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E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Difendiamo il welfare Scenari A confronto, Catalogna ed Emilia-Romagna Sviluppo Upi-Unioncamere Un patto per la crescita Turismo Un 2008 in difesa Ma si guarda avanti Export Zhejiang, la Cina delle opportunità NOVEMBRE 2008 La Regione presenta il bilancio di previsione 2009 Grazie all’incremento di efficienza, sarà possibile fronteggiare i tagli dei trasferimenti e garantire a famiglie e imprese risorse importanti per superare questa difficilissima crisi economica Spedizione in A.P. -45% - Art.2 comma 20/b L. 662/96, filiale di Bologna Spedizione in A.P. -45% - Art.2 comma 20/b L. 662/96, filiale di Bologna Infrastrutture Ecco gli impegni del Governo

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Page 1: ECONOMIA EMILIA-R OMAGNA€¦ · * di Vasco Errani Affrontare la crisi Presto e bene Dobbiamo unire le forze, di fronte all’emergenza Solo in questo troveremo un’efficace “exit

E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A

Difendiamo il welfare

ScenariA confronto, Catalognaed Emilia-Romagna

SviluppoUpi-UnioncamereUn patto per la crescita

TurismoUn 2008 in difesaMa si guarda avanti

ExportZhejiang, la Cina delle opportunità

NOVEMBRE2008

La Regione presenta il bilancio di previsione 2009Grazie all’incremento di efficienza, sarà possibilefronteggiare i tagli dei trasferimenti e garantire a famiglie e imprese risorse importantiper superare questa difficilissima crisi economica

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NOVEMBRE 2008 1

EDITORIALE

Ci sono momenti nei quali,più che in altri, occorreavere idee chiare su cosafare, su come muoversi, su

cosa mettere in campo. Lo sappiamo da tempo: siamo alleprese con gli effetti di una crisipesante, i cui contorni paiono allar-garsi di giorno in giorno. Lo dico-no gli esperti, lo dicono gli studitecnici che non fanno altro che cer-tificare quello che è sotto gli occhidi tutti.Che fare, allora? Non sono tante lealternative. Di fronte a questa emer-genza, dobbiamo innanzitutto –Stato centrale, Regioni, Autonomielocali, sistema imprenditoriale,parti sociali – condividere strategie,mettere insieme risorse ed energieper dare maggiore impulso a unosforzo che potrà esprimere tutte leproprie potenzialità solo se saràcondiviso.Dal Governo, in modo particolare,mi aspetto che non vi siano scelteunilaterali in questo senso. Mi aspet-to, ad esempio, che si condividanocon le Regioni le scelte più oppor-tune per sostenere una strategia diuscita dalla crisi, specialmente sulversante delle piccole e medie impre-se. Mi aspetto anche che la Finan-ziaria dia risposte chiare ai proble-mi delle famiglie e del sistema pro-duttivo.Ci sono cose che devono essere cam-biate, lavorando insieme. Penso, adesempio, al Fondo di garanzia nazio-nale per le imprese, che deve esseremesso nelle condizioni di interagirecon i nostri Consorzi Fidi e con lenostre Cooperative di garanzia.Occorre pertanto lavorare bene,concertando le scelte. Ma occorreanche fare presto. Ed è questa laragione per la quale, con il bilanciodi previsione per il 2009, la Giuntaregionale ha deciso di contrastareda subito gli effetti della crisi, sal-

vaguardando il potere d’acquistodelle famiglie, rilanciando gli inve-stimenti pubblici, offrendo al siste-ma delle imprese opportunità perrimanere competitive sui mercati.È un bilancio importante, quello diquest’anno. Che mette a disposizio-ne quasi 2.5 miliardi di euro (più11,9% rispetto all’anno scorso) pergli investimenti pubblici. Che sostie-ne, con 50 milioni di euro, l’accessoal credito da parte delle imprese.Che stanzia circa 240 milioni dieuro per il trasporto pubblico loca-le, 150 milioni di euro per l’acqui-sto dei treni nei prossimi due anni.Che garantisce al fondo sanitariocirca 7 miliardi e mezzo, oltre ai350 milioni di euro destinati alfondo per la non auto-sufficienza, cifra mag-giore rispetto a quellache il Governo mettea disposizione perl’intero Paese. È questa la trama delbilancio della Regione,che assieme al rigoro-so controllo dei costidi gestione e alla auto-riforma del sistemadelle Autonomie, rappresenta dav-vero – credo – un contributo all’av-vio di un nuovo ciclo positivo.Non ci basta sapere che nel 2009l’Emilia-Romagna sarà l’unica regio-ne italiana che aumenterà, seppuredi poco, il Pil. Non ci basta saperedi essere la Regione meno indebita-ta d’Italia. Vogliamo continuare a dare basisolide al nostro sviluppo, investen-do su innovazione e ricerca, inter-nazionalizzazione del sistema pro-duttivo, qualificazione del lavoro.Questo è il nostro impegno. Unimpegno che abbiamo condivisocon le forze economiche e sociali nel“Patto per la qualità dello svilup-po”, un impegno che onoreremofino in fondo, con determinazione eperseveranza

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Affrontare la crisiPresto e bene

Dobbiamo unire le forze, di fronte all’emergenzaSolo in questo troveremo un’efficace “exit strategy”

L’Emilia-Romagnaha scelto di agirecon tempestività,preparando il bilancioprevisionale 2009

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Anno XIV - n.11Novembre 2008Fuori commercio

Direttore responsabileAndrea Zanlari

Coordinamento editorialeRoberto Franchini (vicedirettore)Ugo GirardiMorena Diazzi

Coordinamento redazionaleContesto srlBarbara Galzigna Giuseppe Sangiorgi

Segreteria di redazione

c/o Unioncamereviale Aldo Moro, 6240127 BolognaTel. 051-637.70.26Fax 051-637.70.50

Foto Meridiana ImmaginiPaolo Righi, Andrea Samaritani e Elisa Pozzo

Progetto grafico e impaginazione Contesto S.r.l.via Zucconi, 9041100 ModenaTel. 059-34.63.18Fax 059-29.29.842e.mail [email protected]

Concessionaria per la pubblicitàAfc Associati S.n.c.via Rosaspina n. 540129 BolognaTel.- Fax 051-359933

StampaLabanti e Nanni Industrie graficheVia G. Di Vittorio, 5-7 -40056 Crespellano (Bologna) tel. 051-96.92.62 - fax 051-96.92.69 e-mail: [email protected];

Autorizzazione del Tribunale di Bolognan° 6285 del 27 aprile 1994Spedizione A.P. - 45%art. 2 comma 20/b P. 662/96Filiale di Bologna

In copertinafoto di Meridiana Immagini

SOMMARIO

1 EDITORIALEAffrontare la crisiPresto e beneDI VASCO ERRANI

4 IN BREVE

6 PRIMO PIANODifendere il welfare nonostante i tagliDI SILVIA SARACINO

10 EXPORTViaggio dove la R&Sè questione di StatoDI THOMAS FOSCHINI

11 Zhejiang, la Cinadelle opportunitàDI SILVIA SARACINO

12 Crescita forte e stabileBusiness assicuratoDI GIUSEPPE SANGIORGI

15 SCENARIDue regioni fondatesulla manifatturaDI GAIA TORZINI

18 TURISMOUn 2008 “in difesa”Ma si guarda avantiDI NATASCIA RONCHETTI

20 ENERGIAElettricità,il trendlungo la via EmiliaDI CLAUDIA GRISANTI

22 L’OPINIONEUn mercato europeoper l’energia sostenibileDI ANDREA ZANLARI

23 RAPPORTOPiù rifiuti, ma ancheeccellenza gestionaleDI NATASCIA RONCHETTI

24 FOCUSCamera di BolognaIl tempo delle scelteDI GIUSEPPE SANGIORGI

26 SETTORIMeccatronica, un terrenoin gran parte inesploratoDI VERONICA CIPRIANO

28 Linea pelle, tra incertezzae voglia di innovazioneDI VERONICA CIPRIANO

30 Le nuove frontieredella meccanica agricolaDI ANTONELLA CARDONE

QUADERNI&DOCUMENTISubfornitura moda

31 SVILUPPOUpi-Unioncamere Un patto per la crescitaDI LUANA PLESSI

33 Capitolo infrastruttureQualcosa si muoveDI GIUSEPPE SANGIORGI

34 EVENTIIl mondo delle due ruotesi incontra a ModenaDI CRISTIANO TASSINARI

38 INCHIESTADai flipper al virtualeDI SILVIA SARACINO

40 INNOVAZIONECrit Research, a Vignolail broker dell’innovazioneDI ROBERTO CALVI

43 A Ravenna il primoAutogrill sostenibileDI ALBERTO NICO

44 AGROALIMENTARECioccoshowDI GIUSEPPE SANGIORGI

46 LIBRIEtica e produzioneLa parola a OlivettiDI ANTONELLA CARDONE

48 AZIENDEColture di qualitàGarantisce KwsDI VERONICADECAPOA

50 La Formula giustaper ripulire le cittàDI ENRICO VINCENZI

53 SPECIALE INFORMATICAINSERTO PUBBLIREDAZIONALE

59 FLASH EUROPA

Mensile dell’Unione regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagnae della Regione Emilia-Romagna

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IN BREVE

4 NOVEMBRE 2008

CESENAGRUPPO TREVI,FIOCCANOLE COMMESSE

Vanno a gonfie vele gliaffari per il gruppo cese-nate Trevi (ingegneria delsottosuolo). Doppia com-messa per la società con-trollata piacentina Drill-mec, che ha concluso uncontratto per 104,2 milio-ni di dollari con la compa-gnia irakena Drilling Com-

pany per la fornitura di seiimpianti per perforazionepetrolifera e gas. La stessaDrillmec ha raggiunto poiun accordo con la Colum-bia Oilfield Supply Inc diHouston (Texas), società diperforazione del gruppoamericano Weatherford,leader a livello mondialenel settore petrolifero, perla fornitura di 4 impiantiper un valore complessivodi 44,2 milioni di euro.Altri due accordi sono statiperfezionati dall’altra con-trollata Petreven, che hasottoscritto in Venezuela,con la società Petrodelta,un contratto di 24 mesi

per la fornitura di servizi diperforazione petroliferaper circa 40 milioni di dol-lari. Petreven ha poi firma-to in Colombia un contrat-to per la fornitura di servi-zi di perforazione petroli-fera con la società colom-biana Petrominerales, peruna valore complessivo di14 milioni di dollari.

BOLOGNAMARCHESINIPUNTASULLA TOSCANA

Marchesini Group, azien-da bolognese specializza-ta nella fornitura di linee

complete e macchine peril confezionamento far-maceutico e cosmetico,ha acquisito il 100% del-l’azienda Neri di Barberinodel Mugello, in provinciadi Firenze, leader nella pro-duzione di macchine perl’applicazione di etichetteautoadesive su un’ampiagamma di prodotti eimpianti di sterilizzazione.

Missione in Turchia per 16imprese agroindustriali e

meccaniche dell’Emilia-Roma-gna, organizzata da RegioneEmilia-Romagna e Ice. Un mer-cato, quello turco, che per lanostra regione vale oltre 760milioni di euro di esportazioni eoffre opportunità di crescitaanche in questa fase di difficoltàeconomica. La delegazione è stataa Istanbul e, successivamente a

Izmir (Smirne), per incontri diret-ti con decine di aziende turchedurante due giornate di incontribilaterali, visite aziendali e parte-cipazione alla Fiera Agroexpo diIzmir. Particolare, del resto, l’at-tenzione dedicata alla Turchia daparte dei programmi di interna-zionalizzazione della Regione,data la struttura produttiva simi-le, la buona accessibilità, le eleva-te performance di crescita delPaese. Le relazioni fra Turchia eRegione Emilia-Romagna si sonointensificate nel 2007 e 2008 condiversi progetti di cooperazionebilaterale come “New Tech forPack in Turkey”, che ha vistosette aziende bolognesi dei settoridell’automazione industriale, delpackaging, dell’elettronica, delsoftware e dell’imballaggio parte-cipare alla fiera internazionale diIstanbul. Sarà avviato nel feb-braio 2009 il Progetto Agforise,realizzato nell’ambito del VIIProgramma Quadro dell’UnioneEuropea (2007-2013), e che vedela Regione partecipare come part-ner assieme alla Regione turca diAdana-Mersin.

EditoriaStampa locale,un premioa Econerre

L’iniziativa della Camera di Rimini Marchio e competitività

Giorgio Avanzolini, con il marchio “Curyous”, Anoi srl con“Rosamunda” e Maiullo snc con “San Quintino” sono i vinci-tori dei premi (rispettivamente del valore di 3.750 euro, al primoclassificato, 2.250 euro al secondo e di 1.500 euro al terzo) dellaseconda edizione del concorso promosso dalla Camera di com-mercio di Rimini per richiamare l’attenzione degli operatori eco-nomici sul valore competitivo del marchio d’impresa e sull’im-portanza di assicurarne la protezione. La premiazione è avve-nuta nel corso della giornata di studio “Marchio e competiti-vità” durante la quale sono stati esposti nella sede camerale glioltre 40 marchi che hanno partecipato alla selezione.

La nostra rivista “Econerre”,edita da Unioncamere e Regio-

ne Emilia-Romagna, ha vinto ilsecondo premio alla decima edi-zione del Premio Cento alla stam-pa locale, nella sezione houseorgan. Patrocinato dall’Ordine deiGiornalisti, il Premio è conferitoalle pubblicazioni periodiche istitu-zionali a diffusione gratuita piùsignificative, edite da enti pubblicilocali o da realtà private ma conforte valenza pubblica. La cerimo-nia di attribuzione del premio èavvenuta a Milano nel corso delladecima edizione del Com-Pa.Ravenna ha fatto il bis: nellerispettive sezioni, secondo postoper Welcome to Ravenna, editodal Comune, e primo per MuseoInforma, della Provincia. Quintaclassificata, per la sezione “Comu-nicare on linee”, la newsletter“Unioncamere Informa”, editasettimanalmente dall’ufficio stam-pa di Unioncamere.

SICUREZZAUNO SPORTELLOALLA CAMERADI COMMERCIO

Verificare che i giocattolisiano a norma, indicare l’e-lenco delle prescrizioni a cuidevono attenersi i produtto-ri, tenere l’elenco dei prodot-ti ritirati dal mercato. Questoil compito dello “SportelloSicurezza Prodotto”, varatodalla Camera di commerciodi Bologna. Unica realtà diquesto tipo in Italia, fornisceinformazioni a consumatori ea imprese. Qualora il giocat-tolo sia sprovvisto della mar-catura “CE”, che garantisce

Il Paese è al centro dei programmi di internazionalizzazioneTurchia, un mercato emergente

che continua a offrire opportunità

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NOVEMBRE 2008 5

IN BREVE

FORLÌSUCCESSODI SOFTERNEGLI STATES

Con un’acquisizione stra-tegica di cruciale impor-tanza Softer, leader nellaproduzione di leghe poli-meriche per l’industria,spicca il volo verso il mer-cato globale. L’aziendaromagnola ha acquistatola divisione europea diMatrixx Group, realtàamericana specializzata intecnopolimeri, che ha isuoi due siti produttivi aMarcaria e Castelgoffredoin provincia di Mantova.

Nei due stabilimenti MatrixxEurope si producono ognianno 15mila tonnellateannue di compound tecni-ci – molti dei quali omolo-gati per l’automotive – cheampliano e completanol’offerta Softer.L’acquisizione significainoltre per l’azienda forli-vese diventare automati-camente interlocutriceprivilegiata dei clienti diMatrixx Europe, tra cuifigurano colossi del calibrodi Ford e General Motors.

REGGIO EMILIACOMMESSANEL LAZIOPER ARICAR

Aricar, azienda di Cavriagoassociata ad Api ReggioEmilia e leader nel settoredell’allestimento di ambu-lanze e veicoli per disabili(fatturato annuo superiorea 16 milioni di euro) si èaggiudicata la gara per lafornitura di 116 ambulan-ze per l’Azienda Regionaledi Assistenza Sanitaria delLazio, per un valore pari aun valore di 6,3 milioni dieuro. Un risultato partico-larmente significativo per

l’azienda presieduta daSilvana Burani, ottenutanel territorio dove, aLatina, c’è il concorrenteprincipale di Aricar, impre-sa che fa parte del gruppoArkimedica di Cavriago,quotato in borsa al merca-to Expandi.

C’erano anche importanti azien-de emiliano-romagnole tra i

produttori di macchine per ceramicache hanno partecipato al “The big 5show” di Dubai, il più grande eventofieristico per l’edilizia e le costruzionidel Medio Oriente, consorziati in nelSistema Italia organizzato da Acimac(Associazione costruttori Italiani mac-chine per ceramica) in collaborazionecon l’Ice. Nell’iniziativa svoltasi al DubaiInternational Exhibition Centre, sonostate coinvolte aziende di primopiano come Air Power Group, Manfredi-ni & Schianchi, Piccinini Impianti, Poli-graph, Sacmi, Siti-B&T, Stylgraph eSystem. Sempre a Dubai, Mediterranean FruitCompany, il consorzio che raccoglie lepiù importanti realtà nel campo del-l’ortofrutta italiane, ha presentato lapropria attività al Middle EastCongress in una trasferta durante laquale aziende come Apofruit, Imc,Sorma, Graziani, Infia e la stessa fieraMacfrut hanno avuto la possibilità dientrare in contatto con le principalirealtà commerciali e produttive degliEmirati Arabi.

Delegazione in visita in regioneUn futuro di benessere

per il CongoQuindici piccole e medie imprese

emiliano-romagnole hanno par-tecipato al Saudi Build di Riyadh inArabia Saudita alla 20ª edizione dellamanifestazione internazionale delletecnologie e i materiali da costruzione.Il progetto, promosso dalla RegioneEmilia-Romagna e Ice, ha preso avvioin occasione della Country presenta-tion del 2007 e si è sviluppato, grazieal supporto del sistema Api, nell’orga-nizzazione di un’area espositiva dedi-cata alle imprese emiliano-romagnoleche hanno presentato prodotti tecno-logicamente avanzati nel settore dellamovimentazione terra, della telege-stione dell’illuminazione esterna, val-vole, filtri e dispositivi per sistemi diirrigazione, condutture petrolchimichee a uso industriale. Si sono svolti incon-tri d’affari one to one anche per altre

aziende interessatea incrementare efacilitare gli scambieconomici e com-merciali con impre-se arabe preselezio-nate dall’ufficio Icedi Riyadh.

Per le imprese emiliano-romagnole si pos-sono aprire nuove opportunità di busi-ness nella Repubblica del Congo. Una

delegazione del Paese centro africano guidatadal ministro per le piccole e medie imprese,Adelaide Moundele Ngollo, e dall’ambasciato-re in Italia, Mamadou Dekamo Camara (nellafoto con Ugo Girardi), ha incontrato rappre-sentanti di Camere di commercio, Unioncame-re, Sprint Emilia-Romagna e organizzazioni eco-nomiche a Bologna. Risorse naturali in abbon-danza, dal petrolio, al legno, al gas, ai diamantie all’oro, ai minerali, ma anche una ritrovatastabilità politica e una serie di misure fiscali eagevolazioni doganali (stabilite innanzituttodalla Carta nazionale degli investimenti del2003) possono favorire l’afflusso di capitali stra-nieri e collaborazioni produttive nel Paese cheha come capitale Brazaville. Per la Repubblicadel Congo l’Italia è il secondo partner commer-ciale dopo la Francia. La delegazione congoleseha voluto conoscere il sistema economicodell’Emilia-Romagna, in particolare il modellocooperativo.

il rispetto delle normativeeuropee in materia di sicurez-za, lo Sportello SicurezzaProdotto interviene, se neces-sario applicando le sanzionipreviste dalla legge. Le infor-mazioni principali – per con-sumatori e imprese – sonoraccolte in un opuscolo dispo-nibile sul sito della Camera dicommercio. L’attività delloSportello Sicurezza Prodottonon si limita ai giocattoli, masi estende a oltre 30 catego-rie merceologiche.

CostruzioniLe “piccole”puntanosull’Arabia

Emirati ArabiCeramiche e ortofruttaa Dubai

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Difesa del welfare per soste-nere il potere d’acquistodelle famiglie, forte rilan-cio degli investimenti pub-

blici e sostegno alla piccola e mediaimpresa. Il tutto senza aumentare diun euro le tariffe o i tributi regionalie senza introdurre ticket sanitari.In questo momento di crisi economi-

ca il bilancio di previsione2009 della Regione Emi-lia-Romagna è una boc-cata d’ossigeno: appro-vato dalla Giunta il 10novembre (assieme alpiano pluriennale 2009-2011 e al Documento dipolitica economica efinanziaria) in queste set-timane è sottoposto all’i-ter di discussione che

dovrebbe concludersi con l’approva-zione definitiva entro fine anno.“Un bilancio importante – ha dichia-rato il presidente della RegioneVasco Errani – perché raccoglie irisultati di alcuni anni di lavoro,propone un impianto adeguato peraffrontare il futuro e coglie le criti-cità che stanno attraversando la

nostra società, con risposte che dasubito faranno sentire i propri effet-ti su imprese e famiglie”.Sull’impegno della Regione, diceErrani, “la dice lunga il fatto che ilfondo regionale per la non autosuf-ficienza è dotato di più risorse rispet-to all’intero fondo nazionale”. Mentre i Comuni sono costretti atagliare i servizi per i minori finan-ziamenti che arrivano dallo Stato, laGiunta vara una manovra che fissa a14.268 milioni di euro le entrate(erano 13.220 nel 2008) e le usciteper il prossimo anno, tra entrateproprie, quote di partecipazione atributi statali e trasferimenti corren-

ti. Gli investimenti saranno 2.418,8milioni di euro, il 10,9% in più –pari a 240 milioni di euro – rispettoal 2008: ne beneficeranno in parti-colare l’ambiente, i trasporti e lacasa (oltre 1.240 milioni di euro) e ilsistema produttivo (630 milioni). Una moltiplicazione delle risorse chenon ha niente di “miracoloso” – “itagli purtroppo ci sono anche pernoi e sono innumerevoli, dal fondosulla non autosufficienza all’affitto,dal diritto allo studio alla casa e lacultura”, ha spiegato Errani – mache viene ottenuta grazie a una rior-ganizzazione del debito, una politicacentralizzata per gli acquisti e la

6 NOVEMBRE 2008

Bilancio di previsione 2009, una boccata d’ossigeno per imprese e famiglie

Difendere il welfarenonostante i tagli

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Grazie all’incrementodi efficienza, la Regione

può far fronte al crollodei trasferimenti

da parte del Governo

PRIMO PIANO

In alto a destra,il presidenteVasco Errani

In basso,il vicepresidente

della Giuntaregionale e

responsabilesettore bilancio Flavio Delbono

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NOVEMBRE 2008 7

diminuzione delle spese per il fun-zionamento dell’ente. Innanzitutto, per effetto del calodegli interessi, diminuiscono del46% le spese della Regione per ilrimborso di prestiti e mutui, l’am-montare dello stock del debito, pas-sando da 216,9 a 116 milioni di euro(meno 46,3% rispetto al bilancio2008). Questo sarà reso possibile, oltreche da una buona gestione del bilan-cio, anche dall’estinzione di diversimutui e dalla scelta di finanziare inuovi investimenti non ricorrendo alcredito ma utilizzando risorse proprie. Per quanto riguarda la spesa di fun-zionamento, “abbiamo dimezzato intre anni le consulenze e nel 2009 siriducono del 3,3% le spese di perso-nale che scendono da 370 a 358milioni di euro”, ha spiegato FlavioDelbono, vicepresidente della Regio-ne e responsabile del settore bilancio.Una cura dimagrante che permetteràdi aumentare gli investimenti, nono-stante i pesanti vincoli imposti dallamanovra finanziaria del Governo peril 2009, che si traducono in misurerestrittive soprattutto nella coperturagarantita dal sistema del welfare. “Come Regioni abbiamo fatto pre-sente al Governo che i tagli dellafinanziaria 2009 sono pesantissimi eil timore è che altre manovre finan-ziarie producano ulteriori difficoltàallo stato sociale”, ha sottolineatoErrani, che è anche presidente dellaConferenza delle Regioni. Rispettoal 2008 lo Stato prevede di tagliaredi 660 milioni di euro le risorse asostegno delle politiche sociali, nonverranno più finanziati il fondo perle non autosufficienze – che a parti-re dal 2010 subirà un taglio di 400milioni di euro – e già dal prossimoanno non ci sarà più il fondo a soste-gno degli affitti che significa 43,7milioni di euro un meno. Non solo: è sottostimato il fabbiso-gno per la sanità, rispetto al quale leRegioni sperano che il Governo rive-da le cifre – “altrimenti non firmere-mo il patto per la salute”, avverteErrani – così come è inadeguato ilfinanziamento per garantire il tra-sporto pubblico locale. In questo scenario la Regione corre airipari con una manovra che vieneincontro a imprese e famiglie che sem-pre di più perdono potere d’acquisto.

Recupero di 1.833 alloggi sfitti pubblicicon risorse pari a 35 milioni di euro. È

con questa manovra che la Regione intervie-ne per contenere l’emergenza abitativa checoinvolge sempre più persone: nell’ultimoanno la situazione si è aggravata, con 30milafamiglie in lista d’attesa per ricevere un allog-gio pubblico, e nel 2008 sono passate da 48a 52mila le famiglie ammesse a ricevere uncontributo dal fondo sociale per l’affitto.“Non possiamoattendere oltre ilGoverno per darerisposte al biso-gno di alloggi diedilizia sociale”,ha dichiarato l’as-sessore regionalealla Programma-zione e sviluppoterritoriale LuigiGilli, che nei gior-ni scorsi ha rac-colto anche ladisponibilità deglienti locali a con-tribuire all’avviodel programma di fatto annullato dal Governo. Il programma, varato lo scorso anno per untotale di 45 milioni di euro, prevedeva conrisorse statali (per le aree a forte tensione abi-tativa) e regionali di recuperare con rapidità i1.833 alloggi sfitti. “In un contesto economi-co difficile – ha aggiunto Gilli – dobbiamodare rapide e certe risposte al problema casa.Inoltre non è pensabile che ogni Governo,utilizzando peraltro sempre le stesse risorse,riveda programmi e piani per l’edilizia socia-le: così siamo fermi da oltre 10 anni”. Dei 1.833 alloggi previsti dal programma,1.309 sono nei comuni capoluogo, nei centrilimitrofi con oltre 10mila abitanti e nei comu-ni ad elevata tensione abitativa. Le casevuote, in accordo con Comuni e Province,verranno rapidamente immesse nel circuito diassegnazione degli alloggi di proprietà pub-blica

Recupero di alloggi sfitti pubblici Un piano per rispondere

all’emergenza casa

LA STRATEGIA

WelfareÈ certamente uno dei settori nell’agen-da della priorità, con la Regione chepunta a sostenere il potere d’acquistodelle famiglie mantenendo e poten-ziando gli interventi e servizi a favoresoprattutto delle fasce deboli. Lamanovra interviene su sanità, fondoper la non autosufficienza, diritto allostudio, trasporto pubblico e casa.L’intervento più significativo riguar-da il fondo per la non autosufficien-za che verrà incrementato passandoda 319 a 345 milioni. “Più di quan-to spende lo Stato per tutta l’Italia”,ha sottolineato il presidente Errani.Le risorse aggiuntive aiuteranno lefamiglie a regolarizzare i rapporti dilavoro con le assistenti domiciliari ead attenuare l’impatto di eventualiincrementi delle rette nelle struttureassistenziali. Tutto il servizio sanitario verrà qua-lificato grazie a 186 milioni di euroche serviranno per realizzare nuoviospedali, strutture residenziali e peracquistare nuove tecnologie e attrez-zature sanitarie. Anche la casa e lariqualificazione urbana saranno alcentro di interventi specifici: per farfronte alle esigenze abitative è previ-sta la realizzazione di 10mila alloggiin 10 anni, sia in affitto che in pro-prietà (prima casa). Verranno inoltrerecuperati gli appartamenti pubbliciattualmente sfitti. Per quanto riguarda il diritto allo stu-dio, l’istruzione, le borse di studio,lavoro e formazione vengono stan-

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8 NOVEMBRE 2008

li 50 milioni di euro, di cui 25 perl’artigianato e 25 per il settore indu-striale. L’intervento verrà svoltoassieme ai Consorzi Fidi attraversoconvenzioni con le banche che assi-cureranno comportamenti virtuosiverso le imprese. Le modalità sonoancora tutte da discutere nell’ambitodel Tavolo di confronto tra Regione,Abi e Consorzi Fidi attivato in otto-bre: la Regione chiede alle bancheun patto antirecessione per definirel’utilizzo del fondo di 50 milioni perl’abbattimento dei tassi di interesse el’agevolazione al credito con quellebanche che assicureranno, attraver-so una convenzione, condizioni posi-tive e buone pratiche di accesso alcredito. “Le risorse che mettiamo a disposi-zione – spiega l’assessore regionalealle Attività produttive DuccioCampagnoli – serviranno per con-sentire alle imprese, soprattutto lepiù piccole, di poter trovare inbanca i finanziamenti necessari agliinvestimenti”. Con la crisi finanzia-ria ed economica c’è il rischio che“si interrompa il flusso di investi-menti, per questo proponiamo unpatto virtuoso tra istituzioni, siste-ma del credito e imprese per anda-re avanti verso l’investimento ininnovazione e la presenza nei mer-cati internazionali”. Per quanto riguarda l’agricoltura,la Regione cofinanzierà con circa90 milioni di euro il Piano diSviluppo Rurale 2007-2013, chebeneficerà di risorse complessivepari a 934,66 milioni di euro

sporto regionale: “Vogliamo aumen-tare i servizi ferroviari ma bisognavedere se il gestore è in grado di rea-lizzarli”, ha osservato l’assessore aitrasporti Alfredo Peri.

Sostegno alle impreseIn questa fase di crisi il sostegnoall’economia regionale riveste unruolo centrale: la Regione mette incampo 525 milioni di euro perfinanziare la ricerca industriale,sostenere i progetti delle imprese,certificare i laboratori e i centri dellarete alta tecnologia. Per sostenere ilcredito alle imprese, grazie alla sti-pula di una convenzione con il setto-re bancario, verranno resi disponibi-

ziati complessivamente 390 milionidi euro: in particolare, aumenta di3,5 milioni di euro la spesa per borsedi studio e assegni per gli studenti.L’intervento riguarda anche l’ediliziascolastica con un programma dimessa a norma e ampliamento degliedifici, a cominciare dagli asili nido:“Per noi ridurre le liste d’attesa nellascuola da zero a tre anni è un obiet-tivo strategico”, ha spiegato Errani. Al trasporto pubblico locale e aisistemi di mobilità sono destinati1.017 milioni di euro di cui 587milioni per il potenziamento dellelinee e per l’acquisto di nuovo mate-riale rotabile. In particolare 100milioni verranno impiegati per l’ac-quisto di 20 nuovi treni per il tra-

Anche l’industria emiliano-romagnolachiede a gran voce un intervento del

Governo in questo momento di difficilecongiuntura internazionale. Il tema è statoaffrontato nell’ambito del Forum della pic-cola industria “(Ri)nati per esportare”, chesi è tenuto a Bologna il 24 e 25 ottobre.Sono intervenuti numerosi esponenti delmondo imprenditoriale locale e nazionale,dal presidente di Confindustria nazionaleEmma Marcegaglia al presidente di Unin-dustria Bologna Gaetano Maccaferri, daGiuseppe Morandini, presidente dellaPiccola Industria di Confindustria, al mini-stro per la Pubblica amministrazione einnovazione Renato Brunetta. “Le piccole imprese rappresentano il cuoree l’anima della nostra imprenditoria, sonoun patrimonio sociale di competenze ecompetitività che non può essere lasciatosolo”, ha esordito Maccaferri. Di fronte auna crisi che “contribuirà a ridefinire ledinamiche economico finanziarie”, occor-re “guardare avanti e individuare le politi-che per sostenere le Pmi oltre alle azioniper accompagnarle sui mercati internazio-nali”. Ma serve anche “un migliore e piùequo accesso al credito e un pacchetto di

interventi straordinari da parte delGoverno”. L’assenza di un pacchetto diinterventi straordinari del Governo dedica-ti alle piccole imprese “sarebbe un fattograve non solo per gli imprenditori e per leloro aziende ma per l’intero Paese”, haaffermato Maccaferri.Il presidente Giuseppe Morandini ha chie-sto “misure concrete, a partire dalla politi-ca fiscale, per passare dalle parole ai fatti eaiutare veramente le imprese”, perché lePmi possono essere per l’Italia “l’uscita disicurezza dalla crisi, ma per imboccare que-sta strada il Governo deve riconoscere coninterventi concreti il ruolo di traino svoltodalle piccole e medie imprese nell’econo-mia italiana”. Alle banche spetta invece ilcompito di “garantire coraggiosamente illoro sostegno al tessuto produttivo”

A Bologna il Forum della piccola industria

“(Ri)nati per esportare”

IL PROGETTO

Il presidente di Unindustria Bologna Gaetano Maccaferri, insieme al presidente di Confindustria nazionale Emma Marcegaglia

PRIMO PIANO

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Pubb

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merceologica esportata. Le importa-zioni ed esportazioni tra Emilia-Romagna e Israele sono rispettivamen-te l’8% e il 16% del totale italiano.“Dal 2005 – spiega l’assessore regio-nale alle Attività produttive DuccioCampagnoli – la Regione Emilia-Romagna, assieme a Aster, ha intra-preso una collaborazione costantecon le più interessanti realtà israelia-ne in ambito scientifico e tecnologicoper la promozione internazionale delsistema della R&S e innovazione inambito accademico e industriale”. Aquesto proposito, in occasione dellamissione la Regione ha firmato con ilGoverno israeliano un accordo stra-tegico in materia di ricerca e sviluppoindustriale, “che sicuramente – hasottolineato l’assessore – avrà ricadu-te benefiche per le imprese regionaliad elevato tasso di innovazione”.Guidata da Sergio Sassi, presidentedella commissione Internazionaliz-zazione di Confindustria Emilia-Romagna, e da Mario Riciputi, vice-presidente dell’associazione, la dele-gazione imprenditoriale emiliano-romagnola si è concentrata, durantela visita in Israele, sui settori cheoffrono le maggiori opportunità perle imprese della regione: meccanicaavanzata, elettronica, infrastrutture,trasporti, telecomunicazioni, ener-gie alternative. Oltre 30 le impreseregionali che hanno partecipato, tra

Rafforzare la presenza delsistema industriale italia-no e regionale nel Paese,presentare alle nostre

imprese il mercato israeliano e lesue eccellenze, al fine di incrementa-re le esportazioni, promuovere col-laborazioni che combinino la fortecapacità industriale italiana con le

sofisticate tecnologiesviluppate dalle impre-se israeliane. Questol’obiettivo della missio-ne imprenditoriale cheha accompagnato, dal25 al 28 novembre scor-si, la visita di Stato inIsraele da parte del Pre-sidente della Repubbli-ca Giorgio Napolitano.Promossa da Ice, Abi e

Confindustria e co-organizzata dallaRegione e da Confindustria Emilia-Romagna, la missione ha volutotestare le opportunità di interna-zionalizzazione e sviluppo in unadelle realtà più avanzate a livellomondiale nel campo della R&S edell’industrializzazione dei risulta-ti, il tutto grazie a una spesa pub-blica in questo settore che, inIsraele, sfiora il 5% del Pil, e a effi-caci strumenti finanziari privati epubblici che supportano centri diricerca di eccellenza mondiale,primi tra tutti l’Istituto Weizman diRehovot e il Technion di Haifa.Queste importanti esperienze, el’eccellenza del settore hi-tech,fanno di Israele un modello di gran-de interesse per l’Emilia-Romagna.L’interscambio commerciale haregistrato nel 2007 un aumentodelle importazioni rispetto al 2006pari al 5%, per un valore di oltre83 milioni di euro, e un aumentodell’export pari al 12%, per un valo-re di oltre 181 milioni di euro.Macchine e apparecchi meccanicirappresentano la principale categoria

Delegazione emiliano-romagnola in Israele, dove l’innovazione vale cinque punti di Pil

EXPORT

le quali molte piccole e medie impre-se ma anche importanti gruppi indu-striali, a dimostrazione del grandeinteresse da parte del tessuto econo-mico regionale per eventuali prospet-tive di sviluppo nell’area. Durante lamissione sono stati organizzati semi-nari tematici, visite a parchi indu-striali e incontri mirati con contro-parti locali, nonché un workshop aTel Aviv, organizzato congiuntamen-te da Regione e Confindustria, dedi-cato all’alta tecnologia.Di particolare rilievo, rispettoalle possibili collaborazioni nel-l’ambito della Ricerca e Sviluppo,gli incontri tra la delegazioneemiliano-romagnola e i responsa-bili dei principali istituti di ricercaisraeliani, su tutti l’OspedaleHadassah di Gerusalemme, per ilcomparto “scienze della vita”, e delTechnion di Haifa, per quantoriguarda la meccanica avanzata.Incontri che si aggiungono alla par-tecipazione, da parte della delega-zione, al business forum Italia-Israele, che si è tenuto il 27 novem-bre, e alla firma della “joint declara-tion” sulla R&S con l’Office of theChief Scientist del ministero dell’In-dustria israeliano

Viaggio dove la R&Sè questione di Statod

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Siglato l’accordocon il Governo

per favorirela cooperazione

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Nella foto in alto,l’assessore regionale

alle Attività produttiveDuccio Campagnoli.

In basso, SergioSassi, imprenditore

e presidente della commissione

Internazionalizzazionedi Confindustria

Emilia-Romagna

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prende casa, moda e alimentare, il6%, mentre sono in crescita anchele esportazioni che riguardano l’au-tomotive, le macchine produzioneenergia e l’alimentare. In particola-re, a trainare l’export nella primaparte del 2008 è il settore macchineed apparecchi meccanici, con unacrescita del 22,2 per cento.Sono 190 le impreseemiliano-romagnoleche hanno investimen-ti diretti in Cina (di cui140 a Shanghai) collo-cando il paese asiaticoal 6° posto tra i primi13 Paesi di destinazio-ne (e al 1° posto tra iBricst). Le imprese inte-ressate al mercato cine-se possono avvalersi diInfopoint Shanghai, il Centro servizidella regione: nato nel 2003, in seianni ha offerto assistenza a oltre1.000 imprese attraverso l’eroga-zione di informazioni di primoaccesso al mercato cinese, il sup-porto all’organizzazione di incontriB2B, ricerca partner, missioniimprenditoriali

Si stringono ulteriormente irapporti di collaborazione trala Regione Emilia-Romagnae la Cina grazie all’ultimo

accordo di partnership con laProvincia dello Zhejiang, che cir-conda l’area di Shanghai.L’accordo, siglato lo scorso 14 novem-bre nel corso di una visita della dele-gazione cinese in regione, riguarda ilcampo economico, scientifico e cul-turale ed è stato sottoscritto dal pre-sidente della Regione Vasco Errani edal presidente della Provincia delloZhejiang Zhao Hongzhu.L’incontro – a cui hanno partecipa-to anche l’assessore regionale alleAttività produttive Duccio Cam-pagnoli e il segretario generale diUnioncamere Ugo Girardi – segnal’avvio di una partnership che pre-vede la promozione di contattidiretti e scambi economici e com-merciali, oltre ad iniziative di coo-perazione nei campi della scienzae della tecnologia, del turismo, dellacultura, dello sport, della sanità,dell’educazione. La provincia dello Zhejiang, con56 milioni di abitanti, rappresentaun’area strategica: è una delle zonepiù sviluppate della Cina ed è l’a-rea – attorno alla grande città diShanghai – dove sono concentratela maggior parte delle impreseemiliano-romagnole che lavoranonel Paese del Dragone. Non solo:molti cittadini cinesi che vivono inEmilia-Romagna provengono daquesta provincia. “Il nostro interscambio con la Cinasta crescendo a ritmi del 30% l’an-no – ha sottolineato Campagnoli –e anche in questa situazione di crisisi prevede che lo sviluppo del Paesecontinuerà ad un ritmo sostenutoanche nei prossimi anni”. Diventacruciale quindi sostenere il mondoproduttivo non solo agevolando gliinvestimenti ma “costruendo que-

EXPORT

Firmato l’accordo di collaborazione per favorire l’interscambio commerciale e tecnologico

Zhejiang, la Cinadelle opportunità

ste occasioni di incontro e scam-bio”, ha aggiunto l’assessore. Il presidente della Regione VascoErrani ha sottolineato come laCina sia diventata “un punto diriferimento fondamentale per svi-luppare ulteriormente l’exportdelle nostre imprese”. L’accordo siinserisce infatti in una “serie diazioni sull’internazionalizzazionedella nostra economia che stiamoportando avanti, con successo perquello che riguarda la Cina, damolti anni”. Per le nostre imprese la Cina è dal2000 sinonimo di concorrente temi-bile e allo stesso tempo paniere dinuove opportunità. L’Emilia-Roma-gna è la terza regione italiana peresportazioni verso la Cina: nel 2007il valore dell’export ha superato i740 milioni di euro – con una cresci-ta del 16,4% rispetto al 2006 – ed èquasi triplicato rispetto al 2000, inun quadro di interscambio com-merciale in continua evoluzione. I settori di punta dell’export regio-nale verso la Cina sono la meccani-ca per l’industria, il 63% del totale,il comparto Made in Italy che com-

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Un’area strategica,tra le più sviluppatedel Paese asiatico, dove già operanomolte nostre imprese

Il presidente della RegioneEmilia-RomagnaVasco Erranie il presidente della Provinciadello Zhejiang,Zhao Hongzhu

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12 NOVEMBRE 2008

Pur in un periodo di crisi inter-nazionale, oggi l’AmericaLatina vive il suo momentomigliore dal punto di vista

macroeconomico, con una crescitache si mantiene ancora stabile. L’e-sistenza di rapporti storici, cultura-li e umani tra l’Italia e l’AmericaLatina, rende il mercato latinoame-

ricano particolarmen-te permeabile al Madein Italy. Tra le iniziati-ve messe in campo, ilprogetto “America Lati-na”, nato da una colla-borazione tra Inter-American InvestmentCorporation (I.I.C. –Banca InterAmericanaper gli investimenti delGruppo BID), Union-

camere Emilia-Romagna, Unionca-mere Toscana, Promofirenze, eBusiness Innovation Centre (BIC)della Regione Lazio, è ormai rico-nosciuto come l’iniziativa italianadi riferimento per le aziende chehanno concreti interessi commer-ciali e industriali in Sud America.

Una conferma si è avuta a Bolognanel convegno “Italia-America Latina:le opportunità di cooperazione e dibusiness per le Pmi italiane” e nei suc-cessivi incontri tecnici, relativi in par-ticolare all’ambiente e all’agribusi-ness, che hanno coinvolto analisti,esperti di economia, rappresentanti

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Sono più di 150le aziende regionali

selezionate per partnership

commerciali

Il punto sulle opportunità di cooperazione durante il convegno “Italia-America Latina”

della Banca Inter-americana di svi-luppo, esponenti di consolati eambasciate di 17 Paesi e oltre 100imprese italiane. “È stata l’occasione– ha detto il segretario generale diUnioncamere Emilia-Romagna, UgoGirardi – per fare il punto sullo statodell’arte del progetto di collaborazio-

EXPORT

Crescita forte e stabileBusiness assicurato

LA STRATEGIAIn gennaio l’azienda di Sassuolo aprirà una filiale in loco

Obiettivo Brasile per Ancora GroupI l mercato verdeoro è strategico per Ancora Group, azienda di

Sassuolo leader nella progettazione e produzione di macchine elinee complete per la finitura delle piastrelle ceramiche che nel gen-naio del 2009 aprirà una filiale in Brasile, Paese di cui copre quasi il90% dal punto di vista commerciale. Negli ultimi anni, Ancora Groupha visto costantemente crescere l’interesse e la presenza oltre che inBrasile, anche in Argentina, Cile, Venezuela, Ecuador e Messico.“Questi Paesi – ha spiegato Enzo Morini, direttore commerciale diAncora Group (nella foto sopra) nel corso della conferenza nazionalesull’America Latina – rappresentano un mercato strategico che ci vedeprotagonisti nel proporre e importare tecnologia e know how.Attualmente sono 25 le aziende ceramiche in America Latina a cuiAncora Group ha venduto e installato nuove linee e impianti”. Nelcorso della conferenza, ha riscosso notevole interesse il nuovo sistema

di stampa digitale ad altissima definizione su vetro brevettato daAncora Group, presentato a Tecnargilla 2008. Il Gruppo Ancora vantaattualmente un fatturato di 55 milioni di euro, risorse umane pari a315 dipendenti e una filiale in Spagna. Oggi è una consolidata realtàindustriale specializzata in due principali comparti: meccanico e dellafinitura, che rappresentano insieme il più alto esempio di sinergia afavore dell’industria ceramica mondiale. Il primo progetta e producemacchine e linee complete per la finitura di piastrelle ceramiche,coprendo il 90% del mercato italiano e il 75% del mercato estero. Èpresente in 34 Paesi nel mondo con oltre 900 macchine installate. Ilcomparto finitura è il più grande polo produttivo conto terzi a livellomondiale. È specializzato nelle lavorazioni di levigatura, lappatura,taglio e rettifica del prodotto ceramico. In Italia, il Gruppo Ancora è ingrado di coprire il 40% del mercato, servendo più di 50 produttori.

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ne tra Italia e America Latina che staandando oltre le aspettative: sonopiù di 150 le aziende dell’Emilia-Romagna selezionate per potenzialipartnership con l’America Latina.Questo coinvolgimento delle impreseè un risultato molto positivo ottenu-to grazie al lavoro delle Camere dicommercio in collaborazione con leassociazioni di categoria”.Le aziende emiliano-romagnole sonoentrate a far parte di 750 profili diimprese di entrambe le aree chehanno aderito ai database dedicatiper offrirsi e ricercare potenziali part-ner commerciali tramite lo strumen-to del matching. Oltre 35 le opera-zioni finanziabili sottoposte allo stu-dio dell’IIC: “L’iniziativa – diceAntonello Bove, responsabile perl’Italia dell’IIC – è considerata unprogetto di cooperazione internazio-nale decentrata, attraverso il coinvol-gimento del sistema camerale italia-no, che contribuisce a rafforzare irapporti commerciali-industriali e ditrasferimento di know how, dandoalle imprese latinoamericane la pos-sibilità di praticare il modello di busi-

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I dati sull’export delle imprese emiliano-romagnole del primo semestre del 2008, confrontanti con il 2007, indicano un aumento del 7% delle esportazioni verso l’area sudamericana,per un valore di oltre 768 milioni di euro.

IL CASO

La Inter-American Investment Cor-poration (IIC) è un’organizzazione

multilaterale affiliata alla Inter-Ameri-can Development Bank (Iadb). Il capi-tale è detenuto da 43 Paesi membri tra iquali l’Italia. Ha iniziato la propria atti-vità nel 1989 come istituzione finanzia-ria internazionale, nel settore privato,con lo scopo di promuovere lo sviluppoeconomico dei propri membri nei Paesidell’America Latina e dei Caraibi. “Per compiere la propria missione – diceAntonello Bove (nella foto a destra),responsabile per l’Italia della banca – laIIC eroga finanziamenti per progetti sottoforma di prestiti diretti e investimenti azio-nari, o attraverso linee di credito a inter-mediari finanziari locali e a fondi di inve-stimento locali e regionali. L’attività èfocalizzata principalmente sulle piccole emedie imprese che hanno difficoltà areperire finanziamenti da altre fonti in ter-mini competitivi. L’attività della Corpora-tion – aggiunge Bove – funge da cataliz-zatore per attirare altre risorse, qualifinanziamenti, tecnologia e know-how.Tali risorse vengono mobilizzate attraver-so attività di finanziamento, cofinanzia-mento e di identificazione di partner”.La Conferenza nazionale di Bologna ha

rappresentato una concreta azione perstimolare investimenti con accesso astrumenti finanziari competitivi. “Il corebusiness della IIC – precisa Jorge Rol-dan, responsabile per l’assistenza tecni-ca e le partnership strategiche – èappoggiare l’investimento nel settoreprivato. L’attività abbraccia tutti i settorieconomici e commerciali. I finanziamen-ti possono essere a lungo termine, fino a15 anni e su misura”. L’America Latina è un’a-rea strategica per leopportunità che offre,anzitutto per la collabora-zione con fornitori esterinella supply chain: grazieal fenomeno della globa-lizzazione, la diversifica-zione geografica a livello mondiale dellafiliera produttiva assume infatti semprepiù importanza. Quindi il trasferimentotecnologico: l’America Latina e i Caraibidetengono una quota rilevante a livellomondiale per gli acquisti di tecnologia ita-liana. Infine gli investimenti diretti: l’area èuna delle principali regioni del mondodove l’Italia investe attraverso la creazio-ne di affiliate, joint venture, alleanze azio-narie e partnership finanziarie

La mission della Inter-American Investment Corporation

Una banca per finanziare lo sviluppo

Immagine di Buenos Aires

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ness tricolore attraverso partnership ejoint venture”.I settori più interessanti per le impreseitaliane sono l’agroindustria, la mec-canica e il manifatturiero industrialein generale. “Sono una settantina leimprese della Toscana che sono stateselezionate”, ha detto il presidente diPromofirenze, Vasco Galgani. “Incen-tivare i rapporti economici con il con-tinente latinoamericano è importanteperchè nelle economie emergenti vi è

un margine maggiore di opportunitàproprio per le Pmi”.La frontiera dell’America del Sud èstata spesso vista come rischiosa, main questa fase, rispetto al passato, “leeconomie dei Paesi latinoamericanisono più forti – ha precisato Emanue-le Baldacci, chief economist del Grup-po Sace, che assicura gli investimentiitaliani nel mondo – perchè hanno svi-luppato dei meccanismi di difesa chele rendono abbastanza solide da poteraffrontare anche questa crisi globale”.Questo grazie a cinque anni di cresci-ta recente molto forte e alle riservestatali che sono state irrobustite.Il tessuto produttivo simile a quelloitaliano, composto in gran parte daPmi, costituisce un’ulteriore opportu-nità di sviluppo, senza dimenticare ilpotenziale dato dalla presenza innumerosi paesi di collettività italiane.“La prima fase di presentazione-dif-fusione del progetto alle imprese – hasottolineato il segretario generale diUnioncamere Toscana, Enrico Cia-batti – ha portato alla banca dati.Quindi si è passato al matching tra leimprese, per promuovere forme di col-laborazione, con l’ausilio degli stru-menti finanziari previsti dall’IIC.Quindi il progetto ha subito una evo-luzione, nel senso di una maggioreattenzione anche alle Pmi che, nonpotendo affrontare onerosi investi-menti in America Latina, possonoinvece essere interessate alla ricerca dipartner per la commercializzazione”. Dal mese di settembre è on lineanche un portale web, http://www.progettoamericalatina.it, uno stru-mento a disposizione delle aziendeitaliane che potranno prendereconoscenza diretta di informazionirelative ai mercati latino america-ni, individuare velocemente poten-ziali partner – grazie al matchingautomatico – nonché valutare lesoluzioni di finanziamento proposteda IIC. “Il progetto America Latinacresce – ha aggiunto Girardi – oltread iniziative commerciali di export,o delocalizzazioni, le imprese italia-ne sono interessate a sviluppareinvestimenti diretti, partnership,joint venture. Lo sviluppo andrà nelsenso di una sempre maggiore atten-zione e assistenza specializzata alleimprese. Una verifica sarà a Romanel 2009”

Con Demetra, nuove opportunità nell’area del MercosurAgroalimentare, benessere e turismo

Promuovere opportunità d’inter-scambio e di investimento per le

piccole e medie imprese italiane in Ame-rica Latina, nei settori agroalimentare,benessere e turismo. È l’obiettivo del“progetto Demetra”, promosso dalleundici Camere di commercio italianedell’area del Mercosur (l’unione eco-nomica del Sud America), che è statopresentato in un roadshow a Bolognacon l’organizzazione di Unioncamereregionale, alla Camera di Modena, periniziativa dell’azienda speciale Promec,e infine alla fiera Eima di nuovo nelcapoluogo.“Guardiamo con interesse a un’arearicca di potenzialità come il Sudame-rica”, ha detto il segretario generaledi Unioncamere Emilia-Romagna UgoGirardi, parlando del progetto il cuinome si rifà alla mitologia greca, doveDemetra (poi Cerere per i Romani), èla dea dell’agricoltura, nutrice dellagioventù e quindi del vigore e delbenessere e anche artefice del ciclodelle stagioni, della vita e dei viaggi.La presentazione delle aree geografi-che del Mercosur era inserita nel pro-gramma di scambio delle buone pras-si e promozione dei mercati esteri,“Chamber Link”, che ha portato AdolfoBracci, responsabile dei servizi alleimprese della Camera di commercioItaliana a Rio Grande do Sul (PortoAlegre) in Brasile, a incontrare aziendee associazioni di categoria emiliano-romagnole. “In Brasile – ha detto il

funzionario della Camera italo-brasi-liana – ci sono 388 milioni di ettaricoltivabili. Il mercato di questo e deglialtri Paesi dell’area, non deve esserelasciato al dominio delle multinazio-nali. Le imprese italiane potrebberoprodurre in loco utilizzando la materiaprima ed evitando dazi doganali”.Bracci ha concluso un importanteaccordo per la costituzione di unasocietà con capitale italiano in Brasile,con un socio del Rio Grande Do Sul perla diffusione in loco di sementi selezio-nate di foraggio oltre alla produzione dicereali e oleaginose da vendere inBrasile, Italia ed Europa. Il partner ita-liano dell’operazione è la MediterraneaSementi di Teramo che ha una pianta-gione di 1.400 ettari nella provincia diFerrara e un centro di ricerca sperimen-tale a Bologna zona Interporto.Andrè Puccinelli, Governatore dellostato del Mato Grosso do Sul, dopoaver preso parte al Forum Italia-Brasile su invito della Camera di com-mercio italiana di Santa Catarina, èstato a Modena nella sede di Promecper presentare le opportunità d’affarinei diversi settori (zootecnia e carni,agroalimentare, lavorazione cuoio epellami, turismo, agroturismo, ambien-te, miniere, produzione di bioenergia,trasporti e logistica) di questa regionecentro occidentale del Paese verdeo-ro, senza contare il potenziale fabbi-sogno di tecnologia e di beni e servizida importare

EXPORT

IL PROGETTO

Presentazione del progetto Demetra

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europeo di Parma, e Antoni Subirà,professore di Managament allaIese Business School di Barcellona,nonché ex ministro dell’Industria,del commercio e del turismo nelgoverno della Catalogna. “In realtà – ammette Mosconi – quan-do abbiamo cominciato a organiz-zare il convegno, (che fa parte di unprogetto più ampio approvato daFondirigenti, “I distretti industriali:innovazione e competitività”), il crol-lo delle Borse mondiali non era anco-ra avvenuto e dell’attuale crisi eco-nomica non si intravedevano che gliinizi. Ma adesso, con tutto quelloche stiamo vivendo, tornare a discu-tere dell’economia reale e delleimprese manifatturiere è quantomai attuale e necessario”.In effetti, nell’Unione europea, il99% delle aziende sono di piccola emedia dimensione e assorbono i dueterzi della forza lavoro degli Statimembri. Il che significa che l’impre-

sa manifatturiera svolge un ruolofondamentale come traino dell’e-conomia. Dato poi che la maggio-ranza di tali imprese non opera iso-lata, ma bensì all’interno di clustero distretti industriali (area contrad-distinta da un’elevata concentrazio-ne di imprese industriali, di piccola omedia dimensione, e dall’elevata spe-cializzazione produtti-va), si capisce chiaramen-te perché negli ultimianni la Ue prevedaprogrammi e fondispecifici destinati allosviluppo dei distrettiindustriali che megliocaratterizzano le regio-ni degli Stati membri.“I distretti industriali –spiega Subirà – sonosempre esistiti e si confermanoquanto mai attuali. Fin dai tempidel Medio Evo si può parlare del-l’esistenza di aree geografiche alta-

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Emilia-Romagna e Catalogna, distretti industriali e cluster a confronto

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Due regioni fondatesulla manifattura

A Confindustria,un convegnoper tornarea discuteredi economia reale

Di fronte alla crisi economi-ca che dall’America all’Eu-ropa fa tremare banche,governi e famiglie, a Bolo-

gna si è tornati a discutere di distret-ti industriali, massima espressionedell’economia reale e manifatturie-ra, che tanto ha contribuito (e con-tribuisce) allo sviluppo del Paese. Elo si è fatto attraverso un confron-to a tutto campo tra la situazionedella regione Emilia-Romagna equella della Catalogna. L’occasioneè stata offerta dal convegno “Cata-logna ed Emilia-Romagna: distrettiindustriali e cluster a confronto”,che si è tenuto lo scorso 4 novembrenella sede di Confindustria Emilia-Romagna, in via Barberia, a Bolo-gna. Alla conferenza, organizzatadalla Fondazione Aldini Valerianie da Nuova Didactica, hanno parte-cipato, tra gli altri, Franco Mosconi,docente di Economia industrialeall’università di Parma e al Collegio

Franco Mosconi, docente di Economiaindustriale

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SCENARI

mente concentrate e specializzate, econ il passare degli anni questotipo di realtà produttiva non è anda-ta che sviluppandosi”. Il motivo,secondo l’esperto, è semplicissimo:“I clusters fanno parte del sistema:come nel mondo ecologico ognicomponente svolge un ruolo bendefinito che contribuisce al funzio-namento generale, così i singolidistretti sono espressione naturaledel sistema economico-produttivo econtribuiscono allo sviluppo e almantenimento complessivo dell’e-conomia”. La prova di ciò, secondo Subirà, èproprio davanti ai nostri occhi:basta analizzare la situazione eco-nomica sia dell’Emilia-Romagnasia della Catalogna. In entrambele regioni, infatti, esistono areealtamente specializzate caratteriz-zate dalla presenza di numeroseimprese di piccola e media dimen-sione. E in entrambe le regioni sonoproprio le piccole e medie aziendea fare da locomotiva del resto del-

l’economia, dimostrando quantola manifattura e il rapporto tra losviluppo tecnologico e la qualifica-zione del capitale umano siano ilcuore pulsante dei due sistemi.“La Catalogna e l’Emilia-Roma-gna – nota Subirà – sono moltopiù vicine di quello che sembra epresentano numerose caratteristi-che simili”. A partire dalla dispo-nibilità delle risorse naturali:“Italia e Spagna, in generale, nonsono Paesi ricchissimi di materieprime e questo fattore ha pesatonello sviluppo economico. Certo,non siamo di fronte a una situazio-ne come quella presente in Giappo-ne, dove l’unica risorsa sono effet-tivamente i giapponesi. Però anchele nostre regioni sono povere dialcune materie prime, come carbo-ne o ferro, e pertanto si può affer-mare che a trainare l’intero proces-so produttivo sia piuttosto lo spiri-to imprenditoriale. Le risorse natu-rali senza l’intraprendenza degliimprenditori locali non portanomai molto lontano”. E proprioquesta capacità di creare piccolibusiness che possono poi allargarsied entrare in relazione gli uni congli altri è un altro aspetto in comu-ne tra la regione italiana e quellaspagnola: “I due Paesi – continua –sono accomunati da una mentalitàsimile, che pone al centro di tuttola capacità imprenditoriale dei sin-goli”. C’è poi un’altra caratteristi-ca che avvicina le due regioni.“Entrambe – nota Subirà – sonolocalizzate al crocevia di importan-

ti vie di comunicazione: voi avetela via Emilia, e siete facilmente col-legati con l’Europa centrale; noi lavia Augusta, che unisce tutta lapenisola iberica al resto dell’Euro-pa. E questo conta moltissimo nellosviluppo di un’area. Anche se, indub-biamente, a livello di infrastrutture,la Catalogna è un po’ più svilup-pata rispetto all’Emilia-Romagna.A partire dalle Olimpiadi di Barcel-lona del ’92, infatti, abbiamo por-tato avanti un notevole progetto disviluppo dell’area, che ha coinvoltol’aeroporto e il porto, con il fine difare della Catalogna una regionesempre più internazionale. Da que-sto punto di vista, l’Emilia-Roma-gna e l’Italia in generale avrebberobisogno di puntare maggiormentesulla rimodernizzazione delle infra-strutture, partendo soprattutto dalsistema ferroviario per potenziare ilcollegamento dell’asse Nord-Sud”. Altrimenti il rischio è quello dibasarsi su un’economia “centratasu se stessa, sulle piccole aree loca-li, senza la possibilità di comunica-re con il resto del mondo”.Per quanto riguarda invece le diffe-renze tra la regione italiana e spa-gnola, Subirà sottolinea come esi-stano aspetti specifici di entrambeche possono essere presi a modellodall’una e dall’altra parte. “LaCatalogna – sostiene il professore –dovrebbe guardare l’Italia per laqualità dei suoi prodotti. Nonabbiamo che da imparare dall’eleva-ta specializzazione del vostro siste-ma produttivo”. Ad esempio, prose-

Copyright: Regione Emilia-Romagna A.I.U.S.G.

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NOVEMBRE 2008 17

L’ANALISI

Il distretto industriale nella letteratura economicaDa Marshall alla globalizzazione

Per distretto industriale si intendeun agglomerato di imprese, in

genere di piccola e media dimensione,localizzate in un’area geografica circo-scritta e storicamente determinata,specializzate in una o più fasi del pro-cesso produttivo e integrate medianteuna rete complessa di interrelazioni dicarattere economico e sociale. A intro-durre per la prima volta il concetto di“industrial district” è stato Alfred Mar-shall nella seconda metà dell’Ottocen-to. Nel corso degli anni, la definizionedi distretto industriale o cluster è statavia via arricchita e, negli ultimi tempi,di fronte alla globalizzazione dei siste-mi produttivi, il concetto è anche statomesso in discussione.Ciononostante, sono ancora molti gliesperti – tra i quali il professor AntoniSubirà, della Iese Business School diBarcellona – a concepire tuttora i distret-ti industriali come entità indipendentie indispensabili delle nostre economie,e a rifiutare pertanto le posizioni diquei teorici dell’economia che ritengo-no ormai superato il concetto didistretto a favore di un modello domi-nato da una più vasta e articolata filie-ra produttiva, che sia meno legata, perdefinizione, a una specifica area geo-grafica. “Possono esserci diversi modidi definire un distretto industriale –puntualizza in questo senso Subirà –c’è chi si focalizza maggiormente sul-l’importanza della concentrazione geo-grafica delle imprese su una stessaarea; chi insiste sul loro livello di spe-cializzazione, chi su altri aspetti ancora.

Ma non si può assolutamente afferma-re che i cluster siano superati. Anzi: ilmodello è quanto mai attuale e non sipuò discutere di industria manifattu-riera prescindendo da essi”.In Italia il riconoscimento giuridico dellostatus di “distretto industriale” è statosancito dalla legge n. 317 del 1991(“Interventi per l’innovazione e lo svi-luppo delle piccole imprese”). In basea questo quadro normativo, spetta alleRegioni e alle Province autonome ilcompito di individuare in concreto idistretti industriali locali.In Emilia-Romagna, in base ai dati delportale dei distretti italiani, realizzatoin collaborazione con Unioncamere, iprincipali distretti sono: ceramico (Sas-suolo); calzaturiero (San Mauro inPascoli); turistico (Rimini); agroali-mentare (Parma-Langhirano); biome-dicale (Mirandola); calzaturiero (Fusi-gnano e Bagnacavallo); del mobile(Forlì); ceramica (Faenza); agricolo-meccanico (Cento); tessile (Carpi);motoristico (Bologna).

gue, “l’automatizzazione di alcunevostre imprese nel settore dell’im-ballaggio e del confezionamento èad altissimi livelli. Così come laqualità di alcuni prodotti, prime fratutte le auto di lusso come Ferrari eMaserati”. Un aspetto, quest’ulti-mo, sottolineato anche da Mosco-ni, moderatore del convegno, chericorda come “l’eccellenza manifat-turiera del Made in Italy, sia nel set-tore moda sia in quello della mec-canica, da anni produca un surplusdi 17 miliardi nel budget produtti-vo dell’Emilia-Romagna”. Mentre,aggiunge “dovremmo imitare laCatalogna nel suo percorso diinternazionalizzazione realizzatograzie al potenziamento delle infra-strutture nell’arco di pochi anni”.E ancora: “dovremmo tenere sem-pre presente l’eccellenza della Cata-logna nella cosiddetta istruzioneterziaria: master, dottorati, ricercauniversitaria”. “La regione spagno-la – nota Mosconi – ha saputocreare dei poli di eccellenza anchegrazie alle Iese Business School,dove insegna Subirà. Il legame tramondo universitario, ricerca e set-tore manifatturiero è molto piùfluido rispetto a quello italiano,dove si sta tentando di unire le duerealtà, ma ancora senza troppi suc-cessi tangibili”.Senza dubbio, notano gli esperti,entrambe le regioni attribuiscononotevole importanza all’apprendi-mento e alla formazione del capi-tale umano: basti pensare, ribadi-sce Subirà che “Bologna è sede diuna delle più antiche e prestigioseuniversità europee”. Ma forse,anche grazie al suo statuto indi-pendente rispetto al governo cen-trale di Madrid, la Catalogna hasaputo investire in modo più ener-gico e proficuo rispetto a Bolognasulla formazione economica deipiccoli dirigenti aziendali. D’altraparte, sottolinea con una punta diironia il professore catalano, “sec’è qualcosa che l’Emilia-Romagnapotrebbe imparare dalla Catalognaè proprio la creatività e lo spirito diiniziativa senza limiti della gentedella nostra regione. Siamo un popo-lo mediterraneo, con tutto l’entu-siasmo e l’immaginazione che que-sto comporta”

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18 NOVEMBRE 2008

tedeschi”. Una costante già daalcuni anni, la difficoltà sul merca-to della Germania. “Un mercatodove non c’è ricambio generazio-nale – spiega ancora Lepri – e dovela riviera emiliano-romagnola staperdendo progressivamente quotedi vacanzieri affezionati senza con-quistarne nuove, nonostante i volilow cost che collegano le principa-li città della Germania con i nostriscali aeroportuali”. Tutta colpa di una crisi economicache sta mettendo a nudo l’esigenzadi una riqualificazione complessi-va del sistema ricettivo della costa.“La riviera deve attrezzarsi perrendere maggiormente competitivala propria offerta e poter concorre-re con altri Paesi del Mediterraneocome la Tunisia o l’Egitto, dove lestrutture ricettive sono più recen-ti”, prosegue Lepri. “La partita sulprezzo l’abbiamo già persa, perchèin questi mercati concorrenti lamanodopera costa molto menoche in Italia. Ciò che bisogna fareora è cercare di non perdere la par-

tita sulla qualità, con un grossosforzo che deve andare in direzio-ne di una riqualificazione del siste-ma ricettivo”. Una valutazione condivisa dal presi-dente regionale di Asshotel-Confe-sercenti Claudio Della Pasqua. “Leperdite – dice Della Pasqua – siamoriusciti a contenerle grazie alle ope-razioni promozionali. Ora occorreuna riflessione a tutto campo.Bisogna mettere sul tappeto tutti itemi che riguardano la riqualifica-zione del prodotto e del territorio.La legge regionale 40 non può esse-re rifinanziata periodicamente eabbiamo bisogno di un forte inter-vento sulla qualità dell’ambiente,che potrebbe essere una certifica-zione ambientale di sistema. L’Italiaera al primo posto come meta turi-stica nel mondo, oggi siamo scivo-lati al quinto, ci ha sorpassati anchel’Inghilterra. Un turismo ecososte-nibile non sarà forse sufficiente arilanciare le nostre destinazioni maè un fattore irrinunciabile”. È da Rimini, che ha mantenuto le

Con la crisi, la flessione era inevitabile, ma nel complesso il sistema ha tenuto

Un’estate difficile, ma lariviera dell’Emilia-Roma-gna ha retto, tenendosi alriparo da una emorragia

di arrivi e presenze turistiche chenel Paese ha colpito soprattutto leregioni del Sud. La crisi economi-ca, con la riduzione dei periodi divacanza si è fatta sentire tra mag-

gio e settembre nellelocalità costiere con unaleggera flessione degliarrivi e delle presenze,che però si è fermatarispettivamente a meno0,6 e meno 1,7%. Unacontrazione leggera chenon modifica i grandinumeri di un sistematuristico capace di pro-durre da solo un giro

d’affari diretto di 12,5 miliardi, dicui oltre il 90% generato da costae città d’arte, e che già pensa alprossimo anno, puntando sull’in-novazione e su grandi progetti dipromo-commercializzazione. I dati arrivano come sempre dal-l’Osservatorio turistico regionalegestito da Trademark Italia attraver-so una proiezione elaborata sullabase di interviste a un panel di 900operatori. La riviera in quattromesi ha totalizzato oltre 40,3milioni di presenze e più di 4,7milioni di arrivi. Ad andare peggioè stato il mercato italiano, con unaflessione delle presenze dell’1,9%rispetto allo stesso periodo del2007; segnali migliori sono invecearrivati dall’estero: la diminuzionedelle presenze straniere si è infattifermata allo 0,7%. Merito, comespiega Sandro Lepri, responsabiledi Trademark Italia, “di un raffor-zamento sulla Russia, in continuacrescita, sul Benelux, sulla Poloniae sulla Francia, che ha consentitodi controbilanciare e in parte neu-tralizzare la riduzione dei turisti

Un 2008 “in difesa”Ma si guarda avanti

Pesa sul compartoil calo degli italiani

Presenze in crescitaper Russia, Benelux,

Francia e Polonia

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TURISMO

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NOVEMBRE 2008 19

proprie posizioni, che arriva fortela richiesta di un energico impegnosull’innovazione. “Tutti gli indica-tori ci dicono che il 2009 sarà unanno ancora più difficile – spiegal’assessore provinciale al TurismoMarcella Bondoni – e il tema del-l’innovazione si pone con forza.Sul mercato russo siamo leader, su

quello tedesco dobbiamo lavoraredi più come sistema costiero.Abbiamo tre parole d’ordine peraffrontare il prossimo anno: stra-tegia, metodo e creatività. Dobbiamo aggredire nuovi merca-ti in collaborazione con i privati.Per continuare a destagionalizzarenoi punteremo sulla Polonia, sulcollegamento aereo Rimini-Lon-dra, attivo tutto l’anno, che ciconsentirà anche di operare perrafforzare il turismo d’affari econgressuale”. Per riconquistare il mercato tede-sco l’Apt (Agenzia regionale di pro-mozione turistica) punta su untestimonial d’eccezione come ilcampione di calcio Luca Toni. Lacollaborazione triennale con Toniporterà, nel 2009, alla presenzadel big sportivo a fiere turisticheinternazionali cui si affiancheran-no iniziative di co-marketing condiverse aziende: dall’italiana Sega-fredo alla tedesca Titan (che pro-duce valigeria di qualità). Azionipromozionali mirate saranno poisvolte nelle località dove partono icollegamenti aerei verso la riviera(tra cui Colonia, Monaco, Stoccar-

da) e saranno mantenuti e consoli-dati rapporti di collaborazione contour e bus operator. L’Unione di prodotto costa ha inve-ce deciso di aumentare i propriinvestimenti nella promo-commer-cializzazione, portandoli a quasi 4milioni di euro. “Abbiamo in pro-gramma tre progetti – dice il presi-dente dell’Unione Andrea Corsini– punteremo sui grandi eventi giàcollaudati, come la Notte Rosa eRiviera Beach Games, e su unterzo evento alla fine della stagio-ne, tra settembre e ottobre, legatoall’enogastronomia. In Germania,che resta il nostro principale baci-no estero di riferimento, faremoleva sul progetto Pentecoste, insie-me all’Apt, proponendo pacchettisoggiorno che riguardano villaggituristici, alberghi e campeggi. Sulmercato italiano lavoreremo su pro-poste di vacanza che abbracciano igiorni della settimana che vannodal lunedì al venerdì, con la motiva-zione che si può ottenere un migliorrapporto qualità-prezzo. È un’esi-genza dettata dalle necessità di riem-pire le strutture anche al di fuori deifine settimana”

L’INTERVISTA

“Un risultato, nonostante tutto, soddisfacente. Ma ora bisognalavorare per affrontare il 2009, che sarà un anno particolar-

mente difficile”. Così l’assessore regionale al Turismo Guido Pasicommenta il bilancio della stagione turistica estiva sulla costa. Assessore, come valuta l’andamento della stagione?“Il risultato dell’estate 2008 si può dire parzialmente soddisfacen-te, data la condizione di crisi economica generale nella quale cisiamo trovati a operare: sapevamo che sarebbe stato un anno dif-ficile. Ma prevediamo un ulteriore peggioramento della crisi nel2009. Per questo ci stiamo preparando con particolare impegnoper affrontare il prossimo anno”.Gli addetti al settore sollevano il tema della riqualificazione dell’offerta.“È un tema al quale lavoriamo da anni, non solo per quanto riguar-da l’offerta del sistema ricettivo. Pensiamo al territorio nel suo com-plesso, cosa che chiama in causa anche interventi in materia urba-nistica. Ma per sostenere gli imprenditori che si impegnano per lariqualificazione del prodotto mancano provvedimenti nazionali.Servono sgravi fiscali e strumenti finanziari per favorire le aziendeche stanno procedendo su questa strada. Anche per questo, a mag-

gior ragione, per quanto ci riguarda rifinanziere-mo la legge regionale 40 sulla riqualificazionedelle strutture ricettive (legge alla quale nel2008 sono stati destinati 4 milioni di euro, ndr).È un impegno che assumiamo per andare incon-tro alle esigenze degli imprenditori che si stannoanche confrontando con i primi effetti dellastretta creditizia determinata dalla crisi dei mer-cati finanziari”.Che valutazione dà dell’operato del sottosegre-tario con delega al Turismo Michela Brambilla?“Fino ad ora non abbiamo visto alcun tipo di azione, se si eccet-tuano la nuova classificazione alberghiera, l’annuncio di un prov-vedimento sui canoni demaniali e la riduzione dei fondi destinatiall’Enit. Il Governo ha la piena consapevolezza dello stato di crisi incui versa il turismo del nostro Paese, ma non stiamo assistendo adalcun operato adeguato a fronteggiarlo. Manca anche l’auspicatoabbattimento dell’aliquota Iva sui servizi turistici, che ci consenti-rebbe di competere con maggiore forza con gli altri Paesi”

Parla l’assessore Pasi, che promette il rifinanziamento della legge 40

“Attrezzarsi per riqualificare l’offerta”

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La svolta è avvenuta a otto-bre, quando il crollo del prez-zo del petrolio ha radical-mente modificato il mercato

dell’energia elettrica. Il costo permegawattora pagato dalle imprese ècominciato a diminuire, trend chedovrebbe essere confermato nel 2009,un fatto positivo per le piccole e

medie imprese dell’Emi-lia-Romagna. Rimango-no alcuni fattori critici,come l’alta volatilità e unabase di partenza del prez-zo molto alta, che difficil-mente sarà recuperata inte-ramente nei prossimi mesi.“A luglio la situazione eramolto preoccupante perle imprese, l’energia elet-trica costava intorno ai

100 euro per megawattora – spiegaDavide Tabarelli, presidente di Nomi-sma Energia – a ottobre il prezzo ècrollato a 80 €/MWh grazie al fortecalo del petrolio. Questo è positivoper l’industria, molti stanno tirando

La liberalizzazione è in fase avanzata, e in regione si moltiplicano i fornitori

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un sospiro di sollievo. Se prima sulmercato non si trovava elettricità e iproduttori avevano poco interesse avendere, ora sta diventando un mer-cato del compratore”. La situazionein Emilia-Romagna riflette fedelmen-te quanto accade sul mercato elettrico

nazionale. “Durante l’estate il prezzodell’energia ha superato i 100€/MWh, con punte sino a 130 in set-tembre – dice Savino Gazza, presi-dente della Commissione energia esviluppo sostenibile di ConfindustriaEmilia-Romagna.“Dobbiamo distin-

IL CASO

Elettricità, il trendlungo la via Emilia

Difficili le previsionisul medio periodo,

ma è ipotizzabileun contenimento

dei costi per MWh

Il meccanismo somiglia a quello delle aste su eBay, ma isoggetti coinvolti e la merce scambiata sono inusuali.

All’inizio di settembre Intercent-ER, la centrale di acquistoper le pubbliche amministrazioni della regione, ha orga-nizzato un acquisto all’asta di energia elettrica su basetelematica. Il risultato è stato un prezzo molto competiti-vo e un risparmio annuo per le casse pubbliche stimato in2,5 milioni di euro. “Abbiamo proceduto alla pubblica-zione del bando – spiega il direttore dell’agenzia, AnnaFiorenza – al quale i fornitori interessati hanno rispostoproponendo in busta chiusa il loro prezzo. Nel giorno fis-sato è cominciata l’asta telematica, con l’invio delle offer-te migliorative sul sito internet. I rilanci sono andati avan-ti finché non ci sono state più offerte”. Il risultato è stato

molto interessante, secondo il direttore di Intercent-ER,con un prezzo finale inferiore del 7% circa alla base d’a-sta. Sono stati assegnati due lotti. Hera ha vinto la garaper la fornitura alle aziende sanitarie della regione, a partequella di Modena, per un prezzo di 76,29 euro per MWhe un valore totale di 16 milioni di euro. Edison si è inveceaggiudicata la fornitura per le altre Pa del territorio regio-nale con un’offerta di 74,83 euro per MWh e un valorecomplessivo di 23 milioni di euro. L’agenzia sta ora valu-tando come estendere lo strumento telematico all’acqui-sto di altre merci. “Dobbiamo prima studiare il tipo dimercato e le opportunità che offre – spiega Fiorenza – nelcaso dell’energia elettrica era possibile effettuare un’astatelematica poiché già esisteva un mercato adatto”

ENERGIA

20 NOVEMBRE 2008

Grazie a Intercent-ER, risparmi stimati per 2,5 milioni

L’asta telematica conviene alla Pa

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che in questi giorni rappresenta piùdi un’ipotesi, potrebbe far calareulteriormente il prezzo dell’energia,così come la maggiore disponibilitàdi elettricità sul mercato, grazie a unaumento di produzione in Italia.In questo panorama così incerto emutevole, come possono difendersile aziende? “Le imprese, che hannobudget di due o tre anni, non sonoabituate a questa variabilità di prez-zo, che diventa un problema”, diceTabarelli. Per Buoncuore, la primamossa da fare è puntare sul rispar-mio energetico. In seconda battuta leimprese possono chiedere un con-tratto a prezzo fisso, anche se questoè tendenzialmente più alto di quellovariabile, anche del 10-15%, dalmomento che il produttore si accollamaggiori rischi. “Il mercato dell’energia elettrica èormai pienamente concorrenziale”,dice Bertolini. “Se fino ad alcuni annifa il regime di monopolio creava con-dizioni rigide e stabili, adesso il prez-zo è più variabile, e gli aumenti delpetrolio vengono amplificati da ele-menti speculativi. Un mercato libera-lizzato – precisa – offre però anchevantaggi alle imprese, che possonocontare su una pluralità di contrattiofferti a condizioni diverse. Per esem-pio, alcuni operatori offrono prezzimigliori nelle fasce notturne. Per que-sto il nostro consorzio cerca il forni-tore che ha l’offerta più convenienteper le nostre esigenze. Altri strumen-ti a disposizione delle aziende sono icontratti a prezzo fisso, e le opzioni apagamento, una sorta di ‘premio assi-curativo’, che permettono la copertu-ra finanziaria dei rischi di oscillazio-ne dei prezzi”.A lungo termine il prezzo per l’ener-gia pagato dalle imprese dipende for-temente dagli investimenti produttivi.Attualmente l’Emilia-Romagna con-suma più di quanto produce. Questo

NOVEMBRE 2008 21

guere – osserva – a seconda del tipo dicontratto che le aziende hanno stipu-lato con il fornitore, se a prezzo fissoo indicizzato, indice legato general-mente a un paniere di combustibilicollegati al prezzo del petrolio. Per icontratti a prezzo fisso, il prezzo nonha subito punte sino a 130 euro, masi è mantenuto mediamente sui 108euro e resterà tale sino a fine anno.Per i contratti indicizzati, legati peresempio all’Itec, il prezzo è rimastosui 108 euro dall’inizio dell’anno sinoa giugno, per poi “schizzare” nel tri-mestre luglio-settembre, in coinciden-za dei massimi del petrolio. Per que-sti contratti il prezzo tenderà danovembre a scendere per riportarsi ailivelli del primo trimestre 2008”.Che il mercato si stia aprendo lo con-ferma Enrico Buoncuore, segretariodel consorzio Renergy, uno dei mag-giori gruppi d’acquisto in provinciadi Reggio Emilia, con un volume dicirca 400 milioni di KWh e 280 azien-de socie. “Il nostro contratto vienemensilmente aggiornato sull’indiceItec, che comprende vari tipi di com-bustibile fossile. In settembre abbia-mo registrato il picco, ma ci aspettia-mo un ribasso con due o tre mesi diritardo rispetto all’andamento delpetrolio. È molto difficile prevederedi quanto potrebbe diminuire il prez-zo, all’inizio del 2009 forse del 7-8%, o anche di più. I mercati sonomolto volatili e lo scarto tra la stimapeggiore e migliore varia anche del50%, rendendo quasi impossibili leprevisioni”. Non si sbilancia sulle cifre RiccardoBertolini, presidente del ConsorzioSviluppo Energia 2 di Modena, ammi-nistratore unico di Arbe IndustrieGrafiche e vicepresidente di Confin-dustria Emilia-Romagna. “Il prezzonei primi mesi del 2009 calerà – osser-va Bertolini – ma l’aumento cosìforte del 2008 non sarà assorbitosubito. Il brent è in ribasso, ma giàl’Opec sta tagliando la produzione. Èdifficile fare previsioni”. Secondo Gazza, potrebbe verificarsi“una diminuzione decisa da gennaio2009, a patto che la riduzione delcosto dell’energia pura non vengaridotta o vanificata dal costo deglioneri di sistema, come quelli per ildispacciamento”. È anche opinionedi alcuni operatori che la recessione,

deficit, circa il 12%, non si riflettesul prezzo, che è sostanzialmentenazionale. Esistono dei valori zonalifissati dalla Borsa dell’energia, ilMercato Elettrico, per il Nord, ilCentro Nord, il Centro Sud, laSardegna e la Sicilia, ma si tratta diprezzi “spot”, per acquisti giornalie-ri e non annuali, come quelli indu-striali. “Il problema dei costi dell’e-nergia – dice Gazza – è un problemaitaliano, legato al costo dei combu-stibili e all’efficienza delle nostrecentrali. Quindi centrali nucleari,centrali cogenerative, a carbonepulito o ciclo combinato sarebberola chiave di costi energetici competi-tivi con i nostri partner europei”.Per Tabarelli il nodofondamentale è quellodegli investimenti: “Alivello nazionale ci si èconcentrati sulle libe-ralizzazioni, che hannocontenuto in minimaparte l’aumento deiprezzi dovuto alla cre-scita del petrolio.Occorre invece diversi-ficare le fonti energeti-che e fare più investi-menti produttivi. Alivello regionale si è pun-tato sulle operazionifinanziarie che hannoportato alla costituzio-ne di società comeHera ed Enia, che sono storicamentedei rivenditori, con più reti di distri-buzione che centrali di produzione, equindi poca possibilità di incidere suiprezzi. Ma queste società non devo-no dimenticarsi di vendere l’elettri-cità: occorrono meno operazionifinanziarie e più investimenti. L’altoprezzo dell’energia elettrica è un pro-blema per le piccole e medie impreseche caratterizzano il tessuto produtti-vo dell’Emilia-Romagna”

LE CIFRE

GWhConsumo Industria 13.878,7 (50,9%)Consumo totale 27.238,8Deficit produttivo 3.795,5 (12,9%)Vendita sul mercato libero 16.207,2Vendita sul mercato vincolato 9.757,8Autoconsumo 1.765,0Fonte: Terna, 2008

Consumo e vendita di energia elettrica in Emilia- Romagna (dati 2007)

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22 NOVEMBRE 2008

L’OPINIONE

Il Pacchetto “20-20-20” e, più ingenerale, l’insieme degli inter-venti messi in campo dall’Unioneeuropea nel settore energetico

dal 2006, ruotano attorno ad alcunipilastri: la realizzazione di un merca-to interno dell’energia; l’accelerazio-ne del passaggio a un’economia abasse emissioni di carbonio; l’effi-cienza energetica; un ruolo-chiavedell’Unione Europea nella politicaenergetica internazionale.C’è da chiedersi se questa linea restivalida in una fase di crisi economica-finanziaria globale come l’attuale.Con alcuni indispensabili correttivi,crediamo che la risposta debba esserepositiva.La relazione che passa tra i mutamen-

ti climatici e le attivitàumane ad alta emissio-ne di gas serra è gene-ralmente riconosciutadalla comunità scienti-fica internazionale.Dunque è necessarioinvertire la tendenza, ocercare di farlo:l’Europa si è attribuitaun ruolo di leadershipin questo percorso, con

l’idea di coinvolgere un numero cre-scente di Paesi nell’impegno per lariduzione delle emissioni nella fasepost-Kyoto. Il settore energetico costi-tuisce il focus di questa strategia.Ogni misura di efficienza energeticava a vantaggio della competitivitàdelle imprese: la riduzione degli spre-chi e l’impiego di tecnologie innova-tive intese come fonti rinnovabiligeneralmente comportano una dimi-nuzione dei costi di operatività. IlCommissario europeo per l’Energia,Andris Piebalgs, ha dichiarato che ilgiro di affari legato alle energie rin-novabili in Europa si aggira attornoai 20 miliardi di euro, avendo contri-buito alla creazione di 300mila postidi lavoro. Dunque dovremmo

cominciare a guardare all’uso delleenergie rinnovabili come a un’oppor-tunità, soprattutto per le Pmi: molteaziende potranno infatti trovare pos-sibilità di crescita, come attori, inquesto settore e in quello dei servizilegati alla promozione dell’efficienzaenergetica. Vantaggi più generalisono poi da considerare, dando spa-zio all’innovazione per l’impiego difonti rinnovabili, rispetto all’accessoai sistemi di incentivazione e all’ab-battimento dei costi dell’energia. Il sistema delle Camere di commercioè da tempo impegnato nella promo-zione di strategie di impresa a favoredella salvaguardia ambientale e, piùin generale, della sostenibilità. Moltoè stato fatto in termini di sostegnoall’innovazione, nella diffusione deisistemi di gestione ambientale in baseallo schema Emas e alle norme Iso14001 e, più in generale, di serviziinformativi alle imprese. I numeridelle registrazioni Emas in Italia resinoti da Apat al 30 giugno 2008 testi-moniano l’impegno delle nostreimprese e delle istituzioni che le rap-presentano: la Regione Emilia-Romagna è in testa con 174 registra-zioni Emas su un totale nazionale di861. Le Camere di commercio sono dota-te da tempo di sportelli Ambientededicati all’erogazione dei serviziinformativi, e si è rivelata fruttuosa lacollaborazione dei livelli regionalicon la Regione nello sviluppo di poli-tiche ambientali responsabili.Per supportare ulteriormente leimprese, possiamo accentuare ilnostro impegno nel sensibilizzare einformare i vari attori coinvolti nelprocesso in atto. Le Camere di com-mercio possono rappresentare infattiil luogo ideale del dialogo tra istitu-zioni, imprese e cittadini consumato-ri, per la messa a punto di indicazio-ni condivise su come utilizzare menoenergia, sui consumi reali e sulle tec-nologie disponibili e anche nel garan-tire una reale trasparenza sui prezzi.In pratica, la rete camerale potrebberappresentare la fonte di decisioniconsapevoli sul consumo di energiada parte delle imprese dei vari settorie dimensioni e potrebbe promuoverestudi e analisi mirati a definire l’im-patto reale delle misure europee suiterritori di riferimento

Presidente Unioncamere Emilia-Romagna

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Un mercato europeoper l’energia sostenibile*

Molte aziende innovative e ad alto contenuto tecnologicopotranno trovare opportunità di crescita in questo settore

Un tema prioritario,anche in tempi

di crisi economica,perché significapiù competitività

(*) Estratto dall’intervento tenuto in occasionedel convegno “Le nuove politiche europeeper l’energia: sfide e opportunità per i terri-tori”, promosso da Uniocamere Lombardiae Uniocamere Emilia-Romagna

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stipulato un protocollo con il Conai(Consorzio nazionale per il recuperodegli imballaggi) per incrementare ilivelli di raccolta differenziata e ilrecupero. Dal primo gennaio 2008 èobbligatoria inoltre la raccolta diffe-renziata di elettrodomestici e altriprodotti elettrici (come i computer)che, se abbandonati, possono pro-durre inquinamento. InEmilia-Romagna nelcorso del 2007 ne sonostati raccolti 3 kg pro-capite a fronte di unobiettivo per la fine del2008 di 4 kg. Nel 2007è calata infine del 4% laraccolta indifferenziata,che ha superato di poco1 milione e 762 milatonnellate (pro-capite,407 kg). Di questi rifiuti circa il 56%va in discarica, il 32% arriva a unimpianto di incenerimento, il 9% auno di bio-stabilizzazione, mentre ilrestante 3% è destinato a combustibi-le o a recupero di materia. La mappa-tura degli impianti presenti in regioneconferma che l’Emilia-Romagna soddi-sfa ampiamente il proprio fabbisognodi smaltimento, con 28 discariche, 8inceneritori, 12 impianti di selezionemeccanica

Nel 2006 la produzione dirifiuti speciali pericolosiin Emilia Romagna èstata pari a oltre 755mila

tonnellate, con un incremento del3% rispetto al 2005. Un risultato cheè stato determinato soprattutto dalleimprese che si occupano del tratta-mento dei rifiuti e della depurazionedelle acque di scarico, seguite dall’in-dustria chimica, con circa 93milatonnellate, di cui circa il 45% pro-dotte nel Bolognese, il 26% nellaprovincia di Ravenna. Il quantitati-vo dei rifiuti speciali complessivi(compresi quelli non pericolosi) chesono stati recuperati è però netta-mente cresciuto. È salito a quasi 9milioni di tonnellate, con un aumen-to dell’11% rispetto all’anno prece-dente, trainato in larga parte dalle pro-vince di Ravenna (più 57%), Bologna(più 14%) e Reggio Emilia (più 12%). A fare il punto della situazione è ilRapporto 2008 sulla gestione deirifiuti in Emilia-Romagna, redattodalla Regione e da Arpa e presentatoa Ecomondo, la fiera internazionalededicata al recupero di materia edenergia e allo sviluppo sostenibile chesi è svolta a Rimini dal 5 all’8 novem-bre. Il rapporto rileva una lieve dimi-nuzione dei rifiuti speciali avviati allosmaltimento (meno 1,3%, pari aoltre 3,9 milioni di tonnellate) maconferma la virtuosità della regione,che centra di fatto gli obiettivi dilegge con una raccolta differenziatain crescita che nel 2007 è arrivata atoccare una quota del 39,8% – lanormativa nazionale fissa il 40% – afronte di un rallentamento della pro-duzione di rifiuti. “I dati del 2007 cidicono che siamo sulla strada giusta,anche se il cammino è ancora lungo”,osserva l’assessore regionale all’Am-biente Lino Zanichelli. “Il Pianoregionale di azione ambientale 2008-2010 – spiega – metterà risorse aggiun-tive per estendere i sistemi di raccolta

RAPPORTO

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A fronte di un aumento contenuto delle tonnellate prodotte, si recupera di più e meglio

Crescono i rifiuti, ma anchel’eccellenza gestionale

La “differenziata”sfiora nel 2007quota 40%Ma la strada è ancora lunga

differenziata e renderli più accessibi-li ai cittadini. Finanzierà progettiinnovativi capaci di portare il recu-pero e il riciclaggio dei rifiuti a quel-la dimensione industriale che ancoramanca. Il mercato va orientato allaprevenzione per ridurre i rifiuti apartire dai prodotti. In questo sensosono strategici sia gli incentivi eco-nomici che le collaborazioni con leimprese, la grande distribuzione e leassociazioni dei consumatori”. Mavediamo il rapporto nei dettagli. Nel2007 in Emilia-Romagna sono statiprodotti circa 2,9 milioni di tonnel-late di rifiuti urbani, con una produ-zione media pro-capite di 676 kg eun aumento rispetto al 2006 inferio-re a quello registrato mediamente nelperiodo 2000-2007: 1,3% contro1,8%. Cresce invece la raccolta diffe-renziata che nel 2007 ha interessato 1milione 167 mila tonnellate di rifiuticon un aumento del 3,5% rispettoall’anno precedente. Negli ultimisette anni la crescita media era statadell’1,9 per cento. Considerando lediverse frazioni merceologiche rac-colte separatamente, al primo postovi sono carta e cartone, seguiti daverde, legno e vetro. Una quota cre-scente di rifiuti è rappresentata dagliimballaggi. Per questo la Regione ha

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24 NOVEMBRE 2008

La parola a Bruno Filetti, da nove mesi alla guida dell’ente di piazza della Mercanzia

segno di assunzione di responsabi-lità per la Camera di fronte allesfide difficili che attendono ilnostro sistema economico”.Piazza Mercanzia ha affrontato inprima persona la situazione nelbilancio preventivo 2009 dove sale a9,2 milioni dai 6,43 del 2008 l’am-montare degli interventi economici. “Tutto il sistema camerale regionaleè in prima linea nell’adottare misurespecifiche per sostenere il creditoalle imprese in questa situazioneveramente difficile. Per far frontealla crisi che si profila, nel 2009 laCamera di Commercio di Bolognadestinerà al sostegno del sistemaeconomico bolognese il raddoppiodei contribuiti per l’accesso ordina-rio al credito che passano da800mila euro a 1,6 milioni, cosa chepermetterà un abbattimento degliinteressi, e un fondo straordinariodi garanzia per accedere ai finanzia-menti degli istituti di credito. Sonorisorse che mettiamo in campo pervincere ogni “reticenza” del sistema

bancario nel fare gli affidamenti eper accelerare il momento delladelibera rispetto a quello dellarichiesta di una azienda. Più chemai in questo momento consistenzadelle risorse e tempestività delledecisioni sono aspetti importanti.Il bilancio del 2009 prevede anchelo stanziamento di 3,353 milioniper la ristrutturazione del Palazzodegli Affari. “Era un progetto previsto da tempo:ora sono arrivate le autorizzazionidel Comune, la gara è stata espleta-ta, e i lavori partiranno a gennaio.Per far fronte alla spesa non verran-no accesi mutui”.La Camera di Bologna sta inve-stendo risorse e tempo nello svi-luppo dei servizi congressuali.“È un settore potenzialmente digrande sviluppo per i riflessi anco-ra maggiori che può avere per l’in-dotto. Bologna può autorevolmen-te candidarsi a un ruolo di rilievoancora più importante anche se laconcorrenza è fortissima. Nella

Sono passati nove mesi daquando Bruno Filetti è statochiamato a guidare la Came-ra di commercio di Bologna,

punto centrale della vita economi-ca della città e del territorio. Unimpegno che per l’ex presidente diAscom Bologna è stato subitoforte. Subito, questioni legate alla

crescita della città edelle infrastrutture,quindi la crisi econo-mica internazionale cheha portato la Cameradi Bologna a mettere incampo, esplicitati nelbilancio preventivo 2009,una serie di interventieconomici importantiper 9,2 milioni di euro.Presidente Filetti, sono

primi mesi di mandato molto intensi. “In questa fase, sono state presedecisioni importanti. Per l’aeropor-to, la scelta è stata di portare ungrande vettore low cost a Bolognaper fare in modo di aumentare unapercentuale, ferma al 12%, moltoridotta rispetto alle potenzialità. Siè dato seguito a una richiesta delmercato ed alla necessità di un rie-quilibrio. Da sette i collegamenti diRyanair saliranno a 11 e versodestinazioni come Spagna, Germa-nia, Francia, ma anche i Paesidell’Est Europeo e il bacino delMediterraneo che costituisconouna frontiera per lo sviluppo diun’economia come quella bologne-se che è molto vocata all’export diqualità e il cui 40% del valoreaggiunto viene dalle esportazioni”.In questa strategia, un ruolo cen-trale occupa la fiera.“La Fiera è un motore fondamen-tale per lo sviluppo. Aver contri-buito a ridisegnarne la governance,con un nuovo consiglio di ammini-strazione e la contemporanea ridu-zione del numero di consiglieri, è

Camera di BolognaIl tempo delle scelte

Aeroporto, fiera,infrastrutture.E più risorse

per sostenerel’imprenditoria

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FOCUS

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classifica delle “top five” delleprincipali destinazioni congres-suali introdotta dall’Osservatoriocongressuale italiano, per numerodi incontri ospitati, Bologna èsubito dietro città come Roma eMilano. Segue le stesse città eNapoli per la percentuale di con-gressisti ed è davanti a Firenze. Si èfatto quindi un buon lavoro graziea Bologna Congressi, per questaposizione e si può pensare di fareancora meglio”.Bologna può dunque essere sem-pre più città turistica?“Bologna ha tutte le credenziali peressere una destinazione gradita ericercata. Il problema è che non è

ancora conosciuta a sufficienza. Lariprova è data dal fatto che chiviene la prima volta poi ritorna per-chè ha una sorpresa positiva.Sicuramente come città d’arte puòavere un’attrattiva ancora maggiorerispetto a oggi e si può riequilibrarel’indotto turistico tra affari e cultu-ra. La Camera cercherà di agirecome mediatore e soggetto neutro,senza derive politiche, per favorirequesto sviluppo”. Fondamentali sono le infrastruttu-re per favorire la mobilità.“Una provincia dove il maggiorsettore industriale, quello metal-meccanico, esporta tre beni suquattro, non può correre il rischiodi avere il suo tallone d'Achilleproprio nei collegamenti. Bolognaha sul piatto una grande mole diinvestimenti infrastrutturali. Lanuova stazione, i collegamenti adalta velocità che sta partendo, lametropolitana, il Passante Nord”.Progetti cui si affiancano il pianodi sviluppo dell’aeroporto, i nume-ri della fiera, e dell’interporto (180treni alla settimana).

“Di fronte a un sistema imprendi-toriale che in questi anni sta cam-biando profondamente e conimpegno, le istituzioni devonorispondere con coesione e ugualeimpegno per mettere a disposizio-ne ciò di cui non si può fare ameno. Cioè servizi e collegamentiefficienti. L’obiettivo è di superarein tempi rapidi le criticità per losviluppo della mobilità interna esul territorio. Questa è la sfida, edè una sfida per tutti”Bologna è una città attraente eco-nomicamente: l’86% degli investi-menti diretti da parte di societàestere effettuati in Emilia-Roma-gna si concentra qui.“Dobbiamo mantenere la posizioneche abbiamo raggiunto grazie a unsistema di imprenditoria diffusa,basato sul capitalismo familiare, maanche straordinariamente forte einnovativo. La via dello sviluppo deltessuto economico passa sicuramen-te dalle forme di aggregazione diimprese, reti, filiere che si stannodimostrando la dimensione giustaper affrontare il mercato globale”

IL CASO

È leader in Italia. È la Borsa Merci dellaCamera di commercio di Bologna che, in

tempi di mercato sempre più telematico, riaf-ferma il valore e l’importanza di un luogoreale di incontro settimanale degli operatori inuna cornice di regole e di servizi per il merca-to. La funzione di luogo di incontro dellaBorsa Merci di Bologna è nei numeri. Alle riu-nioni partecipano con regolarità alcune centi-na di operatori provenienti da tutto il territo-rio nazionale. In Borsa sono presenti tutte lecomponenti della filiera cerealicola: dalla pro-duzione allo stoccaggio, al commercio e all’in-dustria di trasformazione (molitoria, pastaria,olearia e zootecnica). Numerosi sono poi imediatori specializzati nei diversi prodotti difiliera. La Borsa Merci della Camera diBologna è stata la prima ad aver introdotto laCamera Arbitrale per la risoluzione delle con-troversie, secondo una cultura della concilia-zione e della giustizia alternativa, delle contro-

versie, che l’ente di piazza della Mercanzia staportando avanti in ambiti anche meno circo-scritti.“L’incontro fra le molteplici professioni e lediverse posizioni di interesse – dice il presiden-te della Camera di commercio Bruno Filetti –si traduce in occasione di scambio non tantoe non soltanto di merci ma ancor più di pare-ri, sensazioni, indiscrezioni di mercato. LaBorsa assume funzioni di ‘antenna’ da cuicaptare input sull’andamento del mercato,inteso come insieme di merci in quantità equalità e di aziende, attraverso cui contribuirea formare la propria visione e percezione dellarealtà mercantile di breve e medio periodo. Larealtà dei mercati è infatti costituita non soloda dati tecnici oggettivi – aggiunge Filetti –ma anche da una parte di interpretazionesoggettiva (fiducia, intuizione, rischio) in cui lesensazioni ‘a pelle’, che non viaggiano sulweb, giocano un ruolo non secondario”

Un luogo di mediazione e di confronto costruttivo

La Borsa Merci più grande d’Italia

Bruno Filetti

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26 NOVEMBRE 2008

non necessariamente da raggiungere;dall’altro lato imprese che si muovo-no già sul terreno della meccatronicae che vogliono crescere ulteriormentenello sviluppo tecnologico e produt-tivo. Tutte le imprese intervistate –appartenenti a diversi comparti, dal-l’oleodinamica alle macchine agrico-le – sono d’accordo nel dire che l’e-lettronica sia un valido supporto allameccanica e che, grazie anche al sup-

porto informatico, è diventata ele-mento strategico nella progettazionedi nuovi prodotti. Mentre però alcu-ne già pensano e si muovono in que-sti termini – e sono pronte a coglierei vantaggi che derivano dall’apparte-nere a un distretto – altre avanzanocon prudenza su questo terreno elavorano a progetti potenzialmentemeccatronici ma ancora in fase speri-mentale.

Non tutte le aziende ci credono, ma sarebbero grandi i vantaggi di una logica di filiera

Un distretto a due velocitàche fatica a raggiungere unpieno sviluppo tecnologico.È la fotografia della mec-

catronica reggiana scattata da unostudio diviso in due parti – “Reper-torio delle imprese attive all’interno deldistretto della meccatronica” e “Analisidegli scenari tecnologici della mecca-

tronica reggiana” – rea-lizzato da professori ericercatori del dipartimen-to di scienze e metodidellafacoltà di Ingegneria del-l’università di Modena eReggio Emilia. L’analisi – realizzata conil contributo della Came-ra di commercio di Reg-gio Emilia – mette inluce una realtà compo-

sta da oltre duecento imprese (47quelle prese a campione) che proce-dono su due binari diversi: da un latoimprese ancorate alla concezione tra-dizionale della meccanica che vedo-no la meccatronica – integrazioneprogettuale di meccanica, elettronicae informatica – come una frontiera

Diversi, in regione,i player eccellenti,che però operano

in modo autonomoe isolato dal “sistema”

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SETTORI

Meccatronica, un terrenoin gran parte inesplorato

Reggio Emilia Innovazione – Reinnova –è il centro per l’innovazione che si occu-

pa di fare da collettore tra la domanda diinnovazione delle imprese locali e l’offerta diricerca disponibile negli atenei e laboratoridel territorio e nazionali. Nato nel 2003, è ilvettore che dovrebbe traghettare le impresedella meccanica reggiana verso uno svilup-po più tecnologico, anche se c’è ancoraparecchia strada da fare. “Una delle criticitàfondamentali è la scarsa conoscenza daparte delle imprese dei servizi che offria-mo”, spiega Carlo Coluccio direttore di

Reinnova. “Molte aziende, soprattutto lepiù grandi, cercano fuori dal distretto laricerca di cui hanno bisogno, senza sapereche la possono trovare dietro casa. Oppureci sono aziende piccole che ancora faticanoa dialogare con le università, a far capire leproprie esigenze”, spiega. Reinnova è ilpunto di incontro, ma perché sia efficace,dice Coluccio, serve “un ruolo forte delleassociazioni di categoria, “che devono svol-gere una funzione di coordinamento conuna precisa definizione dei ruoli, altrimenti sidisperdono le risorse”

L’esperienza eccellente del centro per l’innovazione Reinnova

Un “collettore” tra domanda e offerta

IL CASO

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Partendo da questi due step diversi,le aziende vedono diversamente lapropria appartenenza al distretto: leimprese il cui core business si basasulla meccatronica giudicano ancorapoco efficace lo scambio di knowhow e la collaborazione con le uni-versità e i centri di ricerca e quindiauspicano che si diffonda una logicadistrettuale più forte; le altre, quelledai contenuti meccatronici ancoraincerti, sono meno coinvolte in unalogica di distretto, sono diffidentiverso la condivisione di know how epreferiscono muoversi sul mercatocome single player. Per questo grup-po la collaborazione di filiera èun’opportunità di crescita non tantonel senso dello sviluppo tecnologicoma per la promozione della propriaimmagine all’esterno.Analizzando le aziende meccatroni-che eccellenti, quelle cioè più ricetti-ve allo sviluppo tecnologico, emergedall’indagine una difficoltà a rappor-tarsi con il mondo della ricerca loca-le: il principale stimolo all’innovazio-ne proviene dalle richieste dei clientimentre la collaborazione con univer-sità ed enti – ma anche con altreimprese – è marginale. Bassa intensità di collaborazioni,conseguente limitazione al trasferi-mento tecnologico: sono questi i fat-tori che disegnano un distretto cheappare più come un insieme diimprese autonome che non una retedi imprese connesse da collaborazio-ni e progetti comuni. “La mancanza,dichiarata dalle stesse imprese, dieconomie di scala e di collaborazioniintense fanno dunque ritenere che lepotenzialità dell’appartenenza a undistretto non siano state pienamentesfruttate. Gli sforzi di policy territo-riali dovrebbero conseguentementeessere indirizzati a colmare tali lacu-ne”, si legge nell’indagine.Tra le altre criticità espresse dalle imprese,la mancanza di risorse umane qualifi-cate – soprattutto ingegneri con ruolotecnico – e la difficoltà a reperire lerisorse finanziarie per la ricerca, spessoper la complessità delle procedure: adesempio alcune imprese rinuncianoalle opportunità europee di finanzia-mento per non dover istituire figurespecifiche per la stesura dei documen-ti di partecipazione al bando

L’INTERVISTA

Per capire da dove nasce la doppiavelocità di sviluppo del distretto

meccatronico reggiano bisogna anda-re agli anni Sessanta, quando molteaziende della meccanica aprono i bat-tenti sul territorio. Chi ha seguito lo svi-luppo del settore passo dopo passo ècertamente Aimone Storchi, presidentedel Club Meccatronica: nato nel 2003da un gruppo di imprenditori dell’asso-ciazione industriali di Reggio Emilia, ilClub ha l’obiettivo di dare un supportoinformativo alle aziende meccatroniche,favorendo lo scambio di conoscenze ebest practice e la diffusione di praticheinnovative.Presidente, cos’ha portato a questodoppio binario di innovazione?“A partire dagli anni Sessanta, alcuneaziende meccaniche più grandi, laminoranza, si sono evolute producen-do non solo componenti singoli matutto ciò che sta dietro alla catenacinematica meccatronica: tutto quelloche serve per la trasmissione di poten-za di una macchina, dal riduttore alcambio. Hanno quindi cominciato aproporre questo pacchetto a grandiaziende estere, sbarcando su moltimercati. Quando negli anni Novantac’è stato l’avvento dell’elettronica,queste aziende più sviluppate l’hannocolto, aggiungendo questo aspetto aiprodotti. Elettronica e informaticanon sono invece state applicate daquelle aziende che prima avevanoscelto di continuare a fare contoterzi-smo o di fare solo un particolare dellacatena cinematica. E sono quelle cheoggi soffrono di più in questomomento di crisi”.Si spieghi meglio.“Chi fa solo un componente risentedi più della concorrenza internaziona-le e sono soprattutto aziende piccoleche hanno anche difficoltà ad accede-re al credito. Come Club Meccatroni-ca ci stiamo muovendo anche su que-sto fronte, cercando di stringereaccordi con le banche, e organizzia-

mo visite aziendali per far vedere aipiccoli imprenditori come sono orga-nizzate le grandi aziende meccatroni-che. Queste tengono nonostante lacrisi perché esportano un servizioindispensabile in tutto il mondo”.Qual è a suo avviso la soluzione peruscire da questo gap e affrontare almeglio la crisi internazionale?“Le piccole aziende devono fareun’analisi del proprio posizionamentosul mercato: capire se con il proprioprodotto, una certa organizzazione ei costi da sostenere, si riesce ad esserecompetitivi. E prendere delle decisio-ni: con investimenti, migliorando ilprodotto, riducendo i costi. È vero cheè molto più facile per chi è struttura-to, ma associazioni come la nostra esi-stono proprio per dare una mano”.Qual è la sua previsione sull’anda-mento del settore nei prossimi mesi,alla luce della crisi internazionale?“La crisi si sta facendo sentire abba-stanza, soprattutto nel campo dellemacchine per l’edilizia. In particolare,sono calati i volumi prodotti e gli ordi-ni perché c’è stato un calo di produ-zione repentino che ha portato a unsurplus di materiale. Le cose andran-no meglio verso febbraio, quando sisarà smaltito lo stock nei magazzini eci sarà una ripresa degli ordini sullameccatronica”

L’analisi di Aimone Storchi, presidente del “Club meccatronica”

“Chi ha rinunciato, è ora il più esposto alla crisi”

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Toscana, Marche, Campania, Lom-bardia e Veneto), la prudenza per iprossimi mesi è d’obbligo. “Nel 2008c’è stato un rallentamento del siste-ma moda regionale che non ci aspet-tavamo”, spiega Antonio France-schini responsabile regionale e nazio-

nale di Cna Federmoda. “Sul finiredel 2007 c’era stato un recupero divolumi d’affari, che invece nel primosemestre 2008 sono calati di circa il6%, a causa di contrazioni sia degliordini interni che esteri. Un calo checoinvolge sia le imprese che hanno un

Pesa la contrazione degli ordini nella moda, ma il segmento pelle resiste e si rafforza

La crisi finanziaria si fa sentireanche sul comparto dellapelle emiliano romagnola,che vede soprattutto nella

calzatura il suo segmento di spicco.La prudenza e l’attesa hanno infat-ti caratterizzato l’ultima edizione diLineapelle, la mostra internazionaledi pelli, accessori, sintetici, modelli

per calzatura, pellette-ria, abbigliamento earredamento e che si èsvolta a Bologna dal28 al 30 ottobre scorsi.Presenti 1.200 esposi-tori – 45 i Paesi rap-presentati – con le ulti-me tendenze per l’in-verno 2009-2010: tona-lità accese, dal rosso alblu, che hanno dato un

po’ di colore su un momento econo-mico caratterizzato dai toni grigi. Anche in Emilia-Romagna, doveoperano 982 imprese nel settore pelleconcentrate soprattutto nei segmenticalzature e accessori (la regione è lasesta a livello nazionale preceduta da

Lineapelle, tra incertezzae voglia di innovazione

Molti, in regione,i produttori eccellenti

dell’“accessorio”.Cuore del sistema,

tra Bologna e Romagna

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SETTORI

28 NOVEMBRE 2008

Accanto a nomi come A.Testoni e Piquadro,la pelletteria bolognese vive anche di altre

aziende, meno note, che si dedicano a prodottidi qualità rigorosamente Made in Italy. Come“Roberta Gandolfi”, la ditta fondata nel 1995da due sorelle, Roberta e Silvia Gandolfi, chehanno ereditato l’attività dei genitori, nel setto-re pelletteria da 40 anni. Specializzata in borse,accessori e bigiotteria, l’azienda ha mantenutoal suo interno il cuore creativo mentre delega laproduzione all’esterno ad artigiani bolognesi: lapelli provengono dalla Toscana e dal vicentino –zone con forte presenza di concerie – e si va dalvitello (normale, perlato, tamponato a mano,

verniciato) ai camosci fino ai pellami più pre-stigiosi come il pitone. “Al nostro interno –spiega Silvia Gandolfi – sviluppiamo i modelli,dal prototipo al prodotto finito. Ci ispiriamoalle tendenze adattandole al nostro gusto per-sonale, all’immagine di donna che vogliamorappresentare”.Certamente questo non è un momento facile eper rimanere sul mercato si punta “alla qualitàe al Made in Italy”, spiega, e la strategia è “nonstare chiuse in azienda ad aspettare la fine dellacrisi, ma partecipare a fiere per allargare il mer-cato internazionale, dove il prodotto italianoviene apprezzato di più che nel nostro Paese”

La parola alle aziende meno note, che producono eccellenzaQualità Made in Italy, anche senza il “marchio”

sotto,le sorelle Gandolfi

e la loro borsa

LE CIFRE

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marchio proprio sia i contoterzisti, conun calo complessivo degli investimentidel 17%”, spiega. In questo quadro ilsettore della pelle è quello che risentemeno della contrazione, tant’è che“parecchie imprese di moda si stannospostando su questo segmento ed èsoprattutto l’accessorio ad essere pre-miato”, continua Franceschini. L’Emilia-Romagna vanta produtto-ri eccellenti nell’accessorio, comeFurla, Piquadro e Collection Privè aBologna, provincia dove si trova il24% delle aziende regionali chelavorano la pelle. Sempre nelBolognese si trovano nomi di eccel-lenza anche nell’abbigliamento enella calzatura – come A. Testoni eRedwall anche se l’epicentro dellascarpa rimane la Romagna. È infattinella provincia di Forlì-Cesena chesi trova la più alta concentrazione diaziende del settore pelle – il 27%,secondo un’indagine Crif – grazie aldistretto della calzatura: qui si trova-no nomi come Zanotti, Sergio Rossi,Casadei e Baldinini. Complessiva-mente lavorano sul territorio 255imprese, di cui la maggior parte nellazona di San Mauro Pascoli – il cosid-detto distretto del Rubicone – per untotale di circa 3.200 addetti. Il 70%delle calzature prodotte in questaarea arrivano su mercati esteri – StatiUniti ma anche Europa, Russia,Giappone, Paesi Arabi – facendo deldistretto il terzo in Italia per valoredell’export.Anche se la calzatura di lusso tiene –rispetto ad esempio al distretto diLugo e Fusignano dove si concentra-no aziende con prodotti di fascia piùbassa – la crisi in atto inciderà signi-ficativamente anche su questo seg-mento. “C’è stato un rallentamentodal 2002 al 2005, sulla scia del calonazionale, poi dal 2006 c’è stata unaripresa fino a primi mesi del 2008”,spiega Serena Musolesi, responsabiledel Cercal, il Centro ricerca e scuolainternazionale calzaturiera di Forlì.Nel 2007 si è registrata una crescitadella produzione del 13%, di fattu-rato pari al 16% mentre gli ordiniesteri hanno segnato un progressodel 14 per cento. Congiuntura posi-tiva che si è trascinata fino ai primisei mesi del 2008, con un aumentodi produzione e fatturato rispettiva-mente dell’11 e del 15%, con una

crescita della domanda internadell’8,6% che ha superato di oltrecinque punti la domanda estera.Con la batosta della crisi finanziariasi cambierà musica: “Sicuramentenel secondo semestre dell’anno irisultati non saranno così positivie ci sarà una contrazione nel2009”, spiega Musolesi. “Prevale lacautela, soprattutto dopo l’arrestodel mercato statunitense che è sem-pre stato un punto di riferimento perle griffe”.L’arma vincente per rimanere sul mer-cato, come sempre, è la qualità. “Sitende a puntare a un prodotto sem-pre più attento alla qualità, che dicerto in questa zona non manca”,

Come sempre il lusso tiene, anche inmomenti di crisi economica, e non

fanno eccezione le scarpe: soprattuttoquando si tratta di calzature su misura checostano dai 1.000 ai 5.000 euro al paio. È ilcaso di Peron & Peron, piccola bottega arti-gianale nel cuore di Bologna, che da cin-quant’anni fabbrica scarpe da uomo intera-mente a mano: nessun macchinario, nean-che la macchina da cucire, i punti vengonomessi uno a uno con ago e filo. Le manid’oro sono quelle di Bruno Peron, che fab-brica le calzature assieme alla moglie e alfiglio: la struttura si compone di un piccolonegozio e un laboratorio per la produzione,non ci sono dipendenti ma alcuni calzolaiesterni che collaborano. “Preferisco rimanere su questa nicchia dimercato perché facendo un prodotto diver-so dagli altri sono competitivo – spiegaBruno Peron – se mi mettessi a fare unaproduzione industriale dovrei fare i conticon troppa concorrenza”. E a quanto parel’artigianalità premia, perché l’attività nonha risentito molto della crisi che sta inve-stendo tutti i settori. “Abbiamo avuto uncalo delle vendite in Italia, ma le compen-siamo con l’estero”, spiega Peron. I clienti di Peron entrano nel negozio, guar-dano il campionario, scelgono il modello eil colore: mocassino, polacchino, derby,francesina. La scarpa viene poi imbastita efinita: il tempo medio di fabbricazione è di

dodici, quattordiciore in base alla dif-ficoltà del model-lo; la produzio-ne annua siaggira intornoa 700 paia.Peron ha creatoanche una lineasemiartigianale, intro-ducendo qualche mac-chinario per soddisfarele richieste di grandinumeri che proven-gono dall’estero:Russia, Inghilterra esoprattutto Giappone. Le scarpe più costose?Quelle di coccodrillo o tempestate di bottonid’oro e diamanti (che portano i clienti). Lascarpa twelve, ad esempio, si chiama cosìperché riprende in tutto il numero dodici:dodici bottoni d’oro, dodici millimetri disuola, dodici fili di spago. A quanto pare nes-suna spiegazione scaramantica, per questascarpa che il titolare definisce “una calzaturaquasi da collezione”. Peron ha inoltre una convenzione con la casaautomobilista Pagani di San Cesario sulPanaro in provincia di Modena: il cliente checompra una Zonda, che costa intorno agli800mila euro, ha diritto a un paio di scarpecucite a mano con lo stesso pellame degliinterni dell’automobile

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sottolinea il presidente della Cameradi commercio di Forlì-Cesena Tizia-no Alessandrini, ricordando che aSan Mauro Pascoli, nella sede delCercal, si trova una delle miglioriscuole in Italia per stilisti calzaturieri.“È chiaro che comunque la crisifinanziaria investe anche i settori piùavanzati del Made in Italy”, spiega.“Quello che preoccupa non è tantola fine del 2008, che si chiuderà conun calo contenuto, ma il 2009, chepresenta molte incertezze”. LaCamera di commercio, fa sapereAlessandrini, sta mettendo a disposi-zione dei Confidi risorse straordina-rie per sostenere l’accesso al creditodelle imprese in difficoltà

IL CASO

L’esperienza della bolognese Peron & Peron

Vanno forte le scarpe di lusso

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to perché determinato dalla maggioraffluenza di operatori esteri che rag-giungono le 22.509 unità, con unincremento del 25% rispetto all’edi-zione 2006. La quota degli stranierisul totale dei visitatori sale al 16%,segnando una crescita sia rispetto al2006 (13%) e ancor più rispetto al2005, quando la quota era di pocoinferiore al 9%, a conferma dellacaratura e del carattere sempre piùinternazionale della manifestazione.Più di 25mila tra macchine e attrez-zature per ogni tipo di lavorazione,adatte ai più diversi modelli di agri-coltura, sono state protagoniste neicinque giorni della rassegna che havisto la partecipazione di oltre 1.600industrie costruttrici in rappresen-tanza di 40 Paesi. Tra allestimentiscenografici, prove dinamiche all’a-perto, due nuovi saloni specializzati –Eima Componenti ed Eima Energia –e un fitto calendario di incontri econferenze tecniche, a Bologna si èraccontata l’evoluzione della mecca-nizzazione e la storia di molti impor-tanti marchi (con la celebrazione, adesempio, del novantesimo dei tratto-ri Fiat e dei 75 anni della Lombardinimotori). Tante anche le possibilità di com-prendere quale sarà l’evoluzionefutura del settore, come ad esempio il“mapping”, un sistema di rilevazionedelle caratteristiche del terreno checonsente di caricare in un chip i datiutili per la semina o per la concima-zione. Il pacchetto dati, poi, si trasfe-risce in via digitale alla macchina chefarà le lavorazioni con un innalza-mento sensibile dei livelli di competi-tività. A Eima è anche stato presen-tato il primo trattore agricolo conmotore a doppia alimentazione gaso-lio-olio vegetale puro: il prototipo ègià stato avviato alla produzione everrà commercializzato a partire dagiugno 2009. Verso il biosostenibilesi muove tutto il settore: la Nuova

Bologna punta sulle macchi-ne agricole scoprendo la loroevoluzione verso la più com-plessa meccatronica. E non

potrebbe che essere così, visto che il32% degli espositori presenti adEima International, la più importan-te rassegna della meccanizzazioneagricola, proviene dall’Emilia-

Romagna, patria dellameccatronica dove l’in-novazione è di casa piùche altrove. Quella svol-tasi a metà novembre èla seconda edizione daquando Unacoma hadeciso di dare cadenzabiennale all’evento, scor-porando ExpoGreen (inscena negli anni dispa-ri). Ciò ha consentito di

guadagnare 12mila metri quadrati dispazi, che vanno ad aggiungersi aquelli dei nuovi padiglioni, 14-15.Tutti gli spazi si sono rivelati adegua-ti ad accogliere la mole di visitatoriitaliani ed esteri: quest’anno, infatti,Eima ha superato l’edizione prece-dente arrivando a segnare il suo mas-simo storico con 140.682 visitatori.L’incremento è molto significativo(più 6% rispetto al 2006), soprattut-

Si chiude Eima 2008, con un espositore su tre proveniente dall’Emilia-Romagna

SETTORI

Le nuove frontieredella meccanica agricola

Tra gli scenaripiù promettenti,

la telematicaapplicata

all’agricoltura

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e

30 NOVEMBRE 2008

Stilmoil di Modena, per esempio, hagià messo a punto GreenLine, lubri-ficanti ecologici, eco-compatibili ebiodegradabili nati per soddisfare leesigenze imposte dai nuovi motori edalle nuove macchine. La manifestazione è caduta in unmomento tutto sommato positivoper il settore, che sente i benefici dellaripresa dell’industria agricola, in par-ticolare quella cerealicola. Nel 2008l’industria italiana delle macchineagricole toccherà la quota record di1,8 milioni di tonnellate prodotte,per un valore di 13,1 miliardi di euro(più 7,5%). La crescita della produ-zione è spinta dalle esportazioni, chedovrebbero chiudere l’anno con unpiù 24% per le trattrici e più 8,7%per le altre macchine, con una pre-ponderanza del mercato europeo. Èil mercato interno a destare maggio-ri preoccupazioni, con le immatrico-lazioni in lieve ripresa (più 1,5%),ma non sufficiente a coprire la perdi-ta del 9,8% del 2007. “La stagnazio-ne del mercato interno – osserva ilpresidente di Unacoma, MassimoGoldoni – è da attribuire ai limitistrutturali dell’agricoltura italianache, con una superficie media azien-dale di appena 7,3 ettari, non riesce arealizzare economie di scala”.Goldoni invoca anche un provvedi-mento per lo svecchiamento delparco mezzi agricolo. “Non voglia-mo una rottamazione – puntualizza– ma incentivi al rinnovamento. Conun parco macchine obsoleto è inutileparlare di sicurezza”

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QUADERNI&DOCUMENTI

L’Osservatorio del ComitatoNetwork Subfornitura cherileva annualmente le ten-

denze della congiuntura, le dina-miche dei mercati e l’evoluzionedella struttura delle imprese delsettore, ha registrato un climacongiunturale nettamente peg-giorato per l’insieme dell’indu-stria della moda, rispetto a quel-lo ottimistico che era il trattodominante del rapporto prece-dente.

Come nelle edizioni precedenti,l’Osservatorio affronta alcuninodi strutturali che influenzanoin misura rilevante le prospettivedelle imprese. Quest’anno iltema è quello della gestionedelle risorse umane che accom-pagnano le strategie che leimprese mettono in atto perfronteggiare i cambiamenti incorso nei mercati. E’ un temacruciale per il futuro del settore.Le migliori strategie di risposta eriposizionamento all’evoluzionedel mercato non sono praticabiliin assenza di una corretta evolu-zione delle competenze che leimprese possono mettere incampo.Il rapporto è stato curato, per ilComitato Network Subfornitura,da Hermes Lab srl, che hamesso a punto la metodologia egli strumenti di rilevazione, haeffettuato l’elaborazione dei datie curato la redazione dei testi. Larilevazione è stata curata dai soci

del Comitato, direttamente o incollaborazione con le Camere dicommercio a cui essi fanno rife-rimento in ambito regionale.

Il rapporto in versione integraleè consultabile anche sul sito delComitato Network Subfornitura:http://www.subfor.net

IL CAMPIONE

Oggetto dell’Osservatorio sonole piccole e medie imprese delsistema moda (settori tessile,abbigliamento, pelle e calzature)che operano prevalentementeconto terzi.La popolazione di riferimento haun numero di addetti compresotra 6 e 99 ed è localizzata in: Pie-monte, Lombardia, Veneto, Emi-lia-Romagna, Toscana, Umbria.Nelle regioni aderenti al NetworkSubfornitura si concentra oltre lametà delle imprese del sistemamoda e da esse proviene oltre il60% dell’export del settore. Ildisegno di campionamento è ditipo stratificato non proporzio-nale. I dati di ciascuna cella delpiano di campionamento sonostati opportunamente riponde-rati in fase di elaborazione con ipesi della popolazione statisticadi riferimento. Nel campione,stratificato per regione e dimen-sione sono stati elaborati 300questionari. Dopo una selezione che ha por-tato ad escludere i questionari

che presentavano irregolarità,sono state elaborate le rispostedi 235 imprese. Le stime sonorelative ad una popolazione dicirca 10mila imprese. I contenu-ti del rapporto sono le caratteri-stiche del settore e dei mercatidi riferimento; l’evoluzione con-giunturale e rapporti con i com-mittenti.

Sintesi dei risultatiDopo i segnali di ripresa del2007, si registra un’inversionedi tendenza ed il clima congiun-turale è nettamente peggioratoper l’insieme dell’industria dellamoda che ha registrato una bru-sca frenata. In particolare, l’ulte-riore rivalutazione dell’Euro sulDollaro e la conseguente perdi-ta di competitività non sonoestranee alla frenata, per quan-to l’attenzione debba ricaderesoprattutto sulla debolezza delladomanda e dei consumi. Lagenerale inversione in sensonegativo del ciclo economico edella congiuntura per l’industriadella moda ha coinvolto anche ilsistema della subfornitura, indi-pendentemente dalla dimensio-ne delle imprese.A giugno quasi la metà delleimprese ha registrato una dimi-nuzione dell’attività produttivarispetto al 2007. Dalla rilevazio-ne svolta appare che nella primaparte del 2008, il 44% delleimprese subfornitrici ha subitouna riduzione degli ordini e solo

OSSERVATORIO 2008 SISTEMA MODAUN SETTORE IN DIFFICOLTÀ

I risultati dell’indagine annuale non sono positivi: a metà anno, quasi il44% delle imprese registra una diminuzione. In Emilia-Romagna, siarriva quasi al 60%. Le previsioni non sono confortanti

NOVEMBRE 2008 I

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Quaderni&documenti

II NOVEMBRE 2008

Il Comitato Network Subfornitura è un’associa-zione che ha lo scopo di promuovere e valoriz-

zare attraverso il coordinamento dei soci lo svi-luppo della subfornitura italiana. E’ la struttura che ha realizzato e gestisce la primaBanca Dati interattiva e dinamica di aziendesubfornitrici che contiene i record di oltre 5000imprese subfornitrici e si pone come strumento dipromozione per le Pmi italiane che vogliono farsiconoscere da potenziali committenti per sviluppa-re rapporti di affari. Per ciascuna impresa sonodisponibili dati e informazioni dettagliate sullecaratteristiche tecnologiche, produttive, organiz-zative e di mercato.La consultazione delle offerte e richieste presentinella bacheca imprese è libera per tutti i visitatoridel sito; per rispondere a un’inserzione o per inse-rirne una propria è invece necessario registrarsi.Le imprese che sono già registrate alla Banca Dati

Subfor possono pubblicare in una “bacheca” leproprie inserzioni anonime relative a domanda eofferta di prodotti o servizi, indicando il settoremerceologico di appartenenza. Anche le aziendenon ancora appartenenti alla Banca Dati Subforpossono accedere alla bacheca imprese perrispondere, sempre in modo anonimo, alle inser-zioni presenti. Il Comitato Network, che fa capo alle UnioniRegionali delle Camere di Commercio diBasilicata, Lombardia, Emilia-Romagna,Piemonte, Toscana, Umbria, al ConCentro Centroregionale per la Subfornitura del Friuli VeneziaGiulia, ad Unioncamere Italiana, Ucimu Sistemiper produrre – Associazione Costruttori ItalianiMacchine Utensili, Robot e Automazione) e Cna(Confederazione Nazionale dell’Artigianato edella Piccola e Media Impresa), è presieduto dalravennate Glauco Cavassini, al terzo mandato.

Subfornitura in rete

il 13,4% ha registrato incremen-ti. La produzione è in calo per il49,1% delle imprese e solo il13% ha registrato un aumento. Nel rapporto tra committenti esubfornitori, si conferma lamaggiore richiesta di un ruolopiù attivo di questi ultimi, diuna maggiore capacità di offriresoluzioni, risolvere problemi,sgravare le imprese committen-ti di compiti non direttamenteconnessi alle loro competenzedistintive, che si vanno spostan-do da quelle strettamentemanifatturiere a quelle legatealle attività cosiddette immate-riali: comunicazione, progetta-zione e design, distribuzione.Quindi, la capacità del subforni-tore di fornire al committenteservizi che vanno al di là dellasemplice esecuzione del compi-to affidato rappresenta un fat-tore di competitività di crescen-te importanza. Nell’indagine di quest’anno, il62% delle imprese ha dichiara-to di non limitarsi ad un rappor-to puramente esecutivo. Si trat-ta di una percentuale che tendead aumentare di anno in anno:era il 56% nel 2007, il 54% nel2006, 50% nel 2005 e il 37%nel 2004.

La direzione intrapresa daisubfornitori è quella di unrafforzamento della capacitàpropositiva, che nel 2008riguarda il 22% delle imprese.L’influenza del tipo di rapportosi percepisce nella performancecongiunturale, la percentualedelle imprese che hanno regi-strato aumenti di produzionenel 2008 cresce al crescere del-

l’intensità del rapporto: è l’11%per le imprese con rapportoesecutivo, del 16% per quellecon rapporto collaborativo, del23% per quelle con rapportopropositivo.

LA CONGIUNTURA

Produzione e ordini nelle imprese di subfornitura

Nel 2008, la generale inversio-ne in senso negativo del cicloeconomico e della congiunturaper l’industria della moda hacoinvolto anche il sistema dellasubfornitura. A metà annoquasi la metà (44%) delleimprese ha registrato una dimi-nuzione dell’attività produttivarispetto al 2007 e solo il 13%delle imprese ha segnalato unacrescita. I confronti con gli anniprecedenti devono essere fatticon cautela, anche per le modi-fiche intercorse nel numero diregioni partecipanti alla rileva-zione. La dimensione del peg-gioramento è però tale da nonrisentirne, almeno di grandezzadelle possibili distorsioni: nel2007 la percentuale delleimprese che registrava incre-menti di attività era il 30% e nel2006 era il 23%. Si è in sostan-

La dinamica della produzione nel primo semestre 2008:percentuale di imprese che hanno aumentato, mantenuto stabileo diminuito la produzione

aumento13%

stabilità43%

calo 44%

Fonte: Subfor.net

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Quaderni&documenti

za tornati ai livelli del 2005(15% di imprese con aumenti diproduzione) che fu il peggioranno dal 2000. Le attese per laseconda parte dell’anno, misu-rate dalla situazione degli ordinia giugno, sono di un’ulteriorecontrazione: il 47% delle impre-se ha visto diminuire gli ordini esolo l’11% li ha aumentati.Questi dati indicano un calorispetto al 2006, quando laquota di imprese in crescita erail 20% ed anche rispetto al2005 (13%). Se nel 2007 la fasepositiva aveva premiato più leimprese medie (20- 49 addetti)e grandi (50-99 addetti) che lepiccole (1-19 addetti), il peggio-ramento della congiuntura nel2008 ha interessato tutte leimprese indipendentementedalla dimensione, sia per i dati diproduzione a consuntivo cheper quelli degli ordini. La per-centuale di imprese con produ-zione in calo (46%) è la stessaper le piccole e le grandi impre-se. Le imprese medie registranouna percentuale inferiore di casidi calo di produzione (34%,simile quella registrata nel2007) e gran numero di impreseche dichiarano una situazionestabile (48%). Anche per lemedie imprese, la riduzione delnumero dei casi di aumentodella produzione è molto netto.Le prospettive per la secondaparte dell’anno rispecchiano lasituazione dei consuntivi pertutte le dimensioni di impresa,con una accentuazione negativaper le piccole imprese, tra lequali una quota di coloro chedichiarano stabilità nei consun-tivi di produzione hanno regi-strato cali negli ordini.Differenze più consistenti si rile-vano tra le regioni, sia nei con-suntivi di produzione che per lasituazione della raccolta ordini.Rispetto al 2007 la riduzione delnumero di imprese con produ-zione in crescita e l’aumento diquelle che registrano cali èovviamente generalizzato, macon importanti differenze nelladimensione della variazione. InPiemonte ed Emilia-Romagna

(che nel rapporto di quest’annosono considerate insieme perragioni di numerosità campio-naria) oltre il 60% delle impreseregistra cali sia della produzioneche degli ordini, il numero delleimprese che hanno aumentatola produzione è limitatissimo, enessuna delle imprese rispon-denti ha registrato un incremen-to di ordini. Per il Piemonte l’an-damento peggiore della mediarisente della elevata specializza-zione tessile della regione e con-ferma un quadro di debolezzastrutturale che già si era eviden-ziato nel 2007. L’Emilia-Romagna manifesta una mag-giore sensibilità all’andamentocongiunturale: era stata tra leregioni più dinamiche nel 2007,è tra le peggiori nel 2008.All’estremo opposto si collocal’Umbria in cui il peggioramentoè stato contenuto, grazie anchead uno zoccolo duro rappresen-tato da oltre il 60% di impreseche dichiarano stabilità sia nellaproduzione che nella raccoltaordini. La Toscana e laLombardia sono le regioni con ilcampione più stabile: l’anda-mento dell’attività nelle dueregioni è stato simile. Nel 2007le imprese che registravanoincrementi di produzione eranoil 25% in Lombardia e il 30% inToscana, nel 2008 sono dimi-nuite rispettivamente al 15% eal 12%. Viceversa, quelle cheregistravano cali erano il 28% inLombardia e il 26% in Toscana,sono diventate il 44% inentrambe le regioni. Sotto ilprofilo settoriale si mantiene piùdifficile della media la condizio-ne del tessile, che anche nel2008 è il settore con la più altapercentuale di imprese chedichiarano cali di produzione(erano il 31% nel 2007, sono il49% nel 2008). Nei settori dellapelle e calzature e dell’abbiglia-mento la percentuale di impreseche registrano cali di produzioneè più bassa (39% in entrambi isettori), in ogni caso si tratta diun significativo salto rispetto al2007 quando erano il 22% perla filiera pelle e il 26% per l’ab-

bigliamento. La situazione degliordini continua ad essere nega-tiva per il settore tessile, la metàdelle imprese ha visto ridursi laraccolta degli ordini. Anche perl’abbigliamento l’andamentodegli ordini a giugno è statopeggiore rispetto ai consuntividi produzione, avvicinandomolto il clima congiunturale aquello cupo del tessile. Il settoredella pelle e delle calzature sem-bra invece registrare già unmiglioramento. Quasi un’impre-sa su cinque ha aumentato gliordini, in ogni caso è notevole ladifferenza rispetto alla situazio-ne del 2007 quanto un’ impresasu tre aveva migliorato la rac-colta ordini rispetto all’annoprecedente. Il numero delleimprese con calo di ordini restainvece lo stesso (39%) di quelloche ha registrato cali di produ-zione.

L’andamento delle tariffe di lavorazioneMalgrado la difficile situazionecongiunturale le tariffe di lavo-razione si sono mantenute sta-bili per il 69% delle imprese,perdendo in ogni caso potered’acquisto a causa dell’inflazio-ne. Inoltre il saldo tra le impreseche le hanno aumentate e quel-

NOVEMBRE 2008 III

in regione76%

altre regioni20%

estero4%

I mercati di sbocco:composizione del fatturato per destinazione

Fonte: Subfor.net

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le che le hanno diminuite vedeprevalere i cali (18% delleimprese) sugli aumenti (14%delle imprese). Si deve ancheosservare che pochissime impre-se (1%) dichiarano di averleaumentate più dell’inflazione esolo il 13% di avere realizzatoaumenti in linea con l’inflazione.La dinamica delle tariffe di lavo-razione ha in effetti seguito,senza forti scostamenti, quellagenerale dei prezzi dei prodottidella moda. Se prendiamo ariferimento dell’inflazione iprezzi al consumo (l’indicatoreche plausibilmente le impreserispondenti all’indagine hannotenuto in considerazione), tragiugno 2007 e giugno 2008l’incremento dei prezzi è statodel 3,8%. L’indice dei prezzi deiprodotti industriali tessili edabbigliamento (prodotti inItalia) è cresciuto nello stessoperiodo (il dato più recentedisponibile).

L’ORGANIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE

L’incidenza delle attività di subfornitura sui ricavi delle impreseIl numero di imprese che combi-na l’attività di subfornitura conuna significativa attività in contoproprio è molto ridotta; in gene-

rale due mondi, quello del contoterzi e del conto proprio, tendonoad essere mutuamente esclusivi. Il79% delle imprese che hannopartecipato all’Osservatorio risul-tano essere di pura subfornitura.L’elevata quota di imprese chesvolgono esclusivamente attivitàin conto terzi è rimasta sostanzial-mente costante nei sei anni in cuil’Osservatorio ha effettuato larilevazione. Per un ulteriore 11%l’attività in conto terzi rappresen-ta oltre il 90% del fatturato equella in conto proprio è un even-to di portata limitatissima. Per unaltro 6% l’attività di subfornituraresta in ogni caso prioritaria, esolo per il 4% una prevalente atti-vità in conto proprio è affiancatada una attività secondaria disubfornitura. Dal campione sonoinvece escluse quelle imprese chesvolgono in subfornitura solo unaquota marginale (meno del 25%)del fatturato.

Rapporti di filiera: il governo dei subfornitori di secondo livelloFin dalle prime edizioni dell’Os-servatorio si è messo in lucecome le imprese della subforni-tura non sono semplicementeterminali finali dei committenti,ma che, a loro volta, sono puntidi coordinamento di piccole oestese reti di subfornitura di

secondo livello. Il ricorso allasubfornitura di secondo livello èuna pratica molto diffusa chel’Osservatorio ha rilevato essereadottata da circa la metà delleimprese subfornitrici. Una per-centuale di imprese subfornitriciche oscilla di anno in anno tra il45% e il 55% (in relazione allemodifiche del campione e allacopertura regionale) fa a suavolta ricorso a laboratori esterni.Il fenomeno risulta più diffusonella filiera pelle dove supera il60% dei casi e nell’abbiglia-mento dove si arriva quasi al50% dei casi. Per il tessile èinvece una modalità meno fre-quente che viene praticata dal35% delle imprese.La soglia dimensionale oltre laquale il ricorso alla subfornituradi secondo livello diventa piùfrequente è quella della classe20-49 addetti. Sopra questasoglia riguarda oltre la metàdelle imprese, mentre assume ivalori più contenuti tra le impre-se più piccole (1-19) dove vienepraticata dal 42% delle imprese.L’utilizzo di subfornitori disecondo livello richiede unamaggiore complessità organiz-zativa. Nell’abbigliamento enella filiera pelle distinguemodelli diversi di impresa: quel-le più semplici, che nell’abbiglia-mento sono definite façonistefino a quelle più complesse chesvolgono il ruolo di piattaformaproduttiva che coordina tutte lefasi manifatturiere. Secondoquesto principio da altre ricer-che emergono quattro categoriestilizzate di subfornitori che pre-sentano una complessità orga-nizzativa crescente: - Terzista/façonista. Realizza una soladelle fasi produttive, general-mente quella di cucitura. Non cisono barriere all’ingresso néall’uscita. Gli investimenti sonomodesti. - Terzista evoluto.Integra alla principale fase dicucitura alcuni servizi pretta-mente industriali, principalmen-te il taglio, finissaggi, stiro, con-trollo della qualità, la logisticadelle materie prime, può essereanche capofila di laboratori di

Quaderni&documenti

IV NOVEMBRE 2008

% di imprese

73%

39%

26%

16%

13%

12%

10%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%

produzione

amministrazione e finanza

qualità

logistica

acquisti

stilismo-modellismo

commerciale e marketing

Le aree chiave in cui si sono avuti i maggiori Cambiamenti di personale

Fonte: Subfor.net

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Quaderni&documenti

façon e utilizzare altri terzisti per iservizi. Resta in ogni caso un’im-presa semplice dal punto di vistaorganizzativo. - Coordinatore.Generalmente non realizza diret-tamente la produzione o i serviziaggiuntivi, può realizzare diretta-mente la fase di taglio o i finis-saggi, ma coordina queste atti-vità gestendo façonisti, fornitoridi servizi industriali e di servizi adalto valore aggiunto. Si occupadella logistica delle materieprime. Deve conoscere le materieprime, le fasi della lavorazione e imercati intermedi. Alla attività disubfornitura per i committentiunisce anche quella di commer-cializzazione. La gestione finan-ziaria è più complessa, così comel’organizzazione aziendale.Impresa piattaforma. A diffe-renza del coordinatore disponeanche di una struttura internaper la produzione di serviziimmateriali: modellismo, stile,progettazione. Opera indiffe-rentemente nel campo dellasubfornitura e del commercializ-zato. Il modello dell’impresapiattaforma richiede significati-ve competenze organizzative edi coordinamento, ma è il puntodi arrivo di una moderna attivitàdi subfornitura in una filieradella moda in cui le imprese conmarchio proprio (sia della distri-buzione che industriali) si con-centrano maggiormente sullecompetenze immateriali e ten-dono a delegare a fornitoricome le imprese piattaformatutte le attività manifatturiere.La gestione di un elevato nume-ro di subfornitori costituirebbe,infatti, per le imprese a marchioproprio o che utilizzano privatelabel un impegno molto consi-stente che sottrarrebbe risorseed energie al presidio delle lorocompetenze distintive, che risie-dono soprattutto nell’area retaile marketing. Questo problematende ad essere risolto appuntosemplificando e razionalizzandola gestione delle complesse retidi subfornitori attraverso lamediazione delle imprese piat-taforma.Dieci anni fa il buying office di

una grande catena non avrebbeavuto altra scelta che coordina-re direttamente molte impresefornitrici al fine di ottenere i capifiniti per un ordine stagionale.Oggi l’attività dei buying officesè semplificata e sollevata damolte incombenze, grazie allavoro delle imprese piattaformaspecializzate nel supply chainmanagement.Le più complesse imprese piat-taforma hanno sviluppato ilcoordinamento di reti globali disubfornitori di secondo livello edi fornitura per la gestione delcommercializzato; ad esse sonooggi delegate gran parte delledecisioni riguardo alle fasi diproduzione.Questo modello organizzativoavanzato per i subfornitori sten-ta a diffondersi in Italia, mentreha raggiunto dimensioni elevatein altri Paesi, in primo luogo inAsia dove si trovano gli esempidi dimensione maggiore. Dietroun’etichetta Made in HongKong su un maglione o unafelpa venduti in uno store diWal-Mart negli USA o di C&Ain Europa è probabile si trovi uncomplesso intreccio tra impresee Paesi produttori, coordinatoda una piattaforma di HongKong. Il filato può provenire daproduttori coreani, l’attività ditintura e tessitura essere realiz-zata a Taiwan, il taglio e la con-fezione in Thailandia, con le zipe i bottoni provenienti da fab-briche cinesi; lo stiro, il controllodi qualità e l’imbusto possono,infine, essere effettuati ad HongKong, prima della spedizione aduno dei centri logistici in unospecifico Stato degli USA o inuna regione europea. Alcune diqueste imprese si sono sviluppa-te a partire da semplici attività ditrading company e sono oggiarrivate ad essere grandi multi-nazionali caratterizzate da strut-ture complesse, in parte indu-striali con impianti produttivisparsi in diversi continenti, inparte commerciali, in partefinanziarie, di logistica e di servi-zi. Spesso queste imprese sonodi una scala dimensionale simile

o addirittura maggiore di quelladei loro committenti.In Italia i casi di imprese piat-taforma di dimensione significa-tiva sono in numero ancora limi-tato. L’Osservatorio non è strut-turato per rilevare le caratteristi-che di tale popolazione rara cherichiederebbe di definire per ilcampione un’ apposita dimen-sione di stratificazione. Tuttaviauna indicazione puramente sug-gestiva della scarsità di questatipologia di imprese viene con-fermata dal fatto che meno diun quarto delle imprese che uti-lizza subfornitori di secondolivello coordina reti di più di 5laboratori. Definiamo per sem-plicità terzisti i subfornitori chenon fanno ricorso a loro volta asubfornitori di secondo livello, einvece coordinatori coloro cheutilizzano subfornitori di secon-do livello. Il confronto tra carat-teristiche e performance dei duegruppi mostra interessanti diffe-renze.La dinamica della produzionerilevata dall’indagine a giugno2008 è migliore per i coordina-tori. La percentuale di impresecon produzione in crescita hasuperato il 15% per i coordina-tori, mentre è del 10% per i ter-zisti. La percentuale di impreseche registra tariffe in crescita èdel 19% tra i coordinatori e del9% tra terzisti; la percentualecon tariffe in calo è del 13% trai coordinatori e del 21% tra iterzisti. La presenza di commit-tenti esteri è decisamente piùelevata per i coordinatori.

I MERCATILa scarsa apertura a mercatidiversi da quello locale che restauno dei maggiori punti di debo-lezza delle imprese della subfor-nitura: tre quarti del fatturatodelle imprese continua ad esse-re realizzato all’interno del terri-torio regionale.Le altre regioni italiane contanoper circa un quinto del fattura-to. Le lavorazioni per commit-tenti esteri contribuiscono soloper il 4% del fatturato. Ad unrisultato analogo si arriva anche

NOVEMBRE 2008 V

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Quaderni&documenti

considerando il numero dei com-mittenti invece che il fatturato.Le imprese che dichiarano dioperare anche con committentiesteri sono il 4,5% del totale, il36% dichiara di avere commit-tenti fuori dalla regione, mentresolo il 30% non avrebbe clientilocali (all’interno della regione diappartenenza) significativi.La scarsa presenza sui mercatiesteri è un dato comune a quasitutte le regioni: la quota massimasi raggiunge in Umbria; Toscanae Lombardia sono tra il 3% e il4%; l’insieme di Piemonte edEmilia Romagna realizza all’este-ro quote irrilevanti di fatturato.Le imprese risultano omogenea-mente concentrate sulle regionidi appartenenza anche una voltadisaggregate per settore. Il setto-re più legato al localismo è il tes-sile. Le imprese tessili realizzanoall’interno della regione di appar-tenenza oltre l’80% del fatturato.La correlazione tra dimensionedelle imprese e apertura ai merca-ti extra-regionali ed esteri è evi-dente. Le imprese piccole realiz-zano in regione l’80% del fattura-to, quelle medie poco meno del70%, le grandi il 60%. Anche perquanto riguarda la presenza suimercati esteri si trova una corri-spondenza forte: le piccole nonsuperano il 2% del fatturato, lemedie arrivano al 6% e le grandial 13%.

La scarsa presenza sui mercatiesteri priva le imprese dellasubfornitura di opportunità signi-ficative di crescita e del resto nonè chiaro quale sia la direzione cau-sale: se sia cioè la piccola dimen-sione a non consentire di crescerefuori dai mercati regionali, o se laconcentrazione sui mercati regio-nali impedisca alle imprese di cre-scere, condannandole alla piccoladimensione, che certamentequalche vincolo in più all’avven-turarsi sui mercati esteri lo pone.I dati dell’Osservatorio consento-no di misurare l’effetto negativodel localismo dei mercati di sboc-co. Osservando la geografia deimercati delle imprese in relazionealle performance congiunturali, sirileva che le imprese che hannorealizzato incrementi di produzio-ne sono prevalentemente impresecon una presenza all’estero mag-giore della media. Allo stessomodo le imprese che hanno otte-nuto incrementi elevati delle tarif-fe di lavorazione tendono adavere una più elevata quota difatturato realizzata all’estero.

La tipologiaNon solo la geografia, ma anchela tipologia dei committenti con-tribuisce ad influenzare la perfor-mance delle imprese. Il 45% delleimprese dichiara di lavorare permarchi noti, oltre la metà inveceha come committenti imprese

industriali che non posseggonomarchi noti. I rapporti con il siste-ma distributivo, in passato parti-colarmente importanti per leimprese dell’abbigliamento e dellapelletteria, interessano oggi unridotto numero di subfornitori:meno del 5% con la grandedistribuzione, l’8% con i grossisti,mentre resta il 12% di impreseche ha come committenti media-tori commerciali, particolarmentepresenti nel settore tessile (con-verter).Il rapporto con gli stilisti riguardail 3% delle imprese, con unaquota non marginale di subforni-tori tessili che evidentemente rea-lizzano lavorazioni speciali su tes-suti e filati.I subfornitori che lavorano permarchi noti hanno più frequente-mente rapporti esclusivi con uncommittente (22% dei casi con-tro il 6% della media generale) o,in ogni caso, hanno un numerolimitato di committenti (il 59%delle imprese ne ha meno di 8).Le imprese che operano con glistilisti o con committenti com-merciali tendono invece ad avereun portafoglio clienti molto piùdiversificato. L’88% delle impreseche hanno converter come com-mittenti, ha più di 8 committenti,così come l’82% dei subfornitoridi stilisti e il 75% dei subfornitoridei grossisti.Un segnale confortante vienedalla stabilità del numero deicommittenti. Il timore espressonella precedente edizione delrapporto che la difficile situazionedella congiuntura e la concorren-za internazionale potessero sot-trarre una significativa quota dicommittenti, che vengono menonon per la problemi di competiti-vità del subfornitore, ma perquelli del committente stessosembrerebbe non materializzarsi,almeno secondo i dati raccoltidall’Osservatorio di quest’anno.La metà delle imprese dichiara,infatti, che il numero dei commit-tenti resta stabile da tre anni el’altra metà si distribuisce equa-mente tra chi ha aumentato echi ha diminuito il numero deicommittenti.

VI NOVEMBRE 2008

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Quaderni&documenti

NOVEMBRE 2008 VII

L’Osservatorio ha dato conto in questianni dei grandi cambiamenti chehanno investito e stanno investendo

il settore. In questo quadro le politiche perle risorse umane vengono generalmenteconsiderate un fattore chiave nel raggiungi-mento degli obiettivi delle politiche e strate-gie di risposta delle imprese. L’area su cui le imprese hanno maggior-mente concentrato gli interventi in tema digestione delle risorse umane è quella dellaproduzione a cui seguono, nell’ordine, l’am-ministrazione e finanza e la qualità. Piùdistanziati, logistica, acquisti, modellismo emarketing.Il 41% delle imprese del campione ha effet-tuato assunzioni di personale nell’ultimotriennio. Una quota importante tenendoconto del fatto che negli ultimi tre anni ilsettore ha attraversato prima una fase par-ticolarmente difficile, e solo tra la metà del2006 e la fine del 2007 la congiuntura si èevoluta in senso positivo.Le imprese hanno incontrato particolari dif-ficoltà nel reperire operai specializzati equalificati. Le difficoltà hanno riguardatooltre un quarto delle imprese che hannoassunto. Per le restanti figure professionalile difficoltà sono state molto più ridotte e didimensione del tutto fisiologica.Le imprese di subfornitura della moda con-fermano di guardare al futuro con preoccu-pazione. Le previsioni di assunzione dinuovo personale per i prossimi 2-3 annisono, infatti, orientate alla prudenza.Le aree aziendali in cui si prevede di assu-mere sono sostanzialmente le stesse in cui siè assunto negli ultimi anni: le attività di pro-duzione e le funzioni inerenti alla qualità.Menzionate da poche imprese, invece, learee della logistica, amministrazione efinanza, modellismo e marketing.I fabbisogni formativi indicati dalle impresesono ovviamente strettamente correlati allepolitiche del personale sopra descritte.L’area in cui si manifestano principalmenteesigenze di formazione è quindi quella dellaproduzione. La formula largamente preferi-ta dalle imprese è quella della formazioneinterna alle imprese.

Le risorse umane

interna esterna non necessitaamministrazione e finanza 4% 1% 94%commerciale e marketing 3% 2% 95%logistica 4% 2% 94%acquisti 1% 1% 98%produzione 34% 3% 63%stilismo-modellismo 3% 2% 95%qualità 15% 3% 82%

Fonte: Subfor.net

Aree aziendali che richiedono formazione nei prossimi anni.E preferenza per la formazione interna o esterna (tabella)

Aree aziendali che richiedono formazione nei prossimi anni.E preferenza per la formazione interna o esterna (grafico)

0% 20% 40% 60% 80% 100%

amministrazione e finanza

commerciale e marketing

logistica

acquisti

produzione

stilismo-modellismo

qualità

interna esterna non necessita

Percentuale di imprese che prevede di assumere nei prossimi 2-3 anni

FOCUS

si17%

no83%

Fonte: Subfor.net

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rare affidabilità e tempestività del-l’analisi statistica; iniziative con-giunte in materia di osservatori diindagini strutturali e congiuntura-li; condivisione in ambito regionaledel progetto nazionale dell’Upi“100 indicatori per 100 province”.Sul fronte economico-finanziario,promuovendo un più efficaceimpiego delle opportu-nità e risorse comuni-tarie (anche attraversoil Consorzio Simplerche aderisce alla nuovarete integrata comuni-taria per le imprese el’innovazione), e valo-rizzando l’apporto delleCamere di commercioe delle Province alla retedei Consorzi fidi perl’accesso al credito delle Pmi, all’im-prenditoria femminile, all’interna-zionalizzazione, all’aggregazionetra le imprese, all’assistenza tecni-ca e trasferimento tecnologico. Altro campo di collaborazionesarà l’attenzione all’assetto infra-

Un salto di qualità nella col-laborazione tra Upi (Unio-ne delle Province d’Italia)e Unioncamere Emilia-

Romagna. I presidenti Pier GiorgioDall’Acqua ed Andrea Zanlarihanno siglato al Castello Estense diFerrara un protocollo di collabora-zione operativa che costituisce unpunto di riferimento per le iniziativecomuni da sviluppare tra le Province,che governano i territori, e leCamere di commercio, che rappre-sentano le imprese.Convergenza strategica dei due siste-mi istituzionali su obiettivi qualifica-ti, promozione delle strategie comu-nitarie per lo sviluppo sostenibile el’innovazione, sostegno agli inter-venti di semplificazione amministra-tiva e all’utilizzo di strumenti alter-nativi per la risoluzione rapida dellecontroversie per le imprese e i citta-dini: sono gli scenari di azionecomune delineati dall’accordo.Per raggiungere questi obiettivi,Province e Camere di commercio siimpegnano a predisporre progetti estrumenti comuni quali studi, con-vegni e osservatori e iniziative diformazione che potranno di conse-guenza assicurare alle impreseemiliano-romagnole un supportoefficace nell’operare quotidiano. L’intesa, che avvia un percorso ine-dito per promuovere interventi inte-grati volti ad elevare la competiti-vità del sistema delle imprese, arrivain un momento difficile per l’econo-mia internazionale e questo “offreuna ragione in più per stringere i rap-porti”, dice il presidente della Provin-cia di Ferrara e dell’Upi Emilia-Romagna, Pier Giorgio Dall’Acqua,che aggiunge: “La collaborazionenon è certo nuova, ma questo accor-do segna un momento di svolta per-ché punta a lavorare sulla frontie-ra decisiva dello sviluppo sosteni-bile e si muove all’interno di una

SVILUPPO

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Siglato un protocollo di collaborazione operativa per favorire innovazione e competitività

Upi-UnioncamereUn patto per la crescita

Un percorso di convergenza strategicatra impreseed enti locali

strategia di fondo comune. Vogliamogarantire livelli sempre più intreccia-ti nell’ottica della qualità”. Upi e Unioncamere identificano obiet-tivi comuni nel rafforzamento dellacompetitività delle imprese e nellosviluppo del territorio per consoli-dare la posizione di eccellenza occu-pata in Italia e in Europa dall’Emi-lia-Romagna. “L’intesa rientra nellacultura del fare che contraddistin-gue la nostra regione – sostiene ilpresidente di Unioncamere, AndreaZanlari – e nell’impegno del siste-ma camerale a sviluppare una retedi alleanze con i soggetti pubblici,potenziando la capacità di fare siste-ma con le altre istituzioni, e ricer-cando una convergenza operativaper impostare interventi a favoredella competitività del sistema delleimprese”.La capacità di azione congiunta simisurerà su alcune linee di inter-vento. Innanzitutto il monitoraggiodelle dinamiche economiche regio-nali, fondato su tre punti: integra-zione delle banche dati per miglio-

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Sopra, Pier Giorgio Dall’Acqua presidente dell’Upi Emilia-RomagnaSotto, con AndreaZanlari durante la firma dell’accordo

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strutturale di cui Camere e Provin-ce si impegnano a sostenere ilpotenziamento tendendo conto delfabbisogno delle aziende, ancheattraverso il monitoraggio degli

interventi realizzati e a promuove-re il ricorso al partenariato pubbli-co-privato e al project financing. Ilturismo sarà un ambito di operati-vità privilegiata, non solo per ilmonitoraggio del settore, maanche per la possibilità di promuo-vere progetti congiunti capaci dilegare patrimonio culturale, offer-ta turistica ed enogastronomica. In ambito amministrativo lo scopoè semplificare per ridurre costi edare risposte rapide agli utenti: piùe-governement e meno barriere perle imprese, con l’estensione deisistemi telematici della firma digi-tale, della posta elettronica certifi-cata, della Comunicazione Unica,promozione di metodi stragiudi-ziali di risoluzione delle controver-

sie, con particolare riferimento allaconciliazione, attraverso relazionicon operatori istituzionali dellagiustizia, ordini professionali eassociazioni di rappresentanza diconsumatori e imprese.Infine, l’aspetto della formazioneprofessionale, in connessione conle esigenze del mondo del lavoro,su cui il protocollo ha già avutoun esempio di applicazione con ilcorso sul testo unico in materiaambientale che si è appena con-cluso. L’accordo Upi-Unioncame-re Emilia-Romagna ha duratatriennale, con possibilità di rinno-vo automatico, e prevede l’avvioimmediato di un gruppo di lavoroper impostare un programma diattività

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SVILUPPO

“La gastronomia in Emilia-Romagna” èanche uno slogan. Il progetto realizza-

to da Regione, Upi, Unioncamere èambizioso e a lunga scadenza, ma l’o-biettivo è chiaro: contribuire all’evoluzio-ne della gastronomia del territorio e allasua affermazione a livello internazionaleattraverso la valorizzazione dello straordi-nario patrimonio di prodotti tipici e dimaterie prime di cui questa regione èricca. L’idea è nata dal coinvolgimento di oltre100 testimonial di vari ambienti (giornali-sti, formatori, cuochi, critici e associazionigastronomiche) con l’intento di colmare ilgap tra l’eccellenza dei prodotti regionalie quella non eguale della cucina. Nascecosì “CheftoChef”, che riunisce i cuo-chi “stellati” dell’Emilia-Romagna, dasubito partner del progetto e interlocu-tori privilegiati per le istituzioni.“L’Emilia-Romagna – sostiene l’assessoreregionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni– può contare su due eccellenze che necaratterizzano l’identità: una culturagastronomica di reputazione internazio-nale e un patrimonio di prodotti tipiciunico in Europa, con ben 26 Dop e Igp.Con questo progetto vogliamo valoriz-zarle entrambe, legandole insieme più diquanto ora non accada”.

Al via un corso di cucina innovativa pergiovani cuochi organizzato da Ial-Cisl,Emilia-Romagna che è iniziato a finenovembre a Salsomaggiore Terme e siconcluderà a luglio 2009. Il corso preve-de materie come “valorizzazione e pro-mozione dei prodotti tipici locali” e“impiego delle più recenti tecniche di ela-borazione e cottura” e terminerà con 400ore di stage nei più prestigiosi ristorantiregionali. Nell’associazione “Cheftochef”accanto al presidente Igles Corelli “LeTamerici” (Ostellato, Ferrara) e al vicepre-sidente Massimo Bottura “LaFrancescana” (Modena), ci sono altrisedici chef. “Mancano ragazzi sul territo-rio”, dice infatti Igles Corelli, mentreBottura definisce il corso “un sogno chevogliamo regalare ai giovani appassiona-ti, un’occasione di crescita lavorando conle materie prime nei nostri ristoranti”. Obiettivo non secondario dell’iniziativa èdunque l’individuazione di quei giovaniche potrebbero diventare i grandi cuochidel futuro. Come osserva FrancoChiarini, coordinatore del progetto, “nelsecolo scorso i cuochi fecero scuola, orala scuola dovrà fare i cuochi”. Tra gliobiettivi del progetto c’è anche l’idea diportare la tradizione enogastronomicadell’Emilia-Romagna nel mondo, parteci-

pare a eventi internazionali per valorizza-re i prodotti tipici, realizzare un sito inter-net dove gourmet, esperti e consumato-ri, cuochi, possano soddisfare la propriacuriosità culinaria. “Per valorizzare latradizione enogastronomica emiliano-romagnola occorre ripartire dal territorioe dai nostri prodotti tipici con quella cheè anzitutto un’operazione culturale, persalvare la sapienza artigianale di tantiproduttori”, afferma Andrea Zanlari,presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, mentre Gabriella Montera eLuciana Garbuglia, che guidano le com-missioni Agricoltura e Turismo dell’Upi,sottolineano la necessità di puntare“sulla qualità dell’enogastronomia emi-liano-romagnola in una chiave non loca-listica per portare le eccellenze regionalinel mondo”.www.cheftochef.eu

IL PROGETTO

Eccellenze regionali, si riparte dalla tradizione

Giovani cuochi a “CheftoChef”

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risorse pubbliche e sono state impo-state le procedure per la finanza diprogetto, può diventare una delleterapie per contrastare una fasenegativa dell’economia che non sipreannuncia breve”.Per Giovanni Torri, presidente dellacommissione Trasporti e logistica diConfindustria Emilia-Romagna, “èimportante il valore del-l’azione congiunta avvia-ta con senso di respon-sabilità e concretezza. Illavoro punta a stimolaretutte le forze in camposulla necessità di deci-sioni rapide per alcunepriorità infrastrutturalidell’Emilia-Romagnache interessano tutto ilPaese. È necessario inol-tre che lo Stato riconosca la grandepotenzialità del project financing.” A nome delle altre associazioni fir-matarie, Mauro Giordani, consiglieredelegato di Legacoop Emilia-Roma-gna, ha dichiarato: “La redazione diun testo unitario mette in evidenza lavolontà condivisa di mettere le infra-strutture al centro dell’agenda. Dalconfronto con la Regione è derivatoun documento tecnico che evidenzia iproblemi aperti e lo stato delle cose eporta alla piena responsabilizzazione,a tempi e costi certi di realizzazione egestione delle infrastrutture”

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SVILUPPO

Le assicurazioni arrivate dalministro delle Infrastrutture,Altero Matteoli, nell’incon-tro del 24 novembre con una

delegazione guidata dal presidentedella Regione Vasco Errani e dall’as-sessore a Mobilità e trasporti AlfredoPeri, sull’avvio di alcuni interventi(dal Passante Nord di Bologna allaBretella Campogalliano-Sassuolo)previsti nell’aggiornamento dell’Inte-sa Governo-Regioni sottoscritto adagosto, ravvivano la fiducia delleassociazioni di rappresentanza delleimprese e del sistema camerale, datempo impegnati in ambito regiona-le per rimuovere le principali strozza-ture del trasporto merci. Per il mondo associativo e per il siste-ma camerale risulta peraltro urgente,in attesa di procedere alla realizza-zione completa della E45-E55, conparticolare riferimento al tratto traCesena e Mestre, dare avvio anche alcollegamento tra Cesena e la Ferrara-mare. Questi interventi rappresente-rebbero un importante raccordo conil corridoio adriatico e il Porto diRavenna e potrebbero essere avviatiattraverso il project financing, a fron-te di un modesto stanziamentoannuale di risorse pubbliche.L’incontro è giunto pochi giorni dopola seconda riunione con i Parlamen-tari dell’Emilia-Romagna organizza-ta da Tavolo regionale dell’impren-ditoria, Confindustria e Unioncame-re, in collaborazione con l’assessora-to regionale alla Mobilità e traspor-ti. Qui è emersa la necessità dell’im-pegno di un’ampia coalizione terri-toriale per sbloccare l‘avvio degliinterventi, a cominciare da quellicantierabili in tempi rapidi e per iquali le risorse finanziarie pubblichepossono costituire la base necessariaper il project financing.“In un periodo di forte rallentamentocongiunturale – sottolineano in unanota ufficiale le organizzazioni eco-

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Ecco gli impegni dell’Esecutivo per l’avvio di alcuni interventi prioritari

Capitolo infrastruttureQualcosa si muove

Opere pubbliche:indispensabiliper la competitivitàe utile levain tempo di crisi

nomiche e il sistema camerale – èancora più urgente l’attuazionedella piattaforma di interventi prio-ritari per il trasporto merci presen-tata a settembre ai Parlamentari del-l’Emilia-Romagna. La realizzazionedi infrastrutture che non richiedonoun elevato impegno finanziariopubblico e che valorizzino il parte-nariato pubblico-privato e il projectfinancing costituirebbe un volanofondamentale per l’economia”. Opere come il Passante nord diBologna e la Bretella Campogallia-no-Sassuolo, risultano inserite neldocumento sulle infrastrutture prio-ritarie per il trasporto merci predi-sposto dal Tavolo tecnico delle asso-ciazioni e del sistema camerale, coor-dinato da Unioncamere, in collabo-razione con l’assessorato regionalealla Mobilità e trasporti. Nel testovengono analizzati fabbisogni finan-ziari, vincoli procedurali e stato diavanzamento delle opere infrastrut-turali per il trasporto merci contenu-te nella piattaforma di proposte sot-toscritta dal mondo economico.“Lo sblocco degli interventi infra-strutturali si sposa con la necessità divarare urgentemente una politicaanticiclica, per contrastare la reces-sione”, ha detto il segretario genera-le di Unioncamere Emilia-Romagna,Ugo Girardi. “L’avvio di opere prio-ritarie, laddove risultano stanziate le

Sopra, Mauro Giordaniconsigliere delegatodi Legacoop Emilia-Romagnasotto, con Ugo Girardie Anna Maria Artoni

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TecnologiaTra i vari workshop in agenda aMotorsport, particolare rilievo haassunto il binomio potenza-guidabi-lità, base di partenza del progettoVolkswagen, illustrato da MicheleChiodi, del Research Institute ofAutomotive Engineering. Il progettoha riguardato l’“irrobustimento” diun Suv, un Volkswagen Touareg, ilprimo modello a benzina con iniezio-ne diretta a 8 cilindri, un V8 a 4 val-vole, mai sfornato prima dall’azien-da di Wolfsburg. Il modello – di cui èin produzione anche una versione dastrada – sarà protagonista alla pros-sima “Dakar”, in programma dal 3al 18 gennaio 2009 in Sudamerica,tra Argentina e Cile. Quanto conti, per il settore, l’innova-zione tecnologica costante, lo haspiegato Matteo De Cesare, delgruppo Magneti Marelli Power-Train, con sede a Bologna, businessline dedicata alla produzione di com-ponentistica e alla progettazione elet-tronica per la gestione di motori adalte prestazioni. La case story eviden-zia l’impegno nella ricerca tecnologi-ca di una grande azienda comeMagneti Marelli, un colosso da28mila dipendenti, che destina pro-prio alla ricerca e allo sviluppo il10.4% del proprio fatturato. Unapercentuale elevata, quasi a livelli“tedeschi” (la Bmw arriva al 12%),indispensabile per il miglioramentodegli standard di qualità, sinonimodi competitività sul mercato. Non solo percentuali, ma anchenuove tecnologie: una delle più inte-ressanti presentate al salone diModena riguarda il pacco lamellaredella Crp Technologies di Modena. IlWindform FX è la nuova tecnologiarapid manifacturing per motori adue tempi, che la Crp sta sperimen-tando con successo sulle moto della

Tecnologia, materiali, ener-gia, simulazione e forma-zione: queste le cinqueparole chiave della prima

edizione di “Motorsport ExpoTe-ch”, la manifestazione che si è tenu-ta al quartiere fieristico di Modena.Attorno a questi temi si è svolta l’in-tera mostra-convegno, che ha attira-

to oltre 6mila visitatori,una fiera internazionalededicata ai materialiinnovativi, alle tecnolo-gie, ai prodotti e ai ser-vizi per il settore moto-ristico da competizione. Quasi 400 aziende emarchi in esposizione,provenienti da tuttaItalia (con l’Emilia-Romagna a fare la

parte del leone), dall’Europa edagli Stati Uniti, hanno volutoribadire, anche in questa occasio-ne, lo stato di discreta salute del-l’industria automobilistica, che –seppur pesantemente danneggiatadalla crisi economica internaziona-le – non lascia nulla di intentatopur di tornare ai livelli di produ-zione, innovazione, ricerca e vendi-ta che le competono.L’industria del Motorsport muoveannualmente un giro d’affari dioltre 3 miliardi di euro. Nessun“big”, naturalmente, ha scelto didisertare l’appuntamento diMotorsport ExpoTech: dallegrandi case automobilistiche emotociclistiche – Ferrari, Maserati,Lamborghini, Ducati, Jaguar,Abarth, Bimota, Dallara, Pagani,MV Agusta, Ktm e Lotus – allemaggiori realtà della sub-fornitura ealle aziende leader nelle tecnologiedi trasformazione della materia edella lavorazione meccanica, quelleche producono tecnologie per l’en-gineering e persino le officine mec-caniche, le fonderie e le tornerie.

propria scuderia-racing che parteci-pa al campionato italiano 125.

MaterialiUno dei “pezzi da novanta” delMotorsport Expo Tech è stato iltelaio in alluminio della nuovissimaFerrari California, prodotto nellostabilimento modenese di una multi-nazionale all’avanguardia nel settore“spaceframe”, Alcoa, da tempo part-ner industriale di Maranello. Nuovi materiali anche per la costru-zione di pneumatici: la Goodyear –uno dei massimi produttori mondia-li – già utilizza per i propri pneuma-tici il mais tecnologico e, in partico-lare, un biofiller derivato dall’amidodi mais che va a sostituire il nerofu-mo. Del resto, la battaglia sullemescole per pneumatici non si com-batte più solo ed esclusivamente sulprezzo, con la concorrenza che si èprogressivamente spostata sulla qua-lità: dal 2009 la stessa UnioneEuropea renderà ufficiali i nuoviparametri (qualità, sicurezza, rumo-re, ecc) che costringeranno i produt-tori, per restare sul mercato, a rece-

Grande successo per la prima edizione della fiera Motorsport Expo Tech

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Tempo di crisi:un ruolo

ancora maggioreper innovazione

e tecnologia

Il mondo delle due ruotesi incontra a Modena

34 NOVEMBRE 2008

EVENTI

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L’autodromo di Modena diventa realtà.Anche se non si tratta di una vera e propria

pista. Dopo anni di polemiche, è scattato final-mente il semaforo verde per il Centro guida sicu-ra di Marzaglia, che nel corso del 2009 aprirà ibattenti proprio nel cuore della “Motor Valley”modenese. I responsabili di Vintage spa, aziendache ne cura la realizzazione, hanno presentatoufficialmente il loro progetto proprio durante“Motorsport Expotech”. L’obiettivo è quello direalizzare il più avanzato circuito di test di tuttaEuropa. Il nuovo autodromo – con sei piste speciali adisposizione all’interno dell’anello del circuito –sarà totalmente dedicato alla sicurezza e allaguida sicura, e ambisce a diventare un vero eproprio “Istituto superiore di sicurezza stradale”.Il circuito avrà una larghezza costante di 12metri, che arriverà fino a 15 metri sul rettilineo. Oltre ai corsi di guida sicura, tenuti da esperti delvolante, ci saranno corsi specifici per ragazziunder 18 (con pista autonoma), per la guida deimezzi di soccorso (per esempio le ambulanze) edei mezzi di pronto intervento (per le forze del-l’ordine). E persino corsi di guida “ecologica”,dedicati al risparmio energetico. Ma ci sarannopure servizi di uso “quotidiano”: i corsi per i neo-patentati e quelli di recupero per riacquistare ipunti della patenti persi per strada. E non man-cherà nemmeno uno spazio tutto dedicato agliappassionati della velocità: anche i privati (e leconcessionarie) potranno, infatti, noleggiare ilcircuito di Marzaglia ed effettuare test cronome-trati con le loro auto e per i rispettivi clienti. Tante le iniziative collaterali che gli organizzatoriprevedono di realizzare: esposizioni di auto d’e-poca, raduni, fiere ed eventi per attività commer-ciali legate al mondo dei motori. Un’autenticacittadella della guida sicura, dunque, con, a con-torno, il museo dell’automobile, un albergo, saleconferenze, un ristorante, terrazze panoramiche,il bookshop, persino spazi per il wellness. Un pro-getto ambizioso che potrebbe presto trovare ungrande interesse anche da parte di enti pubblici,università, case automobilistiche e aziende delsettore. Grazie a tecnologie d’avanguardia, sullepiste si potranno provare situazioni di guida par-ticolare ed estrema, per auto, moto, camion eautobus. Senza mai dimenticare, naturalmente,la parola d’ordine: sicurezza

Semaforo verde per il Centro guida sicura

Modena scende in pista

IL PROGETTOpire tecnologie innovative quali fibremiste composite, nuove mescole epolimeri.

Energia“Il petrolio non è affatto in esauri-mento, anzi. Ma la capacità produt-tiva, con le tecnologie attuali, rag-giungerà il picco massimo nel 2012”.Lo ha detto a Modena Nicola Belli,di MaTech – realtà innovativa nelcampo dei nuovi materiali e del tra-sferimento tecnologico, sede aPadova e molti “point” in franchi-sing in tutta Italia – ponendo l’atten-zione sul problema-energia e sull’or-mai imminente necessità di sperimen-tare nuove tecnologie da cui ottenerefonti alternative di energia. “Nei cassetti dei centri di ricerca – hacontinuato l’ingegner Belli – ci sonomolte idee e molti progetti che atten-dono soltanto di diventare realtà”. Ecita nuove possibili fonti di energia:solare, eolica, biomasse (etanolo,biodiesel, legno, biomasse animali,gas dai compostabili e dalla depura-zione delle acque, ecc). Ma è solo“work in progress”: al momento nonc’è ancora una vera alternativa alpetrolio, e a breve termine le unicheparole d’ordine sono risparmio edefficienza. Belli ha ricordato, in que-sto senso, che “la problematica ener-getica impatterà tutte le aziende” e, aproposito, cita il piano strategico diuna grande multinazionale come laHonda, che si è data tre priorità asso-lute: la qualità dell’aria, la riduzione

dell’impatto climatico e la sostenibi-lità energetica. Negli Usa è già sulmercato la Honda FCX, nuova auto“eco-elettrica”, alimentata a celle dicombustile a idrogeno, venduta insie-me a un kit con generatore di idroge-no domestico, che permetterà di rica-ricarla comodamente nel propriogarage di casa: un fattore indispensa-bile, rispetto alla sicurezza.

SimulazionePrima di passare alla realtà, prima dipercorrere centinaia e migliaia di kmin pista e sulla strada, la simulazioneoffre un valore aggiunto al serviziodella progettazione e della tecnolo-gia. Come ha spiegato il direttore tec-nico Daniele Bucci, Lapcos è un’a-zienda – con laboratori a Vignola(Modena) e Bertinoro (Forlì-Cesena)– composta da un gruppo di inge-gneri meccanici e aeronautici conspecializzazioni verticali e lavora allosviluppo di 22 aziende clienti offren-do loro servizi indispensabili: dallesimulazioni strutturali dei compo-nenti all’analisi strutturale sui telai,dalle analisi di crash (con svariatetipologie di impatto) alle simulazioninon lineari (anche su materiali super-elastici, come gli attrezzi da home-fit-ness), dalle analisi in campo elasto-plastico alle analisi con contatti. Eancora: simulazione Cfd, analisi flui-do-dinamiche, progettazione, studi eallestimenti di prove e collaudi speri-mentali. Con il supporto di Lapcos,le aziende clienti risparmiano tempoe denaro. Migliorando la qualità.

FormazioneUn ruolo importante, per i futuriingegneri, lo riveste naturalmente laformazione. La formazione universi-taria è fondamentale anche per il set-tore Motorsport. Lo ha spiegato, inoccasione della fiera dedicata alle dueruote, Carlo Massimo Casciola, pro-fessore all’università La Sapienza diRoma, presentando il nuovo corso dilaurea in Meccanica del veicolo, cen-trato su materie di studio quali dina-mica e aerodinamica del veicolo. Glisbocchi professionali? Diventareingegnere di pista, occuparsi delletelemetria, dell’assetto della vettura,ma anche saper gestire i delicati rap-

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porti con piloti e meccanici: unmestiere appassionante e impegnati-vo. “E non ci sono solo rose, in que-sto lavoro”, spiega Carlo Dell’Orto,team manager di una scuderia diFormula Renault. “È un lavoro chetutti gli studenti di ingegneria mecca-nica e aerospaziale sognano di fare,almeno a parole, ma poi diviene indi-spensabile una selezione naturale, sultalento e sulle predisposizioni natu-rali, anche sullo spirito di sacrificio.

Si lavora tanto e spesso con pochissi-mo tempo a disposizione. I primitempi sono duri – conclude Dell’Orto– ma chi regge avrà davanti a sé unacarriera piena di soddisfazioni”.

Terra di motoriNumerose le aziende emiliano-roma-gnole, soprattutto medio-piccole, chehanno partecipato a “MotorsportExpoTech”, alcune delle quali conidee, progetti e prodotti molto inno-vativi. Tra gli altri, Lafer di Piacenza,centro coating specializzato nei rive-stimenti meccanici su utensili, stampie componenti, che si è aggiudicata ilpremio “Casco d’Oro” per l’innova-zione e la tecnologia. Quindi, su unpiano più generale, da segnalare lapresenza al Motorsport Expo Tech di“Emilia Romagna, Terra di Motori”,uno spunto per una gita turistica su egiù per la regione, la passione per lameccanica raccontata attraverso 12

collezioni inimitabili: il Museo del-l’Automobile (San Martino in Rio,Reggio Emilia), la Collezione BenitoBattilani (Imola, Bologna), il CentroMuseale Ferruccio Lamborghini(Dosso, Ferrara), Maranello RossoMusei (San Marino), il MuseoNazionale del Motociclo (Rimini), laCollezione Bruno Nigelli (San Marti-no in Casola di Monte San Pietro,Bologna), la Collezione UmbertoPanini (Modena), la Collezione Par-meggiani (Bologna), la CollezioneVespa Mauro Pascoli (Ravenna), laCollezione Mario Righini (Panzanodi Castelfranco, Modena), laCollezione Salsapariglia (Bagnolo inPiano, Reggio Emilia) e il Museodell’Auto Storica Stanguellini (Mode-na). E presto ci sarà un altro luogostorico e di culto: il Museo dedicato aEnzo Ferrari e all’automobilismosportivo, che nel 2011 verrà inaugu-rato a Modena, di fianco alla casanatale dell’inventore del Cavallino

EVENTI

Aziende e atenei al “cocktail della ricerca”

Due mondi a confronto

LA STRATEGIA

Per avvicinare ancor di più il mondodella ricerca a quello delle aziende –

e viceversa – il Motorsport Expo Techha ospitato anche un “cocktail dellaricerca”, una nuova formula di conve-gno organizzata da Cna Produzione

Modena, Aster eCna Innovazione. “Sviluppare servizie progetti comuni èla nostra mission”,ricorda GabriellaGualandi, responsa-bile Aster per i rap-porti con le imprese.“Promuoviamo laricerca industriale e,al tempo stesso,una sempre più

stretta collaborazione tra le imprese e leuniversità, nel nostro caso quelle chehanno sede in Emilia-Romagna. E direiche i risultati ci stanno già dando ragio-ne, per un’innovazione produttiva sem-pre all’avanguardia”. Sempre più evidenti le tracce di questa

collaborazione tra ricercatori e impren-ditori, e parecchi gli esempi eccellenti.Parola di Paolo Di Marco, ordinario diEconomia aziendale all’università diBologna, che è stato chiamato in qua-lità di moderatore del convegno. Unodegli esempi migliori lo ha illustratoPiero Pelloni, ordinario al dipartimentodi Ingegneria dell’università di Bologna:“Qualche tempo fa mi contattò il tito-lare di una piccola azienda meccanicadel Bolognese e quasi mi implorò didargli una mano, altrimenti la suaimpresa sarebbe stata fuori mercato inpochissimo tempo. Io gli posi tre condi-zioni: l’università non poteva essereuna succursale del loro ufficio tecnico,serviva una persona dell’azienda che sioccupasse del rapporto con noi e unanostra persona che si occupasse delrapporto con loro. Detto e fatto. Il risul-tato di questa cooperazione? Tre mesidopo – conclude Pelloni – l’azienda hamesso sul mercato un nuovo macchina-rio e si è rilanciata sul mercato”. “Ma l’università non può intervenire

sempre e comunque – ribatte FrancoCassiani, preside della seconda facoltàdi Ingegneria di Forlì, la facoltà piùgiovane d’Italia, attiva dal 2002 e conun età media di professori e ricercatoriassai più bassa che altrove. “Moltepiccole e medie imprese ci chiedonoaiuto – racconta Cassiani – ma noi pos-siamo e vogliamo intervenire solo se ilproblema è veramente interessante,oserei dire ‘sexy’. A quel punto ancheper l’università diventa una sfida, amigliorarsi”. E l’angolo di osservazione delle azien-de? Lo spiega Chris Aylett, presidente diMia (Motorsport Industry Association).“Per noi la ricerca è fondamentale, videdichiamo una larga fetta del nostrofatturato. Nei rapporti con l’università,in Inghilterra, siamo agevolati dalla pre-senza di molti corsi e master, e lo stessogoverno inglese investe parecchio inricerca e sviluppo. Ma i nostri modelli –conclude Aylett – rimangono sempre laFerrari e le altre aziende italiane delMotorsport”

36 NOVEMBRE 2008

Sotto,Gabriella Gualandi, responsabile Aster

per i rapporti con le imprese

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Pubb

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a cui si accede tramite internet ocorner telematici. “Si è lavorato per anni – spiegaGennaro Parlati direttore generale diAcmi, Associazione nazionale costrut-tori macchine da intrattenimentoaderente a Unindustria – affinché lemacchine da gioco venissero regola-mentate ed entrassero a far parte diuna rete direttamente controllatadallo Stato. Il risultato che si è inquesto modo ottenuto è stato effica-ce, anche più delle previsioni: sonospariti dalla circolazione i video-poker illegali e, contemporaneamen-te, il numero dei giocatori non èaffatto aumentato ma si è mantenu-to costante”. Un chiaro segnale diuna tendenza: “Agli italiani piacegiocare, dal totocalcio, al lotto, alsuperenalotto fino, appunto, allenew slot”. Gli ultimi dati diAgipronews parlano chiaro: sono24,8 milioni gli italiani che giocanoalmeno una volta all’anno a unoqualsiasi dei giochi pubblici e di que-sti 9,7 milioni lo fanno almeno unavolta alla settimana (il 20% dellapopolazione). Secondo le prime

Sono circa un centinaio i pro-duttori di macchine da giocoin tutta Italia e di questi il40% è concentrato in Emilia-

Romagna, con una forte presenzanel Bolognese. Una storia emilianache risale agli anni Settanta – connumerose aziende specializzate nellacostruzione di calcio balilla e flipper

– e che si evolve fino aigiorni nostri con la pro-duzione di slot machinecreando una vera e pro-pria filiera: i costruttoridella macchina, i pro-duttori di software, chifa le gettoniere, chi ipulsanti o monitor e chidistribuisce le macchinenelle sale giochi, bar ecasinò.

Sul settore si sono accesi i riflettoridella quinta edizione di Progame-show, il salone professionale delgioco che si è svolto alla fiera diBologna. Un’edizione record con100 espositori e 7.000 visitatori etutte le ultime novità del settore:sono state presentate in anteprimale ultime nate tra le new slot, lemacchine regolamentate dalloStato che hanno mandato in pen-sione i vecchi videopoker illegali, ei nuovi skill games, giochi di abilità

proiezioni sul 2007 la raccolta arri-verà a 40 miliardi di euro.Guardando all’Emilia-Romagna, lafebbre del gioco ha portato 3,3miliardi di euro tra lotto e superena-lotto, bingo, gratta e vinci, scom-messe e slot machine; la provincia diBologna ha il primato con 725milioni, concentrati soprattutto nelcomparto new slot. Durante Progameshow sono statiassegnati anche numerosi premi alleaziende più virtuose tra cui il ricono-scimento “Design” vinto daProfessional Games di Rimini: l’a-zienda, produttrice di slot machine,ha vinto con “Pascià”, innovativoapparecchio dalla linea accattivantecaratterizzato dalla comodità dovu-ta, oltre che alla seduta, al pagamen-to alla plancia, all’altezza delle mani.L’azienda, che opera da trent’anni,era specializzata inizialmente invideogames e simulatori di guida persale giochi, poi ha deciso di orientar-si esclusivamente sulle slot machine.“I video giochi e i simulatori hannoavuto un forte calo quando c’è statol’avvento della playstation che li ha

Al Progameshow di Bologna si accendono i riflettori sul mondo del gioco professionale

Dai classici flipperalla realtà virtuale

INCHIESTAd

i Silv

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Quattro aziendesu dieci si trovano

in Emilia-RomagnaUna storia che risale

agli anni Settanta

Al centro, slot machineIn basso nella

pagina accantoFabrizio Alberici

38 NOVEMBRE 2008

La raccolta del gioco in Emilia Romagna,dati 2007

Bologna 725.580Ferrara 246.425Forlì-Cesena 277.907Modena 571.960Parma 326.649Piacenza 180.848Ravenna 244.225Reggio Emilia 410.337Rimini 296.081TOTALE 3.280.012

Dati in migliaia di euro, fonte Agipronews

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Una innovativa slot machine checombatte il “mal d’azzardo”, in

termini scientifici la ludopatia: per ilmomento questo tipo di macchinada gioco non è ancora sul mercatoma lo sarà presto grazie al softwarecreato dagli ingegneri della Bakoo diParma. L’azienda, nata nel 2002 especializzata i software del settoregame, ha presentato la prima “safeslot” del mondo durante l’ultima edi-zione di Progameshow, il salone pro-fessionale del gioco che si è svolto aBologna. Bakoo, con la collaborazio-ne di medici e psicologi del Sert diMestre, ha elaborato un programmain grado di mettere un freno a quelliche individua come giocatori patolo-gici. “La nuova slot – spiega FabioGatti titolare dell’azienda assieme aFabio Ramenghi e vicepresidente diAssotrattenimento – confronta alcuniindici di sensibilità con una tabella deivari tipi di giocatori e individua i com-portamenti anomali”. I sintomi che fanno scattare l’allarmesono diversi: ad esempio puntate concifre sempre maggiori, la velocitàeccessiva con cui si spinge il pulsante,il perseverare nel gioco pur non vin-cendo nulla. A questo punto parte“una procedura svegliante”, spiega-no i tecnici di Bakoo: la macchinainterviene con vari passaggi con cuicerca di distogliere il giocatore e farglicapire che il gioco sta diventandopericoloso. Innanzitutto viene cam-biata la musichetta di ogni partita perevitare un effetto ipnotizzante:“L’audio è un fattore accattivante chepuò contribuire a un attaccamentoeccessivo. Basti pensare a come sonorimasti impressi nella memoria dimolti i gingle di alcuni giochi deglianni Ottanta”. In secondo luogo compaiono sulmonitor messaggi responsabilizzanti,come “metti in moto il cervello, giocaresponsabilmente”, che bloccano lapartita per alcuni secondi. Se anchecosì il giocatore non rallenta il ritmo o,ancora meglio, non fa una pausa, la

macchina inizia a scaricare la vincitaautomaticamente, anziché accumu-lare i punti. “Viene interrotta la faseche porta all’addiction, ovvero la rin-corsa della vincita a tutti i costi, ed èuna modalità attiva per dieci minuti:in questo modo, anche l’amico chegioca dopo troverà la macchina inmodalità di protezione e magari rim-provera il giocatore compulsivo peraver innescato il meccanismo”, spie-ga Gatti. Il software, ancora in forma di proto-tipo, può essere applicato a tutte leslot machine e ha fatto vincere aBakoo, per il secondo anno consecu-tivo, il premio Fair Play, riconosci-mento assegnato all’azienda chevalorizza ricerca e creatività, innova-zione e responsabilità sociale. “Siamoun team di ingegneri informatici spe-cializzati e vincere questo premioanche quest’anno significa avereun’alta capacità tecnica”, commentail titolare. Nel 2007 Bakoo ha raggiunto un fat-turato di tre milioni di euro – inaumento del 150% sul 2006 – conpiù di 15 mila software venduti.“Vogliamo chiudere il 2008 – conclu-de Gatti – con un fatturato pari a seimilioni di euro, un aumento del 100per cento”

Il software è stato sviluppato dalla Bakoo di ParmaUna slot machine “anti ludopatia”

IL CASOportati direttamente nelle case”,spiega Tiziano Lanzano, uno dei socidell’azienda. Professional Games èstata la prima in Italia a realizzareroulette automatiche certificatesecondo la nuova regolamentazioneitaliana del 2004 ed è sempre laprima ad aver omologato un blackjack multi postazione, che riprendele macchine utilizzate nei casinò (conmateriali pregiati come il legno dimogano) e permette il gioco contem-poraneamente a tre o cinque gioca-tori. “Chiuderemo il 2008 con unfatturato uguale allo scorso anno,per via del cambio di normativa cheha modificato le macchine e quindirallentato la produzione – spiegaLanzano – ma recupereremo nel2009 con un aumento di fatturatodel 200 per cento”. Si occupa invece di gettoniere laAlberici di Castel San Pietro. Natanel 1946 come noleggiatrice dibiliardini e distributori di sigarette,si è evoluta producendo macchineelettromeccaniche da intratteni-mento e dal 1983 ricambi: in parti-colare gettoniere ma anche pulsan-ti, sportelli e cassette per le mone-te. Il core business è la gettonieraelettronica: un distributore dimonete all’avanguardia e in gradodi riconoscere i soldi falsi.“Progettare e produrre una getto-niera elettronica significa investirein tecnologie e risorse umane”,spiega il presidente FabrizioAlberici. “Abbiamo al lavoro seiingegneri elettronici e ci voglionoquattro anni per arrivare a produr-re una gettoniera”. Un settore dinicchia, in cui operano nel mondosolo una decina di produttori

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“Aiutare le imprese a cresce-re attraverso la scienza e latecnologia”. Questa, secon-do il direttore Roberto

Pelosi, la missione di Crit Research,broker tecnologico specializzatonella gestione dei processi di inno-vazione. Nata nel 2000 e con sede a

Vignola, Crit Researchè una società privatacostituita da un ‘club’di prestigiose aziendeemiliano-romagnole alfine di fruire dei piùavanzati strumenti diinformazione tecnolo-gica e di creare produt-tive sinergie inter-aziendali. Scopo di Crit Research

è fornire un supporto utile alleimprese per l’innovazione e il tra-sferimento di tecnologia, ponen-dosi come interfaccia tecnico-scientifica tra l’industria regionalee i centri di ricerca sia locali cheglobali. Un tutor in grado diaffiancare e assistere le impresefase per fase, dal rilevamento del

bisogno di innovazione fino allaconcreta implementazione dellatecnologia. “Crit Research – spie-ga Luca Ghiaroni, area comunica-zione – agisce come un broker:ricerca, analizza, raccoglie ed ela-bora quante più informazioni pos-sibili su key-player e operatori didiverse aree tecnologiche. Il risul-tato è una mappa dettagliata, unadocumentazione preziosa e imme-diatamente disponibile al manage-ment e ai tecnici delle aziende socieo che lo richiedono.” Costante aggiornamento e ricorsoalle tecnologie sembrano essereoggi le vie obbligatorie per leimprese, in un contesto di mercatocaratterizzato da competitor sem-pre più numerosi e agguerriti. Quinasce la necessità di soggetti comeCrit Research, in grado di favoriree agevolare il trasferimento tecno-logico a vantaggio delle imprese,svolgendo funzione di rappresen-tanza nelle relazioni negoziali eoperative per l’acquisizione di tec-nologia e per l’avvio e lo sviluppodi progetti di ricerca industriale.

“Si parte studiando il livello diknow-how e di tecnologia detenu-to dall’azienda – illustra Ghiaroni– e stimando il grado di propen-sione all’innovazione. I dati otte-nuti ci aiutano a delineare il posi-zionamento tecnologico dell’azien-

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INNOVAZIONE

Azionista della società è un “club” formato dalle più prestigiose aziende emiliano-romagnole

Dallo “scouting”presso università e centri di ricerca

all’uso di databaseall’avanguardia

Crit Research, a Vignolail broker dell’innovazione

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Ecco le ventidue aziende socie:Beghelli · Carpigiani · Cefla · Cineca · Cms · Cnh · Datalogic · Ducati Energia · Ferrari · Fabbri · Gd · Hydro Control · Ima · Itm · Rossi Motoriduttori · Sacmi · Saima Avandero · Selcom Group · System · Technogym · Tetra Pak · Wamgroup

I PARTNER

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“Crit Research è una communitytecnica, un club di aziende eccel-

lenti e votate all’innovazione”.Parola di Roberto Pelosi, direttoredella società.Quali sono gli obiettivi di Crit?“Noi di Crit ci occupiamo di rispon-dere a due esigenze principali: da unlato, in qualità di broker tecnologico,dobbiamo essere in grado di soddi-sfare tempestivamente il fabbisognotecnologico delle imprese socie. Ciòsignifica fornire puntualmente infor-mazioni e aggiornamenti su applica-zioni e competenze tecniche mirateall’introduzione di tecnologia inno-vativa in azienda. Dall’altro lato, inqualità di ambiente collaborativo,Crit Research ha il compito di crearecondizioni di confronto e stimoloper le aziende, con l’obiettivo diidentificare e persino anticipare ifiloni tecnologici del futuro”. La collaborazione tra imprese comepilastro della competitività. Spessosi parla di “coopetition”.

“La parola significa proprio‘collaborazione inambiente competi-

tivo.’ Perché cisia coopetitionè fondamentaleche il vantaggio

competitivo gua-dagnato dalla col-laborazione superi

lo svantaggiodi divide-

re informazioni e risultati con altrisoggetti economici di mercato.Naturalmente ciò non si verificasempre e spesso tali condizioni ven-gono a crearsi in modo del tuttooccasionale o limitato a un determi-nato obiettivo, come nel caso dijoint-venture, co-design, ecc. CritResearch, in questo senso, rappre-senta un’anomalia, in quanto lastruttura proprietaria partecipata – iventidue shareholders – rende i rap-porti di collaborazioni stabili, conti-nui e duraturi nel tempo”.Le competenze e il sapere tecnolo-gico come chiavi di sviluppo per leimprese, da acquisire, scambiare econdividere sul mercato: una sortadi “economia della conoscenza”. “Oggi si tende spesso a travisarequesto concetto. In senso strettopossiamo dire che la conoscenza,quando si traduce in applicazionitecnologiche di prodotto e processo,diventa vantaggio competitivo. Inquesto senso si può parlare di unadinamica economica generata dallagestione finalizzata della conoscenzadi base. A un livello più ampio, inve-ce, si vanno a disegnare le dinamichecomplesse generate – ‘pulled’ – daquesto fenomeno. Ecco che la cono-scenza coinvolge e muove il delicatoprocesso dell’educazione e della for-mazione, determina la riconversioneindustriale di territori e nazioni – sipensi al caso della Finlandia – fino aproporsi come unica via per fronteg-giare la tremenda sfida posta daigrandi temi ecologici e demografici.È in tal modo che la conoscenza siqualifica come forza abilitante edeterminante il futuro assetto dellanostra società”

Il direttore di CRIT Research Roberto Pelosi

Roberto Pelosi, direttore della società fondata nel 2000

Le nuove frontiere della “coopetition”

da. Da qui, attraverso azioni discouting presso università e centridi ricerca e tramite l’utilizzo di ban-che dati specializzate, i nostri anali-sti sono in grado di fornire al clien-te un resoconto dettagliato sullostato tecnologico di un determinatosettore o prodotto, riuscendo a sug-gerire le soluzioni più adatte alleesigenze di ogni azienda”. Ma l’innovazione tecnologica ètanto necessaria quanto dispendio-sa; le imprese devono conoscere esaper cogliere tutte le opportunitàdi finanziamento pubblico – fondiprovenienti dalla Regione, daiMinisteri e dalla CommissioneEuropea. “Il fund raising – conti-nua Ghiaroni – è di importanzavitale. Oltre alla consulenza stret-tamente tecnologica Crit Researchoffre un supporto costante alleaziende per accedere a fonti difinanziamento per la ricerca. E nonè tutto: la possibilità di mettere incomune gli obiettivi di più aziendeci permette di lavorare a progettimolto vasti, per cui è spesso piùfacile ottenere finanziamenti”. È proprio la cooperazione traimprese l’elemento più caratteristi-co e più innovativo di Crit Resear-ch: si crea un ambiente fortementecollaborativo, in cui le ventidueaziende socie confrontano le espe-rienze, i risultati ottenuti e condi-vidono i bisogni riguardo a specifi-ci temi organizzativi e tecnologici.Convegni, seminari e tavoli dilavoro come ‘pensatoi’ in cui leimprese possono dialogare, scam-biarsi informazioni e lavorareinsieme a vantaggio di tutti, in unclima di collaborazione costruttiva.Marginale la concorrenza tra leaziende socie – si parla di ambientepre-competitivo – che anzi si trovanostimolate e aperte al confronto.“La ragione che ci ha spinto adassociarci a Crit Research –conferma Gioacchino Mozzon,direttore Ricerca e Sviluppo diTechnogym, uno dei nuovi soci– è quella di avere un regolareconfronto con aziende leader dialtri settori e condividere bestpractices nelle diverse areeaziendali”.L’organizzazione e gli stru-menti messi a disposizione

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L’INTERVISTA

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INNOVAZIONE

Parla Valerio Parrucci di Cefla, tra i nuovi soci del “club”

“Essere parte di Crit Research significa potersi confrontare con le eccellenze”

IL CASO

Cefla, azienda multibusiness operante a livellomondiale con sede a Imola, è tra i nuovi soci di

Crit Research. Questi i motivi alla base della scelta diCefla, secondo Valerio Parrucci, ex direttore generaledel Gruppo, oggi responsabile di progetti di sviluppoe strategie di business.Quali vantaggi avete messo in conto entrando a farparte di Crit Research?“Il Crit raggruppa le imprese più innovativedell'Emilia-Romagna. Ciascuna di queste ha adottatobest practices – buone pratiche di innovazione – neipropri specifici settori, che sono di assoluta eccellen-za. Essere parte di Crit Research significa potersi con-frontare con tali eccellenze e avere l’opportunità pre-ziosa di misurarsi e definire nuovi riferimenti per inostri standard in ciascuna area”. Tra i vari servizi offerti, quali sono i più utili per Cefla?“Il brokeraggio tecnologico è quello da cui ci aspet-tiamo di più. Scouting e monitoraggio tecnologicosono senza dubbio i servizi più funzionali al businessdell’azienda. In particolare, nell’area dello scoutingper Cefla sono di assoluta rilevanza le relazioni e irapporti di collaborazione con le università, i labora-tori e i centri di ricerca presenti sul territorio regio-nale”.Concretamente, in quali progetti siete già coinvolti,all’interno di Crit? “Cefla è entrata nell’ambito di Crit Research nella pri-mavera scorsa e fin dal nostro ingresso ci siamo residisponibili a ospitare il meeting dei direttori tecnici

Crit. Questa prima esperienza ci ha dimostrato ilvalore del confronto e del dialogo, sia in situazioniformali riguardanti argomenti e settori specifici, sia alivello più informale, per condividere quel bagaglio diesperienze che i manager accumulano affrontandoogni giorno i temi della competizione globale. Ilnetwork creato da Crit offre l’opportunità a ciascunassociato di valutare in modo più preciso, quindi dicapire meglio, il proprio posizionamento rispetto aibest performer, grazie anche al supporto di altrimanager che hanno maturato esperienze in settoricontigui, ma non concorrenziali. Noi di Cefla ci siamoresi conto che determinate situazioni e soluzionihanno una valenza che supera i confini della propriaazienda”. Qual è, al momento, il livello di collaborazione conle altre aziende socie? “Siamo ancora alle fasi iniziali, ma possiamo dire diaver già individuato alcuni primi temi di ricerca per iquali contiamo di mettere presto in comune le nostrecompetenze con gli altri associati”. Essere parte di Crit Research, modificherà l’organiz-zazione del lavoro nella vostra azienda? “È ancora troppo presto per poter dare una rispostaprecisa. Tuttavia siamo fermamente convinti che que-sta partecipazione e la collaborazione con i soci daràun contributo forte a migliorare la cultura aziendale eoffrirà ai nostri manager l’opportunità di sentirsi partedi un network che condivide l’orgoglio dei grandisuccessi conseguiti a livello mondiale”

“favoriscono momenti di discussioneche aiutano un’azienda a crescere eindividuare nuove applicazioni tec-nologiche. La nostra speranza e il nostroimpegno – continua Mozzon –sono quelli di ottenere il massimooutput da questa esperienza, pro-muovendo iniziative all’interno delconsorzio e coinvolgendo i soci”. Questa realtà, fatta di collabora-zione inter-aziendale e di integra-zione tra sistema delle imprese ecentri tecnologici, si propone dun-que come un nuovo motore per losviluppo dell’intero sistema pro-

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duttivo regionale, ormai distantedal ‘modello emiliano’ degli anniottanta. Un sistema dinamico,aperto e pronto al cambiamento,deciso a impiegare tutte le risorsedisponibili – in termini di cono-scenza e innovazione – per affron-tare con successo i nuovi scenaridella competizione globale.Capacità di innovare e volontà diintraprendere si confermano cometratti distintivi delle imprese emi-liano-romagnole, veri punti diforza che hanno contribuito a ren-dere l’Emilia-Romagna una delleregioni più ricche d’Europa Nella foto la sede della Rossi Motoriduttori

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Nascerà alle porte diRavenna la prima stazio-ne di servizio completa-mente ecosostenibile di

Autogrill. Detta così sembra unanovità di poco conto, l’ennesima“eco-innovazione”, buona più per unritorno d’immagine che altro a favo-re del gruppo italiano, leader mon-

diale nella ristora-zione viaggiante. Manon è così: la nuovaarea di servizio con-sentirà abbattimentimolto significativinei costi ambientalisia di funzionamen-to che di manteni-mento della struttu-ra. Alcuni esempi?Eccoli: una riduzio-

ne del 65% dell’anidride carbonicascaricata in atmosfera per la realizza-zione, 60% in meno dell’energia uti-lizzata, riduzione del 40% di consu-mi idrici e del 35% nei costi d’eserci-zio, una diminuzione del 25% neicosti di climatizzazione.Tutto questo è possibile anche graziea un isolamento termico quasi per-fetto della struttura nei confrontidell’esterno. Ecogrill infatti si presen-ta da lontano come una collinettad’erba, che i bambini in viaggiopotranno scambiare per la casaverde dei Teletubbies, gli eco-car-toons della BBC.La copertura erbosa riveste la partesuperiore della struttura, lasciandolibere le parti laterali da cui si aprono

grandi vetrate, garan-tendo così un’omoge-neità visiva con la cam-pagna circostante. Maanche – come si leggenel progetto a curadello studio milaneseTotaltools dell’architet-to Giulio Ceppi – for-nendo “un isolamento

termico aggiuntivo, impermeabilizza-zione, la riduzione della diffusionesonora al suo interno, il trattenimen-to delle polveri”.Ma la vere risorse energetiche diEcogrill arrivano dal sottoterra e daimateriali con cui è stata costruita lastruttura portante. Dal sottoterraperché una serie di sonde vanno a“pescare” a 150 metri di profonditàsia il calore naturale terrestre (quan-do è inverno) che il fresco (quando èestate), a un livello dove tutto l’annoci sono circa 14-15 gradi. La tempe-ratura ideale interno all’edificio è poimantenuta grazie al polistireneespanso, che in blocchi è stato utiliz-zato per formare il volume della col-lina ricoperta dal manto erboso.Particolare attenzione è stata prestataanche nell’illuminazione, sfruttandoquanto più possibile la luce naturalegrazie a un particolare sistema a sen-sori che ne permette la sua regolazio-ne, o grazie all’installazione nellazone vendite di lampade a basso con-sumo dotate di Led. Tutti gli arrediinterni, i rivestimenti e i materiali uti-lizzati sono amici dell’ambiente.Come le resine naturali della salad’entrata, così come altamente ecoso-stenibili sono la maggior parte dellefiniture interne.Ecogrill verrà inaugurato entro fineanno in località Mensa, vicinoall’A14 e in corrispondenza dellosvincolo tra la statale 3 Bis, le E45 edE55. L’amministratore delegato delgruppo Autogrill, Gianmario Tonda-to de Ruos, ha così spiegato all’Ansacome è nata l’idea di Ecogrill: “Sitratterà di un prototipo che darà ilvia a una nuova idea di Autogrill inquanto è realizzato con materialiinnovativi che consentono di abbat-tere i consumi energetici”. “Sonooltre quattro anni che Autogrill hapuntato sull'ambiente – ha aggiunto– perchè ormai è sempre più chiaro ilrapporto tra profitti e sostenibilità,due elementi che vanno nella stessadirezione”.La nuova eco-stazione ravennate èuna delle prime iniziative realizzatedi Afuture, un progetto del gruppodestinato a rivoluzionare le principa-li caratteristiche degli store Autogrill,dalle strutture contenitori finoall’offerta stessa di prodotti e servizidi ristorazione

INNOVAZIONE

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Tra gli accorgimentiper il risparmio

energetico, un posto d’onore

per le “biomasse”

A Ravenna il primoAutogrill sostenibile

Battezzata “Ecogrill”, la struttura consentirà un significativo abbattimento dei costi ambientali

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44 NOVEMBRE 2008

tale indiscussa della gastronomia, lacittà capoluogo dell’Emilia-Roma-gna vanta anche un’antica tradizionenella lavorazione artigianale del cioc-colato: ne sono testimoni le diverserealtà imprenditoriali di alta qua-lità sparse sul territorio provinciale.Cioccoshow – prosegue Gennari –ha ottenuto il patrocinio dellaRegione Emilia-Romagna, dopo quel-li di Provincia e Comune di Bologna,a dimostrazione della fiducia daparte delle istituzioni per questa ini-ziativa che promuove la città, svilup-pandone inoltre l’offerta turistica”.In collaborazione con Bologna Inco-ming sono state organizzate gite cul-turali, visite a musei, tour di edificistorici della città, oltre agli imman-cabili percorsi enogastronomici chesi contraddistinguono per i prodottitipici e tradizionali di alta qualità,inseriti in una cornice di attrattivepaesaggistiche, storiche e artistiche,confermando l’importanza dellamanifestazione quale forte elemen-to di marketing territoriale.Dal 2005 al 2008 i visitatori sonopassati da 80mila a 250mila: gli stes-si dell’anno passato quando si teme-va un calo a causa della crisi e delcalo dei consumi. Le aziende sonopassate da 70 del primo anno a 120di questa edizione, di cui ben il 36%provenienti dall’Emilia-Romagna,ma anche da Piemonte e Toscana,distretti produttivi del cioccolato uni-versalmente riconosciuti.Dunque mentre in regione si moltiplica-no iniziative del genere (come Art &Ciocc prima a Sassuolo e poi aRavenna solo per citarne una) e tutte disuccesso crescente, Cioccoshow si èconfermato il più importante appunta-mento italiano di promozione del cioc-colato artigianale, con una dupliceveste: commerciale da una parte, con glistand carichi di leccornie per soddisfareestimatori e appassionati; culturale perl’aspetto divulgativo degli eventi collate-

Bologna “la ghiotta” si candidasempre più a diventare capita-le del turismo del cioccolato diqualità. Il “cibo degli dei” fa

sempre più tendenza come dimostra-no i numeri della kermesse Ciocco-show, dedicata al cacao, promossada Cna Bologna, associazione deimaestri cioccolatieri CiocchinBò insie-

me a Coldiretti e cameradi commercio di Bolo-gna, che in questi quattroanni è diventata un impor-tante punto di riferi-mento tra gli operatoridel settore e gli appas-sionati del prodotto. Dal 19 al 23 novembre,nella “cittadella del cioc-colato” creata tra le piaz-ze Maggiore e Galvani e

la via degli Orefici, sono stati oltre250mila i visitatori degli stand delleaziende presenti, provenienti da tuttaItalia e continua l’affluenza di pub-blico nel laboratorio artigianale alle-stito in piazza Re Enzo, dove si sonoalternati i migliori professionisti ita-liani e stranieri del settore in vere eproprie performance.“La scelta di Cioccoshow di radicar-si a Bologna – spiega Guido Gennaridi Bf Servizi, controllata di BolognaFiere, che ha organizzato l’evento –ha motivazioni forti e precise. Capi-

La kermesse si conferma come punto di riferimento per gli appassionati del “cibo degli dei”

AGROALIMENTARE

Protagonista, ancora una volta,

la produzione artigianale

di alta qualità

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rali, come “Callebaut” dedicato esclusi-vamente ai professionisti cioccolatieridel Belgio. Quasi 300 i quintali di cioc-colata degustati e venduti. Trecentobambini delle scuole primarie dellaregione hanno frequentato i laboratoriartigianali della cioccolata e del gelato.Centocinquanta gli appassionati dellacioccolata che hanno partecipato alledegustazioni in programma, con il cioc-colato proposto in abbinamenti classici(vini, distillati, liquori) ma anche strava-ganti come la cipolla. Dice Giorgio Zanlari della ParmaXoco Art, vero cultore del cioccolatoche va a scovare i migliori cacao nelmondo per poi creare nel suo labora-torio di Parma fino ad 80 tipi di tavo-lette “Quello che distingue il Cioc-choshow rispetto ad altre grandimanifestazioni nazionali più antiche,è proprio la grandissima presenza diartigiani che possono regalare espe-rienze sensoriali straordinarie, crean-do con la fantasia quelle novità che ilpubblico chiede con abbinamentiparticolari”. La prossima edizione,prevista dal 18 al 22 novembre 2009,celebrerà il primo lustro di Cioccoshowcon grandi novità, come la presenzadi maestri cioccolatieri francesi eaustriaci e una formula rinnovata

Cioccoshow, la magiadel cioccolato

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46 NOVEMBRE 2008

Un volume per riprendere un’esperienza molto significativa per gli imprenditori di oggi

LIBRI

editrice La Mandragora. Il volume,che si avvale di importanti contribu-ti, come quelli del presidente nazio-nale di Legacoop Giuliano Poletti,del sociologo Franco Ferrarotti, degliarchitetti Gae Aulenti e GiuseppeCampos Venuti e del politico e pro-fessore universitario Vittorio Prodi,contiene gli atti dei convegni dedica-ti all’imprenditore di Ivrea organiz-zati dall’associazione tra il 2004 e il2007 e una serie di interviste con alcu-ni industriali italiani, tra cui MarcoRoveda, Stefano Venturi, RomanoVolta, Ludovico Acerbis, AlfonsoGuzzini e Marino Golinelli. Il progetto di Città Nuova si rivolgea più pubblici, sia imprenditoriali chescolastici, per far emergere le affinitàdell’esperienza cooperativa imolese,quella basca di Mondragon e l’attua-lità del pensiero e dell’opera svolta daAdriano Olivetti (1901-1960), grandeindustriale la cui mente era affollatadi progetti, che intese l’azienda comecentro di una comunità che saldasseuomini, lavoro e cultura. La sua principale aspirazione fuquella di sperimentare il connubiotra etica e produzione. Per giungervi

fondò un modello industriale che allavoro affiancò servizi socio-assisten-ziali e il varo di una rivista e di unmovimento politico promossi sottola stessa insegna: “Comunità”.L’esperienza di Olivetti, spiegano idue curatori del libro, ebbe anche unaltro enorme merito: mirò a valoriz-zare le competenze culturali dei tantistorici, sociologi, urbanisti ed esper-ti del design che trovarono nell’a-zienda una sorta di fucina in cui for-giare le proprie idee. Attorno aOlivetti crebbe in tal modo un’interagenerazione di uomini che hannopoi caratterizzato il terreno culturaledell’Italia repubblicana; una genera-zione tutt’ora vivente e molto attiva.L’impianto ideologico che sorreggevail progetto olivettiano era quello difondare una “terza via” tra liberali-smo e socialismo di stato, per con-servare le linfe migliori dei modellieconomici già sperimentati e allostesso tempo preservare sia il liberali-smo e che il socialismo, coniugando-li in uno stampo aziendale al cui cen-tro ci fosse l’uomo. Olivetti dimostrò che il capitalismonon è “cattivo” in sé, ma possiedepotenzialità innovative che possonoessere efficacemente saggiate. Il capi-talismo però è “cieco” e deve essereincanalato in una direzione accetta-bile. L’ideazione di quel tragitto e lasua attuazione pratica li reputavamovimenti di squisita natura “politi-ca”. E l’idea olivettiana fu idea poli-tica nel senso pieno del termine:rivolta cioè alla “polis”, alla “comu-nità” cui egli intendeva fornire uncentro forte: l’azienda. Quella olivettiana fu un’utopia olisti-ca che intese abbracciare ogni aspet-to dell’esistenza: la vita del lavorato-re, la sua cultura, il suo benessere. Inciò, ritengono gli esponenti dell’asso-ciazione Città Nuova, l’olivettismoha ancora qualcosa da insegnare,anche al mondo cooperativo

Adriano Olivetti, nel dopo-guerra leader mondialenel settore delle macchineda scrivere, può insegnare

ancora molto agli imprenditori dioggi. Lo stile aziendale olivettia-no della creazione di una leader-ship autorevole, la valorizzazionedelle risorse umane all’interno di

un lavoro di squadra,la necessità di unaforte comunicazionedi marchio aziendale,il fecondo rapporto fraazienda e cultura e infi-ne il “ruolo sociale del-l’impresa” mediante ilrispetto di valori etici:sono tutti temi di undibattito che è sempredi grande attualità.

Dell’argomento si è discusso aImola, nel bolognese, per l’“Olivettiday” voluto dall’associazione cul-turale Città dell’Uomo.Nell’occasione è stato presentato illibro “Quattro anni con Olivetti”, acura del consulente in comunicazio-ne Antonio Castronuovo e del criti-co e saggista Mauro Casadio Farolfi,

Una “terza via”tra liberalismo

e socialismoper un’economia

fondata sull’uomo

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Etica e produzioneLa parola a Olivetti

Adriano Olivettidurante un’assemblea sindacale

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dell’azienda di Forlì. Le favorevolicondizioni pedo-climatiche condisponibilità di acqua per l’irriga-zione fanno del territorio emilianoromagnolo una situazione ottimaleper lo sviluppo vegetativo delle col-ture da seme. Alla vocazione dellazona – afferma Tattini – si aggiun-ge anche l’elevata professionalitàdegli agricoltori. È giusto dire chesenza gli agricoltori, non esisterem-mo”. Un altro punto di forza del gruppoin generale e di Kws Italia, in parti-colare, è la continua attenzione allaricerca. A livello di gruppo l’inve-stimento è di circa 65 milioni dieuro l’anno, pari al 15% del fattu-rato, di cui il 15% per le biotecno-logie. “Esiste un collegamentostretto fra la selezione delle piantee i risultati in campo – affermaLeopoldo Nurti, manager diAgroservice Sud Europa che hasede a Monselice – alla base delnostro lavoro di ricerca, vi è la sele-zione convenzionale, che vienesupportata in misura sempre piùcrescente da metodologie innovati-ve come la Marker Assisted

Risultati importanti per Kws,gruppo europeo nato inGermania nel 1856, leadermondiale nella selezione,

produzione e commercializzazione disemi per l’agricoltura. Nel 2008 ilgruppo si è collocato al secondoposto in Europa per le vendite di maisraggiungendo un fatturato globale di

circa 600 milioni dieuro. Un risultato a cui hacontribuito in manieradecisiva Kws Italia che,nelle due sedi di Forlì(impianto produzionebarbabietola più gran-de d’Europa) e diMonselice, svolge attivadi ricerca, produzione,commercializzazione

delle principali colture industriali(mais, bietola, segale, colza e sorgoper bioenergia).Nata nel 1955, Kws Italia con unfatturato di oltre 30 milioni di euroe un trend in crescita negli ultimianni, ha un ruolo determinante nellaproduzione di sementi, in particola-re barbabietola da zucchero e segale.

AZIENDEd

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La multinazionale europea ha a Forlì uno dei due poli italiani di eccellenza

“La produzione di seme certificatodi barbabietola – afferma AntonioTattini, amministratore delegato diKws Italia – si aggira sui 25milaquintali all’anno, pari al 70% delseme di barbabietola venduto dalgruppo nel mondo. Se poi si consi-dera che Kws è leader mondialenella vendita di seme di barbabie-tola con oltre il 35% del mercato,allora si può avere un’idea dell’im-portanza che la sede italiana rivesteall’interno del gruppo. Un altropunto di forza – continua Tattini –è la produzione di seme base disegale ibrida che, con 18mila quin-tali l’anno, copre il 100% del fab-bisogno del gruppo”.Se la sede operativa è a Forlì, laproduzione di Kws Italia si estendein un’area che comprende le pro-vince di Bologna, Forlì, Ravenna,Ferrara. Soltanto per la barbabie-tola si parla di circa 1.000 ettari dimoltiplicazione, a cui si aggiungo-no 500 ettari di segale per un tota-le di 520 coltivatori. E d’altraparte, proprio la stretta coopera-zione tra Kws Italia e i coltivatorirappresenta uno dei punti di forza

Colture di qualitàGarantisce Kws

Nel 2008 secondaa livello europeo

nel businessdella produzione

di sementi certificate

48 NOVEMBRE 2008

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NOVEMBRE 2008 49

Selection, allo scopo di trovarenuovi ibridi più resistenti allemalattie e ai parassiti che possanogarantire rese qualitative e quanti-tative superiori”.Innovazione quindi ma anche tra-dizione e rispetto per l’ambiente.“Kws Italia – spiega l’amministra-tore delegato – utilizza metodi tra-dizionali che al momento noncomprendono investimenti sullaricerca nel settore Ogm. Si lavorasulla selezione e la creazione diibridi composti dall’unione di unalinea impollinante e una linea steri-le. Entrando nel particolare, nellaproduzione delle varietà ibride siutilizzano componenti femminiliper la maggior parte maschio-steri-li, che vengono incrociate conpiante impollinanti. A fine ciclovengono raccolte solo le piantefemmine (madri), mentre gliimpollinantori vengono distruttiprima della raccolta. La creazionedi varietà ibride consente di rag-giungere un miglioramento dellavarietà con conseguente effetto‘eterosi’ che produce un aumento

del 30-40% della produttività.Uno dei metodi utilizzati è, adesempio, la selezione massale che sibasa sull’isolamento delle piantemigliori e sulla loro moltiplicazio-ne”.Lo scopo principale in ogni caso èdi raggiungere alte rese produttive,creare piante resistenti contro lemalattie e i parassiti senza dimenti-care mai la qualità. “Il nostroobiettivo – sottolinea Tattini – è diprodurre eccellenza nel rispettodelle regole ambientali”. Non acaso da diversi anni Kws haimmesso sul mercato anche lesementi biologiche che hannopreso piede rapidamente. “Oggi –afferma l’amministratore delegatodi Kws Italia – la produzione diseme biologico rappresenta il 3-4% della produzione totale. Unarisposta necessaria alla richiestadel mercato italiano e europeo.Sono infatti prevalentemente euro-pei i clienti che vengono a trovarcia Forlì”. Nella sede romagnola ècollocato anche il reparto vendita emarketing per il Sud Europa che si

Un settore centrale, nei progetti di sviluppo dell’azienda forlivese

Bioenergie, il futuro dell’agricoltura

OBIETTIVI

Tra gli scenari del futuro per l’agricolturain generale e per i produttori di sementi

in particolare, c’è senza dubbio la produzio-ne di piante per la generazione di bioener-gie. Uno scenario che a dire il vero non ètanto di là da venire. Non è una novità cheintere aree siano state convertite a questotipo di coltivazioni a scapito della produzio-ne di piante alimentari, con la conseguentepreoccupazione per l’ulteriore possibileimpoverimento di alcune popolazioni.L’aumento del prezzo dei cereali ha poi con-tribuito a diffondere l’allarme. Allarme tem-poraneamente rientrato, almeno in parte, inseguito al ritorno dei prezzi ai livelli del 2006.“Non credo sia giusto fare dell’allarmismo”,afferma Antonio Tattini, amministratoredelegato di Kws Italia. “Prima di parlare dimancanza di prodotto, sarebbe opportunoanalizzare la speculazione che viene fattasulle materie prime alimentari. Se, ad esem-pio, il prezzo del mais è tornato a livello del

2006 vorrà dire che siamo di fronte a unfalso problema e non alla riduzione dellaproduzione alimentare. D’altra parte leaziende producono quello che il mercatorichiede. Forniamo dei servizi, non siamo noia influenzare il mercato”. Per questo motivo, sulle piante per le bioe-nergie Kws sta puntando fortemente l’at-tenzione. Nell’ultimo periodo ha messo apunto diversi prodotti specifici per la bio-massa: il mais Lucatoni Fao 400, il girasoleMethasol, il sorgo Silage King. “Kws Italia –spiega Tattini – ha messo a punto program-mi specifici di ricerca. I primi progetti sonopartiti circa tre anni fa e oggi abbiamo leprime varietà iscritte per il mais, la colza, ilsorgo. In realtà una varietà di sorgo dovreb-be entrare in produzione a breve.Attualmente circa sei coltivatori nel territo-rio di Forlì stanno ultimando il secondoanno di prova”.D’altra parte oggi l’intero gruppo sta inve-

stendo molto sulle piante da bioenergie.Nello specifico il mais e le altre specie ven-gono adattate alla produzione di bioetano-lo e di biogas, la colza invece viene utilizza-ta per il biodiesel. In particolare nel biogasl’obiettivo è l’incremento delle rese unitariedi metano utilizzando piante intere (trincia-ti) piuttosto che parti delle stesse (granella,radici). Per questo motivo Kws sta svilup-pando semi idonei a rotazioni colturali inmodo da favorire la coltivazione di più spe-cie in successione e di piante resistentianche in ambienti difficili. In tale contesto ilmais rimane la coltura di riferimento e con-siderando le previsioni sia a livello alimenta-re, sia per quel che riguarda le bioenergie, laprossima stagione avrà risultati positivi. “Ilnuovo raccolto sta dando grandi soddisfa-zioni – afferma Giuseppe Carli, direttorecommerciale Kws Italia – le produzioni sonosuperiori alla scorsa campagna in tutti gliareali”

occupa di tutto il bacino delMediterraneo così come il centrologistico per la stessa area. La retecommerciale della Kws Italia contacirca 40 tecnici commerciali, con-sulenti, a cui si aggiungono 66dipendenti e 70 lavoratori a tempodeterminato sulle attività di produ-zione

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AZIENDE

Il valore di abitare e vivere inun ambiente pulito, è ancorapiù importante quando siparla di una città, di una piaz-

za, dei palazzi e dei monumentiche testimoniano la storia e l’iden-tità di un luogo. È questa la ragio-ne principale che ha portato il set-tore tecnico di Formula Servizi

(cooperativa forliveseche ha un’esperienzapiù che trentennalenell’ambito delle puli-zie civili, sanitarie eindustriali) a studiaresoluzioni efficaci edecologiche per servireal meglio le nuove esi-genze manifestate daiclienti pubblici e pri-vati e sotto gli occhi di

tutti. Alle più tradizionali puliziedegli ambienti, si uniscono così illavaggio delle pavimentazioni, deimuri, dei monumenti, delle pensili-ne, dei cassonetti e più in generaledegli arredi delle città, spessoavvolti dallo sporco, soffocati dal-l’inquinamento o imbrattati perinciviltà.

La cooperativa forlivese di servizi è all’avanguardia nel campo dell’ecologia urbana

La Formula giustaper ripulire le città

“Formula Servizi – spiega il diret-tore Graziano Rinaldini – haavviato un vero e proprio pro-gramma articolato su alcuni punti.Si parla di pulizia delle superficipavimentate, di rimozione dei resi-dui di chewing-gum, alla pulizia

dei muri, al lavaggio dei cassonet-ti, tutto con il solo uso di acqua.Formula Servizi ha partecipato alprogetto ‘Roma decoro urbano’per la pulizia di piazza delCampidoglio alla presenza dellasopraintendenza. La pulizia sottola statua di Marco Aurelio ha pre-stato l’immagine alla campagna dicomunicazione Lavoro per unacittà pulita”.La pulizia delle superfici pavimen-tate avviene eseguendo un lavag-gio con l’uso esclusivo di acquacalda ad alta pressione senza farericorso ad alcun agente chimico.La temperatura dell’acqua agiscesullo sporco depositato, mentre lapressione esercita un’azione mec-canica assicurando una puliziacapillare di tutta la superficie. Lapressione di uscita dell’acquaviene regolata in funzione dellecaratteristiche fisiche dei materialida pulire, la loro durezza e quindila resistenza all’usuraLa rimozione del chewing-gum si

Tecnologia e professionalitàper accrescere

la qualitàdel vivere urbano

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Formula Servizi è una cooperativa diproduzione lavoro, nata nel 1975 a

Forlì (dove ha tuttora sede legale) con ilnome di “Pulix Coop”, per iniziativa dinove donne fondatrici. Nel 2001 èdiventata Formula Servizi SocietàCooperativa. Conta oggi 914 soci e 860dipendenti. Tra i servizi che offre: la puli-zia e la sanificazione di ambienti civili,industriali e sanitari, pulizia di pavimen-tazioni eterne, monumenti e igiene

ambientale, oltre alla logistica industria-le e sanitaria e i servizi alla persona. Il60% dei propri clienti sono enti pubbli-ci e il 40% soggetti privati. La peculia-rità di Formula Servizi è insita nella suaragione sociale di cooperativa che nonfa unicamente riferimento agli indicato-ri economici nell’esercizio della propriaattività, ma si attiene a un preciso siste-ma di valori che alimenta nella relazionecon i propri interlocutori

Nata nel 1975, conta oggi 914 soci

Da un’idea di nove donne

LE CIFRE

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effettua per mezzo di una lanciache eroga vapore ad alta pressione.L’azione viene localizzata sullasuperficie da trattare. Questa faseprecede la pulizia generale dellapavimentazione.La pulizia dei muri e delle pareti dipalazzi e sottopassaggi stradaliimbrattati da graffiti o anneritidallo smog, si realizza attraversol’applicazione delle tecniche ecolo-giche dell’idrolavaggio e dell’idro-sabbiatura.Quest’ultima, in funzione delladurezza della superficie da pulire,viene eseguita con l’ausilio di sab-bia di quarzo oppure di micro-frammenti di legno o derivati. Illegno e i suoi derivati esercitanoinfatti un’azione non aggressivasulla superficie da trattare, risul-tando la soluzione più consona perla pulizia di manufatti di particola-re rilievo storico o valore artistico.Infine il lavaggio cassonetti. Tra gliaccessori che compongono l’alle-stimento degli automezzi per il ser-vizio di pulizia della città, ci sonoanche lance e ugelli rotativi di por-tata diversa per la rimozione deglisporchi più ostinati, efficaci per lapulizia dei cassonetti di ognimodello sia a bidone che a campa-na. La temperatura dell’acqua,unita alla combinazione “portata-pressione di esercizio” consentonouna perfetta pulizia senza l’aggiun-ta di additivi o prodotti chimici

Incarico bolognese per il patron di Formula

Il Cns sceglie Rinaldini

IL PERSONAGGIO

Il direttore generale di FormulaServizi, Graziano Rinaldini, 51

anni, è stato da poco nominatopresidente del ConsorzioNazionale Servizi che ha sedelegale a Bologna e uffici in tuttele regioni italiane. Il managerforlivese, una lunga e consolida-ta esperienza in ambito coope-rativo, è da oltre 16 anni allaguida di Formula Servizi, dap-prima come presidente e dal2007 come direttore generale,responsabilità che continua aricoprire insieme al nuovo ruolonazionale. Con la nomina, Rinaldini è statochiamato alla guida della coo-perativa di secondo grado cheriunisce le più importanti impre-se di settore italiane nei servizi,con un fatturato di oltre 500milioni di euro e più di 230aziende aderenti. Il compito diCns è di acquisire appalti e com-messe per conto delle realtàsocie, a cui vengono poi affida-ti in esecuzione i lavori: pulizie,ecologia, manutenzione, facility,logistica e servizi alla persona. Iclienti sono suddivisi tra entipubblici, industria e terziario.L’incarico a Rinaldini confermaun percorso professionale dieccellenza compiuto da FormulaServizi, il cui successo imprendi-toriale, testimoniato da diversiriconoscimenti (ultimi in ordinedi tempo i Premi ImpresaAmbiente e Unioncamere per laResponsabilità Sociale) si basasu elementi come innovazio-ne di processo e di meto-dologie organizzative,ammodernamento delleattrezzature, attenzionealle tecnologie e alcontenimento deglieffetti delle proprieattività sull’am-

biente. Nel corso di oltre 30anni di attività, Formula Serviziha posto sempre, quale condi-zione indispensabile allo svilup-po aziendale, la valorizzazionedel proprio capitale umano. Inquesta direzione, le iniziativepromosse sono state tante etese ad elevare gli standard diqualità del lavoro, primi tra tuttila sicurezza, la salute e il benes-sere delle persone. In coopera-tiva le donne rappresentanol’85% della forza lavoro, è stataquesta la motivazione principa-le per cui nel tempo sono statemesse a punto azioni mirate ebuone pratiche per conciliare almeglio i tempi di vita e di lavo-ro di socie, soci e dipendenti.Tra queste si iscrivono l’espe-rienza del job sharing, un impe-gno condiviso con un gruppo dicolleghi, la riorganizzazionedella produzione per aree geo-grafiche, per avvicinare domici-lio di residenza dei lavoratori eluogo di lavoro e l’applicazionedel telelavoro

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52 NOVEMBRE 2008

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Inserto pubbliredazionale

SPECIALE INFORMATICA

Secondo dati di Assinform (associazione italianaper l’information technology), il 2008 si chiu-derà con un giro di affari pari a 20,4 miliardi ed

un incremento dell’1,1%rispetto al 2007 che avevasegnato un + 2,2%. Il rallentamento della crescita èdovuto al calo della domanda di hardware, mentreprosegue il trend positivo degli investimenti nel set-tore software che, con ricavi per 4,4 miliardi di euro,raggiungerà un + 3,3 % (nel 2007 era stato +3,2%)e nei servizi informatici che fatturano 9,3 miliardi dieuro e mostrano una crescita dello 0,2 %.

Dall’indagine Assinform, si rileva che i protagonistidegli investimenti sono le piccole e medie imprese. L’analisi dimostra come i nuovi modelli di businessspingano le aziende a dotarsi sempre più di mezziinformatici per rimanere competitivi. Per le imprese,infatti, è fondamentale poter gestire programmi edapplicativi che permettono di cogliere obiettivi diproduttività. Anche in Emilia-Romagna il settore Ictpresenta numerose aziende specializzate che riesco-no a coniugare efficienza e sicurezza al servizio delcliente.

Il business moderno richiede forte attenzione agli strumenti informatici per mantenere produttività e competitività. In Emilia-Romagna si segnalano

realtà di eccellenza per l’elaborazione di software, programmi gestionali e applicativi, prodotti specializzati sul web e vendita personalizzata

Tecnologie su misura per la crescita aziendale

QCall e sviluppo it-tlc: dove batte il cuore di Eos

Èil 1986: il mondo dell’informatica bolognese si arricchiscegrazie alla nascita di EOS, una realtà imprenditoriale il cui

nome, ispirato alla dea dell’Aurora che preannuncia la venu-ta del nuovo giorno, esprime la sua essenza: per i fondatoridi EOS, il nuovo giorno può essere annunciato solo con unapiena disponibilità alle innovazioni dell’InformationTechnology, sperimentandole al proprio interno per proporsial cliente in una dinamica di ascolto e dialogo.Capacità e volontà di ascoltare le richieste dei clienti e dianalizzare assieme ad essi la realtà aziendale: su questebasi, EOS cresce negli anni mettendosi sempre alla provanell’offrire i propri servizi di progettazione, consulenza, inte-grazione dei sistemi e formazione, per comprendere con effi-cacia le più disparate esigenze espresse da clienti moltodiversi tra loro e realizzare così soluzioni personalizza-te.Nuovi spazi d’azione si aprono con l’avvento della tecno-logia VoIP (Voice over Internet Protocol) che integra latelefonia con il mondo delle reti.Nel 2007 EOS dà il via allacommercializzazione di QCall, la soluzione sviluppata e spe-rimentata al proprio interno nei due anni precedenti edattualmente utilizzata. Basato sul softwarenon proprietario per centralini ad oggi piùdiffuso (Asterisk) che gestisce le comunica-zioni tramite il Protocollo SIP (SessionInitiation Protocol), QCall lo completa e loestende nella configurazione, nella gestionee nell’integrazione con l’ICT aziendale, esal-tando così l’esperienza di EOS nell’integra-zione dei sistemi.QCall supporta sia la telefonia VoIP che la

connettività tradizionale: il cliente può così scegliere di cam-biare tecnologia di comunicazione con gradualità. La suaarchitettura scalabile a basso costo è la risposta ideale alle esi-genze dettate da un’organizzazione aziendale dinamica che

tende a crescere. Se passare al VoIP consentealle aziende di realizzare con immediatezzal’obiettivo del risparmio sui costi della telefo-nia fissa nazionale ed internazionale, sceglie-re il VoIP con QCall offre un importante valo-re aggiunto: QCall è un concreto “strumentoper gestire l’azienda”. Esso infatti oltre a for-nire tutte le funzioni standard proprie dei cen-tralini, permette l’implementazione di nuovefunzionalità a costi realmente ridotti.

TM

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SPECIALE INFORMATICAInserto pubbliredazionale

Da ottobre, Compagnia Italiana Computer (Cic) si è trasfe-rita a Bologna, dalla storica sede di Via Emilia Ponente 56,

nei nuovissimi locali di Viale Togliatti 9, tra la rotonda diCasteldebole e l’uscita 2 della tangenziale. L’amministratoredella società, Beatrice De Leonibus, che guida l’azienda dal1992, spiega le motivazioni di questa scelta. “Da sempre cerchiamo di identificarci nei nostri clienti permeglio comprenderne preferenze ed esigenze ed i nostri prez-zi sono sempre tra i più competitivi del mercato – sottolinea lasignora De Leonibus - Non ci mai siamo legati a nessun brandspecifico per poter selezionare in tutta libertà, momento permomento, i prodotti di marca con il miglior rapporto qua-lità/prezzo. Disponiamo di un laboratorio di assistenza tecnicacon personale d’ esperienza pluriennale e forniamo i nostriservizi sia in sede che on-site. Pubblichiamo sul web, all’indi-rizzo www.cic-computer.it, tutti i prodotti che trattiamo com-pleti di caratteristiche tecniche: i prezzi e le disponibilità ven-gono aggiornati ogni ora, così i clienti che cercano un prodot-to specifico possono prenotarlo via web e venire a ritirarlo innegozio trovando anche la fattura già pronta”.Con il trasferimento di sede, Cic ha risolto anche un altro pro-blema. Da un sondaggio effettuato nel precedente puntovendita durante i mesi di gennaio-maggio 2007 erano emer-se con chiarezza altre due esigenze degli utenti, entrambe det-tate dalla necessità di risparmiare tempo: posizione del nego-zio in una zona con buona viabilità a traffico scorrevole e sicu-

rezza di trovare un comodo parcheggio. “Con la scelta di VialeTogliatti 9 – dice Beatrice De Leonibus - pensiamo di averedato una risposta concreta e soddisfacente ad entrambe que-ste esigenze: il negozio è vicinissimo alla tangenziale, ben visi-bile lungo lo stradone di Borgo Panigale e in un piazzale conoltre 40 posti auto. I nostri i clienti ora, oltre il denaro rispar-miano tempo prezioso, e noi, come sempre, continueremo anon risparmiarci nell’offrire qualità, assistenza e cortesia”

La nuova sede di Cic in viale Togliatti a Bologna

Compagnia Italiana Computer: nuova sede per un servizio su misura

Infracom Consulting: soluzioni applicative e integrate per le imprese

Infracom Consulting una società del Gruppo Infracom, specia-lizzata in soluzioni ICT Business e punto di riferimento nel mer-

cato italiano per lo sviluppo di soluzioni ERP su piattaforma SAPe nella gestione di servizi in outsourcing che spaziano dalla con-nettività su infrastrutture di rete proprietarie alla consulenza esviluppo di applicativi. “Il disegno industriale che ha portato allarealizzazione di Infracom Consulting – spiega il direttore com-merciale Luca Lesignoli - nasce dall’idea di creare una iniziativadi successo con l’apporto di INFRACOM, che mette a disposi-zione le competenze tecnologiche, infrastrutturali e di processonel settore dei sistemi gestionali, e i soci IMA e SACMI, che sipongono come elementi di stimolo delle esigenze delle realtàindustriali e territoriali in cui operano”. In ambito SAP, Infracom Consulting è stata la prima società ita-liana riconosciuta SAP Gold Partner, a testimonianza del livellod’eccellenza raggiunto. A ciò si aggiungono la certificazione SAPAll-in-one, che riguarda tutte le soluzioni pre-customizzate e gliadd-on verticali e la SAP Hosting Partner per l’erogazione di ser-vizi in outsourcing ottenuta tra le prime a livello nazionale, gra-zie alla qualità dei data center di Verona, Milano e Imola. Le ver-ticalizzazioni SAP già realizzate con successo da InfracomConsulting sono impiegate da numerose aziende operanti indiversi paesi del mondo. Infracom ha la sede centrale ad Imola euffici operativi a Milano, Bologna, Roma, Vicenza, Treviso,Fabriano, Carpi e Verona.“La capillare diffusione sul territorio nazionale – aggiungeLesignoli - è uno degli elementi caratteristici del modello di busi-

ness di Infracom Consulting: presidio del territorio e vicinanzageografica al bacino di imprese clienti”. Questo approccio in Emilia-Romagna si è concretizzato tramitela relazione con le aziende di riferimento, attraverso l’acquisi-zione di numerosi clienti (realizzazione di infrastrutture, eroga-zione di servizi TLC, implementazione e manutenzione di siste-mi ERP) e alla collaborazione con gli Enti delegati alla formazio-ne, Regione ed Università. La strategia territoriale è confermatadalla creazione di una rete di partner nei diversi distretti indu-striali. “Il modello di business di InfracomConsulting – conclude Lesignoli -si basa sullosviluppo di attività funzionali ai poli produt-tivi con un focus al territorio di riferimento eai processi caratteristici degli stessi”. Il pro-gramma di canale “Noi Infracom Insieme”,è appena stato lanciato per creare unnetwork in grado di contribuire, all’ulteriorequalificazione di un’offerta di servizi profes-sionali. Primo partner strategico ad avereappena aderito è Neos Sistemi, specializzatonello sviluppo di soluzioni gestionali innova-tive basate su piattaforma Erp estese e siste-mi di ebusiness evoluti.

Luca Lesignoli, direttore commerciale di Infracom Consulting, primaria realtàper dimensioni e competenze nella consulenza organizzativa e applicativa persoluzioni Ict avanzate.

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SPECIALE INFORMATICAInserto pubbliredazionale

Logicamente: Passione per la rete ed innovazione

Dalla passione per la tecnologia, unita alladecennale esperienza, nascono le intui-

zioni e le idee che Logic@mente, dinamicaazienda forlivese, fa diventare soluzioni con-crete per le imprese a cui offre servizi e pro-dotti informatici innovativi.I fratelli Ugo e Paolo Cacciaguerra edAlessandro Zaccheroni sono i tre soci, di for-mazione informatica, che hanno dato vita aduna realtà aziendale che conta altre 18 per-sone, tra collaboratori e consulenti. Logic@mente riesce a coniu-gare tecnologia, marketing e comunicazione nel mondo web,attraverso servizi integrati (advertising per la promozione deiclienti, web solution per lo sviluppo del business on line e con-sulenza tecnica) confluiti in una unica realtà che ha potenziato lapropria rete commerciale.“Dopo esserci concentrati per tanti anni sulla qualità del nostroprodotto e progetti importanti – spiega Ugo Cacciaguerra –abbiamo pensato di andare incontro al cliente: i nostri consulentidialogano con le aziende per conoscere, capire, definire le aspet-tative, comprendere le esigenze e trasferirle in una progettazionemirata e personalizzata. Il nostro obiettivo è di far emergere leimprese attraverso strategie avanzate”.Cosa significa questo tipo di approccio ?“Logicamente identifica precisi obiettivi di evoluzione aziendalebasati su riduzione dei costi, aumento della produttività, visibilitàin rete. Per i primi due aspetti, questo vuol dire innanzitutto lavo-rare sull’efficienza con nuove applicazioni informatiche: individua-re quindi i potenziali punti di risparmio, ottimizzare le risorse e

aumentare la produttività. E’ nato così il pro-getto Sapa, acronimo di “Strategie Avanzatedi Aumento di Produttività Aziendale”.In cosa consiste?“Sapa – sottolinea Ugo Cacciaguerra - è unasoluzione, particolarmente utile nel controllodi gestione, che permette all’imprenditore dideterminare in maniera precisa i potenziali dirisparmio e di aumento della produttivitàdella propria azienda, utilizzando le tecnolo-

gie informatiche, individuando in maniera certa i migliori investi-menti da attuare. Quantifica infatti una stima di risparmio in euro,e non in previsioni astratte in ben 13 aree sulle 15 analizzate. E’una procedura snella che impegna poco tempo ai responsabiliinterni e crea una reportistica di semplice lettura con dati operati-vi facilmente applicabili. E’ un sistema che comporta uno studiodettagliato della situazione aziendale, ed è stato finanziato comeprogetto innovativo da ASTER, in collaborazione con l’Universitàdi Bologna utilizzando fondi europei”.Logic@mente si propone anche con strumenti avanzati di WebMarketing.“I nostri servizi puntano ad aumentare la visibilità in rete del clien-te verso target specifici di riferimento–conclude AlessandroZaccheroni – Questo attraverso l’E-Mail marketing con un pro-dotto innovativo come logicamail che permette di spedire email,fax e sms in modo integrato e con un posizionamento organicodei siti o portali sui motori di ricerca”.

Alessandro Zaccheroni, Ugo e Paolo Cacciaguerra di Logicamente

Prima Linea: L’informatica per fare comunicazione aziendale

”Passione, disponibilità incondizionata per i clienti e idee pro-positive su misura”. Così Marco Sàssoli, responsabile del set-

tore pubblicità e Internet dello studio Prima Linea sintetizza la filo-sofia di lavoro della struttura che sviluppa attività e servizi legatiall’immagine tecnica e pubblicitaria. “E’ un gruppo affiatato ed omogeneo di persone divise solo inapparenza dalle rispettive competenze, ma unite negli obiettivi. –precisa Sàssoli – Un’orchestra di 10 elementi che suona la musicapreferita dal cliente”. Questi i punti di forza che fanno la diffe-renza nel settore della comunicazione pubblicitaria ed informati-ca e che Prima Linea ha posto al centro della propria attività.Conoscerli, saperli gestire, possedere le attrezzature per produrli,

significa, per i clienti, risparmiare sui costi e sui tempi. “Noi siamo tecnici di formazione – puntualizza il dirigente diPrima Linea - e la comunicazione che sviluppiamo è solo peraziende tecniche, che si rivolgono ad un target specifico. Siamoabituati ad utilizzare un linguaggio appropriato per il settore dicompetenza. Non abbiamo la necessità che ci vengano spiegatele cose, forniti disegni o foto o testi. Lavoriamo per il cliente in unprogetto progressivo completo che passa per ogni attività dicomunicazione necessaria allo scopo”.Prima Linea intende quindi quella tradizionale (cataloghi,depliant, listini, pubblicità) multimediale (CD, animazioni virtuali,3D, riprese video), e internet (siti statici o dinamici B2B facilmen-te indicizzabili). “La nostra competenza è trattare l’informazione con ogni mezzo– suggerisce Marco Sàssoli - Questo, confermano i clienti piùconsolidati, ci riesce bene”. A Bologna, la sede di Prima Linea, ampia, moderna, attrezzata, èin zona Roveri, strategica per raggiungere ogni punto della pro-vincia.“Il bacino di utenti è vasto – conclude il manager di studioPrima Linea – perché siamo in un territorio fertile di piccole emedie imprese. Date le nostre competenze, abbiamo clienti inogni settore tecnico: meccanica, elettronica, elettromeccanica,automotive, elettromedicale, accessori, arredo. Per noi il lavoro èsoprattutto passione. Faticoso, ma entusiasmante”. Studio Prima Linea via del Battirame, 6/3 - 40128 Bologna

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IL PROGRAMMA POLITICO EUROPEODELLA COMMISSIONE PER IL 2009

La Commissione europea ha adottato il 5novembre il programma legislativo e di lavoroper il 2009. Nel documento sono contenute leprincipali iniziative previste per il prossimoanno, tra cui il seguito alle iniziative adottatenelle ultime settimane per far fronte alla crisifinanziaria e reagire alla crisi economica conuna strategia europea. Inoltre, nell’ultimoanno del suo mandato la Commissione por-terà a termine i programmi in corso di attua-zione. Le priorità si articolano attorno a 4 pila-stri: 1) Crescita e occupazione: la Commissio-ne si concentrerà sulle riforme economiche esu misure specifiche volte a stimolare la fidu-cia necessaria; 2) Mutamento climatico e svi-luppo sostenibile: sarà essenziale concludereun accordo globale nel vertice di Copena-ghen. La capacità dell’Unione di svolgere unruolo trainante passa per un accordo sul pac-chetto “energia e mutamento climatico” perpoi passare alla fase di attuazione; 3) Libertà,sicurezza e giustizia ci si concentrerà sulla lottacontro il terrorismo e la criminalità organizza-ta, e sulle relazioni internazio-nali con la Geor-gia e la nuova amministrazione statunitense.

L’allargamento, la politica di vicinato e il com-mercio mondiale rimarranno priorità fonda-mentali; 4) Bilancio e future priorità dell’Unio-ne: un quadro normativo semplificato e piùefficace resta la priorità fondamentale perl’attività legislativa della Commissione nel2009. Il programma prevede misure di sem-plificazione specifiche in vari settori, dall’agri-coltura all’ambiente e dalla contabilità ai tra-sporti. Il 2009 sarà il primo anno in cui le prio-rità in materia di comunicazione inter-istituzio-nale saranno concordate nel quadro delladichiarazione congiunta “Un partenariato percomunicare sull’Europa”.Rif.: http://ec.europa.eu/atwork/programmes/docs/clwp2009_en.pdf

NUOVA STRATEGIA COMUNITARIA SUI “DIRITTI DI PROPRIETA’ INDUSTRIALE”

La comunicazione su una nuova strategiacomunitaria sui diritti di proprietà industriale(DPI), pubblicata lo scorso luglio, ha l’obiet-tivo di mantenere un sistema elevato di pro-tezione dei DPI all’interno dell’UE che, sti-molando gli investimenti nella ricerca e faci-litando il trasferimento delle conoscenze dailaboratori al mercato, permetta il dispiegarsidell’innovazione e offra alle imprese euro-pee un trampolino di lancio che consentaloro di affrontare la concorrenza mondiale.

E’ per questo che Bruxelles ha previsto unpiano che da un lato mira a rafforzare leattività di controllo del rispetto dei DPI e lacooperazione con alcuni Paesi prioritari;dall’altro, tramite la volontà di stipulare l’ac-cordo commerciale anticontraffazione-ACTA,vuole consoli-dare il quadro internazionaledei DPI. Oltre a questo, la Commissionepropone: l’adozione dell’iniziativa sul bre-vetto comunitario da anni all’esame delleistituzioni europee e ancora oggi al centro didivergenze tra gli Stati membri; azioni voltea combattere la contraffazione e la pirateriafenomeni che hanno raggiunto ormaidimensioni preoccupanti creando problemiin termini di diminuzione nella creazione dinuove opere, di salute pubblica, sicurezzadei lavoratori e posti di lavoro; diritti accessi-bili a tutti gli innovatori e inventori incluse lePMI attraverso lo studio dei sistemi dei mar-chi e dei brevetti; il miglioramento dei mec-canismi di accesso ai DPI e alle procedure dirisoluzione delle controversie tramite mecca-nismi giurisdizionali o assicurativi integrati alivello comunitario. In tal modo, aumenteràla consapevolezza all’interno delle PMI edell’importanza della proprietà industriale,elemento prioritario all’interno del businessplan dell’impresa.Rif.: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/08/1157&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=EN

Notizie dall’Unione Europea

FLASH EUROPAUnioncamere Emilia-Romagna A cura di Laura Bertella, Stefano Lenzi, Paolo Montesi e Gianna Padovani

Il servizio Bullettin Board Service (BBS) èuno degli strumenti principali messo a dispo-sizione della rete Enterprise Europe Networkda parte della Commissione Europea peraiutare le PMI nella fase di trasferimento tec-nologico transnazionale (tecnologie di pro-dotto o di processo messe a punto o ricer-cate dalle imprese). Le richieste/offerte ditecnologia sono inserite nel database BBSdopo aver superato il processo di validazio-ne da parte della rete. La compilazione delprofile, da parte dell'impresa, può essereeffettuata con il supporto dello staff tecnico diUnioncamere Emilia-Romagna. La banca dati BBS permette: - di inserire la propria richiesta e/o offerta

tecnologica (compilando il "TechnologyOffer Profile" o il "Technology RequestProfile";

- di fare una ricerca su tutti i profili deldatabase per identificare richieste, offer-te, argomenti di interesse proprio;

- di entrare in contatto con i potenziali part-ner internazionali;

- di ottenere un'indagine sugli elementiinnovativi di ogni offerta nei settori di inte-resse.

Di seguito alcune tra le più interessantirichieste di cooperazione tecnologica diimprese straniere, che cercano collaborazio-ni in Italia: - Rif:08SI68CN0J3X - Multinazionale

ricerca tecnologie per la produzione dinuovi pannelli ignifughi per edifici dilus-so;

- Rif:08FR32J20J6D - Azienda francesecerca partner per produrre trapani in allu-minio;

- Rif:ES22C40J3Q - Azienda spagnola

cerca produttori e/o distributori di celle disilicone per pannelli solari;

- Rif:08BE0213OJDX - Azienda belgacerca produttori e assistenza tecnica permacchine lavorazione del cioccolato, ali-mentata ad energia rinnovabile;

- Rif:08PL62AP0JD4 - Impresa polaccacerca tecnologie per mattoni forati dilegno, riempiti con materiale termico;

- Rif:08GR49Q1OISF - Azienda greca ITcerca partner per applicazioni al mana-gement dell’energia e calcolo del consu-mo energetico negli edifici;

- Rif:08GB77DZ0IRH - Impresa delRegno Unito cerca partner per la produ-zione di un sistema che riducano il volu-me dei rifiuti solidi.

Per ulteriori informazioni consultare la pagi-na http://www.rer.camcom.it/enterprise-europe-network/ricerca-partner.html o inoltrare il profi-lo della propria azienda e la richiesta di ricer-ca via fax al 051-6377050 o e-mail a [email protected].

“BULLETIN BOARD SERVICE (BBS)”

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CONSULTAZIONE SULLE TIC

Il Programma di apprendimento permanentevuole contribuire alla trasformazione dell’UEin un’area dai massimi livelli di competitività,volta ad uno sviluppo sostenibile ed unamaggiore coesione sociale. Nello specifico,interviene nel settore dell’istruzione e dellaformazione, con l’obiettivo di migliorarne laqualità, di investire sull’innovazione e diaccrescere il numero di persone che benefi-ciano di percorsi formativi. Il programma sidedica a: istruzione scolastica (Comenius),istruzione superiore (Erasmus), formazioneprofessionale (Leonardo) e apprendimentoper adulti (Grundtvig); ad essi si aggiungonoun Programma trasversale ed un Programmaspecifico per l’integrazione europea (JeanMonnet).Il budget complessivo messo a disposizionedel Bando ammonta a 961 Mln di €; l’entità diogni singola sovvenzione e la durata del pro-getto varierà in base alla tipologia dell’iniziati-va presentata e al numero dei Paesi coinvolti.Posso presentare proposte: Amministrazioninazionali e regionali; Associazioni culturali e dicategoria; Camere di commercio; Centri diricerca; Enti di formazione; Enti locali;Fondazioni; Formatori; Imprese; ONG;Organizzazioni professionali; Parti sociali;Persone fisiche; Scuole; Università. Scadenzedal 28/11/2008 al 09/04/2009.Rif.: http://eacea.ec.europa.eu/llp/funding/2008/call/index_en.htm

PRO-INVEST AZIONI DI RAFFORZA-MENTO ISTITUZIONALE DEGLI ORGANISMI INTERMEDIARI

Il Programma Pro-Invest intende sostenere gliorganismi intermediari nel loro contributo allosviluppo del settore privato dei paesi ACP.Incentiva questi organismi intermediari a svi-luppare azioni integrate per creare nelle diver-se regioni ACP tutte le condizioni favorevolialla promozione degli investimenti, al trasferi-mento di conoscenze ed alla fornitura di servi-zi di qualità, sia nei confronti del settore priva-to ACP che di parti esterne interessate.Il bando è finanziato dal VIII Fondo Europeodi sviluppo (EDF). Il budget previsto è di €17,5Milioni. La sovvenzione minima ammonterà a500.000€, e potrà coprire fino al 90% delbudget se il candidato è soggetto di un PaeseACP, fino all’80% in tutti gli altri casi. Le attività devono aver luogo in uno o piùpaesi ACP e possono riguardare qualunquesettore economico-finanziario, che faciliti l’at-trazione di investimenti e la creazione d’impie-go nei Paesi ACP. I progetti devono avere unadurata minima di 12 mesi, e concludersi entroil 31/03/2011. Prima scadenza 15/12/2008.Rif.:http://www.ermesimprese.it/wcm/ermesimprese/finanziamenti/Ricerca_e_innovazione/ricerca_pmi.htm

SCADENZE PER FONDI STRUTTURALI

Interreg IVC: il secondo bando è stato pub-blicato il 27.10.2008 e scadrà il 30.01.2009;Urbact II: il secondo bando generale saràaperto nel 2010;Interreg IV Europa Centrale: la pubblicazio-ne di un secondo bando è prevista per il07.01.2009 con scadenza il 18 marzo;Interreg IVB Europa Sud orientale: il secon-do bando sarà aperto entro la prima metàdel 2009;Interreg IVB Spazio Alpino: il secondobando è stato pubblicato il 20.10.2008 escadrà il 21.11. 2008;Interreg IVB Mediterraneo: il secondobando sarà aperto dal 16 febbraio al 13marzo 2009;Interreg IVA Italia-Slovenia: è stato pubbli-cato il 15.10.2008 il bando a due fasi per lapresentazione di progetti strategici. La sca-denza prevista per la presentazione dellemanifestazioni di interesse è il 01/12/ 2008;Interreg IVA Italia-Austria: alla fine del2008, inizi 2009 sarà pubblicato un secon-do avviso per la presentazione di proposteprogettuali;ENPI CBC Adriatico: il primo bando saràpubblicato nei primi mesi del 2009 ENPI CBC Mediterraneo: il primo bandosarà pubblicato a fine 2008.Rif.: http://www.finanziamenti.rer.camcom.it/Agevolazioni/default.htmenergia/sezioni_laterali/sezione_1/bandi/allegati/Delibera_1098.pdf

FLASH EUROPA

Unioncamere Emilia-RomagnaViale Aldo Moro, 62 - 40127 BolognaTel. 051 6377011 - Fax 051 6377050E-mail: [email protected]

SIDI Eurosportello - CCIAA di RavennaViale L.C. Farini, 14 - 48100 RavennaTel. 0544 481443 - Fax 0544 218731 E-mail: [email protected]

CCIAA di BolognaP.zza Costituzione, 8 - 40128 BolognaTel. 051 6093286 - Fax 051 6093225E-mail: [email protected]

CCIAA di FerraraLargo Castello,6 - 44100 Ferrara Tel. 0532 783812 - Fax 0532 205122 E-mail: [email protected]

CCIAA di Forlì-CesenaC.so della Repubblica, 5 - 47100 ForlìTel. 0543 713524 - Fax 0543 713531E-mail: [email protected]

PROMEC - CCIAA di ModenaVia Ganaceto, 134 - 41100 ModenaTel. 059 208270 - Fax 059 218520E-mail: [email protected]

CCIAA di ParmaVia Verdi, 2 - 43100 ParmaTel. 0521 210241 - Fax 0521 233507 E-mail: [email protected]

CCIAA di PiacenzaPiazza Cavalli, 35 - 29100 PiacenzaTel. 0523 386255 - Fax 0523 334367E-mail: [email protected]

CCIAA di Reggio EmiliaPiazza Vittoria, 3 - 42100 Reggio EmiliaTel. 0522 796236/301 - Fax 0522 796300E-mail: [email protected]

CCIAA di RiminiVia Sigismondo, 28 - 47900 RiminiTel. 0541 363752 - Fax 0541 363747 E-mail: [email protected]

Bandi comunitari

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