emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. i qu qu a...

34
L’U.S.E.F. una associazione che opera da trentotto anni presente in tutto il mondo per la difesa dei tuoi diritti 1/08 Periodico dei Siciliani all’Estero - Anno XXVII - n. 01 2008 E migrazione Siciliana E migrazione Siciliana E In questo numero: Liste e Listini regionali Pizzo: il coraggio di dire no 40 anni fa il terremoto del Belice Sant’Agata: spettacolo e devozione Liste e Listini regionali Pizzo: il coraggio di dire no 40 anni fa il terremoto del Belice Sant’Agata: spettacolo e devozione

Upload: others

Post on 02-Nov-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

L’U.S.E.F.una associazione

che operada trentotto anni

presentein tutto il mondoper la difesadei tuoi diritti

1/08

Periodico dei Siciliani all’Estero - Anno XXVII - n. 01 2008

EmigrazioneSiciliana

EmigrazioneSicilianaE

In questo numero:

Liste e Listini regionaliPizzo: il coraggio di dire no40 anni fa il terremoto del BeliceSant’Agata: spettacolo e devozione

Liste e Listini regionaliPizzo: il coraggio di dire no40 anni fa il terremoto del BeliceSant’Agata: spettacolo e devozione

Page 2: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

1

E

Parunu cazzate... ma su’ cose seriedi Luigi Vayola

CANNOLA AMARIchiddi offerti dal Presidente Cuffaro alla stampa e all’amiciuzzi suoi appenadopo la sentenza che lo cunnanava a cinque anni di carcere e all’interdi-zione dei pubblici uffici per aver compiaciuto un suo amico, amico dimafiosi. La condanna per Cuffaro richiesta era stata di nove anni per con-nivenza esterna con la mafia, ma il tribunale ha cambiato reato e con-danna. Non è che tutto era finuto a tarallucci e vino, ma Cuffaro era ‘napasqua, avìa sutta manu cannola regalati e li offerse a tutti per festeg-giare. Questa festicciola improvvisata ha fatto il giro di tutto il mondotrasmessa in televisione e sui giornali come una pacchianata, una irre-sponsabilità, un fatto di cattivo gusto. Certo non è di tutti festeggiare acannola una tale condanna, ma Cuffaro è fatto accussì. Un Presidente,ora ex, vasa vasa.

2 CANNOLA DUCIA Piana degli Albanesi, cittadina vicino Palermo, da sei anni a feb-braio si fa la Saga del cannolo.Finissimi, un po’ più granni del normale, con ricotta e pasta daricordarsi. Ebbene le festa è cominciata con la gara di chi mangiavapiù cannola in quindici minuti e proseguiva con ventimila cannolaofferti gratuitamente dal comune nei vari bar. Una abbuffata dicannoli da ricordare, una dolcissima saga oramai diventata unaricorrenza tradizionale della città per ospiti e cittadini. Un “gui-ness” quest’anno ha caratterizzato la festa: l’esposizione di un can-nolo di 1.300 kili e lungo 56 metri. Che volete di più?

3 UNA SCOLA PER SEDURREUna scola per sedurre si è aperta a Londra, pensata e organizzata ed aperta da unattore siciliano: Marco Gambino. Basta avere soldi per imparare a superare la timi-dezza del primo approccio, del primo bacio, del primo rapporto... a letto. La scola èaperta per single e sposati, per maschi e femmine, per giovani inesperienti e peranziani efficienti anche se poco aggiornati. Gambino a sapi longa e ti impara a nonbalbettare, ad essere vispo e attraente anche se sei bruttuliddu, a ballare il tango conlo struscio e a strizzare l’occhio con precise intenzioni. Chi meglio di un sicilianopoteva fare sta pensata? Trovare un mezzo accussì spiritoso per fare soldi? Auguri!Se c’è qualche nostro emigrato necessitato ora sapi ‘u fattu e unni iri.

EFoto di copertina:Archivio USEF, 2006Erice: il paesaggio

a cura dell’U.S.E.F.Direttore responsabileAngelo Lauricella

CondirettoriDino Bellafiore

Francesca MessanaLuigi Vayola

M. Angela CacioppoComitato di RedazioneAlessandro BellafioreSalvatore BonuraSara ChianettaMonica Di BellaFederica Sciacca

Corrispondenti dall’esteroSalvatore ArnoneGraziella BivonaLino Capuano

Direzione, Redazione, AmministrazioneEmigrazione Siciliana - USEFVia G. Turrisi Colonna n. 47

90141 PalermoTel. 091/7308410 - Fax 091/6256081

www.usefinternational.orgPresidente

Angelo LauricellaSegretario GeneraleSalvatore Augello

Autorizzazione del Tribunaledi Palermo n. 2 del 30.01.1981

Stampato dallaTipolitografia Luxograph s.r.l.

Piazza Bartolomeoda Messina, 2/e PalermoQuesto periodico aderisce

alla F.U.S.I.E.

In questo numero:

Si apre la crisi di governo di Angelo Lauricella pag. 1

Cuffaro: “dimissioni irrevocabili” di A. Lauricella pag. 4

Come prima, peggio di prima, ma... di Agostino Spataro pag. 6

La faccia nascosta della Sicilia di A. Spataro pag. 8

Ricordare laValle del Belice: 40 anni dopo di Dino Bellafiore pag. 9

Evviva... Il coraggio di dire no di LuigiVayola pag. 10

Le rubricheMondo Flash pag. 12Sicilia Flash pag. 13

Brasile: nuovo impegno per l’USEF di Salvatore Augello pag. 14

Garibaldi, fu vera gloria? di Pasquale Hamel pag. 15

Voto all’estero 2a edizione di Rodolfo Ricci pag. 17

I siciliani candidati al Parlamento di S. Augello pag. 19

La prigionia di Federico di P. Hamel pag. 20

Sant’Agata: tre giorni di magia di Maria Angela Cacioppo pag. 21

Lo spirito pagano del Carnevale pag. 23

VI edizione della Sagra del cannolo a Piana di M. A. Cacioppo pag. 24

Inserto: Siciliani ed Europei nell’interno

Parunu cazzate... ma su’ cose serie in 3a di copertina

SPORTELLO SOCIALE– denunzia redditiMod. Unico/730

– domande pensioni– pratiche varie con INPS ecc.– pagamento I.C.I.– disbrigo certificati vari– mutui prima casa l.r. 55/80– servizio civile– borse di studio per giovani– campeggi e turismo giovani

SPORTELLO IMPRESA– informazione su leggi edincentivi vari

– istruzione pratiche perrichieste finanziamenti

– contatti tra imprenditori

SPORTELLO IMMIGRATI– ricongiungimento familiare– rilascio o rinnovo permessi disoggiorno

– assistenza legale– videoforum, centro lettura– iscrizione Camera Commercio– assistenza fiscale– assistenza sindacale– corsi di lingua e cultura

CONSULENZA ENTILOCALI– contatti con le comunitàall’estero

– gemellaggi– organizzazione scambi– contatti con Enti Locali all’estero– contatti tra operatori economici– organizzazione convegni,mostre, attività culturali

U S E F : I N O S T R I S E R V I Z I

[email protected]@[email protected]@[email protected]@[email protected]@[email protected]

PERCONTATTARCI

4A FESTA DI S. AGATA, CATANIA E A MAFIAsi sono trovanti quest’anno al centro di indagini della polizia e all’atten-zione dei giornali per mafia. La festa grande della Patrona di Catania sicelebra ai primi di febbraio ed è una delle feste patronali più belle e piùsentite della Sicilia: a Catania mobilita l’intera città, decine e decine dimigliaia di cittadini devoti e non, turisti e di conseguenza commerci,affari, attività produttive varie. Ma già la stessa festa è un affare di grossorilievo per introiti diretti, sovvenzioni pubbliche, spese. Si murmuriache la mafia catanese ne abbia oramai il diretto controllo e che la stessaorganizzazione della festa – percorsi cittadini, fermate, confraternite chetrasportano la vara, carusi che gridano – siano in mano della mafia alpunto che davanti a... certi palazzi abitati da capi mafiosi la proces-sione si ferma, si fanno benedizioni e i “i santuna” si inchinano.Accussì si dici… Si viri che a Catania si sono scurdati u proverbio“scherza coi fanti e lascia stare i santi”.

Page 3: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

LLa sfiducia del Senato ha chiusol’esperienza del governo Prodidopo poco più di un anno e

mezzo ed ha posto fine alla 15°Legislatura.Il 13 e 14 Aprile gli italiani sarannochiamati alle urne per eleggere unnuovo Parlamento.Sono stati vissuti intensamente imesi della durata del governo Prodisegnati da successi della politica eco-nomica e dall’avvio del risanamentodel paese, fino a meritare gli elogi delsupervisore europeo sulle economienazionali, lo spagnolo Almunia.Prodi ha fatto passi avanti nellapolitica fiscale che ha portato almiglioramento delle entrate conuna efficace lotta alla evasionefiscale, nella politica sociale conl’aumento delle pensioni minime el’assegno agli incapienti, con lafirma dei contratti del pubblicoimpiego e con l’azione che ha age-volato l’accordo industriali-sinda-cati nei vari settori, in particolare,il contratto dei metal meccanici.Con il Governo Prodi sono stateintrodotte misure per l’occupazionegiovanile e femminile e per lo svi-luppo per il mezzogiorno e con lariduzione del cuneo fiscale sonostate concesse agevolazioni alleindustrie e contemporaneamente siè elevato il reddito operaio (anche

se in misura insufficiente, infatti, ilgoverno stesso aveva nei suoi pro-grammi un aumento dei salari e deiredditi di lavoro); quasi un mira-colo se si pensa che tutto ciò è statoottenuto senza gravare eccessiva-mente sulle tasse ma incalzandol’evasione fiscale. Successi ottenutinel rispetto dei parametri fissatidall’unione europea.Inoltre, successi sono stati ottenutinel commercio con l’estero; Il nostropaese ha ripreso il suo posto nelmondo con una politica estera chelo propone come protagonista nellascena mediterranea nel rispettodelle alleanze e degli impegni presinelle sedi internazionali. In questoquadro va segnalato il ritiro delletruppe dal conflitto iracheno in cuiimprovvidamente si era lanciato ilprecedente governo Berlusconi, dalnuovo impegno di direzione dellamissione di pace ONU in Libano edal successo in sede ONU della inizia-tiva contro la pena di morte, che l’I-talia porta avanti con coerenza daanni e che per la prima volta è statacoronata dal successo di un votomaggioritario dell’assemblea delleNazioni Unite che ha messo inminoranza e fuori dalla legalitàinternazionale la pena di morte.Ma l’esperienza del governo Prodiè stata anche segnata dalle polemi-

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

1

Si apre la crisi di governodi Angelo Lauricella

Prodi sconfitto in Senato, non passa la fiducia: 161 a 156

Il discorso con cui il Premier chiede il voto di fiducia

Dimissioni di Prodi,ecco che cosa dicela stampa straniera

Degli stessi autoriRoma, 22 febbraio (Adnkronos)‘Prodi si dimette dopo aver persosul voto cruciale sulla politicaestera’, ‘Prodi lascia dopo il votosull’Afghanistan’, ‘Prodi costrettoa dimettersi dopo la rivolta delSenato sui suoi rapporti con gliStati Uniti’: sono alcuni dei titolisulla crisi di governo in Italia dellastampa straniera, che si interrogasui prossimi sviluppi politici,azzarda previsioni – Prodi-bis,Amato premier o ritorno di Berlu-sconi – e denuncia il ritorno alla“cronica instabilità politica”.FINANCIAL TIMES: Il quoti-diano britannico apre con la noti-zia delle dimissioni del presidentedel Consiglio, costretto a lasciarea causa dell’incapacità a convin-cere i comunisti e la sinistra radi-cale della sua coalizione a sosteneredue punti chiave della sua poli-tica estera e di difesa: la determi-nazione a mantenere le truppe inAfghanistan e la decisione di per-mettere l’allargamento della baseamericana di Vicenza”. Secondo ilFt, le opzioni possibili adessosono “la formazione di un nuovogoverno Prodi, la creazione di ungoverno di centrosinistra senza dilui, l’emergere di un governodominato dai centristi con l’inclu-sione di politici moderati dell’op-posizione ed elezioni anticipate”.TIMES: “Romano Prodi si èdimesso dopo soli nove mesi algoverno per aver perso un votoparlamentare cruciale sui pilastrifiloamericani della politica esteradel suo governo di centrosinistra”.NEW YORK TIMES: “Il fragilegoverno italiano si è improvvisa-mente spezzato ieri, sotto il pesodelle sue stesse divisioni interne edell’ampio scetticismo sul ruoloeuropeo nella lotta mondiale con-tro il terrorismo”. In una corri-spondenza a Roma a firma IanFischer, il quotidiano americanosottolinea come “la caduta delgoverno rifletta la sua debolezzacongenita”, segnalando un possi-bile ritorno “alla cronica instabilitàpolitica”. “Ci sono molti scenari su

continua a pagina 2

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 1

Page 4: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

2

che continue tra le forze della suavariegata maggioranza che si sonofronteggiate per tutta la fase dellavita del governo sugli argomentiche li hanno divisi. Come nonricordare la polemica sui DICO el’iter inglorioso del disegno di leggegovernativo che portava il nomedelle ministre Bindi e Polastrini, undisegno di legge che di per sé eraun errore politico per il solo fattoche veniva avviata una iniziativa digoverno su materie di esclusivacompetenza parlamentare se nonaltro per il carattere trasversaledella materia tra le forze politiche.Ancora la polemica sulle missioniinternazionali per cui ad ogni rin-novo del finanziamento si è assistitoalla presa di posizione contrarie allasinistra radicale che alla fine votavaa favore ma con defezioni al suointerno, defezioni a cui essa stessaaveva dato dignità con le argomen-tazioni portate nel dibattito cosìRossi e Turigliatto prendevanostrade diverse dalla maggioranza.Altra materia di contrasto è stata lapolitica sociale, Rifondazione eComunisti Italiani si sono schieraticontro il contratto dei metal mec-canici, approvato a larga maggio-ranza dagli stessi operai e control’aumento delle pensioni, a lorodire insufficiente senza rifletteresul fatto che si decideva unaumento delle pensioni, quellopossibile, e non la penalizzazione.La stessa eliminazione dello scaloneintrodotto dal centrodestra ha acuitoi contrasti nella maggioranza trasinistra radicale e il resto della coali-zione ma gli scontri e le polemichepiù dure si sono registrate nel set-tore della giustizia, dove erano statiraccolti successi con il ribaltamentodelle norme introdotte dal governoBerlusconi che limitavano l’azionedel pubblico ministero con l’intro-duzione della incompatibilità dei PMcon il ruolo giudicante.

Nella politica giudiziaria le polemi-che sono iniziate con l’indultovotato da quasi tutte le forze politi-che ma rimasto senza padri, chinon ricorda le prese di posizionedel ministro Di Pietro e le sue pole-miche con il ministro Mastella chesono proseguite per tutta la legisla-tura su ogni argomento in discus-sione e su tutta l’attività delministero fino al fatto dirompenteche ha provocato la caduta delgoverno l’azione della magistraturacasertana che ha messo sottoinchiesta tutta la classe dirigentedell’ UDER compreso il ministrodella giustizia la cui moglie è statamessa agli arresti domiciliari.Rimane tuttora oscuro il motivoper cui Mastella ha deciso di rea-gire all’azione dei giudici della suaRegione mettendo in crisi ilgoverno Prodi e la maggioranzache unitariamente gli aveva datosolidarietà.A questo quadro va aggiunta lavicenda Dini che è uscito con unaltro senatore dalla maggioranzaed ha votato contro il governodopo che la moglie è stata indagataper bancarotta.Possiamo dire che il governo Prodianche per la sua azione di Governocondotta con efficacia e competenzada tutti (o quasi) i suoi numerosicomponenti meritava di cadere permotivi più nobili legati alla sua poli-tica ed alla sua azione di governoche non per le vicende private diMastella e Dini. Eppure è stato così,al Senato, dove Prodi si è intestar-dito ad andare per chiedere la fidu-cia con un atto che ha chiuso lalegislatura, dopo De Gregorio, Turi-gliatto, Mastella e Barbato (Cusu-mano ha votato per il Governo),Dini ed il suo gruppo con ultimoFisichella hanno provocato la finedella legislatura con il loro voto con-trario. Il centrodestra che aveva piùvolte proposto un governo digrande coalizione mettendo daparte ogni parvenza di spirito diservizio si è messo di traverso con-tro ogni possibilità di aiutare la for-mazione di un nuovo governonegando addirittura al capo delloStato che aveva incaricato a questofine il Presidente Marini la possibi-lità di una convergenza per cam-biare la legge elettorale, una leggesbagliata che non ha assicurato lagovernabilità del paese.

quello che succederà - azzarda il NYTimes - e una possibilità, anche senon immediata, è il ritorno al poteredi Silvio Berlusconi, l’unico primoministro a essere rimasto in carica percinque anni”. Ma perché si realizziquesta ipotesi, “ci dovrebbero esserenuove elezioni”, osserva ancora ilquotidiano, rilevando come il vero“punto debole” dell’attuale coalizioneal governo composta da nove partiti,“dai cattolici moderati ai comunisti”,sia la “politica estera”.WASHINGTON POST: “Dopo ap-pena nove mesi a capo di un governovacillante, il premier Romano Prodiha offerto le sue dimissioni avendoperso un voto parlamentare crucialesulla politica estera del governo”. Ilvoto al Senato, sottolinea il quoti-diano americano, “conferma la deli-cata natura del disparato gruppo dialleati politici” alla base del governoProdi, “una fragilità evidente sindalla risicata vittoria della coalizionelo scorso aprile”. Il ’Washington Post’osserva quindi che il ministro degliEsteri Massimo “D’Alema aveva cer-cato di tenere a freno la sinistradichiarando che il mancato raggiun-gimento della maggioranza su untema così cruciale avrebbe mandatoil governo a casa”.WASHINGTON TIMES: “Il premierRomano Prodi si è dimesso ieri dopoche i senatori antiamericani che chie-dono il ritiro delle truppe italiane dal-l’Afghanistan non hanno sostenuto ilgoverno di centrosinistra, facendoesplodere un’inattesa crisi politica”. Ilquotidiano conservatore americanoricorda come sin dal suo insediamento“il governo è finito sotto pressione daparte dell’ala di sinistra antiamericanasu una moltitudine di temi di politicaestera”, provocando tensioni tra Romae Washington. “D’Alema, un excomunista - scrive il ’WashingtonTimes’ - è di recente andato su tutte lefurie quando l’ambasciatore ameri-cano ed altri di stanza a Roma hannopubblicato una lettera aperta agli ita-liani sottolineando l’importanza delletruppe italiane in Afghanistan”. Eancora il giornale ricorda “le pressionidei magistrati di Milano” sulla richie-sta di estradizione di 26 agenti dellaCia coinvolti nel rapimento di AbuOmar e le critiche di Prodi e D’Alemaai raid in Somalia e all’aumento delletruppe in Iraq deciso dal presidenteGeorge W. Bush.EL PAIS: Il governo di RomanoProdi “ha ricevuto un colpo mortale

Scatti dall’aula dei deputati

segue da pagina 1

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 2

Page 5: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

3

dopo aver perso al Senato un votosulla politica estera: la presenza delletruppe italiane in Afghanistan e lerelazioni con gli Stati Uniti sono lecause della caduta dell’esecutivo”,scrive il quotidiano spagnolo, chededica un’intera pagina alla crisi poli-tica italiana e un editoriale intitolato’Verso un Prodi bis?’. Un nuovo ese-cutivo guidato dal ’Professore’, “nellamigliore tradizione italiana, permette-rebbe di evitare la convocazione dinuove elezioni”.LIBERATION: “La sinistra radicalefa cadere il governo”, titola il quoti-diano francese, che osserva comeormai “da molte settimane, l’esecu-tivo composito formato da nove par-titi che vanno dai democristianiall’estrema sinistra cominista hamoltiplicato le scaramucce e i litigisia sui Pacs che sulla politica estera”.LE FIGARO: “Il governo di RomanoProdi è caduto ieri, battuto su un votocruciale di politica estera”, scrive il quo-tidiano francese, secondo cui “laminaccia di elezioni anticipate ventilatadal ministro degli Esteri Massimo D’A-lema non ha intimorito i recalcitranti”.SCARSO RISALTO SULLA STAM-PA ARABA: È molto limitato lo spa-zio dedicato oggi dai giornali arabialla crisi di governo in corso in Italiae alle dimissioni del presidente delConsiglio, Romano Prodi. I due piùimportanti quotidiani della regione,’al-Sharq al-Awsat’ e ’al-Hayat’, igno-rano la notizia nelle loro primepagine, mentre solo il quotidiano ’al-Quds al-Arabi’, diretto da Abdel BariAtwan, informa i lettori di quantoaccaduto ieri al Senato in primapagina con una notizia dal titolo ’Si èdimesso il presidente del Consiglioitaliano’, cui fa seguito una piccolanota di agenzia. Lo stesso titolo e lastessa notizia viene pubblicata nellepagine interne del quotidiano saudita’al-Watan’, mentre maggiore spazioalla crisi di governo in Italia vienededicata dal giornale libanese ’al-Safir’che nelle pagine degli Esteri titola ’Ilgoverno italiano si dimette rispet-tando le richieste dell’opposizione’.Spazio maggiore ha invece trovato lanotizia nei telegiornali delle emit-tenti arabe come la tv del Qatar ’al-Jazeera’, che ha inserito il serviziosulle dimissioni di Prodi tra le primenotizie del suo tg senza però aggiun-gere alcun commento.http://www.adnkronos.com/

Forum

rivoluzione politica che componeuna grande forza parlamentaredopo la scomposizione dell’U-nione tra Pd, Radicali IDV e Sini-stra Radicale che presenta unapropria lista con Fausto Bertinotticandidato a capo del governo ed isocialisti che correndo da solirischiano di uscire dal Parlamento.Questi profondi cambiamenti nelcentrosinistra hanno finito perinvestire anche il centrodestra.Berlusconi e Fini che prima erano indisaccordo con la formazione di ununico partito di centrodestra hannoimprovvisamente ritrovato l’accordoe deciso di presentare un unica listaalleata alla lista della lega nord ed aquella del MPA di Raffaele Lom-bardo ed hanno negato all’UDC lapossibilità di presentare proprie liste.Visto il rifiuto dell’UDC di entrarenella lista unica Berlusconi e Finihanno rotto con il partito di Casiniche (a quanto pare) presenterà sueliste assieme alla rosa bianca diPezzotta, Tabacci e Baccini.In questo caso la necessità di supe-rare gli sbarramenti hanno spintoCasini e la Rosa Bianca a superare icontrasti che fino a poco tempoprima li avevano divisi.Quindi, anche con la vigente leggeelettorale si va verso una competi-zione di tipo nuovo che prefigurauna semplificazione del sistemapolitico italiano. Vengono isolati ipiccoli partiti che finora hannocondizionato ogni scelta con il loropotere di interdizione.Il merito di tutto ciò va a Veltroniche si è imposto dentro il PD conscelte che alla fine hanno smossotutto il sistema politico.Nella campagna elettorale avremoin campo quattro schieramenti ilPD, il PPL, la Cosa Rossa e l’UDC piùla Rosa Bianca con quattro aspirantileaders ma la vera corsa sarà tra PDe Ppl, tra Veltroni e Berlusconi.La destra è data finora per vincentema i sondaggi danno Veltroni inforte rimonta, la forte spinta al rin-novamento delle liste del PD, l’in-novazione di un programma snelloe comprensibile la capacità comu-nicativa di Veltroni mettono il PDin condizione di realizzare un forterecupero fino ad rendere possibileun suo successo elettorale.Un forte segnale di discontinuitàcon la politica del passato che, secompresa dagli elettori, può fare ladifferenza.

Sarebbero bastati un paio di mesiin più per andare al voto con unalegge elettorale più adeguata.Perfino Pier Ferdinando Casini cheaveva fatto del governo istituzio-nale la proposta politica dell’ UDCha chiuso le porte nel tentativo dirientrare nell’alleanza di centrode-stra nella corsa elettorale.Ci è sembrata comica questa ritro-vata unità tra le forze della giàdemolita casa delle libertà da unBerlusconi in corsa verso la costru-zione del nuovo partito dellalibertà con un proclama pieno diinsulti ai suoi alleati dopo le rispo-ste a muso duro di Fini, Casini, deileghisti che avevano dichiarato afine Gennaio che mai lo avrebberoseguito nel nuovo partito.Sembrava che si stesse avviandouna nuova fase politica in cui leforze della Casa della Libertà sisarebbero scontrate fra di loro manon avevano previsto e non pote-vamo prevedere che anche il centro-destra sarebbe stato investito daicambiamenti che la segreteria Vel-troni stava apportando nel partitodemocratico, avrebbero avuto ancheforti ripercussioni nel centrodestraoltre che nel centrosinistra.Malgrado i risultati del GovernoProdi certamente migliori rispettoal governo Berlusconi, le polemi-che tra le forze politiche governa-tive hanno determinato il rigettodegli elettori, per questo motivo frai dirigenti del PD ed in particolareper iniziativa del segretario Veltronisi è affermata l’idea di presentare ilpartito da solo alle elezioni per sfi-dare tutto il centrodestra.Meglio rischiare una sconfitta cheripresentarsi con tutti i pericolidella ingovernabilità e della provvi-sorietà per questo il PD ha deciso diproporre un programma che pre-senterà agli elettori e su questo harealizzato un accordo con Italia deiValori del ministro Di Pietro, chepresenterà una lista accanto allalista del PD, e con i radicali cheentreranno nella lista del PD (que-sti ultimi sono arrivati all’idea del-l’accordo con il PD dopo un soffertodibattito interno, parallelo alla trat-tativa in cui hanno insistito perottenere lo stesso trattamento riser-vato a Di Pietro e quindi avere lapossibilità di presentare loro liste).Dopo le elezioni PD, Radicali IDVformeranno un unico gruppo par-lamentare, una vera e propria

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 3

Page 6: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

4

PProbabilmente quando i lettoriavranno tra le mani questonumero di “Emigrazione Sici-

liana” il congresso dell’USEF saràiniziato (o forse concluso) e la Sici-lia sarà in campagna elettorale coni candidati alla Presidenza dellaRegione in campo.Oggi, invece, mentre provo a mettereper iscritto queste riflessioni in Siciliaè crisi politica: il Governatore Salva-tore Cuffaro si è dimesso dalla caricaperché condannato a cinque anni peravere aiutato (inconsapevolmente?)alcuni mafiosi e per avere passatoloro informazioni riservate sulleindagini che la magistratura stavaconducendo contro di loro fino adinformarli che le loro conversazionierano ascoltate dalla polizia conintercettazioni ambientali.Per la verità il Presidente Cuffarosubito dopo il pronunciamentodella sentenza in primo grado, chetra l’altro prevede anche l’interdi-zione perpetua dai pubblici uffici,aveva cercato di fare buon viso ecattiva sorte ed addirittura avevaabbozzato un mini festino con icannoli che qualche amico gli avevaportato dalla Provincia di Agrigento.Intendeva in questo modo metterein evidenza che, tra le accuse chela Procura della Repubblica gliaveva mosso, il Collegio Giudi-cante aveva cassato l’appartenenzaa cosa nostra condannandolo soloper il favoreggiamento a singoliappartenenti alla mafia.Con queste motivazioni ha cercatodi mantenere la carica di governo,ma alla fine ha dovuto cedere alledimissioni che gli venivano richiesteda più parti, compreso alcuni settoridella sua maggioranza, quando gli èstato comunicato che il Governo loavrebbe sospeso dalla carica inosservanza delle leggi in materia.Si chiude, così, ingloriosamente l’e-popea Cuffariana iniziata al fiancodi Calogero Mannino, allora Mini-stro ed influente dirigente della DC,coronata dal successo di diversecandidature all’ARS dove è rimastoininterrottamente con incarichi diGoverno anche quando la maggio-ranza di centro-destra si è sgreto-

lata e sono stati formati governi dicentrosinistra, compreso il GovernoCapodicasa in cui Cuffaro era asses-sore all’Agricoltura, per proseguirel’ascesa con la vittoria su LeolucaOrlando nelle elezioni del 2001 chelo ha consacrato leader del centro-destra in Sicilia.Cuffaro si era candidato con suc-cesso alle elezioni europee 2004rinunciando a favore di SalvatoreLombardo per rimanere al governodella Regione e nel 2006, malgradofosse già indiziato per i reati per iquali oggi è stato condannato. Si èricandidato alla Presidenza dellaRegione ed ancora una volta èstato eletto contro Rita Borsellino.Oggi dopo la condanna e le sue tar-dive dimissioni che provocano loscioglimento dell’Assemblea Regio-nale Siciliana subisce la sospensioneche il Governo Prodi (dimissionatodalla sfiducia del Senato) ha volutoo dovuto, per legge, infliggergli.Naturalmente a nulla vale il ricorsoche la giunta regionale ha inoltratoalla Corte Costituzionale contro lasospensione di Cuffaro visto che perla prima volta della storia siciliana siarriva a causa delle dimissioni di unPresidente alla scioglimento del-l’ARS mentre si apre una crisi checon la politica ha poco a che fare.Parlo di una crisi estranea alla poli-tica in quanto a costringere la Siciliaalla crisi ed al conseguente vuoto diGoverno non è stato un atto di sfidu-cia del Parlamento Siciliano (come èavvenuto per il Governo Prodi) né ladissociazione di una delle forze poli-tiche della maggioranza, né il disac-cordo sull’impianto programmaticodel Governo ma un atto della magi-stratura a conclusione di un processodurato anni ed iniziato prima delleelezioni del 2006.Di ciò sarà necessario riflettere per-ché non si ricada in futuro in similisituazioni.La vicenda Cuffaro offre la migliorerisposta ad un certo garantismo checontinua a sostenere che la presun-zione di innocenza va mantenutaper tutte le fasi del giudizio ancheper coloro che ricoprono delicatiincarichi di Governo in istituti ed

enti pubblici e che per questo deb-bono potere continuare a gestire glistessi fino a che non subiranno unacondanna definitiva.Costoro antepongono il diritto diun singolo che va garantito e salva-guardato al diritto di intere comu-nità o di società pubbliche di esseretenute al riparo dalle conseguenzeche un indagato o peggio un con-dannato può apportare alle stessecontro il pubblico interesse.Se non vi è sensibilità nel singolointeressato a difendersi da unaaccusa infamante, come quelleopposte a Cuffaro, per preservareuna Istituzione come la Regione Sici-liana, deve intervenire una regolache vieti la candidatura ad incarchidi prima responsabilità quali la Presi-denza della Regione, della Provinciao a Sindaco di un Comune a personeindagate o sotto processo per reatiche prevedano la decadenza o l’in-terdizione dai pubblici uffici.Va affermata una regola politicache metta al centro l’interesse pub-blico; ciò dovrebbe essere nel patri-monio culturale di ogni politico ela stessa attività politica deveessere condotta con spirito di servi-zio e sospesa quando il servizio allasocietà non può essere reso nellemigliori condizioni. In ogni casomai una carica pubblica deve poterdiventare lo scudo protettivo dauna indagine della magistratura.Hanno finito per annoiarci, anzi

Cuffaro: “dimissioni irrevocabili”

Si apre ufficiosamente la campagna elettoraledi Angelo Lauricella

Cuffaro lascia: dimissioni irrevocabili

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 4

Page 7: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

5

campo contro la mafia a sostegnodelle forze dell’ordine e della magi-stratura; è questa la più granderisorsa della Sicilia, i siciliani one-sti, i lavoratori, gli imprenditori etutti coloro che non accettano disubire la mafia e il sottosviluppo esi ribellano al pizzo dando fiduciaalle istituzioni.Penso alle associazione degliimprenditori che hanno deciso dinon accettare nelle loro file coloroche sottostanno alla regola mafiosadel pizzo, questa scelta risaltaancora di più di fronte al compor-tamento di un Presidente condan-nato per avere favorito dei mafiosiche ha cercato di resistere nel per-manere nella carica di Governo.Penso agli artigiani, ai coltivatoridiretti, agli operai ai braccianti chereggono settori economici impor-tanti malgrado l’abbandono dellaRegione, agli studenti semprepronti a scendere in campo accantoai lavoratori e contro la mafia, agliintellettuali al personale inse-gnante, a quello sanitario che tienein vita un settore pubblico vitale,mentre i Governi favoriscono certiprivati (Aiello).Penso anche al tentativo di rinno-vare la politica che si è espressocon l’impegnio di Rita Borsellino econ la nascita del Partito Democra-tico che mette in campo nuovigruppi dirigenti per una nuovapolitica.Forze importanti che dovrannoimpegnarsi per ridare la speranzadi un futuro alla Sicilia, per libe-rarla dalle incrostazioni del vec-chio sistema, per avviare unrinnovamento nella gestione dellacosa pubblica, per ricollocare laSicilia nel posto che le spetta, trale Regioni meridionali, quelle chevogliono cambiare una vecchiastoria e non si rassegnano aseguire il destino inesorabile diuna condanna divina che non c’è,nell’Italia e in Europa per chiederenuove politiche per il suo sviluppoe per quello del mezzogiorno e delmediterraneo nell’approssimarsidel 2010 e dell’avvio del liberoscambio tra l’Europa e i paesi delMediterraneo, che potrà darle unnuovo spazio nei processi di svi-luppo futuri se una politica di pacerenderà ciò praticabile.La Sicilia del dopo Cuffaro ha unagrande occasione di cambiamento.

grare i migliori e più intraprendenti,debole per la mancata o cattiva uti-lizzazione dei fondi nazionale odeuropei, situazione che peggioreràcon la crisi Regionale e Nazionale,debole per le sue reti infrastrutturaliinsufficienti ed incompleti per i ser-vizi pubblici da terzo mondo, peruna burocrazia lenta ed asfissianteche ritarda quando non blocca ogniimpeto imprenditoriale che ancoraresiste, debole per il progressivoimpoverimento etico e culturale diuna classe politica che ha quasirinunciato al dibattito e al confrontodelle idee e dei programmi, che pre-ferisce lo scontro di fazioni al dibat-tito nelle sedi della politica nellepiazze e nelle istituzioni, e viadicendo...A questa Sicilia oggi si chiede diinvertire la rotta, di scrollarsi leremore che l’hanno bloccata e cheoggi la paralizzano, di impegnarsinel cambiamento per costruire unaalternativa alla cattiva politica, allacompromissione con la mafia, alclientelismo che occupa le risorseper ripartirle a proprio piacimentoescludendo il diritto dei cittadinionesti, per ripartire con chi vuolescommettere per il suo rilancioeconomico, politico e morale.Esistono in Sicilia forze attive chepossono diventare il motore di uncambiamento nel segno del pro-gresso: in primo luogo i cittadiniche in questi anni sono scesi in

ci hanno indignato i discorsi dicoloro che reagiscono alle inda-gini giudiziarie esibendo un soste-gno popolare che a loro pareredebba garantirgli una specie diimmunità che altri cittadini nonpossono avere.L’essenza del Cuffarismo è statauna esasperazione della occupa-zione delle cariche di Governodella cosa pubblica che avevamoconosciuto con i governi democri-stiani, che piega ad interessi politicie di parte l’utilizzo del Governo edelle risorse della società.Oggi, alla prova di una campagnaelettorale per il Governo dellaRegione non prevista e non volutadai siciliani arriva una Siciliadebole: debole per l’occupazione eper lo spreco delle sue risorse fago-citate da una macchina clientelareche ha alimentato i gruppi di poteree non ha investito sullo sviluppo,debole per la collusione di partedella classe dirigente con il poteremafioso che ha potuto arricchirsigovernando ampi settori dell’eco-nomia, in particolare dei servizipubblici, debole per l’immaginenegativa che la compromissione deigoverni con la mafia, ultimo Cuf-faro, ha proiettato nel mondo sco-raggiando ogni investimentodell’imprenditoria nazionale o stra-niera in Sicilia, debole per la disoc-cupazione dei giovani e delle donneche ha costretto e costringe ad emi-

Segesta: il tempio visto da lontano

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 5

Page 8: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

Scorrendo la miriade di liste (elistini) presentate per il rinnovodell’Assemblea regionale sicilianala sensazioni più evidente è quelladi un arrivismo senza limiti, con-trabbandato per protagonismo.Si è scatenato una sorta di “deliriocompetitivo” che ha messo a soq-quadro la vecchia politica sicilianae non lascia presagire nulla dibuono.A memoria d’uomo, non si ricordauna corsa così furiosa, sfrenata allacandidatura.In questi giorni, ne abbiamo vistodi tutti i colori: dalla moltiplica-zione delle liste per offrire rifugioa transfughi di varia e contrappo-sta tendenza politica a cambi dicasacca davvero clamorosi quantosconci. Dai “recuperi” in extremisdi candidati esclusi a gente chelascia un partito per un altro e cheritorna al primo come se nullafosse.Dalla resurrezione di vecchie caria-tidi della politica ad amici e parentiin sostituzioni di leader ritirati odiversamente collocati, ecc.Ma dove li porterà questa follecorsa?Molti pensano verso il “potere”.Ma oggi l’Ars rappresenta, custodi-sce un vero potere?Parrebbe proprio di no. L’Assem-blea, infatti, è veramente messamale poiché è stata svuotata dellesue funzioni e prerogative istitu-

zionali. Lontana dai bisogni e dallarealtà pulsante dell’Isola, l’Arsvivacchia alla giornata, ha rinun-ciato – di fatto – ad esercitare ipoteri attribuitile dalla Costitu-zione.Per loro stessa ammissione, ideputati regionali – soprattutto daquando c’è l’elezione diretta delgovernatore – si barcamenano frafrustrazioni esistenziali e ricercadel compromesso al ribasso, senzanemmeno riuscire ad esercitare ilnecessario controllo sull’attivitàdella giunta e dell’amministra-zione.Una condizione un po’ grama che,certo, non può essere assimilataall’idea di un potere arrogante etenebroso che, da tempo, si è tra-sferito fuori delle istituzioni.Spiace rilevarlo, ma l’impressioneche i siciliani hanno dell’Ars èquella di un organismo agoniz-zante, dove si va, o si aspira d’an-dare, perché attratti dagli emo-lumenti.È auspicabile che tale impressionevenga smentita, coi fatti, nelleprossima legislatura. Anche se lacrisi è grave, tuttavia la tendenzapotrebbe essere fermata e invertita.A condizione che le cose cambino,per davvero, in direzione di unariforma della politica regionale,degli indirizzi programmatici e deimetodi di governo. Pre-condizionedi ciò è il ricambio, il più ampiopossibile, delle delegazioni parla-mentari.Le forze politiche invece, hannoriproposto quasi per intero il parla-mento regionale uscente, trannealcuni che si sono trasferiti nellepiù comode testate di lista per lenazionali.I partiti non hanno avuto coraggioo forse sono in mano dei parla-mentari.Anche per le regionali, dunque,non c’è corrispondenza fra le can-didature proposte e le attese dicambiamento provenienti da vastisettori della società, in primo luogodal mondo giovanile e imprendito-riale.Soprattutto le forze del centro-

Come prima, peggio di prima, ma...di Agostino Spataro

Liste regionali

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

6

Ecco lo spotdi Anna FinocchiaroFinocchiaro: non sapevo cheLombardo fosse duro d’orecchi.“Leggo sui giornali siciliani che Lom-bardo non vuole confrontarsi pubblica-mente con me perché non avreispiegato bene il mio programma. Iopenso di averlo fatto bene e nonsapevo che Lombardo fosse duro d’o-recchi”. “A Lombardo dico solamente -continua Anna Finocchiaro - ‘U meg-ghiu suddu è chiddu ca non voli sentiri’“.

In Sicilia voto per centrosinistraè utile perchè serve all’Italia.“Il voto in Sicilia per la coalizione delcentrosinistra è certamente un votoutile perché non serve solo alla Sicilia,ma all’Italia, perché è la competitivitàanche di quella regione che è aiuta ilresto del paese”. “Bisogna anche consi-derare che la cartina geografica si ècapovolta, e oggi sono i Sud delmondo che comandano e mi chiedo sel’Italia e l’europa non abbiano tuttol’interesse a considerare la Sicilia comeprima regione d’Europa, piuttostocome ultima provincia”.

La questione Ponte di Messina èstata ideologizzata.Ponte sullo Stretto di Messina sì o no?Per Anna Finocchiaro, “la questione èstata troppo caricata simbolicamente eanche ideologizzata”. Intervenuta a‘Omnibus’ de La7, il capogruppo alSenato del Pd ha ribadito, ancora unavolta, che “il Ponte sullo Stretto non èprioritario”, anche perché, “andandoin giro per la Sicilia - ha spiegato - nonme lo chiede nessuno”. Poi ha sottoli-neato che le “priorità sono ben altre:le ferrovie, ad esempio. “Hanno unsolo binario che corre lungo il perime-tro dell’isola”.E ha aggiunto: “Da Siracusa ad Agri-gento, il treno ci impiega sette ore edieci, e da Siracusa a Palermo undiciore. Pensiamo a un turista inglese chevuole andare da Siracusa ad Agri-gento”. Non solo. “Le sagome dellenostre gallerie ferroviarie non permet-tono di fare passare i container”. E haribadito “la situazione stradale disa-strosa”. Insomma, “i siciliani non me

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 6

Page 9: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

7

destra sembrano arroccate su posi-zioni di mera conservazione delpotere acquisito e del blocco domi-nante che lo ha gestito.Anzi, per meglio conservarlo,hanno promosso scandalose cam-pagne-acquisti che hanno appe-santito la situazione. Peggio dicome hanno fatto per le listenazionali. Ma in questo caso – equi sta la differenza fra le due con-sultazione – la selezione è possi-bile: quello che non hanno fatto ipartiti lo possono fare gli elettori,col voto di preferenza che la leggeelettorale regionale consente.Per altro, fra i quasi mille candidatice n’è sicuramente una partedotata delle necessarie qualitàmorali e politiche per assolvere adun compito così impegnativo.Si tratta d’individuarli fra i tantianche se, visti l’affollamento e laconfusione, la scelta non è agevole.L’elettore dovrà, perciò, usare inmaniera mirata l’arma della pre-ferenza penalizzando i voltagab-bana di qualsiasi colore politico,poiché sono loro l’aspetto piùdegenerante della democrazia, epremiando i candidati coerenti ecompetenti.Ancor più facile sarà scegliere fra i

lo chiedono il Ponte sullo Stretto diMessina, quindi non mi pare affattoprioritario“.

Perchè Expo approdi in Siciliaservono classi dirigenti credibili.“Io sono contenta per Milano e credoche questo sia il momento di provaresolo soddisfazione ed orgoglio perchéuna città italiana si è finalmente aggiu-dicata l’Expo”. “Io sono convinta che sipossa lavorare perché in futuro l’Expopossa approdare in Sicilia - sottolineaAnna Finocchiaro - Ma perché ciòaccada è necessario creare nell’Isolacondizioni di crescita e sviluppo e dicredibilità delle classi dirigenti. Cosa hafatto la Destra di Cuffaro e di Lom-bardo, la Destra che nell’Isola governada sempre, per creare queste condi-zioni? Non è certo utilizzando solo il57 per cento dei fondi europei o usan-doli per corsi di formazione fantasma,finiti nel mirino della Corte dei Conti,che si avvicina la Sicilia al resto dell’I-talia. La logica di contrapposizione traNord e Sud che traspare dalle parole diLombardo non mi convince. Credosarebbero più utili dieci anni di buongoverno trasparente ed efficiente percreare le condizioni di affidabilità chemettano la Sicilia in condizioni di com-petere e di diventare finalmente unaRegione d’Europa.

Dobbiamo fare crescere “dritta”la Sicilia“Credo che in Sicilia ci sia la volonta’di rompere con la politica ‘patrigna’ edi affermare un modello di politica chesi prenda cura della Sicilia, come unamadre siciliana che si prende cura,non di una bambina ma di un’adole-scente che ha bisogno di crescere e,soprattutto, di crescere ‘dritta’, comeogni buona madre desidera per lafiglia”. È l’immagine che evoca AnnaFinocchiaro.“La madre è l’archetipo che in Siciliada sempre ha dominato simbolica-mente la sua cultura, addirittura gia’prima della civilta’ e delle divinita’greche - spiega la Finocchiaro- Per-sino il vulcano Etna, da noi, è femmi-nile ed è chiamato semplicemente: ‘amuntagna. È la forza del cosiddettomatriarcato che, seppure non sullascena pubblica, governava vera-mente nell’isola”.

candidati a presidente dellaregione, giacché sono più ricono-scibili i loro profili politici e pro-grammatici. Di fatto, l’opzione siriduce fra Raffaele Lombardo (cen-tro-destra) che rappresenta, eripropone, il vecchio meccanismodi potere e Anna Finocchiaro (cen-tro-sinistra) che più spinge verso ilcambiamento e la riforma dellaregione.Leggeremo i rispettivi programmi,tuttavia dagli elementi oggi dispo-nibili si può fare una prima valuta-zione. Rispetto alla esperienzaprecedente, interrotta dalle dimis-sioni di Cuffaro, Lombardo potràesprimere un clientelismo piùselettivo, più “geniale”, ma nonandrà oltre lo schema classico del-l’ex DC: il clientelismo diffuso percatturare il consenso popolare e laspartizione di vertice di cariche equote di bilancio per tenere unitela coalizione il blocco di potere chela sostiene.Per vincere la difficile sfida, laFinocchiaro deve riuscire a rom-pere questo schema e così liberaresettori di ceto medio ed anchepopolari alla ricerca di un’alterna-tiva autentica. Che forse, fino adoggi, è mancata.

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 7

Page 10: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

LLa Sicilia, come la Luna, hauna faccia nascosta. Forsepiù d’una. Una faccia che – si

dice – contenga il segreto della feli-cità. Da tempi immemorabili, i sici-liani tentano di raggiungere questapromettente oscurità.Una favola? Forse, un sogno che,oggi, entra nella categoria dellecose possibili che potrebberoaccadere a conclusione di questoduro confronto elettorale regio-nale. A seconda dei risultati,naturalmente.Ma cosa c’entra la luna con la poli-tica?Forse, un po’ c’entra, come delresto succede con la vita dell’uomoe della stessa Terra.Un segno di tale benefica influenzami parve d’aver colto, l’altra sera,quando apparve sopra il tempiodella Concordia, ad Agrigento, unaluna frizzantina che rischiarava ilgiardino d’aranci e di limoni doves’era tenuta la manifestazione d’a-pertura della campagna elettoraledi Anna Finocchiaro.La politica che si volge ai simbolidella nostra antica civiltà, oggiabbrutita da orrendi saccheggi e dameschine pratiche trasformiste cheoffendono il genio di chi questaValle ha calcato nel tempo: daEmpedocle a Luigi Pirandello.Una bella novità, non c’è che dire.Purché, d’ora in poi, si faccia buonuso di questa classicità ritrovata.Ma prima d’uscire da quest’acci-dentale metafora è bene chiarireun paio di cose riguardanti le duefacce del nostro satellite che pro-verò a comparare con le due faccedella politica siciliana:

– l’altra faccia della Luna non èaffatto oscura, ma solo celataall’occhio umano a causa di unacongiunzione sfavorevole che cifa vedere sempre lo stesso lato.

– grazie alle foto inviate da diversesonde spaziali (prima, nel 1959,la sovietica Luna3) sappiamo chela faccia visibile è un aridodeserto mentre quella nascostacontiene tracce d’acqua e depo-

siti di ghiaccio, cioè gli elementiper far nascere una nuova vita.

Come detto, anche la politica sici-liana ha due facce: la prima, quellavisibile, è l’effige di un potere vetu-sto ed arrogante, la seconda, quellanascosta, promette un cambiofecondo e radicale.Il problema non è, dunque, quellod’illuminare con frasi ad effetto lasua faccia nascosta, ma di attrez-zarsi per raggiungerla e gettarvi lebasi di un nuovo futuro che assi-curi ai giovani siciliani la “felicità”possibile. La gran parte di loro nonha grandi pretese: la felicità è ildiritto allo studio più un lavorodignitoso, al di fuori del circuitodella mendicità.Occorrerebbe, insomma, un vero eproprio esodo elettorale per trasfe-rire il popolo degli esclusi e deidelusi verso questo mondo nuovo.Chi guiderà l’esodo, però, dovràrassicurare i suoi seguaci cheresterà con loro a lottare in Sicilia,qualunque dovesse essere l’esitodel voto.Questa è una questione morale chepeserà nella campagna regionale enella scelta difficile, tormentatadegli elettori.Di fronte alle due facce, l’elettore èincerto, poiché se, da un lato, desi-dera abbandonare quella nota,dall’altro lato tituba ad accettarequella nascosta, forse perchéancora non vede dispiegate tutte lesue potenzialità programmatiche edi governo.Ma c’è ancora tempo per presen-tare idee e progetti mirati a portarela Sicilia nel consesso delle regioniprogredite d’Europa.In ogni caso, il panorama elettoraleè in movimento, anche se nonsiamo in presenza di chiare ten-denze: Per interpretarle si ricorre aisondaggi, anche falsi. Serve allapropaganda, ma anche a supplireuna forma di pigrizia che ha conta-giato un po’ tutti i partiti i qualihanno perso la buona abitudine dicercare il contatto diretto con i cit-tadini per sondare la loro volontàdi voto.Da queste prime battute, si può

ritenere che, a parte i comparti giàschierati, gli elettori sono in posi-zione d’attesa, soprattutto quei set-tori politicamente intermedi edecisivi.Molta gente capisce che il centro-destra non propone il cambia-mento ma ripropone la suadisastrosa continuità, tuttavia esitaa varcare questo confine perandare a scoprire l’altra faccia dellapolitica siciliana dove – si promette– risiedano le chiavi di una muta-zione possibile e di qualità.Per altro, c’è da notare che, per laseconda volta, le due facce dellaSicilia si caratterizzano anche perla loro differenza di genere: la vec-chia è rappresentata da RaffaeleLombardo e la nuova da duedonne forti e intelligenti qualisono Anna Finocchiaro e Rita Bor-sellino.In verità, c’è una terza faccia,anch’essa rappresentata da unadonna, Sonia Alfano, da non sotto-valutare, assolutamente. Si diceche sia il “terzo incomodo”. Proba-bilmente ce ne saranno un quarto,un quinto. Incomodo o comodoper chi?La scena, dunque, s’affolla sopra ilproscenio della politica sicilianadove è in atto un’impari tenzonefra attori di razza e modesti figu-ranti.Per vincere la sfida e diradare lascena non basta invocare lamodernità, ma occorrono idee eprogetti davvero innovativi e fatti-bili, sostenuti da una tensionemorale forte e conseguente.Sapendo che nell’Isola il cambia-mento passa lungo una netta lineadivisoria che segna il confine frainclusione ed esclusione socio-eco-nomica, fra partecipazione demo-cratica e autoreferenzialità politica,fra innovazione e conservazione,fra legalità e connubio.Insomma, bisogna lavorare peredificare sulla faccia nascosta dellaSicilia una Regione riformata, nonpiù riserva di caccia per ristrettigruppi di clientes, ma aperta aibisogni di tutti i siciliani onesti elaboriosi.

La faccia nascosta della Siciliadi Agostino Spataro

“Ciò che siamo e ciò che vorremmo essere”

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

8

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 8

Page 11: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

9

DDa quel lontano 15 gennaiodel 1968 sono passati 40anni. Sono stati anni di tra-

gedia, lotta, emigrazione, incer-tezze, illusioni e anche di rinascita.I morti di quel gennaio di qua-ranta anni orsono furono 361 eoltre 582 feriti e oltre cento milai senza tetto. L’intera Valle fumessa in ginocchio: i Comunidella Valle del Belice colpiti dalsisma furono tanti: Gibellina,Partanna, Poggioreale, Salapa-ruta,Vita, Santa Ninfa, Salemi eCalatafimi (per la provincia diTrapani); Menfi, Montevago ,Sambuca di Sicilia, S. MargheritaBelice (per la provincia di Agri-gento); Bisacquino, Campofio-rito, Camporeale, Chiusa Sclafani,Contessa Entellina, Corleone,Giuliana, Roccamena e Monreale(per la provincia di Palermo). Treprovince della Sicilia occidentalecoinvolte da questa immane tra-gedia. Paesi poveri in buonaparte con una sussistenza basatasu agricoltura e pastorizia, dovela maggiore riposta ai bisogni, neltempo, è stata l’emigrazione.Paesi in parte svuotatisi, subitodopo il secondo conflitto mon-diale, per la miseria, la povertà el’assenza di lavoro.Paesi che hanno visto con il sismadel sessantotto lo sconvolgimentosocio-culturale ed economico delterritorio, lo spaesamento delleintere comunità, la mancanza diidentità. Hanno subito una morti-ficazione del tessuto urbano pree-sistente e lo sconquasso di buonaparte dei beni monumentali,abbattuti con facilità speculativairresponsabile e disamore: cancel-

lando secoli di storia e cultura.La distruzione di autentiche memo-rie individuali e collettive. Un patri-monio dal valore inestimabile.Oggi, i centri della valle in partesono stati ricostruiti ma resta l’af-fannoso problema del lavoro.Buona parte dei paesi ricostruitisembrano degli autentici dormi-tori per gli anziani perché buonaparte dei giovani, dopo una piaillusione della “ricostruzione” chesi è limitata all’edilizia, comincia avedere il mancato sviluppo socio-economico e occupazionale delcentri della Valle. Un fallimentoche riporta i giovani a prepare levalige e i passaporti per un’amarafuga.

Nella Valle del Beliceun “Museo di Vita”

Nel mese di dicembre del 2005, aVita, è stato costituito il Centrostudi, Documentazione e Promo-zione socio-culturale “Vitesi nelMondo”.È stato chiamato a presiederlo ilsociologo Dino Bellafiore, storicolocale e giornalista nonché espertodella Consulta regionale per i sici-liani all’estero. Il Centro Studi giàa distanza di pochi anni, ha al suoattivo la raccolta di materiale perl’avvio dei nuclei museologici (fil-mati, fotografie, lettere, vecchipassaporti, i racconti e le poesiedella diaspora, testimonianzeorali, un sito, una raccolta diopere in miniature sui luoghi, imonumenti e le feste comunitariee i mestieri e altri contributi varisulla comunità vitese e della Valle

del Belice) che, nel gennaio del2008, ricorrenno i 40 anni del ter-remoto Verrà infatti ricordato conuna manifestazione il 12 gennaiocon “Le immagini ci raccontano:pagine di Vita” che avrà luogonell’auditorium comunale delcomune di VitaTra l’altro, il comune di Vita, che loscorso anno ha festeggiato i suoiquattrocento anni di storia (1607-2007), ha voluto consolidare emantenere vivi i collegamenti conle comunità di concittadini chevivono all’estero e in particolare inCanada. Infatti, una rappresen-tanza di oltre 150 cittadini è statapresente ai festeggiamenti solenni.A giorni, verrà organizzato unulteriore convegno con una rap-presentanza canadese, e entrol’anno verrà presentata una nuovainiziativa dal Centro Studi. Vita,del resto, è uno dei comuni sici-liani che ai primi del 900 subìun’autentico esodo… Oggi, infatti,i segni della diaspora sono evi-denti: oltre cinquemila vitesivivono oltreoceano subendo “laspartenza” e appena 2250 sono iresidenti a Vita.Il comune da parte sua ha volutodare un segnale forte e d’impegnoappaltando dal mese di ottobre ilavori di restauro del PalazzoLeone che entro la fine del pros-simo anno potrà diventare la sedeideale del “MuseodiVita” (museodelle migrazioni, biblioteca e cen-tro ricerche e documentazione edell’archivio della memoria dellaValle del Belice).Tra l’altro, il Comune di Vita, sindal 1988, è stato il comune sici-liano pioniere nell’istituire e met-tere in attività uno dei primiComitati comunali per l’emigrazione el’immigrazione (in applicazionedelle leggi regionali in materia disiciliani nel mondo: LL.RR. n.55/1980 e n. 38/1984), svolgendoattività culturali, sociale e promo-zionale in favore degli emigrati edelle loro famiglie nel mondo.

Per informazioni sul Centro Studi:www.vitesinelmondo.org.

Ricordare laValle del Belice: 40 anni dopodi Dino Bellafiore

Viaggio tra memoria e ferite ancora da sanare

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 9

Page 12: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

10

TTutte le notizie di cronaca suquanto è avvenuto – e staancora avvenendo – nella

nostra terra sugli arresti di capimafiosi di grido e di reale potere, diprocessi e condanne esemplaricome quella dell’on. Cuffaro, addi-rittura Presidente in carica dellaRegione, di sequestri di patrimonipersonali per diecine e diecine dimilioni di euro come quella dialcuni giorni fa, resa nota dai gior-nali, per beni immobili, fabbricati,società, polizze assicurative, quoteazionarie, titoli, auto di lusso equant’altro per 300 milioni a solootto personaggi, sono avvenimentiche voi già conoscete dalla stampae dalla televisione.Altra notizia di grande rilievosociale e di notevolissima riso-nanza nazionale ed internazionaleè stata il “il rifiuto di pagare ilpizzo” alla mafia prima di un indu-

striale catanese, poi di altri a Calta-nissetta ed Agrigento.Un rifiuto pubblico, coraggioso esocialmente motivato.L’Associazione Siciliana degli Indu-striali ha preso subito coraggioseposizioni di sostegno, ne ha fatto unesempio di “liberazione dalla paura”e di serietà industriale: a sostegno èintervenuto personalmente il Presi-dente nazionale Montezemolo.Fatto assolutamente clamoroso è ladecisione dell’Assindustria nazio-nale di espellere gli iscritti chepagano il pizzo: cacciati fuori comenon degni.Questi fatti, già a voi noti dallastampa nazionale e dalla televi-sione, li riprendo per fare delleriflessioni in particolare sulle sceltedella Confindustria Nazionale eRegionale e sulle adesioni di nume-rosi operatori economici di ribel-larsi alla pratica mafiosa del pizzo.

Notizie giornaliere dateoggi con attenzione econsenso, con rilievonotevole e superando digran lunga l’atteggia-mento di sempre suifatti di mafia un po’ reti-cente, cauto, a diffu-sione solo locale e conun sottofondo piagnonepatriottico, di vergogna,di rossore e di reticenzaquasi rasente l’omertà.Ora, finalmente, non c’ègiorno che i giornalinon parlino della lottaalla mafia, dei processi,degli arresti, dell’inter-vento della magistraturae delle forze dell’ordinee dell’ impegno sociale epolitico nella lotta anti-mafia. Una lotta chenon è certamentecominciata ora e chedalla seconda metà delsecolo passato hasegnato le politiche delsindacato, della sinistrapolitica, delle iniziativedi trasformazione eco-nomiche e sociali, dibuona parte della cul-

Il rifiuto del pizzo

Evviva... Il coraggio di dire nodi Luigi Vayola

Gli imprenditori dicono basta al pizzo

tura ed intellettualità isolana, dellamagistratura e delle forze dell’or-dine che hanno lasciato tutti vit-time sul campo a diecine esopportato angherie e minacce diogni tipo.Ed ecco, allora, una prima rifles-sione: queste vittime per primacosa, queste lotte e questi sacrificinon sono stati fatti invano.In questi ultimi anni è venutaavanti con sempre maggiore forzauna coscienza di liberazione dallaservitù della mafia.A me sono apparse chiare, annodopo anno, almeno due cose: unasempre maggiore volontà diffusatra la gente di rifiuto di questasorta di paura e di soggezione dallamafia, un sempre maggiore impe-gno della magistratura e delle forzedell’ordine a combatterla.Certo via via nel tempo si sonoscoperte attrezzature e tecnichesempre più sofisticate per combat-tere il crimine, ma si è scopertosoprattutto di avere la volontà, lacultura, l’impegno per unacostante lotta all’organizzazione, alpotere ed alla ricchezza dei mezzidella mafia.Una seconda riflessione va fattasulla lotta sociale contro la mafia.-Tra i giovani è andato sempre piùcrescendo il coraggio di schierarsi:dalle scuole medie all’università ildibattito sulla lotta alla mafia si èmoltiplicato; è cresciuta una gene-razione culturalmente attrezzata econvinta di lottare contro la cul-tura e la struttura mafiosa, si sonomoltiplicate le iniziative non solodi cortei e manifestazioni, maanche di dibattiti, riflessioni e diapprofondimenti.Nel mondo del lavoro Sindacati edAssociazioni non hanno mai abban-donato il loro impegno di lotta,nella società civile sono nate e cre-sciute ovunque nella regione asso-ciazioni per la lotta alla mafia con lepiù varie ed originali iniziative.Anche nel mondo delle Associa-zioni di Volontariato cattolico elaico lo schieramento esplicito el’impegno antimafia si è moltipli-cato.

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 10

Page 13: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

5 maggio 2007 Palermo: Festa Pizzo-Free organizzata da addiopizzo

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

11

Una terza riflessione riguarda ilmondo accademico, l’universitàcome struttura e come universo dicultura e di ricerca, gli intellettualied il mondo delle professioni.Quest’ultimo, specialmente, pertante professioni necessario all’or-ganizzazione mafiosa, ai singoliassociati e capi, al sostegno che sipuò ottenere con la ricchezza dei

mezzi a disposizione, con la coerci-zione e la minaccia.Un mondo variegato che andavadalla puzza al naso di quello acca-demico, all’ignoranza professatacome dato concettuale per certeprofessioni, al rifiuto di prendernecoscienza per difesa professionale epersonale.Non è che tutto ciò sia finito, anzi!

Tuttavia si va sfaldando; com-paiono crepe.Una ultima considerazione riguardail mondo della produzione, delcommercio, dell’artigianato dove lacollusione, la commistione e piùvolte la proprietà diretta con lamafia appaiono ancora imperanti:un fatto quasi normale, a voltevoluto, a volte imposto, semprenecessariamente sottaciuto e bennascosto.Ed è qui che stanno avvenendo lenovità.Il rifiuto di iscrizione alla Confin-dustria a chi paga il pizzo passadalla considerazione del “poverocristo che subisce” al “consenso”anche se per paura; il politico chesi trova immischiato in fatti dimafia o di collusione con mafioso ècostretto a dimettersi come Cuf-faro. Bisogna veramente affer-mare: evviva... il coraggio di dire dino. Per le prossime elezioni politi-che e regionali si parla di non can-didare più personaggi discussi,condannati in primo grado o conprocessi in corso.Sta crescendo e si va affermandonella nostra isola una società piùsana e più libera.Sono convinto che tutto ciò èfrutto di anni di lotta sociale.Avanza un’isola diversa: aiutia-mola tutti, anche voi emigrati, adandare avanti.

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 11

Page 14: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

12 EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

BUENOS AIRES (Argentina)Il Segretario Generale dell’USEF, assieme al presidente USEF diBuenos Aires Nunzio Tabbi e ad Alfredo Llana, incontrano ilsegretario alla Presidenza con la delega per i rapporti all’esteroRafael Folonier, per discutere di un probabile accordo di collabo-razione tra la Sicilia, l’USEF e l’Argentina.L’incontro è stato di grande importanza, improntato a rapporti dilunga amicizia tra l’USEF e le Istituzioni della nazione argentinaed è servito a discutere della possibilità di creare contatti tra lapiccola e media impresa siciliana e quella argentina. Un rap-porto che va al di là della semplice rete di collegamenti stabili trala Sicilia e le comunità all’estero, così come previsto dai progettiITENETS, per allargarsi ad una vera e propria collaborazione traoperatori economici che possono mettere assieme capacitàimprenditoriali, capitali, mercati, tecnologia moderna, al fine dipuntare ad una crescita reciproca sia come azienda nel suo com-plesso, sia come acquisizione di fette di mercato puntandoanche allo sviluppo sciale dell’economia dei territori interessati.Un incontro di circa un’ora, che è servito a creare le premesseper muovere i primi passi in una ricerca dei punti di convergenzache possono generare collaborazione e crescita, in preparazionedi un incontro a breve tra operatori interessati al progetto.Altro argomento affrontato è quello di esaminare la possibilità diavanzare un’idea di progetto di cooperazione internazionale, chedovrebbe servire a dare vita ad un centro di assistenza sanitariarivolto alla comunità siciliana ed italiana in genere, sfruttandol’esperienza che l’USEF ha fatto in questo campo, quando dopola grande crisi del 2001, diede vita ad un centro sanitariopoliambulatoriale che per parecchio tempo distribuì medicinaligratuiti ed assistenza alla comunità bisognosa di assistenza.L’incontro si è concluso con reciproca soddisfazione, dandosiappuntamento a breve per fare ulteriori passi avanti.

SANTIAGO DEL CILERiunione alla SI.RE.CI. USEF

Sotto la presidenza del Sen. Angelo Lauricella, si è tenuta l’as-semblea congressuale dell’associazione Siciliani Residenti inCile (SI.RE.CI. – USEF), che in questo modo ha voluto dibattere itemi dell’11° congresso generale.La riunione, che si è tenuta presso la sede della fondazioneINSIEME, è stata introdotta dal presidente del circolo DomenicoSquadrito, che ha fatto un breve resoconto delle attività dell’asso-ciazione e delle grandi possibilità di lavoro che ci sono in dire-zione della comunità siciliana residente in Cile, dove sarebbebene avviare un processo di unificazione per rafforzare la comu-nità stessa.È intervenuta la vice presidente Virginia Quezada, che oltre acondividere quando detto dal Presidente Squadrito, ha ancheillustrato le positive esperienza fatte assieme all’USEF di Men-dosa, con la quale hanno assieme sviluppato sia un’attività cultu-rale sia un altro progetto che è ancora in corso.Ha fatto seguito un dibattito a cui hanno preso parte parecchi deipresenti, che hanno chiesto di approfondire le tematica dell’11°congresso di Palermo.A conclusione dei lavori, il Presidente dell’USEF Sen. AngeloLauricella, ha risposto a tutti i quesiti, illustrando il dibattito chec’è stato attorno al congresso, i temi della discussione, gliapprofondimenti richiesti.Tema della discussione, anche l’accennato processo unitario dacondurre avanti in Cile, nel tentativo di unificare la comunitàsiciliana.La positiva riunione, si è conclusa con la elezione della delegataa partecipare ai lavoro del congresso generale di Palermo delprossimo mese di marzonella persona della Vice Presidente Virgi-nia Quezada, che rappresenterà la SI.RE.CI. – USEF di Santiagoal congresso, portando in quella sede le istanze di questa interes-sante comunità che risiede in Cile.

ROSARIO (Argentina)Il segretario Generale incontra il Presidente

della Camera dei Deputati di Santa Fè

L’incontro si è tenuto presso gli uffici della Presidenza in rosario,dove il Segretario Generale, su invito del Presidente dellaCamera dei Deputati di Santa Fè, si è recato per avere un incon-tro, accompagnato dal componente del coordinamento USAfSalvatore Finocchiaro.Il Presidente On. Edoaerdo Di Pollina, ha dato inizio all’incontro,consegnando nelle mani del Segretario Generale una risoluzionedella Camera, con la quale dichiara l’11°congresso Generaledell’USEF e quello nazionale di Rosario, di interesse dellaCamera dei Deputati, che segue con interesse il dibattito con-gressuale, anche per i risvolti che esso può avere nel lavoro del-l’Associazione tra le comunità siciliane all’estero,Tale interesse è dato anche dall’antica collaborazione che si èinstaurata tra l’USEF e le Istituzioni di Santa Fè, con particolareriferimento a quello con il Comune di Rosario.Il Segretario Generale, da parte sua ha invitato il Presidente apartecipare al congresso di Palermo, anche in considerazione delfatto che lo stesso è originario della Sicilia ed esattamente dalcomune di Tusa.In seguito, parlando di un incontro tra l’On. Di Pollina con laPresidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana e la Presidenzadella Regione, cosa richiesta dal mese di dicembre, al momentodell’insediamento alla Presidenza della Camera, il SegretarioGenerale ha sottolineato che data la situazione politica venutasia determinare in Sicilia ed in Italia, con le dimissioni sia delGoverno Prodi a Roma che quelle del Governo Cuffaro in Sicilia,era consigliabile rinviare il tutto a dopo le elezioni.Alla fine dell’amichevole incontro, i due si sono dati appunta-mento prima al congresso di Rosario e dopo a quello di Palermonel marzo prossimo, mentre a tempi migliori si concorda dirimandare l’incontro con le Istituzioni Siciliane.

LYON (Francia)Il Circolo Franco Italiano si prepara al 40° annivaresario

Continua il lavoro dio preparazione per le celebrazioni del 40°anniversario del circolo Franco Italiano di Meyzeu Lyon) il cuipresidente Calogero Pace, coadiuvato da tutta la CommissioneDirettiva, da tempo lavora al programma della imponente mani-festazione ceh si terrà il 19 aprile prossimo.Si tratta di un programma molto denso, che prevede la partecipa-zione di Sindaci di vari comuni sia della zona di Lyon, sia delcomune di Motedoro gemellato con Vaulx-En Velin, di dirigentidell’USEF, dei presidenti viventi che si sono susseguiti in tuttiquesti anni, dal 1968 ad oggi.Imponente il programma protocollare e culturale, che oltre aidiscorsi di rito da parte delle personalità presenti, prevede unaricca serata animata dal gruppo Tequila Show, dal gruppo folclo-ristico “TRINACRIA” dal musicista Salvatore Alba e poi gli artistie poeti Giuseppe Duminuco, Nicolò Falci, Maria Salamone.A completare l’aspetto storico – culturale, una mostra di foto eduna proiezione di diapositive che ripercorreranno i quaranta annidi vita del circolo.In sala, sempre a cura della commissione direttiva, faranno bellamostra di se, in un angolo dedicato alle degustazioni, parecchiprodotti tipici siciliani, che saranno offerti ai presenti.Un lavoro, che ha impegnato parecchi giovani che in questomodo hanno anche potuto scrivere e leggere la storia di unacomunità come quella a prevalenza montedorese, che stabilitasinella zona di Lyon all’inizio degli anni 60, è cresciuta, si è svilup-pata, ha contribuito allo sviluppo di quelle realtà economiche,dove ha saputo trovare la propria integrazione nel tessuto sociale,politico ed economico.

Mondo Flashdi Salvatore Augello

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 12

Page 15: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

13

PALERMOSi riunisce la Direzione dell’USEF

Prima che l’anno finisse, abbiamo voluto riunire la Direzionedell’USEF, sia per fare una riflessione sulle attività svolte nelcorso dell’anno, sia per fare il punto sul dibattito congressuale,che comincia ad entrare nel viso tra le varie associazioni di base.La riunione si è svolta a Palermo ed è stata introdotta dal Segreta-rio Generale, che ha brevemente illustrato le molteplici attivitàsvolte nel corso del 2007, attività che hanno visto l’impegno del-l’associazione sia in Sicilia che all’estero.In Sicilia per seguire la politica del Governo regionale, i pianiassessoriali, la preparazione delle attività svolte all’estero, la con-dotta di attività in favore degli immigrati, che hanno mantenutoattivo il centro per tutto l’anno.Argomento di discussione, su cui si sono intrattenuti tutti i parte-cipanti alla riunione, è stato l’andamento del dibattito congres-suale che ha certamente dato e continua a dare risultati positivi,vista l’ampiezza del dibattito che si è sviluppato e stacostruendo linea da dare all’USEF. Gli interventi hanno cercatodi mettere a punto gli argomenti sui quali informare la relazioneal congresso, relazione dalla quale deve evincersi nella manierapiù chiara possibile, la linea che l’USEF vuole percorre e la poli-tica che vuole sviluppare nei prossimi quattro anni.Altro argomento di discussione è stata la rivista “EmigrazioneSiciliana”, per capire quale impostazione dare per il prossimoanno, ma anche per dare un giudizio sui numeri pubblicati nelcorso del 2007. Su questo argomento, si è preferito soprassedeper rinviare il tutto ad una prossima riunione dedicata esclusiva-mente al giornale.La riunione, che ha visto un ampio dibattito, è stata conclusa dalPresidente Sen. Angelo Lauricella, che riprendendo sia la rela-zione che i vari interventi, ha espresso soddisfazione sia sull’an-damento del dibattito congressuale, sia sulle varie attività svolte,che ancora una volta hanno dato modo di vedere le potenzialitàdella nostra organizzazione.

CALTANISSETTAL’USEF registra una nuova adesione da parte di una associazioneculturale, che ha formalizzato la propria adesione alla nostraorganizzazione. Si tratta dell’Associazione culturale “SpazioLibero Rosso di San Secondo”, che dopo avere constatato imetodi di lavoro dell’USEF, il proprio impegno in direzione deisiciliani all’estero, il suo interessamento a diffondere e fare cono-scere la cultura siciliana, è arrivata alla conclusione che parecchiobiettivi e campi di attività, specialmente riguardanti la cultura,sono obiettivi ed interessi comuni. Scopo dell’adesione è primadi tutto quello di sviluppare sinergie, specialmente in quei campidi interesse comune, in modo da rendere più attento e qualifi-cato l’intervento e l’impegno. L’adesione dell’Associazione Cul-turale Spazio Libero, arriva dopo una collaborazione che ormaidura da almeno tre anni e che ha dato risultati molto positivi.La Spazio Libero, infatti, si occupa di teatro dialettale e non e lofa in maniera molto professionale anche se sono tutti amatori chenella vita fanno tutt’altra attività. Parecchi di loro, infatti sono sti-mati e brave professionisti, come il Presidente Calogero BellaviaMedico dipendente dall’ospedale di San Cataldo, o il registaGiorgio Villa, dipendente della pubblica amministrazione, cosache vale anche per Franco Capizzi e per tutti gli altri membri del-l’Associazione. Ma la loro vita privata e gli impegni professionalinon hanno loro impedito di fare fronte ad impegni artistici sem-pre più numerosi, che li ha portati a calpestare i palcoscenici diparecchi comuni dell’Italia ed all’estero.L’ultimo impegno con l’USEF, infatti, li ha visti all’opera inmezzo alle comunità siciliane residenti in Belgio, esperienza chesi è rivelata interessante ed apprezzata e che ha lasciato un mes-saggio di alta valenza culturale. Questa adesione ci conferma nelfatto che dobbiamo sempre più perfezionare il nostro interventonel mondo della cultura e la presenza nell’organizzazione dellaneo aderita associazione culturale, va certamente in questascelta specialistica che abbiamo fatto da tempo e che conti-nuiamo a portare avanti con successo.

CATANIAI quaranta anni di Sicilia Mondo

Grande festa per il 40° di Sicilia Mondo, presso il prestigioso tea-tro San Giorni di Catania, dove il Presidente Mimmo Azzia ha riu-nito i rappresentanti dell’Associazione sparsi per le varie parti delmondo, oltre a personalità locali e regionali. A presiedere i lavori,infatti, tra le tante altre personalità, il Presidente della RegioneLino Lenza, il Presidente della Provincia Regionale di Catania Raf-faele Lombardo, l’On. Franco Narducci Presidente dell’UNAIE.I lavori aperti da un a relazione di Mimmo Azzia che ha riper-corso i quaranta anni di attività dell’associazione, ha suscitatogrande attenzione tra i presenti, che ognuno per conto proprio siritrovava nelle varie parti della relazione.Un discorso fatto a braccio, all’interno del quale gli anni di atti-vità si intrecciavano con le molteplici esperienze fatte dall’asso-ciazionismo in genere, che ha saputo affrontare difficoltà enormidovute alla politica, alti e bassi, momenti di attenzione, momentidi grande attivismo e di grande impegno dedicati a costruire unaimponente rete di collegamenti con le comunità all’estero.La testimonianza di tanta attività si trovava riassunta in quella salagremita di teatro, che ascoltava in religioso silenzio quell’interessanteexcursus di quaranta anni di attività, dietro cui si nasconde il sacrifi-cio di tanti dirigenti che hanno saputo costruire questo grande stru-mento di collegamento, che oggi la Regione può utilizzare permettere in piedi una politica in direzione delle tante comunità all’e-stero, comunità che oggi più di prima sollecitano un maggiore inte-ressamento da parte delle istituzioni. Alla relazione hanno fattoseguito gli interventi del Presidente della Regione On. Lino Lenza edella Provincia Regionale di Catania On. Raffaele Lombardo, uninteressante intervento dell’On. Narducci, sia nella qualità di depu-tato eletto nella circoscrizione estera sia in quella di Presidente del-l’UNAIE. La grande kermesse, intercalata da balli popolari, si èconclusa con la consegna a tutti i vari rappresentanti presenti in sala,del ricordo commemorativo dell’importante evento, costituito da unmappamondo in ceramica riportante i colori dell’associazione.

ENNASi completa l’organo dirigenziale degli ennesi nel mondo

Si è tenuta nei giorni scorsi una riunione dell’ufficio di presi-denza dell’associazione ennesi nel mondo, presso la nuova sededei via Emilia Romagna n° 3 ad Enna, per prendere in esame larichiesta di adesione di nuovi soci e un incremento dell’Ufficiodi Presidenza.La riunione introdotta dal Presidente degli Ennesi, Cristoforo(Ferruccio) Oliveti, è stata presieduta dal Segretario generaledell’USEF.Si è proceduto, discutendo il primo punto all’ordine del giorno,ad ammettere nell’associazioni i nuovi soci che ne avevano fattorichiesta, tra cui il Dr. Valerio Caltagirone e Stefano Rizzo. Nelcontempo, si sono approvate le dimissioni da tesoriere di Fulco.Data la tendenza a crescere della nuova associazione, su propo-sta del Presidente, i presenti si sono trovati d’accordo nel poten-ziare l’organo di direzione dell’associazione, per cui il nuovoufficio di presidenza risulta ora così composto: Cristoforo Oliveti(Presidente), Valerio Caltagirone (Vice Presidente), Stefano Rizzo(Tesoriere) mentre componenti sono Cinzia e Delia Di Dio.Un innegabile segno di crescita che si è voluto consacrare conun migliore completamento degli organismi di direzione, inmodo da potere meglio affrontare le prossime scadenze che l’as-sociazione ha già provveduto a darsi, prima fra tutte un’attivitàall’estero negli USDA, per incontrare i numerosi circoli di emi-grati che provengono dai comuni della provincia di Enna.Approfittando della visita ad Enna, il Segretario Generale haavuto un primo incontro con i responsabile della Confedera-zione Nazionale Artigiani (CNA) di Enna, all’interno della qualeper altro ha trovato ospitalità la nuova associazione, per lanciarele basi di un protocollo d’intesa tra le due organizzazioni inmodo da mettere assieme sinergie utili a fornire servizi migliorie qualificati sia ai siciliani all’estero che agli immigrati nellaprovincia ennese.

Sicilia Flashdi Salvatore Augello

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 13

Page 16: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

14

L’L’USEF non è certo nuovanel suo impegno in Brasile,per cui non avrebbe certo

grande rilievo una sua attività aRio De Janeiro o quanto meno nonrappresenterebbe una novità, senel frattempo non si fossero avutenovità di rilievo, come l’adesionedell’Associazione Anita e GiuseppeGaribaldi e la costituzione dellasezione siciliana della stessa.Una novità, quindi, di granderilievo, che rende l’USEF portatricedi nuovi doveri verso le comunitàsiciliane di Rio De Janeiro, con lequali si concretizza in questo modoun lavoro di pazienza e di studioper arrivare ad avere un riferi-mento certo e capace anche inquella parte del mondo.La fase finale di questo lavoro pre-paratorio, è stata rappresetata dauna manifestazione in onore diGiuseppe Garibaldi, che si è tenutanei giorni scorsi a Rio, presso la sededell’Istituto Italiano di Cultura.Titolo della conferenza “Garibaldifu vera gloria?” del Prof. PasqualeHamel, relazione letta da MariaLauricella, a causa di problemiche hanno impedito ad Hamel diessere presente.I lavori, introdotti dal Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura,

Prof. Rubens Piovani, sono statiaperti da Andrea Lanzi, presidentedell’Associazione Anita e GiuseppeGaribaldi.Sono proseguiti, quindi, con unintervento del Segreatario Gene-rale dell’USEF Salvatore Augello,che ha illustrato i motivi dell’ini-ziativa e la soddisfazione per lanuova adesione che allarga lapresenza dell’associazione inmezzo alle comunità residentiall’estero.Dopo questo intervento, la parola èpassata alla Dr.ssa Maria Lauricella,che ha dato lettura della relazione,su cui si è aperto un interessantedibattito al quale ha partecipato ilConsole Generale Dr. Franco Per-rotta, che ha parlato del rapportotra Garibaldi e la comunità di RioDe Janeiro.I lavori sono stati chiusi dal Presi-dente dell’USEF Sen. Angelo Lau-

ricella, che ha riassunto gli estremidel dibattito, allargando le infor-mazioni sulla condotta di Garibaldiin Sicilia e sul suo rapporto con ilpopolo siciliano che prese partealle battaglie per l’unità d’Italia.Alla fine della conferenza, l’incon-tro è continuato all’interno deilocali del COMITES, dove è statopossibile discutere con la responsa-bile dell’USEF locale Ilaria Corbo,una giovane nemmeno trentenne,che rappresenta il futuro di questaassociazione e che ingrossa la pre-senza di giovani di cui l’associazio-nismo ha tanto bisogno.Dopo di che, in una riunioneristretta, si è affrontato l’aspettoorganizzativo della nuova associa-zione, si è parlato del prossimocongresso generale dell’USEF e deiprogrammi che sarà possibile svol-gere con la nuova associazione perallargare la conoscenza tra lecomunità locali.

Brasile: nuovo impegno per l’USEFdi Salvatore Augello

Seminario sull’Europa di Giuseppe e Anita Garibaldi

Siracusa: Orecchio di Dionisio

Al centro Fabio Porta, a sinistra il Sen. Angelo Lauricella, a destra Salvatore Augello

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 14

Page 17: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

15

II l titolo della nostra conversa-zione è, anche, una provoca-zione in un tempo in cui,

liberi dalla retorica nazionalistache ha coperto errori dimostratisiipoteche pesanti che ancor oggicondizionano lo sviluppo dellanostra società, possiamo final-mente guardare al nostro Risorgi-mento nazionale con più serenitàe, in conseguenza, con maggioreobiettività.Garibaldi, al di là, di ogni e qual-siasi operazione di revisionismostorico, parlo del revisionismo dibasso profilo di cui è segnato ilnostro periodo, è stato indubbia-mente un protagonista del Risorgi-mento italiano.In un certo senso egli ha incarnato,in termini ideali, il meglio dell’epo-pea risorgimentale; la sua imma-gine, come simbolo sacrale dell’Italialaica è stata promossa e perseguitadirei, quasi, istituzionalmente riem-piendo molto spesso il vuoto, o ladebolezza della nascente identitànazionale. Un’identità nazionale cheera minata dalla spaccatura fra lai-cisti (anticlericali quasi per profes-sione) e cattolici (fossero essiclericali o meno).Eroe, cavaliere senza macchia esenza paura, non compromessocon le beghe politiche e i grandiintrallazzi del nascente Stato ita-liano, Garibaldi poteva essereinfatti speso da chi deteneva le levedel potere in Italia come carta vin-cente in ogni e qualsiasi occasione.Proprio questa sua dimensionemetapolitica – questo essere dentroe tuttavia fuori – ha consentito lasua utilizzazione per giustificareprogetti politici perfino antitetici.Garibaldi è divenuto il bardo dellanazione della nazione italiana.Così, dopo essere stato richiamodell’Italia della destra storica edella sinistra Crispina, nel primodopoguerra è stato utilizzato comel’antesignano della rivoluzionenazionale fascista.Così lo volle Mussolini che nel1932, in occasione del cinquante-nario della morte, diresse le ceri-monie ufficiali delle celebrazioni

ordinando per l’occasione la costru-zione del monumento sul Grani-colo.È stato, poi, l’icona del rivoluzionepopolare comunista, il suo nomefu appropriato dalle brigate parti-giane della sinistra socialcomuni-sta, la sua immagine è statautilizzata come simbolo delle listedel Fronte popolare del Blocco delpopolo.L’adattabilità della sua figura adogni situazione ha permesso di sot-trarlo, come avvenuto per altrigrandi protagonisti del Risorgi-mento italiano – e parlo di VittorioEmanuele, di Cavour e di Mazzini– al giudizio della storia.C’è stato addirittura, per moltotempo, da parte degli storici unasorta di timore reverenziale nell’af-frontare la figura del “Generale”che ha consentito la propalazione,è uso un’espressione forte, di unvero e proprio falso storico.Bisogna anche dire, attenuandotalune colpe dei suoi idealizza-tori ed aggiungendo un datoassolutamente nuovo, che a que-st’operazione di mitizzazione hacontribuito lo stesso Garibaldi.La sapienza della sua gestualità, ilsuo esporsi come un attore navi-gato nel palcoscenico delle vicendeche ne accompagnarono la suaavventura umana, la sua vita daavventuriero attraverso spazi cheandavano al di là del territorio ita-liano in un tempo in cui spostarsicostava impegno e fatica, ne dise-gnarono la figura romantica assol-vendolo da colpe, qualcuna anchegrave, di cui si era tuttavia mac-chiato prima fra tutte quella delmassacro di Bronte che lo vede,anche se non esecutore, mandantemorale.Si propose infatti come un capocarismatico, un personaggio straor-dinario a cui si poteva perdonaretutto ed al quale si doveva ricor-rere per giustificare anche l’ingiu-stificabile.Il suo muoversi su spazi diversi, ilsuo riproporsi continuamente servìad alimentarne il mito, dimenti-cando le sue esperienze di bandito

o di ladro di cavalli e, perfino, cosasconvolgente per un eroe senzamacchia, di comandante di navenegriera.Proprio quando le colpe diveni-vano pesanti, si ricorreva infattialla retorica del capo popolare,quasi ignorante, che non si ren-deva conto dei raggiri del mondo,un mondo dominato da affaristi,politicanti e preti più interessatialle cose del mondo che a quelledello spirito.Diciamo in poche battute dunqueche Garibaldi è stato consideratol’espressione di una “vita esem-plare” rappresentativa cioè di tuttauna serie di valori, di virtù e diverità con cui gli italiani potevanoo, piuttosto, dovevano identificarsiper costruire un senso di apparte-nenza a una comunità nazionale.Questo quadretto enfatico comin-ciò tuttavia ad essere messo indiscussione nella seconda metà delsecolo scorso, allorquando si avviòuna riflessione sul Risorgimentoche andava al di là della retoricanazionale.Un forte contributo in questo sensolo ha dato Antonio Gramsci, con lesue note sul Risorgimento italianocontenute nei Quaderni dal carcere.Quelle riflessioni hanno aperto lastrada alla ridiscussione, una ridi-scussione che non poteva – nono-stante la consolidatissima presenzanell’immaginario collettivo degliitaliani di un certa rappresentazionedel generale, ricordiamo gli enfaticiappellativi di “eroe dei due mondi”o di “cavaliere dell’umanità” – nonriguardare anche Giuseppe Gari-baldi.Da quello è venuto fuori che laconcezione di Garibaldi uomoonesto ed onorevole ma personal-mente poco accorto e politica-mente inetto non corrisponde deltutto alla realtà.Proprio a questo proposito mi piaceriferire quanto scrive nel suorecente e completo volume sulmito dell’eroe la studiosa ingleseLucy Riall. “La ricerca che ho con-dotto – dice la Riall – mostra che laprospettiva tradizionale (quella che

Garibaldi, fu vera gloria?di Pasquale Hamel

Un mito e tante falsità

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 15

Page 18: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

16

è stata finora diffusa sul Generale)non è più sostenibile.Come capo politico Garibaldi nonfu particolarmente sciocco o inetto,anche se le regole dominanti dellavita pubblica, con il loro carattereelitario, poterono farlo apparireincolto e ‘naïf’”.Riporto, perchè mi pare esemplifi-cante di tale credenza, i primiversi dell’“Ode a Giuseppe Gari-baldi” di Felice Cavallotti che,appunto, recitano:” Altra Italia sognavi!, un’altra metaaccarezzavi nell’ingenua testa!Povero vecchio! Il desiderio aqueta!Ecco l’Italia dei tuoi sogni è questa!”Egli leggeva molto e scriveva inabbondanza, voglio ricordare fral’altro il suo “Poema autobiograficoed altri canti” dove ricorre condestrezza alla tecnica del sonetto,era esperto (per quanto autodidatta)

nei campi della navigazione, dell’a-gricoltura e dell’arte della guerra, efin da giovane aveva viaggiatofacendo esperienza del mondo.Inoltre, fin dai tempi del Sudame-rica – dove aveva combattuto per lacausa dei popoli a cominciare dallalotta del Rio Grande del Sul - avevalavorato per promuovere se stesso efar conoscere la causa italiana.La figura di Garibaldi, proprio perla contraddittorietà dei suoi com-portamenti sapientemente ammi-nistrati si impose dunque nellamente degli italiani e non solo inessi se è vero che ieri come oggi lasua notorietà nel vecchio come nelnuovo mondo resta tuttavia unpunto fermo.Questo mito tuttavia ha avutonegli ultimi tempi una certa cadutatanto che di Garibaldi se ne parlatosempre meno.

Proprio di questa caduta si reseconto un cultore dell’eroe, il leadersocialista Bettino Craxi.Non si può, infatti, dimenticare ilsuo sforzo di rivitalizzarne il culto.Ma, tuttavia, proprio quello sforzodoveva dare un colpo decisivo almito.In qualche modo infatti la figura diGaribaldi si trovò a subire i con-traccolpi che derivarono dalla rovi-nosa caduta del suo ultimomentore, Craxi “determinò dun-que anche il de profundis per ilculto garibaldino inteso comeluogo della memoria”.Oggi a duecento anni dalla suanascita, liberi come dicevo dalrischio di essere chiamati profana-tori, possiamo dalle ceneri di unmito, ricostruire la figura storica diun uomo che, tuttavia, è ancoracaro agli italiani e non solo.

Rio De Janeiro: La Presidenza della conferenza su Garibaldi. Da sinistra: Il Dr. Rubens Piovani - Direttore Istituto Italiano di Cultura, Maria Lau-ricella, il Sen. Angelo Lauricella, il Dr. Franco Perrotta - Console Generale a Rio, Andrea Lanzi - Presidente Associazione Anita Garibaldi, FabioPorta, Salvatore Augello.

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 16

Page 19: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

17

IIl voto del prossimo 13 e 14aprile giunge a due soli anni didistanza dall’inizio di una legi-

slatura che ha visto per la primavolta la partecipazione attiva e pas-siva degli italiani all’estero.Al di là degli importanti e positivirisultati conseguiti dal governoProdi sul piano del risanamento deldisastrato bilancio lasciato in ere-dità dal precedente governo Berlu-sconi, si è trattato di unalegislatura probabilmente troppobreve, per quanto ci riguarda, perdispiegare una effettiva novità edintegrazione del mondo dell’emi-grazione italiana nel complessodelle politiche nazionali, sia sulpiano delle sue storiche rivendica-zioni, sia su quello delle innova-zioni necessarie a far sì che i quasi4 milioni di connazionali divenis-sero parte attiva del rinnovamentodel nostro paese.

Tempo breve si diceva, ma anchescarsa consapevolezza, a livello digoverno, della novità introdottaattraverso la rappresentanza parla-mentare degli italiani all’estero.Ciò è stato lamentato in più occa-sione e con diversi accenti daglistessi eletti, portatori in diversamisura, di culture e di pratichepolitiche riconducibili solo parzial-mente a quelle nazionali.Ne è scaturita una oggettiva diffi-coltà all’essere ascoltati e moltainquietudine e frustrazione chesono trapelate con permanenza inquesti due anni. Si aggiunga che lacapacità di fare squadra da partedegli eletti è stata scarsa, a confermadi una storica ed eccessiva competi-zione interna al mondo dell’emigra-zione organizzata anche nell’ambitodegli stessi schieramenti. Per quantoriguarda il centrosinistra, losconforto è stato accentuato dalfatto che il governo Prodi era potutonascere proprio grazie al risultatoottenuto all’estero.Inoltre l’ingranaggio della politicanazionale e una scarsa attenzionealle “origini”, ha fatto mancarequasi del tutto la capacità di inter-locuzione della compagine parla-

mentare col mondo delle organiz-zazioni sociali ed associative cheavevano costituito la base storicadella costruzione di questa rappre-sentanza e dello stesso consegui-mento del voto all’estero. Unasolitudine che si è accentuata colpassar dei mesi, parallelamente aduna improbabile autoreferenzialitàed autosufficienza del momentoistituzionale di governo rappresen-tata dal viceministero per gli ita-liani nel mondo.

Tutto ciò si può in parte spiegarecon la progressiva perdita di orien-tamento e di progettualità origi-nale ed innovativa che si eradispiegata al meglio durante i primianni del primo governo Prodi,quando sottosegretario al Mae condelega agli italiani all’estero erastato Piero Fassino.

Delle novità di quegli anni sonopurtroppo rimasti molti sloganvuoti e poco consistenti. E non sononemmeno lontanamente paragona-bili i risultati conseguiti in quellastagione (in assenza della rappre-

sentanza parlamentare), ma conuna grande capacità di ascolto delmondo associativo e di base cheportò alla prima conferenza degliitaliani nel mondo del 2000, allemodifiche costituzionali e alla stessalegge per il voto all’estero, conquelli degli ultimi anni e di oggi.

La questione dell’integrale coin-volgimento degli italiani emigratiin tutti gli ambiti della politicanazionale, in questi anni, piuttostoche avvicinarsi, si è allontanata; enel recente ieri e nell’oggi, siamotornati a discutere solo di corsi lin-gua e di irrisori stanziamenti (daconservare e mantenere nellageneralizzata tentazione al taglioindiscriminato) per misure parziali,provvisorie, senza niente di strut-turale né sul piano dei diritti, né suquello delle pur grandi opportu-nità, ben al di sotto di ciò che illavoro del CGIE (Consiglio Gene-rale degli Italiani all’estero) avevadelineato e prodotto.

Spiace dover disegnare un quadrocosì mediocre, ma deve pur esser

Voto all’estero 2a Edizionedi Rodolfo Ricci*

Parlarci chiaro per continuare a sperare

La presidenza del congresso, da sinistra: Adriana Parrino - USEF Rosario, Salvatore Augello,Angelo Lauricella, Miquel Lefzechi - Sindaco di Rosario, l’On. Edoardo Di Pollina - PresidenteCamera dei Deputati Santa Fè, Dr.ssa Lucilla Mattone -Vice Console, Ignazio Saenz - Coordi-natore USEF America Latina. (foto d’archivio)

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 17

Page 20: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

18

fatto se non si vuole che lo stessofuturo del voto all’estero e dellegame con le nostre collettivitànon venga definitivamente rescisso,se non ora, nei prossimi anni.Al di là dei singoli personaggi edegli attori coinvolti in prima oseconda linea, c’è una responsabi-lità collettiva del mondo dell’emi-grazione che si è lasciato trascinare,a prescindere dagli schieramenti, suterreni che poco hanno a che farecon la propria genesi e storia.

Ciò può essere invertito se vieneacquisita questa consapevolezza ese, più dell’interesse e dell’aspira-zione dei singoli, si guarda all’inte-resse del paese e insieme, dellecomunità emigrate: sul piano delmetodo, un significativo e sostan-ziale momento sarà rappresentatodal modo in cui ora si procederàalla determinazione delle liste, deicandidati e dei programmi.

È vero, c’è pochissimo tempoprima della scadenza del 13 e 14aprile, ma si spera che gli anni didiscussione e di confronto cheabbiamo alle spalle, non siano tra-scorsi invano.Intanto c’è il problema di comepresentarsi nella circoscrizioneestero: nel centrosinistra, sembradi capire che il PD, intenda proce-dere da solo anche nelle quattroripartizioni.L’esperienza trascorsa, almeno sulpiano dei risultati ottenuti dall’U-nione nel 2006, e la stessa configu-razione della legge elettorale perl’estero (proporzionale con prefe-renze), dovrebbero far recedere daun simile approccio. Ed anche laconquistata indipendenza organiz-zativa del PD all’estero, dovrebberofar propendere per una confermadi liste di centrosinistra unitarie incui siano presenti candidati deidiversi orientamenti politici, scelti,possibilmente, con una ampia epartecipata consultazione di base.

Su ciò, prima che il principe decidaunilateralmente, sarebbero graditeespressioni chiare e nette anche daparte dei parlamentari eletti e deglialtri candidati in pectore. Se ciònon avverrà, vuol solo dire cheognuno si sta ritagliando lo spazioper la propria ricandidatura daparte dei/del propri/o partito,

magari senza considerare adegua-tamente, quali siano, in questoeventuale scenario, le concreteopportunità di essere rieletta/o.

Se ciò non accadrà, inoltre, signifi-cherà che la originalità di una cul-tura politica dell’emigrazione, èandata definitivamente perdutanell’incontro e adeguamento subal-terno a quella nazionale, che oggi sitrincera dietro il necessitato utilizzodel “porcellum”; ma bisogna dinuovo ricordare che ciò che è veroper il “porcellum nazionale” non èper niente vero per la circoscrizioneestero. Quindi non ci sono alibi tec-nici di sorta, ma solo volontà politi-che coscienti e precise.Siccome il buon senso è mercesempre più rara, vale la penarichiamarvi l’attenzione.

Inoltre c’è un problema di mobili-tazione: il primo voto all’esterocostituiva una novità assoluta. Lapartecipazione al voto non fuenorme, ma consistente. Alla lucedei risultati ottenuti, non è daescludere una diminuzione dell’in-teresse. Se a ciò si dovesse aggiun-gere una proliferazione di liste sulversante di centro sinistra (cosache il centro-destra attentamenteeviterà), la capacità di mobilita-zione dell’elettorato che si regge,oggi e in futuro, essenzialmente

sulla capacità di mediazionesociale della presenza associativaall’estero, ne verrà decisamenteindebolita.

Infine, una scelta di questo tipo,nella sua arrogante tentazione diricondurre ai paradigmi politicinazionali una presenza di culturepolitiche variegate ed autonomeche si sono stratificate nel con-fronto e nella partecipazione poli-tica nei paesi di residenza, darebbeil definitivo colpo al futuro dellarappresentanza dall’estero, delegit-timando la sua originalità, le suepotenzialità, il suo stesso perpe-tuarsi. Sarebbe, in certo senso, l’i-nizio della sua fine: per qualeragione infatti, dovrebbe conti-nuare ed esistere una circoscri-zione estero?Sarebbe a quel punto più oppor-tuno far votare gli italiani all’esteroper le circoscrizioni nazionali.Ciò, che probabilmente, in moltipensano sia a destra che a sinistra eche emergerà con tutta la necessa-ria evidenza, nella prossima “legi-slatura costituente”.

Nel silenzio disorientante e nellospaesamento di questi giorni, èobbligatorio lanciare il sasso. Benvengano reazioni e chiarimenti.

* Segretario Nazionale FIEI

Un momento del congresso di Rosario. I delegati. (foto d’archivio)

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 18

Page 21: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

19

SSono quattro i candidati chel‘USEF ha deciso di sostenerein questa campagna eletto-

rale che si preannuncia difficile eabbastanza confusa. Parecchisono, infatti, i candidati che stru-mentalizzano l’associazionismo afini elettoralistici. È il caso dellasuper- federazione nata negli USArecentemente, o della fesisur inArgentina, dove il centro destraha pescato abbondantemente, perriempire le proprie liste. È anche ilcaso della ripresentazione di Pal-laro, che non si preoccupa didichiarare che si schiererà con ilvincitore, o della nuova lista diMerlo, sempre ispirata alle asso-ciazioni, che ha pescato nelle filedel PD, con il chiaro intento diindebolirlo.Un mondo che già era difficile disuo e che viene ulteriormentecomplicato dai tanti appetiti di per-sonaggi che al di là di essere emi-grati, vivono di emigrazione.L’USEF, che in maniera coerente,invece resta fedele alle propriescelte ormai quarantennali, che hasaputo rappresentare l’emigrazionee le sue istanze anche prima delvoto all’estero, ma che, anzi, hafatto le sue battaglie per ottenere ildiritto di voto per gli emigrati, oggi,come per il passato fa le propriescelte e da le proprie indicazionialle associazioni che condividonogli obiettivi dell’Unione SicilianaEmigrati e Famiglie.Obiettivi di democrazia, di ugua-glianza, intesi ad evitare che l’Ita-lia ricada nelle mani di Belusconie del suo fantasioso partito dellelibertà, dove hanno trovato postosigle che popolano la giungla dipartiti, partitini, movimenti, cir-coli, e quant’altro affolla la scenapolitica italiana, che come primopasso deve avere da parte degliitaliani uno scatto d’orgoglio tesoa mettere ordine in tanta confu-sione.Gli emigrati, non possono certoesimersi da tale importante com-pito ed a loro volta si assumono ilgravoso incarico di mettere ordineall’estero, riaffermando con forza ivalori della politica, quella vera,

lontana dalle strumentalizzazioni edagli appetiti più strani, lontanadall’opportunismo che non hanulla a che vedere con legittimiideali che debbono ridare agli ita-liani e quindi anche agli emigrati lapossibilità di affermare i valori diuna società che rischia di andarealla deriva.Le indicazioni, questa volta, trag-gono origine dalla necessità diportare la voce dell’emigrazionesiciliana in Parlamento, quellavoce che è rimasta assente nelleelezioni del 2006, quando su 18parlamentari nemmeno uno erasiciliano.Eppure la Sicilia in molte realtàgeografiche è in maggioranza rispettoalle comunità ivi emigrate; unamaggioranza che deve dare provadi unità e di impegno in questoimportante appuntamento.Da, da qui, questa constatazione,nasce la decisione di sostenere can-didati siciliani che trovano postonelle liste del PD.

Queste le indicazioni:

AMERICA LATINA:alla Camera FABIO PORTA,

al SenatoMARIA ROSA ARONA

AMERICADELNORDECANADA:alla Camera GRAZIELLA CIMI-NATA IN BIVONA

EUROPA:alla Camera DANIELA DI BENE-DETTO.

Su questi nomi, l’USEF ha deciso discommettere e per loro, quindi,chiediamo un voto per cambiare eper portare la voce e le istanze dellecomunità siciliane in Parlamento.Un voto sui cui siamo sicuri si uni-ranno tutte le nostre associazioni, leassociazioni siciliane, la comunitàtutta, che ha a cuore la democrazia ele sorti dell’Italia e delle sue nume-rose comunità sparse per il mondo.

I siciliani candidati al Parlamentodi Salvatore Augello

L’USEF resta fedele alle proprie scelte

U.S.E.F.Questo il nostronuovo indirizzo:Via G. Turrisi Colonna, 4790141 PalermoTel. 091 7308410Fax 091 6256081

www.usefinternational.org

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 19

Page 22: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

20

CCorreva l’anno 1201, Fede-rico I, re di Sicilia, (II comeimperatore del sacro romano

impero germanico) aveva appenasette anni quando le squadraccedello svevo Markward von Anwei-ler, gran siniscalco del regno diSicilia, lo raggiunsero nelle segretedel Castello a mare di Palermo, ilrifugio nel quale si era nascostoinsieme a Guglielmo Francisio, suoprecettore. Un nascondiglio chel’avrebbe dovuto proteggere dachiunque gli volesse male, se nonci fosse stato il tradimento delvescovo Gualtiero di Palearia can-celliere del regno, che si era ribel-lato al Papa Innocenzo III passandonelle fila dei nemici del giovanesovrano.Le guardie poste a sua difesa,anch’esse coinvolte nel tradimento,lo abbandonarono alla mercè deinemici ed egli, l’unto del Signore, sitrovò solo di fronte a qualcuno che,in quel momento, aveva un poterepiù grande del suo.Quella poteva essere considerataaddirittura una violazione sacri-lega, nessuno poteva mettere lemani addosso su chi, in forza diquell’antico cerimoniale, venivaconsiderato sacro.La reazione del fanciullo fu incre-dibilmente virile. Federico, infatti,destando stupore, si scagliò controi suoi aggressori e quando si reseconto che il suo sforzo si dimo-strava vano non si rassegnò al suodestino ma, con un gesto inaspet-tato, si strappò la camicia e con leunghie ferì il suo torace lasciandoche il sangue scorresse copiosa-mente dalla ferite.Quell’irruzione violenta, al di làdella splendida prova di coraggiomostrata da Federico mutava irapporti di forza nella Sicilia deglialbori del duecento. Infatti, conFederico in pugno, quel Federicoche egli definiva il “falso figlio diCostanza”, il gran siniscalco delregno sarebbe stato in grado dicontrollare l’Isola e, forse questacondizione lo indusse a pensieriche potremmo definire sacrileghi.Perché, forse pensava, acconten-

tarsi di governare in nome di quelragazzo e non assumere, diretta-mente, su di sé la dignità regale?Un freno a questa smisurata ambi-zione era certamente il giura-mento di fedeltà al suo reimperatore, a quell’Enrico VI chel’aveva gratificato con doni e titoliche andavano molto al di là delvalore della sua persona. Il giura-mento nel mondo medievale eraun impegno importante, la suaviolazione, considerata la condi-zione di società sacrale, nonriguardava solo il rapporto con gliuomini ma con la stessa divinità.E, seppure Markward, come lecronache ce lo tramandano nonapparisse molto sensibile airichiami del sacro, tuttavia inqualche modo sentiva questofreno come condizionante. Si puòpiù plausibilmente pensare che acondizionare e, quindi, a frenarele ambizioni dello svevo potreb-bero avere contribuito le condi-zioni politico-sociali del momento.In poche parole, il vero forte frenoproveniva dalla presa d’atto cheuna decisione così azzardataavrebbe dato luogo ad uno scontrocon Innocenzo III, il più grandepontefice del medioevo, la cui per-sonalità si imponeva al di là delleforze militari di cui lo stesso dispo-neva. Innocenzo era infatti iltutore di Federico a cui Costanzad’Altavilla lo aveva affidato primadi morire. E se Markward avevaosato ribellarsi al Papa con quelcolpo di mano, non avrebbe tutta-via potuto trarre le estreme con-clusioni perché la sua temporaneavittoria era proprio dovuta all’ap-poggio anche di ecclesiastici felloniche forse, però, non lo avrebberoseguito in una folle avventuracome appariva quella che in cuorsuo coltivava. Non si può dimenti-care che, proprio un anno prima,il 21 luglio 1200, il siniscalcosvevo aveva tentato di imposses-sarsi di Palermo e del piccolosovrano, ma aveva fallito clamoro-samente. Le sue truppe che, oltreagli svevi, arruolavano ghibellinipisani e saraceni ribelli al sovrano,

erano state messe in fuga dallearmate pontificie dopo la sconfittanella battaglia di Monreale. Que-sto significava che, per vincere, eraindispensabile l’aiuto del clero. IlPapa non restò con le mani inmano abbandonando il suo pupilloal potere dei tedeschi. Innocenzo,in mancanza di forze militari,tentò di operare con la diplomaziamatrimoniale e, nel 1202 siaccordò con Pietro d’Aragona perdare in sposa a Federico la di luisorella Sancha che gli avrebbe por-tato in dote le armate necessarie ascacciare i tedeschi. Purtroppo ilfidanzamento andò a male e glisforzi di Innocenzo andarono infumo.Che cosa fece Federico negli anniin cui dovette sottostare alla signo-ria del rozzo Markward?In realtà, Federico fu un reclusoin una gabbia d’oro proprio pernon turbare più di tanto i suoitutori e lo fu per circa sei anni,cioè fino al 1207 quando, propriolo stesso Gualtieri di Paleria, cam-biato ancora una volta campo eritornato nelle grazie del suonaturale riferimento, riuscì a scac-ciare i tedeschi, e riacquistò innome di Innocenzo III, la tutelasul giovane.Federico aveva già 13 anni ed eracresciuto tanto da essere in gradodi manifestare un proprio auto-nomo pensiero. Non si dimentichiche il Papa Innocenzo dovette fati-care non poco a convincerlo a spo-sare Costanza d’Aragona, di diecianni più anziana di lui e vedovadel re Emerico di Ungheria, che glidava la possibilità di un’alleanzacon l’Aragona necessaria, in quelmomento, per riprendere le redinidi un regno in rovina e in predaall’anarchia.Il 26 dicembre del 1208, InnocenzoIII rinunciò alla tutela e finalmenteFederico poté assumere su di sé lapienezza dei poteri e nel marzo del1209, quel matrimonio conCostanza, che era stato celebrato aSaragozza per procura, ebbe la suasanzione sacramentale nella catte-drale di Palermo.

La prigionia di Federicodi Pasquale Hamel

Incontri e scontri tra sacerdozio e imperola

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

le

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 20

Page 23: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

21

lapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturale

LLa Festa di Sant’Agata è la piùimportante festa religiosa dellacittà di Catania, mista di fede e

folclore che coinvolge direttamentemigliaia di fedeli impegnate neltraino del fercolo, un tempietto diargento riccamente lavorato e attirapuntualmente fino ad un milione dipersone, tra turisti, curiosi e fedeli.Si svolge tutti gli anni dal 3 al 5 feb-braio e il 17 agosto. La prima data èquella del martirio della santa cata-nese, mentre la data di agostoricorda il ritorno a Catania delle suespoglie, dopo che queste erano statetrafugate e portate a Costantinopolidal generale bizantino GiorgioManiace quale bottino di guerra edove rimasero per 86 anni.La giovane Agata fu una fanciullacatanese vissuta nel III secolo.Esponente di una famiglia patrizia,sin da giovane consacrò la sua vitaalla religione cristiana. Vennenotata dal governatore romanoQuinziano che decise di volerla persé. Al rifiuto di Agata, la perseguitòin quanto cristiana e, perdurando ilrifiuto della giovane, la fece marti-rizzare e mettere a morte il pome-riggio del 5 febbraio 251. Subitodopo la morte, secondo la tradi-zione, cominciò ad essere venerataa Catania da gran parte della popo-

lazione anche di religione pagana.Da quì si sviluppò il culto di Agatache si diffuse anche fuori dallaSicilia e ben presto il Papa la elevòalla gloria degli altari.Le origini della venerazione disant’Agata si pensa siano da farrisalire all’anno seguente il marti-rio della santa vergine e martirecatanese, ovvero al 252. Il popolonutrì subito una grande devozioneper la vergine Agata che si era

votata al martirio pur di difendereil suo onore e per non abiurare allasua fede. I catanesi furono orgo-gliosi di questa giovane che sirivoltò contro il volere del procon-sole romano Quinziano. In questosi dovette innestare l’odio per l’op-pressore straniero.Per quanto attiene la festa vera epropria è molto difficile stabilirequale fu l’anno di inizio delle cele-brazioni. Secondo alcune testimo-nianze ancora prima della nascitadi Agata veniva celebrata una festapagana durante la quale un simu-lacro di una vergine veniva portatoin processione per le vie della città.Osservando sbigottiti, l’intensapartecipazione dei catanesi allafesta di Sant’Agata non si può nonpensare alla competizione da sem-pre esistente tra catanesi e palermi-tani. Ciononostante, non sembreche questa rivalità abbia finorariguardato le due patrone dato chesia i palermitani che i catanesi par-lano della propria come la San-tuzza per antonomasia, senzaconsiderare che in Sicilia ne esi-stono due. Per quanto riguardazelo e partecipazione dei fedeli aifesteggiamenti in onore della pro-pria Santuzza, è a Catania chebisogna dare la palma, dato chespecie negli ultimi anni i palermi-

I devotissimi di sant’Agata trasportano i ceri accesi

La processione per le vie della città

Sant’Agata: tre giorni di magiadi Maria Angela Cacioppo

La terza festa religiosa più importante d’Europa

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 21

Page 24: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

22

lapa

gina

cultu

rale

lapa

gina

cultu

rale

lapa

gina

cultu

rale

lapa

gina

cultu

rale

lapa

gina

cultu

rale

lapa

gina

cultu

rale

lapa

gina

cultu

rale

La processione all’alba del terzo giorno ferma in via dei Crociferi

tani, malgrado il denaro speso dal-l’amministrazione in occasione delfestino, forse troppo, risultanoalquanto intiepiditi. Il coinvolgi-mento emotivo che ancora oggi lapatrona suscita a Catania deter-mina una comunanza di sentireche pervade l’intera comunità cit-tadina. La ripetizione puntuale eprecisa del rito è una delle caratte-ristiche delle feste genuinamentepopolari. La regia dell’evento nonviene affidata ad un professionistadello spettacolo, ma vive di vitapropria, questa forse la maggiorecaratteristica della festa che ne faun’indiscutibile affermazione diidentità: anche oggi,o forse oggipiù di ieri, rinnovare i legami affet-tivi e psicologici è essenziale per-ché un individuo e quindi ancheuna società possano definirsi sani.I giorni più solenni sono il 4 e il 5quando il busto effigie della santa ereliquario delle sue spoglie, intera-mente ricoperto dei gioielli offerti,nel corso dei secoli dai devoti,viene portato in processione lungole vie della città, trainato attraversolunghe corde da 4 o 5 mila citta-dini, uomini che per voto indos-sano il sacco bianco, stretto in vitada un laccio e con un berretto divelluto nero si muovono a piccolipassi tra l’immensa folla al grido“Cittadini, viva Sant’Agata”. Duegiorni estenuanti, vissuti per fede oper tradizione come la più grandeoccasione in cui misurare, oltre algrado di devozione per la patronaanche la capacità di resistenza allafatica e al sacrificio a causa del pesodel percolo che raggiunge i 30quintali.Non si bada a spese per i giochid’artificio, ma anche per le can-dele di ogni possibile dimensione,da quelle piccole a quelle del pesodella persona che le porta. Centi-naia di giganteschi ceri accesi sonotrasportati a spalla da altrettantidevoti che sbrodolano cera; sem-bra che una foresta di tronchi infiamme preceda la Santa nel suocammino professionale. Perfinoquando il rito prevede le ore pic-cole, per esempio quando il per-colo esce dalla Cattedrale ilsecondo giorno o all’alba del terzo,quando si ferma davanti alle archi-tetture barocche del chiostro bene-dettino di via dei Crociferi, le folletrascinate da Agata non hannoeguali in Sicilia.

Particolare di una delle 11 “candelore” (macchina con ceri votivi), durante la processionedel 5 febbraio

“Candelore”

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 22

Page 25: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

rendolo in festività cristiane. Il RexSaturnaliorum divenne semplicenteil re del Carnevale medievale, checorrisponde al cosiddetto nannusiciliano, anch’esso, insieme allananna, bruciato e sacrificato nellapubblica piazza. Carnevale è undeus patiens, un capro espiatorio.Ma vediamo di capire che cosaandiamo facendo nei giorni del Car-nevale. Le Baccanti erano mascheree usavano tingersi le gote col sanguedelle vittime del sacrificio. Lemaschere rappresenterebbero leimmagini dei defunti: indicano ilrimescolamento cosmico fra vita emorte. Le stelle filanti potrebberoavere origine dalle strisce di pelle dicapra che i lucerci dell’antica Roma(chiamati così perché ricoperti dipeli di lupo) lanciavano sulle spalledelle donne per renderle fertilidurante la festa dei Lupercalia inonore del pio Pan, che difendeva lepecore dai lupi. Le battaglie con icoriandoli (a volte sostituite daarance) avrebbero la loro lontanaorigine nel sacro combattimento frail dio salvatore Marduk e il dragoTiamat cui assistevano i babilonesidurante le feste che precedevanol’equinozio primaverile, corrispon-dente al loro Capodanno. Questipezzetti di carta, in siciliano detti pit-tiddi, furono inventati nel 1875 daun certo Mangilli da Crescenzago,presso Milano, il quale ebbe l’idea diusare la carta che era forata daibachi e sostituire così i confetti disemi di coriandolo, che insieme anoci e biscotti erano stati usati findal tempo dell’antica Roma, comesappiamo dalla vivida descrizione diStazio. Questo è il motivo per ilquale questi pezzetti di carta sonochiamati “coriandoli” in italiano e“confetti” dai popoli di linguainglese, una denominazione chesembra così strana alle nostre orec-chie, e che invece ha una precisagiustificazione storica..I carri che sfilano in occasione diquesta e di altre feste derivereb-bero da quelli di circhi di Romaimperiale, che simboleggiavano ilpassaggio dei pineti nel cielo versola primavera.

A Carnevale, come ben sanno inostri bambini , l’imperativo cate-gorico è quello di divertirsi il trave-stimento forniva un tempo aipoveri una delle rare occasioni divestire colori sgargianti. Il Carne-vale in genere, costituiva, forse, l’u-nico momento dell’anno durante ilquale le classi sociali erano tempo-raneamente e parzialmente aboliteed era, per questo motivo, snob-bato dagli aristocratici siciliani. L’u-nico Carnevale siciliano ad avereconservato oggi una vera valenzaantropologica è il Mastro di Campodi Mezzojuso, interessantissimapantomima che risale al XVIIsecolo, durante la quale sia il Peco-raio che il cosiddetto gruppo delFoforio compaiono coperti da pellianimali, una visualizzazione dell’e-lemento “ferino” comune a moltemanifestazioni carnevalesche, tracui quelle di Mamoiada e di Ottanain Sardegna. Esistono cibi che ven-gono tuttora consumati solo a Car-nevale, come le chiacchiere, maanche i cannoli, in origine, eranoristretti soltanto a questo periodo,prima di essere esportati e gustatianche nel resto dell’anno. Bisognaimmagazzinare divertimenti e cibodi ogni tipo in vista della Quare-sima: gli ultimi giorni sono “grassi”perché si mangiava il cosiddettolardarolu, appetitoso minestronecon carne di maiale, la pasta invecesi chiamava maccheruna ‘ntamadida perché arraffata con le ditadirettamente dalla madia.Un piatto tipico siciliano, la zuccain agrodolce, viene popolarmentechiamato “fegato di Settecannoli”dal nome di uno dei quartieripoveri di Palermo. cucinata così, lazucca poteva dare l’illusione visivache fosse carne, anzi fegato, a giu-dicare dal colore che assumeva lapietanza. Molti non potevano per-mettersi neanche il fegato, la carnedei poveri, e con la zucca in tavolasi poteva pur sempre fare una certabella figura con i vicini di casa.

Dal libro “Le stagioni del sacro, almanaccodelle feste popolari siciliane” di Marcella

Croce, Ed, Dario Flaccovio, 2004, Palermo

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

23

lapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturalelapaginaculturale

DDa sempre i potenti hannolasciato che, in particolarioccasioni, i sudditi dessero

libero sfogo ai loro istinti repressi,canalizzandoli in talune festivitàduranti le quali veniva eccezional-mente consentito l’illecito. Davanocosì prova di avere perfettamentecompreso che insieme alla farina ealle forche erano necessarie le feste(le famose “tre effe”) per tenere abada le plebi. Nell’antica Babilonia sipraticavano orge culminati nellainconorazione, con scettro e corona,del re-schiavo cerimoniale (“loschiavo diventa padrone” recitaun’iscrizione ivi trovata) e poi nellasua flagellazione e impiccagione aun legno. Gli antropologi chiamanoquesto processo inversione di ruoli,e sappiamo che cerimonie similierano praticate anche durante laSacea, antico Carnevale persiano.Nelle feste dei Bacchanali e deiSaturnalia dell’antica Roma eralecito godere della libertà sfrenatatipica dei periodi di passaggio in cuigovernava il re del mondo capo-volto. Nel Medioevo si potevacogliere ancora sentore di questeantiche feste pagane nel cerimo-niale dell’Episcopello: il 6 dicembrei seminaristi eleggevano chi fra loroavrebbe rivestito il ruolo parodi-stico del vescovello nella Festa degliInnocenti, un tempo festeggiata il28 dicembre, che confluiva inquella delle Calende, detta anchedella Libertà o dei Pazzi, all’ottavadell’Epifania. Solo nel XIV secolo lachiesa riuscì, per non turbare l’at-mosfera natalizia, a espellere dalloro periodo tradizionale questemaschere carnevalesche che dege-neravano regolarmente in una bol-gia e si prestavano pericolosamentead essere assimilate alle antichefeste precristiane.Questi gli antenati del nostro Carne-vale, una delle poche feste a nonaver mai perso una briciola dellospirito pagano. Malgrado vari tenta-tivi dei pontefici, specie nell’AltoMedioevo, di condannare la licen-ziosità cui tutti, clero compreso, siabbandonavano, nessuno ha seria-mente cercato di cristianizzarlo inse-

Lo spirito pagano del CarnevaleCibo e divertimento

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 23

Page 26: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

24

“B“Beddi cannuola di Car-nivali… Su binidittispisi li dinari...”, di-

ceva un poeta dell’800 inneg-giando al mitico cannolo siciliano.Un tempo legati alla festività delCarnevale, i cannoli, insieme allacassata, sono di sicuro i dolci chepiù di tutti incarnano la tradizionepasticcera dell’Isola. Che siano natinell’harem di Kalt El Nissa, cioè“Castello delle donne”, odiernaCaltanissetta, preparati dalle abilimani delle concubine del sultano, oconfezionati come scherzo di Car-nevale, oggi le principali scuole dipasticceria siciliane, per questa pre-parazione, sono Palermo, Catania eMessina. Ma quando si parla dicannoli di certo non possiamo nonpensare a quelli di Piana degli Alba-nesi (Palermo), famosi per ledimensioni oltre che per il saporedavvero particolare e principi, dun-que, della gastronomia Arbëreshë.Piana fondata nella seconda metàdel XV sec., quando, a seguito del-l’invasione turca della penisolabalcanica, gruppi di profughi alba-nesi (Arbëreshë) cercarono rifugionelle vicine coste dell’Italia meri-dionale, Hora e Àrbèreshévet,dopo cinque secoli, ha conservatola propria identità etnico-lingui-stica, ed è la più importante colo-nia albanese di Sicilia.Un comune siciliano davverocaratteristico. Per quanto riguardail patrimonio artistico, esso è costi-tuito principalmente da chiese distile barocco, nelle quali si conser-vano preziose testimonianze arti-stiche quali gli affreschi del Novellipresso la chiesa di S. Demetrio e leicone della chiesa di S. Nicola,alcune delle quali risalenti al secXVII. L’icona è una pittura sutavola raffigurante immagini sacre.Il patrimonio iconografico dell’E-parchia di Piana degli Albanesi èuno dei tesori dell’arte e della spiri-tualità bizantina che arricchisconola Sicilia fin dal secolo XVII. Parti-colarmente noti e motivo di grandeattrazione sono i preziosi costumitradizionali femminili, interamentericamati in oro e adornati da

gioielli tipici della gioielleria sici-liana del ‘600 e ‘700 (fra cui la cin-tura in argento, brezi); sono la piùsignificativa espressione dell’arti-gianale artistico locale e costitui-scono uno dei motivi di maggioreinteresse turistico.I costumi vengono tuttora indossatinelle cerimonie nuziali e durante leprincipali manifestazioni religiosecome l’Epifanìa, la Domenica dellePalme e la Settimana Santa checulmina nella sfarzosa sfilata delgiorno di Pasqua.Alcuni prodotti tipici della gastro-nomia pianese hanno fatto il girodel mondo.Si parla del rinomato pane (pro-dotto con farina di grano duro ecotto nelle tradizionali formerotonde in antichi forni a legna),dell’olio d’oliva, dei rinomati pro-dotti caseari (ricotta, formaggi) edelle carni prodotte da allevamentidel luogo.Ma il prodotto locale più rinomatoè senz’altro il cannolo. al plurale“cannola”, il suo nome viene dacanna, (rubinetto). Proviene dalnome volgare (latino) dell’arbusto“canna” (Arando donax) con fustocilindrico vuoto e nodoso, antica-mente usata per vari usi ordinari.Uno scherzo sicuramente da preti,nato in un dimenticato monasteroe successivamente propagato dallapasticceria palermitana, un mot-teggio carnevalesco del tempofaceva uscire da un rubinetto(cannolo in siciliano, il terminemolto antico e riscontrato in docu-menti che attestano il significatod’internodo della canna che ser-viva da cannella per abbeveratoi efontane) invece dell’acqua, cremadi ricotta. Marco Tullio Cicerone,quando era questore in Sicilia,parlando di questo dolce goloso lodefinì “Tubus farinarius, dulcis-simo, edulio ex lacte factus”, cioè“cannolo farinaceo fatto di latteper un dolcissimo cibo”. Questaleccornia di antiche origini arabeha subìto nei secoli diverse trasfor-mazioni ma il suo antenato sem-bra essere stato un dolce a formadi banana ripieno di mandorle e

Principe di ricottadi Maria Angela Cacioppo

VI edizione della Sagra del cannolo a Piana degli Albanesila

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

lela

pagi

nacu

ltura

le

zuc-chero.Nel paler-m i t a n o ,dove il dolce ènato, sono notis-simi i “cannolicchi”, dalle dimen-sioni di appena un dito.La “canna” con la sua forma cilin-drica e dal giusto diametro untempo si usava per dare foggia allacialda di questa delizia. Il partico-lare sta nel rivestimento, la “scor-cia”, la cialda è preparata con lafarina nel cui impasto va aggiuntodel vino marsala, l’uovo, lo zuc-chero e un po’ di polvere di cacaoper colorare l’impastatura.Ogni anno il Comune di Pianadegli Albanesi organizza “la sagradel Cannolo”, evento importanteper la valorizzazione del cannoloquale prodotto tipico di Piana, perle attività produttive legate al set-tore dolciario e agroalimentare e,più in generale, del settore dellaristorazione. durante la 3° edizionedella “Cannolata” nel 2003, fu rea-lizzato in sei giorni un cannololungo quattro metri e tre centime-tri dal pasticcere Giorgio Clescleri.Per la leccornia gigante che stabilìil Guinness dei primati, furononecessari centotrenta chilogrammidi ricotta, venti di farina, tre distrutto e zucchero, quindici di cioc-colato, cinque di canditi e dieci litridi vino per lavorare l’impasto.Quest’anno la manifestazione, daltitolo “C’era una volta lo sballo” èla rassegna che, fino al 10 febbraio,propone dentro un’unica corniceballi di piazza, cabaret, gare edegustazioni di cannoli.Un capitolo a parte è dedicato altradizionale appuntamento della“Sagra del cannolo”, giunta que-st’anno alla sua quarta edizione eprevede anche una gara per i piùgolosi: “Chi ne mangia di più”, è iltitolo della dolce competizione, chevedrà 40 concorrenti sfidarsi a chidivorerà più cannoli in appena 15minuti di orologio. Un periodo diintense attività che vedrà i riflettoripuntati su ogni angolo del piccolocomune del palermitano.

Imp. Emigrazione 1-2008:ok 14-04-2008 16:05 Pagina 24

Page 27: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

1

Siciliani ed EuropeiDi Francesca Messana

Il prossimo congresso USEF sarà l’occasione per puntualizzare strategiee nuove azioni positive della nostra organizzazione nei prossimi treanni. Ed i prossimi anni saranno anni cruciali per il futuro della nostraorganizzazione. Ed è il Congresso, l’occasione migliore per prepararequesto futuro ricordando e se è il caso, rinnovando la nostra organizza-zione ed il nostro modo di essere. Che oggi si configura con una nuovae più stringente identità europea. Siciliana ed europea, come evoca iltitolo di questo articolo, per l’appunto.Mille anni di storia europea – questo il titolo di un libro scritto dal pro-fessore Villari, edizione 2000, che tutti i nostri giovani, ma anche inostri vecchi, dovrebbero leggere – dal Medioevo ai nostri giorni, sonola lunga premessa della storia di questa area del mondo in cui noiviviamo ed operiamo, nella sua unitarietà e nelle sue differenze. E lacostruzione europea si presenta oggi a noi ed ai delegati al nostroprossimo congresso per quello che è e per l’importanza che ha: unpercorso difficile ed accidentato ma che non per caso ha dato vita allaattuale Costituzione europea, alle Istituzioni comuni, oggi rappresen-tanti una sempre più affermata realtà politica ed istituzionale. Chesempre di più diventa il nostro orizzonte politico ed istituzionale di cit-tadini, all’interno del quale competere e confrontarsi con il resto delmondo globale su temi decisivi per il nostro futuro come l’ambiente(energia, clima, acqua), le guerre ancora troppe in troppe parti delmondo, i nodi dell’economia e della finanza.

(continua a pagina 2)

IInnsseerrttoo:: SpecialeEuropa

Page 28: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

2

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

(segue da pagina 1)

Confrontarsi da un lato, nel Con-tinente, con la Russia che condi-ziona il nostro approvvigiona-mento energetico. Dall’altro, nelmondo, con i Paesi asiatici e lemerci a basso costo, con l’instabi-lità del dollaro e la crisi di potenzaglobale deli USA, con la strumeta-lizzazione della religione da partedi un terrorismo che nega ildiritto alla vita anche ai suoi mili-tanti e non esita a sacrificarepoveri malati psichiatrici e civiliindifesi, con le politiche di pace daattuare tramite istituzioni interna-zionali ancora troppo deboli e perqueto poco autorevoli.L’Usef è una piccolissimo, direiminuscolo, punto di forza all’in-terno di questo orizzonte politicoed istituzionale della necessariacostruzione europea. Per le sueattività in campo internazionale,negli USA, in America Latina, inAustralia. Ma anche per la suamai trascurata vocazione europeae il suo radicamento in impor-tanti comunità di siciliani inInghilterrra, ed in Francia e Bel-gio sopratutto. E anche perché iprimi passi l’Usef li ha mossi inEuropa e in questo contesto hacominciato ad imporsi nel pano-rama delle associazioni dei sici-liani all’estero.Con i minatori ed i bracciantipoveri delle provincie internedella Sicilia che negli anni “40 e“50 salivano su un treno diretto aMilano e poi a Liegi o a Lione o aMetz, prima soli poi portandosiappresso l’intera famiglia, adestrarre in miniera il carbone chepoi veniva in parte rsestituitoall’Italia per alimentare il boomindustriale alle porte e l’occupa-zione di altri meridionali emigratiin Nord Italia. Tutto questo hacontribuito a fare la ricchezza del-l’Italia, tutto questo ha contri-buito alla ripresa dell’Europa deldopoguerra, un’Europa di pace edi lavoro. Di cui l’Usef, con i suoi emigratiin carne ed ossa, è stata sempreorgogliosamente parte e da cui haspiccato il volo per espandersi inaltre parti del mondo. Orgogliosamente siciliana, orgo-gliosamente europea, da sempre.

primo gruppo ancora quello siciliano:91.000 persone);più contenuta, ma sempre maggioritaria,in Francia (51,6%, primo gruppo quellosiciliano: 60.000), in Gran Bretagna(56,1%, primo gruppo quello campano:37.000) e in Olanda (53,6%, primogruppo quello sardo: 7.000);bassa in Spagna (12,2%, primo gruppoquello lombardo: 6.000) e in Lussem-burgo (47,8%, primo gruppo quellopugliese: 7.000).Risiedono attualmente all’esterosette italiani rispetto a 100 abitantirimasti in Italia, tuttavia con un peso

differenziato a seconda delle aree. Nelleregioni del Nord e del Centro il rapportoè di 4 emigrati per 100 abitanti, mentrenelle regioni meridionali vi sono più di11 emigrati per 100 abitanti.Riprendendo il confronto con il recentefenomeno dell’immigrazione estera inItalia (un milione e mezzo di soggior-nanti all’inizio del 2000), va precisatoche, mentre il 7% della popolazioneitaliana è stata accolta all’estero (4milioni di persone), è del 2,6% l’inci-denza dei soggiornanti stranieri sui 57milioni 680.

FONTE:Elaborazioni Caritas Roma/Dossier Statistico

Immigrazione su datiAIRE e Anagrafe consolare

Gli italiani nel mondo che hannoconservato la cittadinanza sfiorano iquattro milioni (3.930.499: è questo ildato aggiornato delle anagrafi consolarial mese di ottobre 2000).Il Ministero degli Esteri nel 1995 parlavadi 58,5 milioni di oriundi, di cui 38,8milioni in America Latina, 16,1 milioniin America del Nord, 2 milioni inEuropa e 0,5 milioni in Oceania: nel2000, secondo una stima dello stessoMinistero, il numero dovrebbe collocarsitra i 60 e i 70 milioni.La maggior parte dei quattro milioniche hanno conservato la cittadinanza,sono i protagonisti dei flussi di espatrioa noi più vicini nel tempo, flussi conti-nuati fino ai nostri giorni al ritmo fisio-logico di circa 40/50 mila l’anno con ilcoinvolgimento prevalente delle regionidel Sud (30%) e delle Isole (24%) maanche di quelle del Centro (16%) e delNord (30%), come risulta dalla mediaricavata a partire dagli ultimi anni ’80fino al 1996.La presenza italiana nel mondo riguardain misura preponderante l’Europa(2.207.638 presenze, pari al 56,2%, dicui 1.638.436 nell’Unione Europea) el’America Latina (1.161.197 presenze:29,5%) e ancora in misura significativa,seppure più contenuta, il Nord Ame-rica (346.440 presenze: 8,8%)e l’Au-stralia (119.000 presenze: 3,0%).

In sintesi, su 10 italiani sparsi nelmondo, all’incirca 6 stanno in Europa, 3in America Latina e 1 nei paesi anglosas-soni d’oltreoceano (Stati Uniti, Canada eAustralia).In Asia e in Africa si trovano insedia-menti quanto mai ridotti di italiani: l’ec-cezione più vistosa è costituita dal SudAfrica con 38.000 italiani.La presenza degli italiani in Europaè caratterizzata da una più forte pre-senza di meridionali:particolarmente elevata in Germania(79,6%, primo gruppo quello siciliano:215.000 persone) e in Belgio (67,3%,

SpecialeEuropa

Dati e confrontisulla Emigrazione Siciliana in Europa

Page 29: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

2002: Introduzione dell’euro

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

3

insertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinserto

60Le principali tappedel cammino dell’Europa

1951: Nascita della Comunità europeadel carbone e dell’acciaio (CECA) con seipaesi fondatori (Belgio, Repubblica fede-rale di Germania, Francia, Italia, Lussem-burgo e Paesi Bassi)

1957: Il trattato di Roma istituisce il mer-cato comune

1973: La Comunità passa a nove Statimembri (Danimarca, Irlanda e RegnoUnito) ed elabora politiche comuni

1979: Prima elezione diretta del Parla-mento europeo

1981: Primo allargamento mediterraneo(Grecia)

1986: Secondo allargamento mediterra-neo (Spagna e Portogallo)

1993: Completamento del mercato unico

1993: Con il trattato di Maastricht nascel’Unione europea

1995: L’Unione europea passa a 15 Statimembri (Austria, Finlandia e Svezia)

SpecialeEuropa

anni di storia

2004: Altri dieci paesi aderiscono all’U-nione (Bulgaria, Polonia, Repubblicaceca, Romania, Slovacchia, Ungheria,Estonia, Lettonia, Lituania, Slovenia,Cipro e Malta); nel 2007 aderisconoanche Romania e Bulgaria

2007: Approvazione del nuovo Trattatodi Lisbona

Page 30: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

4

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

Utilizzando solo l’1% della sua ricchezzaglobale all'anno, l'UE costruisce il nostroavvenire comune e svolge un ruolo diprimo piano sulla scena mondiale. Ognispesa è decisa solo se è giustificata dalfatto che un investimento a livello del-l’UE è più redditizio di quello chepotrebbe essere realizzato dai governinazionali. L’obiettivo è quello di farfronte alle sfide che si presentano oggialla nostra società, per assicurare ai citta-dini europei un’esistenza migliore. Lespese dell’UE sono quindi essenzial-mente destinate a ridurre le disparità direddito e di condizione sociale, a pro-muovere la mobilità resa possibile dall’a-pertura delle frontiere interne, a garan-tire libertà, sicurezza e giustizia all’in-terno delle frontiere dell’UE e a salva-guardare la diversità culturale. Una parterilevante dei finanziamenti è diretta oltrele frontiere dell’Unione europea, che peril suo peso economico e politico haassunto un ruolo di primo piano sullascena mondiale.

Costruire il nostro avvenire comune

L’Unione europea influisce sulla nostravita quotidiana in un modo che ci sem-bra ormai naturale: voli a basso costo,comunicazioni telefoniche più economi-che, diminuzione del prezzo delle auto-mobili, abolizione delle frontiere fra lamaggior parte dei paesi europei. Grazieall’UE abbiamo anche un ambiente piùpulito, prodotti alimentari più sicuri, ildiritto all'assistenza sanitaria quando

siamo in viaggio e una moneta unica perquasi due terzi dei cittadini europei.Molte di queste realizzazioni sono ilrisultato di economie di scala e di unamaggiore efficienza rese possibili dallamessa in comune di risorse allo scopo diaccrescere e migliorare l’occupazione epreservare il nostro stile di vita, per noistessi e per le generazioni future.Il bilancio dell'UE finanzia la costruzionedi strade, ferrovie, ponti, aeroporti, vie dinavigazione, linee elettriche e condotte;promuove la società dell'informazione ela diversità culturale e linguistica; finan-zia corsi di formazione per i disoccupati ela creazione di posti di lavoro; sostieneiniziative destinate a combattere ladiscriminazione e a favore dei disabili;mantiene in vita le economie rurali;finanzia ricerche sulle malattie infantili,sull'ambiente naturale, sui prodotti chi-mici pericolosi, sulla sicurezza alimen-tare, sui veicoli ecologici, sulle nuoverisorse energetiche e sulla sicurezzamarittima; promuove scambi di studentie di giovani; incoraggia il rinnovamentourbano, la creazione e la crescita di pic-cole imprese; finanzia interventi volti amantenere la pace, fornire aiuti umani-tari e garantire la sicurezza delle fron-tiere; favorisce rapporti più stretti con ipaesi vicini a sud e a est dell’UE e contri-buisce allo sviluppo del Terzo mondo.Equivalenti a circa 270 euro per citta-dino all’anno e a circa l’1% della ric-chezza nazionale dell'UE all'anno, i fondispesi dall’UE sono un investimentomolto produttivo nel nostro futuro.

SpecialeEuropa

L’Europa in sintesi

Eliminare le barriere

Quando le frontiere costituiscono ancoraun ostacolo, il modo migliore per elimi-narlo è un’azione a livello dell’Unioneeuropea. Questo principio vale in set-tori diversi come le norme nazionalirelative ai prodotti, le reti di trasporto,la ricerca e la lotta contro la crimina-lità. La creazione di uno spazio europeounico della ricerca e l’introduzione diun mandato di arresto europeo sonopiù efficaci di una cooperazione occa-sionale tra alcuni paesi.Queste politiche riguardano spesso anchei paesi vicini; l’Unione europea deve inprimo luogo dimostrarsi in grado didefinire una politica comune, basatasulla convinzione che è interesse di tuttirealizzare pienamente la libera circola-zione delle persone, delle merci e deicapitali e che esistono, al di là dellediversità culturali, valori sociali e cultu-rali comuni.Prima di prendere una decisione, tutta-via, i nostri rappresentanti al Parlamentoeuropeo e al Consiglio dei ministri esa-minano attentamente le motivazioni e icosti delle azioni da intraprendere,basandosi sul principio che una spesa delbilancio europeo è giustificata solo se ibenefici che ne derivano sono maggioridi quelli che si potrebbero ottenere conuna spesa nazionale corrispondente.

Obiettivi concreti

Le risorse del bilancio dell’UE sonoimpiegate per obiettivi concreti, in parti-colare:

– per favorire la crescita e l'occupazione,rendendo l’UE più competitiva e ridu-cendo le disparità economiche e sociali;

– per migliorare la conservazione e lagestione delle risorse naturali;

– per migliorare la qualità di vita dei cit-tadini europei;

– per rafforzare il ruolo dell’UE sullascena mondiale, con l’assunzione dimaggiori responsabilità.

Gli obiettivi di crescita e occupazione,ai quali è destinata la maggior partedelle spese, non sono facilmente rag-giungibili.Oggi le economie in espansione devonoil loro successo alla capacità di innovaree di sfruttare le conoscenze, ma questacapacità fa ancora difetto a molte eco-nomie europee.

–––––––––Questa pagina e la scheda a fianco sono stateredatte utilizzando materiale divulgativodella Commissione europea

Page 31: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

5

insertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinserto

L’Unione europea, pur non essendo uno Stato federale, è qualcosa di più di una semplice confederazione di paesi.I trattati (che costituiscono il “diritto primario” dell’UE) sono la base di un vasto corpo di atti normativi (il cosiddetto“diritto derivato”) che incide direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini europei. Il diritto derivato comprende prin-cipalmente regolamenti, direttive e raccomandazioni adottate dalle istituzioni europee.Questi atti legislativi e, in maniera più generale, le politiche dell’Unione sono il risultato delle decisioni prese dal trian-golo istituzionale costituito da:– Il Consiglio dei ministri dell’Unione europea, che rappresenta gli Stati membri, ed è il principale organo decisionaledell’Unione. Quando si riunisce a livello di capi di Stato e di governo diventa il Consiglio europeo, il cui ruolo è quellodi fornire all’UE l’impulso politico per le questioni fondamentali.

– Il Parlamento europeo, che rappresenta i cittadini europei, e condivide il potere legislativo e di bilancio con il Consigliodell’Unione europea.

– La Commissione europea, con poteri delegati dal PE e dal Consiglio, è il principale organo esecutivo dell’Unione.Dispone del diritto di iniziativa e garantisce la corretta attuazione delle politiche europee.

Principali attivitàL’Unione europea interviene in numerosi settori (economico,sociale, normativo e finanziario) in cui la sua azione va a beneficiodegli Stati membri: – le politiche di solidarietà (le cosiddette politiche di coesione) inambito regionale, e sociale;

– la Politica agricola comune (PAC)– le politiche di innovazione, che favoriscono il ricorso a tecnologiedi punta in settori quali la protezione dell’ambiente, la ricerca e losviluppo e l’energia.

Tali politiche sono finanziate grazie a un bilancio annuale di oltre120 miliardi di euro, cui contribuiscono principalmente gli Statimembri. Si tratta di un bilancio modesto rispetto alla ricchezza com-plessiva dell’UE, in quanto rappresenta circa l’1% del reddito nazio-nale lordo della totalità degli Stati membri.

Il mercato unico e l’EuroIl mercato unico è una delle principali realizzazioni dell’Unione europea. Le restrizioni agli scambi e alla libera concor-renza sono state gradualmente eliminate fra gli Stati membri. Il mercato unico non è ancora diventato uno spazio economico unico: alcuni settori dell’economia, come i servizi pub-blici, restano soggetti alle legislazioni nazionali e i singoli Stati membri mantengono un’ampia sovranità in materiafiscale e di protezione sociale. L’euro è la moneta unica dell’Unione europea. Dodici degli allora quindici Stati membri dell’Unione lo hanno adottatoper le operazioni non in contanti dal 1999 e per tutti i pagamenti dal 2002, quando sono entrati in circolazione lemonete e i biglietti in euro. Tre paesi (Danimarca, Svezia e Regno Unito) non hanno preso parte a questa unione mone-taria. I nuovi Stati membri si stanno preparando ad entrare nella zona euro non appena saranno in grado di soddisfare i criterinecessari. Parallelamente all’obiettivo della stabilità monetaria, di competenza della Banca centrale europea, gli Stati membri per-seguono gli obiettivi di una crescita più sostenuta e della convergenza economica.

La scheda

Page 32: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

6

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

Il 13 dicembre 2007 i leader dell’Unioneeuropea hanno firmato il trattato diLisbona, mettendo fine a diversi anni dinegoziati sulla riforma istituzionale.È bene ricordare che questo Trattato èstato redatto per sostituire la Costitu-zione Europea bocciata dai referendumfrancese ed olandese (che alcuni Statimembri, tra cui l’Italia, avevano già rati-ficato) ed è arrivato dopo un periodo diriflessione durato ben due anni. Allafine, l’accordo che è stato raggiunto rece-pisce buona parte delle innovazioni con-tenute nella Costituzione, anche se hauna minore portata.E questo risulta subito evidente seandiamo ad analizzare le principalimodifiche: – non esisterà un solo trattato (come laCostituzione europea), ma sarannoriformati i vecchi trattati;

– non c’è riferimento esplicito alla naturacostituzionale nel testo: sono stati eli-minati i simboli europei e si è ritornatialla vecchia nomenclatura (“regola-menti” e “direttive” al posto delle“leggi europee”;

– il "Ministro degli Esteri" europeo si chia-merà “Alto rappresentante per la poli-tica estera e sicurezza comune”, benchécon i poteri rafforzati indicati nel testocostituzionale e la politica estera comu-nitaria ha un carattere specifico all'in-terno dell’UE e che non può pregiudi-care quella dei singoli stati membri;

– il nuovo metodo decisionale della“doppia maggioranza” entrerà in vigorenel 2014 e a pieno regime, solatantonel 2017;

– aumentano i poteri dei Parlamentinazionali che hanno più tempo peresaminare le leggi comunitarie erimandare alla Commissione

– la Carta dei diritti fondamentali non èintegrata nel trattato, ma vi è un riferi-mento ad essa (peraltro il Regno unitoha ottenuto una “clausola di esclu-sione” per non applicarla sul suo terri-torio al fine di preservare la commonlaw);

– il Regno unito e l’Irlanda hanno otte-nuto un meccanismo (“opt-out”) peressere esentati da decisioni a maggio-ranza nel settore “Giustizia e affariinterni”.

Il trattato di Lisbona modifica il trattatosull'Unione europea e il trattato che isti-tuisce la Comunità europea, attualmentein vigore, senza quindi sostituirli. Ilnuovo trattato doterà comunque l’U-nione del quadro giuridico e degli stru-menti necessari per far fronte alle sfidedel futuro e rispondere alle principaliaspettative dei cittadini.

Ma vediamo più dettagliatamente cosasuccederà nei settori più importanti estrategici del sistema comunitario.

Consolidamento delle istituzioni

Ruolo rafforzato per il Parlamento euro-peo: eletto direttamente dai cittadinidell’UE, sarà dotato di nuovi importantipoteri per quanto riguarda la legisla-zione e il bilancio dell’UE e gli accordiinternazionali. In particolare, l’esten-sione della procedura di codecisionegarantirà al Parlamento europeo unaposizione di parità rispetto al Consiglio,dove sono rappresentati gli Stati mem-bri, per la maggior parte degli atti legi-slativi europei. Maggiore coinvolgimento dei parlamentinazionali: i parlamenti nazionali potrannoessere maggiormente coinvolti nell’atti-vità dell’UE, in particolare grazie ad unnuovo meccanismo per verificare chel'Unione intervenga solo quando l’azionea livello europeo risulti più efficace(principio di sussidiarietà). Una voce più forte per i cittadini: graziealla cosiddetta “iniziativa dei cittadini”,un gruppo di almeno un milione di citta-dini di un certo numero di Stati membripotrà invitare la Commissione a presen-tare nuove proposte. Una migliore ripartizione delle compe-tenzee la loro categorizzazione consen-tirà di definire in modo più preciso i rap-porti tra gli Stati membri e l’Unioneeuropea. Recesso dall’Unione: per la prima volta,il trattato di Lisbona riconosce espressa-mente agli Stati membri la possibilità direcedere dall’Unione.

Semplificazione ed efficienza

Processo decisionale efficace ed effi-ciente: il voto a maggioranza qualificatain seno al Consiglio sarà esteso a nuovi

SpecialeEuropa

Il Trattato di Lisbona

ambiti politici per accelerare e renderepiù efficiente il processo decisionale. Apartire dal 2014, il calcolo della maggio-ranza qualificata si baserà sulla doppiamaggioranza degli Stati membri e dellapopolazione, in modo da rappresentarela doppia legittimità dell'Unione (la dop-pia maggioranza è raggiunta quandouna decisione è approvata da almeno il55% degli Stati membri che rappresen-tino almeno il 65% della popolazionedell’Unione).

Un quadro istituzionale più stabile

È istituita la figura del presidente delConsiglio europeo, eletto per un man-dato di due anni e mezzo su decisione amaggioranza qualificata dello stesso Con-siglio. Sono previste nuove disposizioniper la futura composizione del Parla-mento europeo e per una Commissionecon un numero ridotto di membri. Ilfuturo Presidente della Commissionesarà eletto dal Parlamento Europeo suproposta del Consiglio che statuisce amaggioranza qualificata sulla base delrisultato delle elezioni europee del giu-gno 2009.Il trattato migliora linoltre la capacità diazione dell’UE in diversi settori prioritariper l’Unione e per i suoi cittadini. In par-ticolare nel campo della “libertà, sicu-rezza e giustizia”, per affrontare problemicome la lotta al terrorismo e alla crimi-nalità. La stessa cosa si verifica, in parte,anche in ambiti come la politica energe-tica, la salute pubblica, la protezione

Page 33: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

7

insertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinsertoinserto

civile, i cambiamenti climatici, i servizi diinteresse generale, la ricerca, lo spazio, lacoesione territoriale, la politica commer-ciale, etc.

Politica estera

La nuova figura di alto rappresentantedell’Unione per gli affari esteri e lapolitica di sicurezza, che sarà anchevicepresidente della Commissione, èdestinata a conferire all’azione esternadell’UE maggiore impatto, coerenza evisibilità. Peraltro è prevista la creazione di unnuovo servizio europeo per l’azioneesterna che assisterà l’alto rappresen-tante nel’esercizio delle sue funzioni. La personalità giuridica unica conferitaall’Unione permetterà di rafforzarne ilpotere negoziale, e di potenziare ulte-riormente la sua azione in ambito inter-nazionale.

Diritti civili e cittadinanza

Il nuovo trattato promuove i valori del-l’Unione, integra la Carta dei diritti fon-damentali nel diritto primario europeo,prevede nuovi meccanismi di solidarietàe garantisce una migliore protezione deicittadini europei. Infatti il trattato di Lisbona, da un lato,precisa e rafforza i valori e gli obiettivisui quali l’Unione si fonda e, dall’altro,garantisce le libertà e i principi sancitidalla Carta dei diritti fondamentali ren-dendoli giuridicamente vincolanti.Solidarietà tra gli Stati membri: il trattatodi Lisbona dispone che l’Unione e gliStati membri sono tenuti ad agire con-giuntamente in uno spirito di solidarietàse un paese dell’UE è oggetto di unattacco terroristico o vittima di una cala-mità naturale o provocata dall'uomo.Pone inoltre l’accento sulla solidarietànel settore energetico. Inoltre la capacità di azione dell’Unionein materia di libertà, sicurezza e giustiziasarà rafforzata, consentendo di renderepiù incisiva la lotta alla criminalità e alterrorismo.Anche le nuove disposizioni in materiadi protezione civile, aiuti umanitari esalute pubblica contribuiranno a poten-ziare la capacità dell’Unione di farfronte alle minacce per la sicurezza deicittadini.Il Trattato di Lisbona entrerà in vigore il1° gennaio 2009 se tutti gli Stati membrilo avranno ratificato entro la fine del2008, altrimenti slitterà al mese succes-sivo la presentazione dell’ultima ratifica.Dovrebbe essere approvato in tutti iPaesi attraverso una procedura di ratificaparlamentare, ad eccezione dell’Irlandadove si terrà un referendum.

l’area più competitiva del mondo) volto aconsolidare i buoni risultati già raggiuntiin termini di governance, crescita ed occu-pazione. Occorrerà in quella sede adattarei contenuti della strategia alle nuove sfidedel mondo globalizzato. Sarà necessariofar affermare una politica volta a miglio-rare e potenziare le attività nel campodella ricerca e dell’innovazione, dell’ener-gia e dell’ambiente, a razionalizzare ilmercato interno e a rafforzare la politicaindustriale e dei consumatori. In un mondo sempre più integrato è deci-sivo poter stabilire regole del gioco e per-corsi di riforma economica a livello euro-peo, in modo da poter avere un ruolo diprotagonisti nel difficile processo di gover-nance della globalizzazione. Oggi nellamaggior parte dei settori l’Europa nonparla al mondo esterno con una sola voce.La nuova figura di Alto rappresentantedell’Unione per gli affari esteri prevista dalTrattato può contribuire in maniera deci-siva al superamento di questa situazione.L’UE deve diventare più competitiva percreare crescita e occupazione, restandoperò fedele al principio fondamentaledella solidarietà con tutti i suoi cittadini.In altre parole, i benefici della crescita,dell’aumento dell’occupazione e dei pro-gressi nella protezione dell’ambiente enella sanità pubblica devono esseredistribuiti nel modo più equo possibile

L’UE si trova oggi a dover fronteggiarealcune sfide epocali: la globalizzazione (chenon è soltanto economica), la rapidità delprogresso tecnologico (il cui baricentro si vaprogressivamente spostando verso oriente),l’invecchiamento della sua popolazione eper ultimo, non certo perchè meno impor-tante, gli effetti del global warming. Come è evidente sono tutte problemati-che alle quali non è possibile trovare unarisposta al livello delle singole nazioni.Oggi l’UE con l’approvazione del nuovotrattato ha fatto un nuovo passo avantiin questa direzione. Infatti, pur rinun-ciando al livello di ambizione della Cartacostituzionale, il nuovo Trattato firmatoa Lisbona lo scorso 13 dicembre 2007dota l’Unione Europea degli strumenti,sia istituzionali che organizzativi, neces-sari per poter affrontare in modo effi-ciente ed efficace queste sfide.È chiaro che avere gli strumenti idonei ènecessario ma non sufficiente a dare risposteconcrete. Occorre un altro importantissimoelemento: la volontà politica da parte deigoverni, sia a livello comunitario che nazio-nale, di onorare gli impegni assunti edattuare le riforme necessarie dei sisteminazionali (soprattutto in tema di economia).Il prossimo Consiglio europeo di prima-vera lancerà il nuovo ciclo della Strategiadi Lisbona (l’insieme delle politiche comu-nitarie finalizzate a far diventare l’Europa

SpecialeEuropa

Le sfide futuredell’Unione

Page 34: Emigraz io ne · 2018. 2. 24. · sc enam d i trl o d ela nz g im r s n el sd i tr az o. I qu qu a drov s egn lti t r up ed al co nf ih imp r ovd ae ns lc p re c dnt g ov B lus i,

SESSANT’ANNI E NON LI DIMOSTRALa Costituzione Italiana in questo 2008 com-pie sessant’anni. Riportiamo stralci del discorso del Presidentedella Repubblica tenuto il 23 Gennaio 2008davanti alle Camere riunite, in particolarequelli volti a mettere in luce le assonanze trala nostra Carta fondamentale ed i TrattatiEuropeiLo svolgersi di questa cerimonia nono-stante il momento di acuta crisi e incer-tezza politica che il paese sta vivendo,vale a sottolineare la distinzione e auto-nomia del tema costituzionale dallealterne vicende dei partiti, delle maggio-ranze e dei governi. E mi si lasci aggiun-gere che conoscendo i motivi di inquie-tudine e di sfiducia che serpeggiano tra icittadini, è confortante poter guardaretutti, senza spirito di parte, a un grandequadro di riferimento unitario comequello che l’Italia si diede con la Costitu-zione del 1948.“L‘età della Costituente” si snodò attra-verso le tappe importanti della Consultanazionale e dell’attività del Ministerodella Costituente per sfociare negliintensi lavori dell’Assemblea Costituenteeletta il 2 giugno a suffragio - per laprima volta - universale, e infine, il 22dicembre 1947, nell’approvazione - alarghissima maggioranza - della Costitu-zione. Fu quella una delle stagioni piùaltamente costruttive e creative dellanostra storia nazionale.Il risultato cui si giunse fu possibile gra-zie a un confronto eccezionalmente riccoe approfondito e alla graduale con-fluenza - al di là dei contrasti e deimomenti di divisione che certamentenon mancarono - tra le diverse correntistorico-culturali e politiche rappresentatenell’Assemblea Costituente. Ed è perchécosì nacque la Costituzione, che essa hapotuto presiedere nel corso dei decenni aquella complessiva grande trasforma-zione che ha fatto dell’Italia un paesemoderno e altamente sviluppato ; e hapotuto reggere a tante tensioni politichee sociali, a tante nuove sollecitazioni edomande.Nessuna delle forze politiche che parteci-parono all’elaborazione della Carta costi-tuzionale e che si contrapposero aspra-mente all’indomani della sua entrata invigore, è rimasta in vita uguale a sestessa. Dalla crisi che ha investito, tra lafine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni‘90, il sistema dei partiti, e dall’avvio diuna democrazia dell’alternanza, è scatu-rito un quadro di forze che in quantocompetono per il governo del paese siriconoscono naturalmente nella Costitu-zione. Questa rappresenta più che mai -

nella sua comprovata validità - un patri-monio comune. Nessuna delle forze oggiin campo può rivendicarne in esclusival’eredità, né farsene strumento nei con-fronti di altre. Possono solo tutte insiemerichiamarsi ai valori e alle regole dellaCostituzione, e insieme affrontare anchei problemi di ogni sua specifica, possibilerevisione.La realtà e l’evoluzione della nostraCostituzione si è intrecciata con il feno-meno, davvero determinante, del pro-cesso di integrazione europea in cui l’I-talia si è impegnata e riconosciuta findagli anni ‘50, nel solco di un’ispira-zione straordinariamente anticipatricecome quella dell’articolo 11 della Costi-tuzione; al quale è di recente seguita,col nuovo articolo 117, la piena assun-zione dei “vincoli derivanti dall’ordina-mento comunitario e dagli obblighiinternazionali”. I Trattati europei, leCarte dei principi e dei valori dellaComunità e poi dell’Unione europea,hanno costituito una fonte preziosa diconferma e di arricchimento degli indi-rizzi caratterizzanti la nostra Carta costi-tuzionale.A suggello di questa vera e propria inte-grazione tra gli indirizzi della Costitu-zione repubblicana e quelli dei Trattatieuropei, è stata da lungo tempo postal’affermazione - da parte della CorteCostituzionale - della primazía del dirittocomunitario. Nello stesso tempo, lanostra Carta è entrata a far parte del“patrimonio costituzionale comune”riconosciuto e valorizzato dalla Corte digiustizia europea. Non a caso dunque, nemmeno negliultimi decenni di intenso confronto sultema delle riforme istituzionali, è statoportato avanti alcun progetto di revi-sione della prima parte della Costitu-zione repubblicana, né dei suoi “Principifondamentali”. Il confronto si è concen-trato sulla seconda parte della Carta, sull’“ordinamento della Repubblica”.Nello stesso tempo, risulta perfetta-mente comprensibile e perseguibile l’in-tento di procedere alla revisione di spe-cifiche norme costituzionali, che si giu-dichino non più rispondenti ad esigenzedi corretta ed efficace articolazione deipoteri nel sistema delle istituzionirepubblicane. Ho perciò più volte auspi-cato che in quella direzione le forzepolitiche si impegnassero avviando unrealistico confronto - nella ricerca delnecessario e possibile consenso - sutalune, essenziali e ben delimitate pro-poste di riforma dell’ordinamento costi-tuzionale. Proposte che abbiano lororagioni, di più lungo periodo, rispetto a

un distinto e parallelo cammino - chepure ho auspicato - di riforma eletto-rale. Più in generale, ogni discorso sullaCostituzione deve prescindere da calcolicontingenti, caratterizzarsi per la suaautonomia e la sua ponderazione.La ricorrenza del 60° anniversario del-l’entrata in vigore della Costituzione cisollecita a un grande impegno comuneper porre in piena luce i principi e ivalori attorno ai quali si è venuta radi-cando e consolidando l’adesione digrandi masse di cittadini di ogni prove-nienza sociale e di ogni ascendenza ideo-logica o culturale al patto fondativo dellanostra vita democratica. Quei principivanno quotidianamente rivissuti e con-cretamente riaffermati. Nei doveri nonmeno che nei diritti. Doveri, a comin-ciare da quelli “inderogabili” di solida-rietà politica, economica e sociale, chedebbono essere sollecitati da leggi e dascelte di governo, ma debbono ancor piùtradursi in comportamenti individuali ecollettivi.Non posso non rilevare come invecetroppi siano oggi i casi di non osser-vanza delle leggi e delle regole, di scarsorispetto delle istituzioni ma anche discarso senso del limite nei rapporti tra leistituzioni, di indebolimento dello spi-rito civico e, in ciascuno, del senso delleproprie responsabilità. Così come nonposso non esprimere allarme per ognismarrimento di valori essenziali comequello della tolleranza e della libertà diconfronto tra diverse posizioni di pen-siero e ideali. Da tutto ciò traggo piùche mai l’incitamento a un forte anco-raggio nei principi e nello spirito dellaCostituzione nata sessant’anni orsono.L‘Italia vive, insieme con l’Europa, tuttele incognite, le sfide e le tensioni delmondo che ci circonda, con le sue mol-teplici, incalzanti trasformazioni. È miaconvinzione che non manchino alnostro paese le forze per superare leprove di questa fase storica e di questocruciale momento. È però necessarioporre mano a quel rinnovamento dellavita istituzionale, politica e civile, inassenza del quale la comunità nazio-nale, in tutte le sue parti, sarebbe espo-sta a crisi gravi.La condizione del successo è in un con-corso di volontà, che non può, non devemancare. Un concorso di volontà piùforte di tutte le ragioni di divisione, purnello svolgimento di una libera dialetticapolitica e sociale. Ci unisce e ci incorag-gia in questo sforzo la grande, vitalerisorsa della Costituzione repubblicana.Non c’è terreno comune migliore diquello di un autentico, profondo, ope-rante patriottismo costituzionale. È, que-sta, la nuova, moderna forma di patriot-tismo nella quale far vivere il patto che cilega: il nostro patto di unità nazionalenella libertà e nella democrazia.

EmigrazioneSiciliana

n. 1/08

8

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

inse

rtoin

serto

SpecialeEuropa

Il Trattato di Lisbona