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li appuntamenti diocesani per la Giornata mondiale dei poveri inizieranno sabato 17, alle ore 20, con la veglia di preghiera per il mondo del volontariato nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. La celebrazione è promossa dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e sarà animata da parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali della diocesi di Roma. Alla Messa del Papa, domenica 18, alle ore 10, parteciperanno più di 4.000 tra bisognosi, persone me- no abbienti e poveri accompagnati dal personale delle associazioni di volontariato provenienti non so- lo da Roma e dal Lazio, ma anche da diverse diocesi del mondo. Al termine 1.500 di loro saranno ospi- tati in Aula Paolo VI per prendere parte ad un pranzo festivo insieme a Papa Francesco. In piazza San Pietro ci saranno anche ospiti e volontari dei centri di accoglienza promossi dalla Caritas di Roma: senza dimora, rifugiati, malati di Aids. Oltre 100 si fermeranno a pranzo con il Santo Padre. Numerosi i poveri accompagnati da diverse parrocchie. Le parrocchie che desiderano partecipare alla celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro pos- sono richiedere i biglietti di ingresso alla Caritas diocesana di Roma entro domani (tel. 06.69886424, e- mail: [email protected]). Per le comunità che celebreranno la Giornata dei poveri nelle realtà parrocchiali, la Caritas di Roma è disponibile per fornire testimonianze e materiali per l’animazione. La Caritas di Roma, oltre alle consuete aperture delle mense diurne di Ostia e Colle Oppio, ospiterà nel- le mensa della Cittadella della Carità – Santa Giacinta e nella mensa San Giovanni Paolo II di via Marsa- la oltre 300 ospiti provenienti da altre diocesi. Alle 19 si terrà la rappresentazione del musical “Figli di Giuda” nel teatro del Seminario Romano Mag- giore (piazza San Giovanni in Laterano, 4) messo in scena dal gruppo “I SognAttori” della parrocchia San Giuda Taddeo in collaborazione con la Caritas diocesana. Ingresso gratuito su prenotazione (tel. 06.69886424, email: [email protected]). G La «Gaudete et exsultate» in Cattedrale chi sta scomoda la santità? S. Alfonso de’ Liguori: Annunciare a tutti la possibilità di essere santi». È questo il tema che farà da filo conduttore al secondo incontro dedicato all’esortazione apostolica di Papa Francesco Gaudete et exsultate, ciclo di catechesi organizzato dalla diocesi di Roma per questo anno pastorale. L’appuntamento è per domani alle ore 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano e vedrà protagonisti il cardinale vicario Angelo De Donatis e il rettore della basilica di Santa Cecilia a Trastevere, monsignor Marco Frisina. L’incontro – come già il precedente e secondo uno schema che accompagnerà tutti gli appuntamenti di questa iniziativa – sarà aperto da un canto; seguirà la lettura di alcuni passi di Gaudete et exsultate, quindi le catechesi del cardinale vicario e di monsignor A « Frisina, intervallate da meditazioni musicate. Per concludere, la preghiera con il cardinale. In collaborazione con la Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), i brani di introduzione alle meditazioni saranno letti da allievi dell’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, mentre gli interventi musicali saranno a cura del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Al centro di ciascuna serata, ci saranno alcuni paragrafi del testo dedicato alla “chiamata alla santità nel mondo contemporaneo” – come recita il sottotitolo – e la figura di un santo o di un beato. Il primo appuntamento è stato quello di lunedì 8 ottobre, e ha portato i partecipanti a riflettere su “I santi di tutti i giorni. San Francesco di Sales: Santi in ogni stato di vita”. Il poverello di Assisi sarà il protagonista della serata del 10 dicembre sul tema “La scala della felicità. San Francesco d’Assisi: Nell’umiltà la grandezza”. Il 7 gennaio 2019, “Ama e fa ciò che vuoi. Santa Teresa di Lisieux: Nel cuore della Chiesa”. Ancora, l’11 febbraio: “Pazienti e contenti. San Filippo Neri: La gioia e la libertà dello Spirito”. “Oranti e comunicanti. Beato Charles de Foucauld: Portare il Signore in mezzo ai fratelli” sarà il filo conduttore degli interventi dell’11 marzo. Il penultimo incontro è in calendario per il 15 aprile, su “Combattere secondo le regole. San Pio da Pietrelcina: Condividere la lotta di Cristo”. La conclusione del percorso il 13 maggio: “Scegliere le scelte di Dio. S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce: La forza della preghiera”. Domani, nella basilica di San Giovanni in Laterano, dalle 19 la seconda catechesi con De Donatis e Frisina dedicata all’esortazione apostolica di Francesco «A chi sta scomoda la santità?» il titolo della serata Ritratto del santo imperniato su Alfonso Maria de’ Liguori DI ANDREA ACALI omenica prossima la Chiesa celebra la seconda Giornata mondiale dei poveri, istituita da Papa Francesco come segno tangibile del Giubileo straordinario della Misericordia. Numerose le iniziative in tutto il mondo. A Roma sabato 17 alle 20 si terrà la veglia di preghiera dei volontari nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura. Domenica alle 10 il Santo Padre presiederà la celebrazione eucaristica a San Pietro con la partecipazione di circa 4.000 bisognosi accompagnati dalle associazioni di volontariato di diverse diocesi del mondo. Dopo l’Angelus, 1.500 di loro pranzeranno nell’aula Paolo VI con il Papa. “Questo povero grida e il Signore lo ascolta” è il tema della Giornata. All’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, chiediamo se a due anni dalla conclusione del Giubileo della Misericordia il grido dei poveri è ascoltato dagli uomini o è già tutto dimenticato. «Se così fosse, probabilmente Papa Francesco nel messaggio non avrebbe scritto che questo grido si fa sempre più insistente, anche perché ci sono persone che vogliono metterlo a tacere. Dalle notizie che riceviamo quotidianamente c’è una marea di poveri che continua a essere sulle nostre strade e chiede dignità». Il Santo Padre nel suo messaggio afferma che la Giornata è una piccola risposta della Chiesa intera ma anche un segno di condivisione. Come si traduce in concreto tutto questo? Innanzitutto nel fatto che la Chiesa ancora una volta diventa la voce di chi non ha voce. Con questa giornata si cerca di far ascoltare il grido dei più poveri anche da parte di chi, con politiche economiche e finanziarie che non guardano al bene comune, ha creato queste situazioni. In secondo luogo, attraverso la collaborazione con uomini e donne di buona volontà, indipendentemente dalla confessione religiosa. È una collaborazione che il Papa chiede a tutti perché il fenomeno della povertà è immenso ed esteso oltre ogni limite. Infine, anche con iniziative concrete: ne abbiamo tante che vengono portate avanti ogni giorno, abbiamo un esercito immenso di volontari sparsi su tutti i continenti, che con generosità e dedizione mettono a disposizione la propria vita, il proprio tempo e diventano testimoni della fede nell’attenzione alle persone più D emarginate. Quindi direi che da questa prospettiva abbiamo bisogno solo di mantenere l’impegno, l’esigenza che non venga mai a mancare quest’opera che, attenzione, non è assistenzialismo ma un subentrare perché venga restituito almeno un minimo di dignità a chi non ce l’ha. Poche settimane fa la Caritas italiana ha presentato il rapporto sulla povertà in cui si evidenzia il legame tra svantaggio socio–economico e povertà educativa. Non si tratta dunque di alleviare solo l’indigenza materiale: cosa fa la Chiesa? Abbiamo appena terminato il Sinodo dei giovani dove uno dei temi fondamentali è stato proprio quello della sensibilità che dobbiamo avere nei confronti del mondo giovanile su aspetti di portata mondiale, a cominciare dall’educazione, dalla formazione e dall’accoglienza. Su questi tre temi la Chiesa non fa che continuare con coerenza quella che è la sua storia. D’altra parte, nel corso dei secoli noi siamo stati quelli che hanno fatto capire l’importanza di accogliere i malati e abbiamo fondato gli ospedali; siamo quelli che abbiamo tenuto a cuore l’educazione dei giovani e sono state aperte scuole e università; siamo quelli che abbiamo cercato di far capire che il mondo ha bisogno di vivere senza dogane e abbiamo accolto. Quindi da questo punto di vista la nostra storia parla da sé. Oggi dobbiamo fare in modo che tale storia sia cosciente delle nuove necessità e quindi, anche davanti alle sfide di nuove culture che ci sono davanti, la Chiesa sia sempre pronta a dare una risposta. A proposito del Sinodo: quali possono essere il ruolo e il contributo dei giovani nel combattere la povertà? Dobbiamo considerare prima di tutto che ci sono tante povertà tra gli stessi giovani. Se pensiamo al fenomeno dell’immigrazione, di portata mondiale, e teniamo gli occhi fissi su questo, vediamo che la stragrande maggioranza dei migranti è formata da giovani. Sono tanti quelli che vivono sulla propria pelle condizioni di privazioni. Penso però che dobbiamo sottolineare il grande sentimento di solidarietà che anima i giovani. Ho personalmente visto che quando gli si prospetta qualche iniziativa di carattere sociale, di aiuto, di solidarietà, sono sempre pronti e corrispondono con estrema generosità. Credo che bisognerebbe puntare su questo perché è uno strumento che apre gli occhi per vedere le povertà che ci sono e tendere le mani per dare un concreto aiuto. Gli appuntamenti diocesani in programma «Dies academicus» alla Lateranense na lectio magistralis sulla nuova costituzione apostolica Praedicate evangelium della Curia Romana e la presentazione di un nuovo percorso formativo in Scienze della pace. Saranno i due momenti più significativi del “dies academicus” della Pontificia Università Lateranense che si terrà domani dalle 11 nell’aula magna dell’ateneo. A tenere la “lectio”sarà il vescovo di Albano Marcello Semeraro, segretario del Consiglio dei Cardinali (C9), che condividerà le novità di una riforma fortemente voluta da Papa Francesco. L’evento, che inaugura solennemente l’anno accademico dell’Università (il 246° dalla fondazione), inizierà con il saluto del cardinale vicario Angelo De Donatis, gran cancelliere della Lateranense, e sarà concluso dal rettore Vincenzo Buonomo. U l’appuntamento «Far ascoltare il grido dei poveri» l’evento. Intervista all’arcivescovo Fisichella in vista della Giornata mondiale del 18 L’arcivescovo Rino Fisichella Papa Francesco a pranzo con i poveri nella Giornata mondiale 2017 (foto Gennari) Il primo incontro dedicato all’esortazion e apostolica “Gaudete et exsultate” si è tenuto lunedì 8 ottobre nella basilica di San Giovanni in Laterano. A sinistra, la catechesi del cardinale De Donatis (foto Cristian Gennari) Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza n’apertura di pagina sulla storia del “Màt”, un senzatetto cui a Parma hanno dedicato una sta- tua e un docufilm. Il focus su Emanuele, un 24enne che a Piazza Armerina si prende cura da due anni del parco comunale e ha lanciato per primo l’allarme sul- la diffusione dello spaccio nei luoghi dove giocano i bambini. Il reportage dalla Cisgiordania sulla vita «ol- tre il muro, tagliata a metà». Gli approfondimenti sui drammi del ‘900 o gli originali contributi sui grandi autori della letteratura italiana e mondiale. Proposte recenti targate Avvenire, di un giornale pensato per da- re uno spaccato diverso sull’Italia e sul mondo. Oggi, giornata che la Chiesa di Roma dedica alla sensibiliz- zazione e al sostegno del quotidiano dei cattolici e al nostro settimanale diocesano, potrebbe essere utile of- frire esempi come questi. Magari, per scalfire qualche pregiudizio o qualche pigrizia. Vero, sarebbe facile in- dicarci come faziosi, vantando come diocesi un’al- leanza con Avvenire che risale al 1974. Ma sarebbe al- trettanto facile tacciare di distrazione o di strabismo chi vedesse ancora in Avvenire il “giornale dei vesco- vi” con tutto quel che ne consegue, preferendo maga- ri paginate altrui su battaglie conformiste e personaggi senza spessore. Oggi può essere il giorno per cominciare a sfogliarlo. (A. Z.) U Avvenire, il giorno per iniziare a sfogliarlo Novità, San Stanislao a Cinecittà affidata a diacono permanente a pagina 3 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLV – Numero 40 – Domenica 11 novembre 2018

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li appuntamenti diocesani per la Giornata mondiale dei poveri inizieranno sabato 17, alle ore 20,con la veglia di preghiera per il mondo del volontariato nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura.

La celebrazione è promossa dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione esarà animata da parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali della diocesi di Roma.Alla Messa del Papa, domenica 18, alle ore 10, parteciperanno più di 4.000 tra bisognosi, persone me-no abbienti e poveri accompagnati dal personale delle associazioni di volontariato provenienti non so-lo da Roma e dal Lazio, ma anche da diverse diocesi del mondo. Al termine 1.500 di loro saranno ospi-tati in Aula Paolo VI per prendere parte ad un pranzo festivo insieme a Papa Francesco.In piazza San Pietro ci saranno anche ospiti e volontari dei centri di accoglienza promossi dalla Caritasdi Roma: senza dimora, rifugiati, malati di Aids. Oltre 100 si fermeranno a pranzo con il Santo Padre.Numerosi i poveri accompagnati da diverse parrocchie.Le parrocchie che desiderano partecipare alla celebrazione eucaristica nella basilica di San Pietro pos-sono richiedere i biglietti di ingresso alla Caritas diocesana di Roma entro domani (tel. 06.69886424, e-mail: [email protected]). Per le comunità che celebreranno la Giornata dei poveri nelle realtàparrocchiali, la Caritas di Roma è disponibile per fornire testimonianze e materiali per l’animazione.La Caritas di Roma, oltre alle consuete aperture delle mense diurne di Ostia e Colle Oppio, ospiterà nel-le mensa della Cittadella della Carità – Santa Giacinta e nella mensa San Giovanni Paolo II di via Marsa-la oltre 300 ospiti provenienti da altre diocesi.Alle 19 si terrà la rappresentazione del musical “Figli di Giuda” nel teatro del Seminario Romano Mag-giore (piazza San Giovanni in Laterano, 4) messo in scena dal gruppo “I SognAttori” della parrocchia SanGiuda Taddeo in collaborazione con la Caritas diocesana. Ingresso gratuito su prenotazione (tel.06.69886424, email: [email protected]).

G

La «Gaudete et exsultate» in Cattedralechi sta scomoda la santità?

S. Alfonso de’ Liguori:Annunciare a tutti la

possibilità di essere santi». È questoil tema che farà da filo conduttore alsecondo incontro dedicatoall’esortazione apostolica di PapaFrancesco Gaudete et exsultate, ciclo dicatechesi organizzato dalla diocesi diRoma per questo anno pastorale.L’appuntamento è per domani alleore 19 nella basilica di San Giovanniin Laterano e vedrà protagonisti ilcardinale vicario Angelo De Donatise il rettore della basilica di SantaCecilia a Trastevere, monsignorMarco Frisina. L’incontro – come giàil precedente e secondo uno schemache accompagnerà tutti gliappuntamenti di questa iniziativa –sarà aperto da un canto; seguirà lalettura di alcuni passi di Gaudete etexsultate, quindi le catechesi delcardinale vicario e di monsignor

A« Frisina, intervallate da meditazionimusicate. Per concludere, la preghieracon il cardinale.In collaborazione con la DirezioneGenerale per lo studente, lo sviluppoe l’internazionalizzazione dellaformazione superiore del Ministerodell’istruzione, dell’università e dellaricerca (Miur), i brani di introduzionealle meditazioni saranno letti daallievi dell’Accademia nazionale d’artedrammatica “Silvio d’Amico” diRoma, mentre gli interventi musicalisaranno a cura del Dipartimento diMusica Antica del Conservatorio“Santa Cecilia” di Roma. Al centro diciascuna serata, ci saranno alcuniparagrafi del testo dedicato alla“chiamata alla santità nel mondocontemporaneo” – come recita ilsottotitolo – e la figura di un santo odi un beato. Il primo appuntamento èstato quello di lunedì 8 ottobre, e haportato i partecipanti a riflettere su “I

santi di tutti i giorni. San Francesco diSales: Santi in ogni stato di vita”. Ilpoverello di Assisi sarà il protagonistadella serata del 10 dicembre sul tema“La scala della felicità. San Francescod’Assisi: Nell’umiltà la grandezza”. Il 7gennaio 2019, “Ama e fa ciò che vuoi.Santa Teresa di Lisieux: Nel cuoredella Chiesa”. Ancora, l’11 febbraio:“Pazienti e contenti. San Filippo Neri:La gioia e la libertà dello Spirito”.“Oranti e comunicanti. Beato Charlesde Foucauld: Portare il Signore inmezzo ai fratelli” sarà il filoconduttore degli interventi dell’11marzo. Il penultimo incontro è incalendario per il 15 aprile, su“Combattere secondo le regole. SanPio da Pietrelcina: Condividere lalotta di Cristo”. La conclusione delpercorso il 13 maggio: “Scegliere lescelte di Dio. S. Teresa d’Avila e S.Giovanni della Croce: La forza dellapreghiera”.

Domani, nella basilica di San Giovanni in Laterano,dalle 19 la seconda catechesi con De Donatis e Frisinadedicata all’esortazione apostolica di Francesco«A chi sta scomoda la santità?» il titolo della serataRitratto del santo imperniato su Alfonso Maria de’ Liguori

DI ANDREA ACALI

omenica prossima la Chiesacelebra la seconda Giornatamondiale dei poveri, istituita da

Papa Francesco come segno tangibiledel Giubileo straordinario dellaMisericordia. Numerose le iniziative intutto il mondo. A Roma sabato 17 alle20 si terrà la veglia di preghiera deivolontari nella basilica di San Lorenzofuori le Mura. Domenica alle 10 il SantoPadre presiederà la celebrazioneeucaristica a San Pietro con lapartecipazione di circa 4.000 bisognosiaccompagnati dalle associazioni divolontariato di diverse diocesi delmondo. Dopo l’Angelus, 1.500 di loropranzeranno nell’aula Paolo VI con ilPapa. “Questo povero grida e il Signorelo ascolta” è il tema della Giornata.All’arcivescovo Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglio perla promozione della nuovaevangelizzazione, chiediamo se a dueanni dalla conclusione del Giubileodella Misericordia il grido dei poveri èascoltato dagli uomini o è già tuttodimenticato.«Se così fosse, probabilmente PapaFrancesco nel messaggio non avrebbescritto che questo grido si fa sempre piùinsistente, anche perché ci sono personeche vogliono metterlo a tacere. Dallenotizie che riceviamo quotidianamentec’è una marea di poveri che continua aessere sulle nostre strade e chiededignità».Il Santo Padre nel suo messaggioafferma che la Giornata è una piccolarisposta della Chiesa intera ma ancheun segno di condivisione. Come sitraduce in concreto tutto questo?Innanzitutto nel fatto che la Chiesaancora una volta diventa la voce di chinon ha voce. Con questa giornata sicerca di far ascoltare il grido dei piùpoveri anche da parte di chi, conpolitiche economiche e finanziarie chenon guardano al bene comune, hacreato queste situazioni. In secondoluogo, attraverso la collaborazione conuomini e donne di buona volontà,indipendentemente dalla confessionereligiosa. È una collaborazione che ilPapa chiede a tutti perché il fenomenodella povertà è immenso ed esteso oltreogni limite. Infine, anche con iniziativeconcrete: ne abbiamo tante chevengono portate avanti ogni giorno,abbiamo un esercito immenso divolontari sparsi su tutti i continenti, checon generosità e dedizione mettono adisposizione la propria vita, il propriotempo e diventano testimoni della fedenell’attenzione alle persone più

Demarginate. Quindi direi che da questaprospettiva abbiamo bisogno solo dimantenere l’impegno, l’esigenza chenon venga mai a mancare quest’operache, attenzione, non è assistenzialismoma un subentrare perché vengarestituito almeno un minimo di dignitàa chi non ce l’ha.Poche settimane fa la Caritas italianaha presentato il rapporto sulla povertàin cui si evidenzia il legame trasvantaggio socio–economico e povertàeducativa. Non si tratta dunque dialleviare solo l’indigenza materiale:cosa fa la Chiesa?Abbiamo appena terminato il Sinododei giovani dove uno dei temifondamentali è stato proprio quellodella sensibilità che dobbiamo avere neiconfronti del mondo giovanile su aspettidi portata mondiale, a cominciaredall’educazione, dalla formazione edall’accoglienza. Su questi tre temi laChiesa non fa che continuare concoerenza quella che è la sua storia.D’altra parte, nel corso dei secoli noisiamo stati quelli che hanno fatto capirel’importanza di accogliere i malati eabbiamo fondato gli ospedali; siamoquelli che abbiamo tenuto a cuorel’educazione dei giovani e sono stateaperte scuole e università; siamo quelliche abbiamo cercato di far capire che ilmondo ha bisogno di vivere senzadogane e abbiamo accolto. Quindi daquesto punto di vista la nostra storiaparla da sé. Oggi dobbiamo fare inmodo che tale storia sia cosciente dellenuove necessità e quindi, anche davantialle sfide di nuove culture che ci sonodavanti, la Chiesa sia sempre pronta adare una risposta.A proposito del Sinodo: quali possonoessere il ruolo e il contributo deigiovani nel combattere la povertà?Dobbiamo considerare prima di tuttoche ci sono tante povertà tra gli stessigiovani. Se pensiamo al fenomenodell’immigrazione, di portata mondiale,e teniamo gli occhi fissi su questo,vediamo che la stragrande maggioranzadei migranti è formata da giovani. Sonotanti quelli che vivono sulla propriapelle condizioni di privazioni. Pensoperò che dobbiamo sottolineare ilgrande sentimento di solidarietà cheanima i giovani. Ho personalmentevisto che quando gli si prospettaqualche iniziativa di carattere sociale, diaiuto, di solidarietà, sono sempre prontie corrispondono con estrema generosità.Credo che bisognerebbe puntare suquesto perché è uno strumento che apregli occhi per vedere le povertà che cisono e tendere le mani per dare unconcreto aiuto.

Gli appuntamenti diocesani in programma

«Dies academicus»alla Lateranense

na lectio magistralis sulla nuovacostituzione apostolica

Praedicate evangelium della CuriaRomana e la presentazione di unnuovo percorso formativo in Scienzedella pace. Saranno i due momentipiù significativi del “diesacademicus” della PontificiaUniversità Lateranense che si terràdomani dalle 11 nell’aula magnadell’ateneo. A tenere la “lectio”sarà ilvescovo di Albano MarcelloSemeraro, segretario del Consigliodei Cardinali (C9), che condividerà lenovità di una riforma fortementevoluta da Papa Francesco. L’evento,che inaugura solennemente l’annoaccademico dell’Università (il 246°dalla fondazione), inizierà con ilsaluto del cardinale vicario AngeloDe Donatis, gran cancelliere dellaLateranense, e sarà concluso dalrettore Vincenzo Buonomo.

U

l’appuntamento

«Far ascoltare il grido dei poveri»l’evento. Intervista all’arcivescovo Fisichella in vista della Giornata mondiale del 18

L’arcivescovo Rino Fisichella

Papa Francesco a pranzo con i poveri nella Giornata mondiale 2017 (foto Gennari)

Il primoincontrodedicato

all’esortazione apostolica“Gaudete etexsultate” si

è tenutolunedì 8

ottobre nellabasilica di

San Giovanniin Laterano.A sinistra, la

catechesi delcardinale DeDonatis (foto

CristianGennari)

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In evidenza

n’apertura di pagina sulla storia del “Màt”, unsenzatetto cui a Parma hanno dedicato una sta-

tua e un docufilm. Il focus su Emanuele, un 24enneche a Piazza Armerina si prende cura da due anni delparco comunale e ha lanciato per primo l’allarme sul-la diffusione dello spaccio nei luoghi dove giocano ibambini. Il reportage dalla Cisgiordania sulla vita «ol-tre il muro, tagliata a metà». Gli approfondimenti suidrammi del ‘900 o gli originali contributi sui grandiautori della letteratura italiana e mondiale. Proposterecenti targate Avvenire, di un giornale pensato per da-re uno spaccato diverso sull’Italia e sul mondo. Oggi,giornata che la Chiesa di Roma dedica alla sensibiliz-zazione e al sostegno del quotidiano dei cattolici e alnostro settimanale diocesano, potrebbe essere utile of-frire esempi come questi. Magari, per scalfire qualchepregiudizio o qualche pigrizia. Vero, sarebbe facile in-dicarci come faziosi, vantando come diocesi un’al-leanza con Avvenire che risale al 1974. Ma sarebbe al-trettanto facile tacciare di distrazione o di strabismochi vedesse ancora in Avvenire il “giornale dei vesco-vi” con tutto quel che ne consegue, preferendo maga-ri paginate altrui su battaglie conformiste e personaggisenza spessore. Oggi può essere il giorno per cominciarea sfogliarlo. (A. Z.)

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Anno XLV – Numero 40 – Domenica 11 novembre 2018

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Gli «Esercizi» di Ignazioviaggio da sperimentare

Anno dedicato alla riconciliazioneLe tappe indicate da De Donatis

n anno dedicato alla riconciliazio-ne che abbia nella dimensione del-

la memoria un elemento chiave del per-corso. È l’anno pastorale 2018–2019 perla diocesi di Roma, come indicato dalcardinale vicario Angelo De Donatis. Tap-pa di un cammino che porterà al Giubi-leo del 2025, l’orizzonte delineato da Pa-pa Francesco, con il libro dell’Esodo a fa-re da paradigma (articolo a destra in que-sta pagina). Negli anni successivi, atten-zione focalizzata sul kerigma, l’annunciodel mistero pasquale; sulla prassi pa-storale dell’evangelizzazione, sul ruolodel laicato e gli ambienti di vita; sulla for-ma sinodale della Chiesa; sull’articola-zione della Chiesa nel territorio.Tornando all’anno pastorale in corso, varicordato che fa seguito a quello dedicatoalla riflessione sulle “malattie spirituali”.Da queste verifiche è risultata la pre-senza della “malattia delle appartenen-ze separate” – così l’ha chiamata De Do-

U natis –, una “patologia” che «porta spes-so con sé il virus della diffidenza e del ri-fiuto degli altri».Da qui i due rimedi suggeriti da Paoloalla comunità dei Corinti: la memoria ela riconciliazione. Rimedi che avranno u-na attuazione concreta nell’anno pasto-rale. Fino a Natale, il passaggio sulla me-moria (nell’articolo in basso presentiamola novità dello spazio di Romasette.it de-dicato alla storia della diocesi). Da gen-naio a Pasqua, la tappa sulla riconcilia-zione, con l’invito a ogni comunità di or-ganizzare gli esercizi spirituali in Quare-sima prendendo spunto dal cammino i-gnaziano per vivere la “prima settimana”degli esercizi di Sant’Ignazio (approfon-dimento nell’articolo di apertura). Op-portunità di sperimentare una rinnova-ta comunione sarà una liturgia peniten-ziale di prefettura. Ultimo passaggio del-l’anno pastorale, una prima riflessionein ascolto del “grido della città”.

Padre Colizzi, direttore del Centro ignazianodi spiritualità, spiega il senso del percorso articolatoin quattro settimane. Alcuni punti dell’itinerarioproposti dal cardinale vicario alle parrocchie romane

Rileggere insieme il post-Concilio:un incontro in ogni prefettura

n momento particolarmente importante – unanovità di quest’anno – sarà la realizzazione di un

incontro comune di prefettura (una sorta di assembleacomunitaria) a cui tutti sono invitati: laici giovani e adulti,religiosi, diaconi e presbiteri». Lo ha ricordato ai prefettidella diocesi nelle scorse settimane il cardinale vicarioAngelo De Donatis, sottolineando così uno dei passaggichiave di questo anno pastorale, l’impegno a farememoria, fino all’inizio dell’Avvento, del cammino dellavita diocesana e delle comunità parrocchiali dallaconclusione del Concilio Vaticano II. «Chissà quante cose ilaici delle nostre parrocchie avranno da aggiungere,correggere, integrare! Chi di loro è stato testimone direttodi momenti e di eventi del passato della vita diocesana –ha detto ancora De Donatis – potrà raccontare come li havissuti; chi è più giovane o si è avvicinato da poco alla fedepotrà accogliere il racconto degli altri, dei loro sogni eprogetti realizzati o meno, e potrà riconoscere la mano diDio che ha agito nella storia comune». «Il Concilio VaticanoIl – ha ricordato il cardinale – è stato la luce costante diriferimento» di una trasformazione importante. «Lecomunità parrocchiali si sono riformate con coraggio, i laicisi sono coinvolti con generosità».

il libro della Bibbia in cui si realizza il progetto pe-dagogico di Dio che «educa il suo popolo portan-

dolo a prendere coscienza della salvezza e, di più, adavere il coraggio della liberazione superando la pau-ra». Così padre Giovanni Odasso, biblista, della con-gregazione dei Somaschi, definisce il testo dell’Esodoche il cardinale vicario Angelo De Donatis ha indicatoall’inizio dell’anno pastorale come paradigma del cam-mino che la diocesi di Roma compirà nei prossimi 7anni, fino al Giubileo del 2025.«Spesso l’uomo preferisce vivere in una condizione dischiavitù piuttosto che scegliere la libertà – chiosa ilreligioso, già docente di Teologia delle religioni allaPontificia Università Urbaniana e di Introduzione allaSacra Scrittura presso la Pontificia Università Latera-nense –: pensando al noto brano biblico relativo alprodigio del passaggio del Mar Rosso, quando il popolosi lamenta con Mosè e teme la morte, possiamo vede-re come la pedagogia di Dio si concretizzi nel donodella fede, cioè la totale fiducia in Lui, quella che, so-lo, salva».Per padre Odasso il secondo libro del Pentateuco pre-senta «un percorso che ci è dato di compiere anche og-gi, un’opportunità e non una costrizione, quasi un’e-sigenza interiore che ci conduce dal riconoscimento deldono di Dio – la sua salvezza e la sua alleanza – finoall’attuazione della vera fraternità e comunione nel ri-spetto della persona umana, del fratello: questo è untema di profonda attualità». Ancora, «quanto Dio elargisce – sottolinea il biblista –deve avere un riverbero in noi, nell’essere un poco ciòche Dio stesso è: in fondo, l’uomo è fatto ad immaginee somiglianza di Dio e il Signore lo libera non perchédiventi un nuovo faraone che schiavizza l’altro ma unliberatore come Mosè». Per questo il libro dell’Esodo in-terroga ciascuno di noi con «una domanda fondamen-tale: nella mia vita, sono portatore di liberazione o per

interessi personali eprivati strumentalizzol’altro?».Lo stesso cardinale DeDonatis aveva sottoli-neato che avere comeriferimento il librodell’Esodo non signi-fica solo meditare gliavvenimenti che vi so-no narrati ma ancheriviverli: fare memo-ria e insieme impe-gnarsi nella riconci-liazione con Dio e coni fratelli. «La liberazione delpopolo ebraico – spie-ga ancora Odasso – èla risposta di Dio cheascolta il lamento e lasofferenza dell’uomooppresso e che con-duce all’alleanza, ful-cro del libro dell’Eso-do: Dio si manifesta,dona le Dieci Parole esvela il suo nome ed èproprio nell’esperien-za del perdono che

l’uomo giunge alla conoscenza del Signore». La riconciliazione «parte da Lui ma al tempo stessosuppone l’intercessione di Mosè che è il simbolo dellacomunità orante e liturgica: quanto più la comunitàcristiana prende coscienza del bisogno e della neces-sità di invocare Dio – rimarca il sacerdote –, tanto piùsi realizza quel perdono che diventa realtà viva nellacomunità stessa».Se il cardinale vicario nelle sue indicazioni aveva guar-dato alla comunità di Corinto ammonendo le comu-nità parrocchiali rispetto alle divisioni interne, fruttodel maligno, padre Odasso invita ad ispirarsi alle pri-me comunità cristiane che «nutrivano la loro fede nelRisorto attraverso la Scrittura e per questo sono un ri-ferimento per la Chiesa di tutti i tempi: il dono dellapresenza di Dio, infatti, si realizza attraverso il Cristo.Mediante il Figlio, il Padre accompagna il suo popo-lo». I temi della liberazione e della salvezza dell’Eso-do, allora, «appaiono pienamente realizzati nella fe-de cristiana nella salvezza del Cristo risorto, e la fedenel Risorto ci rende a nostra volta partecipi della re-surrezione». Il libro dell’Esodo può orientare ciascuno «a scoprirenella fede la presenza di Dio – conclude Odasso –, spe-rimentando sempre più l’anelito e la sete di Lui chenon è fonte di condizionamento ma di speranza, fiduciae comunione».

Michela Altoviti

È

Nell’Esodo il progettopedagogico di Dio

DI ROBERTA PUMPO

elle parrocchie della diocesi diRoma è iniziato il camminotracciato dal vicario Angelo De

Donatis per il nuovo anno pastorale.Nella sua relazione al clero romano, il17 settembre scorso, il cardinale haproposto alle comunità un percorsoarticolato in tre passaggi. Fino a Natale,bisogna «fare memoria» del propriopassato per «scoprire chi è il Signore echi siamo noi», facendosi guidaredall’itinerario proposto nel “Principio efondamento” di Ignazio di Loyola. Dagennaio a Pasqua si entrerà nel vivodella riconciliazione con Dio e tra icomponenti della stessa comunità.L’invito del vicario è che ogniparrocchia organizzi gli esercizispirituali concentrandosi in particolaresulla “prima settimana” del camminoignaziano. Da Pasqua a Pentecoste ci sidedicherà all’ascolto del «grido dellacittà», soffermandosi sulle sofferenzefamiliari, dei poveri, degli stranieri esulle varie situazioni di sfruttamento.Tra gli strumenti che faranno da guidaci sono gli “Esercizi spirituali” disant’Ignazio di Loyola. Elaborati tra il1522 e il 1535, ottennero da PapaPaolo III l’imprimatur allapubblicazione. Rappresentano ilmetodo di spiritualità proprio dellaCompagnia di Gesù. Padre RenatoColizzi, direttore del Centro ignazianodi spiritualità, spiega che il camminoignaziano è un itinerario che il santo hainnanzitutto sperimentato in primapersona, decidendo di lasciare unatraccia scritta di suo pugno aiconfratelli, che viene trasmessa «digenerazione in generazione». Tuttipossono svolgere gli esercizi spirituali. Igesuiti, infatti, intraprendono questocammino anche nelle scuoleproponendo un itinerario adatto agliadolescenti. Unica raccomandazione èfarsi aiutare da chi li ha già praticati. «È

Nil rapporto che si instaura fra la guida el’esercitante che fa la differenza»,evidenzia padre Colizzi. Il manoscrittodi Loyola voleva essere «unpromemoria per le guide», che aiutassee accompagnasse i fedeli in una sceltanella quale la fede ha un ruolopredominante. Ma è «inutile leggerli»,per il gesuita. Bisogna, invece,«sperimentarli». Sono stati scritti perchéfossero un «itinerario sperimentaleaccompagnato». Un viaggio suddivisoin quattro settimane. La prima prevedela riconciliazione con il proprio passatoe la guarigione delle ferite interiori. Laseconda è dedicata alla sequela. «Unavolta guarito – spiega padre Renato –,Gesù chiama per essere annunciatore,devo essere discepolo missionario,come scrive Papa Francesconell’esortazione apostolica Evangeliigaudium. In questa seconda tappa ilfedele è chiamato a meditare i misteri

della vita di Cristo che nasce, cresce eannuncia il Vangelo nel mondo».Durante la terza e quarta settimana sicontemplano la Passione, laresurrezione e l’ascensione di Gesù.«Qui vi è un cambio di prospettivarispetto alla prima settimana – dicepadre Colizzi –. Non si guarda più alproprio passato ma a Cristo che liberada esso con la sua passione e morte».Ma perché rifarsi ancora oggi a unautore del Cinquecento? Padre Renatoritiene che gli esercizi hanno «unagrande valenza» in questo periodostorico «per riconciliarsi con il propriopassato». In questo ambito rientral’invito del cardinale De Donatis di farememoria, la prima tappa al centro dellaprima settimana del camminoignaziano. «Si inizia dalla propriamemoria ferita da una serie di eventisubiti nella propria vita – prosegue ilgesuita – o di episodi di cui si è diretti

responsabili rimasti sedimentati e chedi conseguenza influenzano la propriavita». Gli esercizi, che educano ad unaspiritualità «contemplativa nell’azione»,traggono origine dall’esperienzapersonale del santo di Loyola, che finoall’età di 26 anni visse alla corte delministro delle finanze del re FernandoIl Cattolico, Giovanni Velázquez deCuéllar. La conversione avvennedurante un lungo periodo diconvalescenza, tra il 1521 e il 1522(aveva 31 anni), in seguito a una feritasubita in battaglia. Ignazio rielaborò lasua vita mettendola al servizio «non piùdel re terreno – spiega ancora il gesuita– ma del Re Eterno. Su questa metaforascrive l’itinerario puntando a farcomprendere al fedele che l’amore e ilservizio permettono di vivere unaperfetta vita di sequela». In merito aidue punti indicati dal cardinale vicarionella sua relazione, nei quali invita afare riferimento al cammino ignaziano,padre Colizzi spiega che lo scopo èquello di «cercare di instaurarenuovamente una forte relazione fraCreatore e creatura. È necessario unritorno ad una comunità consapevoledi se stessa e del proprio cammino».«Nella società odierna – rimarca ancorail direttore del Centro ignaziano dispiritualità – c’è una grande battaglia fral’io e Dio. La vita frenetica ci impediscedi avere uno sguardo contemplativo sulnostro quotidiano e sui doni che ilSignore ci fa in ogni momento. Tuttodiventa una catena di eventi e perdiamola capacità di riconoscere che ilCreatore ci sta facendo dei doni anchenel momento in cui siamo immersinelle attività». Se da un lato è giustoavere numerosi impegni, concludepadre Colizzi, dall’altro se questidiventano «l’attitudine esclusiva dellapersona ogni cosa si trasforma inattivismo. Questo impedisce diriconoscere che ogni attività è essastessa un dono di Dio».

La storia della diocesi su Romasette.it al via con Di Liegro e Venier

Don Luigi DiLiegro,fondatoredella Caritasdi Roma,scomparsonel 1997

no spazio per fare memoriadella storia della diocesi at-traverso le pagine di Roma

Sette: è la novità che Romasette.it halanciato martedì scorso (alla vigiliadella “Giornata di Avvenire e RomaSette”), nel solco del programma del-la diocesi che pone quello della me-moria fra i temi chiave dell’anno pa-storale. L’anno in corso, infatti, co-me illustrato dal cardinale vicarioAngelo De Donatis nella sua rela-zione del settembre scorso, «è dedi-cato alla memoria e alla riconcilia-zione per essere più pronti ad udireil grido della città».Il tempo fino a Natale, in particola-re, è finalizzato alla riflessione sulla“memoria del cammino della Chie-sa di Roma”. Un invito rivolto a tut-te le comunità parrocchiali. «Abbia-mo bisogno di riscrivere la storia del-

U la Chiesa di Roma dal dopo–Conci-lio fino ad oggi, la storia della nostracomunità diocesana e di quella del-le nostre comunità». Con l’obiettivodi «trovare il senso profondo, di fe-de, di quanto abbiamo vissuto».Parte da queste considerazioni laproposta di Roma Sette e Romaset-te.it di pubblicare on line ogni setti-mana, per tutto l’anno pastorale, unarticolo del settimanale diocesanoche metta in luce una pagina signi-ficativa di questa storia. Un’oppor-tunità di fare memoria di un cam-mino e sostenere dal versante del-l’informazione il programma pasto-rale della diocesi. Con un commen-to, un servizio di cronaca… moda-lità diverse per mettere in luce la vi-talità della Chiesa di Roma di cui Ro-ma Sette ha sempre dato conto. Dal1974 in ogni domenica tra le pagi-

ne di Avvenire, più di recente comedorso romano del quotidiano.Il primo articolo, datato 17 no-vembre 1974 – uscita del primo nu-mero di Roma Sette – è firmato Lui-gi Di Liegro, storico fondatore del-la Caritas diocesana, e illustra le mo-dalità di attuazione del convegnodiocesano di quell’anno, passato al-la storia come quello sui “mali diRoma” ma in realtà intitolato “Re-sponsabilità dei cristiani di frontealle attese di carità e giustizia nelladiocesi di Roma”.Martedì prossimo, su www.romaset-te.it, il primo editoriale di Roma7(allora si utilizzava il numero), fir-mato il 24 novembre 1974 da ElioVenier, all’epoca direttore dell’Uffi-cio diocesano per le comunicazio-ni sociali e fondatore del nostro set-timanale.

Padre Odasso

Nuovo spazio online perfare memoria del camminodella Chiesa di RomaLe pagine più significativedel nostro settimanaledal 1974, anno di nascita

Il libro paradigmadel programma delladiocesi per 7 anniPadre Odasso: può orientare«a scoprire nella fedela presenza di Dio»

in calendario

Il cardinale De Donatis e Papa Francesco (foto Gennari)

Giovane in preghiera

2 Domenica11 novembre 2018

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DI ROBERTA PUMPO

omunità in festa nella parrocchia diSant’Andrea Avellino. Con laprocessione, per le vie del quartiere,

della reliquia e dell’effige del santo siconcludono questa mattina le celebrazioniorganizzate in onore del patrono di cui laChiesa fa memoria il 10 novembre. Ieri serala Messa solenne è stata presieduta dalcardinale vicario Angelo De Donatis, il qualeha partecipato anche alla cena di comunitàpreparata nei minimi dettagli dal comitato

C

Ruzza: l’oratorio luogo di educazione e riconciliazione

DI MICAELA CASTRO

bello sognare che il servizio inun oratorio possa trasformare lanostra umanità fragile in una

scelta coraggiosa. Dobbiamo sognare chenon ci siano più ragazzi abbandonatinella nostra città e che l’oratorio sia unluogo di educazione per tutti, senzanessuna esclusione, per rispondere allachiamata di Papa Francesco, all’invito chela Chiesa sia una casa per tutti, bambini,adolescenti, giovani e adulti». Con questoaccorato appello il vescovo GianricoRuzza, ausiliare per il settore Centro esegretario generale del Vicariato, ha

esortato gli animatori del Centro oratoriromani riuniti lunedì nella parrocchia diSanta Maria del Buon Consiglio per lasolenne apertura del nuovo anno sociale.«L’oratorio può essere luogo diriconciliazione – ha ribadito monsignorRuzza ricordando le tappe delprogramma pastorale diocesano – dove sirattoppano le reti del nostro apostolato,ricucendo le relazioni e recuperando chisi sente emarginato. Nel Sinodo appenaconcluso è emerso che i giovani non sisentono ascoltati e che la liturgia èlontana dalla loro vita. L’oratorio è illuogo dove si può riscoprire questabellezza, il luogo in cui ci stringiamo lamano, non solo perché cantiamo eballiamo, ma perché ci troviamo insiemenella letizia del cuore ponendo al centroil Vangelo». Ai tanti giovani del Corincontrati nel corso dei campus estivi, ilvescovo ha chiesto di «contagiare la cittàcon la vostra gioia profonda dell’essere

discepoli, dando un’immagine attraentedella vita cristiana. Per questo impegno –ha sottolineato – è necessario un percorsodi formazione interiore personale cheporti alla crescita di ognuno nell’umiltà,nella comunione e nell’obbedienza».Ricordando lo sforzo missionario del Cornelle parrocchie romane per diffondere esostenere la pastorale oratoriana, Ruzzaha citato l’esempio del Servo di DioArnaldo Canepa: «Il servizio in oratorio èuna via di santificazione, verso unasantità a cui siamo tutti chiamati». Ancheil presidente del Cor, David Lo Bascio, nelsuo saluto aveva fatto memoria delleorigini dell’associazione ricordandol’importanza del Quadraro, dove sisviluppò la primissima azione pastoraledi Canepa. «Da qui si alzava il grido deibambini dimenticati negli anni dellaguerra. In ogni tempo l’oratorio rispondealla sua missione solo se si fa presentedove il più piccolo è solo, inascoltato,

disistimato. La liturgia di oggi – avevarimarcato Lo Bascio – risuona come uninvito a rivolgere l’opzione preferenzialeper gli ultimi e a operare continuamentela conversione missionaria della pastoraleoratoriana nelle nostre comunità e ancheoltre». Nel corso della celebrazione,sono stati presentati a Ruzza i nuovi socieffettivi che per la prima volta hannopronunciato, insieme agli altri, lapromessa di servizio annuale rivolgendoinfine un pensiero e una preghiera a Dioper il fondatore presso il suo sacellocostudito nella parrocchia.Canepa era stato anche commemoratonei giorni scorsi con una Messa presso laclinica Madonna della Fiducia, dovetrascorse gli ultimi giorni della sua vitaterrena, presieduta dal vescovo PaoloRicciardi, delegato per la pastoralesanitaria nella diocesi, e concelebratadall’assistente del Cor, don SimoneCarosi.

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Una «diaconia» a San Stanislao

All’inaugurazione dell’annoaccademico, Paglia ricordail mandato consegnatoda Francesco di «allargarela riflessione sul versanteteorico nel dialogare contutte le scienze» sui temidi matrimonio e famigliaSequeri annuncia il varodi un’area internazionaledi ricerca nell’ambitodell’antropologia culturaleIn cantiere, corsi onlinesu temi legati all’attualità

n «buona salute» per quantità e qualità di stu-denti, per le iniziative avviate e impegnato a

«coltivare uno stile autenticamente ecclesiale» inuna «congiuntura difficile». È quanto emerge dal-l’inaugurazione del nuovo anno accademico delPontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II perle scienze del matrimonio e della famiglia, svol-tasi lunedì mattina nella sede di piazza San Gio-vanni in Laterano. Presenti il gran cancelliere,l’arcivescovo Vincenzo Paglia, e il preside monsi-gnor Pierangelo Sequeri, con la prolusione dimonsignor Piero Coda.Paglia ha ribadito il mandato consegnato da Pa-pa Francesco di «allargare la nostra riflessione sulversante teorico nel dialogare con tutte le scien-ze che riguardano i grandi temi del matrimonio,della famiglia e del patto originario tra uomo edonna relativo alla generazione, e consolidare eampliare la rete di collaborazione con altri isti-tuti e diocesi che manifestano interesse per unariflessione organica su tali temi per la costruzio-

I ne della convivenza umana».Sequeri ha parlato di un «dinamismo» sostanzia-tosi lo scorso anno nella costituzione della “cat-tedra Gaudium et Spes” che ha avviato già diver-se iniziative di dibattito e studio. Annunciato l’am-pliamento della sede e «l’apertura di un’area in-ternazionale di ricerca nell’ambito dell’antropo-logia culturale» per qualificare l’attività accade-mica. Tra le altre iniziative, la «progettazione diun Osservatorio internazionale sulla famiglia» e«corsi on–line su temi di speciale interesse lega-to all’attualità». Inoltre il Giovanni Paolo II nonvuole ignorare «la congiuntura difficile nella qua-le la fedeltà della Chiesa e la fedeltà alla Chiesavengono messe alla prova del peccato degli uo-mini e delle resistenze alla grazia». Proprio inquesto momento, ha affermato Sequeri, «la no-stra serena adesione alla forma cattolica ci chie-de anche una speciale cura allo stile» e ci «ispiraun pensiero e una prassi in controtendenza congli spiriti del risentimento e della contesa».

DI GIULIA ROCCHI

ggi alle 10.30 il cardinale Angelo DeDonatis celebrerà la Messa a SanStanislao, a Cinecittà. Una comunità

che rappresenta un caso unico all’internodella diocesi di Roma: dal mese disettembre, infatti, è affidata alle cure non diun sacerdote, ma di un diaconopermanente, Andrea Sartori, 49 anni, chevive in canonica con la moglie Laura e iquattro figli (tre ragazzi di 20, 19 e 17 anni

e una bambina di 10). A seguire i fedeli diCinecittà, anchedon Roko Celent, checelebra l’Eucaristia e confessa, il diaconoEnrico Valletta, originario proprio di SanStanislao, e tanti altri diaconi del territorio.«San Stanislao vive una speciale vocazione– sottolinea il vescovo ausiliare del settoreEst, monsignor Gianpiero Palmieri – che èquella di diventare una diaconia: unacomunità cristiana che, in sinergia con leparrocchie del territorio della prefettura,diventa uno spazio di accoglienza e diaccompagnamento dei poveri e elle personesole, in vista del loro sviluppo umanointegrale». Sartori, dal canto suo,commenta: «Mi preoccupo poco se questasia una parrocchia o unadiaconia; mi preoccupo dinon essere di intralcio alpiano di Dio, a fare quelloche Dio vuole». Il diacono,prosegue, deve «sentirsi minus,cioè al di sotto di unacomunità. Non guida,pastore, ma accanto ai fratelli,con i quali deve camminareinsieme verso Dio. Questa èun’occasione per la comunitàcristiana di prendere in manola propria vita, per ciascunfedele di riscoprire il proprioposto». Occhiali cerchiatid’oro, barba da hipster,pantaloni cargo e maglionegrigio, Andrea racconta connaturalezza il percorso che loha portato fino al civico 15 divia Rolando Vignali, a duepassi dagli studi

Ocinematografici. Un muro di cementosepara i set dalle case popolari e dagli ufficidel collocamento, proprio di fronte allachiesa. Seimila i fedeli che fanno capo a SanStanislao. «Sui documenti di tanti, comeindirizzo, c’è scritto “via Modesta Valenti”,segno che non hanno una residenza –spiega il diacono –. Ma qui ho trovato varieforme di povertà. Non solo quellamateriale, pure l’abbandono, la solitudine.Ci sono tante persone separate, madri solecon i figli. E io penso che questa sia ancheuna diaconia dell’ascolto, un portaresperanza dove speranza non c’è». Se da unlato ci sono i parrocchiani in difficoltà,dall’altro ci sono quelli che si danno dafare: «Mi ha colpito tanto la generosità diqueste persone. In passato c’era anche unamensa per i poveri, e adesso ce n’è una alivello di prefettura. Presente un centro diascolto dove si aiutano una quarantina difamiglie. Un grande fermento». Nella storiapersonale di Andrea c’è sempre stato spazioper i bisognosi. Nel 1996 sposa la suaLaura; l’anno successivo partono insiemeper il Togo, dove resteranno fino al 1998.«Abbiamo vissuto con i ragazzi di strada,facevamo formazione per animatori sociali,accoglienza». Poi il rientro a Roma, alquartiere Portuense, e il lavoro al Vis(Volontariato internazionale per losviluppo), ong dei salesiani, per cui curavala parte tecnica. Nel 2003 intraprende ilpercorso formativo per diventare diacono;nel 2008 l’ordinazione. Adesso, dasettembre, il servizio a San Stanislao. «Tuttoquesto non sarebbe stato possibile senza lacoesione della nostra famiglia – assicura –.Da tempo ci sentivamo chiamati in unposto dove si va verso Dio e verso ilprossimo in maniera irrevocabile. Questa èper noi una conferma vocazionale».

Andrea Sartori vive in canonicacon moglie e 4 figli: qui tanteforme di povertà. Con lui operaun amministratore parrocchialeIl vescovo Palmieri: la comunitàvive una speciale vocazione

Novità per la diocesi di Romaa Cinecittà: parrocchia affidataa un diacono permanente. Oggi lacelebrazione del cardinale vicario

Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, «uno stile ecclesiale»

Formazione e accompagnamentoper gruppi liturgici e cantori

Ufficio liturgico della diocesi di Roma sostiene leparrocchie nella formazione di un gruppo

liturgico, che «coinvolga tutti i fedeli nella preparazionee nella celebrazione», e di strumentisti, salmisti ecantori, perché «musica e canto sono parte costitutivadell’azione liturgica». Per dare vita a entrambe le realtào rilanciare quelle già presenti, e per accompagnare leparrocchie in questo percorso, l’Ufficio diocesanopropone incontri ad hoc, da concordare con i parroci.Per informazioni sul primo contattare don DanieleNatalizi, indirizzo mail [email protected];per il secondo padre Gennaro Becchimanzi,[email protected]. Oppure scrivere [email protected].

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l’iniziativa

Presieduta dal vescovo la Messadi apertura dell’anno per il Cor«Contagiare la città con la gioiaprofonda dell’essere discepoli»

Un percorso di preghieracon momenti di convivialitàCatechesi per bimbi 3-6 anniIl parroco: porterà molti frutti

promotore dei festeggiamenti. Consacratanel 1996, Sant’Andrea Avellino rientra nelprogetto “50 chiese per Roma 2000” ed èl’ultima della diocesi di Roma all’estremaperiferia nord–ovest della Capitale. Nelquartiere Ottavia, è a ridosso della riservanaturale dell’Insugherata, lontana daltraffico della Trionfale e del GrandeRaccordo Anulare. Per la piccola comunità,composta da circa quattromila persone, è ilsolo punto di ritrovo della borgata. Molti gliover 65 che due volte a settimana siriuniscono nel Gruppo amicizia anziani, e lefamiglie che si danno appuntamento nelleproprie abitazioni per i gruppi di ascolto delVangelo. Tutti i pomeriggi e nei week–end ipiù piccoli e gli adolescenti animano ilparco giochi e l’oratorio, entrambi dedicatialla beata Chiara Luce Badano. «Siamo una“parrocchietta” di periferia – afferma ilparroco don Claudio Occhipinti –,

cerchiamo costantemente di andare incontroalle esigenze di tutti». Peculiarità e punto diforza della parrocchia sono le catechesi, e inmodo particolare due iniziative rivolte aibambini molto piccoli e ai separati. ASant’Andrea Avellino, infatti, da anni sisvolgono le Catechesi del Buon Pastorerivolte ai bambini dai 3 ai 6 anni, fondatedalla biblista Sofia Cavalletti edall’insegnante montessoriana GiannaGobbi. Un percorso che ha ottenuto ilparere favorevole di molte famiglie. Per ilparroco rappresenta un cammino di fedeimportante perché «il potenziale religiosodel bambino piccolo, già dai 2 anni emezzo, è nella sua massima espressione». Isacramenti vengono amministrati all’internodel percorso entro i 7 anni per laComunione ed entro gli 11 per la Cresima.Gli incontri, della durata di un’ora e mezzocirca, si svolgono ogni mercoledì

pomeriggio. I principifondamentali della fede, laBibbia, le parti essenzialidella Messa vengono spiegatiin un ambiente a misura dibambino dove gli arredisacri per spiegare la SacraScrittura o la celebrazioneeucaristica, compresol’altare, sono realizzati inminiatura. «Ritengo chequesta sia una catechesi checon il tempo potrà portare molti frutti»,riflette don Claudio.Il sacerdote ha inoltre fondato un gruppo dipreghiera aperto ai separati. Al momentoaccoglie una ventina di persone, la maggiorparte giovani con figli piccoli. Si incontranoogni terzo mercoledì del mese. Dopol’adorazione eucaristica e la meditazione delVangelo il parroco apre loro le porte della

A Sant’Andrea Avellino un cammino per i separati

canonica per vivere momenti di convivialità.«È il luogo in cui non si sentono giudicatima accolti – rimarca don Occhipinti –.Grazie a questo percorso molti di lorohanno gradualmente riallacciato i rapporticon il coniuge. In accordo con la diocesi stopreparando una bozza di programma suqueste catechesi da proporre alle altreparrocchie».

Sant’Andrea Avellino

Il vescovo Ruzza a Santa Maria del Buon Consiglio

Il vescovo Palmieri e il diacono Sartori a San Stanislao

3Domenica11 novembre 2018

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Università,tra la ricercae la sapienzaDe Donatis all’apertura del simposiodei docenti: nei luoghi del sapere«trovi spazio l’onestà intellettuale»

DI MICHELA ALTOVITI

reparare a una professioneeducando alle domande di senso eai valori più alti. Questo, in estrema

sintesi, il ruolo dell’università delineatogiovedì sera, nell’apertura del XVSimposio internazionale dei docentiuniversitari che ha avuto luogo nell’Auladella Conciliazione del PalazzoLateranense. Organizzato dal Servizio perla cultura e l’università del Vicariato incollaborazione con il Ministero perl’istruzione, l’università e la ricerca e ilComitato dei rettori delle universitàpontificie di Roma, l’evento, conclusonella giornata di venerdì, ha avuto pertema “Quale missione per l’universitàoggi? Formazione, ricerca, innovazione,lavoro e sapienza”. «Può sembrare unalinea guida troppo generale – ha chiosatomonsignor Andrea Lonardo, direttore delServizio diocesano – ma se mancasseanche solo uno di questi elementi ilquadro non sarebbe completo.L’università serve e aiuta in quantounione di intelligenza e amore ed èstrumento necessario, citando Bernardodi Chartres, per coglierci “seduti sullespalle dei giganti” ossia saper riconoscerela bellezza della storia e, insieme,mostrare l’orgoglio di vedere meglio e inmodo nuovo». L’introduzione ai lavori èstata affidata al cardinale Angelo DeDonatis, vicario del Papa per la diocesi diRoma, che ha sottolineato in primoluogo come «l’università, nata nelMedioevo, è la fusione di due retaggiquali la cultura classica e scientifica, da

Pun lato, e la fede cristiana, dall’altro, cioèi due elementi fondanti della storia diRoma per la quale si potrebbero alloraindividuare come fondatori due coppiedi fratelli: Romolo e Remo, e Pietro ePaolo». Di seguito, riferendo della suarecente partecipazione al Sinodo deivescovi e rivolgendosi a docenti e rettori,il porporato ha guardato a «quel mondogiovanile che voi servite a volte anchecon fatica, sapendo che negli anni dellostudio un giovane può trovare la propriastrada o smarrirsi completamente, speciese non ha alle spalle una forte identità euna storia, quel senso di appartenenzache consente di guardare al futuroaprendosi all’altro». Ancora, De Donatisha auspicato che nei luoghi del sapere

«accanto alla critica metodologicamentefondata trovi spazio l’onestàintellettuale», nonché «la sapienza peraccompagnare la scienza che, da sola,non basta perché il nostro cuore ponequesiti e interrogativi che la superano».Infine, il ricordo di san Paolo VI,studente della Sapienza: «Le università diRoma possano formare persone simili aquello speciale allievo che ha tantogiovato non solo alla nostra città ma allanazione tutta e al mondo intero». Aseguire, la lectio magistralis di PierluigiNicotera, direttore e fondatore delCentro tedesco per le malattieneurodegenerative, e quella di LucaSerianni, professore ordinario di Storiadella lingua italiana alla Sapienza.

artiranno da cappellanie, collegi e parrocchiedi Roma gli oltre 1.500 studenti, stanziali e

fuori sede, che sabato 17 novembreparteciperanno al XVI pellegrinaggio degliuniversitari organizzato dal Servizio per la culturae l’università del Vicariato. Alle 9.30 è previsto ilraduno presso la stazione ferroviaria del piccoloborgo umbro; da qui, i giovani saliranno a piedi alduomo della città che sorge abbarbicata su unaroccia di tufo. Quindi seguiranno una catechesi dimonsignor Andrea Lonardo, direttore del Serviziodiocesano, sulla facciata della cattedrale che,decorata da una serie di bassorilievi e sculturemedievali dell’architetto senese Lorenzo Maitani,«dice l’”univeritas”, e cioè la totalità, offrendo unosguardo davvero universale con le raffigurazionidalla creazione fino alla fine dei tempi», spiega ilsacerdote. A seguire, un tempo di preghierapersonale con la possibilità di accostarsi alsacramento della Confessione. Prima della pausapranzo, una seconda catechesi di Lonardo su “Lavita universitaria e l’Eucarestia”, per «aiutare glistudenti, che vivono quotidianamente i ritmi dellavita universitaria, a comprendere il ruolo e ilvalore del giorno del Signore», proprio nella chiesache custodisce il corporale legato al miracoloeucaristico di Bolsena. Il pellegrinaggio siconcluderà nel pomeriggio con la Messa celebratadal vescovo di Orvieto e Todi, monsignorBenedetto Tuzia. È ancora possibile iscriversirivolgendosi alle cappellanie universitarie. Laquota di partecipazione è 10 euro.

Michela Altoviti

PDa cappellanie, collegie parrocchie di Romapartiranno sabato oltre1.500 universitariL’iniziativa diocesanacon le catechesidi monsignor Lonardoe la Messa di Tuzia

Madre Clelia beata, la carità contro il disprezzooglio farmi santa». È la preghie-ra ricorrente negli scritti di ma-

dre Clelia Merloni, fondatrice delle Apo-stole del Sacro Cuore di Gesù, elevata a-gli onori degli altari sabato 3 novembrenella basilica di San Giovanni in Latera-no. Oltre quattromila i fedeli presenti al-la beatificazione presieduta dal cardina-le Giovanni Angelo Becciu, prefetto del-la Congregazione delle cause dei santi.Giovani e famiglie provenienti da varieparti del mondo e dalle province italia-ne dove è presente la congregazione –che oggi conta oltre 1.100 suore –, inse-gnanti e alunni dell’istituto “Cor Jesu” diRoma, annesso alla casa generalizia. Quiin un’urna di vetro è custodito il corpodella beata, nata a Forlì il 10 marzo 1861e morta a Roma il 21 novembre 1930.Il rito si è aperto con la richiesta da par-te del cardinale vicario Angelo De Dona-

tis di procedere alla beatificazione. Bec-ciu ha quindi letto la lettera apostolicacon la quale Papa Francesco ha iscrittomadre Clelia tra i beati fissandone la me-moria liturgica al 20 novembre. MadreMiriam Cunha Sobrinha, superiora ge-nerale delle Apostole del Sacro Cuore diGesù, ha portato all’altare la reliquia del-la beata.Il miracolo attribuito all’intercessione dimadre Clelia e approvato dal Papa è av-venuto nel 1951. Il medico brasiliano Pe-dro Angelo de Oliveira Filho fu improv-visamente colpito da una grave paralisidi tutto il corpo. Suor Adelina Alves Bar-bosa diede al malato, che aveva difficoltàa deglutire, poche gocce d’acqua conte-nute in un bicchiere nel quale aveva im-merso una piccola reliquia di madre Cle-lia, un pezzetto del tessuto del velo da leiindossato. La guarigione fu quasi istan-

tanea e in pochi giorni il medico tornò acamminare normalmente.Durante la celebrazione è stata rimarca-ta la sua totale fiducia nel Signore, la suafede autentica che non ha vacillato nean-che nelle «impressionanti» tribolazioni.Becciu ha ricordato il «calvario» vissutodalla religiosa a causa delle calunnie chela portarono alla destituzione dal gover-no e addirittura per dodici anni l’allon-tanamento dall’istituto che aveva fon-dato il 30 maggio 1894 a Viareggio. La suaarma vincente era la carità con la qualerispondeva alle ostilità e al disprezzo,dando così concretezza al motto dell’i-stituto “L’Amore di Cristo ci spinge”.«Un calvario personale duro e logorante– ha affermato il porporato – fatto di so-litudine e di isolamento, di indeboli-mento della salute e di stenti, al limitedella disperazione». Ma la religiosa di-

menticò le offese subite mettendo sem-pre Cristo al centro della sua vita tantoche il suo motto era «Dio solo».Tra i concelebranti, oltre al cardinale DeDonatis, il cardinale Peter Kodwo AppiahTurkson, il vescovo di Trapani Pietro Ma-ria Fragnelli, l’arcivescovo di Loreto Fa-bio Dal Cin e decine di sacerdoti. Per DeDonatis madre Clelia rappresenta un«modello di cammino riuscito», una don-na capace di abbandonarsi totalmente al-la volontà di Dio «nella certezza che nes-suna prova è senza senso e senza valore.Questo il segreto della sua santità».La Messa è stata il momento culminan-te di un programma di celebrazioni perla beata, iniziato con un oratorio sacro il2 novembre e concluso domenica da u-na Eucaristia di ringraziamento presie-duta dal vescovo Ruzza a Santa Croce inGerusalemme. (Ro. Pu.)

La Messa presieduta da Becciu:«È stata donna tutta dei fratelli,specie i piccoli, i poveri». De Donatis:«Modello di cammino riuscito»

Duomo di OrvietoMonsignor Andrea Lonardo

Un momento della celebrazione (foto Gennari)

Studenti in pellegrinaggio a Orvieto

Seminario sul fine vitaprincìpi espressi dalla Carta costituzionale,finalizzati alla solidarietà e alla tutela dellasalute» non prevedono la possibilità di

spingersi fino alla «soppressione della vitasofferente». Ciò corrisponde al «sentire diffuso dellacomunità sociale», e vale anche «in casi estremi».Così una sentenza della Cassazione di cui si è avutanotizia nei giorni scorsi. Dopo il pronunciamentodella Consulta che ha chiesto l’intervento delParlamento sull’assetto normativo relativo al finevita. È in questo contesto che il Centro diocesanoper la pastorale sanitaria promuove un seminariosul tema “La stagione del fine vita” per il 21novembre, in collaborazione con la Asl Roma1 e laMisericordia Roma Centro (iscrizioni [email protected]). Al Dnb House Hotel (viaCavour 85/A), per far conoscere la legge del 2010sull’accesso alle cure palliative e alla terapia deldolore – argomento di cui poco si discute –interverranno diversi esperti, tra medici, avvocati,assistenti spirituali, ma anche volontari e familiaridi pazienti. Conclusioni affidate al vescovo PaoloRicciardi, delegato per la pastorale della salute.

I«Un percorsosull’elaborazionedel lutto

l Centro diocesano per la pasto-rale familiare anche per que-st’anno propone un percorso di

aiuto per l’elaborazione del lutto.“Talità Kum...Io ti dico, alzati!”, ri-volto specialmente ai familiari chehanno subito un lutto recente o chefanno più fatica a convivere con ildolore della perdita.Il percorso avrà inizio giovedì pros-simo, 15 novembre, con l’équipe delCentro diocesano. Gli incontri – ot-to, fino al 4 aprile 2019 – si terran-no sempre di giovedì dalle 19 alle21 nella sala della Pinacoteca al Pon-tificio Seminario Romano Maggio-re (piazza San Giovanni in Latera-no, 4). Informazioni e iscrizioni: tel.06.69886211, [email protected].

I

temi dell’enciclica Laudatosi’ saranno al centromartedì 13 novembre di un

convegno promossodall’Ufficio diocesano per lapastorale sociale sul tema“Laudato si’ di Papa Francesco:una conversione ecologica”.«Tutti i dati delleorganizzazioni internazionali– afferma l’incaricatodell’Ufficio, don FrancescoPesce – sottolineano l’urgenzadi collaborare alla cura dellacasa comune, e la Chiesa diRoma vuole sollecitare a unapresa di coscienza forte invista di un impegno concreto».Alle 16, al Teatro della Cometa(via del Teatro Marcello 4),sono previsti gli interventi dipadre Massimo Fusarelli,parroco di San Francesco aRipa, su “Il Vangelo dellacreazione”; FlaminiaGiovanelli, già sottosegretariodel Dicastero per il serviziodello sviluppo umano

integrale, su “Laudato si’: uno sguardo d’insieme”;Stefano Marguccio, già consigliere diplomatico delMinistero dell’Ambiente, sull’impatto internazionaledell’enciclica; Monica Romano, docente di Scienzesociali alla Pontificia Università Gregorana, sul tema“Biodiversità e povertà”. Conclusioni del vescovoausiliare Gianrico Ruzza.

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«Laudato si’», convegnoal Teatro della Cometa

5Domenica11 novembre 2018

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

celebrazioniFESTA PATRONALE A SAN MARTINO AIMONTI. In occasione della festapatronale, nella basilica di SanMartino ai Monti (viale del MonteOppio, 28) oggi alle 11.30,l’arcivescovo Oscar Rizzato,elemosiniere emerito di Sua Santità,presiederà la Messa solenne delle11.30. Saranno presenti i cavalieri e ledame di Nostra Signora di BuenosAires e San Martino. Alle 17 la Messasolenne presieduta dall’arcivescovoRino Fisichella, presidente delPontificio consiglio per la promozionedella nuova evangelizzazione. Alle 18,per la prima volta a Roma, laprocessione dei bambini con lelanterne, in onore di San Martino(tradizionale in Francia e Germania,che manderanno rappresentanze dellerispettive ambasciate). In questenazioni, all’imbrunire dell’11novembre, i bambini partecipano aprocessioni con delle lanterne inmano cantando canzoni e recitandopoesie.

SANTA DOROTEA, EVANGELIZZAZIONE DISTRADA. «Luce nella notte. Giovani efrati per le strade della città» è il titolodella catechesi formativa che si terràsabato 17 novembre alle 18 nellachiesa di Santa Dorotea (via di SantaDorotea, 23) a Trastevere.Appuntamento alle 17.30. Alle 19.30la cena e alle 21 la celebrazione dellaMessa che darà il viaall’evangelizzazione «Luce nella notte»nei luoghi della movida trasteverinacon i giovani e i frati minoriconventuali della parrocchia. Tutti isabati la chiesa di Santa Dorotea restaaperta fino alle 23 per dare lapossibilità a tutti di entrare, pregare,ascoltare musica sacra e ricevere ilsacramento della Riconciliazione. Permaggiori informazioni:www.parrocchiasantadorotea.com

IL CARDINALE VICARIO CELEBRA ASANT’ALBERTO MAGNO. Quattro giornidi festa per la parrocchia diSant’Alberto Magno in via delle VigneNuove, 653. Da giovedì 15 (si partecon un torneo di calcio) a domenica18 novembre una serie diappuntamenti che culmineranno conla Messa solenne di domenica 18celebrata alle 11 dal cardinale vicarioAngelo De Donatis. Da segnalare,venerdì 16, la processione/fiaccolatacon il quadro di Sant’Alberto. Per ilprogramma completo:parrocchiasantalbertomagno.com

incontriCONFERENZA SU PIERRE DUHEM ALREGINA APOSTOLORUM. Il Master inScienza e fede dell’Ateneo PontificioRegina Apostolorum organizza,martedì 13 novembre, la conferenzadal titolo «Pierre Duhem e la nascitadella scienza nel mondo occidentalecristiano», dalle ore 17.10 alle 18.40nell’aula magna dell’istituto (via degliAldobrandeschi, 190). Interverrà ilprofessor Alessandro Giostra. Ingressolibero.

PADOAN A SAN TOMMASO MORO PARLADI ECONOMIA E FINANZA. Riprende ilciclo d’incontri dei «Colloqui... consan Tommaso Moro» nella parrocchiain via dei Marrucini dedicata al santolondinese. Mercoledì 14 alle 20.30 siparlerà di «Finanza ed economia:quale futuro per l’Italia e l’Europa?». Ilrelatore sarà Pier Carlo Padoan, giàministro dell’Economia e delleFinanze. L’incontro, aperto a tutti, siinserisce all’interno del percorso dellaScuola di formazione sociale e politicache vede impegnato il gruppo degliuniversitari della parrocchia. Padoan èstato direttore esecutivo per l’Italia delFondo Monetario Internazionale dal2001 al 2005 e vice segretario generaledell’Ocse, divenendone capoeconomista nel 2009.

CORSO DI ESEGESI BIBLICA ORGANIZZATODAL CIBES. Giovedì 15, dalle 18,nell’ambito delle iniziative diformazione del Cibes, hanno inizio gliincontri di esegesi della Lettera aiRomani. Il corso, guidato da padreGiovanni Odasso, esamina i testiprincipali di questa lettera. Sede delcorso: Ancelle del Sacro Cuore diGesù, via XX Settembre, 65b.

CONFERENZA A SAN GIULIANO. ”UnaChiesa di popolo” è il tema dellaconferenza in programma venerdì 16alle 20.45 nella parrocchia di SanGiuliano (via Cassia 1036).Intervengono Gianni Di Santo,giornalista e scrittore, e don FrancescoCosentino, docente di teologia allaGregoriana.

SINODO, FABENE AL SANTISSIMO NOMEDI MARIA. Avrà luogo venerdì 16 alleore 19 la conferenza dal titolo «IlSinodo dei giovani: un cammino difede» organizzata dalla parrocchia delSantissimo Nome di Maria (viaCenturipe, 16). Interverrà monsignorFabio Fabene, sottosegretario delSinodo dei vescovi.

A SAN GIUSTINO MARTIREAPPUNTAMENTO PER I SEPARATI. Unincontro rivolto alle persone separate,qualunque sia la loro situazione primao dopo la separazione, è organizzatodalla prefettura XVI del settore Estnella parrocchia di San GiustinoMartire (viale Alessandrino, 144).Sabato 17 alle 16 l’inizio dell’incontrocon Marco Ermes Luparia, psicologo epsicoterapeuta e presidentedell’Apostolato AccademicoSalvatoriano. Alle 17.30 dialogo con ipartecipanti. All’incontro, dal titolo«Dalla ferita al cuore generativo», sonoinoltre invitate tutte le personesensibili alla realtà delle «famiglieferite», in particolare gli educatori, gliinsegnanti e i collaboratoriparrocchiali (catechisti, animatori,etc.).

COLLOQUIO IN MEMORIA DI FRA MICHELEPICCIRILLO. L’archeologo francescanofra Michele Piccirillo sarà al centrodell’incontro di sabato 17 allaPontificia Università Antonianum (viaMerulana, 124). Dalle ore 10 gliinterventi, tra gli altri, di FrancescoBenedettucci, direttore degli scavi diTell al Mashhad in Giordania; ClaudioBottini, dello Studium BiblicumFranciscanum di Gerusalemme;Claudio Cimino, dell’UniversitàSapienza, già direttore della Scuola peril restauro del mosaico di Madaba.

SANT’ANTONIO A CIRCONVALLAZIONEAPPIA, NUOVO CENTRO PASTORALE.Sabato 17 sarà inaugurato il nuovocentro pastorale nella parrocchiaSant’Antonio a Circonvallazione Appiaaffidata ai rogazionisti. Alle 18.30 laconcelebrazione eucaristica presiedutadal vescovo ausiliare per il settore Est,Gianpiero Palmieri. Seguirà labenedizione del centro checomprende, tra l’altro, aule per lacatechesi, docce e locali perl’accoglienza dei senza dimora,un’aula multimediale, unambulatorio.

formazioneUNIEUROPEA: AL VIA IL LABORATORIO DICOMUNICAZIONE. All’UniversitàEuropea di Roma è iniziato il sestoanno di attività del laboratorio dicomunicazione «Non sei un nemico!»,fondato e diretto dal giornalista CarloClimati. L’obiettivo è quello disensibilizzare i giovani ad una nuovaforma di comunicazione, basata suldialogo e su una serena accoglienzadell’altro.

culturaSANTA CROCE, CONCERTO IN MEMORIA DIDON ANDREA SANTORO. «Tra Oriente eOccidente. Martiri della fede e dellapace» è il titolo del concerto che siterrà sabato 17 alle 16 nella basilica diSanta Croce in Gerusalemme.L’iniziativa, che si avvale dellapresenza del coro «Virgo Fidelis» delComando generale dell’Arma deiCarabinieri, sarà l’occasione perricordare santa Barbara e don AndreaSantoro. Nel corso dellamanifestazione, durante la quale siesibirà anche l’orchestra da camera«Ars Ludi», saranno conferiti anche deiriconoscimenti ad alcuni testimoni dioggi della carità cristiana. Tra gli altrimonsignor Enrico Feroci «per ilgeneroso impegno profuso qualedirettore della Caritas diocesana».

SANTISSIMO CROCIFISSO, VISITA A SANFRANCESCO A RIPA. Proseguono gliincontri organizzati dalla parrocchiadel Santissimo Crocifisso perapprofondire la conoscenza di figuredi donne sante o beate, tutte laiche, lacui tomba è all’interno di chiese dirilevanza storico–artistica. Sabato 17alle 10 appuntamento in piazza SanFrancesco d’Assisi per la visita di SanFrancesco a Ripa e della tomba dellabeata Ludovica Albertoni. Perinformazioni: 06.66153856,[email protected].

AL CINEFORUM SERAPHICUM «LOVINGVINCENT». Sabato 17 alle 16, alCineforum Seraphicum (via delSerafico, 1) sarà proiettato «LovingVincent», il film di animazionebritannico–polacco del 2017, direttoda Dorota Kobiela e Hugh Welchman.Si tratta del primo film interamentedipinto su tela, rielaborando oltremille dipinti per un totale di più di65mila fotogrammi realizzati da 125artisti provenienti da varie parti delmondo. La pellicola ripercorre i luoghie le storie che hanno fatto parte dellavita di Vincent van Gogh.

solidarietàDONARE IL SANGUE CON L’AVISCOMUNALE. Domenica 18 novembresarà possibile donare il sangue conl’Avis comunale nelle parrocchie: SanBarnaba (piazza dei Geografi, 15);Santa Teresa di Calcutta (via GuidoFiorini, 12) e Santa Maria Stelladell’Evangelizzazione (via Amsterdam,5).

Leggi razziali, mostraideata da Sant’Egidio

rendi la tua cartel-la e vattene da

scuola. Le leggi razziali del1938 commentate daibambini della periferia diRoma» è la mostra al Mu-seo di Roma in Trasteve-re, promossa dalla Comu-nità di Sant’Egidio con Ro-ma Capitale. Esposti lavo-ri dei bambini delle Scuo-le della Pace e documentie immagini dell’epoca. Fi-no al 25 novembre.

cultura

arà ancora una volta la labasilica di Santa Maria in A-racoeli ad accogliere sabato

17 novembre, alle ore 21 (in-gresso gratuito), l’inaugurazio-ne della terza edizione della ras-segna musicale “Sacrum – Unapreghiera in musica per la paceuniversale”.Quest’ anno, spiega un comu-nicato, l’iniziativa celebra ecce-zionalmente a Roma il 150° an-niversario della morte di Gioac-chino Rossini con un concertoaffidato ad alcuni tra i miglioriinterpreti del repertorio. Sul po-dio torna il maestro Jacopo Si-pari di Pescasseroli, con l’Or-chestra Sinfonica del Conserva-torio “N. Sala” di Benevento, el’International Opera Choir.Con loro i solisti Silvana Froli,Irene Molinari, Valeriy Koval-

chuk e Florin Estefan.«Un concerto che ispiri il cuore.Un concerto per la fede, un con-certo che sia omaggio alla no-stra umanità», dice Sipari, diret-tore dell’evento. Sarà eseguito ilcapolavoro di Rossini “StabatMater”, una grande meditazionesul mistero della morte di Gesùe sul dolore profondo di Maria,la cui prima esecuzione risale al1842. La rassegna “Sacrum Festival” siconcluderà il 1° dicembre con ilconcerto dedicato ai capolavoridi Rimsky – Korsakov (Christ-mas Eve) e Tchaikovsky (Sinfo-nia n.5) con la partecipazionedell’Orchestra Sinfonica Abruz-zese e del Maestro Alberto Vero-nesi. Ad ospitarlo, sempre la ba-silica di Santa Maria in Aracoe-li, alle 21.

S

All’Aracoeli «Sacrum festival»con «Stabat Mater» di Rossini

libriMedFilm Festivalsul cinemadel Mediterraneo

naugurato venerdì il Med-Film Festival, il più impor-

tante evento in Italia dedica-to al cinema del Mediterra-neo, giunto alla XXIV edizio-ne. Il festival, presieduto daGinella Vocca, si svolge fino adomenica 18 al Cinema Sa-voy, al Macro Asilo e al Nuo-vo Cinema Aquila.In programma la proiezionedi 79 film provenienti da 34Paesi. Tunisia e Spagna i Pae-si protagonisti di questa edi-zione.Macro Asilo sarà invece la lo-cation che ospiterà gli incon-tri ad ingresso libero della se-zione “Letture dal Mediterra-neo”.

Iento anni fafiniva la PrimaGuerra

Mondiale: le bandiereitaliane sventolavanofestose a VittorioVeneto, ma i cadaveridi milioni di uominilasciati a marcire nelletrincee europeespegnevano il sorrisodei sopravvissuti. A

chiunque volesse trovare un compendiolirico dei testi italiani ispirati al grandeconflitto che ridusse in macerie il VecchioContinente consigliamo la lettura di Le nottichiare erano tutta un’alba, a cura di AndreaCortellessa, ristampato qualche mese fa daBompiani. Quanto ai romanzi, ce ne sonotanti: dal Viaggio al termine della notte diLouis Ferdinand Céline a Niente di nuovo sulfronte occidentale di Enrique Marie Remarque,

per citarne soltanto due fra i maggiori.Quello che a me resta di più nella memoriaè Addio alle armi (1929) di ErnestHemingway, forse perché lo lessi per laprima volta da adolescente: troppo spessoancora oggi mi sembra un capolavorofrainteso e in molti sensi sottovalutato, inquanto si tende a considerarlo una semplicestoria d’amore. È innegabile che lo sia: ma ilrapporto sentimentale fra Frederic Henry,ufficiale volontario nei reparti sanitaridell’esercito italiano, e Catherine Barkley,infermiera inglese pronta ad assisterlo dopouna grave ferita al ginocchio (la medesimadi cui fu vittima l’autore a Fossalta di Piave),diventa il perno narrativo di una vicendacorale ricostruita con rara sapienza nellaquale il sentimento del paesaggio sfiguratodalle bombe irradia una luce obliqua sugliuomini impegnati in un reciproco, assurdo,a tratti incomprensibile massacro. Lo stile incerti punti mostra la sintesi del taccuino, in

altri assomiglia a un’onda leggera. Quandola donna si accorge di essere incinta,l’americano diserta per raggiungerla: riuscirànel proprio intento, tuttavia non potrà diredi avercela fatta. Chi vince non prendeniente: questo è del resto l’assioma di tuttal’opera hemingwaiana, dai Quarantanoveracconti al Vecchio e il mare. Le scene delromanzo si susseguono una dietro l’altra alpari di cartoni teatrali: il fronte sulTagliamento con le truppe acquartierate inattesa di essere mandate all’assalto,l’ospedale Maggiore a Milano dove Frederictrascorre la breve convalescenza, la fuga aStresa, l’attraversamento del lago, lalatitanza in Svizzera. Giustamente celebrerimane l’episodio di Caporetto quando ilgiovane tenente, dopo aver guidato i suoisottoposti nella confusa ritirata, vienearrestato dai carabinieri che lo credono unaspia e, pochi secondi prima di esserefucilato, riesce a scappare gettandosi nel

fiume. Forse nessun altro scrittore è statocapace di rievocare quel momento tragicocoi comandi superiori assolutamenteinadeguati a fronteggiare il contrattacconemico e i reparti italiani quasi allo sbando.Nelle pagine composte da Hemingway ladisorganizzazione militare si mischia allaconsapevolezza di vanità, come se ilprotagonista, al cospetto della violenzaferina, avesse intuito l’inutilità dell’impegnonella storia e si fosse quindi accasciato in unesito fatale. È questa, a ben riflettere, la verasconfitta di Frederic, prima ancora deldrammatico finale quando, uscendodall’ospedale dove Catherine è morta colbambino, alzerà il baverodell’impermeabile restando da solo sotto lapioggia battente. Secondo tale visione ognitentata felicità individuale, in assenza delloscatto di fraternità ungarettiano, è destinataa fallire.

Eraldo Affinati

C«Addio alle armi», il capolavoro sottovalutato di Hemingway

Feste patronali a San Martino ai Monti e a Sant’Alberto Magno - Evangelizzazione di strada a Santa DoroteaSantissimo Nome di Maria, Fabene sul Sinodo - Nuovo centro pastorale a S. Antonio a Circonvallazione Appia

DA LUNEDÌ 12 POMERIGGIO AGIOVEDÌ 15 MATTINA

Partecipa in Vaticanoall’Assemblea generalestraordinaria della Conferenzaepiscopale italiana.

LUNEDÌ 12 Alle ore 8.30 celebra la Messadalle Suore Dorotee di Veneziaper il 50° di professionereligiosa di quattro consorelle.Alle ore 11 alla PontificiaUniversità Lateranensepresiede l’inaugurazionedell’anno accademico. Alle ore 19 nella basilicalateranense presiede gliincontri di catechesisull’esortazione apostolica

“Gaudete et exsultate”.

MARTEDÌ 13 Sono sospese le udienze con isacerdoti. Alle ore 18 celebra la Messanella parrocchia di SanPonziano in occasione deldecimo anniversario dellamorte di don Luigino Pizzo.

SABATO 17 Alle ore 18 celebra la Messanella parrocchia di Santa MariaGoretti.

DOMENICA 18 Alle ore 11 celebra la Messanella parrocchia diSant’Alberto Magno.

L’AGENDADEL CARDINALE

VICARIO

Ernest Hemingway

L’investimentosostenibile conviene

n un mondo dove la finanza domina l’economia rea-le, non si può affrontare il tema della sostenibilità sen-

za prendere in considerazione gli strumenti finanziari. U-no degli strumenti che abbiamo a disposizione per la so-stenibilità e per indirizzare l’economia verso la custodiadella terra, è quello finanziario: attraverso il denaro simuovono la produzione e il lavoro. Investimenti sosteni-bili e responsabili possono essere un segno importanteper fare passi verso un’economia più umana e più equa.Come funziona la finanza sostenibile, come avviene la se-lezione di fondi, e quindi di titoli, che possano garantirela sostenibilità? Le società di gestione del risparmio piùattente a queste dimensioni solitamente operano condue criteri, quello dell’esclusione di chi non garantiscesostenibilità e quello del premio di chi opera in manie-ra virtuosa.Si parte innanzitutto da criteri di esclusione nella sele-zione del portafoglio di titoli, cioè azioni e obbligazionidi Stati e imprese che rientrano in un fondo di investi-mento: esclusioni settoriali (armi, azzardo, ecc.), esclusioniin base al mancato rispetto di convenzioni internaziona-li (mine antipersona, biodiversità, corruzione, ecc.) o inbase al mancato rispetto dei diritti umani (Stati che ap-plicano la pena di morte, ecc.).Ciò vuol dire che di tutti i possibili titoli su cui normal-mente i fondi investono, una parte viene eliminata. Esclusititoli di imprese e Stati che non rientrano nei criteri sta-biliti, si procede alla costruzione di una classifica dei ti-toli, per poter selezionare i migliori secondo alcuni cri-teri: ambientali (riduzione emissioni inquinanti, uso ef-ficiente dell’energia, ecc.); sociali (salute e sicurezza suiluoghi di lavoro, pari opportunità e parità di genere, ecc.);governance (presenza di un codice etico, piani di remu-nerazione, ecc.).Le imprese e gli Stati che superano questi passi entre-ranno nell’universo investibile dei fondi che vogliono ga-rantire criteri di sostenibilità agli investitori. Potrebbesembrare che a voler rispettare tutti questi criteri ci si pri-vi di possibilità redditizie di investimenti. E invece no! La recente letteratura in materia finanziaria sta dimo-strando che l’attenzione alla sostenibilità ambientale, so-ciale e di governance (Esg) delle imprese si traduce in in-vestimenti meno rischiosi e più redditizi nel medio–lun-go periodo. Questo risultato è un primo importante pas-so verso l’integrazione delle variabili Esg nel calcolo delrischio degli investimenti, potenzialmente utile nella de-finizione dell’allocazione dei titoli e/o per definire nuo-vi parametri di rischio/rendimento, al fine di valutare nelcomplesso l’andamento dei fondi soggetti ad indagine.Se i più grandi fondi a livello mondiale, come BlackRocke Vanguard Group, stanno iniziando a valutare l’oppor-tunità di tali investimenti, allora i tempi sono maturi perun cambio di paradigma: abbiamo bisogno di starter chelo facciano per ragioni intrinseche, e non solo di meraconvenienza.La sostenibilità è guardare alle generazioni future, ma an-che un modo di vivere una vita riconciliata, amica dellaterra, della natura, permeata di gratuità. E a guardare be-ne, nella finanza è anche conveniente.

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L’economia sostenibilea cura di

Alessandra Smerilli

6 Domenica11 novembre 2018

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