fondato nel 1950 - associazione maggio eugubino · scatti sui ceri 2015 5 tassa di soggiorno 8...

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FONDATO NEL 1950 www.maggioeugubino.com Periodico dell’Associazione Maggio Eugubino Pro Gubbio - Gubbio Perugia Anno LXVII - N. 3 - Luglio 2015 - Sped. in abb. 45%, Legge 662/96, at. 2, comma 20/B, Filiale di Perugia. ANGOLAZIONI: EFFETTO DEL PASSATO, VERSO IL FUTURO

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fondato nel 1950

www.maggioeugubino.com

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AngolAzioni:effetto del pAssAto,versoil futuro

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Direttore eDitorialeLucio Lupini

Direttore responsabileUbaldo Gini

Capo reDattoreMichela Biccheri

anno lXVii, n. 3luglio 2015

L’EUGUBino - PEriodico di attUaLità, inforMazionE E cULtUra dELL’associazionE MaGGio EUGUBino Pro-LocorEdazionE: Piazza odErisi - 06024 GUBBio (PG) - tEL. E fax 075 9273912 - cc PostaLE n. 15463060

aUt. triB. PErUGia n°. 334 dEL 15/01/1965. sPEd. in aBB. PostaLE 45%, coMMa 20/B, LEGGE 662/96, fiLiaLE di PErUGia.

iL PEriodico viEnE inviato a tUtti i soci dELL’associazionE MaGGio EUGUBino.LE oPinioni EsPrEssE nEGLi articoLi iMPEGnano UnicaMEntE LE rEsPonsaBiLità dEi sinGoLi aUtori.

eDitoriale

GrafiCaL’arte Grafica Gubbio

stampatipografia Eugubina

La prima è che anche le sfilate dei Ceri piccoli stanno presentando le stesse criticità degli altri. Anzi, subendo i ragazzi il condizionamento degli adulti, sono risultate anche peggiori tanto da far dire a qualcuno che forse è il caso di non farle più. E questi ragazzini saranno i futuri ceraioli! Ma cosa possono fare con quanto vedono, con quanto sentono e da ultimo con quanti si intromettono nella loro Festa? Come Maggio Eugubino, con l’onore e l’one-re che abbiamo di organizzare la Festa dei Ceri piccoli, dobbiamo assolutamente adottare misure che consentano il superamento di tutte le criticità rilevate in modo che questa Festa possa davvero essere quella formidabile palestra di avvicinamento e di approccio al Cero che è l’obiettivo fondamentale per cui è nata. Va poi certamente recuperata l’iniziativa, ino-pinatamente dispersa, del “Diario Ceraiolo” , indubbiamente affinandola e migliorandola sotto l’aspetto didattico, presso le scuole medie, per sensibilizzare i ragazzi verso i valori fondamentali ed intangibili della Festa. Su tutti questi temi ci deve essere il convincimento, l’adesione e la partecipazione di tutte le componenti del Tavolo dei Ceri.

La seconda riguarda “Brocche d’Autore” che è l’esposizione organizzata dal Maggio per con-tribuire a dar voce alla ceramica nella patria di Mastro Giorgio impegnando a cimentarsi ogni anno 3 grandi artisti su un oggetto, la brocca dei Ceri , e sul suo valore simbolico, fondamentale per la nostra città in quanto capace di raccontarne l’anima e la storia. Si è giunti alla quattordicesima edizione e le brocche sono diventate più di cento con pezzi pregevolis-simi di grandissimo valore ed interesse.Cominciamo ad avere seri problemi di conservazione e di manutenzione per cui occorre ormai assolutamente creare una esposizione permanente delle brocche e ci auguriamo che su questo fine si coagulino presto tutte le sensibilità disponibili unite dalla passione per l’arte ed il gusto per il bello, dall’amore per la nostra città e dall’intento di mantenerne il grande patrimonio identitario.

Due cose sui Ceri 2015

sommario

Uno sPEttacoLo dEGnodEL Patrono 4

L’archivio di stato È di GUBBio 7

scatti sUi cEri 2015 5

tassa di soGGiorno 8noMinata La GiUnta rEGionaLE 11

AttuAlità

i PaLtroni di UrBino a GUBBio 13

john kUczwaL nEi LUoGhidi Mastro GiorGio 14

StoriA, Arte e CulturA

vita cittadina 24-27

vita dELL’associazionE 17 - 23

VitA dell’ASSoCiAzione

VitA CittAdinA

CoVer foto Michela Biccheri

lucio lupini Presidente associazioneMaggio Eugubino

3l’eugubino

Passiamo nel dettaglio a considerare la festa dei più piccoli, quella che si dice spontanea. La partenza è proprio buona, le basi ce ne sono molte e il ma-teriale è veramente di alta qualità. Non c’è nulla di paragonabile alla consape-volezza di un bambino che si accosta al Cero. È per lui un gigante. È per lui una sfida, è per lui un metro e una bilancia per crescere in spirito. È per lui un gioco, la soddisfazione, disobbedien-za e disciplina allo sesso tempo. È un trampolino. Non sottovalutiamoli, altri-menti dovremmo ammettere di esserci dimenticati tutto quello che sentivamo da bambini o non saremmo dei ceraioli.

Il brivido di allontanarsi da casa anche di soli 100 metri o il camminare fianco ad un amico e da soli nella folla della sfilata, come i grandi! Vedere giungere quella stanga a cui è attaccato un altro bambino che confida in te. E rendersi conto d’improvviso che ci sei tu sotto e che stai correndo e che sopra c’è il tuo Santo e che corre anche grazie a te! E uscire anche solo per gridare: “babbo ce l’ho fatta!” e di corsa ancora… Noi dell’associazione ci impegnamo ad organizzare una macchina che sia ben oleata e in sintonia con i bambini, un pranzo che li accolga e li rifocilli. Riu-sciamo, in armonia tra di noi e in ami-

cizia, a contribuire affinchè ci sia ciò che sempre c’è stato e lo facciamo fornendo del materiale degno e funzionale. E que-sto è importante. Ma i Ceri, o meglio, la Festa dei Ceri piccoli è il primo vero terreno, l’embrione del ceraiolo, dob-biamo poter dare ai nostri piccoli delle immagini dignitose, frasi incoraggianti, uno scenario quasi idilliaco affinchè da esso si possa cogliere il meglio. Se si chiudono gli occhi è possibile rivedere da quell’altezza, l’intensità di un giorno tanto più importante perché proprio dei bambini. Facciamoci da parte, bastano un passo o due e vedremo tutti uno spettacolo degno del patrono.

Uno spettaColo DeGno Del patrono

di Michela Biccheri

4 attualità l’eugubino

sCatti sUi Ceri 20155l’eugubinoattualità

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LATTE

Nel momento in cui scriviamo sulla questione Archivio di Stato, siamo ancora in attesa della “sentenza”di vita, si spera tanto, del nostro Archivio. Stando all’intervento deciso espresso dal nostro Sindaco e che tutti abbiamo letto, l’indicazione per una nuova sede esiste ed è nel complesso munumentale di San Pietro, il “palazzo della cultura”. Quindi ora siamo in attesa di un atto di responsabilità e di coscienza legato al destino di un Archivio che vogliamo conoscere meglio e che vorremmo poter frequentare con più attenzione, grazie anche alla luce che si è accesa intorno a questo archivio delle nostre memorie. Le nostre. Quanti progetti potrebbero nascere con le scuole e quanti studenti potrebbero imparare ad utilizzare questo imponente strumento d’ausilio alla nostra conoscenza. A questo proposito anche l’Associazione Maggio Eugubino, insieme all’Università dei Muratori e alle Famiglie ceraiole ha scritto una lettera di condanna alla direzione dell’Archivio di Stato di Perugia giudicando assurda la chiusura, lo spostamento, sottolineandone la gravità; su tutte le parole di Fabrizio Cece che riportiamo “In tanti secoli di guerre, di distruzioni, di calamità sociali e politiche di ogni genere, mai e poi mai quei documenti hanno lasciato Gubbio. Ora, che le condizioni di vita ed economiche sono incommensurabilmente superiori rispetto a quelle, tanto per dire, di un secolo fa, è inaccettabile che si voglia sopprimere la Sezione eugubina e deportare i nostri documenti a Bettona. È veramente inaccettabile”. Questa è no stralcio della lettera: “… hanno appreso dagli organi di informazione, con un senso di angoscia e di profonda preoccupazione, la notizia della possibile soppressione da parte dell’archivio di stato di Perugia della sezione dell’archivio di Stato di Gubbio, attualmente ospitata in un’ala del convento di San Francesco in Piazza 40 Martiri. Il relativo, prezioso materiale verrebbe trasferito a Bettona. Il tutto entro il trenta giugno(!), vale a dire nel giro di pochi giorni. Alternative adeguate non solo in termini di spazio, ma anche con parametri appropriati per quanto riguarda sicurezza e conservazione non si inventano dalla sera alla mattina. Ma a parte queste riflessioni di carattere

logistico, resta una considerazione di fondo che amareggia a disorienta. Senza parlare del percorso seguito, la minaccia (o decisione già assunta?) del trasferimento, è stata resa di pubblico dominio dalla stampa sulla base di indiscrezioni, senza avvisarne per tempo, stando alle informazioni, l’Amministrazione Comunale e le espressioni cittadine più importanti, facendole partecipi in anticipo di quanto stava maturando. Questo sarebbe dovuto avvenire in un corretto rapporto centro-periferia, con decisioni che non vanno imposte dall’uno e subite dall’altra, ma illustrate, discusse e mediate. Gubbio non può rinunciare alle proprie radici, ad un giacimento indispensabile per consentire a ricercatori e studiosi di portare avanti il proprio fondamentale lavoro. Per questo le nostre Associazioni dicono un “no” fermo e deciso ad ogni ipotesi di trasferimento e chiedono che, grazie anche alle iniziative annunciate dal Sindaco Filippo Stirati ed alle pressioni che provengono pure dal mondo della politica e soprattutto della cultura, l’archivio di Stato di Gubbio resti a Gubbio. In questa prospettiva, che rappresenta ovviamente il traguardo che si vuole raggiungere tutti insieme, le nostre Associazioni fanno proprie le considerazioni che il ricercatore Fabrizio Cece ha richiamato al Direttore dell’archivio di Stato di Perugia.”

l’arChiVioDi statoÈ Di GUbbio

a cura della redazione

7l’eugubinoattualità

“Il turismo è la carta vincente dell’Umbria. Chiediamo alla Regione di porre il turismo al centro delle politiche di sviluppo.”Inizia così l’appello della Federalberghi alla Presidente della Giunta Regionale Catiuscia Marini, Il perché è presto detto: in questo settore lavorano oltre 3000 imprese che impiegano più di 15000 persone ed ospitano quasi 6 milioni di turisti italiani e stranieri. Numeri che fanno del turismo una pedina molto importante nella economia umbra. Lo dovrebbe essere anche nella economia italiana; ma questo è un altro discorso.“Occorre dare completezza ai primi timidi segnali di ripresa – continua Federalberghi – senza appesantirla con misure come la imposta di soggiorno che sta diventando per alcuni comuni umbri, una sorta di panacea alla quale si aggrappano per risolvere i loro problemi di bilancio.” Prima di passare la parola all’assessore al turismo del Comune di Gubbio Dr. Renzo Rughi vediamo in dettaglio le ragioni degli albergatori di Gubbio. Per inciso diciamo subito che Orvieto, Perugia, Spoleto ed alcuni comuni del Lago Trasimeno hanno già deciso di introdurre la tassa di soggiorno.

Al Sindaco del Comune di Gubbio LE IMPRESE UMBRE DELLA RICETTIVITÀ TURISTICA DICONO NO ALL’IMPOSTA DI SOGGIORNO PERCHÈ• Le aziende del territorio sono in una grave fase di

sofferenza e il tasso di occupazione non raggiunge il 35%.

• Ad oggi nessun comune della provincia, ad eccezione di Perugia, ha introdotto la tassa di soggiorno.

• Si prospetta un effetto devastante sulla competitività delle aziende turistiche.

• Il carico fiscale è già insostenibile: IMU e tariffa per la raccolta dei rifiuti urbani sono iniquamente applicate al settore ricettivo, con una incidenza di gran lunga superiore a quella di altri settori.

• Le strutture ricettive diventano sostituti d’imposta mentre tutti gli altri settori economici che beneficiano del turismo ne saranno esenti.

• Invece di tagliare i costi della politica, si scarica il peso della crisi sui turisti che contribuiscono al benessere del nostro territorio.

• Gli effetti negativi di questa scelta colpiranno gli imprenditori, i lavoratori, la filiera e l’intero sistema economico.

• Gli operatori programmano i loro pacchetti/offerte con molto anticipo e non possono chiedere più soldi ai loro clienti a contratti già sottoscritti.

• Qualche impresa potrebbe decidere di accollarsi l’imposta per non perdere clientela. Ciò determinerebbe un ulteriore impoverimento dell’attività d’impresa con evidenti conseguenze negative per le imprese e per i lavoratori.

• È dimostrato che le risorse provenienti dall’imposta di soggiorno non vengono destinate al turismo.

L’IMPOSTA DI SOGGIORNO DANNEGGIA IL TURISMO E IMPOVERISCE L’ECONOMIA UMBRA”

Allora, assessore Rughi, come risponde?“A breve in Consiglio Comunale a Gubbio inizierà la discussione del Bilancio di Previsione del Comune, un documento fondamentale di programmazione per l’intera comunità cittadina. Ed è in questo contesto che va inserito necessariamente

tassa Di soGGiorno

di Pina Pizzichelli

8 attualità l’eugubino

il dibattito a proposito dell’introduzione dell’imposta comunale di soggiorno, della quale si è di recente parlato in alcuni passaggi sui media locali. Infatti per le entrate derivanti da questo tributo dovranno essere previste nel Bilancio comunale spese in egual misura ed inoltre, essendo una TASSA DI SCOPO, solo finalizzate ad interventi in materia di promozione turistica, a sostegno delle strutture ricettive, di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali.

Nel programma amministrativo quinquennale dunque il Consiglio Comunale (unico organo deputato a decidere sull’eventuale introduzione dell’imposta di soggiorno) ha individuato il turismo come il settore potenzialmente in grado di incidere in prospettiva sullo sviluppo economico della città ed è iniziata per questo da subito, giugno 2014, un’azione di coinvolgimento di tutte la categorie economiche e della cittadinanza.

È stata istituita la Consulta per il Turismo che vede al suo interno un’amplissima rappresentanza di tutti i settori produttivi e che sarà coinvolta sul tema. In questi 8 mesi l’Assessorato allo Sviluppo Economico ha promosso eventi ed iniziative che hanno avuto un buon riscontro in termini di presenze turistiche e di gradimento dei visitatori, spesso in collaborazione con gli operatori turistici con i quali sono stati avviati molti tavoli di lavoro e di confronto nei quali è sempre emersa la necessità di una strategia turistica UNITARIA, di una forte azione di COORDINAMENTO di tutti gli attori che si muovono e incidono in ambito turistico. È del tutto evidente che per realizzare la propria parte sia necessario per il Comune avere a disposizione delle risorse da investire. Nel 2014 per il Turismo e il Marketing territoriale erano previsti a Bilancio circa 18.000,00 Euro, a malapena sufficienti per distribuire materiale cartaceo al punto informazioni turistiche. Qui si inserisce il tema dell’estrema difficoltà finanziaria nella quale versano i Comuni italiani che sempre più vedono diminuire i trasferimenti dallo Stato. Ecco allora che introdurre l’imposta di soggiorno significa finanziare attività di promozione turistica senza aggravare il peso fiscale. Essendo una fase di prima applicazione l’idea è di partire con una misura minima dell’imposta, mediamente 1,00 Euro al giorno.In conclusione dunque torniamo a ribadire l’importanza di un confronto costruttivo su questo tema alla vigilia di importanti appuntamenti nei quali si dovrà dibattere sull’argomento. Sarà poi il Consiglio Comunale a fare le sue scelte.

nel settore turismo lavorano oltre 3.000 imprese che impiegano più di 15.000 persone ed ospitano quasi 6 milioni di turisti italiani e stranieri

9l’eugubinoattualità

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nominata la GiUnta reGionale

a cura della redazione

Dal 20 giugno la nostra regione Umbria ha una nuova amministrazione

che regolerà l’andamento della vita economica, politica e sociale. Nominati dal presidente eletto Catiuscia Marini vincitrice col 42,78% e al suo secondo mandato, i membri dell’esecutivo regionale che

ricopriranno il ruolo di assessori con deleghe coerenti al programma di governo della regione, sono: Fernanda Cecchini (Pd), riconfermata dalla precedente giunta, continuerà ad occuparsi di agricoltura, ambiente, caccia e pesca. Ma anche di cultura, spettacolo e grandi manifestazioni. Antonio Bartolini (Assessore

esterno Area Pd), vanno le riforme, le risorse umane e patrimoniali, l’agenda digitale, la scuola e l’edilizia scolastica. Luca Barberini (Pd) è il nuovo assessore alla sanità e al welfare, sarà anche il ‘ministro per i rapporti col Parlamento’, sarà la figura di raccordo col consiglio regionale. Giuseppe Chianella (Assessore esterno Area Socialisti) è assessore alle infrastrutture, trasporti, riqualificazione urbana e centri storici, mentre Fabio Paparelli (Pd), l’altro riconfermato insieme alla Cecchini, vanno le deleghe al lavoro, formazione, competitività delle imprese e innovazione del sistema produttivo, infrastrutture digitali e rapporti con Sviluppumbria e Gepafin e la vicepresidenza. La presidente Marini mantine per sé la programmazione, la gestione dei Fondi europei, la protezione civile, le politiche di parità, la promozione, l’internazionalizzazione dell’Umbria e, novità, il Bilancio. Alla nuova giunta auguriamo un proficuo lavoro di gruppo nell’interesse del bene comune.

22 giugno 2015“siamo qui oggi perché è compito nostro, rappresentanti delle istituzioni pubbliche, far sì che mai si dimentichino stragi come quella dei 40 martiri di Gubbio, e consentire che la trasmissione alle nuove generazioni della memoria di questa barbarie non si interrompa”.

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11l’eugubinoattualità

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21

È giunta alla XXVI edizione, la consegna delle Borse di Studio istituite dall’As-sociazione Maggio Eugubino e da Co-lacem S.p.A, volta al riconoscimento dell’impegno scolastico degli alunni più meritevoli degli Istituti eugubini, affin-chè siano sollecitati ad approfondire i propri interessi culturali e a contribuire, dunque, allo sviluppo della nostra socie-tà. La consegna delle Borse di Studio è avvenuta alla presenza del Presidente del Maggio Eugubino, Lucio Lupini; del Presidente di Colacem S.p.A, Giovanni Colaiacovo; dell’Amministratore Delega-to di Colacem S.p.A, Carlo Colaiacovo; del Vescovo di Gubbio, Mons. Ceccobelli e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Gubbio, Marco Bellucci. L’incontro è stato coordinato dal Dirigente scolastico dell’Istituto Superiore “G. Mazzatinti”, Dario Missaglia. I vincitori delle Borse di Studio per l’anno scolastico 2009-2010: Elisa Castellani (ITIS), Arianna Fioruc-

ci (Liceo Socio Psico Pedagogico), Gre-ta Goracci (Liceo Classico-Scientifico), Chiara Rondoni (IPSIA), Elisa Monac-chi (ITC), Isabel Poeta (ISA); i vincitori delle Borse di Studio per l’anno scolastico

2010-2011: Angela Binacci (ITIS), Fede-rica Rossi (Liceo Socio Psico Pedagogico), Davide Lispi (Liceo Classico-Scientifico), Laura Ferranti (IPSIA), Valerio Miozzi (ITC), Hafid Assia (ISA).

Consegnate le Borse di Studio Maggio Eugubino-Colacem

Valigeria - Pelletteria Corso Garibaldi, 46tel. 075 927 3991

Corso Garibaldi, 43 - Gubbio (PG)tel. 075 922 0887

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@gioielleriabedini

di fabrizio cece

Pur non essendo il frutto di una ricerca archivistica metodica, ancora da svolgere, presento di seguito alcuni documenti sulla presenza in Gubbio del dottore in legge Andrea Paltroni di Urbino e di suo figlio, Pierantonio, ben conosciuto dai cultori di storia feltresca per essere stato autore dei famosi “Commentari della vita et gesti dell’illustrissimo Federico Duca d’Urbino”.Andrea Paltroni, secondo una nota settecentesca – tutta da verificare – è documentato nella nostra città fin dal 1385, anno in cui ricoprì la carica di Podestà. Evidentemente fu uomo di fiducia del conte Antonio al quale Gubbio si era data fin dal marzo dell’anno precedente. E il Montefeltro lo deve aver tenuto in ottima considerazione se ancora nel 1402 troviamo “Dominus Andreas de Paltronibus de Urbino” Vicario generale in Gubbio. Il 23 marzo 1405 il dottore in legge “ser Andrea di Cecco dei Paltroni” fu testimone ad un atto notarile. Il primo novembre dell’anno seguente il conte Guidantonio nominò il Paltroni alla carica di Vicario e giudice di appello per le gabelle in Gubbio. Ad Andrea fu concesso come collaboratore un notaio abile all’ufficio delle gabelle e, a sue spese, due famigli e un ronzino. La paga fu definita in 17 fiorini al mese e, al termine del suo mandato – la cui durata era a beneplacito di Guidantonio – sarebbe stato sottoposto a “sindacatio” – cioè alla verifica del suo operato – per quattro giorni. Il 25 novembre 1407 fu nominato ancora una volta Vicario in Gubbio e come tale si portò dietro un mucchio di gente, come si usava in quel tempo: un cavaliere socio, tre notai esperti e pratici, due familiari, otto famuli armigeri maggiorenni e un cavallo. Andrea avrebbe dovuto consegnare al massaro del Comune di Gubbio due balestre “cum balderiis e crocchis sufficientibut et sinceris” del valore di due fiorini ciascuna. Il 3 dicembre giurò sui Vangeli. Troviamo Andrea in tale incarico ancora nel marzo 1409, anno nel quale sì concluse il suo vicariato eugubino. Nel 1410, però tornò di nuovo in città, questa

volta come ambasciatore di Guidantonio. L’ultimo documento eugubino rintracciato che lo riguardi è datato 20 agosto 1416. Andrea si trovava allora a Fabriano. L’urbinate sposò Scolastica Severi, nipote del celebre giurista Bartolo da Sassoferrato. Dalla loro unione nacque Pierantonio, destinato ad una brillante carriera diplomatica. Nel 1434, infatti, il giovane Paltroni fu già cancelliere del conte Guidantonio. Il documento eugubino che riguarda Pierantonio, datato 1443, è doppiamente interessante. Innanzitutto perché si riferisce al suo servizio svolto sotto il duca Oddantonio – la cui breve signoria viene trattata velocemente e con troppa sufficienza nei “Commentari”, anche se è facile comprenderne il perché –, poi perché ci illumina su una missione diplomatica molto importante. Pierantonio, infatti, fu inviato a Gubbio per chiedere 1.800 fiorini d’oro con i quali

rimpinguare le esauste casse feltresche, proprio in concomitanza alla perduta battaglia di Monteluro dell’otto novembre 1443 che pose in serie angustie il duca Oddantonio. Il 22 novembre 1443 si riunirono in seduta plenaria il gonfaloniere, i consoli e il consiglio del Comune di Gubbio per ascoltare l’ambasciata portata dallo “Spectabilem virum ser Pierantonium domini Andree de Paltronibus de Urbino”, cancelliere e commissario incaricato con lettere patenti dal duca Oddantonio. Gubbio avrebbe dovuto versare la somma richiesta entro un anno. Per ottemperare a questa imposizione, accettata sicuramente obtorto collo, il consiglio eugubino elesse a sindaco Francesco di Nicola poiché giudicato sufficientemente idoneo per procacciare la notevole somma presso i cittadini più abbienti residenti in Gubbio o nel suo comitato, anche in solido con i mercanti, con le università e con le singole persone.

Lapide sepolcrale della famiglia Paltroni. Urbino, chiesa di San Francesco.

i paltroni Di Urbino a GUbbio

22 novembre 1443. Pierantonio Paltroni citato nella delibera consiliare. Gubbio, sEzionE di archivio di stato, Fondo Comunale, Riformanze, reg. n. 23, c. 55v

13l’eugubinostoria arte cultura

John KUCzwal nei lUoGhi Di mastro GiorGio

di Ettore a. sannipoli

Dei veri e propri rapporti artistici tra ceramisti australiani e ceramisti eugubini si sono instaurati a partire dal 1999 quando, in occasione della mostra Vitalità perenne del lustro, vennero a lavorare in alcune botteghe di Gubbio Stephen Bowers, Pippin Drysdale e Alan Peascod, tre maestri che pochi anni prima avevano partecipato alla mostra Delinquent Angel, svoltasi nel MIC di Faenza.Dei tre, Alan Peascod rimase particolarmente legato alla nostra città e, grazie all’amicizia con il ceramista Giampietro Rampini, ebbe modo di tornare a Gubbio nel 2002, per realizzare le Brocche d’Autore alla prima edizione della mostra organizzata dal Maggio Eugubino. Nel contempo allestì una bellissima esposizione delle sue opere nel Villino di Parco

Ranghiasci. Tutti ormai sanno che, per esplicita volontà di questo grande artista australiano, scomparso nel 2007, le sue ceneri furono disperse proprio a Gubbio, nella parte più alta e recondita del parco ottocentesco.Un allievo di Peascod, John Kuczwal di Wollongong (Nuovo Galles del Sud), ha rinnovato in tempi recenti questo intenso e attivo rapporto tra la ceramica australiana ed eugubina. Kuczwal da molti anni risulta particolarmente interessato alle tecniche della maiolica a lustro. È già stato in Umbria nel 2008 e nel 2011 per visitare le città di Deruta, Gubbio e Gualdo Tadino, celebri nel

campo delle cangianze metalliche, con l’intento di vedere i relativi musei ed incontrarsi con i lustratori del posto. L’Australiano ha mantenuto nel tempo contatti con la nostra regione e nel 2013, alla Wollongong City Gallery, ha deciso di esporre le sue opere assieme a quelle dell’orvietano Marino Moretti, uno dei principali ceramisti umbri contemporanei.Nella primavera dell’anno in corso, ospite a Viceno del bravissimo artista di Orvieto, John Kuczwal ha voluto fare ancora una volta di Gubbio una tappa essenziale del suo soggiorno in Italia. Nella città di Mastro Giorgio, il nostro ceramista ha espresso la volontà di confrontare le sue indubbie conoscenze in materia di lustri con quelle di Giampietro Rampini, nella

1. john kuczwal nella bottega di Giampietro rampini a Gubbio, 2015.

2. j. kuczwal, con i lustri di G. rampini, piatto con uccelli, 2015, maiolica a lustro, diam. cm 27.

14 storia arte cultura l’eugubino

cui bottega ha operato alcuni giorni scambiando con il maestro eugubino esperienze e ‘segreti’ relativi alle amate iridescenze metalliche.Dai forni moderni ma pur sempre ‘alchemici’ di Rampini, sono uscite pertanto maioliche dorate e rutilanti, frutto del lavoro congiunto di questi due cultori di una tecnica antica eppure tanto vicina alla sensibilità odierna. Sembra quasi che a Gubbio Kuczwal abbia rinunciato a quel dark ground che – come vedremo – contraddistingue di norma i suoi lavori, per concentrarsi (forse sotto l’influsso della luce mediterranea) sugli ori e, soprattutto, sugli intensi rossi tipici della tradizione eugubina. Piatti in maiolica bianca di foggia tradizionale, dal largo, profondo cavetto e dall’ampia tesa, si sono così ammantati di rilucenti superfici dorate con uccelli, elementi dendritici e fondi fiammeggianti, ma anche di intensi campi rosso-rubino cosparsi di irregolari e fitte puntinature auree, che sembrano evocare lontani clusters di stelle.Come di Kuczwal ha detto Alan Caiger-Smith, studioso e maestro del lustro al quale Gubbio ha dedicato nel 2008 una mostra di grande rilievo, «negli anni, la sua paziente dedizione ha dato luce a un’opera densa di colore misterioso e di immagini poetiche, assolutamente senza precedenti. I lustri di Kuczwal nascondono molti segreti aperti e meritano un’analisi assai approfondita».L’Australiano è solito applicare le sue inconfondibili cangianze metalliche su forme aperte (in genere ciotole, ma anche piatti), leggermente irregolari nella foggia o comunque con qualche variazione rispetto alle pure geometrie: recanti ad esempio un profilo lobato o centinato, oppure contraddistinte da ‘pizzicature’ che flettono e dinamizzano il loro bordo.I suoi lustri si confrontano in genere con fondi scuri, ben visibili nel verso delle ciotole, e danno luogo così a un contrasto armonico e profondo con la base sulla quale vengono applicati. La decorazione, o per meglio dire la pittura, risulta eseguita esclusivamente con pigmenti di lucentezza metallica, senza ricorrere a colori in seconda cottura, né nelle linee di contorno né nelle campiture. Insomma in queste

opere il lustro è davvero pervasivo, totalizzante.Molto singolare, per varietà di stesura, è l’uso che viene fatto delle iridescenze. Esse costituiscono nel contempo linee, striature, campiture, puntinature e quant’altro. Definiscono fondi, soggetti, ornati, singoli elementi decorativi, mediante il ricorso a filamenti, embricature, inserti dendritici, spruzzi.Di grande fascino risulta la virtuosistica varietà delle tonalità di lustro messe in campo: una gamma articolata e complessa, che comprende l’oro, il camoscio, il rame, il rosso (anche rubino), il viola, l’azzurro, il verde e altri colori. Con bagliori e aloni luminosi che balenano in un’atmosfera talvolta delicatamente affumicata, la quale genera un mondo pieno di mistero e di incanto.I soggetti (ovvero i ‘decori-soggetti’) sono ricavati in genere dal regno degli animali: uccelli, pesci, lepri, canguri, ma anche esseri insoliti o fantastici sul tipo dei delfini e dei tritoni delle grottesche rinascimentali. Come ha riconosciuto Alan Caiger-Smith, non si tratta di immagini indipendenti: «esse inseguono o sono inseguite, nascondono o mostrano se stesse entro uno sfondo vibrante, contro la luna crescente o il mare oppure il fogliame di una foresta pluviale». È proprio vero, a volte queste figure si confondono con l’ambiente circostante in una sorta di elegante mimetismo, a volte appaiono invece come ‘ombre’ o come ‘riserve’ di colore scuro entro variegate e fiammeggianti campiture lustrate. Con i loro ornati puntiformi, filiformi, minuti, simili a quelli che decorano lo sfondo, esse compaiono e scompaiono nell’universo fantastico da loro popolato, ove una luce preziosa e dorata di continuo si confronta con il buio delle tenebre. Fulgori, barlumi innervati e pulsanti di un cuore che non vuol essere un heart of darkness.

Bibliografia essenzialePainting with smoke. John Kuczwal, Wollongong 2006; Alan Peascod, influences & dialogue. Elisabeth Charles, Simone Fraser, John Kuczwal, Graham Oldroyd, Wollongong 2008; Isolation. John Kuczwal, s.l. 2010; The potter’s brush. John Kuczwal. Il pennello del ceramista. Marino Moretti, Wollongong 2013.

3. j. kuczwal, Running Hares and Waterfall, 2008, maiolica a lustro, diam. cm 36 (da isolation, 2010).

4. j. kuczwal, Dreaming Roo, 2010, maiolica a lustro, diam. cm 34 (da Isolation, 2010).

5. j. kuczwal, Diving Goose and Fish, 2010, maiolica a lustro, diam. cm 30 (da Isolation, 2010).

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Domenica 14 giugno, si è svolta la 4a tappa dell’iniziativa Conoscere il Sentiero di Francesco con il Maggio Eugubino e la collaborazione della Piccola Accoglienza Gubbio. Pellegrini moderni sulle strade di Francesco a conoscere il Sentiero, le bellezze paesaggistiche del territorio e forse anche se stessi. Così dal Santuario della Verna, a Pieve Santo Stefano, set-tanta partecipanti hanno percorso un cammino di circa 16 chilometri tra faggete, sentieri e prati di particolare bellezza. A fare da cornice colorata, belle e profumate ginestre, ma anche tardive fiorite di maggio ciondolo.Dopo i saluti del presidente del Maggio, Lucio Lupini, si

è parlato brevemente del Santuario che conserva il Saio del poverello di Assisi e la comitiva non poteva partire per il cammino senza prima vedere quel Saio donato a Gubbio a Francesco. Foto di rito nel piazzale della Verna e partenza. Passando a fianco la statua di San Francesco che chiede ad un bambino di liberare le tortore, si è lasciato l’imponente Santuario in direzione Pieve Santo Stefano. Dopo brevi ma ripide salite, si è raggiunta la cima del monte a quota 1254 m. slm. Fatica, condivisione, allegria, hanno accompagnato i camminatori lungo il percorso terminato dopo tre ore e mezzo circa. È poi seguito un momento conviviale di ristoro.Alla Verna e a Pieve Santo Stefano, i camminatori hanno vi-sto certificare il loro impegno con il timbro della credenziale del pellegrino.Al termine della giornata, Il Maggio Eugubino, ha fatto dono ai partecipanti di una pubblicazione edita dall’associa-zione stessa, su San Francesco.La prossima tappa è programmata per il 13 settembre e condurrà i partecipanti da Vallingegno a Biscina, passando per San Pietro in Vigneto e Caprignone. Ne verrà data co-municazione in anticipo, ma chi vuole può informarsi anche attraverso la pagina facebook all’indirizzo web: www.facebo-ok.com/pages/Conoscere-il-Sentiero-di-Francesco o sul sito dell’Associaizone Maggio Eugubino.

siamo a 1250 mt (slm)

La verna, il gruppo prima della partenza

spostamento verso Pieve santo stefano

di Massimo Bei

La vErna PiEvE santo stEfano

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17l’eugubinovita dell’associazione

broCChe D’aUtore 2015

Si è conclusa la quattordicesima edi-zione della mostra Brocche d’autore, organizzata dall’Associazione ‘Maggio Eugubino’ nella Sezione Archeologica del Museo Comunale di Palazzo dei Consoli, con l’intento di arricchire le tradizionali manifestazioni di maggio per mezzo di un’iniziativa cultura-le pertinente al clima festivo, tale da destare l’interesse sia dei visitatori sia degli eugubini, ma anche opportuna-mente legata al settore della cerami-ca di artigianato artistico con delle proposte di qualità relative a uno dei prodotti tipici dell’odierna maiolica eugubina, vale a dire le brocche dei Ceri.Oltre agli esemplari appositamente realizzati per il 2015, sono state presentate nelle vetrine dei negozi del Centro Storico, grazie alla dis-ponibilità dell’Associazione Gub-bio fa Centro, le brocche realizzate nel corso delle precedenti edizioni della mostra (ad esclusione di quelle di Mario Boldrini, in restauro, di Eduardo Alamaro e di Gabriele Tognoloni) vale a dire le opere di Nello Bocci, Edgardo Abbozzo, Alan Peascod, Lucia Angeloni, Oscar Pi-attella, Germano Cilento, Toni Bel-lucci, Giulio Busti, Mirta Morigi, Marilena Scavizzi, Alexis Miguel Pantoja Pérez, Nello Teodori, Emi-dio Galassi, Gennaro Esca, Lucia-no Tittarelli, Rolando Giovannini, Elio Cerbella, Eraldo Chiucchiù, Antonella Cimatti, Paolo Biagioli, Caterina Calabresi, Luciano Laghi, Giampietro Rampini, Bruno Cecco-

belli, Gianfranco Budini, Gabriele Mengoni, Marino Moretti, Sandro Soravia, Graziano Pericoli, Giuliano Giganti, Stefano Pascolini, Maurizio Tittarelli Rubboli, Francesco Ardini, Luigi Stefano Cannelli, Roberto Fug-nanesi, Martha Pachon Rodriguez, con l’aggiunta delle brocche eseguite nel 2002 dagli allievi dell’Istituto Statale d’Arte di Gubbio. Le brocche dei Ceri sono state quest’anno in-terpretate da Maddalena Vantaggi, Valerio Niccacci, Annalisa Guerri.

Maddalena Vantaggi

L’artista eugubina ha pensato che l’u-nico modo per creare delle brocche che fossero veramente sue era quello di eseguirle non solo per ma anche

con i suoi concittadini. È nata così l’idea di realizzare delle brocche fat-te da tutti gli Eugubini. «Le Broc-che d’Autore sono brocche eterne, perché non verranno mai lanciate e quindi rotte: conservano per sempre l’immortalità del rito in loro rac-chiuso». La Vantaggi ha voluto allora che a tutti gli Eugubini fosse conces-sa la possibilità di far parte di questa eternità, «offrendo alla memoria cit-tadina un pezzo, un frammento, una scheggia di brocca – dei Ceri Grandi, Mezzani o Piccoli – recuperati dopo l’alzata». In occasione della mostra «tutti i pezzi donati, verranno sal-dati insieme per sempre in un’opera d’arte, che racconterà il 15 maggio di tutti gli Eugubini». I singoli fram-menti sono stati dunque ricomposti in un’unica grande brocca, a signifi-

di Ettore a. sannipoli

foto

g. p

ause

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M. vantaggi

18 vita dell’associazione l’eugubino

care l’“unità integrale” tipica dell’o-maggio corale tributato a Sant’U-baldo: cementati con ‘polvere d’o-ro’, traendo ispirazione dal kintsugi, una pratica giapponese che tende a “riparare con l’oro” oggetti ceramici che si sono rotti, rendendoli così più preziosi e più belli. La tripartizione, anch’essa peculiare della Festa, viene mantenuta nei libri-brocca, che ri-mandano ai singoli Ceri grazie alla forma, e ai tre Santi grazie al colore e al decoro delle piastre ceramiche so-prammesse. Essi contengono le im-magini fotografiche dei frammenti donati, accompagnate dai commen-ti, pensieri e racconti dei donatori.

Valerio Niccacci

Con forti suggestioni iconografi-che relativa ai tre Santi dei Ceri, le brocche si sono trasformate, per Va-lerio Niccacci, in complessi organi-smi plastici provvisti di un proprio esprit vital, in grado di crescere au-tonomamente tra le mani dell’artista (come «l’irrequieto e discolo pezzo di legno» che sarebbe diventato Pi-nocchio sotto i colpi della sgorbia di Geppetto); e, nel contempo, capaci di narrare alcuni momenti salienti dell’agiografia dei sacri personaggi. Così la brocca di Sant’Ubaldo è di-venuta simbolo visivo dell’identifi-cazione del patrono con la Città e con il Monte, quella di San Giorgio ha dato luogo a un essere improba-bile, una sorta di serrata panoplia deambulante con zampe di drago, quella di Sant’Antonio – che risulta

la più pura delle tre, formalmente parlando – si è trasformata nella te-sta riversa di un maiale, con l’am-pia apertura che la solca di chiaro aspetto vulvare. Il tutto imprezio-sito dall’inconfondibile, raffinata cromia delle terre sigillate e da de-cori, anzi abbellimenti, con lamine e foglie metalliche. L’impressione è di trovarsi di fronte a drôleries, ibridi antropo-zoo-fitomorfi o gril-li che potrebbero appartenere a un codice miniato medioevale, oppure a un quadro di Hieronymus Bosh o di qualche surrealista, rivisitati però con uno spirito preromantico, da saga norrena. Liberi di vivere in uno spazio autonomo che richiama quello de L’ansa del vaso di George Simmel, intermedio cioè tra dimen-sioni diverse, relative alla funzione pratica e alla funzione simbolica.

Annalisa Guerri

Le brocche di Annalisa Guerri rappresen-tano tre fasi di una metamorfosi in atto, quella a cui il contenitore rituale è desti-nato con il lancio verso il cielo, la matti-na del 15 maggio. Non sono le singole brocche di Sant’Ubaldo, di San Giorgio e di Sant’Antonio a essere indagate, ma l’idea stessa della brocca dei Ceri: un vaso in semplice terracotta, privo di riferi-menti partitivi, riconoscibilissimo per la sua forma, con la superficie che inizia a incresparsi, corrugarsi, esfoliarsi, quasi generando un organismo in mutamento che pare animarsi, crescere e infine dissol-versi nell’atmosfera. Un percorso tra terra e cielo, assai significativo nell’ambito di una festa che celebra la morte – ovvero il dies natalis – di Sant’Ubaldo, ma anche una trasformazione in essere verso il ri-goglio estivo, al quale le eleganti, sovrab-bondanti volute in paperclay sembrano voler alludere. La sensibilità dell’autrice, da sempre attenta al trascorrere del tem-po, al trasformarsi delle cose, e la sua ca-pacità di attuare delicatissimi trattamenti della materia, rendono verosimile che nei suoi lavori agiscano, magari incon-sapevolmente, suggestioni del barocco romano, determinate in particolare da gruppi scultorei berniniani come l’Apollo e Dafne della Galleria Borghese. Sicché la fugace e splendida metamorfosi della brocca, che si avvera con il suo lancio ver-so l’alto, collega come il Cero dimensioni diverse l’una dall’altra: si alza dalla terra per arrivare fino al cielo, per legare sacro e profano, ‘umano’ e ‘divino’.fo

to g

. pau

selli

a. Guerri

v. niccacci

19l’eugubinovita dell’associazione

traDizionale ConViVio DeGli eUGUbini lontani

alcuni momenti conviviali

susana frondizi

Giuseppe Battistelli (Peppe torcolo)

Piero angelo radicchi, Primo capitano

i capodieci per l’anno 2015

alcuni momenti convivialiil Presidende Lucio Lupini, saluta i convenuti

associazione nazionale carabinieri

francesco ranghiasci, secondo capitano

Vi presentiamo alcune delle tantissime foto che testimoniano l’attaccamento degli eugubini alla nostra piccola-grande tradizione: il convivio degli eugubini lontani e vicini, alle quali uniamo anche le immagini dal concerto della Banda musicale di Gubbio in onore del nostro patrono. Sono in molti,

infatti, che partecipano all’atteso evento del 16 maggio che il Maggio Eugubino organizza presoo il Park hotel ai Cappuccini, per festeggiare insieme i Ceri appena trascorsi, cogliendo per l’occasione la presenza di tanti concittadini che hanno lasciato Gubbio e che tornano per la Festa più amata.

La Banda Musicale di Gubbio, sotto la direzione del M° Nolito Bambini ha eseguito le musiche di Schubert, Rossini, Bizet, Levy, De Haan, Jobim, Sousa, De Palma, Sparke, Wilson.

16 maggio,Concerto in onoredel Santo Patrono

20 vita dell’associazione l’eugubino

Oggetto del concorso è l’assegnazione di una borsa di studio che per l’anno accademico 2014/2015 sarà del valore di € 1.440,00 (millequattrocento-quaranta/00). La Borsa di Studio sarà attribuita agli studenti, residenti nel Comune di Gubbio che il testatore ha cosi indicato: ”…più bisognosi, di indiscussa moralità, veramente studiosi e meritevoli”.

La domanda di partecipazione al Bando di Concorso è inoltrabile compilando il modulo previsto e disponibile nel sito (sezione NEWS) del Maggio Eugubino www.maggioeugubino.com.Per poter essere ammesso al concorso, il Richiedente al momento della scadenza del Bando deve essere in possesso dei seguenti requisiti:• essere residente nel Comune di Gubbio all’atto

dell’emissione del presente bando;• essere iscritto, nell’ Anno Accademico 2014

– 2015, al primo anno di corso di Laurea Specialistica/Magistrale o al quarto anno per Corsi di Laurea a ciclo unico;

• avere l’indicatore ISEE riferito al nucleo familiare in cui compare il Richiedente, valido alla data di scadenza del Bando;

• non aver già fruito per l’anno accademico 2014/2015 di altre provvidenze analoghe erogate dallo Stato o da altre Istituzioni pubbliche o private di valore superiore al 50 % dell’importo della borsa di studio messa a concorso, fatte salve quelle previste dagli Enti Regionali per il Diritto allo Studio Universitario.

I concorrenti alle borse di studio per corsi universitari di laurea, oltre ai requisiti indicati al comma 1, devono essere in possesso dei seguenti ulteriori

requisiti:• non essere studenti ripetenti o iscritti fuori corso

nell’anno accademico 2014/2015;• aver conseguito la laurea triennale con un voto

finale non inferiore a 105/110 nonché punteggi non inferiori a 24/30 nei singoli esami

• per gli studenti iscritti al quarto anno del Corso di laurea a ciclo unico aver sostenuto tutti gli esami previsti dal piano degli studi scelto e approvato dall’Ateneo, relativi all’anno accademico 2013/2014;

• aver conseguito una media ponderata minima di 26/30 (sommatoria dei voti di ogni esame, moltiplicata per il numero di CFU “crediti formativi universitari” di ogni esame, divisa la somma di tutti i CFU conseguiti, escludendo i CFU degli esami senza votazione in trentesimi). La predetta media ponderata minima è riferita a tutti gli esami dei tre anni del Corso di Laurea, individuati secondo le prescrizioni della Facoltà o le indicazioni del piano di studi individuale approvato dal Consiglio di Facoltà, purché sostenuti entro l’ultima sessione utile del predetto anno accademico.

Modalità e termini di invio telematico; Gruaduatorie e criteri; Pubblicazione; Requisiti di reddito e attestato ISEE; tutte le informazioni dettagliate le potrete trovare nel sito.

in favore degli studenti iscritti, nell’ anno accademico 2014 – 2015, al primo anno di corso di Laurea specialistica/Magistrale o al quarto anno per corsi di Laurea a ciclo unico

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21l’eugubinovita dell’associazione

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l’ente torneo Dei QUartieriIl nostro Consiglio ha deliberato la piena partecipazione

al neo costituito Ente Torneo dei Quartieri, nato dalla volontà di diffusione della cultura e della storia di Gubbio,

desideroso di approfondirne lo studio e di promuovere la consapevolezza dei cittadini “alla concordia e all’amore per la Città aperta”. È stabilita la sede dell’Ente presso la nostra Associazione. Ne sono soci i “Quartieri”, la Società Balestrieri di Gubbio, l’Associazione “Maggio Eugubino” e il Comune di Gubbio per diritto.Nella fattispecie l’Ente promuove le attività inerenti alla, e citiamo lo statuto: “promozione di progetti di ricerca scientifica per lo studio e la conoscenza del periodo storico di riferimento dell’evento del Torneo, sotto tutti i profili sociali, ambientali, culturali ed artistici”.Ogni attività svolta è volta alla promozione di progetti per la tutela ed il miglioramento del patrimonio culturale, artistico ed architettonico della Città, con specifico riguardo al periodoStorico medievale, compresa la conservazione e la promozione delle arti. Siamo dunque di fronte ad una svolta storica e decisiva per gli intenti di promozione della cultura e delle bellezze della nostra città, unito al florido e profondo quadro storico a cui attingere e alla convergenza di più forze cittadine. Auguriamo all’Ente la più feconda collaborazione tesa alla valorizzazione di Gubbio, dei Quartieri, della nostra tradizione migliore.

di Michela Biccheri

siamo già in grado di fornire il tema d’ispirazione alle coreografie e agli allestimenti dei cortei storici dei 4 Quartieri, anticipando un po’ quello che sarà il programma vero e proprio e che verrà divulgato a breve e forse già mentre saremo in stampa. L’argomento scelto per l’edizione 2015 del torneo dei Quartieri è “i mestieri”: quattro mestieri principali che distinguono ed identificano i nostri quattro quartieri che interpreteranno il mestiere assegnato. Grande importanza, dunque all’arte dei mestieri medievali, ancora effettivamente attuali e magnifici.

23l’eugubinovita dell’associazione

emiGrati Della GranDe GUerra

Per oltre 30 anni ho svolto la mia attività professionale in Francia, presso le rappresentanze consolari italiane, con lo specifico compito di aiutare i figli dei nostri connazionali

emigrati ad inserirsi nelle istituzioni scolastiche del paese di accoglienza. Potrei scrivere un romanzo per raccontare i sogni e la voglia di affermarsi delle nuove generazioni di italiani che, nel dopoguerra, lottarono per conquistare una posizione dignitosa. Le difficoltà non mancarono perché la Francia, pur essendo un paese culturalmente affine al nostro, aveva nei nostri confronti molti pregiudizi, soprattutto da parte della popolazione autoctona spesso ostile a causa degli eventi bellici checi avevano visti schierati in campi opposti. Tuttavia voglio parlare di percorsi di integrazione riusciti e che hanno perfino portato a legami indelebili con la Francia, coinvolgendo matrimoni misti, parentele allargate e perfino similitudini negli atti bellici con episodi eroici che voglio inserire in questo percorso storico nel ricordo della Grande Guerra (14-18). Tra le tante famiglie italiane che si sono affermate in Francia e che io ho personalmente conosciuto, voglio raccontare la storia di un amia cugina che lasciò l’Italia all’età di 20 anni, costretta a seguire i suoi genitori che emigrarono in Lorena, nell’est della Francia. Era una bellissima ragazza, obbligata a lasciare tutto il suo mondo per trovarsi trapiantata in un paese straniero. Laura, questo è il suo nome, in Italia aveva conseguito studi di ostetricia. Dopo le prime difficoltà di inserimento e l’apprendimeto della lingua del nuovo paese, si avvalse dei suoi studi in Italia per convertirli in diploma di infermiera in Francia. Mentre i suoi documenti giacevano presso la Prefettura di Nancy, per ottenere la residenza, la sua fotografia attirò l’attenzione di un giovane funzionario, avvocato, che fece di tutto per contattarla, corteggiarla e dopo poco sposarla. Il giovane marito, Roger Anton, si trasferì dalla Prefettura alla gestione di un

grnade Liceo di 2000 allievi. In quel Liceo c’era un posto vacante per assistente sanitaria degli studenti che frequentavano l’Istituto. Laura potè concorrere ed ottenerequel posto vicino al marito che ricopriva la carica di “Intendent” ossia responsabile economico del Liceo. Da quel matrimonio naque Anne Marie. Approfittando delle ricorrenze del centenario della Grande Guerra, mi piace ricordare

di agostino Barbi

Gli eugubini in francia

fernand anton

24 vita cittadina l’eugubino

con quant intensità Roger Anton visse le peripezie giovanili di un’Alsazia occupata dai tedeschi. Le sofferenze e le angosce di quel tempo sono puntulamente descritte dallo stesso Roger in un interessante libro che io ho il piacere di aver letto e che la figlia Anne Marie ha pubblicato postumo e diffuso tra le scuole francesi a testimonianza di un periodo di grandi sofferenze per il popolo francese. Il padre di Roger, Fernand Anton, violoncelista nell’orchestra di Nancy, fu combattente in prima linea nella guerra ancor più disastrosa del 11-18. A sua volta, per non smentire le capacità poetiche di quella famiglia, Fernand scrisse un Poema intitolato “Poème d’un Poilu” così si chiamavano i combattenti francesi perché avevano una lunga barba. Questo Poema è la testimonianza angosciante delle gesta gloriose e delle sofferenze dei militari francesi e tedeschi coinvolti in una guerra quasi fratricida, in queste terre contese non si sapeva chi fosse la vittima e chi l’aggressore.Ho voluto citare questo Poema, anc’esso diffuso nelle scuole francesi, perché lo considero la testimonianza di un periodo storico che ci ha visti combattere alleati della Francia, anche se in fronti diversi. Il nostro Col di Lana , che noi eugubini citiamo spesso con orgoglio, fu un fatto epico (Ceri a parte), come tutte le battaglie di trincea delle Alpi che hanno conosciuto atti eroici decisivi per la vittoria finale insieme ai paesi

alleati. Non posso esimermi nel ricordare che, in quello stesso contesto, mio zio Enrico Barbi, compì atti di valore in virtù dei quali fu decorato con medaglie d’argento. Al compimento dei suoi 101 anni fu festeggiato in piazza Grande con la presenza dei Sindaci di Gubbio e Moriago della Battaglia, cittadina delle Alpi Venete. I flussi migratori incidono sulla vita delle persone coinvolte come lo è stato per me, che mi trovo ora, con una grande famiglia allargata, tra i cui componenti vi sono questi due antenati, forse eroi per caso, che sono l’orgoglio di tutti i famigliari e di coloro che li hanno conosciuti, come Enrico Barbi e Fernand Anton. Ero partito dalla storia di Laura per arrivare lla guerra. Non l’ho fatto per caso, ma perché volevo ricordare con fatti concreti, il centenario che sis ta commemorando in parecchi paesi europei. Laura è ancora viva e vegeta, abita in una graziosa cittadina che si chiama Lons le Saunier. Nella stessa città vive anche la figlia Anne Marie col marito Dottor Hervé Entraigues. Vado spesso a trvarli perché non lontani dalla città dove vive mio figlio maggiore Eliacon la moglie e i loro due figli Lea e Gabriele, miei cari nipoti. Vengono ogni anno a Gubbio. È veramente una grande rimpatriata internazionale. Laura è anche socia del Maggio Eugubino ed è felice di ricevere il nostro giornale “L’Eugubino”, che legge sempre con attenzione e grande affetto.

25l’eugubinovita cittadina

Esattamente cento anni fa, con la dichiarazione di guerra del Regno d’Italia all’Impero austroungarico cominciava il coin-volgimento del nostro Paese nel primo conflitto intercontinen-tale della sua storia. Tempi di guerra ma anche tempi di terremoti, le cui vicende si intrecciano e sovrappongono nelle testimonianze storiche dell’epoca. Con la pubblicazione di una di queste testimonianze rendiamo omaggio agli uomini e alle donne che cento anni fa affrontaro-no quel tragico momento della nostra storia.

Alla Signorina Maria MorelliVia San Secondo, N. 21

Per la manda [Madonna] del Ponte – Gubbio

Luglio 16-7-1915

Peppe carissimoDi nuovo voglio mandarti questa cartollina [sic] per sapere tue noti-zie che sospetto tanto, e non si sa quante me ne vengono penseta [sic] quando non vedo tue n[u]ove. Io Peppe non so proprio in che mondo mi trovo, fra te che ti trovi tanto lontano e fra la paura del terremoto. Adesse [sic] ci viene a spaventare anche questo, non passa un giorno e una notte che non dà delle scosse. Parecchie ne dormono di fuori ma io me ne sto riparata sel mio letto, se per caso dovessi morire non mi accorgo di nulla. La Teresa [?], Emilia, Giulia, tutti questi ragaz-zetti se ne dormono di fuori con un poco di paglia e panni che ànno paura di rimanere sotto. Vedesti anche a Gubbio come si sono fatti le capanne giù per la stazione tutti sono alarmati [?] per bene. A! Pep-pe mio, siamo nati proprio sfortunati; e sfortunati dovremo morire. A come si passa male la nostra gioventù, cosa avremo fatto mai di male? Non ti pare a te Peppe. Ebbene raccogl[i]amoci impazzienza, speriamo che prima di morire si godrà un poco. Ieri sono stata a visitare il nostro [...?] e non ho fatto altro che raccomandarmi a lui che [...?]. Scrivi subito e fammi sapere qualche cosa, anche i tuoi di casa sospettano, pure io. Addio, un bacio.

Fonte: Archivio Storico del Comune di Gubbio, Morti in guerra, fasc. 8. Car-tolina postale di Maria Morelli a Giuseppe Sannipoli, 16 luglio 1915.Il soldato Giuseppe Sannipoli,classe 1891, anni 24, morirà due giorni dopo la data di questa cartolina, il 18 giugno 1915. http://www.eugubininelmondo.it/Caduti1518.html#caduti

Ringraziamo gli eugubini Fabrizio Cece ed Ettore A. Sannipoli per la segnalazione e per il materiale iconografico.

Un Centenario Da riCorDare tra GUerra e terremoto (fortUnatamente non Dannoso)

La nuova veste della Basilica del PatronoEravamo presenti con grande partecipazione emotiva all’inaugurazione delle opere migliorative dei locali destinati all’accoglienza dei pellegrini e dei lavori di restauro effettuati grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e al volontariato di alcuni operai. I lavori sono iniziati con l’abbattimento e la ricostruzione della Croce, oggi più che visibile nella sua veste completamente illuminata davanti alla Basilica di Sant’Ubaldo. Rendiamo omaggio al nostro patrono con opere terrene maestose, fruibili da tutti gli eugubini perché accessibili comodamente e da tutti i pellegrini che da ogni parte d’Italia e del mondo vorranno giungere qui.

26 vita cittadina l’eugubino

A Milano siamo presenti con una strategia comunicativa basata su contenuti multimediali ed incentrata intorno ai temi dell’alimentazione della nostra tradizione, espressi in chiave moderna. Riportiamo l’immagine di Gubbio interpretata e proposta ai visitatori nel padiglione Italia che mette in mostra le eccelenze italiane e che sta riscuotendo grande successo di pubblico e di gradimento, insieme al progetto “Città del ben...essere”.

Francesca Baldinucci Congratulazioni Samuela!

Letizia Lupini

Si è brillantemente laureata in Ingegneria Edile-Architettura con la votazione di 110/110 e lode, con dignità di stampa. La dottoressa ha ricevuto inoltre il riconoscimento della Facoltà di Ingegneria quale miglior laureato del corso di laurea per l’anno accademico 2013-2014. Alla giovane neo laureata gli auguri per una brillante carriera professionale e ai genitori Pier Federico e Felicita, nostra socia, i rallegramenti dell’Associazione.

Alla mia fidanzata Samuela Capponi,i più grandi auguri per aver brillantemente conseguito la laurea in Scienze Biologiche, discutendo una tesi sull’Elettroforesi delle sieroproteine.Tantissimi complimenti e auguri per i successi futuri, Fabio.

Una seconda laurea per Letizia Lupini. Dopo quella in Scienze della Formazione primaria, il 23 giugno ha conseguito quella in Scienze della Formazione indirizzo infanzia. Titolo della tesi: Progetto RADAR, un antidoto contro il razzismo. Relatrice: Prof.ssa Gabriella Brigitte Klein. Il Maggio Eugubino augura alla dott.ssa Letizia di realizzarsi presto nella professione e nella vita e si complimenta vivamente con i genitori, il nostro presidente Lucio Lupini e Anna.

La Expo si specchia su Gubbio

Esiste ancorala generosità!Un gruppo di ragazzi appena adolescenti, vivaci, svegli e sensibili, gironzolando nel quartiere di San Pietro, incontrano una signora anziana seduta, in lacrime. Domandano cosa sia mai successo. L’anziana risponde di essere rimasta chiusa fuori casa. Spiegato quale fosse la casa e la finestra, tra di loro improvvisano una “scaletta”, uno con agilità felina raggiunge una finestra aperta. Dall’interno viene aperta la porta e la signora può rasserenarsi. Felice, vuole ringraziare i ragazzi con una mancia, che alla fine riesce a convincere i ragazzi ad accettare. Nel salire dalla finestra, si era rotto un suo vaso di fiori. Quei giovanotti con la mancetta, dopo mezz’ora, sorprendono la gentile signora con una “coccia” nuova. Bravi ragazzi, ci fate ben sperare per il futuro!

27l’eugubinovita cittadina

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