formazione personale socio sanitario - migranti … · stereotipi e pregiudizi “tu non entri: ......
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FONDO EUROPEO PER I RIFUGIATI 2008 – 2013
Convenzione 2010/FER/PROG-5021 Azione 1.1.B AP 2010
FORMAZIONE
PERSONALE SOCIO
SANITARIO
Dott.ssa Laura Moretto
Psicologa/psicoterapeuta
referente del Centro di Psicologia Transculturale
dell’Ufficio Pastorale Migranti
IDENTITA’
“il complesso dei dati caratteristici e
fondamentali che consentono
l’individuazione o garantiscono
l’autenticità”(G. Devoto – G.C. Oli, 1991)
IDENTITA’
IDENTITAIDENTITA’’
“… percezione del proprio sé che si sviluppa e si evolve
da un nucleo centrale arricchendosi via via di apporti e
contributi più sociali e culturali”(Giovannoli Vercellino C., 1998)
“… processo continuo tutt’altro che lineare in cui
l’individuo può continuamente arricchire e ridefinire il
senso di Sé, in base alle sue esperienze o influenze
esterne.”(Giovannoli Vercellino C., 1998)
Noi non siamo mai identici.
Ma in continua trasformazione
influenzati anche dall’ambiente che ci
circonda.
Inoltre nel concetto di identità è
importante l’immagine che gli altri ci
riportano di noi stessi.
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Il processo di cambiamento risulta
essere più intenso se il soggetto si
trova improvvisamente “circondato “
da una nuova cultura.
Il cambiamento è formato da crisi e
superamento di crisi e il migrante si
trova spesso ad affrontare momenti di
crisi e stress da transculturazione.
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Spesso consideriamo il migrante come
la stessa persona che era prima di
partire.
Nella mente del migrante esiste una
sequenzialità:
la partenza, il transito, l’arrivo e
l’eventuale ritorno.
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E’ una paura irrazionale (capita
quando non riusciamo a incasellare
nelle nostre categorie), nasce quando
non vi è una piena consapevolezza del
proprio sé, quando la persona non ha
piena fiducia in ciò che pensa e
possiede una scarsa informazione
sulla cultura altrui.
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OPERATORE:
Crisi dell’identità
professionale
IMMIGRATO:
Crisi dell’identità
personale
1° fase
ARROCCAMENTO
“Cosa vuole questo? Le cose
sono così come le conosco io”
“Non diventerò mai come loro, li
userò solo finchè mi servono”
2° fase
IPERADATTAMENTO
“Se voglio essere efficace devo
adattarmi del tutto a lui”
“Se voglio farcela qui devo
diventare proprio come loro”
3° fase
RIFORMULAZIONE E
MOLTEPLICAZIONE DELLA
PROPRIA IDENTITA’
“Quali possono essere i miei
nuovi modi di essere
professionista con gli stranieri?”
“Quali possono essere i miei
nuovi modi di essere qui?”
UTILIZZO DI UNA GAMMA PIU’ AMPIA DI INFORMAZIONI
CRESCITA DELL’IDENTITA’
Tratto da: “Esperienze migratorie…” M. Mazzetti
TRAUMATRAUMA
Può provocare un’alterazione permanente nell’attività
psichica
E’ qualcosa di molto violento che scuote la persona; può
essere anche non negativo
TRAUMA MIGRATORIO
+
TRAUMA ORIGINALE
Scene di guerra, lutti, torture…
La tortura
Tra il 30 e il 60 per cento
richiedenti asilo e rifugiati
ha subito tortura
[C. Bracci,2012]]
La tortura ha lo scopo di
ottenere informazioni,
estorcere confessioni, ma
soprattutto di distruggere
la persona e di terrorizzare
la comunità[C. Bracci,2012]
Il torturatore accompagna
spesso le sue azioni con
frasi tipo: ti ricorderai di
questo per tutta la vita,
non sarai più come prima…
[C. Bracci,2012]
A. Caratteristiche individuali
B. Progetto migratorio
C. Supporto sociale efficace
SALUTE PSICHICA ED INTEGRAZIONE SOCIALE
Tratto da: “Esperienze migratorie…” M. Mazzetti
La capacità di utilizzare in modo costruttivo il trauma
dipende da:
FATTORI DI RESILIENZAFATTORI DI RESILIENZA
A. Caratteristiche individuali
• Solidità del Sé
• Solidità dell’identità culturale
• Flessibilità dell’identità culturale
• Stili di attaccamento
• Stili di coping efficace
• Salute pre-migratoria
Tratto da: “Esperienze migratorie…” M. Mazzetti
B. Progetto Migratorio
1° Fase - Pre-migrazione
Può cambiare in base a:
la preparazione(es.: studiare prima la lingua, frequentare scuole italiane nel proprio Paese d’origine)
la volontarietà (alcuni scelgono di migrare, altri ne sono costretti…)
le aspettative realistiche
2° Fase - Post-migrazione
a. realizzazione del progetto migratorio (l’immigrato può avere
una vera e propria crisi di identità): è il filo conduttore tra
l’identità del proprio Paese di origine e quella del Paese
ospitante
b. rielaborazione efficace
FATTORI DI VULNERABILITAFATTORI DI VULNERABILITA’’
A. Caratteristiche individuali
B. Progetto migratorio
C. Altri fattori
SOFFERENZA PSICHICA ED EMARGINAZIONE
SOCIALE
Tratto da: “Esperienze migratorie…” M. Mazzetti
A. Caratteristiche
IndividualiB. Progetto migratorio C. Altri Fattori
Fragilità del Sé
Fragilità dell’identità
culturale
Rigidità dell’identità
culturale
Stili di attaccamento
deficitari
Stili di coping inefficaci
Morbilità pre-migratoria
Assente (migrazione
forzata)
Fallito
Stress da transculturazione
Perdita di status
Nostalgia per il proprio
Paese, lutto…
Supporto sociale assente o
inadeguato
Tratto da: “Esperienze migratorie…” M. Mazzetti
I RICHIEDENTI ASILO
ALTA PERCENTUALE DI
FATTORI DI VULNERABILITA’:
Non hanno progetto migratorio, perdita di
status, attacco alla propria identità tramite
torture, supporto sociale inadeguato, ecc.
Disagi maggiormente riscontrati
• Disturbi clinici: ansia, depressione, attacchi di
panico
• Disturbi e problematiche della dimensione sessuale
• Deficit dell’attenzione e della memoria
• Irritabilità e scoppi di collera
• Ipervigilanza
• Dissociazioni
• DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
L’incontro con la vittima richiede
all’operatore di affinare la
capacità d’ascolto, di rispettare i
tempi delle persone,
caratterizzati spesso da lunghi
silenzi, di esprimere con
chiarezza modalità, finalità della
visita
[C. Bracci, 2012]
Per combattere l’influenza del
torturatore bisogna mettere in
atto comportamenti che
affermino la dignità della persona
ed il rispetto che gli portiamo
[C. Bracci, 2012]