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Emilio Gentile Chi è fascista Editore: Laterza Collana: I Robinson. Letture Anno edizione: 2019 Angelo Panebianco, Sergio Belardinelli All'alba di un nuovo mondo Editore: Il Mulino Collana: Voci Anno edizione: 2019 Thierry Vissol Europa matrigna Sovranità, identità, economie Editore: Donzelli Collana: Interventi Anno edizione: 2019 Cento anni dopo la fondazione dei Fasci di combattimento, il 23 marzo 1919, e sette decenni dopo la distruzione del fascismo storico di Mussolini e di Hitler, circola l’allarme per un nuovo pericolo fascista. Caratteristiche del nuovo fascismo sarebbero: la sublimazione del popolo come collettività virtuosa contrapposta a politicanti corrotti e corruttori, il disprezzo della democrazia parlamentare, l’appello alla piazza, l’esigenza dell’uomo forte al governo, il nazionalismo, l’ostilità verso i migranti stranieri, la difesa dell’identità religiosa tradizionale. Insomma, all’inizio del 21° secolo, trapassato il comunismo, disperso il socialismo, evaporato il liberalismo, il fascismo avrebbe oggi una straordinaria rivincita sui nemici che lo avevano sconfitto nel 1945. Ma stiamo davvero assistendo alla rinascita del fascismo storico, aggiornato e mascherato? Hanno ragione i neofascisti che proclamano l’avvento di un ‘fascismo del 2000’? In che misura il nuovo fascismo è una rinascita aggiornata e mascherata del fascismo storico? Emilio Gentile, il più importante studioso del fascismo, prova a rispondere a queste domande e dimostra che parlare di ‘ritorno del fascismo’, di ‘fascismo eterno’, non solo è privo di senso storico, ma aggrava la disinformazione su quel che è stato realmente il fascismo.Una narrazione che inevitabilmente provoca l’anchilosi della mente critica e ci impedisce di comprendere il presente. Movimenti populisti in ascesa in quasi tutte le democrazie liberali, crisi economica e demografica, insicurezza collettiva: nei segnali del malessere che affligge la nostra società dobbiamo leggere il cupo presagio di un tramonto prossimo dell’occidente? E se invece di un inevitabile declino si trattasse di una fase transitoria? Due visioni diverse ma complementari - più attenta l’una alle dinamiche geopolitiche, l’altra alla dimensione religiosa e ai processi culturali - si confrontano in queste pagine sul destino dell’Europa. Nella convinzione che proprio nella tradizione della civiltà europea si possano trovare le risorse culturali, politiche e istituzionali per guardare con fiducia al futuro L'Unione europea non è il Santo Graal. Come tutte le creazioni umane ha pregi e difetti: gli inglesi, che hanno scelto di uscirne, stanno dimostrando quanto sia difficile e costoso rinunciare ai benefici che questa appartenenza comporta. Prova ne è l'ondata di malcontento antieuropeista che sta montando in molti Paesi dell'Ue. Partiti nazionalisti, sovranisti, a volte apertamente razzisti e xenofobi, non fanno più paura e, stando ai sondaggi, attirano un elettore su tre. La loro base è alimentata dalla rabbia e dalla sfiducia crescente verso i partiti tradizionali, ritenuti incapaci di rispondere alle richieste di cambiamento. Così, l'Ue è percepita come una matrigna che avanza pretese senza dare nulla in cambio. La realtà però è ben diversa. Questo libro analizza i grandi temi del dibattito sull'Europa (l'identità nazionale, la sovranità, la questione demografico-migratoria e la crisi economica) e cerca, appoggiandosi anche sulla storia, di rispondere alle accuse che a essa vengono mosse da ogni parte. Pur avendo ben chiari i limiti dell'Unione europea, Thierry Vissol ci racconta che cosa può offrirci questa così bistrattata «matrigna», invitandoci a considerarla non tanto un problema ma come l'unico modo per preservare veramente la nostra identità e sovranità. Una grande opportunità, che necessita di lungimiranza, impegno e immaginazione.

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  • Emilio Gentile

    Chi è fascista

    Editore: Laterza

    Collana: I Robinson. Letture

    Anno edizione: 2019

    Angelo Panebianco, Sergio Belardinelli

    All'alba di un nuovo mondo

    Editore: Il Mulino

    Collana: Voci

    Anno edizione: 2019

    Thierry Vissol

    Europa matrigna

    Sovranità, identità, economie

    Editore: Donzelli

    Collana: Interventi

    Anno edizione: 2019

    Cento anni dopo la fondazione dei Fasci di combattimento, il 23 marzo 1919, e sette decenni dopo la distruzione del

    fascismo storico di Mussolini e di Hitler, circola l’allarme per un nuovo pericolo fascista. Caratteristiche del nuovo

    fascismo sarebbero: la sublimazione del popolo come collettività virtuosa contrapposta a politicanti corrotti e

    corruttori, il disprezzo della democrazia parlamentare, l’appello alla piazza, l’esigenza dell’uomo forte al governo, il

    nazionalismo, l’ostilità verso i migranti stranieri, la difesa dell’identità religiosa tradizionale. Insomma, all’inizio del

    21° secolo, trapassato il comunismo, disperso il socialismo, evaporato il liberalismo, il fascismo avrebbe oggi una

    straordinaria rivincita sui nemici che lo avevano sconfitto nel 1945. Ma stiamo davvero assistendo alla rinascita del

    fascismo storico, aggiornato e mascherato? Hanno ragione i neofascisti che proclamano l’avvento di un ‘fascismo del

    2000’? In che misura il nuovo fascismo è una rinascita aggiornata e mascherata del fascismo storico? Emilio Gentile,

    il più importante studioso del fascismo, prova a rispondere a queste domande e dimostra che parlare di ‘ritorno del

    fascismo’, di ‘fascismo eterno’, non solo è privo di senso storico, ma aggrava la disinformazione su quel che è stato

    realmente il fascismo.Una narrazione che inevitabilmente provoca l’anchilosi della mente critica e ci impedisce di

    comprendere il presente.

    Movimenti populisti in ascesa in quasi tutte le democrazie liberali, crisi economica e demografica, insicurezza

    collettiva: nei segnali del malessere che affligge la nostra società dobbiamo leggere il cupo presagio di un tramonto

    prossimo dell’occidente? E se invece di un inevitabile declino si trattasse di una fase transitoria? Due visioni diverse

    ma complementari - più attenta l’una alle dinamiche geopolitiche, l’altra alla dimensione religiosa e ai processi

    culturali - si confrontano in queste pagine sul destino dell’Europa. Nella convinzione che proprio nella tradizione

    della civiltà europea si possano trovare le risorse culturali, politiche e istituzionali per guardare con fiducia al futuro

    L'Unione europea non è il Santo Graal. Come tutte le creazioni umane ha pregi e difetti: gli inglesi, che hanno scelto

    di uscirne, stanno dimostrando quanto sia difficile e costoso rinunciare ai benefici che questa appartenenza

    comporta. Prova ne è l'ondata di malcontento antieuropeista che sta montando in molti Paesi dell'Ue. Partiti

    nazionalisti, sovranisti, a volte apertamente razzisti e xenofobi, non fanno più paura e, stando ai sondaggi, attirano un

    elettore su tre. La loro base è alimentata dalla rabbia e dalla sfiducia crescente verso i partiti tradizionali, ritenuti

    incapaci di rispondere alle richieste di cambiamento. Così, l'Ue è percepita come una matrigna che avanza pretese

    senza dare nulla in cambio. La realtà però è ben diversa. Questo libro analizza i grandi temi del dibattito sull'Europa

    (l'identità nazionale, la sovranità, la questione demografico-migratoria e la crisi economica) e cerca, appoggiandosi

    anche sulla storia, di rispondere alle accuse che a essa vengono mosse da ogni parte. Pur avendo ben chiari i limiti

    dell'Unione europea, Thierry Vissol ci racconta che cosa può offrirci questa così bistrattata «matrigna», invitandoci a

    considerarla non tanto un problema ma come l'unico modo per preservare veramente la nostra identità e sovranità.

    Una grande opportunità, che necessita di lungimiranza, impegno e immaginazione.

  • Alberto Mingardi

    La verità, vi prego, sul neoliberismo

    Il poco che c'è, il tanto che manca

    Editore: Marsilio

    Collana: I nodi

    Anno edizione: 2019

    Steven Levitsky, Daniel Ziblatt

    Come muoiono le democrazie

    Editore: Laterza

    Collana: I Robinson. Letture

    Anno edizione: 2019

    Piero Craveri

    L'arte del non governo

    L'inarrestabile declino della Repubblica italiana

    Editore: Marsilio

    Collana: I nodi

    Anno edizione: 2016

    Una democrazia può essere rovesciata con un colpo di stato o può spegnersi lentamente. Nel secondo caso, accade

    in modo graduale e non immediatamente evidente: avviene in primo luogo con l’elezione di un leader autoritario, poi

    con l’abuso del potere da parte del governo e infine con la completa repressione dell’opposizione. In Come muoiono

    le democrazie i professori di Harvard Steve Levitsky e Daniel Ziblatt traggono dalla storia recente e sistematizzano

    una serie di lezioni significative – dalla dittatura di Augusto Pinochet in Cile sino al graduale indebolimento del

    sistema costituzionale turco messo in atto da Erdogan. L’obiettivo è quello di gettare luce sui meccanismi e i passi

    cruciali che conducono, nel Ventesimo e nel Ventunesimo secolo, alla disgregazione di una democrazia. Gli autori, a

    partire da una profonda conoscenza di come e perché le democrazie siano state in passato sovvertite, offrono

    un’analisi allarmante di come le democrazie vengano oggi indebolite nel mondo, senza escludere Stati Uniti ed

    Europa. Una guida per il mantenimento e la riparazione di una democrazia minacciata rivolta a governi, partiti politici

    e individui.

    Questo libro è una storia dell'Italia repubblicana in cui si ricostruiscono sincronicamente gli aspetti istituzionali,

    politici ed economici del processo che ha portato all'attuale situazione del paese. Al volgere di un ciclo storico, Piero

    Craveri ripercorre, partendo dalla Costituente, il cammino di rapida ascesa economica dell'Italia per cogliere i fattori

    del suo mancato consolidamento e del suo lento e inesorabile declino. Le responsabilità di una classe dirigente

    rimasta troppo arretrata per guidare un paese industriale, il sovrapporsi dei partiti all'attività dell'esecutivo e del

    Parlamento, un malinteso primato della politica sull'economia di mercato, sono solo alcune delle cause che emergono

    dall'analisi delle vicende repubblicane. Dalla sconfitta di De Gasperi alla difficile congiuntura del 1963-64, dalla crisi

    degli anni settanta alle occasioni mancate del decennio successivo, con Craxi, al superamento della seconda

    Repubblica, Craveri fa notare come, ben lungi dall'essere solo una questione economica, la posta in gioco di questa

    mancata "evoluzione" è la stabilità della democrazia. I principi che furono messi a fondamento dello Stato unitario

    sembrano venir meno e, al di là delle celebrazioni ufficiali, la Repubblica non ha saputo rinnovarli. Anche l'idea di

    Europa, che nel secondo dopoguerra ne è stata idealmente una prosecuzione, sembra dileguarsi. In questo scenario,

    dove sono le stesse istituzioni democratiche a essere messe in discussione in Occidente

    In un mondo in cui ogni giorno si alzano nuovi muri e lo scontro politico si fa sempre più acceso, un nemico

    comune unisce destra e sinistra, populisti e democratici, reazionari e progressisti. Che siano le aziende a delocalizzare,

    l'«immigrazione selvaggia», la precarietà del lavoro o il diffondersi del virus Ebola, il libero mercato, il capitalismo o,

    nella sua definizione più abusata, il «neoliberismo» è il capro espiatorio perfetto per tempi confusi, l'elefante nella

    stanza che tutti, quando ce n'è bisogno, additano. A livello sia mediatico sia politico, il pregiudizio verso questo

    presunto ordine mondiale dipinge una realtà governata in segreto da una Spectre di economisti responsabile della

    distruzione di ogni garanzia sociale e di aver arricchito una ristretta cerchia di speculatori senza scrupoli, a scapito del

    novantanove percento del mondo. Per sfatare la presunzione di chi pretende di saperne di più di milioni di persone

    che ogni giorno comprano e vendono beni e servizi, Alberto Mingardi ridimensiona il mito del mercato pervasivo e

    tirannico, e ripercorrendone la sua vera storia mostra come in realtà, nell'ultimo decennio, di politiche neoliberiste ce

    ne siano state meno di quanto si crede. Il che è paradossalmente un problema: è a quel poco di neoliberismo, infatti,

    che dobbiamo crescita e prosperità.

  • Nico Perrone

    La svolta occidentale

    De Gasperi e il nuovo ruolo internazionale dell'Italia

    Editore: Castelvecchi

    Collana: Le Navi

    Anno edizione: 2017

    Yves Mény

    Popolo ma non troppo

    Il malinteso democratico

    Editore: Il Mulino

    Collana: Contemporanea

    Anno edizione: 2019

    Alfonso Alfonsi, Luciano D'Andrea (a cura di)

    Aldo Moro

    Un percorso interpretativo

    Editore: Rubbettino

    Anno edizione: 2018

    Non c’è uomo politico che non rivendichi, all’indomani della propria elezione, il diritto di parlare in nome del

    popolo, di tutto il popolo. Questa parola possiede la virtù magica di unificare ciò che non può esserlo. Ma il popolo

    esiste solo come convenzione, mito o illusione a seconda delle scelte politiche.

    Disincanto democratico, disaffezione dei cittadini verso i governi, ritenuti colpevoli, assieme a partiti, élites e mercati

    di averli espropriati del loro potere. Ma il potere del popolo sovrano esiste davvero? In realtà, la democrazia effettiva

    che noi conosciamo - esito di un percorso storico che dal potere assoluto del re, con aggiustamenti continui, è giunto

    sino a noi - è un sistema di deleghe a cascata, complesso e faticoso. Se il popolo unico e univoco è un soggetto

    fittizio, il popolo concreto si rivela eterogeneo, contraddittorio e ingombrante per ogni regime e i movimenti che

    pretendono di incarnarlo, una volta al governo, non potranno che contenerne le spinte all’interno di un qualche

    sistema rappresentativo.

    Il 3 gennaio 1947 il presidente del Consiglio De Gasperi partiva per lo storico viaggio negli Stati Uniti in cui furono

    poste le basi dello schieramento 'occidentale' dell'Italia. Da parte americana il nostro era considerato solo un Paese

    sconfitto nella recente guerra, non certo un possibile protagonista della politica internazionale, ma De Gasperi riuscì

    ugualmente, vincendo molte resistenze da entrambe le parti, a fare accettare il suo disegno. Nel rapido evolversi della

    situazione mondiale, questa scelta rimarrà l'asse portante della politica estera italiana nel dopoguerra. Due anni dopo,

    De Gasperi volle e riuscì a portare nell'Alleanza Atlantica l'Italia, esclusa nell'iniziale impostazione del presidente degli

    Stati Uniti Truman; mancò però di valutare la posizione necessariamente subordinata cui il nostro Paese sarebbe

    stato destinato nel patto. Queste cruciali vicende vengono ricostruite sulla base di una scrupolosa e ampiamente

    citata documentazione, in parte inedita, come le carte personali di Eisenhower e Truman scoperte dall'autore ad

    Abilene (Kansas) e Independence (Missouri), e dei fascicoli custoditi negli archivi britannici e italiani.

    Il libro raccoglie contributi sulla figura di Aldo Moro, in gran parte inediti, prodotti nell'arco di trent'anni da

    personalità di primo piano della cultura e della politica, quali, tra gli altri: Tina Anselmi, Giuliano Amato, Ugo De

    Siervo, Francesco D'Onofrio, Giovanni Gentile, Massimo Severo Giannini, Mino Martinazzoli, Sergio Mattarella,

    Giancarlo Quaranta, Roberto Ruffilli, Aldo Tortorella e Giuseppe Vacca. Tutti gli interventi sono stati presentati in

    iniziative promosse dall'Accademia di studi storici Aldo Moro nell'intento di mantenere aperto un canale di

    confronto sul pensiero e l'opera dello statista, anche durante il lungo periodo in cui l'attenzione del mondo politico e

    dei media era concentrata solo sulle vicende del suo assassinio. Nel loro insieme, i testi delineano un percorso

    interpretativo che ha per oggetto, non solo Aldo Moro, ma anche alcuni importanti aspetti dell'evoluzione della

    democrazia italiana dalla seconda metà del secolo scorso fino a oggi.

  • Antonio Padoa Schioppa

    Perché l'Europa

    Dialogo con un giovane elettore

    Editore: L'edizioni

    Anno edizione: 2018

    Tim Marshall

    I muri che dividono il mondo

    Editore: Garzanti

    Collana: Saggi

    Anno edizione: 2018

    Ada Becchi, Andrea Sangiovanni

    L' autunno caldo

    Cinquant'anni dopo

    Editore: Donzelli

    Collana: Saggine

    Anno edizione: 2019

    Siamo tornati a costruire muri. Sono infatti oltre 6000 i chilometri di barriere innalzati nel mondo negli ultimi dieci

    anni. Le nazioni europee avranno ben presto più sbarramenti ai loro confini di quanti non ce ne fossero durante la

    guerra fredda. Il mondo a cui eravamo abituati sta per diventare solo un vecchio ricordo: dalle recinzioni elettrificate

    costruite tra Botswana e Zimbabwe a quelle nate dopo gli scontri del 2015 tra Arabia Saudita e Yemen, dalla barriera

    in Cisgiordania fino al mai abbandonato progetto del presidente Donald Trump al confine tra Stati Uniti e Messico.

    Non appena una nazione si appresta a far nascere un nuovo muro, subito i paesi confinanti decidono di imitarla:

    quello tra Grecia e Macedonia ne ha generato uno tra Macedonia e Serbia, e poi subito un altro si è alzato tra Serbia e

    Ungheria. Innumerevoli sono le ragioni alla base di queste decisioni spesso dettate da paura, disuguaglianze

    economiche, scontri religiosi. Appassionante reportage e accorata denuncia, questo libro diventa quindi una preziosa

    ed essenziale bussola per comprendere le ragioni storiche di quello che sta accadendo oggi con la rinascita di forti

    sentimenti sovranisti e nazionalisti, nella speranza che questa drammatica tendenza si inverta al più presto.

    "L'Unione europea è come una cattedrale incompiuta. Questo dialogo ha lo scopo di far capire cosa sia in gioco in

    questi mesi - per l'Italia, per l'Europa e non solo - con l'elezione europea del 2019. Occorre essere consapevoli di

    quanto del nostro futuro dipenda dalle scelte che saranno compiute dall'Italia e dall'Unione europea. Soprattutto i

    giovani, che in maggioranza sono favorevoli alla prospettiva europea, sono e saranno chiamati a svolgere un ruolo

    che potrà risultare decisivo."

    Torino, 3 luglio 1969, una manifestazione operaia attorno al tema della casa. In prima fila sono gli operai della Fiat di

    Mirafiori, il cuore pulsante del modello industriale italiano. E sono soprattutto i meridionali immigrati, rappresentanti

    della nuova figura dell'operaio-massa, caratterizzati in fabbrica da un trattamento salariale fortemente discriminatorio

    nei confronti dell'operaio specializzato, a dare battaglia in prima fila, affiancati dai quadri più politicizzati del

    movimento studentesco. Comincia così l'«autunno caldo», una stagione di tensioni e di lotte sindacali e politiche

    segnata dal carattere spontaneo della protesta, da rivendicazioni redistributive radicali e da una contestazione delle

    tradizionali forme di rappresentanza sindacale, cui si contrappose il modello assembleare e la rappresentanza attiva

    dei delegati di reparto. La scadenza del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici fu il catalizzatore di una

    battaglia che segnò l'avvio di un processo di redistribuzione del reddito e la conquista di una serie di tutele e diritti

    fortemente innovativi e la nascita di un nuovo modello di sindacalismo unitario. Postfazione di Marco Bentivogli.

  • Andrea Ciampani, Domenico Maria Bruni (a cura di)

    Istituzioni politiche e mobilitazioni di piazza

    Editore: Rubettino

    Collana: Università

    Anno edizione: 2018

    Darwin Pastorin

    Gaetano Scirea

    Il gentiluomo

    Editore: Perrone

    Collana: Fuoriclasse

    Anno edizione: 2019

    Renato Bresciani (a cura di)

    Commissione interna

    Ricordi di Mario Gheddo. Operaio e militante sindacale CISL, alla

    FIAT, dagli anni Cinquanta all'«autunno caldo»

    Editore: Effatà

    Collana: Conoscere e agire

    Anno edizione: 2019

    Le complesse dinamiche tra i "palazzi" della politica e l'intervento delle "piazze" che condussero alle "radiose

    giornate" del maggio 1915 e all'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra non costituiscono un fenomeno isolato della

    storia nazionale. Il volume ripercorre alcuni specifici e cruciali tornanti nella storia italiana in cui si è manifestata con

    particolare forza un'articolata interazione tra istituzioni nazionali e mobilitazioni dell'azione collettiva nella decisione

    politica: dal dibattito sull'esercito garibaldino dell'aprile 1861 all'attitudine della guardia nazionale nei confronti del

    Parlamento del maggio 1873; dallo stato d'assedio di Milano del 1898 allo svolgimento della "settimana rossa" del

    giugno 1914, fino alla marcia su Roma dell'ottobre 1922; dall'attentato a Togliatti del 1948 alle manifestazioni di

    Genova del 1960; dall'autunno caldo del 1969 alla contestazione universitaria del febbraio 1977; dalla marcia dei

    Quarantamila dell'ottobre 1980 al lancio delle monetine a Craxi del 1993. Ne esce un affresco interessante per

    ripensare tradizioni critiche e punti di forza dalla vita socio-politica e istituzionale dell'Italia unita.

    30 anni senza Gaetano Scirea. Un campione sul campo e nella vita, morto in un incidente stradale su una strada

    polacca, quando era vice allenatore della sua Juve, il 3 settembre 1989. Mundial in Spagna nell'82, tanti scudetti e

    tante coppe, mai espulso pur giocando in difesa, da libero. Un giocatore esemplare, perfetto, corretto. Un Angelo

    Calciatore. Darwin Pastorin, per anni cronista di calcio, cresciuto alla scuola di Giovanni Arpino e Vladimiro

    Caminiti, recupera le stagioni della loro amicizia, di un rapporto fatto di interviste ufficiali ma soprattutto di tante

    confidenze, nei lunghi giorni delle trasferte con la Nazionale o con la Juve, nelle passeggiate torinesi lungo il Po o nei

    quartieri popolari e a casa del fuoriclasse con la moglie Mariella e il figlio Riccardo. Ritornano pagine antiche ed

    emozioni nuove. Gaetano immaginato oggi: avrebbe insegnato ai giovani come calciare di destro o di sinistro, come

    colpire di testa e come affrontare l'avversario con talento e rispetto ma, in special modo, come riportare il pallone alla

    magia e alla bellezza, rispettando le decisioni dell'arbitro e tornando a casa con il sorriso e mai con il rancore.

    La Commissione Interna, di cui Mario Gheddo è stato uno storico rappresentante per la CISL alla FIAT, è stata lo

    strumento principale di rappresentanza di operai e impiegati fino alla nascita, con l'«autunno caldo» del '69, dei

    Delegati e dei Consigli di fabbrica. Questa lunga intervista non vuole essere una biografia di Mario, ma rappresenta il

    racconto della sua esperienza operaia e sindacale. Mario Gheddo, nato a Tronzano Vercellese, arriva a Torino

    specializzandosi come operaio qualificato. Matura nelle sue convinzioni di cristiano impegnato e sviluppa le sue scelte

    e il suo impegno sindacale in mezzo ai forti contrasti fra cristiani e comunisti, nel clima pesante e poco democratico

    della FIAT del tempo. Il racconto appassionato dei tanti episodi sindacali e di fabbrica diventa quindi un affresco del

    lavoro di officina alla FIAT negli anni Cinquanta e Sessanta ed evidenzia i motivi per cui è cresciuta quella rabbia

    operaia e quella voglia di rivolta che si è poi espressa nelle lotte del 1969 e degli anni successivi. Dal racconto

    emergono eventi e figure significative di questa memorabile stagione sindacale torinese, arricchite dalle riflessioni di

    Mario sulle lotte operaie, sulla dignità del lavoratore e sulla giustizia sociale, che possono rendere questo lavoro un

    messaggio e una testimonianza utilissima per le nuove generazioni.

  • Marco Follini

    Democrazia Cristiana

    Il racconto di un partito

    Editore: Sellerio

    Collana: La nuova diagonale

    Anno edizione: 2019

    Alfonso Giordano

    Limiti

    Frontiere, confini e la lotta per il territorio

    Editore: Luiss University Press

    Collana: Piccole introduzioni

    Anno edizione: 2018

    Tindaro Bellinvia, Tania Poguisch (a cura di)

    Decolonizzare le migrazioni

    Razzismo, confini, marginalità

    Editore: Mimesis

    Collana: Cartografie sociali

    Anno edizione: 2018

    Pur impiegando una precisa sequenza che rispecchia il dibattito recente sulle migrazioni, il testo prova soprattutto a

    confrontarsi con i dilemmi sperimentati da chi lavora sul campo. In primo luogo emergono le domande sulla

    sostanza dei processi e sul modo in cui si possono definire, seguite da analisi sulle modalità storiche con cui si è

    realizzato sul territorio europeo il mutamento di identità e funzioni delle migrazioni; successivamente vengono

    indagati i ruoli di chi pratica attività di ricerca e le modalità con cui si può uscire dalla gabbia del pensiero coloniale,

    riflettendo sulla difficoltà concreta di lavorare all'interno di una struttura come lo stato nazione e ponendosi, infine, il

    problema delle possibili alternative.

    Mentre l'umanità guarda alle stelle come prossima frontiera da raggiungere, il pianeta è ancora scosso da dispute e

    conflitti legati al territorio e al suo possesso. In molti sono disposti a tutto pur di attraversare un confine, mentre altri

    desiderano chiudere le frontiere. Come è nata e si è trasformata la delimitazione dello spazio ad uso politico? In quale

    modo le carte geografiche influenzano la nostra visione della realtà? Come è possibile conciliare la necessità di fissare

    limiti con le dinamiche di un mondo in continua evoluzione?

    Il ritratto impietosamente obiettivo, ma non privo di affetto della Democrazia Cristiana, il partito in cui l'autore ha

    militato da dirigente fino alla fine. Un'interpretazione e, forse di più, l'analisi antropologica del partito-stato che ha

    governato la Repubblica per un ininterrotto cinquantennio. Si affrontano, da una prospettiva prossima e narrativa, i

    temi più consueti del bilancio politico e storico dell'esistenza di un partito dominante: come il rapporto tra i

    democristiani e il potere, la Dc e la destra, il partito diga verso il comunismo, il legame con la Chiesa e con la fede,

    l'intercettazione del paese profondo. Ma il libro di Marco Follini si concentra anche su alcuni aspetti più puntuali:

    l'atteggiamento verso il lusso, le dimore di dirigenti e militanti, biografie esemplari di personalità, aneddoti, le due

    anime simboliche: Andreotti e Moro, gli «appagati» e i «tormentati», e così via, dentro tutti gli angoli che introducono

    il lettore nella quotidianità di una forma di esistenza politica che ha aspetti di enigma. L'enigma non solo della lunga,

    tuttavia precaria, persistenza al potere, caso più unico che raro nei paesi dell'Occidente, ma anche della convivenza

    perfettamente equilibrata di posizioni politiche molto lontane fra loro, e quello più fondamentale della attitudine,

    scettica, flessibile, a volte dominata da un senso di limitazione e di colpa, verso la società e il futuro. E, a voler

    leggere questo saggio come un racconto, su tutto il testo aleggia la convinzione profonda e probabilmente pensata e

    ripensata da Follini in questi anni: che in effetti la vicenda della Democrazia Cristiana sia da guardare come un lungo

    e oscuro presagio.

  • Marco ChiavarioAl crocevia

    Quarant'anni (e più) di opinioni

    Editore: Altrimedia

    Collana: Tempi moderni

    Anno edizione: 2019

    Gilles Kepel

    Uscire dal caos

    Le crisi nel Mediterraneo e nel Medio Oriente

    Editore: Cortina Raffaello

    Collana: Scienza e idea

    Anno edizione: 2019

    Alfonso Botti

    Luigi Sturzo e la guerra civile spagnola

    Editore: Morcelliana

    Collana: Storia

    Anno edizione: 2019

    L'orrore del "califfato" di Daesh nel Levante tra 2014 e 2017 e il terrorismo su scala planetaria sono stati una

    paradossale conseguenza delle "primavere arabe" del 2011, che pure erano state celebrate in quanto "rivoluzione

    2.0". Come ha fatto a instaurarsi il caos e sarà possibile uscirne in seguito all'eliminazione militare dello "Stato

    islamico"? Questo libro ricolloca gli eventi nel loro contesto, a partire dalla guerra del "Kippur" del 1973, a cui

    seguirono l'esplosione dei prezzi del petrolio e la proliferazione del jihad. Viene poi proposto il racconto completo

    delle sei principali sollevazioni arabe, dalla Tunisia alla Siria. Si descrivono infine le linee di frattura nel Mediterraneo

    e nel Medio Oriente, chiarendo quali scelte attendano i capi di Stato, così come i popoli di quelle regioni, ma anche i

    cittadini d'Europa. «Uscire dal caos» è il frutto di quattro decenni di ricerche sul mondo arabo e musulmano e di

    esperienza sul campo da parte di Kepel e si basa anche su documentazione inedita.

    L'apertura degli Archivi vaticani relativi al pontificato di Pio XI ha concesso alla storiografia di approfondire gli studi

    sulla posizione della Santa Sede e su quella di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano, in merito alla

    Seconda Repubblica spagnola (1931-1936) e al conflitto che si concluse con la vittoria dei nazionalisti di Francisco

    Franco. Il sacerdote siciliano seguì attivamente, seppur a distanza, i risvolti della guerra civile che sconvolse il paese

    iberico dal 1936 al 1939, analizzando la vicenda e affidando le proprie riflessioni a quotidiani e lettere private. I

    documenti presi in esame mostrano i tentativi dell'esiliato don Sturzo di mettere fine alle violenze antireligiose,

    spingere la Chiesa a disimpegnarsi dal sostegno al campo franchista e a promuovere un negoziato che ripristinasse la

    pace religiosa, politica e sociale. Emergono le iniziative del movimento pacifista cattolico europeo, le attitudini delle

    autorità ecclesiastiche spagnole e i timori vaticani durante il pontificato di papa Ratti.

    Più di ottanta articoli selezionati da un materiale cinque volte più ampio, per la maggior parte costituito da editoriali

    pubblicati su quotidiani a larga diffusione nazionale. Nella scelta si è guardato soprattutto a ciò che poteva evocare

    realtà e problemi tuttora attuali, messi in evidenza anche dalle premesse a parecchi degli scritti riprodotti e soprattutto

    dalle chiose intendendosi il crocevia come fattore d'incontro fra percorsi, culturali e pratici, originati da punti di

    partenza anche assai lontani tra loro ma aperti al dialogo nel rispetto reciproco.

  • Giulio Conticelli, Giuseppe Matulli, Mario G. Rossi (a cura di)

    Nicola Pistelli

    Un leader della Sinistra democristiana

    tra cultura e politica (1929-1964)

    Editore: Viella

    Collana: I libri di Viella

    Anno edizione: 2019

    Maurizio Viroli

    Nazionalisti e patrioti

    Editore: Laterza

    Collana: I Robinson. Letture

    Anno edizione: 2019

    Nicola Antonetti, Massimo Naro (a cura di)

    Il municipalismo di Luigi Sturzo

    Alle origini delle autonomie

    Editore: Il mulino

    Anno edizione: 2019

    Nicola Pistelli fu esponente di spicco della sinistra democristiana a Firenze fra la metà degli anni Cinquanta e l'inizio

    dei Sessanta. Parlamentare, per anni protagonista della politica fiorentina, giornalista, fondatore e direttore della

    rivista «Politica», morì in un incidente stradale. Per ricordarne la breve ma rilevante traccia nel pensiero politico, ad

    oltre sessant'anni dalla scomparsa sono stati raccolti contributi originali da parte di professori e studiosi qualificati sui

    diversi temi e nodi che ne caratterizzano l'agenda politica, amministrativa, culturale. Chiude il volume una

    significativa appendice di scritti dello stesso Pistelli, per conoscerne o riscoprirne il pensiero senza mediazioni.

    Partendo da Jean-Jacques Rousseau e passando da Giuseppe Mazzini, Giovanni Gentile, Benedetto Croce, Piero

    Calamandrei, Carlo Rosselli e molti altri ancora, Maurizio Viroli delinea criticamente una delle questioni più rilevanti

    del nostro tempo e della nostra politica: la differenza tra nazionalismo e patriottismo.

    Luigi Sturzo (Caltagirone 1871-Roma 1959) fu politico di elevata statura morale e intellettuale animato da forte

    passione civile, oltre che esemplare personalità spirituale. In questo volume è studiata la prima espressione concreta

    del suo impegno politico, vale a dire il programma municipale col quale, all’inizio del Novecento, egli intendeva

    riportare i cattolici a essere fattivamente presenti in seno alla società. Per questo, a Caltanissetta, tra il 5 e il 7

    novembre 1902, radunò i consiglieri comunali e provinciali che erano stati eletti in liste civiche d’ispirazione cattolica,

    guardando già a un partito municipale capace di garantire un’efficace rappresentanza degli ideali sociali di matrice

    cristiana negli enti locali. Di fatto, in quell’occasione, sorse l’embrione di quello che sarebbe stato poi il Partito

    Popolare Italiano.

  • Simona Colarizi

    Un paese in movimento

    L'Italia negli anni Sessanta e Settanta

    Editore: Laterza

    Collana: Storia e società

    Anno edizione: 2019

    Chantal Mouffe

    La sfida del populismo

    Editore: Castelvecchi

    Collana: Vortici

    Anno edizione: 2019

    Vincenzo Cesareo, Nicoletta Pavesi (a cura di)

    Il welfare responsabile alla prova

    Una proposta per la società italiana

    Editore: Vita e Pensiero

    Collana: Ricerche/Sociologia

    Anno edizione: 2019

    Nell’immaginario collettivo gli anni Settanta sono rimasti impressi come gli anni di piombo, una definizione che

    evoca il tanto sangue versato dai terroristi, dagli stragisti, dalla criminalità organizzata. Sono rimasti così nell’oblio gli

    ‘altri’ anni Settanta: un decennio di crescita democratica che ha consentito di sconfiggere i terrorismi. Grazie a questa

    Italia di gran lunga maggioritaria rispetto alle minoranze criminali, si sono evitati i pericoli di un’involuzione

    autoritaria o di un’esplosione rivoluzionaria, gli obiettivi rispettivamente degli strateghi del terrore e dei brigatisti. Chi

    ha vissuto quegli anni ha una memoria viva dei fermenti democratici che percorrevano la sua generazione. Al

    contrario dei loro coetanei che si smarrivano nei miti rivoluzionari o si mettevano al servizio dei golpisti o della

    mafia, moltissimi altri giovani e meno giovani, saliti prepotentemente alla ribalta della politica sulla scia del boom

    economico, legavano il loro impegno agli ideali della democrazia e del progresso. Non è un caso che in quegli anni

    entri in vigore lo Statuto dei Lavoratori, il servizio sanitario nazionale e vengano approvate leggi fondamentali come

    quella sul divorzio e sull’aborto. Questo libro ripercorre la vicenda di tre generazioni di giovani e giovanissimi, di ogni

    ceto sociale, che nel giro di un ventennio hanno realizzato una vera e propria rivoluzione culturale che ha cambiato

    l’intera società italiana, dal mondo del lavoro a quello delle imprese, delle scuole, delle università, delle professioni,

    del pubblico impiego, delle famiglie, della politica e della Chiesa.

    Come arginare il dilagare dei populismi di destra sulla scena europea? Come ricostruire un processo virtuoso di

    antagonismo politico a tutela delle istituzioni democratiche? A queste domande Chantal Mouffe cercava di

    rispondere già nel 2002, quando l'Europa si confrontava con la rapida ascesa del FPÖ di Jörg Haider. Per la filosofa

    belga il populismo di destra non è un anacronismo da combattere al grido moralizzante della barbarie, ma è la

    risultante del consenso imposto dall'ideologia neoliberale che, rifiutando di riconoscere il ruolo delle passioni e la

    dimensione conflittuale del politico, rende i partiti tradizionali incapaci di suscitare riconoscibili identificazioni

    intorno ad alternative differenti. Con rara lungimiranza Mouffe scorgeva già i limiti di una interpretazione liberale

    della democrazia moderna, che promuove una politica senza avversario, abolisce la sovranità popolare e offre una

    risposta insufficiente alla sfida lanciata dai populismi di destra, trasformando la logica politica del "noi-loro" in lotta

    fra élite e popolo. Ma quando la condanna morale prende il posto della lotta politica - ammonisce Chantal Mouffe -

    la democrazia è in pericolo.

    Il volume è frutto del percorso di ricerca che ha coinvolto un gruppo di studiosi riuniti in una Rete Interuniversitaria

    con l'obiettivo di offrire una proposta innovativa del sistema di welfare italiano, la quale pone al centro la persona e si

    fonda sulla responsabilità degli attori coinvolti. Essi, attraverso il confronto e la co-progettazione, forniscono risposte

    ai bisogni dei cittadini, delle famiglie, delle comunità. Povertà, salute, casa, lavoro, educazione, famiglia e giovani

    sono alcuni dei temi che vengono affrontati, con lo scopo di declinare operativamente il Welfare Responsabile per

    favorire la transizione da un sistema di stampo prevalentemente assistenzialistico a uno che tende ad assicurare a tutti

    una "buona assistenza".

  • Umberto Gentiloni Silveri

    Storia dell'Italia contemporanea 1943-2019

    Editore: Il Mulino

    Collana: Le vie delle civiltà

    Anno edizione: 2019

    Salvatore Natoli

    Il fine della politica

    Dalla «teologia del regno» al «governo della contingenza»

    Editore: Bollati Boringhieri

    Collana: Temi

    Anno edizione: 2019

    Paolo Sorbi

    Poveri e capitale

    La povertà nella politica

    Editore: La scuola

    Collana: Orso blu

    Anno edizione: 2019

    Il libro presenta una sintesi degli oltre settant'anni di storia della Repubblica alla luce degli snodi essenziali di un

    cammino segnato dal formarsi di una comunità nazionale, democratica e partecipativa, con diritti e doveri

    riconosciuti e riconoscibili nella Costituzione del 1948. Pagine attraversate dalle interazioni continue fra quadro

    interno e dimensione internazionale: dal declino della parabola fascista alla guerra fredda, dalla costruzione europea

    alla scelta atlantica, dai movimenti sociali alle sfide globali del nostro tempo. Il rapporto fra il sistema politico italiano

    e le compatibilità del mondo in continua trasformazione viene analizzato a partire dalle dialettiche tra continuità e

    rottura, tradizione e innovazione.

    Il fine della politica è quello di governare gli affari umani o è un compito a termine, da svolgere in un tempo

    intermedio, nell’attesa del mondo a venire, quando giustizia e pace regneranno per sempre? Questa domanda – la

    matrice stessa della «teologia politica» – è divenuta possibile quando, nella storia è apparsa la categoria giudaica di

    «éschaton»: l’attesa di un «mondo a venire», il pieno realizzarsi di quanto, fin dall’inizio, era stato promesso. A partire

    da qui, l’idea di éschaton ha segnato l’intera storia dell’Occidente e la sua filosofia politica: dal giudaismo, tramite il

    cristianesimo, è giunta al moderno e qui si è secolarizzata nella forma delle filosofie del progresso e delle apocalittiche

    rivoluzionare. Oggi l’éschaton pare giunto al tramonto: nell’odierno tempo senza fine, la storia non deve raggiungere

    più alcun culmine e non ci resta che governare la contingenza del mondo, portarsi all’altezza della sua improbabilità.

    Natoli, in questo breve e denso libro, insegue nei segni della storia i mutamenti che questo concetto centrale ha avuto

    nei secoli.

    Dall'antico grido di libertà del gladiatore e schiavo ribelle Spartaco alle nuove lotte nelle:fabbriche moderne: secoli di

    storia della povertà. Di quei poveri che si auto-organizzano per liberarsi dallo sfruttamento, per il potere dei poveri,

    dei proletari, fino a uccidere e uccidersi tra loro, come testimonia la storia. I conflitti dei poveri sono descritti

    attraverso le storie di insurrezioni medioevali, rivolte, manifestazioni, proteste, di atti di pace e dialogo ed episodi

    come le guerre dei contadini durante la Riforma protestante tra fine Quattrocento e Cinquecento, le dinamiche dei

    rivoluzionari del 1789 a Parigi, dei proletari nella Russia del 1917. Non una sola storia, ma differenti interpretazioni.

    L'analisi viene condotta alla luce delle scienze umane: vengono descritti i complessi meccanismi della psicologia

    politica e dei raccordi con la sociologia nei processi di urbanizzazione e secolarizzazione, con la genesi antropologica

    del "capro espiatorio".

  • Chiara Giaccardi, Mauro Magatti

    La scommessa cattolica

    C'è ancora un nesso tra il destino

    delle nostre società e le vicende del cristianesimo?

    Editore: Il mulino

    Collana: Contemporanea

    Anno edizione: 2019

    Raghuram G. Rajan

    Il terzo pilastro

    La comunità dimenticata da stato e mercati

    Editore: Università Bocconi Editore

    Collana: Frontiere

    Anno edizione: 2019

    Stefano Massini

    55 giorni

    L'Italia senza Moro

    Editore: Il mulino

    Collana: Intersezioni

    Anno edizione: 2018

    Raghuram Rajan, ex capo economista del Fondo monetario internazionale ed ex governatore della Banca centrale

    indiana, fa risalire la crisi del capitalismo allo strapotere di stato e mercato rispetto alle comunità e propone un

    localismo inclusivo capace di riequilibrare i poteri.

    Che Italia è quella che assiste alla prigionia di Aldo Moro? Che volti ha? Che cosa pensa? Se la tragedia incombe,

    insieme con altri fatti drammatici – un gravissimo incidente ferroviario, due diciottenni uccisi a Milano, l’assassinio di

    Peppino Impastato – la vita quotidiana scorre. Lo scudetto infiamma i tifosi, e così il mondiale di Formula 1, si

    guarda Portobello, si avvistano extraterrestri, si chiudono i manicomi, ci si strugge per Pinocchio, si fa l’amore da

    Trieste in giù, mentre dilaga la febbre del sabato sera. Un corto circuito culturale e antropologico scuote il paese, e

    queste pagine ce ne portano l’eco: alla voce dei telegiornali con le loro schegge di tragedia, fra comunicati e

    ultimatum, si sovrappongono le «emozioni da poco» e i «pensieri stupendi». Eterni «figli delle stelle», gli italiani

    dovranno ora affrontare un passaggio cui è impossibile sottrarsi. Come su un palcoscenico, nomi, storie, vicende in

    un racconto incalzante e vertiginoso, a comporre il ritratto di un paese che avrebbe preferito rimanere ancora una

    volta ignaro, nella sua atavica sospensione fra vitalismo e abulia.

    Duemila anni di storia, un miliardo e 300 milioni di fedeli in continua crescita grazie alla spinta demografica dei paesi

    del Sud del mondo. Eppure la Chiesa cattolica appare invecchiata e impacciata, soprattutto in Europa dove per la

    maggior parte dei trentenni la «questione di Dio» non ha alcuna rilevanza, e gli scandali finanziari e sessuali hanno

    inferto un duro colpo alla sua reputazione. In Occidente il destino della fede deve misurarsi con un passato in cui si

    sono intrecciati cristianesimo, modernità, secolarizzazione, e con un presente che vede convivere progresso

    scientifico e religioni fai-da-te. In che modo allora la Chiesa potrà stare al passo con la vicenda moderna di cui è stata

    una matrice, ma che oggi la mette in difficoltà? C’è ancora posto per domande che non si esauriscano nelle promesse

    della tecno-scienza? E, d’altro canto, che futuro ha una modernità che recida completamente il dialogo con la

    religione?

  • Gennaro Acquaviva, Michele Marchi, Paolo Pombeni (a cura di)

    Democristiani, cattolici e Chiesa negli anni di Craxi

    Editore: Marsilio

    Anno edizione: 2018

    Antonio Polito

    Il muro che cadde due volte

    Editore: Solferino

    Collana: Saggi

    Anno edizione: 2018

    Luca Tentoni

    Le elezioni europee in Italia

    Un percorso fra storia e dati 1979-2019

    Editore: Il mulino

    Collana: Percorsi

    Anno edizione: 2019

    Il lungo decennio caratterizzato dalla centralità politica assunta da Bettino Craxi si conclude nel 1992-1994 con la

    sconfitta del suo maggiore protagonista, la scomparsa del PSI e l'azzeramento della "Repubblica dei partiti". Questo

    decimo volume della ricerca dedicata alla ricostruzione storico-critica di quelle vicende propone conclusivamente

    l'approfondimento del ruolo che fu allora svolto dai cattolici e dalla loro Chiesa, in appoggio alla Democrazia

    cristiana ma anche in contrasto all'azione riformatrice perseguita dai socialisti. Quella specifica "questione cattolica"

    che aveva caratterizzato in maniera tanto singolare la nascita, la crescita e lo sviluppo della Nazione italiana poté

    infatti giocare ancora, in quegli anni, un ruolo di rilievo sia nel condizionare che nel concorrere a determinare lo

    svolgimento della vicenda conclusiva della Prima Repubblica come la sua stessa fine traumatica. Il volume presenta

    una ricostruzione di quelle vicende e dei suoi protagonisti attraverso saggi di studiosi specialisti della storia politica

    italiana, accompagnati da un ampio apparato documentativo.

    Quando nel 1989 crollano il Muro di Berlino e i regimi comunisti, la democrazia liberale e il libero mercato sembrano

    sul punto di trasformare il mondo. Ma la libertà non ha vinto e per la generazione che aveva scommesso sulla Storia

    il nuovo sogno europeo si è trasformato in un incubo: la Terza Via non ha attecchito, l'esplosione della crisi ha

    messo il liberismo sul banco degli accusati e nel Vecchio Continente ma anche in America la paura del cambiamento

    ha portato al successo di movimenti populisti e illiberali. Antonio Polito racconta i giorni dell'89 a Berlino e

    ripercorre trent'anni della nostra storia, intrecciando una lucida analisi politica con la vicenda personale e di una

    generazione, prima comunista e poi liberale: dall'impegno politico negli anni Settanta al Capodanno sulle rovine del

    Muro, dall'Inghilterra di Blair all'Ungheria di Orbán, dal referendum della Brexit al minaccioso futuro tecnologico

    made in China.

    A quarant’anni dal primo voto a suffragio universale per scegliere i rappresentanti italiani al Parlamento europeo, le

    motivazioni nazionali sembrano continuare a pesare sia sull’offerta politica e programmatica dei partiti, sia sugli

    orientamenti degli elettori. In più, le «europee» hanno costituito l’occasione per compiere esperimenti politici (liste

    comuni) e per consentire ai votanti di diversificare le scelte rispetto a quelle tradizionali. Il volume ripercorre le

    vicende elettorali dal voto del 10 giugno 1979 a quello del 26 maggio 2019. Nell’analizzare i dati si seguono tre

    percorsi paralleli: l’evoluzione dei suffragi ai partiti fra un’elezione europea e l’altra, per aree geografiche e

    geopolitiche; il raffronto fra il voto per le consultazioni per l’Europarlamento e per la Camera dei deputati italiana; si

    prendono in esame, inoltre, i differenti comportamenti elettorali dei capoluoghi di regione (le «piccole capitali»)

    rispetto agli altri comuni. Un vasto apparato di dati fornisce un’ampia documentazione circa gli esiti nazionali e locali

    dei nove turni elettorali.

  • Maurizio Molinari

    Assedio all'Occidente

    Leader, strategie e pericoli della seconda guerra fredda

    Editore: La nave di Teseo

    Collana: I fari

    Anno edizione: 2019

    Sabino Cassese

    Il popolo e i suoi rappresentanti

    Editore: Storia e letteratura

    Collana: Civitas

    Anno edizione: 2019

    Marco Aime

    Comunità

    Editore: Il mulino

    Collana: Parole controtempo

    Anno edizione: 2019

    La seconda guerra fredda vede dittature e regimi assediare i Paesi democratici: l’epicentro dello scontro è l’Europa, le

    armi preferite sono ingerenze politiche e ricatti strategici, i duelli più duri avvengono nel cyberspazio, e l’Italia è uno

    dei più vivaci campi di battaglia. Neanche il Papa è indenne da quanto sta avvenendo. È un conflitto ibrido: per

    prevalere, l’Occidente deve rafforzare i diritti dei propri cittadini. La Russia di Putin e la Cina di Xi vogliono

    trasformare l’Europa in un terreno di conquiste, politiche ed economiche, al fine di far implodere Nato ed Ue,

    allontanando quanto più possibile gli Stati Uniti dai loro alleati. Gli interventi russi in Georgia e Crimea, le imponenti

    infrastrutture cinesi a cavallo dell’Eurasia, il mosaico di sovranisti e populisti sul Vecchio Continente descrivono i

    contorni della sfida più temibile e pericolosa che le democrazie si trovano ad affrontare dalla caduta del Muro di

    Berlino, avvenuta esattamente 30 anni fa.La seconda Guerra Fredda non ha ancora una data di inizio ufficiale ma in

    pochi dubitano oramai che sia in pieno svolgimento e stia già cambiando il mondo in cui viviamo.

    Democrazia, rappresentanza, elezione, sovranità popolare. Quattro concetti 'abusati' di cui Sabino Cassese traccia

    una rapida genealogia, concentrandosi in particolare su quello di rappresentanza. L'elezione serve a rappresentare la

    volontà popolare o è «designazione di capacità»? Chi valuterà le capacità del rappresentante e secondo quali criteri?

    La crisi dei partiti e la loro scarsa democrazia interna sono alcune delle ragioni delle attuali difficoltà della

    rappresentanza e della sfiducia verso la politica. Con in appendice pagine da Vittorio Emanuele Orlando, Silvio

    Spaventa, Sidney Sonnino, Giovanni Giolitti e Benedetto Croce.

    Come e quando la comunità ha smesso di essere il nostro orizzonte sociale e psicologico? Se la società urbano-

    industriale ha contribuito a indebolire relazioni e rituali depositari di una memoria condivisa, il colpo decisivo è

    arrivato dalla Rete, con le sue communities virtuali in cui velocità, tweet e like hanno sostituito qualità,

    conversazione, amicizia. In questa era dei non luoghi e dell’eterno presente, tuttavia, il bisogno di comunità resta.

    Perché allora non provare a ricostruire un «noi» fondato su autentici legami di prossimità?

  • Luca Ricolfi

    La società signorile di massa

    Editore: La nave di Teseo

    Collana: I fari

    Anno edizione: 2019

    Carlo Felice Casula, Claudio Sardo, Mimmo Lucà

    Da credenti nella sinistra

    Storia dei Cristiano Sociali 1993-2017

    Editore: Il mulino

    Anno edizione: 2019

    Antonio Golini, Marco Valerio Lo Prete

    Italiani poca gente

    Il Paese ai tempi del malessere demografico

    Editore: Luiss Univeristy press

    Collana: Piccole introduzioni

    Anno edizione: 2019

    L'Italia, tra record negativo di nascite e rapido invecchiamento, è ormai un caso studiato ovunque nel mondo. La

    crisi demografica costringe a ripensare tutto: sviluppo economico, lavoro, welfare e politica estera. Questo libro

    racconta come siamo arrivati fin qui e come si può invertire la rotta. Prefazione di Piero Angela.

    Come può una società signorile essere anche di massa? Con questa paradossale definizione, Luca Ricolfi introduce

    una nuova, forse definitiva, categoria interpretativa, che scardina le idee correnti sulla società in cui viviamo. Oggi,

    per la prima volta nella storia d’Italia, ricorrono insieme tre condizioni: il numero di cittadini che non lavorano ha

    superato ampiamente il numero di cittadini che lavorano; l’accesso ai consumi opulenti ha raggiunto una larga parte

    della popolazione; l’economia è entrata in stagnazione e la produttività è ferma da vent’anni. Questi tre fatti, forse

    sorprendenti ma documentabili dati alla mano, hanno aperto la strada all’affermazione di un tipo nuovo di

    organizzazione sociale, che si regge su tre pilastri: la ricchezza accumulata dai padri, la distruzione di scuola e

    università, un’infrastruttura di stampo para-schiavistico.

    Il libro ricostruisce la presenza e il ruolo del Movimento dei Cristiano Sociali, attivo dal 1993 al 2017, nella vita

    politico-istituzionale e culturale-religiosa italiana. I padri del movimento, Ermanno Gorrieri e Pierre Carniti, con il

    contributo di personalità come Carlo Alfredo Moro e Pietro Scoppola, intesero offrire uno sbocco politico nuovo a

    una presenza sociale e civile di credenti prevalentemente impegnati in organizzazioni come la Cisl, le Acli, l'Azione

    Cattolica, l'Agesci, Confcooperative e nel mondo del volontariato. Dopo la scelta di campo per i Progressisti, alla

    vigilia delle elezioni del 1994, contro l'idea di un centro cattolico equidistante tra i due schieramenti, i Cristiano Sociali

    hanno partecipato da protagonisti all'esperienza dell'Ulivo e hanno contribuito alla costruzione dei Democratici di

    Sinistra, come formazione politica unitaria e plurale della sinistra italiana. In Parlamento, nelle amministrazioni locali

    e nella società hanno svolto un importante ruolo sui temi della pace, del lavoro, delle politiche sociali, della

    sussidiarietà, dello sviluppo del Terzo settore, della famiglia, dei diritti civili, della libertà religiosa e della laicità.

    Hanno dato, infine, un contributo significativo alla fondazione e al consolidamento del Partito Democratico.

    Conseguito lo scopo dell'unità dei riformisti, è maturata la decisione di sciogliere il movimento politico organizzato,

    per proseguire - fino al 2017 - come associazione di cultura politica.

  • Piero Ignazi

    Partito e democrazia

    L'incerto percorso della legittimazione dei partiti

    Editore: Il mulino

    Collana: Collezione di testi e di studi

    Anno edizione: 2019

    Bruno Pittatore

    Cercavo domani

    Dalle Langhe alla Torino industriale

    Editore: Edizioni Visual Grafika

    Collana: Narrativa

    Anno edizione: 2019

    Giorgio Benvenuto, Massimo Di Menna

    1968/69. Quando soffia il vento del cambiamento

    Editore: Bibliotheka Edizioni

    Anno edizione: 2019

    È sotto gli occhi di tutti come i partiti siano ormai poco apprezzati dall’opinione pubblica in quasi tutte le democrazie

    consolidate. Integrando analisi filosofiche, storiche e politologiche, il libro risale alle radici profonde della debole

    legittimazione dei partiti nella nostra società e individua i passaggi cruciali dell’accettazione del partito dal punto di

    vista sia teorico che empirico. I partiti non sono stati in grado di reagire al cambiamento sociale e si sono indirizzati

    verso lo Stato per recuperare risorse che non erano più in grado di trarre dalla società. Divenuti più forti, e anche più

    ricchi, hanno «pagato» la loro presenza pervasiva con un calo di legittimità. Il partito oggi è una sorta di Leviatano

    con i piedi di argilla: molto potente grazie alle risorse che ottiene dallo Stato e all’estensione di pratiche clientelari;

    molto debole in termini di stima e fiducia agli occhi dei cittadini.

    La storia di Bruno Pittatore attraversa tutto il Novecento per arrivare a lambire gli eventi più recenti della storia del

    nostro paese. È la vicenda di un militante comunista originale, che ha iniziato il suo percorso come operaio,

    terminando come imprenditore. Un uomo che ha potuto osservare la politica da diverse angolazioni restando sempre

    dalla stessa parte. Si racconta in questo libro intervista. Ad accompagnare le sue parole, le testimonianze di alcuni

    degli amici che con lui hanno diviso la militanza politica.

    Il racconto del biennio 68-69, oltre ai testi, si sviluppa visualmente attraverso un nastro che corre lungo la parte bassa

    delle pagine dove scorrono, come in una sequenza cinematografica, le immagini evocative di quel periodo. Immagini,

    personaggi e documenti che sono impressi nella nostra memoria. In tema di "vento del cambiamento" in copertina

    '68 e '69 si uniscono a formare un unico logo in movimento, a rappresentare questo periodo di ricerca e

    cambiamento sociale portato avanti da tanti giovani studenti e operai.