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ECONOMIA DEGLI ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARIINTERMEDIARI FINANZIARI
CORSO AVANZATO IICORSO AVANZATO II
PRESENTAZIONE DEL CORSOPRESENTAZIONE DEL CORSO
Lezione 1Lezione 1
Laura Viganò, Università degli Studi di Bergamo – A.A. 2006-07
STRUTTURA CORSO STRUTTURA CORSO
Primo modulo: rischio di credito
Secondo modulo: rischi, allocazione del capitale, misurazione di performance corrette per il rischio
Terzo modulo: rischio e capitale nelle imprese di assicurazione
DOCENZA DOCENZA
Docente : Laura Viganò
Ricevimento: venerdì ore 9.00
Assegnazione tesi: Consultare avvisi per nuove assegnazioni
PUBBLICAZIONE SLIDESPUBBLICAZIONE SLIDES
Sul sito docente si troveranno le slides elaborate dalla docente
Le slides riferite al testo Sironi(2005) non saranno pubblicate
BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA : moduli 1 e 2: moduli 1 e 2Sironi, Rischio e valore nelle banche, EGEA, Milano, 2005, capp.1-12, 14-15, 17, 18, 20, 22-24 (parti di questi capitoli eventualmente da saltare saranno indicate in seguito)
Lozano L., The inexorable growth of credit derivatives, Euromoney, Sep2006, Vol. 37, Issue 449
Brandon e Fernandez, Financial Innovation and Risk Management: An Introduction to Credit Derivatives, Journal of Applied Finance, Spring/Summer 2005
Giannotti, La cartolarizzazione dei crediti: rischi e regolamentazione, Franco Angeli, 2004, cap. 1, par. 1.1, 1.2, 1.3.1, 1.3.1.1., 1.3.2., 1.3.3., 1.4.1., 1.4.2., 1.5., 1.5.1., 1.5.1.1., 1.5.1.2., 1.5.1.3.
BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA : moduli 1 e 2: moduli 1 e 2Graff R. A., Securitization Demystified. Journal of Real Estate PortfolioManagement, Sep-Dec2006, Vol. 12 Issue 3, p233-248.
G. Cucinotta, S. De Polis (a cura di), Il trasferimento del rischio di credito tra il settore bancario e il settore assicurativo. L’esperienza italiana. Banca d’Italia, ISVAP, Giugno 2004.
Gola (et al.), Il trasferimento del rischio di credito tra banche e assicurazioni nel Regno Unito, Bancaria, n. 2, 2004.
AA. VV., Agricoltura e credito. Dalla despecializzazione ai nuovi servizi finanziari per l’impresa, ISMEA, 2004, par. 6.1 (Masini) e 6.2. , 6.3.3. (Viganò)
Sironi (a cura di), I derivati per la gestione del rischio di credito, Fondazione Giordano Dell’Amore, Giuffré Editore, 1999, cap. 1 e cap. 2 (lettura complementare)
BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA –– modulo 3modulo 3
nAlberto Floreani, Il financial risk management nelle imprese di assicurazione. Franco Angeli, 2000.
nAntonella Cappiello (a cura di), Lineamenti normativi ed economico-tecnici delle imprese assicurative, Franco Angeli, 2003.
I capitoli verranno indicati successivamente. Questi testi saranno integrati da letture complementari
RISCHIO DI CREDITORISCHIO DI CREDITO
“Possibilità che il debitore non adempia alle proprie obbligazioni di pagare i flussi di cassa (capitale e/o interessi) previsti dal
contratto di debito”“E’ riferito anche al peggioramento del merito
creditizio del debitore”Lusignani
RISCHIO DI CREDITORISCHIO DI CREDITO
“Rischio che una variazione inattesa del merito creditizio di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione generi
una corrispondente variazione inattesa del valore della posizione creditoria”
Andrea Sironi
RISCHIO DI CREDITORISCHIO DI CREDITO
“Il rischio di qualunque prestito bancario è espresso dalla probabilità che
l’operazione non dia alcun contributo positivo alla redditività dell’azienda finanziatrice
o incida addirittura sfavorevolmente sui suoi risultati d’esercizio”
Prof. Giordano Dell’Amore
PERDITA ATTESA (EL)PERDITA ATTESA (EL)
EL: deriva dalla parte di rischio stimata dalla banca ex ante e coperta con il pricing
EL = PD * EAD * LGD
PD: probabilità di inadempienza (binomiale?)EAD: esposizione attesa in caso di
inadempienzaLGD: perdita in caso di inadempienza
Analogie Analogie JaffeeJaffee
TASSO DI INTERESSE
re = saggio di rendimento atteso sul prestitorc = saggio contrattualert = tasso di interesse obiettivord = saggio di “rendimento” in caso di insolvenza P (tot) = probabilità di rimborso integrale alla
scadenzaP (def) = probabilità di insolvenza
D – L D = parte rimborsatard = --------- L = prestito totale
L
P (def) + P (tot) = 1
re = P (tot) * rc + P (def) * rdrt = i + c + g
i = tasso sulla raccoltac = costo medio operativog = margine di profitto
Analogie Analogie JaffeeJaffee(presentato in Tecnica Bancaria):(presentato in Tecnica Bancaria):
PERDITA INATTESA (UL)PERDITA INATTESA (UL)
Volatilità delle perdite attorno al valore medio
Se PD * EAD * LGD fossero tra loro indipendenti e se EAD e LGD fossero certe, il calcolo non sarebbe particolarmente problematico.
Se non sono certe: ipotesi sulla loro distribuzione
Calcolo su intero portafoglioCalcolo su intero portafoglio
Ai fini degli accantonamenti relativi alla perdita attesa
Ai fini del calcolo del CAR per coprire la perdita inattesa
PERDITA ATTESA PERDITA ATTESA PORTAFOGLIOPORTAFOGLIO
Ammontare complessivo: somma delle perdite attese dei singoli prestiti
Tasso di perdita atteso: media ponderata tassi di perdita attesi sui singoli prestiti
PERDITA INATTESA PERDITA INATTESA PORTAFOGLIOPORTAFOGLIO
Stima più complessa
Effetti della diversificazione
Deviazione standard del portafoglio
n n Ulp = √ ∑ ∑ ULi ULi ρiji=1 j=1
PERDITA INATTESA PERDITA INATTESA PORTAFOGLIOPORTAFOGLIO
Componente sistemica e specifica del rischio
Mapping della clientela in funzione dei fattori di rischio
Calcolo della contribuzione al rischio di ciascuna operazione
diversificabile
CALCOLO DEL CARCALCOLO DEL CAR
Quantificazione dell’ammontare di capitale necessario a fronteggiare le perdite inattese
DETERMINAZIONE DEL DETERMINAZIONE DEL CAPITALE A RISCHIOCAPITALE A RISCHIO
VaR: ammontare massimo di perdita che può verificarsi con un determinato livello di probabilità
VaR – EL = CAR Secondo Secondo modulomodulo
CHE COSA STUDIAMO NOI?CHE COSA STUDIAMO NOI?
Alcune qualificazioni : – Il concetto di rischio di credito– Diverse misure per diverse finalità:
screening, monitoring, controllo rischio di portafoglio (e stima CAR - 2° modulo)
– La definizione di default
CHE COSA STUDIAMO NOI?CHE COSA STUDIAMO NOI?Puntualizzazioni per la misurazione del rischio di credito
– Un modello per la determinazione della PA: il credit scoring
– Un approccio alternativo: i modelli basati sul mercato dei capitali
– La stima del tasso di recupero– Modelli e applicazioni: revisione
CHE COSA STUDIAMO NOI?CHE COSA STUDIAMO NOI?
La copertura del rischio di credito: – Credit derivatives– Securitization– Il ruolo delle assicurazioni – I fondi di garanzia
CHE COSA STUDIAMO NOI?CHE COSA STUDIAMO NOI?Implicazioni sulla comunicazione
– La disclosure sul rischio di credito(se c’è tempo)
OGGI:OGGI:
Alcune qualificazioni : – Il concetto di rischio di credito– Diverse misure per diverse finalità:
screening, monitoring, controllo rischio di portafoglio e stima CAR
– La definizione di default
IL CONCETTO DI RISCHIO DI IL CONCETTO DI RISCHIO DI CREDITOCREDITO
Deterioramento del merito creditizio– Riduce il valore di mercato
dell’attivitàLa perdita deve essere inattesa
– La parte attesa può essere correttamente coperta dal pricing
IL CONCETTO DI RISCHIO DI IL CONCETTO DI RISCHIO DI CREDITOCREDITO
Limiti– Mercato crediti estremamente limitato– Il deterioramento del merito creditizio
comporta accrescimento del rischio ma non necessariamente una perdita (se il prestito non è ceduto prima della scadenza) (Gualtieri)
IL CONCETTO DI RISCHIO DI IL CONCETTO DI RISCHIO DI CREDITOCREDITO
Le diverse componenti– Rischio di insolvenza– Rischio di migrazione– Rischio di recupero– Rischio di esposizione (discrezionalità)
– Rischio di spread
IL CONCETTO DI RISCHIO DI IL CONCETTO DI RISCHIO DI CREDITOCREDITO
I modelli di stima dipendono dalla finalità– Screening: Rischio di insolvenza e
rischio di recupero– Monitoring: Rischio di migrazione,
Rischio di esposizione– Risk management: Rischi calcolati sul
portafoglio
I MODELLI PER SCREENING I MODELLI PER SCREENING E MONITORINGE MONITORING
I modelli di scoring– Logit, probit, analisi discriminante– Non considerano il recovery rate– Necessitano di aggiornamenti
• RINVIO A LEZIONE SPECIFICA
I MODELLI PER SCREENING I MODELLI PER SCREENING E MONITORINGE MONITORING
I modelli basati sulla curva dei rendimenti (obbligazioni)
– Default stimato in base allo spread tra rendimento rischioso e risk free rate
– Non tengono conto di liquidità e transaction costs
– Difficoltà stima rendimenti di certi• RINVIO A LEZIONE SPECIFICA
I MODELLI PER SCREENING I MODELLI PER SCREENING E MONITORINGE MONITORING
I modelli basati sul tasso storico di mortalità dei crediti
– Default stimato in base al tasso storico di mortalità di un campione, per classi di rating
– Necessitano di basi dati ampie– Importante la classificazione corretta dei
prenditori sulla base del rating– Non contengono misura perdita probabile
I MODELLI PER SCREENING I MODELLI PER SCREENING E MONITORINGE MONITORING
I modelli basati sull’option pricing – Acquisto di una put sul valore dell’impresa– Assets/Debito e volatilità assets come elementi per
stimare il rischio di perdita e il relativo premio – Insolvenza quando valore attivo < valore passivo– Difficoltà stima valore mercato assets e della sua
variabilità• RINVIO A LEZIONE SPECIFICA
I MODELLI PER MONITORINGI MODELLI PER MONITORING
Analisi delle migrazioni– Analisi su un campione delle
migrazioni da una classe di rating all’altra e stima delle relative perdite in ciascuna classe
– Stima per l’intero gruppo di clienti
I MODELLI PER IL I MODELLI PER IL PORTAFOGLIOPORTAFOGLIO
Analisi delle correlazioni– Difficoltà costruzione matrice varianze
e covarianze delle variazioni di valore o delle perdite storiche
– Correlazioni tra classi (area, settore…)Approccio VaR
SEGMENTAZIONE E SEGMENTAZIONE E MODELLI DI STIMAMODELLI DI STIMA
Scopo segmentazione– I clienti sono diversi tra loro– Approccio individuale o indistinto sono
due estremi– Segmentazione consente di creare
gruppi omogenei
SEGMENTAZIONE E SEGMENTAZIONE E MODELLI DI STIMAMODELLI DI STIMA
Profili di diversità– Cause di default– Fonti informative – Centri di responsabilità– Costi e margini– Strumenti di valutazione
SEGMENTAZIONE E SEGMENTAZIONE E MODELLI DI STIMAMODELLI DI STIMA
Modalità di segmentazione– Tipologia di controparte– Dimensione
SEGMENTAZIONE E SEGMENTAZIONE E MODELLI DI STIMAMODELLI DI STIMA
Per ogni segmento possono essere utilizzati tecniche e criteri valutativi diversiTuttavia, importanza di ricondurre il tutto a unità
DEFINIZIONE DI DEFINIZIONE DI ““INSOLVENZAINSOLVENZA””
Significato del mancato pagamento di una rata: temporanea illiquidità o segnale di dissesto?Mancanza di rispetto dei termini originariRiferimento a un processo di crisi irreversibile (anche se recuperi parziali)
DEFINIZIONE DI DEFINIZIONE DI ““INSOLVENZAINSOLVENZA””
La banca decide: – Definizione prudenziale– Definizione ristrettaImportanza della chiarezza internaImportanza relativa uniformità con sistema
DEFINIZIONE DI DEFINIZIONE DI ““INSOLVENZAINSOLVENZA””
Sofferenze rettificate– Definizione utilizzata dalla Banca Centrale – Finalizzata a rettificare eventuali divergenze
di giudizio tra banche o errori– Sofferenza è confermata tale se più di una
banca rilevano almeno stato di anomalia
DEFINIZIONE DI DEFINIZIONE DI ““INSOLVENZAINSOLVENZA””
All’interno delle banche– In evidenza– Incagli– Sofferenze