fatto20150730 (trascinato)

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  • 12 | IL FATTO QUOTIDIANO | Gioved 30 Luglio 2015

    Il Fatto SpecialeLaccusa di Alberto Asor RosaLa letteratura italiana, quella prodotta da chi nato dopo il1960, in meccanico passo doppio con la societ unamassa indistinta di storie individuali senza capacit di presasul presente, cio di fare politica, costruire societ? E poi:esiste ancora una societ letteraria capace di imporre gusti,

    poetiche, visioni del mondo? vero che la massa di scrittori olo scrittore/massa hanno ucciso la critica consegnandosi aldesiderio di profitto dellindustria editoriale? Questi sonoalcuni dei temi sollevati dallo storico della letteratura AlbertoAsor Rosa, che dopo 50 anni ha arricchito il suo saggio del1965 Scrittori e popolo con la postilla Scrittori e massa.

    Sul Fa t to hanno gi risposto gli scrittori Trevi, Montesano,Murgia, Buttafuoco, Lagioia e Buzzolan, il direttore editorialedi Longanesi Giuseppe Strazzeri, il critico Andrea Cortellessae il venerato maestro Alberto Arbasino. Oggi tocca a GianArturo Ferrari, gran capo di Mondadori, che gioca per noi almercante cattivo con gusto, ironia (e molte ragioni).

    Rif lessionii mp ol it iche/6

    LI N T E RV I STA

    Leditoria unindustr iaFa libri, mica letteratura

    Gian Arturo Ferrari Parla il vicepresidente di Mondadori: Il nostromestiere - da un paio di secoli, cio da quando esiste il pubblico - vendere

    L SILVIA TRUZZIa sua frase pi famosa que-sta: Leditoria uno stranomestiere. Usa lo spirito perfare soldi, e i soldi per fare lospirito. Dunque Gian Artu-ro Ferrari, vicepresidentedi Mondadori libri, li n t e r-locutore perfetto per ri-spondere alle (numerose)accuse di Alberto Asor Rosa,nellultimo Scrittori e mas-sa, uscito per Einaudi (cioper il gruppo Mondadori).

    Leditoria ha stritolato laletteratura, a forza di libridi ricette e biografie di can-tanti?

    Da quando leditoria di-ventata industriale - cosache avvenuta nei maggioriPaesi europei attorno allamet dellOttocento e in Ita-lia circa cinquantanni dopo- nata una figura che primanon cera o che aveva uni m-portanza molto inferiore.Ovvero il pubblico. E gli e-ditori hanno scoperto chefacevano libri per venderlial pubblico. Non una no-vit recente, un fatto strut-turale. Editoria e letteratu-ra non stanno sullo stessopiano: leditoria uni n d u-stria che produce libri, i librinon sono la letteratura.

    Ma come no?La narrativa italiana occupail 13 per cento del mercato. Enon affatto narrativa l e t-teraria, nel senso che attri-buiamo allespressione. Se iltotale 13 per cento, la nar-rativa letteraria sar menodella met. Aggiungo: ilcompito delleditoria non fare ricerca letteraria.

    Va bene: possiamo almenodire che si ridotto il nu-mero di libri che gli editorifanno magari in perdita, sucui per puntano perchcredono nella loro quali-t?

    Il problema dei titoli in per-dita un problema di tempo.Un editore non fa mai, mai,un libro pensando che ciperder. Fa un libro pensan-do che magari ci perder nelbreve-medio periodo, ma ciguadagner nel lungo pe-riodo.

    Tutto ci che sta attorno allibro, la societ letteraria,ha perso vitalit e morden-te: lei da cco rd o?

    No. Le grandi societ lette-rarie sono state, nellOt t o-cento, quella francese, quel-la inglese e quella tedesca.LItalia non aveva nessunasociet letteraria, avevagrandi individualit come ilconte Leopardi e il conteManzoni. LItalia, quando si unificata, era un Paesecomposto da molte piccolepatrie: le nostre societ let-terarie erano conventicoledi provincia. La cultura na-zionale comincia allal badel Novecento, con il primo

    grande artista europeo -piaccia o no, GabrieleDAnnunzio - e la prima im-portante figura din te ll et-tuale europeo, BenedettoCroce.

    I paragoni per sono con ilperiodo successivo.

    Il Dopoguerra stato unlungo percorso di redenzio-ne dal regime: i letterati ita-liani erano stati prevalen-temente fascisti o parafa-scisti. Vedo che molti oggiparlano della stagione de-gli anni Cinquanta e Sessan-ta - ma sono giovani, nonhanno vissuto quel pe-riodo - e credo ci sia ungrande equivoco. Unodei dibattiti pi ani-mati dellepoca stato- dopo la pubblicazio-ne del Metello di Pra-tolini - quale giudiziosi doveva dare del pro-tagonista, muratore disinistra diremmo og-gi, che faceva lamorecon la vicina di casa,piccolo-borghese e a-dultera.

    E oggi?La societ letterarianon esiste pi da nes-suna parte: forse so-pravvive un po a NewYork. Direi piuttostoche tutti quelli che sioccupano di lettera-tura in Italia stannomolto meglio che inpassato. Hanno pi re-lazioni, sono pi in-fluenti, vendono moltodi pi allestero, dovesono conosciutie riconosciuti.

    La critica ri-dotta a marchettificio?

    Di recensioni se ne fanno

    tante, vorrei sapere qual lautorit deputata a giudi-carle.

    Il senso : non c pi unGianfranco Contini.

    Togliamoci dalla testa cheContini, ai tempi suoi, ve-nisse letto. Tra laltro facevadi tutto per non esserlo, oper essere letto da quei po-chi che lui riteneva potesse-ro capire quello che scrive-va.

    La collana di poesia dellaMondadori chiude?

    Non se n mai parlato, ipo-tizzato, vagamente discus-

    so. uninvenzione pri-va di fondamento.

    Allora: diciamo chesi stampano, Mon-dadori compresa,pochi libri di poesia.Sar una morte perco n s u n z i o n e .

    Pochi in base al nu-mero di titoli pubbli-cati? O in base al giu-dizio sulla poesia diqualit? Discussionioziose. Quando tantianni fa facemmo I mi-ti poesia - un modo,pensavamo, per av-

    vicinare i lettori - ci co-prirono dinsulti. Come

    se avessimo portato i cavallidei cosacchi ad abbeverarsinelle fontane di piazza SanPietro. Ma i Meridiani chehanno maggior successo so-no quelli dei poeti, perchsuperano lostacolo mag-giore dei lettori. Che lideadi una produzione fram-mentata.

    Vabb, ma Asor Rosa unvostro autore.

    Noi pubblichiamo gli autoriper quanto valgono e perquello che pensano, non

    perch condividiamo ciche dicono. Lillusione chestiamo andando verso uni-narrestabile decadenza vera tanto quanto il suo con-trario. Se guardiamo al pas-sato vediamo solo le cime,non vediamo le valli, le col-line e le paludi. Che ci sonostate, e in abbondanza.

    Gli scrittori sono diventatisolo storyteller?

    Magari! Fossero tutti sto-ryteller, avremmo una pro-duzione pi avvincente. Co-munque non vero in asso-luto. E lo sa anche Asor, cheinfatti cita Gom orra, comeesempio di unopera che purnon perdendo laspetto didenuncia anche qualcosa

    di pi. Penso anche a scrit-tori interessanti come Em-manuel Carrre.

    Appunto: pi Carrre e me-no Sfumature di grigio.

    C spazio per entrambi. Misembrano tutte obiezionipregiudiziali.

    La trilogia delle Sfumatureha venduto cento milioni dicopie in tutto il mondo.

    Anche Guido da Veronavendeva pi di Alberto Mo-ravia. sempre stato cos daquando esiste il pubblico.Vorrei anche sottolineareche leditoria industriale hafatto leggere milioni di per-sone nel mondo.

    Non si potrebbe stamparepi narrativa di qualit?

    C un tribunale che statui-sce con sentenza passata ingiudicato qual la narrativadi qualit?

    Carrre lha citato lei.Certo. E allora? Non dob-biamo pubblicare le Ci n-quanta sfumature? Ci sonoeditori che pensano di avereuna missione da assolvere,posizione che deriva dalprimo idealismo, da Fichte,dalla missione del dotto.Cio educare, elevare, pro-muovere. Ci sono editoriche pensano che il loro me-stiere sia una meta-arte,unarte nellarte. Ce ne sonoaltri che pi umilmentepensano di fare una tt i v i t mista, che in parte indu-striale, in parte scoperta ein parte esplorazione di ciche bolle in quel grandepentolone che il mondo.Diciamo che a me divertepi lultima, perch mi pia-ce mettere il naso nel pen-tolone.

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    N A R R AT I VADI QUALIT

    Ne pubblichiamopoca? Esiste untribunale che statuiscecon sentenza passatain giudicato qual lanarrativa di qualit?

    LO SPECCHIORESTA IN VITA

    Non s mai parlato,ipotizzato, vagamentediscusso di chiuderela nostra collana dipoesia. uni n ve n z i o n epriva di fondamento

    R itor noa SegrateGian ArturoFerrari, vicepre sidenteMond ador idopo un pas-sato in RizzoliO l yco m

    B iog ra f i aGIANA RT U ROFERRARI nato aGallarate nel1944. Dopogli studi alBerchet diMIlano, silaurea inFi l o l o g i aro m a n za .Co m i n c i aco m ecorrettore dibozze inBoringhieri,poi editor,d i re t to ree d i to r i a l e ,due in Rizzolia met anniOttanta. ASegrate stato a capodellarea libri,d i re t to rege n e ra l eDivisione librifino al 2009:oggi ilv i ce p re s i d e n te .Ha guidato ilCentro per illibro e lal e t t u radel Ministerodei beniculturali dal2010 al 2014.Scrive sulCorriere dellaSera dal 2012.Nel 2014 hap u b b l i c a tocon BollatiBoringhieriL i b ro.