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Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico Universitario “A. Gemelli” ROMA Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita Nascente Dipartimento di Bioimmagini e Scienze Radiologiche Fibromi uterini, le soluzioni possibili

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Università Cattolica del Sacro CuorePoliclinico Universitario “A. Gemelli”

ROMA

Dipartimento per la Tuteladella Salute della Donna edella Vita Nascente

Dipartimento di Bioimmagini e

Scienze Radiologiche

Fibromi uterini, le soluzioni

possibili

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Fibromi uterini

COSA SONOSono tumori benigni molto comuni che nasconodal tessuto muscolare dell’utero e raggiungonodimensioni variabili, che possono andare da quelledi una nocciolina a quelle di un’anguria. I fibromi sono irrorati da tanti piccoli vasi sangui-gni dai quali traggono nutrimento per crescere.Possono essere singoli o multipli e possono svi-lupparsi nello spessore della parete uterina (fibro-mi intramurali) o verso l’esterno dell’utero (fibro-mi sottosierosi) o verso la cavità interna dell’ute-ro (fibromi sottomucosi). Alcuni fibromi sottosierosi e sottomucosi possonoessere peduncolati, cioè attaccati alla parete ute-rina solo da un peduncolo.Questi diversi tipi di fibroma possono essere anchecontemporaneamente presenti nell’utero.

QUALI DISTURBI DANNO I sintomi variano a seconda dei casi. I più frequen-ti sono:- mestruazioni abbondanti e ravvicinate,- dolore pelvico (nella parte bassa dell’addome),

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zione dei fibromi nell’utero possono essere utilizza-te diverse tecniche chirurgiche:- la tecnica laparoscopica: il medico opera facen-

do penetrare nella cavità addominale gli stru-menti ottici e chirurgici attraverso tre piccoleincisioni, una sotto l’ombelico e due nella partebassa dell’addome.

- la tecnica laparotomica: il medico opera “ adaddome aperto” attraverso un’incisione dellaparete addominale.

- le tecniche vaginale ed isteroscopica: il medi-co opera introducendo gli strumenti chirurgiciattraverso la vagina.

Tutte queste tecniche chirurgiche possono avereeffetti collaterali ed hanno un rischio, seppurebasso, di complicazioni (lesioni vascolari e viscera-li per la laparoscopia, emorragie, lesioni viscerali etrombo-embolie per la laparotomia, lesioni dell’ap-parato urinario ed emorragie per la tecnica vagina-

FIBROMI UTERINI, LE SOLUZIONI POSSIBILI

- senso di pesantezza, gonfiore dell’addome, biso-gno frequente di urinare, disturbi intestinali,

- difficoltà ad iniziare od a portare a termine unagravidanza.

COME SI FA LA DIAGNOSI Sono necessarie una visita ginecologica ed un’eco-grafia.

COME SI CURANO I fibromi spesso sono asintomatici, cioè non pro-vocano disturbi. In questi casi non è necessariaalcuna cura ed è sufficiente effettuare periodica-mente (ogni 6-12 mesi) una visita ginecologica percontrollare la loro crescita nel tempo. Per i fibromi che danno sintomi (fibromi sintoma-tici) esistono tre possibilità di cura: la terapia far-macologica, la terapia chirurgica e l’embolizzazio-ne.

Terapia farmacologicaPossono essere utilizzati sia farmaci non ormonali(antiemorragici) che vari tipi di ormoni. I farmacipossono essere efficaci sui disturbi mestruali manon sono in grado di bloccare la crescita dei fibro-mi e, nella maggior parte dei casi, hanno un’effica-cia transitoria (una volta terminata la cura, i sinto-mi ricompaiono). Inoltre, alcuni farmaci hannoeffetti collaterali che ne impediscono l’uso prolun-gato. La terapia farmacologica viene quindi usatain casi particolari, per esempio in donne con meno-pausa imminente che non desiderano sottoporsi adun intervento chirurgico o per curare un’eventualeanemia provocata dai fibromi in attesa di un inter-vento chirurgico.

Terapia chirurgicaA seconda della grandezza, del numero e della posi-

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tecnica radiologica che priva i fibromi dell’apportodi sangue da cui traggono nutrimento per crescere,provocando una progressiva involuzione dei fibro-mi stessi ed un rapido miglioramento dei sintomi.Questo tipo di trattamento offre molti vantaggirispetto alla terapia chirurgia tradizionale: è menoinvasivo, permette di conservare l’utero, vieneeffettuato in anestesia locale, consente il tratta-mento simultaneo di tutti fibromi presenti nell’ute-ro, non provoca sanguinamento, non lascia cicatri-ci e richiede solo 2 giorni di ricovero in ospedale e5-10 giorni di convalescenza.

le, perforazione dell’utero per l’isteroscopia).Inoltre, qualsiasi sia la tecnica utilizzata, l’inter-vento chirurgico richiede l’anestesia generale. La chirurgia permette sia il trattamento conservati-vo (miomectomia) che il trattamento radicale(isterectomia) dei fibromi:1. la miomectomia consiste nell’asportazione di

ogni singolo fibroma. A seconda della posizionedei fibromi può essere effettuata in laparosco-pia (fibromi sottosierosi), in isteroscopia (fibro-mi sottomucosi) o in laparotomia (fibromi intra-murali). Richiede un ricovero in ospedale di 3-5giorni ed una convalescenza di 1-6 settimane.La miomectomia mantiene i cicli mestruali e lapossibilità di gravidanza ma non è una curadefinitiva: in circa il 50% dei casi i fibromiricompaiono entro 5 anni dall’intervento.Quando effettuata in laparoscopia o in laparoto-mia lascia cicatrici nella parete uterina che pos-sono rendere necessario il taglio cesareo inoccasione di una successiva gravidanza. Inoltre,la miomectomia può provocare la formazione diaderenze (esterne o interne all’utero) che pos-sono ostacolare l’inizio di una gravidanza.

2. l’isterectomia consiste nell’asportazione ditutto l’utero. Può essere effettuata in laparosco-pia o per via vaginale o in laparotomia a secon-da delle dimensioni dell’utero. Richiede un rico-vero in ospedale di 3-5 giorni ed una convale-scenza di 3-6 settimane. L’isterectomia è l’unicacura che garantisce la definitiva scomparsa deidisturbi provocati dai fibromi ma è un interven-to che può avere ripercussioni psicologiche esessuali non trascurabili.

EmbolizzazioneL’embolizzazione è un nuova cura per i fibromi chepermette di evitare l’intervento chirurgico. E’ una

FIBROMI UTERINI, LE SOLUZIONI POSSIBILI

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calibro di un ago da puntura intramuscolare) cheviene fatto avanzare fino alle arterie uterine sottocontrollo radiografico. A questo punto, utilizzandolo stesso microcatetere, vengono iniettate micro-particelle (grandi come granelli di sabbia) di unasostanza inerte fino ad ostruire completamente ivasi sanguigni che alimentano i fibromi.Terminata la chiusura di questi piccoli vasi, ilmicrocatetere viene sfilato e viene applicata unamedicazione compressiva (che sarà mantenuta per10 ore) sulla puntura d’ingresso all’inguine.La procedura ha una durata complessiva di circaun’ora.

COSA ASPETTARSI DOPO L’EMBOLIZZAZIONESi rimane in ospedale per una notte. Nelle primeore dopo l’embolizzazione possono comparire alcu-ni effetti collaterali caratteristici di questa tecnica.Il più frequente è il dolore pelvico (dovuto a con-trazioni dell’utero) che inizia di solito mezz’ora

QUANDO È INDICATA E QUANDO NOL’embolizzazione è indicata per tutti i tipi di fibro-ma tranne che per i fibromi sottosierosi pedunco-lati.L’embolizzazione non è consigliata quando l’unicoproblema causato dalla presenza di fibromi è la dif-ficoltà ad iniziare o a portare a termine una gravi-danza.L’embolizzazione è controindicata quando, oltre aifibromi, sono presenti altre importanti patologiedell’utero, delle tube o delle ovaie ed in donne conproblemi di grave allergia ai mezzi di contrasto ocon particolari condizioni di salute (malattie dellacoagulazione, insufficienza renale, deficit del siste-ma immunitario).

COME SI SVOLGE L’embolizzazione viene eseguita da un radiologovascolare in una sala specificamente attrezzata, laSala Angiografica.Dopo un’anestesia locale praticata a livello dellapiega dell’inguine viene punta l’arteria femorale eviene introdotto un microcatetere (un tubicino del

Informazioni sull’embolizzazionedei fibromi uterini

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Nel nostro Policlinico l’embolizzazione dei fibromiviene praticata dal 1999. I risultati ottenuti nellanostra casistica (che è la più numerosa in Italia)sono molto positivi sia per quanto riguarda l’effica-cia dell’embolizzazione sui sintomi e sulla dimen-sione dei fibromi (risoluzione o significativomiglioramento dei sintomi nel 90% delle donnetrattate e riduzione media dei fibromi ad 1 anno del76%) che per quanto riguarda la frequenza di com-plicazioni del trattamento (nessuna complicazionegrave, complicazioni di lieve entità nel 6% deicasi).

QUALI SONO LE COMPLICAZIONI POSSIBILIL’embolizzazione è una tecnica sicura ma, comequalsiasi intervento medico o chirurgico, ha unrischio, seppure minimo, di complicazioni. Occasionalmente può formarsi un ematoma nellazona della puntura d’ingresso all’inguine. Questacomplicazione si risolve spontaneamente nello spa-zio di pochi giorni. In circa il 7% delle donne che hanno fibromi sot-tomucosi si può verificare l’espulsione per via vagi-nale dei fibromi embolizzati nel corso dei mesi suc-cessivi all’intervento. Altre complicazioni possibili ma assai rare sono lascomparsa dei cicli mestruali (amenorrea) e l’infe-zione dei fibromi embolizzati.

dopo la fine della procedura, è spesso intenso nelleprime 6-8 ore e poi si stempera in leggeri crampiaddominali. Per tenere sotto controllo il dolore siusano farmaci antidolorifici e antinfiammatori, chevengono somministrati per via endovenosa nelleprime 10 ore ed assunti per bocca a partire dalleprime ore del mattino successivo. Altri comuni effetti collaterali sono la nausea ed ilvomito, che vengono trattati con farmaci sintoma-tici.La dimissione dall’ospedale avviene a distanza di 3-4 ore dalla sospensione della terapia per via endo-venosa. Al momento della dimissione viene pre-scritta una terapia per bocca (antidolorifici ed anti-biotici) da proseguire a casa per 5 giorni. Durante la prima settimana dopo l’intervento pos-sono comparire febbre (anche superiore a 38° C) eperdite vaginali (macchie). Anche questi effettisono tipici della tecnica e non richiedono curediverse da quella prescritta alla dimissione. Nella maggior parte dei casi si è in grado di ripren-dere tutte le normali attività entro 5-10 giorni dal-l’embolizzazione.

QUALI SONO I RISULTATI Nel 90% dei casi l’embolizzazione determina unarapida scomparsa dei sintomi ed una progressivainvoluzione dei fibromi che, nell’arco dei 12 mesisuccessivi al trattamento, si riducono in media del70%. E’ importante tuttavia tenere presente che:1. l’effetto dell’embolizzazione sulla dimensione deifibromi varia da caso a caso perché dipende dallaspecifica struttura di ogni singolo fibroma;2. l’efficacia dell’embolizzazione sui sintomi è indi-pendente dal suo effetto sulla dimensione deifibromi: i disturbi scompaiono o migliorano sensi-bilmente anche quando la riduzione dei fibromi èrelativamente modesta.

FIBROMI UTERINI, LE SOLUZIONI POSSIBILI

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A chi rivolgersi per saperne di più

Per avere informazioni dettagliate ed usufruire di una valutazione clinica

individuale si può prenotare un appuntamento presso l’Ambulatorio

di Ginecologia sito al 7° piano del Policlinico, ala D,

telefonando al numero 0630155641

Largo Gemelli Agostino, 8 – 00168 Roma