fondazioni d'impresa per i giovani
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Giovani e mercato del lavoro
FONDAZIONI D’IMPRESA PER I GIOVANISenato della Repubblica
11 febbraio 2015
Alberto Castori
Spunti di riflessione
Chi sono i giovani
Statisticamente consideriamo giovani la popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni d’età.
La definizione di gioventù come fase del ciclo di vita, ma anche come gruppo di popolazione, è diventata piuttosto difficile. Il processo di transizione alla vita adulta, inteso come il raggiungimento di una piena indipendenza dalla famiglia d’origine, è il risultato di una complessa interazione tra fattori individuali e strutturali
Non un blocco monolitico, dunque, ma un’aggregazione di percorsi individuali espressione delle esigenze specifiche che cambiano in base all’età ma anche alle condizione di contesto socio economico in cui il giovane si trova ad agire
Capitale umano inagitoCapitale inutilizzato (valori in migliaia) 2007 2013 Var.%
2007-2013
Disoccupati totali 1.506 3.113 106,7
di cui giovani (15-34 anni) 900 1.584 75,9
Inattivi scoraggiati 1.287 1.790 39,1
Persone che non cercano lavoro, ma disponibili a lavorare
2.541 3.091 21,6
Neet 1.832 2.436 32,9
Capitale sottoutilizzato (val. in migliaia)
Sottoccupati di 15 anni e più 364 642 76,2
di cui giovani (15-34 anni) 141 203 44,2
Occupati con part-time involontario 1.216 2.470 103,1
di cui giovani (15-34 anni) 526 849 61,4
Occupati sottoinquadrati 4.434 4.378 -1,3
Fonte: Elaborazione Censis su dati Istat e Isfol
Basso livello di partecipazione al lavoro
Condizione dei giovani, 25-29 anni, nei principali paesi dell'UE, 2013 (val. %)
8.7 6.3 4.412.6
4.0 6.8
5.6
29.0
11.9
15.0
6.912.0
77.6
58.1
74.6 52.877.8
70.4
8.1 6.7 9.119.6
11.3 10.9
Non interessati a lavorare o studiare
Occupati
In cerca di lavoro
In formazione
Occupazione: un problema giovanile
Germania Spagna Francia Italia Regno UnitoUnione Europea
(28)
-7.7
-62.1
-11.0
-34.1
-11.9
-20.1
7.1
-34.7
-4.2
-24.7
9.0
-8.6
5.2
-0.4
4.27.1
4.0 3.5
15-24 anni
25-34 anni
35 anni e oltre
Variazione % degli occupati nei principali paesi dell'UE per classe di età, 2007-2013 (var.%)
Livello d’istruzione
Pre-primaria,
primaria e secondaria inferiore
(ISCED 0-2)
Secondaria superiore e post-secondaria non universitaria (ISCED
3-4)
Università –Terziaria (ISCED 5-
6)Totale (*)
Germania 13,0 56,9 30,0 100,0
Spagna 35,3 23,7 41,1 100,0
Francia 14,6 41,4 43,9 100,0
Italia 27,3 49,9 22,7 100,0
Regno Unito 16,0 38,3 44,3 100,0
Unione Europea (28)
17,6 45,9 36,1 100,0
Fonte: elaborazione Censis su dati Eurostat – Secondo la classificazione Isced97
(*) Il totale include le persone di cui non si conosce il livello di istruzione
25-34 anni per livello di istruzione nei principali paesi dell'Unione Europea, 2013 (val.%)
Occupazione e istruzione Tasso di occupazione della popolazione 25-34 anni per livello di
istruzione nei principali paesi dell'UE, 2013 (val.%)
Germania Spagna Francia Italia Regno Unito Unione Europea (28)
53.4 52.755.0
51.755.2 53.6
79.2
62.5
75.7
63.2
77.473.7
85.4
72.7
86.1
63.7
87.2
81.8
Isced 0-2
Isced 3-4
Isced 5-6
È in atto una sostanziale riconsiderazione del ruolo sociale
degli studioltre un quarto dei neolaureati italiani occupati, a tre anni dal conseguimento del titolo, è impegnato in un’attività lavorativa per la quale il possesso della laurea è non necessario formalmente o addirittura eccessivo per le concrete mansioni che è chiamato a svolgere
La difficoltà ad assorbire forza lavoro con istruzione elevata è una difficoltà tutta interna al sistema economico italiano; riconducibile alla sua specializzazione, attagliata a settori manifatturieri e di servizio, caratterizzati da bassa innovazione tecnologica e alta intensità di lavoro umano. Gli stessi settori che oggi stanno urtando in misura maggiore contro gli effetti della crisi
La scuola non paga?
Aumentano le aspettative, in linea
con una crescita rapida dei livelli di
istruzione
Diminuisce la domanda di fascia
alta della gerarchia occupazionale
Evidente sfasamento tra aspettative dei giovani e domanda di lavoro
Generazione in fuga?Giovani di 15-35 anni che si dichiarano disposti a lavorare in un altro paese europeo, per paese di residenza (su dati
Eurobarometro 2010)
Propensione ad avviare un’attività imprenditoriale
Germania Spagna Francia Italia Regno Unito
L'ho già fatto 4,5 6,3 7,7 6,1 8,1
Sì 35,2 56,3 48,4 32,5 46,5
No 60,2 37,5 44,0 61,4 45,3
è troppo complicato avviare un'impresa
13,6 11,5 18,7 26,7 16,3
è troppo rischioso 30,7 15,6 12,1 17,8 12,8
non ho accesso al credito 9,1 5,2 4,4 9,7 8,1
non ho le competenze adeguate
6,8 5,2 8,8 7,2 8,1
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Giovani 15-34 anni, per paese. Val. % su dati Eurobarometro 2010
Più paura della burocrazia che del rischio…
giovani immigrati più intraprendenti
Andamento del numero di imprenditori e soci con meno di 30 anni , per origine (numeri indice, 2007=100)
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
71.1
106.1
Italiani Stranieri
Potenziare l’orientamento
In una situazione sociale ed economica in rapida e continua evoluzione, l’orientamento costituisce un fattore strategico per l’azione di coordinamento delle politiche sociali e lavorative, capace di mediare, nell’interazione tra le diverse componenti coinvolte, le esigenze della progettualità professionale dei soggetti e delle organizzazioni con la flessibilità dei mercati del lavoro in continua trasformazione
Aiutare il giovane ad orientarsi in maniera critica nella realtà complessa in cui si trova a vivere, perché possa effettuare le proprie scelte di vita in coerenza con un suo progetto personale, continuamente verificato e riposizionato in rapporto alle contingenze ambientali e lavorative
Ma tutto sta cambiando…
Ci stiamo dicendo da tempo che la crisi non ci lascerà come ci ha trovato
Niente sarà più come prima, tantomeno il lavoro: perché è in corso una ridefinizione della struttura aziendale e degli stressi prodotti
Una realtà in rapidissima e fortissima trasformazione che non ha dato ancora tempo alla formazione di
quadri di riferimento stabili e generalizzati. Rischiamo di orientarci in base a paradigmi obsoleti
…e forse bisogna sperimentare
I precedenti nel sociale:Don Picchi e le comunità terapeutiche
Il ruolo delle Fondazioni d’impresa (ma non solo) può tornare utilissimo per sperimentare ANCHE strade nuove, creative e innovative