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collanasentierid’autore 25 idea Montagna editoria e alpinismo Escursioni al Lago di Garda Sponda Lombarda Alto Garda Valle di Ledro Valle del Sarca Sponda Veneta Dove le Alpi profumano di Mediterraneo

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collanasentierid’autore 25

idea Montagnaeditoria e alpinismo

Escursionial Lago di Garda

Sponda LombardaAlto Garda

Valle di LedroValle del SarcaSponda Veneta

Dove le Alpi profumano di

Mediterraneo

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FOTOGRAFIETutte le fotografie utilizzate sono dell’autore, dove non specificato in didascalia.

Prima edizione: marzo 2018ISBN: 978-88-85468-30-6

Idea Montagna Editoria e AlpinismoVia Euganea Villa, 27 - 35037 Villa di Teolo PD - ItalyTel. +39 049 [email protected] - www.ideamontagna.itmarchio di Officina Creativa sasVia Guido Rossa, 17 - 35016 Piazzola sul Brenta PD - Italy

Coordinamento generale: Francesco Cappellari

Progetto grafico: Rossella Benetollo - Officina Creativa

Impaginazione ed elaborazione immagini: Denis Perilli

Mappe: 4Land Cartography. Per le mappe n. 1, 2, 3, 4, 5 e 8 sono state utilizzate mappe di OpenStreetMap.Si ringraziano i realizzatori e i contributors.

Stampa: Peruzzo Industrie Grafiche per conto di Idea Montagna Editoria e Alpinismo.

Foto di copertina: riposo in vetta a Cima delle Pozzette, dominando il solco azzurro del Lago di Garda.Pagina 2: arrivo a Punta dei Larici ammirando il Lago di Garda.

Tutti i diritti riservati.È vietata la riproduzione anche parziale degli scritti, dei disegni e delle fotografie.

Avvertenza: questa guida è compilata con la massima coscienziosità ma non si garantisce per eventuali errori o incompletezze. L’uso delle informazioni contenute in quest’opera è a proprio rischio. L’autore e l’editore non si assumono quindi nessuna responsabilità per eventuali incidenti o qualsiasi altra conseguenza.

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l Introduzione

Il Lago di Garda è diventato, nel corso dei decenni, un luogo simbolo dello sport all’aria aperta, un vero e proprio punto di riferimento, in tutta Europa, per chi ama camminare, correre, arram-picare, pedalare, volare, nuotare. I percorsi pedonali e ciclabili si inoltrano in ogni piccola valle, costeggiano, a breve distanza o dalle cime sovrastanti, i quasi 160 chilometri di sviluppo costiero del più grande lago d’Italia. Centinaia sono le vie d’arrampicata della Valle del Sarca, molte le ferrate e i sentieri attrezzati, così come numerosi i luoghi famosi per tuffarsi nelle fresche acque del lago o dei suoi tanti impetuosi immissari oppure per lanciarsi dagli erbosi crinali con il parapendio. Ma ridurre questo straordinario solco di acqua a un grande, immenso parco giochi sarebbe ingiusto e riduttivo. Questo specchio azzurro circondato da rocce argentate, è prima di tutto uno straordinario scrigno di biodiversità, che non ha eguali in tutto il Vecchio Continente, è pure un luogo dove gustare i profumi del Mediterraneo ai piedi delle Alpi, dove appoggiare i piedi nello stesso luogo dove hanno lasciato le loro orme gli uomini preistorici che costruivano palafitte, hanno marciato le legioni romane verso i confini dell’impero, hanno combattuto condottieri come Garibaldi e i soldati della Prima Guerra Mondiale e dove artisti come Dürer hanno lasciato il loro segno. Ma dove, soprattutto hanno vissuto e lavorato tante donne e tanti uomini senza nome che hanno modellato nei millenni un paesaggio unico e sorprendente, dove in autunno, in un’ora di cammino, si possono accarezzare le olive oppure immergersi nel giallo intenso dei larici o dove in primavera ci si può stendere sulle piccole spiagge in riva al lago dopo aver ammirato un tappeto di fiori sulle cime ancora punteggiate di bianco dagli ultimi nevai. Potendo camminare praticamente per tutto l’anno su questi sentieri, si può davvero seguire il susseguirsi delle stagioni, immergersi in tutti i colori della natura e farsi conquistare dalle pagine scritte dalla storia.

Andrea Greci

INTRODUZIONE

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Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda l Indice

INDICE

• Introduzione 5• Carta generale 7• Il Lago di Garda 10• Note tecniche 15• Informazioni e numeri utili 17• Punti d’appoggio 18• Ringraziamenti 18

UNO • SPONDA LOMBARDA 191 • Rocca di Manerba 221 • Dal Mesolitico alla Serenissima, millenni di storia sulla Rocca di Manerba 252 • Monte Pizzoccolo 261 • La chiesa di Sant’Andrea e i tesori d’arte di Maderno 30 3 • Valle delle Cartiere 311 • Toscolano, l’antica Benacum, capitale della carta e della stampa 344 • Eremo di S. Valentino e Cima Comer 351 •Gli agrumi e la storia secolare di Gargnano 405 • Cima Comer e Monte Denervo 411 • I rapaci nei cieli di Cima Comer 446 • Cascata di Tignale 457 • Monte Cas 481 • Il Santuario di Montecastello tra storia e leggenda 518 • Valle e orrido di San Michele 521 • Campione del Garda, dalle cartiere rinascimentali al turismo contemporaneo 569 • Monte Bestone 5710 • Monte Carone 601 • Passo Nota, valico di guerra di e pace 6311 • Cima di Mughera 641 • I limoni del Garda, profumo di

Mediterraneo ai piedi delle Alpi 67

DUE • ALTO GARDA E VAL DI LEDRO 6912 • Punta dei Larici 7213 • Cima Nodice 7714 • Cima di Mughera e Monte Carone 811 • Le palafitte di Ledro 8515 • Cima Sclapa, Cima Parì e Monte Cocca 86 Garibaldi a Bezzecca 9016 • Cima d’Oro 9117 • Chiesa di San Giovanni e Bocca Pasumèr 951 • Camminare nella storia 9818 • Defensionmauer e Senter dei Bech 991 • Arrampicatori a quattro zampe 10219 • Strada del Ponale 1031 • Ponale: le due vite di una strada 10720 • Bastione di Riva e Cappella S. Barbara 1081 • Riva del Garda, la piccola capitale della sponda trentina 11121 • Cima Giochello (o la Rocchetta) 112 Monte Tombio e San Martino, i segni

della storia tra le alture di Campi 11622 • Monte Misone 1171 • Tenno: il lago, il castello e i borghi 12123 • Monte Brione 122 I vigneti del Garda 12524 • Trincee di Nago e Busa del Capitano 1261 • Un piccolo concentrato di biodiversità 12925 • Sentiero Busatte-Tempesta 1301 • Castel Penade, il castelliere preistorico e la fortezza medievale 13326 • M. Varagna e M. Altissimo di Nago 13427 • Monte Biaena 1381 • L’orso in Val di Gresta 14128 • Monte Creino 14229 • Monte Stivo 145

TRE • VALLE DEL SARCA 14930 • Sentiero dei Lecci 152 Gli ulivi e l’olio del Garda 15431 • Monte Biaina 1551 • Arco e il suo castello 15832 • Monte Brento 1591 • La Valle del Sarca, regno del verticale 16233 • Monte Casale 1631 • Uomo e natura nella Riserva MAB Unesco Alpi di Ledro e Judicaria 166 34 • La Rosta 16735 • Tre Cime del Bondone 1701 • Toblino, il castello che si specchia nel lago 17636 • Palon 1771 • Le Marocche di Dro 18037 • Monte Stivo 1811 • Castel Drena, la vedetta della Valle del Sarca 184 38 • Bosco Caproni 185 Gianni Caproni, pioniere dell’industria aeronautica e il bosco a lui intitolato 188

QUATTRO • SPONDA VENETA 19039 • Monte Altissimo di Nago 1921 • La Riserva Naturale Bes-Corna Piana e il sito storico del Corno della Paura 19640 • Colma di Malcesine e Sent. del Ventrar 1971 • Monte Baldo, Hortus Europae 203 41 • Cima delle Pozzette 2041 •Malcesine, memorie di pietra a picco sul lago 21042 • Cima Valdritta e Punta Telegrafo 21143 • Punta Telegrafo 2151 • Nel regno del mugo 21844 • Punta Telegrafo e Coal Santo 21945 • Cima di Costa Bella 2231 • L’antico Castrum Turrium e la sua storia millenaria 22846 • Creste di Naole 22947 • Incisioni rupestri del Monte Luppia 2331 • Punta San Vigilio 23648 • Rocca di Garda 2371 • Garda, il luogo che diede il nome al lago 239

Nuvole sulla croce di vetta del Monte Misone.

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Sentieri d’autore l Escursioni sul Lago di Garda l Il Lago di Garda

Prealpi Bresciane e Gardesane e alla sottosezione delle Prealpi Gardesane. Le Prealpi Gar-desane si dividono a loro volta nei supergruppi delle Alpi Giudicarie, delle Prealpi Gardesane Sud-Occidentali e delle Prealpi Gardesane Orientali.Le Alpi Giudicarie comprendono i gruppi del Cadria e del Dosso della Torta-Tofino e racchiu-dono le montagne tra la Valle di Ledro a sud e l’ampia ansa del Fiume Sarca a ovest, a nord e a est. Accanto alle frequentate e famose pareti che si affacciano sul fondovalle del Sarca, come il Monte Brento e il Monte Casale, si susseguono in questi due gruppi dorsali erbose e piccole cime rocciose, con vaste zone di wilderness e silenzio. Nel presente volume si descrivono per questo settore le camminate che raggiungono, dal facile versante occidentale, le citate cime del Casale e del Brento o le escursioni che conducono ai crinali erbosi, ricchi di panorami e di storia, di Cima Parì e Cima Oro.Le Prealpi Gardesane Sud-Occidentali racchiudono invece i gruppi Tremalzo, Cablone e Tom-bea-Manos. Dalla Val Sabbia questi gruppi si distendono fino alle sponde del Lago di Garda, sviluppandosi in un complesso, a tratti caotico, sistema di dorsali, valli, forre e orridi, intervallati da piccoli altipiani e distese di boschi. In questi gruppi ricadono tutte le escursioni del capitolo dedicato alla sponda lombarda.Le Prealpi Gardesane Orientali si dividono nei due gruppi Bondone-Stivo e Baldo. In quest’ulti-mo gruppo si trova la cima più elevata dell’intero settore, Cima Valdritta (2218 m). Oltre a questo primato però, queste montagne custodiscono un patrimonio molto più prezioso e importante, una biodiversità tra le più alte d’Europa e una molteplicità di ambienti che ha pochi eguali nel continente. Quasi tutte le sommità principali permettono inoltre di ammirare panorami ampissi-mi, come avviene non solo per le cime più elevate come quelle del Monte Stivo, di Cima Verde (Monte Bondone) o delle vette che si susseguono lungo la catena del Monte Baldo, ma anche per sommità apparentemente poco appariscenti come il Monte Creino o il Monte Biaena.

Le aree protetteUn’area di così alto valore naturalistico, geologico e storico come quella del Lago di Garda e della Valle del Sarca, è paradossalmente soltanto in minima parte racchiusa, tutelata e valoriz-zata dalla presenza di aree protette. La sponda lombarda, da Salò fino a Limone sul Garda, è racchiusa quasi interamente entro i confini del Parco Regionale Alto Garda Bresciano, istituito nel 1989. L’elevata escursione altimetrica (dai 65 m del lago ai 1976 m del Monte Caplone) e il rapido passaggio da un clima sub-mediterraneo a quello alpino, permettono di passare in pochi chilometri dai boschi leccio e dalle coltivazioni di ulivo e agrumi presenti sulle rive del Benaco, alle distese di faggio e larice delle valli interne. Qui vivono inoltre 959 specie di lepidotteri, la metà di quelle presenti in Italia, un vero patrimonio naturalistico tanto fondamentale quanto poco appariscente. Il Parco Fluviale del Sarca segue per 80 chilometri il corso del fiume, dall’A-damello fino al suo sbocco nel Lago di Garda, tutelando una valle che conserva una straordina-ria memoria delle ultime glaciazioni così come del millenario rapporto tra l’uomo e il fiume. Mai

Dove le Alpi profumano di MediterraneoIl Lago di Garda, anticamente detto Benaco, è il più esteso dei laghi italiani, con i suoi 368 km² di superficie. Lungo 52 km e largo fino a 16, esso si colloca tra Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto, costituendo il naturale confine tra queste regioni. La profonda fossa, di probabile origine tettonica, è stata modellata nei millenni dalle ultime quattro grandi glaciazioni, l’ultima terminata soltanto 10.000 anni fa. Durante i picchi glaciali il sistema Sarca-Garda era il più esteso di tutte Alpi, con uno spessore che arrivò a essere di circa 1000 metri. Innumerevoli sono le testimo-nianze di questo antico e reiterato passato glaciale in quest’area, le più spettacolari sono senza dubbio la distesa della Marocche di Dro, i circhi del Monte Stivo e della Catena del Monte Baldo, anche se a sorprendere maggiormente sono forse i depositi morenici e i massi erratici prove-nienti dai gruppi alpini (e quindi avulsi dal contesto geologico in cui si trovano attualmente), che si collocano a quote rilevanti sulle montagne che circondano il lago. L’antico passato glaciale del lago contrasta fortemente con l’attuale si-tuazione climatica, che rende l’area del Garda e la Bassa Valle del Sarca, un piccolo angolo di Mediterraneo ai piedi delle Alpi, contribuendo in maniera decisiva al fascino sorprendente di questo territorio.

Le montagne del GardaSecondo la SOIUSA (Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino), le montagne racchiuse nell’area descritta in questo libro, appartengono alla grande parte delle Alpi Orientali e al grande settore delle Alpi Sud-Orientali, ricadono nel settore delle

IL LAGO DI GARDA

Pareti calcaree e larici sul Sentiero del Ventrar.

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Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda

La strade militari del Passo Nota e della Bocca dei Fortini, le rovine del villaggio di guerra del Monte Carone e lo spettacolare Sentiero Ago-stino Tosi, consentono di compiere un emozio-nante e toccante salto indietro nel tempo fino alla Prima Guerra Mondiale. Nello stesso tem-po le pareti del Carone e i contrastanti panora-mi che si osservano lungo il cammino rendono quest’escursione molto interessante anche dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.

ACCESSODall’uscita autostradale di Brescia Est della A4 si segue la SS45 fino a Salò, per poi proseguire sulla Gardesana Occidentale fino ad arrivare al bivio per Tremosine. Risa-lendo su una stretta stradi-na la spettacolare Forra del Brasa, si giunge a Pieve per poi proseguire in direzio-ne di Prezzo. Oltrepassata anche questa frazione, si devìa in direzione di Vesio da dove si seguono le in-dicazioni per il Passo Nota.

Seguendo la stretta strada asfaltata si risale tutta la Valle di Bondo fino ad arrivare al valico. Al bivio di Tremosine si può arrivare anche utiliz-zando l’uscita di Desenzano della A4 e percor-rendo la SP572 fino a Salò, da dove si segue la Gardesana Occidentale fino alla deviazione, oppure provenendo da nord (Riva del Garda), percorrendo la SS45 fino al bivio per Tremosine.

ITINERARIODal parcheggio di Passo Nota, dove sono pre-senti resti di fortificazioni e casematte risalenti alla Prima Guerra Mondiale, si ignora la stra-da che procede a ovest in direzione del Passo Tremalzo (segnavia 224) e quella che scende a

PARTENZA: Passo Nota (1208 m)

QUOTA MINIMA: 1205 m

QUOTA MASSIMA: 1621 m

LUNGHEZZA: 9 km

DISLIVELLO: 640 m

TEMPO: 3,50 h

DIFFICOLTÀ: E

PUNTI DI APPOGGIO: Rifugio Passo Nota, Bivacco Baita Segala

ACQUA: no

PERIODO CONSIGLIATO: maggio-ottobre

MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno

FAMIGLIA: >10

All’imbocco del Sentiero del Camino.

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Sponda Lombarda l Monte Carone

MONTE CARONEAnello da Passo Nota

Monte Carone1621 m

Boccadei Fortini

)(

Punta di Mois1371 m

Cima Bandiera1362 m

Passo Nota

)(

PassoBestana

Dosso di Pennalever1228 m

Biv. ANABaita Segalla

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103

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1300

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Passo di Bestana Passo di Bestana

Bocca dei Fortini Bocca dei Fortini

Monte Carone

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Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda

litari dedicati ad Agostino Tosi e a Elio Bertolotti, ma dove non ci sono cartelli, si consiglia di pie-gare per poche decine di metri a destra (traccia evidente) e raggiungere così un dosso erboso (postazione di artiglieria durante la Grande Guerra) da dove il panorama, sia verso il Lago di Garda che verso le Alpi lombarde (con la ri-conoscibile piramide del Carè Alto a dominare l’orizzonte), è decisamente più aperto rispetto al punto dove si trova la croce di vetta. Ritornati ancora una volta alla sella senza nome, si piega a destra (est) imboccando un’evidente traccia che inizia a scendere verso la Valle di Sant’An-tonio. Raggiunto un crocevia, si ignora il sen-tiero 113, contrassegnato dai segnavia bianchi e rossi, che piega a sinistra verso la Valle della Scala (nessuna indicazione) e si segue la traccia priva di segnavia ma evidente, che mantiene la

destra. Raggiunta un’altra possibile deviazione, questa volta con il sentiero 114 che piega anco-ra una volta a sinistra verso la Valle di Sant’An-tonio, si mantiene nuovamente la destra e si perde quota fino a mettere piede sulla sterrata che collega il Passo Nota al Passo Guil. Piegan-do a destra (segnavia 421, indicazioni per Baita Segala e Passo Nota), si procede sulla comoda carrozzabile e si raggiunge il Bivacco ANA Baita Segala (o Segalla, 1250 m, 2,40 h). Ignorato il sentiero 104 che scende verso Limo-ne (cartello) si prosegue sulla sterrata, si supera Casa Carlotta, si oltrepassa anche il bivio del Sentiero Agostino Tosi già incontrato all’andata e si ritorna alla Bocca dei Fortini (3 h). Da qui si fa ritorno a Passo Nota, percorrendo a ritroso la prima parte del percorso d’andata (3,50 h).

nord verso Ledro (segnavia 421) e si segue la strada militare di crinale ma in direzione del Pas-so Guil (segnavia 421, cartelli). Un breve tratto in salita conduce a nord del Passo di Bestana (1274 m).

Perdendo qualche metro di quota si supera il bivio con il sentiero 102 che scende sul versante della Valle di Bondo e si prosegue diritto senza possibilità di errore. Ignorata anche la possibile deviazione a destra per la Valle del Singol (se-gnavia 103), poco prima della Bocca dei Forti-ni si trascura anche il sentiero 120 che scende anch’esso verso Limone e, giunti al quasi im-percettibile valico, si tralascia a sinistra anche la sterrata che si dirige verso la Valle di Ledro. Poco dopo la Bocca dei Fortini (1243 m, 0,40 h), si abbandona la strada e si seguono a sini-stra le indicazioni per il Monte Carone (Sentiero Agostino Tosi, cartello e lastra di pietra conficca-ta nel terreno). Una traccia molto esile si inoltra nel bosco, si ricongiunge a un altro sentiero proveniente da ovest, per poi proseguire a destra (nord-est) non adeguatamente segnalato, ma senza problemi

di orientamento poiché non sono presenti altre piste. Il sentiero si fa in seguito più evidente, manifestando la sua origine come mulattiera militare e salendo con numerose svolte sulle pendici del Carone. Giunti a un bivio (non se-gnato sulle carte), si ignora a sinistra il “Sentiero dell’Acqua” (segnavia 131) e si segue a destra il “Sentiero del Camino” (segnavia 105). Usciti dalla vegetazione si affronta un suggestivo tra-verso sotto alle candide pareti meridionali del Monte Carone, lambendo alcuni ruderi. Giunti ai piedi del Camino, si compiono i primi tor-nanti su fondo erboso e poi si inizia a seguire una sorta di lunga e affascinante scalinata, sca-vata nella roccia viva, che risale il canale roc-cioso. Lungo tutto questo tratto sono presenti dei cavi d’acciaio che fungono però unicamente come possibile corrimano perché assolutamen-te inutili alla progressione. Gli ultimi gradini, in parte di roccia e in parte di cemento armato (ri-salenti comunque anch’essi al periodo bellico), consentono di superare l’ultima stretta e sugge-stiva porzione del Camino e di uscire da esso su un piccolo pendio erboso. Piegando a destra (segnavia inizialmente non troppo evidenti), ci si mantiene a sud della dorsale della monta-gna, si superano due brevi cenge (corde fisse nuovamente superflue) e si giunge alle rovine dell’esteso villaggio militare del Monte Caro-ne. Arrivati a una selletta, si piega a sinistra e si raggiunge la croce di vetta del Monte Carone (1621 m, 1,50 h) da dove, a causa della presen-za di un fitto bosco, si può ammirare solo in par-te il panorama circostante, comunque aperto su una porzione di Lago di Garda e sulle Prealpi Gardesane Sud-Occidentali.Ritornati alla sottostate sella, dove è presente una targa che segna l’arrivo dei due sentieri mi-

Sponda Lombarda l Monte Carone

PASSO NOTA, VALICO DI GUERRA DI E PACEEssendo la riva occidentale del Lago di Garda priva di una strada fino agli Anni Trenta del XX secolo, il Passo Nota ebbe, dall’antichità fino alla fine del XIX secolo, una fondamen-tale importanza come via di comunicazione tra la Valle di Ledro e Tremosine, costituendo quindi una delle direttrici più importanti di questo settore prealpino. Già in epoca romana vi transitava una strada e molti secoli dopo la Repubblica di Venezia fortificò il passo in funzione anti imperiale. Tra il XVII e il XIX secolo, il Passo Nota vide un continuo passaggio di eserciti: nel 1703, durante la Guerra di Successione Spagnola, vi transitarono, provenienti da Tremosine, i soldati francesi agli ordini del generale Vendöme, distruggendo i trincera-menti austriaci; nel 1796 vi passò parte dell’esercito austriaco in ritirata dopo al sconfitta di Lonato a opera dei Francesi; nel 1848 il valico vide il passaggio dei volontari italiani guidati da Carlo Pisacane mentre nel 1859 furono le truppe austriache a utilizzare il valico diretti a Solferino. Nel 1866 Passo Nota fu occupato dai reparti garibaldini che poi scesero in Valle di Ledro (attraverso i Pian di Pur) per combattere nella battaglia di Bezzecca. Fu però durante la Prima Guerra Mondiale, che il Passo Nota divenne un vero e proprio cardine delle seconde linee italiane, lungo il Fronte Alto Garda, tanto da ospitare un Comando di Sottosettore. In preparazione della guerra, nel 1915, fu costruita l’attuale strada che sale da Tremosine e successivamente furono erette due linee trincerate con fortini, casematte in cemento, postazioni di artiglieria in grotta e piazzole per cannoni. Venne inoltre prolun-gata, su entrambi i versanti della dorsale di confine, la strada militare. I numerosi resti di queste opere belliche, così come il vicino cimitero di guerra (situato pochi minuti a sud del passo) sono evidenti e significative testimonianze di storia, segno tangibile di un tragico passato e spunto di riflessione per il presente.

Il Carè Alto dal Monte Carone.

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Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda

L’anello delle Tre Cime del Bondone permet-te di compiere un entusiasmante itinerario di notevole interesse naturalistico e geologico, ammirando inoltre vasti panorami e attraver-sando ambienti molto differenti tra loro, dalle torbiere che si trovano ai piedi della conca gla-ciale alle distese di pino mugo di Cima Verde, dalle pareti rocciose del Dos d’Abramo e del Cornetto all’erbosa dorsale che scende verso la Bocca di Vaiona. Il percorso necessita di atten-zione in alcuni punti, come nella ripida salita a Cima Verde e sul traverso sotto le pareti del Dos d’Abramo, anche se nel complesso si svolge su sentieri ottimamente segnati e privi di difficoltà tecniche, almeno in assenza di neve o ghiaccio, eventualità che renderebbe inevitabilmente più impegnativa l’escursione.

ACCESSODall’uscita di Rovereto Sud della A22 si prose-gue in direzione di Rovereto e Riva del Garda, per poi deviare immediatamente sulla SS240 in direzione di Riva. Giunti a Nago si seguono le indicazioni per Arco e si risale in seguito la Valle del Sarca fino a Dro. Qui si piega in direzione di Lasino (SP84) e una volta giunti a quest’ultima località si prosegue verso il Monte Bondone sa-lendo fino al bivio del Centro Fondo Viote. Da qui si seguono le indicazioni per Garniga Terme (SP25) e, dopo poche centinaia di metri si devìa a destra (cartelli che indicano l’attacco del sen-tiero 636 per Cima Verde) raggiungendo il par-cheggio del Centro di Ecologia Alpina (località Piani di Viote). Il bivio del Centro Fondo Viote si può raggiungere anche utilizzando l’uscita della A22 di Trento Centro e seguendo la SP84 del Monte Bondone.

ITINERARIODal parcheggio dei Piani di Viote, si prosegue sulla sterrata (interdetta da questo punto al traf-fico) fino a raggiungere, dopo poche centinaia di metri, un crocevia. Ignorata la strada che prose-gue diritta in direzione della Torbiera delle Viote, si mantiene la sterrata a sinistra (indicazioni la-cunose) e si procede con andamento pressoché pianeggiante fino a un nuovo bivio, questa volta ottimamente segnalato. Abbandonata la sterrata che prosegue diritta (segnavia 630B) si volta a destra (segnavia 636) in direzione di Cima Ver-de. Dopo aver attraversato un prato si costeggia un filare di alberi e si giunge a un altro bivio. Questa volta si ignora il sentiero 636A che piega a destra verso Malga Fragari e si mantiene la si-nistra in direzione di Cima Verde (segnavia 630, cartelli), giungendo poco dopo a un’ennesima possibile deviazione (Val del Merlo). Anche questa volta si trascura a destra il Sentie-ro Naturalistico della Val del Merlo e si mantiene la sinistra in direzione di Cima Verde (Sentiero Naturalistico Tre Cime del Bondone, indicazioni sempre evidenti). Il sentiero inizia a salire subito con pendenza molto accentuata tra larici, abeti rossi e cespugli di pino mugo, con quest’ultimo che diviene sempre più dominante salendo di quota. Questo tratto di percorso, particolarmen-te ripido, deve essere affrontato con la dovuta attenzione in presenza di macchie di neve al suolo o con fondo bagnato. Dopo aver attra-versato una distesa di pino mugo (che fornisce il nome alla cima), si esce dalla vegetazione e si affronta l’ultimo tratto di dorsale erbosa, deci-samente meno ripida, fino a giungere a Cima Verde (2102 m, 2 h), privilegiato punto panora-mico sulla Valle dell’Adige e sulle montagne che la chiudono a est, ma anche sul gruppo delle

PARTENZA: Piani delle Viote (1524 m)

QUOTA MINIMA: 1524 m

QUOTA MASSIMA: 2102 m

LUNGHEZZA: 9,2 km

DISLIVELLO: 770 m

TEMPO: 4,20 h

DIFFICOLTÀ: E

PUNTI DI APPOGGIO: nessuno

ACQUA: no

PERIODO CONSIGLIATO: giugno-ottobre

MOMENTO CONSIGLIATO: tutto il giorno

FAMIGLIA: >10

La Sella ovest del Dos d’Abramo.

Valle del Sarca l Tre Cime del Bondone

TRE CIME DEL BONDONEAnello dai Piani delle Viote

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Sentieri d’autore l Escursioni al Lago di Garda

attrezzato), si segue la cresta a destra (ovest) in direzione del Cornetto (segnavia 636). Dopo una breve salita si compie un facile traverso ai piedi del versante nord di quest’ultima rocciosa sommità e si giunge al bivio situato al culmine della lunga cresta che scende verso la Bocca di Vaiona (Sella nord del Cornetto, 2100 m, 3,10 h). Seguendo le indicazioni per quest’ultimo va-lico e per la Torbiera delle Viote (segnavia 607), si perde quota inizialmente con alcune ripide svolte, poi con pendenza più dolce seguen-do fedelmente l’ampia e panoramica dorsale. Giunti a un bivio (località Ginever, 1991 m, 3,30 h), si mantiene la destra (segnavia 607) e ci si mantiene ora leggermente a destra (est) dello spartiacque, dominando la perfetta conca a “U” formata dall’antico ghiacciaio che, durante l’ul-tima glaciazione (che si concluse “solo” 10.000 anni fa), ricopriva tutto il versante settentrionale compreso tra le Tre Cime, dando origine inoltre al lago glaciale delle Viote, poi tramutatosi pro-gressivamente in torbiera. Arrivati a un altro crocevia (Costa dei Cavai, 1787 m, 3,50 h), si trascura ancora una volta una possibile deviazione a sinistra, questa volta con il sentiero 618 che scende verso Lagolo pas-sando per la panoramica dorsale de La Rosta, e si mantiene ancora una volta la destra in dire-zione della Torbiera della Viote (segnavia 607). Un facile e breve tratto in discesa conduce in prossimità di Malga Fragara. Ignorato a destra il sentiero 636A che riconduce al bivio della Val del Merlo già incontrato in pre-cedenza (altra possibile via di ritorno), si prose-gue per pochi minuti in direzione della Torbiera della Viote (segnavia 607). Lasciando l’area umida a sinistra, si piega infine sulla sterrata che piega a destra (est) e che permette di ritornare

al primissimo bivio incontrato all’inizio dell’e-scursione. Voltando a sinistra in pochi istanti si ritorna al punto di partenza (4,20 h).

Dolomiti di Brenta e le pareti rocciose della Val-le del Sarca a ovest. Scesi dal castelletto sommitale di Cima Verde si compie un breve traverso su sfasciumi, per poi proseguire su una panoramica e affascinante

cresta di scaglia rossa punteggiata di cespugli di pino mugo. In alcuni punti, pur non essendo mai veramente esposto, il sentiero è piuttosto stretto e quindi necessita di un minimo di atten-zione supplementare. Scesi a una piccola sella

si riprende a salire fino a in-contrare un modesto risalto roccioso, che si supera pri-ma piegando a destra e poi con un suggestivo passag-gio nella fessura che si apre al centro di esso. Una cresta più ampia conduce ai piedi del roccioso versante set-tentrionale del Dos d’Abra-mo. In rapida successione si ignorano le due possibili deviazioni a sinistra, la pri-ma con il Sentiero del Cora-za (segnavia 638) che scen-de verso Pietra e la seconda con l’attacco della ferrata che conduce alla vetta del Dos (segnavia 638A) e, pro-seguendo in ambedue i casi a destra, si compie un tra-verso sotto alle pareti della cima (sconsigliato in caso di neve o ghiaccio al suolo, prestare molta attenzione con fondo bagnato), segui-to da un breve tornante che permette di raggiungere la Sella ovest del Dos d’Abra-mo (2,50 h). Ignorata ancora una volta la possibile salita a sinistra per il Dos d’Abramo (sentiero

Valle del Sarca l Tre Cime del Bondone

0 2 3 9,24 5 6 871

1600

1700

1900

2000

1500

1800

2100 Sella nord del CornettoCima Verde

Malga Fragara

Sella ovest del Dos d’Abramo

Cima Verde2102 m

Torbieradelle Viote

Malga Fragara

Riserva Naturale IntegraleTre Cime Monte Bondone

Centro di Ecologia Alpina

Doss del Fen1317 m

Doss d’Abramo2142 m

Monte Cornetto2180 m

)(Bocca di Vaion

636

618

618

636

630

630

630B

Sentiero Coraza

Sentiero dell’Imperatore

638A

638

636

607

Sopra: camoscio sulla creste del Bondone.Al centro: il versante meridionale di Cima Verde.Sotto: le pareti rocciose del Dos d’Abramo.Pagine successive: la Valle dell’Adige dalla cresta tra Cima Verde e il Dos d’Abramo.

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Valle del Sarca l Dolomiti di Brenta

Lo Spiz Zuèl è una piccola elevazione a sud-est della Civetta, di fronte alla quale appare come un semplice colle ricoperto d’abeti. Ma è pro-prio la sua panoramica posizione, con le gran-diose cime che la attorniano, a consigliarne la salita. Il percorso è facile, alla portata di tutti e fattibile anche dopo le precipitazioni nevose, purché non importanti (la strada forestale che sale nel bosco sembra sicura, in realtà con forti precipitazioni non lo è, e neppure i ripidi pendii sommitali che sovrastano la mulattiera). Rap-presenta quindi una meta appagante quando le condizioni sconsigliano itinerari più pericolo-si, ma con la dovuta cautela.La parte iniziale, su stradina nel bosco, è in om-bra, mentre quella terminale si svolge al sole.

ACCESSOsuperata la frazione Chiesa, sulla strada che da Dont sale a Passo Duran, si parcheggia nella lo-calità Le Vare (1242 m), sulla destra.

ITINERARIODal parcheggio si prende la stradina forestale che sale nella Valle della Grava, su pendenze modeste, fino al termine del bosco, dove in un ampio pascolo sorge la Casera della Grava. Fi-nalmente al sole, si possono ammirare alla sinis

VARIANTISi segue il percorso di salita, scegliendo dove possibile gli aperti pendii anziché la stradina.

Lo Spiz Zuèl è una piccola elevazione a sud-est della Civetta, di fronte alla quale appare come un semplice colle ricoperto d’abeti. Ma è pro-prio la sua panoramica posizione, con le gran-diose cime che la attorniano, a consigliarne la salita. Il percorso è facile, alla portata di tutti e fattibile anche dopo le precipitazioni nevose, purché non importanti (la strada forestale che sale nel bosco sembra sicura, in realtà con forti precipitazioni non lo è, e neppure i ripidi pendii sommitali che sovrastano la mulattiera). Rap-presenta quindi una meta appagante quando le condizioni sconsigliano itinerari più pericolo-si, ma con la dovuta cautela.La parte iniziale, su stradina nel bosco, è in om-bra, mentre quella terminale si svolge al sole.

ACCESSOsuperata la frazione Chiesa, sulla strada che da Dont sale a Passo Duran, si parcheggia nella lo-calità Le Vare (1242 m), sulla destra.

ITINERARIODal parcheggio si prende la stradina forestale che sale nella Valle della Grava, su pendenze modeste, fino al termine del bosco, dove in un ampio pascolo sorge la Casera della Grava. Fi-nalmente al sole, si possono ammirare alla sinis

VARIANTISi segue il percorso di salita, scegliendo dove possibile gli aperti pendii anziché la stradina.

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