emmettÌ 2007: indagine sul movimento terra

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6 MMW n. 2/2008 U U n sistema di imprese che investe in ricerca e sviluppo il 6% del fatturato e che per il 74% promuove attività di forma- zione per i propri dipendenti; un tessuto industriale costi- tuito principalmente da aziende di medie dimensioni con un’alta specializzazione di prodotto e una forte pro- pensione all’internazionaliz- zazione. È questa, in sintesi, l’immagine dell’industria ita- liana della meccanizzazione per il movimento terra deli- neata da Emmettì 2007, un’indagine realizzata dall’as- sociazione dei costruttori Co- mamoter su un campione che rappresenta il 73% del com- parto in termini di fatturato. Gli intervistati, tuttavia, non mancano di indicare anche alcuni ostacoli allo sviluppo del business,quali la mancan- za di un’adeguata program- mazione rivolta all’industria, di un sistema adeguato di promozione del made in Italy,la concorrenza sui prez- zi da parte dei produttori pro- venienti dai Paesi di nuova industrializzazione e il deficit di risorse umane qualificate. La stima delle unità lavorati- ve dirette in servizio nel com- parto è di circa 20 mila, con- centrate in maggioranza in aziende con un massimo di 100 dipendenti (il 61%). I produttori di componenti (motori inclusi) esibiscono un maggior numero di unità lavorative per azienda (553), seguiti dai produttori di mac- chine semoventi (195) e di at- trezzature – pinze e martelli demolitori, fresatrici, scava- trincee, benne – (37). L’azien- da media “emmettì” (come viene chiamato nel rapporto il costruttore di macchine movimento terra) ha pertan- to 356 addetti con un fattura- to medio – nel 2006 – pari a 70 milioni di euro. Legislazione tecnica, ricerca e sviluppo La legislazione in materia tecnica ha un impatto molto rilevante sulla meccanica per il movimento terra.Tra le di- rettive che hanno maggior in- fluenza sull’attività dell’a- zienda si è posizionata al pri- mo posto la Direttiva macchi- ne, seguita da quelle sulla ru- morosità, sulla garanzia del EMMETTÌ 2007 • EMMETTÌ 2007 • EMMETTÌ 2007 • EMMETTÌ 2007 •EMMETTÌ 2007 • di Luca Nutarelli OCUS F EARTH-MOVING 2007, THE MT REPORT by Luca Nutarelli I I taly’s earth-moving equipment makers invest 6% of their turnover in R&D, and 74% of them offer training for their staff, according to Emmetì 2007, or MT, Italian for Earth Moving, the first full survey of the sector. The re- port, the work of Comamoter, the professional association of the Ital- ian earth-moving equipment mak- ers, also found that most of the companies are medium-sized with extensive specialisation in their product mix and a strong urge to operate internationally. The survey, which Comamoter says covers firms producing 73% of the sector’s turnover, also cited some of the risks and ob- stacles mentioned as holding back businesses: lack of indus- trial planning, lack of adequate promotion for Italian products, price competition from newly in- dustrial countries and a shortfall in qualified human resources. Workers directly involved in the sector total about 20,000, the re- port found, 61% of them in com- panies with up to 100 employ- ees. Makers of components, in- cluding engines, tend to have a larger work-force (553), followed by makers of self-propelled ma- chines (195) and equipment (37) such as grabs, demolition ham- mers, trenchers and buckets. In 2006, the report said, the aver- age EM manufacturer in Italy employs 356 with an average turnover of 70 million euros. I risultati della prima indagine dedicata all’industria italiana delle macchine movimento terra. L’associazione dei costruttori Comamoter, che ha curato direttamente lo studio, disegna il quadro di un comparto dinamico, che innova, investe in formazione e s’internazionalizza Comamoter, the professional association of Italy’s earth-moving equipment makers, has carried out the first full survey of the sector, finding dynamic innovation resting on investment in training and internationalisation EMMETTÌ 2007: INDAGINE EMMETTÌ 2007: INDAGINE SUL MOVIMENTO TERRA

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66 – MMW n. 2/2008

UUn sistema di impreseche investe in ricercae sviluppo il 6% del

fatturato e che per il 74%promuove attività di forma-zione per i propri dipendenti;un tessuto industriale costi-tuito principalmente daaziende di medie dimensionicon un’alta specializzazionedi prodotto e una forte pro-pensione all’internazionaliz-zazione. È questa, in sintesi,l’immagine dell’industria ita-liana della meccanizzazioneper il movimento terra deli-neata da Emmettì 2007,un’indagine realizzata dall’as-sociazione dei costruttori Co-mamoter su un campione cherappresenta il 73% del com-parto in termini di fatturato.Gli intervistati, tuttavia, nonmancano di indicare anchealcuni ostacoli allo sviluppodel business,quali la mancan-za di un’adeguata program-mazione rivolta all’industria,di un sistema adeguato dipromozione del made inItaly, la concorrenza sui prez-zi da parte dei produttori pro-

venienti dai Paesi di nuovaindustrializzazione e il deficitdi risorse umane qualificate.La stima delle unità lavorati-ve dirette in servizio nel com-parto è di circa 20 mila, con-centrate in maggioranza in

aziende con un massimo di100 dipendenti (il 61%). Iproduttori di componenti(motori inclusi) esibisconoun maggior numero di unitàlavorative per azienda (553),seguiti dai produttori di mac-chine semoventi (195) e di at-trezzature – pinze e martellidemolitori, fresatrici, scava-trincee,benne – (37).L’azien-da media “emmettì” (comeviene chiamato nel rapportoil costruttore di macchinemovimento terra) ha pertan-to 356 addetti con un fattura-to medio – nel 2006 – pari a70 milioni di euro.

LLeeggiissllaazziioonnee tteeccnniiccaa,, rriicceerrccaaee ssvviilluuppppoo

La legislazione in materiatecnica ha un impatto moltorilevante sulla meccanica peril movimento terra.Tra le di-rettive che hanno maggior in-fluenza sull’attività dell’a-zienda si è posizionata al pri-mo posto la Direttiva macchi-ne, seguita da quelle sulla ru-morosità, sulla garanzia del

EMMETTÌ 2007 • EMMETTÌ 2007 • EMMETTÌ 2007 • EMMETTÌ 2007 •EMMETTÌ 2007 •

di Luca Nutarelli

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EARTH-MOVING 2007, THE MTREPORT

by Luca Nutarelli

IItaly’s earth-moving equipmentmakers invest 6% of theirturnover in R&D, and 74% of

them offer training for their staff,according to Emmetì 2007, or MT,Italian for Earth Moving, the firstfull survey of the sector. The re-port, the work of Comamoter, theprofessional association of the Ital-ian earth-moving equipment mak-ers, also found that most of thecompanies are medium-sized withextensive specialisation in theirproduct mix and a strong urge tooperate internationally.The survey, which Comamotersays covers firms producing73% of the sector’s turnover, alsocited some of the risks and ob-stacles mentioned as holdingback businesses: lack of indus-trial planning, lack of adequatepromotion for Italian products,price competition from newly in-dustrial countries and a shortfallin qualified human resources.Workers directly involved in thesector total about 20,000, the re-port found, 61% of them in com-panies with up to 100 employ-ees. Makers of components, in-cluding engines, tend to have alarger work-force (553), followedby makers of self-propelled ma-chines (195) and equipment (37)such as grabs, demolition ham-mers, trenchers and buckets. In2006, the report said, the aver-age EM manufacturer in Italyemploys 356 with an averageturnover of 70 million euros.

I risultati della primaindagine dedicataall’industria italiana dellemacchine movimento terra.L’associazione deicostruttori Comamoter, cheha curato direttamente lostudio, disegna il quadro diun comparto dinamico, cheinnova, investe informazione es’internazionalizza

Comamoter, theprofessional association ofItaly’s earth-movingequipment makers, hascarried out the first fullsurvey of the sector, findingdynamic innovation restingon investment in trainingand internationalisation

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prodotto, sulle emissioni alloscarico, sulla responsabilitàper danno da prodotto difet-toso e sugli agenti fisici (vi-brazioni). Per quanto riguar-da le aree tecniche su cui leaziende hanno dovuto af-frontare il maggior numerodi difficoltà, il 20% del cam-pione indica il controllo diqualità, il 18% l’assistenzapost-vendita, un 13% ricercae sviluppo e una uguale quotadi intervistati l’omologazio-ne/certificazione del prodot-to nei Paesi extra-Ue.Come anticipato il campio-ne ritiene per il 73% che leattività di ricerca e sviluppo(R&S) abbiano un’alta im-portanza, per il 24% mediae solo per il 3% bassa. Taleopinione è sostanziata daun tasso d’investimento inR&S che per il 2006 è statodel 6% del fatturato, con

punte del 7% per i costrut-tori di macchine. Il risultatospecifico dell’industria del-le macchine movimentoterra si distingue se parago-nato al 5% medio di R&Ssu fatturato destinato dallepmi italiane (RapportoMET, 2.8.07) ma emergecon ancora maggiore evi-denza se messo a confrontocon l’1% del pil destinato inItalia agli investimenti inR&S (dati Ocse).Alla domanda “ha mai utiliz-zato fondi e leggi d’incentivoall’innovazione” il 58% delleaziende emmettì rispondepositivamente. L’incentivomaggiormente utilizzato dalleaziende emmettì è il Fondospeciale per la ricerca appli-cata (41%), seguito dallaLegge Sabatini (23%) e daiprogrammi quadro di ricercaUe, dal Fondo rotativo per

l’innovazione – tutti con il18% delle preferenze.

LLaa ffoorrmmaazziioonnee

Il 74% delle aziende del com-parto dichiara che nel 2006 ilproprio personale ha svoltoattività di formazione.La per-centuale sale all’86% per icomponentisti.Tale estensio-ne della formazione risultaessere particolarmente im-portante se raffrontata allamedia nazionale che vede so-lo il 19% delle imprese inve-stire in formazione, che saleal 73% se si consideranoesclusivamente le impresecon 250 e più dipendenti(Rapporto Isfol, 2007). Ri-guardo all’intensità di forma-zione il tempo pro capite de-stinato è di 9,6 ore. La moda-lità principale nell’erogazio-ne è, data la specializzazionedella produzione emmettì ele dimensioni medio-piccoledella maggior parte delleaziende del comparto, l’au-toformazione mediante per-sonale interno (58%). Quoteimportanti del campione si ri-volgono comunque a profes-sionisti e/o società specializ-zate (53%) e utilizzano corsidi formazione di associazionidi categoria e/o territoriali(45%).Un 29% si avvale del-la collaborazione di scuole euniversità e istituti di forma-zione e il 5% investe nellaformazione a distanza. Conriferimento ai settori dove siavverte maggiormente il bi-sogno di formazione le azien-de indicano al primo postol’area tecnico-gestionale e alsecondo il marketing, i rap-porti con i clienti, il front-line.Seguono le aree propriamen-te tecniche, la gestione delpersonale, i settori ammini-strativi e giuridici ed infinel’internazionalizzazione.

MMW n. 2/2008 – 77

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Technical legislation, R&D

Technical legislation has an impor-tant impact on earth-movingequipment. The most importantEU measures are the Machine Di-rective, followed by directives onnoise, product guarantees, ex-haust emissions, responsibility fordefective products and physicalissues such as vibrations. The sur-veyed companies reported thatthey had met the most technicaldifficulties in quality control (20%),after-sales assistance (18%), R&D(13%), and the same percentagefor registration and certification ofproducts outside the EU. Attitudes to R&D gave it high im-portance in 74% of the sample,medium in 24% and low in 3%.This led to the 6% figure for R&Dinvestment, rising to 7% for ma-chine manufacturers. This com-pared to an average 5% R&D in-vestment by Italian small andmedium businesses found by theMET Report published in Augustlast year, and the only 1% of GDPspent on R&D in Italy, accordingto the latest OECD figures.When asked whether they hadever used “funds and laws” withincentives for innovation, 58% ofthe sample said they had. Themost widely used is the SpecialFund for Applied Research (41%),followed by the Sabatini Law(23%) and, with 18% each, EUfunds from framework researchprogrammes and the Rotating In-novation Fund. Turning to training, 74% of thesample said their staff had takentraining courses in 2006, rising to86% for component makers. Na-tionwide, only 19% of companiessupply staff training. Althoughthe ISFOL Report for 2007 saythis rises to 73% in companieswith 250 or more employees.Training time per head averaged9.6 hours. Given the specialisednature of EM products and thesmallness of most of the firms,most firms (58%) used their ownstaff for internal training ses-sions, but 53% said they usedexternal professionals or spe-cialised companies, 29% turnedto training schools and institutes,and only 5% in remote trainingcourses. Companies said theyfound the most need for trainingon technical and management is-sues, followed by marketing andcustomer relations. Next in the

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LL’’iinntteerrnnaazziioonnaalliizzzzaazziioonnee

Per quanto riguarda le ma-croaree ritenute più impor-tanti si colloca al vertice l’U-nione europea (con il 92%delle preferenze), seguita daEuropa orientale, Turchia ePaesi ex-Urss, e Nord Ame-rica (Nafta). Quando poi si èpoi chiesto di indicare i Paesiin cui si è interessati a parte-cipare a iniziative di promo-zione del made in Italy sonostati indicati anche Paesi sitiin aree geografiche che nellaprecedente domanda aveva-no ricevuto bassi tassi di pre-

ferenza. Al primo posto si èposizionata la Federazionerussa, al secondo l’India, alterzo la Cina e al quarto gliUsa. Questa distinzione po-

trebbe essere ricondotta alfatto che nelle aree di vendi-ta consolidate (è il caso del-l’Europa occidentale, peresempio),anche se di grande

list are staff management, ad-ministration and legal affairs, andinternationalisation.

Internationalisation

As regards the macro-areas seenas most important, the EU topsthe list (92% of the sample), fol-lowed by eastern Europe, Turkeyand ex-Soviet republics, andNorth America (the NAFTA area).When asked where the companywould like to participate in pro-motional events, countries givena low preference in the previousquestion were among those men-tioned. Top was the Russian Fed-eration followed by India, Chinaand the United States. This ispresumably because no need for

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Nota – I risultati di sotto riportati sintetizzano le risposte a ranking question, ovvero domande in cui si chiede ad ogni intervistato diassegnare un ordine di preferenza decrescente agli item proposti. Nella prima colonna sono riportati gli ordini di preferenza dell’interocampione; nelle colonne 3-5 quelli dei sotto gruppi: macchine (semoventi), attrezzature e componenti (motori inclusi).Note – The results shown below sum up the responses to a set of ranking questions in which respondents had to assign a falling or-der of preference for the proposed answers. The first column gives the overall ranking, and columns 3-5 the rankings for specific sub-groups: machines, equipment, and components.

Macchine Attrezzature ComponentiMachines Equipment Components

Qual è l’ordine d’importanza delle seguenti macroaree?What is the order of importance of the following macro-areas?

1. Unione europea/European Union 1 1 12. Europa orientale, Turchia e Paesi ex-Urss

Eastern Europe, Turkey, ex-Soviet 2 2 33. Nord America/North America (Nafta) 6 3 24. America centrale e meridionale Central/South America 3 7 55. Africa del Nord/North Africa 5 6 76. Medio Oriente/Middle East 4 4 87. India 8 5 108. Giappone e Sudest asiatico/Japan, Southeast Asia 10 8 49. Cina/China 11 9 610. Oceania 9 11 911. Altri Paesi dell’Africa/Other African 7 10 11

Quali sono i fattori che di solito incidono di più nella scelta di un vostro prodotto da parte dei clienti?/What factors usually play the greatest role in a customer choosing your product?

1. La qualità del prodotto/Product quality 1 1 12. Il rapporto di fiducia consolidato negli anni con il cliente

Loyalty consolidated over the years 2 4 33. Il contenuto innovativo e tecnologico/Innovation, technology 3 2 24. Il nome e l’immagine dell’azienda/Company name and image 4 3 55. Il prezzo/Price 5 5 46. I servizi/Services 6 6 67. La comunicazione/Communication 7 7 7

Quali strumenti di marketing, comunicazione e promotion si sono rivelati più incisivi?/Which marketing, communication and promotional tools are most effective?

1. Fiere/Fairs 1 1 12. Relazioni pubbliche/PR 4 4 23. Magazine per i clienti/Publications for customers 6 3 24. Conferenze stampa/Press Conferences 5 2 35. Depliant e repertori/Leaflets and catalogues 3 8 66. Marketing diretto/Direct marketing 2 6 87. Materiale audiovisivo/Audiovisuals 7 7 78. Convegni, convention, meeting, eventi tematici

Conferences, conventions, meetings, events 8 10 49. Pubblicità/Advertising 6 9 910. Sponsorizzazioni/Sponsorship 9 7 5

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interesse, gli intervistati nonritengono di aver bisogno diparticolari sostegni all’inter-nazionalizzazione. Va altresìevidenziato che i primi trePaesi indicati fanno parte deicosiddetti Bric, che costitui-scono le aree geograficheprioritarie indicate dal mini-

stero del Commercio inter-nazionale in quanto locomo-tive dell’economia mondiale.

CCoommuunniiccaazziioonnee,, mmaarrkkeettiinnggee ffiieerree

Alla domanda “quali sono ifattori che di solito incido-no di più nella scelta di unvostro prodotto da partedei clienti?” le aziende indi-cano come prima opzioneall’unisono la qualità delprodotto, segue il rapportodi fiducia consolidato neglianni con il cliente – tipico in

comparti di beni strumenta-li quali quello della mecca-nizzazione del movimentoterra – e il contenuto inno-vativo e tecnologico.Le fiere posizionate al primoposto dal 54% del campionerimangono lo strumento dimarketing, comunicazione epromotion che le aziende disettore giudicano più incisi-vo. In relazione in particola-re alla promozione del pro-dotto, inoltre, le aziende di-chiarano che le fiere hannoun ruolo molto importanteper il 58% e importante per

il 39%. Solo il 3% le giudicapoco importanti. Alla do-manda se vi siano “già nelpresente strumenti promo-zionali sostitutivi delle fiere”il 66% degli intervistati ri-sponde negativamente e il34% affermativamente.Al secondo posto – sempreper quanto riguarda il mi-glior strumento di marketing,comunicazione e promotion– troviamo le relazioni pub-bliche, seguite dai magazineper i clienti. Particolarmenteinteressante dal punto di vi-sta del comparto delle mac-chine è il marketing diretto,in questo caso al secondo po-sto dopo le fiere, mentre iproduttori di attrezzaturemettono in seconda posizio-ne le conferenze stampa.

RRiisscchhii ee oossttaaccoollii aalllloo ssvviilluuppppooddeell bbuussiinneessss

Passando all’analisi dei fat-tori di rischio relativamen-te all’internazionalizzazio-ne, le aziende italiane indi-viduano come principaleelemento critico la mancan-za di un’adeguata program-mazione rivolta all’indu-stria. Seguono la mancanzadi un sistema efficiente dipromozione del made inItaly, la poca attenzione ri-volta alla ricerca scientificae tecnologica. Riguardo al-la fama del prodotto italia-no di settore, le aziende ita-liane non hanno dubbi: essa

MMW n. 2/2008 – 99

support is felt where companiesalready have a consolidated po-sition. The Russian Federation,India and China are also cited as apriority by the international tradeministry as key actors in power-ing the world economy.

Communication, marketing, fairs

Asked what factors usually playthe greatest part in customerschoosing a product), respondentssaid the first was product quality,followed by loyalty between pro-ducer and customer consolidatedover the years, and innovationand technology. Asked about what they regard asbeing the best vehicle for market-ing and promotion, 54% of the re-spondents mentioned fairs in firstplace, with 58% saying they arevery important, 39% importantand only 3% not so important.Asked whether they see any im-mediate alternative to fairs, 66%said no and 34% yes. Fairs werefollowed by PR work and publica-tions for customers. Machinemanufacturers placed direct mar-keting second after fairs, butequipment makers placed pressconferences second.

Risks and obstacles

On the international scene, thesample said one of the main ob-stacles to business in the EMsector is the lack of adequate in-dustrial planning, followed by ef-ficient promotion, and a lack ofattention for R&D. Yet the com-panies have no doubts about thereputation of Italian products,which they say is seen as goodand in no way a critical factor. Lacked of qualified labour wassaid to be one of the major obsta-cles within companies (44%), fol-lowed by failure to achieve greatersize and the failure to introducenew products in time, both seenwith concern by 36% of the sam-ple. They are followed by difficultyin funding investments (31%), aweakened negotiating positionand failure of product innovation(both 28%), failure to innovate inproduction processes (17%), andfailure to identify the most promis-ing markets (14%).

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è buona, quindi non costi-tuisce un fattore critico.La mancanza di risorse quali-ficate è ritenuta la criticitàaziendale che desta maggiorpreoccupazione (44% delcampione), seguita dallamancata crescita in terminidimensionali e dalla non in-troduzione di nuovi prodottiper tempo, che infatti vienegiudicata dalla totalità delcampione con un tasso dipreoccupazione identico alprecedente (36%). Seguono

ancora: la difficoltà a finan-ziare gli investimenti (31%),la perdita di potere contrat-tuale verso i clienti e il nonriuscire ad innovare il prodot-to (entrambi al 28%), nonriuscire ad innovare il proces-so produttivo (17%), non in-dividuare i mercati più pro-mettenti (14%).Sul versante economico il ri-schio più avvertito è la con-correnza di prezzo da partedi produttori di Paesi dinuova industrializzazione.

Tali Paesi, infatti, già da an-ni stanno sviluppando unaconcorrenza aggressiva inmolti settori maturi dellameccanica che in Italia puòessere contrastata solo attra-verso l’innovazione tecnolo-gica, investimenti adeguatinella formazione e nella ri-cerca, nonché con una poli-tica industriale di sistema.Altri rischi particolarmenteavvertiti sono l’aumento deiprezzi delle materie prime el’imitazione del prodotto daparte dei concorrenti. Inquarta posizione troviamoinfine il mercato grigio/dum-ping mascherato da parte dialtri produttori esteri, cheperò per i costruttori di mac-chine – comparto particolar-mente investito dal fenome-no alla fine degli anni ’90 -viene al secondo posto.

LLuuccaa NNuuttaarreellllii

1100 – MMW n. 2/2008

In economic terms, the greatestthreat was seen as price competi-tion from newly industrial coun-tries, which for some years havebeen pursuing an aggressive formof competition in mature sectorsof the machine industry. In Italy,the only available counter-mea-sures are technological innovation,adequate investment in trainingand research, and an adequate in-dustrial policy for the manufactur-ing system as a whole. Other riskswere cited as being rising raw ma-terial prices and imitation of prod-ucts by competitors. There was al-so the risk posed by the ‘grey mar-ket’ of masked dumping by for-eign manufacturers. For machinemanufacturers, hit hard by thephenomenon since the 1990s, thisis listed as the second most im-portant risk factor, compared tofourth for the sector as a whole.

Luca Nutarelli

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