranno essere tali da non degradarne la Classe REI. La Stazione Appaltante si riserva la facoltà di fornire alla Ditta aggiudicataria, qualora lo ritenesse opportuno, tutti o parte dei materiali da utilizzare, senza che questa possa avanzare pretese o compensi aggiuntivi per le prestazioni che deve fornire per la loro messa in opera.

COMANDI (INTERRUTTORI, DEVIATORI, PULSANTI E SIMILI) E PRESE A SPINA Dovranno impiegarsi apparecchi da incasso modulari e componibili. Gli interruttori dovranno avere portata 16 A; sarà consentito ove specificato l'uso di interruttori con portata 10 A; le prese dovranno essere di sicurezza con alveoli schermati e far parte di una serie completa di apparecchi atti a realizzare un sistema di sicurezza e di servizi fra cui impianti di segnalazione, impianti di distribuzione sonora negli ambienti ecc. La serie dovrà consentire l'installazione di almeno 3 apparecchi nella scatola rettangolare; fino a 3 apparecchi di interruzione e 2 combinazioni in caso di presenza di presa a spina nella scatola rotonda. I comandi e le prese dovranno poter essere installati su scatole da parete con grado di protezione IP40 e/o IP55.

COMANDI IN COSTRUZIONI A DESTINAZIONE SOCIALE Nelle costruzioni a carattere collettivo-sociale aventi interesse amministrativo, culturale, giudiziario, economico e comunque in edifici in cui sia previsto lo svolgimento di attività comunitarie, le apparecchiature di comando dovranno essere installate ad un'altezza massima di 0,90 m dal pavimento. Tali apparecchiature dovranno, inoltre, essere facilmente individuabili e visibili anche in condizioni di scarsa visibilità ed essere protetti dal danneggiamento per urto (DPR 503/1996). Le prese di corrente che alimentano utilizzatori elettrici con forte assorbimento (lavatrice, lavastoviglie, cucina ecc.) dovranno avere un proprio dispositivo di protezione di sovraccorrente, interruttore bipolare con fusibile sulla fase o interruttore magnetotermico. Detto dispositivo potrà essere installato nel quadro di zona o come previsto da progetto.

QUADRI ELETTRICI BT Il quadro, completamente finito ed assiemato, dovrà essere sottoposto presso l’officina del costruttore al collaudo di accettazione alla presenza di incaricati della Committente e D.L. Il quadro, o un prototipo, dovrà inoltre aver superato con esito positivo le prove di tipo previste dalle norme CEI EN 61439-1 ed.2, CEI EN 61439-2 ed.2 o 23-51 in funzione del tipo di costruzione, eseguite presso ente o laboratorio legalmente riconosciuto ed a tal fine i relativi certificati dovranno essere consegnati unitamente all’offerta. a) Prove di accettazione (Prove individuali) Si svolgeranno presso l’officina del costruttore che dovrà mettere a disposizione i macchinari ed il personale necessario per l’esecuzione delle stesse. Le prove di accettazione saranno svolte in conformità alle norme CEI EN 61439-1 ed.2, CEI EN 61439-2 ed.2 o CEI 23-51 e consisteranno in: • Controllo del cablaggio e prove di funzionamento elettrico. • Prova di isolamento.

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• Verifica delle misure di protezione e della continuità elettrica del circuito di protezione (solo per quadri specifici). Saranno inoltre effettuate le seguenti prove e verifiche aggiuntive: • Verifica delle dimensioni. • Controllo visivo della verniciatura ed eventuale prova di spessore. • Verifica della rispondenza delle apparecchiature ai documenti di progetto. • Verifica delle targhe e delle siglature. • Controllo della sezione e del tipo dei conduttori di cablaggio. • Verifica dei collegamenti di terra. • Verifica dei rapporti e collegamenti dei riduttori di misura. b) Prove di tipo Prove CEI EN 61439-1 ed.2, CEI EN

61439-2 ed.2 CEI 23-51

Limiti di sovratemperatura SI Calcolo se In>32 A Tenuta alla tensione applicata SI / Tenuta al corto circuito (se Icc >10 kA) / Efficienza del circuito di protezione

SI (se In>32 A)

Distanze in aria e superficiali SI / Funzionamento SI / Grado di protezione SI Dichiarazione

costruttore involucro Costruzione ed identificazione SI SI Resistenza all'impatto SI Involucro CEI 23-49 Resistenza alla ruggine SI Involucro CEI 23-49 Resistenza degli isolanti al calore ed al fuoco

SI Involucro CEI 23-49

Il costruttore del quadro dovrà inoltre fornire i certificati delle prove di tipo previste per i componenti principali, in accordo alle relative norme CEI di prodotto. I quadri di generali di distribuzione “Power Center” sono previsti del tipo “Forma 4b” per garantire la massima flessibilità e sicurezza di manutenzione. Gli interruttori di protezione saranno del tipo “aperto” sugli arrivi linea e congiuntori, e “scatolato” sulle linee in partenza. I relè di tipo protezione saranno del tipo elettronico regolabile LSI (a 3 soglie con protezione lungo ritardo, corto ritardo e istantantea). Dovrà essere garantita selettività totale tra le protezioni generali “aperti” del quadro Power Center, gli interruttori scatolati delle linee in partenza, e gli interruttori modulari a bordo dei quadri di zona. I quadri elettrici di zona saranno realizzati mediante armadi in lamiera di acciaio nervato, pressopiegata, trattata per l’anticorrosione mediante passivazione e verniciatura o equivalente, completi di porte, conformi alle prescrizioni CEI EN 61439-1 ed.2 e CEI EN 61439-2 ed.2. Saranno dotati di apparecchiature modulari per montaggio a scatto. Le utenze saranno protette direttamente mediante interruttori automatici magnetotermici differenziali. A seconda delle necessità i quadri dovranno poter essere montati anche ad incasso. Le dimensioni indicative sono quelle riportate nelle tavole e nell’allegato quadri elettrici. Per le specifiche fare riferimento agli elaborati grafici e alle relazioni di progetto. c) Documentazione a corredo A corredo del quadro dovrà essere fornita la seguente documentazione, in supporto cartaceo in n°2 copie e su supporto informatico Autocad vers.2006-08 o comunque in formato DXF (relativamente agli elaborati grafici).

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• Vista frontale con indicazione degli ingombri e delle distanze di rispetto, delle manovre e della posizione delle apparecchiature principali, degli strumenti, relè ecc... • Pianta delle fondazioni completa delle indicazioni necessarie alla costruzione della pavimentazione. • Schema elettrico unifilare completo delle informazioni relative alle apparecchiature. • Schema elettrico funzionale con numerazione dei fili, dei morsetti e siglatura delle apparecchiature ausiliarie. • Elenco delle apparecchiature installate completo della indicazione del costruttore e dei codici di ordinazione. • Manuale di uso e manutenzione • Raccolta cataloghi, fogli dati e manuali relativi a tutte le apparecchiature costituenti il quadro. • Documentazione delle prove

INTERRUTTORI B.T. APERTI

Gli interruttori magnetotermici con e senza protezione magnetotermica con corrente nominale da 1600 A in su dovranno appartenere alla stessa serie. Gli interruttori con protezione magnetotermica di questo tipo dovranno essere selettivi rispetto agli scatolati fino a 630 A. Il potere di interruzione dovrà essere dato nella categoria di prestazione Icu (CEI EN 60947-2). Documentazione da fornire: • documentazione tecnico illustrativa del costruttore • copia delle prove di tenuta al corto-circuito • manuali di installazione, operativo e di manutenzione • lista delle parti di ricambio per un esercizio di due anni Collaudi: • verifica qualitativa e quantitativa • verifica corrispondenza schemi elettrici

INTERRUTTORI B.T. SCATOLATI

Gli interruttori magnetotermici e gli interruttori differenziali con e senza protezione magnetotermica con corrente nominale da 100 A a 1600A dovranno appartenere alla stessa serie. Onde agevolare le installazioni sui quadri e l'intercambiabilità, è preferibile che gli apparecchi da 100 a 250 A abbiano le stesse dimensioni d'ingombro. Gli interruttori con protezione magnetotermica di questo tipo dovranno essere selettivi rispetto agli automatici fino a 80 A almeno per correnti di c.c. fino a 3.000 A. Il potere di interruzione dovrà essere dato nella categoria di prestazione Icu (CEI EN 60947-2). Gli interruttori differenziali da 100 a 250 A da impiegare dovranno essere disponibili nella versione normale e nella versione con intervento ritardato per consentire la selettività con altri interruttori differenziali installati a valle.

Documentazione da fornire: • documentazione tecnico illustrativa del costruttore • copia delle prove di tenuta al corto-circuito • manuali di installazione, operativo e di manutenzione • lista delle parti di ricambio per un esercizio di due anni Collaudi: • verifica qualitativa e quantitativa • verifica corrispondenza schemi elettrici

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INTERRUTTORI AUTOMATICI MAGNETOTERMICI, INTERRUTTORI COMANDO MOTORI MODULARI CON SGANCIATORI MAGNETOTERMICI REGOLABILI, E ALTRI Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi dovranno essere del tipo modulare e componibile con fissaggio a scatto sul profilato normalizzato DIN, ad eccezione degli interruttori automatici da 100 A in su che si fisseranno anche con mezzi diversi. In particolare: a) gli interruttori automatici magnetotermici da 1 a 100 A dovranno essere modulari e componibili con potere di interruzione fino a 6.000 A, salvo casi particolari; b) tutte le apparecchiature necessarie per rendere efficiente e funzionale l'impianto (ad esempio trasformatori, suonerie, portafusibili, lampade di segnalazione, interruttori programmatori, prese di corrente CEE ecc.) dovranno essere modulari e accoppiati nello stesso quadro con gli interruttori automatici di cui al punto a); c) gli interruttori con relè differenziali fino a 63 A dovranno essere modulari e appartenere alla stessa serie di cui ai punti a) e b). Dovranno essere del tipo ad azione diretta e conformi alle norme CEI EN 61008-1 e CEI EN 61009-1; d) gli interruttori magnetotermici differenziali tetrapolari con 3 poli protetti fino a 63 A dovranno essere modulari ed essere dotati di un dispositivo che consenta la visualizzazione dell'avvenuto intervento e permetta di distinguere se detto intervento sia provocato dalla protezione magnetotermica o dalla protezione differenziale. E' ammesso l'impiego di interruttori differenziali puri purché abbiano un potere di interruzione con dispositivo associato di almeno 4.500 A e conformi alle norme CEI EN 61008-1 e CEI EN 61009-1; e) il potere di interruzione degli interruttori automatici dovrà essere garantito sia in caso di alimentazione dai morsetti superiori (alimentazione dall'alto) sia in caso di alimentazione dai morsetti inferiori (alimentazione dal basso).

Documentazione da fornire: • documentazione tecnico-illustrativa del costruttore • copia certificazione IMQ Collaudi: • verifica qualitativa e quantitativa • verifica corrispondenza schemi elettrici

RELE' PASSO-PASSO E CONTATTORI MODULARI Documentazione da fornire: • documentazione tecnico-illustrativa del costruttore Collaudi: • verifica qualitativa

QUADRI ELETTRICI MT I quadri elettrici di media tensione dovranno essere a celle compatte, isolamento in aria, equipaggiate con apparecchiature di interruzione e sezionamento in SF6, in esecuzione protetta per interno, conforme alle prescrizioni CEI 17-6 '98 e varianti, CEI-EN 62271-200, IEC 62271-200, CEI-EN 62271-100, CEI-EN 62271-102, CEI-EN 62271-105, CEI-EN 60044, CEI-EN 60265, CEI-EN 60470, CEI-EN 60694, D.P.R. 547 del 27.4.1955 e successive modifiche. Saranno costituita da armadio in lamiere zincate a caldo (parti interne) e elettrozincate (parti veniciate tramite deposizione elettrostatica di polveri epossipoliestere). Dovranno possedere le seguenti caratteristiche principali: - protezione l'arco interno sul fronte e sui lati del quadro (IAC AFL secondo CEI-EN 62271-200) fino a 12.5kA per 1s (classe accessibilità di tipo A, criteri da 1 a 5) - equipaggiamento con interblocchi secondo norme CEI-EN 62271-200 per impedire errate manovre; - equipaggiamento con blocchi a chiave sufficienti per realizzare interblocchi tra celle in cabine diverse, al fine di impedire messe a terra con linee in tensione; - sezionatore di messa a terra in SF6 con potere di chiusura;

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- controllo presenza tensione, realizzato mediante lampade al neon collegate ai divisori capacitivi situati in prossimità dei terminali dei cavi; - involucro esterno con grado di protezione IP2XC (CEI-EN 60529); - grado di protezione IP2X tra le celle; - continuità elettrica tra tutte le masse metalliche; - sinottico animato sul fronte; - visibilità diretta del sezionamento tramite appositi oblò (D.P.R. 547 del 27.4.1955), - interruttore di manovra-sezionatore e sezionatore con un unico equipaggio mobile che realizza 3 posizioni: chiuso - aperto - messa a terra, - indicatore di posizione sicuro direttamente montato sull'albero dell'equipaggio mobile e conforme alla norma CEI-EN 62271-102, - grado minimo di protezione involucro esterno IP2XC secondo CEI EN60529 - accesso al compartimento in modo sicuro con la possibilità di manutenzione mantenendo il compartimento sbarre e le altre unità funzionali in servizio LSC2A classe PI, - interruttori di manovra-sezionatori e sezionatori, che non richiedono controlli e rabbocchi di SF6 durante l'intera vita elettrica delle apparecchiature; - Tensione nominale 24kV - Tensione nominale di tenuta a frequenza industriale 50Hz / 1min valore efficace 50 kV - Tensione nominale di tenuta a impulso atmosferico 1,2 / 50 microS valore di picco kV 125 - Tensione di esercizio kV 20 - Frequenza nominale Hz 50 - N° fasi 3 - Corrente nominale delle sbarre principali A 630 - Corrente nominale max delle derivazioni A 630 - Corrente nominale ammissibile di breve durata kA 16 - Corrente nominale di picco kA 40 - Potere di interruzzione degli interruttori kA 16 - Durata nominale del corto circuito 1s - Tensione nominale degli ausiliari di protezione (relè di protezione e bobina a lancio di corrente): 110Vdc - Tensione nominale degli ausiliari secondari (motoriduttori caricamolle , eventuali sistenza anticondensa e luci interne): 230V - Conforme al D.P.R. 547 del 27-04-1955 e successive modifiche, - Conforme al pto. 11 del D.P.R. 341 relativo ai recipienti in pressione Documentazione a corredo A corredo del quadro dovrà essere fornita la seguente documentazione, in supporto cartaceo in n°2 copie e su supporto informatico Autocad vers.2006-08 o comunque in formato DXF (relativamente agli elaborati grafici). • Vista frontale con indicazione degli ingombri e delle distanze di rispetto, delle manovre e della posizione delle apparecchiature principali, degli strumenti, relè ecc... • Pianta delle fondazioni completa delle indicazioni necessarie alla costruzione della pavimentazione. • Schema elettrico unifilare completo delle informazioni relative alle apparecchiature. • Schema elettrico funzionale con numerazione dei fili, dei morsetti e siglatura delle apparecchiature ausiliarie. • Elenco delle apparecchiature installate completo della indicazione del costruttore e dei codici di ordinazione. • Manuale di uso e manutenzione • Raccolta cataloghi, fogli dati e manuali relativi a tutte le apparecchiature costituenti il quadro. • Documentazione delle prove

TRASFORMATORI MT/BT

I trasformatori previsti saranno del tipo trifase MT/BT (20/0,4kV, tensione di corto-circuito 6%, classe isolamento 24kV), inglobati in resina, conformi alle prescrizioni contenute nelle

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norme di settore CEI EN 60076-1 (2012-06), CEI EN 60076-11 (2006-02), CEI EN 50541-1 (2011-11), CEI 14-22 (1998-10), con classe di perdita AoAk (sec. la nuova norma CEI EN 50541-1) e tolleranze ammesse sulle perdite secondo quanto indicato dalle succitate norme. I trasformatori saranno del tipo con collegamento al primario a triangolo (gruppo Dyn11), adatti ad installazioni all’interno, con avvolgimenti in alluminio, classe di isolamento F (155°C) e sovratemperatura degli avvolgimenti 100K (sec.norma CEI EN 60076-11); essi saranno inoltre adatti al funzionamento in servizio continuo (S1) e in presenza di carichi costituiti da azionamenti AC/DC e da convertitori e utenze con carico armonico elevato (THDi del 25% al 100% del carico). Ogni trasformatore sarà fornito con adeguato sistema di protezione da sovraccarico tramite sonde e centralina termometrica digitale. Ogni singolo trasformatore dovrà superare con esito positivo tutte le prove di accettazione previste dalle norme CEI/EN. Qualora richieste in fase di ordine, dovranno essere eseguite anche le prove di tipo e speciali precedentemente concordate. Ad ogni trasformatore dovrà essere allegato il rispettivo Bollettino di Collaudo. I trasformatori dovranno essere corredati di idonea documentazione comprovante la qualità, l’affidabilità e le prestazioni del prodotto o di prodotti similari tramite certificazioni di enti terzi riconosciuti a livello internazionale. I trasformatori dovranno inoltre essere corredati di Type Test Certificate comprovanti l’ottenimento delle classi ambientali, climatiche e di comportamento al fuoco E2, C2, F1 ottenute su un unico trasformatore e presso un unico laboratorio così come indicato nella norma CEI EN 60076-11 (2006-02). I trasformatori verranno forniti con apposita cella di contenimento, con grado di protezione IP31, costituita da armadio in lamiera in acciaio verniciato a fuoco con polveri epossidiche, conforme alle caratteristiche previste dalla norma CEI EN 60529 (1997-06). Ogni trasformatore dovrà inoltre avere una targa caratteristiche su ambo i lati, in accordo con la norma CEI EN 60076-11, avente i caratteri incisi sulla stessa al fine di garantirne l’inalterabilità e la buona leggibilità nel tempo. Per ogni trasformatore sarà inoltre previsto un sistema di rifasamento fisso trifase di potenza adeguata, con condensatori con film metallizzato Slope equipaggiati con induttanza di blocco, forniti entro apposito quadro metallico con grado di protezione IP31. Sono compresi gli oneri e le attività di coordinamento per l'adeguamento della pavimentazione prevista in cabina elettrica per la formazione di adeguati telai di supporto e per permettere una corretta ventilazione della macchina.

CONDOTTI SBARRE

Il collegamento di bassa tensione tra i trasformatori in resina e il quadro Power Center PCCBT di cabina, saranno eseguiti in condotti sbarre elettrificati del tipo 3P+N+T in alluminio, grado di protezione IP55 (in conformità alle normative IEC 60529) e corrente nominale adeguata.

Per il corretto dimensionamento del condotto, si dovrà tenere conto della presenza di armoniche di corrente, anche di terzo ordine, per un THD superiore a 15% e minore del 25% e quindi di una riduzione in termini di portate ammissibili dei conduttori.

Il condotto sbarra dovrà essere conforme alle prescrizioni CEI EN 60439/1, CEI EN 60439/2 e UNI 60595-2-1, con struttura in lamiera zincata, compresi i pezzi speciali, le

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curve di derivazione a T verticali e/o orizzontali, gli accoppiatori, gli elementi per il fissaggio a soffitto, a sospensione o a parete.

Le staffe di sospensione dovranno avvolgere la struttura del condotto sbarre creando un punto di ancoraggio per le portastaffa. Il costruttore dovrà fornire un numero di staffe di sospensione adeguato all’applicazione. Sarà cura del montatore la costruzione e l’installazione dei portastaffa, nonché il fissaggio delle staffe. A tal fine il costruttore dovrà indicare la distanza di interstaffaggio massima, i punti e i metodi di staffaggio previsti.

Per le taglie superiori a 640A, la congiunzione elettrica dei vari elementi deve essere garantita da un sistema di bulloni indipendenti che forniscono nel tempo una ben definita e costante pressione di contatto sulle barre conduttrici. Dovrà essere implementato un sistema che garantisca in maniera certa la corretta coppia di montaggio delle giunzioni tra i vari blocchi. Il fornitore dovrà eventualmente prevedere un opportuno numero di elementi di dilatazione per compensare le dilatazioni nelle installazioni con lunghi tratti rettilinei. Sarà cura dell’azienda costruttrice dei condotti sbarre decidere la quantità ottimale di elementi di dilatazione e assumere la responsabilità della scelta. I collegamenti lato trafo dovranno essere eseguiti con teste e/o accessori adatti per trasformatori in resina mentre quelli lato quadro, attraverso testate e accessori adatti alla connessione rigida al sistema sbarre interne al quadro.

Ogni condotto sbarre dovrà inoltre essere accompagnato da dichiarazione di conformità CE con riportate le norme di riferimento applicabili; dovranno inoltre essere forniti i certificati relativi alle prove di tipo previste dalle norme.

TUBI, CONDOTTI, CANALI I tubi, condotti, canali e canalizzazioni in genere dovranno essere eseguiti come previsto dal progetto, dal relativo elenco descrittivo delle voci e dalle eventuali disposizioni emanate dalla D.L. all'atto esecutivo. Fare riferimento al capitolo Prescrizioni tecniche generali. In carenza di quanto sopra i tubi di protezione dei cavi dovranno essere scelti in base a criteri di resistenza meccanica e alle sollecitazioni che si potranno verificare durante la posa e l'esercizio; a seconda del tipo di posa e dell'ambiente a cui sono destinati, tubi, condotti e canali dovranno essere: - in PVC del tipo pesante o leggero (Norme CEI 23-14) per posa sotto intonaco, - in PVC del tipo pesante flessibile o rigido (rispettivamente Norme CEI 23-14 e 23-8) per posa sotto pavimento o in vista in ambienti ordinari ad altezza inferiore a 2.5m dal piano di calpestio, - in PVC del tipo pesante rigido (Norme CEI 23-8), in acciaio smaltato (Norme CEI 23-7) o in acciaio zincato (Norme UNI 3824-74) per posa in vista in ambienti speciali (ad esempio dove è richiesto l'impianto AD-FT), - in materiale plastico colore arancione del tipo pieghevole autorinvenente (Norme CEI 23-17) per posa annegata in cls od equivalente, - in PVC del tipo pesante (Norme CEI 23-8) od equivalente per posa interrata, - in materiale isolante (Norme CEI 23-19) od in metallo nel caso di canali da posare in vista in ambienti ordinari. A seconda del tipo di posa e di ambiente a cui sono destinati le dimensioni interne di tubi, condotti, canali dovranno essere: - 1.3 volte il diametro del cerchio circoscritto ai cavi contenuti, con un minimo di 10 mm, per tubi posati in ambienti ordinari,

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- 1.4 volte il diametro del cerchio circoscritto ai cavi contenuti, con un minimo di 16 mm, per tubi posati in ambienti speciali, con raggi di curvatura non minori di 6 volte il diametro esterno del tubo, - 1.8 volte il diametro del cerchio circoscritto ai cavi contenuti, con un minimo di 10 mm, per condotti circolari di dorsali e montanti, - 2 volte l'area della sezione occupata dai cavi in condotti e canali a sezione diversa dalla circolare. Indipendentemente dai calcoli di cui sopra è opportuno che il diametro interno sia maggiorato per consentire utilizzi futuri; si dovrà inoltre prevedere un'adeguata scorta di tubi, condotti e canali vuoti.

PROVE DEI MATERIALI La Stazione Appaltante indicherà preventivamente eventuali prove, da eseguirsi in fabbrica o presso laboratori specializzati da precisarsi, sui materiali da impiegarsi negli impianti oggetto dell'appalto. Le spese inerenti a tali prove non faranno carico alla Stazione Appaltante, la quale si assumerà le sole spese per fare eventualmente assistere alle prove propri incaricati. Non saranno in genere richieste prove per i materiali contrassegnati col Marchio Italiano di Qualità (IMQ) o equivalenti ai sensi della legge 791/1977 e s.m.i.

ACCETTAZIONE I materiali dei quali siano richiesti i campioni, non potranno essere posti in opera che dopo l'accettazione da parte della Stazione Appaltante. Questa dovrà dare il proprio responso entro sette giorni dalla presentazione dei campioni, in difetto il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere. Le parti si accorderanno per l'adozione, per i prezzi e per la consegna qualora nel corso dei lavori si fossero utilizzati materiali non contemplati nel contratto. L'Impresa aggiudicataria dovrà provvedere, a proprie spese e nel più breve tempo possibile, all’allontanamento dal cantiere ed alla sostituzione di eventuali componenti ritenuti non idonei dal Direttore dei Lavori. L'accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori, non esonera l'Appaltatore dalle responsabilità che gli competono per il buon esito dell'intervento.

ART.2 DOCUMENTAZIONE FINALE

La Ditta dovra' provvedere a consegnare alla Committente tutta la documentazione costituente il manuale di conduzione e manutenzione così suddiviso:

INDICE GENERALE L'indice della documentazione dovra' essere strutturato in modo da consentire un facile accesso alle informazioni contenute nella documentazione stessa. Le informazioni dovranno essere in modo logico ed organico. Inoltre dovra' essere realizzato in modo da consentirne un agevole aggiornamento.

EMERGENZE Le emergenze richiedono informazioni per far fronte a condizioni eccezionali e devono essere rese con immediatezza; pertanto vi dovra' essere un capitolo specifico per tali evenienze (es. incendio, fughe gas, allagamenti, ecc.) contenente istruzioni precise sul modo di affrontarle e sulle diverse azioni da intraprendere da parte del personale. Le informazioni devono comprendere le piante con le posizioni dei dispositivi di emergenza (idranti, estintori, sezionatore generale di corrente, valvola generale di intercettazione gas, sezionatore dei pannelli fotovoltaici, ecc.). Detta sezione dovra' essere preceduta da indice.

CONDUZIONE La conduzione richiede la preparazione di istruzioni per lo svolgimento delle operazioni atte ad assicurare il normale funzionamento degli impianti. Detto capitolo dovra' essere diviso in due parti (precedute da indice):

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• una per gli utenti non addetti ai lavori contenente delle informazioni sia di carattere generale (descrizione del tipo impianto, suo utilizzo, servizio disponibile, ecc.) che sulle operazioni da compiere per il corretto uso degli impianti ivi comprese le eventuali operazioni dell'utente per i cambi di stagione o l'inizio e la fine della scuola e altri periodi di vacanza o non utilizzo dell'immobile. • la seconda per gli addetti ai lavori e contenente tutti i dettagli tecnici: - suddivisione e descrizione dettagliata degli impianti - dati tecnici di riferimento - elenco disegni di riferimento - descrizione dettagliata del funzionamento di ciascun impianto e circuito, con indicate, separatamente, le operazioni da compiere per avviamento, esercizio normale, vari scenari richiesti per destinazione d'uso dei locali, emergenza e l'arresto nonche' per il cambio di stagione o l'inizio e la fine della scuola e altri periodi di vacanza o non utilizzo dell'immobile. - descrizione dei sistemi di controllo e regolazione corredati dagli schemi di principio approvati e con i dati necessari per la spiegazione particolareggiata dei circuiti.

MANUTENZIONE Questo capitolo dovra' contenere tutte le informazioni relative a tutte le macchine,quadri ed apparecchiature installate: • indice • copie di bollettini, cataloghi ed istruzioni dei fabbricanti di ogni componente ed apparecchiatura costituente gli impianti; tali copie dovranno essere sistemate in ordine alfabetico di categoria. Dovranno essere individuate sui bollettini, con evidenziatore, le apparecchiature installate. Ciascun bollettino dovra' essere preceduto da una scheda indicante: _ tipo apparecchiatura e sigla di riferimento _ riferimento della relativa specifica di capitolato _ eventuali approvazioni (se vi sono state difformita') _ elenco delle caratteristiche tecniche di funzionamento e/o di targa dell'apparecchiatura • programma delle operazioni di manutenzione: dovra' essere indicato per ogni apparecchiatura cosa effettuare e la periodicita' dell'intervento. • elenco delle parti di ricambio essenziali • elenco dei lubrificanti e materiali di consumo occorrenti • elenco degli indirizzi dei punti di assistenza apparecchiature

PROVE DI FUNZIONAMENTO Dovranno essere inserite: • indice • schede tecniche con i dati di progetto ed i dati rilevati • copia delle relazioni relative alle prove di funzionamento invernale ed estivo, e altri scenari richiesti

CERTIFICAZIONI Dovranno includere: • indice • tutti i nulla Osta degli Enti preposti (ISPESL, V.F., Legge 46/90, ecc.) il cui ottenimento e' a carico della Ditta come detto precedentemente. • tutte le omologazioni delle apparecchiature • tutti i certificati di garanzia, certificati di ispezione, collaudi in fabbrica, ecc. delle apparecchiature • tutti i certificati di prove secondo CEI EN 61439-1 ed.2, CEI EN 61439-2 ed.2 o 23-51 per i quadri elettrici

DISEGNI Dovranno essere redatti i disegni definitivi finali degli impianti, cosi' come sono stati realmente eseguiti, completi di piante, sezioni, schemi, ecc. (Gli schemi dovranno essere completi di tutte le sigle di identificazione delle apparecchiature e dei circuiti), il tutto quotato, in modo da poter verificare in ogni momento le reti e gli impianti stessi. Di tali disegni la Ditta dovra' fornire un controlucido, tre copie complete e un CD con i disegni in formato Autocad 2008.

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I disegni dovranno comprendere anche gli impianti elettrici (piante e schemi) nonche' i quadri elettrici a servizio degli impianti in oggetto, completi di schemi, vista del fronte quadro completa di nomenclatura e numerazione di tutti gli elementi. Ciascuna tavola dovra' essere inserita in una busta di contenimento di plastica e tutte inserite in appositi raccoglitori ad anelli. All'inizio vi dovra' essere un indice. Tutta la ducumentazione dovra' essere in triplice copia ed ogni serie dovrà essere nel formato UNI A4 ed essere rilegata con raccoglitori a 4 anelli provvisti di copertina resistente.

ART.3 CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI

REQUISITI DI RISPONDENZA A NORME, LEGGI E REGOLAMENTI Gli impianti dovranno essere realizzati a regola d'arte come prescritto dall’art. 6, comma 1 del D.M. 22/01/2008, n. 37 e s.m.i. Saranno considerati a regola d'arte gli impianti realizzati in conformità alla vigente normativa e alle norme dell'UNI, del CEI o di altri Enti di normalizzazione appartenenti agli Stati membri dell'Unione europea o che sono parti contraenti dell'accordo sullo spazio economico europeo. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, dovranno corrispondere alle norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare essere conformi: - alle prescrizioni di Autorità Locali, comprese quelle dei VV.F.; - alle prescrizioni e indicazioni dell'Azienda Distributrice dell'energia elettrica; - alle prescrizioni e indicazioni dell'Azienda Fornitrice del Servizio Telefonico; - alle Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).

PRESCRIZIONI RIGUARDANTI I CIRCUITI - CAVI E CONDUTTORI: In generale:

CANALIZZAZIONI PRINCIPALI Il tipo e la posa delle canalizzazioni sarà scelta in base alle linee che dovranno contenere ed al loro luogo di installazione. il dimensionamento verrà eseguito tenendo presente un riempimento massimo della canalizzazione pari al 50%.

LINEE DI DISTRIBUZIONE Le linee saranno dimensionate in base al luogo d’installazione e alla corrente di impiego in modo da rispettare le condizioni: IB < Ir < Iz dove: IB = corrente d’impiego del circuito Ir = corrente nominale o corrente impostata sulla protezione termica del dispositivo di protezione Iz = portata in regime permanente della conduttura ed in modo da limitare al <2,1% nel circuito primario e 3% nel circuito secondario (sotto-quadri di zona) il valore di caduta di tensione negli impianti utilizzatori (max 4% tot.).

PRESCRIZIONI AGGIUNTIVE: per il dimensionemanto delle linee dorsali primarie dovranno comunque essere assunti i seguenti dati:

- potenza attiva assorbita dall’utenza secondo quanto indicato nello schema unifilare

generale BT (e la colonna “Potenza” della tabella riportata al paragrafo “carichi elettrici”);

- fattore di potenza (cosphi) da considerare per il dimensionamento: 0,85

- fattore di contemportaneità da assumere per le utenze collegate ai condotti sbarre: 0.5

- fattore di sovradimensionamento della corrente di regolazione termica dell’interruttore di

protezione di linee e condotti sbarre (Ir), rispetto alla corrente di utilizzo Ib: 1,3;

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- caduta di tensione dal quadro Power Center al quadro di zona, alla corrente di utilizzo (Ib)

calcolata secondo i punti precedenti, minore del 2,1% (eccetto i quadri Q_DEP, Q_CORR e

Q_CAB, ove è ammessa una caduta del 3%)

Dovrà dunuqe essere verificata anche la seguente formula: Iz > Ir > 1,3 x Ib

Dove Iz è la portata della conduttura elettrica nelle sue condizioni di posa. Per il dettaglio delle potenze assorbite da ogni singola unità (lista carichi), si veda dunque lo schema unifilare generale di bassa tensione e gli schemi elettrici unifilari dei quadri Power Center (le sigle delle utenze sono riportate secondo la nomenclatura “+SIGLALOCALE-SIGLAQUADRO”)

A) ISOLAMENTO DEI CAVI: i cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria dovranno essere adatti a tensione nominale verso terra e tensione nominale (Uo/U) non inferiori a 450/750V, simbolo di designazione 07. Quelli utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando dovranno essere adatti a tensioni nominali non inferiori a 300/500V, simbolo di designazione 05. Questi ultimi, se posati nello stesso tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, dovranno essere adatti alla tensione nominale maggiore;

B) COLORI DISTINTIVI DEI CAVI: i conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti dovranno essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI UNEL 00712, 00722, 00724, 00726, 00727 e CEI EN 50334. In particolare i conduttori di neutro e protezione dovranno essere contraddistinti rispettivamente ed esclusivamente con il colore blu chiaro e con il bicolore giallo-verde. Per quanto riguarda i conduttori di fase, gli stessi dovranno essere contraddistinti in modo univoco per tutto l'impianto dai colori: nero, grigio (cenere) e marrone;

C) SEZIONI MINIME E CADUTE DI TENSIONE AMMESSE: le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei circuiti (affinché la caduta di tensione non superi il valore del 2% nel circuito principale e del 3% della tensione a vuoto nel circuito secondario) dovranno essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non dovranno essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI UNEL 35024/1 ÷ 2. Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse sono: - 0,75 mm² per circuiti di segnalazione e telecomando; - 1,5 mm² per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di illuminazione e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 2,2 kW; - 2,5 mm² per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a 2,2 kW e inferiore o uguale a 3 kW; - 4 mm² per montanti singoli e linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori con potenza nominale superiore a 3 kW;

D) SEZIONE MINIMA DEI CONDUTTORI NEUTRI: la sezione dei conduttori neutri non dovrà essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm², la sezione dei conduttori neutri potrà essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, col minimo tuttavia di 16 mm² (per conduttori in rame), purché siano soddisfatte le condizioni dell'art. 3.1.0.7 delle norme CEI 64-8/1 ÷ 7.

E) SEZIONE DEI CONDUTTORI DI TERRA E PROTEZIONE: la sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano all'impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non dovrà essere inferiore a quella indicata nella tabella seguente, tratta dalle norme CEI 64-8/1 ÷ 7, e a quelle indicate nelle norme CEI 99-2 e CEI 99-3:

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SEZIONE MINIMA DEL CONDUTTORE DI PROTEZIONE

Sezione del conduttore di fase che alimenta la macchina o l'apparecchio (mm2)

Sezione minima del conduttore di terra

facente parte dello stesso cavo o infilato nello stesso tubo del conduttore di fase (mm2)

non facente parte dello stesso cavo o non infilato nello stesso tubo del conduttore di fase (mm2)

minore o uguale a 5 maggiore di 5 e minore o uguale a 16 maggiore di 16

sezione del conduttore di fase sezione del conduttore di fase metà della sezione del conduttore di fase con il minimo di 16

5 sezione del conduttore di fase 16

SEZIONE MINIMA DEL CONDUTTORE DI TERRA La sezione del conduttore di terra dovrà essere non inferiore a quella del conduttore di protezione suddetta con i minimi di seguito indicati: Sezione minima (mm²) - protetto contro la corrosione ma non meccanicamente 16 (CU) 16 (FE) - non protetto contro la corrosione 25 (CU) 50 (FE) In alternativa ai criteri sopra indicati sarà consentito il calcolo della sezione minima del conduttore di protezione mediante il metodo analitico indicato al paragrafo a) dell'art. 9.6.0 1 delle norme CEI 64-8.

TUBI PROTETTIVI - PERCORSO TUBAZIONI - CASSETTE DI DERIVAZIONE I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, dovranno essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Dette protezioni potranno essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile ecc. Negli impianti industriali, il tipo di installazione dovrà essere concordato di volta in volta con la Stazione Appaltante. Negli impianti in edifici civili e similari si dovranno rispettare le seguenti prescrizioni: nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi dovranno essere in materiale termoplastico serie leggera per i percorsi sotto intonaco, in acciaio smaltato a bordi saldati oppure in materiale termoplastico serie pesante per gli attraversamenti a pavimento; il diametro interno dei tubi dovrà essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti. Tale coefficiente di maggiorazione dovrà essere aumentato a 1,5 quando i cavi siano del tipo sotto piombo o sotto guaina metallica; il diametro del tubo dovrà essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi o i tubi. Comunque il diametro interno non dovrà essere inferiore a 10 mm; il tracciato dei tubi protettivi dovrà consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve dovranno essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi; ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni derivazione da linea principale e secondaria e in ogni locale servito, la tubazione dovrà essere interrotta con cassette di derivazione; le giunzioni dei conduttori dovranno essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere. Dette cassette dovranno essere costruite in modo che nelle condizioni di installazione non sia possibile introdurvi corpi estranei, dovrà inoltre risultare agevole la dispersione di calore in esse prodotta. Il coperchio delle cassette dovrà offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo; i tubi protettivi dei montanti di impianti utilizzatori alimentati attraverso organi di misura centralizzati e le relative cassette di derivazione dovranno essere distinti per ogni montante. Sarà possibile utilizzare lo stesso tubo e le stesse cassette purché i montanti alimentino lo stesso complesso di

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locali e siano contrassegnati, per la loro individuazione, almeno in corrispondenza delle due estremità; qualora si preveda l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi dovranno essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia sarà possibile collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse cassette, purché essi siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano internamente munite di diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare conduttori appartenenti a sistemi diversi. Il numero dei cavi che potranno introdursi nei tubi è indicato nella tabella seguente: NUMERO MASSIMO DI CAVI UNIPOLARI DA INTRODURRE IN TUBI PROTETTIVI (i numeri tra parentesi sono per i cavi di comando e segnalazione)

diam. e/diam.i

Sezione dei cavetti in mm²

mm (0,5) (0,75) (1) 1,5 2,5 4 6 10 16

12/8,5 (4) (4) (2)

14/10 (7) (4) ( 3) 2

16/11,7 (4) 4 2

20/15,5 ( 9) 7 4 4 2

25/19,8 (12) 9 7 7 4 2

32/26,4 12 9 7 7 3

I tubi protettivi dei conduttori elettrici collocati in cunicoli, ospitanti altre canalizzazioni, dovranno essere disposti in modo da non essere soggetti ad influenze dannose in relazione a sovrariscaldamenti, sgocciolamenti, formazione di condensa ecc. Non potranno inoltre collocarsi nelle stesse incassature montanti e colonne telefoniche o radiotelevisive. Nel vano degli ascensori o montacarichi non sarà consentita la messa in opera di conduttori o tubazioni di qualsiasi genere che non appartengano all'impianto dell'ascensore o del montacarichi stesso. I circuiti degli impianti a tensione ridotta per "controllo ronda" e "antifurto", nonché quelli per impianti di traduzioni simultanee o di teletraduzioni simultanee, dovranno avere i conduttori in ogni caso sistemati in tubazioni soltanto di acciaio smaltato o tipo mannesman.

TUBAZIONI PER LE COSTRUZIONI PREFABBRICATE I tubi protettivi annegati nel calcestruzzo dovranno rispondere alle prescrizioni delle norme CEI EN 61386-22. Essi dovranno essere inseriti nelle scatole preferibilmente con l'uso di raccordi atti a garantire una perfetta tenuta. La posa dei raccordi dovrà essere eseguita con la massima cura in modo che non si creino strozzature. Allo stesso modo i tubi dovranno essere uniti tra loro per mezzo di appositi manicotti di giunzione. La predisposizione dei tubi dovrà essere eseguita con tutti gli accorgimenti della buona tecnica in considerazione del fatto che alle pareti prefabbricate non potranno in genere apportarsi sostanziali modifiche né in fabbrica né in cantiere. Le scatole da inserire nei getti di calcestruzzo dovranno avere caratteristiche tali da sopportare le sollecitazioni termiche e meccaniche che si presentino in tali condizioni. In particolare le scatole rettangolari porta apparecchi e le scatole per i quadretti elettrici dovranno essere costruite in modo

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che il loro fissaggio sui casseri avvenga con l'uso di rivetti, viti o magneti da inserire in apposite sedi ricavate sulla membrana anteriore della scatola stessa. Detta membrana dovrà garantire la non deformabilità delle scatole. La serie di scatole proposta dovrà essere completa di tutti gli elementi necessari per la realizzazione degli impianti comprese le scatole di riserva conduttori necessarie per le discese alle tramezze che si monteranno in un secondo tempo a getti avvenuti.

POSA DI CAVI ELETTRICI ISOLATI, SOTTO GUAINA, IN CUNICOLI PRATICABILI I cavi saranno posati: - entro scanalature esistenti sui piedritti nei cunicoli (appoggio continuo), all'uopo fatte predisporre dalla Stazione Appaltante; - entro canalette di materiale idoneo, come cemento, plastica, ecc. (appoggio egualmente continuo) tenute in sito da mensoline in piatto o profilato d'acciaio zincato o da mensoline di calcestruzzo armato, nei controsoffitti; - direttamente sui ganci, grappe, staffe o mensoline (appoggio discontinuo) in piatto o profilato d'acciaio zincato ovvero di materiali plastici resistenti all'umidità ovvero ancora su mensoline di calcestruzzo armato. Dovendo disporre i cavi in più strati, dovrà essere assicurato un distanziamento fra strato e strato pari ad almeno una volta e mezzo il diametro del cavo maggiore nello strato sottostante con un minimo di cm 3, onde assicurare la libera circolazione dell'aria. A questo riguardo l'Impresa aggiudicataria dovrà tempestivamente indicare le caratteristiche secondo cui dovranno essere dimensionate e conformate le eventuali canalette di cui sopra, mentre, se non diversamente prescritto dalla Stazione Appaltante, sarà a carico dell'Impresa aggiudicataria soddisfare tutto il fabbisogno di mensole, staffe, grappe e ganci di ogni altro tipo, i quali potranno anche formare rastrelliere di conveniente altezza. Per il dimensionamento e i mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati ecc.) dovrà tenersi conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al distanziamento dei supporti, che dovrà essere stabilito di massima intorno a cm 70. In particolari casi, la Stazione Appaltante potrà preventivamente richiedere che le parti in acciaio debbano essere zincate a caldo. I cavi dovranno essere provvisti di fascette distintive, in materiale inossidabile, distanziate ad intervalli di m 150-200.

POSA DI CAVI ELETTRICI ISOLATI, SOTTO GUAINA, IN PASSERELLA O CANALA METALLICA I cavi saranno posati: - entro canalette o passerelle di materiale metallico. (appoggio egualmente continuo) tenute in sito da mensoline in piatto o profilato d'acciaio; Il massimo grado di riempimento delle passerelle/canaline dovrà essere del 50%. A questo riguardo l'Impresa aggiudicataria dovrà tempestivamente indicare le caratteristiche secondo cui dovranno essere dimensionate e conformate le eventuali canalette di cui sopra, mentre, se non diversamente prescritto dalla Stazione Appaltante, sarà a carico dell'Impresa aggiudicataria soddisfare tutto il fabbisogno di mensole, staffe, grappe e ganci di ogni altro tipo, i quali potranno anche formare rastrelliere di conveniente altezza. Per il dimensionamento e i mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati ecc.) dovrà tenersi conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al distanziamento dei supporti, che dovrà essere stabilito di massima intorno a cm 70. In particolari casi, la Stazione Appaltante potrà preventivamente richiedere che le parti in acciaio debbano essere zincate a caldo post-lavorazione. I cavi dovranno essere provvisti di fascette distintive, distanziate ad intervalli di m 150-200. Le passerelle contenenti cavi di media tensione dovranno riportare indicazione esterna di pericolo (con indicata la tensione di esercizio dei cavi) realizzata in materiale indelebile.

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POSA DI CAVI ELETTRICI ISOLATI, SOTTO GUAINA, IN TUBAZIONI, INTERRATE O NON INTERRATE, O IN CUNICOLI NON PRATICABILI Per la posa in opera delle tubazioni a parete o a soffitto ecc., in cunicoli, intercapedini, sotterranei ecc. valgono le prescrizioni precedenti per la posa dei cavi in cunicoli praticabili, coi dovuti adattamenti. Al contrario, per la posa interrata delle tubazioni, valgono le prescrizioni precedenti per l'interramento dei cavi elettrici, circa le modalità di scavo, la preparazione del fondo di posa (naturalmente senza la sabbia e senza la fila di mattoni), il reinterro ecc. Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o stretti da collari o flange, onde evitare discontinuità nella loro superficie interna. Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore ad 1,5 rispetto al diametro del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia. Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno avere adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate ed apposite cassette sulle tubazioni non interrate. Il distanziamento fra tali pozzetti e cassette sarà da stabilirsi in rapporto alla natura ed alla grandezza dei cavi da infilare. Tuttavia, per cavi in condizioni medie di scorrimento e grandezza, il distanziamento resta stabilito di massima: - ogni m 30 circa se in rettilineo; - ogni m 15 circa se con interposta una curva. I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiori a 15 volte il loro diametro. In sede di appalto, verrà precisato se spetti alla Stazione Appaltante la costituzione dei pozzetti o delle cassette. In tal caso, per il loro dimensionamento, formazione, raccordi ecc., l'Impresa aggiudicataria dovrà fornire tutte le indicazioni necessarie. La posa delle tubazioni contenenti cavi di media tensione dovrà essere segnalata mediante posa di apposito nastro segnalatore, interrato a circa 10cm sopra la tubazione (se non diversamente specificato).

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Dovranno essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell'isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse). A tale impianto di terra dovranno essere collegati tutti i sistemi di tubazioni metalliche accessibili destinati ad adduzione, distribuzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell'area dell'impianto elettrico utilizzatore stesso.

ART.4 IMPIANTO DI MESSA A TERRA E SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI

ELEMENTI DI UN IMPIANTO DI TERRA Per l'edificio dovrà essere opportunamente previsto, in sede di costruzione, un proprio impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che dovrà soddisfare le prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8/1 ÷ 7, CEI 99-2 e CEI 99-3. Tale impianto dovrà essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza e comprende: a) il dispersore (o i dispersori) di terra, costituito da uno o più elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra (norma CEI 64-8/5); b) il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno destinato a collegare i dispersori fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori parzialmente interrati e non isolati dal terreno dovranno essere considerati a tutti gli effetti dispersori per la parte interrata e conduttori di terra per la parte non interrata o comunque isolata dal terreno (norma CEI 64-8/5); c) il conduttore di protezione, parte del collettore di terra, arriverà in ogni impianto e dovrà essere collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali sia prevista la protezione contro i contatti indiretti mediante messa a terra) o direttamente alle masse di tutti gli

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apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche comunque accessibili. E' vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4 mm². Nei sistemi TT (cioè nei sistemi in cui le masse sono collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del collegamento a terra del sistema elettrico) il conduttore di neutro non potrà essere utilizzato come conduttore di protezione; d) il/i collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiranno i conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità ed eventualmente di centro stella, in caso di sistemi TN (norma CEI 64-8/5); e) il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee ovvero le parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, suscettibili di introdurre il potenziale di terra (norma CEI 64-8/5).

PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER LOCALI DA BAGNO Divisione in zone e apparecchi ammessi I locali da bagno verranno suddivisi in 4 zone per ognuna delle quali valgono regole particolari: zona 0 - E' il volume della vasca o del piatto doccia: non saranno ammessi apparecchi elettrici, come scalda-acqua ad immersione, illuminazioni sommerse o simili; zona 1 - E' il volume al di sopra della vasca da bagno o del piatto doccia fino all'altezza di 2,25 m dal pavimento: saranno ammessi lo scaldabagno (del tipo fisso, con la massa collegata al conduttore di protezione) e gli interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in c.a. e 30 V in c.c. con la sorgente di sicurezza installata fuori dalle zone 0,1 e 2; zona 2 - E' il volume che circonda la vasca da bagno o il piatto doccia, largo 60 cm e fino all'altezza di 2,25 m dal pavimento: saranno ammessi, oltre allo scaldabagno e agli altri apparecchi alimentati a non più di 25 V, anche gli apparecchi illuminanti dotati di doppio isolamento (Classe II). Gli apparecchi installati nelle zone 1 e 2 dovranno essere protetti contro gli spruzzi d'acqua (grado protezione IPx4). Sia nella zona 1 che nella zona 2 non dovranno esserci materiali di installazione come interruttori, prese a spina, scatole di derivazione; potranno installarsi pulsanti a tirante con cordone isolante e frutto incassato ad altezza superiore a 2,25 m dal pavimento. Le condutture dovranno essere limitate a quelle necessarie per l'alimentazione degli apparecchi installati in queste zone e dovranno essere incassate con tubo protettivo non metallico; gli eventuali tratti in vista necessari per il collegamento con gli apparecchi utilizzatori (per esempio con lo scaldabagno) dovranno essere protetti con tubo di plastica o realizzati con cavo munito di guaina isolante; zona 3 - E' il volume al di fuori della zona 2, della larghezza di 2,40 m (e quindi 3 m oltre la vasca o la doccia): saranno ammessi componenti dell'impianto elettrico protetti contro la caduta verticale di gocce di acqua (grado di protezione IPx1), come nel caso dell'ordinario materiale elettrico da incasso IPx5 quando sia previsto l'uso di getti d'acqua per la pulizia del locale; inoltre l'alimentazione degli utilizzatori e dispositivi di comando dovrà essere protetta da interruttore differenziale ad alta sensibilità, con corrente differenziale non superiore a 30 mA. Le regole date per le varie zone in cui sono suddivisi i locali da bagno servono a limitare i pericoli provenienti dall'impianto elettrico del bagno stesso e sono da considerarsi integrative rispetto alle regole e prescrizioni comuni a tutto l'impianto elettrico (isolamento delle parti attive, collegamento delle masse al conduttore di protezione ecc.).

COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE NEI LOCALI DA BAGNO Per evitare tensioni pericolose provenienti dall'esterno del locale da bagno (ad esempio da una tubazione che vada in contatto con un conduttore non protetto da interruttore differenziale) è richiesto un conduttore equipotenziale che colleghi fra di loro tutte le masse estranee delle zone 1-2-3 con il conduttore di protezione; in particolare per le tubazioni metalliche è sufficiente che le stesse siano collegate con il conduttore di protezione all'ingresso dei locali da bagno. Le giunzioni dovranno essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalla norma CEI 64-8/1 ÷ 7; in particolare dovranno essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni. Dovranno essere impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento non andrà eseguito su tubazioni di scarico in PVC o in gres. Il collegamento equipotenziale dovrà raggiungere il più vicino conduttore di protezione, ad esempio nella scatola dove sia installata la presa a spina protetta dell'interruttore differenziale ad alta sensibilità. E' vietata l'inserzione di interruttori o di fusibili sui conduttori di protezione.

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Per i conduttori si dovranno rispettare le seguenti sezioni minime: - 2,5 mm² (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi o sotto intonaco; - 4 mm² (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a parete.

ALIMENTAZIONE NEI LOCALI DA BAGNO Potrà essere effettuata come per il resto dell'edificio. Ove vi siano 2 circuiti distinti per i centri luce e le prese, entrambi questi circuiti dovranno estendersi ai locali da bagno. La protezione delle prese del bagno con interruttore differenziale ad alta sensibilità potrà essere affidata all'interruttore differenziale generale (purché questo sia del tipo ad alta sensibilità) o ad un differenziale locale, che potrà servire anche per diversi bagni attigui.

CONDUTTURE ELETTRICHE NEI LOCALI DA BAGNO Dovranno essere usati cavi isolati in classe II nelle zone 1 e 2 in tubo di plastica incassato a parete o nel pavimento, a meno che la profondità di incasso non sia maggiore di 5 cm. Per il collegamento di un eventuale scaldabagno, il tubo, di tipo flessibile, dovrà essere prolungato per coprire il tratto esterno oppure dovrà essere usato un cavetto tripolare con guaina (fase+neutro+conduttore di protezione) per tutto il tratto dall'interruttore allo scaldabagno, uscendo, senza morsetti, da una scatoletta passa cordone.

ALTRI APPARECCHI CONSENTITI NEI LOCALI DA BAGNO Per l'uso di apparecchi elettromedicali in locali da bagno ordinari ci si dovrà attenere alle prescrizioni fornite dai costruttori di questi apparecchi che potranno, in seguito, essere essere usati solo da personale addestrato. Un telefono potrà essere installato anche nel bagno, ma in modo che non possa essere usato da chi si trovi nella vasca o sotto la doccia.

PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI DIRETTI IN AMBIENTI PERICOLOSI Negli ambienti in cui il pericolo di elettrocuzione sia maggiore, per condizioni ambientali (umidità) o per particolari utilizzatori elettrici usati (apparecchi portatili, tagliaerba ecc.), come per esempio cantine, garage, portici, giardini ecc., le prese a spina dovranno essere alimentate come prescritto per la zona 3 dei bagni.

COORDINAMENTO DELL'IMPIANTO DI TERRA CON DISPOSITIVI DI INTERRUZIONE Una volta realizzato l'impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti potrà essere realizzata con uno dei seguenti sistemi: a) coordinamento fra impianto di messa a terra e protezione di massima corrente. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta la seguente relazione: Rt<=50/Is dove Rt è il valore in Ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Is è il più elevato tra i valori in ampere della corrente di intervento in 5 s del dispositivo di protezione; ove l'impianto comprenda più derivazioni protette dai dispositivi con correnti di intervento diverse, deve essere considerata la corrente di intervento più elevata; b) coordinamento fra impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè differenziale che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena eventuali correnti di guasto creino situazioni di pericolo. Affinché detto coordinamento sia efficiente dovrà essere osservata la seguente relazione:

Zs · Ia U0 dove: Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fi no al punto di guasto e il conduttore di protezione tra il guasto e la sorgente (in ohm);

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Ia è la corrente d’intervento in ampere del dispositivo di protezione entro il tempo defi nito nella tabella 4 (in funzione della tensione nominale U0) per i circuiti terminali con correnti non superiori a 32A oppure entro 5 secondi per i circuiti di distribuzione e per i circuiti terminali con correnti superiori a 32A, se si usa un interruttore differenziale Ia è la corrente differenziale nominale d’intervento. U0 è la tensione nominale verso terra in c.a. o in c.c. Va realizzato comunque quanto previsto nel progetto ed in particolare nella relazione sul calcolo della protezione da scariche atmosferiche.

PROTEZIONE MEDIANTE DOPPIO ISOLAMENTO In alternativa al coordinamento fra impianto di messa a terra e dispositivi di protezione attiva, la protezione contro i contatti indiretti potrà essere realizzata adottando macchine e apparecchi con isolamento doppio o rinforzato per costruzione o installazione, apparecchi di Classe II. In uno stesso impianto la protezione con apparecchi di Classe II potrà coesistere con la protezione mediante messa a terra; tuttavia è vietato collegare intenzionalmente a terra le parti metalliche accessibili delle macchine, degli apparecchi e delle altre parti dell'impianto di Classe II.

ART.5 PROTEZIONE DALLE SCARICHE ATMOSFERICHE

GENERALITÀ La Stazione Appaltante preciserà se negli edifici, ove debbano installarsi gli impianti elettrici oggetto dell'appalto, dovrà essere prevista anche la sistemazione di parafulmini per la protezione dalle scariche atmosferiche. In tal caso l'impianto di protezione contro i fulmini dovrà essere realizzato in conformità al D.M. 22/01/2008, n. 37 e s.m.i., al D.P.R. 462/2001 ed alle norme CEI EN 62305-1/4. In particolare i criteri per la progettazione, l’installazione e la manutenzione delle misure di protezione contro i fulmini sono considerati in due gruppi separati: - il primo gruppo, relativo alle misure di protezione atte a ridurre il rischio sia di danno materiale che di pericolo per le persone, è riportato nella norma CEI EN 62305-3; - il secondo gruppo, relativo alle misure di protezione atte a ridurre i guasti di impianti elettrici ed elettronici presenti nella struttura, è riportato nella norma CEI EN 62305-4.

PROTEZIONE DA SOVRATENSIONI PER FULMINAZIONE INDIRETTA E DI MANOVRA

A) PROTEZIONE D'IMPIANTO Al fine di proteggere l'impianto e le apparecchiature elettriche ed elettroniche ad esso collegate, contro le sovratensioni di origine atmosferica (fulminazione indiretta) e le sovratensioni transitorie di manovra e limitare scatti intempestivi degli interruttori differenziali, nei quadri elettrici di zona dell'impianto dovrà essere installato un limitatore di sovratensioni in conformità alla normativa tecnica vigente.

B) PROTEZIONE D'UTENZA Per la protezione di particolari utenze molto sensibili alle sovratensioni, quali ad esempio computer video terminali, registratori di cassa, centraline elettroniche in genere e dispositivi elettronici a memoria programmabile, le prese di corrente dedicate alla loro inserzione nell'impianto dovranno eventualmente essere alimentate attraverso un dispositivo limitatore di sovratensione in aggiunta al dispositivo di cui al punto a). Detto dispositivo dovrà essere componibile con le prese ed essere montabile a scatto sulla stessa armatura e poter essere installato nelle normali scatole di incasso. Fare comunque riferimento alle prescrizioni di progetto e al contenuto dei quadri elettrici.

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PROTEZIONE CONTRO I RADIODISTURBI

A) PROTEZIONE BIDIREZIONALE DI IMPIANTO Per evitare che attraverso la rete di alimentazione, sorgenti di disturbo quali ad esempio motori elettrici a spazzola, utensili a motore, variatori di luminosità ecc., convoglino disturbi che superano i limiti previsti dal D.M. 10 aprile 1984 e s.m.i. in materia di prevenzione ed eliminazione dei disturbi alle radiotrasmissioni e radioricezioni, l'impianto elettrico dovrà essere disaccoppiato in modo bidirezionale a mezzo di opportuni filtri. Detti dispositivi dovranno essere modulari e componibili con dimensioni del modulo base 17,5X45X53 mm ed avere il dispositivo di fissaggio a scatto incorporato per profilato unificato. Le caratteristiche di attenuazione dovranno essere almeno comprese tra 20 dB a 100 kHz e 60 dB a 30 MHz.

B) PROTEZIONE UNIDIREZIONALE DI UTENZA Per la protezione delle apparecchiature di radiotrasmissione e radioricezione e dei dispositivi elettronici a memoria programmabile, dai disturbi generati all'interno degli impianti e da quelli captati via etere, sarà necessario installare un filtro di opportune caratteristiche in aggiunta al filtro di cui al punto a) il più vicino possibile alla presa di corrente da cui sono alimentati. 1) Utenze monofasi di bassa potenza Questi filtri dovranno essere componibili con le prese di corrente ed essere montabili a scatto sulla stessa armatura e poter essere installati nelle normali scatole da incasso. Le caratteristiche di attenuazione dovranno essere almeno comprese tra 35 dB a 100 kHz e 40 dB a 30 MHz. 2) Utenze monofasi e trifasi di media potenza Per la protezione di queste utenze sarà necessario installare i filtri descritti al punto a) il più vicino possibile all'apparecchiatura da proteggere.

ART.6 RIFASAMENTO DEGLI IMPIANTI

Per ovviare ad eventuale basso fattore di potenza C ( cos ) dell'impianto, si dovrà procedere ad un adeguato rifasamento. Il calcolo della potenza in kVA delle batterie di condensatori necessari dovrà essere fatto tenendo presenti: - la potenza assorbita; - il fattore di potenza ( cos ) contrattuale di 0,9 (provvedimento CIP); - l'orario di lavoro e di inserimento dei vari carichi. L'installazione del complesso di rifasamento dovrà essere fatta in osservanza alle norme CEI EN 60831-1, al D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i., e ad altre eventuali prescrizioni in vigore. Dovranno essere installate le seguenti protezioni: a) protezione contro i sovraccarichi e cortocircuiti; b) protezione contro i contatti indiretti; c) protezione dell'operatore da scariche residue a mezzo di apposite resistenze di scarica. Sarà oggetto di accordi particolari l'ubicazione delle batterie di rifasamento e l'eventuale adozione di un sistema di inserimento automatico.

ART.7 POTENZA IMPEGNATA E DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI

Gli impianti elettrici dovranno essere calcolati per la potenza impegnata, intendendosi con ciò che le prestazioni e le garanzie per quanto riguarda le portate di corrente, le cadute di tensione, le protezioni e l'esercizio in genere dovranno riferirsi alla potenza impegnata. Detta potenza verrà indicata dalla Stazione Appaltante o calcolata in base a dati forniti dalla Stazione Appaltante. Per gli impianti elettrici si farà riferimento al carico convenzionale dell'impianto. Detto carico verrà calcolato sommando tutti i valori ottenuti applicando alla potenza nominale degli apparecchi utilizzatori fissi e a quella corrispondente alla corrente nominale delle prese a spina, i coefficienti che si deducono dalle tabelle CEI riportate nei paragrafi seguenti. Fare riferimento comunque in prevalenza ai valori di progetto.

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SUDDIVISIONE DEI CIRCUITI E LORO PROTEZIONE Fatto salvo quanto previsto da progetto, per quanto non specificatamente indicato negli edifici in genere si dovranno alimentare, attraverso circuiti protetti e singolarmente sezionabili facenti capo direttamente al quadro elettrico, almeno le seguenti utilizzazioni: a) illuminazione di base: sezione dei conduttori non inferiore a 2,5 mm²; protezione 10 A; potenza totale erogabile 2 kW; b) prese a spina da 10 A per l'illuminazione supplementare e per piccoli utilizzatori (televisori, apparecchi radio ecc.): sezione dei conduttori 1,5 mm²; protezione 10 A; potenza totale erogabile 2 kW; c) prese a spina da 16 A ed apparecchi utilizzatori con alimentazione diretta (es. scaldacqua) con potenza unitaria minore o uguale a 3 kW: sezione dei conduttori 2,5 mm²; protezione 16 A; potenza totale erogabile 3 kW; d) eventuale linea per alimentazione di utilizzazione con potenza maggiore di 3 kW: sezione conduttori 4 mm²; protezione 25 A. Sul quadro elettrico dovranno essere previsti un numero superiore di circuiti protetti ogni qualvolta si verifichino le seguenti condizioni: a) elevata superficie abitabile, maggiore di 150 m²: occorrerà prevedere più linee per l'illuminazione di base al fine di limitare a 100 m² la superficie dei locali interessati da una singola linea; b) elevato numero di prese da 10 A: occorrerà prevedere una linea da 10 A ogni 15 prese; c) elevato numero di apparecchi utilizzatori fissi o trasportabili (scalda-acqua, lavatrici, lavastoviglie) che dovranno funzionare contemporaneamente prelevando una potenza totale superiore a 3 kW: occorrerà alimentare ciascun apparecchio utilizzatore con potenza unitaria maggiore di 2 kW direttamente dal quadro con una linea protetta. Nella valutazione della sezione dei conduttori relativi al singolo montante, oltre a tener conto della caduta di tensione del 2%-ramo principale e 3%-ramo secondario, occorrerà considerare anche i tratti orizzontali (ad esempio 6 m in orizzontale dal quadro contatori al vano scale). Il potere di interruzione degli interruttori automatici dovrà essere di almeno 3.000 A (CEI 64-8/1 ÷ 7) a meno di diversa comunicazione dell'azienda di distribuzione dell'energia elettrica (ENEL ecc.); gli interruttori automatici dovranno essere bipolari con almeno un polo protetto in caso di distribuzione fase-neutro, bipolari con due poli protetti in caso di distribuzione fase-neutro, bipolari con due poli protetti in caso di distribuzione fase-fase. (1) Per le derivazioni facenti capo a singoli apparecchi utilizzatori o a singole prese a spina dovrà assumersi, come valore del coefficiente, l'unità, fatta eccezione per il caso degli ascensori. (2) Per gli ascensori ed altri servizi generali di edifici di abitazione comuni, i dati relativi sono allo studio.

ART.8 DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER GLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE

ASSEGNAZIONE DEI VALORI DI ILLUMINAZIONE I valori medi di illuminazione da conseguire e da misurare entro 60 giorni dall'ultimazione dei lavori su un piano orizzontale posto a m 0,85 dal pavimento, in condizioni di alimentazione normali, saranno desunti, per i vari locali, dalle tabelle della norma UNI EN 12464-1 o da quanto richiesto dal LEED. Ai sensi della stessa norma il rapporto tra i valori minimi e massimi di illuminazione, nell'area di lavoro non deve essere inferiore a 0.80. In fase di progettazione si adotteranno valori di illuminazione pari a 1.25 volte quelli richiesti per compensare il fattore di deprezzamento ordinario (norma UNI EN 12464-1).

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TIPO DI ILLUMINAZIONE (O NATURA DELLE SORGENTI) Il tipo di illuminazione sarà prescritto dalla Stazione Appaltante, ed è indicato in progetto. Le imprese concorrenti possono, in variante, proporre qualche altro tipo che ritenessero più adatto. In ogni caso, i circuiti relativi ad ogni accensione o gruppo di accensioni simultanee non dovranno avere un fattore di potenza inferiore a 0,9 ottenibile eventualmente mediante rifasamento. Dovranno essere presi opportuni provvedimenti per evitare l'effetto stroboscopico.

CONDIZIONI AMBIENTE La Stazione Appaltante fornirà piante e sezioni, in opportuna scala, degli ambienti da illuminare, dando indicazioni sul colore e tonalità delle pareti degli ambienti stessi, nonché ogni altra eventuale opportuna indicazione.

APPARECCHIATURA ILLUMINANTE Gli apparecchi illuminanti devono essere progettati, costruiti e collaudati in conformità con le norme CEI applicabili in vigore ed in particolare con le seguenti: - 33-21 "Apparecchi di illuminazione Parte I: Prescrizioni generali e prove"; - 34-22 "Apparecchi per illuminazione di emergenza"; - 34-23 "Apparecchi fissi per uso generale"; - 34-27 "Apparecchi con trasformatore incorporato per lampade ad incandescenza"; - 34-28 "Apparecchi mobili per giardini"; - 34-29 "Apparecchi mobili per uso generale"; - 34-30 "Proiettori per illuminazione"; - 34-31 "Apparecchi di illuminazione da incasso"; - 34-32 "Apparecchi a circolazione d'aria"; - 34-33 "Apparecchi per illuminazione stradale"; - 34-34 "Apparecchi portatili". Devono essere considerate ed applicate tutte le normative inerenti i componenti ed i materiali utilizzati ed in special modo per le lampade; inoltre, devono pure essere applicate le regolamentazioni e le normative previste dalla Legislazione Italiana per la prevenzione degli infortuni; tutti gli apparecchi illuminanti devono essere dotati di Marchio Italiano di Qualità o di contrassegno equivalente. Gli apparecchi saranno dotati di schermi che possono avere compito di protezione e chiusura e/o controllo ottico del flusso luminoso emesso dalla lampada. Soltanto per ambienti con atmosfera pulita sarà consentito l'impiego di apparecchi aperti con lampada non protetta. Gli apparecchi saranno in genere a flusso luminoso diretto per un migliore sfruttamento della luce emessa dalle lampade; per installazioni particolari, la Stazione Appaltante potrà prescrivere anche apparecchi a flusso luminoso diretto-indietro o totalmente indiretto. Le specifiche degli apparecchi illuminanti sono indicate nelle voci dell'elenco prezzi.

UBICAZIONE E DISPOSIZIONE DELLE SORGENTI Particolare cura si dovrà porre all'altezza ed al posizionamento di installazione, nonché alla schermatura delle sorgenti luminose per eliminare qualsiasi pericolo di abbagliamento diretto o indiretto, come prescritto dalla norma UNI EN 12464-1. In mancanza di indicazioni di progetto desumibili dagli elaborati grafici, gli apparecchi di illuminazione dovranno ubicarsi a soffitto con disposizione simmetrica e distanziati in modo da soddisfare il coefficiente di disuniformità consentito. In locali secondari è tuttavia consentita la disposizione di apparecchi a parete (applique), nelle seguenti circostanze: sopra i lavabi a circa m 1,80 dal pavimento o in disimpegni di piccole e medie dimensioni sopra la porta.

POTENZA EMITTENTE (LUMEN) Con tutte le condizioni imposte sarà calcolata, per ogni ambiente, la potenza totale emessa in lumen, necessaria per ottenere i valori di illuminazione prescritti.

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Qualora si adottino, in seguito ad approvazione della DL, modifiche ai corpi illuminanti, dovrà essere dimostrata la conformità delle prescrizioni illuminometriche nazionali e di quelle previste dai parametri del LEED.

QUALITÀ DELLA LUCE: SORGENTI LUMINOSE Le lampade da adottare sono indicate in progetto. Per quanto riguarda la tonalità di luce, la più indicata sarà generalmente quella "bianca" (temperatura di colore a 3000 a 4000K); in casi particolari, come ad esempio la mensa, potranno essere adottate lampade a tonalità bianco calda, temperatura di colore da 2700K a 3000K. Per l'illuminazione dei locali in cui si deve ottenere un'agevole regolazione del flusso luminoso, sono previste lampade ad incandescenza, a led o altro, alimentate con opportuni componenti elettronici. Le lampade, normalmente a fluorescenza, dovranno essere dei seguenti tipi: - ad alta resa cromatica (IRC>85/90) negli ambienti adibiti a visita (anche lampade visita in degenza) o cura, laboratori ecc.; - a buona resa cromatica (IRC da 70 a 85) negli altri ambienti uso medico e nei corridoi, atrii di piano, uffici, soggiorni, ecc., locali cucina, lavanderia, cc.; - a bassa resa cromatica (IRC<70) negli ambienti secondari, centrali tecnologiche, elettriche, magazzini, locali dei seminterrati, ecc. Le lampade da installare negli spazi per attività collettive, palestra, ecc. o in ambienti particolari, potranno essere anche di tipo diverso da quelle sopra indicate (ad esempio fluorescenti compatte). Fare comunque riferimento alle indicazioni di progetto. Eventuali modifiche dovranno essere espressamente autorizzate dalla Stazione Appaltante.

ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZA E ALIMENTAZIONE DI EMERGENZA (CEI 64-8/1 ÷ 7). Si definisce alimentazione dei servizi di sicurezza il sistema elettrico inteso a garantire l'alimentazione di apparecchi o parti dell'impianto necessari per la sicurezza delle persone. Il sistema include la sorgente, i circuiti e gli altri componenti. Si definisce alimentazione di riserva il sistema elettrico inteso a garantire l'alimentazione di apparecchi o parti dell'impianto necessari per la sicurezza delle persone. Il sistema include la sorgente, i circuiti e gli altri componenti. Si definisce alimentazione di riserva il sistema elettrico inteso a garantire l'alimentazione di apparecchi o parti dell'impianto per motivi diversi dalla sicurezza delle persone.

ALIMENTAZIONE DEI SERVIZI DI SICUREZZA Essa è prevista per alimentare gli utilizzatori ed i servizi vitali per la sicurezza delle persone, come ad esempio: - luci di sicurezza scale, accessi, passaggi; - computer e/o altre apparecchiature contenenti memorie volatili. Sono ammesse le seguenti sorgenti: - batterie di accumulatori; - pile; - altri generatori indipendenti dall'alimentazione ordinaria; - linea di alimentazione dell'impianto utilizzatore (ad esempio dalla rete pubblica di distribuzione) indipendente da quella ordinaria solo quando sia ritenuto estremamente improbabile che le due linee possano mancare contemporaneamente; - gruppi di continuità. L'intervento dovrà avvenire automaticamente. L'alimentazione dei servizi di sicurezza è classificata, in base al tempo T entro cui è disponibile, nel modo seguente: - T=0: di continuità (per l'alimentazione di apparecchiature che non ammettono interruzione); - T<0,15s: ad interruzione brevissima; - 0,15s<T<0,5s: ad interruzione breve (ad es. per lampade di emergenza).

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La sorgente di alimentazione dovrà essere installata a posa fissa in locale ventilato accessibile solo a persone addestrate; questa prescrizione non si applicherà alle sorgenti incorporate negli apparecchi. La sorgente di alimentazione dei servizi di sicurezza non dovrà essere utilizzata per altri scopi salvo che per l'alimentazione di riserva, purché abbia potenza sufficiente per entrambi i servizi e purché, in caso di sovraccarico, l'alimentazione dei servizi di sicurezza risulti privilegiata. Qualora si impieghino accumulatori la condizione di carica degli stessi deve essere garantita da una carica automatica e dal mantenimento della carica stessa. Il dispositivo di carica deve essere dimensionato in modo da effettuare entro 12 ore la ricarica. Gli accumulatori non dovranno essere in tampone. Il tempo di funzionamento garantito dovrà essere di almeno 1 ora. Non dovranno essere usate batterie per auto o per trazione. Qualora si utilizzino più sorgenti e alcune di queste non fossero previste per funzionare in parallelo devono essere presi provvedimenti per impedire che ciò avvenga. L'alimentazione di sicurezza potrà essere a tensione diversa da quella dell'impianto; in ogni caso i circuiti relativi dovranno essere indipendenti dagli altri circuiti, cioè tali che un guasto elettrico, un intervento, una modifica su un circuito non compromettano il corretto funzionamento dei circuiti di alimentazione dei servizi di sicurezza. A tale scopo potrà essere necessario utilizzare cavi multipolari distinti, cassette di derivazione distinte o con setti separatori, materiali resistenti al fuoco, circuiti con percorsi diversi ecc. Dovrà evitarsi, per quanto possibile, che i circuiti dell'alimentazione di sicurezza attraversino luoghi con pericolo d'incendio; quando ciò non sia praticamente possibile i circuiti dovranno essere resistenti al fuoco. I cavi devono essere resistenti al fuoco anche in caso di attraversamenti di compartimenti diversi da quello servito. E' vietato proteggere contro i sovraccarichi i circuiti di sicurezza. La protezione contro i corto circuiti e contro i contatti diretti e indiretti dovrà essere idonea nei confronti sia dell'alimentazione ordinaria, sia dell'alimentazione di sicurezza o, se previsto, di entrambe in parallelo. I dispositivi di protezione contro i corti circuiti dovranno essere scelti e installati in modo da evitare che una sovracorrente su un circuito comprometta il corretto funzionamento degli altri circuiti di sicurezza. I dispositivi di protezione comando e segnalazione dovranno essere chiaramente identificati e, ad eccezione di quelli di allarme, dovranno essere posti in un luogo o locale accessibile solo a persone addestrate. Negli impianti di illuminazione il tipo di lampade da usare dovrà essere tale da assicurare il ripristino del servizio nel tempo richiesto, tenuto conto anche della durata di commutazione dell'alimentazione. Negli apparecchi alimentati da due circuiti diversi, un guasto su un circuito non dovrà compromettere né la protezione contro i contatti diretti e indiretti, né il funzionamento dell'altro circuito. Tali apparecchi dovranno essere connessi, se necessario, al conduttore di protezione di entrambi i circuiti.

ALIMENTAZIONE DI RISERVA E' prevista per alimentare utilizzatori e servizi essenziali ma non vitali per la sicurezza delle persone, come ad esempio:

- Pompe antincendio; - Centrale di sollevamento acque bianche; - Servizi ausiliari di cabine elettriche.

La sorgente di alimentazione di riserva, ad esempio un gruppo elettrogeno oppure un gruppo di continuità, dovrà entrare in funzione entro 15 s dall'istante di interruzione della rete. L'alimentazione di riserva dovrà avere tensione e frequenza uguali a quelle di alimentazione dell'impianto. La sorgente dell'alimentazione di riserva dovrà essere situata in luogo ventilato accessibile solo a persone addestrate.

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Qualora si utilizzassero più sorgenti e alcune di queste non fossero previste per funzionare in parallelo dovranno essere presi provvedimenti per impedire che ciò avvenga. La protezione contro le sovracorrenti e contro i contatti diretti e indiretti dovrà essere idonea nei confronti sia dell'alimentazione ordinaria sia dell'alimentazione di riserva o, se previsto, di entrambe in parallelo.

ART.9 DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER GLI IMPIANTI

Tutti gli impianti destinati ad alimentare utenze dislocate nei locali principali dovranno essere derivati dal proprio quadro di zona, come da progetto, sul quale dovranno essere installate le apparecchiature di sezionamento, comando e protezione, e tutto quant'altro previsto. Tutte le linee e le utenze dovranno essere adeguatamente protette da sovraccarico e cortocircuito. Dovrà inoltre essere assicurata la protezione contro i contatti indiretti, mediante interruzzione automatica dell’alimetazione. Nelle zone e luoghi classificati “ a maggior rischio in caso di incendio” (es: autorimessa, centrale termica) dovranno essere osservate le prescrizioni dettare dalla specifica sezione della norma CEI 64-8. In tali zone non è ammesso il transito di linee di media tensione. Per quanto riguarda la rete di distribuzione in bassa tensione, i quadri elettrici denominati “Power Center BT” di cabina alimentano i quadri elettrici di zona, dai quali si derivano le alimentazioni di utenze e sottoquadri. I quadri elettrici “Power Center BT” saranno alimentati da trasformatori MT/BT, con alimentazione in media tensione a partire dai quadri elettrici “Power Center MT”. Il collegamento con la rete pubblica è previsto in media tensione, presso la cabina di consegna. Nell’edificio nei percorsi in canala metallica si poseranno esclusivamente cavo del tipo FG7(O)M1 non propagante l’incendio conformi alle Norme CEI 20-22 II, 20-37 e 20-38, mentre nei tratti interni in tubazione sotto traccia o in vista si impiegheranno cavi del tipo N07V-K conformi alle Norme CEI 20-22 II. Percorsi e dimensionamento indicativo di canalizzazioni, cavi sono riportati sulle tavole grafiche di progetto.

ILLUMINAZIONE Gli apparecchi di illuminazione dovranno rispondere ai requisiti indicati nelle norme CEI. L'impianto di illuminazione sarà realizzato in modo che: a) in ogni zona regolarmente occupata è previsto un dispositivo che può spegnere le luci secondo programmi orari preimpostati; b) in ogni locale di passaggio o di occupazione temporanea, ad eccezione di depositi e locali tecnici, sono previsti sensori di presenza che spengono le luci nel caso in cui lo spazio non sia occupato; c) nei locali tecnici e nei depositi sono previste luci on/off, con controllo anche remoto dalla bidelleria. Tutti i dispositivi manuali sono facilmente accessibili e posizionati in modo che l'utente possa vedere le luci da esso controllate. Sensori fotosensibili si trovano nelle aule, nei laboratori, uffici, e in tutti gli spazi regolarmente occupati e/o con vista sull'esterno; essi servono a rilevare la luce ambientale che entra nell'edificio. In modalità automatica quando la luce a disposizione è sufficiente per lo spazio, la luce elettrica si attenua; quando i livelli di luce ambiente sono bassi la luce elettrica si incrementa in modo da mantenere adeguati livelli di illuminazione nello spazio. Anche i Sensori di presenza sono installati in questi locali, per fornire input al sistema di controllo dell'illuminazione e spegnere l'illuminazione negli spazi quando l'occupazione non è più rilevata. I sensori utilizzano la tecnologia a infrarossi passivi per rilevare il calore delle attività umane per attivare le luci.

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IMPIANTO ALIMENTAZIONE ASCENSORI Le linee di alimentazione degli impianti elettrici degli ascensori e dei montacarichi dovranno essere indipendenti da quelle degli altri servizi e dovranno partire dal quadro servizi generali. Le condutture e le protezioni dovranno essere proporzionate per una corrente pari a 3 volte quella nominale del servizio continuativo. Ove i motori fossero più di uno (alimentati dalla stessa conduttura) si dovrà applicare il coefficiente di riduzione della tabella di cui al paragrafo "Coefficienti per la valutazione del carico convenzionale delle unità d'impianto". Nel vano ascensore o montacarichi dovranno essere installate solo condutture appartenenti all'elevatore. L'impianto di allarme dovrà essere alimentato da una sorgente indipendente dall'alimentazione ordinaria e dovrà essere separato per ogni ascensore (batterie caricate in tampone). Nel locale macchina dovrà essere installato un quadro contenente gli interruttori automatici magnetotermici differenziali, nonché gli interruttori, e le lampade spia relative, per l'illuminazione del vano ascensore, del locale ecc. Il quadro ascensore e gli apparecchi devono avere le caratteristiche descritte nell'articolo "Qualità e caratteristiche dei materiali". In conformità all'art. 6 del D.P.R. 1497/1963 e s.m.i., nei fabbricati nei quali non vi sia personale di custodia, dovrà prevedersi l'interruttore generale o il comando dell'interruttore installato in una custodia sotto vetro da disporsi al piano terreno in posizione facilmente accessibile. L'interruttore potrà essere automatico oppure senza alcuna protezione; in qualsiasi caso la linea dovrà avere una protezione a monte. Il quadretto dovrà permettere il fissaggio a scatto di interruttori magnetotermici e non automatici fino a 63 A. L'impianto di messa a terra dell'ascensore o del montacarichi dovrà essere collegato all'impianto di terra del fabbricato, salvo diversa prescrizione in fase di collaudo dell'ascensore e del montacarichi stesso.

IMPIANTO ALIMENTAZIONE CENTRALE TERMICA L'impianto elettrico nelle centrali termiche dovrà essere realizzato in conformità alle prescrizioni delle norme CEI 64-2 "Impianti termici non inseriti in un ciclo di lavorazione industriale". E' di competenza dell'Impresa aggiudicataria, salvo diversi accordi tra le parti, l'esecuzione dell'impianto riguardante: a) alimentazione del quadro servizi generali o dai gruppi di misura (contatori) al quadro all'interno del locale previo passaggio delle linee da uno o più interruttori installati in un quadretto con vetro frangibile e serratura posto all'esterno del locale vicino all'ingresso, per l'interruzione dell'alimentazione elettrica al quadro interno, secondo disposizioni dei VV.F.; b) quadro interno al locale sul quale dovranno essere installate le protezioni della linea di alimentazione bruciatore, della linea di alimentazione delle pompe e di altri eventuali utilizzatori; c) illuminazione del locale. Il resto dell'impianto dovrà essere eseguito in modo da rispettare le disposizioni di legge sia per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza sia per quanto riguarda i dispositivi di regolazione per fare in modo che la temperatura nei locali non superi i 20 gradi C. Salvo alcune particolari zone di pericolo da identificare secondo le disposizioni delle norme CEI 64-2, tutti gli impianti all'interno del locale dovranno essere adatti per i luoghi di classe 3. In particolare il quadro elettrico, i corpi illuminanti, gli interruttori di comando, le prese ecc. dovranno avere grado di protezione minimo IP44.

ALTRI IMPIANTI a) Per l'alimentazione delle apparecchiature elettriche degli altri impianti relativi a servizi tecnologici (come impianto di condizionamento d'aria, impianto acqua potabile, impianto sollevamento acque di rifiuto e altri eventuali) dovranno essere previste singole linee indipendenti, ognuna protetta in partenza dal quadro elettrico di zona da proprio interruttore automatico differenziale. Tali linee faranno capo ai quadri di distribuzione relativi all'alimentazione delle apparecchiature elettriche dei singoli impianti tecnologici.

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b) Per tutti gli impianti tecnologici richiamati al precedente comma a), la Stazione Appaltante indicherà se il complesso dei quadri di distribuzione per ogni singolo impianto tecnologico, i relativi comandi e controlli e le linee derivate in partenza dai quadri stessi dovranno far parte dell'appalto degli impianti elettrici, nel qual caso la Stazione Appaltante preciserà tutti gli elementi necessari. Nell'anzidetto caso, in corrispondenza ad ognuno degli impianti tecnologici, dovrà venire installato un quadro ad armadio, per il controllo e la protezione di tutte le utilizzazioni precisate. Infine, in partenza dai quadri, dovranno prevedersi i circuiti di alimentazione fino ai morsetti degli utilizzatori. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

ART.10 SISTEMI DI PREVENZIONE E SEGNALAZIONE DI FUGHE GAS ED INCENDI

In parte dei fabbricati ( autorimesse filtri fumo ecc) è prevista l’installazione di rivelatori di fumo analogici del tipo ad effetto Tyndall fotoelettrici o termovelocimetrici, a secondo il tipo di locale, così da assicurare la copertura di dette zone. Sono previsti anche rivelatori di fumo posizionati entro i controsoffitti ove necessario. I rivelatori saranno collegati ad una centrale di controllo a microprocessori del tipo analogico a loop, che sarà installata nella bidelleria al piano terra. L’impianto sarà completo di sirene alimentate dalla centrale e di opportuni pulsanti sotto vetro per l’allarme manuale. I cavi che alimentano le sirene saranno del tipo FG10(O)M1 resistenti alla fiamma CEI 20-36, 20-38 e 20-45. Il numero dei rivelatori e la loro posizione sarà conforme a quanto stabilito dalle Norme UNI 9795, i rivelatori saranno conformi al dettato delle norme EN 54. Dalla centrale, saranno comandati i magneti di chiusura delle porte di sicurezza, e le sirene, la cui alimentazione sarà data da un apposito alimentatore da 24 ah. Nella centrale termica è prevista una centralina di controllo gas con azionamento diretto sulla servovalvola di intercettazione del combustibile. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

RILEVATORI E LORO DISLOCAZIONE A seconda dei casi saranno impiegati: termostati, rilevatori di fumo e di gas o rilevatori di fiamma. La loro dislocazione ed il loro numero sono determinati nella progettazione in base al raggio d'azione di ogni singolo apparecchio. Gli apparecchi dovranno essere di tipo adatto (stagno, antideflagrante ecc.) all'ambiente in cui andranno installati. I rivelatori saranno collegati ad una centrale di controllo a microprocessori del tipo analogico a loop, che sarà installata nella bidelleria al piano terra. L’impianto sarà completo di sirene alimentate dalla centrale e di opportuni pulsanti sotto vetro per l’allarme manuale. I cavi che alimentano le sirene saranno del tipo FG10(O)M1 resistenti alla fiamma CEI 20-36, 20-38 e 20-45. Il numero dei rivelatori e la loro posizione sarà conforme a quanto stabilito dalle Norme UNI 9795, i rivelatori saranno conformi al dettato delle norme EN 54. Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

CENTRALE DI COMANDO La centrale di comando dovrà essere distinta da qualsiasi apparecchiatura di altri servizi. Dovrà consentire una facile ispezione e manutenzione dell'apparecchiatura e dei circuiti. Oltre ai dispositivi di allarme ottico ed acustico azionati dai rilevatori di cui al precedente paragrafo "Rilevatori e loro dislocazione", la centrale di comando dovrà essere munita di dispositivi

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indipendenti per allarme acustico ed ottico per il caso di rottura fili o per il determinarsi di difetti di isolamento dei circuiti verso terra e fra di loro.

ALLARME ACUSTICO GENERALE SUPPLEMENTARE Oltre all'allarme alla centrale, si disporrà di un allarme costituito da mezzo acustico (o luminoso), installato all'esterno, verso strada o verso il cortile, in modo da essere udito (o visto) a largo raggio. Tale allarme supplementare deve essere comandato in centrale, da dispositivo di inserzione e disinserzione.

ALIMENTAZIONE DELL'IMPIANTO L'alimentazione dell'impianto dovrà essere costituita da batteria di accumulatori generalmente a 24 V o 48 V, di opportuna capacità, per la quale dovranno essere osservate le disposizioni espresse al riguardo nel paragrafo "Batterie d'accumulatori" dell'articolo "Stazioni di energia". Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.

CIRCUITI Anche per gli impianti considerati in questo articolo vale quanto previsto al paragrafo "Circuiti" dell'articolo "Impianti di segnalazione comuni per usi civili all'interno dei fabbricati".

ART.11 IMPIANTI DI CITOFONI E VIDEOCITOFONI

DEFINIZIONE Si definiscono tali, le apparecchiature a circuito telefonico (o a cavi coassiali) indipendente, per la trasmissione della voce (o per la visione della persona). Per esemplificazione, si descrivono gli elementi di un classico tipo di impianto citofonico (o video) tra portineria, uffici, aule, laboratori e posto esterno: – centralino di portineria a tastiera selettiva con sganciamento automatico e segnalazione luminosa con un circuito che assicuri la segretezza delle conversazioni; – commutatore (eventuale) per il trasferimento del servizio notturno dal centralino al posto esterno o portiere elettrico; – posto esterno con pulsantiera (e telecamera per ripresa); – citofoni (o monitor) degli uffici, aule e laboratori, installati a muro od a tavolo, in posto conveniente nell’anticamera o vicino alla porta; – alimentatore installato vicino al centralino; – collegamenti effettuati tramite montanti in tubazioni incassate ed ingresso ad ogni singolo locale in tubo incassato.

ALIMENTAZIONE Sarà consentita un'alimentazione a pile soltanto per un impianto costituito da una sola coppia di citofoni. In tutti gli altri casi si dovrà provvedere: un alimentatore apposito derivato dalla tensione di rete e costituito dal trasformatore, dal raddrizzatore e da un complesso filtro per il livellamento delle uscite in corrente continua. Tale alimentatore dovrà essere protetto con una cappa di chiusura. La tensione sarà corrispondente a quella indicata dalla ditta costruttrice dei citofoni per il funzionamento degli stessi.

CIRCUITI Anche per gli impianti di citofoni vale quanto previsto nel presente capitolato.

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MATERIALE VARIO Gli apparecchi ed i microtelefoni dovranno essere in materiale plastico nel colore richiesto dalla Stazione Appaltante. La suoneria o il ronzatore saranno incorporati nell'apparecchio.

ART.12 IMPIANTI TV A CIRCUITO CHIUSO

GENERALITÀ Gli impianti TV a circuito chiuso saranno costituiti essenzialmente dai seguenti componenti: - telecamere; - centralina di controllo; - monitor; - linee di collegamento.

TELECAMERE La Stazione Appaltante indicherà il numero e il posizionamento delle telecamere. Queste dovranno essere del tipo color, con dispositivo per il controllo automatico della sensibilità, circuito stand-by e dispositivo anti appannamento.

CENTRALINA DI CONTROLLO L'unità di controllo e commutazione video dovrà essere del tipo per montaggio a rack standard, con ingressi e uscite con sequenziale integrato adatti al numero di telecamere e di monitor.

MONITOR I monitor di ricezione dovranno essere del tipo per montaggio a rack standard, con cinescopio ad alta luminosità.

RETE DI COLLEGAMENTO La rete di collegamento segnali tra telecamere, centralina e monitor sarà costituita da cavo schermato bilanciato o da cavo coassiale, posto entro tubazione o canali di materiale plastico. I valori relativi all'impedenza caratteristica e all'attenuazione dei cavi impiegati dovranno essere compresi entro i limiti dipendenti dai componenti di impianto prescelti. Le linee di segnale e quelle elettriche dovranno essere indipendenti, con tubazioni o canali separati.

ART.13 IMPIANTO TELEFONICO/DATI

L’intera distribuzione dorsale telefono-dati di edificio ai rack di zona, è stata prevista da rack posti nel locale centro stella. Per ciascun rack di zona è stata prevista la posa di una dorsale dedicata telefono-dati, realizzata mediante:

- una linea dorsale in cavo in fibra ottica a struttura Loose, da 12 fibre di tipo armato dielettrico, categoria OM3 50/125 conforme alle norme ITU G.651, IEC 60793-2-10 Tipo A1a.2 e ISO/IEC 11801 ed. 2.1 OM3, ritardante la fiamma secondo IEC 60332-1, EN 50265 2.1 e CEI 20-35/1;

- un cavetto telefonico in rame stagnato (ove richiesto), sezione 15/25x2x0.6 mmq, per esterno (TE), conforme alle prescrizioni CEI 46-5 ’97 e successive varianti.

La rete di cablaggio strutturato , su cui verrà attuata sia la trasmissione dati che telefonica, dovrà raggiungere le seguenti prestazioni:

- per la parte terminale realizzata con conduttori in rame, la classe E secondo norme CEI EN

50173 (adeguata per channel fino a 250MHz, standard Ethernet 1GBASE 1Gb/s)

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- per la parte dorsale realizzata in fibra ottica, la classe OF-300 secondo norme CEI EN

50173 (adeguata per standard Ethernet 10GBASE 10Gb/s)

Il raggiungimento di tali prestazioni dovrà essere certificato seguendo le modalità previste dalle norme CEI EN 50346 e 61935. A prova della certificazione dovranno essere forniti adeguati report referenziati attraverso documenti di as-built.

Dovranno essere utilizzati componenti: - per la parte di distribuzione terminale realizzata con conduttori in rame, in categoria 6 UTP

(direttive ANSI/EIA TIA 568)

- per la parte dorsale realizzata in fibra ottica, in categoria OM3 secondo norma CEI EN

50173

Dovranno essere rispettate le prescrizioni installative dettate dalle norme CEI EN 50174 e CEI EN 50173; dovranno inoltre essere rispettate le norme CEI EN 50310, CEI EN 50346, CEI EN 61935. In tutte gli ambienti sono previsti punti di collegamento alla rete dati aventi funzione di collegamento dati o in alternativa fonia. Le prese dati saranno realizzate mediante l’utilizzazione di prese RJ45 categoria 6 UTP collegate all’armadio di cablaggio mediante cavo in categoria 6. Gli armadi di cablaggio saranno completati a cura della committenza per la sola parte attiva (esclusa parte attiva della rete BACS, che è a carico della stazione appaltante), resta a carico dell’impresa la fornitura di patch panel, ripiani, collegamenti e certificazione ecc.. Gli armadi di cablaggio saranno completi dei componenti passivi, delle prese di alimentazione dei sistemi di raffreddamento, saranno di adatte dimensioni, in base alle quantità previste sugli schemi. Saranno impiegati cavi a quattro coppie singolarmente attorcigliate (UTP) categoria 6 , posati entro tubazioni e scatole separate d’adeguata sezione. L'impianto telefonico dovrà essere separato da ogni altro impianto.

ART.14 IMPIANTO ASCENSORE

L'edificio sarà servito da impianti di ascensore realizzato nel rispetto delle vigenti leggi in materia. L'Impresa è obbligata alla fornitura e posa in opera di tutti i materiali al fine di consegnare l'impianto di ascensore completo e funzionante nonché conforme ai requisiti prescritti dal D.P.R. n.162 del 30 aprile 1999 e dalla legge n.13/89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche. L'ascensore dovrà perciò avere le caratteristiche previste in progetto e specificate nelle voci di elenco prezzi. II vano corsa è costituito da una adeguata struttura in c.a. Per l'alimentazione ascensore fare riferimento alle indicazioni del capitolo Impianto alimentazione ascensori.

ART.15 IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA

DESCRIZIONE GENERALE

La viabilità contenuta nel perimetro del complesso e la copertura sono previsti illuminati. Le strade interne scoperte sono assimilate a luoghi di lavoro, quindi seguono le prescrizioni della norma UNI 12464-2 (Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 2: Posti di lavoro in esterno), le strade coperte sono assimilate ai corselli delle autorimesse secondo UNI 12464-1 (Luce e illuminazione - Illuminazione dei posti di lavoro - Parte 1: Posti di lavoro in interni ) . La copertura segue le prescrizioni della norma UNI 11248 (Illuminazione stradale - Selezione delle categorie illuminotecniche).

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L’impianto di illuminazione esterna inoltre dovrà essere conforme alla norma UNI10819 e a quanto previsto nelle linee guida di cui all’articolo 4 della LP della Provincia di Trento n.16/2007 in materia di risparmio energetico e inquinamento luminoso in particolare:

- le sorgenti luminose devono avere vetro piano e lampada recessa, la posa è previsto venga

effettuata rivolgendo i proiettori verso il basso in modo che non venga emesso flusso luminoso al

di sopra della linea dell’orizzonte (angolo gamma maggiore di 90°);

- devono essere utilizzate lampade ad alta efficienza del tipo a ioduri metallici o LED;

- il comando dei circuiti di illuminazione dovrà provenire dal sistema BACS, il quale deve essere

dotato di input da interruttore crepuscolare e prevedere tabelle orarie di gestione, per permettere lo

spegnimento o la riduzione del flusso negli orari di non utilizzo.

Ai fini del raggiungimento dei requisiti LEED, il livello massimo di illuminazione (dovuto ai corpi

illuminanti di progetto) non dovrà superare 1 lux (orizzontale e verticale) oltre il limite edificato

“LEED” identificato nelle tavole di progetto, e 0,1 lux orizzontale a 3 m del limite stesso.

VIABILITÀ SCOPERTA ZONA NORD, ZONA SUD. Per consentire lo svolgimento delle attività lavorative in esterno durante la notte, le strade sono state assimilate a luoghi di lavoro in esterno. Il livello di visibilità e il confort richiesto, evocato dalle norme in materia di tutela della saluta e della sicurezza nei luoghi di lavoro, viene raggiunto seguendo le indicazioni della norma 12464-2, prospetto 5.7.1. Dal punto di vista prestazionale esso richiede un illuminamento medio pari a 20 lx, una minima uniformità di illuminamento sul piano orizzontale di 0,25, valori limite dell’indice di abbagliamento (GRL) pari a 55 e un indice minimo di resa del colore pari a 20. Gli apparecchi illuminanti sono previsti installati in facciata e in alcuni tratti sono previsti su palo, altezza 8 m. I plinti saranno dimensionati in funzione dei carichi calcolati secondo norma UNI EN 40-3-1.

VIABILITÀ SCOPERTA INGRESSO La zona indicata con “scoperta ingresso” include la zona di carico scarico TIR e i punti di accesso. Considerando un compito visivo di carico e scarico continuo e considerando che l’ingresso possa essere dotato di un sistema di videosorveglianza, con particolare riferimento alla norma UNI 12464-2 prospetto 5.7.2.. Dal punto di vista prestazionale esso richiede un illuminamento medio pari a 50 lx, una minima uniformità di illuminamento sul piano orizzontale di 0,40, valori limite dell’indice di abbagliamento (GRL) pari a 50 e un indice minimo di resa del colore pari a 20. . Gli apparecchi illuminanti sono previsti installati in facciata e in alcuni tratti sono previsti su palo, altezza 8 m. I plinti saranno dimensionati in funzione dei carichi calcolati secondo norma UNI EN 40-3-1.

VIABILITÀ SCOPERTA COPERTA GALLERIA La galleria coperta dovrà prevedere un illuminamento secondo norma UNI 12464-1 come prospetto 5.7. Essa viene assimilata ad un parcheggio pubblico coperto con i valori limite previsti per le corsie di circolazione, con i seguenti parametri: illuminamento medio pari a 75 lx, indice di abbagliamento minore di 25 e indice minimo di resa del colore pari a 20.

ILLUMINAZIONE COPERTURA La copertura non è illuminata completamente, ma solamente lungo un camminamento centrale nelle zone specificate nelle tavole grafiche. I requisiti prestazionali per la parte illuminata sono

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attinenti alla categoria S2 secondo UNI 11248 con un illuminamento medio minimo mantenuto (lungo il percorso) di 10 lx. Dovranno inoltre essere rispettate le prescrizioni: - il consumo parametrico dell’impianto, espresso in kWh/mq anno riproporzionati su un illuminamento medio ottenuto di 100 lux, dovrà essere inferiore a 15 kWh/mq anno. - la densità di potenza dell’impianto dovrà risultare non più dell’80% di quella prescritta dal ASHRAE/IESNA Standard 90.1-2007nelle aree esterne, e non più del 50% sulle facciate e nelle aree verdi.

QUALITA' E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

NORME GENERALI Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati nei lavori oggetto dell'appalto devono possedere caratteristiche adeguate al loro impiego, essere idonei al luogo di installazione e fornire le più ampie garanzie di durata e funzionalità. Inoltre, i materiali e le apparecchiature che l'Appaltatore impiegherà dovranno essere conformi, oltre che alle prescrizioni contrattuali, anche a quanto stabilito da Leggi, Regolamenti, Circolari e Normative Tecniche vigenti (UNI, CEI ecc.), anche se non esplicitamente menzionate. In ogni caso essi dovranno essere di prima scelta, delle migliori qualità esistenti in commercio, nonché di larga diffusione. Il Direttore dei Lavori si riserva il diritto di autorizzarne l’impiego o di richiederne la sostituzione, a suo insindacabile giudizio, senza che per questo possano essere richiesti indennizzi o compensi suppletivi di qualsiasi natura e specie. Tutti i materiali che verranno scartati dal Direttore dei Lavori, dovranno essere immediatamente sostituiti, siano essi depositati in cantiere, completamente o parzialmente in opera, senza che l’Appaltatore abbia nulla da eccepire. Dovranno quindi essere sostituiti con materiali idonei rispondenti alle caratteristiche e ai requisiti richiesti. Salvo diverse disposizioni del Direttore dei Lavori, nei casi di sostituzione i nuovi componenti dovranno essere della stessa marca, modello e colore di quelli preesistenti, la cui fornitura sarà computata con i prezzi degli elenchi allegati. Per comprovati motivi, in particolare nel caso di componenti non più reperibili sul mercato, l'Appaltatore dovrà effettuare un’accurata ricerca al fine di reperirne i più simili a quelli da sostituire sia a livello tecnico-funzionale che estetico. Tutti i materiali, muniti della necessaria documentazione tecnica, dovranno essere sottoposti, prima del loro impiego, all'esame del Direttore dei Lavori, affinché essi siano riconosciuti idonei e dichiarati accettabili. L'accettazione dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti è vincolata dall'esito positivo di tutte le verifiche prescritte dalle norme o richieste dal Direttore dei Lavori, che potrà effettuare in qualsiasi momento (preliminarmente o anche ad impiego già avvenuto) gli opportuni accertamenti, visite, ispezioni, prove, analisi e controlli. Tutte le spese relative alle prove su materiali ed apparecchiature di nuova installazione, previste dalle normative vigenti, sono a carico dell'Appaltatore. L'Appaltatore dovrà provvedere, a proprie spese e nel più breve tempo possibile, all’allontanamento dal cantiere ed alla sostituzione di eventuali componenti ritenuti non idonei dal Direttore dei Lavori. L'accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori, non esonera l'Appaltatore dalle responsabilità che gli competono per il buon esito dell'intervento. I componenti di nuova installazione dovranno riportare la marcatura CE, quando previsto dalle norme vigenti. In particolare quello elettrico dovrà essere conforme al D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i, nonché essere certificato e marcato secondo quanto stabilito nelle norme CEI di riferimento. Tutti i materiali per i quali è prevista l’omologazione, o certificazione similare, da parte dell'I.N.A.I.L., VV.F., A.S.L. o altro Ente preposto saranno accompagnati dal documento attestante detta omologazione. Tutti i materiali e le apparecchiature impiegate e le modalità del loro montaggio dovranno essere tali da: a) garantire l'assoluta compatibilità con la funzione cui sono preposti; b) armonizzarsi a quanto già esistente nell’ambiente oggetto di intervento.

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Tutti gli interventi e i materiali impiegati in corrispondenza delle compartimentazioni antincendio verticali ed orizzontali dovranno essere tali da non degradarne la Classe REI. La Stazione Appaltante si riserva la facoltà di fornire alla Ditta aggiudicataria, qualora lo ritenesse opportuno, tutti o parte dei materiali da utilizzare, senza che questa possa avanzare pretese o compensi aggiuntivi per le prestazioni che deve fornire per la loro messa in opera.

PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI L'Appaltatore, oltre alle modalità esecutive prescritte per ogni categoria di lavoro, è obbligato ad impiegare ed eseguire tutte le opere provvisionali ed usare tutte le cautele ritenute a suo giudizio indispensabili per la buona riuscita delle opere e per la loro manutenzione e per garantire da eventuali danni o piene sia le attrezzature di cantiere che le opere stesse. La posa in opera di qualsiasi materiale, apparecchio o manufatto, consisterà in genere nel suo prelevamento dal luogo di deposito, nel suo trasporto in sito (intendendosi con ciò tanto il trasporto in piano o in pendenza, che il sollevamento in alto o la discesa in basso, il tutto eseguito con qualsiasi sussidio o mezzo meccanico, opera provvisionale, ecc.), nonché nel collocamento nel luogo esatto di destinazione, a qualunque altezza o profondità ed in qualsiasi posizione, ed in tutte le opere conseguenti. L'Appaltatore ha l'obbligo di eseguire il collocamento di qualsiasi opera od apparecchio che gli venga ordinato dal Direttore dei Lavori, anche se forniti da altre ditte. Il collocamento in opera dovrà eseguirsi con tutte le cure e cautele del caso; il materiale o manufatto dovrà essere convenientemente protetto, se necessario, anche dopo collocato, essendo l'Appaltatore unico responsabile dei danni di qualsiasi genere che potessero essere arrecati alle cose poste in opera, anche dal solo traffico degli operai durante e dopo l'esecuzione dei lavori, sino al loro termine e consegna, anche se il particolare collocamento in opera si svolge sotto la sorveglianza o assistenza del personale di altre ditte, fornitrici del materiale o del manufatto. Le opere da eseguire, che dovranno essere compiute in ogni loro parte a perfetta regola d’arte e corrispondere a quanto prescritto dalla norma CEI 64-8 e successive varianti, risultano dai disegni di progetto allegati, nonché dagli elementi descrittivi del presente Capitolato, forniti a complemento dei disegni stessi, salvo quanto verrà precisato dal Direttore dei Lavori in corso d’opera per l’esatta interpretazione dei disegni di progetto e per i dettagli di esecuzione. I lavori, inoltre, dovranno essere eseguiti nel pieno rispetto del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e s.m.i. Tutti i materiali dovranno essere conformi alle normative in vigore e (dove previsto) dovranno essere fornite di marchio di certificazione IMQ. Sono a totale carico dell’impresa gli oneri per: collaudi, prove e certificazioni previste del Decreto n. 37 del 22 gennaio 2008 e s.m.i.

CARATTERISTICHE GENERALI DELL'IMPIANTO Durante la fase di scavo dei cavidotti, dei blocchi, dei pozzetti, ecc. dovranno essere approntati tutti i ripari necessari per evitare incidenti ed infortuni a persone, animali o cose per effetto di scavi aperti non protetti. Durante le ore notturne la segnalazione di scavo aperto o di presenza di cumulo di materiali di risulta o altro materiale sul sedime stradale, dovrà essere di tipo luminoso a fiamma od a sorgente elettrica, tale da evidenziare il pericolo esistente per il transito pedonale e veicolare. Nessuna giustificazione potrà essere addotta dall’Appaltatore per lo spegnimento di dette luci di segnalazione durante la notte anche se causato da precipitazioni meteoriche. Tutti i ripari (cavalletti, transenne, ecc.) dovranno riportare il nome dell'Appaltatore, il suo indirizzo e numero telefonico. L’inadempienza delle prescrizioni sopra indicate può determinare sia la sospensione dei lavori, sia la risoluzione del contratto qualora l’Appaltatore risulti recidivo per fatti analoghi già accaduti nel presente appalto od anche in appalti precedenti.

CAVIDOTTI Nell'esecuzione dei cavidotti saranno tenute le caratteristiche dimensionali e costruttive, nonché i percorsi, indicati nei disegni di progetto. Saranno inoltre rispettate le seguenti prescrizioni: - il taglio del tappetino bituminoso e dell’eventuale sottofondo in agglomerato dovrà avvenire mediante l’impiego di un tagliasfalto munito di martello idraulico con vanghetta. Il taglio avrà una

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profondità minima di 25 cm e gli spazi del manto stradale non tagliato non dovranno superare in lunghezza il 50% del taglio effettuato con la vanghetta idraulica; - esecuzione dello scavo in trincea, con le dimensioni indicate nel disegno; - fornitura e posa, nel numero e caratteristiche stabilite dal disegno, di tubazioni rigide in materiale plastico a sezione circolare, con diametro esterno di 90-120 mm, per il passaggio dei cavi di energia; - la posa delle tubazioni in plastica del diametro esterno di 90-120mm verrà eseguita mediante l’impiego di selle di supporto in materiale plastico a uno od a due impronte per tubi del diametro di 90-120mm. Detti elementi saranno posati ad un'interdistanza massima di 1,5 m, alfine di garantire il sollevamento dei tubi dal fondo dello scavo ed assicurare in tal modo il completo conglobamento della stessa nel cassonetto di calcestruzzo; - formazione di cassonetto in calcestruzzo tipo Rck25, a protezione delle tubazioni in plastica; il calcestruzzo sarà superiormente lisciato in modo che venga impedito il ristagno d'acqua; - il riempimento dello scavo dovrà effettuarsi con materiali di risulta o con ghiaia naturale vagliata, sulla base delle indicazioni fornite dal Direttore dei Lavori. Particolare cura dovrà porsi nell’operazione di costipamento da effettuarsi con mezzi meccanici; l'operazione di riempimento dovrà avvenire dopo almeno 6 ore dal termine del getto di calcestruzzo; - trasporto alla discarica del materiale eccedente.

PALI DI ILLUMINAZIONE ESTERNA I pali per illuminazione esterna devono essere conformi alle norme UNI-EN 40. Dovrà curarsi il perfetto allineamento nel senso orizzontale, la perfetta posa in opera verticale in modo che la sommità di ogni sostegno venga a trovarsi all'altezza prefissata. E' previsto l’impiego di pali d’acciaio secondo norma UNI EN 10025-1, UNI EN 10025-2 e UNI EN 10219, a sezione circolare, forma conica o rastremata (UNI EN 40-2) saldati longitudinalmente secondo norma UNI EN 1011-1 e UNI EN 1011-2. Tutte le caratteristiche dimensionali ed i particolari costruttivi sono indicati nei disegni di progetto allegati. Per la protezione di tutte le parti in acciaio (pali, portello, guida d’attacco, braccio e codoli) è richiesta la zincatura a caldo secondo la norma CEI 7-6. Il percorso dei cavi nei blocchi e nell’asola inferiore dei pali sino alla morsettiera di connessione, dovrà essere protetto tramite uno o più tubi in PVC flessibile serie pesante diametro 90mm, posato all’atto della collocazione dei pali stessi entro i fori predisposti nei blocchi di fondazione medesimi, come dalle tavole allegate. Per il sostegno degli apparecchi di illuminazione su mensola o a cima-palo dovranno essere impiegati bracci in acciaio o codoli zincati a caldo secondo Norma UNI EN 40-4 ed aventi le caratteristiche dimensionali indicate nelle tavole allegate. I processi di saldatura devono essere conformi alle norme UNI EN 1011-1 e 2; UNI EN ISO 15607, UNI EN ISO 15609-1 e UNI EN ISO 15614-1.

LINEE L'Appaltatore dovrà provvedere alla fornitura ed alla posa in opera dei cavi relativi al circuito di alimentazione di energia. Tutti i cavi saranno rispondenti alla norma CEI 20-13 e CEI 20-22 e varianti e dovranno disporre di certificazione IMQ od equivalente. Nelle tavole allegate sono riportati schematicamente il percorso, la sezione ed il numero dei conduttori. L'Appaltatore dovrà attenersi scrupolosamente a quanto indicato nei disegni, salvo eventuali diverse prescrizioni del Direttore dei Lavori.

CASSETTE - GIUNZIONI - DERIVAZIONI - GUAINE ISOLANTI La derivazione per l'alimentazione degli apparecchi di illuminazione, in cavo bipolare della sezione indicata in progetto, sarà effettuata con l’impiego di cassetta di connessione in classe II collocata nell'alloggiamento predisposto con transito nella medesima dei cavi unipolari di dorsale. La salita

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all’asola dei cavi unipolari sarà riservata unicamente alla fase interessata ed al neutro escludendo le restanti due fasi; per tratti di dorsali rilevanti dovrà essere previsto altresì un sezionamento dell’intera linea facendo transitare le tre fasi ed il neutro in una cassetta di connessione collocata nell'asola di un palo secondo indicazione del Direttore dei Lavori. Per le giunzioni o derivazioni su cavo unipolare, con posa in cavidotto, è previsto l'impiego di muffole o similare. Dette muffole saranno posate esclusivamente nei pozzetti in muratura o prefabbricati. Come detto, tutti i conduttori infilati entro i pali e bracci metallici, saranno ulteriormente protetti, agli effetti del doppio isolamento, da una guaina isolante di diametro adeguato; il tipo di guaina isolante dovrà comunque essere approvato dal Direttore dei Lavori.

DISTANZE DI RISPETTO DEI CAVI INTERRATI I cavi interrati in prossimità di altri cavi o di tubazioni metalliche di servizi (gas, telecomunicazioni, ecc.) o di strutture metalliche particolari, come cisterne per depositi di carburante, devono osservare prescrizioni particolari e distanze minime di rispetto come da normativa vigente.

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI La Norma CEI 64-8 Sez. 714.412 stabilisce che per la protezione da contatti diretti è necessario adottare le seguenti soluzioni impiantistiche: - tutte le parti attive dei componenti elettrici devono essere protette mediante isolamento o mediante barriere o involucri per impedire i contatti diretti; - se uno sportello, pur apribile con chiave o attrezzo, è posto a meno di 2,5 m dal suolo e dà accesso a parti attive, queste devono essere inaccessibili al dito di prova (IP XXB) o devono essere protette da un ulteriore schermo con uguale grado di protezione, a meno che lo sportello non si trovi in un locale accessibile solo alle persone autorizzate; - le lampade degli apparecchi di illuminazione non devono diventare accessibili se non dopo aver rimosso un involucro o una barriera per mezzo di un attrezzo, a meno che l’apparecchio non si trovi ad una altezza dal suolo superiore a 2,8 m. La protezione contro i contatti diretti ottenuta mediante ostacoli e mediante distanziamento è vietata.

IMPIANTI DI MESSA A TERRA E SISTEMI DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI In ogni impianto elettrico deve essere previsto un proprio impianto di messa a terra che deve soddisfare le prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8. Tale impianto deve essere realizzato in modo da poter verificare le verifiche periodiche ed è costituito dalle seguenti parti principali: - il dispersore o i dispersori di terra - il conduttore di terra, che collega tra loro i dispersori e il nodo o collettore; - il conduttore di protezione che, partendo dal collettore o nodo, collega direttamente tutte le masse degli apparecchi e le prese a spina. Per la protezione contro i contatti indiretti, tutte le parti metalliche accessibili dell'impianto elettrico e degli utilizzatori, normalmente non in tensione ma che per cedimento dell'isolamento principale o per cause accidentali potrebbero trovarsi sotto tensione, devono essere collegate all'impianto di terra. La norma CEI 64.8 Sez. 714.413 stabilisce per la protezione contro i contatti indiretti che: - la protezione mediante luoghi non conduttori e la protezione mediante collegamento equipotenziale locale non connesso a terra non devono essere utilizzate; - la protezione va fatta mediante componenti elettrici di classe II o con isolamento equivalente. Non deve essere previsto alcun conduttore di protezione e le parti conduttrici, separate dalle parti attive con isolamento doppio o rinforzato, non devono essere collegate intenzionalmente all’impianto di terra. Utilizzare cavi aventi tensioni di isolamento almeno 0,6/1 kV.

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SCELTA E MESSA IN OPERA DELLE APPARECCHIATURE ELETTRICHE PER POSA ALL’ESTERNO La norma CEI 64-8 sez. 714.5 dispone che i componenti elettrici per le installazioni esterne devono avere, per costruzione o per installazione, almeno il grado di protezione IP33. Per gli apparecchi di illuminazione il grado di protezione IP23 è sufficiente quando il rischio di inquinamento ambientale sia trascurabile, e se gli apparecchi di illuminazione sono posti a più di 2,50 m al di sopra del livello del suolo. Il grado minimo di protezione dei componenti deve essere: a) per i componenti interrati o installati in pozzetto: - IPX7 se è previsto il drenaggio, o grado di protezione IPX8 nel caso in cui sia prevedibile un funzionamento prevalentemente sommerso; b) per gli apparecchi di illuminazione in galleria: - IPX5. Gli apparecchi dovranno altresì essere realizzati in Classe II ed essere rispondenti all’insieme delle norme CEI EN 60598-1, CEI EN 60598-2-5, CEI EN 60598-2-3. In ottemperanza alla norma CEI EN 60598-1 i componenti degli apparecchi di illuminazione dovranno essere cablati a cura del costruttore degli stessi, ed essere forniti completi di lampade ed ausiliari elettrici rifasati. Detti componenti dovranno essere conformi alle Norme CEI di riferimento ed essere a marchio IMQ. Sugli apparecchi di illuminazione dovranno essere indicati in modo chiaro e indelebile, ed in posizione che siano visibili durante la manutenzione, i dati previsti dalla sezione 3 - Marcatura della norma CEI EN 60598-1. Gli apparecchi di illuminazione dovranno altresì soddisfare i requisiti richiesti dalle norme vigenti e alle specifiche norme provinciali contro l'inquinamento luminoso. I produttori devono quindi rilasciare la dichiarazione di conformità alla Legge Provinciale delle loro apparecchiature e devono inoltre allegare, le raccomandazioni di uso corretto. La documentazione tecnica dovrà comprendere la misurazione fotometrica dell’apparecchio, effettuata secondo le norme in vigore, sia in forma tabellare numerica su supporto cartaceo che sotto forma di file standard in formato “Eulumdat”. Tale documentazione dovrà specificare tra l’altro: - Temperatura ambiente durante la misurazione; - Tensione e frequenza di alimentazione della lampada; - Norma di riferimento utilizzata per la misurazione; - Identificazione del laboratorio di misura; - Specifica della lampada (sorgente luminosa) utilizzata per la prova; - Nome del responsabile tecnico di laboratorio; - Corretta posizione dell'apparecchio durante la misurazione; - Tipo di apparecchiatura utilizzata per la misura e classe di precisione. - Questi dati devono essere accompagnati da una dichiarazione sottoscritta dal responsabile tecnico di laboratorio che attesti la veridicità della misura. Gli apparecchi devono inoltre essere forniti della seguente ulteriore documentazione: - angolo di inclinazione rispetto al piano orizzontale a cui deve essere montato l’apparecchio in modo da soddisfare i requisiti della Legge provinciale - diagramma di illuminamento orizzontale (curve isolux) riferite a 1.000 lumen - diagramma del fattore di utilizzazione - classificazione dell’apparecchio agli effetti dell’abbagliamento con l’indicazione delle intensità luminose emesse rispettivamente a 90° (88°) ed a 80° rispetto alla verticale e la direzione dell’intensità luminosa massima (l max) sempre rispetto alla verticale. Il tipo di apparecchio di illuminazione da installare, nell'ipotesi che non sia univocamente definito nel disegno dei particolari, dovrà comunque essere approvato dal Direttore dei Lavori. L'Appaltatore provvederà pertanto all'approvvigionamento, al trasporto, all'immagazzinamento temporaneo, al trasporto a piè d’opera, al montaggio su palo o braccio o testata, all'esecuzione dei collegamenti elettrici, alle prove di funzionamento degli apparecchi di illuminazione con le caratteristiche definite in precedenza.

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La rispondenza alla Legge Provinciale e al complesso delle norme di cui sopra dovrà essere certificato con la consegna al Direttore dei Lavori della dichiarazione di conformità alle normative stesse rilasciata dal costruttore degli apparecchi di illuminazione.

ART.16